SIMENON SIMENON WEEKEND N.15

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SIMENONWeekend simenon

N° 15- ANNO XI VENERDì•VENDREDI 28/05/2021 - SETTIMANALE•HEBDOMADaiRE

Georges Diecimila e il suo Davvero? donne. rapporto con la malattia

La vamp et la strip- teaseuse

Gli otto “punti cardinali” femminili di Simenon

Femmes... FEMMES...femmes...


SIMENONsimenon Weekend in questo numero donne, sesso, amori

Donne? Diecimila. Di tutta la relazione con l’altro sesso di tutta una vita, rimane questa frase pronunciata da Simenon durante un’intervista concessa al suo amico Fellini. Una battuta? Certamente, ma intanto fece il giro del mondo. Certo non sarà stata la verità, ma che i rapporti con le donne dello scrittore fossero dominati da quella impellenza fisica che lo spingeva a rapporti quotidiani, è fuor di dubbio. Ma le infatuazioni di Georges non furono poche e le storie con le mogli inziarono con un innamoramento. Con Josephine Baker anche ci fu un coinvolgimento sentimentale. E anche Teresa il cui rapporto era iniziato come sesso con una “femme de chambre” (già era successo con Boule), si trasformò poi in un amore tenero fino alla fine.

dans ce numero femmes, sexe, amours

Les femmes ? Dix mille. De toute la relation avec l’autre sexe sa vie durant, il reste cette phrase prononcée par Simenon durant une interview donnée à son ami Fellini. Une boutade ? Certainement, mais elle fit cependant le tour du monde. Certes ce n’était pas la vérité, mais il reste hors de doute que les relations du romancier avec les femmes furent dominées par cette pulsion physique qui le poussait à des rapports quotidiens. Mais les engouements de Georges furent nombreux et les histoires avec les femmes commençaient par un sentiment amoureux. Avec Josephine Baker aussi il fut question d’un engagement sentimental. De même avec Teresa, avec qui la relation commença par des rapports sexuels avec une « femme de chambre » (comme il en avait déjà été avec Boule), pour se transformer en tendre amour jusqu’à la fin de sa vie.

diecimila donne davvero? Un numero che fece il giro del mondo, anche perché il portavoce di questa cifra era un intervistatore d’eccezione, il regista italiano Federico Fellini. Ma qual è il significato di questo numero spropositato? Cosa aveva voluto dire o far intendere Simenon quando sparò quel “diecimila” ? Neanche fosse un dscorso da bar... in un bistrot con degli amici a bere Calvados...

“Fellini credo che nella mia vita io sia stato più Casanova di voi! Ho fatto il calcolo, uno o due anni fa’. Ho avuto diecimila donne dall’età di tredici anni e mezzo. Non è affatto un vizio. Io non ho alcun vizio sessuale, ma ho bisogno di comunicare...” . Questo il passo incriminato (o se volete il più famoso) dell’altrettanto nota intervista che Federico Fellini fece al suo amico Simenon per il settimanale francese L’Express, nel febbraio del 1977, in occasione del debutto del film del regista italiano Casanova. Scandalo, incredulità, ilarità, queste le reazioni che apparvero sui media e nei discorsi degli appassionati simenoniani. Che il romanziere avesse una vita sessuale assai intensa, era cosa nota, ma vedere scritto nero su bianco quel numero tondo e netto diecimila, addirittura con l’aggiunta che ottomila di queste erano

prostitute, fece un certo effetto e ancora oggi ci viene peraltro da chiederci... ma quanto avrà speso in tutto lo scrittore? Tra l’altro va annotato che ex-moglie Denyse (per la verità non divorziata, ma all’epoca uscita dalla vita di SImenon da ben più di dieci anni) aveva contrabbattuto che al numero dovesse essere tolto uno zero: quindi non diecimila, ma mille. Ma per Simenon non era un questione di quantità, né di affermazione del suo ego maschile. Lui stesso la riduce ad una semplice pulsione naturale, del tutto naturale e cui non poteva sottrarsi. Niente affettività (anche con le duemila non prostitute), zero empatia, nessun coinvolgimento emotivo. Questo peraltro, aldilà del numero, lo avevano accertato anche i cinque medici psichiatri che lo avevano sottoposto ad un’inter-

vista durata un giorno intero. Insomma diecimila è un numero buttato là per epater les bourgeoises, come pure le ottomila mercenarie. Aveva voglia di scandalizzare? Voleva fare un po’ lo sbruffone? Forse aveva intenzione di scherzare? Certo c’é chi intravede una certa analogia tra la letteratura e la vita sessuale dello scrittore. Azzardato? Simenon era famoso per essere così veloce nella scrittura che agli inzi, quelli della letteratura popolare, girava voce che potesse scrivere fino ad ottanta pagine al giorno o che fosse in grado di dettare contemporaneamente a tre dattilografe tre storie diverse. Queste performance, gli attiravano gli strali della critica che lo accusavano di non poter puntare sulla qualità. La letteratura da record, la chiamavano. E questo continuò per molti anni ancora, quando scriveva un roman dur in otto/dieci giorni. Duecento titoli di letteratura popolare, più di un centinaio di Maigret tra romanzi e e racconti, circa duecento romans durs.... Una produzione incredibile e ipertrofica dice qualcuno. Anche la sua attività sessuale era veloce (si dice che il suo atto sesssale non prevedesse né i preliminari, nè le smancerie del dopo). Il numero, che siano mille o diecimila, è anche qui ipertrofico e dimostrerebbe l’insaziabile e frenetica attitudine mai paga.


I punti cardinali femminili di Simenon non sono quattro come quelli geografici, ma otto, se consideriamo la sua vita, le sue mogli, le compagne, la scrittura e la famiglia. Nella sua vita tre Henriette: la madre, Boule, femme de chambre e amante, Doringe la sua editor Joyce Aitken, braccio destro dello scrittore in Svizzera e che sarà poi responsabile del Secrétariat Simenon, che curava tutti gli affari e gli interessi che riguardavano l’opera del romanziere.

Henriette Brull, é la madre di Georges con la quale si è scontrato tutta la vita.Una madre che preferiva il fratello minore Christian e che disprezzò Georges fino alla fine

Henriette Liberge detta Boule, fu da sedicenne al servizio dei Simenon come femme de chambre e restò al servizio di Simenon e famiglia per quarant’anni.Amante regolare dello scrittore

Doringe pseudonimo di Henriette Blot, fu la più famosa editor di Simenon nel periodo delle edizioni Presses de la Cité. Severissima e indipendente discuteva anche polemicamente con Simenon

Teresa Sburelin, entrata a servizio dei Simenon, consigliata dai loro amici Mondadori, nel ‘61 divenne poi la compagna dello scrittore , al suo fianco fino alla morte nell’ 89

Regine Renchon detta Tigy, fidanza belga e poi prima moglie dello scrittore , madre del suo figlio Marc. Lei e Georges rimasero in buoni rapporti anche dopo il divorzio e furono in qualche modo in contatto

Marie-Jo l’unica figlia femmina di Simenon, era la cocca di papà e lei aveva un’ammirazione sconfinata per il padre. Morì suicida a 25 anni procurando a Simenon il più grande dolore della sua vita

Denise Ouimet detta Denyse, canadese, fu prima la segretaria amante di Simenon negli Stati Uniti, poi diventò la sua seconda moglie e gli dette tre figli: John, Marie-Jo e Pierre. Lasciò Simenon nel ‘64


SIMENONsimenon Weekend Femmes, fem Les relations de Simenon avec les femmes sont complexes: attirance presque obsessionnelle, qui va bien au-delà du plan sexuel. Qu’en est-il de Maigret, comment le romancier a-t-il décrit les rapports de son héros avec les protagonistes féminins ?

Simenon ne s’est jamais caché d’avoir une vie sexuelle intense. On connaît la fameuse anecdote, lorsqu’il déclara, lors d’une rencontre avec Fellini, qu’il avait couché avec 10 000 femmes. Une affirmation, sinon à prendre comme une boutade, du moins à relativiser. Certes, on veut bien croire le romancier lorsqu’il disait avoir besoin de plus d’un rapport sexuel quotidien, mais il faudrait aussi savoir ce qui se cache derrière ce besoin. C’est d’ailleurs le sujet d’un autre article de ce numéro. Dans des interviews et dans ses textes autobiographiques, Simenon a évoqué à plusieurs

sans fin. Et comment aurais-je créé des dizaines, peut-être des centaines de personnages féminins dans mes romans sans ces aventures de deux heures ou de dix minutes ? » Avec cette dernière phrase, on a une des clefs de cette recherche obsessionnelle, de la part de Simenon, de contacts charnels avec les femmes. Outre le besoin physiologique, il y a là une quête du mystère féminin, et le romancier a su très bien dépeindre des protagonistes du sexe dit

leur intimité la plus secrète.» Et dans la dictée La femme endormie : «c’était la femme que j’essayais de comprendre. […] cette interrogation datait de très loin, voire de mon enfance. Toute madécrit vie, ensuQuand Simenon des s ite, je devais conserver cette Q Quand Simenon décrit des sorte dede culte que celles-ci je vouaisne scènes repas, àsont la femme. seulement jamaisNon anodines.Toutef elle était à mes yeux un être Quand Simenon décrit des mystérieux qui m’impressionscènes de repas, celles-ci ne nait, aussi c’était comme sontmais jamais anodines.Touteune quintessence de la vie. » fois, les longues descriptions Cette focalisation lyriques ne sont sur pasles le fait femmes cachait sans de notre romancier,doute et, le

complicité et de la tendresse. Là aussi, on peut évoquer les très nombreux couples en faillite qui hantent ses romans. On a parfois reproché à Simenon d’avoir un regard misogyne. C’est méconnaître son œuvre, dans laquelle, au contraire, les protagonistes féminins sont souvent des personnages forts, parfois jusqu’à l’excès (mère ou épouse dominatrice d’un fils ou d’un mari faibles), mais qui ont aussi une force de caractère

reprises cette « faim de la femme ». Par exemple dans sa dictée Un homme comme un autre : « Je ne crois pas que je sois, que j’aie été, ce que l’on appelle aujourd’hui un obsédé sexuel. […] Je crois, par contre, qu’il y a toujours eu de ma part une curiosité extrême, et aussi un besoin de contacts que seuls les rapports sexuels peuvent donner. […] la femme a toujours représenté pour moi un être exceptionnel que j’ai en vain essayé de comprendre. Cela a été, en somme, ma vie durant, une quête presque

faible, avec une grande variété dans les caractères. Comme le disait Simenon par ailleurs, cette quête de la femme était une façon d’arriver à comprendre l’Homme, l’être humain, dans sa complexité. « Je sais pourquoi j’ai été hanté par un désir passionné des femmes – dit-il dans sa dictée Les libertés qu’il nous reste – j’avais besoin de les connaître, de les connaître vraiment, non pas telles qu’elles se montraient dans la rue ou dans les cafés, mais telles qu’elles étaient, débarrassées de leurs atours, dans

aussi blessures plusdes souvent, il seprofoncontente des. En particulier le manque de quelques notations sur d’amour, de la part de sa la nourriture, en mettant mère, ressenti Georges l’accent sur lespar goûts, odeurs tout au long de sa vie. et saveurs. Les personnages de mère Les menus favoris de décrits Maigret négativement abondent dans sont devenus mythiques : son œuvre, et ce n’est pas coq au vin, blanquette de un hasard : mères abusives, veau ou fricandeau à l’oseille. castratrices, cachant, Mais en réalité, cessous repasle prétexte de l’amour matersont apparus assez tard dans nel, un égoïsme Il y la saga, car dansprofond. les premiers a romans, aussi ses le échecs successifs commissaire se avec ses mariages, ne contentait le plusqui souvent lui ont pas apporté ce qu’il d’un sandwich ou d’un cherchait, le couple fusionnel, en-cas rapidement avalé. en harmonie à latard, fois lorsqu’il sur le Et même plus plan sexuel etles surdélices le plande delala découvrira

qui en font les véritables héroïnes des romans. Le gastronomie, en s’installant méconnu Novembre mériterait à quelque bonnelu, table d’être davantage car de le restaurant ou en dégustant personnage central – qui est spécialités enlesmême tempsdelaMadame narraMaigret, ne s’attardera trice – estil une femme, etpas plus quea nécessaire à ces Simenon su à merveille primant seagapes, mettrel’enquête dans la peau de sur tout… Lesraconter rares scènes celle-ci pour son où on le voit attablé en prenhistoire. plus de Ilnent fautdonc relired’autant aussi certaines signification, et ce n’est pas pages de la dictée parFemme hasardendormie, qu’elles apparaisLa qui sent, le romancier leur sont uncar véritable hymne donne une importance partiaux femmes, dont Simenon culière, souvent symbolique, célèbre les qualités dans dansles l’économie du roman. tous domaines.


mmes, femmes Dans Cécile est morte, Simenon écrit de Maigret que celui-ci est « un chaste»; ce terme apparaît lors de la scène au cinéma, lorsque le commissaire découvre, pendant la projection du film, les ébats de ses voisins: Maigret est « choqué » et «mal à l’aise », dit le texte. Ce n’est pas que le commissaire soit bégueule, bien entendu: par son expérience dans la police, il connaît la vie, et il en a certainement vu de toutes les couleurs au temps où il travaillait à la brigade des garnis. Ce n’est pas non plus qu’il soit exempt de toute pulsion charnelle : son émoi, quoique discret, lorsqu’il se trouve en face de certaines

idéal, le couple tel que luimême l’a toujours rêvé : une union fondée sur la tendresse, qui n’exclut pas le reste. On rappellera ici l’interview avec Roger Stéphane, lorsque le romancier racontait qu’il avait expliqué à l’acteur Rupert Davies comment il devait jouer Maigret rentrant chez lui et retrouvant sa femme : « Mme Maigret est là, vous entrez. Vous lui tapotez gentiment la croupe et je tiens à ce que ce geste ne soit pas seulement amical, mais qu’il comporte une certaine sensualité. Je veux qu’on sente que Maigret est encore amoureux de sa femme, qu’il est encore un amant et cette caresse très discrète suffit à l’indiquer. »

trompé sa femme, Simenon avait répondu : « Probablement, mais je n’en parle pas. Il y a beaucoup d’hommes qui trompent leur femme et qui n’en parlent pas. Pourquoi le mettrais-je dans le roman?» Mais c’était en 1981, et on n’est pas obligé de le croire, car, au temps où il écrivait ses romans, il devait probablement admettre la fidélité de Maigret, peut-être parce qu’il avait déjà, comme il dit dans sa dictée Des traces de pas, «la nostalgie du vrai couple», ce couple idéal qu’incarnent Jules et Louise Maigret, dont la confiance mutuelle ne se dément jamais… Au lieu de doter Maigret d’une mère abusive, il a fait du

apparaisse l’image de la comtesse de Saint-Fiacre, qui avait «personnifié toute la féminité, toute la grâce, toute la noblesse». Une image élégante et gracieuse de la femme, que garde le commissaire et qui est peut-être en partie à l’origine de son respect pour la féminité, qui lui fait aborder tous les protagonistes féminins avec un certain tact, quelle que soit d’ailleurs l’origine sociale de ceux-ci. Dans L’Amie de Madame Maigret, alors qu’il interroge Fernande Steuvels, qui fut autrefois une prostituée, «il n’avait pas […] gardé son chapeau sur la tête. Il ne se montrait pas brutal ». D’ailleurs, de même que Simenon professait son respect pour les

femmes qui lui dévoilent leurs charmes (rappelons ici la scène avec Else l’enjôleuse dans La Nuit du carrefour) est bien réel. On ne sait pas grand-chose de sa vie sexuelle avec son épouse, mais ce serait une erreur de prétendre, comme l’ont fait certains commentateurs, que le couple n’a aucune relation charnelle. Plusieurs indices dans les romans le prouvent, mais ce n’est pas cela que Simenon cherche à mettre en avant : le couple Maigret, tel qu’il le décrit, est un couple

Simenon proclamait la liberté sexuelle au sein du couple, déclarant que chacun des partenaires doit garder la possibilité d’avoir des relations extraconjugales ; du moins, c’était une revendication qu’il avait pour lui-même, ayant souffert, disait-il, d’avoir dû cacher ses aventures à la jalousie de Tigy. Mais pourquoi a-t-il fait de Maigret un mari fidèle, qui résiste aux nombreuses tentations qu’il subit au cours de ses enquêtes ? À Bernard Pivot qui lui demandait si Maigret avait jamais

commissaire un orphelin qui perd sa mère à l’âge de huit ans. Ce qui permet à Maigret de garder une image maternelle idéalisée, des souvenirs tendres et chauds, souvent sensitifs (odeurs, couleurs, saveurs de nourriture) ; ce n’est pas pour rien que le commissaire a épousé une femme qui a pour lui des attentions maternelles, le dorlotant quand il est malade et lui préparant des plats nourrissants. Ce n’est pas un hasard non plus que dans les souvenirs d’adolescent de Maigret

professionnelles du sexe, Maigret agit pareillement, ne les condamnant jamais, et, sachant combien certaines d’entre elles ont passé par des moments difficiles, «il lui était arrivé souvent de mettre, comme malgré lui, plus de douceur à interroger ces filles-là que d’autres » (Maigret se trompe). Les réactions de Maigret face aux femmes sont d’ailleurs le reflet de sa façon générale de voir les êtres humains, avec empathie et tâchant de les comprendre...


SIMENONsimenon Weekend La vamp et la strip-teaseuse Au cours de sa carrière de policier, Maigret a croisé nombre de protagonistes féminines, dont certaines lui ont fait une forte impression. Ainsi en est-il de ces femmes dont la rencontre a été placée sous le signe de la séduction. C’est à la suite de l’histoire rocambolesque d’un cadavre découvert dans une voiture échangée avec une autre que Maigret fait la connaissance d’Else Andersen (La Nuit du carrefour). La première apparition de la jeune femme est théâtrale : blonde et moulée dans une robe de velours noir, elle s’avance «comme la vedette d’un film». La référence est posée: Else est comparée à une vamp de cinéma, comme on peut l’imaginer dans un film de l’époque de rédaction du roman (1931). Cette apparition met Maigret mal à l’aise, non seulement parce qu’il a l’intuition qu’elle est artificielle, mais aussi parce qu’Else se place d’emblée sur le terrain de la séduction. Avec un art consommé, puisqu’elleréussitàmettreunenote «lascive», tout en n’étant pas provocante. La deuxième rencontre entre Maigret et Else va donner l’occasion à Simenon de montrer que son commissaire ne reste pas de bois face aux attraits féminins. Avant d’entrer dans la chambre de la jeune femme, n’aurait-il pas, comme le dit le texte, quelques « pensées troubles » qui lui passent par la tête ? Else porte un «parfum sourd», elle est couchée sur un divan, en peignoir, qu’elle laisse savamment entrouvert pour qu’on devine une épaule, l’échancrure du corsage, et «un éclair de chair» au niveau des cuisses. Maigret, qui n’en peut mais, a «le visage un peu rouge», détourne son regard de celui d’Else, et son supplice prend

fin après un interrogatoire où le commissaire tâche de garder son esprit professionnel. Lors d’une deuxième rencontre, l’instinct du policier prend le dessus sur l’émoi de l’homme, mais Maigret ne peut s’empêcher de noter que la robe noire d’Else «souligne ses formes», et que la jeune femme est «parée de […] sex appeal». Cependant il a déjà compris qu’Else est «à la fois femme et enfant», qu’elle s’entoure d’une «atmosphère voluptueuse», tout en ayant un regard « limpide de petite fille ». Else est à la fois forte

et fragile, ce qui permettra à Maigret de mettre au jour sa véritable personnalité. Et lors de leur troisième rencontre, Else a beau tenter une nouvelle scène de séduction en jouant de son peignoir, cette fois Maigret reste sur le plan strictement policier. Pourtant, une fois qu’il l’aura démasquée, il devra tout de même s’avouer qu’il « savourait peut-être un peu trop » ce jeu de séduction qu’Else a mené avec lui… Alors que Maigret arrive un matin au Quai des Orfèvres, il fait un tour dans le bureau du brigadier

Lucas. Celui-ci est en train d’interroger Arlette, une strip-teaseuse (Maigret au Picratt’s), qui a déclaré avoir entendu deux hommes comploter le meurtre d’une comtesse. Mais la jeune femme se rétracte, et Lucas la laisse partir ; peu après on la retrouvera étranglée. Maigret n’a eu qu’un court instant pour entrer en contact avec Arlette, à qui il n’a même pas parlé, se contentant de la regarder d’un « petit coup d’œil curieux », « un coup d’œil qu’il avait machinalement jeté à sa poitrine », et il se souviendra plus tard de « cette odeur de femme, presque une odeur de lit chaud, qui émanait d’elle ». Le coup d’œil lui a suffi cependant pour se faire une idée sur elle, et découvrir son ambiguïté: c’était « une femme donnant une impression aussi forte de sexualité, et cela contrastait avec son regard de gamine anxieuse ». Tout ce qu’il va apprendre d’elle au cours de son enquête viendra confirmer cette impression d’une fragilité cachée, et ce n’est pas pour rien qu’il évoque Arlette avec les termes de « petit oiseau de nuit ». Il n’y aucun doute que la personnalité d’Arlette fascine Maigret : la jeune femme s’amuse à exciter les hommes, semble y prendre plaisir, mais cela apparaît comme une révolte contre son passé, comme si elle n’avait pas trouvé d’autre réponse possible à ses aspirations d’une vie différente. Et c’est cela que Maigret gardera finalement d’Arlette: l’image d’une victime de son destin…


PHOTOSTORY donne famose

COLETTE

La famosa intellettuale, aiutò Simenon ad asciugare la sua scrittura e gli pubblicò su “Le Matin” il primo racconto in assoluto. La fameuse intellectuelle, qui aida Simenon à épurer son style et qui publia dans Le Matin le tout premier conte du romancier

SIMONE SIGNORET

La più simenoniana delle attrici francesi con ben quattro film tratti dai suoi romanzi. Il più famoso “Le chat” a fianco di Jean Gabin altro simenoniano doc. La plus simenonienne des actrices françaises, avec pas moins de quatre films tirés de ses romans. Le plus célèbre, Le Chat, aux côtés de Jean Gabin, autre interprète simenonien

JOSEPHINE BAKER

La star fece girare la testa a Georges che per lei quasi dimenticò la letteratura. Grande passione che durò meno di due anni. Poi ognuno per la sua strada La star fit tourner la tête à Georges, qui faillit en oublier la littérature. Une grande passion qui dura moins de deux ans. Ensuite, chacun pour soi

GERMAINE KRULL

La fotografa tedesca che lavorò con Simenon all’esperimento di “Phototexte” . il romanzo fotografico “La folle d’Itteville” nel ‘31 La photographe allemande qui collabora avec Simenon au projet de « Phototexte » pour le roman La Folle d’Itteville en 1931


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Weekend

Après dix ans, Simenon-Simenon poursuit son évolution SIMENON-SIMENON DOPO 10 ANNI L’EVOLUZIONE CONTINUA


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