Città di Pisa - Pianificazione Urbana. Urban Planification

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Città di PISA

31 Maggio 2010

analisi degli strumenti di pianificazione urbana

Corso di Restauro Urbano

Profª Manuela Tomadin

Sílvia C. Simões dos Santos

Erasmus

Nº268683

IUAV


Indice Impianto della Città e sua Evoluzione.........................................................................................................................1

Evoluzione e Pianificazione Urbanistica......................................................................................................................4

Interventi Urbanistici a Pisa

Piano Regolatore Generale 1852.................................................................................................................8

Progetto di Ristrutturazione Urbanistica del Quartiere di San Francesco 1854...................................9

Progetto di Abbellimento 1862...................................................................................................................10

Piano Regolatore Generale 1871...............................................................................................................11

Piano Regolatore Generale 1929...............................................................................................................12

Piano d’Ampliamento della Città 1935/38..............................................................................................14

Vista Aerea Attuale della Città di Pisa

Piano di Ricostruzione 1945.........................................................................................................................16

Piano Regolatore Generale 1965...............................................................................................................19

Preliminare del Piano Regolatore Generale 1989..................................................................................21

Piano Regolatore Generale 1992...............................................................................................................25

Piano Strutturale 1998...................................................................................................................................27

Progetti di Recupero e Rilievo della Città 1974-1990...........................................................................29

Fotto Attuali della Città...............................................................................................................................................31 Bibliografia.....................................................................................................................................................................32


Impianto della città e sua evoluzione

Localizzazione della città di Pisa

Pisa è un comune italiano di 87.696 abitanti della Toscana ed il capoluogo dell’omonima provincia, dista attualmente circa 15km dalla costa, 80km da Firenze e 300km da Roma.

Localizzazione Pisa è l’ultimo comune ad essere percorso dal fiume Arno che termina il suo corso nella foce di Marina di Pisa e la città sorge a pochi chilometri dalla foce del fiume. La mancanza di dighe o barriere nel tratto pisano permette la navigabilità del fiume, dal mare alla città, per barche di piccola e media dimensione. La città è in un’area pianeggiante denominata Valdarno inferiore, tradizionalmente detta “Piano di Pisa”. La città viene limitata a Nord dalle colline di Vecchiano, dal Serchio e in parte anche dal Monte Pisano che si sviluppa verso Oriente; a Sud dalle Colline Pisane e a Occidente dalle pinete maritime e di San Rossore. Precedentemente la città distava dalla linea di costa solo circa 4km. In questa pianura formata di tre fiumi, sono stati frequenti le variazioni di corsi per cause naturali e per interventi umani.

Ricostruzione paleogeografica del Piano di Pisa con i corsi attuali dei fiumi

Il Serchio, precendentemente scorreva a Oriente del Monte Pisano, ma l’incremento dei depositi alluvionali, costrinse il Serchio e dopo cambia il corso e passa a essere a Occidente del Monte Pisano e s’univa all’Arno attraverso il varco di Ripafratta. C’era un’altro fiume, chiamato Auser, che scendeva dal Monte Pisano e affluiva nell’Arno a Pisa. Questo ultimo ha cambiato di nome per Ozzeri e era parallelo alle mura nord della città. Si vede ancora il canale artificiale creato di questo fiume e del braccio del Serchio (poi chiamato Auserclus) che arriva all’Arno su ponte alla Fortezza. Questa area deltizia formata dal tratto terminale dell’Arno e dai suoi affluenti ha avuto diversi cambiamenti sostanziali nel tempo. Inizialmente questa era una zona lagunare, che è stata dopo sepolta. Il delta andó progressivamente allargandosi conquistando al mare nuovi territori, avendo la linea di costa preso il suo massimo incremento verso occidente alla fine del secolo XIX, dove c’é adesso la Marina di Pisa. Al giorno d’oggi, il percorso dell’Arno é artificiale e c’e una rete bastanza grande di canali artificiali, che difficolta l’uscita dell’acqua di fiumi per mare. Uno dei canali più importanti è il Canale dei Navicelli che collega al porto di Livorno tramite la darsena pisana.

Origine Le origini di Pisa sono rimaste incerte fino agli anni ‘80 e ‘90, quando un’impressionante serie di ritrovamenti archeologici ha confirmato che Pisa è nata e è vissuta come città etrusca. È confermata anche l’esistenza di una città marittima e dedita a traffici con i Greci, i Fenici e i Galli almeno dalla metà del VI secolo a.C. 1


L’origine della città di Pisa è legata alla particolare morfologia del sito, che era favorevole all’insediamenti umani, scambi e ai commerci. I corsi d’acqua percorribili, il sistema deltizio agibile e la localizazione in territorio, con la convergenza lungo la valle dell’Arno con le principali reti viarie della penisola, facevano questo sito come uno degli approdi più ambiti della costa tirrenica. La combinazione del bacino delle acque con la difesa costituita dai Monti Pisani definivano un assetto geografico complessivo particolarmente favorevole alle necessità difensive delle diverse epoche.Tali fattori provocarono la sucessione di diversi popolazioni in diversi epoche come i Liguri, i Greci, gli Etruschi e i Romani. Con la caduta dell’impero romano Pisa non subì la decadenza di altre città grazie alla complessità del suo sistema fluviale di allora, che permetteva una facile difesa della città. La decadenza di Pisa ha inizio solo nel secolo XIII quando viene sconfitta da Genova e dopo da Firenze ai primi del 1500. Questi fatti hanno determinato nella città l’impianto di opere fortificate e la trasformazione di numerose zone urbane e di conseguenza la ristrutturazione degli spazi pubblici. Rimanendo di assetto medioevale, l’aspetto venne modificato: le case-torri, vennero inglobate nel secolo XVI e XVII nei nuovi palazzi la cui architettura rispondeva al modello fiorentino e le chiese vennero ristrutturate. Ma l’ammodernamento subì un progressivo rallentamento in seguito alla crescita dell’attività dello scalo marittimo di Livorno, tanto che vennero

Città Altomediovale

promossi numerosi interventi edilizi su palazzi religiosi e nobiliari in Pisa, perchè la città sembrava povera ed abbandonata.

Economia La città fiorì dal punto di vista economico, civile e culturale e divenne una grande forza marina, grazie alla sua posizione sulle sponde del fiume molto prossimo al mare. Pisa era uno dei principali nodi mediterranei posti sulle rotte di scambio di prodotti di prima necessità, quali il sale e i metall e era anche collegata alle grandi città del nord della penisola attraverso un sistema viario interno efficiente. L’economia pisana, seguendo un’evoluzione comune a quella nazionale, si è orientata principalmente verso l’attività industriale. Oggi, la maggiore parte della forza lavorativa è occupata del settore terziario. In industria ci sono alcune importanti attività come la meccanica e il vetro. L’industria svolge per Pisa un ruolo bastanza importante. Prosperano anche diversi medie e piccole imprese di diversi attività. Pisa si trova al centro di una zona ricca di servizi di trasporto: aeroporto internazionale, porto di Livorno, canale dei Navicelli, ferrovie e strade, e adesso si studia un modo di meglior profitto della localizazione e collegamenti esistenti.

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Tessuto Urbano Pisa ha una evoluzione urbanistica di complessa interpretazione. Nell’alto medioevo, prima dell’anno mille, la città e’ inclusa nell’attuale quartiere di S. Maria. Quando si espande la potenza economica e militare,

Mura Romana

c’è una esplosione demografica ed urbanistica e la cerchia muraria viene allargata fino a comprendere quasi tutta l’area a sud dell’Arno e si suddivide la città in quattro quartieri. In tempi più recenti queste mura vengono abbattute e ricostruite nella forma attuale.vcdfxgfchbdjhbv bcxuybvckjnnjk vfudhcndxkjinxdkjc

Mura Secolo XI

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ndjxhb Anticamente i quattro quartieri della città erano: “Ponte”, “Mezzo”, “Foriporta” e “Kinzica”. Il più antico era “Mezzo” che corrispondeva più meno alla città Romana e confinava a nord con il fiume Ozzeri (antico Auser) e a sud con il fiume Arno. In “Mezzo” c’era l’antico centro governativo della città in Piazza dei Cavalieri e era il quartiere nobile della città. A ovest di “Mezzo” c’era il quartiere di “Ponte” che confinava con degli acquitrini e a est di “Mezzo” c’era il quartiere di “Foriporta” che era fuori dalle mura altomedioevali. Era il borgo della città. A sud dell’Arno c’era invece il quartiere di “Chinzica”. Il nome probabilmente significava “luogo paludoso” o “mercato libero” e tanto una come l’altra potreva essere visto che era una

Quartieri Secolo XII

zona circondata da paludi e il luogo dove diversi popoli si incontravano per il commercio cittadino. Durante la dominazione fiorentina, dal secolo XV, l’assetto cittadino cambiò in quanto i conquistatori ridistribuirono i quartieri in modo uniforme: due a nord dell’Arno nella zona che fu chiamata “Tramontana” e due a sud nella zona chiamata “Mezzogiorno”. Questi quartieri prendono nome dalle chiese principali di queste quattro zone. In Tramontana abbiamo i quartieri di “Santa Maria” a ovest, che compreende la Piazza dei Cavalieri e “San Francesco” a est. In Mezzogiorno abbiamo “Sant’Antonio” a ovest e “San Martino” a est.ghhuygvchbdsuyibvxjfffffffffffffffffffffffjfjfirjidnclkxmncopdsjdbwaiufghbcsdjbfvdmxcnoisdihfgoeswnbvikjx La città è stata abbastanza distrutta con la II Guerra Mundiale, con diversi bombardamenti e ancora oggi si vede in alcune zone vestigie della guerra e i punti ricostruiti non hanno seguito lo stilo della città. Questo ha sucesso perchè Pisa era un importante nodo ferroviario con diversi fabbriche riconvertite a scopi bellici e perchè serviva per dare un segnale al governo italiano. ll centro storico della città ha sofferto diversi cambiamenti per cause delle diverse guerre, ma ancora oggi è facilmente visibile perché è delimitato dalle antiche mura.

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Evoluzione e Pianificazione Urbanistica Nell’età etrusca la città di Pisa si estese sull’area suburbana del santuario, fatto confermato per gli edifici che sono stati costruiti sulle rovine etrusche. Nell’età romana la città era situata tra la riva destra dell’Arno e la sinistra dell’Auser e era dotata con la classica griglia romana di strade ortogonale. La tecnica urbanistica romana è fondata su spazi e direttrici di grande respiro completati da una trama regolare che ha alcune matrici fino ai giorni d’oggi. I romani non fanno solo la ristruturazione della città, ma anche nel territorio, aprendo due grande strade: la via Fiorentina e la via Emilia. Queste strade, aperte alle fine del II secolo a.C., privilegiano alcune direzioni nei raporti e negli scambi e diventano e fattori fondamentali delle espansioni urbanistiche e dello sviluppo economico della città. La via Fiorentina fu costruita seguendo il corso dell’Arno. Gli avvenimenti militari e le loro implicazioni sociali e economiche, originarono problemi di ordine urbanistico dove c’è una esigenza di costruire e mantenere difese necessarie a sostenere gli assedi e a respingere gli attachi. Sul lato sud le mura correvano lungo la linea dell’Arno e a l’occidente le mura hanno seguito il percorso extraurbano della via Emilia. Il porto maritimo entrò in funzione in dettrimento del porto fluviale non avere capacità per le barche romane e è statto collegato con la città attraverso un corso dell’Arno, che adesso non c’è più, e con un percorso stradale parallelo, che corrisponde oggi alla via Livornese. Dopo del secolo IV d.C. la città si restringe e appare un agglomerato di costruzioni strette e adossate una sull’altra sull sistema della città romana. Mura tra 1155 e 1161

Nell secolo XII la città torna ad espandersi, sovrapponendo e saltando le mura altomedioevali, che lasciano d’essere una struttura architettonica ma condiziano l’impianto urbanistico nuovo. È fatta una nuova cinta muraria nel 1155 e finita nel 1200. Queste mura non risponde solo ad esigenze difensive, ma anche alla riorganizzazione del territorio al interno delle mura. I quartieri Fuoriporta e Chinzica (a sud dell’Arno) hanno uno sviluppo organico senza pianificazione, ma la città articola i nuovi quartieri attraverso di un adeguato sistema viario. Adesso la città diventa cinque volte maggiore che la città altomedioevale ed il schema urbanistico è realizzato con tecniche edificatorie e secondo modelli originali. Fanno una trama che include orti e giardini e anche strade ampie, cercando una migliore qualità abitativa. Con la demolizione delle mura altomedioevale, l’Arno diventa parte della città e del contesto urbano e le case si avvicinano del fiume. Il corso dell fiume viene riorganizzato di modo a lasciare un percorso laterale. 4


Queste espansioni della città è principalmente residenziali, con il centro amministrativo a permanere nel interno della città altomedioevale, dove si concentra anche l’artigianato e il commercio. Le varie parti della città iniziano ad assumere una specializzazione. Con i Médici, nel secolo XV, è fatta la costruzione di una fortezza, la Cittadella Nuova, che è autonoma rispetto alla città e è fatta anche la Piazza del Mercato (oggi la Piazza delle Vettovaglie). Con la città sull’influenza di Médici, la città spegne i suoi segni fisiche della storia dell’antica repubblica, sono demolite torri, si regolarizzano le finestre dei palazzi, si nascondono o sostituiscono le strutture originale. Tutto per scompare l’immagine trecentesca della città. In questi anni è fatto il collegamento tra la Piazza del Duomo e il Palazzo del potere della Signoria e interventi nella via San Frediano e nella Piazza Dante. A

B

C

D

Nel 1852 è fatto un primo piano regolatore di Silvio dell’Hoste, che è un progetto d’intervento globale, d’iniziativa privata e non pubblica. Questo non viene realizzato ma c’è una grande influenza sui seguenti piani fatti per la città. Nel 1862 c’è un progetto di abbellimento per la città dove viene costruita la stazione ferroviaria centrale e la realizzazione della Piazza Vittorio Emanuele II. Nel 1869, a seguito di una alluvione dell’Arno si decide di fare un muraglione verticale lungo il fiume, initerrotto, uniforme e alto. C’è stato progettato prima nel 1863 da Pietro Bellini su richiesta del Comune, ma solo dopo l’alluvione la populazione accetta di costruirlo tra 1869 e 1870 geradi per Simonelli. Nel 1871, Vincenzo Micheli fa un’altro piano regolatore per la città di Pisa, del quale vengono realizzati alcuni punti ma prende bastanza tempo per questo. Prevede a livello territoriale una circonvallazione e diversi interventi urbanistici per l’interno della città, dove si vedeva l’influenza dell piano di 1852.

E

Nel 1912 il Comune emana un Regolamento che stabilisce parametri di edificabilità che origina un certo ordine e un buon grado di abitabilità delle costruzioni successive. Nello stesso anno l’acquedotto di Filettole viene attivato per dotare di acqua corrente gli alloggi della città. Definiscono l’altezza di 10m per case davanti alle vie larghe fino a 7m, di 14m per vie fino a 14m e di 18m per vie con più di 14m. Edifici nei secoli XV - XVII

Durante e subito la prima guerra mondiale si presero diversi misure per completare l’urbanizzazione della zona della Stazione Centrale. Gli interventi riguardarono le vie A. Fratti e F. Cavallotti, la realizzazione della passerella di S. Giusto che eliminò il passaggio a livello di via A. Della Spina, l’apertura della Porta

Pianta 1797 Pianta 1831 Pianta 1846 Pianta 1909

A B C D E

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Calcesana e riattivato l’antico collegamento con la via Vicarese. Il perimetro della città si allargò per la cooperativa di impiegati statali, che realizzò un complesso palazzine fuori Porta a Lucca, essendo il primo nucleo di un importante insediamento poi sviluppatosi largamente. Nel 1928 l’amministrazione fascista vietò il concorso per la costruzione del ponte della Vittoria, previsto nei piani regolatori precedenti.

Nel 1929 è lancciato un concorso per il piano regolatore di ampliamento e di sistemazione interna della città di Pisa e per sviluppo della Marina di Pisa e aveva quattro condizione impostati per i piani. Il vincitore è il gruppo 3P-ST, però il piano non viene adottato e si potreva vedere que diverse soluzioni presentate erano riprese dai piani precedenti. Nell’anni successivi, si susseguono a ritmo continuo, interventi urbani, pubblici e privati, che non rispettano le previsioni del piano, dove fanno alcuni edifici proposti dal piano ma non nello stesso luogo che furono progettati per il gruppo, cambiando così tutte le idee e ordine che il piano aveva proposto per la città. L’edilizia realizzata era bastanza sobria, propria dell’epoca fascista.

Nell’estate del 1944, durante la seconda guerra mondiale, Pisa si trovò per 45 giorni sulla linea del fronte attestato dell’Arno. I bombardamenti iniziati il 31 di Agosto di 1943, i cannoneggiamenti, le mine tedesche e la successive inondazione dell’Arno hanno provocato la maggiore catastrofe di sempre nella città, che provoca cambiamenti a livello del tessuto urbano e l’organizzazione della città.

Dopo questi eventi sono stati realizzati diversi piani come nel 1945 per la ricostruzione della città, nel 1965 de Dodi e Piccinato, modificato diversi volte, il piano preliminare di Astengo nel 1989/1990 e final-

Vista Aerea dei Bombardeamenti della II Guerra Mondiale

izzato nel 1992. La più grande rivoluzione urbanistica moderna del dopoguerra è avvenuta negli anni settanta con la costruzione del quartiere popolare CEP, periferia ovest. Nei primi anni ottanta la periferia inizia a svilupparsi ad est, verso Cascina, creando i quartieri di Cisanello e Pisanova, prendendo come modello le moderne periferie delle città straniere. Nel 2007 hanno fatto uno nuovo piano regolatore generale, che è già posto in pratica con il fine previsto per 2014. Stazione della Ferrovia in Settembre 1943

Macerie Pal Pretorio Gennaio 1994

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CittĂ di PISA Interventi Urbanistici a Pisa 1852 - 2010


Piano Regolatore Generale 1852 Silvio dell’Hoste Era un progetto d’intervento globale che aveva tutte le caratteristiche d’un piano regolatore generale urbano che integrava diversi progetti di abbellimenti e accrescimenti interna e esternamente alle mura sulle una pianta bastanza geometrica. Molte idee confluirono nei piani successivi e alcune di esse venero poi realizzate. Le soluzioni trovate attraverso gli sventramenti e le previsioni circa il processo di saturazione edilizia della vecchia cerchia murata. Ha previsto sventramenti con l’apertura di strade larghe e rettilinee dentro del centro storico. Gli interventi previsti per il centro della città erano:rgfeduyhduixcnkidsojf90erjgfiodxnvcvlmazsjfuewhxncmlz smnxbhvcbvdjnvc Senso ovest-est

• Una strada da piazza S. Caterina a piazza del Duomo • Una piazzetta di S. Frediano a via S. Maria • Una strada dalla Sapienza al teatro dei Ravvivati • Altre strade fra via Roma e le mura di ponente, dove si prevedevano insediamenti abitativi • Una strada fra S. Andrea e la piazza del Pozzetto • Un’altra sulla direttrice di via S. Orsola, che avrebbero delimitato un grande sventramento per costruirvi la Pescheria e il Mercato • Una grande strada sulla direttrice dell’attuale via Manzoni, da piazza Toniolo alla Porta a Mar bqbsj Senso nord-sud

• Ricostruzione del vecchio «Pontenovo» che sarebbe tornato a collegare le vie S. Antonio e S. Maria, riaprendo un’antica arteria medioevale che traversava tutta la città • Un’altra strada prevista che partiva da piazza della Berlina e conduceva a piazza S. Caterina ffrbjdn

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Solo Progettato

Realizzato

All’esterno della mura

• Costruzione di un ponte a monte della città e di un Politeama all’inizio del Passeggio delle Piagge

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Progetto di Ristrutturazione Urbanistica del Quartiere di San Francesco 1854

Primo Progetto di ristrutturazione urbanistica del quartiere di San Francesco

Pietro Bellini Nella seconda metà del secolo XIX comincia le rettifiche e gli allargamenti delle strade e così tutti fanno lo sventramento e il risanamento dei quartieri più poveri, con costruzioni in cattive condizioni igieniche.

Tra 1854 e 1856 avviete una operazione di risanamento del quartiere di San Francesco da Pietro Bellini come facevano a Firenze. Fanno la distruzione di case-torri, l’apertura della via Cavour e Palestro. Viene anche prevista la costruzione di una pescheria in una zona sventrata ma fu poi costruita la Corte d’Assisse, ora sede dell’Istituto d’Arte “Russoli”.

Secondo Progetto di ristrutturazione urbanistica del quartiere di San Francesco

L’intervento di ristrutturazione

Vista Aerea Attuale della zone d’intervento

nel Quartiere di San Francesco

nel Quartiere di San Francesco

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Progetto di Abbellimento 1862 • Apertura della stazione ferroviaria centrale – fuori della mura, davanti alla Porta San Gilio, ad una distanza sufficiente per disporre di una fascia di terreno da sistemare a raccordo attrezzato con il centro urbano • Demolizione della porta San Gilio • Realizzazione della piazza Vittorio Emanuele II – divisi in due parti uguali dalla barriera daziaria ed

Pianta della Piazza Duomo prima del 1862

Progetto di abbellimento per la Piazza Duomo 1862

è collegata alla stazione da una ampio viale. Secondo quanto previsto dal progetto, la piazza resta per lungo tempo lo svincolo stradale fondamentale di Pisa e successivamente accoglie anche i capolinea delle tranvie per Pontedera e per Marina – ancora oggi la piazza è una importante ed efficace struttura urbana • Apertura della via Torelli, demolizione delle case del Capitolo, della chiesa di S. Ranierino e della casa dei Curati • Completamento del paramento del Camposanto, la «regolarizzazione» della fronte dell’Ospedale e delle case dell’Opera – non vennero attuate • La via che la raccordava alla stazione • Le vie Giovanni Pisano (poi viale Margherita, ora B. Croce) e Nino Bixio • La via dei Cappuccini (ora viale Gramsci) che usciva dalla porta S. Gilio veniva interrotta e la porta stessa, venuta a trovarsi al centro della piazza, demolita Piazza Vittorio Emanuele con la Stazione Ferroviaria al fondo

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Piano Regolatore Generale 1871 Vincenzo Micheli Questo piano, fatto da Vincenzo Micheli, aveva alcune linee generali già previste nel piano dell’Hoste. Punti previsti nei due piani •

Lo sventramento della zona di piazza dei Facchini

L’isolamento di S. Pietro in Vincoli

La costruzione della barriera Fiorentina e della barriera delle Piagge

Il nuovo mercato delle Vettovaglie

L’apertura d’una grande strada da S. Paolo all’Orto a via S. Maria

Prolungamento del lungarno lungo le mura della Fortezza

Una ponte che lo collegasse coll’inizio del passeggio delle Piagge di fronte al Politeama

Di punti nuovi previsti nella città sono altri come una grande arteria di circonvallazione che svincoli il traffico per Lucca, Viareggio, Marina, Livorno e Firenze. Questa è stata realizzata nel 1878, essendo oggi ridotta ad una successione di strade interne e intasate, non corrispondeno alla funzione originariamente prevista. È formata da via Contessa Matilde, via Bonnano e via F. Bonaini, collegate sull’Arno da un ponte metallico. L’altri previsioni •

Costruzione del Ponte del Solferinouyfbmnh

Si limita a disciplinare lo sviluppo all’interno delle mura, ritenendosi non occorrere nessun criterio pianificatorio per le aree esterne

Per il minor costo dei terreni, che consente di dotare la casa di un giardino o di un orto, e per il risparmio del dazio sui materiali da costruzione, si sviluppano senza alcun criterio vaste e diffuse zone esterne alla città

La piazza Vittorio Emanuele II vienne ridisegnata in forma ellittica

Le mure furono demolite per tutta la sua lunghezza a sud

Al posto delle mura sono fatte due grandi cancellate e due padiglioni daziari realizzati in forma di archi di

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Solo Progettato

Realizzato

Preso del PRG di 1852

Giano, con dimensioni per enfatizzare la funzione •

Obiettivo di la piazza insieme con la piazza di S. Antonio è di diventare il maggiore centro stradale urbano

Oltre tre strade che uscivano della piazza: la carraia del Carmine (strada vittorio emanuele); la via di S. Antonio e la via della Madalena, e alle due tracciate da Bellini – l’attuale via Crispi e la via Fiorentina (chiamata nel tratto urbano via F. Bonaini, la via Livorno e il viale della Stazione)

Via crispi attraverso il Campo del Canapaio e la via S. Cassiano con l’obiettivo di collegare le due rive del fiume e di servire, con la via Bixio, a sviluppare una zona abitativa nell’area occidentale della riva sinistra

Nel 1886 erano solo realizzati ancora 9 delle 23 punti progettati.

Barriera Daziaria Vittorio Emanuele II

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Piano Regolatore Generale 1929 3P-ST (Paniconi, Pediconi, Petrucci, Susini e Tufaroli) Questo piano è il vincitore del concorso per “Il progetto di massima del Piano regolatore di ampliamento e di sistemazione interna della città di Pisa” e per “sviuppo della Marina di Pisa” di 1929. Quattro condizioni imposti dal concorso 1º punto – Non alterare i caratteri storico-artistici del centro evitando gli “sventramenti” e utilizzando,

invece la tecnica del “diradamento igienico” per mettere in luce gli edifici più interessanti 2º punto – Tema del traffico e della viabilità, invitando a progettare un studio organico delle comuni-

cazioni, teso a diminuire il traffico nella zona interna, sviluppando fuori le mura i nuovi sobborghi e collegandoli con un viale che consentisse di conservare l’antica cinta murario 3º e 4º punti – Prevedono lo sviluppo esterno della città. Si tratta di localizzare le aree industriali ed

agricole di nuova espansione, tenendo conto dal Piano Regionale, in modo da motivare il sistema dei canali navigabili. Il progetto deve poi riguardare la sistemazione della Marina di Pisa dove è esemplare la sensibilità rivolta ai problemi dell’ambiente. Si delinea cosi una traccia metodologica sulla quale si mosse allora l’urbanistica italiana, almeno a livello teorico, e che puntualmente si trova anche in altri studi. Caratteristiche e previsioni del piano

• Interpreta, più di ogni altra proposte, le direttrici del bando di Concorso • Gli interventi riguardano il centro storico cercano di valorizzare i monumenti, come nel caso della chiesa di Santa Caterina, dove una nuova piazza mette in luce il retro della chiesa e una nuova strada la congiunge con piazza San Francesco • Ritorna al tema di collegare tra di loro i maggiori monumenti della città, come affrontato nel piano dell’Hoste

Piano Regolatore Generale del gruppo 3P-ST Vincitore dal Concorso di 1929

• Ipotizza nuove strade di attraversamento della città, perpendicolari all’asse che passa per Ponte di Mezzo • Si delinea una nuova griglia di isolati urbani suddivisa da attraversamenti della città in senso orizzontale e verticale • Un viale che corre lungo la parte esterna delle mura urbane permette il collegamento fra i nuovi quartieri evitando così il congestionamento del traffico nel centro storico – 2º punto delle condizioni 12


• Sviluppo dell’area industriale a Porta a Mare e della zona vicina al Canale dei Navicelli – 3º punto

Transformazione della Piazza

delle condizioni

Vittorio Emanuele nel 1929

• Traffico autostradale e tranviario • Progettazione del verde come sistema di unione fra la città antica e la sua espansione – ispirata alla sistemazione urbana di Lucca – permette di lasciare libere e aree intorno alle mura • Viale alberati, giardini, parchi, aree sportive, edifici pubblici, scuola e privilegio d’un grande isolato urbano che consente di ottenere una grande area a verde a disposizione dei residenti • Costruzione di istituti universitari, nuova facoltà, cliniche specializzate, caserme, mercati generali, carceri, che costituiscono un sistema integrativo ai fabbisogni sociali, culturali ed economici della città

Piazza Vittorio Emanuele nel

• Il fiume avrebbe dovuto essere tagliato con cinque nuovi ponti, tre a monte della città, uno a fronte di

1931 con le modificazioni e il

piazza Mazzini, uno alla Cittadella.

Palazzo delle Poste di Federico Severini

Diverse soluzioni presentate erano riprese dai piani precedenti. Alcuni punti vennero realizzati presto, altri lo furono a distanza di anni come il lungarno a levante della Fortezza e lo sventramento di piazza dei Facchini. Il nuovo tratto di lungofiume tagliò l’angolo sud-est della Cittadella e fece sopprimere la via di Fortezza. La costruzione di un Policlinico a Cisanello verrà ripresa nei piani regolatori successivi e parzialmente attuata.

Il piano non viene mai adottato ma negli anni successivi, sono fatti alcuni interventi urbani previsti nel piano.

Interventi realizzati del piano

• La Facoltà di Ingegneria • La via Manzoni • Il nuovo Ponte a Porta Fiorentina • La nuova sistemazione di Piazza Vittorio Emanuele

Facoltà di Ingegneria di Luigi Pera e Federigo Severini 1932/1936

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Piano d’Ampliamento della Città 1935/38 Ufficio di Piano L’Ufficio di Piano elabora uno piano d’ampliamento della città diverso dal piano di 1929 di 3P-ST, nel senso che fanno gli edifici pubblici di grande importanza, progettati già nel piano di 1929, però in luoghi diversi da quelli pensati prima, cambiando così tutta l’organizzazione e sviluppo della città che gli edifici originano. Questi interventi mettano in evidenza la mancanza d’una ideologia e di un planeamento dell’Ufficio di Piano nell senso che non pensano nelle conseguenze della recolocazione di questi edifici nella città, originando conseguenze contrarie alle idee del concorso di 1929 che aveva in attenzione lo peso di questi nel centro storico e nella vitta quotidiana della città.

Interventi del piano

• Prevedeva nuove strade di collegamento fra l’area della chiesa di Santa Caterina e il quartiere delle palazzine e lo stadio • Nuove aperture nella mura che va dalla Porta a Lucca • Inizio dell’urbanizzazione del quartiere di Porta a Lucca – costruzione dell’Istituto Industriale e delle case popolari di Via Ugo Rindi • Nel quartiere di Sant’Antonio unione della via Alberto Maria con la logge dei Banchi per mezzo di un tracciato curvilineo • Intervento nella Cittadella con una nuova rete stradale che provoca lo sventramento dei Vecchie Macelli e la distruzione dell’integrità della mura con tanti brecce di collegamento

Edifici pubblici di importanza, pensati nel Piano di 3P-ST, ma in luoghi diversi

• Palazzo di Giustizia nel quartiere di San Andrea – provoca il congestionamento del nucleo antico • Nuove Cliniche dell’Ospedale di San Chiara • Fabbrica a San Zeno • Istituto Industriale vicino al Duomo

Progetto di Sistemazione Viaria delle espansioni periferiche - 1935/1938

• Le case popolari di Via Ugo Rindi (nord della città)

La maggior parte degli interventi realizzati negli anni tra le due guerre sono edifici isolati, non sono integrati nel tessuto urbano, non hanno un impatto visivo nella città.

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Edifici costruiti negli anni tra le due guerre

Pianta delle Destruzioni Belliche

Palazzo di Giustizia di Gaetano Rapisardi - 1938/58

Alluvione dell’Arno nel 1947

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Piano di Ricostruzione 1945 Luigi Pera, Renzo Bellucci, Ugo Ciangherotti, Giulio Fascetti Con la distruzione dalla guerra nella città di Pisa è redatto il Piano di Ricostruzione da Pera, Bellucci, Ciangherotti e Fascetti. Loro vedono le distruzioni belliche come una occasione per riordinare la rete stradale interna ed esterna e per il risanamento della città storica. Si ha attuato con questo piano fino alla entrata del piano regolatore generale di 1965, ma ha avuto diversi varianti lungo dei anni, in sostituzione del piano iniziale. Per questo piano di 1945 interessavano dieci zone maggiormente danneggiate dalla guerra o destinate allo sviluppo edilizio: sei zone erano entro le mura (zona della stazione e Piazza Italia, di Corso Italia, di Borgo Stretto e via Oberdan, di S. Caterina, di S. Martino, della Cittadella) e quattro zone esterne alla mura (zone di Porta a Mare, di Calcesana e due zone di S. Giusto). Interventi previsti per il risanamento e rivitalizzazione della città

• Ridefizione della zona di Piazza Facchini • Ricostruzione della zona adiacente a Borgo Stretto • Creazione di un centro affari e di un centro commerciale • Sistemazione della zona alberghiera nell’area dalla stazione centrale • Costruzione di due nuclei suburbani di media e bassa densità chi sono San Giusto e Pratale • Normativa edilizia o

Diversa articolazione di densità e tipologia in rapporto alle varie zone di intervento

o

Nell’area della stazione si potreva ricostruire con altezza fino a 30m e tipologie a palazzo porti-

cato e nelle vie adiacenti gli edifici solo potrevano avere una altezza fino a 15m Interventi previsti per migliorare la viabilità interna ed esterna

• Al interno cercano di creare condizioni di facile accessibilità dal polo della stazione ai vari quartieri – riprendono alcune previsioni del piano di 1929 • Via di collegamento tra il Ponte Solferino e la via Bonanno • Raccordo tra la via Bonanno e il Ponte della Cittadella • Connessione tra le principali strade di comunicazione, chi attraversano la città, come la Tosco-Romagnola, la via del Brennero e l’Aurelia • Prevede una viabilità d circonvallazione o

Un semi-anello esterno di collegamento tra la via Aurelia e la Calcesana che univa i quartieri di

San Giusto e di Porta a Piagge, per mezzo di un nuovo ponte

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Per il centro storico non coperto dell piano di ricostruzione e per gli altri zone fuori dell piano si costruiva secondo il Regolamento Edilizio 1934, che prevedeva una altezza massima di sei piani con possibilità di uno ulteriore piano in arretrato e il rapporto di superficie coperta dei 2/3 del lotto. Questo regolamento anche vietava l’apertura di strade senza uscita e di quelle di larghezza inferiore a 12m. Con le varianti successivi hanno fatto alcuni interventi.

Interventi a livello urbanistico

• L’impianto viario di Via Turati, di Via Pascoli e di Via Beato Cottolengo, ma non è completato • L’impianto viario di Via Titta Ruffo, con la ricostruzione dell’edificio della Banca Commerciale • Largo Ciro Menotti, lasciando non conclusa la soluzione di testata di porticato • Sistemazione urbanistica dell’area della Cittadella alla fine degli anni 50’ • La realizzazione del Viale Gramsci e relativi edifici con portici • Nuovo impianto viario di Via Mascagni e via Puccini con il prolungamento di Via Vespucci con edifici a profilo continuo • Sviluppo edilizio in prevalenza a nord dell’Arno in S. Michele degli Scalzi, Pratale, Porta a Lucca, Porta Nuova, Gagno, Campaldo

Durante questi anni tra l’inizio del piano di ricostruzione fino alla adottazzione del piano regolatore generale di 1965, hanno costruito bastanza quartieri di edilizia popolare. La periferia della città si ha sviluppata attraverso le diversi quartieri che esistevano intorno a tutta la città. Il quartiere più importante di questi è il quartiere CEP (programmato dal Comitato per l’Edilizia Popolare). È un quartiere “autosufficiente” dalla cultura urbanistica degli anni 60’. C’era un primo nucleo fatto tra 1960 e 1962 e un secondo nucleo per completare il programma per un insediamento globale di 13.000 abitanti. Aveva una disposizione planimetrica ortogonale dei vari edifici con spazi verde pubblici e piazze e la circolazione pedonale e veicolare è stata realizzata a differenti livelli in modo da ottenere il minimo di interferenza. Questo quartiere conclude la serie di interventi di edilizia popolare di questa epoca che erano in aree lontani dal centro urbano, non avevano un rapporto con la città. Questo ha generato una successiva espansione residenziale negli spazi vuoti, che hanno favorito l’espansione “a macchia d’olio” della città.

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Piano Regolatore Generale 1965 Luigi Dodi, Luigi Piccinato Nel 1965 viene adottato il PRG da Dodi e Piccinato ma solo viene approvato nel 1970. Questo piano conclude due tentativi prima di PRG: una nel 1956 e una nel 1960. In questi anni fra l’adottazzione e l’aprovazzione del piano, l’edilizia a nord della città tra Porta Nuova e Porta S. Zeno diventa saturata. Dodi e Piccinato hanno fatto una osservazione di che il sviluppo del dopoguerra della città fatto in tutte le direzione faceva con che la città aveva una espansione a “macchia d’olio” e che questo era pericoloso nel senso che il centro storico della città diventava “soffocatto”, chiuso. Quindi loro consideravano questo piano come una opportunità per rompere questa espansione, creando un nuovo sistema di sviluppo, per comporre “un nuovo organismo aperto anzichè chiuso”. Loro consideravano che ad ovest della città ci sono i territori con maggior valore a livelli naturalistico e

Piano Regolatore Generale per la Zona Urbana di 1965 Piano Regolatore Generale per il Centro Storico di 1965

paesaggistico, assumendo questo come una condizionante di progetto. Per loro, anche il litorale non dovreva essere privatizzato, ma sì potreva essere organizzato per il turismo e per il tempo libero. Con questo pensiero e le condizionanti per loro imposte, nel PRG di 1965 hanno cercato un sviluppo razionale della espansioni della città in opposizione alla espansione dopoguerra fino a 1965, un controllo pubblico del suolo, la diffusione di una rete di servizi e attrezzature, la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio naturale e del centro storico. Hanno determinato un sviluppo residenziale ad est della città, nell’area di Cisanello, lasciando libera la zona lungo l’Arno per attrezzature di servizio che era richiesto dalla admministrazione.

In questo piano prevedono un nuovo sistema di viabilità costituito da un’ampia tangenziale alla città nel modo di spostare il traffico fuora la mura e da due anelli più interni a servizio della nuova espansione. Anche per il centro storico, regolamentano gli interventi con un piano particolareggiato con criteri di conservazione e restauro dell’edilizia ambientali. In periferia della città prevedono limiti di saturazione per i quartieri già esistenti. Definiscono norme per la salubrità e igiene dei quartieri, ma non prendono in considerazione gli edifici già esistenti che non corrispondono alle nuove norme. Presenta una uniformità e omogeneità relativamente alla periferia, nel senso che ha provocato l’alterazione negli isolati consolidati senza vedere la struttura del territorio e l’abbattimento di edifici di impianto tradizionale e la sostituizione di loro con tipologie diversi dal contesto solo per rispettare le norme.

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In questo piano si differenzia “zone agricole” e “zone agricole panoramiche” con una normativa per la

Localizzazione dell’area di Cisanello relativamente alla città di Pisa

salvaguardia del territorio agricola, che consentiva un basso indice edificatorio. La zona industriale viene localizzata lungo la via Emilia in Ospedaletto (quartiere a sud del centro storico) dove facevano benefici fiscali per l’attività produttive venire, favorendo il sviluppo di questa zona, delineando un asse di collegamento tra via Emilia e Pisa nord.

Il Piano Regolatore Generale viene modificato da diversi varianti, che lo hanno alterato nella struttura, principalmente nel 1973 e nel 1979. Alterazione più significative

• Alterazione delle modello di sviluppo ad est per una espansione a macchia d’olio • La tipologia delle espansioni a blocco multipiano diventa una tipologia di case unifamiliari • Sopressione di un asse viario anulare • Realizzata solo la viabilità centrale del nuovo quartiere di Cisanello che si collega con l’auto-strada di Firenze e con il quartiere di Ospedaletto per mezzo di un nuovo ponte sull’Arno • Questa via dovreva servire le funzioni che prima erano distribuiti su tre sistemi viari • Manca spazi per la vita collettiva esterni all’abitazione Cisanello

L’espansione nel’area di Cisanello appare con l’obbiettivo di liberare il centro storico di decongestionamento, spostando anche le principale funzione pubbliche che c’erano nel centro per questa zona. Hanno dedicato 38% dell’area anche per edilizia popolare. Questo è stato fatto nei terreni con più valore per residenze, come una politica “antispeculative”. Con questo si cercava di fare un processo di crescita urbana socialmente equilibrato. Ma alla fine non ha avuto un coordinamento urbanistico degli interventi e quindi questa operazione di edilizia popolare è stata attuata con la concessione di edilizia singola, senza un studio a priori di uno strumento attuativo e di verifica, lasciando libertà di criteri progettuali. La possibilità di edificare è stata anche dilatata con le diversi varianti del piano di 1965. Allo sviluppo residenziale a Cisanello non ha corrisposto una attuazione delle aree verde, né delle infrastutture previste. Solo hanno fatto una realizzazione parziale del piano relativamente all’edilizia popolare. Con le varianti del piano di 1965, l’area di Cisanello diventa anche con una saturazione nella metà degli anni 80’, perché cercano di costruire veloce e con costi contenuti prima di essere redatto il nuovo piano regolatore generale già richiesto e incarico da parte dell’Admministrazione Comunale.

Piano Regolatore Generale per l’area di Cisanello di 1965

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Preliminare del Piano Regolatore Generale 1989 Giovanni Astengo Nel 1986, Giovanni Astengo viene incaricato di fare un nuovo PRG per la città di Pisa, avendo consegnato un preliminare nel 1989. Per questo lui fa un ricerca sulle diversi problemi della città, delle residenti e della industria, quello che c’era necessario risolvere, chi spazi mancavano alla vita della città, tanto nel centro storico come nella sua periferia, attraverso un percorso di documentazione, di quantificazioni e di analisi della situazioni. Lui cerca di fare una ristrutturazione del tessuto urbano e un recupero del centro storico attraverso del riordino dell’edilizia, le riqualificazione ambientale e una ristrutturazione funzionale. Astengo, al contrario di quello chi Dodi e Piccinato hanno fatto nel PRG di 1965, supera il schema del “zoning”, sostituendo questo con una normativa capace di determinare e controllare gli diversi elementi urbani. Questa normativa cerca di essere meglio che gli strumenti tradizionale nel senso chi aiuta a formulare e a concretare l’idea del piano progettato. Così, l’autore cerca di mettere nel preliminare del piano la precostituzione del contesto delle norme di attuazione del piano regolatore. Queste norme possono adattarsi alle diverse aree con alcune valore per l’immagine della città, definendo attraverso un progetto le caratteristiche che si vuole per il nuovo edificato, quello che deve essere rinnovato o demolito, le funzione degli spazi aperti. Solo dopo di un progetto iniziale è che si fa una normativa specifica per il progetto. Astengo ha pensato in una normativa così tanto particolare di modo che le scelte fatte possono essere aggiustate e migliorate secondo gli obbiettivi, lasciando una piccola margine di flessibilità. Però lui dice che sebbene si può aggiustare le norme agli obbiettivi, quest’ultimi devono essere sempre fissi dall’inizio dell progetto. Define una squadra di urbanistici e tecnici comunali per gestire le previsioni di questo modello e garantire il rispetto degli obbiettivi del piano.

Nella analise che Astengo fa prima del preliminare, verifica che c’era una eccessiva concentrazione di funzione pubbliche nella zona del centro storico, causando questo una congestioni di traffico maggiore che quello che dovrebbe essere nel centro e difficoltà di accesso al stesso. Con questo problema, lui pretende fare una riqualificazione funzionale del tessuto urbano del centro storico, recuperando la qualità urbana di questo, ma anche della periferia, facendo una risditribuizone spaziale delle funzioni pubbliche con lo spostamento di diversi spazi di funzioni pubbliche del centro per la periferia, più precisamente per l’area di Cisanello, la zona di espansione della città più recente.

Analisi dell’Aree Libere Interne e Aderenti all’Aggregato Urbano

Aggregato Urbano Aree Interne Libere

Aree Aderenti e Direttamente Conessi

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Questa ridistribuizione delle funzioni pubbliche è fatta con un riordino che permetta una maggiore efficienza a questi e alla struttura urbana, nel senso che devono essere fatti in punti non congestionanti, individualizando nuovi poli attrattivi nel tessuto dove si inseriscono, tornando questi che sono in periferia parte integrante della città. Le funzioni pubbliche che sono trasferite per Cisanello occupano i vuoti del tessuto esistente dei quartieri o aree in posizione strategica a livello di sistema viario. Si riappropria degli spazi inedificati della struttura urbana servendo come connessione tra i quartieri residenziali di Cisanello. L’impianto delle funzione pubbliche deve anche aiutare a organizzare il verde della zona. Tutta questa intervenzione fatta sul gli spazi di funzione pubbliche deve essere integrata con il piano di recupero del centro storico, per il recupero degli spazi lasciati vuoti con un cambiamento d’uso ed il recupero degli edifici, in senso che possono servire per il ritorno alla abitazione nel centro, non solo per nuclei familiari ma anche per studenti, docenti o anziani, dando una diversità di tipologie e di tipi di utenza. Uno di quelli che lascia più spazio per questi cambiamenti è lo spostamento della Università, che continuando nel centro, si sposta per lo spazio dell’Ospedale che per se si sposta per Cisanello. Così la Università passa a essere unitaria, tutta insieme nello stesso spazio, invece di essere suddivisa in diversi poli. Per un ridefinizione del uso del centro, è necessario un recupero della residenzialità, con il recupero dei diversi spazi lasciati liberi delle funzioni pubbliche ma anche con un miglioramento delle condizioni di abitabilità delle diversi aree e è necessario anche il mantenimento delle funzioni commerciali specializzate come elemento di qualità del centro urbano.

Relativamente agli isolati del centro storico, è prevista una rivitalizzazione di loro, principalmente si sono insediati in strutture con alcuno valore storico o ambientale, facendo un recupero integrale e una valorizzazione di questi isolati con interventi, servendo così per fare anche un recupero qualitativo degli spazi di insediamento come piazze e vie. Il preliminare insieme con il piano di recupero cerca un equilibrio tra l’abitazione e lo spazio collettivo quindi prevede l’abbatimento della costruzioni illegale al interno dei cortili, nelle aree interne ai grandi isolati, mura o adiacenza ad edifici monumentali. I cortili aperti, con la demolizione della costruzione al interno, sono recuperati per un uso collettivo degli abitati del isolati o per uso pubblico con negozi al interno, avendo un carattere di piccole piazze interne. Le facciate intorno ai cortili hanno anche una previsione di rimodellamento per una meglio qualità dei cortili.

Sedi da Dismettere

È previsto anche un riordino della attività alberghiere per la promozione del turismo nella città. Gli edifici per l’alberghe sono rinnovate attraverso il restauro e riuso di alcune degli edifici liberate con la uscita della funzione pubbliche.

Sedi Nuovi Ospedale

Uffici Pubblici Riordino delle Funzioni Pubbliche nell’Aggregato Urbano

Forze Armate

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Prevedono anche il spostamento della attività produttiva per la zona del Ospedaletto, a sud del centro. Nel preliminare, dovuto al congestionamento che c’era al centro, con la possibilità di attraversamento di questo che risultava in un inquinamento atmosferico e mancanza di spazi pubblici liberi per i pedoni, decide di chiudere l’intero centro storico al traffico privato dei non residenti, scommettendo in una pedonalizzazione del centro, prevedendo un sistema integrato di parcheggio. Sono previsti alcuni grandi parcheggi a tariffa minima o gratuiti sulle radiale di accesso al centro, da servire con mezzi pubblici frequenti e altri parcheggi di dimensioni più ridotta, previsti con un tariffa più alta, in posizione avanzata rispetto ai luoghi di prevedibile attrazione. Per gli abitanti era previsto anche parcheggi al interno dei cortili. Così anche rispondeva alla legge di 1989 che definiva la realizzazione di parcheggi per i residenti però che era difficile di applicare nel tessuto storico tenendo conto le condizioni tipologiche e costruttive degli edifici.

Relativamente al verde pubblico aveva una mancanza di questo nel centro storico. Quindi per superare questa carenza, prevede nel preliminare un anello di verde intorno alle mure, consentendo la fruizione turistica con la riscoperta di singoli manufatti di interesse storico e di potenziale riuso culturale.

Per le periferie c’era un problema di riqualificazione di una struttura urbana aggregati senza una identità. Sebbene sono territori urbanizzati recentemente bisognano di trasformazioni sostanziali di riordino e di rinnovo. In preliminare si fa una precisazione di obbiettivi, di delimitazione e caratterizzazione delle relative aree di intervento, per un miglioramento dell’assetto di questi quartieri, con una progettazione delle singole aree di intervento. Sono previsti operazioni per il riordino viario nelle periferie e interventi di valorizzazione di aree interne inedificate, utilizzabili per servizi, aree verdi o piccole piazze pedonali circondate da edificazione con volumetria definita. Si prevede una sistemazione del verde nelle aree libere sul i limiti delle periferie con filare di alberi e al esterno di questo, verso la campagna, una pista ciclabile che formi continuità paesaggistica, servendo questi spazi come collegamento per la ricomposizione e riqualificazione dell’edilizi disordinati e dispersi.

Progetto Preliminare di piano del centro storico

Il preliminare di Astengo configura soluzioni accettabili, anche se per ottenere questo risultato potrebbe essere necessario non rispettare tutte le norme. In questo caso può essere fatto un accordo convenzionale tra comune e proprietà, con alcuna penalizzazione per il proprietario. I nuovi volumi edificabili vengono limitati ai interventi di completamento che consentano di contribuire alla ricomposizione dell’aggregato preesistente e anche è preordinato un allineamento per costituire un insieme più armonico di volumi.

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Con la previsione del trasferimento dell’attività produttive nel Ospedaletto, questa zona veniva riordinata nel interno e ampliata con un piano d’insieme che ridefine la maglia viaria, individui aree centrali direzionali e di servizi, riorganizzando i lotti per accogliere i stabilimenti e magazzini di quelli trasferiti ma anche per nuovi impianti.

Al livello del sistema viario il preliminare aveva come esigenza prioritaria liberare la città del traffico di attraversamento, progettando così un sistema viario esterno per spostare il traffico che attraversava il centro storico. Prevedeva un anello di circulazione urbana più esterno che quello aderente alle mure. Aveva la previsione di una viabilità a nord della città celere, destinata a sopportare volumi sostenuti di traffico, principalmente di mezzi pesanti per spostare questi del centro storico. Era una viabilità con quattro corsie e i due sensi separati da un’ampia fascia verde, alberata e con pista ciclabili, avendo un tracciato il più lineare possibile. Gli intersezioni con le vie radiali esistenti sono pensate alla stessa quota con semafori o rotatori. L’unico viadotto necessario serve per l’intersezione con la statale Brennero. Era anche previsto un tracciato alternativo alla statale di Brennero, per quest’ultima, che aveva un grande valore paesaggistico ma una pessima funzionalità, diventare una viabilità meramente locale o pista ciclabile e di passeggio. Prevedeva un’altro tracciato aderente al tratto ovest della ferrovia, con la funzione di alleggerimento della via Bonanno e che si prolunga a sud dell’Arno come elemento di collegamento tra i vari settori urbani. Ha previsto un’altra strada parallela al viale delle Cascine, come nuovo accesso al Parco di S. Rossore, passando la viale delle Cascine come percorso di servizio delle attività ippiche. A livello di trasporti, prevede una metropolitana leggera tra Pisa-Litorale-Livorno per una comunicazione rapida e un recupero del canale dei Navicelli con possibilità di percorrere questo nei due sensi, con l’attivazione dello sbocco in Arno e con la liberazione dello sbocco a mare, rilanciando l’attività produttive legate alla nautica. Nel preliminare si cerca un potenziamento del aeroporto di Pisa, con un ampliamento di area e costruzione di una nuova pista. Per aiutare alla crescita dell’aeroporto diventa necessario tornare questo accessibile da ogni direzione del sistema ferroviario quindi propone la modifica del percorso ferroviario con un collegamento diretto ed immediato con l’aeroporto di tutti le linee afferenti al nodo pisano. Per la ferrovia si prevede un smagrimento dei binari nella stazione per causa dell’allontanamento di officine, servizi e merci alla fine di liberare spazio per attività direzionali e parcheggi.

Tutti questi previsione per il sistema viario e di trasporti fanno parte di un grande telaio infrastrutturale viario-ferroviario-aeroportuale che dovrebbe essere realizzato in modo coordinato.

Il Telaio infrastrutturale, viario e ferroviario

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Piano Regolatore Generale 1992 Bruno Gabrielli Con la morte di Giovanni Astengo nel Luglio del 1990, dopo aver finito il Preliminare del PRG ma non aver fatto il PRG definitivo, Bruno Gabrielli viene nominato nel Giugno del 1992, come consulente generale per la formazione del Piano Regolatore Generale. Gabrielli deve sviluppare le problematiche lasciate aperte per Astengo tanto nelle parte generali come più particolari. Lui conferma la finalità di mantenere il Piano come una gestione capace di garantire una transformazione qualitativa e non quantitativa dell’area di Pisa. Il PRG si sviluppa con la metodologia del gruppo operativo interno all’Amministrazione comunale. La prima operazione urbanistica che Gabrielli fa è l’aggiornamento del quadro delle analisi di base, mantenendo le impostazioni del Preliminare.

Il piano propone interventi articolati e dettagliati, definendo ogni operazione edilizia e di sistemazione del suolo, essendo così un piano operativo, che consente passare direttamente alla fase dell’attuazione. Alcuni interventi strategici sono definiti con un progetto che permette verificare la potenzialità dei luoghi, costituendo la base per la costruzione della normativa della zona corrispondente. Per le zone edificate, il piano fornisce un quadro normativo dove c’è la prescrizione della conservazione assoluta fino all’ammissione delle trasformazione edilizia integrale, con regolamentazione delle altezze, allineamenti, articolazioni volumetriche e caratteri costruttivi. Fa uno lavoro di analisi specifico per le aree di intervento che dopo serve per l’elaborazione dei progetti per questi aree.

Le scelte di Gabrielli attuative ed evolutive relativamente al preliminare di Astengo basendosi nel contenimento della città entro i suoi limiti attuale, il riordino funzionale e morfologico del tessuto esistente, riassetto dell’area di Cisanello, decentramento di alcune funzioni invasive per Cisanello, riordino delle sistema universitario con il decentramento della attività di ricerca e la riorganizzazione della viabilità ma senza permettere l’attraversamento del centro storico.

Il PRG sviluppa alcuni parti specifiche come il Parco intorno alle mure, le Porte della città, le piste ciclabili, la risistemazione di piazzette, corti, percorsi interni e la riorganizzazione del sistema turistico. Un’altro tema è il recupero e riorganizzazione della zona della Darsena, che è approfondato per trovare una

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connessione con il sistema urbano, ma che accentua questa zona come spazio della città, inserendo diversi attrezzature. Attraverso un progetto specifico elaborato da Mauro Parigi, che proponeva una “città parco” complementare alla città dentro le mure, questa zona viene destinata a diversi funzioni integrate nel verde e nell’acqua che servivano tanto per tempo libero come per residenza o commercio.

Il PRG di Gabrielli non è approvato per causa della crisi politica dell’Amministrazione Comunale. Nel 1995, la legislazione urbanistica regionale muta e la formazione del PRG viene suddivisa in due parti. Una che corrisponde a uno Piano Strutturale (simile a uno preliminare di piano) e un’altra che corrisponde al Regolamento Urbanistico (simile a uno piano regolatore ma più specifico) che deriva del Piano Strutturale.

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Piano Strutturale 1998 Vezio di Lucia Il preliminare di Astengo e il PRG di Gabrielli hanno anticipato la nuova legge regionale. Con la nuova legge regionale, l’Amministrazione Comunale nel 1996 incarica Vezio De Lucia della formazione del Piano Strutturale, consegnando il Piano Strutturale e il Regolamento Urbanistico rispettivo nel 1998. Prima del Piano Strutturale, Vezio di Lucia aveva già coordinato la formazione del Piano territoriale della provincia di Pisa tra 1992 e 1995. Il Piano Regolatore di 1998, ha avuto diversi varianti fino a 2010, sulle diversi parti della città, essendo l’unica variante sul centro storico nel 2006. Attualmente il Piano Strutturale dell’area pisana è in corso, con le opere comminciate nel 2007 e con una previsioni per finire nel 2014. Previsioni per il Centro Storico

• Riqualificazione di spazi aperti • Riqualificazione dell’asse pedonale dalla stazione fino alla Piazza Duomo e un complessivo miglioramento dell’arredo urbano riguardante tutte le strade e le piazze facenti parte di tale percorso • Sistemazione dell’area attorno alla stazione ferroviaria

- completamento del parcheggio interrato in Piazza Vittorio Emanuele II

- riprogettazione della superficie in termini pedonali e di mobilità veicolare

- riorganizzazione dell’area di via Battisti

Asse Pedonale nel Centro Storico dalla Stazione alla Piazza Duomo Zona di Traffico Limitato nel Centro Storico

• Riorganizzazione dei servizi per una migliore manutenzione ordinaria della città • Completamento del sistema di varchi elettronici per garantire il controllo costante delle vie d’accesso alle Zona a Traffico Limitato del centro • Sviluppo di una qualificata offerta culturale sui Lungarni • Recupero a fini complessi dell’area del Santa Chiara Previsioni e Piani per la Viabilità

• Realizzazione della nuova viabilità di raccordo a Nord di Pisa come asse centrale dell’area Pisana • Realizzazione della nuova viabilità nord-est particolarmente funzionale all’area ospedaliera di Cisanello • Miglioramento nella gestione dei flussi di traffico per i veicoli commerciali • Previsione di una piattaforma logistica per il ricevimento e la distribuzione delle merci 27


• Diminuire i flussi di attraversamento della città • Completamento e potenziamento del sistema dei parcheggi scambiatori • Valutare e pianificare la realizzazione di nuovi attravversamenti dell’Arno • Realizzazione del sovrapasso sull’Aurelia tra l’Aeroporto e la Darsena Pisana • Realizzazione dei sottopassi ferroviari • Potenziamento del trasporto ferroviario • Sistemazione funzionale della Stazione Centrale di Pisa e della Piazza • Rafforzamento delle Linee ad Alta Mobilità • Sviluppo della metropolitana di superficie • Progetto di trasporto pubblico locale a livello di Area Pisana • Riorganizzazione dell’intero sistema della viabilità e della sosta nella zona limitrofa all’Aeroporto per il sviluppo e crescita di questo • Realizzazione del Porto Turistico di Marina di Pisa • Valutare e pianificare soluzioni di migliore accessibilità del litorale pisano • Pianificare un sistema integrato, alternativo alla viabilità normale, di percorsi storici • Riorganizzazione ed estensione delle piste ciclabili e delle zone pedonali • Destinare la Via del Brennero a svolgere una funzione turistica e culturale in una rete di percorsi storici

• Riqualificazione degli assi pedonali della città

Altri previsioni del Piano Strutturale

• Miglioramento della qualità dell’offerta dei servizi educativi • Riqualificazione di aree verdi e parchi giochi per bambini • Completamento dell’area degli impianti sportivi • Spostamento degli attuali insediamenti militari verso la periferia, attraverso la progettazione e realizzazione della nuova “Cittadella Militare” nella zona di Ospedaletto • Recupero degli spazi liberati dalle caserme per fini residenziali, turistici e culturali • Obbiettivo di transformazione di Cisanello con uso esclusivamente residenziale a quartiere complesso e multifunzionale

Piano Regolatore per l’area di Cisanello

• Completamento del Polo ospedaliero-universitario di Cisanello • Funzioni direzionali della città in Cisanello • Sistemazione idraulica di Pisa Sud per i problemi relativi agli allagamenti di questa zona • Riassetto idraulico dei bacini di Pisa e San Giuliano Terme con la realizzazione di nuovi canali • Riqualificazione del litorale – miglioramento dei bagni e recupero delle colonie storiche 28


Progetti di Recupero e Rilievo della Città 1974-1990 Massimo Carmassi - Ufficio Progetti della Comune di Pisa Massimo Carmassi nel deccenio di sessanta fa il rilievo di alcuni parte della città come la Piazza dei Cavalieri e la Piazza delle Vettovaglie, sviluppando nel 1969 il rilievo e la ricerche sul centro storico della città di Pisa soprattuto attraverso una campagna fotografica delle corti e dei giardini. Uno dei primi rilievi finalizzati ad un lavoro concreto è stato relativo ai ruderi adiacenti l’abside di San Michele in Borgo, redatto come base per una tese di laurea negli anni 1974/1975 essendo acquistato successivamente dall’amministrazione.

Nel anno di 1974 comincia a dirigire l’Ufficio Progetti del Comune di Pisa dove intraprende una intensa attività di progettazione e un programma sistematico di rilievo della città antica. Ha fatto diversi progetti e studi per progetti tanto per recupero come di nuovi edifici nella città di Pisa. Quando è entrato nel ‘Ufficio ha deciso che il campo di azione di questo era la città nel suo insieme invece di separare la città tra centro storico e periferia. Ha cercato di fare interventi a favorire l’integrazione di questi due parti.

L’Ufficio Progetti gestito da Carmassi ha fatto questo con un’accordo con le Università di che docenti e studenti facevano l’analisi delle situazioni reali della struttura urbana di Pisa, assicurando espansione speri-

Distribuzione dei progetti redatti dall’Ufficio

mentale alla ricerca teorica universitaria e offriva occupazione agli operatori universitari più giovani.

Il primo movimento della strategia di Carmassi è la identificazione dei luoghi del Centro Storico e della periferia che dovevano e potevano essere bersagli di progetti e realizzazione comunali. Il secondo movimento era di articolare a questi luoghi aree più ampie di progettazione e elaborare documentazione specifiche per orientare gli interventi. Per ultimo, voleva definire un nuovo modo di costruire la città in cui le motivazione e conseguenze fossero fondate e persuasive.

Del primo movimento, gli interventi sono stati nel centro storico di recupero di alcuni edifici, essendo alcuni bastanza importanti nel tessuto urbano antico. Ha fatto una analise dettagliata dei diversi edifici per ristrutturare tutti questi come un insieme nuovo, corrispondente al uso e al nuovo ruolo urbano che gli hanno attribuiti.

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Nella periferia gli interventi sono stati di nuovi edifici, principalmente per servizi pubblici o attrezzature urbane. Questa operazione cercava che la forma urbana fosse costituita di diversi forme che interagiscono e non che si sovrappongono.

Dentro ancora del programma di unione tra il centro storico e periferia, Carmassi ha sezionato le mure in undici aree di interventi, secondo l’omogeneità delle caratteristiche fisiche e funzionali con l’obbiettivo di provocare la transformazioni di questi, che erano zone marginali del Centro Storico, per diventare cerniere funzionale tra centro e periferia.

Nelle lavoro sulle mure si cercava una redifizione dell’immagine urbana attraverso il recupero del tradizionale rapporto tra mura e piano di campagna e si cercava un recupero delle aree libere, dei monumenti e di alcune industrie abbandonate in un sistema di verde e servizi pubblici attraversato da una viabilità pedonale che si sviluppa lungo le mure.

Progetto di Recupero delle Mura

Percorso Pedonale dal Duomo alla Cittadella,

Questo programma definito da Carmassi per l’Ufficio Progetti solo è fatto parzialmente, dovuto alle risorse

schema dei percorsi

finanziarie che erano insufficienti.

Carmassi considera che la conoscenza degli edifici è un strumento indispensabile per la loro conservazione e anche che è la base sulla quale è possibile realizzare corretti progetti di restauro e di transformazione.

Nell’Ufficio Progetti lui sviluppa, attraverso un’organica campagna di rilievo, un procedimento sistematico di lettura e conoscenza della città e della sua morfologia, a partire dal quale intraprende un’intensa attività di progettazione e recupero urbano. Finisce di dirigire l’Ufficio Progetti nel 1990.

Progetti più significativi

• Asilo nido a San Marco • Progetto di recupero delle mura • Cimitero di San Michele • Cimitero di San Piero • Ricostruzione dei ruderi di San Michele in borgo

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Fotto Attuali della CittĂ

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Bibliografia Siti

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Forma Pisarum: Storia Urbanistica di Pisa: Problemi e Ricerche

Nistri-Lisc hi,

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Le Città Nella Storia d’Italia - Pisa

RUPI, Pier Lodovico; MARTINELLI, Andrea

ASTENGO, Giovanni; QUARANTA, Vera

giorno 17/Marzo/2010 alle 19.44

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Pisa Storia Urbanistica

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giorno 29/Maggio/2010 alle 11.00

http://www.comune.pisa.it/doc/sit-pisa/nuovo_prg/relaz.htm

giorno 29/Maggio/2010 alle 11.15

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1989

ASTENGO, Giovanni; LUCA, Giuseppe De; QUARANTA, Vera

Pisa Struttura e Piano Volume II

giorno 17/marzo/2010 alle 16.38

http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Pisa giorno 17/marzo/2010 alle 17.26

Tacchi Editore Pisa, Pisa, 1991 http://www.qsl.net/ik5ztt/Istorypi.htm

giorno 17/marzo/2010 alle 17.33

CARLO, Giancarlo De; NEPI, Carlo Massimo Carmassi - Progetti per una città - Pisa 1975/1985 Electa Firenze, Milano, 1986

http://www.comune.pisa.it/museo/Iplug-in/DOC/adu-011/paragrafo2.html

giorno 17/Marzo/2010

alle 17h37 SAINATI, Fabrizio

Massimo Carmassi - Pisa: Il Rilievo della Città Alinea Editirice http://eddyburg.it/index.php/filemanager/download/289/CV%20Vezio%20De%20Lucia.doc/

giorno

20/Maggio/2010 alle 14.30

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