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Ecological Life Style euro 7 www.els.it
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ANNO 1 . Dicembre 2010
Tecniche e tecnologie per l’efficienza energetica
fotovoltaico
Ferrania porta i lettori di ELS nello stabilimento dove costruiscono i moduli in silicio cristallino.
casa passiva
NEW BORN
Solo 40 euro l’anno per riscaldamento e raffrescamento. Secondo Marco Bevilacqua, del gruppo Bevilacqua, un traguardo possibile.
Come nasce un pannello
illuminazione
Quali sono le tecnologie che prenderanno il posto delle vecchie lampadine? Abbiamo fatto il punto della situazione.
eolico
Costruire un radiatore eolico. Esperimento dedicato ai più piccoli per introdurli sui concetti elementari delle energie rinnovabili.
dossier
Acqua calda gratis ANNO 1 . Dicembre 2010
Guarda i servizi sul tuo cellulare
RIVISTA MENSILE POSTE ITALIANE S.P.A. - spedizione in abbonamento postale - 70% /Roma/ AUT. N. 27/2010 els
1 Ecological Life Style 02
ANNO 2 . Dicembre 2010 Ecological Life Style
DAL DIRETTORE
ILLUMINAZIONE
Tecniche e tecnologie > 05 per l'efficienza energetica
SOMMARIO
OLED > 15 Organic Light Emitting Diode di Marco Crespiatico
Lampadine addio > 23 come illumineremo le nostre case di Marco Crespiatico
ENERGIA
FV FERRANIA SOLIS > 29 Come nasce un modulo fotovoltaico a cura della Ferrania Solis Energia e bambini > 37 Costruiamo un radiatore eolico testo e foto di Salvo Veneziano
RISCALDAMENTO
Tra confort ed efficienza Dalla caldaia alla pompa di calore
>
51
di Marilena De Farri
Life Style ARIA PULITA
TRENTINO ALTO ADIGE > 60 Una terra da respirare di Flavio Petrelli
EUROSOSTENIBILE
LE NORMATIVE > 71 Per rientrare nella GSE 2010 Testo e foto di Salvo Veneziano
DOSSIER
ACQUA CALDA GRATIS >
91
di Salvo Veneziano
Made in italy
Ecoaziende e Greenews > 99
@ DAL DIRETTORE
Simone Scimmi fondatore di Els
Tecniche e tecnologie per l'efficienza energetica Il nuovo mensile, in edicola da febbraio, che si occupa del benessere sostenibile e dei consumi di energia delle famiglie italiane. Senza diventare il paladino dell'ecologia, si propone come il consulente di fiducia per l'ottimizzazione dei consumi e anche per la produzione autonoma di energia. Con linguaggio semplice ma autorevole, ELS tratta quei temi che spaziano dal risparmio alla riproduzione di energia, dalla gestione della stessa alle diverse tecnologie e argomenti correlati. Els è un mensile rivolto a coloro che vogliono un mondo verde, quindi, pulito. Una rivista che aggiorna sulle evoluzioni tecnologiche che,una volta adottate nella propria casa, nel lavoro, nell’automobile, permettono uno stile di vita ecosostenibile. La rivista assume una veste grafica elegante e scientifica che oltre ad essere puntuale sulle tecnologia che migliorano l’utilizzo delle energie, aggiorna sulle tendenze dell’ ecodesign. ELS rappresenta uno stile di vita, una personal-trainer del giusto vivere. Gli articoli, le rubriche, i dossier spazieranno dalla divulgazione di grandi scoperte a livello mondiale, alle piccole realtà aziendali impegnate nella produzione di sistemi energetici alternativi. Questa rivista si rivolge a un target medio alto. Indirizzata a coloro che aspirano a migliorare la propria vita ma anche quella del pianeta. Diventando, così, sostenitori dell’ambiente attraverso l’adozione di tecnologie e di atteggiamenti che non danneggiano o almeno riducono i danni ambientali e le spese del consumo energetico. Una rivista dedicata a quel gran numero di appassionati dell’ambiente che oltre all’impegno quotidiano nell’ avere un atteggiamento ecologicamente rispettoso investono e progettano i loro ambienti domestici secondo tali premesse. Le riviste attualmente sul mercato come “La mia energia” o “FV fotovoltaico” oltre ad essere molto spesso monografiche, svolgono un attività quasi unicamente informativo - scientifica senza prendere in considerazione tutti gli aspetti che ruotano intorno all’adozione di certi sistemi. els propone una visione più ampia del “vivere verde” che comprende quindi casa, lavoro e tempo libero. Le domande dei lettori di els alle quali la rivista si propone di rispondere sono: Come adottare uno stile di vita sano per se stessi e per l’ambiente? Come il mondo del lavoro e della produzione si muovono per andare incontro alle emergenze ambientali più o meno gravi? Come coniugare risparmio e stile? els oltre ad offrire un’informazione certificata a livello scientifico sulle tecnologie alternative, si propone di consigliare, rendere note, le novità nel campo del ecodesign, dell’architettura che rispetta il paesaggio naturale, del buon viaggiare, dello sport all’aria aperta. ELS è quindi cornucopia di buoni consigli. Il livello della rivista è alto sia per tematiche che per eleganza e sobrietà nell’impaginazione. La scelta degli articoli si basa
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sulla mediazione tra stile e ingegno. Gli articoli,in quanto a contenuti, seguono le direttive della rivista scientifica nell’esposizione precisa di dati tecnici e e della rivista di design in quanto a scelta e gusto nel proporre sempre innovativi oggetti d’arredamento ed escamotage per rendere gradevole l’inserimento di impianti di servizio, come pompe di condensazione e pannelli solari. Non mancheranno le interviste per capire meglio argomenti e tecnologie alla portata di tutti che ancora non sono abbastanza conosciuti. Sono previste rubriche che, a sostegno di scelte tecnologiche, suggeriscono anche un impiego del tempo libero a contatto con la natura e all’insegna del benessere fisico e spirituale. Servizi riservati ad escursioni in montagna, trekking, sorgenti spontanee e riserve naturali. La distribuzione è mensile. Attraverso le edicole ma può rientrare anche nella sezione periodica delle emeroteche pubbliche. L’idea è di far uscire la rivista il primo sabato o domenica mattina del mese. Il fine settimana è ideale per approfondimenti di ogni genere. Si “stacca” dal lavoro e si pensa ad altro: alla propria casa, a un viaggio, al mondo in senso ampio. ELS si propone di occupare, accompagnare il lettore in questo tempo dando un informazione piacevole ed utile. La rivista ideata da Simone Scimmi si avvale di una sorta di comitato scientifico composto da qualificati giornalisti, design, ingegneri, esperti del settore energetico. La redazione si avvale di giornalisti ed esperti del campo energetico e di un team ben composto di redattori, ricercatori iconografici, grafici e responsabili di gestione. Esistono due strade: una è quella di affidarsi ad un inserzionista unico, sponsor, disponibile magari anche a partecipare all’investimento iniziale accollandosi la campagna di lancio; l’altra è quella di raccogliere normale pubblicità attraverso una concessionaria.
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Ecological Life Style
Early Future - exclusive table light by Ingo Maurer with OLEDs from OSRAM
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fotografie: Marco Tulli
ILLUMINAZIONE
OLED
di Marco Crespiatico
Organic Light Emitting Diode
Entro pochi anni andranno in pensione le vecchie lampadine. Ma quali sono le tecnologie che ne prenderanno il posto? Ecco il punto della situazione.
È
l’acronimo di Organic Light Emitting Diode ovvero diodo organico ad emissione di luce. Una Tecnologia che permette di realizzare display a colori con la capacità di emettere luce propria: a differenza dei display a cristalli liquidi, i display OLED non richiedono componenti aggiuntivi per essere illuminati (i display a cristalli liquidi vengono illuminati da una fonte di luce esterna), ma producono luce propria; questo permette di realizzare display molto più sottili e addirittura pieghevoli e arrotolabili, e che richiedono minori quantità di energia per funzionare. A causa della natura monopolare degli strati di materiale organico, i display OLED conducono corrente solo in una direzione, comportandosi quindi in modo analogo a un diodo; di qui il nome di O-LED, per similitudine coi LED.
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enché la proprietà di elettroluminescenza posseduta da alcuni elementi organici sia conosciuta da lungo tempo, i primi tipi di display OLED non andarono mai oltre lo stadio di prototipo, in quanto richiedevano tensioni di alimentazione troppo alte (oltre 100 V) per risultare utili nelle applicazioni pratiche. Successivamente, furono sviluppate con successo sottili pellicole di materiale organico elettroluminescente, le cui piccole dimensioni permettevano l’alimentazione tramite tensioni più modeste. I primi modelli di display utilizzanti questa tecnologia erano strutturalmente molto semplici: una pellicola di sostanza organica era posta tra due elettrodi (anodo e catodo): applicando una tensione ai due elettrodi, il passaggio di corrente nello strato organico ne causava l’emissione luminosa. Tuttavia, questo tipo di elettrodi non era molto pratico, in quanto richiedevano, per funzionare, un’estrema precisione in fase di produzione; un allineamento non perfetto, infatti, causava grandi perdite di energia e conseguente inefficienza dei display. L’acronimo di Organic Light Emitting Diode ovvero diodo organico ad emissione di luce.Tecnologia che permette di realizzare display a colori con la capacità di emettere luce propria: a differenza dei display a
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cristalli liquidi, i display OLED non richiedono componenti aggiuntivi per essere illuminati (i display a cristalli liquidi vengono illuminati da una fonte di luce esterna), ma producono luce propria; questo permette di realizzare display molto più sottili e addirittura pieghevoli e arrotolabili, e che richiedono minori quantità di energia per funzionare. A causa della natura monopolare degli strati di materiale organico, i display OLED conducono corrente solo in una direzione, comportandosi quindi in modo analogo a un diodo; di qui il nome di O-LED, per similitudine coi LED. Benché la proprietà di elettroluminescenza posseduta da alcuni elementi organici sia conosciuta da lungo tempo, i primi tipi di display OLED non andarono mai oltre lo stadio di prototipo, in quanto richiedevano tensioni di alimentazione troppo alte (oltre 100 V) per risultare utili nelle applicazioni pratiche. Successivamente, furono sviluppate con successo sottili pellicole di materiale organico elettroluminescente, le cui piccole dimensioni permettevano l’alimentazione tramite tensioni più modeste. I primi modelli di display utilizzanti questa tecnologia erano strutturalmente molto semplici: una pellicola di sostanza organica era posta tra due elettrodi (anodo e catodo): applicando una tensione ai due elettrodi, il passaggio di corrente nello strato organico ne causava l’emissione luminosa.
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uttavia, questo tipo di elettrodi non era molto pratico, in quanto richiedevano, per funzionare, un’estrema precisione in fase di produzione; un allineamento non perfetto, infatti, causava grandi perdite di energia e conseguente inefficienza dei display. Successivamente, furono sviluppate con successo sottili pellicole di materiale organico elettroluminescente, le cui piccole dimensioni permettevano l’alimentazione tramite tensioni più modeste. I primi modelli di display utilizzanti questa tecnologia erano strutturalmente molto semplici: una pellicola di sostanza organica era posta tra due elettrodi (anodo e catodo): applicando una tensione ai due elettrodi, il passaggio di corrente nello strato organico ne causava l’emissione luminosa. Tuttavia, questo tipo di elettrodi non era molto pratico, in quanto richiedevano, per funzionare, un’estrema precisione in fase di produzione; un allineamento non perfetto, infatti, causava grandi perdite di energia e conseguente inefficienza dei display. Benché la proprietà di elettroluminescenza posseduta da alcuni elementi organici sia conosciuta da lungo tempo, i primi tipi di display OLED non andarono mai oltre lo stadio di prototipo, in quanto richie15 Ecological Life Style 02
ILLUMINAZIONE STRUTTURA DELL'OLED
MATRICE ATTIVA OLED
1 2
catode 3
livello emissivo
Molecole organiche
4
livello conduttivo Polimeri
anodi sottostrate
1. tft matrix 2.anodi 3.livelloorganico 4.catode
alla rete». Fiducia ed esperienza sono gli stessi criteri che – all’al«Abbiamo installato l’impianto fotovoltaico tre anni fa, quando abbiatro capo della Pianura Padana, hanno guidato i proprietari della Cmt, mo costruito il nuovo capannone. azienda di Colle Umberto (Treviso) con 15 dipendenti e circa 2 milioIl risultato è che oggi per l’elettricità spendiamo meno di prima, pur ni di fatturato l’anno, specializzata nell’automazione industriale. «Ci avendo nuovi macchinari che consumano il doppio». Gianluca Ballasiamo affidati a un’azienda di termoidraulica che è un nostro cliente e rio è uno dei soci della Balfor, azienda di Manta (Cuneo) che produce fornitore da tempo, e abbiamo dialogato molto sul progetto», racconmacchine per la lavorazione della legna da ardere, con 30 dipendenti ta Massimo Tomasella, legale rappresentante della e 4 milioni di fatturato annuo. «E non è solo una queCmt. L’impianto è entrato in servizio il 30 settembre stione di risparmio sull’elettricità, aggiunge Ballario, scorso e ha una potenza di 100 kWp. quando la segretaria mi dice che è arrivato il bonifico È costato 390mila euro ed è stato integralmente fidal Gse, è sempre una bella notizia». nanziato. Anche Tomasella ha sperimentato qualche L’impianto ha una potenza di 300 kWp e cede a prezzo difficoltà con le banche. fisso al Gse l’energia non consumata. Il fotovoltaico «Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalera un pallino per i soci della Balfor già da qualche le una storia positiva, spiega, ma è stato difficile far anno. «Alla fine abbiamo colto l’occasione della nuova capire che questo investimento non è soggetto ai risede. Per collocare al meglio l’impianto abbiamo anGuarda il catalogo schi di mercato. Una banca, in particolare, insisteva a che modificato il progetto originale, passando da un trattarlo come un qualsiasi macchinario. Alla fine abtetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli occupano dei prodotti biamo ottenuto il prestito, ma fornendo garanzie pari metà dei 5mila metri quadri di copertura». con tecnologia OLED a un terzo della somma». L’impianto è stato interamente finanziato con il cresul tuo cellulare L’installatore ha curato tutte le pratiche, ma c’è stato dito, anche grazie a un contributo regionale che conqualche intoppo con l’allacciamento. «Ho dovuto fare sentiva di abbattere gli interessi. «Abbiamo faticato io un sollecito all’Enel», ricorda Tomasella. In attesa un pochino a trovare la banca, anche se alla fine avedi ricevere gli incentivi, la cosa di cui i titolari della Cmt sono più orvamo tre proposte tra cui scegliere, spiega ancora Ballario. D’altra gogliosi sono le coperture: «Ho preteso che tutte le garanzie sulla parte, quando siamo partiti era il 2007, e di impianti come il nostro ce strumentazione fossero estese per i 20 anni del conto energia. In più n’erano pochi in giro». Molto più semplice della banca, in rapporto, è ho voluto che l’assicurazione coprisse anche la mancata produzione stato individuare l’azienda cui affidare i lavori. di elettricità e ho fatto installare un sistema di monitoraggio interfac«Ci siamo orientati su imprese della nostra zona che avessero una ciato con i nostri server, che ci manda subito una notifica se qualcosa buona esperienza di impiantistica e abbiamo puntato su una che ha non va. Abbiamo speso un po’ di più, ma siamo più tranquilli». sede a 5 chilometri da noi. Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto «Abbiamo installato l’impianto fotovoltaico tre anni fa, quando abbiaragione nel prevedere i classici sei mesi di ritardo nell’allacciamento 16 Ecological Life Style 02
fotografie: Marco Tulli
I pannelli OLED potranno far parte direttamente dell'arredamento delle nostre case. La struttura si presta a installazioni di ogni tipo
mo costruito il nuovo capannone. Il risultato è che oggi per l’elettricità spendiamo meno di prima, pur avendo nuovi macchinari che consumano il doppio». Gianluca Ballario è uno dei soci della Balfor, azienda di Manta (Cuneo) che produce macchine per la lavorazione della legna da ardere, con 30 dipendenti e 4 milioni di fatturato annuo. «E non è solo una questione di risparmio sull’elettricità, aggiunge Ballario, quando la segretaria mi dice che è arrivato il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia». L’impianto ha una potenza di 300 kWp e cede a prezzo fisso al Gse l’energia non consumata. Il fotovoltaico era un pallino per i soci della Balfor già da qualche anno. «Alla fine abbiamo colto l’occasione della nuova sede. Per collocare al meglio l’impianto abbiamo anche modificato il progetto originale, passando da un tetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli occupano metà dei 5mila metri quadri di copertura». L’impianto è stato interamente finanziato con il credito, anche grazie a un contributo regionale che consentiva di abbattere gli interessi. «Abbiamo faticato un pochino a trovare la banca, anche se alla fine avevamo tre proposte tra cui scegliere, spiega ancora Ballario. D’altra parte, quando siamo partiti era il 2007, e di impianti come il nostro ce n’erano pochi in giro».
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olto più semplice della banca, in rapporto, è stato individuare l’azienda cui affidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese della nostra zona che avessero una buona esperienza di impiantistica e abbiamo puntato su una che ha sede a 5 chilometri da noi. Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel prevedere i classici sei mesi di ritardo nell’allacciamento alla rete». Fiducia ed esperienza sono gli stessi criteri che – all’altro capo della Pianura Padana – hanno guidato i proprietari della Cmt, azienda di Colle Umberto (Treviso) con 15 dipendenti e circa 2 milioni di fatturato l’an-
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no, specializzata nell’automazione industriale. «Ci siamo affidati a un’azienda di termoidraulica che è un nostro cliente e fornitore da tempo, e abbiamo dialogato molto sul progetto», racconta Massimo Tomasella, legale rappresentante della Cmt. L’impianto è entrato in servizio il 30 settembre scorso e ha una potenza di 100 kWp. È costato 390mila euro ed è stato integralmente finanziato. Anche Tomasella ha sperimentato qualche difficoltà con le banche. «Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalle una storia positiva, spiega, ma è stato difficile far capire che questo investimento non è soggetto ai rischi di mercato. Una banca, in particolare, insisteva a trattarlo come un qualsiasi macchinario. Alla fine abbiamo ottenuto il prestito, ma fornendo garanzie pari a un terzo della somma». L’installatore ha curato tutte le pratiche, ma c’è stato qualche intoppo con l’allacciamento. «Ho dovuto fare io un sollecito all’Enel», ricorda Tomasella. In attesa di ricevere gli incentivi, la cosa di cui i titolari della Cmt sono più orgogliosi sono le coperture: «Ho preteso che tutte le garanzie sulla strumentazione fossero estese per i 20 anni del conto energia. In più ho voluto che l’assicurazione coprisse anche la mancata produzione di elettricità e ho fatto installare un sistema di monitoraggio interfacciato con i nostri server, che ci manda subito una notifica se qualcosa non va. Abbiamo speso un pó di più, ma siamo molto più tranquilli». «Abbiamo installato l’impianto fotovoltaico tre anni fa, quando abbiamo costruito il nuovo capannone. Il risultato è che oggi per l’elettricità spendiamo meno di prima, pur avendo nuovi macchinari che consumano il doppio». Gianluca Ballario è uno dei soci della Balfor, azienda di Manta (Cuneo) che produce macchine per la lavorazione della legna da ardere, con 30 dipendenti e 4 milioni di fatturato annuo. 17 Ecological Life Style 02
Ecological Life Style
Modulo fotovoltaico di ultima generazione
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fotografie: Marco Tulli
ENERGIA
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Ferrania solis S.r.l. Guarda il servizio sul tuo cellulare
Come nasce un pannello fotovoltaico
Ferrania Solis porta i lettori di Els nello stabilimento di Ferrara dove costruisce i suoi moduli in silicio. «Abbiamo installato l’impianto fotovoltaico tre anni fa, quando abbiamo costruito il nuovo capannone. Il risultato è che oggi per l’elettricità spendiamo meno di prima, pur avendo nuovi macchinari che consumano il doppio». Gianluca Ballario è uno dei soci della Balfor, azienda di Manta (Cuneo) che produce macchine per la lavorazione della legna da ardere, con 30 dipendenti e 4 milioni di fatturato annuo. «E non è solo una questione di risparmio sull’elettricità, aggiunge Ballario – quando la segretaria mi dice che è arrivato il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia». L’impianto ha una potenza di 300 kWp e cede a prezzo fisso al Gse l’energia non consumata. Il fotovoltaico era un pallino per i soci della Balfor già da qualche anno. «Alla fine abbiamo colto l’occasione della nuova sede. Per collocare al meglio l’impianto abbiamo anche modificato il progetto originale, passando da un tetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli occupano metà dei 5mila metri quadri di copertura». L’impianto è stato interamente finanziato con il credito, anche grazie a un contributo regionale che consentiva di abbattere gli interessi. «Abbiamo faticato un pochino a trovare la banca, anche se alla fine avevamo tre proposte tra cui scegliere, spiega ancora Ballario. D’altra parte, quando siamo partiti era il 2007, e di impianti come il nostro ce n’erano pochi in giro». Molto più semplice della banca, in rapporto, è stato individuare l’azienda cui affidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese della nostra zona che avessero una buona esperienza di impiantistica e abbiamo puntato su una che ha sede a 5 chilometri da noi. Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel prevedere i classici sei mesi di ritardo nell’allacciamento alla rete».
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iducia ed esperienza sono gli stessi criteri che, all’altro capo della Pianura Padana, hanno guidato i proprietari della Cmt, azienda di Colle Umberto (Treviso) con 15 dipendenti e circa 2 milioni di fatturato l’anno, specializzata nell’automazione industriale. «Ci siamo affidati a un’azienda di termoidraulica che è un nostro
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cliente e fornitore da tempo, e abbiamo dialogato molto sul progetto», racconta Massimo Tomasella, legale rappresentante della Cmt. L’impianto è entrato in servizio il 30 settembre scorso e ha una potenza di 100 kWp. È costato 390mila euro ed è stato integralmente finanziato. Anche Tomasella ha sperimentato qualche difficoltà con le banche. «Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalle una storia positiva, spiega, ma è stato difficile far capire che questo investimento non è soggetto ai rischi di mercato. Una banca, in particolare, insisteva a trattarlo come un qualsiasi macchinario. Alla fine abbiamo ottenuto il prestito, ma fornendo garanzie pari a un terzo della somma».
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installatore ha curato tutte le pratiche, ma c’è stato qualche intoppo con l’allacciamento. «Ho dovuto fare io un sollecito all’Enel», ricorda Tomasella. In attesa di ricevere gli incentivi, la cosa di cui i titolari della Cmt sono più orgogliosi sono le coperture: «Ho preteso che tutte le garanzie sulla strumentazione fossero estese per i 20 anni del conto energia. In più ho voluto che l’assicurazione coprisse anche la mancata produzione di elettricità e ho fatto installare un sistema di monitoraggio interfacciato con i nostri server, che ci manda subito una notifica se qualcosa non va. Abbiamo speso un po’ di più, ma siamo più tranquilli». Molto più semplice della baaffidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese. «Abbiamo installato l’impianto fotovoltaico tre anni fa, quando abbiamo costruito il nuovo capannone. Il risultato è che oggi per l’elettricità spendiamo meno di prima, pur avendo nuovi macchinari che consumano il doppio». Gianluca Ballario è uno dei soci della Balfor, azienda di Manta (Cuneo) che produce macchine per la lavorazione della legna da ardere, con 30 dipendenti e 4 milioni di fatturato annuo. «E non è solo una questione di risparmio sull’elettricità, aggiunge Ballario, quando la segretaria mi dice che è arrivato il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia». «Ci siamo orientati su imprese della nostra zona che avessero una buona esperienza di impiantistica e abbiamo puntato su una che ha sede a 5 chilometri da noi. Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel prevedere i classici sei mesi di ritardo nell’allacciamento alla rete». Per collocare al meglio l’impianto abbiamo anche modificato il progetto originale, passando da un tetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli occupano metà dei 5mila metri quadri di copertura». L’impianto è stato interamente finanziato con il credito, anche grazie 29 Ecological Life Style 02
ENERGIA L’impianto ha una potenza di 300 kWp e cede a prezzo fisso al Gse l’energia non consumata. Il fotovoltaico era un pallino per i soci della Balfor già da qualche anno. «Alla fine abbiamo colto l’occasione della nuova sede. Per collocare al meglio l’impianto abbiamo anche modificato il progetto originale, passando da un tetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli occupano metà dei 5mila metri quadri di copertura». L’impianto è stato interamente finanziato con il credito, anche grazie a un contributo regionale che consentiva di abbattere gli interessi. «Abbiamo faticato un pochino a trovare la banca, anche se alla fine avevamo tre proposte tra cui scegliere, spiega ancora Ballario. D’altra parte, quando siamo partiti era il 2007, e di impianti come il nostro ce n’erano pochi in giro». Molto più semplice della banca, in rapporto, è stato individuare l’azienda cui affidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese della nostra zona che avessero una buona esperienza di impiantistica e Ferrania Solis. abbiamo puntato su una che ha sede a 5 chilometri da noi. Entro l'anno Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel pre31.000 moduli, vedere i classici sei mesi di pari a 7MW, ritardo nell’allacciamento alla rete». Fiducia ed esperiencontro i 5 preventivati za sono gli stessi criteri che, all’altro capo della Pianura Padana, hanno guidato i proprietari della Cmt, azienda di Colle Umberto (Treviso) con 15 dipendenti e circa 2 milioni di fatturato l’anno, specializzata nell’automazione industriale. «Ci siamo affidati a un’azienda di termoidraulica che è un nostro cliente e fornitore da tempo, e abbiamo dialogato molto sul progetto», racconta Massimo Tomasella, legale rappresentante della Cmt. L’impianto è entrato in servizio il 30 settembre scorso e ha una potenza di 100 kWp. È costato 390mila euro ed è stato integralmente finanziato. Anche Tomasella ha sperimentato qualche difficoltà con le banche. «Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalle una storia positiva, spiega, ma è stato difficile far capire che questo investimento non è soggetto ai rischi di mercato. Una banca, in particolare, insisteva a trattarlo come un qualsiasi macchinario. Alla fine abbiamo ottenuto il prestito, ma fornendo garanzie pari a un terzo della somma». L’installatore ha curato tutte le pratiche, ma c’è stato qualche intoppo con l’allacciamento. «Ho dovuto fare io un sollecito all’Enel», ricorda Tomasella. In attesa di ricevere gli incentivi, la cosa di cui i titolari della Cmt sono più orgogliosi sono le coperture: «Ho preteso che tutte le garanzie sulla strumentazione fossero estese per i 20 anni del conto energia. In più ho voluto che l’assicurazione coprisse anche la mancata produzione di elettricità e ho fatto installare un sistema di monitoraggio interfacciato con i nostri server, che ci manda subito una notifica se qualcosa non va. Abbiamo speso un po’ di più, ma siamo più tranquilli». «Abbiamo installato l’impianto fotovoltaico tre anni fa, quando abbiamo costruito il nuovo capannone. Il risultato è che oggi per l’elettricità spendiamo meno di prima, pur avendo nuovi macchinari che consumano il doppio». Gianluca Ballario è uno dei soci della Balfor, azienda di Manta (Cuneo) che produce macchine per la lavorazione
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della legna da ardere, con 30 dipendenti e 4 milioni di fatturato annuo. «E non è solo una questione di risparmio sull’elettricità, aggiunge Ballario, quando la segretaria mi dice che è arrivato il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia».
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all’impianto ha una potenza di 300 kWp e cede a prezzo fisso al Gse l’energia non consumata. Il fotovoltaico era un pallino per i soci della Balfor già da qualche anno. «Alla fine abbiamo colto l’occasione della nuova sede. Per collocare al meglio l’impianto abbiamo anche modificato il progetto originale, passando da un tetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli occupano metà dei 5mila metri quadri di copertura». L’impianto è stato interamente finanziato con il credito, anche grazie a un contributo regionale che consentiva di abbattere gli interessi. «Abbiamo faticato un pochino a trovare la banca, anche se alla fine avevamo tre proposte tra cui scegliere, spiega ancora Ballario. D’altra parte, quando siamo partiti era il 2007, e di impianti come il nostro ce n’erano pochi in giro». Molto più semplice della banca, in rapporto, è stato individuare l’azienda cui affidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese della nostra zona che avessero una buona esperienza di impiantistica e abbiamo puntato su una che ha sede a 5 chilometri da noi. Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel prevedere i classici sei mesi di ritardo nell’allacciamento alla rete». Fiducia ed esperienza sono gli stessi criteri che, all’altro capo della Pianura Padana, hanno guidato i proprietari della Cmt, azienda di Colle Umberto (Treviso) con 15 dipendenti e circa 2 milioni di fatturato l’anno, specializzata nell’automazione industriale. «Ci siamo affidati a un’azienda di termoidraulica che è un nostro cliente e fornitore da tempo, e abbiamo dialogato molto sul progetto», racconta Massimo Tomasella, legale rappresentante della Cmt. L’impianto è entrato in servizio il 30 settembre scorso e ha una potenza di 100 kWp. È costato 390mila euro ed è stato integralmente finanziato.
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omasella ha sperimentato qualche difficoltà con le banche. «Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalle una storia positiva, spiega, ma è stato difficile far capire che questo investimento non è soggetto ai rischi di mercato. Una banca, in particolare, insisteva a trattarlo come un qualsiasi macchinario. Alla fine abbiamo ottenuto il prestito, ma fornendo garanzie pari a un terzo della somma». L’installatore ha curato tutte le pratiche, ma c’è stato qualche intoppo con l’allacciamento. «Ho dovuto fare io un sollecito all’Enel», ricorda Tomasella. In attesa di ricevere gli incentivi, la cosa di cui i titolari della Cmt sono più orgogliosi sono le coperture: «Ho preteso che tutte le garanzie sulla strumentazione fossero estese per i 20 anni del conto energia. In più ho voluto che l’assicurazione coprisse anche la mancata produzione di elettricità e ho fatto installare un sistema di monitoraggio interfacciato con i server, che ci manda subito una notifica se qualcosa non va. Abbiamo speso un po’ di più, ma siamo più tranquilli». «Abbiamo installato l’impianto fotovoltaico tre anni fa, quando abbiamo costruito il nuovo capannone. Il risultato è che oggi per l’elettricità spendiamo meno di prima, pur avendo nuovi macchinari che consumano il doppio». Gianluca Ballario è uno dei soci della Balfor, azienda di Manta (Cuneo) che produce macchine per la lavorazione
fotografie: Marco Tulli
Rifugio nelle Dolomiti con tetto coperto di pannelli solari
della legna da ardere, con 30 dipendenti e 4 milioni di fatturato annuo. «E non è solo una questione di risparmio sull’elettricità – aggiunge Ballario – quando la segretaria mi dice che è arrivato il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia». L’impianto ha una potenza di 300 kWp e cede a prezzo fisso al Gse l’energia non consumata. Il fotovoltaico era un pallino per i soci della Balfor già da qualche anno. «Alla fine abbiamo colto l’occasione della nuova sede.
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er collocare al meglio l’impianto abbiamo anche modificato il progetto originale, passando da un tetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli occupano metà dei 5mila metri quadri di copertura». L’impianto è stato interamente finanziato con il credito, anche grazie a un contributo regionale che consentiva di abbattere gli interessi. «Abbiamo faticato un pochino a trovare la banca, anche se alla fine avevamo tre proposte tra cui scegliere, spiega ancora Ballario. D’altra parte, quando siamo partiti era il 2007, e di impianti come il nostro ce n’erano pochi in giro». Molto più semplice della banca, in rapporto, è stato individuare l’azienda cui affidare i lavori. «Ci siamo
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orientati su imprese della nostra zona che avessero una buona esperienza di impiantistica e abbiamo puntato su una che ha sede a 5 chilometri da noi. Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel prevedere i classici sei mesi di ritardo nell’allacciamento alla rete». Fiducia ed esperienza sono gli stessi criteri che, all’altro capo della Pianura Padana, hanno guidato i proprietari della Cmt, azienda di Colle Umberto (Treviso) con 15 dipendenti e circa 2 milioni di fatturato l’anno, specializzata nell’automazione industriale. «Ci siamo affidati a un’azienda di termoidraulica che è un nostro cliente e fornitore da tempo, e abbiamo dialogato molto sul progetto», racconta Massimo Tomasella, legale rappresentante della Cmt. L’impianto è entrato in servizio il 30 settembre scorso e ha una potenza di 100 kWp. È costato 390mila euro ed è stato integralmente finanziato. Anche Tomasella ha sperimentato qualche difficoltà con le banche. «Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalle una storia positiva, spiega, ma è stato difficile far capire che questo investimento non è soggetto ai rischi di mercato. Una banca, in particolare, insiste-
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Life Style
ARIA PULITA
Lago di Tovel - Trentino Alto Adige - Italia fotografie: Loretta Candore
AUSTRIA
Una terra da scalare, camminare e respirare
I
l Trentino Alto Adige è la regione italiana più settentrionale ed è completamente montuosa. Con i suoi 13.607 km² il Trentino Alto Adige è una delle regioni meno densamente popolate in quanto ospita circa 1.000.000 abitanti per una densità di 74 ab/km², molto al di sotto della media nazionale, collocandosi al secondo posto, dopo la Valle d'Aosta, nel rapporto tra numero di abitanti e superficie territoriale. Considerando l'orografia del territorio e il fatto che le foreste ne ricoprono oltre il 70%, appare tuttavia evidente come vi siano notevoli differenze fra la densità di abitanti dell'entroterra (in cui peraltro si sono verificati fenomeni di spopolamento e di migrazione verso le città sulle principali valli) e quella dell'Adige. Confina a nord e a est con l'Austria (Tirolo e Salisburghese), a ovest con la Svizzera (Canton Grigioni), a sud-est con il Veneto (provincia di Belluno), a sud con la Lombardia ed il Veneto e a sud-ovest (presso il passo dello Stelvio) con la Lombardia (provincia di Sondrio).
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SVIZZERA
Bolzano VENETO
Trento
Lago di Garda
LOMBARDIA
Trentino Alto Adige La Vetta d'Italia 2911 m.s.l.m Il monte più alto del territorio nazionale La Valle Aurina è la valle più a nord di tutta l'Italia e Predoi il centro abitato più a settentrione situato tra i piedi della valle e la vetta d'Italia, al confine austriaco. La regione è compresa sopra le Alpi centrali e quelle orientali, mentre a sud il lago di garda delimita il confine con le altre regioni. Le catene montuose della regione sono tra le più belle d'Europa e si innalzano fino a quote altimetriche di 2700-3000 m. Tutta la regione è ricchissima di boschi di conifere e faggi, ruscelli e fiori, mentre in altri tratti (ad esempio vicino alle montagne) sono presenti numerosi prati e pascoli in cui vi è un'altissima percentuale di specie alpine di erbe e funghi, molte delle quali protette dallo statuto speciale, in cui la popolazione porta al pascolo i bovini. Le valli sono generalmente piccole e strette, i cui versanti sono ricoperti da foreste. Unica eccezione è la valle dell'Adige. La parte più settentrionale della valle percorsa dall'Adige è chiamata val Venosta, mentre a sud di Rovereto essa è denominata Vallagarina fino all'ingresso del fiume nella pianura Padana poco a nord di Verona.
Clima Il clima del Trentino può essere definito di transizione tra il clima semicontinentale e quello alpino. Le temperature di gennaio sono comprese dai -5 C° ai -10° mentre in estate sui 20°-25° anche più. Pur presentando gran parte del proprio territorio ad una altitudine media piuttosto elevata (circa il 77% al di sopra dei 1000 m s.l.m., poco meno del 20% al di sopra dei 2000 m s.l.m.), esso non presenta quei caratteri di rigidità propri di altre aree alpine. A partire dalle fasce altimetriche più basse, il clima può essere suddiviso in quattro grandi aree: la vegetazione è composta da essenze miste submediterranee e continentali con particolare presenza di olivi, lecci e cipressi; nell'area subcontinentale il clima è di transizione e caratterizza i fondovalle, con inverni piuttosto rigidi ed assai nevosi. La vegetazione è costituita soprattutto da castagni, faggi e abeti bianchi; anche in questa fascia non mancano in ogni caso essenze subme-
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diterranee, soprattutto nelle are più protette o di versante. In questa area viene praticata diffusamente la coltivazione di mele. In Alto Adige le zone di produzione principali sono la Val Venosta con [l'associazione VI.P][1] e la zona da Merano fino a Salorno lungo l'Adige con il consorzio VOG. La Val Venosta, che si estende dalle cime più alte del Gruppo Ortles per poi degradare dal Passo Resia fino a Merano, è una meravigliosa oasi naturale, dove prospera la frutticoltura più ricca ed evoluta. Natura incontaminata, conformazione geologica, posizione privilegiata e speciale microclima sono fattori che da sempre contribuiscono ad una produzione di mele di altissima qualità, dalla polpa soda e particolarmente succosa, che ancora dopo mesi dalla raccolta mantengono il sapore della frutta appena colta. La scarsa piovosità (meno di 500 mm di precipitazioni annue), la presenza costante del sole per oltre 300 giorni all’anno, l’aria frizzante dei ghiacciai che garantisce una crescita lenta e le forti escursioni termiche che eliminano insetti e parassiti, rendono la valle un vero paradiso per la coltivazione di mele.
d'acqua naturali con lunghezza maggiore o uguale a 100 metri. Gran parte di tali bacini si trova a quote superiori ai 2000 m. I laghi naturali con una superficie maggiore di 5 ettari sono 13: di questi solo tre (il Lago di Caldaro, ted. Kalterer See, e i due laghi di Monticolo, ted. Montiggler Seen) sono situati al di sotto dei 1000 m. I restanti 10 laghi maggiori sono il Lago di Anterselva (ted. Antholzersee), lago di Braies (ted. Pragser Wildsee), il lago di Carezza (ted. Karersee), il lago di Costalovara (ted. Wolfsgruben), il lago di Dobbiaco (ted. Toblacher See), il lago di Favogna, (ted. Fennberger See), il lago di Fiè (ted. Völser Weiher), il Lago di Santa Maria (ted. St. Felixer Weiher oppure Tretsee), il lago di San Valentino alla Muta (ted. Haidersee), il lago di Landro (ted. Dürrensee) ed il lago di Varna (ted. Vahrner See). Vi sono anche laghi artificiali, alcuni dei quali di dimensione ragguardevole. Tra i principali ricordiamo il Lago di Resia (ted. Reschensee), il Lago di Zoccolo (ted. Zoggler Stausee), il Lago di Fortezza (ted. Franzensfester See), il Lago di Rio di Pusteria (ted. Mühlbacher See) e il Lago di Valdaora.
Le cime
Aree protette
A nord della Regione, verso il confine austriaco, lungo la linea che va dal Passo Resia al Passo di Monte Croce di Comelico, si estendono le Alpi Atesine (suddivisibili in Alpi Venoste, Breonie, Aurine e Pusteresi), che raggiungono la loro massima altezza nella Palla Bianca/Weisskugel (3764 m s.l.m.). Nella Valle Aurina, la Vetta d'Italia, Glockenkarkopf (2911 m s.l.m.) rappresenta la punta più a nord dell'intero territorio nazionale. Nella parte occidentale del Trentino-Alto Adige si elevano i gruppi dell'OrtlesCevedale (con l'Ortles/Ortler, massima vetta della Regione, 3902 m s.l.m.), dell'Adamello-Presanella e delle Dolomiti di Brenta. Sia l'Alto Adige che il Trentino sono interessati dalla sezione occidentale delle Dolomiti (Dolomiti di Sesto, Gruppo del Puez, Odle, Sciliar, Sassolungo, Catinaccio, Marmolada, Gruppo di Sella, Latemar, Pale di San Martino), mentre proseguendo verso sud i rilievi montuosi degradano nelle Prealpi. In Trentino si estende la punta settentrionale del lago di Garda che si trova un pó in Trentino, in Veneto e Lombardia; numerosi sono inoltre i laghi alpini, spesso di piccole dimensioni. Fra i più noti: lago di Ledro, lago di Levico, lago di Molveno e lago di Tovel. Nella Provincia di Bolzano vi sono 176 bacini
Diverse sono le aree protette, che coprono circa un quinto del territorio della regione. Nel territorio regionale è presente un parco nazionale (Parco Nazionale dello Stelvio) e 10 parchi provinciali (8 dei quali si estendono in Provincia di Bolzano). I principali sono: Parco naturale Dolomiti di Sesto, Parco naturale Fanes - Sennes e Braies, Parco naturale Gruppo di Tessa, Parco naturale Monte Corno, Parco Puez Odle, Parco naturale dello Sciliar, Parco naturale Vedrette di Ries - Aurina, Parco nazionale dello Stelvio. Il Parco delle Alpi Sarentine è ancora in fase di attivazione. L'Alto Adige offre nelle sue montagne e valli innumerevoli monumenti naturali, come le piramidi di terra in Alto Adige; in Alto Adige le più famose sono le piramidi di Plata e le piramidi di Renon. Il clima del Trentino può essere definito di transizione tra il clima semicontinentale e quello alpino. Le temperature di gennaio sono comprese dai -5 C° ai -10° mentre in estate sui 20°-25° anche più. Pur presentando gran parte del proprio territorio ad una altitudine media piuttosto elevata (circa il 77% al di sopra dei 1000 m s.l.m., poco meno del 20% al di sopra dei 2000 m s.l.m.), esso non presenta quei caratteri di rigidità propri di altre aree alpine. A partire dalle fa61 Ecological Life Style 02
ARIA PULITA Sia l'Alto Adige che il Trentino sono interessati dalla sezione occidentale delle Dolomiti (Dolomiti di Sesto, Gruppo del Puez, Odle, Sciliar, Sassolungo, Catinaccio, Marmolada, Gruppo di Sella, Latemar, Pale di San Martino), mentre proseguendo verso sud i rilievi montuosi degradano nelle Prealpi. In Trentino si estende la punta settentrionale del lago di Garda che si trova un po' in Trentino, in Veneto e Lombardia; numerosi sono inoltre i laghi alpini, spesso di piccole dimensioni. Fra i più noti: lago di Ledro, lago di Levico, lago di Molveno e lago di Tovel. Nella Provincia di Bolzano vi sono 176 bacini d'acqua naturali con lunghezza maggiore o uguale a 100 metri. Gran parte di tali bacini si trova a quote superiori ai 2000 m. I laghi naturali con una superficie maggiore di 5 ettari sono restanti 10 laghi, il maggiore è il Lago di Anterselva (ted. Antholzersee).
Dolomiti Con il termine "Dolomiti" si indica genericamente la regione caratterizzata dalla presenza della dolomia, un minerale particolare, localizzato nelle zona più elevata delle Alpi Venete, tra la Val Pusteria, la Val Rendena e la Valle del Piave. Paesaggio diverso dagli altri pur straordinari dei rilievi alpini, colpisce per la sua grandiosità, che si articola in conche ampie rivestite da verdi praterie, boschi fitti di conifere gigantesche e piccoli laghi glaciali. Spettacolari e mozzafiato sono alcuni aggettivi che potremmo usare per definire i panorami che offrono le Dolomiti, sia d’estate che in inverno. Le montagne, maestose e in certi punti perfino terrificanti, si specchiano dolcemente nei laghi dalle acque cristalline. Ovunque si percepisce il senso della natura incontaminata e selvaggia che sovrasta l’uomo.
La Natura qui ha creato un regno straordinario che le masse di turisti non hanno mai minimamente mutato. Un quadro idilliaco che viene poi completato dalla presenza di animali come lo stambecco, l’aquila, i camosci o le marmotte che, insieme a una ricca vegetazione, rendono questa visita inimitabile. Ma non si devono dimenticare gli insediamenti dell’uomo che si inseriscono perfettamente nella cornice della natura. Percorrendo in lungo e in largo le valli dolomitiche, le vedute dei paesini disseminati nelle conche verdi ai piedi delle montagne si ripetono ovunque con la stessa grazia e la stessa serenità. Sono centri ridenti, lindi, fioriti, simili d’inverno a suggestivi presepi o d’estate a graziosi paesi dei balocchi. Per accedere a questi posti di sogno potrà in parte essere utilizzata la Grande strada delle Dolomiti.
fotografie: Marco Tulli
Ferrata sulla Vetta d'Italia
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Artigianato Nelle regioni dolomitiche rari pezzi d’arredamento, soprammobili e perfino oggetti d’uso quotidiano, sono realizzati in legno con molta cura e attenzione. Vi sono incisi o lavorati ad intaglio motivi decorativi simbolici, floreali o astratti. Del resto le case stesse hanno portoni in legno molto antichi che presentano una parte superiore a lunetta e i battenti ripartiti in campi rettangolari, ornati con stemmi araldici o altre figurazioni a rilievo. Ma dove veramente questo tipo di artigianato non teme rivali è l’esecuzione delle culle che oggi hanno quasi interrotto la loro vera funzione per divenire veri e propri oggetti d’arredamento. La culla, in legno d’abete o di noce, poggia su due mezzelune di grandezza e altezza variabile. La parte decorata e solitamente più bella è l’arco, costituito da una sottile fascia di legno curvato, fissato sulla parte superiore con nastri cui si appendeva la tendina per proteggere il bambino dagli insetti. L’arco mostra motivi a dente di lupo, a riccio d’onda, a nastro che recano anche simboli religiosi, tra cui la croce con il monogramma con Cristo.
Mòcheni Vicino a Trento, in una delle più appartate e intatte valli alpine, vive un antico popolo di origine germanica, tenacemente attaccato alle proprie tradizioni. Sono appunto i Mòcheni, che derivano il loro nome dalla parola tedesca "machen" (fare) che la dice lunga sulla loro filosofia di vita. Intorno al maso di svolge la vita quotidiana di questo popolo emigrato dalla Germania nel XIII secolo. I Mòcheni continuano a vestirsi con gli abiti tradizionali e feste popolari e danze sono uno dei modi per conservare e difendere le tradizioni di una comunità che oggi conta circa duemila appartenenti. Anche lo scrittore tedesco Robert Musil fu incuriosito dalla storia dei Mòcheni e a loro dedicò due bellissimi racconti.
Liquori ed elisir Da lungo tempo nelle zone dolomitiche si confezionano ottimi liquori usando ingredienti naturali di prima scelta. Le basi di queste speciali preparazioni sono polpa, succo e buccia della frutta, fiori profumati, radici, foglie e piante aromatiche, zucchero, bacche, miele e acquavite. La preparazione è lunga e accurata, si pestano gli ingredienti, si mettono in infusione
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in recipienti di vetro e vi si lasciano a riposare per un numero variabile di giorni a seconda della ricetta. Infine si filtra con un panno: il liquido che ne risulta è pronto per essere bevuto. Molti di questi liquori servono a curare alcune malattie o a lenire dolori. Contro le coliche o il mal di stomaco, ad esempio, si può bere una bevanda a base di cannella, coriandolo, anice, noce moscata, chiodi di garofano e tante altre spezie. Una bevanda calmante è a base di scorza d’arancia, comino e bacche di ginepro, mentre l’acqua di basilico è un ottimo digestivo; l’acquavite di mirtillo nero cura i problemi degli occhi, e per la gola si mescola l’acquavite al miele con la menta.
Bolzano Bolzano è situata alla quota di 264 m nella parte orientale dell'ampia conca originata dalla congiunzione delle valli di Isarco, Sarentina e dell'Adige. La conca è delimitata ad ovest dalla catena della Mendola, a nord-ovest dell'Altopiano del Salto (Salten, 1.500 m), a nord-est da una cima minore del Renon (Ritten) chiamata Monte Tondo (Hörtenberg), e a sud-est dal Monte Pozza (Titschen, 1.619 m) sul cui versante settentrionale si trova la località Colle (Kohlern), il cui nome è spesso impropriamente usato per designare l'intero monte. Una piccola balza rocciosa di quest'ultimo, chiamata Virgolo (Virgl), si erge verticalmente a ridosso della città. La città è collegata ai tre monti più vicini da funivie che superano ciascuna circa mille metri di dislivello: la funivia del Colle che risale il Monte Pozza sino al Colle di Villa (Herrenkohlern), quella del Renon con arrivo a Soprabolzano e quella di San Genesio che raggiunge l'omonimo paese sull'altopiano del Salto. Dalla città, guardando in direzione est lungo la val d'Isarco, si vede il poco lontano e suggestivo Catinaccio (Rosengarten, 3.004 m), che è parte delle Dolomiti, con le caratteristiche Torri del Vajolet. Bolzano è attraversata dal torrente Talvera che confluisce in città nel fiume Isarco, il quale a sua volta si getta nell'Adige pochi chilometri a sud della città stessa. Il nucleo storico della città risiede nel triangolo delimitato a ovest dal torrente Talvera, a sud dal fiume Isarco e a nord-est dal Monte Tondo. Il clima della città, situata in un fondovalle alpino, risulta essere continentale, con minime invernali molto spesso sotto zero e mas-
sime estive anche oltre i 40 °C; le precipitazioni sono piuttosto scarse, specialmente in estate e generalmente sotto forma di neve in inverno, mentre risultano essere abbondanti in estate, quando possono svilupparsi temporali, i quali quasi sempre sono associati a grandine, soprattutto nelle ore pomeridiane e serali, per il contrasto di masse d'aria di diverso tipo ed intensità. Le aree del territorio comunale situate a quote superiori, sono caratterizzate da un clima alpino, i cui caratteri variano in funzione dell'altitudine, dell'orografia e dell'esposizione. D'estate fa molto caldo e in inverno abbastanza freddo, per colpa anche della sua posizione in una conca che ne impedisce il ricambio d'aria. Bolzano possiede il suo stemma, unitamente all'istituzione del consiglio comunale, dal 1381, grazie a un privilegio conferito alla cit-
Strapiombo sulle Dolomiti di Sesto
fotografie: Marco Tulli
tà da parte del duca Leopoldo III d'Austria: infatti, lo stemma è quello austriaco con i colori capovolti e la stella a sei punte dorata al centro, presumibilmente un riferimento alla Madonna ("stella maris") che è la patrona del duomo cittadino situato nella piazza principale della cittadina, frequentato luogo di svago pomeridiano e serale. Solo nel Ventennio fascista la stella è stata ridotta a 63 Ecological Life Style 02
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02
Ecological Life Style
DOSSIER
ACQUA CALDA GRATIS Quanta acqua si pu贸 scaldare con un pannello?
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ANNO 1 . Dicembre 2010
di Marilena De Farri
serbatoio
valvolad'uscita ritornoacquacalda
pannellosolare
DOSSIER
ingressoacquafredda
Sistema di conversione dei raggi solari in acqua calda
ACQUA CALDA GRATIS Quanta acqua si puó scaldare con un pannello solare?
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potizzando un rendimento di impianto del 35%, con 1 m² di pannello è possibile riscaldare solo in un anno da 10 a 14 m³ di acqua da 20° a 60 °C (e una quantità da 20° a 40 °C). Ipotizzando un consumo di acqua calda procapite di 60 litri al giorno, ovvero di 20 m³ all'anno, vediamo che un pannello solare di 2 m² può tranquillamente soddisfare le esigenze di una persona. La produzione di acqua calda con energia solare al posto del metano farebbe ridurre le emissioni di CO2 di circa 200 kg procapite. Se lo facessero tutti gli italiani l' anidride carbonica diminuirebbe di 12 milioni di tonnellate, pari al 2.6%. Al posto dei pannelli è possibile usare tubi solari sottovuoto. L'acqua scorre in un tubo metallico all'interno del tubo ed è scaldata dalle alette termiche laterali (nella foto a fianco si vede il retro del dispositivo; la parte frontale è naturalmente nera). In questo caso il rendimento è migliore, perchè si riducono le perdite di calore per conduzione e convezione. Questi tubi possono essere inoltre montati sulle pareti degli edifici oltre che sui tetti. I pannelli solari termici rappresentano una tecnologia semplicissima ed efficace per riscaldare l'acqua in modo ecologicamente sostenibile. Lo schema sopra ne mostra il funzionamento: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l'acqua non scorre, ma risale all'interno del pan92 Ecological Life Style 02
turato annuo. «E non è solo una questione di risparmio sull’elettriturato annuo. «E non è solo una questione di risparmio sull’elettricità, aggiunge Ballario, quando la segretaria mi dice che è arrivato il cità, aggiunge Ballario, quando la segretaria mi dice che è arrivato bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia». il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia». L’impianto ha una L’impianto ha una potenza di 300 kWp e cede a prezzo fisso al Gse potenza di 300 kWp e cede a prezzo fisso al Gse l’energia non consul’energia non consumata. Il fotovoltaico era un pallino per i soci della mata. Il fotovoltaico era un pallino per i soci della Balfor già da qualBalfor già da qualche anno. «Alla fine abche anno. «Alla fine abbiamo colto l’occasione della nuova sede. Per biamo colto l’occasione della nuova sede. collocare al meglio l’impianto abbiamo anche modificato il progetto In un anno Per collocare al meglio l’impianto abbiamo originale, passando da un tetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli anche modificato il progetto originale, pasoccupano metà dei 5mila metri quadri di copertura». da 10 a 14 m³ sando da un tetto piano a un tetto a falda: L’impianto è stato interamente finanziato con il credito, anche grazie in più oggi i moduli occupano metà dei 5mila mea un contributo regionale che consentiva di abbattere gli interessi. tri quadri di copertura». «Abbiamo faticato un pochino a trovare la banca, anche se alla fine di acqua L’impianto è stato interamente finanziato avevamo tre proposte tra cui scegliere, spiega ancora Ballario. da 20° a 60°C con il credito, anche grazie a un contributo D’altra parte, quando siamo partiti era il 2007, e di impianti come il regionale che consentiva di abbattere gli nostro ce n’erano pochi in giro». Molto più semplice della banca, in interessi. «Abbiamo faticato un pochino a rapporto, è stato individuare l’azienda cui affidare i lavori. «Ci siamo trovare la banca, anche se alla fine avevamo tre proposte tra cui sceorientati su imprese della nostra zona che avessero una buona espegliere, spiega ancora Ballario. D’altra parte, quando siamo partiti era rienza di impiantistica e abbiamo puntato su una che ha sede a 5 chiil 2007, e di impianti come il nostro ce n’erano pochi in giro». lometri da noi. Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel Molto più semplice della banca, in rapporto, è stato individuare l’aprevedere i classici sei mesi di ritardo nell’allacciamento alla rete». zienda cui affidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese della noFiducia ed esperienza sono gli stessi criteri che, all’altro capo delstra zona che avessero una buona esperienza di impiantistica e abla Pianura Padana, hanno guidato i proprietari della Cmt, azienda biamo puntato su una che ha sede a 5 chilometri da noi. di Colle Umberto (Treviso) con 15 dipendenti e circa 2 Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel milioni di fatturato l’anno, specializzata nell’automazioprevedere i classici sei mesi di ritardo nell’allacciamento ne industriale. «Ci siamo affidati a un’azienda di termoiL'anidride alla rete». draulica che è un nostro cliente e fornitore da tempo, e carbonica Fiducia ed esperienza sono gli stessi criteri che, all’altro abbiamo dialogato molto sul progetto», racconta Massicapo della Pianura Padana, hanno guidato i proprietadiminuirebbe mo Tomasella, legale rappresentante della Cmt. ri della Cmt, azienda di Colle Umberto (Treviso) con 15 L’impianto è entrato in servizio il 30 settembre scorso e di 12 milioni dipendenti e circa 2 milioni di fatturato l’anno, speciaha una potenza di 100 kWp. È costato 390mila euro ed è lizzata nell’automazione industriale. «Ci siamo affidati a di tonnellate stato integralmente finanziato. Anche Tomasella ha speun’azienda di termoidraulica che è un nostro cliente e rimentato qualche difficoltà con le banche. fornitore da tempo, e abbiamo dialogato molto sul pro«Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalle getto», racconta Massimo Tomasella, legale rappresentante della una storia positiva, spiega, ma è stato difficile far capire che questo Cmt. L’impianto è entrato in servizio il 30 settembre scorso e ha una investimento non è soggetto ai rischi di mercato. Una banca, in partipotenza di 100 kWp. È costato 390mila euro ed è stato integralmente colare, insisteva a trattarlo come un qualsiasi macchinario. finanziato. Anche Tomasella ha sperimentato qualche difficoltà con Alla fine abbiamo ottenuto il prestito, ma fornendo garanzie pari a un le banche. «Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalle terzo della somma». una storia positiva – spiega – ma è stato difficile far capire che questo l’installatore ha curato tutte le pratiche, ma c’è stato qualche intoppo investimento non è soggetto ai rischi di mercato. Una banca, in particon l’allacciamento. «Ho dovuto fare io un sollecito all’Enel», ricorda colare, insisteva a trattarlo come un qualsiasi macchinario. Alla fine Tomasella. In attesa di ricevere gli incentivi, la cosa di cui i titolaabbiamo ottenuto il prestito, ma fornendo garanzie pari a un terzo ri della Cmt sono più orgogliosi sono le coperture: «Ho preteso che della somma». tutte le garanzie sulla strumentazione l’installatore ha curato tutte le pratiche, ma c’è stato qualche intoppo fossero estese almeno fino alla fine dei un pannello con l’allacciamento. «Ho dovuto fare io un sollecito all’Enel», ricorda 20 anni del conto energia. Tomasella. In attesa di ricevere gli incentivi, la cosa di cui i titolari In più ho voluto che l’assicurazione cosolare di 2m² della Cmt sono più orgogliosi sono le coperture: «Ho preteso che tutprisse anche la mancata produzione di te le garanzie sulla strumentazione fossero estese per i 20 anni del elettricità e ho fatto installare un sistepuò soddisfare conto energia. In più ho voluto che l’assicurazione coprisse anche la ma di monitoraggio interfacciato con i le esigenze mancata produzione di elettricità e ho fatto installare un sistema di nostri server, che ci manda subito una monitoraggio interfacciato con i nostri server, che ci manda subito notifica se qualcosa non va. Abbiamo di una persona una notifica se qualcosa non va. Abbiamo speso un po’ di più, ma siaspeso un po’ di più, ma siamo più tranmo più tranquilli». Molto più semplice della baaffidare i lavori. quilli». Molto più semplice della baaf«Ci siamo orientati su imprese. fidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese. «Abbiamo installato «Abbiamo installato l’impianto fotovoltaico tre anni fa, quando abbial’impianto fotovoltaico tre anni fa, quando abbiamo costruito il nuovo mo costruito il nuovo capannone. Il risultato è che oggi per l’eletcapannone. Il risultato è che oggi per l’elettricità spendiamo meno di tricità spendiamo meno di prima, pur avendo nuovi macchinari che prima, pur avendo nuovi macchinari che consumano il doppio». Gian-
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DOSSIER turato annuo. «E non è solo una questione di risparmio sull’elettricità, aggiunge Ballario, quando la segretaria mi dice che è arrivato il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia». L’impianto ha una potenza di 300 kWp e cede a prezzo fisso al Gse l’energia non consumata. Il fotovoltaico era un pallino per i soci della Balfor già da qualche anno. «Alla fine abbiamo colto l’occasione della nuova sede. Per collocare al meglio l’impianto abbiamo anche modificato il progetto originale, passando da un tetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli occupano metà dei 5mila metri quadri di copertura». L’impianto è stato interamente finanziato con il credito, anche grazie a un contributo regionale che consentiva di abbattere gli interessi.
Design di una caldaia alimentata con pannelli FV
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bbiamo faticato un pochino a trovare la banca, anche se avevamo tre proposte tra cui scegliere – spiega ancora Ballario. D’altra parte, quando siamo partiti era il 2007, e di impianti come il nostro ce n’erano pochi in giro». Molto più semplice della banca, in rapporto, è stato individuare l’azienda cui affidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese della nostra zona che avessero una buona esperienza di impiantistica e abbiamo puntato su una che ha sede a 5 chilometri da noi. Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel prevedere i classici sei mesi di ritardo nell’allacciamento alla rete». Fiducia ed esperienza sono gli stessi criteri che – all’altro capo della Pianura Padana – hanno guidato i proprietari della Cmt, azienda di Colle Umberto (Treviso) con 15 dipendenti e circa 2 milioni di fatturato l’anno, specializzata nell’automazione industriale. «Ci siamo affidati a un’azienda di termoidraulica che è un nostro cliente e fornitore da tempo, e abbiamo dialogato molto sul progetto», racconta Massimo Tomasella, legale rappresentante della Cmt. L’impianto è entrato in servizio il 30 settembre scorso e ha una potenza di 100 kWp. È costato 390mila euro ed è stato integralmente finanziato. nche Tomasella ha sperimentato qualche difficoltà con le banche. «Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalle una storia positiva – spiega – ma è stato difficile far capire che questo investimento non è soggetto ai rischi di mercato. Una banca, in particolare, insisteva a trattarlo come un qualsiasi macchinario. Alla fine abbiamo otte94 Ecological Life Style 02
turato annuo. «E non è solo una questione di risparmio sull’elettricità, aggiunge Ballario, quando la segretaria mi dice che è arrivato il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia». L’impianto ha una potenza di 300 kWp e cede a prezzo fisso al Gse l’energia non consumata. Il fotovoltaico era un pallino per i soci della Balfor già da qualche anno. «Alla fine abbiamo colto l’occasione della nuova sede. Per collocare al meglio l’impianto abbiamo anche modificato il progetto originale, passando da un tetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli occupano metà dei 5mila metri quadri di copertura». L’impianto è stato interamente finanziato con il credito, anche grazie a un contributo regionale che consentiva di abbattere gli interessi. «Abbiamo faticato un pochino a trovare la banca, anche se alla fine avevamo tre proposte tra cui scegliere, spiega ancora Ballario. D’altra parte, quando siamo partiti era il 2007, e di impianti come il nostro ce n’erano pochi in giro». Molto più semplice della banca, in rapporto, è stato individuare l’azienda cui affidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese della nostra zona che avessero una buona esperienza di impiantistica e abbiamo puntato su una che ha sede a 5 chilometri da noi. Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel prevedere i classici sei mesi di ritardo nell’allacciamento alla rete». Fiducia ed esperienza sono gli stessi criteri che – all’altro capo della Pianura Padana – hanno guidato i proprietari della Cmt, azienda di Colle Umberto (Treviso) con 15 dipendenti e circa 2 milioni di fatturato l’anno, specializzata nell’automazione industriale. «Ci siamo affidati a un’azienda di termoidraulica che è un nostro cliente e fornitore da tempo, e abbiamo dialogato molto sul progetto», racconta Massimo Tomasella, legale rappresentante della Cmt. L’impianto è entrato in servizio il 30 settembre scorso e ha una potenza di 100 kWp. È costato 390mila euro ed è stato integralmente finanziato. Anche Tomasella ha sperimentato qualche difficoltà con le banche. «Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalle una storia positiva – spiega – ma è stato difficile far capire che questo investimento non è soggetto ai rischi di mercato. Una banca, in particolare, insisteva a trattarlo come un qualsiasi macchinario. Alla fine abbiamo ottenuto il prestito, ma fornendo garanzie pari a un terzo della somma». l’installatore ha curato tutte le pratiche, ma c’è stato qualche intoppo con l’allacciamento. «Ho dovuto fare io un sollecito all’Enel», ricorda Tomasella. In attesa di ricevere gli incentivi, la cosa di cui i titolari della Cmt sono più orgogliosi sono le coperture: «Ho preteso che tutte le garanzie sulla strumentazione fossero estese per i 20 anni del conto energia. In più ho voluto che l’assicurazione coprisse anche la mancata produzione di elettricità e ho fatto installare un sistema di monitoraggio interfacciato con i nostri server, che ci manda subito una notifica se qualcosa non va. Abbiamo speso un po’ di più, ma siamo più tranquilli». Molto più semplice della baaffidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese. «Abbiamo installato l’impianto fotovoltaico tre anni fa, quando abbiamo costruito il nuovo capannone. Il risultato è che oggi per l’elettricità spendiamo meno di prima, pur avendo nuovi macchinari che consumano il doppio».
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ianluca Ballario è uno dei soci della Balfor, azienda di Manta (Cuneo) che produce macchine per la lavorazione della legna da ardere, con 30 dipendenti e 4 milioni di fatturato annuo. «E non è solo una questione di risparmio sull’elettricità – aggiunge Ballario – quando la segretaria mi dice che è arrivato il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia sapere quando tutto diventa possibile.
«E non è solo una questione di risparmio sull’elettricità quando la segretaria mi dice che è arrivato il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia». L’impianto ha una potenza di 300 kWp e cede a prezzo fisso al Gse l’energia non consumata. Il fotovoltaico era un pallino per i soci della Balfor già da qualche anno. «Alla fine abbiamo colto l’occasione della nuova sede. Per collocare al meglio l’impianto abbiamo anche modificato il progetto originale, passando da un tetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli occupano metà dei 5mila metri quadri di copertura». L’impianto è stato interamente finanziato con il credito, anche grazie a un contributo regionale che consentiva di abbattere gli interessi. «Abbiamo faticato un pochino a trovare la banca, anche se alla fine avevamo tre proposte tra cui scegliere, spiega ancora Ballario. D’altra parte, quando siamo partiti era il 2007, e di impianti come il nostro ce n’erano pochi in giro». Molto più semplice della banca, in rapporto, è stato individuare l’azienda cui affidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese della nostra zona che avessero una buona esperienza di impiantistica e abbiamo puntato su una che ha sede a 5 chilometri da noi. Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel prevedere i classici sei mesi di ritardo nell’allacciamento alla rete». Fiducia ed esperienza sono gli stessi criteri che, all’altro capo della Pianura Padana, hanno guidato i proprietari della Cmt, azienda di Colle Umberto (Treviso) con 15 dipendenti e circa 2 milioni di fatturato l’anno, specializzata nell’automazione industriale. «Ci siamo affidati a un’azienda di termoidraulica che è un nostro cliente e fornitore da tempo, e abbiamo dialogato molto sul progetto», racconta Massimo Tomasella, legale rappresentante della Cmt. L’impianto è entrato in servizio il 30 settembre scorso e ha una potenza di 100 kWp. È costato 390mila euro ed è stato integralmente finanziato. Anche Tomasella ha sperimentato qualche difficoltà con le banche. «Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalle una storia positiva, spiega, ma è stato difficile far capire che questo investimento non è soggetto ai rischi di mercato. Una banca, in particolare, insisteva a trattarlo come un qualsiasi macchinario. Alla fine abbiamo ottenuto il prestito, ma fornendo garanzie pari a un terzo della somma».
Proporzione di ingombro della caldaia
IL RISPARMIO COMINCIA CON GLI INCENTIVI
Gli incentivi di questo tipo non richiedono, per funzionare, un’estrema precisione in fase di produzione; un allineamento non perfetto, infatti, causava grandi perdite di energia e conseguente In attesa di ricevere gli incentivi, la cosa di cui i titolari delinefficienza dei display. Successivamente, furono sviluppate con successo la Cmt sono più orgogliosi sono le coperture: «Ho pretesottili pellicole di materiale organico elettroluminescente, le cui piccole dimenso che tutte le garanzie sulla strumentazione fossero sioni permettevano l’alimentazione tramite tensioni più modeste. I primi modelli estese per i 20 anni del conto energia. di display utilizzanti questa tecnologia erano strutturalmente molto semplici: una In più ho voluto che l’assicurazione coprisse anche la pellicola di sostanza organica era posta tra due elettrodi (anodo e catodo): applicando mancata produzione di elettricità e ho fatto installare una tensione ai due elettrodi, il passaggio di corrente nello strato organico ne causava un sistema di monitoraggio interfacciato con i nostri l’emissione luminosa. Tuttavia, questo tipo di elettrodi non era molto pratico, in quanto server, che ci manda subito una notifica se qualcosa richiedevano, per funzionare, un’estrema precisione in fase di produzione; un allineanon va. Abbiamo speso un po’ di più, ma siamo più mento non perfetto, infatti, causava grandi perdite di energia e conseguente inefficienza tranquilli». Molto più semplice della baaffidare i ladei display. Benché la proprietà di elettroluminescenza posseduta da alcuni elementi vori. «Ci siamo orientati su imprese. organici sia conosciuta da lungo tempo, i primi tipi di display OLED non andarono mai «Abbiamo installato l’impianto fotovoltaico tre anni oltre lo stadio di prototipo. l’installatore ha curato tutte le pratiche, ma c’è stato fa, quando abbiamo costruito il nuovo capannone. qualche intoppo con l’allacciamento. «Ho dovuto fare io un sollecito all’Enel», Il risultato è che oggi per l’elettricità spendiamo meno ricorda Tomasella. In attesa di ricevere gli incentivi, la cosa di cui i titolari di prima, pur avendo nuovi macchinari che consumano della Cmt sono più orgogliosi sono le coperture: «Ho preteso che tutte le il doppio». Gianluca Ballario è uno dei soci della Balfor, garanzie sulla strumentazione fossero estese per i 20 anni del conto azienda di Manta (Cuneo) che produce macchine per la laenergia. In più ho voluto che l’assicurazione coprisse anche la vorazione della legna da ardere, con 30 dipendenti e 4 milioni po’ di più, ma siamo più tranquilli». Molto più semplice di fatturato annuo. «E non è solo una questione di risparmio della baaffidare i lavori. «Ci siamo orientati su sull’elettricità, aggiunge Ballario, quando la segretaria mi dice iquesto tipo d'mprese. che è arrivato il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia».
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DOSSIER
Sistema orizzontale delle arterie di surriscaldamento dell'acqua. La pompa a condensazione permette di ottenere circa 500 litri di acqua calda al giorno
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uando la condensazione è la transizione di fase dalla fase gassosa alla fase liquida di una sostanza. Tale trasformazione si può eseguire a temperatura costante, per compressione se la temperatura del gas è inferiore a quella critica, oppure per raffreddamento con una fonte esterna o per espansione adiabatica; in ogni caso l'operazione di condensazione è esotermica. L'operazione di condensazione viene largamente usata in tecnologia chimica per condensare sostanze ottenute allo stato di vapore, onde commerciarle o trattarle sotto forma liquida: ciò vale, per esempio per la benzina, che nei processi di distillazione è ottenuta sotto forma di vapore. Mentre un vapore puro condensa a temperatura costante, i vapori misti condensano in un intervallo di temperatura, separando prima i componenti meno volatili, quindi i più volatili, il che permette la separazione di composti o di frazioni (condensazione frazionata). Lo schema dell'impianto orizzontale con serpentine o pali energetici nel terreno che non sono delle vere applicazioni della geotermia, ma sfruttano piuttosto l'energia solare che riscalda il terreno in superficie fino a pochi metri di profondità. Le serpentine vengono installate ad una profondità di pochi metri e sono disposte orizzontalmente nel terreno secondo diverse forme. I pali energetici sono scambiatori di calore integrati verticalmente nelle strutture di fondazione di una costruzione e hanno una profondità tipica di pochi metri. Schema verticale con sonde geotermiche: le sonde geotermiche hanno una profondità tipica che va da 50 a 350 mt a seconda dell'utenza
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da servire. Nella perforazione viene introdotto un circuito in cui circola un fluido termovettore che serve da scambiatore di calore. In un sottosuolo roccioso, le sonde geotermiche sono spesso il modo migliore per sfruttare l'energia geotermica. I sistemi a pozzi di captazione e di reimmissione, invece, sfruttano l'acqua di falda come sorgente di energia termica e come fluido termovettore. L'acqua viene prelevata da un pozzo, ed il calore viene utilizzato mediante una pompa; successivamente l'acqua viene riconvogliata nel terreno tramite un pozzetto di drenaggio. Le perforazioni per sistemi ad acqua di falda sono normalmente più costosi, anche se meno profondi di quelli di una sonda geotermica (30 metri). La condizione più importante è quella della presenza di un flusso d'acqua sufficiente.
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a Funzione raffreddamento è realizzata tramite "raffreddamento passivo" (free cooling), tramite "raffreddamento attivo" (inversione del circuito frigorifero) o tramite entrambi i sistemi attuati in sequenza. Quando l'unità è utilizzata in impianti radianti, per evitare la formazione di condensa, è possibile installare un sensore di umidità in ambiente. Il sistema di regolazione permette la gestione di tutto l'impianto con la possibilità di scegliere diverse soluzioni, sia per l'impianto di riscaldamento e raffreddamento, sia per la gestione dell'acqua calda sanitaria, che per le varie arterie di riscaldamento domestico e non solo.
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Ecological Life Style
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Attiva nel fotovoltaico già dal 2001, Gemmi si è affermata come primaria azienda grazie alla vendita di moduli fotovoltaici e inverter delle migliori marche, migliaia di impianti fotovoltaici e una rete tecnico-commerciale capillare Gemmi organizza corsi di formazione per operatori ed è in prima linea nella promozione del solare.
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Una delle maggiori aziende integrate del settore energetico, va oltre le scelte tradizionali concentrandosi su nuove energie pulite, in primis quella solare fotovoltaica. Un impegno preciso nel contribuire alla salvaguardia e al rispetto ambientale. Con più di 30 anni di esperienza ed una presenza in più di 160 Paesi.
02/10/2010
incentivi d'oro: le scadenze di allaccio si spostano al 2011
Non più il 31 dicembre 2010, bensì il 30 giugno 2011. Slitta la data entro la quale dovranno entrare in esercizio gli impianti fotovoltaici per poter continuare a godere dell'attuale conto energia. La novità in un emendamento al d.l. Energia approvato al Senato che rende più morbido il passaggio tra i due regimi incentivanti mettendo al riparo dai ritardi nelle procedure di allacciamento. Non più il 31 dicembre 2010, bensì il 30 giugno 2011. Slitta la data entro la quale dovranno entrare in esercizio gli impianti fotovoltaici per poter continuare a godere delle tariffe incentivanti del secondo conto energia, quello attualmente in vigore e che lo sarà fino a fine anno.
Mariano Santinumi
18/10/2010
solarexpo in fiera a verona
A poco meno di un mese dall'inizio l'undicesima edizione di Solarexpo, mostra e convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita che si terra' alla Fiera di Verona dal 5 al 7 maggio 2010, ha gia' fatto registrare il tutto esaurito. Sono infatti 1250 gli espositori presenti, tra diretti e indiretti, con 500 aziende estere (40%) provenienti da 43 paesi. Elevato anche il numero di visitatori qualificati attesi, che si stima possano essere 70 mila e potranno visitare l'esposizione che si articola in dieci padiglioni per oltre 100 mila metri quadri. Solarexpo si afferma cosi' come uno tra gli eventi leader della classifica mondiale delle fiere internazionali del settore solare e del mondo rinnovabile. "Anche quest'anno abbiamo registrato il tutto esaurito e abbiamo dovuto chiudere in anticipo le iscrizioni a Solarexpo - commenta Sara Quotti Tubi, direttore di Solarexpo .
Angelo Poeri
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Avere un impianto con IBC significa Performance senza eguali, alta efficienza con un considerevole risparmio di spazio, produzione superiore alla media, tecnologia innovativa e stabilità nel tempo con tecnologie sempre di ultima generazione. Energia approvato al Senato che rende più morbido il passaggio tra i due regimi incentivanti mettendo al riparo dai ritardi nelle procedure di allacciamento.
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Con la nostra offerta integrata Oelmaier potete rendere la Vostra casa totalmente efficiente. Termocamino ad acqua collegato con il vostro impianto termico + Solare Termico da 150 a 300LT + Climatizzazione centralizzata + Fotovoltaico da 3 a 6 kwp, e se vorrete eliminare completamente il Gas dalla vostra casa potete acquistare una cucina a induzione "Franke". Il vostro risparmio puo' arrivare fino a 2.500 euro l'anno con un rientro dell'investimento a 5 anni, con possibilita' di finanziamento. Regione Marche e dall'Emilia Romagna, Legambiente ha risposto in maniera decisa, adducendo a sostengo delle proprie convinzioni l'importanza.
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Con i moduli fotovoltaici a film sottile Inventux. I moduli fotovoltaici della Serie-X-Micromorph sono realizzati in uno strato di silicio amorfo e microcristallino. Questa struttura tandem micromorfo assorbe un ampio spettro di luci e facilita un uso molto efficace di energia solare - anche attraverso una vasta gamma di condizioni climatiche. Grazie alla sua superficie ideale di 1,43 metri quadri (15,39 piedi quadrati) e il suo design frameless (vetro-vetro), i moduli di-X-Series. L'intervento è coerente con le linee di sviluppo di Haiti identificate dalla comunità internazionale e dal Governo Haitiano.
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30/09/2010
18/10/2010
Legambiente si schiera a favore del fotovoltaico. Alle luce delle numerose discussioni sul possibile impatto degli impianti sull'agricoltura e sulle fonti rinnovabili, l'associazione ha approvato una mozione che sostiene il solare in Italia. Alle perplessità sollevate da Coldiretti, che qualche giorno fa ha ribadito la necessità di valutare il potenziale impatto ambientale degli impianti sull'agricoltura, dubbio sollevato anche dalla Regione Marche e dall'Emilia Romagna, Legambiente ha risposto in maniera decisa, adducendo a sostengo delle proprie convinzioni l'importanza del solare fotovoltaico come modello energetico in Italia e nel mondo. Puntare sul fotovoltaico rappresenterebbe dunque una scelta strategica, da indirizzare in primo luogo sui tetti delle abitazioni, intraprendendo la strada della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, e poi nelle aree degradate, tra cui cave e terreni da bonificare.
Mercoledì 10 Ottobre 2010 alle ore 15,30 presso il Ministero degli Affari Esteri (Roma, Piazzale Farnesina 1, Sala Aldo Moro) alla presenza del ministro Franco Frattini, che apre i lavori, e dell'Ambasciatrice di Haiti a Roma, Géri Benoît, l'Acri presenta un progetto di solidarietà per la popolazione di Haiti. Si tratta di un insieme di iniziative, realizzate in loco da tre Ong, Fondazione AVSI, Fondazione Rava NPH Italia Onlus, Oxfam Italia, e raccolte sotto il titolo "CRESCERE INSIEME, NUTRIRSI BENE. Partnership con le Fondazioni di origine bancaria per la lotta alla malnutrizione in Haiti". L'obiettivo è produrre benefici sia sul fronte della cura dei bambini malnutriti sia su quello di un piano di educazione alimentare di ampia portata. L'intervento è coerente con le linee di sviluppo di Haiti identificate dalla comunità internazionale e dal Governo Haitiano.
legambiente: fotovoltaico, una scelta strategica
crescere insime nutrirsi bene
Alfonso Scanu
Francesca Mancuso
La nostra azienda si occupa da anni della gestione di impianti autonomi di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria e della gestione di impianti condominiali centralizzati di riscaldamento e climatizzazione. Eseguiamo inoltre la manutenzione e realizzazione di impianti di ultima generazione a energia solare e fotovoltaica. Fiera di Verona dal 5 al 7 maggio 2010, ha gia' fatto registrare il tutto esaurito. Sono infatti 1250 gli espositori presenti, tra diretti e indiretti, con 500 aziende estere (40%) provenienti da 43 paesi. L'obiettivo è produrre benefici sia sul fronte della cura dei bambini malnutriti sia su quello di un piano di educazione alimentare di ampia portata.
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20/12/2010 18/10/2010 nuovi edifici,
solarexpo: slitta il termine per il fotovoltaico Nuovi edifici, il termine per il fotovoltaico. in fiera a slitta verona
”Milleproroghe proroga i termini per l’ inA poco meno di 2010 un mese dall'inizio l'undicesima stallazione impianti mostra fotovoltaici per la produedizione di di Solarexpo, e convegno interzione di energia elettrica da fonti erinnovabili nei nazionale su energie rinnovabili generazione nuovi edifici. Il 28 2010 è entrata in vigore distribuita che si febbraio terra' alla Fiera di Verona dal 5 la Legge n. 252010, del 26 2010, di conversione al 7 maggio hafebbraio gia' fatto registrare il tutto del Decreto Legge n.1250 194 del 30 dicembre 2009, esaurito. Sono infatti gli espositori presenti, recante proroga dei termini disposiziotra diretti e indiretti, con 500previsti aziendeda estere (40%) ni legislative, provenienti dacosiddetto 43 paesi. Milleproroghe Elevato anche 2010. il numero Travisitatori le disposizioni contenute nel si testo coordinato di qualificati attesi, che stima possano del DL 194 / 2009e all’ articolovisitare 8, comma 4 bis, vieessere 70 mila potranno l'esposizione ne confermata proroga al 1° per gennaio enche si articola inladieci padiglioni oltre2011 100 mila tro la quadri. quale i regolamenti comunali devono metri Solarexpo si edilizi afferma cosi' come uno vincolare il rilascio permesso costruire,delle per tra gli eventi leader del della classificadimondiale gli edifici di nuova costruzione, all’ installazione di fiere internazionali del settore solare e del mondo impianti fotovoltaici per la produzione energia rinnovabile. "Anche quest'anno abbiamodiregistraelettrica fonti rinnovabili, modo chiudere tale da gato il tuttoda esaurito e abbiamoindovuto in rantire una produzione energetica non inferiore a anticipo le iscrizioni a Solarexpo - commenta Sara 1 kW per ciascuna unità abitativa. -. Quotti Tubi, direttore di Solarexpo
Matteo Gherardi
Mariano Santinumi
Il nostro obiettivo è e rimane la costruzione di case, che soddisfino perfettamente le vostre esigenze e le vostre idee, con un occhio di riguardo al futuro, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche per quanto riguarda la vostra famiglia. Per noi è importante poter dare forma a una casa che soddisfi le massime esigenze ecologiche, che sia all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e che sia flessibile nelle possibilità di ampliamento. La novità in un emendamento al d.l. Energia approvato al Senato che rende più morbido il passaggio tra i due regimi incentivanti mettendo al riparo dai ritardi nelle procedure di allacciamento.
Con i moduli fotovoltaici Resa a film sottile Inventux i moduli fotovoltaici sono realizzati in uno strato di silicio amorfo e microcristallino. Questa struttura tandem micromorfo assorbe un ampio spettro di luci e facilita un uso molto efficace di energia solare, anche attraverso una vasta gamma di condizioni climatiche. Grazie alla sua superficie ideale di 1,43 metri quadri (15,39 piedi quadrati) e il suo design frameless (vetro-vetro).
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