Master Degree Thesis_A PLATFORM TO RE-START

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A PLATFORM TO RE-START

O L I E N A S A R D E G N A T

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Tesi 2

Chiara Cugini

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di 0

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laurea 1

8

Silvia Lucchese



Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni a.a.

2017-2018

Laurea in

specialistica Architettura

Relatore Prof. Roberto

Podda

Correlatore Prof.ssa Laura Daglio Candidate Chiara 8 5 1

Cugini 3 2 8

Silvia 8 4

Lucchese 9 8 1

0

Politecnico di Milano

Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni A.a. 2017-2018 Laurea specialistica in Architettura Relatore Prof. Roberto Podda Correlatore Prof. Laura Daglio Candidate Chiara Cugini 851328 Silvia Lucchese 840981

Politecnico di Milano



“Riunirsi insieme significa iniziare; rimanere insieme significa progredire; lavorare insieme significa avere successo� Henry Ford



INDICE .O

I n t r o d u z i o n e 1.0 Abstract 2.0 Glossario per orientarsi

.1 I

centri

minori

1.1 Le “aree interne” 2.1 Incentivi e iniziative: una ricognizione a scala europea e nazionale 3.1 Modelli di riattivazione

.2

Oliena e il suo territorio 1.2 Il fenomeno dello spopolamento: la periferizzazione del centro 2.2 Le connessioni: reti fisiche e virtuali 3.2 Il sistema ambientale 4.2 Il sistema produttivo locale 5.2 L’offerta turistica 6.2 Costellazione di piccoli centri 7.2 Il centro antico 8.2 Potenzialità e criticità

.3 A

Platform

to

1.3 Strategia 2.3 Metodo: toolkit 3.3 I progetti 4.3 Riferimenti progettuali

Re-Start

9 11 12

15 16 23 36

59 60 74 90 106 118 136 152 178

181 182 208 217 236



0 INTRODUZIONE

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1.0 Abstract L’elaborato di tesi prende in esame un tema estremamente attuale, quello di contrastare il problema dello spopolamento e dell’abbandono dei centri minori in Italia e in Europa, introducendo una visione e un cambio di prospettiva rispetto alla centralità della città che ha interessato il panorama architettonico degli ultimi anni. Numerosi sono i progetti e le iniziative che si stanno muovendo in questa direzione, come evidenziato dal Padiglione Italia di quest’anno, curato dall’architetto Mario Cucinella, il cui tema “Arcipelago Italia” affronta il rilancio di territori temporalmente e spazialmente lontani dalle grandi aree urbane e detentori di un patrimonio culturale inestimabile, come una strategia per l’intero paese.

reazione al fenomeno dell’abbandono attraverso l’evento decennale “Cortes Apertas” - evento di forte richiamo turistico, ideato spontaneamente dalla popolazione locale per la promozione delle identità economiche e culturali locali – risultando modello integrato di partecipazione che si è preso a riferimento per una valorizzazione del patrimonio sociale, culturale, territoriale e paesaggistico. Il progetto prenderà in esame il “centro matrice”, luogo di prima e antica formazione caratterizzato da un denso tessuto urbano a corte, testimonianza della società rurale che lo ha abitato fino agli anni 70, e da pochi spazi aperti di aggregazione. L’obiettivo è quello di sperimentare soluzioni temporanee per la rigenerazione degli spazi aperti verdi in stato di degrado e attualmente non valorizzati, attraverso l’innesto di dispositivi urbani che rappresentino e diano un valore aggiunto alle risorse e peculiarità dei luoghi. L’approccio progettuale ha un duplice intento: da un lato quello di stimolare la popolazione a ripensare i luoghi un tempo identitari del loro vivere quotidiano, attraverso un manuale di strumenti per l’autocostruzione di dispositivi urbani; dall’altro quello di ri-attualizzare questi luoghi secondo stili di vita e di socialità contemporanei, che inneschino meccanismi permanenti di ri-appropriazione dello spazio.

In tal senso, il lavoro intende porre l’attenzione su Oliena (NU), un borgo della Barbagia incastonato tra altopiani calcarei, circondato da boschi e sorgenti e con una ricca agricoltura e allevamento. Il caso studio è emblematico perché soggetto ad un progressivo abbandono e degrado del suo centro antico, a seguitwwwo del trasferimento della popolazione verso la circostante periferia di nuova costruzione, più rispondente alle rinnovate esigenze dell’abitare contemporaneo. Nonostante ciò, Oliena ha sviluppato una propria

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2.0 Glossario per orientarsi PICCOLI CENTRI Aree significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali, ricche di importanti risorse ambientali e culturali e fortemente diversificate per natura e a seguito di secolari processi di antropizzazione

PAESAGGIO E’ la particolare fisionomia di un territorio determinata dalle sue caratteristiche fisiche, antropiche, biologiche. Il termine paesaggio deriva dal francese paysage. Tradizionalmente, infatti, il suo significato si legava in particolar modo alla pittura e al realismo di certi panorami.

SPOPOLAMENTO Forte diminuzione della densità della popolazione di una determinata zona conseguente a radicali mutamenti socio-economici.

RE-START Rimettersi

in

moto.

Ricominciare.

COMUNITA’ Insieme di persone unite tra di loro da rapporti sociali, linguistici e morali, vincoli organizzativi, interessi e consuetudini comuni.

RISORSE TERRITORIALI SISTEMA CULTURALE TERRITORIALE Insieme di risorse e interrelazioni in un contesto geografico, che integri il processo di valorizzazione delle risorse culturali, sia materiali sia immateriali, con le infrastrutture e gli altri settori di produzione e connessi.

RETE Con il termine rete si intende comunemente un insieme di nodi interconnessi da canali di comunicazione per lo scambio di dati. Il termine è classificato secondo diversi tipi, può infatti essere “locale” o “virtuale”. Per rete locale si intende l’insieme di relazioni fisiche di un territorio e interdipendenza tra fatti; con il termine “rete virtuale” si intendono invece tutti quei collegamenti “network” o “virtual space”, che permettono una maggiore velocità di accesso, o per meglio dire simultaneità.

IDENTITA’ DEI LUOGHI L’identità dei luoghi è caratterizzata da un insieme di qualità e valori ambientali (climatici, geografici, insediativi) e culturali (l’organizzazione sociale, le tradizioni) le cui interazioni hanno dato origine a valori intrinseci e peculiari.

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PROGETTAZIONE PARTECIPATA E’ un processo che tende a far interagire il professionista (progettista) con l’utente che usufruirà del prodotto finito. La progettazione partecipata ha lo scopo di creare interscambio di idee e di essere un momento di confronto tra esigenze del fruitore e immaginario progettuale.

PIATTAFORMA Nome dato a strutture piane, per lo più orizzontali, fisse o mobili, che, in edilizia servono di appoggio, di collegamento, o rendono possibile il passaggio. Nel linguaggio dell’informatica, per piattaforma si intende la struttura rappresentata dall’hardware e dal sistema operativo di un computer, il complesso delle tecnologie che governano un sistema e ne gestiscono le modalità di accesso.

AUTO - COSTRUZIONE E’ un processo edilizio in cui l’utente, in parte o in toto, è il “soggetto” nelle diverse fasi del processo edilizio stesso, a partire dalla fase di progettazione fino alla fase di gestione, passando attraverso fasi che possono essere di costruzione eventuali di parti, di montaggio, di elementi di costruzione dell’edificio intero, manutenzione ordinaria o straordinaria.

MONDO 2.0 Significa ‘nella sua più recente e aggiornata versione’, e si dice spesso di prodotti e gadget tecnologici, ma anche, in senso più estensivo, di qualsiasi entità che sia all’altezza della modernità tecnologica. “E’ l’insieme di tecnologie e interazioni sociali da tali tecnologie rese possibili che si sviluppa attraverso la rete in quanto specifica piattaforma connettiva”: la definizione è stata coniata nel 2004 da Dale Dougherty e Tim O’Reilly.

STRATEGIA DIFFUSA Per strategia si intende la capacità di raggiungere obiettivi importanti predisponendo, nel lungo termine, i mezzi adatti a tale scopo. Con il termine strategia diffusa, dunque, si intende stilare una serie di obiettivi che non siano puntuali, ma che si propaghino nel tempo in modo uniforme e costante, sia a livello territoriale che a livello virtuale.

TOOLKIT Insieme di pezzi contenuti in una scatola, con i quali è possibile montare un manufatto, svolgere uno specifico lavoro. E’ utilizzato per riferirsi ad un insieme di strumenti di base, quindi, che servono per facilitare e uniformare lo sviluppo di applicazioni e progettazioni più complesse.

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1 I CENTRI MINORI

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1.1 Le “aree interne” Le Aree Interne rappresentano una parte (ampia del Paese) assai diversificata al proprio interno, distante da grandi centri di agglomerazione e di servizio e con traiettorie di sviluppo instabili ma tuttavia dotata di risorse che mancano alle aree centrali, con problemi demografici ma anche fortemente policentrica e con forte potenziale di attrazione.

territoriale è stata allo stesso tempo “diffusa” e “polarizzata”. “Diffusa” perché si è manifestata in un numero molto elevato di città e sistemi urbani anche di piccole e medie dimensioni e “polarizzata” perché, comunque, si è manifestata soltanto in una parte delle città e dei sistemi urbani italiani. L’organizzazione policentrica del territorio italiano (in gran parte montano e alto-collinare ESPLORAZIONE DEL FENOMENO ) si è articolata in modo molto visibile in due Il tema di ricerca di questa tesi sottosistemi territoriali con dinamiche speculari: inizia con un’indagine sul fenomeno da un lato, il sistema territoriale a carattere di marginalizzazione delle cosiddette “Aree urbano formato dai grandi, medi e piccoli interne”, territori ai quali, sistemi urbani e, dall’altro, il fino a tempi recenti, non è “L’UNIVERSALE È IL sistema territoriale formato stato dato il giusto rilievo LOCALE SENZA MURI” dai piccoli centri, dai borghi, all’interno delle politiche di dagli insediamenti montani – Miguel Turga sviluppo territoriale nazionale. dalle Aree interne, appunto. Da questo periodo, in modo Si definiscono “Interne quelle aree graduale, una parte rilevante delle Aree interne significativamente distanti dai centri di offerta di ha subito un processo di marginalizzazione (noto servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), per la Sardegna come effetto ciambella – Bottazzi, ricche di importanti risorse ambientali e culturali 2014) segnato soprattutto da un forte calo della e fortemente diversificate per natura e a seguito popolazione (spesso sotto la soglia critica), di secolari processi di antropizzazione”1. dalla conseguente riduzione dell’occupazione e dell’utilizzo del territorio seguita da un’offerta Nel secondo dopoguerra l’Italia ha iniziato una locale calante di servizi pubblici e privati e da un traiettoria di industrializzazione e di crescita degrado del patrimonio culturale e paesaggistico. economica molto intensa che dal punto di vista Queste aree territoriali si definiscono per

Strategia nazionale per le Aree interne: definizione, obiettivi, strumenti e governance, Accordo di Partenariato 2014-2020, Collana Materiali UVAL n°31, 2014, p.7.

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differenza (fisica, culturale, strutturale), cosicché le aree interne sono tutto ciò che resta una volta tolte le aree costiere, le pianure fertili, le città. Nel confronto europeo e internazionale, quest’ampia e diversificata rete di piccoli e medi comuni, che determinano uno straordinario policentrismo, se messi a sistema,w potrebbero contribuire allo sviluppo nazionale partecipando all’obiettivo di coesione territoriale dell’Unione Europea. Una costellazione di piccoli centri caratterizzati da un inestimabile patrimonio ambientale e culturale che li rende portatori insostituibili di tradizioni, saperi e cultura ma che soffre di gravi problemi: scarsa attività commerciale, bassa occupazione, popolazione residente fatta di pochissimi giovani e molti anziani (nel 2030 è stimato 1 anziano ogni 3 persone e 3 anziani per ogni bambino), poco turismo, scarsità di presidi sanitari e scuole. Le condizioni che portano a tale disagio molti comuni italiani sono da ricercare in una debolezza insediativa della popolazione residente (calo delle nascite, aumento della popolazione anziana, ecc), ma anche in condizioni evidenti di impoverimento delle potenzialità produttive e dei talenti, con indici economici che segnalano la debolezza strutturale di queste aree, da cui deriva scarso appeal verso l’esterno e scarsa

capacità di attrarre e accogliere nuovi cittadini, nuovi abitanti, nuove famiglie ed imprese2. In molti casi questi luoghi sono stati abbandonati per ragioni diverse, ad esempio a causa di fenomeni naturali come terremoti, lasciando interi borghi vuoti e nel degrado. Queste aree rappresentano il 53% circa dei Comuni italiani (4.261), ospitano il 23% della popolazione italiana (oltre 13,540 abitanti) e occupano una porzione del territorio che supera il 60% della superficie nazionale.3 Proprio perchè rappresentano un’ampia parte del Paese, l’Italia nel Piano Nazionale di Riforma (PNR) ha adottato una Strategia per contrastare la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo e i servizi di queste aree attraverso fondi ordinari della Legge di Stabilità e fondi comunitari disponibili per tutte le regioni per il settennio 2014-20204. DUE CLASSI DI AZIONE PER LA SNAI Nella Strategia Nazionale delle aree interne, il Paese si pone gli obiettivi per invertire la tendenza di spopolamento e di marginalizzazione facendo leva su due assets principali di politica economica: il miglioramento dei servizi alla persona da un lato, e l’innesco di processi locali di sviluppo dall’altro. Per perseguire questi obiettivi, l’intervento conterrà tre forti innovazioni. Riguarderà all’inizio

M. Bassanelli, G. Postiglione, Geografie dell’abbandono - Il caso della Valle di Zeri, Tesi Magistrale, Politecnico di Milano, 2010, p.25. 2

3 Strategia nazionale per le Aree interne: definizione, obiettivi, strumenti e governance, Op. cit, p.26. 4

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http://www.agenziacoesione.gov.it/it/arint/


un numero limitato di aree, una per Regione. Avrà carattere nazionale e vedrà due linee d’azione convergenti: una diretta a promuovere lo sviluppo attraverso finanziamenti da parte dei diversi fondi europei disponibili, l’altra invece assicurerà a queste stesse aree dei livelli adeguati di cittadinanza. Per le aree-progetto selezionate, gli interventi di sviluppo locale saranno finanziati da tutti i fondi comunitari disponibili (FESR, FE, FEASR, FEAMP) e riguarderanno i seguenti ambiti: tutela del territorio, valorizzazione delle risorse naturali e culturali e turismo sostenibile, sistemi agroalimentari e sviluppo locale, risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile, saper fare e artigianato. Alcuni esempi sono la riorganizzazione dei plessi scolastici e la riorganizzazione dell’offerta sanitaria in modo da assicurare a tutti i residenti rapidità dei servizi d’emergenza e avvicinamento di servizio per la diagnostica.

integrato e monitorato, può cambiare questo stato di cose, migliorando la qualità della vita dei residenti, contribuendo allo sviluppo nazionale e partecipando all’obiettivo di coesione territoriale dell’Unione Europea. La Strategia di sviluppo economico per le Aree Interne nasce dunque dall’intersezione della prospettiva nazionale con quella locale. Lo “sguardo nazionale” percepisce la rilevanza delle aree interne, ma solo la comunità locale può trasformare in progetto la varietà e la complessità della società locale facendo leva sui soggetti innovatori. Ciò che caratterizza la strategia integrata di sviluppo economico è definita su tre livelli di intervento: sanitari, istruzione e formazione professionale, mobilità. Il secondo livello di intervento è invece relativo ai progetti di sviluppo locale, che sono lo strumento fondamentale per la promozione delle Aree Interne. Gli ambiti di intervento entro cui devono ricadere i progetti sono cinque: tutela attiva del territorio, valorizzazione del capitale naturale/culturale, valorizzazione dei sistemi agro-alimentari, attivazione di filiere delle energie rinnovabili, saper fare e artigianato. La Strategia nazionale richiesta, poi, è più ampia e chiama in causa molti soggetti a molti livelli di governance, primi tra tutti proprio quei soggetti responsabili della gestione dell’offerta dei servizi di istruzione,

Nel confronto europeo e internazionale l’Italia gode, tra gli altri vantaggi potenziali, anche quella di essere policentrica e di avere un’ampia e diversificata rete di piccoli e medi Comuni. Troppo a lungo non si è dato il giusto peso a queste dinamiche e oggi la Strategia per le Aree Anterne, grazie al suo approccio graduale,

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A - Polo A - Polo B - Polo intercomunale

B - Polo intercomunale C - Cintura

C - Cintura

D - Intermedio

D - Intermedio

E - Periferico

E - Periferico

F - Ultraperiferico

F - Ultraperiferico Autostrade

Autostrade Limiti regionali

Limiti regionali

Oliena

Visione d’insieme - Strategia Nazionale per le Aree Interne Fonte: http://www.agenziacoesione.gov.it/ 19


Variazione percentuale della popolazione residente 1971-2011 Centri Variazione percentuale della popolazione residente011971-2011 < -50% Centri 02 - 50% / -25% < -50% 03 - 25% /01 -10% 04 - 10% /02 -5%- 50% / -25% 05

03 - 25% / -10% -5% / -0%

06

04 - 10% / -5% 0% / +5%

07

-5% / -0% +5% /05 +10%

08

06 0% / +5% +10% / +25%

09

07 +5% / +10% +25% / +50%

10

08 > +30%

+10% / +25%

09

+25% / +50%

Aree interne 10

> +30%

Aree interne

Oliena

Variazione percentuale della popolazione residente 1971-2011 - Centri Fonte: http://www.agenziacoesione.gov.it/ 20


Quota over65 su popolazione totale nel 2011 - Centri

01 <= 10% 01 <= 10% 02 10% / 15% 02 10% / 15% 03 15% / 20% 03 15% / 20% 04 20% / 25% 04 20% / 25% 05 25% / 30% 05 25% / 30% 06 >= 30% 06 >= 30% Aree interne Aree interne

Oliena

Quota over65 su popolazione totale nel 2011 - Centri Fonte: http://www.agenziacoesione.gov.it/ 21


2. UNA STRATEGIA DI SVILUPPO LOCALE

salute e mobilità in favore della popolazione residente le aree. Il complesso pubblico prevede quindi interventi pubblici finanziati da fondi comunitari 2014-2020, e interventi di politiche settoriali ordinarie, finanziate primariamente con risorse nazionali addizionali per l’adeguamento dell’offerta dei servizi essenziali di istruzione, salute e mobilità.5

IDEE-STRUMENTO*

A. Costituzione delle precondizioni per lo sviluppo territoriale

B. Promozione di progetti di sviluppo locale

1. OBIETTIVI DELLA SNAI

5

AZIONI (STRUMENTI)

A. Adeguamento dell’offerta di servizi essenziali B. Progetti di sviluppo locale

OBIETTIVI INTERMEDI

1. Aumento del benessere procapite dei residenti 2. Aumento dell’occupazione 3. Riutilizzazione del capitale territoriale 4. Riduzione dei costi sociali della de-antropizzazione 5. Rafforzamento dei fattori di sviluppo locale

OBIETTIVO FINALE

- Sviluppo locale intensivo/estensivo - Riassunto dell’inversione dei trend demografici

Sviluppo locale

- Tutela del territorio - Risorse naturali, culturali e del turismo - Sistemi agro-alimentari - Energie rinnovabili - Saper fare e artigianato

*Franco Purini

cfr.. MUVAL_31_Aree_interne.pdf

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2.1 Incentivi e iniziative Una ricognizione a scala europea

INCENTIVI E PROGRAMMI Molti sono gli enti, le associazioni e le fondazioni che, a seguito della SNAI, si sono attivati per organizzare programmi atti a recuperare e valorizzare i piccoli comuni o i borghi in essi compresi. Le iniziative che hanno l’obiettivo di contrastare lo spopolamento di queste aree e conferire loro nuova vita sono solitamente legate a bandi di concorso e “call for ideas”. Qui sotto vengono riportati alcuni programmi oggi in corso, sia italiani che europei, i quali propongono strumenti di finanziamento e governance che sono diversi tra loro ma hanno un obiettivo comune: la riqualificazione.

lavoro e correggere gli squilibri fra le regioni. • Fondo

sociale europeo (FSE) E’ un fondo dedicato alla crescita della competitività attraverso la generazione e l’uso della conoscenza, e altresì a rafforzare e migliorare gli odierni livelli di occupazione, di coesione sociale e di qualità del lavoro. La politica di coesione non tiene poi conto di altri tre strumenti della politica regionale che però lavorando in maniera sinergica insieme ai suoi prima citati strumenti finanziari: - Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) . Fondo europero per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) - Fondo di coesione (FC)

Gli strumenti finanziari che la Politica di Coesione1 (che rappresenta una delle 13 politiche settoriali dell’Unione Europea) utilizza per finanziare i suoi interventi sono i fondi strutturali e di investimento europei (SIE). Ogni fondo SIE ricerca un obiettivo.2

• Sviluppo

rurale (FERS) Rappresenta lo strumento di finanziamento della politica di sviluppo rurale attuato mediante il programma di sviluppo rurale regionale (PSR).

Fondo europero di sviluppo regionale (FERS) E’ un fondo che mira a consolidare la coesione economica e sociale regionale investendo nei settori che favoriscono la crescita, con lo sono di migliorare la competitività , creare posti di •

• FERS

Sardegna 2014-2020 La politica di sviluppo rurale dell’UE aiuta le zone rurali dell’Unione ad affrontare la vasta gamma di problemi economici, ambientali e

http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/ informat/basic/basic_2014_it.pdf

1

http://www.agenziacoesione.gov.it/it/politiche_e_attivita/ programmazione_2014-2020/Politica_di_Coesione/Politica_di_ Coesione.html

2

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• Fondo

europeo per gli affari marittimi e a pesca (FEAMP) E’ un fondo che sostiene i pescatori nella transizione verso una pesca sostenibile: aiuterò le comunità costiere a diversificare le loro economie: finanzia i progetti che generano nuovi posti lavorativi e migliorano la qualità della vita nelle regioni costiere.

sociali del XXI secolo. Spesso chiamata “il secondo pilastro” della politica agricola comune (PAC), integra il regime di pagamenti diretti agli agricoltori con misure di gestione dei mercati agricoli (il cosiddetto “primo pilastro”). Il FEARS (Fondo europeo agricolo per lo svilippo rurale) finanzia la politica di sviluppo rurale dell’UE, con una dotazione di cento miliardi di euro, tra il 2014 e il 2020 e, nel corso dei suddetti anni, ogni paese dell’UE riceve un contributo finanziario. Questo andrà a mobilitare sessantuno miliardi di euro di finanziamenti pubblici da parte degli Stati membri. Le priorità che concernono lo sviluppo rurale sono suddivise in “settori specifici”. Nei programmi di sviluppo rurale, gli Stati membri o le regioni fissano obiettivi quantificati rispetto ai sei settori sopra citati e indicano, poi, le misure che vogliono attuare per raggiungere i loro obiettivi e l’importo dei fondi che intendono stanziare per ognuna di esse. A partire dal 2014, gli Stati Membri devono concludere un accordo di partenariato che prevede il coordinamento di tutti i finanziamenti dei fondi strutturali dell’UE.In Italia sono previsti 23 diversi programmi di sviluppo.

• Fondo

di coesione (FC) E’ un fondo che interviene nei settori delle reti transeuropee di trasporto e della tutela dell’ambiente in alcuni stati membri. La politica di coesione ha inoltre stabilito undici obiettivi a tema, per sostenere la crescita nel periodo 2014-2020. 1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione; 2. Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime; 3. Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo (per il FEASR) e il settore della pesca e dell’acquacoltura (per il FEAMP); 4. Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori; 5. Promuovere l’adattamento al cambiamento

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politica di sviluppo rurale finanziata dal FEASR, che definisce, in coerenza con gli obiettivi della strategia Europea 2020, l’Accordo di Partenariato nazionale e i Programmi Nazionali (PSRN) e gli interventi regionali per il periodo di programmazione 2014/2020. Il programma si articola in sei settori d’interesse: 1. Promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali (priorità orizzontale); 2. Potenziare la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle aziende agricole; 3. Promuovere l’organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo; 4. Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalle foreste; 5. Incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale; 6. Adoperarsi per l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali. Le risorse finanziarie a disposizione del PSR Sardegna 2014/2020, per i sette anni di

climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi; 6. Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse; 7. Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete; 8. Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori; 9. Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà; 10. Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente; 11. Rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente. Gli investimenti del FESR finanziano tutti e undici gli obiettivi, ma quelli da 1 a 4 costituiscono le principali priorità di investimento. Le principali priorità del FSE sono gli obiettivi da 8 a 11, ma il fondo finanzia anche quelli da 1 a 4. Il fondo di coesione finanzia gli obiettivi da 4 a 7 e 11. • Programma

di sviluppo rurale (PSR 2014-2020 Sardegna) E’ lo strumento principale per finanziare il settore agricolo, agro-industriale e forestale e per lo sviluppo rurale della Sardegna. Il PSR è anche lo srumento di programmazione della

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programmazione, sono pari a 1.308.406.250 euro. Il programma di sviluppo rurale 2014-2020 per la Regione Sardegna è stato approvato formalmente il 19 agosto 2015 e modificato successivamente con la Decisione di Esecuzione C(2016)8506 dell’8 dicembre 2016.

per lo sviluppo regionale, per il sostegno all’occupazione e il rilancio dell’economia e ammontano, oggi, a 930 milioni di euro di cui 465 milioni da finanziamenti europei e il resto da cofinanziamento statale e regionale. 3 L’autorità di gestione del POR FERS 2014-2020 coordina anche la Smart Specialisation Strategy (S3), una strategia che orienta gli investimenti dei fondi POR per lo sviluppo di innovazione e ricerca.

• POR

FESR Sardegna 2014-2020 Il Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR FESR) 2014-2020, approvato nel 2015, è uno strumento attuativo definito dalla Regione Sardegna per realizzare sul proprio territorio le azioni e gli obiettivi della politica di coesione dell’Unione Europea dal 2014 al 2020. Come già descritto in precedenza, la politica di coesione europea si sviluppa in undici obiettivi tematici, finalizzati a diminuire la divergenza di sviluppo dei suoi territori e a contribuire alle priorità di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile previste dalla Strategia “Europa 2020”. Il POR FESR Sardegna, quindi, è il frutto di un procedimento di negozio che ha visto come soggetti principali i referenti della Commissione Europea, il partenariato istituzionale e lo Stato Centrale. Le risorse del POR FESR 2014-2020 Sardegna andranno a sostenere iniziative e progetti

• POR

FSE Sardegna 2014-2020 Il programma operativo è lo strumento con cui la Sardegna programma le risorse del Fondo Sociale Europeo per rafforzare coesione sociale ed economica. E’ un documento coerente con le esigenze del territorio e gli obiettivi strategici comunitari e nasce dalla collaborazione tra le istituzioni e il partenariato economico. Le risorse destinate al POR FSE sono 440 milioni di euro e distribuite su cinque aree d’interesse: occupazione, inclusione sociale, istruzione, capacità istituzionale, assistenza tecnica.4

• Piano

strategico del turismo PST 2017-2022 Il Piano, coordinato dalla Direzione Generale Turismo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - MIBACT, è una nuova occasione per dare piena operatività all’indirizzo strategico

www.sardegnaprogrammazione.it POR FERS Sardegna 2014-2020 3

4 http://www.sardegnaprogrammazione.it/index. php?xsl=1384&s=289176&v=2&c=12951

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di dotare di una visione unitaria l’Italia del turismo e della cultura,5 rispondendo all’esigenza di porre il settore turistico al centro delle politiche di sviluppo del Paese. Il PST, costituito da un orizzonte di sei anni, dà valore alle attività di analisi e indirizzo messe in atto, in tema di rilancio del turismo, adottando un approccio diverso. Il Piano, che ha tra i suoi obiettivi quello di specializzare, innovare e integrare l’offerta nazionale, prevede la creazione di forme di percorrenza alternative, tra cui vie e cammini, e vuole rafforzare l’attrattività del sistema dei Siti Unesco, dei borghi, delle città della cultura e dei parchi naturali. Tra le volontà del Piano vi è quella di prevedere un database con una “mappatura delle destinazioni” che agevolerà l’ideazione di promozioni coordinate e riqualificazioni delle aree per aumentare l’attrattività. Inoltre, mira ad accrescere la competitività del sistema turistico, adeguando la rete digitale e infrastrutturale. tra le iniziative del PST è prevista quella del “passaborgo”6, interessante app per viaggiare alla scoperta dei borghi, dalle coste all’entroterra, per conoscere arte, enogastronomia e tradizioni.

http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/ documents/1481892223634_PST_2017_IT.pdf

5

6

http://www.viaggio-italiano.it/it/iniziative/passaborgo

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S3 Smart Specialisation Strategy POR FESR Programma Operativo Regionale Fondo Europeo della Sardegna

POR FSE Programma Operativo Regionale Fondo Sociale Europeo della Sardegna

FESR Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

FSE Fondo Sociale Europeo

Politiche Europee

Politica Agricola Comune

Politiche Regionali

UE 2014-2020 Politica Europea di Coesione

SIE Fondi Strutturali di investimento Europei

FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

FEAMP Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesce

FC Fondo di Coesione Europeo

PSR Programma di Sviluppo Rurale della Sardegna

Legislazione, incentivi e finanziamenti 28


INIZIATIVE E PROGETTI Oltre ai programmi operativi di finanziamento europeo, esistono piattaforme e progetti che si affiancano agli incentivi come strumenti di supporto d’attivazione.

per recuperare e riattivare questi luoghi, ricevendo in cambio il beneficio di riabilitarli e dividendo con altri i costi di gestione e manutenzione. A proposito di questo tema è stato avviato un programma avente un sito online di “Slowfunding”, una vera e propria startup innovativa che ha trasformato lo studio del territorio in un’idea imprenditoriale versatile: il “PlaceUp”7, piattaforma per valorizzare, condividere e riabitare immobili. E’ una piattaforma web che offre la possibilità ai proprietari di immobili di valorizzare i loro beni, attraverso un progetto che racconta la storia del posto e le potenzialità legate alla sua riattivazione. Permette di condividere gli immobili con utenti che sono alla ricerca di nuovi luoghi da abitare. Attraverso la piattaforma, verranno coinvolti nel progetto immobiliare per unire le proprie idee ad altri. PlaceUp consente agli utenti interessati ad un progetto immobiliare, di unire le loro risorse per finanziare il recupero. Riceveranno il beneficio di diventare insieme i nuovi proprietari e di riabitare questi luoghi. 8

• Slowfunding: piattaforma di crowdfunding per il recupero di immobili abbandonati Lo Slowfunding è una piattaforma online di crowdfunding reward-base per la riattivazione e il recupero di immobili che hanno valore potenziale ma che si trovano in stato di abbandono. Per mezzo di un processo informatizzato, la piattaforma conferisce la possibilità ai proprietari dei beni di valorizzarli, sottoponendoli all’attenzione di un gruppo di investitori interessati (crowd) che coinvolti nel progetto immobiliare (esprimendo idee, preferenze e esigenze) possano unire i loro capitali per finanziarne il recupero. In cambio ricevono il beneficio di usufruire dell’immobile stesso attraverso le varie ricompense (rewards) stabilite. L’uso del crowdfunding nel settore immobiliare rappresenta per Slowfunding uno strumento capace di ridare ai piccoli e medi investitori un potere d’acquisto di beni inaccessibili, grazie all’unione dei loro capitali ad altri investitori. Questo permette di ottenere le risorse necessarie

• Borghi

Reloaded - 2013 E’ una ricerca incentrata sull’identificazione mappata di borghi i quali, con il tempo, sono stati spopolati e degradati, ma che grazie ad azioni di

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https://www.placeup.it/come-funziona/

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https://www.slowfunding.it/


tipo conservativo, sono stati rivalorizzati e riattivati tramite strategie di progettazione aventi l’obiettivo di migliorare e aumentare la popolazione, le arti e l’economia. Obiettivo di tutta questa serie di interventi è quello di tentare di recuperare il patrimonio storico dei luoghi diventati “fantasma”, in quanto rappresentano le memorie del passato. L’analisi effettuata all’interno del blog Borghi Reloaded sensibilizza al concetto che il mero recupero del borgo non è di per sè garanzia di successo, ma è importante individuare una tematica, alla quale andranno ricollegate le attività di ri-animazione che, coerentemente con le peculiarità e le vocazioni del luogo, possano effettivamente supportare finalità turistiche. Il blog mette in evidenza, oltre agli aspetti pratici della valorizzazione e del recupero di ogni singolo borgo, le valutazioni generali e i risultati ottenuti per comprendere al meglio l’impatto che l’intervento ha sulla comunità, e sulla sua diffusione internazionale. Borghi reloaded è nato, quindi, come progetto di laurea (relatore G. Postiglione) e oggi costituisce una ottima raccolta di dati su borghi italiani in stato di degrado

valorizzare i giovani come iniziatori del passaggio dell’economia d’Italia al digitale, di mettere in rete le imprese del made in Italy, il quale ha un potenziale economico e di export veramente alto, così da far conoscere le eccellenze italiane in tutto il mondo. Grazie ad internet, infatti, si riescono a mettere in comunicazione clienti di tutto il mondo, con un enorme potenziale di export: i prodotti non sarebbero più “compressi” nei loro mercati di nicchia. Oggi il Made in Italy non è ancora abbastanza presente sul web: secondo i dati Eurisko ICT 2013, il Made in Italy è ancora poco presente sul web, infatti solo il 34% delle PMI ha un sito internet proprio, e solo il 13% lo utilizza per fare e-commerce.9 Proprio per questo prende il via l’iniziativa “made in italy: eccellenze in digitale” che si propone di contribuire a far sì che le imprese, in particolare quelle medie e piccole, siano in grado di trarre beneficio economico grazie alla messa in rete. A questo scopo è dedicato il sito www.eccellenzeindigitale.it. Infine,prosegue l’impegno di google sul territorio con UnionCamere , con ulteriori venti borse di studio per giovani “digitalizzatori” i quali per sei mesi dovranno affiancare aziende piccole e medie in diverse regioni italiane per aiutarle a portare il Made in Italy online.

Piattaforma Made in Italy “Made in Italy” è una piattaforma digitale ad opera del Google Cultural Istitute e ha l’obiettivo di •

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http://www.piccolagrandeitalia.it/storie/made-in-italy


• Welfare

che impresa! Da progetto pilota a modello multistakeholder 10 Si tratta della seconda edizione di “Welfare che impresa”, una call rivolta a startup sociali con nuovi modelli di innovazione ad alta tecnologia e con prodotti di sviluppo del welfare comunitario, promossi da Fondazione Bracco, Fondazione Golineli e UBI BANCA: nell’anno 2017 è cresciuto in qualità e in quantità, infatti sono stati oltre 150 i progetti presentati, con un montepremi di 360.000 euro. Il concorso si pone l’obiettivo di supportare a premiare i migliori progetti di welfare, appunto, di comunità promosse da Startup a finalità sociale e in grado di garantire e produrre benefici dal punto di vista dello sviluppo locale, nei settori seguenti: agricoltura sociale, conservazione del paesaggio e valorizzazione del patrimonio culturale; servizi alla persona, welfare culturale e inclusivo e welfare comunitario. La loro intenzione è di favorire sinergie e crowdsourcing di modelli, risorse, soggetti, processi e competenze per sostenere le idee migliori, con l’obiettivo di facilitare coesione sociale e sviluppo economico sostenibile. Il concorso è stato realizzato con il contributo scientifico della Fondazione Politecnico di Milano

in collaborazione con il Politecnico di Milano stesso. Le idee vincitrici vengono incubate da Polihub, l’incubatore del Politecnico di Milano gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano, con il contributo del Comune stesso, avente lo scopo di supportare le startup altamente innovative con modelli di business scalabili, e di spingere i processi di collaborazione tra le startup. Obiettivi : - sostenere e favorire la crescita del settore no profit - alimentare progettualità orientate alla creazione di impatto sociale e sua misurazione - stimolare iniziative di imprenditorialità giovanile - attivare una iniziativa di rete e multistakeholder, capace di produrre benefici concreti per la comunità - sostenere e promuovere progetti di welfare innovativi.11

10 http://www.ilgiornaledellefondazioni.com/ content/%E2%80%9Cwelfare-che-impresa-2018-da-progettopilota-modello-multistakeholder

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• Programma

Attiv-aree Fondazione Cariplo Si tratta di un programma intersettoriale che mira a riattivare le aree di margine del territorio, e a migliorare la forza attrattiva del territorio nei confronti dei residenti, dei poli urbani di riferimento, e di potenziali

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https://welfarecheimpresa.ideatre60.it/


eccelle nella salvaguardia e protezione di ambiente e artigianato artistico, e spicca per la qualità culturale del territorio. Attraverso il connubio sapiente di innovazione e saperi antichi, di sperimentazione e qualità la PiccolaGrandeItalia riesce a porre le basi per il futuro italiano.

investitori, sfruttando le risorse delle comunità. L’obiettivo di Attiv-aree è rigenerare il territorio attraverso un processo di cambiamento che promuova la crescita economica, culturale e sociale valorizzando il settore terziario, promuovendo processi di partecipazione e riutilizzando manufatti esistenti senza il consumo di suolo ulteriore. Il programma finanzia progetti di rigenerazione urbana, mettendo a disposizione un budget di 10.000 euro.

• Arcipelago

Italia La DGAAP (Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane), al fine di promuovere la creatività italiana a livello internazionale, promuove organizza e sostiene la partecipazione dell’Italia alla Biennale di Venezia, una prestigiosa manifestazione culturale a livello mondiale. Alla Biennale dunque, che rappresenta un palcoscenico d’avanguardia per la promozione di nuove tendenze artistiche e appuntamento di confronto imperdibile13, anche l’Italia ha un proprio spazio d’espressione attraverso il Padiglione Italia. Il Padiglione Italia ha un Curatore, quest’anno Mario Cucinella, e un Commissario - ruolo ricoperto in modo stabile dal Direttore Generale AAP. “Arcipelago Italia” è il tema del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di quest’anno: esso consiste in una proposta progettuale-manifesto14 che analizza e sperimenta possibili strade da

• Legambiente

- Piccola Grande Italia “L’universale è il locale senza muri” Miguel Turga12 Legambiente è un’associazione nata nel 1980 e il suo tratto distintivo è sempre stato l’ambientalismo scientifico, ovvero fondare ogni iniziativa per la difesa dell’ambiente. L’associazione ha promosso l’iniziativa “piccola grande italia”, una campagna il cui obiettivo è quello di salvaguardare l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini che vivono questi centri, potendo valorizzare le risorse, il patrimonio d’arte e le tradizioni che vengono custodite al loro interno. Tutto questo per far sì che non esistano più aree deboli, ma vere e proprie comunità messe in condizione di competere nel mercato. Messi in rete in tutta italia, i piccoli comuni promossi da Legambiente vengono immessi in una rete che

12 http://www.piccolagrandeitalia.it/pgi/cose-piccola-grandeitalia

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http://www.aap.beniculturali.it/padiglione_italia_r.html

14

http://www.arcipelagoitalia.it/it/home


percorrere per rilanciare i territori interni, creatività contemporanea e ridando importanza e valore all’architettura: rigenerazione, ambiente e sostenibilità. in questo modo si auspica a ridare centralità e responsabilità sociale agli architetti. I cinque progetti che vengono proposti partono Se dunque l’architettura torna ad avere da un collettivo di professionisti, i quali hanno del potenziale per rigenerare e rilanciare i sviluppato cinque diverse idee intervallate anche territori, “Arcipelago Italia” si incarica di da momenti di partecipazione e coinvolgimento questa sfida importante andando a ripensare della cittadinanza e degli stakeholders: a un reale, possibile e diverso l’obiettivo primo è stato quello futuro per le aree interne. “PADIGLIONE ITALIA di risanare la problematica dello Sono state quindi individuate 2018 PROPONE UNA spopolamento e della carenza cinque aree strategiche per di servizi adeguati al vivere NUOVA PROSPETTIVA cinque ambiziose visioni, contemporaneo di quei territori. PER GUARDARE IL radicate e adeguate ai luoghi I cinque progetti sperimentali sono: di appartenenza, e in grado di PAESE, CHE HA RADICI 1. Off Cells: un luogo del lavoro riattivare le diverse comunità. NEL PASSATO MA per le forese Casentinesi Con questi cinque progetti PROGETTA IL FUTURO.” 2. Un dittico per Camerino: ci si propone di puntare connettere comunità e cultura Federica Galloni, a obiettivi concreti aventi nell’area del Cratere. direttore generale l’ambizione di fungere da 3. Laboratorio Basento: due attrattori di energie e attivatori nodi curativi per la Collina di forme nuove di sviluppo. materana. Il lavoro del curatore Mario Cucinella, partendo 4. Coltivare il futuro: una piazza per la crescita dai territori più distanti dalle aree metropolitane, del Belice si scontra dunque con tematiche molto attuali: 5. La casa dei cittadini: un luogo della cura per l’inclusione sociale e la condivisione dei la Barbagia. patrimoni immateriali, la memoria collettiva e i terremoti, salute e lavoro,

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• Legambiente

- tre nuove policy per borghi

Solo puntando sul 15% del patrimonio abitativo disponibile si potrebbero ospitare circa trecentomila nuovi cittadini invertendo il drammatico calo demografico a cui le aree interne sono condannate, oltre a produrre con opere e adeguamenti due miliardi di giro di affari nel settore dell’urbanistica rigenerativa. Considerato anche il ritorno di alcuni giovani all’agricoltura e l’exploit di prodotti di eccellenza italiana sul mercato nazionale, si potrebbe puntare su una economia della bellezza, che già in Italia produce un euro su sei del fatturato nazionale. In una proiezione futura si potrebbe sviluppare per l’Italia dei borghi sotto i cinqumila abitanti un fatturato aggiuntivo di 1,6 miliardi di quasi trentamila unità di lavoro. Per quanto riguarda invece il terzo obiettivo, legato all’offerta turistica, si vuole sottolineare la necessità di fare rete, virtual e fisica, online e sul territorio, grazie al potenziamento della banda larga e al potenzialmente del legame con gli operatori nel settore. Si potrebbe quindi generare una ricchezza aggiuntiva che produrrà ulteriore qualità per il borgo e per l’impresa turistica.

e territori Legambiente è un’associazione nata nel 1980: il suo tratto distintivo è stato sempre l’ambientalismo scientifico, la scelta, cioè, di fondare ogni iniziativa per la difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici. Questo, assieme all’attenzione costante per i temi dell’educazione e della formazione dei cittadini, ha garantito il profondo radicamento di Legambiente nella società, fino a farne l’organizzazione ambientalista con la diffusione più capillare sul territorio: oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno partecipano ai nostri campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali.15

Una tra le iniziative e proposte progettuali di Legambiente è “tre policy per borghi e territori”, tre obiettivi che permetterebbero ai borghi di essere messi al centro del rilancio del sistema del Paese. Ilprogetto si concentra su tre opportunità: quella residenziale, quella agricola e quella turistica,per contrastare, secondo criteri di economia circolare, l’invecchiamento, lo spopolamento e la denatalità di ampia parte del territorio.

15 https://www.legambiente.it/legambiente/chi-siamo

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PlaceUP Borghi Piattaforma Reloaded online per il Mappa Borghi recupero degli immobili

Slowfunding Crowdfunding per il recupero degli immobili

Made in Italy Piattaforma online

Borghi del cuore Piattaforma online

Viaggiare per borghi Piattaforma online

Welfare che impresa! Bando Progetto riqualifica borghi

Passaborgo Piattaforma online

Arcipelago Italia

Fondazione Cariplo Progetto Attiv-aree

Legambiente tre policy per borghi e territori

Associazioni e Piattaforme digitali

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3.1 Modelli di riattivazione In Italia troviamo un vasto panorama di progetti ed esperienze di valorizazione e riattivazione di piccoli centri, che si differenziano in: - Progetti “site specific” cioè pensati ed inseriti in un preciso luogo, facendo riferimento all’identità nelle sue molteplici sfacettature (storica, architettonica, culturale, spaziale) - Progetti “diffusi” da parte di enti terzi che puntano sulla creazione di reti di relazioni tra i borghi. Gli enti che si occupano attualmente di valorizzazione dei borghi sono: - Associazione “Borghi più belli d’Italia” - Associazione “Borghi Autentici” - BORGHI Srl - UNPLI con il progetto “Aperto per ferie” - Il gruppo Touring Club italiano I casi analizzati sintetizzano alcuni approcci ricorrenti che fanno riferimento alle loro finalità:

di Ospitalità Diffusa al cui interno possiamo trovare anche altre formule: le Case Albergo, il Residence Diffuso, il Villaggio Albergo, il Paese Albergo. 2_Finalità culturali, formative, artistiche Questa tipologia di iniziative ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo di attività legate alla cultura, alle arti e all’intrattenimento promuovendo le attività di produzione artigianale e di formazione professionale e/o artistica in diversi ambiti. Viene riutilizzato il patrimonio abitativo per produzioni culturali, sperimentazioni artistiche, attività legate a stage e formazione, con il supporto di artisti emergenti, o personalità legate alla ricerca e alla cultura. L’idea che sta alla base è il “baratto” tra la comunità locale che offre l’accoglienza, e artisti (o altri) che realizzano opere, eventi o attività artistiche e culturali per il territorio e la comunità.

1_Finalità turistico/immobiliari Questa tipologia rappresenta la più diffusa in Italia e risponde ad una domanda crescente connessa a nuovi stili di vita e sopprattutto a nuove forme di esperienza di viaggio e/o residenzialità. Le iniziative più numerose sono quelle degli Alberghi Diffusi (a metà tra la casa e l’albergo) che dagli anni ‘80 rimandano alla categoria più ampia

3_Finalità produttive Questa categoria di iniziative si caratterizza per “l’utilizzo” di borghi e contesti storici e/o paesaggistici di particolare valenza per la localizzazione di attività manifatturiere, formative o di ricerca/innovazione. Le iniziative di valorizzazione puntano a

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rafforzare il brand delle aziende coinvolte e dei territori in cui sono localizzate contribuendo alla diffusione di un nuovo concept di Made in Italy, tra Tradizione e Innovazione.

tessuti urbani problematici, non intaccano il territorio e al contempo sono buoni stimoli e sproni per poter attivare progetti più allargati e permanenti, che potrebbero essere messi in atto in un secondo momento. Questa tipologia di iniziativa sociale, inoltre, coinvolge diversi soggetti, tra cui architetti, abitanti dei luoghi e turisti curiosi di intraprendere esperienze comunitarie condividendo i propri saperi, le proprie abilità, e allo stesso tempo di assorbire le tradizioni e le culture dei luoghi un tempo abbandonati. Con questa azione la comunità si sente di nuovo partecipe della rigenerazione del proprio luogo del vivere, torna ad essere pro-attiva e interessata alle dinamiche positive della ri-valorizzazione dei territori. L’idea che sta alla base di queste tipologie, quindi, è il “baratto” tra la comunità locale che offre l’accoglienza e si rende aperta ad una partecipazione attiva e condivisa, e artisti (o altri) che realizzano opere, eventi o attività artistiche e culturali per il territorio e per la comunità.

4_Finalità sociali Questa tipologia di iniziative ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo di azioni legate alla cultura, alle arti e all’intrattenimento promuovendo le attività di produzione artigianale e di formazione professionale e/o artistica in diversi ambiti. Viene riutilizzato il patrimonio abitativo per produzioni culturali, sperimentazioni artistiche, attività legate a stage e formazione con il supporto di artisti emergenti o personalità legate alla ricerca e alla cultura. Alcune tra le sperimentazioni legate a tipologie di iniziative sociali si riconducono all’autocostruzione, basata sulla promozione di attività partecipative che consolidano le comunità, rendendole pro-attive e maggiormente integrate nella società. Tali sperimentazioni sono un ottimo punto di partenza per la rigenerazione di piccoli centri, in quanto costituiscono una vera e propria “miccia” per una valorizzazione di luoghi che hanno perso la loro centralità e la loro identità. Sono azioni poco invasive, che si adattano ai

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SANTO STEFANO DI SESSANIO

intenzione si è potuta rilanciare l’economia del piccolo centro. L’attività turistica promossa ha prodotto posti di lavoro nuovi e riattivato anche il settore commerciale del borgo, attirando nuovi flussi di abitanti. Questa prima iniziativa ha innescato l’istituzione di una società, la Sextantio Srl, che si occupa della promozione di altri alberghi diffusi. E’ stata costituita nel 1999 dall’unico socio Daniele Kihlgren: la pianificazione delle attività e delle risorse ha sottolineato la necessità di dare forza alla governance, di creare una struttura aziendale in grado di gestire le varie iniziative e di mantenere inalterato il rapporto tra il capitale proprio e il capitale di terzi. Nonostante il borgo abbia ritrovato un benessere economico grazie a posti nuovi di lavoro, che hanno portato ad una diminuzione del tasso di disoccupazione del 50% e un miglioramento della qualità della vita, il flusso nuovo turistico ha però apportato un’artificialità del luogo mai appartenuta in precedenza. Nonostante ciò, il turismo di massa non è sempre da considerarsi un fenomeno prettamente negativo, in quanto può essere misurato anche come un attivatore di opportunità sia a livello turistico, sia a livello culturale ed economico, sempre nel rispetto e nel riguardo del luogo.1

LUOGO

Santo Stefano di Sessanio - Aquila - Abruzzo CRONOLOGIA

Inizio attività 1999 NUMERO DI ABITANTI

128 abitanti

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità turistico/immobiliare - Progetto case a 1 euro PROBLEMATICHE

Santo Stefano di Sessanio è un borghetto medievale che ha contato, fino al 1999, centoventuno abitanti. La situazione si capovolse con Daniel Kihlgren che decise di comprare un quinto delle case in pietra diroccate e abbandonate, per risistemarle ad albergo diffuso. STRATEGIE E GESTIONE

L’albergo diffuso non è stata solo un’importante occasione per il turismo, ma anche una possibilità concreta per recuperare un ingente patrimonio abitativo in stato di abbandono: grazie a questa

1

http://santostefano.sextantio.it/it/

http://borghipiubelliditalia.it/project/santo-stefano-di-sessanio

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Immagine 1 Veduta di Santo Stefano di Sessanio

Immagine 2 “Sextantio”, albergo diffuso

Immagine 3 Camera da letto “Sextantio”, albergo diffuso Fonte: http://santostefano.sextantio.it/it/

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GANGI

fatiscenti o pericolanti che caratterizzano il borgo, alla simbolica e modica cifra di un euro. Il comune di Gangi decide quindi di indire un bando attraverso il quale l’amministrazione comunale intende acquisire manifestazioni di interesse per l’acquisizione degli immobili indicati all’art. 2, finalizzate alla riqualificazione del centro storico con contestuale creazione di una rete turistico-ricettiva diffusa, o da utilizzare per finalità abitative. Obiettivo del Comune di Gangi è quindi quello di recuperare e valorizzare immobili siti nel centro storico per i quali i proprietari abbiano dimostrato e dimostrino la disponibilità alla cessione gratuita a favore di Agenzie e/o Società e privati disposti ad investire in un progetto complessivo di recupero e valorizzazione del centro storico. L’iniziativa sopra descritta, dunque, da stravagante diventa un’eco strepitosa che giunge su tutto il territorio nazionale ed internazionale, fino a farne menzione anche sul New York Times. Il borgo, con i suoi 7000 abitanti, è stato quindi sommerso di 2000 richieste provenienti da tutto il mondo: il paese, a poco a poco, ha riacquistato il suo splendore antico e ad oggi, oltre a ristrutturazioni fatte direttamente dal Comune, vanta di 108 case riassegnate, 60 a prezzo simbolico e 32 lotti in vendita.1

LUOGO

Gangi - Palermo - Sicilia CRONOLOGIA

Inizio attività 2015 NUMERO DI ABITANTI

6 677 abitanti

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità turistico/immobiliare - Progetto case a 1 euro PROBLEMATICHE

Il paese di Gangi è un antico borghetto siciliano. Esso sorge su un insediamento ellenico, arroccato sul Monte Barone, in cui si gode di un panorama, immerso nel verde, mozzafiato. Il suo centro storico, in seguito a una distruzione nel 1299 durante la guerra del Vespro, è stato ricostruito completamente nel 1300. STRATEGIE E GESTIONE

Diviene a Gangi operativa l’iniziativa “Case a un euro”, apparentemente bizzarra, ma fruttuosa: l’idea è quella di mettere in vendita le case

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https://casea1euro.it/gangi/


Immagine 4 Veduta di Gangi

Immagine 5 Scorcio di Gangi

Immagine 6 Interno di appartamento Fonte: https://casea1euro.it/gangi/

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COLLETTA DI CASTELBIANCO

il relax. Di questa sorta di “sistema crostaceo”, come lo definisce Giancarlo de Carlo, “da lungo tempo non rimaneva che il guscio di pietra, dal momento che gli ultimi abitanti se ne andarono, parecchi anni fa”.

LUOGO

Colletta di CAstelbianco - Savona - Liguria CRONOLOGIA

Inizio attività fine 1980

STRATEGIE E GESTIONE

L’intera operazione di recupero del borgo è stata condotta per iniziativa della Sivim (Società Imprenditoriale Sviluppo Iniziative Immobiliari) di Alessandria, che nel 1995 ha acquistato l’intero borgo per circa 2 milioni di dollari ed ha incaricato l’architetto De Carlo di redigere il progetto di trasformazione del borgo in un televillaggio. De carlo trasforma gli edifici in appartamenti di dimensione variabile in base alle esigenze. L’intero villaggio viene collegato con fibre ottiche. L’operazione però non è risultata del tutto rispettosa dell’esistente a causa delle integrazioni fatte per esigenze funzionali. Il centro, nonostante questo, è riuscito a diventare comunque simbolo dell’era digitale anche se ad oggi Colletta si sta trasformando, contrariamente alle aspettative dichiarate, in meta di villeggiatura per il weekend piuttosto che in una nuova comunità, non riuscendo in questo modo a vivere appieno il suo ruolo di televillaggio.1

NUMERO DI ABITANTI

321 abitanti

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità turistico/immobiliare - Borgo telemetico, Albergo diffuso PROBLEMATICHE

La frazione di Colletta di Castelbianco ha subito gravi danni a causa di un terremoto nel 1887, uno dei sismi più gravi per la Liguria. Ne è conseguito un totale, o quasi, abbandono e spopolamento del borgo, che rimase in uno stato di rudere fino a che non sono intervenuti un gruppo di imprenditori che, alla fine degli anni 80 hanno deciso di lanciarsi in un progetto di ristrutturazione, affidato all’architetto Giancarlo De Carlo. In questo borghetto medievale si ritrova la dimensione dell’uomo, si rallenta la frenesia della vita metropolitana e si assapora

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http://colletta.it/


Immagine 7 Veduta di Colletta di Castebianco

Immagine 8 Concept dei flussi

Immagine 9 Scorcio di Colletta di Castelbianco Fonte: http://colletta.it/

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FARM CULTURAL PARK

all’interno del cortile Bentivegna, in cui coagula un agglomerato di sette piccoli cortili, una kasba araba reinventata a centro permanente di arte contemporanea. La missione strategica dichiarata dagli ideatori quindi è proprio la promozione della crescita socio-culturale attraverso il recupero architettonico di Favara. Il territorio si trasforma così in un laboratorio di creatività, che aumenta la consapevolezza delle proprie potenzialità delle persone, e produce cultura. Questa iniziativa trasforma il Paese in una importante attrazione turistica. L’esperienza di Favara può considerarsi un modello urbanistico di avanguardia anche dal punto di vista del glocalismo (adattamento della globalizzazione alle realtà locali): anche se proiettata verso una prospettiva strategica globale, il progetto di Favara tende alla valorizzazione dell’identità e della realtà locale, della promozione sociale e della crescita culturale attraverso l’arte. L’approccio è sicuramente glocal: il recupero della dimensione sociale sta quindi alla base della strategia. Il paradosso sta a partire da questa esagerata spinta moderna verso la globalizzazione, che ha portato a un ritorno di attenzione alla dimensione locale: e la Farm è la prova che la globalizzazione e la valorizzazione del territorio nella sua dimensione locale possono convivere bene.1

LUOGO

Favara - Agrigento - Sicilia CRONOLOGIA

Inizio attività 2010 NUMERO DI ABITANTI

32 336 abitanti

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità culturali, formative, artistiche - Parco culturale PROBLEMATICHE

Favara, città in provincia di Agrigento, è conosciuta per la criminalità di antica matrice mafiosa, per l’arretratezza e per la mancanza di prospettive. Per lungo tempo è stata sotto i riflettori a causa del suo degrado, dei continui crolli del suo centro storico e del conseguente e progressivo svuotamento. STRATEGIE E GESTIONE

Il Farm Cultural Park è un’iniziativa privata che ha come obiettivo un progetto di riqualificazione che parta dal centro storico e in particolare

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https://www.farmculturalpark.com/


Immagine 10 Veduta aerea di Farm Cultural Park

Immagine 11 Museo delle persone, Favara

Immagine 12 Raft, Favara Fonte: https://www.farmculturalpark.com/

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BURGIO

delle campane, del vetro artistico, del ferro battuto e del legno. Negli anni sono stati organizzati corsi di formazione ceramica e da qui il progetto “La Ceramica Risvegliata”, (premiato da Federculture nel 2004) che ha dato vita a ben cinque nuove botteghe oggi attive e che ha permesso al comune di entrare nei 36 comuni dell’Associazione Nazionale della Ceramica. Il 10 aprile 2010 nell’antico convento accanto alla chiesa di Santa Maria è stato poi inaugurato il MUCEB, Museo della Ceramica di Burgio, in collaborazione con il museo del Palazzo Abatellis di Palermo. La Fondazione Cariplo ha finanziato il progetto di Circuito Turistico Locale gestito da una cooperativa di giovani: è stato restaurato un casello ferroviario per creare un punto d’accoglienza turistico. La cittadina punta anche sui prodotti biologici dell’agricoltura come le arance “Washington Navel”, l’olio extravergine d’oliva prodotto dalla varietà biancolilla e il pregiato tartufo di Burgio da poco scoperto. I cittadini offrono ospitalità, nelle case private o nei b&b, ai visitatori che vogliono rimanere più giorni per visitare la città e il territorio.1

LUOGO

Burgio - Agrigento - Sicilia CRONOLOGIA

Inizio attività 2003 NUMERO DI ABITANTI

2 640 abitanti

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità culturali, formative, artistiche - Borgo artigiano PROBLEMATICHE

L’antico borgo medievale stava scomparendo e con lui anche tutti i saperi e le tradizioni a causa di un forte calo demografico registrato dalla seconda metà del novecento in avanti. Il piccolo centro, inoltre, era da tempo sottovalutato a causa della costante presenza malavitosa in terra sicula. STRATEGIE E GESTIONE

Il progetto di sviluppo del borgo si è incentrato su rilancio di arte, artigianato locale ed enogastronomia. A Burgio è stato valorizzato l’artigianato artistico d’eccellenza della ceramica,

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http://www.lasicilia.it/news/viaggi/16818/burgio--arte--

tradizioni--artigianato-e-ambiente.html

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Immagine 13 Veduta di Burgio

Immagine 14 Scorcio di Burgio

Immagine 15 TipicitĂ e tradizioni Fonte: http://www.lasicilia.it

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BUSSANA VECCHIA

iniziativa di alcuni artisti ed artigiani che avevano scelto di diventare i suoi abitanti. Accogliendo l’idea dell’artista torinese Mario Giani fu creata la “Comunità Internazionale Artisti” i cui adepti lentamente cominciarono a restaurare le prime abitazioni affrontando tutte le difficoltà legate all’assenza di qualsiasi infrastruttura e servizio come fogne, acqua luce e gas. L’iniziativa, nata in maniera del tutto spontanea, andò negli anni crescendo e coinvolgendo un numero sempre maggiore di artisti di varia matrice e nazionalità. L’apertura di una trattoria e di una galleria in cui gli artisti iniziarono ad esporre e vendere le proprie creazioni determinò l’avvio di una nuova vitalità per il centro, che si trasformò in meta turistica. Gli abitanti dei primi tempi, quindi, decisero di abbandonarlo perchè si stava convertendo in mera meta turistica, privata quindi del suo spirito originario, piuttosto che conservare il proprio luogo di effettiva ricerca, sperimentazione e produzione innovativa. A questa problematica si somma quella del fenomeno speculativo immobiliare: a causa dell’incremento di artisti e artigiani, si viene a instaurare un mercato immobiliare vero e proprio. Per frenare questo fenomeno il Comune di Sanremo indice nel 1986 un concorso per Bussana, e vinse il progetto “città invisibili”.1

LUOGO

Bussana Vecchia - Imperia - Liguria CRONOLOGIA

Inizio attività 1960 NUMERO DI ABITANTI

32 336 abitanti

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità culturali, formative, artistiche - Borgo degli artisti PROBLEMATICHE

Nel 1887 un terremoto ha portato allo spopolamento del borgo e suoi abitanti che si sono trasferiti più a Sud. Il paese si è trovato in una situazione di completo abbandono, privo di infrastrutture urbane come acqua, corrente elettrica, telefono e fognature. STRATEGIE E GESTIONE

Il vecchio centro, ormai ridotto a un cumulo di macerie, rimase disabitato fino agli anni ‘60, quando si iniziò ad assistere a un processo spontaneo di rivalorizzazione che prese corpo grazie alla libera

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http://www.bussanavecchia.it/


Immagine 16 Veduta di Bussana Vecchia

Immagine 17 Scorcio di Bussana Vecchia

Immagine 18 Eventi di Bussana Fonte: http://www.bussanavecchia.it/

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SOLOMEO

Nel 1985 acquista il Castello diroccato del XIV secolo e ne fa la sede dell’azienda; nel 2000, dovendo adeguare le strutture produttive alle crescenti richieste del mercato, acquista e riadatta un opifici già esistenti ai piedi del borgo di Solomeo, evitando di costruirne di nuovi. La nuova costruzione del Foro delle Arti, con l’annessa Biblioteca Neoumanistica Aureliana, il Ginnasio, l’Anfiteatro e il Teatro, divengono il luogo deputato della cultura e dell’arte. Nasce in questo periodo la volontà, concretizzata nel 2012, di presentare l’impresa alla Borsa di Milano, e anche qui non si trattò solo dell’aspetto finanziario, perché Brunello vide nella più larga partecipazione alla sua attività d’imprenditore la possibilità di diffondere estesamente gli ideali di un capitalismo nuovo, un “Capitalismo Umanistico”. Nel 2013 nasce l’idea della “Scuola di Solomeo di Arti e Mestieri” dove l’artigianato viene conservato e tramandato, infine nel 2014 ad opera della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, viene presentato il Progetto per la Bellezza, con il quale si realizzano tre immensi parchi nella valle ai piedi del borgo di Solomeo (Parco agrario, Parco dell’Oratorio Laico e Parco dell’industria) recuperando parte del terreno già occupato da vecchi opifici in disuso a favore di alberi, frutteti e prati.1

LUOGO

Solomeo (Corciano) - Perugia - Umbria CRONOLOGIA

1982

NUMERO DI ABITANTI

436 abitanti

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità produttive

PROBLEMATICHE

Borgo in stato di abbandono. STRATEGIE E GESTIONE

Nel 1978 Brunello Cucinelli fonda una piccola impresa e stupisce il mercato con l’idea di colorare il cashmere. Fin da ragazzo, testimone delle sofferte vicende lavorative del padre e attento osservatore del mondo, sviluppa il sogno di un lavoro rispettoso della “dignità morale ed economica dell’uomo”. Così nel 1982 il giovane imprenditore e umanista, decide di trasferirsi a Solomeo che diventa oggetto dei suoi sogni e grande laboratorio di successi.

1

50

http://www.brunellocucinelli.com


Immagine 19 Veduta di Solomeo

Immagine 20 Brunello Cucinelli

Immagine 21 “Foro delle arti� Fonte: http://www.brunellocucinelli.com

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RICCIA

stretta simbiosi con le peculiari componenti naturalistiche, ambientali e culturali locali. Il progetto, finanziato con 1 milione e 600mila euro di fondi europei, coniuga ospitalità diffusa, assistenza ai più deboli e recupero del centro storico. La residenza diffusa del Borgo sarà realizzata nei cinque immobili acquistati e ristrutturati dal Comune e negli altri venti che l’amministrazione ha individuato, dove gli anziani ospiti potranno vivere in appartamenti nuovi e attrezzati, assistiti da personale specializzato. L’ex carcere verrà ristrutturato e trasformato in una Rsa e un centro diurno per malati di Alzheimer e sarà creata una ‘Collina del benessere’, per corsi di ginnastica dedicata dolce e mirata.1

LUOGO

Riccia -Campobasso - Molise CRONOLOGIA

Inizio attività e iniziative 2013 NUMERO DI ABITANTI

5 262 abitanti

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità sociali - Albergo diffuso, RSA diffusa PROBLEMATICHE

Il medievale centro storico di Riccia, attraversato da strette stradine e ripide scalinate in pietra ha subito negli anni un graduale abbandono che ha determinato un notevole numero di abitazioni vuote e in stato di degrado e un aumento dell’età media. STRATEGIE E GESTIONE

Il progetto prevede un innovativo sistema di accoglienza diffuso, specializzato nel turismo parasanitario, della salute e del benessere, che a specifiche attività di cura e di assistenza abbina servizi culturali e di intrattenimento, in

1

52

http://www.iborghisrl.it/new/?p=18178


Immagine 22 Veduta aerea di Riccia

Immagine 23 Donna in attivitĂ

Immagine 24 Piazza Fonte: http://www.iborghisrl.it

53


TORRI SUPERIORE

del vicino torrente Bevera.

LUOGO

STRATEGIE E GESTIONE

Torri superiore - Ventimiglia - Liguria

Nel 1989 è stata fondata l’Associazione Culturale Torri Superiore che ha subito iniziato le trattative per l’acquisto delle case lasciate in abbandono con lo scopo di restaurare e ripopolare il villaggio, di sostenere la creazione di una comunità residente, di contribuire alla creazione di un Ecovillaggio e di un centro culturale aperto al pubblico. Il villaggio è stato in gran parte restaurato seguendo principi ecologici e sostenibili ed è ora aperto all’ecoturismo, per corsi, incontri e programmi di educazione ambientale, ed offre anche una struttura ricettiva per soggiorni e vacanze. Vengono prodotti in loco molti alimenti seguendo il movimento della Permacultura, gli scarti vengono riciclati e viene incoraggiato l’uso del trasporto pubblico. Oltre all’Associazione culturale, le attività a Torri Superiore sono gestite anche dalla Società Cooperativa Ture Nirvane, fondata nel 1999, che gestisce le attività eco-turistiche e coordina il programma di corsi, seminari e delle altre attività culturali e dalla comunità residente, costituita da circa 20 persone (tra adulti e bambini) che vivono nell’ecovillaggio.1

CRONOLOGIA

Inizio attività 1990 NUMERO DI ABITANTI

20 abitanti

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità sociali - Ecovillaggio PROBLEMATICHE

Torri superiore è la frazione più alta del comune di Torri, un piccolo borgo medievale del XIII secolo, che nel corso del ‘900 fu gradualmente abbandonato da tutti gli abitanti, cadendo in preda al degrado e trasformandosi in un villaggio fantasma. Il villaggio medievale è composto da tre corpi principali, separati da due vicoli interni in parte coperti. Oltre 160 vani con soffitti a volta (a botte o a crociera) solo collegati da un intricato labirinto di scale e terrazzi. La pietra, la calce e la sabbia utilizzate per la costruzione erano di origine locale, e provenivano dalla valle o dal letto

1

54

http://www.torri-superiore.org


Immagine 25 Veduta di Torri Superiore

Immagine 26 Scorcio di Torri Superiore

Immagine 27 Corte Fonte: http://www.torri-superiore.org

55


RIACE

sociale Città Futura. All’ingresso del borgo si legge: “Riace, paese dell’accoglienza”. Il centro storico è stato rivitalizzato da elementi colorati e murales, che segnalano i luoghi della socialità: l’anfiteatro, il centro ricreativo e il parco attrezzato per bambini. Addentrandosi tra i vicoli, un murales azzurro con la scritta “Dove vanno le nuvole?” dà accesso al Villaggio Globale, una porzione di città che rappresenta il cuore pulsante del progetto sociale, promosso nel corso degli anni da Città Futura. La riqualificazione di case abbandonate ha permesso l’insediamento degli immigrati e con l’utilizzo di fondi pubblici sono nati laboratori, progetti e nuove forme di welfare mix, capaci di coinvolgere in prima persona anche i privati. I cittadini immigrati utilizzano il “pocket money” giornaliero attraverso una moneta complementare, che permette loro di far spese esclusivamente dai commercianti riacesi, e al commercio di sopravvivere alla crisi economica. A Riace, tradizioni italiane e culture straniere si intrecciano tra le vie della città, dove anziani e immigrati (quasi 500) convivono senza frizioni.1

LUOGO

Riace - Reggio Calabria - Calabria CRONOLOGIA

Inizio attività 1998 NUMERO DI ABITANTI

2 343 abitanti

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità sociali - Integrazione dei migranti PROBLEMATICHE

L’antico centro di Riace ha subito negli anni ‘80 e ‘90 un grande flusso migratorio da parte della popolazione locale che abbandonava il paese alla ricerca di migliori condizioni di vita nelle città del nord Italia. Di conseguenza sono state abbandonate case e sono state chiuse molte attività commerciali. STRATEGIE E GESTIONE

Nel 1998 a seguito di uno sbarco avvenuto sulle coste a 7 km dal centro di Riace, che contava circa 300 persone arrivate da Iraq e Turchia, il Sindaco Domenico Lucano decise di avviare il progetto

1

56

https://www.riacecittafutura.org


Immagine 28 Veduta di Riace

Immagine 29 AttivitĂ integrative a Riace

Immagine 30 Scorcio a Riace Fonte: https://www.riacecittafutura.org

57


58


2 OLIENA E IL SUO TERRITORIO

59


1.2 Il fenomeno dello spopolamento La periferizzazione del centro

ETIMOLOGIA DEL TERMINE Lo spopolamento, letteramente forte diminuzione della densità della popolazione di una determinata zona conseguente a radicali mutamenti socioeconomici1, è oggi oggetto di studio e interpretazione di architetti, urbanisti, sociologi, poeti letterati e molto altro. E oggi più che mai è un tema che tocca un’elevatissima percentuale di Comuni italiani, tra cui anche la Sardegna, in particolar modo l’entroterra sardo. “OCCORRE

restare immutate, il destino dell’isola è quello di diventare una sorta di meraviglioso spazio desertico, con la più bassa densità abitativa in Europa. Secondo uno studio del “Sardinia socioeconomic observatory” entro il 2080 in Sardegna ci sarà solo un milione di residenti, un calo demografico del 34 per cento. In questo quadro, nel 2008 nasce un collettivo di architettura, Sardarch, avente l’obiettivo di essere una piattaforma TRACCIARE virtuale di discussione UN NUOVO PERCORSO intorno all’urbanistica e SPOPOLAMENTO IN CHE ESCA DALLE alle trasformazioni sociali SARDEGNA REALTÀ ACCADEMICHE E in Sardegna. Il collettivo La popolazione sarda ISTITUZIONALI, PER CREARE nasce con lo scopo di cala anno dopo anno e 31 sensibilizzare incrementando UNA CONSAPEVOLEZZA comuni, soprattutto nelle la consapevolezza diffusa DIFFUSA DEL FENOMENO aree interne dell’isola, attorno al fenomeno dello rischiano di scomparire E COINVOLGERE LA spopolamento, promuovendo nel giro di pochi decenni. SOCIETÀ CIVILE” discussioni concrete sul La dinamica è la stessa ovunque, tema partendo dai contributi gli elementi non cambiano, di sociologi, architetti, muta solo il paesaggio: muoiono più abitanti antropologi, artisti e storici. Una sorta di di quanti ne nascano, i giovani se ne vanno e i istantanea della Sardegna contemporanea a servizi essenziali vengono ridotti all’osso. La partire dall’analisi di 31 comuni con meno Sardegna ha poi il record nazionale di culle vuote, di 1000 abitanti “a tempo determinato”, che il tasso di fertilità è il più basso in Italia: appena si prevede scompariranno entro 60 anni. 1,07 figli per donna. Se le dinamiche dovessero Quello dello spopolamento è uno dei

1

Dizionario Treccani

60


LO SPOPOLAMENTO A OLIENA Il centro Sardegna continua inesorabile il suo spopolamento. Un calo continuo, dal quale non è assolutamente immune Nuoro, il capoluogo barbaricino, nè tantomeno i comuni ad esso limitrofi, tra cui anche Oliena, oggetto di studio. Le variazioni demografiche sono piccole ma tutte negative, così che nell’ultimo ventennio la città di Nuoro ha visto scomparire oltre duemila residenti. A Oliena, in poco meno di vent’anni, la popolazione si è ridotta di quasi trecento unità (cfr. grafico pag. 68). Il tentativo per arginare questo drammatico spopolamento è quello di ripensare e potenziare le azioni per invertire la rotta e arginare il fenomeno: servirà quindi un maggiore sforzo per mettere in campo politiche in grado di dare sostegno a una popolazione sempre più anziana e quindi con esigenze particolari2: in questo senso, Oliena rientra tra le quindici blue zone, l’indice di invecchiamento è dunque altissimo (cfr. grafico pag. 70). Ad andarsene sono soprattutto i giovani in quanto a Oliena mancano alcuni tra i più importanti servizi: prediligono quindi poli urbani più attivi e contemporanei, come Nuoro.

drammi più laceranti e meno raccontati della società contemporanea, in varie parti del mondo occidentale: nella Sardegna di oggi è, “semplicemente”, tutto più plasticamente evidente che altrove. I comuni che in Sardegna rischiano di diventare in pochi anni “paesi fantasma” sono più di trenta, ma il calo demografico marcato riguarda centinaia di comuni e la tendenza è in atto da decenni. Il cosiddetto “effetto ciambella” non è una novità, infatti, per la Sardegna. Se ne parla da decenni, ma purtroppo per troppo tempo le politiche nazionali e regionali non hanno considerato il dato demografico che descrive da tempo chiaramente una situazione in rapida evoluzione verso uno scenario che non svuota solo i comuni dell’interno a vantaggio dei pochi poli urbani, ma lascia alla Sardegna una popolazione sempre più anziana. Il coinvolgimento del territorio potrebbe essere una delle soluzioni per affrontare questa problematica: il territorio che si sta spopolando ha un patrimonio di storia, paesaggi, cultura, tradizioni comune a tutta la Sardegna e rappresenta una ricchezza troppo importante per l’intera comunità perchè ci si permetta di perderla senza avviare un ragionamento che ambisca alla sua immediata valorizzazione.

http://www.tottusinpari.it/2010/05/25/inesorabilmentecontinua-lo-spopolamento-dei-paesi-della-sardegna-centrale/

2

61


TERRITORIO Sardegna

Superficie:

24.100,02 Km

2

Densità:

68,8 Km 2

Lunghezza costa:

1.849 Km

Curatorias:

Consumo di suolo nel 2017:

Unione dei Comuni:

Rete ferroviaria:

Comunità montane:

Strade:

Città e rete metropolitana:

27% 4%

2

Numero di Comuni:

377 Km

Suolo urbanizzato sulla costa:

1.038 Km 5.942

2

Indice vecchiaia:

Indice mortalità:

180.7

10 x 1000 ab

56 40

3 2

Indice nascita:

6,7 x 1000 ab.

Fonte dati: http://www.sardegnastatistiche.it/

62


ANDAMENTO ABITANTI numero abitanti dal 1844 al 2017 - Dati Istat

1.276.023 885.467

795.793

554.253

1844

1871

1891

795.793

554.253

1921

1.276.023

1.648.176

1.473.800

1951

885.467

POPOLAZIONE dati al 2017

ECONOMIA

1844

1.648.176

1.473.800

1871

1891

1921

1951

1971

1991

2016 Principale settore economico:

2017

1971

2017

1991

3.138

STRANIERI residenti al 10 gennaio 2018

1861

50,9% Uomini

63

49,1%

2002

0-19 anni

numero addetti:

15,8%

294 992

20-69 anni

67,9%

Reddito procapite:

16.381 â‚Ź

+ 70 anni

16,3%

Italia

Europa Apolidi

Africa

America

Asia Oceania

Indice di popolazione straniera: 3,3% Fonte dati: https://www.istat.it/

1.276.023

1871

1891

1.648.176

1.473.800

885.467

1921

1921

71

64

142.986

1844

1901

4.502

85

74

Imprese attive:

795.793

1881

4.169

Donne

Terziario

554.253

3.665

3.138

1951

1971

1991

1861

2017

63

3.665

1881

4.169

1901

1921

1951

1971

7.724

7.018

1991

2017

85

74

71

64

63

7.033

6.030

4.502

62

64

68

78

79

53

52

76

65 46

51

89

62

64

2004

2006

46

2008


EPISODI DI SPOPOLAMENTO

Assenza di episodi Singoli episodi Continuato Continuato ripetuto Continuato reiterato

Assenza di episodi Assenza di episodi Singoli episodi Singoli episodi

Continuato Continuato

Continuato ripetuto Continuato ripetuto

Continuato reiterato Continuato reiterato

Fonte dati: http://www.agenziacoesione.gov.it/ 64


QUOTA OVER65 SU POPOLAZIONE TOTALE NEL 2011 - CENTRI 01 < = 10% 02 10% / 15% 01 <= 10%

01 < -50%

03 15% / 20% 02 10% / 15%

02 - 50% / -25%

03 15% / 20%

03 - 25% / -10%

04 20% / 25%

04 - 10% / -5%

05 25% / 30%

05 -5% / -0%

04 20% / 25% 05 25% / 30% 06 > = 30%

06 >= 30%

06

0% / +5%

Aree interne

07

+5% / +10%

08

+10% / +25%

09

+25% / +50%

10

> +30%

Aree Interne

VARIAZIONE PERCENTUALE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE 1971-2011 - CENTRI

Aree interne

01 < -50% 02 -50% / -25% 03 -25% / -10% 04 -10% / -5%

01 <= 10%

01 < -50%

02 10% / 15%

02 - 50% / -25%

03 15% / 20%

03 - 25% / -10%

04 20% / 25%

04 - 10% / -5%

05 25% / 30%

05 -5% / -0%

06 >= 30%

06

Aree interne

07

05 -5% / -0% 06 0% / +5% 07 +5% / +10% 0% / +5%

08+5% +10% / +25% / +10% / +25%/ +50% 09+10% +25%

08 09

+25% / +50%

10

> +30%

10 > +30% Aree Interne

Aree interne

Fonte dati: http://www.agenziacoesione.gov.it/ 65


TERRITORIO Oliena

SERVIZI Superficie:

165,74 Km

2

DensitĂ :

42,9 ab/Km

Scuole (materna, elementari, medie)

Centro Anziani

UniversitĂ

Ufficio Postale

Ospedale

Assenza di ep

Commissariato

2

Singoli episod Continuato

Banca

Protezione Civile

Servizi Alberghieri

Continuato ri

Continuato re

Farmacia

Cimitero

Noleggio

POPOLAZIONE andamento abitanti dal 1861 al 2017

3.138

1861

3.665

1881

4.169

1901

6.030

4.502

1921

1951

7.033

1971

7.724

7.018

1991

2017

Fonte dati: http://www.sardegnastatistiche.it/

66


1.276.023 554.253

1844

1871

1.648.176

1.473.800

885.467

795.793

1891

1921

3.1

1951

1971

1991

186

2017

POPOLAZIONE Nel cerchio esterno i dati al 2017, nel cerchio interno quelli al 2002

2002 Donne

50,7% Uomini

49,3% 1.276.023 795.793

554.253

1844

1871

1891

2002

2017 Donne

0-19 anni

51% Uomini

20-69 anni

20-69 anni

+ 70 anni

+ 70 anni

1921

3.138

1951

1971

1991

1861

2017

3.665

1881

200

67,9%

11,5%

885.467

63

15,8%

66%

49%

74

0-19 anni

22,5%

1.648.176

1.473.800

2017

16,3% 4.169

1901

7.033

6.030

4.502

1921

1951

1971

7.724

7.018

1991

2017

STRANIERI residenti a Oliena al 10 gennaio 2016

85

74

71

64

63

2002

Italia

Europa

Africa

Asia

America

Oceania

62

64

2004

2006

68

78

76

89

65 46

2008

2010

53

52

51

2012

2014

2016

Apolidi

Indice di popolazione straniera: 1,0%

Fonte dati: https://www.istat.it/

67

79

35 2018


3.665

3.138

4.169

6.030

4.502

7.018

7.724

7.033

OLIENA E’ BLUE ZONE

ECONOMIA 1861

1881

1861

1901

2017

Principale settore economico:

1921

1951

La1991 “Restricted Blue 2017 Zone” (RBZ) in Sardegna è costituita da 15 comuni localizzati nella zona centro orientale dell’Isola. Essa è caratterizzata da un’alta presenza di centenari (90 tra i nati tra il 1880 e il 1900).

1971

Principale settore economico:

Agricoltura

Pastorizia

Imprese attive:

362

*

Numero addetti:

660

“Oliena è il paese più ricco di tutta la Barbagia” La Nuova Sardegna, 21 aprile 2015

Reddito procapite:

14.000 €* DINAMICA DEMOGRAFICA movimento naturale della popolazione dal 2002 al 2018 85

74

71

64

63

2002

62

2004

64

2006

68

78

79

53

52

51

2012

2014

2016

76

89

65 46

2008

2010

Decessi

35 2018

Fonte dati: https://www.istat.it/

Nascite

68


storico LOCentro SPOPOLAMENTO dovuto al travaso di popolazione dal centro storico verso la nuova area di espansione Periferia

Travaso popolazione verso la nuova area di espansione

Svuotamento del centro storico

abitanti

7000 5000 3000

Centro storico Abitanti Periferia

1860

1846

1891

1900

1920

1950

1971

1980

2000

2010

Anni

2018

anni

travaso della popolazione verso la nuova area di espansione Travaso popolazione verso la nuova area di espansione svuotamento del storico centro storico Svuotamento del centro

7000 5000 3000 Abitanti

Grafico - travaso popolazione dal centro alla periferia 1846

1860

1891

1900

Anni

69

1920

1950

1971

1980

2000

2010


LO SPOPOLAMENTO CON GLI OCCHI sue fotografie sono state stampate in grande DI UN FOTOGRAFO formato e poi affisse in tre ambiti specifici del Durante una ricerca promossa dalla Fondazione paese, trasformando i luoghi in veri e propri Sardegna, il fotografo Vassallo Gianluca spazi di critica consensuale, di riflessione, interpreta il tema dell’ineluttabilità del destino e il condivisione e negazione. Tutto questo per fenomeno dello spopolamento tramite una serie sensibilizzare studiosi e interessati all’argomento, di immagini altamente suggestive che, forse, in al fatto che il fenomeno dello spopolamento un certo qual modo, parlano più di tante parole. stia letteralmente attraversando la Sardegna, in Sono infatti scatti di sguardi cui popolazioni intere si di uomini e donne abitanti “SENZA DOLORE NON ESISTE spostano dall’entroterra in di quei luoghi abbandonati, L’ARTISTA. GIANLUCA VASSALLO quanto considerato senza scatti di situazioni di vita alcuna qualità insediativa COMBATTE LA RASSEGNAZIONE quotidiana che raccontano e risorsa economica, verso ALTRUI CON INIEZIONI DI RABBIA. la loro difficoltà di fronte la costa, verso spazi di a queste dinamiche. La CON LA SUA RABBIA INCENTIVA vita che paiono essere raccolta di foto fa parte LA RABBIA DEGLI ALTRI” migliori, o addirittura di “Le città invisibili”, una uscendo dalla Sardegna. Italo Calvino, Le città invisibili,1972 delle sue ultime opere, vera e propria istantanea dello spopolamento in Sardegna.3 Il suo è stato un vero e proprio viaggio di incontro con quelle persone “a rischio d’estinzione” insieme alla sparizione dei loro paesini natali. Vassallo con questa opera provocatoria intende sensibilizzare l’occhio dell’osservatore di fronte al problema dello spopolamento che non possiamo ignorare, e soprattutto non tentare di marginarlo nel migliore dei modi possibili. Le immagini derivanti dalle

http://www.abitare.it/it/habitat/landascapedesign/2017/03/05/gianluca-vassallo-sardegna-ricerca/

3

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Immagine 41: fotografia scattata da Gianluca Vassallo - progetto “Le città invisibili” Fonte: google immagini.it

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Immagine 42: fotografia scattata da Gianluca Vassallo - progetto “Le città invisibili” Fonte: google immagini.it

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Immagine 43: fotografia scattata da Gianluca Vassallo - progetto “Le città invisibili” Fonte: google immagini.it

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2.2 Le connessioni L’INFRASTRUTTURA DELL’ISOLA La progettazione delle reti infrastrutturali La Sardegna è costituita da una popolazione non ha avuto poi un obiettivo legato alla di sole 1.650.000 persone nonostante la pianificazione unitaria del territorio; essa si è bensì sua estensione territoriale sia di 24.090 basata su esigenze prettamente settorializzate km²: questo fa sì che la densità residenziale e questo ha portato a inevitabili squilibri viari. 5 (69 ab/km²) sia tra le più basse in Italia e La rete stradale è organizzata inoltre in tre direttrici risulta molto inferiore alla media nazionale che attraversano la Sardegna: a occidente (oggi (191 ab/km²), tanto che S.S. n. 131), centralmente appare difficile porla a attraverso le zone interne, “ARRIVANDO A OGNI NUOVA CITTÀ confronto con il resto e sulla costa orientale IL VIAGGIATORE RITROVA UN SUO delle regioni italiane. La (attuale S.S. n. 125). Questi Sardegna si è formata PASSATO CHE NON SAPEVA PIÙ itinerari erano, e sono, anticamente e non consta D’AVERE: L’ESTRANEITÀ DI CIÒ CHE collegati a sud e a nord ad di elevati rilievi montuosi: NON SEI PIÙ O NON POSSIEDI PIÙ itinerari vicini alla costa. nonostante ciò, essi Il percorso occidentale T’ASPETTA AL VARCO NEI LUOGHI Cagliari-Oristano-Sassarirappresentano comunque l’82% del territorio. 4 ESTRANEI E NON POSSEDUTI” Porto Torres, attualmente Tale morfologia ha portato Italo Calvino, Le città invisibili,1972 servito dalla S.S. 131, ha allo sviluppo di un sistema ruolo di asse portante: dei trasporti distribuito questa linea definisce in maniera uniforme: è il cosiddetto corridoio tuttora prevalente, inoltre, una concentrazione plurimodale Sardegna-Continente, produttiva di tipo industriale e terziario in insieme alla dorsale ferroviaria FF.SS, agli pochi poli forti, a differenza delle aree interne aeroporti di Cagliari e Sassari e ai porti.6 che risultano essere in condizioni di forte Infine, a partire dagli anni ‘60, conseguentemente segregazione. Da queste dinamiche nascono allo sviluppo settoriale del nord Oriente inevitabilmente fenomeni di e alla volontà di ridurre l’isolamento del trasporto anche a lunga distanza. nuorese, l’itinerario è stato integrato con un

4

http://archivio.ingegneri-ca.net/documenti/informazione/ info99-b.pdf

http://people.unica.it/mauroconi/files/2011/10/coni47full

5

6

74

cfr mappatura 1 - Analisi infrastrutturale Sardegna


ramo fondamentale, che ha posto in rapida comunicazione i porti e gli aeroporti di OlbiaGolfo degli aranci con il corridoio plurimodale. Permane comunque ancora oggi un vasto “buco nero”7 nel centro-meridione sardo.

Ciò legittima in gran parte lo scarso sviluppo socio economico della Sardegna. Questa situazione non potrà che portare conseguenze negative sulle politiche di sviluppo, anche a causa di un disegno di rete che sostanzialmente isola vaste porzioni di territorio e che le più nuove realizzazioni non hanno cambiato ma al contrario hanno rafforzato i soli corridoi stradali già forti. Si constata che anche sotto questo punto di vista la rete sia fortemente sotto utilizzata rispetto alle medie italiane, a causa della densità scarsa della popolazione residente. La questione principale attuale riguarda la necessità di impartire ad alcuni assi, oggi trascurati e baricentrici alle aree interne, caratteristiche di progetto tali da garantire più alte velocità di percorrenza. Queste sono estremamente basse, minori di 40-45 km/h. Detto in maniera semplice, non sono necessarie nuove strade ma strade con standard migliori. La questione decisiva per il riequilibrio territoriale è poi il recupero delle aree interne. L’infinita e quasi cronica arretratezza di queste aree è infatti, almeno in gran parte, causata dalla loro perifericità e dalla scarsa accessibilità.9 Pertanto un insieme di interventi diffusi sulla rete interna potrebbe far riutilizzare questi territori verso uno sviluppo economico basato sulla valorizzazione delle risorse artigianali, culturali, naturali e agricole. La soluzione

UN’INFRASTRUTTURA LACUNOSA La rete stradale regionale è di 8.454 km, composta da 3.002 km di strade statali e 5.452 km di strade provinciali. Non sono presenti tronchi autostradali; è tuttavia previsto che la S.S. 131 possa essere catalogata come tale, dando in tal modo alla Sardegna un tronco autostradale di 230 km.8 La copertura territoriale delle infrastrutture sarde è limitata rispetto alla media nazionale, ecco perchè gli indici utilizzati per la rete sarda non sono confrontabili in maniera diretta con quelli medi nazionali.Il risultato si commenta da sè: la densità della rete statale e provinciale sarda è meno della metà di quella media nazionale. I movimenti turistici rivolti alla regione rapportati all’estensione della rete, sottolineano valori inferiori rispetto a quello medio nazionale, mentre se il dato viene confrontato con i residenti, si riscontrano valori prossimi a quelli medi nazionali. Per quanto riguarda la rete viaria della regione Sardegna, si osserva che non raggiunge il 50% della media nazionale.

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cfr mappatura - Buchi neri

8

ibidem

9

75

cfr mappatura - lacune di accessibilità


* Come raggiungere Oliena

PORTO TORRES

Bus

Cagliari -- Oliena 190 Km (04:10 h) Arbatax -- Oliena 92 Km (04:43 h) Tortolì -- Oliena 87 Km (02:08 h) Olbia -- Oliena 102 Km (03:45 h) Porto Torres -- Oliena 152 Km (04:41 h) Alghero -- Oliena 164 Km (04:43 h) Nuoro -- Oliena 9,8 Km (00:18 h)

OLBIA

PORTO TORRES

OLBIA

Sassari

ALGHERO

ALGHERO

GOLFO DEGLI ARANCI GOLFO DEGLI ARANCI

Sassari

NUORO OLIENA NUORO

Macomer

Treno

OLIENA

Macomer

Cagliari -- Oliena 190 Km Arbatax -- Oliena 92 Km Tortolì -- Oliena 87 Km Olbia -- Oliena 102 Km Porto Torres -- Oliena 152 Km Alghero -- Oliena 164 Km Nuoro -- Oliena 9,8 Km

ARBATAX

Oristano Oristano

TORTOLI’

Auto

Arbatax -- Oliena 92 Km (01:20 h) Tortolì -- Oliena 87 Km (01:13 h) Golfo degli aranci -- Oliena 115 Km (01:23 h) Olbia -- Oliena 102 Km (01:16 h) Porto Torres -- Oliena 152 Km (01:43 h) Alghero -- Oliena 164 Km (01:54 h) Nuoro -- Oliena 9,8 Km (00:15 h)

ARBATAX

TORTOLI’

Iglesias Iglesias

CAGLIARI

Carbonia Carbonia

CAGLIARI

Legenda Traiettoria transardinia (virtuale) Traiettoria autobus (virtuale) Linea ferroviaria Strada provinciale

50 Km

0

100 Km

Fonte: http://www.sardegnageoportale.it 50 Km 0

N 100 Km

N

Mappatura - analisi infrastrutturale Sardegna Fonte: http://www.sardegnageoportale.it

Fonte: http://www.sardegnaterritorio.it

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TEMPIO

PORTO TORRES

SASSARI

GOLFO DEGLI ARANCI

OLBIA

PORTO TORRES

OLBIA

Sassari

ALGHERO

OZIERI

ALGHERO

NUORO MACOMER ABBASANTA

Oliena

Macomer

NUORO OLIENA

SORGONO ORISTANO LANUSEI

Oristano

TORTOLI’

ISILI

ARBATAX TORTOLI’

SENORBI

IGLESIAS

Iglesias CARBONIA

CAGLIARI

CAGLIARI

Carbonia

Legenda Buchi neri Strade principali Province

50 Km

0

100 Km

N

Mappatura - Lacune di accessibilità Sardegna Fonte: http://www.sardegnageoportale.it Fonte: http://people.unica.it/mauroconi/files/2011/10/coni47full.pdf (pag 23) 77


a questo problema avviene anche tramite: - lo smantellamento del forte disagio di queste aree - la generazione di canali di comunicazione capaci di garantire una struttura viaria reticolare che sia da riferimento per i servizi degli insediamenti minori - la creazione di una rete di percorsi turistici nelle aree interne, per mettere in luce le notevoli risorse ambientali e culturali locali. Altro grande nodo da risolvere è l’accessibilità alle zone turistiche e lo scambio tra i territori montani e la costa. Il potenziamento e la ricostruzione di una rete più articolata e fitta potrebbe così essere il presupposto per integrare le risorse tipiche delle aree interne con quelle localizzate sulla costa e favorire gli spostamenti turistici. In termini di infrastruttura, ciò significa che se è utile consentire un accesso agevole ai territori di pregio, è altrettanto rilevante prestare attenzione alle conseguenze negative che potrebbero derivare da una infrastrutturazione poco attenta all’ambiente e alla sostenibilità. L’accessibilità delle aree interne è intaccata, oltre che dalla mancanza di infrastrutture adeguate, anche dalle scarse caratteristiche di progetto e di manutenzione della rete viaria. Drammatica è inoltre la situazione della rete ferroviaria esistente. Le distanze fra i diversi centri abitati e la città di Nuoro sono un freno alla mobilità

di persone e merci. In sunto emerge quindi che: -la concentrazione dei poli urbani sull’asse Nuoro – Macomer – Siniscola ha infrastrutture insufficienti e tempi di percorrenza lunghi per il collegamento con i principali poli; - vicino a Tortolì il polo urbano si presenta isolato dal resto del nuorese; - molte aree della Barbagia, in cui vi sono molti piccoli comuni (tra cui Oliena) soffrono di gravi problemi di accessibilità.10 Da un confronto tra le reti dei trasporti internazionali attuali si nota che la mobilità ferroviaria e viaria di merci e passeggeri a Nuoro risenta di un gap qualitativo e quantitativo infrastrutturale.11 In quest’ottica una possibile strategia di stimolo allo sviluppo e riequilibrio è individuare alcuni itinerari che, attraversando le aree interne più marginali e di ridotta accessibilità, connettano internamente i centri presenti per realizzare sistemi urbani reticolari. RETI NON SOLO FISICHE Oggi viviamo in una realtà in cui i termini “rete”, “infrastruttura”, “connessione” portano con sè una svariata serie di significati: questo è dovuto al fatto che oggi con il termine “connessione” non si può intendere solo la rete fisica, bensì anche quella virtuale.

http://www.medaarch.com/new/wp-content/ uploads/2018/02/Make-in-Nuoro-Mapping.pdf

10

11

78

cfr. Mappatura 4 - Lacune di accessibilità nel Nuorese


Come già descritto nei paragrafi soprastanti, ormai si sa che la Sardegna non sia mai stata una regione competitiva a livello di connessioni infrastrutturali e virtuali, e questa sua “depressione”, o per meglio dire, questo suo “deficit”, si porta dietro tutta una serie di conseguenze perlopiù negative soprattutto in quelle aree in cui ancora oggi vi sono delle lacune di accessibilità, dei veri e propri buchi neri che non lasciano spazio alle aree interne sarde di potersi esprimere e connettere con il resto del mondo. Questo è anche, in parte, il caso di Oliena, il piccolo centro urbano oggetto di analisi, facente parte delle cosiddette “aree interne”. Nonostante sia sostanzialmente vicina a Nuoro12, Oliena si trova comunque ad avere lacune infrastrutturali e virtuali anche per le sue caratteristiche geografiche: si situa nell’entroterra Barbaricino, che non è di certo famoso per la sua infrastrutturazione e la facile accessibilità.E nonostante già più di trent’anni fa Focault coniasse il termine “epoca del simultaneo” in cui ci si spostava sul “mondo virtuale” ma comunque il consumatore finale continuava ad essere l’uomo nella sua fisicità, è ancora fondamentale, oggi, re-inventare quelle realtà che vivono di “depressione” e spopolamento inserendole per prima cosa all’interno del sistema di rete innovativo e tecnologico con il

12

quale dovrebbero avere ogni giorno a che fare. L’accesso a internet e l’inserimento di una banda larga potrebbero dunque inserire Oliena dentro alle dinamiche attuali, facendo attenzione però a evitare di snaturare le sue caratteristiche originarie, il suo essere intrisa di storia, di natura, di cultura: da ciò ci si può collegare a quanto afferma Jeremj Rifking nel suo libro “l’era dell’accesso”, e quindi al concetto di “economia dell’esperienza”. Per economia dell’esperienza si intende fare in modo che Oliena riesca a guadagnare centralità anche attraverso un altro tipo di mercato, un altro tipo di economia, sostenuto sì dalle reti virtuali, ma anche da tutte quelle reti fisiche di cui già si caratterizza e contraddistingue, ovvero le sue radici culturali, ma che oggi non sono ancora messe adeguatamente a sistema con il resto del mondo.

cfr. Mappatura 5 - Analisi infrastrutturale - Oliena

79


Strada per Olbia

Strada per Olbia SS 131

SS 389

SS 129 SS 125

NUORO Strada per Oristano e Cagliari

DORGALI

SP 46

SP 22

Oliena

SS 389 SP 58

SS 389

SP 38

SS 129

SS 125

SP 22

ORGOSOLO SS 389

Strada per Cagliari

Strada per Arbatax TortolĂŹ e Cagliari

Strada per Arbatax, TortolĂŹ e Cagliari

Legenda Distanze

Provincia di Nuoro

00:13 h

00:21 h

Orgosolo -- Oliena 17,3 Km

00:20 h

00:41 h

Dorgali -- Oliena 21,6 Km

00:28 h

00:51 h

Comuni adiacenti a Oliena

Nuoro -- Oliena

Strade primarie Strade statali

9,8 Km

Strade provinciali Comuni di Nuoro

Mappatura - Analisi infrastrutturale - Il Comune di Oliena e i dintorni Fonte: http://www.tuttitalia.it/sardegna/provincia-di-nuoro/21-comuni/popolazione/ 80


NUORO

DORGALI

SS 129

SS 129

NUORO 9,8 km 00:13 h

SP 22

DORGALI SP 46

21,6 km 00:28 h

SP 58

Legenda ORGOSOLO Centro abitato

17,3 km 00:20 h

Centro storico

SP 22 SP 22

Legenda

Strade urbane ad alto scorrimento

Centro abitato

Stradine urbane a basso scorrimento o non carrabili

Centro storico Strade provinciali (SP)

Strade provinciali (SP)

ORGOSOLO

SUPRAMONTE

Strade urbane ad alto scorrimento Strade urbane a basso scorrimento o non carrabili

Mappatura - Analisi infrastrutturale - Centro abitato di Oliena 81


L’IMPORTANZA DI “FARE RETE” La capacità di fare rete è ormai diventata essenziale al fine di costruire progetti che possano in qualche modo essere finanziati. Dai bandi europei a quelli riferiti alle grandi fondazioni per poi passare agli enti locali; ormai la presenza di una rete viene richiesta ovunque. In ambito progettuale “fare rete” vuol dire avere la capacità di unire risorse, conoscenze e persone per poter raggiungere degli obiettivi. Questa è una caratteristica che rende sicuramente più efficaci le attività proposte e facilita il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Condividendo obiettivi comuni, concertando le azioni da svolgere e coinvolgendo tutti i partners nella realizzazione di un progetto, dunque, si vince. Per dirla in altri termini, “l’unione fa la forza” e i benefici di lavorare in rete sono svariati. Oggi la sensibilizzazione a problematiche attuali, come quella delle aree interne descritta nei capitoli precedenti, deve essere espressa anche attraverso un’intensa attività di “messa in rete”, sia virtuale che fisica. Nelle pagine seguenti si citano alcuni degli esempi di associazioni, cooperative, progetti che hanno l’obiettivo di tessere relazioni anche con Oliena, il che è un dato altamente positivo.

BORGO VIAGGIO ITALIANO Il “sistema borghi” si caratterizza per l’offerta di qualità proiettata verso un turismo sostenibile, da un punto di vista sociale e ambientale, in grado di portare a importanti ricadute economiche per i paesi che abitano queste località. Questo sistema è ciò che sta al centro dell’iniziativa Borghi Viaggio Italiano: c’è dunque la valorizzazione di quest’ultimo, in una logica di esaltazione delle specifiche vocazioni, insieme alla promozione del suo protagonismo. Tra i mille borghi italiani coinvolti in questa iniziativa c’è Oliena: all’interno del sito si può infatti entrare nella pagina dedicata al borgo oggetto di analisi, leggervi una piccola descrizione della località e delle sue tradizioni, e sono inoltre inseriti i link utili per avere ulteriori informazioni sul paesino, in particolare una audioguida per poter scaricare l’applicazione sul telefono, un sito istituzionale dove poter consultare le informazioni principali del borgo, ed uno regionale improntato sulla descrizione delle caratteristiche sociali, economiche e turistiche del borgo. Sono inoltre inserite anche alcune immagini che mostrano le tipicità del borgo, insieme ad una mappa che localizza il paesino. Così come per Oliena, l’iniziativa “Borghi - viaggio italiano” si comporta anche con i restanti 999 borghi coinvolti.

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LA BANDIERA ARANCIONE Oliena negli anni si è distinta per l’offerta turistica, e ottenne il riconoscimento di Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. La “Bandiera Arancione” è una associazione, del 2002 con lo scopo di raggruppare paesi che hanno valenza turistica, dando vita a un circuito virtuale basato su un valore reale, delle tradizioni e delle culture. E’ una associazione no-profit che valorizza territori promuovendo iniziative che stimolino verso uno sviluppo turistico: si tutelano le risorse ambientali, paesaggistiche, artistiche e storiche. Oggi questa associazione subisce una crescita potenziale, che conta centinaia di soci, “uniti nella consapevolezza che il filo arancione che li lega lungo tutta l’Italia significa condivisione [..].”13 La Bandiera è frutto della messa in rete di paesi, è l’energia di un circuito virtuale di offerta turistica e non solo. La particolarità del marchio sta nella selezione di quelle piccole realtà dell’entroterra, certificate in base a parametri turistici e ambientali. E’ stata pensata per il viaggiatore e per un’esperienza di viaggio e di vita. Essa viene ad essere assegnata a tutti quei paesi che vantano di un alto patrimonio culturale, storico e ambientale, ma che sanno offrire all’utente anche un’accoglienza di qualità. Oliena sembra prestarsi in maniera globale a questa serie di condizioni.

13

CITTA’ DELL’OLIO L’Associazione Nazionale Città dell’Olio ha sede in provincia di Siena, nella Villa Parigini, a Monteriggioni. Fu fondata a Larino nel dicembre 1994 e riunisce i Comuni, le Provincie, le Camere di commercio, i GAL (Gruppi di Azione Locale) - ai sensi della normativa europea - e i Parchi, siti in territori nei quali si producono oli che documentino adeguata tradizione olivicola connessa a valori di carattere ambientale, culturale, storico e/o rientranti in una Denominazione di Origine. Entrando nello specifico, l’Associazione ha tra i suoi obiettivi principali quello di divulgare la cultura dell’olio di oliva di qualità e dell’olivo; promuovere e tutelare l’ambiente ed il paesaggio olivicolo; garantire il consumatore attraverso la valorizzazione delle denominazioni di origine, diffondere la storia dell’olivicoltura; organizzare eventi ed infine mettere in atto strategie di comunicazione e di marketing mirate alla conoscenza del grande patrimonio olivicolo italiano.14

http://www.paesiarancioni.net/storia.html

14

83

http://www.cittadellolio.it/organi-sociali/


LA RETE TOTT’UNU Nel 2011, in risposta al bando regionale POR FESR 2007-2013, otto comuni della Baronia, del Supramonte e del Gennargentu danno vita alla Rete di cooperazione dei centri minori “T-OTT’1”, con l’obiettivo di valorizzare l’attrattività dei sistemi produttivi locali e sviluppare le attività economiche connesse al patrimonio culturale e naturale a fini turistici. Gli otto comuni della rete, Orosei, Dorgali, Oliena, Orgosolo, Fonni, Lodine, Ovodda e Tiana, hanno deciso di perseguire una comune linea di programmazione volta a conferire un valore unitario al territorio, come esprime la scelta stessa del nome “T-OTT’1”.

PROGETTO 5X1 Concordia è un consorzio tra cooperative sociali Onlus. Il consorzio ha organizzato un progetto innovativo, “5x1”, che coinvolge il mondo dell’associazionismo e dà spazio ad una fase di discussione che porti a conoscere problemi dei giovani e che cerchi così soluzioni efficaci. Con il progetto 5X1, il Consorzio vuole così coinvolgere cittadini in un processo partecipativo. Un progetto mirato a definire un piano di azione per contrastare le varie forme di illegalità quali reati contro il patrimonio, atti di vandalismo, ma anche episodi di bullismo che sempre più spesso vedono protagonisti anche i minori del nostro territorio. L’obiettivo dell’iniziativa è proprio quello di cancellare tali devianze per le quali si pagano dei costi sociali alti promuovendo un processo virtuoso che nasca dal basso grazie alla partecipazione e alla consapevolezza dei cittadini delle comunità. La novità del progetto sta nella volontà di valorizzare e attivare le risorse umane nei vari contesti territoriali di riferimento: dalle associazioni di volontariato a quelle sportive e culturali ai singoli cittadini. Il percorso vuole migliorare la solidarietà intercomunale integrando le migliori risorse umane per elevare la qualità della vita sul versante della legalità e della sicurezza percepita.

La creazione della rete mira ad inserire la Baronia e la Barbagia in un ambito turistico più vasto tramite lo sviluppo delle attività produttive locali e la valorizzazione delle botteghe e degli antichi mestieri, del patrimonio identitario, storico, culturale ed ambientale. Il progetto di cooperazione della rete prevede la realizzazione di interventi infrastrutturali e materiali volti alla riqualificazione, al recupero e al riuso di elementi del patrimonio pubblico esistente ritenuti funzionali alle finalità di valorizzazione previste.

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TOTT’UNU - RETE DI COOPERAZIONE DEI CENTRI MINORI

Legenda Tiana Ovodda Fonni Lodine Orgosolo Oliena Dorgali Orosei

PROGETTO 5X1 LIBERI DI PARTECIPARE

5 x 1 LIBERI DI PARTECIPARE Consorzio “CUNCORDIA” (Nuoro,Oliena,Orgosolo,Fonni,Mamoiada) PON “SICUREZZA PER LO SVILUPPO-OBIETTIVO CONVERGENZA” 2007-2013

INCONTRO DI PRESENTAZIONE DEI COMUNI amministratori tecnici locali cittadini ricercatori universitari

facilitatori processi partecipativi

Nuovo modo di vivere il borgo

15 SEMINARI partecipazione di 500 persone

SELEZIONE DI 50 CITTADINI PER COMUNE

urbanistica partecipata e-democracy funzioni delle reti civiche

6 MOMENTI DI CO-PROGETTAZIONE

Rete di risorse umane

Bottom up Tott’unu e “Progetto 5x1 Liberi di partecipare” 85


SARDEGNA CLICK AND GO “L’essenza è nell’esperienza” è l’idea che accomuna questa ulteriore rete del centro Sardegna. Sei sono i comuni sardi che ne fanno parte e che tra loro si uniscono per offrire all’utente (turista e autoctono) diciassette itinerari nella più vera essenza della Sardegna. Si tratta di una vera e propria “unione in rete” tra storia, natura, cultura enogastronomia e tradizioni e Oliena fa parte di questi sei comuni. Non la si può definire solo rete fisica, in quanto è messa in rete anche virtualmente, connessa con il resto del sistema virtuale mondiale e quindi più facilmente riconoscibile. Gli itinerari organizzati per Oliena sono suddivisi in tre: Itinerario 1 - Dalla Sorgente alla Valle , che tramite un percorso in mezzo alla natura fa scoprire l’archeologia sarda e molto altro. Itinerario 2 - Sacro e Profano tra le vie del centro storico , interessantissimo itinerario che parte dalla chiesa pisana di Santa Maria e prevede la visita di otto antiche chiese. Lungo il percorso si possono ammirare murales e botteghe artigiane, e molto altro. Itinerario 3 - A piedi o in mountain bike tra i lecci e le vigne, sentiero che parte da Monte Maccione e si snoda su uno sterrato nel fitto bosco di Lecci.

SASSARI Siniscola Nuoro Macomer

Dorgali Oliena

Fonni

ORISTANO

CAGLIARI

Mappatura di “Sardegna click and go” 86


Nuoro Itinerario 2

Nuoro Itinerario 1 600 m

3h

600 m

600 m

3h

3h

5 Km

Borgo rurale di Lollove Museo etnografico

Oliena Itinerario 1

Dalla sorgente alla valle 8,5 KM 4 H

150 M

Oliena Itinerario 2

MACOMER

Su Gologone

3h

150 M

Fonni Itinerario 1

Area archeologica Dronnoro/Villaggio Fantasma di pratobello 20 KM

3 H 150 M

32 Km

Iscala omines

Fonni Itinerario 2

Itinerario dei murales 3 H 150 M

Fonni Itinerario 3

Bacu duio o “Il trekking degli olivi” 13 KM

La foresta di Ghivine e l’arco di Suttaterra

Olivi tradizionali

Boschi (ginepri, roverelle, lecci)

Murale

Vecchio Faro di Punta Artora Spiaggia di Berchida

Galleria vecchia

Tomba dei giganti di Thomes

Murale

Dorgali Itinerario 1

“Orizzonti dello spirito”

Villaggio

Dorgali Itinerario 3

La rete degli agriturismi 6 KM

5 H 400 M

Mappatura di “Sardegna click and go” 87

Dune di Capo Comino

DORGALI

Valle di Oddoene S’Abba Arva

Nuraghe Dronnoro

Torre di Santa-Lucia

80 m

7h

OLIENA

FONNI

Villaggio fantasma di Pratobello

Tombre dei giganti di Madau

20 KM

Berchida: un mare di emozioni

NUORO

300 M

Intro ‘e Monte

20 KM

Siniscola Itinerario 3

Supramonte Oliena

A piedi o in mountain bike tra i lecci e le vigne 18 KM 3:30 H

Cima di Punta Cupetti

Punta Corrasi

Oliena Itinerario 3

Pinnetto e vecchi ovili in cima S’ena ‘e Cupetti

Fonte Milianu

Laboratori artigianali

Visita delle chiese

Voragine di Sa Ucca e S’inferru

Macomer Itinerario 1

Sas Enas, le piane, campi solcati

Sacro e profano tra le vie del centro storico

Su caminu Intro ‘e Monte

SINISCOLA

400 m

Chiesetta della solitudine

Grotta Corbeddu

3,6 KM 1:30 H 150 M

Chiesa di Sant’Antonio e bosco

6h

Tafone Sa Preda

Sa Sedda e sos Carros

Grotta Gana ‘e Gortoe

Il Monte Albo: un mondo da scoprire

Statua Redentore

Domus de Janas di Borbore

Museo Ciusa “Tribu”

Siniscola Itinerario 2 9,5 Km

Museo MAN e P.Sebastiano Satta

Domus de janas di Tamara

Nuraghe Ascusa

Aquila di Jacu Piu (aquila reale)

Villaggio nuragico di Tanca Manna

Tamuli, Tombe dei Giganti e Betili (allineamento)

30 m

Geotritone del Monte Albo

Museo Archeologico Casa museo Grazia Deledda

Su Cantareddu, rifugio e parco

5 Km 2:30 h

30 m

2:30 h

Nuraghe complesso di noddule (con tombe di giganti e pozzo sacro)

30 m

Grotta di gana ‘e gortoe

Orizzonti di pietra

30 m

30 m

Macomer Itinerario 2

Tamuli il sacro nuragico

Nuoro Itinerario 3

Le pietre raccontano

L’atene sarda

Siniscola Itinerario 1

3 H 250 M

12 KM

Nuraghe Mannu Cala Gonone

Dorgali Itinerario 2

Itinerario dei sapori e dei gusti tra mare e montagna 6 KM

3 H 250 M

4/5 H 250 M


LA PRIMAVERA NEI BORGHI D’ECCELLENZA “Sardegna 2017 – Primavera nei borghi di eccellenza“ è una rassegna itinerante promossa dalla Regione Sardegna per valorizzare i borghi sardi di Bosa, Galtellì, Laconi, Gavoi, Oliena, Aggius, Sardara e Castelsardo. La manifestazione avrà luogo per 7 weekend – dal 5 maggio al 18 giugno 2017 – e rientra nel più ampio progetto Borghi di eccellenza lanciato dal Mibact attraverso il programma “Borgo Italiano nell’anno nazionale dei Borghi” che si lega anche all’ “Anno internazionale del turismo sostenibile“. Lo scopo è quello di contribuire allo sviluppo turistico sostenibile anche in bassa stagione dei borghi italiani, non solo attraverso la promozione delle loro peculiarità dal punto di vista del paesaggio urbano e naturalistico, la storia, la cultura e l’enogastronomia, ma anche grazie all’offerta di un’esperienza turistica più più autentica e “slow”, lontana e complementare rispetto a quella delle località più famose e affollate.15

15 http://sardegnainblog.it/25112/primavera-borghi-eccellenzasardegna/

88


AGGIUS 2-4 Giugno

CASTELSARDO 16-18 Giugno

GALTELLI’ 12-14 Maggio

BOSA 5-7 Maggio

OLIENA 26-28 Maggio GAVONI 19-21 Maggio LACONI 12-14 Maggio SARDARA 9-11 Giugno

Mappatura di “La primavera nei borghi d’eccellenza”

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3.2 Il sistema ambientale BARBAGIA E GENNARGENTU copre una superficie di 74 mila ettari e comprende Il territorio di Oliena, situato nella Sardegna 26 comuni, attualmente non gestita da nessun centro-orientale, si estende per 16 mila ettari e si ente e coordinata in maniera provvisoria dalla inserisce nella regione montuosa detta Barbagia provincia di Nuoro. (Barbàgia o Barbaza in sardo) sviluppata sui fianchi del massiccio del Gennargentu (“porta IL SUPRAMONTE DI OLIENA del vento” da: Genna = porta, ed Entu = Il territorio più interessante dal punto di vista vento) che comprendente morfologico, geologico, le cime più elevate della speleologico e floro“LE SOLITUDINI COPERTE DI Sardegna. L’area si estende faunistico è il Supramonte sulla falda nord-orientale ASFODELI DELLA MONTAGNA, E (complesso montuoso del Supramonte fino ARITZO E TONARA E NUORO, VERSO di altopiani carbonatici alle pendici del monte LA MISTERIOSA SARDEGNA DI che occupano gran parte Ortobene, comprendendo del territorio di Oliena, ORGOSOLO, DI OLIENA DI ORUNE, la vallata attraversata dal Orgosolo, Urzulei, Baunei fiume Cedrino. L’ossatura DEI PAESI DI PASTORI, CHE MI e Dorgali. granitica dell’isola ne PAREVANO ANCORA AVVOLTI Quest’area è la più selvaggia, costituisce il basamento IN UN’OMBRA LONTANISSIMA.” aspra e tormentata d’Italia principale con successivi e in territorio di Oliena Carlo Levi substrati minori di scisti, occupa circa 5000 ettari. basalti e rocce calcaree. Il paesaggio superficiale si Attualmente la morfologia del territorio è caratterizza per la formazione di alte falesie, croste caratterizzata da basse e ondulate colline di rocciose, doline, gole, pinnacoli e archi di roccia; arenaria granitica solidificata, ma non mancano l’ambiente ipogeo è ricco di grotte, voragini, rilievi montuosi, rocciosi con grossi blocchi risorgenti carsiche, fiumi e laghi sotterranei. granitici affioranti, erosi e tafonati. La sua massima espressione la raggiunge proprio Nel 1998 fu istituito il Parco Nazionale del Golfo nel Supramonte di Oliena sulla vetta del Corrasi di Orosei e del Gennargentu, un’area protetta che che, con i suoi 1.463 m (la più alta di tutto il

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Supramonte), segue una lunga dorsale di creste con altezza media di 1.000 m. Le bianchissime cime calcaree hanno valso nel tempo l’appellativo di “Dolomiti sarde” e le più importanti sono: Punta Sos Nidos 1.349 m, Punta Carabidda 1.327 m, Giuglias 1.220 m, Punta Cusidore 1.147 m, Preda ‘e Mugrones 1.138 m. Proveniente dal Supramonte di Orgosolo (sud), il fiume Cedrino (qui chiamato anche Rio di Oliena) solca tutto il terrirtorio con andamento Ovest-Est e dopo un percorso tortuoso di 80 km sfocia nel mar Tirreno all’altezza di Orosei . Al suo interno si riversano i tanti torrenti confluenti da entrambi i lati che incidono i terreni pianeggianti di origine alluvionale dislocati lungo di esso. Le acque del Cedrino sono imbrigliate da una diga a valle e si fermano in prossimità delle sorgenti di Su Gologone creando un lago artificiale (Lago del Cedrino).

Botanica Italiana nel censimento dei biotopi di rilevante interesse vegetazionale meritevoli di conservazione1. Una pianta unica al mondo è il Ribes sardoum di origine boreale, penetrata nell’area mediterranea in epoca remota. Sul calcare fessurato di questa parte del Supramonte vegetano compatti ginepri, gli splendidi Enis (in italiano i tassi) e giganteschi lecci. Nelle conche riparate e nelle doline dove nei mesi invernali si accumulano strati di nevischio che garantiscono alla terra argillosa una maggiore disponibilità idrica, trova rifugio la Nepeta foliosa (esclusiva del Corrasi) dalla fioritura azzurro-violacea. Altre sono l’Armeria morisii, il Laserpitium garganicum (presenti anche sul Supramonte di Orgosolo) il Pancratium illyricum e la Peonia corsica2. FAUNA In questo ambiente, un tempo regno dei grandi avvoltoi e del cervo sardo oggi estinti, abita una fauna tipica e selvaggia, come il muflone, oggi in forte espansione, il cinghiale, la volpe, la lepre sarda, la martora, la donnola, il ghiro, il coniglio selvatico e il gatto selvatico. Tra i rapaci è presente l’aquila reale, il falco pellegrino, l’astore sardo, lo sparviero, la poiana e alcuni esemplari di grifone proveniente dalla Spagna3.

FLORA Nel territorio di Oliena vegetano oltre 650 specie botaniche e circa 90 sono le specie endemiche, alcune esclusive del Corrasi; altre dei monti calcarei centro-orientali, o in genere della Sardegna; altre ancora sardo-corse o mediterranee. Per la presenza di numerose specie endemiche di antica origine, il Corrasi nel 1971, è stato incluso dalla Società

1

D. RUIU, Il Supramonte, Edizioni Maestrale, Nuoro, 1999.

2

https://www.comune.oliena.nu.it/area/citta-e-territorio.html

AA. VV., Oliena: storia, cultura, ambiente, tradizione, Ethos Edizioni, Oliena (NU), 2010, pp. 114 - 115. 3

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LA SORGENTE CARSICA DI SU GOLOGONE In tutto il territorio del Supramonte l’acqua manca quasi totalmente in superficie a causa WWdel calcare che ingoia ogni goccia d’acqua convogliandola in imponenti bacini sotterranei. La sorgente Su Gologone (maggiore fonte carsica della Sardegna), è la parte terminale di uno di questi bacini ed è situata alle falde del Supramonte, alla base di un roccione calcareo sulla riva destra del fiume Cedrino. Le risorgenti di Su Gologone attraversano chilometri di gallerie sotterranee e sono collegate all’imponente complesso ipogeo delle grotte di Sa Oche e Su Bentu nella Valle di Lanaitho. Una di queste è la sorgente di Sa Vena dalla che sgorga direttamente da una frattura della roccia e attualmente fornisce di ottima acqua potabile i paesi di Oliena, Dorgali e Cala Golone. Dopo pochi metri si trova Su Gologone, un laghetto dalle acque cristalline incastonato tra le rocce la cui fonte si trova a 103 mslm. Qui il contesto ambientale è molto suggestivo, sia per le affascinanti risorgive che per il vicino fiume Cedrino le cui sponde ciottolose sono ricoperte di salici, oleandri, tamerici, agnocasti, tife e canne. Nell’area vicino alle sorgenti sono invece presenti eucalipti, e pioppi giganti impiantati negli anni ‘60,

mentre attorno alle fonti domina la vegetazione mediterranea con il ginepro fenicio e il rosmarino. LE GROTTE SA OHE E SU VENTU Entrambe (famose per essere tra le più grandi in Europa) sono situate nella valle di Lanaitho e il Gologone si collega al loro complesso sistema idrografico attraverso un sifone naturale. Le due grotte sono state esplorate dal Gruppo Grotte del Nuorese, che all’interno del loro immenso sitema ipogeo ha rilevato numerosi laghetti, grandi cavità arricchite di stalattiti e stalagmiti, dune sabbiose e colate. e anche un fiume sotterraneo con uno sviluppo di 20 km di gallerie e una riserva d’acqua nella grotta Su Bentu di migliaia di metri cubi. Sa Oche (che significa “la voce”) prende il nome dai soffi e dagli sbuffi d’aria che fuoriescono con forza dalla grotta spinti dalle grandi quantità d’acqua che escono impetuose nei giorni di forti temporali. La g​rotta ha un ampio ingresso con tre laghi, si apre a 150 m d’altitudine e si sviluppa per 260 m. Su Bentu è attraversata da un fiume sotterraneo con uno sviluppo di 20 km che arriva dagli altopiani di Orgosolo e Urzulei e risale in superficie alle sorgenti de su Gologone. Si apre a 206 m d’altitudine e ha uno sviluppo su

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vari livelli, ampio e complesso.

Ussassai e Villagrande Strisaili). Il Parco, istituito il 30 Marzo 1998 secondo Decreto del Presidente della Repubblica, e già previsto nel 1962 dal Piano di Rinascita della Sardegna, ad oggi non è ancora attivato ed è gestito provvisoriamente dal comune di Nuoro. Per anni le popolazioni delle aree interessate (soprattutto allevatori, cacciatori e agricoltori) sono sempre state restie ad accettare che parte del territorio venga sottoposto a tutela con restrizioni e vincoli. Negli ultimi anni si è ricominciato a parlare del Parco con toni più pacati e visioni di opportunità per il territorio e lo sviluppo locale che invertano l’attuale tendenza ad degrado socio-economico (spopolamento ed economia agraria precaria). Ne parla infatti il presidente della Camera di Commercio di Nuoro: “Tepilora, parco naturale regionale nei territori di Bitti, Lodè, Posada e Torpè è la dimostrazione che la solidarietà tra paesi è necessaria per rendere produttivi i territori”, e l’assessora all’Ambiente Donatella Spano che dichiara: “...più che favorevole a sostenere un’idea di parco e di sviluppo che nasca nei territori, ma è fondamentale che, anche questa volta, al tavolo ci siano le comunità locali e che le proposte arrivino dai territori”4. Pensare al Parco come un ente gestito dalla

LA COMUNITA’ MONTANA (GAL Barbagia) La comunità montana del Nuorese è costituita oggi da otto comuni (Dorgali, Orgosolo, Oliena, Orani, Fonni, Orotelli, Mamoiada, Ottana) in passato erano circa il doppio e cià che li accomuna sono i beni culturali e ambientali di tipo naturalistico, archeologico e architettonico presenti nei vari comuni. Oggi la comunità montana rientra nel GAL (Gruppo di Azione Locale) della Barbagia che lavora per favorire lo sviluppo locale di queste aree rurali. PARCO NAZIONALE DEL GOLFO DI OROSEI E DEL GENNARGENTU (attualmente non attivo) Il Parco è un’area protetta che si estende su una superficie di circa 73 ettari compresa tra il massiccio del Gennargentu e il Golfo di Orosei. I comuni interessati dal parco sono 25 e si dividono tra la provincia del Sud Sardegna (Seui e Seulo) e quella di Nuoro (Aritzo, Arzana, Baunei, Belvì, Desulo, Dorgali, Fonni, Gairo, Gavoi, Lodine, Meana Sardo, Oliena, Ollolai, Olzai, Orgosolo, Ovodda, Sorgono, Talana, Tiana, Tonara, Urzulei

http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2017/06/02/i_ sindaci_riaprono_le_porte_del_parco_del_ gennargentu-68-607879.html

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comunità e dai loro rappresentanti (bottomup) consentirebbe di attrarre finanziamenti, produrrebbe investimenti e opportunità di lavoro come le micro-imprese nel settore eco-turistico e nei settori tradizionali come agricoltura e artigianato. Spingerebbe al recupero del patrimonio architettonico e alla salvaguardia dell’ambiente naturale5.

si possono classificare come protonuraghi (Biriai A, Gollei Murguliai, Su Sune, Lorvo) mentre altri come nuraghi del tipo a tholos monotorre (Luduruju, Su Vruschu, Biriai B, Murgiaglios, Othane, Orguè), a corridoio o misto. Numerosi sono i nuraghi arroccati in zone impervie su alti costoni che, inserendosi perfettamente nel paesaggio, sembrano più torri di avvistamento che vere e proprie fortezze6. I villaggi sono concentrati soprattutto sugli altipiani, sulle colline che si innalzano su fertili vallate (Valle di Lanaitho), o in vicinanza di un passo, in posizioni scelte per esigenze difensive e per le favorevoli condizioni ambientali, come la presenza di corsi d’acqua (fiume Cedrino) o sorgenti (Su Gologone) che consentivano la pratica di redditizie attività agricole e pastorali. Per quanto riguarda l’architettura sacra, è stato rinvenuto un tempietto dedicato al culto delle acque, nel villaggio di Sa Sedda ‘e Sos Carros, nella valle di Lanaitho oltre a 25 sepolture megalitiche sparse nel territorio, di cui solo alcune certamente identificabili come tombe dei giganti. Il villaggio di Sa Sedda ‘e Sos Carros è un complesso esteso circa 4 ettari, costituito da da un agglomerato di ambienti di varia planimetria che si aprono su un grande cortile centrale, attraversato da un canale per la raccolta delle

ARCHEOLOGIA Di notevole interesse sono le numerose emergenze archeologiche sparse sul territorio di Oliena, come la Grotta Corbeddu (nome preso da un bandito che vi trovò rifugio a fine Ottocento), nella valle di Lanaitho in cui sono stati ritrovati i più antichi resti umani della Sardegna, che testimoniano la presenza dell’uomo nella valle durante il Paleolitico (35 - 10 mila a.C.) e il Mesolitico (10 - 6 mila a.C.). Relative invece al Neolitico recente sono le 42 domus de janas - isolate o a gruppi di due di diffuse capillarmente in tutto il comune. Queste piccole “grotticelle” artificiali sono prevalentemente mono e bicellulari, precedute da un piccolo padiglione d’ingresso (dromos). Per quanto riguarda le testimoninze monumentali dell’età nuragica, prevalgono quelle relative all’edilizia abitativa, come villaggi o nuraghe: alcuni

5

AA. VV., Oliena: territorio, ambiente, architettura, Stampacolor, Sassari, 2010, da p. 22 a p. 24.

http://www.parcogennargentu.it/ParcoGennargentu4.htm

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acque piovane e delimitata da un muro costruito con massi di calcare. I numerosi oggetti di bronzo e ceramica attestano un’intensa frequentazione durante il Bronzo Finale e nell’Età del Ferro. Le testimonianze di età storica, precisamente fenicio-punica e romana, sono rappresentate dai numerosi reperti ceramici ritrovati nel sito archeologico di Tiscali, il più noto a livello internazionale, e da alcuni frammenti di tegole e coppi. L’abitato nuragico di Tiscali è costruito all’interno di un’ampia dolina carsica sulla sommità del monte omonimo posto in fondovalle. Qui si distinguono due agglomerati di capanne, realizzati con sottili murature di pietra calcarea che disegnano ambienti ellittici, circolari e quadrangolari ricoperti in origine con tetti di legno e frasche. Da questo si evince che, grazie alla ricca varietà di risorse naturali e ai molteplici aspetti del territorio, fin dall’epoca preistorica, Oliena è sempre stata catterizzata da un’economia basata essenzialmente su pratiche agricole e pastorali, integrate dal commercio del vino, dell’olio e di

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CONFINI AMMINISTRATIVI CONFINI AMMINISTRATIVI E PROVINCE E PROVINCE

SASSARI SASSARI

Barbagia Barbagia

NUORO

NUORO

ORISTANO ORISTANO

SUD SARDEGNA SUD SARDEGNA CAGLIARI CAGLIARI

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50 Km

50 Km

100 Km

100 Km N

http://www.sardegnageoportale.it Fonte: Mappatura confini amministrativi e delle province Fonte: http://www.sardegnageoportale.it Fonte: http://www.sardegnageoportale.it

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N


Foto aerea Sardegna Fonte: Google Earth Pro 97


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Foto aerea, scala 1:400 000 Fonte: Google Earth Pro 99


Immagine 44: Supramonte di Oliena_rocce calcaree Fonte: https://es.wikiloc.com

Immagine 45: Grotta Su Bentu Fonte: http://mapio.net

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Immagine 46: Sorgente Su Gologone Foto personale

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Immagine 47: Villaggio nuragico di Tiscali Fonte: http://www.museoarcheologicodorgali

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Immagine 48: Domus de janas - Valle di Lanaitho Fonte: http://Domus-de-janas-Maria-Frunza-II

Immagine 49: Menhirs Fonte: http://wikimapia.org

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Immagine 50: Vista di Oliena e del Suprmonte dal Monte Ortobene Fonte: http://www.sardiniainside.it 105


4.2 Il sistema produttivo locale AGRICOLTURA frutto come meli, peri, peschi , susini, melograni, Il territorio di Oliena si estende su una superficie di agrumi, fichi, noci, mandorli, castagni, noccioli oltre 16.000 ettari, di cui circa 4.000 sono occupati che nel XIX sec caratterizzavano, assieme a vite e in gran parte dalla montagna calcarea. Il restante olivo, l’aconomia agricola olianese. territorio, costituito da collina, bassa collina e Essi introdussero anche la coltura del gelso, che tratti pianeggianti, ha fatto sì che fin dai secoli portò alla nascita dell’allevamento dei bachi da scorsi sulle altre attività prevalesse l’agricoltura. seta di cui oggi purtroppo ne rimane solo qualche Grazie alla alla presenza di abbondanti acque esemplare isolato1. sorgive è possibile ancora oggi praticare una ricca Il sistema economico aveva un carattere varietà di culture a valle come autarchico, rispetto ai paesi vigneti, uliveti, frutteti e orti; e “POSSA IO FINO ALL’ULTIMO limitrofi, e il desiderio di beneficiare in collina e a monte RESPIRO RALLEGRARMI possesso della terra spiega di vaste estensioni di pascoli, la graduale frantumazione DELL’ODOR TUO, E DEL TUO prevalentemente destinati della proprietà terriera fino COLORE AVERE IL MIO NASO all’allevamento dei bovini e a renderla improduttiva e SEMPRE VERMIGLIO” degli ovini. In passato era molto antieconomica. L’economia Gabriele D’Annunzio diffusa anche la coltivazione strutturalmente fragile, con Un itinerario bacchico cerealicola, soprattutto di grano metodi di conduzione arcaici e Corriere della Sera, 15 febbraio 1910 e orzo, che prevalse a lungo priva di capitali, poteva essere su quella vinicola, olivicola e facilmente messa in crisi, da orticola. intemperie stagionali, con conseguenti squilibri Furono infatti importanti ordini religiosi quali i nel tessuto sociale soprattutto tra contadini e Minimi (fine sec. XVI) e soprattutto i Gesuiti (sec. pastori, che molto spesso si contendevano gli XVII e XVIII) a portare un notevole impulso stessi terreni2. a queste colture grazie anche alla creazione di aziende moderne nelle quali lavoraroro molti PASTORIZIA olianesi. Merito dei Gesuiti fu inoltre di impiantare, Oltre all’agricoltura si è sempre praticato anche anche all’interno del centro storico, alberi da l’allevamento del bestiame, che veniva allevato

1

Ivi, p. 20.

https://www.comune.oliena.nu.it/citta-e-territorio/prodottitipici/agricoltura.html

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allo stato brado, per cui la sua produttività era condizionata da fattori fisici e metereologi. Le greggi erano - come ancora oggi - nomadi e gli spostamenti avvenivano per lo più all’interno del comune di Oliena, mentre in estate transumavano verso le montagne del Gennargentu. Per avere pascoli più ricchi di nutrimento, era usanza destinare alla semina, con il sistema dell’alternanza, vaste aree adibite a pascolo e quando questo veniva a mancare, i pastori rimediavano con frasche di olivastro o di leccio. Il formaggio veniva prodotto artigianalmente all’interno dello stesso ovile con metodi rudimentali, ma dopo la nascita dei primi caseifici la produzione risentì di un forte calo della produzione destinata al consumo locale. Anche il tenore di vita del pastore non era dei migliori, dato che non possedeva pascoli ed era costretto a pagare tasse e affitti (Editto delle chiudende 1820) anche nelle annate di siccità.

(1950) e l’Oleificio che portano ad un notevole incremento della produzione vinicola e olearia. La massiccia opera di trasformazione agraria del territorio che vede l’incremento della coltura della vite e dell’olivo, da il via a quella trasformazione dell’economia che vede nel tempo il diminuire dell’attività pastorale3. PRODOTTI LOCALI Oggi l’agricoltura e la pastorizia incidono per il 40% sull’economia del paese (30% il terziario, 15% l’edilizia, 10% il turismo, 5% l’ artigianato locale)4 e i prodotti per cui è principalmente rinnomata sono l’olio extravergine di oliva prodotto con pregiate varietà di olive tra cui la cultivar “Bosana” e la “Nera di Oliena” e il vino rosso “Nepente, una qualità autoctona di Cannonau venerato da Gabriele D’Annunzio. Dal 1972 il Nepente di Oliena è marchiato del titolo di vino D.O.C. e la cantina sociale vinifica circa 4 tonnellate d’uva di cui il 90% viene imbottigliato ed esportato nel mondo. Vi è anche la variante “Corrasi”, ottenuto da uve Cannonau con due anni di invecchiamen, uno dei quali trascorso in botti di rovere e barrique. Oltre al vino, con le vinacce di uve mature Nepente, si produce anche una grappa limpida e dall’aroma

Il quadro socio-economico comincia però ad evolversi attorno alla metà del novecento, quando vennero introdotti mezzi meccanici accanto al costituirsi di aziende agricole moderne capaci di garantire un reddito stabile e alla nascita delle prime cooperative come la Cantina Sociale

https://www.comune.oliena.nu.it/citta-e-territorio/prodottitipici/pastorizia.html

3

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http://www.sardegnanascosta.it/paese-oliena-suo-territorio/


consorziati in piccole cooperative, e il caprino, specialità unica, che viene ancora prodotto con i sistemi arcaici dai caprai che ancora abitano la montagna.

intenso che richiama sapori e aromi del territorio. E’ inoltre praticata l’apicoltura che, favorita dal clime mite e dalla ricca flora spontanea di macchia mediterranea, offre una varietà di mieli dalle notevoli proprietà nutritive, mediche e dolcificanti come quello di corbezzolo, quello balsamico di eucalipto o quello millefiori. Altra produzione locale è quella della mandorla, ingrediente principale della pasticceria sarda che sin dall’antichità veniva praticata in tutta l’isola ma che oggi risente di un forte declino. In passato ad Oliena la lavorazione della mandorla era molto diffusa e le coltivazioni di mandorleti abbondanti. Oggi la lavorazione della mandorla è stata riscoperta e innovata da tre giovani olianesi: Marco Massaiu (44 anni, Laurea in Scienze Forestali), Giorgio Carente (31 anni, imprenditore titolare della “Hivu – Lavorazione e Confezionamento Mandorle) e Anna Gardu (artista pasticcera) che dal 2010 hanno intrapreso l’idea di istituire una Filiera della Mandorla autoctona grazie ai finanziamenti messi a disposizione dal nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 per il Progetto VAGEMAS)1 . Per quanto riguarda la pastorizia, essa è basata sull’allevamento di capre, pecore e piccole mandrie di bovini dai quali si produce il famoso pecorino sardo, prodotto in grandi quantità dai pastori

1

GASTRONOMIA La cucina olianese, strettamente legata alle tradizioni popolari della terra, è caratterizzata da sapori antichi come la pasta di semola lavorata a mano (“sos maharrones de busa” e “tundos”) o i tipici ravioli di formaggio fresco (“angelottos”) o ancora “sa minestra ‘in vrughe (latte quagliato freddo)” con patate. I secondi piatti sono tutti a base di carne: il porcetto, il cinghiale, l’agnello ed il capretto arrosto, che ancora oggi vengono cucinati nel camino dove si prepara il fuoco con grossi ceppi e sementi odorosi. La carne è usata anche per la produzione molti tipi di salumi come il prosciutto, la pancetta, le salsicce e il guanciale (“sa grandula”). Tradizionale è anche la rituale lavorazione del pane Carasau, che ad Oliena viene utilizzato per uno dei piatti più antichi e tipici del paese “su pane Frattau”: strati di pane bagnati in acqua salata, conditi con sugo di pomodoro caldo, pecorino grattugiato e a piacere un uovo in camicia in cima. I dolci sono l’alimento più vario, e gli ingredienti

http://www.sardegnaricerche.it

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principali sono mandorle e miele, ma anche nocciole, frutta o vino che accompagnano le feste ricorrenti tutto l’anno. A Gennaio troviamo “su pistiddu”, (focaccia ripiena di uno speciale impasto aromatizzato al vino cotto o al miele) ; nei giorni del Carnevale vi sono “sas rugliettas”(a forma di treccia molto sottile, fritte e ricoperte di miele) e “sos gugligliones” (ripiene di pasta di miele e mandorle, e ricoperti di miele). A Pasqua “sas hasadinas”, con pecorino fresco e “sas hasadinas salias”, una sorta di torta salata fatta di formaggio fresco da scaldare al forno. Durante l’estate e soprattutto nel mese di agosto viene preparato il bianchissimo torrone, con miele e mandorle. A Novembre “sos papascinos”, impasto fatto di mandorle, uva passa e noci. Poi vi sono le classiche “sevadas” cucinate tutto l’anno e realizzate con pasta ripiena di pecorino filante, oggi servite come dolce ricoperte di zucchero o miele, ma in passato utilizzate come pasto completo. Infine altri dolci che accompagnano feste e ricorrenze in famiglia sono i tradizionali amaretti, “sos pistoccos”, rettangolari ricoperti di glassa, “sas meliheddas” dolcetti di mandorla a forma di frutta, “sos horiheddos” cuori di mandorle e miele, “su idongiadu” grosso candito fatto di

mela cotogna e zucchero, “sos marigosos” tuorli d’uovo montati a neve con limone e mandorle, “s’aranciada” filetti di buccia di arancia canditi cotti con mandorle e miele e “sa pompia” scorza di cedro servatico messa a bagno per ore nel miele e poi servita su foglie di limone2. MESTIERI ANTICHI E ARTIGIANATO I mestieri antichi, del tutto scomparsi sono: il fabbricatore di calce (“su carchinagliu”), il carrettiere (“su carrulante”), la filatrice (“sa filadora”), la tessitrice (“sa tessidora”), e, infine, colui che conduceva al pascolo le capre domestiche (“su mannalithagliu”). Il mestiere di “carchinagliu” era molto diffuso e lo si svolgeva per lo più in estate. Una fornace richiedeva circa quattro mesi di lavoro e poteva produrre da 350 a 400 quintali di calce3: la prima fase consisteva nella produzione di centinaia di fascine di frasche, poi si provvedeva alla produzione della quantità necessaria di pietre calcaree ed infine la fornace veniva coperta con una volta aggettante capace di sostenere il peso del calcare: una volta caricato il forno sottostante con le fascine, si dava fuoco: esso doveva essere tenuto vivo giorno e notte per una settimana con turni di lavoro molto pesanti. La fase della cottura, che doveva trasformare il calcare in calce

AA. VV., Oliena: storia, cultura, ambiente, tradizione, Cit., da p. 122 a p. 124.

2

https://www.comune.oliena.nu.it/citta-e-territorio/momenti-epersonaggi-storici/mestieri-antichi-e-scomparsi.html 3

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viva non era solo la più pesante, ma anche la più delicata: bastava infatti un temporale per rovinare il lavoro di mesi e provocare disguidi familiari: questo è il motivo per cui la si lavorava d’estate. Una volta prodotta, la calce veniva trasportata dai “carrulantes” e poi venduta in tutti i paesi del circondario. Le filatrici e le tessitrici erano invece molto numerose in quanto la loro arte godeva di una tradizione plurisecolare. Nel XVI sec. il Fara scriveva che Oliena era un paese “famosissimo per la tessitura di tappeti, arazzi e coltri”.4 Fino agli anni ‘50 era molto facile incontrare delle filatrici sedute ad ogni angolo di strada e a tutte le ore del giorno che tenevano in mano la rocca per filare avvolta da una nuvola di lana che veniva trasformata in filo facendo roteare il fuso sul quale, mano a mano, veniva trasferito il filo fino a terminare la lana e ad ottenere dei grossi gomitoli. Alcuni lavori venivano realizzati a maglia, altri col telaio in legno che era posseduto da quasi tutte le famiglie e che, per questo, riempiva tutte le strade del paese. Di quest’arte tessile, dei suoi strumenti e dei suoi prodotti non è rimasto più nulla se non qualche telaio conservato come cimelio. La maggior parte dei telai sono stati bruciati nei primi anni ‘60. “Su carrulante”, invece, antenato del moderno

trasportatore, era colui che, col carro a buoi, trasportava nei paesi del circondario e nei porticcioli di Orosei e di Cala Gonone calce, carbone, legna, prodotti agricoli e quant’altro gli capitasse. L’ultimo grande lavoro in cui furono occupati tutti i “carrulantes” olianesi fu quello del trasporto della calce (prodotta a Oliena) occorrente per la costruzione dell’Ospedale Zonchello di Nuoro, intorno agli anni ‘30. Una figura veramente pittoresca della vita quotidiana era data da “su mannalithagliu”: era, la persona che si occupava di far pascolare le capre che tutte le famiglie tenevano in casa per avere il latte fresco quotidiano. Oggi il settore artigianale sta conoscendo un nuovo sviluppo grazie ad alcuni giovani interessati a portare avanti i segreti degli antichi mestieri come la lavorazione del legno, del ferro, della pelle, il ricamo e la gioielleria. FOLKLORE: BALLI E CANTI La pratica tradizionale del ballo costituiva una forma di espressione ordinaria, denominata comunemente “su passu torrau”5. Il movimento complessivo della pratica del ballo era suddiviso in due parti articolate, in maniera ordinata, su tre passi laterali completi: i primi due passi venivano fatti in senso orario e formavano la parte

4 1. G.F. FARA, Chorographia Sardiniae.

AA. VV., Oliena: storia, cultura, ambiente, tradizione, Cit., da p. 122 a p. 124. 5

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progressiva, mentre il terzo, in senso antiorario, formava la parte regressiva: il tempo infatti era composto di sei battute. Il ballo olianese ha da sempre conosciuto tre modalità d’esecuzione. La prima si svolgeva in silenzio; la seconda, che era la più praticata, si svolgeva con l’intervento di un solo cantore per volta. La terza invece si svolgeva con l’intervento del coro (su tenore), per poter dare spessore soprattutto all’accompagnamento della voce solista. Il ballo tradizionale, quindi, pur nella sua unità di forma espressiva, comprendeva però diverse fasi, ognuna caratterizzata da un determinato andamento dei ballerini e da una particolare maniera di cantare.

Carente - Caseificio Oliena - Anna Gardu, Pasticceria - Le Delizie, Prodotti Tipici - La Spiga Dorata, Prodotti Tipici - La Rinascita Cooperativa Agricola “L’essenza è nell’esperienza.”

ALCUNI NOMI Si segnalano di qui seguito alcuni tra i nomi legati ad aziende enogastronomiche della tradizione olianese. - Callicarpo, Azienda Agricola - Cooperativa Olivicoltori, Azienda Agricola - F.lli Puddu, Azienda Agricola - Ghermanu, Azienda Agricola - Ghinavu, Azienda Agricola - Jumpadu, Azienda Agricola - Quattro Mani, Azienda Agricola - Società “Hivu” (Marco Massaiu e Giorgio

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Legenda Tessuto urbano

Coltivazioni erbacee

Coltivazioni legnose Vigneti (Cannonau, Nepente di Oliena Oliveti (Nera di Oliena) Latifoglie (Leccio, Eucalipto, Pioppo, Salice, Acero, Quercia rossa, Ciliegio, Castagno, Frassino) Conifere (Tasso, Ginepro, Cedro dell’Atlante, Pino marittimo e Pino nero)

Pascolo

Roccia (Calcare) /Cespugli Macchia mediterranea (corbezzolo, biancospino, alloro, lentisco, ginepro) /Garingia

Carta uso del suolo e coltivazioni, scala 1:50 000 Fonte: http://www.sardegnageoportale.it 113


Immagine 51: Campi coltivati - Nepente di Oliena Foto personale

Immagine 52: Nera di Oliena Fonte: www.googleimmagini.it

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Immagine 53: Donne che cucinano il pane carasau Fonte: www.googleimmagini.it

Immagine 54: Formaggi cooperativa Rinascita Fonte: www.googleimmagini.it

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Immagine 55: Ricamatrice che decora lo scialle tradizionale Fonte: www.googleimmagini.it

Immagine 56: Musicista che suona con il vestito tradizionale Fonte: www.googleimmagini.it

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Immagine 57: Tradizionali decori intagliati nel legno Fonte: https://www.wonderfulsardinia.com

Immagine 58: Orecchini tradizionali Fonte: https://www.wonderfulsardinia.com

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5.2 L’offerta turistica AUTUNNO IN BARBAGIA locale, ma dall’altro lato anche di squilibri socio“Cortes Apertas” è un vero e proprio circuito economici, la vendita e commercializzazione turistico integrato, che si basa sul concetto di in reti globali dei prodotti tipici, riguardanti aprire ai visitatori, nei fine settimana autunnali, artigianato e enogastronomia, focalizzando i cortili interni (detti propriamente cortes) l’attenzione su un nuovo modello turistico posto tipici delle case tradizionali della Barbagia. in contrapposizione a quello tipico balneare sardo, L’iniziativa “Cortes Apertas” nasce nel 1995, che caratterizza le mere zone costiere. Al turismo quando la CCIAA (camera di commercio, balneare conosciuto a livello internazionale, industria, artigianato e agricoltura) istituisce dunque, si contrappone la qualità e l’esclusività un’Azienda Speciale (ASPEN) e le conferisce dei prodotti tipici locali, volta a un flusso di il compito di occuparsi nicchia che viva la Sardegna di attività innovative “È BEN DIFFICILE, IN GEOGRAFIA anche in altre stagioni al di per la promozione delle fuori di quelle estive. Lo COME IN MORALE, CAPIRE IL MONDO imprese e del territorio scopo finale, successivo SENZA USCIRE DI CASA PROPRIA.” della Sardegna centroalla messa a sistema occidentale. Cortes Apertas delle attività produttive Voltaire inizia con quattro adesioni, locali in reti commerciali e ad oggi coinvolge globali, è infine quello 1 ventisette comuni , di contribuire a cessare oltre il 50% dei comuni in provincia di la tendenza all’impoverimento socioNuoro, dato veramente significativo. demografico ed economico che Inoltre, considerando che non tutti i comuni del contraddistingue queste aree interne.3 nuorese sono caratterizzati morfologicamente dalla presenza di corti, nel 2003 la ASPEN dà un nome nuovo all’iniziativa: Autunno in Barbagia2 L’obiettivo primario del suddetto circuito è quello di promuovere, in un’area contraddistinta dalla presenza di una radicata e forte tradizione

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Cfr. Mappatura - Autunno in Barbagia, pag. 121

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Cfr. Mappatura - Autunno in Barbagia, pag. 121

http://www.tafterjournal.it/2013/05/06/capitale-socialeimprenditorialita-locale-e-governance-territoriale-il-circuitoturistico-cortes-apertasautunno-in-barbagia-come-politica-disviluppo-locale/

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Sassari Porto Torres Alghero

Olbia

Oliena

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Onani

Bitti

Lollove

Lula

Orune

NUORO

Olzai

Atzara

Oristano Cagliari

Mamoiada Orgosolo

Ollolai Gavoi Fonni

Teti

Sorgono

Dorgali

Orani Sarule

Austis

Ovodda Tiana

Tonara

Meana Sardo

Desulo BelvĂŹ Aritzo

Gadoni

Lanusei Mappatura Autunno in Barbagia Fonte: http://www.paradisola.it/sagre-sardegna/autunno-in-barbagia/5749-teti

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CORTES APERTAS - OLIENA La mostra delle ceramiche sacre a San Lussorio. A Oliena spetta il merito di avere pensato alla L’allestimento è curato da Giovanna Palimodde, manifestazione. Tutto nasce da un’intuizione di alla quale occorre riconoscere, oltre alla Crisponi Luigi, presidente della Federalberghi sensibilità e competenza artistica, un raffinato regionale, che la propose all’amministrazione gusto scenografico, che ha contribuito a comunale olianese la quale ha dato vita al progetto. valorizzare ulteriormente i pezzi esposti. Il programma degli eventi e delle manifestazioni Straordinari la l’originalità, la bellezza e il valore proposte è ricchissimo. Si inizia con le mostre di molti di essi, anche perché risalgono alla fine di Liliana Cano e delle ‘ceramiche sacre”. Nel dell’Ottocento e ai primi anni del secolo scorso. pomeriggio si aprono le ‘Cortes”. I turisti Altro motivo di attrazione è spettacolo rivivono le scene ancestrali offerto nelle strade e le della vita quotidiana della “CORTES APERTAS ‘Cortes” dalle coppie di laboriosa comunità, che ballerini in costume, i SIGNIFICA VIVERE MOMENTI apre all’accoglienza dei quali riproporranno la DI VITA ORDINARIA IN UN visitatori le antiche cantine quotidianità laboriosa e rustiche che profumano GIORNO STRAORDINARIO” festosa, con balli e canti di formaggio, di vino, Testimonianza di una anziana olianese tradizionali; scene di vita salsicce, olio, prosciutto, contadina, il ricevimento, frutta secca, dolci tipici e la preparazione del vino e pane carasau. Ed è in questi ‘templi” che si finisce del pane carasau. Dunque, come disse il Poeta, per conoscere la bontà del famoso nepente, “a multos annos, ilare amico, finchè non abbiate voi celebrato da Gabriele D’annunzio ai primi del bevuto almeno tanto vin nero quanto d’acqua torba 900, durante il suo viaggio a Oliena. Altri angoli reca il Cedrino in piena di maggio per la terra ospite”.4 delle corti ripropongono scene di quotidianità, antichi mestieri insieme a rassegne culturali. La mostra del mobile sardo, dal 1700 al 1900, in casa Canudu; quella delle bambole sarde del 1900, in casa Salaris;

http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/ lanuovasardegna/2005/09/10/SN5SU_SN501.html

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Immagine 59: Cortes Apertas, Oliena Fonte: https://www.google.it/

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Dorgali

Nuoro

Dorgali 32

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Supramonte Enogastronomia Artigianato

Mappatura - Percorso Cortes Apertas Oliena 2017 122


ELENCO ATTIVITA’ ENOGASTRONOMICHE NELLE CORTES DI OLIENA 4. La bontà dei dolci tipici 5. I formaggi caprini, al naturale, aromatizzati, speziati 6. L’olio e il vino del contadino 7. Hìvu: l’oro bianco di Oliena. La filiera delle mandorle Il miele: le sue proprietà e il gusto Le creazioni di bigiotteria e manufatti in cera d’api Zafferano: l’oro rosso di Sardegna Su hàstannagliu: olio, olive da mensa e pilarda 8. Formaggi ovini e vaccini 9. I dolci sardi 10. I tesori del contadino; i gelati alle erbe e alla pompìa 12. Il gusto deciso del vino cannonau 13. L’olio extra vergine di oliva 14. Dal latte le varietà dei formaggi locali 15. L’olio extra vergine di oliva 16. Vineria estemporanea 19. Il vino Cannonau di Oliena 22. L’olio, il vino, i formaggi e i prodotti del contadino e del pastore 23. Bontà di Sardegna: salumi, olio, grappa e vino 24. Pane carasau e paneddas...direttamente dal forno a legn 26. La bontà del pane carasau e de sas paneddas appena sfornati 28. Il gelato artigianale di montagna: Sa Carapigna 29. Dal forno a legno si sfornano hàsadinas salias e moddizzosu 30. Dolci tipici sardi 31. Il vino Cannonau di Oliena e il vino cotto 32. Produzione e vendita vini

ELENCO ATTIVITA’ ARTIGIANALI NELLE CORTES DI OLIENA 1. Sos hùsinzos, sas hìnyoglias, sas taschéddas: creazioni artigianali in pelle La ricamatrice e le sue creazioni 2. I cestini in asfodelo e altri lavoretti del nonno 3. L’intreccio delle frange: sas triccias de su muncadore L’arte del ricamo tradizionale 11. Costumi e ricami tradizionali Esposizione quadri 12. I lavori del fabbro Creazioni tessili con l’antico telaio La musica nella cultura tradizionale La ricamatrice e le sue opere 14. Il ricamo tradizionale realizzato con la tecnologia 16. Il ricamo tradizionale Manufatti tessili e creazione di monili 17. Creazioni artigianali in legno 18. I berretti e l’abito maschile sardo in velluto 20. Carinerie solidali 22. L’operosità dell’artigiano: intaglio su legno 25. I lavori del falegname Lavorazione macramè, ricamo, broccato e fili di seta 26. Creazioni artigianali: gioielli in bottiglia e miniature in legno 27. Gli utensili di uso quotidiano in legno 30. I tradizionali giochi del passato realizzati dal nonno

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OLIENA IN FIORE Oliena, dall’1 al 24 giugno si tinge di colorati petali e spalanca i suoi tesori in occasione di “Oliena in fiore”, la manifestazione biennale interamente dedicata alla flora locale, all’artigianato artistico, all’arte e all’enogastronomia. L’iniziativa è promossa dall’Agenzia regionale Sardegna, dall’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna, ed è curata dal Presidio Turistico Galaveras di Oliena. “Oliena in fiore” viene quindi inaugurata il primo giugno e va avanti fino al 24, con un calendario ricco di eventi che spaziano dall’esposizione di opere d’arte e manufatti di pregio alle installazioni lungo le vie ciottolate del paese e le lavorazioni, dal vivo, di prodotti artigianali e gastronomici. Gli antichi portoni di case padronali, cortes e giardini, e del suggestivo Collegio dei Gesuiti, danno inoltre accesso a preziose mostre di scultura, installazioni, pittura, ricami e tessuti ad opera di associazioni culturali e abili artisti di fama internazionale come Liliana Cano e Igino Panzino. Domenica 2 giugno, Corpus Domini, si svolgerà la canonica processione impreziosita per l’occasione da fiori e piante esposti nelle strette vie del centro storico. Tappeti e copriletto ricamati saranno stesi nelle finestre e nei balconi delle

case. Il passaggio dei fedeli, come tradizione, sarà preceduto da uomini a cavallo e donne in costume col capo avvolto dai caratteristici scialli floreali. Dal 14 al 16 giugno nel terzo fine settimana della manifestazione, Oliena apre ai visitatori le botteghe e le case private degli artigiani che rendono il paese famoso in tutto il mondo: sarà possibile vedere all’opera fabbri, falegnami, calzolai e ricamatrici che esporranno le loro opere più significative. Dal 22 al 24 giugno Oliena premia gli addobbi più belli e originali creati dai fioristi, dai commercianti e dai singoli cittadini, riscopre il rito della benedizione con le erbe aromatiche legata a San Giovanni (i fedeli accenderanno dei piccoli fuochi davanti agli usci e vi salteranno per tre volte), e abbraccia idealmente tutti i suoi visitatori in un succulento pranzo conviviale, “Su Humbidu” seguito da balli sardi e canti a tenore.

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Immagine 60: Oliena in fiore Fonte: https://www.google.it/

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Dorgali

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Supramonte

Mappatura - Percorso Oliena in fiore 2017 126


ELENCO ATTIVITA’ IN “OLIENA IN FIORE”

M1.“Vestiti di terra” Mostra di ceramiche Lenci, Essevì, Melis M2. L’invenzione dello spazio” Mostra di pittura a cura di Liliana Cano “Gai semos” Mostra di pittura a cura di Igino Panzino - “Riflessi di ferro” M3-G.GiardOrto, esposizione di frutta e piante a cura di Quattro Mani S.r.l. M4.“La conquista della materia” Mostra di arazzi e tessiture d’arte M5.“La casa del costume e dei ricami” a cura dell’Associazione Battos Moros M6.Museo del fazzoletto M7-E1.Spazio Espositivo artigianato e design di Matteo Ambu M8.L’obiettivo su Oliena - mostra fotografica di Salvatore Mussone E2.La salute dei fiori - a cura dell’agriturismo Camisadu E3-R.“Fior di famiglia” - a cura dell’Azienda Ghermanu - Ricamatrici B-E.“Fuoco e carne” - carnevali tradizionali di Sardegna AF.Fantasia di fiori, forme, colori AF.Balcone fiorito AF.Il giardino delle sorprese: fiori, piante, degustazione di piatti ai petali di fiori e... AF-E4-R.La terrazza fiorita - Esposizione di monili e bijoux - saponette profumate alle essenze R.Ricamatrici E5.Angolo esotico - piante grasse e fiori - sculture in marmo 1.L’arte dell’intaglio: cassepanche e oggetti in legno; cestini in asfodelo: i prodotti del casaro; monili e coltelli sardi 2.Delizie di cioccolato 3.Fantasia del falegname 4.Dalle farine più nobii la bontà e la fragranza del pane carasau 5-R.Sas regoglias: miniature in oro, argento, madreperla - Ricamatrice 6.Taveddas e oggetti in legno 7.L’olio extravergone d’oliva: la maestria del falegname: i lavori del fabbro 8-R.L’olio extravergine d’oliva - ricamatrice 9.Lo scrigno dei monili artistici 10.Dolcezza e genuinità: il miele 11-R.Sos hùsinzos, sas hìntoglias, sas tashèddas: lavorazione artigianale del pellame; l’olio extravergine di oliva - Ricamatrice i.Presidio turistico Galaveras - Via G. Deledda, 32

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TRADIZIONI E FESTE A OLIENA GENNAIO - Fuoco di Sant’Antonio In occasione della festa di Sant’Antonio Abate del 17 gennaio, la sera della vigilia ogni rione del paese accende il proprio fuoco. La festa è animata da canti e balli tradizionali.

giocano i meravigliosi costumi tradizionali. GIUGNO - Festa di San Giovanni E’ una festa campestre che avviene il 24 giugno e in cui i cavalieri, la mattina, arrivano a cavallo. A mezzogiorno viene poi offerto un pranzo a tutti: esso è a base di piatti tipici tra i quali spicca la pecora bollita.

FEBBRAIO - Il Carnevale E’ un’importante festa che avviene nel cuore del Supramonte, in cui sfilano maschere tradizionali famose e rappresentative del carnevale tradizionale barbarcino, come ad esempio Mamuthones e Issohadores di Mamoiada

AGOSTO - Festa di San Lussorio E’ una tra le feste più sentite da parte degli olianesi. Si festeggia per una intera settimana, dalla mattina alla sera, con processione e spettacoli di vario genere: poesia estemporanea, chitarra sarda, balli, tenores, ma anche cabaret e almeno un gruppo canoro o un artista di fama nazionale. Questa è così un’altra occasione per poter ammirare, durante la processione e al momento delle danze tradizionali, lo sfarzo dei costumi femminili, eleganti e policroni, impreziositi dai caratteristici gioielli di cui le donne si adornano.

APRILE - Settimana Santa - S’incontru Ad Aprile a Oliena si presenta una delle cerimonie più suggestive del folklore sardo, e si svolge nella Piazza di Santa Maria, prendendo il nome di “S’Incontru”. Si tratta dell’incontro che avviene a Pasqua tra la Madonna e il Cristo Risorto: la statua del Cristo Risorto, infatti, e quella della Madonna, dopo aver attraversato in processione le vie del paese partendo ognuna da una diversa chiesetta, si incontrano in piazza Santa Maria, che pullula di persone in costume tipico in segno di festa.5 Il momento cruciale si ha quando la Madonna perde il velo nero del lutto. Un ruolo importante nella scenografia, dunque,

SETTEMBRE - Festa di Nostra Signora Monserrata Dura dieci giorni, dall’1 all’8 settembre. La sera, dopo la messa del pomeriggio, hanno inizio in piazza i balli sardi: vi è anche una degustazione di prodotti.6

AA. VV., Oliena: storia, cultura, ambiente, tradizione, Ethos Edizioni, Oliena (NU), 2010, pp. 157-159.

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https://www.comune.oliena.nu.it/


I PERCORSI DEL SACRO Oliena fa parte dei paesi del centro Sardegna che opposero resistenza ad accogliere la religione cristiana: la Chiesa dovette però ad un certo punto sovrapporre la propria dottrina alle credenze originarie pagane e sostituire a Oliena i vecchi luoghi di culto con quelli cristiani. Nonostante non si possa negare che Oliena nasconda ancora oggi tracce di religione pagana, si deve ammettere che la fede cattolica oggi sia radicata profondamente nel suo animo.7 Delle molteplici chiese che poco a poco sono state costruite a Oliena, oggi ne restano undici nel centro storico e quattro sono campestri.

SANT’IGNAZIO DI LOYOLA E’ la chiesa più recente di Oliena, e la sua costruzione durò più di un secolo. La chiesa come la si nota oggi è l’esito di tutta una serie di interventi pregressi, atti a completare o modificare le varie parti della struttura. L’ex collegio gesuitico, Su Collegi, crea un complesso unico insieme alla chiesa, mentre nello spazio di fronte ad essi si apre un grande cortile, verso nord, chiamato Su patiu o Pratha ‘e Collegi. Il collegio è composto da due piani ai quali si aggiungono delle ampie soffitte.8 SANTA CROCE (SANTA RUGHE) Così come la si vede oggi, è molto probabilmente il rifacimento (del XVI secolo) di una chiesa ulteriormente antica. La facciata è piuttosto semplice, con un coronamento ondulato che è sovrastato da quattro piccole croci in pietra, ed è conclusa da un campanile a vela costituito da tre aperture merlate. La confraternita di Santa Croce fu fondata il 16 giugno del 1588 con l’approvazione di Francesco de Vaill, arcivescono di Cagliari. L’oratorio accanto a Santa Croce venne costruito in seguito. Nella suddetta chiesa vennero anche ad insediarsi altre confraternite, la prima delle quali è quella del Santissimo Sacramento.

LE CHIESE DEL CENTRO STORICO SANTA MARIA ASSUNTA E’ la chiesa più antica di Oliena, fino al 1971 fu la parrocchia del paese, poi dopo quell’anno iniziò ad essere trascurata, fino a quando nel 1904 il Comune ne decreta l’inagibilità a causa del crollo del tetto e fu chiusa al culto. Oggi l’aspetto che ha è completamente diverso da quello originario. La chiesa ha infatti subito, alla fine del 1990 un intervento di restauro teso a riportarla il più possibile a com’era in origine.

AA. VV., Oliena: storia, cultura, ambiente, tradizione, Ethos Edizioni, Oliena (NU), 2010, pag. 44

AA. VV., Oliena: storia, cultura, ambiente, tradizione, Ethos Edizioni, Oliena (NU), 2010, pag. 52

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NOSTRA SIGNORA D’ITRIA Risale forse alla fine del XVI secolo ed è localizzata nei pressi della parrocchiale di S. Ignazio. Ha un prospetto che si rifà allo stile barocco. L’edificio in questione è composto da una navata unica, che prende con sè due campate separate da archi acuti e coperte da un soffitto di travi in legno e incannucciato. Anche in questa Chiesa fu presente la confraternita, quella della Vergine d’Itria.

SAN FRANCESCO DA PAOLA La chiesa, situata nei pressi della casa natale di padre Solinas, un tempo era alla periferia del paese, mentre oggi ne risulta inglobata.9 E’ caratterizzata da un prospetto molto semplice. All’interno della cappella è presente un altare in muratura, sul quale vi è la testimonianza scritta dei lavori che vennero eseguiti nella prima metà del XVIII secolo. Durante questi lavori venne fondato anche il conventino i cui locali sono esistenti ancora oggi, addossati alla struttura della chiesa.

SAN LUSSORIO E’ posta in una zona molto centrale del paese, si situa nelle vicinanze della chiesa di Santa Croce e risale circa al XV secolo. La facciata della chiesa è molto semplice ed è movimentata solo da un piccolo campanile a vela. Ad essa era annesso il convento dei Frati Minori di San Francesco, che rimasero ad Oliena per poco più di quattro anni, dal 1640 al 1644.

SANT’ANNA E’ posta quasi all’uscita del paese, verso Dorgali, in un luogo che allora era al di fuori del centro abitato. La facciata della chiesa è molto semplice: oggi essa è priva della copertura del tetto ed è in attesa di essere restaurata. Su questa chiesa è nata una leggenda secondo la quale esisteva all’uscita del paese una grossa pietra su cui vi erano le impronte della mano e del gomito di Anna, la protrettrice delle partorienti. Tutte le donne passando lì davanti si fermano su su quel masso e ripetono i gesti fatti alla santa. 10

SAN LUSSORIO E’ posta in una zona molto centrale del paese, si situa nelle vicinanze della chiesa di Santa Croce e risale circa al XV secolo. La facciata della chiesa è molto semplice ed è movimentata solo da un piccolo campanile a vela. Ad essa era annesso il convento dei Frati Minori di San Francesco, che rimasero ad Oliena quattro anni, dal 1640 al 1644.

AA. VV., Oliena: storia, cultura, ambiente, tradizione, Ethos Edizioni, Oliena (NU), 2010, pag. 57

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D. Turchi, 2002, pag. 8, 283, 285


NOSTRA SIGNORA DI BUONCAMMINO Sorge su un piccolo cucuzzolo nei pressi del rione sa Tiria. E’ costituita da un prospetto di linee molto semplici, e presenta il comune campanile a vela con tre aperture. Sul lato sinistro ha una seconda entrata.

VERGINE DI BONARIA Appena fuori dal paese si trova la Chiesa, posta anch’essa su un’altura, dove c’è un belvedere da cui si può ammirare un bellissimo panorama in direzione dei monti di Nuoro. L’ingresso della chiesa è leggermente sopraelevato rispetto al piano della campagna. Alla chiesa si accede mediante quattro gradini.

SAN GIUSEPPE Si affaccia sulla sponda sinistra del rio Golathi, su di una piccola piazza: possedeva due case e un orto nelle sue vicinanze e diversi terreni sempre di sua proprietà. La facciata della chiesa è molto semplice, coronata dal campanile a vela con una sola apertura. Nell’altare vi è una nicchia contenente la statua di San Giuseppe.

LE CHIESE RURALI NOSTRA SIGNORA DI MONSERRATO Essa sorge in un bellissimo scenario ai piedi del monte, su una pianura nelle vicinanze di due chiese che non esistono più: S. Michele e S. Logostina. La sua costruzione originaria risale al 1543. La chiesa è parte integrante del santuario dedicato all madonna, al quale appartengono anche le cumbessias, che sono strutture abitative molto semplici che ospitano i novenanti durante il periodo della festa. Fuori dalla chiesa sono stati posizionati un altare avente la particolarità di avere una loggia, un leggio e una grande croce, tutti in legno, in modo da poter officiare la messa all’aperto durante i giorni della novena, quando l’affluenza della gente è grande.

VERGINE DEL CARMELO E’ posta anch’essa su un piccolo piazzale in pendio, nella parte alta di Oliena, zona in cui peraltro sorgeva il più antico nucleo abitativo del Castello Medievale. L’autorizzazione per la sua fondazione fu data da monsignor Desquivel nel 1619. E’ da supporre dunque che la sua costruzione sia da collocare nella prima metà del XVII secolo.

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SAN GIOVANNI La chiesa di San Giovanni è antecedente al 1495, anno della soppressione della diocesi di Galtellì. La sua facciata è particolare perchè la sua sommità è priva di spioventi e non è dotata di campanile. Qui ancora oggi si riunisce il comitato per organizzare i festeggiamenti in onore del santo e nei giorni della novena si invitano le persone all’uscita dalla messa e si offre la cena a quanti vogliono restare. SANTA LUCIA Proprio di fronte a quella di S. Giovanni, si possono osservare i ruderi della chiesa di Sant Lucia, che esiste già dal 1495. La chiesa, in stato d’abbandono, presenta esternamente la struttura in pietra, la cui copertura, oggi purtroppo non conservata, era in travi in legno. NOSTRA SIGNORA DELLA PIETÀ - SA PIODADE La chiesa della madonna della pietà è immersa nel meraviglioso scenario naturalistico della sorgente di Su Gologone, che domina dall’alto. All’interno la navata è divisa in due campate separate da archi a sesto acuto. La novità consiste nella copertura delle campate, che presentano un volta a vela nella muratura.

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Immagine 63: Chiesa di San Giuseppe Fonte: www.googleimmagini.it

Immagine 64: Chiesa di Nostra Signora D’Itria Fonte: https://www.sardiniaportal.com/it/

Immagine 65: Chiesa di Santa Croce Fonte: http://www.sardiniainside.it/index. php/gallery/itinerari/5-architettura-urbana-edecclesiastica-di-oliena?page=2

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Immagine 67: Chiesa di San Lussorio Fonte: http://conoscereoliena.altervista.org/

Immagine 66: Chiesa di Nostra Signora di Bonaria Fonte: https://www.comune.oliena.nu.it/old-web/

Immagine 68: Chiesa di Santa Maria Fonte: www.sardiniainside.it

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ASSOCIAZIONI TURISTICHE OGGI culturale, ricettivo e enogastronomico. SOCIETA’ GALAVERAS Vengono inoltre fornite informazioni specifiche “La nostra mission si potrebbe sintetizzare in poche per l’individuazione dell’offerta di itinerari parole dicendo che promuoviamo il turismo e valorizziamo variegati, da quelli montani, a quelli marini, il nostro territorio. Siamo sempre alla ricerca di nuove geologici e enogastronomici, e della struttura idee, nuovi stimoli e nuove occasioni per incrementare ricettiva adeguata alla domanda turistica. e migliorare i nostri servizi e la nostra attività.” Interessante è inoltre la collaborazione con Galaveras è una società che nasce nel 1999 per le imprese private e gli enti pubblici per volontà di tre giovani ragazze l’organizzazione di eventi che dopo essersi laureate culturali e turistici atti alla “PROMUOVIAMO IL TURISMO hanno deciso di mettere in promozione del territorio pratica il loro percorso di E VALORIZZIAMO IL NOSTRO come il sopracitato circuito studi attraverso un’attività TERRITORIO. SIAMO SEMPRE di Cortes Apertas, incontri imprenditoriale nel settore ALLA RICERCA DI NUOVE culturali di varia specie etc. culturale e turistico, avente IDEE, NUOVI STIMOLI E NUOVE In conclusione, la società l’obiettivo di comunicare e Galaveras partecipa OCCASIONI PER INCREMENTARE valorizzare il loro territorio, a eventi o fiere per E MIGLIORARE I NOSTRI SERVIZI il centro Sardegna e promuovere il territorio, E LA NOSTRA ATTIVITÀ.” Oliena in particolar modo. le imprese o i prodotti Nasce così il “Presidio dell’enogastronomia con Turistico”, una vera e la funzione di strumento propria base operativa nel centro storico di Oliena, di marketing turistico-territoriale volto al in cui si svolgono tutta una serie di attività rivolte coordinamento tra gli operatori turistici locali al visitatore/turista, alle imprese, agli operatori e di supporto alla promozione dei servizi del territorio e alle strutture ricettive locali. costituenti l’offerta turistica del territorio. All’interno del Presidio vengono offerte tutte le informazioni utili ad una ottimale e migliore fruizione del patrimonio storico, naturalistico,

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6.2 Una costellazione di piccoli centri ARCIPELAGO DI RELAZIONI Oliena è situata a pochi km da alcuni poli urbani con i quali non può che esserne relazionata. Dista infatti pochi minuti da Nuoro, Dorgali sulla costa e Orgosolo. La vicinanza ad altri poli urbani non può che comportarne relazioni oltre che fisiche, anche sociali. Questo è il motivo per cui nelle seguenti pagine si delineano alcune relazioni sociali e non, tra Oliena e i comuni ad essa vicini. Le tradizioni radicate dell’entroterra sardo sono costituite da culture legate all’artigianato, all’enogastronomia e a tutti quegli eventi secolari perilcentro Sardegna e di fondamentale importanza. Orgosolo è tipica, per esempio, per i suoi molteplici e suggestivi murales, che vengono tra l’altro esposti anche durante Cortes Apertas, evento straordinario sardo già citato nelle pagine precedenti. Mamoiada invece viene ricordata per i suoi riti carnevaleschi tipici che attraggono turisti da tutto il mondo. Dorgali è meta tipica dei turisti in quanto situata direttamente sulla costa, e si sa che la Sardegna vive prettamente di turismo costiero: le sue spiagge sono ampie e meravigliose. Al contrario Fonni è invece memore per essere una

tra le mete sciistiche migliori della Sardegna, mentre durante le restanti stagioni offre colori magnifici della genziana, dei fiori di peonia, della rosa canina e della purpurea che fanno da cornice alle foreste. Si passa poi a Nuoro, l’Atene Sarda, polo urbano e culturale già a partire dall’800. Il MAN è uno tra i musei più importanti della città, conosciuto a livello internazionale. Essendo capoluogo dell’omonima provincia, Nuoro può essere infine considerato il perno dei piccoli comuni limitrofi, una sorta di polo attrattore sia a livello turistico che di servizi, un vero e proprio punto di riferimento. Siniscola invece ha di tipico un grosso agrume che è un incrocio tra cedro e limone. La particolarità è che è usato anche in ambito erboristico e cosmetico. Si cita infine Macomer, considerato uno dei più importanti centri agropastorali, industriali e di cultura, oltre che essere circondato da molti siti archeologici. Ad oggi sono abbastanza le relazioni tra i suddetti piccoli centri, ma il tutto potrebbe essere ulteriormente implementato in modo tale da riuscire a generare una vera e propria rete di relazioni sia fisiche che virtuali, così da poter farsi conosciure anche a livello internazionale e non solo regionale.

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Siniscola

NUORO Macomer

OLIENA Mamoiada

Orgosolo Fonni

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Dorgali


ORGOSOLO

edifici. Raccontano di politica e cultura, di lotte popolari e dissenso, giustizia sociale e malessere, tradizioni di pastorizia e vita quotidiana. Alla fine del XIX secolo il paese si caratterizzò dal banditismo, tanto da attirare l’attenzione anche di registi, come Vittorio de Seta, che descrive la lotta in difesa delle terre espropriate dallo stato attraverso il film “Banditi a Orgosolo”. Da questo fenomeno, durante il 900 si sviluppò il fermento culturale del muralismo, che è stato in origine strumento di protesta, e oggi è diventata una delle tradizioni tipiche del borgo. I murales di Orgosolo narrano di politica, di storia, di vita quotidiana ma anche di tradizione sarda e di Sardegna: pastori che portano il gregge, donne intente a raccogliere l’acqua dalla fonte o a lavare i panni, sono solo alcune delle immagini che raccontano la storia del borgo. Altra importante tradizione è “Su lionzu”, una benda raffinata che incornicia il viso negli abiti delle donne: per l’ordito si usano fili di seta, mentre la trama è colorata con lo zafferano. Altri eventi tipici del borgo sono a Ferragosto “Sa Vardia ‘e mes’Austu”, una corsa sfrenata di cavalli, e a metà ottobre Gustos e Nuscos, tappa di Autunno in Barbagia, dove si mette in luce un’antica ricetta di carne, la “sa purpuzza”. Infine il territorio circostante è ricco di percorsi sportivi.1

SUPERFICIE

222,6 Km2

NUMERO DI ABITANTI

4 209

DENSITA’

18,91 ab/Km2 ALTITUDINE

620 m s.l.m.

CARATTERI FISICI TERRITORIALI

E’ situato nella regione della Barbagia di Ollolai. Il territorio è prevalentemente montuoso e collinare: l’unica area pianeggiante è la vallata lungo il fiume Cedrino, avente nome di Locoe. CONNESSIONI

Strada provinciale 22 DESCRIZIONE

Il borgo di Orgosolo, definito anche paesemuseo, è conosciuto in tutto il mondo per i suoi suggestivi dipinti che caratterizzano stradine e piazze, case del centro storico e facciate di nuovi

1

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https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/orgosolo


Immagine 70 Murales tipici di Orgosolo

Immagine 69 Stradine di Orgosolo

Immagine 71 Veduta di Orgosolo Fonte: https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/orgosolo

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MAMOIADA

festeggia Sant’Antonio Abate, festa tipica di Mamoiada. A livello turistico sono interessanti anche i tre musei che si distribuiscono nel centro storico: il Museo delle Maschere mediterranee, il Museo della Cultura e del Lavoro, e quello dell’Archeologia e del Territorio. Mamoiada è inoltre paese del vino, infatti profumi intensi di uve rendono il paesaggio ricco e intrigante. Dalle vigne, infatti, vengono prodotti il cannonau e gravazza. Non è solo il centro storico, però, ad avere importanza a livello di attrattiva turistica, ma anche il territorio circostante: il paesaggio infatti è caratterizzato da sentieri dei pastori, che si possono percorrere a piedi o in mountain bike, riscoprendo bellezze naturali e testimonianze del passato. Altra caratteristica particolare del luogo è la presenza di resti bizantini risalenti all’Alto Medioevo, espressi dal culto dei santi Damiano e Cosma; a loro è dedicato un santuario, situato appena fuori dal paese.1

SUPERFICIE

48,83 Km2

NUMERO DI ABITANTI

2 522

DENSITA’

51,65 ab/Km2 ALTITUDINE

644 m s.l.m.

CARATTERI FISICI TERRITORIALI

E’ situata nella parte più interna della Barbagia di Ollolai, in un territorio in cui scorrono innumerevoli corsi d’acqua CONNESSIONI

Strada Statale 389 DESCRIZIONE

I simboli del paese di Mamoiada sono i Mamuthones e Issohadores, facenti parte dei suggestivi riti carnevaleschi che attraggono turisti da tutto il mondo. Durante la sfilata per le vie cittadine e intorno ai falò, il 17 gennaio si

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https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/mamoiada


Immagine 72 Rito carnevalesco di Mamoiada

Immagine 73 Prodotti tipici

Immagine 74 Veduta di Mamoiada Fonte: https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/mamoiada

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DORGALI

territorio sardo. Etimologicamente il nome deriva da “sorga”, fonte. A livello naturalistico, le sue bellezze distribuite sul territorio e il clima sostanzialmente temperato hanno reso Dorgali e Cala Gonone un’ottima e famosa meta turistica internazionale. Dorgali appartiene alla Barbagia di Nuoro, ma è da sempre legato alla Barbagia di Ollolai e conserva un particolare legame con il resto dei centri del Supramonte. Intriso di storia e archeologia, tradizioni e arte manifatturiera, meraviglioso mare e montagne del Supramonte, Dorgali è uno dei territori migliori e tra i più estesi in Sardegna. Attraversando le vie del centro storico, si possono scoprire, tra le case di pietra vulcanica e le tipiche botteghe, le famose ceramiche e gioielli in filigrana, insieme anche a tappeti e alla sua vocazione artigiana. Considerando l’ingente patrimonio naturalistico e archeologico, a Dorgali è possibile anche visitare il Museo Archeologico che raccoglie i reperti del periodo nuragico. Anche le chiese non mancano e sono testimoni della profonda devozione dei suoi abitanti. Vicino a Dorgali vi è Cala Gonone, famosa per le sue insenature e calette e grotte, nelle quali durante l’evento “Cala Gonone Jazz” si celebra un concerto spettacolare e unico.1

SUPERFICIE

226,54 km2

NUMERO DI ABITANTI

8 601

DENSITA’

37,97 ab/km2 ALTITUDINE

387 m s.l.m.

CARATTERI FISICI TERRITORIALI

E’ situata nella zona centro-orientale della Sardegna. Il territorio è attraversato da torrenti e fiumi, di cui il più importante è il Fiume Cedrino. CONNESSIONI

Strada provinciale 38 DESCRIZIONE

Il territorio di Dorgali era già popolato densamente in periodo prenuragico, nuragico, punico e romano. Durante il periodo nuragico furono costruiti numerosi nuraghi, come d’altronde accadde nella maggior parte del

1

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https://www.sardegnaturismo.it/it/luoghi/est/dorgali


Immagine 75 Le ceramiche di Dorgali

Immagine 76 Le spiagge a Dorgali

Immagine 77 Veduta di Dorgali Fonte: https://www.sardegnaturismo.it/it/luoghi/est/dorgali

143


FONNI

fino alle creste ove Fonni, con le sue case di scheggia e i suoi viottoli di pietra, sfida i venti e i fulmini”. Sono le parole di Grazia Deledda nel suo “Cenere” (1903), descrivendo Fonni. Questo borgo è d’inverno caratterizzato da vette imbiancate e da una stazione sciistica, mentre durante le restanti stagioni offre colori magnifici della genziana, dei fiori di peonia, della rosa canina e della purpurea che fanno da cornice alle foreste. Durante Autunno in Barbagia, Fonni sfoggia le sue cantine e i tipici loggiati aperti ai visitatori. Nel centro storico spiccano le chiese, tra cui quella di San Giovanni Battista e la Basilica della Vergine dei martiri. Tra le tradizioni sono da apprezzare la produzione di dolci (i tipici savoiardi), il Palio di Fonni e il carnevale fonnese. Fonni è anche luogo di trekking intenso, fatto di percorsi tra sorgenti e boschi, dove ci si immerge in riserve meravigliose dove poter osservare specie rare. Fonni è quindi ottima meta degli amanti della montagna, ideale per escursioni archeologiche e naturalistiche e, infine, luogo legato a tradizioni gastronomiche e artigianali.1

SUPERFICIE

112,27 km2

NUMERO DI ABITANTI

3 912

DENSITA’

34,84 ab/km2 ALTITUDINE

1000 m s.l.m.

CARATTERI FISICI TERRITORIALI

E’ adagiato sulle pendici settentrionali del Gennargentu, in Sardegna centrale, ad un’altitudine di 1000 metri, ed è il paese più altro della Sardegna CONNESSIONI

Strada statale 389 DESCRIZIONE

“Un orizzonte favoloso circonda il villaggio: le alte montagne del Gennargentu, dalle vette luminose quasi profilate d’argento, dominano le grandi valli della Barbagia, che salgono, immense conchiglie grigie e verdi,

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https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/fonni


Immagine 78 Savoiardi tipici

Immagine 79 Carnevale fonnese

Immagine 80 Veduta di Fonni Fonte: https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/fonni

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NUORO

del redentore”, l’ultima domenica di agosto con la sfilata dei gruppi folkloristici. I 1600 ettari del monte Ortobene, ai piedi dei quali sta Nuoro, testimoniano alcune Domus de janas, offrendo paesaggi infiniti racchiusi dentro a bei parchi come quello di Sedda Ortai. Essendo capoluogo dell’omonima provincia, Nuoro può essere infine considerato il perno dei piccoli comuni limitrofi, una sorta di polo attrattore sia a livello turistico che di servizi, un vero e proprio punto di riferimento. 1

SUPERFICIE

192,06 km2

NUMERO DI ABITANTI

36 925

DENSITA’

192,26 ab/km2 ALTITUDINE

549 m s.l.m.

CARATTERI FISICI TERRITORIALI

E’ esteso su un altopiano granitico, ai piedi del monte Ortobene CONNESSIONI

Strada provinciale 22 DESCRIZIONE

La chiamano l’Atene sarda, in quanto è animata da un fermento culturale a partire dall’800, con letterati e artisti come S. Satta e G. Deledda che furono famosi in tutta Europa: sono molti, infatti, i musei presenti a Nuoro, tra cui il Man. Un evento interessante di Nuoro è anche la “sagra

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https://www.sardegnaturismo.it/it/luoghi/centro/nuoro


Immagine 81 Eventi tipici di Nuoro

Immagine 82 Museo Nuoro

Immagine 83 Veduta dall’alto di Nuoro Fonte: https://www.sardegnaturismo.it/it/luoghi/centro/nuoro

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SINISCOLA

gole e strapiombi, pascoli e vigneti, spiegge e lagune. Vi sono anche luoghi in cui fare trekking o passeggiate a cavallo. Interessante è poi tutto il patrimonio archeologico, visitabile grazie a percorsi e itinerari. Da visitare vi è invece Nostra Signora della Salute, costruita vicino alla sorgente “curativa” di Luittu, e sono molteplici gli eventi: fuochi di Sant’Antonio abate, La Settimana Santa, e il Carnevale. Dal punto di vista enogastronomico sono importanti cannonau e pecorino, e l’emblema di Sinoscola è “sa pompia”, un grosso agrume che è un incrocio tra cedro e limone. La particolarità è che è usato anche in ambito erboristico e cosmetico.1

SUPERFICIE

196,38 km2

NUMERO DI ABITANTI

11 541

DENSITA’

58,77 ab/km2 ALTITUDINE

40 m s.l.m.

CARATTERI FISICI TERRITORIALI

E’ situato sulla costa orientale della Sardegna, in provincia di Nuoro, nella subregione storica delle Baronie, di cui rappresenta il centro più importante CONNESSIONI

Strada statale 131 DESCRIZIONE

Siniscola è un paese in cui il monte Montalbo domina il paesaggio, e ha allo stesso tempo una notevole vicinanza al mare. Attorno ad essa vi sono scenari multiformi, dai rilievi calcarei, alle

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https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/siniscola


Immagine 85 Spiagge a Siniscola

Immagine 84 Agrume di Siniscola

Immagine 86 Veduta dall’alto di Siniscola Fonte: https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/siniscola

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MACOMER

cui ora restano i ruderi. Le attività principali di Macomer sono la produzione casearia (con il dolce macomer, prodotto con latte vaccino intero da allevamenti a pascolo semibrado), l’industria, il commercio e l’industria tessile. Si può inoltre approfondire la conoscenza sulle sue tradizioni artigiane e pastorali nel Museo le Arti Antiche. Il centro storico è invece caratterizzato da casette antiche che ricordano il dominio spagnolo. Attorno al centro storico si possono infine ammirare una varietà di paesaggi punteggiati da boschi che è possibile visitare tramite magnifici itinerari.Un’attenta analisi delle potenzialità e delle criticità del territorio di Oliena aiuta ad individuare le opportunità insite nel territorio stesso e mette in risalto i possibili ambiti di intervento. I punti di forza sono la base da cui partire per elaborare una strategia che miri a potenziare le risorse esistenti e delinei nuovi obiettivi che abbiano come scopo finale la rigenerazione del centro storico e la riconnessione di quest’ultimo.1

SUPERFICIE

122,77 km2

NUMERO DI ABITANTI

10 020

DENSITA’

81,62 ab/km2 ALTITUDINE

563 m s.l.m.

CARATTERI FISICI TERRITORIALI

E’ situato alle pendici della catena de Marghine, di cui è il centro principale ed è arroccata sulle rive del rio S’Adde. CONNESSIONI

Strada statale 129 DESCRIZIONE

Macomer è considerato uno dei più importanti centri agropastorali, industriali e di cultura, oltre che essere circondato da molti siti archeologici. Famoso di Macomer è il suo castello, in cui ai tempi si svolse la storica battaglia tra sardi e di

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https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/macomer


Immagine 87 Menhir

Immagine 88 Enogastronomia Macomer

Immagine 89 Veduta di macomer Fonte: https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/macomer

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7.2 Il centro antico LA CRESCITA URBANA Nel corso degli ultimi due secoli la struttura urbana di Oliena si è conservata senza sostanziali modifiche. E’ però nel secondo cinquantennio che l’edilizia residenziale ha avuto un notevole sviluppo, operando attraverso canoni architettonici quasi sempre completamente distanti dai canoni architettonici tipici del centro storico: quest’ultimo quindi non ha conservato appieno le sue peculiarità originarie, subendo continue manomissioni, inserimento di nuove costruzioni, rifacimenti e ristrutturazioni per niente adeguate al corretto recupero e conservazione del patrimonio edilizio storico. La crescita ha dunque seguito direttrici preferenziali date dalle condizioni geo-altimetrice del territorio: il vincolo imposto dalla barriera calcarea del Supramonte (già descritto in precedenza) e dal compluvio dei corsi d’acqua che attraversano il paese, rio Golathi e su Riveddu, ha guidato l’espansione secondo tracciati viari principali. La forma accorpata e compatta del centro storico si è quindi aperta “a stella” con tre punte orientate verso i poli di interesse determinati dai centri più vicini, quali Dorgali, Nuoro e Orgosolo, con minore o maggiore intensità abitativa a seconda dell’affluenza esercitata dal polo. Questa espansione, individuata nelle tre direttrici principali, è in realtà priva di una polarità sua:

per i servizi e i centri di aggregazione è del tutto dipendente ancora oggi dal vecchio centro. Esso permane ancora oggi come sede dei poli principali d’uso collettivo, come le undici Chiese parrocchiali e il comune, e come “centro vitale” , punto di raccordo e di incontro per l’intera popolazione, ma privo di servizi adeguati a far tornare gli abitanti a viverci permanentemente. La nuova area d’espansione generatasi, infatti, che ricorda i modelli della periferia urbana, gravita ancora e vive in maniera parassitaria accanto al vecchio centro urbano nonostante assicuri vantaggi qualitativi e funzionali dal punto di vista abitativo. La concezione moderna degli spazi della residenza è stata infatti la miccia che ha portato al travaso di popolazione dal centro alla periferia, con ambienti disimpegnati e sufficientemente servizi, e ha esercitato da parte dei cittadini del centro antico una forte attrazione, con la conseguente tendenza ad abbandonare la vecchia abitazione per ricercare nuovi spazi dell’abitare (effetto ciambella). L’accrescimento edilizio del centro abitato non sempre è in rapporto diretto con l’accrescimento demografico, molto spesso è solo conseguenza dello svuotamento del centro storico e causa principale del suo degrado.1 Le fonti Istat degli ultimi anni mettono a confronto i dati del 2007 con quelli del 2017 e delineano un problematico calo generale di settemila residenti.

1

152

Oliena, “Territorio Ambiente Architettura” , pag. 39


1846

1920

2000

2018

Mappatura di espansione di Oliena verso la periferia dal 1846 al 2018 Fonte: https://www.istat.it/

153


DORGALI

NUORO

SS 129 SS 129

NUORO

SP 22

B

DORGALI

P P

SP 46 B B P

SP 58 B P

ORGOSOLO

P P P

Periferia

P

Legenda

SP 22

Corsi d’acqua

Centro storico

Strade provinciali (SP) Legenda

SUPRAMONTE

Strade urbane ad alto scorrimento

SP 22

Corsi d’acqua Strade provinciali (SP)

Strade urbane a basso scorrimento o non carrabili

ORGOSOLO

Autobus

Strade urbane ad alto scorrimento Strade urbane a basso scorrimento o non carrabili

B

Fermata autobus

P

Parcheggi

Autobus

B

Fermata autobus

P

Parcheggi

0

100

200

300 m

Mappatura strade centro matrice e periferia 154


Legenda

Legenda Legenda

Periferia Periferia

Istruzione Istruzione(Scuola (Scuolamaterna, materna, elementare elementareeemedia) media)

Legenda Centrostorico storico Centro

Servizi Servizipubblici pubblici(municipio, (municipio, biblioteca, biblioteca,carabinieri) carabinieri)

Istruzione (Scuola materna, elementare e media)

Sanità Sanità((U.S.L. U.S.L.N. N.3,3, Protezione ProtezioneCivile CivileOnlus) Onlus)

Servizi pubblici (municipio, biblioteca, carabinieri)

Servizi Servizituristici turistici((presidio presidioturi tur centri centriescursioni) escursioni)

Sanità ( U.S.L. N. 3, Protezione Civile Onlus)

Servizi Servizireligiosi religiosi(chiese, (chiese, cimitero, cimitero,oratorio) oratorio)

Servizi turistici ( presidio turistico, centri escursioni)

Servizi Servizialberghieri alberghieri(b&b, (b&b, ostelli, ostelli,hotel) hotel)

Servizi religiosi (chiese, cimitero, oratorio) Servizi alberghieri (b&b, ostelli, hotel)

Artigianato Artigianato(botteghe (bottegheeenego nego Enogastronomia Enogastronomia(cantine, (cantine, caseifici, caseifici, consorzi) consorzi)

Artigianato (botteghe e negozi) Enogastronomia (cantine, caseifici, consorzi)

Spazi SpaziPubblici Pubblici(piazze (piazzeeeverd verd Corsi Corsid’acqua d’acqua

Spazi Pubblici (piazze e verdi)

0

100

200

300 m

Mappatura servizi centro matrice e periferia

Corsi d’acqua

155


IL CENTRO MATRICE E LE SUE CARATTERISTICHE “Il villaggio bianco sotto i monti azzurri e chiari come fatti di marmo e d’aria, ardeva come una cava di calce: ma ogni tanto una marea di vento lo rinfrescava e i noci e i peschi negli orti mormoravano tra il fruscìo dell’acqua e degli uccelli. Giacinto guardava le donne che andavano a messa, composte, rigide, coi visi quadrati, pallidi nella cornice dei capelli lucenti come raso nero, i malleoli nudi di cerbiatta, le belle scarpette fiorite: sedute sul pavimento della chiesa, coi corsetti rossi, quasi del tutto coperte dai fazzoletti ricamati, davano l’idea di un campo di fiori. E tutta la chiesa era piena di nastri e di idoli; santi piccoli e neri con gli occhi di perla, santi grossi e deformi, più mostri che idoli.” (Grazia Deledda, Canne al vento)

dalla presenza di scale esterne variamente articolate, che permettono il collegamento con i diversi locali a quote differenti e appartenenti ai diversi proprietari. Lo spazio interno a corte, suggestivo e accogliente, costituisce molto spesso il prolungamento della strada da cui si dirama; la numerazione civica infatti continua sulle porte che vi si affacciano, non limitandosi al solo passo carraio, che è spesso l’unico accesso dalla via pubblica. La corte è spazio domestico di vita interna, riservato e comune, nel quale, nelle versioni più antiche e meglio conservate, vi è ancora il pozzo da cui tutti possono attingere l’acqua e l’accesso ai piccoli cortili che sono conseguenza del frazionamento di un lotto più ampio riservato a orto. All’interno dello stesso, ogni famiglia conservava la legna per il camino, sempre presente anche nella più modesta e piccola unità abitativa, e nei tempi passati, teneva le galline, il maiale e gli animali da lavoro.2 La parte del lotto che si affaccia su strada può avere accesso diretto e talvolta, data la pendenza forte, il livello di ingresso viene assicurato con una scala esterna che ingombra la strada e si sviluppa, anche con pochi gradini, parallelamente ad essa. Su questo esempio sono frequenti le soluzioni di più ingressi con un unico accesso dalla strada: la tipologia più diffusa presenta una rampa con pochi gradini, che non ingombra la strada ma è

La maglia viaria di Oliena, irregolare nella sua configurazione planimetrica, è determinata da un tracciato ordinato che riflette l’andamento altimetrico del terreno. Essa presenta una viabilità principale ortogonale alle curve di livello, quindi secondo le linee di massima pendenza e diramazioni secondarie a servizio di isolati abitativi che si racchiudono molto spesso intorno ad uno spazio interno, la corte: una sorta di patio quindi, più o meno esteso, caratterizzato

2

156

Oliena, “Territorio Ambiente Architettura” , pag. 51


ricavata in un apposito vano aperto ad arco fino ad un pianerottolo comune dal quale si dipartono le scale a servizio delle divere dimore, di solito a livelli differenti. In generale, il tessuto urbano di Oliena è costituito da una varia e articolata elaborazione, anche in relazione al suolo che continua a modificarne le soluzioni: le abitazioni sono tutte ricche di complicazioni interessanti che annullano la banale e monotona ripetitività: dalla casa più povera, monocellulare e con accrescimenti in alzato, in larghezza e in profondità, fino alla casa padronale molto più ampi, tanto a volte da occupare un intero isolato, per esempio Casa Canudu, con la stessa spontaneità architettonica.

Un’ulteriore caratteristica del tessuto urbano di Oliena riguarda la numerosa quantità di chiese all’interno del centro abitato, protagoniste di eventi e organizzazioni ancora estremamente attive. Solo all’interno del centro abitato, come già citato nell’elaborato di tesi, se ne contano infatti undici.

Immagine 90 Struttura abitativa su due piani con arcate

Immagine 91 Ingresso su scala a servizio di diverse abitazioni

157


PIENI-VUOTI 1910 Pieno (edificato) Vuoto (spazio aperto) Edifici periferia Corsi d’acqua

N

0

158

50

100

200 m


Centro matrice, carta catastale, anno 1910 159


PIENI-VUOTI 2018 Pieno (edificato) Vuoto (spazio aperto) Edifici periferia Corsi d’acqua

N

0

160

50

100

200 m


Centro matrice, ortofoto, anno 2018 161


CORTE COMUNE TIPO

STRADE

Degrada

Strade principali e piazze Strade secondarie Cortili interni

Vicoli

Corti su vicolo

P Parcheggi

Corti larghe su strad

NUORO

DORGALI

P

P

P

P

P P

ORGOSOLO

VICO - Manc -Largh

P

P

Strade principali e

SUPRAMONTE

P

Strade secondarie Vicoli

P Parcheggi

N

0

162

50

100

200 m


GERARCHIA STRADE

Vicoli di accesso alle corti - mancanza marciapiedi - larghezza 2-4 m (pubbliche e private)

Strade a doppia carreggiata - parcheggi su strada - larghezza 2-6 m (pubbliche)

Strade a doppia carreggiata - marciapiedi - parcheggi su strada - larghezza 6-12 m (pubbliche)

163


CORTI Verde pubblico Cortili interni Corti su vicolo Corti larghe su strada (con muro o affacciate)

Verde privato sem

Verde pubblico a p Verde degradato

Incom nuova

Tipo storico Incompiuto di nuova costruzione

CORTE COMUNE TIPO

Degrada

Cortili interni Corti su vicolo

Corti larghe su stra

NUORO

DORGALI

P

N

0 P

164

50

100

200 m


Incompiuto di nuova costruzione Incompiuto di nuova costruzione

CORTE-TIPO

Tipo storico

Tipo storico

Tipo storico

Tipo storico Incompiuto di nuova costruzione Incompiuto di nuova costruzione

Tipo storico

Nuova costruzione Nuova costruzione

Tipo storico

n muro o affacciate)

muro o affacciate)

CORTE COMUNE TIPO CORTE COMUNE TIPO Degradato disabitato Degradato disabitato

5 TIPOLOGIE DI ACCESSO ALLE CORTI

Corte con apertura larga su strada Corte con apertura larga su strada

Corte con vicolo su strada Corte con vicolo su strada

Corte con androne su strada Corte con androne su strada

165

Corte con muro lungo Corte e portale di accesso con muro lungo e portale di accesso

Corte con muro e portale di accesso su Corte con muro e vicolo portale di accesso su vicolo


D d

IL VERDE

R

Verde privato semicoltivato Verde pubblico a prato

Incompiuti di nuov Verde abbandonato

Degradati disabitat Ruderi

Isolati centro matri

Verde privato

Verde pubblico

Verde privato sem

Verde pubblico a p Verde degradato

N

0

50

100

200 m Tipo storico Incompiuto di nuova costruzione

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Incom nuova


Rudere

Incompiuti di nuova costruzione Degradati disabitati Ruderi Isolati centro matrice

CARATTERIZZAZIONE VERDI

Verde privato

Verde pubblico

Verde abbandonato

Verde privato semicoltivato Verde pubblico a prato Verde abbandonato

Incompiuto di nuova costruzione

Tipo storico

Tipo storico Incompiuto di nuova costruzione

167

Nuova costruzione


L’EDIFICATO SARDO

LA CASA RURALE TRADIZIONALE LA CASA RURALE TRADIZIONALE

SASSARI 1

3

2

NUORO OLIENA

5 4

6 7

9

13 8 10

12 11

CAGLIARI

15 14

1. “Cuili” della Nurra 2. Tipo elementare di collina (Anglona) 3. “Stazzu” della Gallura 4. Tipo “palattu” della Sardegna LA CASA RURALE settentronale 5. Tipo elementare con vani TRADIZIONALE giustapposti in profondità 6. Tipo unitario di pianura (Bosa) 7. Tipo unitario di montagna (Barbagie) 8. Tipo unitario di montagna SASSARI (Ogliastra) 1 9. Tipo ogliastrino collinare 2 10. Tipo unitario del Sarcidano 11. Tipo a corte antistante 12. Tipo a corte antistante (var.5 4 Villaputzu) 13. Tipo a corte retrostante; 14. “Furriadrosgiu”

3

NUORO OLIENA

6 7

9

N 0

50 Km

100 Km

13 8 10

Fonti: O. Baldacci, La casa rurale in Sardegna in www.sardegnaterritorio.it/cittacentristorici/manualirecupero.html

12 11

CAGLIARI

15 14

1. “Cuili” d 2. Tipo el (Anglona) 3. “Stazzu” 4. Tipo “p settentrona 5. Tipo ele giustappos 6. Tipo un (Bosa) 7. Tipo un (Barbagie) 8. Tipo un (Ogliastra) 9. Tipo og 10. Tipo u 11. Tipo a 12. Tipo a Villaputzu 13. Tipo a 14. “Furria

N N 0

50 Km

100 Km

0 50 100 200 m Fonti: O. Baldacci, La casa rurale in Sardegna in Fonti: O. Baldacci, La casa rurale in Sardegna www.sardegnaterritorio.it/cittacentristorici/manualirecupero.html

www.sardegnaterritorio.it/cittacentristorici/manualirecupero.html 168


EDIFICATO EDIFICATO Cellule abitative edifici centro storico Cellule abitative edifici periferici Cellule abitative edifici centro storico Isolati centro matrice Cellule abitative edifici periferici CorsiCASA d’acquaSARDA FORME TIPICHE DELLA Isolati centro matrice Corsi d’acqua

forme tipiche della casa rurale sarda forme tipiche della casa rurale sarda

Tipo unitario di montagna e alta collina delle Barbagie Tipo unitario di montagna e alta collina delle Barbagie

Tipo ogliastrino collinare

m

Pianta livello terra

m

l

c c c

Pianta del livello superiore c (disegno tratto da O.Baldacci, La casacrurale in Sardegna, Firenze c 1952)

Pianta del livello terra

Pianta del livello superiore (disegno tratto da O.Baldacci, La casa rurale in Sardegna, Firenze 1952)

Pianta del livello terra

c

l l

m c c

l

l l

l

l l

l

ll

Pianta del livello superiore l (disegno tratto da O.Baldacci, La casalrurale in Sardegna, Firenze l 1952)

l

m

caratteri pianta livellodel centro piantastorico livello terra superiore 200

c

Tipo ogliastrino collinare

c

c Pianta livello terra

.000

.000

Tipo unitario di montagna e alta collina dell’ Ogliastra Tipo unitario di montagna e alta collinac dell’ c Ogliastra c c

l

l

Pianta del livello superiore (disegno tratto da O.Baldacci, La casa rurale in Sardegna, Firenze 1952)

pianta livello terra

pianta livello superiore

Cellula base con scala e ingressobase al Cellula primo piano con scala e ingresso al primo piano

Cellula base con balcone Cellula base con balcone

caratteri del centro storico

200 Cellula base e muro di cinta

Cellula base e pergolato verde (vite) base e Cellula base e Cellula muro di cinta pergolato modifiche nel centro storico verde (vite)

modifiche nel centro storico

Palazzetto alto

Palazzetto alto

Fonti: O. Baldacci, La casa rurale in Sardegna, Firenze, 1952 Aggiunta mimetica

169

Aggiunta evidente

Sostituzione evidente


L’EDIFICATO A OLIENA Cellule abitative edifici centro storico Cellule abitative edifici periferici Isolati centro matrice Corsi d’acqua

N

0 0

170

50

100

200 m

50

100


forme tipiche della casa rurale sarda Tipo unitario di montagna e alta collina delle Barbagie

Tipo ogliastrino collinare

Tipo unitario di montagna e alta collina dell’ Ogliastra c c

Tipo unitario diPianta del livello Tipo unitario di superiore tratto da O.Baldacci, La e alta montagna e alta(disegno montagna casa rurale in Sardegna, Firenze collina delle 1952) collina dell’ Ogliastra Barbagie

Pianta livello terra

I CARATTERI DEL CENTRO STORICO caratteri del centro storico c c c

l

l

c c

c

c

c

c

m

c

l

l

l

m

l

Pianta livello terra

Pianta del livello superiore (disegno tratto da O.Baldacci, La casa rurale in Sardegna, Firenze 1952)

l

Tipo Pianta ogliastrino del livello superiore (disegno tratto da O.Baldacci, La collinare casa rurale in Sardegna, Firenze

Pianta del livello terra

1952)

c

m

l

c c

c

l

l l

l l

m

0

l l

Pianta del livello terra

l l

l

Pianta del livello superiore (disegno tratto da O.Baldacci, La casa rurale in Sardegna, Firenze 1952)

caratteri del centro storico Cellula base e muro di cinta 200

Cellula base e pergolato verde (vite)

modifiche nel centro storico Cellula base e muro di cinta

Cellula base e pergolato verde (vite)

modifiche centroSTORICO storico MODIFICHE NELnel CENTRO Aggiunta mimetica

Aggiunta mimetica

Cellula base con scala e ingresso al primo piano

Cellula base con balcone

Cellula base con scala e ingresso al primo piano

Cellula base con balcone

Aggiunta evidente

Aggiunta evidente

171

Palazzetto alto

Palazzetto alto

Sostituzione evidente

Sostituzione evidente


L’EDIFICATO FATISCENTE Incompiuti di nuova costruzione Degradati disabitati Ruderi Isolati centro matrice

D di

Ru

Incompiuti di nuov

Degradati disabitati Ruderi

Isolati centro matric

N

0

172

50

100

200 m

Verde privato


TIPOLOGIE DI EDIFICATO FATISCENTE

Incompiuti di nuova costruzione Degradati disabitati Ruderi

Rudere Rudere

Muri Isolati centro matrice Corsi d’acqua Edifici centro matrice Edifici periferia Degradato disabitato

Incompiuto di nuova costruzione

173

Degradato disabitato

Incompiuto di nuova costruzione


SERVIZI Centri escursionistici (Barbagia insolita, Cooperativa Enis) Piazze Chiese Aree di pertinenza delle chiese Botteghe Servizi Pubblici Isolati

Nuoro Orgosolo

Edifici Periferia

Dorgali Cala Gonone 6

Edifici Centro Matrice 35

Corsi d’acqua

B

7

Fermata autobus (Nuoro, Orgosolo, Dorgali, Cala Gonone)

B

21

5 P

20

4 3

P

info point

30 30

19

2 27

33

3

28

22

1

17 16

e18 29

n mu

Co

26

25

biblio

24 15

14 13

P

9

23 12 10

Chiese maggiori 1. S. Ignazio di Loio 2. S. Croce 3. S. Lussorio 4. N.S. D’itria 5. S. Maria Maggior Chiese minori 6. S. Anna 32 7. S. Francesco di P 8. N.S. di Bonaria Scala 1:5.0009. Madonna del Car 10. S. Giuseppe 11. Buoncammino 0 50 100 Piazze 200 12. Piazza Sa Conci 13. Piazza Sa Conci 14. Piazza S. Leone 15. Piazzetta Jean P 16. Piazza San Gior 8 17. Piazza Colleggio 18. Piazza Moro 19. Piazza Berlingue 20. Piazza S. Maria 21. Piazza Pirandell 22. Piazzetta S. Cro Botteghe artigiane 23. Bottega dei colt 24. Bottega del rica 26. Bottega del fior 27. Fotografo 28. Bottega della ce 29. Bottega/Museo 30. Bottega del cuo 31. Bottega del cuo Botteghe enogastr 25. Bottega miele 34 35. Bottega dolci ar

Centri escursion

32. Sardegna nascosta 33. Barbagia insolita 34. Cooperativa Enis

N

0

174

50

100

200 m


Chiese maggiori

1. S. Ignazio di Loiola 2. S. Croce 3. S. Lussorio 4. N.S. D’itria 5. S. Maria Maggiore

Chiese minori

6. S. Anna 7. S. Francesco di Paola 8. N.S. di Bonaria 9. Madonna del Carmelo 10. S. Giuseppe 11. Buoncammino

Piazze

12. Piazza Sa Concias 13. Piazza Sa Concias 14. Piazza S. Leone Magno 15. Piazzetta Jean Palache 16. Piazza San Giorgio 17. Piazza Colleggio 18. Piazza Moro 19. Piazza Berlinguer 20. Piazza S. Maria 21. Piazza Pirandello 22. Piazzetta S. Croce

Botteghe artigiane

23. Bottega dei coltelli 24. Bottega del ricamo 26. Bottega del fiore 27. Fotografo 28. Bottega della ceramica 29. Bottega/Museo del tessuto 30. Bottega del cuoio - Corrias 31. Bottega del cuoio - Corrias

Botteghe enogastronomiche

25. Bottega miele 35. Bottega dei dolci artigianali (Hòro)

Centri escursionistici 32. Sardegna nascosta 33. Barbagia insolita 34. Cooperativa Enis

175


ENTI E ASSOCIAZIONI

15 16 17

11

20

1

21

2

22

3

19

18

13

10

6 9

4 12

7 5

8 14

N

0

176

50

100

200 m


Enti e associazioni presenti sul territorio: 1. Cantina Oliena - Via Nuoro, 112 OLIENA 2. Coop. Latteria Sociale Rinascita 3. Coop Turistica Enis 4. Pro Loco Oliena 5. GAL Nuorese Gennargentu, Supramonte, Barbagia 6. A.S.O. Associazione Soccorso 7. Protezione Civile 8. Il Grappolo (assistenza disabili) 9. A.i.a.s. Oliena (assistenza disabili) 10. AUSER (via Garibaldi) 11. Centro Studi Padre Solinas (via nuoro) 12. Biblioteca Comunale 13. Collegio dei Gesuiti 14. Biblioteca Mario Ciusa Romagna 15. Scuola Calcio Olianese 16. Danza Sportiva Aerobica 17. APSD Ventu e Mare (pesca sportiva) 18. Fip associazione sportiva 19. Trekking delle Peonie 20. Astor Volley 21. Helion Basket 22. A.c. Nuorese (calcio)

Enti e associazioni attualmente senza una sede specifica:

23. Comunità Montana denominata del Nuorese 24. Comitato S.Lussorio 25. Comitato N.S.Monserrata 26. Comitato S.Giovanni 27. Scout Oliena 28. ADI Associazione Diocesana Insieme 29. Gruppo Ballo “S’Arciu” 30. Gruppo Ballo “Su Durdurinu” 31. Gruppo Ballo “Su Gologone” 32. Associazione Alpini di Oliena 33. Coro Polifonico Oliena 34. Tenores 35. Tiro a Volo Tiscali 36. Motoclub Oliena 37. Oliena in 4x4 38. Associazione Monte Corrasi

177


7.2 Potenzialità e criticità

S

Forze

- Efficiente inserimento nelle reti virtuali di interesse turistico e di valorizzazione del territorio. - Presenza di risorse naturalistiche rilevanti per qualità, quantità e fruizione turistica. - Patrimonio archeologico, storico, artistico che costituisce un forte attrattore turistico e una risorsa del territorio. - Consistente presenza di strutture ricettive e di ristorazione che contribuiscono a sostenere la cultura tradizionale locale. - Vicinanza al mare e quindi al turismo costiero. - Vicinanza al bacino metropolitano che favorisce il flusso turistico. - Presenza di produzioni tipiche enogastronomiche e artigianali che contribuiscono a consolidare l’identità locale differenziandola dai territori circostanti. - Ambiente salubre che favorisce un allungamento della vita. - Forte senso di ospitalità da parte dei locali.

O

Opportunità

-Aumento dei flussi turistici verso l’entroterra. - Presenza di grandi spazi verdi potenzialmente riqualificabili. - Recupero di edificato abbandonato e fatiscente che dà spazio a nuove funzioni. - Sensibilizzare alla cultura ambientale e alla sostenibilità. - Ripopolare il centro antico in modo permanente e temporaneo. - Attrazione di figure e gruppi di investimento verso nuovi progetti. - Ritorno del centro di Oliena ad essere un polo attrattivo di attività. - Favorire l’incontro all’interno del centro storico, dei due sistemi (agricolo e naturale) che caratterizzano il territorio circostante.

178


W

Debolezze

- Carenza del trasporto pubblico e inesistenza di mezzi autonomi (sharing) che rendono difficile la fruizione del patrimonio naturalistico e culturale. - Scarsa diffusione di una cultura ambientale atta a valorizzare il rapporto uomo - ambiente. - Scarsità di spazi verdi attrezzati di cui possano usufruire abitanti e turisti. - Mancanza di differenziazione tipologica di strutture ricettive anche condivise. - Carenza di arredo urbano e di segnaletica necessaria per la fruizione del patrimonio naturalistico e culturale. - Carenza di una rete locale di cooperazione tra figure locali legati all’artigianato e all’agricoltura. - Forte presenza di edifici fatiscenti e disabitati e strade dissestate. - Mancanza di mixitè sociale all’interno del centro antico.

T

Minacce

- Perdita del patrimonio storico tradizionale causato da una scarsa manutenzione. - Diminuzione della popolazione all’interno del centro storico che ostacola il processo di rinnovamento generazionale. - Estensione urbana della periferia che comporterebbe ulteriore consumo di suolo e decadimento per il centro antico. - Scomparsa dei prodotti tipici dovuta ad un mancato aggiornamento degli strumenti e inserimento nella rete internazionale. - Pressione di altri centri concorrenti in grado di offrire servizi migliori e aggiornati alla contemporaneità.

179



3 A PLATFORM TO RE-START

181


1.3 Strategia attraverso micro-azioni che aiutino l’aggregazione, la produzione, il lavoro e la condivisione. attraverso un elemento base con i suoi dispositivi urbani, generino padiglioni che, aggregati tra loro, diano vita a nuovi spazi per l’aggregazione, per la produzione, il lavoro e la condivisione, ma che funzionino anche indipendentemente gli uni dagli altri. Ciò che viene ad essere concepito è, dunque, una piattaforma (sia fisica che virtuale) di dimensioni 3 m x 3 m in legno di pino (reperibile a Km 0) e arredi urbani, che insieme danno vita a padiglioni che funzionano sia indipendentemente sia aggregati tra loro. Si tratta di un intervento di urbanistica tattica ad effetto immediato e diffuso su tutto il centro matrice, che si propone come miccia e stimolo per interventi futuri consistenti. Si è così pensato di dare vita ad un vero e proprio “manuale per la costruzione” che aiuti i nuovi soggetti coinvolti ad autocostruire sugli spazi aperti, in maniera non invasiva, con strutture leggere e funzionali. In nove isolati del centro antico, inseriti nei tre sistemi verdi, si sono progettate nove tipologie di costruzione diverse che, partendo sempre dallo stessso frame in legno, generino spazi funzionali adeguati alla vocazione di ognuno dei tre sistemi: lungo la fascia agricola, i padiglioni ospitano spazi ad orto, frutteti e percorsi espositivi delle essenze;

L’idea progettuale si propone di puntare su una strategia “dal basso”, che coinvolga la comunità di Oliena rendendola attiva attraverso una progettazione partecipata e un’auto-costruzione: in questo modo gli abitanti di Oliena potrebbero ulteriormente stimolati ad una rigenerazione del centro antico, che si trova ad avere tutt’oggi meravigliose risorse territoriali, culturali e sociali (cfr. schema pag183) ma che sono nascoste e non vengono valorizzate nel modo giusto. Oliena si trova infatti inserita in un contesto caratteristico: a nord vi sono campi coltivati, a sud invece zone boschive e calcaree tipiche del Supramonte. Il centro abitato è inserito armoniosamente tra i suddetti sistemi in una perfetta fusione delle parti, tanto che tre lingue verdi si insinuano al suo interno e costituiscono gli unici spazi aperti di respiro nella densità urbana di cui è Oliena è caratterizzata. Le tre fasce hanno accezioni diverse a seconda di dove siano collocate: nella zona attraversata dal Riu Caschio, la fascia verde ha una forte vocazione agricola; nella zona centrale, in cui il verde è incastonato tra le corti, lo spazio assume accezione urbana; verso nord-est, invece, il verde ha una relazione diretta con il Supramonte, e gli spazi aperti si tramutano in lunghe lingue con rilevante presenza di alberi. Affinchè questi spazi verdi abbiano una loro identità, quindi, si è scelto di lavorare su di essi

182


STRATEGIA

A PLAT

PROBLEMA

COS

SPOPOLAMENTO Perdita di identità

incastonati tra le corti del centro, le nuove ministrutture sono legate alle funzioni urbane, ospitando un mercato, nuove case-bottega e dispositivi inseriti in spazi inconsueti rispetto a quelli urbani tradizionali. Nell’ultima fascia verde, direttamente collegata al Supramonte, lo spazio sarà invece caratterizzato da padiglioni legati allo sport e al tempo libero, attraverso un percorso giochi e relax tra gli alberi e uno spazio ricreativo (con teatro e barbeque) all’aperto. Lo scopo dei nove progetti punta a mettere in discussione lo spazio urbano conferendogli un valore aggiunto e una nuova identità legata al vivere contemporaneo. “A Platform to Re-start” vuole quindi essere un vero e proprio “open source” in cui ognuno apporta liberamente un contributo alla sperimentazione e alla costruzione. Una “piattaforma” aperta al cambiamento (fisico nell’utilizzo dello spazio e sociale per il coinvolgimento umano), nella quale il singolo sia parte di un tutto concorrendo ad un “re-start”.

Degrado degli spazi

TERRITORIO

Il sistema naturale

MICRO AZI SULLO SPA

Supramonte Aree archeologiche

Attrazioni turistiche

Essenze autoctone

Escursioni

Longevità

Il tempo lento

Qualità della vita

Blue zone

Vino Nepente

RISORSE

Campi coltivati

CHI

Uliveti Corti e cortili

Morfologia urbana

STAKEHOLD

Corso d’acqua

CULTURA

Iniziative ed eventi

Tradizioni

PADIGLIO URBANI

Canto tenore

Cortes Apertas

Lavorazione orafa

Prodotti tipici

Comunità montana

Oliena in fiore

Dolci artistici Miele

SOCIETA’

COM

Comunità locale

Sardegna Clik and Go Città dell’olio

PROPOSTA

Rete di relazioni

PROGETTAZIONE PARTECIPATA E AUTOCOSTRUZIONE

URBANIST TATTICA

MESSA IN RETE 2.0

Bandiera arancione

Valorizzazione e innovazione dell’identità locale Rigenerazione di spazi per la collettività

DOV

QUALE TIPO DI SPAZIO? 10 caratteristiche - 9 progetti

RICONOSCIBILE Perchè lo spazio anche nella sua provvisorietà può radicarsi e costituire un punto di riferimento nell’immaginario collettivo.

MODIFICABILE Perchè, prevedendo dei gradi di libertà per i soggetti che attivano lo spazio, consente di adattarsi a bisogni ed esigenze mutevoli nel tempo.

DIFFUSO Perchè in grado di stabilire diversi poli di riferimento, indipendenti gli uni dagli altri ma che insieme concorrono alla rigenerazione totale.

Trasformazion

Riappropriazion dello spazio

183

STRA-ORDINARIO Perchè in grado di stimolare un cambiamento dell’ordinario punto di vista sullo spazio urbano.

RIGENERATO Perchè lo spazio, dall’essere invisibile, riacquista un senso e un significato per l’ambien


AMBITO AGRICOLO _I campi coltivati

AMBITO URBANO _Oliena Riu Caschio

Nostra Signora di Bonaria

Fontana Coddina

AMBITO MONTANO _Il bosco

Nuraghe Riu Caschio

Fontana Su Viuchinzu

Punta Ortu Caminu 1331 m Punta Carabidda 1321 m

AMBITO MO _L’altopiano

Monte Corrasi 1463 m Sorgente Su Sabucu

Fiume Cedrino 203 m s.l.m.

AMBITO AGRICOLO

Inizio centro abitato 270 m s.l.m.

Sca Ma

AMBITO URBANO

AMBITO MONTANO

184 Sezione I _ 1 100 m

Sezione II _ 2 200 m


S.Giovanni

Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu (attualmente non attivato)

Abitanti: 7 036 (30/11/2017)

NUORO

Nostra Signora di Monserrato

DORGALI

Orotelli Orani Ottana Mamoiada Olzai

Fiume Cedrino

Gavoi

Lodine

ORGOSOLO

Ovodda Fonni Tiana Tonara Sorgono Desulo Belvì Meana Aritzo Sardo Seulo

Fontana Iscandula

Urzulei Talana Baunei Villagrande Arzana

Supramonte di Oliena 5.000 Ha

Gairo

Seui

Legenda Agricoltura tipica e specializzata

Legenda

Aree di primaria importanza agricola

Comunità montana del Nuorese - Gennargentu - Supramonte - Barbagia

Aree di importanza agricola e salvaguardia

Comuni del Parco Nazionale del Gennargentu

Area boschiva (vincolo forestale) Fonti: Piano urbanistico comunale, la zoonizzazione del territorio comunale

Fonti: http://www.comunitamontananuorese.gov.it http://www.parcogennargentu.it

Complesso nuragico Sa Sedda e Sos Carros

ATTIVITA’ SPORTIVE

Punta Sos Nidos 1348 m

Punta Pedra Mugrones 1138 m

Punta Cusidore Mugrones 1147 m

Percorsi Mountain bike

Trekking

Tour in 4x4

Canyoning

Arrampicata

Montagna rocciosa

Escursione in Kayak

Grotte de Sa Oche e Su Bentu

ONTANO o calcareo

ala ‘e arras

OLIENA

Sorgente Coordinate: 40°16 N 9°24 E Su Gologone Altitudine: 339 m s.l.m. Superficie: 24 100,02 Km2 Nuraghe Densità: 68,54 ab./Km2

Corbeddu

Grotta del Gigante Valle di Lanaittu (Lanaitho)

Villaggio nuragico di Tiscali Monte Tiscali 518 m

Supramonte di Oliena 1 350 m s.l.m.

Fine centro abitato 380 m s.l.m.

A Punta Cateddu Punta Solitta 1203 m

185

A’ Sezione territoriale A-A’

Sezione III _ 1 800 m

N 0

500 m

1000 m


1. SISTEMA AGRICOLO

186


I CAMPI COLTIVATI

alle del Cedrino

I campi coltivati

I tre sistemi verdi

AMBITO AGRICOLO

Il bosco

LA VALLE DEL CEDRINO La valle del Cedrino

I campi coltivat

L’altopiano roccioso

I tre sistemi verdi

AMBITO URBANO

pista ciclabile 187


2. SISTEMA URBANO

188


I tre sistemi verdi I TRE SISTEMI VERDI

Il bosco

L’altopiano roccioso

pista ciclabile 189


3. SISTEMA NATURALE

190


L’ALTOPIANO ROCCIOSO

Il bosco

L’altopiano roccioso

I tre sistemi verdi

AMBITO URBANO

AMBITO NATURALE

IL BOSCO Il bosco

pista ciclabile 191

L’altopiano ro


Legenda Coltivazioni erbacee

Coltivazioni legnose

Vigneti (Cannonau, Nepente di Oliena

Oliveti (Nera di Oliena)

Latifoglie (Leccio, Eucalipto Quercia rossa, Ciliegio, Cast


Pioppo, Salice, Acero, o, Pioppo, Salice, Acero, gno, Frassino) tagno, Frassino)

Conifere (Tasso, Ginepro, Cedro dell’Atlante, Conifere (Tasso, Ginepro, Pino marittimo e Pino nero) Cedro dell’Atlante, Pino marittimo e Pino nero)

Pascolo Pascolo

Roccia (Calcare) /Cespugli Roccia (Calcare) /Cespugli

Macchia mediterranea (corbezzolo,biancospino, Macchia mediterranea (corbezzolo,biancospino, alloro, lentisco, ginepro)/Garingia alloro, lentisco, ginepro)/Garingia

Sistemi verdi Sistemi verdi

SISTEMI VERDI SISTEMI VERDI

III.Sistema naturale III.Sistema naturale

II.Sistema urbano II.Sistema urbano

I.Sistema Agricolo I.Sistema Agricolo


SEZIONE LEGNO TIPO 2- LISTONI dimensioni sezione 8 cm x 10 cm

CARATTERIZZAZIONE DEI TRE SISTEMI DI PROGETTO

ORIALE

SEZIONE LEGNO TIPO 3dimensioni sezione 5 cm x 5 cm

FERULA TIPO 1- RIVESTIMENTO Diametro 3-4 cm

3. SISTEMA NATURALE

Relazione diretta con il Supramonte, gli spazi verdi sono lunghe lingue con rilevante presenza di alberi.

2. SISTEMA URBANO

Relazione con la parte più densa del centro urbano, gli spazi verdi sono incastonati all’interno degli isolati tra gli edifici.

1. SISTEMA AGRICOLO

Relazione con il Rio e con la parte maggiormente verde che taglia il centro matrice, gli spazi verdi si dislocano lungo il rio e lungo il percorso ciclo-pedonale caratterizzati da una forte vocazione agricola.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI AMBITI DI PROGETTO

194


QUALE TIPO DI SPAZIO?

10 caratteristiche per 9 progetti

RICONOSCIBILE

Perchè lo spazio anche nella sua provvisorietà può radicarsi e costituire un punto di riferimento nell’immaginario collettivo.

MODIFICABILE

Perchè, prevedendo dei gradi di libertà per i soggetti che attivano lo spazio, consente di adattarsi a bisogni ed esigenze mutevoli nel tempo.

RIGENERATO

Perchè lo spazio, dall’essere invisibile, riacquista un senso e un significato per l’ambiente urbano.

DIFFUSO

Perchè in grado di stabilire diversi poli di riferimento, indipendenti gli uni dagli altri ma che insieme concorrono alla rigenerazione totale.

STRA-ORDINARIO

Perchè in grado di stimolare un cambiamento dell’ordinario punto di vista sullo spazio urbano

INNOVATIVO

Perchè conferisce quel contenuto di novità tale da migliorare lo stato delle cose e del vivere.

MULTIFUNZIONALE

Perchè può accogliere molteplici usi che si adeguano alle complesse esigenze del vivere contemporaneo.

195

IDENTITARIO

Perchè una comunità progetta in esso il proprio personale sistema di simboli e valori.

AGGREGATIVO

Perchè è frutto della cooperazione tra gli attori che, a diverse scale, sono coinvolti alla trasformazione dello spazio.

PRODUTTIVO

Perchè capace di generare meccanismi positivi di attivazione anche di tipo economico.


Opportunità Trasformazioni Re-start

MODIFICABILE

Sperimentazione Trasmissione dei saperi

Riappropriazione dello spazio

RIG

STRA-ORDINARIO Scoperta

Conoscenza

DIFFUSO RICONOSCIBILE

Corte verde con cell mini atelier addo pareti cieche deg esistenti volte ad artigiani ed artisti.

Parco giochi e percorso salute tra gli alberi per lo svago e il tempo libero che permette il contatto con la natura anche all’interno del centro matrice.

Merc racco di be ospit anne

Cinema-teatro all’aperto destinato ad esibizioni folkloristiche ed eventi culturali che accrescono la socialità.

196


Effetto domino

INNOVATIVO

MULTIFUNZIONALE AGGREGATIVO

PRODUTTIVO

Condivisione

GENERATO

IDENTITARIO

Network

Flessibilit

Giardino delle piante aromatiche ed erbe officinali con torre panoramica rivolta verso il Supramonte.

lule-torre e ossati alle gli edifici d ospitare Piazza centrale con dispositivi informativi e punto wi-fi. Spazio urbano continuo e sopraelevato sui tetti degli edifici degradati circostanti.

Gradonata attrezzata tra coltivazioni di alberi da frutto che permette il relax e la fruizione del Rio. Vicoli di accesso all’isolato attrezzati con dispositivi per una nuova relazione di vicinato tra gli abitanti.

cato per la vendita, la olta, lo scambio e il riciclo eni. I dispositivi possono tare laboratori e attivitò esse.

Orti condivisi e orto didattico con nuovo sistema di irrigazione per valorizzare la vocazione agricola . 197


1. CHI?

Comune

Presidio turistico Galaveras (evento “Cortes Apertas”)

PROMOTORI

Parco nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu

GAL Barbagia

Parco nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu

Abitanti di Oliena

Persone esterne alla comunità locale

ATTIVATORI Innesti urbani, workshop “Re-Start” STAKEHOLDER Artigiani locali

Scuole locali

CONTINUATORI Agricoltori locali

Oragnizzatori Cortes Apertas e altri eventi

Auser Oliena

Pro loco Oliena

Albergatori

Commercianti

APPROFITTATORI Ristoratori

198

Societa' Cooperativa Sociale “Il Grappolo”

Turisti

Gruppo folk “Su Gologone”


2. COME?

BASSO COSTO

EFFETTO IMMEDIATO

URBANISTICA TATTICA

Pochi materiali Reperibilità a km 0

Tempo di costruzione veloce

BOTTOM - UP

Cittadini attivi Gruppi di comunità Organizzazioni di vicinato

TEMPORANEITA’ FLESSIBILITA’

COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI

199

Interventi temporanei Flessibilità nella modificazione e combinazione degli elementi Partecipazione attiva nella progettazione e realizzazione Governance e gestione affidata ai cittadini


3. COSA?

1_Spazio urbano minimo per l’aggregazione

3_Apertura della stanza e condivisione

2_Stanza urbana 3X3m

MICRO AZIONI SULLO SPAZIO

PADIGLIONI URBANI

ELEMENTO BASE

+

DISPOSITIVI

200

=

PADIGLIONI


FORME DI UTILIZZO

4_Aggregazione di altre stanze

DISPOSITIVI URBANI

PADIGLIONI EVENTI

Valorizzare l’ambiente urbano e dare avvio ad una rigenerazione

Condividere i saperi e scoprire le risorse del territorio (Cortes Apertas)

PIATTAFORMA 2.0 mettere in rete i luoghi e informare sulle attività

LOCALE

APP “Piattaforma 2.0”

201

TERRITORIALE


L’ELEMENTO BASE

4. Cornice

2

2. Pilastri

3. Controventi 1. Piattaforma

1

2

1

202


LA PIATTAFORMA

CATALOGAZIONE MATERIALI

SEZIONE LEGNO TIPO 1 - PILASTRI dimensioni sezione c a l ax 110 : 2 0 cm 10 scm SEZIONE LEGNO TIPO 3- PILASTRI dimensioni sezione 10 cm x 10 cm

SEZIONE LEGNO TIPO 2 - LISTELLI dimensioni sezione 2 cm x 10 cm SEZIONE LEGNO TIPO 1- LISTELLI dimensioni sezione 2 cm x 10 cm

SEZIONE LEGNO TIPO 3 - LISTONI dimensioni sezione 8 cm x 10 cm SEZIONE LEGNO TIPO 2- LISTONI dimensioni sezione 8 cm x 10 cm

203

SEZIONE LEGNO TIPO 4 - PILASTRINI dimensioni sezione 5 cm x 5 cm SEZIONE LEGNO TIPO 3dimensioni sezione 5 cm x 5 cm

FERULA - RIVESTIMENTO diametro 3 cm x 4 cm

FERULA TIPO 1- RIVESTIMENTO Diametro 3-4 cm


I DISPOSITIVI_ESEMPI-TIPO

Seduta - tipo 1

Seduta - tipo 2

Tavolo -tipo

3

4

Seduta tipo 1

Seduta tipo 2

4

3

4

204


ALBERI DELL’ENTROTERRA SARDO

Leccio Pino Marittimo Pioppo

Salice

Acero Quercia

Ciliegio Castagno Frassino

Tasso

Ginepro Cedro Eucalipto Pino nero

SCELTA MATERIALE COSTRUZIONE: PINO - scheda materiale PINODELscheda materialeDA strutturale

PINO

scheda materiale strutturale

ANNO FORESTALE DELLA SARDEGNA 2017/18 Partners - Forestas - Regione autonoma della Sardegna ANNO FORESTALE - UniNuoro - Consorzio Universitario Nuoro DELLA SARDEGNA 2017/18 - UNISS - Università degli studi di Sassari Partners - Corpo forestale e di vigilanza ambientale - Forestas - Unioncamere Sardegna - Regione autonoma della Sardegna

- UniNuoro - Consorzio Universitario Nuoro

3 3

COMPLESSO FORESTALE DEL CEDRINO - UNISS - Università degli studi di Sassari - Corpo forestale e di vigilanza ambientale

_cantiere forestale - Unioncamere Sardegna

COMPLESSO FORESTALE DEL CEDRINO COMPLESSOforestale FORESTALE DEL CEDRINO cantiere

Pino Marittimo (Pinus Pinaster) Legno da costruzione CPai rnaot tM e rairsittitci h meo f i s i c h e Caratteristiche (Pinus Pinaster) fibratura L e g n o diritta, da costruzione tessitura C a r a t t emedio-grossa ristiche fisiche Lavorazione Caratteristiche buona lavorabilità fibratura diritta, Caratteristiche meccaniche tessitura medio-grossa Carico di rottura a taglio Lavorazione 2 7buona N/mmlavorabilità Carico di rotturameccaniche a trazione Caratteristiche 2 70 N/mm Carico di rottura a taglio C7aN/mm r i c o 2d i r o t t u r a a cCarico o m p r edis srottura i o n e a trazione 43 N/mm2 2 70 N/mm Carico C a r i c di o rottura d i r o t taufrlessione a a 80 c oN/mm m p r e2 s s i o n e 43 N/mm2 Carico di rottura a f lessione 80 N/mm 2

_cantiere forestale

TRAIETTORIA TRASPORTO LEGNO _Aziende Oliena --> Aree di progetto Nuovalegno

TRAIETTORIA TRASPORTO LEGNO _Aziende Oliena --> Aree di progetto Nuovalegno

Profilegno

Profilegno

Falegnameria Secchi Idea Legno Canudu

Idea Legno Canudu FASI LAVORAZIONE E TRASPORTO LEGNI

FASE I _abbattimento

TAGLIO alla base del tronco

FASE II _sramatura

FASI LAVORAZIONE E TRASPORTO FASE III

FASE I _abbattimento

TAGLIO alla base del tronco

taglio del tronco in parti uguali LEGNIlunghe 3/4 m

con motoseghe _scortecciatura

FASE II _sramatura

con motoseghe FASE III

205 _scortecciatura

taglio del tronco in parti uguali FASE3/4 IV m lunghe _depezzatura

FASE IV _depezzatura

Falegnameria Secchi


FASI DI TRASPORTO E LAVORAZIONE DEL PINO

taglio del tronco in parti uguali lunghe 3/4 m FASE I TAGLIO _abbattimento alla base del tronco

FASE IV _depezzatura

FASE II _sramatura

con motoseghe FASE III _scortecciatura

FASE V _trasporto alle aree di progetto

FASE V _trasporto per via di terra

3 FASE VI _segheria

2 1 FASE IX _costruzione

FASE VII _stagionatura naturale tempo 2/3 anni artificiale tempo: pochi giorni

206


MATERIALE DI RIVESTIMENTO - FERULA

Dal latino ferula, antico nome l atino usato per indicare una pianta a fusto dritto . Pianta appiacea perenne Dimensioni del fusto: da 1 a 3

m

LUOGHI DI RACCOLTA DELLA FERULA

Terreni poveri a misto prato

Argini del fiume

207


2.3 Metodo: toolkit PIATTAFORME

Piattaforma base 300x300 cm

Piattaforma bucata

Piattaforma a L

Piattaforma dimezzata 150x300 cm

Piattaforma con rete

Piattaforma frazionata

Copertura piana piena

Copertura piana a pergolato

Piattaforma triangolare

Cornice

OMBREGGIAMENTI

Frame con controventi

Copertura a fascia con tendaggi

Copertura a tendaggio pieno

Copertura triangolare piena

208

Copertura inclinata a pergolato

Copertura triangolare a pergolato


PARETI VERTICALI

Copertura triangolare a tendaggio

Parete piena 300x300 cm

Parete semi-piena

Parete a pergolato

Parete a fasce di tendaggi

RAMPE

Parete con tenda scorrevole

Parete per attrezzature

Rampa 150x120x90 cm

Scala 1- 150x180x90 cm

Scala 2 150x150x90 cm

ATTREZZATURE

Scala 3 120x300x300

Altalena

Gradonata 50x750x330

Amaca 100x180

Scala 75x20x280

Porta-bici 60x20x300 209

Mensole 5x30200

Composter 150x150x110

Mobile 80x50x200

Contenitore e seduta 300x80x45


Attrezzature sportive 150x200x180

Attrezzature sportive 150x100x25

Attrezzature sportive 70x45x300

Casetta per gli attrezzi 200x150x300

Pannelli espositivi 50x5x70

TAVOLI

Casetta con pannelli fotovoltaici 200x150x300

Tavolino 70x70x70, tipo 1

Padiglione per mercato 300x150x300

Tavolino 70x140x70, tipo 1

Tavolino 50x50x75, tipo 1

Tavolino 70x70x110, tipo 1

Tavolino 50x150x75, tipo 1

Tavolino 50x150x110, tipo 1

Tavolo barbeque

Tavolino 70x70x70, tipo 2

SEDUTE

Tavolino 70x140x70, tipo 2

Tavolino alto 70x70, tipo 2

Seduta 50x50x50, tipo 1

210

Seduta 50x150x50, tipo 1

Seduta a “L�

Seduta 50x50x50, tipo 2


SEDUTE

Seduta 50x150x50, tipo 2

Seduta 50x50x80, tipo 2

Seduta 50x50x50, con schienale tipo 2

Seduta 50x150x50, con schienale tipo 2

Seduta 50x50x50, tipo 3

Seduta 50x100x50, tipo 3

Seduta 50x50x80, tipo 3

VASI

Chaise Longe 50x70x50

Vaso 1 120x120x30

Vaso 6 70x70x200 cm

Chaise Longe 50x200x50

Vaso 2 240120x30 cm

Chaise Longe con doppio schenale 50x200x50

Vaso 3 170x70x100 cm

Vasca 7 100x100x200 cm

211

Chaise Longe 150x130x20

Vaso 4 70x70x100

Vaso a “L”

Vaso 5 100x100x100 cm

Vasca per l’acqua 300x100x90 cm


39

49 57

9 ISOLATI DI PROGETTO

50 71

4. centro matrice e isolati di progetto

3. Isolati di progetto

2. Isolati

2. Centro matrice

2. Centro matrice

1. Terreno

1. Terreno

212


LETTURE SINTETICHE

3

2

1

4

21 22

17

28

39 49 57

50

71

5. le is

4

22

21

17

28

39

49 57

50 71

4. ce pr

213


1. SISTEMA AGRICOLO MATERIALI URBANI

1. Sistema agricolo

2. Sistema urbano

Spazi verdi MURO

Corsi d’acqua CANALE

1

Spazi pavimentati

3

2

4

Edifici/muri

21 22

17

28

VERDE PUBBLICO 39 49 57

50

71

TERRAZZAMENTI COLTIVATI

5. letture sintetiche isolati di progetto

Isolato 21

MERCATO SOSPESO

VICOLI

4

22

21

17

28

Isolato 22

39

ORTO MOSAICO

49 57

50

VERDE PRIVATO/CORTE

71

4. centro matrice e isolati di progetto PISTA CICLABILE

Isolato 28

VICOLO ABITATO

CANALE

TETTI PIANI

3. Isolati di progetto TERRAZZAMENTI COLTIVATI

SPAZIO PAVIMENTATO

VERDE PUBBLICO

2. Centro matrice Isolato 39

TETTO PARKOUR

Isolati 49/50

FRUTTETO LINEARE

MURI CIECHI

MURO

Legenda

PERCORSO PEDONALE VERDE PRIVATO/CORTE

Spazi verdi

DISLIVELLO - VERDE BOSCHIVO PISTA PEDONALE

1. Terreno

Corsi d’acqua Isolato 71

GIARDINO VERTICALE

Spazi pavimentati Edifici/muri 214

Isolato 57

STANZA TEMPORANEA


I URBANI

2. SISTEMA URBANO 1. Sistema agricolo

3. Sistem

2. Sistema urbano

erdi MURO

acqua CANALE

avimentati

muri

VERDE PUBBLICO

TERRAZZAMENTI COLTIVATI

Isolato 21

MERCATO SOSPESO

VICOLI

Isolato 22

ORTO MOSAICO Isolato 4

TEATRINO RICREATIV

VERDE PRIVATO/CORTE

PISTA CICLABILE

Isolato 28

VICOLO ABITATO

CANALE

TETTI PIANI

TERRAZZAMENTI COLTIVATI

SPAZIO PAVIMENTATO

CO

VERDE PUBBLICO

Isolato 39

TETTO PARKOUR

Isolati 49/50

VE TE

FRUTTETO LINEARE

MURI CIECHI

MURO

Isolato 17

Legenda

PROMENADE VEGETALE

PERCORSO PEDONALE VERDE PRIVATO/CORTE

Spazi verdi

DISLIVELLO - VERDE BOSCHIVO

PISTA PEDONALE

Corsi d’acqua Isolato 71

GIARDINO VERTICALE

Spazi pavimentati

Isolato 57

STANZA TEMPORANEA

Edifici/muri 215


3. SISTEMA NATURALE 3. Sistema naturale

2. Sistema urbano

MURO

EDIFICI

VERDE PUBBLICO

Isolato 21

MERCATO SOSPESO VERDE PUBBLICO

VICOLI

Isolato 4

TEATRINO RICREATIVO

VERDE PRIVATO/CORTE

Isolato 28

VICOLO ABITATO

TETTI PIANI

SPAZIO PAVIMENTATO

CONO OTTICO

VERDE PUBBLICO

Isolato 39

TETTO PARKOUR

VERDE PRIVATO TERRAZZATO

MURI CIECHI

Isolato 17

PROMENADE VEGETALE VERDE PRIVATO/CORTE

Legenda Spazi verdi

Isolato 57

STANZA TEMPORANEA

Corsi d’acqua Spazi pavimentati Edifici/muri 216


E 3.3 I progetti

3

2

1

4

21 22

17

28

39 49 57

50

71

217


ORTO/MOSAICO

LETTURA SINTETICA ISOLATO

22

CONCEPT

Inserimento di dispositivi per orti condivisi e didattici 4 3

2

5 6

1

Coltivazione di ortaggi e vite sui pergolati Pompaggio dell’acqua nelle vasche attraverso una pompa idraulica a energia solare

ELEMENTI DELL’ISOLATO Terrazzamenti coltivati e alberi sparsi

Pompaggio dell’acqua nelle vasche attraverso una pompa idraulica a energia solare A’

A

Edificato disabitato denominato “quartiere spagnolo” per gli influssi della dominazione iberica sull’isola

Supramonte

Distribuzione dell’acqua negli orti

Sezione A-A’

Inserimento di composter organici

Spazi pergolati all’aperto per la didattica LAB

Quartiere tipico denominato “spagnolo” per gli influssi della dominazione iberica sull’isola

Superamento del dislivello dei terrazzamenti

Accessi da Piazza S.Maria (Isolato 22)

B

B’

Accessi da Isolato 28 (vicolo novo)

sezione BB’

Coltivazione di spezie

Aggregazione di più vasche per creare una piccola piscina comune

KEY PLAN DI PROGETTO 218


Innovazione sociale ORTI CONDIVISI E ORTI DIDATTICI STRUMENTI Dispositivi per orti condivisi Dispositivi per la didattica OBIETTIVI - Riqualificare il verde rendendolo fruibile da parte di contadini e scuole - Coinvolgere in maniera partecipata la comunità e le scuole nella progettazione e successiva gestione degli orti - Sviluppare nei bambini abilità manuali, riavvicinandoli alle tradizioni locali, dando loro conoscenze scientifiche e senso civico del “prendersi cura” di un bene comune - Innescare meccanismi di trasmissione dei saperi - Favorire l’integrazione multiculturale - Garantire ai nuovi orti sistemi innovativi di irrigazione - Inserire nuove colture al fine di produrre economia - Coinvolgere le cooperative locali e generare una nuova messa in rete STAKEHOLDER - Abitanti - Contadini locali e cooperative - Studenti e giovani imprenditori - Scuole - Comune

1:100

Dettaglio dispositivi assemblati scala 1:100

219


FRUTTETO LINEARE

LETTURA SINTETICA ISOLATO

CONCEPT

49/50

Inserimento di dispositivi che costeggiano la riva del Rio e che sporgono su di esso

A

A

A’

A’

ELEMENTI DELL’ISOLATO Terrazzamenti coltivati e alberi da frutto

SEZIONE AA’

SEZIONE AA’

Inserimento di coltivazioni di alberi da frutto sui terrazzamenti e di arbusti del sottobosco sulla riva pero melo fico melograno mandorlo castagno

Il riu Caschio

Bacche (mirto, lamponi, mirtilli, ribes, f ragoline di bosco, more, sambuco)

Inserimento di dispositivi che permettano il superamento dei terrazzamenti. A

Punti di discesa a “tappeto” verso il Rio

A

Edificato e accessi

A’

A’

Accesso da via in alto

SEZIONE AA’

SEZIONE AA’

Inserimento di un ponte centrale ai due isolati per l’attraversamento del Rio e il collegamento con la pista ciclabile.

Accesso da pista ciclabile Accesso da piazza Vittorio Emanuele

pannelli informativi

B

B’

KEY PLAN DI PROGETTO

SEZIONE BB’

220


Innovazione sociale WATERFRONT STRUMENTI Dispositivi urbani per un sistema di raccolta dei frutti Dispositivi urbani per la sosta e l’aggregazione

OBIETTIVI - Tornare a dare centralità e identità al Rio riconnettendolo al tessuto urbano - Far vivere il fiume come luogo ricreativo e di aggregazione - Sensibilizzare e avvicinare i cittadini ai prodotti della terra

STAKEHOLDER Abitanti dell’isolato Botanici locali Turisti Comune Scuole

1:100

221


GIARDINO VERTICALE

LETTURA SINTETICA ISOLATO

CONCEPT

71

Inserimento di dispositivi che costeggiano il bordo dell’isolato con il percorso pedonale e il muro

A

ELEMENTI DELL’ISOLATO

A’

Dislivello del terreno e alberature sul bordo

Inserimento nell’angolo di una torre panoramica che guarda verso il Supramonte

A

A’

Il muro e il percorso pedonale

PROSPETTO AA’

Torre panoramica con vista verso il Supramonte per normodotati

Inserimento di dispositivo con specchi riflettenti per persone con problemi di disabilità hio ecc

sp

+ =

Edificato e accessi

sp

hio

ecc

Inserimento di dispositivi per la coltivazione di piante officinali ai bordi della torre e lungo i limiti dell’isolato

KEY PLAN DI PROGETTO

Coltivazione di piante officinali 222


Innovazione sociale ESSENZE 2.0 STRUMENTI Dispositivi urbani per l’esposizione delle piante aromatiche e erbe officinali Dispositivi per il relax, la sosta e la relazione Dispositivi per la coltivazione di essenze innovative Dispositivi per laboratori sul tema OBIETTIVI - Sensibilizzare l’utente alle risorse naturali del territorio - Stimolare la diffusione di nuove attività legate al tema delle piante aromatiche e delle erbe officinali (botteghe e laboratori) - Attirare nuovi imprenditori nel centro matrice

STAKEHOLDER Abitanti Botanici locali Turisti Comune Scuole

1:100

223


MERCATO SOSPESO

LETTURA SINTETICA ISOLATO

21

CONCEPT

Inserimento di dispositivi aderenti al muro esternamente e internamente A

A’

ELEMENTI DELL’ISOLATO

Sezione AA’

Superamento del recinto che generi un collegamento diretto tra esterno e interno

Isolato minore: pavimentazione in pietra con alberature sul bordo

A

Isolato maggiore: verde a p rato con alberi su due lati interni del muro La pavimentazione rialzata di 15/20 cm , la fontana, la strada carrabile e i parcheggi

A’

Sezione AA’

Inserimento di piattaforme rialzate da terra con scale e rampe di risalita

la fontana

P

Relazione tra il muro e gli alberi

P P

B’ Sezione A-A’

Il muro (h 6m) e la piazza di Santa Maria

B Sezione B-B’

Collegamento con l’isolato minore (non permanente in modo da garantire il passaggio carrabile)

La chiesa di Santa Maria con l’accesso dalla piazza, la fermata dell’autobus

C

bus

Accesso da strada carrabile Accesso dall’isolato 21 (mosaico)

Accesso da Piazza S.Maria

C’

Sezione C-C’

Creazione di una piattaforma informatica, per mettere in rete i diversi mercati rionali con un’ applicazione dedicata alla vendita e all’acquisto di prodotti locali

APP “Mercati in rete 2.0”

KEY PLAN DI PROGETTO 224


Innovazione economica e sociale IL MERCATO 2.0 STRUMENTI - Dispositivi urbani per l’esposizione e la vendita di prodotti locali. - Dispositivi per l’incontro, la condivisione e per attività sociali come mense per bisognosi, concerti di musica, esposizioni di libri, laboratori per il riciclo). - Applicazione dedicata per mettere in rete il mercato di Santa Maria Maggiore con altri mercati rionali. OBIETTIVI - Innovare il mercato rionale già esistente. - Rilanciare una forma tradizionale di commercio offrendo servizi innovativi ai clienti abituali (servizio di acquisto on line e di consegna a domicilio) e ai turisti. - Creare una piattaforma e-commerce che permetta la vendita e l’acquisto di prodotti tramite internet. - Implementare la vendita a Km 0 dei prodotti provenienti dalle risorse locali. STAKEHOLDER - Commercianti e artigiani locali - Abitanti - Comune

1:100

225


VICOLO ABITATO

LETTURA SINTETICA ISOLATO

28

CONCEPT

Inserimento di dispositivi all’interno dei vicoli di accesso alla corte interna verde A

A’

Stanze a cielo aperto

ELEMENTI DELL’ISOLATO Verde semi coltivato degradato con alberi sparsi

Sezione C-C’

Reinterpretare il vicolo tradizionale che presenta panchine di pietra affiancate agli accessi delle abitazioni dove ci si incontrava, si lavorava e si socializzava

I vicoli e gli accessi Accesso dagli orti condivisi (Isolato 22)

Accesso dal mercato (Isolato 21)

Disegno di Costantino Nivola (artista sardo) Lavorare sulla “soglia” inquadrando l’accesso per renderlo riconoscibile B

L’edificato

Accesso da Via Melis e dalla piazza Berlinguer (Isolato 39)

B’

Tipologie di soglia

?

?

Edifici disabitati che si prestano a futuri insediamenti

Sezione B-B’

Inserimento dei dispositivi all’interno dei ruderi per creare ulteriori “stanze tra i ruderi” da utilizzare come luoghi espositivi dell’artigianato locale

P

B&B Giardino dei Limoni

Bottega artigiana (Corrias pelletteria)

1_Pianta esempio rudere 2_Vista esempio esposizione 3_Vista esempio spazio di svago

KEY PLAN DI PROGETTO 226


Innovazione sociale VICOLI ATTREZZATI STRUMENTI - Dispositivi urbani per la sosta, il relax e l’incontro. - Dispositivi per l’esposizione di prodotti. OBIETTIVI - Favorire l’incontro, la condivisione, lo scambio e la creazione di rapporti di vicinato. - Rigenerare spazi interstiziali altrimenti luoghi senza identità. - Reinterpretare il vicolo tradizionale che presenta panchine di pietra affiancate agli accessi delle abitazioni dove ci si incontrava e si socializzava. - Fare in modo che durante l’evento di Cortes Aprtas (e non solo) questi spazi diventino luogo di esposizione e vendita. STAKEHOLDER - Abitanti dell’isolato - Artigiani locali - Comune

1:100

Dettaglio dispositivi assemblati scala 1:100

227


TETTO PARKOUR

LETTURA SINTETICA ISOLATO

CONCEPT

39

Valorizzare i tetti piani degradati L’edificato del centro storico presenta una notevole quantità di tetti piani dovuti all’ umento in altezza delle mono cellule tradizionali. I tetti in alcuni casi vengono già utilizzati come ulteriore spazio della casa e sono collegati uno all’altro con delle scale che ne permettono la circolazione.

ELEMENTI DELL’ISOLATO Verde a prato con alberi sparsi

Inserimento di dispositivi sui tetti degradati degli edifici che si affacciano sulla piazza A’

3 8

La piazza berlinguer

13

Accesso dal Corso Grazia Deledda e dal “vicolo novo” (Isolato 28)

Le scalinate

12 14

9 11

10

4 5 2

6

1

7

A Sezione AA’

Zoom dei due complessi

Inserimento di due scalinate che permettano il raggiungimento dello spazio sopraelevato direttamente dalla piazza centrale e creino una continuità tra i diversi spazi.

Accesso da Piazza Moro e da Corso Vittorio Emanuele

B’

Zoom dei due complessi

B

Edificato e tetti degradati

Sezione A-A’

Sezione AA’

Inserimento di dispositivi informativi e punto wi-fi nel centro della piazza (baricentro di tutto il centro matrice) C

O

N

E

S

Logo della piazza: bussola

C’

Sezione CC’ Sezione C-C’

KEY PLAN DI PROGETTO 228


Innovazione sociale I TETTI 2.0 STRUMENTI - Dispositivi urbani per il relax, la sosta e l’aggregazione. - Dispositivi per l’incontro, l’informazione e il lavoro. OBIETTIVI - Riutilizzare tetti praticabili ma al momento degradati con l’inserimento di funzioni pubbliche legate al vivere contemporaneo. - Connettere tra loro le coperture (ora isolate) creando una superficie continua, uno spazio urbano sopraelevato. - Fornire informazioni riguardo gli eventi e le attività del paese di Oliena e del territorio circostante. STAKEHOLDER - Abitanti - Comune

1:100

229


STANZA TEMPORANEA

LETTURA SINTETICA ISOLATO

CONCEPT

57

Inserimento di dispositivi che si affiancano ai muri ciechi e agli angoli degli edifici affacciati sullo spazio verde

A

ELEMENTI DELL’ISOLATO Corte interna verde con alberi sparsi

A’

Muri ciechi prospetto AA’

A

Gli accessi

A’

Accesso da piazza Moro Angoli

Accesso da Via Dante Alighieri

prospetto AA’

Reinterpretazione della tipica abitazione olianese: cellula minima ripetura e aggregata in altezza con pergolati e scale

Accessi da Via Ippolito Nievo Edifici incompiuti con possibilità di insediamento

Muro

Aggregazione disordinata della mini cellula nello spazio centrale alberato che forma dei padiglioni percorribili nel verde

B’

B

KEY PLAN DI PROGETTO

prospetto BB’

230


Innovazione sociale CASA-BOTTEGA-ESPOSIZIONE STRUMENTI - Dispositivi per lavorare e vivere in un spazio alternativo e personalizzabile. - Dispositivi per l’esposizione di prodotti. - Utilizzare i muri e gli angoli ciechi degli edifici preesistenti per addossare le nuove mini architetture. OBIETTIVI Assonometria degli atelier e laboratori artigiani scala 1:100 - Realizzare spazi che diano la possibilità ad artigiani, artisti e a chiunque lo voglia, di esprimersi e avere un proprio luogo identitario (per un periodo di tempo determinato) dove lavorare, studiare all’interno di una corte verde. - Favorire relazioni tra abitanti permanenti dell’isolato e frequentatori temporanei di questi spazi. - Dare la possibilità di esporre i propri lavori generando un museo a cielo aperto accessibile e fruibile da tutti.

cala 1:100

STAKEHOLDER - Cittadini - Artigiani e artisti locali e forestieri - Comune

1:100

231


TEATRINO RICREATIVO

LETTURA SINTETICA ISOLATO

CONCEPT

4

Valorizzare i tetti piani degradati

A’

ELEMENTI DELL’ISOLATO

A

sezione AA’

Giardino pubblico con alberatura fitta

Suddivisione delle funzioni secondo 3 fasce riferite al tipo di terreno 1 2 3

1_Fascia senza alberatura e terreno degradato 2_Fascia con alberatura rada 3_Fascia con alberatura intensa

Il muro di cinta e lo spazio sterrato

FASCIA 1 Campo di bocce sulla sabbia Spazio dedicato ad un campo da bocce che porti all’aggregazione di giovani ed anziani FASCIA 2 Cinema-Teatro

Accesso dalla Promenade (Isolato 17)

Spazio dedicato ad un cinema-teatro e ad alcune piattaforme per il gioco

gli edifici dell’Auser e la Piazza Pirandello

FASCIA 3 Barbeque e dispositivi per la sosta tra gli alberi Piattaforme realizzate per l’aggregazione, con bbq, combinabili durante gli eventi.

Auser

Inserimento di altre piattaforme singole coperte come dispositivi per l’incontro e il relax da inserire nello spazio e su piazza Pirandello.

Piazza Pirandello

KEY PLAN DI PROGETTO 232


Innovazione sociale CINEMA-TEATRO, SPAZIO RICREATIVO STRUMENTI - Dispositivi per la realizzazione di uno spazio che possa ospitare eventi, proiezioni e spettacoli. - Dispositivi che lavorano singolarmente come attrezzature urbane semplici e che aggregate permettono alla collettività (soprattutto agli anziani dell’ Auser presente nell‘isolato) di socializzare all’interno dello spazio verde a contatto con la natura. - Attrezzature barbeque, campo da bocce e teatro per lo svago e il tempo libero. OBIETTIVI - Permettere ad associazioni e gruppi culturali del posto di avere uno spazio dove esibirsi. - Favorire la diversificazione culturale e attirare abitanti esterni al centro matrice. - Ridare un’identità al centro storico come incubatore di cultura e attività. STAKEHOLDER - Cittadini - Gruppi folkloristici - Comune - Associazioni culturali - Auser Oliena

1:100

A

233


PROMENADE VEGETALE

LETTURA SINTETICA ISOLATO

CONCEPT

17

Inserimento di dispositivi all’interno della corte verde con piattaforme inclinate che seguono l’andamento dei terrazzamenti

ELEMENTI DELL’ISOLATO Verde semi coltivato degradato con alberi sparsi e terrazzamenti

Percorso rialzato che segue le curve di livello e abbraccia gli alberi

Il muro

Accostamento al muro di spina con possibilità di fruire i ruderi c ome sedute e giardino nei ruderi I ruderi e gli accessi

Inserimento di piattaforma che recupera l’acqua dal canale interrato e genera delle piattaforme con giochi d’acqua.

KEY PLAN DI PROGETTO 234


Innovazione sociale PARCO GIOCHI, PERCORSO TRA GLI ALBERI STRUMENTI - Dispositivi per il gioco, il tempo libero e l’aggregazione. - Dispositivi per un percorso salute. OBIETTIVI - Realizzare uno spazio per l’attività fisica ed il tempo libero inserito in uno spazio verde. - Creare un luogo di aggregazione. - Dare uno spazio ricreativo innovativo ai più giovani che tornano a vivere (anche temporaneamente) il centro matrice. - Rigenerare uno spazio trascurato e senza identità. STAKEHOLDER - Abitanti dell’isolato - Artigiani locali - Comune

1:100

235


4.3 Riferimenti progettuali COLLETIF ETC LUOGO

Strasburgo CRONOLOGIA

2009

NUMERO DI ABITANTI

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità sociali autocostruzione

STRATEGIE E GESTIONE

-

aperti e orientati allo sviluppo spontaneo nella città. Ulteriore peculiarità sta nell’intento di agire sullo spazio pubbico, integrando la popolazione locale durante tutto il processo costruttivo-creativo. Il Collettivo si esprime, dunque, attraverso la realizzazione di strutture costruite, scenografie, arredi urbani, scenografie e dispositivi luminosi, “VUOLE ESSERE IL insieme anche a workshop di RICETTACOLO DI QUESTE apprendimento. PRATICHE, DOCUMENTANDO L’obiettivo primario e il conseguente interesse di questi I MOVIMENTI CORRENTI. “esperimenti urbani” non sta È INOLTRE PROATTIVA, però solo nel risultato, quanto NUTRE E INCORAGGIA più nel processo che lo genera, LE ORGANIZZAZIONI E LE nel nuovo ambiente che viene AZIONI SU UN’AMPIA RETE.” a generarsi e nelle nuove dinamiche comportamentali casa editrice Hyperville, 2014 che si innestano.1

E’ un collettivo che nasce con lo scopo di raccogliere energie attorno a una dinamica comune, ovvero quella di mettere in discussione lo spazio urbano attraverso diversi mezzi e diverse abilità. In tal senso il Collettivo vuole essere un supporto alla sperimentazione e all’autocostruzione. La particoltarità di questo collettivo sta nel fatto che i progetti hanno l’intento di essere ottimisti,

1

236

http://www.collectifetc.com/qui-sommes-nous/


Immagine 33 Scorcio di orto didattico

Immagine 32 Progetti di autocostruzione

Immagine 31 Ragazzi all’opera, Collectif Etc Fonte: http://www.collectifetc.com/quisommes-nous/

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CAMPOSAZ

durante le fasi di realizzazione dei manufatti. Il concetto interessante di Camposaz sta, oltre che nella costruzione manuale in scala 1:1, nel fatto che si possano condividere i saperi in cittadine tra loro diverse e che ci si adatti anche al contesto in cui si opera. Camposaz è una vera e propria “piattaforma” aperta nella quale non vi sono gerarchie, nè ruoli fissi bensì sposa appieno l’idea di un open source dove ognuno può liberamente apportare un contributo personale per lo sviluppo dell’iniziativa che potrà tendere verso direzioni non prestabilite.

LUOGO

Aguaz e Campomarzio - Trento CRONOLOGIA

Inizio attività 2013 NUMERO DI ABITANTI

TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità sociali - autocostruzione

In questo senso, Camposaz vuole sensibilizzare alla necessità che dovrebbe avere ognuno di noi di costruirsi nuovi punti di vista, nuovi approcci progettuali attraverso i quali poter reinterpretare aspetti problematici delle realtà urbane locali, favorendo lo sviluppo di una architettura che rigenera luoghi abbandonati, vive d’istinto, non ha pregiudizi ed è basata su una vera e propria improvvisazione corale condivisa.1

STRATEGIE E GESTIONE

Camposaz è un workshop di autocostruzione in legno in scala reale, 1:1. Nasce dalla volontà delle associazioni trentine Aguaz e Campomarzio di far interagire le diverse professionalità e discipline inserite nell’ambito della costruzione. Esso è dedicato a giovani architetti, a falegnami e designer, in modo che possano vivere a stretto contatto tra loro, imparare gli uni dagli altri, progettare realizzando sinergicamente dei piccoli interventi in legno che valorizzino il paesaggio. Il team è costituito da dodici partecipanti che sono rigorosamente affiancati da tutors e carpentieri

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http://www.camposaz.com/


Immagine 35 Seduta in legno

Immagine 36 Dispositivo panoramico in legno

Immagine 34 Veduta di borghetto Fonte: http://www.camposaz.com/

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MANUALE DI DECOLONIZZAZIONE

attuali. Ogni progetto si basa su concetti storici dell’edificato Palestinese, si rifà alla storia e alle dinamiche che hanno comportato modificazioni e, adeguandosi alle stesse, cerca di trovare soluzioni per sovvertire lo stato di fatto delle cose. Ogni azione è un vero e proprio “frammento di possibilità”, che costituisce un approccio semigenerico che potrebbe essere modificato per essere applicato ad altre aree evacuate, come quella oggetto di studio. Il manuale cerca di determinare fino a che punto le strutture evacuate possono adattarsi a nuovi usi, contemporanei e più funzionali, e dimosterà i vari modi in cui possono essere trasformati e adattati. Il concepimento del manuale si è basato su una serie di incontri con gli “stakeholders” in modo da capire quali fossero le loro necessità. Le azioni coinvolgono infatti rappresentanti di varie organizzazioni e individui, la comunità locale, alcuni membri ONG, istituzioni accademiche e culturali, la municipalità, i residenti locali e le associazioni organizzate da questi ultimi. La loro partecipazione diretta è il fattore cruciale e l’unica che ha potuto garantire le attuazioni delineate dal manuale.

LUOGO

Londra

CRONOLOGIA

2010

ARCHITETTI

Salottobuono associati TIPOLOGIA DI PROGETTO

Finalità urbanistiche

STRATEGIE E GESTIONE

Salottobuono ha progettato diverse “strategie di sovversione”, anche dette di “decolonizzazione” per gli insediamenti residenziali israeliani in Cisgiordania, includendole in un vero e proprio “manuale di decolonizzazione”. Il manuale determina in che misura le strutture evacuate sono flessibili per accogliere nuovi usi e mostra i vari modi in cui possono essere adattati o trasformati, su una scala architettonica che arriva fino al dettaglio costruttivo. Sono quindi tutte visioni, concetti progettuali che hanno l’intento di sensibilizzare su tematiche

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CLUMSY CITY

città. Come introduzione, il manuale propone diversi livelli di analisi: - 4 scale: metropolitana, ambientale, territoriale, locale. - 9 ambiti/settori di attività o interesse/ di studi: salute e sport, eventi e tempo libero, servizi e solidarietà, agricoltura, trasporti e mobilità, strutture e paesaggio, natura, energia, alloggi e sistemazione/accoglienza - Per ogni ambito di studio, diverse soluzioni, strumenti e scopi/obiettivi. - Infine, ogni soluzione presuppone una temporalità particolare: breve (effetto immediato), medio e lungo termine (effetto a venire). Queste varie temporalità corrispondono anche a vari livelli di costi, a vari gradi di partecipazione con abitanti e istituzioni. Questi vari livelli si confondono e si sovrappongono per creare finalmente un programma “à la carte”, totalmente modellabile e reversibile. Vengono proposte numerose soluzioni, le equazioni sono molteplici, se vogliamo favorire a volte l’aspetto paesaggistico, culturale o immobiliare, e se vogliamo agire immediatamente o a lungo termine. Il tempo di pensare determinato dai bisogni degli abitanti. “Creiamo ritmo, rivitalizziamo i luoghi. Provochiamo lo scambio e produciamo coesistenza.”1

LUOGO

Budapest CRONOLOGIA

Risultati a dicembre 2013 ARCHITETTI

Romain Granoux TIPOLOGIA DI PROGETTO

Concorso

STRATEGIE E GESTIONE

Secondo l’architetto progettista, l’adattabilità è una postura: bisogna essere in grado di adattarsi alle mutazioni urbane, di dirigerle, persino di aspettarle per pianificare l’imprevedibile. Quindi ha creato strumenti che raccomandano senza congestionare. In questo progetto di concorso si formula dunque una metodologia che ha ispirato la creazione di un manuale per progettare un’urbanistica di mimetismo. Nasce quindi un’urbanistica che può essere rigenerata secondo l’evoluzione dei bisogni da una parte e riprodotto dall’altra. Il gioco è di proporre risposte concrete, immediate, riproducibili in diversi luoghi della

1 https://www.europan-europe.eu/en/exchanges/ManualTowards-a-Clumsy-City

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B I B L I O G R A F I A • Fabio Andreassi, Urbanistica e decrescita : tra restringimenti, abbandoni e ricostruzione : il ruolo dei centri storici minori, Aracne, Ariccia, 2016 
 • Federica Maietti (a cura di), Centri storici minori : progetti di recupero e restauro del tessuto urbano fra identità culturale e salvaguardia, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2008 • Massimo Lauria (a cura di), Che fine hanno fatto i centri storici minori?, Atti del seminario di studi, Centro stampa d’Ateneo, Reggio Calabria 2009 • Monica Cirasa, Recupero degli spazi aperti di relazione nei centri storici minori : aspetti bioclimatici e innovazione tecnologica, Gangemi, Roma, 2011 • Nicola Flora, Eleonora Crucianelli, I borghi dell’uomo: strategie e progetti di ri\attivazione, Lettera ventidue, Siracusa, 2013 • Testi sull’architettura tradizionale e manuali di recupero: http://www.sardegnaterritorio.it/cittacentristorici/manualirecupero.html • Carlo Atzeni (a cura di), Tra urbano e rurale: ricerche, progetti e linee guida per nuovi habitat di margine nei centri delle aree interne della Sardegna, Gangemi, Roma, 2012
 • Giulio Angioni, Antonello Sanna, L’architettura popolare in Italia: Sardegna, Laterza Editore, Bari, 1996 • Vico Mossa, Architettura domestica in Sardegna, Carlo Delfino Editore, 1985 • D. Turchi, N. Pinna, M. Salis, M. King, S.Bellodi, G. Salis, Sardegna Meditteranea n°9 semestrale di cultura, Nuoro, 2001 • Comune di Oliena, Assessorato all’urbanistica, Assessorato al turismo; Università degli studi di Cagliari, Oliena: territorio, ambiente, architettura, Stampacolor, Sassari, 1985 • S.Catte, A.Congiu, G.Congiu, L.Lecca, L. Ledda Fele, S. Carai, Oliena: storia, cultura, ambiente, tradizione, Ethos Edizioni, Oliena (NU), 2010
 • Piano Strategico comunale di Nuoro • Piano Strategico intercomunale di Nuoro • J. Rifkin, L’era dell’accesso: la rivoluzione della new economy, Oscar Mondadori, Milano, 2001 • M.Castells, La città delle reti, Marsilio, Venezia, 2004 • A.Branzi, Modernità debole e diffusa: il mondo del progetto all’inizio del XXI secolo, Skira, Milano, 2006 • A. Franceschini (a cura di), Sulla città futura: verso il progetto ecologico, LISt Lab, Trento, 2014 • O. Baldacci, La casa rurale in Sardegna, Firenze 1952 
 • Vico Mossa, Architettura domestica in Sardegna, Carlo Delfino Editore, 1985 • Maurice Le Lannou, Pastori e contadini di Sardegna, Edizioni della Torre, 2006

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• S. Congiu, F. Cabboi, D. Loi, Oliena, Sassari 1985 • G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Torino 1843, vol. XIII • G. Spano, Emendamenti ed aggiunte all’itinerario dell’isola di Sardegna del conte Alberto della Marmora, Cagliari 1874 • R. Delogu, L’architettura del medioevo in Sardegna, Roma 1953 • Alberto Mioni, Luisa pedrazzini (a cura di), Valorizzazione dei centri storici: criteri e indirizzi per i piccoli e medi comuni lombardi, F. Angeli, Milano, 2005 • Francesca Castagneto e Vittorio Fiore (a cura di),, Recupero, valorizzazione, manutenzione nei centri storici: un tavolo di confronto interdisciplinare, Lettera Ventidue, Siracura, 2013 • Francesca Pirlone, I borghi antici abbandonati: patrimonio da riscoprire e mettere in sicurezza, F. Angeli, Milano, 2016 • Stefano Storchi e di Oberdan Armanni (a cura di), Centri storici e nuove centralità urbane, Associazione nazionale centri storico-artistici, Alinea, Firenze, 2010 • Ferrante, Annarita, A.A.A. : Adeguamento, adattabilità, architettura: teorie e metodi per la riqualificazione architettonica, energetica ed ambientale del patrimonio edilizio esistente, 2013, Bruno Mondadori • Olivetti, Maria Livia, Il verde come strumento di riqualificazione: gli aspetti teorici e sperimentali dell’uso del verde in architettura con progetto applicativo su edifici, 2011, Aracne: Università degli studi Roma Tre • Manfredini Alberto, La progettazione architettonica nella riqualificazione urbana, 2006, Alinea • Le Corbusier, Precisazioni sullo stato attuale dell’architettura e dell’urbanistica moderna, Laterza, Bari, 1979 • G. Ponti, Amate l’architettura, l’architettura è un cristallo, Rizzoli, Milano 2008 • V. Gregotti, Il Territorio dell’architettura, Feltrinelli, Milano 1988 • E. d’Alfonso, E. Franzini (a cura di), Metafora, Mimesi Morfogenesi, Progetto, Angelo Guerini editori, Milano, 1991 • Franco Purini, Comporre l’architettura, Laterza, Bari 2000 • Corboz, Ordine sparo, Franco Angeli, Milano, 1998 • B. Munari, Da cosa nasce cosa, Laterza, Bari 1996

4. VIDEOGRAFIA

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RINGRAZIAMENTI Si è chiuso un capitolo ed è doveroso ringraziare alcune belle anime che mi hanno presa per mano e accompagnata fino qui. Non posso che iniziare dalla mia famiglia, la mia colonna portante. A Gaia, alla sua sensibilità, alla sua forza d’animo e al suo affetto incondizionato. Alla mia meravigliosa mamma, il “fringuello del nilo”, il mio nido, la mia pace e la mia forza ogni giorno. Al mio papà, mostrino, che dietro alla sua corazza da padre di famiglia nasconde un cuore tenero: lo ringrazio per i valori che mi ha trasmesso, per gli sforzi che ha fatto e per tutto l’amore che sa donare. Alla nonna Franca, sempre disponibile e aperta al dialogo, dolce e interessata a ogni mio momento di crescita personale. Alla nonna Nik, che saluto da quaggiù: a colei che ha saputo trasmettermi costanza e determinazione, dolcezza e pacatezza. Vorrei fosse qui. Ringrazio i miei amici, quelli di una vita e le nuove conoscenze: ognuno di voi ha saputo insegnarmi qualcosa e vi porterò tutti nel cuore. A Cate, la mia provolina, il cuore più dolce e buono del mondo: a colei che in silenzio sa dire più di molte parole. Alla mia colonna portante oggi, domani e sempre. A Cecilia, alla sua maturità e alla sua pazienza nell’ascoltarmi, sempre, anche a chilometri di distanza. A Cate e Marghe, le mie due forze da una vita, le due amiche che, anche se lontane, ti sanno dare la forza ogni mattina di alzarti dal letto e iniziare tutto con il sorriso, anche quando tutto sembra irrecuperabile. A Leti, la mia prugna da una vita, alla sua simpatia e alla sua determinazione. A Marco, il mio amico del cuore, colui che si è fatto i chilometri pur di regalarmi un abbraccio e sostenermi da vicino. A Monica e alle nostre videochiamate, alla sua passione per la vita e alla frenesia di volersi godere ogni attimo come fosse l’ultimo. Ad Alberto, compagno di lavoro e essenziale supporto emotivo di questi ultimi mesi di grande sforzo. Alla sua pacatezza e alla sua grande capacità di ascolto anche nei momenti più duri. A Billi, la mia compagna di avventure, il primo volto amico tra le aule del Politecnico: ne abbiamo passate tante, ci sono stati momenti duri, abbiamo dovuto sopportarci e supportarci, ma ad oggi, nonostante tutto, non posso che ritenermi soddisfatta e piena di energia per non aver mai mollato, anche quando tutto sembrava perso, e di averti portata con me fino a qui, mano nella mano. Ai relatori di tesi, Roberto, Laura e Giuseppe, che ci hanno accompagnate con costanza, interesse e simpatia fino al traguardo, con i quali si è instaurato più di un semplice rapporto di docenza. Non posso che esserne grata. Dedico infine queste pagine di tesi a Franchino, un uomo sensibile e amante dell’architettura, dagli occhi vispi e pieni d’amore verso la sua famiglia: colui che coniò il termine “provolons” una decina d’anni fa e che ha sempre trovato il modo di farmi sentire a casa. Non ti dimenticherò mai. Grazie con il cuore. Chiara


RINGRAZIAMENTI Ringrazio i miei genitori per la grande possibilità che mi hanno dato di intraprendere questo lungo percorso di studi, lasciandomi il tempo necessario per essere qui oggi. Grazie a mia madre che con la sua bontà mi ha trasmesso la forza di andare avanti nella vita nonostante gli ostacoli, a mio padre che mi ha trasmesso la grinta e la curiosità e a mio fratello che cosi diverso da me mi ha insegnato che si può dire tanto anche con poche parole. Dedico una parte di questo successo a loro perché possano essere fieri di me. A Giulia e Rachele, la mia famiglia milanese con cui ho condiviso questi ultimi anni di nottate e risate che ci hanno portate sempre più unite a raggiungere i nostri traguardi. A Federica e Carlotta, le sorelle che non ho mai avuto e con cui ho condiviso gli anni più belli della mia vita. A Jessica, Giada, e Teresa, che hanno deciso di regalarmi la loro amicizia, quella vera, accettandomi per quella che sono. A Guglielmo, Giovanni e Matteo che in questi anni mi hanno fatta sorridere anche nei momenti più difficili, a Luigi e Alberto che con la loro comprensione hanno sopportato e supportato il mio periodo di tesi regalandomi risate e tanto affetto, sono felice di avervi conosciuti. A Gabriele, che nonostante tutto mi ha insegnato ad avere più fiducia in me stessa e a guardare il mondo con occhi diversi. Ai relatori di tesi, Roberto, Laura e Giuseppe, che hanno creduto in noi accompagnandoci in questo percorso con determinazione e umanità. Ringrazio il Politecnico, i docenti e tutte le persone che ho incontrato in questo percorso perché a modo loro, mi hanno fatta crescere e maturare smussando i miei numerosi difetti. E infine un enorme GRAZIE a Chiara, la mia insostituibile compagna di avventura e amica, che con la sua pazienza e la sua allegria ha saputo far uscire il meglio e il peggio di me senza mai perdere la fiducia, davvero grazie perché senza di lei questo traguardo non avrebbe avuto lo stesso valore. Silvia





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