Il pensiero
(Di Via – Palumbo – Di Via) Nel sogno atlantico perduto alla marea piramidaliidee, le stanze dell’Africa.
MASSIMO DI VIA
Da Thule al tropico profondo e magico, nei mantra chiusi nel mondo che è dentro di noi ti sorprendi Qui per tornare a danzare tu su parole piane che fan così bene e ti sembra che sia normale il pensiero. Il viaggiare a dispetto di estati assetate e solari, ricercar quale senso han dell’anima le traiettorie lo svolìo. Il re di sotto o Dio nel passo cosmico dei dervisci che girano girano girano. Le ombre di Avalon nei riti alchemici, dal Sutra del Loto fino al Kitab Al Miraj ti sorprendi Qui per tornare a danzare tu su parole piane che fan così bene e ti sembra che sia normale il pensiero. Il viaggiare a dispetto di estati assetate e solari,
ricercar quale senso han dell’anima le traiettorie lo svolìo. Ho bisogno di aver la risposta al costante mistero, l’esoterico amore e tornare nel centro totale.
Massimo Di Via: Voce, Sax, Flauto, Armonica Stefano Palumbo: Chitarre, Tastiere, Programmazioni Fabrizio Biggi: Backing vocals Arrangiamenti: Stefano Palumbo Registrazione e mixaggio: Verdiano Vera Assistente in Studio: Giorgio Massaro Mastering: Studio Maia (www.studiomaia.it) Grafica: Studio Caruso (www.studiocaruso.net) Fotografie: Alberto Pareto Management: Mari Sbalbi Prodotto da: Verdiano Vera, Massimo Di Via e Stefano Palumbo per Maia Records Edizioni: Studio Maia di Verdiano Vera ad esclusione di “Primavera” (Virgin Radio Italy SPA)
Ringrazio tutti gli amici di facebook che mi supportano e amano dialogare con me. Un particolare ringraziamento al dott. Giuseppe Andrea Arrigo per la cortese disponibilità
Ubaldo Fiori pilota, 26 aprile 1943
Controvento
Lo sguardo perduto
Parlare di te
Caro amore non c’è nuvola che assomigli a te non c’è niente di più bello del tuo vestito a fiori non c’è giorno che dal cielo non mi butti giù vedessi quante rondini volan via
Mediterraneo volo sull’Africa falò di nomadi Je suis dans le bleu
Ho visto scivolare i continenti ed inclinarsi gli orizzonti ho fatto solchi di dolore all’improvviso nella sera ma avevo un sogno da portare al mare dopo questa guerra da finire e intanto è già passato aprile ed io mi chiedo se mi aspetterai
Guardo più in su e con l’ anima inseguo la tua ti sfioro e mi porti via con te
Chissà dove sei occhi soli come i miei che non ho guardato mai negli attimi perduti in altri giorni
Sei come l’isola sei tutto il male d’Africa tu sei come un viaggio al centro della terra. Sei la voce sopra al ponte già stupita al nuovo mondo e senza guerra.
Chissà se ancora mi vuoi tanto bene così come sento di volerlo a te mio caro cuore stella da seguire una domenica giù in città chissà se adesso hai il tuo vestito a fiori e ti fai ombra con il tuo foulard mio caro amore quando vai a ballare amore mio chi ti amerà
Inevitabilmente noi
Chissà che guardai mentre tu cercavi me quando mi girai sul mondo e ti lasciai sola coi tuoi sogni e me ne andai
Sei nel cambio di stagione il profumo che fa il sole, un viaggio a ventimila leghe sotto il mare. Sei l’improvvisazione tu sei tutto quello che mi và di fare.
(Di Via – Palumbo – Di Via)
(Di Via – Palumbo – Di Via)
controvento noi due rondini sulla marea controvento come un’onda seguendo la scia
Ho visto navi perse ai mari mossi e le ho cacciate senza pietà e non ho avuto tempo per morire e non ho avuto tempo per capire forse domani ritorniamo a casa speriamo sia vero e che non piova speriamo che tu sia sotto la veranda speriamo che la notte scenda Chissà se ancora mi vuoi tanto bene così come sento di volerlo a te mio caro cuore stella da seguire una domenica giù in città chissà se adesso hai il tuo vestito a fiori e ti fai ombra con il tuo foulard mio caro amore quando vai a ballare amore mio chi ti amerà Chissà se ancora mi vuoi tanto bene così come sento di volerlo a te mio caro cuore stella da seguire una domenica 26 aprile 1943, tuo Ubaldo Fiori, pilota
Mi persi poi in profili d’Americhe planai su isole le parlai di te Rondine mia ombra ed alba di ogni mia idea stella o vertigine e mia
Le rondini
(Di Via – Palumbo – Di Via) Settembre, addio mio cuore addio saremo fotografie legati come fieno al sole a sopravvivere
Amore mio che nostalgia di amarti e vivere seduti ad aspettare il treno senza la polizia
Dai bagliori di Varsavia continuavano a migrare le rondini ed un Dio svanito lasciò da solo il mondo
Dalle strade di Berlino continuavano ad arrivare le rondini nel canto infinito sui gigli e nei sogni del mondo.
(Di Via – Palumbo – Di Via)
se t’incontrai non cercai gli occhi tuoi nei miei e tra la gente non ti amai per te che non sai e mai saprai che ho pensato a noi e al niente e a dove ti lasciai se ti osservai, occhi soli come i miei, non ti vidi e me ne andai a sorridere agli occhi di ogni giorno e non ai tuoi se t’incontrai non cercai gli occhi tuoi nei miei e tra la gente non ti amai per te che non sai e mai saprai che ho pensato a noi e al niente e a dove ti lasciai.
(Di Via – Palumbo – Di Via)
Sei la luna più la luna, sei un un colpo di fortuna e mamma mia che noia le parole. Ma come si fa a parlare di te e restare sentimentalmente indifferenti? Ma come si fa a volere di più se dentro a te ho trovato tutto l’occorrente? Ma come si fa a non parlare di te che resti il mio incommensurabile presente? Ma come si fa a trovare un’idea se tu sei la mia deviazione permanente? Sei il vento caldo che tiene in quota l’anima ottanta giorni in giro per il mondo. Sei la perversione e Dio la stella fra i marosi la guida ai capitani coraggiosi. Tu sei l’Atlantide riemersa come un sogno... ...e io vivo di te. Sei la luna più la luna, sei un un colpo di fortuna e mamma mia che noia le parole.
Brest
Chi parlerà di noi
La memoria dell’assente
Primavera
Goodbye Mr. Hyde
“O mio capitano aggiusta le vele, non vedi che è Maggio e il vento sta per cambiare? Nel porto di Brest mi aspetta un amore.”
Di noi prima che finisca il sogno resta a noi scegliere in tempo. Di noi dietro un fragile sorriso fotografie in riva al mare. Chi si affaccerà sui nostri giorni? Cosa pensarà di noi già lontani? Ma noi non può bastare guardarci sopravvivere e sognare noi che contiamo appena ma noi siamo le stagioni le parole Di noi qualche stupida poesia strade e films senza i colori. Chi si perderà nei nostri giorni chi racconterà di noi già lontani ? Ma noi non può bastare guardarci sopravvivere e sognare noi che contiamo appena ma noi siamo le stagioni le parole A noi non può bastare sedersi ad aspettare di passare noi che contiamo appena ma noi siamo le stagioni le parole.
Il mio amore è andato via come la memoria al mondo di mille occhi sopra i treni o di un aprile di canzoni, ma sono storie ormai lontane. E non son serviti a niente tutti i dolori della gente, son come l’acqua nelle mani.
Le stagioni ripidissime che ti scendono nel cuore tra le migrazioni lievi delle nuvole stendi i tuoi pensieri al limite del mare
C’è Mr Hyde vicino a me è un’occasione. Per farmi in due, guardarmi io e stare male.
La memoria insegue i codici, scorre le fotografie se ti ho amata o non amata o se chissà e ti fa sentire bene camminare risalendo atletico le idee
Io mi aspettavo qualche cosa di più da me e la vita, dai miei amici con le borse in pelle da quegli idioti atleti senza spalle.
(Di Via – Palumbo – Di Via)
“Mio caro fratello vedo anch’io che c’è il sole ma siamo due naufraghi persi nel mare. Nel porto di Brest non c’è ormai più nessuno. Siamo solo orizzonti e derive lontane due piccolissimi punti nel vuoto totale. Siamo solo i tramonti e labbra uccise dal sale. Due corsari nel niente, l’universo sul mare.” “O mio capitano se davvero è finita perchè lasci che ancora la vela sia gonfia di vita? O nel porto di Brest ti aspetta un amore?” Siamo solo orizzonti e derive lontane due piccolissimi punti nel vuoto totale. Siamo solo i tramonti e labbra uccise dal sale. Due corsari nel niente, l’universo sul mare.”
(Di Via – Palumbo – Di Via)
(Di Via – Palumbo – Di Via)
Ma il mio amore è andato via e non mi ha lasciato niente, neanche lo straccio di un’idea da difendere coi denti... ...adesso è un altro tempo. Tutta la storia è un’utopia, non fa più male neanche il male e piove senza amore. Oh my sweet Lord dimmi dov’è la tua risposta che non sento mai arrivare. Insieme al mio amore va via della vita anche tutto il rumore. Ma il mio amore è andato via e a nessuno importa niente. E non importa più la storia, non ha più senso la memoria... ...la memoria dell’assente. Oh my sweet Lord dimmi dov’è la tua risposta che non sembra mai arrivare e insieme al mio amore va via della vita anche tutto il rumore.
(Di Via – Palumbo – Di Via)
Ma ora che è primavera cosa faccio di me? ho bisogno di un cuore e di un nuovo gilet e di noi coi finestrini abbassati e di compagnia ma è così primavera che ti scivola via Dopo il grande freddo restano gli echi delle poesie di pastori erranti e di ginestre intrepide e di quante volte ti sei fatto male e l’immensa voglia di cantare Ma ora che è primavera cosa faccio di me ho bisogno del sole e di un altro caffé e di noi coi finestrini appannati e di compagnia ma è così primavera che ti scivola via.
(Di Via – Palumbo – Di Via)
Via dal mio presente vado via da questa gente lascio il suono del mio nome e poi goodbye. Vado via da questo inverno via da questo freddo inferno senza senso e amore lascio il gioco a voi, J’accuse! Non puoi cambiare la vita tua puoi farmi male. Ci sono anch’io in equilibrio sui tuoi pensieri. Io mi aspettavo qualche cosa di più dalle canzoni, dall’indifeso amico e senza storia, da quegli idioti atleti senza spalle. Via dal mio presente vado via da questa gente lascio il suono del mio nome e poi goodbye. Vado via da questo inverno via da questo freddo inferno senza senso e amore lascio il gioco a voi, J’accuse!
le
ondini
MASSIMO DI VIA
SM016