Gatto Bianco Gatto Blu

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SCOPRI IL TUO LIBRO

La sezione “Leggere in tutti i sensi” è a cura di Teresa Porcella Direzione editoriale Tullia Colombo

ATTO BLU G L I

TRA LE PAGINE CERCA...

I segreti del testo Laboratori per scoprire come sono costruite le storie e non solo...

Coordinamento di redazione Carlotta Ferrari Lelli Realizzazione editoriale: Team Giunti Scuola Daniela Fabbri (caporedattore), Teresa Porcella (capoprogetti), Leonardo Di Bugno e Cinzia Chiari (direzione artistica), Federico Gerace, Maria Grazia Iarlori, Rossano Palazzeschi, Sara Pratesi (redazione), Claudia Hendel, Elisabetta Marchetti (ricerca iconografica) Copertina Raffaele Anello (disegno di Benedetta Giaufret, Enrica Rusinà) Impaginazione Studio Boschi Disegni Laura Crema, Benedetta Giaufret, Enrica Rusinà Referenze fotografiche Archivio Giunti, Firenze; Sie/Sime/Masterfile, Roma; Grazia Neri, Milano; Alamy/Granataimages.com, Milano; Franca Speranza/ Peter Arnold, Milano; Corbis/Contrasto, Milano; Scala, Firenze; NPL/Contrasto, Milano; Getty Images/Laura Ronchi, Milano; Marka, Roma; Humberto Serra, Roma

Io scrittore

Per la foto di Bruno Tognolini di pag. 130: si ringrazia Daniela Zedda Per le foto di pag.146-147: si ringrazia la Riserva Naturale del Lago di Vico

Pagine per imparare a scrivere in tanti modi diversi.

L’ idea in piu-

Questo corso è • rispondente alle indicazioni del Progetto Polite per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze • rispondente alle indicazioni del Ministero dell’Interno per diffondere la cultura della Protezione Civile e della Sicurezza nella scuola. Per esigenze didattiche ed editoriali alcuni brani sono stati ridotti e/o adattati. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa, con qualsiasi mezzo, compresa stampa, copia fotostatica, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’editore. L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Cinque copie del presente volume sono state inviate sia al Ministero della Pubblica Istruzione sia all’Assessorato della Pubblica Istruzione della Regione Autonoma Siciliana.

Idee, giochi, proposte per trasformare il libro in un luogo d’incontro...

IL GATTO www.giuntiscuola.it

© 2006 Giunti Scuola S.r.l. - Firenze Prima edizione: marzo 2006

Leggere in tutti i sensi Pagine speciali con letture, giochi e proposte per divertirsi con i libri, per conoscersi meglio e stare bene insieme.

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Ristampa

Anno

10 9 8 7 6 5 4 3

2013 2012 2011

Stampato presso Giunti Industrie Grafiche S.p.A. Stabilimento di Prato


INDICE PAGINE PER INCONTRARSI 6 8 10 12

AMICO LIBRO Scopri come è fatto il tuo libro AMICHE LETTURE In vacanza dai nonni, R. Grazzani AMICHE LETTURE Un tuffo nel libro, A. Ferrara AMICHE LETTURE Il braccialetto dei desideri, B. Masini, E. Bussolati

UNITÀ 1 • TESTI NARRATIVI 14 MILLE STORIE 16 Una strana malattia, V. Marcati 17 Abuk, S. Sei

LEGGI E SCOPRI: IL RACCONTO REALISTICO 18 20 22 23 24 26 28 29 30 32 33

Che figura!, A. Nanetti Al mercato del Cairo, G. Maag Tempo d’intervallo, A. Lavatelli I SEGRETI DELLE PAROLE LE ESPRESSIONI FIGURATE Torna presto, Lulù, J. Flot Una nonna… dolcissima, S. Tamaro Continuo a volerti bene, T. Lenain Un tornado a quattro zampe, S. Och Ciao amigo, B. Tognolini Aspettando la sorellina, L. Tumiati IO SCRITTORE Laboratorio

CHE COSA TI RICORDI? IL RACCONTO REALISTICO

LEGGI E SCOPRI: IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO 34 36 37 38 40 41

La bicicletta, R. Dahl Rossella, S. Gandolfi Nel cuore della notte, J. Gaarder Il mio maestro, G. Pontremoli Quando avevo la tua età, D. Maraini IO SCRITTORE Laboratorio

IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

LEGGI E SCOPRI: IL DIARIO PERSONALE 42 43 44 46 47

Voglio tenere un diario, A. Petrosino Io sarò diversa, S. Bordiglioni, M. Badocco Una giornata incredibile, A. Nanetti Un giocatore abilissimo, A. Petrosino IO SCRITTORE Laboratorio

IL DIARIO PERSONALE

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INDICE LEGGI E SCOPRI: IL RACCONTO FANTASTICO 48 50 52 53 54 56 58 59 60 61

Vento tra i Capelli, T. di Carpegna Falconieri Esmeralda e il gatto, S. Seddon I SEGRETI DELLE PAROLE PAROLE “NASCOSTE” IN ALTRE PAROLE La piccola vampira, A. Sommer Bodenburg Un fantasma per amico, C. Sefton Forniture per fiabe, M. Argilli Il paese degli uomini di burro, G. Rodari Le lacrime di Iside, M. Monge Il volo di Icaro, M. Barbieri IO SCRITTORE Laboratorio

IL RACCONTO FANTASTICO

LEGGI E SCOPRI: IL RACCONTO UMORISTICO 62 63 64 66 67

IL RACCONTO UMORISTICO

Primo Rebaldo, M. Argilli Campeggio all’estero, M.A. Murail Il ragno no!, M. Farré Strani animali, S. Benni IO SCRITTORE Laboratorio

LEGGI E SCOPRI: I RACCONTI DI PAURA E DEL MISTERO 68 69 70 72 73

I RACCONTI DI PAURA E DEL MISTERO

Piccola e pallida, B. Solinas Donghi La marionetta, G. Moncomble La casa degli spettri, R. Bradbury L’Ora delle Ombre, R. Dahl IO SCRITTORE Laboratorio

LEGGERE IN TUTTI I SENSI

74 76 78 79 82

Intervista all’autore, B. Munari Un libro, tante mani, T. Porcella E adesso… si fa teatro! Il vaso da notte d’oro del re, S. Ruiz Mignone Perché hai paura?, D. Grossmann

MILLE LIBRI... MILLE GUSTI! ANIMIAMO LA LETTURA LINGUAGGI A CONFRONTO: TEATRO LINGUAGGI A CONFRONTO: TEATRO PAROLE PER PENSARCI PERCORSO SOCIO-AFFETTIVO

UNITÀ 2 • TESTI DESCRITTIVI 84 RITRATTI A PAROLE 86 Il pappagallo e l’albero, J. Marin Coles, L. Marin Ross

LEGGI E SCOPRI: DESCRIZIONI DI PERSONE 87 88 89 90 91 92 93

Carolina, P. Suskind Due parole su Peter, I. McEwan Partenza per la gita, F. Daddi Una donna speciale, A. Cimatoribus I SEGRETI DELLE PAROLE SINONIMI E CONTRARI Quel tipo mi piaceva, S. Gandolfi IO SCRITTORE Laboratorio

CHE COSA TI RICORDI? LA DESCRIZIONE DI PERSONE

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INDICE LEGGI E SCOPRI: DESCRIZIONI DI ANIMALI 94 95 96 98 99

LA DESCRIZIONE DI ANIMALI

Sorprese nel giardino, M. Ottino, S. Conte Sadee, cane da campo, M. de Bel Il gatto, G. Ruck-Pauquet Lulù, K. Blixen, La gazzella di Grant, A. Minelli IO SCRITTORE Laboratorio

LEGGI E SCOPRI: DESCRIZIONI DI AMBIENTI E PAESAGGI 100 101 102 103 104 105

Dopo la pioggia, Z. Valdés La casa dei colori, R. Piumini Il Castello di Dracula, R. Swindels Il risveglio di Tom, M. Twain Il quartiere dei forestieri, AA.VV. IO SCRITTORE Laboratorio

LA DESCRIZIONE ANIMALI LA DIDESCRIZIONE

DI AMBIENTI E PAESAGGI

LEGGERE IN TUTTI I SENSI

106 108 110

I libri e le copertine Un luogo meraviglioso Mi vergogno!, J. Clarke

MILLE LIBRI... MILLE GUSTI! LINGUAGGI A CONFRONTO: DAL DIPINTO AL TESTO PAROLE PER PENSARCI PERCORSO SOCIO-AFFETTIVO

UNITÀ 3 • TESTI POETICI 112 IL GIOCO DELLE PAROLE 114 Ofelia, G. Pontremoli

CHE COSA TI RICORDI?

LEGGI E SCOPRI: FILASTROCCHE E NONSENSE 115 116 117 118 119

Filastrocca della rima, A. Mari Il cavallo del bambino, La Peppina, L. Gandini, D. Berton Filastrocca delle onde, B. Tognolini, La pigrizia andò al mercato, R. Zanoni Quanto è languida l’anguilla, Le pulci, La tartaruga, T. Scialoja IO SCRITTORE Laboratorio

LEGGI E SCOPRI: LA POESIA 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129

FILASTROCCHE E NONSENSE

POESIE

La conchiglia, Alceo, Piove sul mare, C. Pavese Notte di luna, J. von Eichendorff Tempaccio, E. Merriam I SEGRETI DELLE PAROLE PAROLE DAI SUONI Amorgioco, V. Facchini L’acquario, M. Faustinelli Ballerina, C. Govoni, Il vento, B. Pasternak Cielo notturno, K. No Hitomaro, Il temporale, P. Neruda Vorrei, M. Argilli, Amicizia, L. Cernuda IO SCRITTORE Laboratorio

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INDICE LEGGERE IN TUTTI I SENSI

130 132 133

Pensieri d’autore, B. Tognolini La canzone poesia: Castagna-rap Un rap… di classe

MILLE LIBRI... MILLE GUSTI! ANIMIAMO LA LETTURA LINGUAGGI A CONFRONTO: PAROLE E MUSICA

UNITÀ 4 • TESTI INFORMATIVI 134 PER CONOSCERE 136 Il calcio, R. Guerrini

CHE COSA TI RICORDI?

LEGGI E SCOPRI: I TESTI INFORMATIVI 137 138 140 142 143 144 146 148 149 150 151

Disegni magici Una pianta preziosa, M.C. Bettazzi Santuari e oracoli nell’antica Grecia, G. Caselli Che cos’è Internet? I SEGRETI DELLE PAROLE LE PAROLE DELL’INFORMATICA Gli animali, ottimi medici, G. Magrini Nel cratere di un antico vulcano, AA.VV. Predatori con le foglie Bicicletta, che passione!, C. Calvi, F. Colombo, R. Turri Estate insieme IO SCRITTORE Laboratorio Il sole, I. Asimov

TESTI INFORMATIVI

-

DEPLIANT E MANIFESTI

LEGGERE IN TUTTI I SENSI

152 154 156

Libri per tutti... Siamo “divulgattivi” Culture... a tavola!, M. Montanari

MILLE LIBRI... MILLE GUSTI! ANIMIAMO LA LETTURA PAROLE PER PENSARCI PERCORSO SOCIO-AFFETTIVO

UNITÀ 5 • TESTI REGOLATIVI 158 QUANTE REGOLE! 160 A ritmo di Limbo, M. C. Bettazzi

LEGGI E SCOPRI: I TESTI REGOLATIVI 161 162 164 166 167 168

Un’antica ricetta, D. Albertini, A. Fasoli Costruire un foglio di papiro! In treno, F. Lazzarato Per parcheggiare IO SCRITTORE Laboratorio Arrivederci!!!

CHE COSA TI RICORDI? TESTI REGOLATIVI

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SCRITTURA

16 Per ricordare: Gli elementi del racconto 17 Per ricordare: La struttura del racconto Il racconto realistico 19 Il protagonista e i personaggi del racconto 21 Il narratore 25 Il tempo del racconto 26 Le sequenze 31 Le descrizioni nella narrazione Il racconto autobiografico 35 L’autore e la narrazione 37 Il tempo – Lo stile Il diario personale 42 Lo scopo e il contenuto del testo 45 Lo stile della scrittura ll racconto fantastico 49 I personaggi e i luoghi 58 Il tempo del racconto l racconti di paura e del mistero 68 I personaggi 69 La “colonna sonora” 71 Il luogo, il tempo, l’atmosfera

33 41 47 61 67 73 93 99 105 119 129 151 167

114 Per ricordare: Il verso, la strofa, la rima Filastrocche e nonsense 115 Lo schema delle rime 116 Il ritmo 118 Le allitterazioni o i suoni ripetuti Poesie 122 Le parole-rumore 124 La consonanza e l’assonanza 125 Il calligramma 126 La similitudine 127 La metafora

TESTI INFORMATIVI

86 Per ricordare: I dati sensoriali Descrizioni di persone 87 L’ordine della descrizione 89 Aggettivi e paragoni 90 I dati oggettivi e i dati soggettivi Descrizioni di animali 94 Descrizione e narrazione 95 I dati statici e i dati dinamici 98 Descrizione soggettiva e descrizione oggettiva Descrizioni di ambienti e paesaggi 101 L’ordine della descrizione e gli indicatori spaziali 104 Descrizione e informazione

136 137 141 145 147 149 150

Per ricordare: Lo scopo del testo - Il titolo Le sequenze informative Il linguaggio e le parole-chiave Informazioni principali e secondarie Le informazioni dal testo e dalle immagini I manifesti I dépliant

TESTI REGOLATIVI

TESTI DESCRITTIVI

ANALISI TESTUALE

TESTI POETICI

TESTI NARRATIVI

PERCORSO DIDATTICO

160 161 163 166

Per ricordare: Lo scopo del testo e il linguaggio Il tempo dei verbi L’ordine delle fasi Il testo e le immagini

Racconto realistico Autobiografia Diario personale Racconto fantastico Racconto umoristico Racconto del mistero Descrizione di un personaggio Descrizione di animali Descrizione di ambiente o luogo Filastrocche e nonsense Similitudini e metafore Testo informativo Testo regolativo

LESSICO 23 52 91 123 143

Le espressioni figurate Parole “nascoste” in altre parole Sinonimi e contrari Parole dai suoni Le parole dell’informatica

PERCORSO DI EDUCAZIONE VISIVA 20, 24, 31, 38, 50, 60, 65, 70, 92, 96, 114, 121, 127, 141

ARGOMENTI DELLE LETTURE Amicizia e affetti: 12, 17, 18, 22, 24, 36 Scuola e insegnanti: 18, 24, 38, 43, 92 Ambiente e natura: 100, 103, 146, 148 Animali: 29, 50, 66, 82, 86, 94, 95, 96, 98, 144 Letture e libri: 10, 40, 74, 76, 130 Multicultura: 20, 30, 46, 94, 156 Paure e preoccupazioni: 68, 69, 70, 72, 82, 102, 110 Sogni e desideri: 12, 34, 43, 128 Sport e giochi: 46, 76, 136, 149, 160 Personaggi strani: 48, 50, 53, 54, 56, 58, 62, 66, 79, 93 Vacanze e viaggi: 8, 26, 44, 63, 164 Famiglia: 16, 26, 28, 32, 37, 64, 90 Miti: 59, 60 Storie di bambini: 42, 87, 88, 89 Tempo passato: 137, 138, 140, 161, 162 Informatica: 142 Case e città: 101, 104, 166

egato

in volume all -

E TEMPO DI... STAGIONI letture, poesie, giochi, laboratori espressivi -

E TE MP O D I ... S CR I VE R E percorso di scrittura

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A

O MIC

L IB RO

SC OPRI

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FATTO il TUO LIBRO

TORNA INDIETRO, CHIUDI IL LIBRO E GUARDA... LA COPERTINA! TI PIACE?

c Il TITOLO a che cosa ti fa pensare? ..........................................................................................................................................................................................

• A fine anno torna qui e chiediti: il titolo del mio libro è azzeccato? Se pensi che sia i l titolo giusto, bene! Sennò scegline u n altro tra quelli che ti diamo qui sotto. Oppure... inventalo tu! GAT

U

GATTO

TTO T A G , O I

. . .. .. . . . . .. .. .. . . .

TI DI

.. . .. . . .. . .

.. . .. . . . . . . . . . . . . . . . .. . .. .. . . . . . . .. .. .. . .. .. .. . . .. . . .. . . . . . . . . . . . ..

c Ora, osserva bene l’ILLUSTRAZIONE:

BIBL

IOTE

TANTO VA LA GATTA AL LIBRO...

CA

. . . .. . ... .. .. . . ... .

ci sono due personaggi:

Li ritroverai nelle pagine del libro. Saranno i tuoi “amici di lettura”.

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AMI CO

LIB

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c Adesso sfoglia le pagine del libro e soffermati sulle illustrazioni e le fotografie.

...... iaciuto i l disegno di pag. ......... Mi è p

A pag. ........... c e ’è u na foto ch e secondo m

............................ .................. . . . . . . . . . . olto èm

c Nel tuo libro troverai molte storie. Leggi qualche titolo: quale ti incuriosisce di più? . . . . .. . . . . .. . . . ...

... ..... .

. .. .. ...... . . . . . . . . . ......... . ...... . ... .....

. .... .. .. .. . . . . . .

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.. . ...

. .. ...

c Vuoi scoprire che cosa contiene il tuo libro? Ecco qui: leggo e scopro

re Legge i t in tut i s i sen

Pagine per scoprire i segreti di vari tipi di testi: narrativi, descrittivi, poetici, informativi, regolativi, con letture e laboratori che ti aiuteranno a crescere come lettore e come scrittore.

Pagine per esplorare l’affascinante mondo dei libri e dei linguaggi artistici, con letture da condividere con i compagni e le compagne.

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Ora segui le nostre tracce... È il momento di iniziare!

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AMICHE LETTURE

In vacanza dai nonni È mattino, ma fa già molto caldo. Il vento che agita il mare è vento di scirocco, viene dall’Africa. Dopo una fresca e lunghissima doccia, siamo seduti sotto il portico a fare colazione. Sulla tavola rustica c’è la ricotta calda, il latte e il caffè, i fichi neri dell’orto, la marmellata di pesche. Beviamo il caffelatte, mangiamo la ricotta calda con il pane croccante che ha fatto la nonna nel forno. Poi mangiamo qualche fico e assaggiamo i frutti del gelso. Arriva il nonno. – Come stanno questi bambini spagnoli? – dice, guardandoci con affetto. Si china su di noi e cerca di stritolarci un po’ nelle sue braccia. Ha addosso un buon profumo di pipa e di mare.

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URE AMICHE LETT

– Dove sei stato nonno? – Gli chiede Sara. – Sono stato a dire al mare di non fare scherzi. “Mare, gli ho detto, se continui a non essere buono noi ce ne andiamo a fare passeggiate in campagna”. Sara protesta. – Ma io voglio andare al mare. Non voglio andare in giro con la macchina. – Anche noi… – dice Elisa più timida. – Possiamo fare come ieri – propone Paolo. – Ricostruire la diga e fare un bagno piccolo piccolo… – Un bagno piccolo piccolo? – fa il nonno – andiamo allora. Prendete tutto. Vi aspetta un bagno piccolo piccolo.

RE A L R PA

Roberta Grazzani, Nonno Tano, Piemme, Il Battello a Vapore, 1992

◗ Racconta alle compagne e ai compagni una giornata della tua estate che ricordi con piacere. • Dove eri? • Chi c’era con te? • Che cosa avete fatto?

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AMICHE LETTURE

Un tuffo nel libro... Io mi tengo compagnia così. Leggendo. Mi piace. Mi regalano molti libri. Altri me li regalo da solo. Ogni libro mi sorprende, spalancandosi come uno scrigno. Mi piace cominciare un libro, è come affondare le labbra nella schiuma del cappuccino. Mi tuffo nel libro-cappuccino senza salvagente. Sfoglio pagine di città di fichi, di banditi, di carrozze, di navi, campanili. Mi chiamo Miguel, ho dieci anni. Sono nato sordo, ma un pochino ci sento. Non è una cosa grave. L’orecchio di un lettore è spesso disturbato da voci, rumori che non c’entrano nulla col suono di un libro. Le orecchie non funzionano granché, ma gli occhi vanno bene. Per fortuna le parole si possono sentire con le orecchie ma anche leggere con gli occhi.

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URE AMICHE LETT

LETTU RE DEL L’ ESTATE

... e nelle storie Mi viene anche da scriverle, le storie. Nella testa se ne accumulano tante, con tutti i personaggi che si parlano tra loro. Non stanno zitti un attimo, chiedono tutti di uscire. I personaggi scivolano dentro i racconti, senza che lo faccia apposta. Mi dicono che parole usare, quali frasi scegliere. Le storie si raccontano da sole. A volte smetto di scrivere per andare in bagno. Anche fare la pipì è come un racconto. Quando è tanto che la tieni, diventa un racconto lungo. E anche le api, e le nuvole, il pelo dei gatti e l’odore dei biscotti, sono racconti. Basta ascoltarli e raccontarli. Anche in dispensa ci trovo le storie. Basta aprire. Una pentola, una casseruola, un colapasta, un colabrodo, una padella, un paiolo, un tegame, una teglia ti vogliono dire gli sfrigolii dell’olio, il borbottio dell’acqua della pasta che bolle, l’odore del caffè alla mattina. Antonio Ferrara, I suoni che non ho mai sentito, Fatatrac

◗ Quali letture hai fatto durante l’estate? C’è un libro che ti è piaciuto in modo particolare e vorresti consigliare agli amici? • Dedicate, nei primi giorni di scuola, alcuni momenti al confronto delle vostre esperienze di lettori; ognuno parli agli altri dei libri letti, dei protagonisti che ha incontrato nelle sue letture. • Completate per ogni libro una scheda come questa. Autore e titolo

La bambina della sesta luna

Protagonisti Lo consiglia…

Michela

Perché… In particolare può piacere a…

Giovanni

• Con le vostre schede realizzate il “cartellone dei libri dell’estate”, che potrà essere aggiornato, stagione per stagione, durante l’anno scolastico. Sarà l’occasione per raccogliere e dare consigli di buone letture!

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AMICHE LETTURE

Il braccialetto dei desideri C’era una bambina che aveva un desiderio gigantesco: avere un’amica del cuore. Aveva appena cambiato casa e così aveva perso gli amici di prima. A scuola aveva compagni e compagne e giocava con loro nell’intervallo, ma nessuno di loro era un vero amico, anzi, una vera amica, di quelle a cui racconti i segreti e dici tutto ciò che ti passa per la testa e riveli anche qual è il bambino che ti piace più di tutti. E questa era una cosa che le mancava tanto. Un giorno la sua mamma tornò a casa dal lavoro e le disse: – Ho preso una sorpresa per te. – E tirò fuori dalla borsa un cordino tutto colorato e intrecciato, che sembrava un arcobaleno fatto di filo.

– È un braccialetto dei desideri – le disse. – Adesso te lo metto e tu intanto esprimi un desiderio. Non te lo devi togliere mai, finché non si rompe da solo. E quando si rompe, il tuo desiderio diventerà realtà. Bello, no? Però vale solo se il tuo desiderio non lo dici a nessuno. – Va bene – disse la bambina. E mentre la mamma le legava il braccialetto al polso con tre nodi stretti e tagliava via le cocche, si concentrò più che poteva sul suo desiderio.

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URE AMICHE LETT

Un giorno ai giardini... Un giorno la bambina era ai giardini, la sua mamma era seduta su una panchina a leggere il giornale e lei andò a lavarsi le mani alla fontanella, e già che c’era bagnò bene anche il braccialetto, così magari si consumava un po’. In quel momento arrivò una bambina sconosciuta che teneva in mano una bottiglietta di plastica ed era chiaro che voleva riempirla d’acqua. Mentre aspettava il suo turno disse alla bambina col braccialetto: – Bello, il tuo braccialetto. Non ne ho mai visti di così carini. Sembra un piccolo arcobaleno. Era proprio quello che pensava anche la bambina col braccialetto, che disse alla bambina con la bottiglia: – Grazie, sei gentile. Non ti ho mai vista qui. Sei nuova? – No, è che quando vengo a trovare la nonna lei mi porta in questo giardino – disse la bambina con la bottiglia. – Mi chiamo Marta. – Io Luce – disse la bambina col braccialetto. – Ho appena cambiato casa. Vuoi giocare con me? Luce e Marta giocarono insieme tutto il pomeriggio, e anche quello dopo e quello dopo ancora. Così nel giro di dieci giorni diventarono vere amiche. Ed era cominciato tutto grazie al braccialetto dei desideri.

LA POSTA I N CLASSE ◗ È bello ritrovare gli amici e riprendere i contatti dopo la pausa estiva. Ci sono tante cose da raccontare, tante esperienze nuove di cui parlare… Ecco un’idea per comunicare con i compagni e magari… confidare qualche piccolo segreto in tutta riservatezza: • Ognu no di voi pre para u na grossa b usta con i l proprio nome e la decora a suo piacere: è la sua “cassetta postale”! • Incollate le buste su un grande cartellone come questo.

B. Masini, E. Bussolati, Il castello della buonanotte, Einaudi Ragazzi

• Ogni giorno ognu no potrà imb ucare lettere nelle “cassette” dei compagni e controllare nella propria la corrispondenza ricevuta.

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MILLE STORIE IN CUCINA CON LE STORIE Sei un divoratore di storie o il tuo appetito ha bisogno di essere stuzzicato? Guarda cosa bolle in pentola…

TESTI NARRATIVI

Questo piatto l’hai già assaggiato! Ne ricordi gli ingredienti?

c Colora l’etichetta dei barattoli che contengono gli ingredienti utili a “cucinare” un testo narrativo.

TEMPO

RIMA PERSONAGGI LUOGO STROFA

SVOLGIMENTO

VERSO INTRODUZIONE CONCLUSIONE

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CHE COSA SCOPRIRAI Nelle prossime pagine potrai “gustare” tante varianti del nostro piatto.

c Imparerai a conoscere quali sono gli ingredienti e... come si cucinano:

NTI RACCO ICI T REALIS

ONTI RACC TICI AS FANT

DIARI

IE

OGRAF

I AUTOB ONTI RACC STICI RI UMO

NTI RACCO E DEL RA DI PAU ERO MIST

c Scoprirai che nei testi narrativi possiamo riconoscere caratteristiche diverse a seconda della storia che viene narrata e dello scopo per cui l’autore scrive.

c Imparerai a scrivere tu stesso testi narrativi di diverso genere.

E INOLTRE... LEGGERE IN TUTTI I SENSI M I L L E L I B R I . . . M I L L E G U S T I : pagine per scoprire nuovi autori e nuove idee per giocare coi libri.

A N I M I A M O L A L E T T U R A: testi da amare e... animare, con la voce e con le mani. L I N G U A G G I A C O N F R O N T O : un copione teatrale per ridere e recitare insieme.

c Hai scelto gli ingredienti giusti? Confrontati con i compagni e le compagne e spiegate insieme i motivi delle vostre scelte.

P A R O L E P E R P E N S A R C I : una lettura per riflettere, discutere e scoprire quali sono le tue paure.

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? I D R RICO

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tivi a r r a n test i

Una strana malattia Patrizia aveva caricato la sveglia in modo da essere in piedi prima dei genitori. Sapeva che suo papà quella mattina sarebbe rimasto a casa. S’intrufolò nella camera dei genitori e si preparò a recitare la commedia. – Non mi sento niente bene – esordì. – Che succede? – chiese la voce sonnacchiosa della mamma. – Non ho dormito – continuò Patrizia e in questo non mentiva. – Vieni qui piccola – la invitò il papà. – Cosa ti senti? – Non saprei. Mal di testa… nausea… caldo… mal di pancia… – Penso che la mia bambina sia malata – diagnosticò il papà. – Ma dai… – iniziò a contraddirlo la mamma. – So quello che dico – la bloccò lui. – Tu vai pure al lavoro, che a Patrizia ci penso io. Patrizia aveva raggiunto il suo scopo e sarebbe rimasta sola con suo papà. – Dimmi la verità – si sentì dire mentre faceva colazione. – Quale verità? – Ho avuto la tua età anch’io e so riconoscere la scenetta della “notte in bianco, mal di pancia, mal di testa”… – Perché non hai detto niente? – si stupì Patrizia. – Ero curioso. Non è da te fare la commedia per evitare la scuola, devi avere un motivo serio. È successo qualcosa? Patrizia era fiera del suo papà. – Avevo bisogno di parlare con te. – Ti ascolto. E così fece. Non la interruppe mai e non la contraddisse. Rimase immobile ad ascoltarla per tutto il tempo che fu necessario. Viviana Marcati, Un camion d’idee, La Scuola

GLI ELEMENTI DEL RACCONTO Il racconto narra avvenimenti in cui agiscono dei personaggi; i fatti narrati si svolgono nel tempo e sono ambientati

c Leggi il testo e fai attenzione alle parole evidenziate. Inserisci poi nei riquadri giusti a fianco del testo le seguenti parole: • tempo • luogo • personaggi c Rispondi. Chi sono i personaggi del racconto? ................................................... .....................................................................................................................

in un luogo.

Dove si svolgono i fatti? ...................................................................... Quando? ....................................................................................................

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test i n a rrat ivi

Abuk

TI RI Che cosa CORD I?

Abuk viveva su una piccola isola in mezzo all’oceano. Tutte le sere il ragazzo si sedeva sulla spiaggia, guardava il mare e cercava di immaginare che cosa ci fosse oltre la sua isola. Aveva voglia di viaggiare per conoscere altre terre e fantasticava su altri popoli, altri mondi, altri mari. Abuk andava spesso a pescare in barca con il padre, ma pescare non gli piaceva: lui amava i pesci e soffriva quando li vedeva abboccare all’amo. Così, di nascosto dal padre, spesso restituiva loro la libertà ributtandoli in acqua. Ma al ritorno dalla pesca, quando padre e figlio disponevano sulla spiaggia i pesci pescati da vendere, le loro ceste erano sempre mezze vuote, mentre quelle degli altri pescatori erano colme. Ormai tutti al villaggio avevano capito qual era il motivo. – Non dovresti portarlo a pescare… – dicevano alcuni al padre. – Se vai avanti così rimarrai sempre povero – dicevano altri. I ragazzi prendevano in giro Abuk e lo chiamavano “buttapesci”. Solo una ragazzina lo capiva: era Marli. Anche Marli amava i pesci e passava lunghe ore a osservarli. Uniti dallo stesso amore per i silenziosi abitanti del mare Abuk e Marli diventarono amici. Sandra Sei, Abuk il ragazzo che liberava i pesci, Paravia

LA STRUTTURA DEL RACCONTO c Il racconto è stato diviso in tre parti. Attribuisci a ciascuna il nome giusto colorando la barra secondo le indicazioni. svolgimento

conclusione

inizio

c Che cosa si narra in ciascuna delle tre parti del racconto? Fai i giusti collegamenti. INIZIO SVOLGIMENTO CONCLUSIONE

si narrano i fatti che accadono si conclude la vicenda

Nel racconto possiamo individuare tre parti fondamentali:

si presenta il personaggio principale, la situazione di partenza

l’inizio, lo svolgimento e la conclusione.

c Riassumi il contenuto di ciascuna parte del racconto.

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leggi e scopri IL RACCONTO REALISTICO Il racconto realistico narra avvenimenti realmente accaduti o che possono accadere.

Che figura! Il primo giorno di scuola non lo dimenticherò mai. Sono volute venire ad accompagnarmi, oltre alla mamma, zia Tilde e la nonna. Papà gliel’aveva detto “Gli fate fare la figura dello scemo!”, ma loro niente: – Andiamo a vedere che ambiente è. Quando siamo arrivati davanti all’aula c’era una specie di rivoluzione: il bidello si affacciava ogni tanto sulla soglia a gridare minacce e dentro i ragazzi facevano baldoria. La mamma non si decideva a lasciarmi la mano. Eravamo ormai sulla soglia dell’aula e i miei compagni hanno visto questa scena: io davanti, attaccato alla mamma, e dietro le facce di zia Tilde e della nonna che osservavano incuriosite. Poi la mamma mi ha passato la cartella e mi ha detto: – Ciao Adalberto, auguri – e si è chinata a darmi un bacio. Io avevo già capito che quella non era una situazione da baci; vada per la mamma, ma il tragico è stato che anche zia Tilde e la nonna si sono chinate a baciarmi e a farmi le loro raccomandazioni. Allora si è alzato dalla classe una specie di ululato: – Uhuuuuu!!!!! Zia Tilde è scattata come una molla: – Che maleducati!!! – ma io mi sono sentito tremare le ginocchia per la vergogna. Possibile che non capiscano che non sono più nell’incubatrice? Sono entrato rosso come un pomodoro e Gigi mi ha salvato. – Ehi, Adalberto! Vieni qui, ti ho tenuto il posto. Poi si è girato verso gli altri e li ha avvertiti: – Adalberto è un mio amico. L’ha detto bene, come può dirlo un capo, e gli altri sono stati zitti. Angela Nanetti, Le memorie di Adalberto, Edizioni EL

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testi na rrat i v i

I segreti del testo

LABORATORIO

IL PROTAGONISTA E I PERSONAGGI DEL RACCONTO OSSERVA E RISPONDI

c Nel racconto il protagonista, cioè il personaggio principale, è: .................................................................

c Di lui viene presentato: ■ l’aspetto fisico. ■ il carattere e il comportamento.

c Secondo te, Gigi che tipo è? Scegli con una ✗ uno o più aggettivi che ti sembrano adatti a lui. ■ Indipendente ■ Pauroso ■ Timido ■ Riservato ■ Spavaldo ■ Allegro

I seg r eti del le p a ro l e

c Nel racconto compare due volte la parola soglia. Leggi le frasi in cui è inserita e prova a spiegare il suo significato. Poi controlla sul dizionario.

ORA PROVA TU

c Elenca gli altri personaggi e per ciascuno scrivi un aggettivo che ti sembra adatto. ............................................................................

COMPRENDERE

............................................................................ ............................................................................ ............................................................................

c c

◗ Da chi viene accompagnato a scuola Adalberto? ◗ Perché il papà è contrario? ◗ Perché a un certo punto i ragazzi fanno un’esclamazione in coro? ◗ Che cosa fa Gigi per “salvare” Adalberto?

In un racconto sono presentati diversi personaggi. Il protagonista è il personaggio principale.

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IL RACCONTO REALISTICO

Al mercato del Cairo

c Sembrava quasi che il merlo sapesse parlare sul serio...

È lì, al mercato del Cairo, che ho visto la mia nuova amica. Se ne stava vicino alle gabbie, dove giocava con un merlo indiano. Lo teneva sul dito mentre gli parlava, e lui le rispondeva. Sembrava quasi che il merlo sapesse parlare sul serio. La bambina era alta come me, aveva la carnagione scura, gli occhi scuri e i capelli neri ricci ricci che formavano tanti gruppi di boccoli. Quando rideva, i denti brillavano bianchi come il riso più bianco del mercato. Indossava un lungo vestito azzurro e un paio di sandali aperti. Tutto a un tratto il merlo indiano spiccò un salto in aria e volò verso di me. Prima che io potessi fare qualcosa, mi si posò sulla testa! Io rimasi lì impalata, immobile. Non mi era mai successo di avere un merlo indiano sulla testa. Sentivo le sue zampe che mi facevano il solletico al cuoio capelluto. Era molto leggero. La bambina mi guardava e rideva, mostrando di nuovo i suoi denti perfetti. Anche la mia mamma rideva e forse anche alcune delle persone attorno a noi. Non osavo muovermi e mi chiedevo cosa dovessi fare. Però veniva da ridere anche a me... – Non avere paura – disse la bambina rivolgendosi a me in italiano. – Non ti farà male. Si avvicinò e alzò il dito verso il merlo dicendo qualcosa in arabo. Allora l’uccello saltò sul suo dito e poi le si arrampicò sul braccio fino a raggiungere la spalla dove iniziò a fischiare una melodia. – Idir! – disse la bambina al merlo con aria seria. – Non devi spaventare le persone! Poi rivolta a me disse: – Mi dispiace. Idir è giovane e gli piace fare scherzi.

Il testo e l’i mma gine ◗ Ogni racconto ha delle parti che si prestano bene a essere illustrate. Leggi la didascalia e cercala nel testo. Osserva l’illustrazione, ti sembra una buona scelta? Tu quale parte del racconto avresti illustrato?

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testi na rrat i v i

O

R IO

I segreti del testo LABO RA

T

– Non importa – risposi. – Non ho avuto paura. IL NARRATORE – Sei italiana, vero? OSSERVA E RISPONDI – Sì – dissi. – Tu sei egiziana? c In questo racconto chi nar– Sì, però ho imparato l’italiano a scuola. – Poi, tutto d’un colra i fatti è: po, si mise a ridere. – Mi sono dimenticata di dirti che il mio ■ un personaggio del racconto. nome è Sade. – Lo pronunciava Sciadè. Detto da lei quel no■ un narratore esterno. me aveva un suono dolce e bello. c Il racconto è scritto: – Io mi chiamo Federica. Questa è mia madre. ■ in prima persona singolare. – Volete che vi faccia vedere il mercato? Conosco ogni ango■ in terza persona singolare. lo e so quello che interessa ai turisti, perché ne vengono tanti a visitare il nostro suk, che in arabo vuol dire mercato. – Volentieri – disse la mamma. ORA PROVA TU Così abbiamo visitato tutta la piazza, Sade con il merlo sulc Riscrivi sul quaderno la parte la spalla, la mamma e io. iniziale del racconto (fino a “Era La mamma ha comprato dei regali da portare in Italia. Primolto leggero”) narrando i fatti come narratore esterno. Usa la terma di lasciare il mercato abbiamo bevuto un bicchiere di za persona. Inizia così: tè. Qui in Egitto te lo vendono dappertutto. Il tè è caldo È lì, al mercato del Cairo, che Federie molto dolce e sa di menta, perché qui mettono foglie ca ha visto la sua nuova amica... di menta fresca assieme al tè. Buonissimo! Georg Maag, Federica e la magia dell’antico Egitto, Piccoli

c c

COMPRENDERE ◗ Quali caratteristiche dell’aspetto fisico di Sade e del suo comportamento colpiscono Federica?

In un racconto i fatti possono essere narrati in prima persona da uno dei personaggi o in terza persona da un narratore esterno.

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IL RACCONTO REALISTICO

I s eg ret i del le p ar o l e c Rileggi le frasi nel testo e scegli la definizione giusta. Non vedo l’ora: ■ non leggo l’orologio. ■ sono impaziente. La spunto: ■ riesco a ottenere ciò che voglio. ■ tiro delle spinte. Sta in un cantuccio: ■ sta da sola, in un angolo. ■ sta al buio nascosta. È in gamba: ■ è ferma in piedi. ■ è brava, intelligente.

COMPRENDERE Alle due bambine del racconto non piace l’intervallo per motivi diversi. Completa sul quaderno: ◗ Alla protagonista l’intervallo non piace perché... ◗ Alla Franci non piace perché... ◗ Che cosa fa allora la protagonista?

SCRIVERE ◗ E a te cosa piace fare durante l’intervallo? Racconta.

Tempo d’intervallo L’intervallo è una vera noia per me, non vedo l’ora che finisca. I maschi si mettono subito a fare la lotta, oppure giocano a calcio appallottolando un pezzo di carta. E, di solito, non vogliono che noi femmine gli andiamo tra i piedi. Io qualche volta però la spunto, perché di me i maschi hanno paura. Do certe pedate negli stinchi, io! Ma non posso giocare sempre con loro, se no poi la maestra dice che sono troppo scatenata. Le femmine invece stanno a farsi scherzi sciocchi o a criticare questa e quella. Figuriamoci che bel divertimento! L’unica un po’ diversa è la Franci. Peccato che sia tanto timida: parla poco, sta sempre in un cantuccio, come se avesse paura di qualcosa. Per questo nessuno sa quanto è in gamba, quanto può essere simpatica e divertente, proprio una grande amica. Anche alla Franci non piace l’intervallo, ma per un altro motivo: lei non sopporta la confusione. Io lo so e cerco sempre di distrarla. – Ehi, Franci – dico – ce l’hai la merenda? – No! – Ne vuoi un po’ della mia? Senza aspettare la risposta, le offro metà del mio panino e intanto esco con lei nel cortile, tenendole un braccio sulla spalla. Anna Lavatelli, Paola non è matta, Piemme, Il Battello a Vapore, 1994

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I SE G RE TI DEL L E

PA R OLE

Le espressioni figurate Le espressioni figurate sono modi di dire che utilizzano immagini per trasmetterci dei significati. Spesso le usiamo perché ci aiutano a comunicare con più efficacia. Leggi e cerca di capire il significato delle espressioni evidenziate.

Giulio e Luca sono nella loro cameretta e si divertono un mondo a fare la lotta con i cuscini. Quando è l’ora della merenda la mamma li va a chiamare. Appena apre la porta della stanza esclama seccata: – Ma che cosa succede? Questa camera è un campo di battaglia! C’è da mettersi le mani nei capelli! Prima che la mamma aggiunga altro Luca promette: – Non preoccuparti mamma, sarà tutto a posto in un baleno!

Collega ciascuna espressione al suo significato. divertirsi un mondo

immediatamente, in pochissimo tempo

mettersi le mani nei capelli

un gran disordine

in un baleno

essere disperati

un campo di battaglia

divertirsi moltissimo

Ti è capitato di sentire le seguenti espressioni? Prova a spiegare il loro significato e scrivi con ciascuna un piccolo testo. C’ entra come i cavoli a merenda

Sono a pezzi

c

c

c c c

L’ hanno preso con le mani nel sacco

Piove a catinelle

È rimasto di sasso

Conosci altre espressioni figurate? Scrivi sul quaderno delle frasi che le contengono.

c

c

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c


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IL RACCONTO REALISTICO

Torna presto, Lulù La scuola della maestra Serafina si chiama «Il melo verde» e funziona a meraviglia. C’è un’unica classe con solo dieci scolari, sei maschi, e cioè Silvano, Berto, Chicco, Toto, Luigino e Matteo, e quattro femmine, che sono Marta, Beatrice, Matilde e Lulù. Un giorno, Lulù non va a scuola. Sembra che non stia per niente bene, che sia molto stanca. Passano due mesi, ma Lulù non si vede. La sua mamma è venuta a parlare con la maestra e ha detto che Lulù è molto malata e che la stanno curando all’ospedale, in città. I bambini e la maestra Serafina sono molto tristi. Passano le settimane e passano i mesi. Una mattina, il postino porta una lettera della mamma di Lulù. Lulù è guarita. Potrebbe anche tornare a scuola, il dottore è d’accordo, però... Però cosa? Lulù ha perso tutti i capelli, i suoi bei capelli ricci. E così Lulù non vuole tornare a scuola, perché si vergogna. Allora la maestra Serafina prende una decisione: – Ora scriviamo a Lulù e le diciamo di tornare subito a scuola! I bambini, tutti insieme, scrivono una lettera.

c Un lunedì mattina Lulù torna a scuola, un po’ intimidita e un po’ pallida.

“Cara Lulù, adesso sei guarita e noi ti aspettiamo. A noi non importa niente che tu non abbia più i capelli. E poi i capelli ricrescono, e saranno ancora più belli! Ti stiamo preparando una sorpresa per farti festa quando tornerai. Torna, Lulù, ormai sei guarita. Ti mandiamo tanti baci”. Un lunedì mattina Lulù torna a scuola, un po’ intimidita e un po’ pallida. In testa porta un cappellino. Poi viene il momento delle sorprese! Ogni bambino porge a Lulù il regalo che le ha preparato: Silvano le dona una barchetta

Il testo e l’i mma gine ◗ Osserva le illustrazioni. Sotto una di esse puoi leggere la parte di testo a cui si riferisce: sottolineala in rosso nel brano. Poi cerca tu la frase che illustra la seconda immagine e sottolineala in blu.

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testi na rrat i v i

R IO

I segreti del testo

O

di sughero, Marta una collana di perline colorate... E Berto? Dov’è Berto? Berto non c’è, nessuno l’ha visto. Tutti si mettono a chiamarlo: – Berto! Berto! Allora la porta dell’armadio si apre piano piano ed esce Berto, con la testa rapata e liscia come un uovo. Tutti i bambini esclamano insieme: – Berto! Perché ti sei tagliato tutti i capelli? E Berto risponde: – È la mia sorpresa! Ieri sono andato con la mamma dal barbiere e mi sono fatto pelare la testa, così adesso siamo uguali, io e Lulù. Adesso possiamo fare a gara per vedere a chi crescono prima i capelli! Lulù ascolta, poi fa un piccolo sorriso e alla fine scoppia a ridere. Si toglie il cappello e va a sedersi al suo posto.

LABO RA

T

IL TEMPO DEL RACCONTO OSSERVA E RISPONDI

c I fatti narrati avvengono in un tempo: ■ determinato, preciso. ■ indeterminato, non ben definito.

c Si svolgono in: ■ un giorno. ■ alcuni mesi. ■ pochi giorni.

Jeannette Flot, in AA. VV., Penne, matite e astucci, Storie di scuola, Einaudi

ORA PROVA TU

c Cerchia nel testo gli indi-

COMPRENDERE

c

◗ Come si sentono i bambini alla notizia che Lulù è malata? ◗ Perché Lulù, quando è guarita, non vuole tornare a scuola? ◗ Che cosa fanno i compagni per convincerla a tornare a scuola? ◗ Come la accolgono quando ritorna in classe? ◗ Che cosa pensi del “regalo” di Berto?

catori temporali, cioè le parole che indicano quando avvengono i fatti narrati, la loro successione o contemporaneità, la loro durata.

c

SCRIVERE ◗ Immagina di essere Lulù e racconta il rientro a scuola, in prima persona, dal suo punto di vista: l’incontro con i compagni, la loro accoglienza, le emozioni…

Il tempo in cui si svolgono i fatti narrati in un racconto può essere determinato (ieri, oggi, stamattina…) o indeterminato (un giorno, tanto tempo fa…).

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IL RACCONTO REALISTICO

BO LA

RA

I segreti del testo T ORIO

Una nonna... dolcissima

LE SEQUENZE OSSERVA E RISPONDI

c Riordina i titoli delle parti, o sequenze, in cui si può dividere il racconto, numerandoli da 1 a 5.

Michele, come tutte le estati, trascorre il mese di agosto dalla nonna, perché sua madre Angelica deve lavorare…

c

La nonna viveva sola in una casetta vicino ai boschi ed era sempre molto felice dell’arrivo di Michele e della mamma: ■ L’arrivo e i saluti fin dal mattino, con il grembiule addosso, cominciava ad ■ L’attesa della nonna aspettarli sulla porta. ■ Un’abbondante merenda Quando la macchina svoltò sull’ultima curva della strada ■ La partenza della mamma bianca, Michele si sporse dal finestrino e sventolando un ■ La discussione tra la mambraccio cominciò a salutare la nonna; appena fermi, scema e la nonna se di corsa per abbracciarla. c Individua ed evidenzia nel te– Tesoro! – esclamò la nonna baciandolo sulle guance. sto con colori diversi le cinque – Come sei diventato grande! Vieni dentro, che ho apsequenze. pena fatto una crostata con i lamponi! ORA PROVA TU – Mamma! – gridò Angelica che stava scaricando la c Riassumi il testo raccontando brevaligia. – Quante volte te lo devo dire che il bambino vemente il contenuto delle diverse seè a dieta?! quenze. Segui la traccia. – Oddio, è malato?! – esclamò la nonna diventando Come tutte le estati, anche quell’anno all’improvviso triste. la nonna… – No mamma, sta benissimo. È soltanto grasso coAppena arrivato, Michele… e lei gli me un tacchino prima di Natale. propose di… – Ma no, Angelica, ti sbagli, è solo un po’ robusto... La mamma disse che Michele… e poi la torta che ho fatto non è proprio una vera Ma la nonna… torta, una torta vera e propria, è... è... è fatta quaQuando la mamma fu ripartita, la nonna… si tutta di frutta... c’è solo un pizzichino di farina, un nonnulla di zucchero, sciocchezze, bazzecole e poi, In un racconto possiamo individuapoi lo sai, anche tu da bambina eri così, i bambini re diverse unità narrative, chiamate devono nutrirsi bene... devono crescere... sequenze.

c

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testi na rrat i v i

o’ Un ppanna di te s o r o ?

Ad ogni parola che diceva la nonna, Michele vicino alle sue gambe annuiva soddisfatto con la testa. La mamma invece non sembrava per niente contenta di quello che diceva la nonna. – Mamma – esclamò con un tono di voce un po’ esagerato – per prima cosa io non sono mai stata grassa, e per seconda Michele ha già mangiato tanto che potrebbe vivere benissimo cinque anni senza mettere nient’altro in bocca, è chiaro? – Detto questo la mamma salì nervosamente sull’automobile, e sbatté la porta. Poi fece una brusca retromarcia e la sua macchina sparì in una nuvola di polvere. Rimasti soli la nonna disse a Michele: – Facciamo presto, che deve essere ancora tiepida... In cucina tagliò una bella fetta di torta e gliela mise sul piatto: – Un po’ di panna sopra, tesoro? – Oh no, nonna – rispose Michele con già il primo pezzo in bocca – non posso! – Hai mal di fegato? – No, nonna, ma la panna... – Ma è così secca, amore mio, con un po’ di panna diventerebbe più morbida... davvero non la vuoi? – Be’, sì, nonna, ma solo un cucchiaino, per assaggiare... Mangiarono tre fette di torta a testa; poi, giacché era il tramonto e cominciava a fare un po’ fresco, la nonna preparò una cioccolata calda.

F i lo U diretto ED CAZIONE ALIMENTARE con... Chi ha ragione secondo te in fatto di cibo? La nonna o la mamma di Michele? Gli alimenti che contengono grassi e zuccheri vanno consumati con moderazione! Fai una ricerca insieme ai compagni per individuare gli alimenti ricchi di grassi e zuccheri.

Susanna Tamaro, Cuore di ciccia, Mondadori

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IL RACCONTO REALISTICO

Continuo a volerti bene I genitori di Paola sono separati e vivono in case diverse…

I segreti del testo

Il babbo ha suonato il clacson in strada. Gli ho fatto segno dalla finestra. Succede ancora, a lui e alla mamma, di non riuscire a trovarsi l’uno di fronte all’altra senza innervosirsi. I loro vecchi litigi risalgono in superficie. Mi dico che, no, non potevano proprio più vivere insieme. Ma ora potrebbero anche fare uno sforzo. Altrimenti, a che cosa serve essere separati? È solo per smettere di gridare tutti i giorni? Non è anche per cercare di capirsi anche solo un poco? Bisognerebbe che facessero uno sforzo. Almeno per me. Non è possibile? Mi sono messa il cappotto e ho preso la borsa. Ho baciato la mamma. Ho messo la mano sulla maniglia della porta. Ma non sono uscita. Avrei dovuto abbassare la maniglia, aprire la porta e uscire. Ma avevo voglia di chiedere qualche cosa alla mamma. Non sapevo bene che cosa e non trovavo le parole. Ho detto: – Mamma, che cosa fai quando io non sono qui? La mamma mi ha sorriso come se la mia fosse una domanda infantile. – Continuo a vivere, tesoro! Lavoro, incontro gente, leggo... Si è interrotta. Io la guardavo con gli occhi umidi e lei si è interrotta. Mi ha stretto dolcemente contro il suo petto e mi ha accarezzato la fronte. Mi ha cullata. Il babbo ha suonato di nuovo il clacson. La mamma mi ha baciato delicatamente sui capelli e ha mormorato: – Quando non sei qui, continuo a volerti bene, Paola.

c Il racconto è narrato: ■ in prima persona da uno dei personaggi. ■ in terza persona da un personaggio esterno.

Thierry Lenain, L’amore riccio, Larus

COMPRENDERE Paola pensa che le separazioni fra genitori possano essere utili. ◗ Per quale scopo? ◗ Che cosa vorrebbe dai suoi genitori?

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Un tornado a quattro zampe La famiglia Neumann ha appena adottato il cane Balaban… Tornati a casa dal canile, papà si è fermato con l’auto al cancello d’ingresso e ci ha fatti scendere tutti. – Non vorrei che Balaban avesse paura del garage – ha detto premuroso e preoccupato. La mamma ha aperto la porta di casa e ha detto con voce solenne: – Bene, cagnolino caro, questa è la tua nuova casa. Ma non ce l’ha fatta nemmeno a finire di pronunciare la parola CASA, che il cagnolino caro si è tramutato all’istante in una saetta che si è fiondata per la casa lasciando dietro come una pista infuocata. Tutti gli oggetti che si trovavano più o meno all’altezza della sua coda sono stati spazzati via. La pesante fruttiera tunisina è finita in cocci per terra in men che non si dica, in mezzo ai frantumi di alcune cornici. Diversi CD sono schizzati come pallottole attraverso il soggiorno. Noi siamo rimasti come pietrificati. Intanto sentivamo dal piano di sopra i tonfi sordi di vari mobiletti rovesciati nonché di altre cose, come per esempio la torre di Lego che avevo costruito con tanta fatica. Poi c’è stato qualche secondo di silenzio, rotto a un certo punto dallo scatto della fessura della cassetta della posta alla porta di casa. Era il postino, e di sicuro anche Balaban aveva sentito quello scatto. Infatti, in un balzo, è piombato giù dalle scale con una tempestività tale da riuscire ad acchiappare la posta che in quel momento stava cadendo sul pavimento. In quattro e quattr’otto buste e lettere sono state fatte a brandelli. Dopodiché Balaban si è accasciato sfinito sul pavimento. Sheila Och, Un nonno a quattro zampe, Giunti

SCRIVERE ◗ Come immagini Balaban? ◗ È un cane piccolo, di media o di grossa taglia? ◗ Come ha il pelo, il muso? ◗ Descrivilo in modo particolareggiato e poi confronta la tua descrizione con quella dei compagni.

I segreti del testo c Sottolinea nel testo gli indicatori spaziali, cioè le parole che indicano in quale luogo si svolgono i fatti. c I fatti narrati in questo racconto: ■ sono realmente accaduti o potrebbero accadere. ■ sono frutto della fantasia.

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IL RACCONTO REALISTICO

Ciao amigo

c … al sole luccicavano parecchie meraviglie: specchietti, collane...

Un giorno, in una spiaggia in pieno agosto, una bambina di nome Pamela vide un vero Gigante passare. E lo sentì parlare. Pamela stava sotto l’ombrellone, a far polpette e budini di sabbia per la merenda della mamma e della zia, quando lui arrivò e si fermò lì, proprio davanti a lei. Lei sollevò la testa piano piano, dal basso all’ombra verso l’alto al sole: prima vide due piedi neri grandi e calmi come due cani seduti; sopra di quelli cominciava un bel vestito, che saliva nel cielo con tutti i colori del mondo; più su ancora due lunghe braccia imbandierate; e più su ancora, proprio in cima contro il sole, una testa con sette cappelli uno sull’altro. – Ciao amigo, comprare? – disse il Gigante, poggiando sulla sabbia un teatrino. Era una specie di vassoio messo in piedi, tutto diviso a ripianini e scaffaletti, dove al sole luccicavano parecchie meraviglie: specchietti collane e ventagli, occhiali cerchietti e pendagli, portachiavi cassette orologi tatuaggi e orecchini. – Sì grazie! – disse Pamela, indicando non sapeva bene cosa. – No grazie, – disse la mamma sorridendo. Poi tutto il mondo si fermò per un minuto. Il Gigante stava chino e non parlava, le mani cariche di veli colorati; la mamma stava seduta e non guardava, con gli occhi sprofondati nel giornale; la zia si era bloccata col dito nella crema, e nella faccia abbronzata un’aria scema. E il vento si accucciò da qualche parte, le onde camminarono gattoni, il cielo tirò un lunghissimo sbadiglio.

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testi na rrat i v i

R IO

I segreti del testo

O

Solo Pamela poteva muovere la testa, e infatti la girava sbalordita tra la mamma e il Gigante, pensando: “Mamma, perché non guardi? Non vedi come è elegante?”. Sette mantelli, uno sopra l’altro, colorati a disegni di mare; sette cappelli uno sopra l’altro, come se fosse un re di sette regni; sette veli che pendevano da un braccio, settanta collane dall’altro, settecento perline di vetro infilate con fili di vento. Poi di colpo finì quel momento: il Gigante Elegante si alzò con un soffio di stoffe, svettando la testa altissima più su dell’ombrellone; sorrise, disse di nuovo “Ciao amigo”, raccolse il suo teatrino e se ne andò. Pamela lo guardò allontanarsi, grande e bello come una nave imbandierata. Bruno Tognolini, Sentieri di conchiglie, Fatatrac

LABO RA

T

LE DESCRIZIONI NELLA NARRAZIONE

Il testo e l’i mma gine

OSSERVA E SCOPRI

c Evidenzia nel testo, con tre colori diversi, le parti che descrivono: • il gigante; • il teatrino che il gigante poggia in terra; • il comportamento della mamma e della zia.

◗ Anche le immagini arricchiscono la narrazione. Che altro si è immaginato l’illustratore per descrivere il “gigante”? Tu avresti aggiunto o tolto qualcosa?

COMPRENDERE

c c

◗ Chi è il Gigante Elegante che Pamela vede sulla spiaggia? ◗ Perché a Pamela sembra un gigante? ◗ Secondo te, quali sensazioni suscita in Pamela la vista di questo personaggio? ■ Paura ■ Ammirazione ■ Meraviglia ■ Indifferenza

Nel racconto le descrizioni arricchiscono la narrazione, aiutandoci a immaginare meglio le situazioni e i personaggi.

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IL RACCONTO REALISTICO

Aspettando la sorellina Sono solo, a casa, con il mio cagnone Bogi e mio fratello Luigino. Il babbo e la mamma sono andati all’aeroporto, a prendere la nostra sorella adottiva. È piccola, non ha ancora quattro anni. Viene dall’Oriente. Ci saremmo andati volentieri anche noi, all’aeroporto, ma il viaggio costa troppo. Nessuno sa quanto sia lunga una notte senza il babbo e la mamma e con quest’ansia dentro. Cerco di pensare alla bambina che sta per venire qui con noi. Giro per le stanze mentre lei è su un grande aereo, e galleggia sul cielo del mondo. Vola da noi. E non sa che noi l’aspettiamo col batticuore. Siamo alla finestra aspettando che arrivino. – Sarà simpatica? – chiedo inutilmente a Luigino. – Luigino, tu che cosa le dirai per prima cosa? – E lui zitto. – A quattro anni le bambine dove mi arrivano? Qui, o qui? – chiedo, indicando la pancia o il petto. Luigino mi sbircia solo di sfuggita. – Se seguiti a parlare continuamente, povera bambina, chissà che accoglienza le farai. Di lontano ho visto un’auto come la nostra svoltare nella nostra strada. – Eccoli, sono loro! Bogi per la contentezza ha fatto la pipì sul pavimento. Cara piccola Huè, sei entrata in casa nostra con un visino spaurito. Quando ti ho visto ho gridato “ciao” e ti ho preso fra le mie braccia. Tu mi hai guardato con i tuoi occhietti furbi, hai sorriso e mi hai detto: “Bogi”... Nelle fotografie che ti avevamo mandato avevamo scritto i nostri nomi... e tu hai fatto il tuo primo pasticcio. Lucia Tumiati, Cara, piccola Huè, Juvenilia

COMPRENDERE ◗ Quali parole scegli per descrivere lo stato d’animo del bambino che aspetta l’arrivo della sorellina? ■ Gioia ■ Rabbia ■ Impazienza ■ Curiosità ■ Paura ■ Agitazione ■ ………….............…. ◗ Come avviene l’incontro tra il bambino e la sorellina? ◗ Huè ha fatto un piccolo pasticcio coi nomi. Quale? Perché?

F i lo diretto EDUCAZIONE alla C ITTADINANZA con... Che cosa significa sorella adottiva? Sai che esiste anche l’adozione a distanza? Con l’adozione a distanza è possibile aiutare a crescere un bambino lasciandolo vivere nel suo ambiente e nella sua famiglia d’origine. Raccogli informazioni, con l’aiuto dell’insegnante, su questo tipo di adozione.

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I i Vuo e iver u n r c s tu e h anc CONTO RAC IST ICO? L REA

R IT T O R E C S O Per scrivere un racconto realistico: 1 Per prima cosa scegli i personaggi che vuoi far comparire nel tuo racconto e individua tra di essi il protagonista. Puoi cercare fra questi o inventarne altri a tuo piacere.

2 Individua il luogo e il tempo in cui si svolgono i fatti. Ricorda che devi scegliere:

UN LUOGO REALE

UN TEMPO Una mattina di primavera...

Una sera, dopo cena...

3 Scrivi brevemente sul quaderno di che cosa narra il racconto nelle sue tre parti.

Inizio

Domenica scorsa...

Svolgimento

Conclusione

4 Decidi se narrare in prima persona o in terza persona:

...

Un giorno sono andato

mò il cane...

hia La bambina c

5 Inoltre arricchisci il tuo testo con...

i

miei la v o r i

Descrizioni e dialoghi tra i personaggi.

Utilizza gli indicatori temporali adatti: • un giorno • all’improvviso • mentre • subito dopo…

Collega le frasi con le congiunzioni appropriate: • poiché • quindi • sebbene • ma...

Rifletti sul tuo lavoro e indica se per te è stato facile, abbastanza impegnativo, molto impegnativo.

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leggi e scopri IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO L’autobiografia è un testo nel quale l’autore racconta la propria vita: narra episodi importanti, ricordi, emozioni, sentimenti.

La bicicletta Ricordo molto poco dei due anni in cui frequentai la Scuola della Cattedrale di Llandoff, tra i sette e i nove anni, ma un episodio è rimasto impresso nella mia memoria. Non durò che cinque secondi, ma non lo dimenticherò mai. Era il primo trimestre e tornavo da solo a piedi da scuola, attraverso il parco, quando improvvisamente uno degli alunni più grandi, sui dodici anni, scese la strada a tutta velocità sulla sua bicicletta, a neanche venti metri da me. La strada scendeva da una collina e il ragazzo, sfrecciando per la discesa, si mise a pedalare rapidissimo all’indietro, così che il meccanismo a ruota libera della bicicletta emise un forte suono sibilante. Nello stesso momento lui tolse le mani dal manubrio e se le incrociò con noncuranza sul petto. Mi fermai di botto e lo fissai affascinato. Era sublime! Così agile e coraggioso ed elegante nei suoi pantaloni lunghi, stretti in fondo con una molletta e il berretto scarlatto inclinato sulle ventitré! Un giorno, mi dissi, un fantastico giorno, avrò una bicicletta come quella e porterò calzoni lunghi con le mollette in fondo e il berretto scolastico sulle ventitré, e me ne andrò sibilando giù dalla collina, pedalando all’indietro e senza mani! Vi assicuro che se qualcuno mi avesse messo in quel momento una mano su una spalla e mi avesse chiesto: “Qual è il tuo più grande desiderio nella vita, bambino? La tua più grande ambizione? Diventare dottore? Un grande musicista? Pittore? Scrittore?”, io avrei risposto senza esitazione che la mia unica ambizione, la mia speranza, il mio desiderio era di avere una bicicletta come quella e di sibilare giù dalla collina, senza mani. Sarebbe stato fantastico. Al solo pensarci mi viene ancora la pelle d’oca. Roald Dahl, Boy, Salani

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testi na rrat i v i

O

R IO

I segreti del testo LABO RA

I seg ret i d e l le p a ro l e

T

L’AUTORE E LA NARRAZIONE

c Tenere il cappello sulle ventitré vuol dire tenerlo leggermente inclinato da una parte, come la lancetta che indica le ore in un orologio che segna le ventitré.

c L’autore del brano racconta: ■ una storia inventata. ■ un fatto significativo della propria vita.

c Come ha scritto il testo? ■ In prima persona singolare. ■ In terza persona singolare.

c L’autore scrive: ■ per se stesso. ■ perché altri leggano ciò che ha scritto.

COMPRENDERE

EDUCAZIONE ST

RADALE

Il comportamento del ragazzo che suscita tanta ammirazione nell’autore del brano, in realtà non è da imitare! Quando si circola in bicicletta, bisogna sempre tenere le mani ben salde sul manubrio e pedalare correttamente.

no capire? Sottolineale.

c

F i lo diretto con...

c Quali parole del testo te lo fan-

c

◗ Quando avvengono i fatti narrati l’autore aveva: ■ dodici anni. ■ fra sette e nove anni. ◗ L’autore stava: ■ tornando a casa da scuola. ■ passeggiando nel parco. ◗ Chi vide? ◗ Che cosa sognò in quel momento?

Nel racconto autobiografico l’autore, cioè colui che ha scritto il testo, è il protagonista stesso o uno dei personaggi del racconto, scritto sempre in prima persona. L’autobiografia è scritta per un pubblico di lettori: l’autore racconta esperienze significative della propria vita che ritiene importante far conoscere ad altri.

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ONTO AUTOBIOG RAFICO IL RACC

Rossella Rossella era la mia compagna di banco. Avevamo molte cose in comune, lei e io. Per esempio, a nessuna delle due importava granché di acchiappare una palla nelle partite di pallavolo. Rossella era cicciotta, rosea e morbida, così in classe ci chiamavano Stanlio e Ollio. Fra noi due, in gran segreto, eravamo però Peter-Pan. Io ero Peter e lei Pan. Insieme trascorrevamo ore a disegnare complicate mappe e a seppellire tesori sotto gli alberi della Villa dei Pini. Avevamo entrambe una passione sviscerata per i bigliettini e per i patti segreti. A Rossella avevo confidato che mi piaceva Alessandro. L’avevo pregata di chiamarlo anche lei Alex nei nostri discorsi, così chi ci sentiva non poteva capire. Rossella mi aveva confidato che le piaceva il professore di religione delle medie: un prete asciutto e serio che sembrava sempre camminare sull’acqua. Lei mi spiegava che in certi momenti le veniva l’ispirazione di diventare una santa. Allora la lasciavo cuocere nel suo brodo fino a quando lei stessa tornava da me proponendomi di far invecchiare una mappa da seppellire in giardino. Bisognava disegnare la mappa del tesoro, bagnarla, sporcarla di terra, bruciacchiarla ai bordi, darle un aspetto come se fosse stata sottoterra per dei secoli. Era un lavoro che ci appassionava. Silvana Gandolfi, La scimmia nella biglia, Salani

PARLARE ◗ Anche tu hai un’amica o un amico del cuore? ◗ Che cosa fate insieme? Vi confidate i segreti?

I seg ret i d e l le p a ro l e

COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. ◗ Com’era Rossella? ◗ Come venivano chiamate in classe le due bambine? ◗ Come si chiamavano tra loro in gran segreto? ◗ Che cosa avevano in comune?

c Una passione sviscerata è una passione ...................................................... . Lasciar cuocere qualcuno nel suo brodo significa ........................................ .................................................................. .

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Nel cuore della notte All’epoca dei fatti avevo appena otto anni. Tutto incominciò nel cuore della notte: ero a letto e, se ben ricordo, stavo facendo un sogno appassionante... devo – Svegliati, Joakim – disse papà. – È notte fonda, ma il n on ve bambino non può saperlo, e vuole uscire dalla l ’ o ra . . . pancia della mamma proprio adesso. Mi rizzai a sedere nel letto. – Vuoi dire il fratellino! Mi ero svegliato di soprassalto e la stanza era avvolta nel buio più fitto; ricordo esattamente le mie parole. Papà mi chiese se me la sentivo di rimanere in casa da solo mentre lui e la mamma andavano all’ospedale. Prima di svegliarmi, papà aveva chiamato la zia Helene, che sarebbe venuta da me con il primo autobus. Gli risposi che potevo restare tranquillamente per conto mio fino all’arrivo della zia. Mi vestii di corsa, perché anch’io non vedevo l’ora che nascesse il fratellino. Tra poco per fortuna sarebbe finita con tutti quei calci, pensai. E poi erano ormai troppe settimane che la mamma non mi prendeva più in braccio! Fuori era buio pesto, e divenne ancora più buio quando la macchina con la mamma e il papà si allontanò dallo spiazzo e i suoi fari scomparvero. Rimasi a lungo sulla porta. Quando rientrai, la casa mi sembrava deserta come il grande spazio che ci circonda. Joistein Gaarder, C’è nessuno?, Salani

I segreti del testo

LABORAT ORIO

c Evidenzia nel testo con due colori diversi le parole che esprimono: • la contentezza del bambino per il fatto che tra poco nascerà il suo fratellino; • il senso di solitudine che il bambino prova quando rimane solo in casa.

IL TEMPO - LO STILE OSSERVA E SCOPRI

c c

L’autore ci dà due indicazioni di tempo in questo racconto: ci spiega a quale periodo della sua vita risalgono i fatti narrati e in quale momento della giornata avvengono. c Cerchia le parole che ti danno queste indicazioni.

Spesso nei racconti autobiografici l’autore indica con esattezza il tempo in cui è avvenuto l’episodio narrato. Inserisce nella narrazione anche riflessioni, esprime i sentimenti che ha provato.

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ONTO AUTOBIOG IL RACC RAFICO

Il mio maestro

c … arrivava sempre con le mani e le braccia cariche di cose che barcollavano...

Il mio maestro arrivava sempre con le mani e le braccia tutte cariche di cose che barcollavano rischiando di cadere da tutte le parti: libri, mele, panini, una gran borsa, la pipa, gli occhiali, pennelli e un mucchio d’altre cose ancora. Quando riusciva a portarle tutte dentro l’aula le rovesciava sul tavolo e le metteva un po’ in ordine. Un po’, mica molto, e si vedeva bene che ci metteva poco impegno, e poi sembrava proprio che non ci riuscisse. A dir la verità sembrava quasi che lo facesse apposta, a non riuscire, perché a volte certi oggetti che erano lì ben ordinati venivano spostati, urtati, fatti cadere, e lui li guardava con un sogghignetto malizioso. Poi, senza aver finito di mettere in ordine le sue cose, andava alla finestra, guardava fuori, ci chiamava tutti accanto a sé e diceva: – Oggi impareremo delle cose nuove, molto importanti. Ci vorrà molto impegno. Allora ci mettevamo tutti a sedere. Lui infilava gli occhiali, prendeva in mano la pipa e cominciava: “Tanti, tanti anni fa, il Re delle Nuvole era ancora un marmocchietto, e viveva in grande amicizia con il Re del Sole”. Altre volte cominciava così: “Domenica mattina alle sei del pomeriggio navigavo tranquillo in cima ai monti con la mia barchetta...”. Oppure: “C’era una volta una donna piccolissima...”. E ancora: “In un paese lontano lontano, oltre l’ultimo sogno visibile...”. E così via, e raccontava le storie di tutti i tempi e di tutti i paesi. E noi, attentissimi, stavamo come aggrappati alla sua voce che ci

Il testo e l’i mma gine ◗ Cerca nel brano una frase che ti colpisce particolarmente e illustrala.

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testi na rrat i v i

portava sui mari all’inseguimento della nave fantasma, nel bosco incantato, nel castello orroroso di Roccalanzona, nella Città degli Specchi... E così incontrammo streghe e maghi, gnomi e giganti, sirene e uccelli di fuoco, pentole magiche e guardiani di porci; e Achab, il capitano dagli occhi infuocati e la gamba d’avorio che inseguiva la balena bianca; e Long John Silver, il cuoco di bordo capo dei pirati; il Piccolo Principe, Peter Pan, Don Chisciotte... Animali parlanti, aquiloni, acque fatate, uccelli, uomini e donne mai stanchi di darsi da fare per essere liberi, per essere finalmente felici. Questo è tutto quel che ricordo di lui. Giuseppe Pontremoli, Il mistero della collina, Giunti

COMPRENDERE ◗ In che modo il maestro insegnava ai suoi alunni “cose nuove e molto importanti”? ◗ Chi erano i protagonisti delle sue storie? ◗ Con quali sentimenti l’autore ricorda il suo maestro? ■ Affetto ■ Riconoscenza ■ Timore ■ Antipatia ■ Stima

I segreti del testo

SCRIVERE ◗ Per te ascoltare storie è importante e interessante? Perché? ◗ Ricordi qualcuno che te le raccontava quando eri piccolo? Chi? ◗ Di che cosa parlavano? Quali sentimenti suscitano in te questi ricordi? Racconta sul quaderno.

c L’autore ci parla di: ■ una persona importante della sua vita. ■ un episodio significativo della sua infanzia.

c Del suo maestro ritrae: ■ l’aspetto fisico. ■ il comportamento.

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IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

Quando avevo la tua età Quando avevo la tua età ero una bambina timidissima e impacciata che non sapeva dove mettere le mani e il naso. Avevo paura di tutto e di tutti e mi rintanavo negli angoli per non farmi vedere. Non so se sai cosa sia la timidezza, mi sembra che i bambini di oggi siano molto più sicuri di sé. La mia passione erano i libri. Leggevo in ogni momento della giornata, tanto da ricevere i rimproveri dei miei insegnanti a scuola, dei miei genitori a casa quando pretendevo di rimanere sui libri pure a tavola mentre mangiavo. Per leggere più tranquilla, a scuola, mi mettevo sempre negli ultimi banchi. L’insegnante qualche volta diceva: “Maraini, che fai, dormi?” perché mi vedeva con la testa china e gli occhi bassi che da lontano sembravano chiusi. In realtà leggevo, ma non potevo dirlo e perciò mi prendevo in silenzio i rimproveri per il mio presunto sonno. Anche quando non sapevo ancora leggere ero appassionata di storie e chiedevo a tutti di raccontarmele. Mia madre era la sola che avesse la pazienza di raccontarmene sempre una nuova. Ma a me piaceva anche sentirle una seconda volta. Appena finiva di narrarmi una storia le dicevo: “Ancora”. “Ma la storia è finita” protestava lei. E io, insistente: “Ricomincia da capo, ti prego”. Qualche volta lei ricominciava, qualche volta no, perché era stanca.

I seg ret i d e l le p a ro l e c Impacciata significa timida, imbarazzata. c Che cosa vuol dire l’espressione “non sapeva dove mettere le mani e il naso”? ■ Non sapeva dove cercare le cose. ■ Non sapeva come era meglio comportarsi nelle diverse situazioni.

Dacia Maraini, in AA.VV., Quando avevo la tua età, Fabbri

PARLARE

COMPRENDERE

◗ Ti sembra di avere delle caratteristiche in comune con la protagonista di questo racconto? Quali?

◗ Di quale aspetto del suo carattere ci parla l’autrice in questo racconto? ◗ Qual era la sua grande passione?

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I i Vuo e var pro vere ri a sc T E? DI

R IT T O R E C S O Segui le tracce per raccontare qualcosa di te e dei tuoi affetti:

IO • Presentati. • Descrivi quelle che, secondo te, sono le tue caratteristiche fisiche più evidenti. • Parla del tuo carattere: che tipo sei? • Racconta un episodio che metta in evidenza un aspetto particolare del tuo carattere. • Spiega ciò che ti piace di te e ciò che invece vorresti cambiare.

UN’AMICA IMPORTANTE • Presenta il tuo amico o la tua amica e descrivi il suo aspetto fisico e il suo carattere. • Racconta da quanto tempo vi conoscete. • Scrivi che cosa vi piace fare quando siete insieme. • Racconta un’esperienza particolare che avete vissuto. • Esprimi i sentimenti che provi per lui o per lei. Puoi usare questa traccia anche per raccontare di un parente molto caro, di un animale a cui sei particolarmente affezionato…

QUELLA VOLTA… • Spiega perché ricordi in modo così vivo questa esperienza. • Racconta che cosa è accaduto, dove ti trovavi, chi c’era con te. • Spiega che cosa provavi nelle diverse situazioni, che cosa hai fatto tu, che cosa facevano gli altri. • Esprimi i sentimenti che suscita in te il ricordo di questa esperienza.

i

miei la v o r i

Quando hai svolto il lavoro, scegli il testo che ti piace di più e spiega i motivi per cui lo hai scelto.

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leggi e scopri Voglio tenere un diario IL DIARIO PERSONALE Il diario personale è l’annotazione, di solito registrata con la data, di avvenimenti, riflessioni, sentimenti.

Quando dico che mi piace scrivere, intendo parlare delle cose che mi passano per la mente e che preferisco non dire ad altri. Inoltre, scrivendo, mi piace vedere la penna che corre sulle righe. Oggi è il primo gennaio, e per tutto l’anno terrò un diario. Lo so che lo fanno già parecchi. Ma questo non vuol dire niente. Io ho uno scopo nel cominciarlo. Per un anno intero voglio vedermi crescere e cambiare. Sarà meglio, però, che tenga segreta la cosa, altrimenti tutti si metteranno a chiedermi: “Dai, faccene leggere una pagina”. A cominciare da mia madre, ci scommetto. Tutte le madri sono curiose di conoscere i fatti e i segreti delle loro figlie. Un giorno Giulia mi ha detto di aver trovato rotto il lucchetto che chiudeva il suo diario personale. – Indovina chi è stato? – mi ha chiesto. Io non le ho risposto, ma sapevo a chi stava pensando. È per questo che io ho scelto di scrivere su un normale quaderno di scuola, che non attira l’attenzione e che nascondo sotto un fascio di carte in un cassetto della mia scrivania. Angelo Petrosino, Un anno con Jessica, Sonda

I segreti del testo

LABORAT ORIO

c

LO SCOPO E IL CONTENUTO DEL TESTO

c

OSSERVA E RISPONDI

c Che cosa ama scrivere la protagonista del testo? c Perché ha deciso di tenere un diario? c Da che cosa si accorgerà di essere cresciuta e cambiata, secondo te?

c Perché ha scelto di scrivere su un comune quaderno?

Il diario, a differenza dell’autobiografia che è scritta per un pubblico di lettori, è un testo che l’autore scrive per se stesso raccontando liberamente episodi, emozioni, sentimenti, perché ciò che è scritto non viene letto da altri.

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testi na rrat i v i

Io sarò diversa Caro diario, è molto tardi stasera ma io non potevo andare a letto senza prima averti raccontato qualcosa. Stamattina a scuola abbiamo fatto inglese. La maestra Barbara ci ha fatto leggere un brano e poi ce l’ha fatto tradurre sul quaderno. Io ho fatto solo un paio di errori, anche perché ho copiato da Licia che in inglese è bravissima. Così ho preso un bel “Brava”. Invece a Mirco è andata peggio: quando la maestra ha corretto il suo compito ha fatto un sacco di segnacci rossi e gli ha dato “Malissimo”. Tutto questo per un errore da niente: doveva tradurre “of course” che in inglese significa “naturalmente” ma lui si è confuso e ha scritto “di corsa”. La maestra Barbara ha detto che lui doveva smetterla di prenderla in giro e che doveva mettersi a studiare sul serio. Il povero Mirco stava lì fermo in piedi e si guardava le scarpe. Mi faceva una gran pena. La prossima volta che c’è il compito di inglese io e Licia abbiamo deciso che ci mettiamo nel banco dietro di lui e lo facciamo copiare. Ma chi si credono di essere questi grandi per offendere così dei bambini? Quando sarò grande, io sarò molto diversa da loro: se farò la maestra aiuterò quelli che fanno più errori; se invece diventerò istruttrice di nuoto, starò in acqua con i miei allievi per rassicurarli; infine, se farò la mamma, darò ogni giorno pane e nutella, patatine fritte e gelato ai miei figli: a pranzo e a cena. I segreti E non li obbligherò a lavarsi i denti tutte le volte! S. Bordiglioni, M. Badocco, Dal diario di una bambina troppo occupata, Einaudi Scuola

F i lo diretto con...

EDUCAZIONE de

ll’AF FETT IVITÀ

Pensi anche tu che a volte i grandi non abbiano rispetto per i bambini o addirittura li offendano? A te è successo di sentirti offeso da un adulto? Come hai reagito? Come pensi di comportarti con i bambini quando sarai grande? Parlane in classe con i compagni.

del testo

c In questa pagina di diario abbiamo evidenziato l’apertura. Evidenzia tu con due colori diversi: • la parte del brano in cui la bambina racconta ciò che è avvenuto a scuola; • la parte in cui esprime i sentimenti e i propositi che il fatto ha suscitato in lei.

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IL DIARIO PERSONALE

Una giornata incredibile 30 giugno

COMPRENDERE ◗ Riordina, numerandole, le parti o sequenze in cui può essere diviso il racconto e riassumilo brevemente sul quaderno.

■ ■ ■ ■ ■ ■ ■

L’arrivo al fiume Il salvataggio In pericolo! L’idea di Adalberto Un gioco emozionante L’accoglienza degli amici ll tuffo

I segreti della lingua c Individua e sottolinea nel testo tutte le congiunzioni.

L’

Gi ID sp oca EA to one con IN pe ne in te d i co PI sp rcor mo ei c mpa Ù Sa unta so: do erch gni At ltate no sono da c i di . Diac tenz da da u i s rear carqu io un n as e u s a! ne n o t a n all orre i che on ’alt nt ca ro. e. de re in

Oggi abbiamo fatto la prima vera escursione in alta quota: siamo tornati al campeggio stanchi morti e senza voce, io anche con la febbre, ma abbiamo passato una giornata incredibile! Allora, siamo arrivati al fiume (torrente, ci ha corretti Paquita, che aveva organizzato il percorso) dopo circa tre ore di marcia. Era piuttosto pieno d’acqua, perché c’è un ghiacciaio più in alto che lo alimenta. Prima ci siamo un po’ riposati e abbiamo mangiato, poi siamo andati in esplorazione lungo le rive, alla ricerca delle trote. Io ne ho vista subito una e poi un’altra, che guizzavano tra i massi come se facessero lo slalom. Così ho pensato di mettermi al centro del torrente, camminando sui massi che sporgevano. – Che cosa fai? – ho sentito Già-Già che gridava. – Torna indietro! Ma io ero già arrivato al centro, e lì mi sono accorto che non riuscivo più a fare un passo. – Stai fermo! – ha gridato Paquita. – Ora arrivo! Fermo cercavo di starci, ma era quasi come essere su una palla, perché il masso era bagnato e scivoloso; e poi, più guardavo l’acqua, più mi veniva da muovermi. – Mantieni l’equilibrio con le braccia! – ha detto ancora Paquita. Ma proprio quando ho aperto le braccia per mantenermi in equilibrio, è successo il patatrac e sono finito in acqua. Gelida. Ma non ho fatto in tempo a sentirla, perché il fiume, cioè il torrente, ha incominciato a trascinarmi. – Aggrappati ai massi! – qualcuno gridava. Io cercavo, ma scivolavo, rotolavo, bevevo come una spugna. E sentivo urli, voci, ma non capivo più niente. Finché ho visto accanto a me Denis, in mezzo all’acqua, che mi ha afferrato per un braccio, e dietro Ul-

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O

R IO

I segreti del testo

T

LO STILE DELLA SCRITTURA OSSERVA E SCOPRI

c Adalberto, nello scrivere il suo diario, usa un linguaggio: ■ molto ricercato e difficile. ■ semplice, confidenziale, come se si rivolgesse a un amico fidato. ORA PROVA TU

c Sottolinea nel testo le espressioni con cui Adalberto si rivolge con confidenza al diario, come a un amico.

c Già-Già è l’abbreviazione del nome di un amico di Adalberto. Hai capito di quale nome si tratta?

c

Angela Nanetti, Cara Rachel… Caro Denis…, Edizioni EL

LABO RA

c

rich che lo teneva. Da soli non ce l’avrebbero fatta, ma subito dopo è arrivato Già-Già e poi Paquita. – Ma sei impazzito? Che cosa ti è venuto in mente! – urlava lui mentre mi sollevava e mi tirava fuori dall’acqua. – Zitto Jean-Jacques, non è il momento! – gli ha detto Paquita. E a me: – Coraggio, Adalberto, è passata. Poi ha chiamato Denis e Ulrich e ha ordinato: – Dietro quel cespuglio! Jean-Jacques mi voleva portare in braccio, ma mi sono rifiutato e ci sono andato con le mie gambe. Qui Paquita mi ha spogliato nudo e ha incominciato a sfregarmi con l’asciugamano finché non sono diventato tutto rosso, non so se per la vergogna o perché sfregava così forte. Quando sono uscito, tutto avvolto nella coperta dalla testa ai piedi, qualcuno si è messo a ridere; ma pazienza, me lo meritavo. Invece lo sai che cosa ha fatto Luisella? Mi è corsa incontro, mi ha abbracciato e mi ha dato un bacio! Davanti a tutti!

Nello scrivere un diario si usa uno stile confidenziale. Spesso si usano abbreviazioni. In genere si abbreviano nomi di persone o luoghi che compaiono spesso.

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IL DIARIO PERSONALE

Un giocatore abilissimo Caro diario, oggi è venuto in classe un ragazzo nato nel Marocco. Si chiama Naghib e si è trasferito in Italia da poco. Ha quasi tredici anni, ma sembra molto più grande. È alto, magro e ha due occhi che pungono. Quando è entrato nell’aula si è seduto in un angolo e si è messo a fissare il piano del banco. – Mi comprendi quando parlo? – gli ha chiesto il maestro. Naghib lo ha guardato negli occhi e non ha risposto. Sembrava che volesse essere lasciato in pace. E così nessuno gli ha rivolto la parola. Una volta in cortile, però, si è intrufolato fra i maschi che giocavano a pallone, e ha fatto capire che voleva far parte di una delle due squadre in campo. A quel punto, tutti hanno preso a disputarselo, perché alto e slanciato com’è, Naghib faceva gola a entrambe le squadre. E lui ha subito dimostrato di essere abilissimo, sia nell’impossessarsi della palla, sia nel segnare. – Sembra un professionista – ha commentato Mario alla fine della partita. Angelo Petrosino, Jessica e gli altri, Sonda

I segreti della lingua c Abilissimo è un aggettivo qualificativo di

I segreti del testo

grado

...............................................................

c Questa pagina è tratta dal diario di una

COMPRENDERE

bambina che si chiama Jessica. Jessica ha scritto questa pagina per: ■ raccontare un fatto per lei importante. ■ sfogarsi con qualcuno. ■ esprimere delle emozioni.

◗ Chi è Naghib? ◗ Che cosa ha fatto appena entrato in classe? ◗ Perché, secondo te? ◗ Che cosa è successo poi in cortile?

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I so s e Ad ivi scr o i l tu ! RIO DIA

R IT T O R E C S O Per scrivere una pagina di diario: 1 Per prima cosa pensa a ciò di cui vuoi parlare al tuo “amico di carta”. Ecco qualche idea:

Un fatto significativo che ti è capitato. Un problema che ti preoccupa. Un desiderio che vorresti realizzare. 2 Scrivi ora una pagina del tuo diario seguendo questi suggerimenti:

c Ricorda di annotare i fatti in

c Cerca di mettere in evidenza ciò che per te è importante; descrivi soprattutto le tue impressioni e le tue emozioni personali.

modo chiaro, senza dilungarti troppo su particolari che per te non sono significativi.

c Usa un linguaggio diretto e confidenziale come se ti rivolgessi a un amico. 3 Puoi iniziare così:

vero speciale

dav u na giornata a t a t s è i g g iario, o

Caro d

Caro diario, sono trist

e e preoccupata...

Da qualche giorno non

ro…

riesco a pensare ad alt

Caro diario, i desideri si avverano solo nelle fiabe, oppure ho qualche speranza anch’io di vedere realizzato il mio sogno? Mi piacerebbe tanto…

Caro diario, d

a oggi tu sara

i

miei la v o r i

Hai lavorato con facilità? Quale momento del lavoro è stato per te più impegnativo? Quale il più piacevole?

i il mio più fed

ele amico…

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leggi e scopri IL RACCONTO FANTASTICO Il racconto fantastico narra avvenimenti che nella realtà non possono accadere, che sono frutto della fantasia.

Vento tra i Capelli

Mamma non voleva che Vento tra i Capelli si arrampicasse sul tavolo, sull’albero o sul comignolo, perché rischiava di cadere, di farsi male e di rovinare il vestito azzurro, il cappello azzurro e le scarpe azzurre, ma non c’era niente da fare. A Vento tra i Capelli piaceva salire sulle cose, e più stava in alto, più si divertiva. Per questo amava tanto stare sul tetto. Quando Vento tra i Capelli saliva sul tetto chiacchierava sempre con la banderuola, che si chiamava Raul. Raul era un tipo vivace e allegro, che conosceva molte storie e rideva sempre con la sua voce metallica e un po’ arrugginita. Aveva la forma di un giocoliere che lancia le mele in aria, era tutto di ferro dipinto e sapeva girare su se stesso come nessun altro, ma non aveva le gambe, perché non gli sarebbero servite a nulla. Raul e Vento tra i Capelli si volevano bene, ma avevano anche un altro amico: nientemeno che il Vento dell’Ovest. Il Vento veniva tutti i giorni. Appena lo sentiva avvicinarsi, Raul il giocoliere si girava all’improvviso per dargli il benvenuto, con un: – Ehilà! Che notizie ci porti dall’oceano e dalle montagne? Il Vento si schiariva la voce profonda con un ululato, e cominciava a raccontare: – Ho visto i marinai che corrono sulle onde d’argento, e i pesci enormi che saltano verso la luna. Ho visto le aquile che volano in ampi cerchi e i giganti che scavalcano le montagne con un passo solo, come faccio io.

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Tommaso di Carpegna Falconieri, Fiaba di Vento tra i Capelli, Fabbri

I seg reti d el l e p aro l e

“Fiori” è un termine di significato generale, che ne include altri di significato specifico, come “margherite”. Per ciascuno di questi gruppi di nomi scrivi il nome di significato più ampio: piatto, forchetta, pentola ➜ ......................................................... pantaloni, gonna, maglia ➜ ......................................................... automobile, camion, motorino ➜ .................................................

R IO

LABO RA

T

I PERSONAGGI E I LUOGHI OSSERVA E RISPONDI

c In quale luogo è ambientato il racconto? È un luogo reale o fantastico?

c Chi sono i personaggi? Quali possono esistere? Quali invece sono fantastici? Perché?

c Che cosa viene descritto di ciascun personaggio del racconto? Segna con una ✗. Vento tra i Capelli: ■ abbigliamento ■ aspetto fisico ■ comportamento ■ abitudini Raul: ■ carattere ■ comportamento Vento dell’Ovest: ■ aspetto

■ aspetto

■ comportamento

c c

c Le margherite, nel testo, sono chiamate anche fiori.

I segreti del testo

O

Ma niente di quello che ho visto è bello come la bambina che sta sul tetto di questa casa: un giorno la sposerò. Allora Vento tra i Capelli rideva di gioia e diceva: – Sei molto gentile, signor Vento! E per ringraziarlo gli regalava le margherite che aveva raccolto. Il Vento prendeva le margherite nelle sue mani invisibili e le portava su nel cielo, facendole turbinare. Vento tra i Capelli guardava i fiori che salivano tra mille giravolte, e intanto mangiava una mela. Ne offriva una anche al giocoliere e al Vento, che se la mangiavano tutta, senza lasciare né la buccia né il torsolo. Poi il Vento diceva: – Mi sono fermato anche troppo! Devo correre verso i deserti e sollevare la sabbia, devo correre verso le valli e portare la pioggia, devo correre via! Mentre se ne andava, il Vento dell’Ovest soffiava dolcemente sulla bambina, le accarezzava i capelli biondi e, per gioco, le faceva cadere il cappello azzurro.

Nei racconti di fantasia sono presenti elementi fantastici che nella realtà non possono esistere, ed elementi reali o realistici, cioè elementi che esistono o possono esistere.

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IL RACCONTO FANTASTICO

Esmeralda e il gatto

c ... lui se ne stava sempre lì, tranquillamente seduto.

C’era una volta una strega di nome Esmeralda, che non aveva un gatto. La Strega-in-capo non era per niente contenta di ciò e ordinò a Esmeralda di recarsi a spiegare di persona perché era senza gatti. Così Esmeralda montò sul suo manico di scopa e volò fino al Grigio Castello. – Ascoltami, Esmeralda – cominciò la Strega-in-capo, – devi avere un gatto. Tutte le streghe ne hanno uno. Non puoi essere una strega se non hai un gatto. – Non mi piacciono i gatti, – disse. – Non ti piacciono i gatti? NON TI PIACCIONO I GATTI!?! – sbraitò la Strega-in-capo, mentre la sua faccia grinzosa tremava per la rabbia. – La vedremo! Domattina ti manderò un gatto. E non cercare di liberarti di lui con qualche incantesimo. La mia magia è più forte della tua. Ora vai a casa. Il mattino seguente Esmeralda fu svegliata da un sonoro, insistente miagolio fuori dalla finestra. – Il gatto! – pensò, e andò alla porta. L’aprì e vide un piccolo gatto nero seduto sulla soglia. – Sparisci! – gridò Esmeralda, e sbatté la porta. Qualche minuto dopo la riaprì. Il gatto era ancora lì e le voltava la schiena. – Accidenti a quel gattaccio! – disse Esmeralda. – Se la magia non funziona, devo portarlo da qualche parte e abbandonarlo! Dunque, dove posso portarlo?

Il testo e l’i mma gine ◗ Quali aspetti contribuiscono a creare l’atmosfera fantastica del brano? I colori, i luoghi, i personaggi bizzarri… Disegna tu la strega Esmeralda in una situazione del testo che ti piace.

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rt o f i Ti e n i t

e , m i c i o!

Esmeralda chiamò il gatto: – Micio micio micio! Chi è questo bravo micetto? Vieni da mammina! – E lo afferrò. Il gatto lanciò un miagolio terrorizzato, ma lei lo tenne stretto e corse verso la sua scopa. Dopo una lotta accanita, Esmeralda riuscì a legare il gatto sul manico della scopa, balzò a cavalcioni e decollò. Volarono su su nel cielo, più alti di un aeroplano, più veloci di un treno. Esmeralda slegò l’animale. – Tieniti forte, micio! – gridò. – Potresti cadere! Ora, Esmeralda era famosa per le sue acrobazie. Aveva vinto dei premi nella specialità del giro della morte e le sue picchiate erano spettacolari. Saettando nel cielo con il gatto aggrappato dietro di lei, guidò la scopa in tutti i trucchi che conosceva. Fece zig zag, capriole, virate, cabrate. Nonostante le evoluzioni, lui se ne stava sempre lì, tranquillamente seduto. Sfinita, Esmeralda andò dalla Strega-in-capo. – E va bene, hai vinto! – disse. – Mi terrò quel gatto. Comincio a credere che sia proprio speciale. – Lo è – rispose la Strega-in-capo. – Gli ho dato nove vite. E anche la strega Esmeralda ebbe il suo gatto. Sue Seddon, Storie di streghe, fate, mostri che non fanno paura, Juvenilia

I seg ret i d e l le p a ro l e

COMPRENDERE ◗ Ricostruisci la storia, numerando le frasi da 1 a 8.

■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■

Esmeralda trova un gatto nero sulla soglia di casa. Alla fine anche Esmeralda ha il suo gatto. La strega Esmeralda va dalla Strega-in-capo. Esmeralda lega il gatto sul manico della scopa e vola nel cielo. Nonostante le evoluzioni il gatto nero rimane tranquillamente seduto. La Strega-in-capo manda un gatto a Esmeralda. Esmeralda compie le più ardite acrobazie. Arrivata molto in alto Esmeralda slega il gatto.

c Saettare deriva da saetta, fulmine. Che cosa significa dunque? Prova a spiegare il suo significato e poi controlla sul vocabolario. c La virata è un brusco cambio di direzione. c La cabrata è un’acrobazia che provoca una veloce risalita verso l’alto. È il contrario di “picchiata”.

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I S E G R E T I DELL E PAR OL E Parole “nascoste” in altre parole A volte, quando non riesci a capire il significato di una parola, puoi scoprirlo andando a caccia della “parola nascosta”. Dentro molte parole che usiamo, possiamo infatti trovarne altre ben “nascoste” dalle quali queste parole derivano. Vuoi provare? Leggi la frase, osserva il disegno e scrivi da quale parola deriva il termine sottolineato. Poi prova a scoprire il suo significato.

• La strada serpeggiava nella valle. Serpeggiare deriva da ............................................. e vuol dire: avere tante curve. sibilare.

• Il vecchio barcollava a ogni passo. Barcollare deriva da ................................................ e vuol dire: galleggiare. muoversi oscillando, non reggersi bene in piedi.

Qui si “nasconde” un animale! Molte parole che usiamo derivano da nomi di animali. In queste frasi ne trovi alcune evidenziate.

J Leggi con attenzione, scrivi sui puntini il nome dell’animale da cui la parola deriva e prova a spiegare il suo significato. Poi controlla sul dizionario.

• La mia sorellina si inviperisce (....................................... ) se prendo i suoi pennarelli. • Il cuginetto di Luca gattona (............................................ ) velocissimo. • Francesca si pavoneggiava (....................................... ) con la sua nuova tuta rossa. c c c c

c c c c

A volte possiamo scoprire il significato di una parola sconosciuta cercando la parola da cui deriva e che vi si “nasconde” dentro.

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testi na rrat i v i

La piccola vampira Anton è un bambino che ha fatto amicizia con una piccola vampira... Continuava a piovere. Anton era a letto e ascoltava nell’oscurità a occhi spalancati. Le gocce di pioggia battevano sui vetri con un ticchettio uniforme che faceva venire sonno... Dopo un po’, però, il picchiettìo divenne così rumoroso che il ragazzo si drizzò irritato: – E chi riesce a dormire con questo fracasso? – brontolò. Poi gli venne in mente che, magari, non era solo la pioggia a fare tutto quel rumore contro i vetri... Saltò giù dal letto e scostò le tende. Aveva ragione: sul davanzale c’era Anna. Aveva la faccia lucida di pioggia, ma sorrideva. Anton aprì la finestra e notò che la piccola vampira indossava un ampio impermeabile nero con il cappuccio che le copriva la testa. – Ciao Anton – disse lei dolcemente. – Tu? – mormorò lui. – Pensavo che i vampiri non potessero volare quando piove! – E perché no? Basta che ci mettiamo l’impermeabile. Ne ho portato uno anche per te. – Per me? – chiese lui spaventato. – Sì, questa sera sei tu che devi aiutare me. – Io? Ma... Anna gli porse il mantello. – Questo è il mantello dello zio Theodor. E sopra ci metti l’impermeabile. Anton guardò la pioggia scrosciante. Con un tempo simile non si butterebbe fuori di casa neppure un cane! Lanciò un ultimo sguardo desideroso al suo letto caldo e asciutto, poi si mise il mantello e volarono via tutt’e due.

SCRIVERE ◗ Come mai Anna ha chiesto aiuto ad Anton? ◗ Dove lo condurrà? ◗ Quali avventure vivranno i due amici? Immagina e continua la storia sul quaderno.

I segreti del testo c Nel racconto sono presenti: ■ luoghi realistici. ■ luoghi fantastici. ■ personaggi realistici. ■ personaggi fantastici.

c C’è anche un oggetto magico. Qual è? ……………………….......................

Quale potere ha? ……………...….............................

Angela Sommer Bodenburg, Vampiretto innamorato, Salani

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c ... il fantasma fluttuò fuori dalla canna fumaria…

IL RACCONTO FANTASTICO

Un fantasma per amico Bertie ha incontrato un fantasma, ma nessuno in casa sua vuole credergli… – Quel fantasma è una delle tue fantasie, Bertie, – disse cercando il suo tono gentile ma non troppo. – Io sono la tua mamma, e non m’importa se inventi di aver visto un fantasma, purché tu e io sappiamo che è solo un’invenzione e purché tu mi prometta di non tormentare gli altri con questa storia. – Non è un’invenzione, mamma, – ribatté Bertie. – Ma i fantasmi non esistono, – ribadì la signora Boggin, – quindi non può che essere una tua fantasia, capisci? – D’accordo – accettò Bertie titubante. – Solo che... io vorrei tanto che fosse vero. La signora Boggin cominciava a preoccuparsi. – Se fosse vero, quando non sono a scuola avrei qualcuno con cui giocare, – concluse Bertie. Quando sua mamma andò al piano di sotto, lui continuò a rimuginare nel suo letto. Pensò che naturalmente la mamma aveva ragione. – So che i fantasmi non esistono – mormorò nel buio, con le coperte tirate su fino al mento. – Sì, deve essere come dice lei. Ma ecco che d’improvviso si udì un fruscio e una specie di gemito... il fantasma fluttuò fuori dalla canna fumaria e andò a sedersi sul bordo del caminetto, stampando la propria impronta sulla fuliggine. – Buonasera – disse. – Sapevo che eri vero – disse Bertie aprendo cautamente un solo occhio. Poi aprì anche l’altro e si alzò a sedere sul letto. – Anch’io sapevo che tu eri vero, – ribatté il fantasma, che vedeva la cosa dal suo punto di vista di fantasma. – Qui a casa mia nessuno crede che tu esista – lo informò Bertie ricominciando a confondersi.

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testi na rrat i v i

– Scommetto che non riescono a vederti solo perché non credono ai fantasmi! – Ci scommetto anch’io – disse il fantasma. – Io invece ci credo – precisò subito Bertie temendo che il fantasma, sentendosi insultato, si mettesse di nuovo in mente di sparire. – Io devo credere ai fantasmi, dal momento che sono un fantasma, – asserì lo spettro accavallando le gambe e appoggiandosi al caminetto. – Ti andrebbe di diventare mio amico? – domandò quindi Bertie, impaziente. – Sicuro che mi va – fu la risposta. – È da una vita che non ho più amici. – Che bello – sussurrò Bertie felice, rannicchiandosi sotto le coperte. – Ehi, fantasma – disse poco dopo, – tu e io saremo buoni amici, vero? – Buoni amici – ripeté il fantasma. – Sì, mi piace. Suona proprio bene. Noi due saremo buoni amici, Bertie. Bertie si addormentò e il fantasma si raggomitolò sul caminetto. Rimase lì a luccicare fino a mezzanotte, ora in cui indossò il suo soprabito e andò fuori a vagare nella notte.

B

am i c i ! i n uo

I s eg reti d el le p a ro l e

Catherine Sefton, in Storie di fantasmi, Einaudi

c Titubante significa “non molto convinto”, “incerto”. c Insultato vuol dire “offeso”.

COMPRENDERE ◗ Perché Bertie desidera tanto che il fantasma esista per davvero?

I segreti della lingua

.................................................................... ....................................................................

c In questo racconto ci sono molti discorsi diretti.

◗ Bertie, dopo il dialogo col fantasma è: ■ felice ■ agitato ■ spaventato

Nel riportare le battute dei dialoghi non viene utilizzato solo il verbo dire, ma anche altri verbi che hanno un significato simile: ribatté, ribadì, concluse… Sottolineali nel testo e cerca sul dizionario quelli di cui non conosci il significato.

◗ Perché? .................................................................... ....................................................................

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IL RACCONTO FANTASTICO

Forniture per fiabe La protagonista di questa storia è una… fiaba. Una giovane fiaba che vuole cominciare a fare il suo mestiere: raccontare fiabe. Raggiunta l’età per cominciare la professione, doveva provvedersi dell’occorrente. Con l’aiuto della nonna compilò la lista e si recò ai Grandi Magazzini. Prese un carrellino e si inoltrò in un enorme salone affollato di banchi e scaffali. Invisibili altoparlanti diffondevano sommessamente le delicate note di un’arpa. Consultò la lista degli articoli che doveva acquistare ma, inesperta com’era, non sapeva dove trovarli. Imbarazzata, si rivolse a una commessa. – Scusi, dove trovo dei bei giovani? – Sono in quegli scaffali là, ne abbiamo un vasto assortimento. Come lo desidera? – Molto bello. Intendo cominciare la mia storia con lui e vorrei che conquistasse subito la simpatia degli ascoltatori. – Capisco. Come lo preferisce? Abbiamo giovani re, giovani principi, giovani cavalieri, giovani contadini, giovani mercanti, giovani orfani... – Giovane cavaliere. – Di quale epoca? Il costume varia molto, e anche il prezzo. Ne scelse uno del 1500, lo mise nel carrellino e lo cancellò dalla lista. – Ora mi occorre una bella ragazza. – La protagonista femminile immagino. Ce n’è un’ampia scelta, e sono tutte affascinanti. Ha preferenze? Abbiamo contadinelle povere, damigelle poetiche, orfanelle disgraziate, principessine che per un incantesimo non ridono mai o che dormono sempre...

COMPRENDERE

PROTAGONISTI ....................................................................

◗ Quali ingredienti ha acquistato la fiaba ai Grandi Magazzini? Sottolineali nell’elenco, poi ricopiali nella tabella al posto giusto: damigella poetica, damigella gentile, fata, mago, giovane principe, cavallo bianco, giovane cavaliere, drago, castello, serpente a due teste, capanna, bosco, piccola grotta, barone antipatico, buon eremita.

....................................................................

ANTAGONISTI .................................................................... ....................................................................

AIUTANTI

.................................................................... ....................................................................

AMBIENTI

.................................................................... ....................................................................

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H a d i r it t o a u n o m a g gio!

– Vorrei una damigella gentile. Bionda, con gli occhi celesti... Acquistata la damigella, cancellò anch’essa dalla lista. Il terzo personaggio che le occorreva era una fata. La commessa le indicò l’apposito reparto: ce n’era un enorme assortimento. – È un articolo che non passa mai di moda – disse. – Naturalmente il prezzo varia a seconda delle magie richieste. – Sulla fata non bado a spese. Voglio che ne compia di straordinarie, da sbalordire tutti gli ascoltatori. Ne scelse una capace di ben sette magie differenti. Sempre consultando la lista, acquistò un cavallo bianco per il cavaliere, un rivale del cavaliere (un barone antipatico, sleale e cattivo, che voleva portargli via la damigella), un buon eremita che curava il cavaliere quando in un bosco restava ferito e gli indicava la strada per tornare a casa. Cancellato dalla lista l’ultimo personaggio (un serpente a due teste), andò nel reparto degli ambienti. Ormai le erano rimasti pochi soldi e dovette economizzare. Acquistò soltanto un castello, un bosco e una piccola grotta per l’eremita. Ormai aveva tutto l’occorrente e il carrellino era colmo. Quando fece per pagare la cassiera le disse: – Con la somma che ha speso, ha diritto a un omaggio, – e le mise nel carrellino una strega. – Mi pare adatta a una fiaba all’antica come la sua. Grazie, signorina, torni a visitarci. Marcello Argilli, Tante fiabe per giocare, Giunti

SCRIVERE ◗ Rileggi cosa dice il racconto a proposito dei personaggi e poi prova tu a “cucinare” la fiaba. Ricorda! Come ogni fiaba, deve avere un lieto fine!

I segreti del testo c In questo racconto sono fantastici: ■ i luoghi e i personaggi. ■ solo i luoghi. ■ solo i personaggi.

di

o IÙ i: uno aggi o

P n n on INmpagpersori devle fia-n-

EAn i coe un li alt qua na fa ne D I L’ a co criv . G e in è u vie s .. ba è o: e, oc Gi i de fia chi mpi n r sco. vo una nare . Ese di u n bo di ovi ova glia in u ind si tr è fi ata ba lla, don ciu ban ab

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IL RACCONTO FANTASTICO

Il paese degli uomini di burro Giovannino Perdigiorno, gran viaggiatore e famoso esploratore, capitò una volta nel paese degli uomini di burro. A stare al sole si squagliavano, dovevano vivere sempre al fresco, e abitavano in una città dove al posto delle case c’erano tanti frigoriferi. Giovannino passava per le strade e li vedeva affacciati ai finestrini dei loro frigoriferi, con una borsa di ghiaccio in testa. Sullo sportello di ogni frigorifero c’era un telefono per parlare con l’inquilino. – Pronto. – Pronto. – Chi parla? – Sono il re degli uomini di burro. Tutta panna di prima qualità. Latte di mucca svizzera. Ha guardato bene il mio frigorifero? – Perbacco, è d’oro massiccio. Ma non esce mai di lì? – D’inverno, se fa abbastanza freddo, in un’automobile di ghiaccio. – E se per caso il sole sbuca d’improvviso dalle nuvole mentre la Vostra Maestà fa la sua passeggiatina? – Non può, non è permesso. Lo farei mettere in prigione dai miei soldati. – Bum, – disse Giovannino. E se ne andò in un altro paese.

Bum

!

SCRIVERE ◗ Scrivi anche tu un racconto che narra di un paese fantastico dove vivono uomini di carta, o di vetro, o di legno… Per sviluppare la tua storia, pensa alle caratteristiche del materiale. Se scegli il vetro pensa che: • il vetro è trasparente, perciò gli uomini di vetro non possono nascondere i pensieri; che cosa succederà se qualcuno dice una bugia? • Il vetro è fragile, perciò gli uomini vivranno in case imbottite; come sarà fatta la loro città?

Gianni Rodari, Favole al telefono, Einaudi Ragazzi

I segreti del testo LABO R ATO RIO

IL TEMPO DEL RACCONTO OSSERVA E SCOPRI

■ in un tempo non conosciuto.

c

I fatti si svolgono: ■ in un tempo preciso.

c

c Sottolinea nel testo l’espressione che ti indica quando avvengono i fatti narrati, poi completa con una ✗.

Nei racconti fantastici le vicende di solito si svolgono in un tempo imprecisato, come se fossero “fuori dal tempo”.

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testi na rrat i v i

Le lacrime di Iside Osiride, sposo di Iside, viveva felicemente nella terra bagnata dal Nilo ed era sovrano di grande saggezza. Egli aveva insegnato ai suoi sudditi a lavorare la terra per ottenere frutti abbondanti, aveva insegnato loro ad adorare gli dei e a celebrarne le lodi nelle celebrazioni religiose. Era stato per gli uomini d’Egitto un grande legislatore. Per diffondere la civiltà su tutta la terra, Osiride nel ventottesimo anno del suo regno compì un lungo viaggio. Ma proprio mentre faceva ritorno a casa, il perfido e geloso fratello Seth gli tese un agguato nella palude. Qui lo uccise e lo rinchiuse in un sarcofago che abbandonò alla corrente del Nilo. Disperata, Iside cercò a lungo il cadavere dell’amato sposo e con l’aiuto della sorella Neftis ritrovò il sarcofago sulle coste della Fenicia. Pietosamente le due donne riportarono il cadavere di Osiride in Egitto e per sottrarlo al malvagio Seth lo nascosero tra le canne del delta. Poi Iside, con la forza del suo amore e con l’aiuto di un sortilegio, riuscì a richiamarlo in vita. Ma Osiride, già toccato dal soffio della morte, non sentiva ormai più amore per la vita. Rifiutò perciò di tornare a vivere sulla terra e scelse di diventare Signore dei morti. Inconsolabile, Iside continuò a piangere lo sposo perduto e a ogni anniversario della morte di Osiride le sue lacrime facevano straripare il Nilo. Mario Monge, Straordinarie avventure di dei e di eroi, Petrini

QUESTO RACCONTO, COME QUELLO DELLA PAGINA SEGUENTE, È UN MITO. I MITI SONO RACCONTI FANTASTICI CON I QUALI FIN DALL’ANTICHITÀ SI È CERCATO DI SPIEGARE COSE MISTERIOSE COME LA VITA E LA MORTE, L’ORIGINE DELLA TERRA. I PROTAGONISTI DEI RACCONTI MITOLOGICI SONO SPESSO DEI ED EROI CHE VIVONO IMPRESE STRAORDINARIE. ATTRAVERSO I MITI I POPOLI ANTICHI TRAMANDAVANO ANCHE INSEGNAMENTI UTILI A TUTTA LA COMUNITÀ.

I segreti del testo c Lo scopo di questo mito è:

COMPRENDERE ◗ Perché Osiride era considerato un sovrano di grande saggezza? ◗ Quali sentimenti spingono Seth a ucciderlo? ◗ In quale luogo la moglie Iside nasconde il suo corpo?

■ spiegare l’importanza di Osiride. ■ insegnare che l’amore può richiamare alla vita. ■ spiegare perché le acque del Nilo straripavano.

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IL RACCONTO FANTASTICO

Il volo di Icaro Dedalo e suo figlio Icaro vennero chiamati dal re di Creta per costruire una prigione in cui rinchiudere il Minotauro, un mostro mezzo toro e mezzo uomo. Costruirono così il Labirinto, un enorme palazzo fatto in modo che chi vi entrava non poteva più uscirne...

Marc Chagall (1887-1985), La caduta di Icaro, Parigi, Centro G. Pompidou.

Il testo e l’i mma gine ◗ Ti piace questo quadro? Quali emozioni esprime il pittore secondo te? Disegna come immagini tu la “caduta di Icaro”.

COMPRENDERE ◗ Riassumi il mito sul quaderno seguendo lo schema dei titoletti. Il problema di Dedalo e di Icaro ➋ L’idea di Dedalo ➌ La fuga ➍ Il sogno di Icaro e la sua tragica conclusione

Quando dopo lunghi anni di lavoro finì di costruire il Labirinto, Dedalo chiese il permesso di tornare ad Atene. Il re di Creta rifiutò e ordinò che Dedalo e Icaro fossero rinchiusi nel Labirinto. I due erano disperati: sapevano che cercare una via di fuga era impossibile. Ma poiché alcune stanze del Labirinto non avevano soffitto e da esse si vedeva il cielo, guardando gli uccelli che volavano Dedalo escogitò un piano audace. Costruì il telaio di due paia di ali che poi rivestì con le penne che gli uccelli volando avevano perso, fissandole con la cera. Quando tutto fu pronto per la fuga, informò Icaro del suo progetto, raccomandando però al figlio di non volare troppo vicino al sole. I due si innalzarono in volo e scesero in picchiata verso l’orizzonte. Per molte miglia Icaro volò vicino al padre ma poi, sentendosi sicuro, iniziò a salire in alto nel cielo, libero come un uccello. Pensò di raggiungere il sole. Cominciò a puntare verso l’alto, muovendo con forza le braccia, salendo, salendo sempre di più. Il calore del sole si fece sempre più intenso e la cera cominciò a sciogliersi. Dopo poco tempo le ali si staccarono dalle spalle del giovane, che con un grido disperato precipitò nel mare, che lo inghiottì. Dedalo volò a lungo sopra le onde azzurre, divenute tomba di suo figlio; e poi tristemente tornò in Grecia. Il mare nel quale Icaro cadde da lui prese il nome di Icario; come Icaria si chiama l’isola che il giovane sorvolò, diretto verso il sole. Monica Barbieri, in Miti degli dei, leggende dei popoli, imprese degli eroi, Dami-Giunti

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I i tu v i r Sc el b n u NTO ! O C RAC ST ICO TA FA N

R IT T O R E C S O Per creare un racconto fantastico:

c Scegli, fra questi personaggi e luoghi fantastici, quelli che maggiormente “stuzzicano” la tua fantasia o inventane altri a tuo piacere. PERSONAGGI Una strega pasticciona

Un bambino che può rendersi invisibile

Un cane che sa parlare e cantare

Un mago che ha perso i suoi poteri

Un robot animato LUOGHI

Il regno degli uomini volanti

ll paese sopra le nuvole

c Poi procedi in questo modo.

1

Descrivi bene, all’inizio, l’ambiente, il protagonista e gli altri personaggi che compaiono in questa parte.

3

2

Narra i fatti che danno inizio alla storia.

Spiega bene cosa accade in seguito.

4

Quando fai intervenire altri personaggi, descrivili brevemente.

5

Spiega e descrivi in particolare le magie, gli ostacoli, le sorprese, le situazioni fantastiche che compaiono nel tuo racconto. Arricchisci con dialoghi.

6

Decidi se dare alla tua storia un lieto fine, un finale a sorpresa…

i

miei la v o r i

Fai correggere il tuo lavoro all’insegnante, poi scrivi una tua valutazione su come ti sembra di aver lavorato. Quali sono stati i punti deboli? In cosa ti sembra di aver lavorato bene?

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leggi e scopri IL RACCONTO UMORISTICO Il racconto umoristico ha lo scopo di divertire, di far ridere. Per questo utilizza diversi ingredienti: esagerazioni, battute, doppi sensi delle parole, situazioni assurde…

Primo Rebaldo

Un giorno, traversando una strada Primo Rebaldo si accorse che il semaforo segnava rosso, e subito accorse un vigile. – Sei passato col rosso, – disse il vigile severamente, – devo farti una contravvenzione, – ed estratto il blocchetto delle multe, chiese: – Come ti chiami? Cognome e nome! Intimorito, Primo Rebaldo rispose balbettando: – Re... baldo... Pri... mo. Neanche l’aveva detto che il vigile lo vide trasformarsi nel giovane re Baldo Primo, con la corona sulla testa, il manto di ermellino sulle spalle e lo scettro in pugno. – Maestà, abbia pietà di me – balbettò il vigile – non intendevo offenderla. La scongiuro, non mi faccia arrestare. Primo Rebaldo proseguì tra la gente che si inchinava riverente, ma a lui d’essere re non interessava, i sovrani non gli piacevano neanche nelle fiabe e, pronunciato tutto intero il suo nome, tornò ad essere Primo Rebaldo. Meglio vivere da semplice cittadino, si disse: invece di sudditi riverenti e onori reali preferisco avere degli amici leali... Fu allora che gli venne quell’idea. Pensando alla parola “leali”, si chiese se oltre ad avere amici leali sarebbe stato bello avere anche le ali. – Ma sì – disse – voglio le ali! Subito gli spuntarono le ali, e spiccato il volo, se ne andò in giro a vedere il mondo. Marcello Argilli, Alla signorina Elle con tanto affetto, Fatatrac

I segreti del testo c Quali dei seguenti ingredienti del testo umoristico sono presenti in questo racconto? ■ Incomprensioni che si basano su giochi di parole. ■ Situazioni assurde. ■ Personaggi dalle caratteristiche esagerate.

c Secondo te questo racconto è: ■ un racconto umoristico realistico. ■ un racconto umoristico fantastico.

c Perché?

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testi na rrat i v i

Campeggio all’estero Quell’anno papà ci disse: – Andremo in campeggio all’estero. Poi, rivolto alla mamma: – Ho pensato che per i bambini sia bene che andiamo in Germania. Sentiranno parlare tedesco tutto il giorno. Sarà quel che si dice “un bagno di lingua”. Io, a dire il vero, sognavo soprattutto i bagni di mare. Domandai: – A che serve un bagno di lingua? – Usa il cervello, Giancarlo! – sbottò papà. – Alla fine del mese, saprai parlare tedesco. Per riuscire nella vita è importantissimo sapere una lingua straniera. – E tu lo sai, il tedesco? – domandai. Il mio papà tossì e rispose: – Un po’. Il che era una bugia bella e buona. Le dolenti note cominciarono alla frontiera. Il doganiere tedesco si mise a dirci delle cose, disegnando in aria dei quadratini. Non ci capivamo un accidente. Papà aprì il bagagliaio, le valigie, la sua borsa; ed era sul punto di vuotarsi le tasche, quando io dissi: – Credo che voglia le nostre carte d’identità. Era esatto. Papà, con il tono delle solennità, ci spiegò: – Il tedesco è una lingua molto difficile. Bellissima, ma difficile. Le cose si aggravarono una volta arrivati al campeggio. Il gestore parlava a briglia sciolta quanto il doganiere, ma noi, dopo una giornata di autostrada, non avevamo fatto molti progressi in tedesco. Papà si tergeva la fronte col fazzoletto e la mamma ripeteva: – Ma cos’è che vuole da noi? Il gestore continuava a parlare, disegnando in aria dei triangolini. Io dissi a papà: – Vuole che andiamo a piantare la tenda. Era esatto. Il gestore mi ringraziò con un cenno del capo, e papà mi disse: – Sei davvero dotato per il tedesco, Giancarlo. Marie-Aude Murail, Papà e i bagni di lingue, Emme Edizioni

F i lo diretto con...

EDUCAZIONE al la C IT TADINA NZA

La dogana è il posto di controllo alla frontiera fra due stati. Oggi, quando si passa la frontiera fra i paesi che fanno parte della Comunità Europea, come l’Italia e la Germania, non è più necessario mostrare i documenti: persone e merci possono circolare liberamente.

I segreti del testo c Sottolinea nel racconto le frasi che, secondo te, rendono in modo efficace la comicità della situazione.

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IL RACCONTO UMORISTICO

Il ragno no! In casa di Simona sono tutti vegetariani, cioè non mangiano carne; hanno fatto questa scelta per rispetto degli animali. Ogni mattina mamma fa una doccia fredda, anche d’inverno. Oggi, a un certo punto, l’abbiamo sentita urlare nel bagno. Papà, mia sorella Simona e io siamo tutti accorsi: mamma si nascondeva dietro la cesta per la biancheria sporca, in mezzo a una pozzanghera di acqua insaponata. – Là... là... – gemeva additando la vasca da bagno, sulla quale correva un ragno peloso, grosso come un granchio. – Uccidimi questo schifo, Renato! Malgrado il disgusto, papà ha afferrato la pantofola con il pompon di mamma e si apprestava a schiacciare il mostro quando Simona ha gridato: – No, fermati! Papà si è fermato di colpo, con la mano armata di pantofola a mezz’aria. – Non voglio che l’ammazzi! – ha ripreso Simona, con l’occhio fiammeggiante. – È pur sempre un essere vivente! – Non ascoltarla e assesta un bel colpo! – ha esclamato la mamma, furiosa. – E non con la mia graziosa pantofolina, ma con la tua vecchia ciabatta.

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testi na rrat i v i

Allora Simona è crollata sul lavandino piangendo. Ha detto che non valeva la pena di essere vegetariani se poi si assassinavano impunemente certe povere bestiole innocenti. E poi che lei aveva voglia da tempo di mangiare una bella bistecca ai ferri, e che non lo faceva solo per obbedire ai genitori, e che poi, in quel caso, l’animale era già morto, e non ucciso per mano nostra! – Mia cara, tu scherzi! – ha detto mamma, sempre dietro la cesta della biancheria sporca. – No! – ha replicato Simona, con i lacrimoni sulle guance. – Mi piacerebbe mangiare anche del prosciutto e della salsiccia. Ma per favore, nessun massacro in casa nostra! – Ha ragione, – ha detto papà tendendo la vestaglia alla mamma. – Bisogna essere coerenti e non uccidere nessun animale, proprio nessuno! Simona, piegata sulla vasca, osservava il ragno, tutta intenerita. – Per favore, mi voglio occupare io di questa bestiola... – Allora, – ha sospirato la mamma, – che almeno non esca dalla vasca! Io mi occupo già di un pesce rosso, ma di un ragno, non se ne parla neanche! Ed è uscita portandosi appresso l’asciugamano per andare a fare la doccia dai vicini del piano di sotto. – Siamo d’accordo, – ho detto a mia sorella, – lo alleveremo insieme. Marie Farré, Simona la burlona, Emme Edizioni

Il testo e l’i mma gine ◗ Ti sembra che l’illustrazione renda bene la comicità del brano? Perché?

COMPRENDERE ◗ Perché Simona non vuole che il papà uccida il ragno? ◗ Che cosa propone? ◗ Come si conclude la doccia della mamma? ◗ Chi si offre di aiutare Simona?

I segreti del testo c Lo scopo dell’autore è: ■ far capire che non bisogna uccidere gli animali. ■ divertire raccontando situazioni un po’ strane e ridicole.

c Da chi è narrato il racconto? ■ Da un narratore esterno. ■ Da uno dei personaggi della storia.

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IL RACCONTO UMORISTICO

Strani animali

L’

Il pappagatto (cocomicius technicoloris) è un animale molto grazioso, dai colori vivacissimi. Ricorda un po’ il pappagallo e un po’ il gatto. È molto socievole e può essere tenuto in casa su un trespolo (ma senza catena!). A differenza del pappagallo, che ripete meccanicamente P re g quello che sente, il pappagatto (essendo anche gato? to e quindi animale libero e indipendente) dice sempre quello che gli pare. Esempio di una conversazione tra il pappagatto Maramito e il professor Kunbertus che lo tenne in casa con sé tre anni: Kunbertus: Buongiorno Maramito. Maramito: Maramito è appena uscito. Kunbertus: Maramito bello mangia brustolino. Maramito: Il brustolino se lo mangi lei. Kunbertus: Maramito bello bello bimbo. Maramito: Maramito ha cinquant’anni e perde le penne. Kunbertus: Maramito vuole acquettina. Maramito: Maramito preferisce birrona. Kunbertus: Co coccò co coccò co maramito cocò. Maramito: Prego? Kunbertus: Cocò cocò Maramito oggi contento. Maramito: Maramito poco contento con padrone che parla sempre come uno stupido.

Re ID co cita EA Ce mpa con IN le rcat gna un PI ra voci e le que com Ù po mito dei gius sto b pag n ’ g pa du te int uffo o o ra e r l cch a c pe on di u ian on rso azi alo na te una nag oni go. , il p g pr voce i: M er of es tta aso un re…

Stefano Benni, Stranalandia, Feltrinelli

SCRIVERE ◗ Prova anche tu a unire i nomi di animali diversi; inventa animali strani, descrivi come sono fatti e spiega i loro buffi comportamenti.

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I iti a t r Dive ere u n iv scr ONTO C ! RAC IST ICO R UMO

R IT T O R E C S O

Per inventare un racconto divertente: c Tra questi strani personaggi scegli quelli che ti attraggono di più, leggi l’inizio della storia e completala sul quaderno. Le domande possono aiutarti a sviluppare la vicenda. Arricchisci il tuo racconto con dialoghi, descrivi le situazioni e le reazioni dei personaggi.

ni

orno tornarono bambi

I genitori che per un gi

ica mattina. PieÈ una tranquilla domen pena svegliati ed tro e Sara si sono ap fare colazione… entrano in cucina per

• Che cosa vedono i due fratellini? Che cosa stanno facendo i genitori-bambini? Come reagiscono i due fratellini? Quali buffi episodi accadono quel giorno?

Una donna troppo dis

tratta

n voleva porta-

Il signore miope che no re gli occhiali

Quel giorno Stella si era alzata con l’intenzione di fare il bagn o al cane e di preparare il minestrone… pu ntamento con Il signor Pino ha un ap lla piazza dove la fidanzata. Giunto ne si avvicina a una si devono incontrare, statua…

• Che cosa dice il signor Pino? Come reagisce al silenzio della statua? Che cosa fa infine?

• Che cosa mette Stella nella tinozza? Che cosa fa il cane quando entra nella tinozza? Che cosa succede in cucina dove la pentola bolle sul fuoco? In che modo Stella cerca di rimediare?

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miei la v o r i

Evidenzia nel tuo testo la parte che ti sembra riuscita meglio, quella che secondo te rappresenta in modo efficace la comicità della situazione.

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leggi e scopri I RACCONTI DI PAURA E DEL MISTERO Nei racconti di paura e del mistero l’autore sviluppa pian piano la storia, descrive l’atmosfera, ci lascia con il fiato sospeso fino alla fine.

I segreti del testo

Piccola e pallida

Giunta in fondo alla scaletta passai davanti alla porta della camera. Non so cosa mi prendesse, ma fatto sta che, passando, allungai una mano e provai a girare la maniglia. La maniglia cedette, la porta si aprì. Nell’ombra del crepuscolo vidi una camera strettina, con una sola finestra. In mezzo alla camera, una figura in piedi, con un vestito di foggia complicata, uno di quei vestiti d’altri tempi. Notai che strascicava per terra, perché la figura era piccola: poco più alta di me. Piccola e pallida. Mi venne da pensare, pallida come la morte. Non si poteva concepire, infatti, che una persona viva fosse bianca a quel modo. Nella mezza oscurità della stanza l’ovale di viso voltato dalla mia parte pareva fatto di porcellana. Mi guardava fissa, con un brillio d’occhi atterriti in fondo alle grandi occhiaie d’ombra. Ora, è normale che noi si abbia paura dei fantasmi; nel caso che se ne veda uno, voglio dire. Ma è cento volte peggio accorgersi che il fantasma ha paura di noi. Io posso dirlo, perché l’ho provato. Scappai, con un urlo strozzato, e dopo ho l’impressione di non aver visto più niente finché non fui a casa mia. Avevo fissi davanti agli occhi quell’ovale di viso, quel ricco vestito alla moda di tanti anni prima. Non se ne potevano portare, oggigiorno, di vestiti così. E infatti non era una ragazza di oggi, quella che lo portava.

LABORAT O

Beatrice Solinas Donghi, Il fantasma del villino, Einaudi

RIO

I PERSONAGGI

c Cerchia il sinonimo di fantasma:

OSSERVA E RISPONDI

vampiro

c Chi è il personaggio misterioso che incontra la bambina?

c Immagina di incontrare un fantasma. Che aspetto ha? In quale luogo lo incontri? Tu quali sentimenti provi? Racconta sul quaderno.

spettro

c

ORA PROVA TU

c

Che cosa, di questo personaggio, la spaventa tanto? Sottolinea nella descrizione le parole che te lo fanno capire.

mostro

Nei racconti del mistero spesso compaiono personaggi misteriosi, terrificanti, che sono descritti in modo da incutere paura nel lettore.

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testi na rrat i v i

La marionetta Nel pomeriggio Quentin ha assistito allo spettacolo di marionette del signor Boldoni. Lo sguardo di una marionetta gli ha lasciato un’impressione strana, una certa inquietudine… Mi addormentai con l’immagine di quegli occhietti dipinti che si erano posati per un istante tanto lungo sui miei. Poco a poco, nell’ombra della mia stanza, li vidi materializzarsi. Prima sulla tappezzeria, poi sulla scrivania. Erano enormi, svolazzavano qua e là come farfalle mostruose. E mi fissavano. Una forma vagamente umana d’improvviso li avvolse e io vidi davanti a me una marionetta gigantesca, la cui testa si era messa a girare a grande velocità emettendo un suono terrificante. Tra l’ululato di un lupo e il cigolio di una porta. Orribile! Mi rannicchiai sotto le coperte, le mani sulle orecchie e il cuore che batteva a cento all’ora. Qualcuno mi prendeva per i piedi! Qualcuno mi tirava furiosamente ridendo: una risata atroce, spaventosa! Urlavo! Mi dibattevo con tutte le mie forze! Martellavo di pugni il materasso! Mi tenevo stretto disperatamente alle sbarre del letto! “Vieni, Quentin, vieni!” Era la voce di... Aprii gli occhi, malgrado il panico. Il signor Boldoni era davanti a me. Vicino a lui stava la marionetta, con la testa che girava su se stessa. Boldoni rideva sempre più forte: la sua risata rimbombava nella stanza, rimbalzava sui muri e nella mia testa. Quelle mani giganti mi afferravano le caviglie, le muovevano in tutte le direzioni. Mi accorsi che stavo perdendo la presa sulle sbarre, poi la mia testa sbatté per terra. Mi sedetti sul letto, col cuore che mi rimbombava nel I segreti petto. Era solo un incubo!

del testo

Gérard Moncomble, Maledetto 13, Giunti

LA “COLONNA SONORA”

c In questo racconto sono presenti

SCRIVERE ◗ Ti è capitato di fare un brutto incubo e di scoprire poi con sollievo che si trattava solo di un sogno? Che cosa hai sognato? Che cosa provavi? Descrivi nei particolari.

molti dati uditivi (suoni, rumori) che, come nei film, contribuiscono a creare l’atmosfera di paura, di terrore. Sottolineali nel testo.

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I RACCONTI DI PAURA E DEL MISTERO

La casa degli spettri È la notte di Halloween. Alcuni ragazzi travestiti da spettri decidono di visitare una casa misteriosa…

c … molte mani, come i tentacoli di una piovra, si allungarono…

La casa era strana, immensa e buia. Migliaia di finestre rispecchiavano le gelide stelle. Sembrava intagliata nel marmo nero invece che in travi di legno; guardarono in alto il tetto della vecchia casa, che pareva un cimitero. Infatti la sommità era costellata di spunzoni che assomigliavano a ossa nere o puntali di ferro e di tanti comignoli. Lungo un sentiero fra le erbacce raggiunsero silenziosi il portico in rovina. Tom Skelton da solo salì il primo gradino. Gli altri tennero il fiato per la sua audacia. Poi, in massa, salirono i gradini del portico tra il cigolio delle assi, tremando sulle gambe. Ognuno desiderava fare dietrofront e fuggire, ma era intrappolato fra il compagno davanti e quello dietro. Così, come un millepiedi, un po’ avanzando e un po’ retrocedendo, i ragazzi-spettri madidi di sudore si arrestarono davanti al portone della casa, stretto e lungo come una bara. Per un lungo minuto rimasero immobili: molte mani, come i tentacoli di una piovra, si allungarono verso il pomo della porta e il battente. Intanto le assi di legno del portico gemevano e si curvavano sotto il loro peso, minacciando a ogni movimento di cedere e di precipitarli in chissà quale abisso sottostante infestato di scarafaggi. Henry-Hank esclamò: – Guardate! Tutti fissarono il battente della porta. La mano di Tom tremò nel toccarlo. Il battente era modellato sulla faccia di un vecchio uomo con un terribile mal di denti, la mascella fasciata, i capelli ritti, i denti in fuori, gli occhi spiritati.

Il testo e l’i mma gine ◗ Le immagini sono riuscite a rendere bene l’atmosfera di mistero e paura del racconto? Come? Osserva i colori, le sfumature, le espressioni dei personaggi e commenta insieme ai compagni. Poi prova anche tu a illustrare un racconto di paura.

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R IO

I segreti del testo

O

– Bussa – disse Henry-Hank. T LABO RA Tom Skelton afferrò la mascella gelida del vecchio, la sollevò IL LUOGO, IL TEMPO, e la fece ricadere. Tutti sobbalzarono al tonfo. L’ATMOSFERA L’intera casa rintronò. Le mura scricchiolarono. Poi il portoOSSERVA E RISPONDI ne d’ingresso si scosse, la maniglia girò, il battente con la c Dove si svolgono i fatti narfaccia del vecchio fece una smorfia e l’uscio si aprì. rati? Un vento freddo investì i ragazzi e quasi li fece cadere. Si ................................................... strinsero spaventati uno contro l’altro. La casa esalava un buio mistero. Dai battenti spalancati il vento attirava in un vortice i ragazc Quando? zi trascinandoli attraverso il portico. Puntarono i piedi per ....................................................... non essere inghiottiti dall’atrio buio e profondo. Lottaroc Sottolinea nel testo con colori dino, gridarono, si avvinghiarono al parapetto. Poi il vento versi: cessò. • la descrizione dell’insolito ambiente; Un’ombra nera camminava nell’oscurità. • i fatti che “creano il mistero”, che Dall’interno della casa, da molto lontano, qualcuno tengono il lettore con il fiato sospeso; avanzava verso la porta. Chiunque fosse, doveva es• le espressioni che fanno capire la paura provata dai ragazzi. sere vestito di nero poiché riuscirono a scorgere solo una faccia pallidissima venire avanti. ORA PROVA TU La faccia pallidissima sorrise sinistramente affaccianc Chi sarà il misterioso personaggio? dosi alla porta. Dietro a quel sorriso stava un uomo Che cosa accadrà? Come finirà questa avalto, avvolto nell’ombra. Ora potevano vedere i suoi ventura? occhi, come punte di spillo arroventate nelle orbite Scrivi tu la conclusione del racconto. nere, che li fissavano. Ray Bradbury, L’albero di Halloween, Bompiani

c c

I

seg ret i de l l e p a r o l e

c Quando un racconto tiene con il fiato sospeso, si dice che è ricco di suspense. Suspense è una parola inglese che vuol dire, appunto, “sospensione”.

Nei racconti del mistero il tempo in cui si svolgono i fatti, i luoghi spesso insoliti, l’atmosfera particolare contribuiscono a creare l’attesa, a tenere il lettore con il fiato sospeso.

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I RACCONTI DI PAURA E DEL MISTERO

Roald Dahl, Il GGG, Salani

Qualcosa

Sofia non riusciva a prender sonno. Un raggio di luna che filtrava tra le tende andava a cadere proprio sul suo cuscino. L’Ora delle Ombre, qualcuno le aveva confidato un giorno, è quel particolare momento a metà della notte quando piccoli e grandi sono profondamente addormentati; è allora che tutti gli esseri oscuri escono all’aperto. Il raggio di luna brillava più che mai sul cuscino di Sofia, così lei decise di scendere dal letto per accostare le tende. In un attimo era scomparsa sotto le tende e guardava dalla finestra. Sotto la luce lunare la strada del paese sembrava completamente diversa. Le case apparivano contorte, come in un racconto fantastico. Sofia lasciò errare lo sguardo più lontano. E improvvisamente si sentì gelare. Qualcosa risaliva la strada. Qualcosa di nero... Qualcosa di grande... Una cosa enorme, magrissima e oscura. Non era un essere umano. Non poteva esserlo. Era quattro volte più grande del più grande degli uomini. Così grande che la sua testa sovrastava le finestre del primo piano. Sofia aperse la bocca per gridare, ma non emise suono. La gola era paralizzata dalla paura. Non c’era dubbio che quella fosse l’Ora delle Ombre. La grande sagoma scura veniva verso di lei. Camminava rasente le facciate, risalendo la strada e nascondendosi nelle rientranze buie, non raggiunte dalla luce della luna. Si avvicinava sempre di più, sempre di più, muovendosi a scatti. Tremando in tutto il corpo, Sofia si ritrasse dalla finestra, saltò nel letto e si nascose sotto le coperte.

di n e ro. . .

L’Ora delle Ombre

I segreti del testo c Il testo può essere diviso in due parti in

COMPRENDERE

cui la bambina prova sensazioni diverse:

◗ Perché Sofia si avvicina alla finestra? ◗ Come le appaiono la strada e le case? Perché, secondo te? ◗ Chi vede all’improvviso?

attesa, curiosità

paura, terrore

Separa le due parti del testo evidenziandole con i colori indicati.

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I so s e Ad a u n nt e v n i NTO ! O C RAC IST ERO M DE L

R IT T O R E C S O Per scrivere un racconto del mistero: 1

Stabilisci gli ingredienti del racconto.

Scegli il mistero da svelare:

chi è lo strano personaggio che si aggira…

perché i personaggi di un dipinto cambiano espressione e posizione…

il tesoro “maledetto” di un luogo misterioso è stato rubato…

Decidi in quale luogo ambientare il tuo racconto: un fitto bosco…

un vecchio castello…

il faro di un’isola…

Scegli il tempo in cui si svolgono i fatti: in una notte di tempesta…

in un pomeriggio nebbioso e cupo...

in una gelida sera d’inverno…

Scegli quali personaggi inquietanti e spaventosi vuoi far comparire: un fantasma che si aggira di notte

2

un lupo mannaro

un vampiro assetato di sangue

Racconta con ordine e arricchisci con descrizioni. i

Descrivi nei particolari l’ambiente e i luoghi in cui i personaggi agiscono: che cosa si vede, che cosa si ode… Crea l’atmosfera di suspense: i rumori, gli odori, i personaggi misteriosi… Descrivi le emozioni e le reazioni dei personaggi: come si sentono, che cosa fanno… Alla fine se vuoi svela il mistero, oppure lascia il lettore con il fiato sospeso.

miei la v o r i

Rileggi i suggerimenti del punto 2 e valuta il tuo lavoro: ti sembra di aver lavorato bene? Pensi che il tuo testo potrebbe migliorare? In che cosa?

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e r i e t g t g Le tu n si in se i

a saper leggere, Per amare i libri, non import basta avere immaginazione e gatto, eh m... volevo dire TATTO.

INTERVISTA ALL’AUTORE Che cos’è un libro? A che cosa serve? Leggi che cosa ne pensa lo scrittore Bruno Munari

BRUNO MUNARI (Milano, 1907-1998) è stato un artista e uno scrittore importantissimo. Ha lavorato molto anche con i bambini, facendo laboratori e libri divertenti e imprevedibili. Se non sai da quale libro cominciare, eccoti qualche suggerimento. • La favola delle favole • Il prestigiatore verde • Cappuccetto bianco • Rose nell’insalata I libri di Munari sono editi da Corraini.

Che cos’è un libro? Un oggetto fatto da tanti fogli tenuti insieme da una rilegatura. Ma che cosa c’è dentro? Di solito ci sono delle parole che, se fossero messe tutte in fila su una riga sola, questa riga sarebbe lunga chilometri e per leggerla bisognerebbe camminare molto. Ma che cosa si legge in quelle parole? Si leggono tante storie diverse, storie di gente di oggi o del passato, esperienze scientifiche, leggende, pensieri molto difficili, poesie, informazioni tecniche, storie di fantascienza… Anche favole? Certamente anche favole, storie comiche, nonsense. Con tante figure? Certe volte con moltissime illustrazioni e poche parole. Ma a che cosa serve un libro? A comunicare il sapere o il piacere, comunque ad aumentare la conoscenza del mondo. Quindi, se ho ben capito, serve a vivere meglio. Sì. La conoscenza è sempre una sorpresa, se uno vede quello che già sa, non c’è sorpresa. Bisognerebbe fare dei piccoli libri tutti diversi tra loro, ognuno con dentro una sorpresa diversa. Bruno Munari, I prelibri, Corraini

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MILLE LIBRI... MILLE GUSTI!

Le inn gg e i s tut re en t si i

LA MIA OPINIONE Secondo te, che cosa sono e a che cosa servono i libri? ...................................................................................................................................... ......................................................................................................................................

LA MIA DOMANDA Ti sarebbe piaciuto incontrare Munari? Che domanda gli avresti fatto? ................................................................................................................................... ............................................................................................................................ ......................................................................

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UNA SFIDA TUTTA PER ME

L’ISPIRAZIONE... Come si può inventare un libro con una sorpresa dentro? Prova anche tu a fare come Munari... Costruisci un libro, usando materiali diversi dalla carta. Eccoti un primo suggerimento. 1. Fai tutte le pagine con la carta pergamena, tranne l’ultima, che sarà, invece, di cartoncino bianco. 2. Qui disegna il paesaggio che preferisci (di città, di montagna, di collina...). Secondo te che cosa succederà quando sfoglierai il libro? Se non riesci a immaginarlo, pensa un po’ alla nebbia che si dirada... E poi vai a vedere il libro di Munari Nella nebbia di Milano: scoprirai delle belle sorprese!

LA SFIDA...

DI IDEA

TO

GAT

Con un pennarello colorato, ogni bambino della classe ricopia su una striscia di carta, alta 5 cm e lunga 12, la sua opinione su che cosa è un libro. Poi, incollate le strisce una di seguito all’altra sulle pareti dell’aula. Ecco un bel “libro-riga”, proprio come aveva pensato Munari! Chissà quanto è lungo...

Bene, ora tocca a te. Se tu volessi realizzare un libro tutto da toccare quale materiale utilizzeresti? E se tu volessi che le pagine fossero una diversa dall’altra?

Divertiti a immaginare e a costruire il libro che ti “ispira” di più.

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re i e t gg ut i e L t ns in se i

ANIMIAMO LA LETTURA

UN LIBRO, TANTE MANI – Nonna, davvero avevi un libro-teatro quando eri piccola? – Certo, Emanuele, anzi, mi stupisco che anche tu non ne abbia uno! – Ma nessuno me l’ha regalato, non è colpa mia. – Sbagliato, Emanuele, non è colpa tua e non è merito tuo. – Che significa? – Significa che i libri, piccolo mio, bisogna scoprirseli da soli e, se è necessario, farseli. – Farseli?! Ma nonna, è impossibile! Già un libro “normale” è una cosa difficilissima, figuriamoci poi un libro-teatro che non so neanche cosa sia! Non sono mica un mago, sai? – Sbagliato anche questo. Se sei un bambino, un po’ sei anche mago. I bambini e i maghi hanno in comune una cosa importantissima: inventano desideri e, con la loro immaginazione, riescono anche a realizzarli. – Ho capito, nonna, ma se non so come è fatto un libro-teatro, come faccio a desiderarlo? Vabbè essere maghi, ma così è impossibile! – Ma allora non hai proprio capito! Desidera il tuo libro, Emanuele, desideralo con tutte le tue forze e dentro di te apparirà l’immagine di ciò che vuoi. Scommettiamo?

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libro-teatro come Hai bisogno di:

E man uel e ?

8 cartoncini leggeri • matite colorate • tempere e un pennello • nastro adesivo e colla stick • forbici

1 ritaglia qui

1. Ritaglia la parte interna di uno dei cartoncini e poi coloralo: ecco il “boccascena” del tuo teatro. 3

2. Prendi altri due cartoncini e piegali a meta’.

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RETRO

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2

3. Con il nastro adesivo, attacca il boccascena ai due cartoncini piegati.

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Le inn gg e i s tut re en t si i

ANIMIAMO LA LETTURA – Scommettiamo! – Allora chiudi gli occhi e pensa: come può essere un libro-teatro? È un libro-libro, di quelli con la copertina e le pagine di carta che si sfogliano leccandosi il dito, o è diverso? – Ecco nonna, vedo una stanza buia buia, ma un angolo è illuminato da luci multicolori. In quell’angolo c’è una cosa che sembra un libro. Eh sì, ha la copertina, perciò è un libro, ma all’improvviso sbucano fuori tante mani, saranno due… quattro… sei… otto, accidenti nonna, non riesco a contarle. – Non importa quante sono, ma che cosa fanno… – Beh, queste mani sono infilate in guanti bianchi e girano le pagine e… Meraviglioso!!! Le pagine si aprono a fisarmonica e diventano un teatro vero, con le scene e i personaggi! – E poi? – Sento delle voci, le nostre voci e molte altre, che parlano, recitano, ridono. Le nostre voci nonna, le nostre mani… – Ecco Emanuele, ecco cos’è un libro-teatro. Un libro per tante voci e tante mani. Ora sei pronto per farne uno. Teresa Porcella

1 3

4. Piega all’interno i due cartoncini laterali e poi incolla un quarto cartoncino: questo è il tuo teatro!

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5. Ora, unisci con il nastro adesivo gli ultimi 4 cartoncini. Questa è la tua “base-libro”.

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6. Sempre con il nastro adesivo attacca il teatro tra i due cartoncini centrali della “base-libro”.

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7. Il libro-teatro è pronto! Prova ad aprire e chiudere e... buon divertimento!

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re i e t gg ut i e L t ns in se i

LINGUAGGI A CONFRONTO

E ADESSO... SI FA

TEATRO!

Il testo teatrale si chiama copione. Il copione è un testo scritto in modo particolare, perché deve essere interpretato dagli attori sul palcoscenico. Osserva com’è fatto. Accanto ai nomi dei personaggi sono scritte le battute, cioè i testi che gli attori devono recitare.

IL COPIONE PIETRO: Allora ci vediamo a mezzanotte davanti alla fontana? TOMMY: (Sottovoce, facendo cenno all’amico di parlar piano) SSS…, non voglio che quelli di là (indica la porta in fondo alla scena) ci sentano. Va bene, a mezzanotte alla fontana.

Accanto alle battute si possono trovare le didascalie, cioè delle frasi fra parentesi che indicano all’attore come deve recitare, come si deve comportare sulla scena. Naturalmente le didascalie non devono essere recitate.

Ci sono poi le indicazioni sceniche che spiegano quel che succede sulla scena: le caratteristiche dell’ambiente, la posizione e i movimenti dei personaggi, i cambi di scena.

Tommy esce. Cambio scena. La piazza del paese con al centro la fontana. Lampeggia. Entra in scena Pietro guardandosi intorno. PIETRO: Con questo tempo da lupi, non c’è proprio nessuno in giro…

PER FARE L’ATTORE Ecco alcune regole per imparare a recitare. Leggi il copione insieme ai compagni, almeno una volta. Poi dividetevi i ruoli: ognuno interpreta il personaggio che ha scelto, cercando di dare alla voce l’intonazione che ritiene adatta. Interpretare con la voce un personaggio significa immaginare e imitare un tono di voce che lo caratterizzi: lo renda simpatico o antipatico, autorevole, divertente… che lo distingua insomma dagli altri personaggi.

co troverai i l copione de Nella pagina a f ian l vostro spettacolo!

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Le inn gg e i s tut re en t si i

PAROLE, VOCE, MOVIMENTO PER LA LETTURA

IL VASO DA NOTTE D’ORO DEL RE Personaggi RE CENTOCARAT PRIMO INDOVINELLIERE SECONDO INDOVINELLIERE TERZO INDOVINELLIERE NOTTETEMPO (Guardia e Servitore) CITTADINI (tutti con vasi da notte colorati in testa)

La lettura del testo teatrale richiede un’attenzione davvero particolare. • Leggi una prima volta il testo in modo silenzioso, per capire bene le battute e i suggerimenti che ti danno le didascalie. • Leggi poi ad alta voce scegliendo l’intonazione giusta della voce e rispettando la punteggiatura. • Quando trovi i tre puntini … devi dare alla tua voce l’intonazione di un discorso lasciato a metà e fare una pausa.

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Prologo Sala del trono. Entra in scena il primo personaggio: è Nottetempo, guardia e servitore del re. Gonfiando il petto e con voce possente inizia a declamare. NOTTETEMPO: Quando i merli erano bianchi e le galline grandi come mucche viveva nel paese di Dodor un re che si chiamava Centocarat... Arriva il re con il suo seguito. È a testa scoperta ed è quasi calvo, ha solo quattro capelli quattro in testa. Tutti gli altri hanno in testa vasi da notte coloratissimi. RE CENTOCARAT: Re Centocarat, che sono me, decide che dalla mezzanotte di oggi che è domenica, è indetta una crociata per la cerca e il ritrovamento del vaso da notte d’oro del re, che sono me. Al cavaliere o a qualunque altro sfaticato lo trovasse et me lo riportasse, che mi pigli un coccolone all’istante, se non gli do subito in premio uno castella et una bona donzella, che è figlia di re, che sono me. Firmato: Re Centocarat di Dodor! Entrano di corsa, urlando, tre persone ad interrompere l’azione. Sono gli Indovinellieri. Il re esce.

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re i e t gg ut i e L t ns in se i

PAROLE, VOCE, MOVIMENTO PRIMO INDOVINELLIERE: Fermi! SECONDO INDOVINELLIERE: Fermi! TERZO INDOVINELLIERE: Fermi! I TRE INDOVINELLIERI: Fermi tutti!!! PRIMO INDOVINELLIERE: Siamo andati... SECONDO INDOVINELLIERE: ... troppo avanti... TERZO INDOVINELLIERE: ... con la storia. PRIMO INDOVINELLIERE: Troppo! (viene spinta via una prima parte del seguito del re) SECONDO INDOVINELLIERE: Troppo! (viene spinta via una seconda parte del seguito) TERZO INDOVINELLIERE: Troppo! (viene spinta via una terza parte del seguito) PRIMO INDOVINELLIERE: Procediamo con ordine. SECONDO INDOVINELLIERE: Ricominciamo. TERZO INDOVINELLIERE: Sì, torniamo indietro. Escono tutti e tre, per rientrare in scena subito dopo. Uno dopo l’altro recitano gli indovinelli. PRIMO INDOVINELLIERE: Sembra un elmetto con il manico, il che lo rende oltre che elegante assai pratico. Lo potete portare davanti, il manico, o di dietro. Se siete mancini, come me, lo porterete a sinistra, se no a destra. Assomiglia anche tanto ad una grossa tazza, e se vi salta il ghiribizzo o vi punge vaghezza, ci potrete versare dentro latte e caffè e farci in questo modo un notevole e delizioso cappuccino. È pesante tot chili. Indossarlo conferisce una grande maestà e importanza. Come fosse apparso, nei libri e negli antichi registri della biblioteca non c’era traccia. Apparve e basta, un giorno non c’era e il giorno dopo eccolo lì! Che cos’è? SECONDO INDOVINELLIERE: Viene usato dalla nonna e dal bambino, e serve per farci il bisognino. Ha un solo manico e può essere usato come una padella ed ha una strana forma di coppella. Si usa la notte per risparmiare di far fatica a camminare. Che cos’è indovina un po’?! A pensarci io ci sto!

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Le inn gg e i s tut re en t si i

TERZO INDOVINELLIERE: Sopra ha un grande foro, può servire per grandi e per piccini. Se ce l’hai, in camera da letto puoi restare e non devi camminare, può sembrare una pentola ma emana un odorino non tanto buono e va pulito con splendore. A Dodor il re ce l’aveva d’oro. I TRE INDOVINELLIERI: (stupiti e ammirati) Ooooooooooh! Parte una musichetta vivace, una danza. Entrano tutti i ragazzi e iniziano a muoversi in scena liberamente al ritmo della musica. Ad ogni interruzione musicale un ragazzo grida: “La persa!” e tutti si mettono a mimare una cosa persa. Poi riprendono tutti insieme a camminare fino ad una seconda interruzione. Un ragazzo grida: “La cerca!“ e tutti iniziano a cercare. Di nuovo tutti in movimento fino ad una terza interruzione. Un ragazzo grida: “La trova!“ e tutti gridano e saltano gioiosi.

Come continuerà la storia?

TUTTI: (ben ordinati, in fila per due, iniziano a uscire ripetendo in coro) La persa, la cerca, la trova. Escono tutti di scena e rimangono solo i tre Indovinellieri.

c c

In scena!

Scrivi insieme ai compagni la continuazione e poi mettete in scena tutto... in un bel libro-teatro! Come? Leggi qui sotto.

Servono gli stessi materiali del libro-teatro (vedi p. 76) più... degli stecchi di legno. 2. Disegnate gli ambienti di ogni fondale (per esempio la sala del trono...).

1. Colorate con le tempere i fondali della vostra storia (usate un foglio per ogni fondale).

3. Disegnate tutti i personaggi della recita…

4. Ritagliate con le forbici le sagome dei personaggi. Poi, con il nastro adesivo, attaccate sul retro un’estremità dello stecco di legno. Ora è tutto pronto. Buono spettacolo!

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re i e t gg ut i e L t ns in se i

PAROLE PER PENSARCI In pagine come queste troverai lettu re un po’ “speciali”: testi per rif lettere, conoscerti meglio, esprimere e conf rontare con gli altri idee ed emozioni.

• Leggi silenziosamente oppure ad alta voce, condividendo il momento della lettura con i compagni e le compagne. Scambiatevi poi le vostre riflessioni e le vostre idee.

PERCHÉ HAI PAURA? Itamar ama gli animali. Egli ama tutti gli animali esistenti e perfino gli animali che non esistono, come l’unicorno o il dinosauro. Ma c’è un solo essere vivente del quale Itamar ha paura: la lepre. Itamar pensa: “La lepre è un animale molto pericoloso. È un animale grande come l’elefante e ha denti per tutto il corpo. Perfino sulla coda”. Egli è certo che le lepri sbranino i bambini. Ma un giorno succede qualcosa di importante. Itamar fa una passeggiata nel bosco con il babbo e con la mamma. Itamar va dietro un albero e si mette tranquillo a giocare con delle pietre. Improvvisamente arriva di corsa un coso piccolo piccolo e tanto grazioso che quasi si scontra con Itamar. Tutti e due si spaventano e gridano assieme: – Mamma mia! Il coso piccolo e grazioso guarda Itamar. Ha una pelliccia bruna, una coda molto corta, lunghe orecchie e un musetto piccolo. Il musetto trema un poco dalla paura. – Chi sei? – chiede il coso. – Sono Itamar – risponde il bambino. – Che sollievo! – dice il coso. – Temevo che tu fossi un bambino. – Ma che c’è da aver paura? – dice Itamar, meravigliato. – Ho tanta paura dei bambini – spiega il piccolo coso – e dovresti stare attento anche tu, perché i bambini sono molto pericolosi! – Macché – dice Itamar. – Sì che è vero – dice il piccolo coso. – Mi hanno detto che sono molto pericolosi e che sbranano le lepri.

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PAROLE PER PENSARCI – Non sbranano nessuno – dice Itamar. – Mangiano le solite pietanze e qualche volta non hanno nemmeno appetito. – Sono molto cattivi – ribatte il coso e si guarda attorno con paura. – Sono grandi come... come... forse come gli elefanti. Sì. E hanno denti dappertutto. Hanno denti perfino sulla coda. Itamar si mette a ridere: – Ma se non ce l’hanno neanche la coda! E non sono grandi come un elefante. Sono grandi esattamente come... come me! – Un momento! – dice in fretta il piccolo coso. – Come mai sai tante cose su di loro? – Sono io un bambino! – dice Itamar ridendo. Il coso dà un piccolo grido e le orecchie gli tremano. – Tu sei un bambino?! – e fa l’atto di fuggire nel bosco. Ma subito si ferma, si volge indietro e guarda Itamar con curiosità: – Ma non ho l’impressione che tu sia tanto cattivo... – dice. – E infatti non sono cattivo – dice Itamar. – E non ho nemmeno tanti denti su tutto il corpo. Solo nella bocca – aggiunge, e glieli mostra. – Ho l’impressione che ora non avrò più paura di te – dice il coso. Si avvicina e si siede accanto a Itamar, appoggiandosi un poco a lui. – Potremmo essere amici – dice Itamar – ma non mi hai ancora detto chi sei. – Io sono una lepre – dice il coso. – Una lepre?! – grida Itamar. – Tu sei una lepre?! E balza in piedi e comincia a scappare. Ma subito si ferma e guarda la piccola lepre. – Non ho l’impressione che tu sia cattiva – dice. – E non hai neppure tanti denti. – Solo nella bocca – dice la lepre e glieli mostra. – Forse non ho tanta paura di te – dice Itamar. – Vieni, giochiamo? David Grossmann, Le avventure di Itamar, Mondadori

A volte abbiamo paura di cose che non conosciamo: scoprendo come sono fatte si capisce che non c’è motivo di temerle...

Le inn gg e i s tut re en t si i

LE MIE EMOZIONI E I MIEI PENSIERI • Ti è mai capitato di aver paura di qualcosa e di scoprire poi che non ce n’era motivo? • Questo ti è capitato anche nel rapporto con i compagni? • Ti è successo di farti un’idea sbagliata su qualcuno e per questo di evitarlo e scoprire poi che la tua idea era sbagliata?

DISCUTENDO S’IMPARA

Durante la conversarispetta sempre i c turnizione di parola. c Per rendere tutto più facile: • potete passarvi di mano un oggetto: può parlare solo chi ha l’oggetto; • se non hai niente da dire, non sentirti obbligato a intervenire. Ricorda però che devi sempre ascoltare con attenzione ciò che dicono gli altri!

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RITRATTI A PAROLE ALLA RICERCA DI TRACCE Vuoi giocare a fare l’investigatore? Sai scoprire le tracce della descrizione? Pensaci... l’hai già incontrata nelle tue letture…

Metti alla prova

LA DESCRIZIONE

le tue conoscenze sui testi che descrivono…

c Prova a fare l’identikit della descrizione completando questa traccia con le parole che trovi in fondo alla pagina. L’IDENTIKIT DELLA DESCRIZIONE

CHE COS’È

COM’È FATTA

È un .............................,

fatto con le parole, di ambienti, persone, animali…

Utilizza dati ............................. cioè dati della ......................... , dell’.............................................. dell’.............................................. del .................... del .................. . Vi si trovano molti

A CHE COSA SERVE Ad arricchire le narrazioni, spiegandoci come sono fatti i ..................................... e gli ................................ delle storie. A farci conoscere animali, ambienti, oggetti che ci circondano di cui vogliamo approfondire le caratteristiche, sui quali vogliamo raccogliere ...............................

.................................................... .............................................

informazioni, sensoriali, vista, udito, odorato, tatto, gusto, ritratto, aggettivi qualificativi, personaggi, ambienti

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CHE COSA SCOPRIRAI Nelle prossime pagine leggerai descrizioni di:

c Imparerai a conoscere meglio: • quali elementi contengono e come sono costruite le descrizioni; • qual è il loro scopo; • dove puoi trovarle.

c Potrai metterti alla prova come “ritrattista” con le parole: imparerai a scrivere descrizioni sempre più complete ed efficaci.

E INOLTRE... LEGGERE IN TUTTI I SENSI c Quando avrai completato l’identikit, vai alla ricerca di altre caratteristiche della descrizione leggendo i brani delle pagine che seguono. Poi potrai tornare a rileggere l’identikit e, confrontandoti con i compagni e l’insegnante, prepararne uno nuovo più ricco e particolareggiato.

M I L L E L I B R I . . . M I L L E G U S T I : pagine per imparare a guardare e a fare le copertine dei libri, proprio come un vero editore!

L I N G U A G G I A C O N F R O N T O : un percorso tra parole e immagini per imparare a “dipingere” storie di tutti colori!

P A R O L E P E R P E N S A R C I : una lettura per imparare ad ascoltare e ad “ascoltarti”. Uno spunto per conoscerti e capire se c’è qualcosa che vuoi cambiare di te...

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? I D R RICO

a s o c Che

TI

ittivi r c s e d test i

Il pappagallo e l’albero c Leggi e osserva le parole evidenziate.

dato visivo

I seg reti d el le p a ro l e

C’era una volta un magnifico pappagallo. Non si era mai visto un uccello così meraviglioso. I suoi grandi occhi neri avevano dei riflessi di velluto, le sue piume variopinte brillavano come pietre preziose, le sue zampe delicate sembravano cesellate nel corallo. Insomma, era veramente splendido. Viveva felice sopra un grande albero che amava con tutto il cuore. Ne amava i rami robusti, coperti da larghe foglie di un colore verde brillante, la cui ombra benefica lo proteggeva dalla luce del sole. Amava ascoltare i dolci fruscii delle foglie mosse dalla brezza. E quello che gli piaceva più di ogni altra cosa al mondo era mangiarne i frutti saporiti che crescevano in tutte le stagioni. Ogni sera, quando le stelle si illuminavano ad una ad una nel cielo, il pappagallo sospirava felice: “Come sono fortunato: vivo contento e soddisfatto di quello che ho. Devo tutta questa gioia e questa pace al mio albero. Non lo abbandonerò mai; non lo lascerò mai per un altro”. E si rannicchiava felice contro il largo tronco prima di addormentarsi. J. Marin Coles, L. Marin Ross, L’alfabeto della saggezza, Edizioni EL

c Cesellate vuol dire lavorate con cura, rifinite.

Attraverso i dati sensoriali le descrizioni ci aiutano a immaginare come sono fatti gli ambienti, le persone, gli animali… di cui si parla nei testi.

I DATI SENSORIALI Le descrizioni sono ricche di dati sensoriali. I dati sensoriali esprimono ciò che si può cogliere con i cinque sensi. In questo testo trovi evidenziato un dato visivo. Continua tu a evidenziare altri dati e trascrivili sul quaderno specificando se si tratta di dati visivi, uditivi, olfattivi, gustativi, tattili.

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leggi e scopri DESCRIZIONI DI PERSONE La descrizione dei personaggi e del loro carattere ci aiuta a immaginarli e a sentirli vicini.

I segret del i testo

Carolina Nella mia classe c’era una bambina che si chiamava Carolina Kückelmann. Aveva occhi scuri, sopracciglia scure e capelli castano scuro, fissati a destra sulla tempia con un fermaglio. Sulla nuca e nel piccolo incavo tra il lobo dell’orecchio e il collo la sua pelle aveva un accenno di peluria che brillava al sole e talvolta fremeva lievemente al vento. Quando rideva, con una voce stupendamente roca, tendeva il collo in alto, piegava il capo all’indietro e tutto il suo viso era raggiante di gioia, con gli occhi socchiusi. Avrei potuto guardare quel viso in eterno, e lo guardavo non appena potevo, durante le lezioni o nell’intervallo. Ma lo facevo di nascosto e in modo tale che nessuno se ne accorgeva, neppure Carolina, perché ero molto timido. Ero meno timido nei miei sogni. Lì la prendevo per mano e la portavo nel bosco, e con lei mi arrampicavo sugli alberi. Patrick Suskind, Storia del signor Sommer, Longanesi

LABORA TORIO

L’ORDINE DELLA DESCRIZIONE

ORA PROVA TU

OSSERVA E RISPONDI

c Descrivi un compagno o una compagna di classe seguendo l’ordine individuato nel brano: fai la sua presentazione, evidenzia alcuni particolari del suo aspetto fisico e del suo carattere, aggiungi cosa pensi di lui o lei, parla del tuo comportamento nei suoi confronti.

c Numera nel giusto ordine le parti in cui può essere diviso il brano. Evidenziale poi nel testo con colori diversi.

tere della bambina? Secondo te, che tipo è Carolina? .........................................................................................................

c

c Da questa descrizione, puoi capire qualche aspetto del carat-

c

Descrizione di alcuni particolari dell’aspetto fisico. Presentazione della bambina. Riflessioni personali e comportamenti dell’autore nei suoi confronti. Descrizione di un comportamento della bambina.

Nella descrizione spesso si segue un ordine che rende la descrizione più efficace.

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leggi e scopri

DESCRIZIONI DI PERSONE

Due parole su Peter

c Gli piaceva stare da solo...

Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile. Lui però non capiva in che senso. Non si sentiva per niente difficile. Non scaraventava le bottiglie del latte contro il muro del giardino, non si rovesciava in testa il ketchup facendo finta che fosse sangue, e neppure se la prendeva con le caviglie di sua nonna quando giocava con la spada, anche se ogni tanto aveva pensato di farlo. Mangiava di tutto, tranne, s’intende, il pesce, le uova, il formaggio e tutte le verdure eccetto le patate. Non era più rumoroso, più sporco o più stupido degli altri bambini. Aveva un nome facile da dire e da scrivere e una faccia pallida e lentigginosa, facile da ricordare. Andava tutti i giorni a scuola come gli altri e senza fare poi tante storie. Tormentava sua sorella non più di quanto lei tormentasse lui. Nessun poliziotto era mai venuto a casa per arrestarlo. Nessun dottore in camice bianco aveva mai proposto di farlo internare in un manicomio. Gli pareva di essere un tipo piuttosto facile. Che cosa c’era in lui di così complicato? Fu solo quando era ormai già grande da un pezzo che Peter finalmente capì. La gente lo considerava difficile perché se ne stava sempre zitto. E a quanto pare questo dava fastidio. L’altro problema era che gli piaceva starsene da solo. Non sempre naturalmente. Nemmeno tutti i giorni. Ma per lo più gli piaceva prendersi un’ora per stare tranquillo in qualche posto, che so, nella sua stanza, oppure al parco. Gli piaceva stare da solo, e pensare i suoi pensieri. Ian McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi

COMPRENDERE ◗ Che cosa puoi conoscere da questa descrizione? ■ L’aspetto fisico di Peter. ■ Il carattere di Peter.

F i lo diretto con...

EDUCAZ IONE dell’AF F ETT IVITÀ

Tu pensi di avere delle caratteristiche in comune con Peter? Anche a te piace ogni tanto stare da solo a pensare o a fantasticare?

◗ Quali sono i due motivi per cui la gente considerava Peter un bambino “difficile”?

....................................

.......................................................................................

I seg reti d el le p a ro l e

.......................................................................................

◗ Scrivi due aggettivi adatti a definire Peter. .......................................................................................

c Ketchup è una parola inglese. È il nome di una salsa piccante, a base di pomodoro, usata per condire.

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Partenza per la gita Mattia oggi andrà in gita scolastica...

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R IO

– Mattia! Mattia! – lo chiamò una voce alle sue spalle. Era Giorgio, anche lui in ritardo, come sempre. Giorgio e Mattia erano molto amici. Giocavano a calcio I segreti del testo nella stessa squadra e avevano un sacco di cose in coT LABO RA mune: portavano lo stesso zaino, le stesse scarpe da ginAGGETTIVI E PARAGONI nastica, e a tutti e due piaceva la stessa compagna, la Viola. OSSERVA E RISPONDI Viola era una bambina alta e magrolina, con una lunc Quale bambina viene descritta nel tega coda di riccioli biondi. Era pettegola, vanitosa, sto? Sottolinea con due colori diversi gli elementi della descrizione che riguardano chiacchierona, ma anche molto coraggiosa. il suo aspetto fisico e quelli che riguardano Nel piazzale davanti alla scuola era parcheggiato il carattere; cerchia gli aggettivi qualificativi. un grosso pullman. Le maestre si davano un gran daffare per far salire gli ultimi ritardatari. Viste una c Nella descrizione delle maestre Annalisa accanto all’altra, erano proprio buffe: la Stefania e Stefania vengono utilizzati diversi paragolunga lunga e secca secca, come un asparago, ni. Ricercali nel testo e completa. l’Annalisa bassa e rotonda, come una cipolla. Era La Stefania era lunga lunga e secca come così bassa che i bambini non dovevano alzare la ............................................................................ testa per guardarla, e questo a loro piaceva. L’AnL’Annalisa era bassa e rotonda come nalisa aveva occhi grandi e azzurri, tranquilli co............................................................................ me quelli di una mucca, e grossi denti, sporgenAveva occhi grandi, azzurri e tranquilli come ti come quelli di un cavallo. Così sporgenti che ............................................................................ non poteva chiudere bene la bocca, perciò seme grossi denti sporgenti come brava ridesse sempre e non fosse mai triste, e an............................................................................ che questo piaceva ai bambini. Insomma, l’Annalisa ai bambini piaceva proprio ORA PROVA TU tanto. c Divertiti a descrivere in maniera buffa, – Giorgio! Mattia! – chiamarono le maestre. – Corusando aggettivi e paragoni, i tuoi familiari. rete! Presto! Il pullman sta partendo! I due bambini si affrettarono. – Si partee! – annunciò Otello, l’autista. Ingranò la Gli aggettivi qualificativi, insieme marcia e partì sobbalzando. ai paragoni o similitudini, rendono

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Fabio Daddi, Un vampiro con gli occhiali a farfalla, Salani

più ricca e piacevole la descrizione.

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DESCRIZIONI DI PERSONE

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I segreti del testo T ORIO

I DATI OGGETTIVI E I DATI SOGGETTIVI OSSERVA E RISPONDI

c In questa descrizione sono presenti: ■ solo le caratteristiche fisiche, le abitudini, il comportamento della nonna. ■ anche i sentimenti personali, le riflessioni dell’autore nei suoi confronti.

c Nel brano ci sono due aggettivi che si riferiscono all’aspetto fisico della nonna e tre che si riferiscono al carattere. Ricopiali sul quaderno e scrivi i loro contrari. ORA PROVA TU

c C’è una persona anziana a cui sei particolarmente affezionato? Parla di lei mettendo in evidenza soprattutto i tuoi sentimenti nei suoi confronti; racconta come si comporta con te e che cosa fate insieme.

c c

In una descrizione possono essere presenti dati oggettivi, che riportano caratteristiche che tutti possono osservare (aspetto fisico, comportamento...) e dati soggettivi, cioè riflessioni, sentimenti, considerazioni personali dell’autore.

Una donna speciale Mia nonna era una contadina. Coltivava e vendeva cavoli. Fece quest’unico mestiere nell’intera sua vita, ma lo fece con un tale amore da meritarsi la stima e il rispetto di tutta la gente del paese. Viveva sola, in una grande casa colonica persa in mezzo ai campi coltivati a cavoli. Era una donna taciturna, mite e generosa. Tutte le volte che andavo a trovarla, apriva il cassetto della credenza color crema e ne estraeva un regalino pronto per me: delle caramelle all’orzo, una gallinella di plastica gialla, alcune monetine sonanti, un berretto di lana fatto a mano. Lavorava sempre, mia nonna: durante la settimana china sulla terra, il sabato di corsa al mercato, con le ceste piene di cavoli freschi e appetitosi. Ho sempre pensato a questa vecchia come a una donna speciale, perché, nonostante vivesse a stretto, quotidiano, contatto con la terra, di terreno non aveva proprio nulla: la sua figura esile e leggera pareva volare tra un solco e l’altro, quasi a comporre una segreta danza aerea. Quando mia nonna morì, mi dissero che era volata in cielo. E io ci credetti subito. Anzi, sono tuttora convinta che quel giorno, dalla mia finestra, la vidi salire lieve verso lo spazio celeste, spiegando al vento due magnifiche ali di farfalla. Alessandra Cimatoribus, Quasi farfalle, Fatatrac

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I SE G RE TI DEL L E

PA R OLE

Sinonimi e contrari I sinonimi sono parole diverse che hanno lo stesso significato. Una parola si dice invece contraria di un’altra quando esprime il significato opposto.

r Leggi questi aggettivi che possono essere riferiti all’aspetto fisico di una persona e collega i sinonimi.

mingherlino

raffinato

robusto

atletico

elegante

magrolino

agile

massiccio

minuto

impacciato

goffo

piccolo

r Adesso scrivi i contrari di questi aggettivi che riguardano invece il carattere di una persona, scegliendo dall’elenco sotto. Cerca sul vocabolario i termini di cui non conosci il significato. spiritoso/ ...............................

cortese/.................................

estroverso/ ...........................

coraggioso/ ...........................

malinconico/ ..........................

simpatico/..............................

socievole/ ...............................

nervoso/ .................................

c

c

c c

altruista • calmo • antipatico scortese • introverso • serio • allegro riservato • pauroso

c

egoista/ .................................

Leggi un brano di un libro che ti piace e divertiti a cercare sinonimi e contrari degli aggettivi che incontri. Vedrai che non sempre è possibile trovarne!

c c

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leggi e scopri

DESCRIZIONI DI PERSONE

Quel tipo mi piaceva Dante, un bambino che non va troppo bene a scuola, incontra per la prima volta un anziano maestro che lo aiuterà a fare i compiti... Salii le scale; i gradini erano così consunti che mi fecero pensare a pezzi di parmigiano mangiucchiati. Il silenzio avvolgeva ogni cosa, me ne sentivo come risucchiato. In cima alla seconda rampa di scale c’era ad aspettarmi un signore alto, con una piccola faccia dai lineamenti compressi intorno a un gran naso. Mi sorrise incoraggiante come se io, Dante, fossi stato un pellegrino venuto da lontano, atteso da tempo immemorabile. Mi scusai per il ritardo. L’uomo mi offrì una mano tutta nodosa dicendomi con voce mite: – Eccoti qui, piccolo Dante. Hai faticato a trovare la strada? No? Sì? Sei qui, questo è l’importante. Mentre avevo ancora la mano nella sua, capii una cosa: quella faccia non l’avrei dimenticata mai. Ero sicuro che anche fra mille anni, se avessi incontrato Cosimo Dolente, avrei saputo riconoscerlo all’istante. Quel tipo mi piaceva. Nonostante la stranezza dell’aspetto, non era brutto. Aveva sopracciglia molto folte e bianche e radi capelli lunghi. Gli occhi erano di un grigio intenso e mi fissavano spiritati. Al posto della giacca indossava una vestaglia grigia. Sembrava decisamente uno scienziato pazzo. Abbassai gli occhi per non dargli l’impressione di guardarlo troppo e così notai le pantofole. Erano grosse e sformate, di feltro marrone, aggiustate con del nastro adesivo rosso. Grandiose! Dolente si riscosse e lasciò la mia mano per farmi strada lungo un corridoio largo come una galleria.

I segreti della lingua c Ricerca nel testo gli aggettivi che si riferiscono ai seguenti nomi e trascrivili. faccia ...................................................... naso ........................................................ voce ........................................................ mano ...................................................... sopracciglia ............................................ capelli .....................................................

Silvana Gandolfi, Occhio al gatto, Salani

Il testo e l’i mma gine ◗ Da quale particolare dell’abbigliamento di Cosimo Dolente rimane colpito il bambino? Perché? Osserva il disegno e inserisci tu questo... particolare.

COMPRENDERE ◗ Secondo te, Cosimo che tipo era? Scegli gli aggettivi. ■ originale ■ nervoso ■ socievole ■ elegante ■ gentile

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I ivi r c Des u n tu GGIO. NA O S PER

R IT T O R E C S O

Per descrivere un personaggio fantastico: 1 Leggi la descrizione di questo personaggio.

Ma che cos’è uno hobbit? Sono (o erano) gente piccola, alti all’incirca la metà di noi, e più minuti dei nani barbuti. Gli hobbit non hanno barba. Del resto, poco o niente di magico c’è in loro tranne il modo comunissimo con cui spariscono silenziosamente e velocemente quando gente grossa e stupida come me e voi capita lì attorno, facendo il rumore di un elefante che essi possono sentire a un miglio di distanza. Tendono a mettere su un po’ di pancia; vestono di colori vivaci; non portano scarpe, perché i loro piedi sviluppano piante naturalmente dure come il cuoio e un vello fitto, caldo e scuro come quello che hanno in testa (che è riccioluta); hanno lunghe, abili dita scure, facce gioviali, e ridono con risa profonde e pastose. J.R.R. Tolkien, Lo hobbit, Bompiani

2 Gli hobbit sono personaggi fantastici. Nella descrizione di questo personaggio gli elementi della realtà si mescolano a quelli della fantasia. Ricerca nel testo gli elementi realistici e quelli fantastici e sottolineali con colori diversi. 3 Adesso prova tu a descrivere un personaggio fantastico. Potrai divertirti a unire elementi realistici ad altri che nascono dalla fantasia. Segui questi consigli…

c

Decidi quale ordine vuoi dare alla tua descrizione. Ecco un esempio:

o

aspetto f isic

i

c Ricordati

o abbigliament abitudini ento e comportam

di usare molti aggettivi qualificativi.

c

Aggiungi paragoni e similitudini.

carattere

miei lavori

Esprimi una tua valutazione del lavoro riguardo alla ricchezza di linguaggio: uso degli aggettivi, paragoni e similitudini…

93 Copia personale. Non distribuibile né vendibile. © 2012 Giunti Scuola


leggi e scopri Sorprese nel giardino DESCRIZIONI DI ANIMALI Le descrizioni possono farci conoscere animali particolari e le emozioni che ci suscitano.

I segret del i testo

Leo si è trasferito in un paese africano con i genitori. Spesso si intrattiene con Mohamed, il giardiniere, nel giardino della casa… D’improvviso le foglie di un albero si mossero, come se ci fosse qualcuno a scuoterle. Mohamed fece un passo in avanti e infilò le mani tra le foglie. Leo si nascose dietro Mohamed. – Eccoti qua! – diceva. – Sei tu, eh?, che rubi la frutta! Leo, con il cuore in gola, sporse la testa e vide due enormi occhi fosforescenti che lo fissavano. Terrorizzato stava per scappare via, ma Mohamed lo afferrò per un braccio. – Leo, dove vai? – gli disse. – Prima di scappare, vieni a vedere. Leo si voltò lentamente. Mohamed aveva in braccio una creatura delle dimensioni di un gatto, con un musetto a punta, grandi orecchie e occhi rotondi, il corpo coperto da un lucido pelo grigio scuro. Teneva stretto un frutto rosso nelle piccole mani di scimmia. – Che cos’è? – chiese Leo. – Un galagone, una piccola scimmia. Tienilo tu. Pallido d’emozione Leo tese piano le mani. Aveva come al solito molta, moltissima paura. Le mani del galagone avevano delle unghiette aguzze. E se lo avessero graffiato? Però lo voleva. Lo voleva con tutte le sue forze. Mohamed glielo mise fra le mani, sempre con gesti lenti ma sicuri, e accarezzò piano l’animale. Adesso il galagone era tranquillo fra le sue braccia. Leo si sentiva svenire dall’emozione e dalla felicità.

LABORA TORIO

c

DESCRIZIONE E NARRAZIONE lagone, viene descritto l’animaletto. Sottolinea le frasi che lo descrivono.

c

c In questo racconto che narra l’incontro di Leo con il ga-

Le descrizioni arricchiscono e completano i testi narrativi; ci aiutano a immaginare e a comprendere meglio i fatti che vengono narrati.

c Qual è l’aspetto fisico del galagone? Completa lo schema. dimensioni

musetto

orecchie

occhi

pelo

unghiette

..........................

..........................

..........................

..........................

..........................

..........................

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testi descrittivi

I segreti del testo

O

Sadee, cane da campo

!

R IO

B AU W

AT

LABO R Sadee gironzolava tra l’erba alta annusando qua e là. Di tanto in tanto si fermava, drizzava il suo lucido naso nell’aria delI DATI STATICI la sera, e si rimetteva in cammino. E I DATI DINAMICI Ad un tratto, a mezzo metro di distanza, un grande fagiano OSSERVA E RISPONDI schizzò in aria, agitò rapidamente le ali, rasentò il campo di c Nella parte iniziale di quegrano in picchiata, atterrò e sparì dalla vista. sto testo, che descrive il com– Bauw! – abbaiò Sadee. portamento di Sadee e del fagiano, ci sono molti verbi Sadee non era un cane da caccia, ma si divertiva molto a rindi movimento e anche un correre i fagiani, le lepri e i conigli che si aggiravano nei camavverbio che indicano le pi attorno a casa. Per lei era già una soddisfazione spaventare azioni compiute dai due aniuna di quelle bestie. mali. Sono dati dinamici. Sadee non era neanche un cane pastore né un vero cane da Sottolineali e ricopiali sul quaguardia, e sicuramente non era un cagnolino da salotto. Era derno: Sadee… Il fagiano… semplicemente un cane a macchie bianche e nere, di nessuc Segue poi la descrizione di Sana razza, a meno che i cani randagi non vengano considedee che spiega le sue caratteristirati una razza. Ma Sadee non era nemmeno questo. Rarache e le sue abitudini. Qui prevalmente vagabondava per la strada, molto di più per i camgono i dati che non indicano movimento: sono dati statici. pi, da sola o con Blinker, il suo padrone. Era dunque un Leggi con attenzione e rispondi: cane da campo. Che tipo di cane è Sadee? ............... Aguzzò le orecchie. In alto nel cielo un airone volava len............................................................. tamente verso lo stagno del castello. Per un momento Qual è il suo aspetto? ........................ fissò il suo sguardo lontano, verso le tre torri che spun............................................................... tavano dal bosco. Un centinaio di metri dietro a Sadee, in una delle due cac L’ultima parte del racconto descrive mere della mansarda della casa, si accese una luce e una di nuovo il comportamento di Sadee nel campo. Qui ci sono ancora dati difinestra fu chiusa. Nell’udire quel rumore familiare Sanamici. Sottolineali e trascrivili. dee girò la testa e si rimise in cammino prima di essere richiamata in casa. Marc de Bel, Blinker e il mistero del castello, Giunti

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c ........................ ........................ ........................ ........................ ........................

Il testo e l’i mma gine ◗ Ti piace questa foto? Scegli dal testo una frase che ti piace e che ti sembra adatta e scrivi tu la didascalia sotto la foto.

Il gatto Il gatto è fatto di pelliccia. Davanti, sulla testa, ha un muso che usa per parlare e per mangiare i topi. Mangia anche le polpette e le bistecche. Il gatto è un animale predatore. I suoi denti sono straordinariamente affilati. Quindi non gli servono né coltello né forchetta. Sul muso il gatto porta i baffi, che non si rade mai. Li utilizza per cercare i passaggi tastandoli con la punta dei peli quando non ha voglia di guardare. Il gatto ha anche un naso. Ma la cosa più vistosa del gatto sono gli occhi. Sono fatti di topazio e smeraldo. Chi guarda il gatto negli occhi per più di tre minuti rimane stregato. In cima alla testa del gatto sono applicate due orecchie appuntite che lui gira per non sentire quando lo si chiama. Però quando vuole riesce a sentire anche una singola nota stonata nel verso dei grilli. Più su il gatto finisce, ma in compenso si prolunga in abbondanza verso il basso. È qui che comincia il corpo del gatto, che è oblungo e arrotondato e, in caso di necessità, dispone della possibilità di diventare sottile come un francobollo. Necessità del genere si pongono quando il gatto vuole scappare attraverso una porta socchiusa anche se non dovrebbe. A est e a ovest sotto il

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testi descrittivi

corpo del gatto crescono le gambe. Sono precisamente quattro e sulla loro estremità il gatto porta le zampe. Gli artigli di queste zampe sono estraibili e retrattili. Tutti conoscono il sistema del carrello degli aeroplani. Tuttavia il campo di applicazione degli uncini ricurvi degli artigli del gatto è diverso. Il gatto impiega i suoi strumenti per la lavorazione dei mobili imbottiti. A nord il gatto si prolunga con un organo a forma di antenna che si chiama coda. Più oltre il gatto finisce definitivamente. E ora veniamo al contenuto del gatto. Dentro il gatto, all’incirca a metà, risiedono le fusa. Le fusa sono invisibili. Non si vedrebbero neanche se si aprisse il gatto. Le fusa si sentono. Il gatto le accende e le spegne a propria discrezione. Anche se l’uomo ha la sciocca convinzione che le fusa siano rivolte a lui, il gatto le fa soltanto per se stesso. Il gatto sfrutta le sue capacità soprattutto per il proprio benessere. Quando è pulito, si va a sedere sugli alberi. Quando le zampe sono sporche, si stende invece sul letto. Quando si cerca il gatto, lui scompare. Il gatto è una creatura davvero misteriosa. Quando cammina di notte per le strade, i suoi occhi si trasformano in fanali. Contravvenendo al codice della strada, il gatto non ha le luci posteriori. Del resto, il gatto si oppone a tutte le leggi immaginabili e riesce sempre a farla franca. Infatti il gatto... Insomma, il gatto... il gatto è... Che cos’è un gatto non si può spiegare.

F i lo diretto con...

SC IE NZE

Con l’insegnante e i compagni fai una piccola ricerca sul gatto. In particolare cerca di capire che cosa sono le “fusa” e perché i suoi occhi di notte “si trasformano in fanali”.

COMPRENDERE ◗ Attraverso questa divertente descrizione l’autrice ci dice che il gatto è un animale: ■ indipendente ■ pauroso ■ un po’ egoista ■ dispettoso ◗ Hai capito qual è la funzione dei baffi del gatto? Come sono i suoi artigli? ◗ Quale parte di questa descrizione del gatto ti è sembrata più divertente? Sottolineala e leggila ad alta voce ai compagni.

Gina Ruck-Pauquet, in AA.VV., Dove la volpe e la lepre si danno la buonanotte, Edizioni EL

di

IÙ i: uno len-

I seg r eti del le p a ro l e

P n e e IN mpagnimaleche chan-

c Tra i seguenti verbi, indica con una ✗ quelli che si possono riferire al gatto. Cerca sul dizionario i verbi di cui non conosci il significato. ■ Ronfare ■ Brucare ■ Latrare ■ Ringhiare ■ Planare ■ Acciambellarsi

EAn i co un a eristi on m D ’I co ve tt , n

e ar a cri ara ola n c i o v . Gi i des le c on v do atta n i n o v ndo A: o i tr ca N H ne… evon le s NO car ri d nima gia i alt le a Gl qua di

L

97

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leggi e scopri

DESCRIZIONI DI ANIMALI

c Ecco due descrizioni che hanno per oggetto lo stesso animale: la gazzella. Leggile con attenzione.

1

Lulù

Lulù era piccola come una gatta e aveva grandi occhi viola, sereni, le zampe così fragili che nel piegarsi e nel distendersi, quando si accucciava o si rialzava, pareva si dovessero spezzare. Le orecchie, lisce come seta, erano straordinariamente espressive; il naso nero come un tartufo. Gli zoccoli minuscoli le davano l’aria di una damigella cinese vecchio stile, con i piedi stretti nei lacci. Tenere in mano una cosa così perfetta era un’esperienza rara. Karen Blixen, La mia Africa, Feltrinelli

2

La gazzella di Grant

Le gazzelle sono agili rappresentanti del gruppo delle antilopi, diffuse nelle steppe erbose e nelle aree semidesertiche di un’ampia fascia dell’Africa settentrionale e orientale. Hanno un’altezza al garrese variabile da 50 a 110 cm e possono presentare corna in entrambi i sessi, oppure solo in quello maschile. Se ne conoscono 13 specie, di cui la gazzella di Grant è una delle più note. In essa, il maschio ha corna lunghe fino a 80 cm, la femmina ha corna più brevi, lunghe fino a 40 cm. Vive in gruppi poco numerosi. La femmina partorisce di regola 1-2 figli per volta, occasionalmente 3 o 4.

I segret del i testo

Alessandro Minelli, Il grande dizionario illustrato degli animali, Giunti Junior

LABORA TORIO

DESCRIZIONE SOGGETTIVA E DESCRIZIONE OGGETTIVA

c Qual è lo scopo di ciascuna delle due descrizioni e dove puoi trovarle? Rispondi con una ✗.

OSSERVA E RISPONDI

• Descrivere le caratteristiche di una gazzella in particolare. 1 Posso trovare questa descrizione: ■ in un racconto. ■ in un’enciclopedia.

c Quale delle due descrizioni contiene solo dati oggettivi, cioè osservazioni valide per tutti? 1 2 Quale contiene dati soggettivi, cioè riflessioni, sensazioni personali dell’autore? 1 2

2

• Descrivere scientificamente le caratteristiche della gazzella in generale. 1 2 Posso trovare questa descrizione: ■ in un racconto. ■ in un’enciclopedia.

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I

R IT T O R E C S O

Per descrivere gli animali:

va e r e Oss crivi des sti que LI. MA I N A

1 Osserva le foto di questi due animali. 2 Rispondi. Il cagnolino è: ■ tranquillo, sereno. ■ spaventato.

Lo scimpanzé è: ■ arrabbiato. ■ divertito. 3 Quali sensazioni suscitano in te le due immagini?

cagnolino: ........................................................... ............................................................................ ............................................................................ scimpanzé: .......................................................... ............................................................................ ............................................................................ 4 Adesso immagina di trovarti davanti a ciascuno dei due animali. Descrivili cercando di mettere in evidenza le caratteristiche che maggiormente ti colpiscono e che fanno capire l’atteggiamento di ciascuno. Segui la traccia.

cane

occhioni...

pelo...

scimpanzé

sguardo...

denti...

...

l corpo dimensioni de

l particolari de

...

l corpo dimensioni de

bocca...

5 Che cosa fanno i due animali? Come si muovono?

i

Scegli i dati che ti sembrano adatti: dati visivi, ma anche tattili, uditivi… Utilizza aggettivi e paragoni per rendere più efficace la tua descrizione. Esprimi le sensazioni che la vista dei due animali suscita in te. Puoi iniziare così:

ra u n Nel prato c’e

cagnolino…

Lo scimpanzé

musetto…

era…

miei lavori

Quale delle tue due descrizioni ti sembra migliore? Per quali motivi?

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leggi e scopri DESCRIZIONI DI AMBIENTI E PAESAGGI Nelle descrizioni di ambienti e paesaggi possiamo utilizzare tutti i nostri sensi...

Dopo la pioggia

La loro casa si trova davanti alla spiaggia, il sole è caldo e brilla sull’acqua azzurra, la sabbia brucia i piedi e i bambini si divertono a saltare, a correre qua e là e a nascondersi tra i cespugli... Poi si rinfrescano piedi e gambe nella spuma che bagna la riva, e passano il tempo cercando conchiglie. A Franky piace moltissimo collezionarle e parlare con loro. Qui le conchiglie mandano un forte odore di salsedine e sono grandi chiacchierone. All’improvviso appare un gigantesco nuvolone, scuro come un malvagio mostro, e tuona. I tre bambini, impauriti, corrono a rifugiarsi nel portone di casa, ma Luna inciampa, cade e, lunga distesa per terra, lancia grida spaventose. Franky torna indietro a cercarla e la porta con sé. Al riparo nel portone, i piccoli guardano estasiati il cielo squarciato dalla pioggia e il grigio argento del mare e ascoltano il mormorio del vento. L’acquazzone dura un’ora e poi smette di colpo. Il cielo ritorna chiaro e limpido e regala ai bambini uno splendido arcobaleno. Un arco fumoso di sette colori attraversa il cielo. Loro giocano ad acchiapparlo o a camminarci sopra. Più tardi, sdraiati nelle amache del portico, i bambini dormono profondamente. Zoé Valdés, Gli orecchini della luna, Mondadori

I segreti del testo c In questa descrizione l’autrice utilizza, oltre alla vista, anche il tatto, l’odorato e l’udito. Individua nel testo i dati che riguardano questi sensi e scrivili sul quaderno. Tatto: il sole è caldo… Udito: … Odorato: …

SCRIVERE ◗ Osserva la foto. Immagina di trovarti nel luogo ritratto. ◗ Che cosa vedi intorno a te? ◗ Quali profumi e quali rumori senti? ◗ Scrivi un breve testo utilizzando i dati sensoriali.

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testi descrittivi

R IO

I segreti del testo

O

La casa dei colori

LABO RA

T

La costruzione era una vecchia fattoria, con due spazi coltivaL’ORDINE DELLA ti a ortaglia ai lati e un frutteto non troppo in ordine. Dietro DESCRIZIONE E GLI la casa, oltre uno spazio occupato in parte da una legnaia, coINDICATORI SPAZIALI minciava la boscaglia della collina (una striscia di noccioli e OSSERVA E RISPONDI poi verdissimi e grandi castagni). c Nella descrizione di questa Davanti all’ingresso della casa, su un tappeto d’erba ben curacasa viene seguito un ordine to, c’era una grande tavola coperta di macchie di ogni colore preciso. Quale? e parecchie scatole di tubetti. Sulla parete della casa a sinistra ■ Dall’interno all’esterno. del portoncino, era appeso un bersaglio a scacchi gialli e ne■ Dall’esterno all’interno. ri, con una dozzina di freccette piantate vicino al centro. Le c Numera in ordine i particofinestre della costruzione erano piccole al piano terreno, menlari descritti: tre a quello superiore se ne aprivano due grandi, a vetrata. Dalla casa non veniva nessun rumore, ma il portone di leciò che si vede davanti gno antico era aperto. Entrando nella piccola anticamera all’ingresso. rustica, si vedeva a sinistra la porta rossiccia di un locale gli spazi che circondano la casa. per gli attrezzi. Dritta, di fronte, saliva al piano superiola disposizione degli ambienti re una ripida scala di legno. A destra c’era una stanza al piano terreno. con il camino di pietra scura e un altro tavolo ingombro la parete esterna. di vasi di colore. Oltre al tavolo, sul pavimento di piegli arredi di una stanza. tra, solo una sedia, un cassettone appoggiato alla parec Sottolinea nel testo le parole che inte e un divano molto stinto. Roberto Piumini, Il segno di Lapo, Einaudi

PARLARE

dicano la posizione degli elementi nello spazio. ORA PROVA TU

◗ Secondo te, chi abiterà in questa casa? ◗ Quali particolari della descrizione te lo fanno capire?

c Descrivi la tua casa o una casa a tuo piacere, secondo l’ordine seguito nel brano.

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AMBIENTI E PAESAGGI

Il Castello di Dracula Laura e Sam erano gemelli, avevano nove anni e mezzo e andavano alla scuola elementare di Danby, distante quasi un chilometro. Non c’erano autobus e quindi bisognava farsela a piedi, ma per fortuna i gemelli camminavano volentieri. Il guaio era che ogni volta dovevano passare davanti al Castello di Dracula. Non era il vero Castello di Dracula, naturalmente, ma un grande edificio disabitato con tanto di bastioni e di torre, circondato da alte mura. Nessuno voleva abitarci, dato che la casa era in pessime condizioni: le mura umide erano coperte di muschio, il vento soffiava le foglie secche attraverso i vetri rotti, i topi ci facevano il nido, e di notte i pipistrelli svolazzavano intorno alla torre. Chi si fermava tra i due pilastri di pietra dell’ingresso riusciva appena a intravedere la casa, dietro un fitto groviglio di alberi e arbusti. Il cancello ormai non c’era più, e sui pilastri erano appollaiati due grifoni di ferro, che sembravano ringhiare ai passanti e li inducevano ad allungare il passo. Quando passavano davanti al Castello di Dracula, Sam e Laura si mettevano a correre, e gli altri bambini facevano lo stesso. E poi giocavano a spaventarsi a vicenda, strillando: – Attento! – I se g reti d e l le p a ro l e perché era sin troppo facile immaginare che da quei cupi cespugli potesse sbucare un qualcosa pronto a porc Il grifone è un animale mitico con testa di uccello e corpo di leone. tarti via. Era un gioco magnifico e pauroso, ma nessuno si sarebbe mai azzardato a passare di là da solo.

I segreti del testo

Robert Swindels, Quattro storie di dolci, Mondadori

c Abbiamo diviso il brano in tre parti o sequenze. Due di esse narrano, cioè raccontano fatti. Una descrive. Colora le strisce in questo modo: sequenza che narra. sequenza che descrive.

COMPRENDERE ◗ Sottolinea nella descrizione del Castello di Dracula le espressioni che danno un’immagine paurosa della casa.

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testi descrittivi

Il risveglio di Tom La mattina Tom si levò a sedere e si stropicciò gli occhi guardandosi intorno. L’alba era grigia e fredda, un delizioso senso di pace, di tranquillità e di calma veniva dal bosco silenzioso. Lontano, laggiù nel bosco, si udì il richiamo di un uccello al quale ben presto rispose un altro, e un altro; si udì poi anche il singolare martellare di un picchio. A poco a poco il grigiore dell’alba schiarì in un bianco diffuso; nuove voci si aggiunsero alle prime. La vita riprendeva a palpitare. Mentre il ragazzo era ancora assorto, la natura si liberava dal sonno e cominciava a manifestare la sua vita quotidiana. Un piccolo bruco verde avanzava adagio adagio sopra una foglia bagnata di rugiada, levava ogni tanto il capo come se guardasse o fiutasse intorno, poi si rimetteva a camminare. Tom pensò fra sé che il bruco stesse misurando la strada. Quando poi l’insetto si decise a dirigersi verso di lui egli rimase immobile come una pietra alternando speranza e timore a seconda che il bruco gli si avvicinasse o sembrasse cambiare direzione. Finalmente, dopo un momento di esitazione che a Tom sembrò lunghissimo, l’insetto abbassò il capo nella direzione della sua gamba e incominciò ad arrampicarvisi. Poi, non si sa bene da dove, spuntò una processione di formiche indaffarate; una era alle prese con un ragno morto, grosso cinque volte più di lei, e lo trascinava faticosamente su per un tronco d’albero. Una coccinella bruna maculata si arrampicava a vertiginose altezze lungo uno stelo. Mark Twain, Tom Sawyer, Giunti

I segreti del testo c Quale ordine segue questa descrizione?

I s e g reti d el le p aro l e c Cerca sul dizionario il significato delle seguenti parole: palpitare, maculata, vertiginose.

■ Dal particolare di ciò che il ragazzo vede vicino a sé al generale di ciò che gli sta intorno. ■ Dal paesaggio in generale ai particolari di ciò che il ragazzo vede vicino a sé.

c Nella seconda parte del testo ci sono molti dati di movimento che descrivono le azioni dei piccoli animaletti ai piedi di Tom. Sottolineali.

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Il quartiere dei forestieri

Ecco il mercato di Porta Portese e sopra la piazza di Santa Maria in Trastevere.

I segreti del testo DESCRIZIONE E INFORMAZIONE

c Dove puoi trovare una descrizione come questa? ■ In una guida turistica. ■ In un racconto.

c Qual è il suo scopo principale? ■ Spiegare come si raggiunge Trastevere. ■ Mettere in evidenza la bellezza di Trastevere. ■ Spiegare il significato del nome Trastevere.

Trastevere vuol dire “di là dal Tevere”. Basta guardare un’antica pianta di Roma e tutto diventa chiaro: infatti la città si sviluppava per lo più su una sola sponda del fiume. Solo Trastevere era sull’altro lato. E se anche tu pensi che sia il “più romano” dei quartieri di Roma, ti stupirà sapere che nei tempi antichi questo era il quartiere dei forestieri: fu abitato nell’antichità da etruschi, volsci, sanniti, ebrei, galli... e nei secoli successivi da commercianti e artigiani che erano attirati dai traffici del porto. Era un luogo d’incontro di diverse culture. È bello camminare per Trastevere, perché ha conservato la struttura dell’antico quartiere popolare: case modeste, piccole vie dove si affacciano pochi palazzi signorili, belle piazze dove si celebra ancora oggi la festa rionale. Un viale trafficatissimo lo divide a metà: da una parte i vicoli, dall’altra la zona una volta legata all’attività del porto. Alle spalle di Trastevere c’è il colle del Gianicolo, chiamato così perché qui era celebrato il culto a Giano. Una passeggiata al Gianicolo è l’ideale per vedere Roma dall’alto. Tempo permettendo puoi assistere a spettacoli di marionette all’aperto. Attorno a Porta Portese, la domenica mattina si tiene un animatissimo mercato di cose vecchie e nuove. Per andare a Trastevere bisogna attraversare alcuni ponti. Il ponte Fabricio e il ponte Cestio, dell’epoca romana, sono i più antichi della città. Del ponte Rotto è rimasto in piedi solo un arco. Il ponte Sisto è stato costruito per l’Anno Santo nel 1475. AA.VV., A Roma come gatti, Giunti Progetti Educativi

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I i un v i r c Des IE NT E B AM u n o O. G O LU

R IT T O R E C S O Per descrivere un luogo che ti è particolarmente caro:

1

Cerca di ricordare come ci si arriva, quali luoghi attraversi, quali sentieri o strade percorri e immagina di condurre il lettore nel luogo che hai scelto.

• Usa dati di movimento: verbi ed espressioni che danno l’idea del tuo procedere nell’ambiente:

o…

Cammino lu ng

Mi inoltro…

ino...

il camm e poi riprendo

Più avanti…

Incontro…

Mi fermo u n

ccomi…

Finalmente e

Proseguo…

po’ a…

• Utilizza dati sensoriali per descrivere il paesaggio intorno a te: che cosa vedi, che cosa senti, i rumori, gli odori, le sensazioni…

ino scorgo…

o, sento…

Mentre camm

d A u n tratto ve

2

Quando sei arrivato nel luogo, scegli un punto fisso e descrivi con cura ciò che vedi.

• Se ti sembra utile, per rendere più chiara e ordinata la tua descrizione, scegli un ordine nel descrivere gli elementi del paesaggio e dell’ambiente: da lontano a vicino, da destra a sinistra, dall’interno all’esterno. • Utilizza gli indicatori spaziali che ti sembrano più adatti:

do…

ve Davanti a me

inistra… A destra, a s

Al centro…

i

miei lavori

Oltre… …

In lontananza

Sopra…

• Non dimenticare di esprimere le sensazioni e le emozioni che provi.

Dopo aver scritto il tuo testo evidenzia la parte che ti sembra descrivere con più efficacia il luogo che hai ritratto.

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e r i e t g t g Le tu n si in se i

Hai visto la mia copertina? Scommetto che, dopo che l'hai letta, ti sei innamorato di me a prima VISTA!

I LIBRI E LE COPERTINE Ci si può “innamorare” di un libro a prima vista? Forse sì. Basta saper guardare bene la copertina…

QUARTA DI COPERTINA Si chiama così perché è la quarta pagina della copertina.

SINTESI DEL CONTENUTO Leggi qui: potrà aiutarti a farti un’idea del libro e a scegliere secondo i tuoi gusti!

COPERTINA Si chiama anche “prima di coperta” perché è la prima pagina della copertina. È molto importante scegliere una bella immagine da mettere qui.

AUTORE È chi ha scritto il libro. A volte il libro lo scegliamo proprio perché ci piace un autore…

BIOGRAFIA DELL'AUTORE Ci dice qualcosa della vita dell’autore: chissà che non ci incuriosisca…

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Sei un osservatore esperto? Allora collega ogni etichetta alla parte giusta della copertina. Segui l’esempio.

EDITORE È chi ha pubblicato il libro. E poi ha scelto l’autore e l’illustratore e gli ha dato suggerimenti utili per fare il libro il più bello possibile: mica poco!

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TITOLO Spesso basta da solo per “innamorarsi del libro”. Questo, per esempio, non è male, vero?


MILLE LIBRI... MILLE GUSTI!

Le inn gg e i s tut re en t si i

LA MIA OPINIONE Che cosa pensi di questo libro? Potrebbe interessarti? Secondo te, quando si sceglie un libro, quali parti di una copertina colpiscono di più? Tu quali guardi? ...................................................................................................................................... ................................................................................................................................ .............................................................................................

c c

UNA SFIDA TUTTA PER ME

L’ISPIRAZIONE... La copertina di un libro è un po’ come se fosse la faccia del libro. E, si sa, le facce simpatiche ci fanno venire voglia di fare amicizia. E allora... Allora, se c’è un libro che ti è piaciuto, ma che secondo te ha una copertina poco attraente, è arrivato il momento di... rifargli la faccia! 1. Prendi il libro e con del cartoncino bianco leggero fai una “sopracoperta” delle dimensioni giuste.

2. Metti nella copertina un’immagine che secondo te va bene (puoi ritagliarla da una rivista, fare un collage o... disegnarla tu).

3. Scrivi nella quarta di copertina qualcosa che, secondo te, può far venire voglia di leggere il libro.

LA SFIDA... Mostra il tuo libro a 10 amici che non l’hanno mai letto. Mi raccomando: mostra prima la copertina originale e poi la tua copertina! Quale copertina preferiscono? Qualcuno di loro leggerà il libro grazie a te? Se sei stato bravo, sì...

DI IDEA

TO

GAT

Ogni bambino sceglie un libro della biblioteca di classe che tutti hanno letto. Poi, a casa, fa una “sopracoperta” nuova ma... cambia anche il titolo del libro! Poi scambia i libri con il compagno di banco. Chi indovina per primo il titolo originale del libro, vince.

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re i e t gg ut i e L t ns in se i

LINGUAGGI A CONFRONTO

• Osserva questi due quadri del pittore Paul Klee. Leggi il titolo. Quale quadro ti piace di più?

Che quadri da sogno!

UN LUOGO

MERAVIGLIOSO 1

Paul Klee (1879-1940), gialli, Paesaggio con uccelli ta. iva pr ne zio lle Co , ea Basil

Paul Klee, Luogo pescoso, New York, Collezione privata.

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2


PAROLE, LINEE, COLORI

Le inn gg e i s tut re en t si i

Uno dei quadri della pagina precedente ha ispirato questo racconto dello scrittore Pinin Carpi. • Leggi e scopri di quale Molti anni fa in un villaggio in riva al mare viveva un madipinto si tratta. rinaio molto curioso che aveva navigato in tutti i mari del mon2 1 do e aveva esplorato i paesi più strani e misteriosi. Come Ulisse, il famoso re greco, si era imbattuto nell’isola delle sirene, quelle donne un po’ bislacche che al posto delle gambe hanno una coda di pesce e che se ne stanno giorno e notte sulla spiaggia a cantare a squarciagola. Come Sindbad, il famoso mercante arabo, aveva volato aggrappandosi alle zampe del gigantesco Rukh, un uccello talmente grande che ai suoi figliolini dà da mangiare gli elefanti e che fa uova alte come la cupola di San Pietro. Insomma, gli erano capitate delle avventure straordinarie, ma molte volte tremende, tanto che spesso si era salvato per miracolo. Perciò aveva deciso di non viaggiare più. E poi il villaggio dove viveva era talmente bello che non valeva la pena di andarne a cercare degli altri: la terra, lì, era coperta di prati verdi e violetti, dappertutto c’erano degli alberi dalle foglie amaranto, celestine, verdi e lilla, tra gli alberi volavano e cantavano molti uccelli gialli, così leggeri che potevano appendersi alle nuvole a testa in giù.

c

Dal quadro alla storia

c

Pinin Carpi, L’isola dei quadrati magici, Vallardi

Adesso prova tu! • Immagina una storia prendendo spunto da questo quadro. • Inserisci nel tuo racconto delle descrizioni che ritraggono con le parole ciò che il pittore ha rappresentato con linee e colori.

Paul Klee, Villa R, Basilea, Kunstmuseum.

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re i e t gg ut i e L t ns in se i

PAROLE PER PENSARCI on gli altri; Non è sempre faci le stare c a volte abbiamo delle pau re, delle insicu rezze, che ci rendono tutto più diff ici le.

MI VERGOGNO! Questo era uno dei problemi di Sam, era convinto di essere ridicolo. Quando passava davanti a uno specchio o davanti alle grandi vetrine lucenti dei negozi, o dovunque potesse vedere riflessa la propria immagine, Sam chiudeva gli occhi. Non voleva vedere quanto era ridicolo. Ma non lo era. Se a voi capitasse di incontrare Sam per la strada, vedreste un bambino normalissimo in maglietta, jeans e scarpe da ginnastica, con capelli biondi che ricadono sulla fronte, grandi occhi grigi, e naso e bocca assolutamente normali. Era piuttosto piccolo, questo è vero, ma non molto più piccolo di parecchi altri suoi compagni; era questione di un centimetro o due. Ma quando la maestra li aveva misurati, era risultato mezzo centimetro più basso di Danny (che non si era mai preoccupato della propria altezza) diventando così il Bambino Più Basso della Classe. Quando accadde questo fatto, Sam corse a casa da scuola, filò a letto tirandosi le coperte fin sulla testa e vi rimase fino all’ora di cena. Quando sua madre bussò alla porta per dirgli che la cena era pronta, Sam rispose che non intendeva mangiare e che non avrebbe mai più messo piede fuori di casa, e non sarebbe mai più andato da nessuna parte, perché era troppo basso. – Oh, Sam! – gridò sua madre quando seppe tutta la storia – non essere così suscettibile! Sam scese dal letto, naturalmente, e addirittura mangiò, quella sera, ma si sentì più ridicolo che mai. Se avesse guardato dentro la carrozzina della signora Pollock, una sua vicina di casa, e il piccolo Harold si fosse messo a strillare, Sam avrebbe pensato che il neonato lo trovava ridicolo. Era convinto che Sophia, la sua compagna di classe, quel pomeriggio gli avesse urlato dietro e lo avesse inseguito per la stessa ragione. Si era girata e aveva visto un ridicolo ragazzino che la

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Le inn gg e i s tut re en t si i

PAROLE PER PENSARCI fissava. In effetti Sam la stava fissando, per la semplice ragione che era affascinato da Sophia. Lei sì che aveva un aspetto strano, con quelle strane lentiggini scure e quell’abbagliante zazzera color carota, eppure sembrava non curarsene. Ed era piccola, decisamente più piccola di Sam, era la Bambina Più Piccola della Classe, e si chiamava Throstle di cognome! A quel pensiero, Sam non poteva non sorridere: Throstle era brutto quasi quanto Frogget. Sam odiava il proprio nome, non firmava mai i propri disegni perché trovava che il suo nome aveva un suono ridicolo. “Sam” mormorava tra sé. “Sam-bam!” e poi disegnava una grande mano che sbucava dal nulla e lo spiaccicava come un insetto: “Sam-bam!”. Frogget poi, era anche peggio. Era orribile pensarci per più di cinque secondi, così aveva deciso che da grande, quando avesse compiuto diciotto anni, lo avrebbe cambiato. Invece sembrava che Sophia non trovasse orribile chiamarsi Throstle: ogni volta che la maestra la chiamava, rispondeva con voce alta, sicura, come se pensasse che era il cognome più bello del mondo. Sembrava che nulla preoccupasse Sophia. Come era possibile? Sam moriva dalla voglia di chiederglielo. Moriva dalla voglia di andare da lei, a casa sua, su in cima alla strada, o nel cortile della scuola e dire: “Perché non ti preoccupi di avere un aspetto così ridicolo?”. Non l’avrebbe mai fatto! Judith Clarke, Riffraff, Emme edizioni

LE MIE EMOZIONI E I MIEI PENSIERI • Che cosa pensi della reazione di Sam al fatto di essere il bambino più basso della classe? Ti saresti comportato anche tu come lui, o no? • Quali consigli daresti a Sam per aiutarlo a superare i suoi problemi? • Ti senti più simile a Sam o a Sophia? Sei un tipo tranquillo e sicuro di te o ti trovi spesso in difficoltà con gli altri per qualche aspetto del tuo fisico o del tuo carattere? • C'è qualcosa che vorresti cambiare di te?

DISCUTENDO S’IMPARA

Saper ascoltare è il primo passo per capire e poter discutere con gli altri. Ma spesso non ne siamo capaci. Per imparare, seguiamo queste regole. • Facciamo silenzio quando qualcuno parla. • Dopo che un bambino ha parlato, c stiamo in silenzio qualche secondo, ripensare a quanto ha detto. c •per Se vogliamo, mentre un bambino parla, o subito dopo, annotiamo le idee che ci sono piaciute, o quelle che non ci sono piaciute: ne discuteremo poi...

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IL GIOCO DELLE PAROLE NEL LABORATORIO DEL MAGO POETA Le parole possono creare vere e proprie magie, capaci di emozionarci e di farci sognare…

Hai già scoperto com’è davvero “magica” la poesia?

c Cerca negli alambicchi e nei barattoli di questo laboratorio alcuni degli ingredienti che possono essere utili per dar vita alla magia del testo poetico. c Cerchia i contenitori giusti.

PERSONAGGI E PROTAGONISTA

VERSI INFORMAZIONI SCIENTIFICHE

IMMAGINI POETICHE

RIME STROFE

REGOLE E ISTRUZIONI

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CHE COSA SCOPRIRAI Nelle prossime pagine leggerai:

c Quali degli ingredienti che hai scelto puoi ritrovare in questi testi? Scrivili sotto.

Sotto il ghiaccio che il vento tiepido discioglie si sveglia la spuma dell’acqua primo fiore di primavera. Kimmochi Sainoji

........................................................................... ...........................................................................

Ho un drago piccolino che dorme in un calzino. Io l’ho chiamato Ernesto se insisti te lo presto. Antonella Ossorio

...........................................................................

c Avrai modo di conoscere altri “ingredienti” di

...........................................................................

questi tipi di testi.

c Capirai in che modo le poesie, le filastrocche e i nonsense giocano con le parole.

c Imparerai a capire i messaggi che ci vogliono trasmettere.

c Imparerai a scrivere tu stesso filastrocche, nonsense e poesie.

E INOLTRE... LEGGERE IN TUTTI I SENSI M I L L E L I B R I . . . M I L L E G U S T I : pagine per conoscere i trucchi del mestiere: un famoso scrittore svela i segreti per scrivere delle belle filastrocche!

A N I M I A M O L A L E T T U R A: un rap da leggere e molti da fare, per divertirti a “poetare” cantando...

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? I D R RICO

a s o c Che

TI

ici t e o p i test

Ofelia Ofelia è tutta bianca e non sembra mai stanca di correre e saltare: sembra un’onda del mare. È piccola e leggera, Ofelia, e ogni sera instancabile gioca con qualche ombra fioca.

I s e g ret i del le p a ro l e c Fioca significa sfuocata, che non si riesce a veder bene.

Il testo e l’i mma gine ◗ Osserva i disegni e sottolinea nella poesia i versi che sono stati illustrati.

Nei testi poetici ogni riga si chiama verso. I versi che terminano con suoni uguali formano le rime. I versi possono essere raggruppati in strofe; ogni strofa è separata dall’altra da una riga bianca.

Con i suoi polpastrelli morbidi e delicati pigia scialli e mantelli e li trasforma in prati. E si lecca e si stira si struscia e poi s’aggira percorrendo ogni stanza sempre a passo di danza. Ofelia è tutta bianca e non sembra mai stanca di divertirsi e sognare: forse è un’onda del mare. Giuseppe Pontremoli

IL VERSO, LA STROFA, LA RIMA c Questa poesia è composta da .............. strofe. In ogni strofa ci sono .............. versi. Abbiamo evidenziato la rima nelle parole finali di due versi. Ci sono altre parole in rima? Sottolineale con lo stesso colore.

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leggi e scopri FILASTROCCHE E NONSENSE

Filastrocca della rima Questa è la rima di Palla e di Stella una balla l’altra saltella.

A B A B

Una rima così combinata vien chiamata rima alternata. Questa e quella che ho terminata fanno insieme una rima baciata.

Le filastrocche e i nonsense sono testi poetici giocosi e divertenti che hanno sempre la rima.

A A A A

Ora provo la rima incrociata mentre… hop! la palla saltella e risponde di un balzo la stella anche questa io l’ho completata.

A B B A

A. Mari

I segret del i testo LABORA TORIO

LO SCHEMA DELLE RIME OSSERVA E SCOPRI

c Leggi la Filastrocca della rima e osserva le lettere a fianco dei versi. La prima strofa ha la rima alternata. La seconda ha la rima baciata. La terza ha la rima incrociata.

c c

Le rime possono essere disposte secondo schemi diversi. Le rime più usate nelle filastrocche sono la rima alternata e la rima baciata.

ORA PROVA TU

c Leggi, inserisci le lettere secondo la rima e completa. Filastrocca dei burattini Se ciascun essere, non si sa dove ha dentro un’anima sua che lo muove il burattino è un essere strano ha dentro un’anima a forma di mano. Bruno Tognolini

Questa filastrocca ha la rima: ................................................

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leggi e scopri

FILASTROCCHE E NONSENSE

Il cavallo del bambino Il cavàllo / del bambìno va pianìno / va pianìno. Il cavàllo / del ragàzzo va di pàsso / va di pàsso. Il cavàl / del giovanòtto va di tròtto / va di tròtto. Quando il rè / sta sulla gròppa si galòppa / si galòppa. Quando pòi / si va alla guèrra tutti quànti / van per tèrra. BO LA

RA

I segreti del testo

L. Gandini, D. Berton

T ORIO

IL RITMO OSSERVA E RISPONDI

c Nei testi poetici il ritmo è un elemento molto importante. Per farti capire che cos’è, nella filastrocca Il cavallo del bambino abbiamo segnato gli accenti delle parole e i punti in cui, quando leggi, devi fare una pausa. c Leggi la filastrocca facendo sentire gli accenti dove sono segnati e facendo una breve pausa dove vedi il segno /.

c In questa filastrocca il ritmo è dato anche dalle parole che si ripetono. Quali sono? Cerchiale nel testo con colori uguali. ORA PROVA TU

c Segna gli accenti e le pause nella

La Peppina Uno due tre la Peppina fa il caffè fa il caffè con la cioccolata la Peppina è mezza mata. S’è ammalata di dolore ha chiamato il dottore il dottor con le ciabatte. Qui mi duole e qui mi batte qui mi sento una gran pena sor dottore senza cena. L. Gandini, D. Berton

filastrocca La Peppina, poi leggila ad alta voce battendo le mani dove hai segnato gli accenti.

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testi poetici

1

Filastrocca delle onde Onde onde onde Il vento le conta ma poi le confonde Vento vento vento E corre sul mare a contarne altre cento Mare mare mare Ma poi le confonde e ritorna a contare. Bruno Tognolini

2

La pigrizia andò al mercato La pigrizia andò al mercato ed un cavolo comprò mezzogiorno era suonato quando a casa ritornò. Mise l’acqua, accese il fuoco, si sedette, riposò, ed intanto, a poco a poco, anche il sole tramontò. Così persa ormai la lena sola, al buio ella restò ed a letto senza cena la meschina se ne andò.

I segreti del testo c Quale delle due filastrocche che hai letto ha la rima alternata? 1 Quale ha la rima baciata? 1

2 2

c Nella Filastrocca delle onde ci sono delle parole che si ripetono? Quali? Sottolineale nel testo.

Renzo Zanoni

SCRIVERE

COMPRENDERE

◗ Scrivi anche tu una filastrocca con lo stesso schema della Filastrocca delle onde. Puoi dedicarla ad altri elementi del paesaggio:

◗ Molte filastrocche sono state tramandate a voce attraverso il tempo e ci riportano al passato: sono le filastrocche popolari. Queste spesso avevano lo scopo di insegnare qualcosa ai bambini in modo divertente. La filastrocca La pigrizia andò al mercato è una di queste. Secondo te, che cosa vuole insegnare?

il prato il cielo

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leggi e scopri

FILASTROCCHE E NONSENSE

I nonsense Quanto è languida l’anguilla Quanto è languida l’anguilla mentre scivola nel fango la saliva le scintilla come quando balla il tango.

Le pulci Un esercito di pulci sta passando in treno merci quando grido “arrivederci!” fanno tutte gli occhi dolci.

La tartaruga Questa sarta tartaruga fa modelli in cartasuga sotto gli occhi ha qualche ruga con due foglie di lattuga se le bagna e se le asciuga ma non sogna che la fuga.

I s e g reti del le p ar o l e c La cartasuga o carta assorbente è un tipo di carta che veniva usata per assorbire l’inchiostro in eccesso, quando per scrivere si usava la penna stilografica.

Toti Scialoja

I segreti del testo

LABORATORIO

ripetono: sono consonanti e vocali che fanno parte del nome dell’animale a cui il nonsense è dedicato. Cerchiali di rosso.

c Leggi ad alta voce questi nonsense facendo sentire bene i suoni che hai cerchiato.

c

c In ciascuno di questi divertenti testi ci sono dei suoni che si

c

LE ALLITTERAZIONI O I SUONI RIPETUTI

Nei testi poetici la musicalità è data anche dai suoni che si ripetono. I nonsense in particolare giocano con i suoni delle parole, creando immagini irreali, strofe senza senso, ma molto divertenti.

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I a Gioc con CH E OC R T S F ILA e E. S N SE N O N

R IT T O R E C S O

Diventa un inventore di filastrocche! c Scrivi una filastrocca in rima baciata seguendo la traccia: Sulla torre di un vecchio castello .......................................................... ......................................... ragazza ............................................................ ............................................. amore ............................................................

c Completa questa filastrocca con la rima incrociata:

Finalmente la scuola è finita andiamo insieme in riva al mare

A B

........................................................... B

a pallone facciamo ........................... A

c Leggi questo nonsense e osserva com’è costruito.

Ahi, la vespa Com’è pesta! Era vispa, non fu lesta. Toti Scialoja

Il poeta ha giocato con le parole: ha fatto il cambio di un suono e ha ottenuto parole in rima.

• Prova anche tu a fare cambi a partire dai nomi di questi animali e costruisci dei nonsense con le parole ottenute. Gatte

.................................................................................................

.......................

.................................................................................................

.......................

.................................................................................................

Tasso

.................................................................................................

.......................

.................................................................................................

.......................

.................................................................................................

i

miei la v o r i

c Adesso sottolinea, fra le parole scritte nel riquadro, quelle che per il loro suono ti ricordano la parola “orso” e utilizzane alcune per scrivere un nonsense. Ricorda! Devi usare la rima! ORSO

russo piede sorso posso filo sasso monte morso

Scegli il testo che preferisci fra quelli che hai scritto e spiega perché l’hai scelto.

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leggi e scopri LA POESIA La poesia usa le parole in modo creativo e ci comunica emozioni, sensazioni, messaggi.

La conchiglia Figlia del bianco mare e degli scogli incanti la mente dei fanciulli conchiglia marina! Alceo

◗ Ti è capitato di trovare delle belle conchiglie? Dove? Quali colori e quali forme avevano?

Piove sul mare Piove senza rumore sul prato del mare. Per le lucide strade non passa nessuno. Si direbbe un paese sommerso. La sera stilla fredda su tutte le soglie e le case spandon fumo azzurrino nell’ombra. Rossastre le finestre si accendono. S’accende una luce tra le imposte accostate nella casa annerita. Cesare Pavese

I segreti del testo

COMPRENDERE c Nelle poesie che hai letto, i versi terminano con parole in rima? SÌ NO Nelle poesie i versi possono essere liberi, cioè senza la rima.

◗ Che cosa sembra il mare al poeta? E il paese? Quali sentimenti suscita in te questa poesia? ■ Tristezza ■ Allegria ■ Solitudine ■ ……………..............................….

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testi poetici

Notte di luna Era come se il cielo, con grande ardire, avesse baciato la terra, silenziosamente; e lei, nello splendore del nuovo fiorire, di lui stesse sognando dolcemente. L’aria tra i campi soffiava, le spighe eran ritte sentinelle, il bosco ombroso sussurrava, la notte era chiara di stelle. E la mia anima allargò ampie le ali poderose, sulla quiete dei campi volò, come se tornasse a casa. Joseph von Eichendorff

Il testo e l’i mma gine ◗ Ti sembra che il disegno di questa pagina rappresenti bene questa poesia? ◗ Tu come l’avresti illustrata? Disegna su un cartoncino nero.

COMPRENDERE ◗ Perché, secondo te, il poeta dice che “le spighe eran ritte sentinelle”? ……………………………………………………………………

PARLARE

……………………………………………………………………

◗ Perché il bosco “sussurrava”? …………………………………………………………………… ……………………………………………………………………

◗ Quale strofa di questa poesia ti colpisce di più? Sottolineala e spiega ai compagni i motivi della tua scelta.

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ccia o g a cia c Gocci o g a a goccia a ia. g g o pi a l a l cio a gocce goc

BO LA

I segreti del testo

RA

T ORIO

LE PAROLE - RUMORE LEGGI E OSSERVA

c Leggi ad alta voce la poesia. Che cosa ti fanno venire in mente i suoni delle parole? Collega. CI e GI ZZI e LLI

spruzzi e salti

Tempaccio Goccia a goccia a goccia a goccia a gocce gocciola la pioggia. Piove pioviggina piove pioviggina sulla finestra punti e lentiggini. Schizzi e spruzzi e gatti zuppi un suono un tonfo un tuono. Ombrello ombrello ombrello ombrello e acqua a catinelle.

acqua che scroscia

UO

rumore delle gocce

SCI

rimbombo del tuono

Sciacqua galoscia, sciacqua galoscia sguscia sguiscia scivola via pozza un saltello pozza un saltello pozza un balzello pozza un balziccio scivolo e sguazzo pozza pasticcio! Eve Merriam

c c

A volte i poeti scelgono parole che richiamano il rumore degli elementi descritti. Queste parole si chiamano parole onomatopeiche.

SCRIVERE ◗ Scrivi sul quaderno alcune parole che con il loro suono ti fanno pensare ai rumori del vento e componi con queste parole una breve poesia dal titolo Vento.

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I SE G RE TI DEL L E

PA R OLE

Parole dai suoni Spesso nella lingua scritta troviamo parole che richiamano dei suoni: le parole onomatopeiche. Sono parole che hanno avuto origine proprio da suoni o rumori. Le utilizziamo anche nel nostro linguaggio quotidiano.

r Eccone alcune. Collegale al suono corrispondente.

boato

gracidio

ticchettio

fruscio

sibilo

ronzio

tic-tac

sch-sch

gra gra

boom

zzzzz

sssss

r Ecco altre parole onomatopeiche. Spiega il loro significato: chi può fare questi rumori? Sciabordio Scoppiettio

onde che si infrangono sulla riva

Cigolio Tintinnio Sussurro Fragore Borbottio Sfrigolio

...................................................................................

...................................................................................

................................................................................... ................................................................................... ................................................................................... ................................................................................... ...................................................................................

r Anche la lingua inglese ha parole onomatopeiche. Osserva, leggi a voce alta e collega alla giusta traduzione. thump

tintinnio

applauso

tonfo

c

c

c

tingle

c c

clap

Scrivi alcune frasi con le parole onomatopeiche che trovi in questa pagina.

c c

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123

c


leggi e scopri

LA POESIA

Amorgioco BO LA

I segreti del testo

RA

T O RI O

LA CONSONANZA E L’ASSONANZA OSSERVA E SCOPRI

c In questa poesia le parole finali dei versi sono in rima, tranne che in due casi: • tra la parola luna e il suono finale di acquolina non si ha rima, ma consonanza: le consonanti sono identiche, ma le vocali no; • tra le parole importante e grande si ha invece assonanza: il suono finale ha le stesse vocali, ma consonanti diverse. PROVA TU

c Cerchia in rosso le parole in assonanza e in blu quelle in consonanza. male • carota • mare pane • ferito • arato

Non c’è bisogno di aver la luna per provar nel cuore un’acquolina. A volte basta lasciarsi andare semplicemente a un bel giocare… Un bel giocare è sdraiarsi in terra, fare le facce buffe e non di guerra, fare di una sedia un bel destriero e far finta che sia proprio vero, soffiarmi sul viso un po’ di brezza dar mille suoni a una carezza. E tutto questo per me è importante ma anche per te che sei già grande. E se sei grande e non sai ben giocare con il piacere lo puoi immaginare. Vittoria Facchini

PARLARE ◗ Tu pensi che anche gli adulti devono saper giocare? Perché? ◗ A te capita di giocare con i genitori o con degli adulti? Quali giochi fate insieme?

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testi poetici

L’ acquario

fos si u

tu

. aria ’ d ario pieno

ma lde

stra co

il m u

tro

on

str

om e

e esce d op

ura

rdinaria: c

ualc he conchiglia, con un rametto di corallo e un fiotto di bolle che gorgoglia. Il

pesce-uccellino, che non sa n

t

a

stra della a la f i n e stra.

b me , co

e at

nt ro u n acqu

bia, ma fatta di cristallo, col fondo di sabbia e q

te ren pa

ntro l

qua, c c a ’ d o l dendo e r c , tte tte ndo, e ba o la mosca t c o o n t i t p e m u t n p s l a un po’ im ie o bambola chi c to o ’ l n Co t e, che l’o sservi qui d vetro, co m ietro, da questa parte del e tu stran no fossi c hissà qual e cr

ao

gab

È un piccolo mare squadrato, come un blocco di ghiaccio non ghiacciato; è una ro tras

Mario Faustinelli

I segret del i testo LABORA TORIO

IL CALLIGRAMMA OSSERVA

c La poesia che hai letto è un calligramma, cioè una poesia scritta in modo da formare un disegno che rappresenta il soggetto della poesia stessa. ORA PROVA TU

c Per scrivere un calligramma scegli un oggetto e fallo parlare delle sue caratteristiche in prima persona, oppure rivolgiti a esso. Puoi iniziare così: Tu sei… Mi sembri… Utilizza paragoni come ha fatto il poeta. Poi disponi le parole in modo da riprodurre la forma dell’oggetto.

rea al i Ù PIgrammlone rde” e INcalli artel arda EAostri bel c a gu se. D I L’ on i ve un esie din clas C zat “Po lo liz olo dete tit pen ap

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leggi e scopri

LA POESIA

Ballerina

BO LA

RA

I segreti del testo T ORIO

L’elegantissima vanessa che s’allontana e s’avvicina a questo fresco fiore di peonia, è come una stupenda ballerina che turbina magicamente su un tappeto di fuoco e di profumo, sulla punta delle dita e, tra i cuscini morbidi di una rosa, cade sfinita. Corrado Govoni

LA SIMILITUDINE OSSERVA E RISPONDI

c In queste poesie sono presenti delle similitudini o paragoni, introdotte dalla parola “come”. Ricercale e sottolineale. ORA PROVA TU

c A che cosa viene paragonata la farfalla nella poesia di Govoni? .......................................................

Che cosa hanno in comune le due? ■ L’aspetto. ■ Il movimento.

Il vento E il vento, con gemiti e pianto fa oscillare il bosco, tutti insieme gli alberi nella loro distesa sconfinata come armature di velieri sulla superficie di una baia. Boris Pasternak

A che cosa vengono paragonati gli alberi nella poesia Il vento? ......... .......................................................

Perché secondo te il poeta paragona gli alberi ai pali che sostengono le vele delle navi? .............................. .......................................................

c c

Spesso nelle poesie troviamo similitudini che creano immagini nuove ed espressive, capaci di suscitare emozioni. Le similitudini sono introdotte dalle parole “come”, “sembra”, “pare”…

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testi poetici

O

R IO

I segreti del testo LABO RA

T

LA METAFORA OSSERVA E RISPONDI

c In queste poesie sono pre-

Nel gran mare del cielo onde, le nuvole si alzano; la luna è una barca che voga a nascondersi in boschi di stelle.

c

Cielo notturno

senti delle metafore. La metafora è una similitudine abbreviata. Osserva: Il cielo è come un grande mare. Il cielo è un grande mare. Nel secondo verso il paragone (è come...) è sottinteso e le due immagini (cielo-mare) si uniscono, diventano la stessa immagine. Cerca nella poesia Cielo notturno, le altre due metafore e prova a spiegarle.

........................ ........................ ........................ ........................

Kalinomoto No Hitomaro

Il temporale

le nuvole sono .....................................

Tuona sopra i pini. La nube densa sgrana le sue uve, cadde l’acqua da tutto il cielo vago il vento sciolse la sua trasparenza si riempirono gli alberi d’anelli, di collane, di lacrime fuggenti.

ORA PROVA TU

c Nella poesia Il temporale ci sono tante belle metafore: quali immagini suscita nel poeta la pioggia che cade sugli alberi? Cercale insieme ai compagni e sottolinea quella che ti ha colpito di più.

c

Goccia a goccia la pioggia si raccoglie ancora sulla terra.

la luna è ...............................................

Il testo e l’i mma gine ◗ Scrivi sotto la foto un verso della poesia a cui si riferisce.

c

Pablo Neruda

Con le metafore i poeti identificano due immagini che hanno qualcosa in comune: così trasmettono emozioni e sentimenti particolari.

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leggi e scopri

Vorrei

Amicizia

Vorrei tanto trovare una cosa bella da amare: essere frizzante come una coppa di spumante, allegra come un petardo un’impazzita palla di biliardo, sicura come un missile che investe la volta celeste. Vorrei tanto trovare una cosa bella da amare, che non rallegri me solamente, ma tutta la gente. Cerchiamola insieme: chi viene?

Voglio solo il mio braccio sopra un altro braccio amico e spartire con altri occhi quello che guardano i miei. Luis Cernuda

COMPRENDERE ◗ Spiega con le tue parole il significato degli ultimi due versi della poesia Amicizia.

SCRIVERE

Marcello Argilli

PARLARE E RIFLETTERE ◗ Secondo te, quale può essere una “cosa bella da amare” che rallegri tutta la gente del mondo? Come si può fare per ottenerla? Parlane con i compagni.

◗ Scrivi una poesia in cui esprimi i tuoi desideri: ciò che vorresti per essere felice. Utilizza parole ripetute, che danno ritmo e musicalità alla poesia: Io vorrei… Chiudo gli occhi e... Io vorrei… Chiudo gli occhi e…

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I i Vuo elle eb I r a cre AGIN IMM ICH E? T POE

R IT T O R E C S O

Per scrivere poesie puoi usare parole che creano nella mente belle immagini: c Leggi queste due poesie in cui i poeti creano delle belle immagini utilizzando la similitudine e la metafora.

SIMILITUDINE

METAFORA

L’azzurro infinito del giorno è come una seta ben tesa ma sulla serena distesa la luna già pensa al ritorno. Guido Gozzano

Mamma: i miei capelli che si sciolgono sulle tue ginocchia sono mille e mille fili di seta che tu mi hai donato. Ping Hsin

c Adesso prova tu. Osserva queste foto.

1

A che cosa ti fanno pensare i soggetti ritratti nelle foto? Quali nuove immagini fanno nascere nella tua mente? Per ogni immagine scrivi sul quaderno alcune similitudini. mpagna come…

La nebbia avvolge la ca

nel lago sembra… La luna che si specchia

e gli alberi paiono…

2

i

miei la v o r i

al vento… glie gialle ondeggiano

Le fo

Adesso trasforma le similitudini in metafore. Togli le parole “come”, “sembra” e identifica le due immagini: La luna è…

Il lago è come…

3

Utilizza poi le similitudini e le metafore che ti sono piaciute di più per scrivere delle brevi poesie.

Scegli la poesia con la metafora che ti sembra migliore, sottolineala nel testo e prova spiegarla. Se vuoi, accompagna questo tuo lavoro con un disegno.

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e r i e t g t g Le tu n si in se i

cio i rap di mestiere. Sono u n gatto paroliere: fac rnello! Metto i jeans ed i l cappello e mi invento u n rito

PENSIERI D’AUTORE Le filastrocche hanno un cuore di tamburo? Lo scrittore Bruno Tognolini ne è sicuro… Mi sono chiesto perché le filastrocche incantano chi le ascolta, chi le dice, chi le legge e chi le fa. Una risposta me l’ha suggerita un bravo scrittore: Maurizio Maggiani. In un suo libro parla di ragazze africane tuareg che suonano grandi tamburi nelle feste del loro villaggio. I tuareg dicono che i tamburi imitano la voce del cuore e BRUNO TOGNOLINI che il cuore degli uomini, quando un tamburo batte bene, È nato a Cagliari, ma vive a Bologna, si incoraggia, prende il ritmo, batte meglio anche lui. Codove ha studiato e fatto teatro per molto sì è anche per le filastrocche, che sono parole che hanno un cuore. Precisamente, un cuore di tamburo. Anche lotempo. Scrive romanzi, racconti, poesie ro, col loro battere, incoraggiano e danno il ritmo al battee filastrocche per bambini. I suoi versi re dei cuori, per questo piacciono e fanno contenti. sono molto conosciuti. Sono suoi, infatti, Ma come si fa a capire se il tamburo della filastrocca i testi delle canzoni de La gabbianella “suona” bene? e il gatto e molte filastrocche e canzoni C’è solo un modo: con la voce. La voce infatti che fa? Indell’Albero Azzurro e della Melevisione. fila accenti e pause dove le pare che vadano bene, rallenChissà, forse è così bravo con il ritmo ta e accelera, sale e scende, si diverte e recita e gioca: e delle poesie perché da giovane sente se la filastrocca funziona. suonava il tamburo… Per esempio: si può provare a sottoporre le filastrocche Ecco alcuni suoi libri : trovate sui libri alla “prova-conta” e alla “prova-gioco”. • Mal di pancia calabrone, Salani Usate una filastrocca come conta; oppure per uno di quei gio• Rima rimani, Salani chi che si fanno battendo i palmi delle mani, uno di fronte all’altro. Nella conta il vostro dito è la bacchetta e i compagni che • Zio Mondo, Giunti segnate col dito contando sono i tamburi. • Filastrocche e canzoni Se la filastrocca funziona, se “conta” davvero i compagni, e se della Melevisione fa andare a ritmo le mani che battono, vuol dire che ha dentro (con M. Cecchi), un buon tamburo e che voi siete riusciti a trovarlo.

RAI-ERI

Bruno Tognolini

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Le inn gg e i s tut re en t si i

MILLE LIBRI... MILLE GUSTI! LA MIA OPINIONE Anche per te è importante leggere o recitare a voce alta le filastrocche? Perché? A te cosa succede quando ascolti o dici una filastrocca? ........................................................................................................................................... ........................................................................................................................................... .................................................................................................................................. .........................................................................................................................

c c

UNA SFIDA TUTTA PER ME

L’ISPIRAZIONE... Ecco per te alcune filastrocche “magiche” di Bruno Tognolini tratte da Mal di pancia calabrone. Leggile a voce alta. Per tener su le calze che scendono Sole che sali negli alti mattini fai stare in alto anche questi calzini Io tiro su ma non vogliono stare stupide calze somare!

Per cuocere le torte di gioco Acqua farina caffè marmellata cuociono i cuochi una torta inventata Il riso in bocca, le mani in pasta briciole zucchero e basta!

Contro l'ora di andar via Brutti orologi somari e bugiardi dite che è presto, non dite che è tardi Tempo non correre, siediti un poco lascia finire il mio gioco! Per far star zitti gli allarmi delle auto Macchina scema che gridi per niente solo per fare arrabbiare la gente Nessuno ti ruba, nessuno ti tocca piantala macchina sciocca!

LA SFIDA... Hai capito a che cosa servono queste filastrocche? Sono vere e proprie formule magiche per favorire le cose che desideri o per scongiurare quelle che non vuoi. Prova anche tu a inventarne due o tre con lo stesso ritmo. Fai attenzione! Se non hanno un cuore di tamburo, non funzionano...

ATTO

IG EA D

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Mettete insieme tutte le filastrocche magiche che avete composto e poi... fate la “prova-gioco”. Usatele per fare una conta per giocare. Quella o quelle che funzioneranno meglio e che vi piaceranno di più, diventeranno le conte ufficiali della vostra classe!

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re i e t gg ut i e L t ns in se i

ANIMIAMO LA LETTURA

LA CANZONE POESIA

Conosci il rap? È una canzone-poesia dove si sente subito il ritmo dei versi: basta pronunciarli a voce alta mantenendo il ritmo e il tono della voce sempre uguale! Eccone uno di Domenica Luciani.

CANTIAMO UN “COLPO SECCO”? Eh sì, perché “rap” in inglese vuol dire proprio “colpo secco”. Viene usato anche per indicare il gesto di tamburellare con le dita o Rotondetta ed abbronzata comunicare con l’alfabeto morse, se nel riccio rintanata battendo le mani. Insomma: con gli aculei ritti in testa ha sempre a che fare sembro un punk con la cresta. con il ritmo...

CASTAGNA-RAP ` `

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In realtà son trasformista cambio nome e aspetto a vista: scura in viso e bella tosta io mi chiamo caldarrosta; pallidoccia, molle e cotta: sono invece la ballotta; rugosetta e giallo becco il mio nome è marron secco. Dolce e più gradita a te eccomi marron glacé. Se non l’hai ancora azzeccato te lo dico di filato: nasco e cresco in montagna battezzata son… castagna.

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Canta la filastrocca a ritmo di rap! Guarda gli accenti delle prime strofe e poi continua così.

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ANIMIAMO LA LETTURA

Le inn gg e i s tut re en t si i

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e di class . . . p a Un r Partendo dal ritmo della castagna-rap inventate un “gustoso rap di classe”.

1. Decidete insieme che cibo volete essere. 2. Una volta che avete deciso, allenate l’orecchio con il castagna-rap per ”prendere il ritmo”. 3. Per iniziare, trovate una buona coppia di versi a rima baciata, tipo:

Se non mi hai ancora assaggiato tu non sai cos’è il gelato Alta, bassa, dritta o storta io, comunque, son la torta Biancaneve mi ha mangiata e si è presto addormentata Rosso come piace a un toro... 4. Ora, a gruppi di due, fate una coppia di versi. Per essere sicuri che vadano bene, provate a ”rapparli”, cantandoli ad alta voce. Funzionano? Allora scriveteli e dateli all’insegnante. 5. Ora, tutti insieme, ricucite i versi scritti da ogni gruppo, facendo i cambiamenti che vi sembrano opportuni per migliorare il vostro rap.

Il rap è pro

nto: cantatelo!

Rap per tutto? Il rap, come genere musicale, è nato negli Stati Uniti negli anni Settanta. All’inizio era utilizzato nei quartieri dove abitavano gli afroamericani per comunicare i loro disagi e le loro proteste. Nel corso del tempo è stato utilizzato per qualunque tipo di comunicazione. Oggi negli USA esistono anche rap per insegnare le addizioni e le moltiplicazioni!

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PER CONOSCERE ALLA SCOPERTA DI INFORMAZIONI È bello scoprire e conoscere cose nuove e interessanti!

Puoi arricchire le tue conoscenze leggendo tanti tipi di testi, ma ce ne sono alcuni, in particolare, che hanno lo scopo di dare informazioni su temi, argomenti, fatti ed eventi... Sono i testi informativi. Eccone alcuni. Senz’altro avrai già avuto modo di incontrarli. Sai come si chiamano, dove puoi trovarli e a che cosa servono? Mettiti alla prova per scoprire le tue conoscenze!

c Leggi con attenzione, osserva e scrivi al posto giusto le seguenti parole: MANIFESTI • DÉPLIANT • AVVISI • TESTI ESPOSITIVI E DIVULGATIVI

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Comunicano in modo sintetico; danno informazioni di vario tipo. A scuola spesso vengono scritti per insegnanti e genitori.

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Danno informazioni su argomenti storici, geografici, scientifici e di altre discipline. Li troviamo sui libri, su riviste di divulgazione, sui testi di scuola...

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CHE COSA SCOPRIRAI Nelle prossime pagine leggerai: ...............................................................

Informano su iniziative particolari, feste, spettacoli dando indicazioni sul luogo, la data, il tipo di festa o di spettacolo... In genere vengono appesi.

Avrai modo di osservare come sono fatti:

c Osservando come sono fatti questi testi imparerai a ricavarne le informazioni in modo sempre più efficace e approfondito.

E INOLTRE... LEGGERE IN TUTTI I SENSI M I L L E L I B R I . . . M I L L E G U S T I : pagine per scoprire quali libri ti piacciono e quali, invece, no... .........................................................

Li puoi trovare in varie occasioni; pubblicizzano luoghi di vacanza, musei, attività sportive o culturali...

A N I M I A M O L A L E T T U R A: un viaggio dentro i testi divulgativi per scoprire il loro fascino.

P A R O L E P E R P E N S A R C I : una lettura per confrontarsi con altre culture, con modi diversi di cucinare e di pensare.

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ativi m r o f n i test i

? I D R O C I Il calcio R I T

a s o c Che

c Leggi questo testo. Tu pratichi qualche sport? ....................................

Qual è il tuo sport preferito? ....................................

Il gioco del calcio è uno dei più popolari e diffusi nel mondo, soprattutto nell’area europea, africana e nell’America latina. Ed è uno sport che ha una precisa data di nascita: 26 ottobre 1863. In quel giorno, infatti, in una taverna di Londra i capitani di undici club sportivi si riunirono per fondare la prima associazione di football (letteralmente, in inglese, “piede-palla”) della storia, e stabilirono il primo regolamento scritto del calcio. In Italia, invece, la prima società calcistica è stata quella del Genoa Cricket and Athletic Club, organizzata nel 1892 a Genova da un gruppo di inglesi. A partire dagli anni Settanta del nostro secolo, poi, il calcio è diventato popolare anche negli Stati Uniti (dove si chiama soccer, per distinguerlo dal football locale, assai più simile al rugby), e in Asia, soprattutto per merito di molti campioni europei e di allenatori e tecnici che vi si sono trasferiti. Il calcio si gioca in due squadre da undici atleti: scopo della partita è mandare il pallone nella porta avversaria. Vince la squadra che realizza il maggior numero di reti (goals, in inglese). Il campo di gioco è un rettangolo lungo da 90 a 120 metri, e largo da 45 a 90 metri (la lunghezza è, comunque, sempre superiore alla larghezza). Le varie parti del campo sono delimitate da linee bianche larghe al massimo 12 centimetri. Il fondo è erboso o in terra, anche se negli Stati Uniti si gioca spesso su terreni sintetici, in erba artificiale assai simile alla moquette. Remo Guerrini, Il libro dello sport, Fabbri

LO SCOPO DEL TESTO - IL TITOLO Il testo informativo ha lo scopo di dare informazioni su un fatto o un argo-

c Lo scopo di questo testo è: ■ informarci su com’è fatto un campo di calcio. ■ convincere a giocare a calcio. ■ dare informazioni sull’origine, la diffusione e le regole del gioco del calcio.

mento. Per individuare l’argomento generale del testo, il titolo può aiutare.

c Quale potrebbe essere un altro titolo adatto al testo? ■ Come si gioca a calcio. ■ Uno sport popolare e diffuso. ■ Diventare campioni.

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Disegni magici

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I TESTI INFORMATIVI

I geroglifici sono i segni dell’antica scrittura egizia e rappresentano parti del corpo umano, animali, piante e oggetti familiari. Sono scolpiti nella pietra oppure dipinti sui monumenti religiosi, i templi, le tombe o le statue. La parola geroglifico significa: “carattere sacro inciso”.

I testi informativi comunicano informazioni.

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Gli Egizi pensavano che i geroglifici avessero poteri magici, rendendo reale ciò che rappresentavano. Su una tomba, per esempio, si presumeva che proteggessero i morti, e le offerte illustrate dovevano trasformarsi in vero cibo per il loro bisogno nell’aldilà. ..................................................................................................................

La comprensione dei geroglifici si deve alla scoperta della Stele di Rosetta, avvenuta in Egitto nel 1779 per opera di un ufficiale francese. La stele, che risale al 196 a.C., presenta uno stesso testo in tre scritture differenti: in geroglifico, in demotico (una forma semplificata della scrittura egiziana) e in greco. Comparando queste tre versioni, nel 1822, il francese Jean-François Champollion ha potuto comprendere il significato dei geroglifici.

I segret del i testo

da “Scoprire”, n. 2/2004

LABORA TORIO

LE SEQUENZE INFORMATIVE ORA PROVA TU

c Il testo è diviso in tre parti o sequenze. Rileggile con attenzio-

c Scrivi una sintesi del testo sul quader-

ne. Secondo te, quando si passa da una sequenza all’altra? ■ Dopo ogni punto. ■ Dopo un numero preciso di righe. ■ Quando termina un argomento.

no, riassumendo le informazioni che puoi ricavare da ciascuna sequenza.

I geroglifici: che cosa sono Come e quando sono stati decifrati I poteri dei geroglifici secondo gli Egizi

c

c Attribuisci a ciascuna sequenza uno di questi titoli.

c

OSSERVA E RISPONDI

Un testo informativo è composto da gruppi di informazioni o sequenze; ciascuna affronta un argomento particolare. Dividere in sequenze aiuta a comprendere meglio il testo.

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i testi informativi

Una pianta preziosa Subito dopo il grano, tra i cereali più diffusi nel mondo, si trova, a brevissima distanza, il riso. Questa pianta, coltivata in Cina e in Indonesia già nel III millennio a.C., fu introdotta dagli Arabi in Spagna e in Sicilia nell’VIII sec., mentre in Italia la sua coltivazione ebbe inizio nel milanese intorno al 1520; da allora divenne comune in Lombardia e in altre regioni del nord e del centro e il riso passò, da vegetale raro e costoso, ad alimento conveniente. Il riso ha fusto eretto, alto, a seconda delle razze, da una cinquantina di centimetri ad un metro e mezzo; per crescere ha bisogno di molta umidità e può essere coltivato solo in particolari regioni e in terreni che vengono allagati in determinati periodi; inoltre ha bisogno di temperature oltre i 18°C. Una volta, il faticoso e laborioso trapianto delle pianticelle, immerse parzialmente nell’acqua, veniva compiuto a mano, mentre oggi esistono macchine che lo rendono più leggero e rapido.

Una risaia in una stampa giapponese di Utagawa Hiroshige (1797 - 1858).

Coltivazione del riso in Indonesia.

COMPRENDERE ◗ Individua le parti del testo che ti danno le informazioni per rispondere alle domande e dividi il testo in sequenze informative. • Che cos’è il riso? • Quando fu introdotto e quando si diffuse in Italia? • Com’è fatta la pianta e come viene coltivata? • In che modo viene usato il suo chicco? • Quali usi ne vengono fatti oltre a quello alimentare?

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IA SCIENZE E STOR LA LEGGENDA DEL RISO

Il riso è per i paesi asiatici più di un semplice alimento. La sua diffusione ha sconfitto in passato la fame e ha creato una vera e propria cultura, con miti e detti. Una fiaba indonesiana, per esempio, racconta che un povero contadino incontrò una dea, che gli si offrì in moglie: come dote, portava un chicco di riso e una pentola. L’unica condizione dalla quale dipendeva la loro felicità era che l’uomo non guardasse mai nella pentola. Quella splendida unione continuò per molto e molto tempo: l’uomo era felice e ogni giorno dalla pentola uscivano porzioni e porzioni di riso, per tutta la famiglia e per tutto il villaggio. Ma un giorno la curiosità si impadronì di lui: come poteva un solo chicco di riso, messo a bollire, produrre tutto quel cibo? Pover’uomo! Non fece in tempo a guardare nella pentola, che tutto svanì: la moglie, la pentola e il riso.

Tra le popolazioni orientali e quelle occidentali il modo di usare i chicchi del riso è diverso. In Asia, vengono privati soltanto delle glume, ossia le foglioline che li racchiudono e, in tal modo, mantengono anche le proteine presenti in ogni loro parte. In Occidente, invece, la parte del riso che viene usata consiste solo nel piccolo chicco di amido, privato di tutte le sue protezioni. In questo modo, il riso, durante la cottura, non perde mai la sua forma. La pianta del riso non viene usata solo per scopi alimentari: il suo amido è la base di molti prodotti chimici (tra i quali le ciprie usate dalle signore) e con la sua paglia si produce una raffinatissima e sottilissima carta (la carta riso, appunto!). Maria Chiara Bettazzi, La vita delle piante, Dami

I se g r et i del le p ar o l e

c La parola cereale deriva dal nome della dea Cerere, chiamata anche Demetra, che, secondo gli antichi Romani, proteggeva le messi e i raccolti.

F i lo diretto con...

EDUCAZ IONE A LIME NTARE

Il riso, come tutti i cereali, è ricco di fibre che aiutano il nostro intestino a lavorare bene e di proteine che aiutano il nostro corpo a svilupparsi forte e sano. Sai quali sono i cereali più diffusi? Fai una ricerca e scopri come vengono usati nell’alimentazione. Ricorda di consumarli spesso!

Statua di Demetra, dea della fertilità. n co o Ù s la PIi di rilore e INhicch so co pic a i A e E dei c diver . are d ecnic D I L’ olora ere diugareealizzn la t C mp sci er r co te ali a ali p etti sci ilizz adr o. Ut li qu saic co l mo de

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i testi informativi

Santuari e oracoli nell’antica Grecia GLI DEI DELL’OLIMPO

I Greci rappresentavano i loro dei con aspetto umano e attribuivano loro sentimenti e atteggiamenti simili a quelli degli uomini. Abitavano beati sul monte Olimpo, nutrendosi di ambrosia e bevendo nettare, ma litigavano fra loro, si facevano dispetti, diventavano accaniti avversari quando si trattava di proteggere un eroe invece di un altro o parteggiare per due eserciti in guerra. Erano immortali ma non onnipotenti, perché sottoposti alla volontà del Fato, forza oscura che reggeva il destino degli uomini e degli dei. Venivano considerati superiori ai mortali per i loro poteri, per l’eterna giovinezza, per le stesse proporzioni fisiche.

Un primitivo edificio di culto.

SANTUARI E ORACOLI

Anche se le città della Grecia furono spesso in contrasto fra loro, esistevano centri religiosi e santuari, sacri a tutta l’Ellade, attorno ai quali cadevano le barriere degli interessi particolari. Questi luoghi di cultura e di spiritualità, in cui si riteneva che la divinità si manifestasse per mezzo di oracoli, erano sparsi in tutta la Grecia. I più celebri furono il santuario di Zeus, a Olimpia, dove si celebravano le olimpiadi, e gli oracoli di Dodona e Delfi.

Il tempio circondato dal recinto sacro.

NASCITA DI UN SANTUARIO

La zona sacra diventa un santuario.

I s eg r eti d el le p aro l e Ricerca nel testo queste parole e leggi il loro significato. c L’Ellade è l’antica Grecia. c Rozzo vuol dire poco curato e rifinito. c Il tripode è uno sgabello a tre piedi. c Ambiguo vuol dire poco chiaro, che può avere diversi significati.

Nel luogo in cui si pensava si fosse manifestata una presenza divina, presso un albero sotto le cui fronde un dio avesse trovato ristoro o vicino a una fonte in cui una dea si fosse bagnata, veniva eretto un edificio di culto, spesso rozzo e primitivo, onorato dagli abitanti del luogo. In seguito, se la divinità mostrava di aver gradito l’offerta, si delineava un recinto sacro dentro il quale venivano svolti i riti. Grazie alle offerte e agli ex voto, il tempio poteva arricchirsi di frontoni, colonnati, statue, tesori, nuovi edifici e tutta la zona sacra diventava un santuario.

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testi informativi

La Pizia interrogata dal re di Atene.

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I segreti del testo LABO RA

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IL LINGUAGGIO E LE PAROLE-CHIAVE OSSERVA E RISPONDI

c Il linguaggio del testo è:

Tempio di Apollo a Delfi.

■ preciso, ricco di termini specifici. ■ familiare, come il linguaggio che si usa nella vita quotidiana.

c Nel testo abbiamo evidenziato L’ORACOLO DI DELFI

Il testo e l’i mma gine ◗ I testi informativi sono spesso accompagnati da immagini e didascalie che hanno lo scopo di arricchire il testo dandoci nuove informazioni; ci aiutano anche a comprenderlo meglio. Quali informazioni del testo vogliono spiegare le tre immagini del tempio?

c Adesso utilizza le parole-chiave evidenziate per scrivere una sintesi del testo. Osserva l’esempio e continua tu. ESEMPIO

dei • aspetto • sentimenti e atteggiamenti • immortali non onnipotenti Gli dèi dei Greci avevano un aspetto umano e anche i sentimenti e gli atteggiamenti degli uomini. Erano immortali, ma non onnipotenti...

c

Giovanni Caselli (a cura di), Gli antichi greci, Giunti

ORA PROVA TU

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Nel santuario di Delfi Apollo parlava per bocca di una sacerdotessa: la Pizia. Seduta su un tripode nella cella del tempio, sotto l’influsso dei vapori che fuoriuscivano da una spaccatura del pavimento, la donna rivelava la volontà del dio mediante parole oscure e ambigue che venivano poi interpretate dai sacerdoti delfici. Apollo non rivelava l’avvenire, ma rispondeva a precise domande, indicando la via da seguire in ogni specifica situazione. All’oracolo di Delfi ricorrevano non solo privati cittadini, anche ambascerie di città o di sovrani per interrogare il dio su importanti questioni pubbliche, quali una dichiarazione di guerra o la fondazione di una colonia. L’oracolo si esprimeva in maniera molto oscura, in modo che il responso, se risultava sbagliato, potesse sempre essere attribuito a un errore di interpretazione.

alcune parole-chiave, cioè quelle parole che aiutano a riconoscere le informazioni principali.

Il linguaggio di un testo informativo è chiaro e preciso, spesso ricco di termini specifici. In un testo informativo è utile individuare le parole-chiave, perché ci aiutano a comprendere le informazioni principali del testo. In alcuni testi informativi si possono trovare già evidenziate.

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i testi informativi

I seg r eti d el l e p ar o l e c Le parole di Internet sono soprattutto in inglese e spesso sono sigle o abbreviazioni. Per conoscere il significato di modem e provider leggi la pagina accanto.

Che cos’è Internet? Internet è una rete (net) di comunicazione che collega ogni punto del globo. In rete si può giocare, spedire e-mail (lettere), fare acquisti e trovare una marea di informazioni. Per navigare in Internet è necessario collegare il proprio computer ad un modem e ad una presa del telefono. Poi si deve fare un abbonamento a pagamento o anche gratis ad un provider. Una volta entrati nella grande rete si possono cercare i siti che ci interessano. Un sito è il posto in cui sono contenuti tanti tipi di informazioni (testi, immagini ed altro). Per trovare il sito che ci interessa dobbiamo conoscere la URL (Universal Resource Locator), ovvero l’indirizzo. Se lo si conosce, si deve digitare nello spazio apposito del programma di navigazione (browser) e… iniziare a navigare. Se invece non si conosce dobbiamo cercarlo con un motore di ricerca; i motori di ricerca più famosi sono Google, Lycos e Yahoo. Con l’aiuto di una piccola telecamera (webcamera) e di un microfono si può anche partecipare a videoconferenze o comunicare con amici e parenti non solo per scritto, ma guardandosi addirittura in faccia! da Il grande libro dei ragazzi, Adnkronos libri

TANTI NOMI PER UNA CHIOCCIOLINA

@

La chiocciolina @ che si usa negli indirizzi e.mail, cioè di posta elettronica, non è un’invenzione dei navigatori di Internet, ma un’abbreviazione usata nei manoscritti a partire dal VI-VII secolo. Nasce dalla fusione delle lettere che compongono la parola “ad”, che in latino significa “presso”. Il simbolo è stato usato nella corrispondenza commerciale e da qui è passato alla posta elettronica, dove si legge all’inglese (“at”, cioè “presso”; si pronuncia “et”). Noi la chiamiamo chiocciola, in Francia invece escargot (chiocciola) o arobase (dallo spagnolo arroba, unità di misura), in Germania klammeraffe (scimmia-ragno) e in Olanda apestaart (coda di scimmia).

COMPRENDERE ◗ Ricerca nel testo le informazioni e rispondi sul quaderno: • Che cos’è Internet? • Che cosa si può fare “navigando” in Internet? • Che cosa è necessario per poter “navigare”? • Che cos’è un sito e come si può entrarvi? • Che cosa si può fare con una webcamera?

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I SE G RE TI DEL L E

PA R OLE

Le parole dell’informatica Quante parole nuove incontri quando usi il computer! Conoscerle bene ti aiuta a usarlo meglio e a navigare in Internet. Ecco un “webcabolario”, cioè un vocabolario che trovi in rete scritto da bambini della scuola primaria come te per aiutarti a comprendere meglio il significato di alcune parole.

r Leggi le definizioni e scrivi, con parole tue, quelle mancanti. Computer Il computer è una macchina-calcolatrice che contiene vari programmi come: Windows, Dos, Pinball… Il computer ha una memoria dove ci puoi mettere tutte le cose che vuoi.

Icona L’icona è una piccola immagine che sta sopra il nome del programma; serve per riconoscerlo e capire che programma o gioco è.

Webcam La webcam è una telecamera per computer con la quale puoi fare foto e video, da mandare anche per posta elettronica ai tuoi amici. Le immagini così filmate vengono riprodotte sul monitor del computer.

Monitor ............................................................ ............................................................. ................................................................

Mouse ...........................................................

Modem Il modem è uno strumento che permette di ricevere e trasmettere, attraverso le linee del telefono, i dati elaborati dal computer.

.......................................................... .........................................................

Cd ..........................................................

Provider Il provider è una società fornitrice di servizi che permette di collegarsi a Internet.

......................................................... ...........................................................

E-mail ............................................................ ............................................................

Antivirus L’antivirus è un programma che difende il tuo computer da eventuali virus che potrebbero attaccarlo e cancellarne la memoria.

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Nel computer le icone ti permettono di aprire i file. Ne conosci qualcuna? Disegnala sul quaderno e scrivi accanto che tipo di file apre.

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i testi informativi

Gli animali, ottimi medici Forse non tutti sanno che anche gli animali si curano, scegliendo fra centinaia e centinaia di specie, piante particolari che hanno il potere di guarire i loro mali o di sanare le loro ferite. Ebbene, gli animali, a seconda del loro habitat, sanno cercare e scoprire le prodigiose sostanze in grado di ridare la salute e, non di rado, gli uomini si sono valsi della esperienza delle piccole creature del bosco o dell’aria e l’hanno fatta propria, utilizzando le stesse “medicine”. Un esempio, tra i più significativi, dell’oculata scelta operata dagli animali nella ricerca delle piante curative, è quello rappresentato dai cervi, dalle pernici, dalle cicogne e dai colombi selvatici. Queste specie, quando sentono qualche malessere, prendono a mangiare avidamente le foglie dell’origano o del timo. Essi ricorrono a queste piante anche quando vengono trafitti da una spina, se colpiti non gravemente da una fucilata o da una freccia; in questi casi, gli animali ingurgitano grandi quantità di foglie e di fiori di origano o di timo e continuano a cibarsi quasi esclusivamente di queste piante sino a quando spine, freccia, piombo o scheggia fuoriescono spontaneamente dalle ferite che subito prendono a rimarginarsi. Evidentemente gli olii essenziali contenuti nelle due pianticelle, provocando la formazione di nuovi tessuti, determinano un’azione di spinta verso il corpo estraneo e finiscono per espellerlo. Inoltre, le sostanze contenute nell’origano e nel timo, note per il loro potere disinfettante, evitano qualsiasi infezione derivante dalla ferita stessa.

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Gli animali sanno curarsi

Origano e timo sono piante molto usate da diverse specie di animali


IM SCIENZE: GLI AN ALI

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Più elaborata la cura disintossicante che l’orso fa a primavera, al momento del risveglio dal letargo invernale, quando esce dalla sua tana, indebolito e affamato; ancora prima di cominciare la ricerca del cibo e di dissetarsi, l’orso si mette a girare quasi con frenesia per tutto il bosco e, finalmente, riesce a individuare la tenera vegetazione appena spuntata di un Arum. Il grosso bestione comincia allora a scavare, mette allo scoperto il rizoma della pianta e lo rosicchia incurante del sapore acre, amarissimo, veramente disgustoso, quasi consapevole di dover ingurgitare la “medicina” che avrà il potere di liberare il suo sangue e i suoi visceri da tutte le tossine accumulate durante il letargo.

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I segreti del testo LABO RA

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INFORMAZIONI PRINCIPALI E SECONDARIE Dopo il letargo l’orso fa una bella cura disintossicante

OSSERVA E SCOPRI

c Abbiamo diviso il testo in tre parti. Accanto a ciascuna parte abbiamo riassunto le informazioni principali. ORA PROVA TU

c Ricerca le informazioni secondarie che chiariscono e arricchiscono il significato di quelle principali: sottolineale con la matita verde. c

Gigliola Magrini, Primo incontro con le piante, Giunti

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I s e g ret i d e l le p a ro l e

c Oculata: attenta. c Rizoma: parte sotterranea del fusto di alcune piante. c Visceri: organi interni.

In un testo informativo possiamo individuare informazioni secondarie che chiariscono, arricchiscono, spiegano il significato delle informazioni principali.

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leggi e scopri

i testi informativi

Nel cratere di un antico vulcano A pochi chilometri da Viterbo si trova il Lago di Vico. Ha una superficie di appena 12 km, e nel punto più profondo raggiunge i 50 metri. È quindi molto piccolo, ma è uno dei più bei laghi vulcanici d’Italia per la conformazione, il paesaggio, la vegetazione, la fauna. Dal 1982 è una riserva naturale. Il Lago di Vico merita di essere visitato. Partendo da Viterbo, si prende la via Cimina, verso Roma. La strada si arrampica sui monti Cimini, tra fitti boschi di faggi. Dopo appena 10 km di salita arriviamo sull’orlo dell’antico cratere. Qui ci attende un improvviso e bellissimo colpo d’occhio: il lago si stende davanti a noi, completamente circondato da una parte verde. Per avere una visione complessiva del lago possiamo fare un giro tutt’attorno. Basterà percorrere la stradina che lo costeggia, restando sempre all’interno o sull’orlo del cratere. La cosa più interessante da fare è un giro in barca accompagnati da una guida. Lasciata la riva, ci si inoltra subito tra i canneti che circondano il lago. Con un po’ di fortuna e nella stagione giusta, qui si possono osservare germani, martin pescatori, aironi, garzette e tarabusi che si nascondono tra le canne. Nell’acqua si potrà cogliere il guizzo di qualche biscia o forse di una tartaruga; lo scintillio del dorso di una grossa carpa o la nube di fango sollevata dalle tinche. Terminato il giro in barca, si possono fare molte passeggiate lungo le rive del lago. Noi consigliamo la salita al Monte Venere (838 metri s.l.m.), tra fitti boschi di faggi, noccioli e cerri, da cui si gode un’altra vista del lago. Si può raggiungere anche il Pozzo del Diavolo, quello che resta dell’antica bocca eruttiva: una voragine scura e di difficile accesso, rifugio un tempo di briganti e ora di pipistrelli.

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I segreti del testo LABO RA

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LE INFORMAZIONI DAL TESTO E DALLE IMMAGINI OSSERVA E RISPONDI

c Qual è lo scopo di questo testo?

Se il posto ti è piaciuto e vuoi godertelo più a lungo, potrai piantare la tenda sulle rive del lago, in un campeggio organizzato. Per i tratti che decidi di percorrere a piedi, è meglio avere un minimo di attrezzatura: scarpe comode (da ginnastica o scarponcini leggeri), pantaloni lunghi per non graffiarti le gambe, cappellino per il sole, borraccia per dissetarti lungo il cammino. Se ti interessa particolarmente il mondo del canneto e i suoi abitanti, procurati degli stivali di gomma, che ti permetteranno di addentrarti un po’, e un binocolo per osservare da lontano.

■ Dare informazioni sul lago di Vico e invitare a visitarlo. ■ Raccontare l’esperienza di un gruppo di persone che hanno visitato il lago di Vico. ■ Far capire che è bello camminare nei canneti.

c Dove puoi trovare questo testo? ■ In una guida turistica. ■ In un romanzo di avventura.

c Il testo è accompagnato da una piantina, da una carta stradale e da alcune foto. Qual è lo scopo di ogni allegato? Collega. Mostrare le bellezze della zona.

AA. VV., Natura d’Italia, De Agostini Ragazzi

COMPRENDERE

Indicare come si può raggiungere il posto.

◗ Ricerca le informazioni nel testo e rispondi. • Dove si trova il lago di Vico? Come è? • In che modo si può avere una visione complessiva, cioè una visione d’insieme del lago? • Quali animali si possono ammirare facendo un giro in barca? Che cos’è il Pozzo del Diavolo? • Dove è possibile fermarsi a dormire? ◗ Elenca l’attrezzatura indispensabile per visitare il posto.

Mostrare gli itinerari presenti nella zona e dove ricevere informazioni.

c Nel testo sono evidenziate: ■ le parole che ci aiutano a trovare le informazioni più importanti (parole-chiave). ■ le parole più difficili.

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i testi informativi

Predatori con le foglie

COMPRENDERE ◗ Di che cosa si nutrono le piante carnivore? • In che modo la drosera cattura le sue prede? • Perché gli insetti impollinatori non vengono mangiati? • Quali insetti non mangia la roridula? Perché? ◗ Sottolinea nel testo l’informazione che ti ha colpito di più.

Esistono piante fameliche capaci di mangiare cani, gatti, addirittura uomini? Soltanto nei film! Le piante carnivore mangiano insetti o, al massimo, qualche lucertola o rana... Le trappole che usano per catturare le loro prede sono micidiali. Alcune, come la drosera, producono goccioline di colla che, grazie a dei riflessi di luce, attirano l’insetto e poi lo intrappolano impedendogli di volare via. Altre, per non far scappare le proprie prede, hanno una foglia avvolta su se stessa e piena di liquido digestivo (fino a due litri) che scioglie l’insetto scivolato all’interno. Non tutti gli insetti vengono uccisi. Ad esempio, gli impollinatori servono vivi: portano il polline dal fiore di una pianta a quello di un’altra, per fecondarla e far sì che si riproduca. La roridula, invece, risparmia insetti con zampe molto lunghe: questi si nutrono di altri insetti rimasti appiccicati sulle foglie e, in cambio, depositano i propri escrementi sulla pianta, che ne ricava così il proprio cibo. Più che carnivora, insomma, è... “cacchivora”! da “Focus Junior”, n. 9/2004

I se g reti de l le p a ro l e

c Risparmia in questa frase significa “lascia vivere”.

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IL CONVIVENZA CIV E

Bicicletta, che passione! La bicicletta è il mezzo di trasporto più diffuso in tutto il mondo. Il tuo bisnonno probabilmente usava la bicicletta molto più di te e soprattutto per scopi diversi: per fare brevi viaggi e per trasportare merci. Tu oggi la usi per divertirti e fare sport, forse meno come mezzo di trasporto. Eppure è un mezzo agile, maneggevole, pulito, non costoso, veloce nel traffico cittadino e... mantiene in forma. Insomma è un oggetto prezioso, che va trattato con tutte le cure. Ricordati che, anche quando usi la bicicletta per divertimento, devi rispettare le norme del Codice della strada. C. Calvi, F. Colombo, R. Turri, Io, tu, noi, tutti, De Agostini

LA BICICLETTATA I segreti del testo

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ORGANIZZANO

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Gli amici della bicicletta

LABO RA

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I MANIFESTI

c Osserva il manifesto a fianco una gita per pedalare in compagnia nelle vie della città. Ritrovo: domenica 28 aprile, alle ore 9 in Piazza Garibaldi. A ogni partecipante verrà dato un cappellino giallo. Lungo il percorso ci saranno alcuni punti di ristoro. SIETE TUTTI INVITATI, GRANDI E PICCINI, CON LE VOSTRE BICICLETTE!!!

e rispondi. Il testo scritto è: ■ lungo. ■ breve.

c Alcuni termini sono scritti in caratteri più grandi o in colore diverso perché: ■ danno informazioni importanti e devono essere ben visibili. ■ abbelliscono il manifesto.

c c

COMPRENDERE ◗ Che cosa propone il manifesto? A chi si rivolge? ◗ Dove si svolgerà l’iniziativa? Quando? ◗ Quali altre informazioni puoi ricavare da questo manifesto?

I manifesti sono testi informativi che utilizzano spesso parole e immagini. Il testo è scritto in modo da comunicare rapidamente le informazioni essenziali.

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DEPLIANT E MANIFESTI

Estate insieme

c Ecco la copertina e una delle pagine interne di un dépliant informativo su attività estive rivolte ai bambini. Osservale.

Il servizio di trasporto da P.zza A. Moro alla scuola è richiedibile al momento dell’iscrizione (partenza ore 8.15).

BO LA

I DÉPLIANT

I segreti del testo

RA

T ORIO

c Osserva la copertina. Il titolo, giocando sulle parole, fa riferimento a due cose: la stagione in cui si svolgono le attività, cioè .................................................................................

il tipo di attività proposte, cioè attività da fare .................................................................................

c Ti sembrano adatti i disegni? Perché? c c

I dépliant utilizzano caratteri speciali, titolazioni, disegni, colori per attirare l’interesse del lettore; forniscono informazioni sintetiche.

COMPRENDERE ◗ Osserva la pagina interna e rispondi. • Le attività proposte si svolgono: ■ al mattino. ■ al pomeriggio. • Un bambino di 5 anni può partecipare alle attività? SÌ NO • Quali attività vengono proposte?

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I

R IT T O R E C S O

Per scrivere una sintesi: re a f i Vuo si di u n c Leggi questo testo e poi riassumilo sul quaderno. e t n Utilizza le tecniche che hai imparato. i la s ESTO O? T AT IV M R O 2 Sottolinea poi le F 1 Dai un titolo a ciaN I scuna delle parti in cui il testo è stato diviso, sintetizzando l’informazione principale di ciascuna di esse.

parole-chiave che esprimono le altre informazioni che puoi individuare in ciascuna parte.

3

Utilizza le parole-chiave per riassumere il brano.

IL SOLE ..........................................

Secondo gli scienziati, circa cinque miliardi di anni fa una gigantesca nube di polveri e gas si muoveva vorticando nello spazio. Forse l’esplosione di una stella vicina proiettò contro questa nube grandi quantità di gas che la urtarono e la compressero: così cominciò a contrarsi. Più la nube si contraeva, più diventava calda. Alla fine il suo centro era diventato così caldo che la materia di cui era costituito cominciò a modificarsi. Queste modificazioni produssero altro calore, finché il centro della nube prese fuoco: era nata la stella Sole. ..........................................

La superficie del Sole è agitata: parti si sollevano, altre sprofondano con un movimento incessante, proprio come quello del mare. Sembra che la superficie del Sole sia costituita da granuli di materia strettamente compressi l’uno contro l’altro. Visto dalla Terra ogni granulo ci appare piccolo, ma in realtà misura in media circa 1000 chilometri di diametro. La sua vita, invece, è molto breve: circa otto minuti. ..........................................

Per studiare il Sole dalla Terra possiamo contare sull’aiuto della Luna. A volte il Sole si oscura completamente anche se il cielo è limpido e privo di nubi. È perché la Luna si è messa tra la Terra e il Sole e lo nasconde del tutto; solo la corona solare resta visibile sotto forma di alone intorno alla Luna. Quando la Luna nasconde completamente il disco del Sole si verifica un’eclissi solare totale. L’eclissi solare totale dura soltanto pochi minuti, poi il Sole comincia a riapparire.

i

miei lavori

Quale delle tre fasi del lavoro è stata per te più impegnativa? Perché?

Isaac Asimov, Il sole, Editoriale Scienza

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e r i e t g t g Le tu n si in se i

A me piacciono i libri di tutti i gusti. E a te?

LIBRI PER TUTTI... I libri sono un po' come i gelati: ce n'è di tanti gusti… A te quali piacciono?

Storie di fantasia

Storie che fanno ridere

Favole con animali protagonisti

Avventure di bambini e bambine

Libri di giochi, feste, vita in altre parti del mondo

Libri che mostrano il cielo, le stelle e i pianeti

Libri sulla natura e le piante

Libri di storia che raccontano il mondo antico

Storie di paura

Libri per conoscere gli animali

Indovinelli e giochi enigmistici

Fumetti

Invenzioni e scoperte

Libri che spiegano come costruire oggetti

Libri di poesie e filastrocche

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Le iN gg e i s tu re t eN t si i

MILLE LIBRI... MILLE GUSTI! LA MIA OPINIONE Preferisci i libri con o senza figure? Perché? .................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................

LA MIA DOMANDA Tra i libri che hai segnato ce ne sono alcuni che preferisci leggere da solo e altri che ti piace leggere in compagnia? Quali? ........................................................................................................................... ....................................................................

Questo libro ha ........... pagine.

c c

UNA SFIDA TUTTA PER ME

L’ISPIRAZIONE... I libri sono come i cibi: i più appetitosi li divoriamo in un battibaleno… Per ricordarti se un libro ti è piaciuto fai un bel segnalibro-segnagusto!

Ho iniziato a leggerlo il .....................

Ecco come fare.

Ho finito di leggerlo il .....................

UN NONNO A QUATT RO ZAMPE

Ti servono: cartoncini colorati, forbici, colla e pennarelli. 1. Prendi i cartoncini e ritaglia un triangolo da un cartoncino color biscotto e 3 cerchi dei colori dei gusti di gelato che preferisci. 2. Incollali in modo da formare un bel… cono gelato. 3. Con i pennarelli, scrivi nel cono il titolo del libro. 4. Nei tre cerchi scrivi ciò che vedi nella figura. Completali man mano. E ora BUONA LETTURA! Quando avrai finito il libro saprai se l’hai divorato come una golosità o se l’hai ingoiato controvoglia come… una medicina.

LA SFIDA... Scegli un libro che ti va di leggere e immagina: in quanti giorni (o in quante ore!) pensi di divorarlo? Fai un cono segnagusto e completalo tutto: anche il terzo cerchio! Metti via il segnalibro e comincia a leggere. Quando hai finito riprendi il cono e controlla: hai fatto una previsione giusta? LO SAPEVO! Se sì, aggiungi al tuo segnalibro… un tocco di panna di cartoncino bianco, fatto così:

DI IDEA

TO

GAT

Preparate una gelateria di classe… Ognuno farà il suo cono (ricordatevi di aggiungere il nome dietro…) e poi: partenza! Con l’insegnante, scegliete un libro da leggere a casa e il giorno in cui iniziare la lettura. Non appena finito di leggere, ognuno di voi consegnerà il cono all’insegnante che farà da… gelataio. È stata una lettura“gustosa”? Parlatene insieme.

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re i e t gg ut i e L t Ns iN se i

ANIMIAMO LA LETTURA

SIAMO "DIVULGATTIVI"

Spunti per riflettere.

Ti piacciono i libri di divulgazione? Sono ricchi di spu nti. Eccone u no: guarda come è fatto. Non male, eh?

Qualche perla di saggezza.

Domande per… conoscerti.

Didascalie per… aiutarti.

c c

E

un o cc

ioco g l be

e con i compagn i. da far

1. Ogni bambino decide quale animale vuole essere.

2. Poi raccoglie tutte le informazioni che può (descrizioni, foto, disegni, curiosità, stranezze ecc.) e costruisce una pagina di testo divulgativo, tipo quella che vedi qui, ma… FALSA! Come?

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Disegni per “riconoscere”.


ANIMIAMO LA LETTURA Informazioni per sapere.

Le iN gg e i s tu re t eN t si i

Foto per "vedere".

Curiosità e… dettagli.

Domande per… conoscere.

Ed ecco la risposta!

Curiosità e considerazioni.

Disegni per "immaginare". 3. Basta sostituire le informazioni giuste con alcune sbagliate!

4. Poi ognuno scambia la sua pagina con il compagno di banco e fa la… caccia all'errore. I più “divulgattivi” riusciranno a smascherare il maggior numero di bugie.

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re i e t gg ut i e L t ns in se i

PAROLE PER PENSARCI È bello conoscere esperienze, abitudini diverse. È u n modo per arricchirsi e per crescere.

COUSCOUS ESTIVO

Ecco un buon piatto che potrai goderti in estate.

CULTURE... A TAVOLA!

CHE COSA TI SERVE • 300 g di couscous precotto • 1 cucchiaio di semi di cumino • olio extravergine di oliva • 4 pomodori • sale • prezzemolo e foglie di menta

COME DEVI FARE 1. Con l’aiuto di un adulto scalda dell’acqua con i semi di cumino.

2. Metti il couscous in una ciotola e versa sopra l’acqua. Copri e lascia gonfiare al caldo per 20 minuti circa aggiungendo poi qualche cucchiaio di olio.

In una città dell’Emilia, alcuni anni fa, il Comune propose di introdurre nella mensa delle scuole – frequentate anche da numerosi ragazzi provenienti dai paesi arabi – un cibo caratteristico di quei popoli, il couscous (granelli di semolino addensati a mano con acqua e olio, che si possono poi preparare e accompagnare in mille modi diversi, un po’ come la pasta o la polenta). Si decise che, una volta alla settimana, invece della solita pasta si sarebbe servito couscous. L’esperimento non mancò di suscitare qualche diffidenza ma sostanzialmente funzionò: i ragazzi, curiosi, accettarono la nuova proposta con molta semplicità. Qualche mese dopo furono tutti intervistati per conoscere più da vicino le loro reazioni. Particolare interesse destò la risposta di un ragazzo arabo che disse: – Sì, il couscous mi è piaciuto, ma preferisco quello che mi prepara a casa la mamma...

3. Versalo su un piatto, circonda con i pomodori lavati, asciugati e affettati e cospargi di prezzemolo e menta.

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Le iN gg e i s tu re t eN t si i

PAROLE PER PENSARCI

LE MIE EMOZIONI E I MIEI PENSIERI • Che cosa pensi della decisione presa riguardo al menu della mensa scolastica di cui si parla nel testo? • Pensi che sia stata utile solo per i bambini arabi o per tutti? • Anche tu hai amici che vengono da paesi diversi dal tuo? • In quale modo si possono scambiare esperienze, conoscenze, confrontare abitudini? Parlane con i compagni e le compagne.

“È naturale”, pensarono gli amministratori, “ciascuno di noi è legato ai propri sapori e soprattutto ai sapori della propria infanzia. È ovvio che il couscous domestico, qualunque ne sia il gusto, piaccia di più di quello scolastico”. Ma alla domanda: “Perché ti piace di più quello di casa?”, il ragazzo sorprese gli intervistatori con una risposta del tutto imprevedibile: DISCUTENDO – Mia madre – disse – prepara un piatto a strati: uno S’IMPARA di couscous, uno di tortellini, uno di couscous, uno di tortellini… Discutendo con gli altri c Un esempio davvero curioso di incontro fra culture si possono arricchire le noc diverse, realizzato attraverso il cibo. stre idee, o addirittura modificarle. Se siamo capaci di ascolLe cucine sono come i popoli: sembrano “originatare, e di riflettere su ciò che gli alrie” di un certo territorio e invece, nella maggior tri dicono, possiamo scoprire anche parte dei casi, sono state “create” dalla storia. che la nostra idea non è sempre la miDISCUTENDO Esse sono state, e continuano ad essere, uno gliore. Perciò: S’IMPARA dei principali modi con cui gli uomini si in• ascoltiamo sempre con attenzione ciò che i compagni e le compagne stanno dicendo; contrano, si conoscono, si mescolano, in c ci è chiaro, chiediamo a chi • se qualcosa non quel grande pentolone in cui razze, linc di nuovo; parla di spiegarci gue e religioni diverse riescono a con• riflettiamo sulle proposte dei compagni; vivere e a fondersi. Massimo Montanari, Il pentolino magico, Laterza

• non abbiamo paura di cambiare le nostre proposte e le nostre idee!

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QUANTE REGOLE! PER FARE BENE, PER VIVERE BENE

I testi regolativi, cioè quei testi che hanno lo scopo di darci regole e istruzioni, sono tanti e di diverso tipo.

c Osserva questi cartelli e segna con una ✗ quelli che contengono regole, istruzioni, norme di comportamento:

Tu sei un tipo che sta alle regole? Intanto scopri se sai riconoscerle!

A tu rn o, i gioc ato squadr a dovra ri di ogni di colpir nno ce rcare e i biri ll i con u Vince la na pallin squadr a. a che r a colpir iesce e i l ma ggior n u mero di biri lli. esco r f o g o re in lu . a v r e s Con utto . e asci dell’uso a m i r ep Agitar

1. Ritaglia il cartoncino. 2. Piegalo in 4 parti.

La mia scuola ha un bel giardino dove ci divertiamo a giocare durante la ricreazione e nel dopomensa.

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CHE COSA SCOPRIRAI Nelle prossime pagine leggerai:

Non usare l’ascensore in caso di incendio.

È stat a prop rio u na gita: c bella i siamo divertit i e abbia impara mo to tan te cos e nuove .

Taglia le pesche a fettine e condiscile con zucchero e succo di limone.

c Spiega i motivi delle tue scelte e confrontati con quelle fatte dai compagni.

c Scoprirai come sono scritti i testi regolativi, imparerai a comprenderli e potrai metterti subito alla prova realizzando elaborati.

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tivi a l o g e r test i

? I D R O C I R TI A ritmo di Limbo

a s o c Che

Il Limbo è una danza tipica dei Caraibi che consiste nel passare sotto un’asta piegandosi all’indietro, come vedi nella fotografia.

c Vuoi provare anche tu, insieme ai compagni? CHE COSA VI SERVE

Due canne di bambù (o asticelle rigide) di 1 m; 10 bastoncini da 5 cm (fateli tagliare dall’insegnante); un bastoncino di 1 m; nastro adesivo colorato e normale, spago, due cartoncini di 50 x 25 cm, creta.

COME DOVETE FARE

Fissate con il nastro adesivo i bastoncini alle due canne, a circa 20 cm l’uno dall’altro. 1

Con una matita e lo spago disegnate un semicerchio su un cartoncino, tagliatelo e arrotolatelo in modo da formare un cono. Fissatelo con il nastro adesivo e tagliate la punta. 2

Infilate ora una canna nel cono e fissatela con il nastro adesivo. Perché la canna sia più stabile, mettete della creta sulla sua base. Fate altrettanto con l’altro cartoncino. Ora avete i piedi delle aste! 3

Ora può cominciare il gioco. Ponete il bastoncino/sbarra sulla tacca più alta; a turno i giocatori devono passarvi sotto piegandosi all’indietro. A ogni giro la sbarra viene abbassata e la difficoltà aumenta! 4

Maria Chiara Bettazzi, Manuale dei giochi all’aperto, Giunti

LO SCOPO DEL TESTO E IL LINGUAGGIO I testi regolativi hanno lo scopo di darci regole e istruzioni; utilizzano un linguaggio semplice, preciso ed efficace.

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c Questo testo ha lo scopo di: ■ dare le regole per costruire il materiale necessario e per giocare. ■ far capire che è importante giocare con gli amici. c Il linguaggio utilizzato è: ■ semplice e preciso. ■ complicato, difficile da comprendere.

c Sottolinea nel testo le parole che esprimono un invito o un comando.

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Un’antica ricetta Gli antichi Greci offrivano i cibi migliori dei loro pasti agli dei. In onore della dea Demetra preparavano grandissime pagnotte a forma di capra. Divertiti anche tu a cucinarle!

I TESTI REGOLATIVI

Leggi con attenzione e poi mettiti all’opera!

I testi regolativi ci danno istruzioni e regole.

CHE COSA TI SERVE

• • • • • •

300 g di farina 00 1 bustina di lievito per torte salate 3 dl di acqua tiepida 1 cucchiaio di zucchero 1 cucchiaino di sale 1/2 bicchiere di olio d’oliva

COME DEVI FARE 1

Metti in una ciotola la farina. Aggiungi il lievito, il sale, l’olio, lo zucchero e impasta. Aggiungi l’acqua necessaria per ammorbidire l’impasto. 2

Lavora la pasta finché diventa elastica. Stendila con il mattarello sino a ottenere uno spessore di circa mezzo centimetro. 3

Sagoma il corpo del caprone, le zampe, la bocca e la coda. 4

Per formare le corna, appoggia sulla testa un rotolino di pasta avvolto a spirale. 5

Con la punta della forchetta, pizzica la superficie per formare i riccioli di lana. 6

Scalda il forno a 240 gradi, poi con l’aiuto di un adulto inforna il pane e cuocilo per 10/15 minuti.

I segret del i testo

D. Albertini, A. Fasoli, Io la storia me la mangio a merenda, Giunti

LABORA TORIO

IL TEMPO DEI VERBI OSSERVA E RISPONDI

ORA PROVA TU

c Sottolinea tutti i verbi che indicano

c Conosci qualche semplice ricetta di cucina? Scrivila sul qua-

le azioni da compiere. I verbi sono: ■ all’imperativo ■ al passato remoto ■ al futuro

derno seguendo lo schema di quella che hai appena letto: elenca prima gli ingredienti e spiega poi il procedimento. Metti i verbi all’indicativo presente (prendo, aggiungo, scaldo...).

c

l’infinito presente: mettere in una ciotola la farina. Aggiungere il lievito…

c

c Riscrivi la ricetta mettendo i verbi al-

Nei testi regolativi troviamo molti verbi. Generalmente sono all’indicativo presente, all’imperativo e all’infinito.

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Costruire un foglio di papiro! Immagina che la carta non sia stata inventata. Dove puoi scrivere? Ti insegniamo il modo di costruire dei fogli utilizzando filo e colla. Un procedimento simile veniva usato dagli antichi Egizi per costruire fogli utilizzando fusti di papiro. CHE COSA TI SERVE

• un rocchetto di filo bianco • un po’ di tè • colla liquida per carta • un grosso pennello • una cartellina di plastica trasparente COME DEVI FARE

Con l’aiuto del pennello, stendi uno strato di colla sulla cartellina di plastica, srotola man mano il rocchetto e applica il filo sulla colla in righe fitte, nel senso della lunghezza della cartella. Lascia asciugare. 1

Stendi un nuovo strato di colla. Poi disponi un secondo strato di filo, questa volta nel senso della larghezza in modo che si formi una griglia sulla cartellina di plastica. 2

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testi regolat i v i

3 Realizza così tre o quattro strati, fin quando il filo ricopre quasi tutta la plastica.

Fai un infuso di tè. Una volta raffreddato usalo per tinteggiare con il pennello gli strati di filo. 4

da “Scoprire”, n. 4/2004

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I segreti del testo

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Quando è tutto asciutto, stacca il tuo montaggio dalla cartellina. Il filo intrecciato alla colla forma un foglio. Taglialo in due e incolla i due pezzi l’uno sull’altro, lasciando la parte lucida all’esterno. Che bel papiro! 5

LABO RA

T

L’ORDINE DELLE FASI OSSERVA E RISPONDI

c Le istruzioni che vengono date in questo testo: ■ sono scritte in ordine cronologico: da ciò che va fatto prima a ciò che deve essere fatto man mano in seguito. ■ sono scritte in ordine di importanza: prima ciò che è più importante fare e poi ciò che è meno importante.

F i lo diretto con...

■ possono essere seguite nell’ordine che uno preferisce. STOR IA

Per costruire supporti in papiro sui quali scrivere, gli Egizi tagliavano i fusti di papiro in sottili lamelle nel senso della lunghezza; disponevano le lamelle una accanto all’altra e le ricoprivano poi con altre lamelle disposte di traverso sul primo strato. Le lamelle si legavano tra loro grazie all’acqua e alla linfa della pianta. Dopo di che il tutto veniva pressato e il foglio ottenuto era levigato con l’aiuto di una pietra.

■ devono essere seguite nell’ordine in cui sono state scritte. ORA PROVA TU

c Leggi ciò che è scritto sotto il titolo Filo diretto con... storia e scrivi un breve testo regolativo che illustra il procedimento seguito dagli antichi Egizi per fare fogli utilizzando i fusti di papiro. Inizia così: Tagliare i fusti di papiro...

163 Copia personale. Non distribuibile né vendibile. © 2012 Giunti Scuola


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In treno Viaggiare in treno è bello e divertente, ma bisogna tener conto della presenza e delle esigenze di molte altre persone ed evitare i comportamenti che possono disturbare. Perciò, quando viaggi in treno... Non precipitarti urlando e correndo lungo il corri-

doio del treno, appena salito, per cercare un posto, e non entrare come un ciclone negli scompartimenti. Limitati ad affacciarti a quelli dove ti sembra di aver visto un posto vuoto e chiedi gentilmente se è libero, prima di occuparlo.

Cerca di dare una mano agli adulti che ti ac-

compagnano e che devono sistemare le valige nel portabagagli.

Evita di entrare e uscire continuamente dallo scom-

partimento, pestando i piedi agli altri. Non che tu debba restare immobile per tutto il tempo, ma lascia almeno passare un intervallo ragionevole tra un’uscita e l’altra. Se con te viaggia un ragazzo della tua stessa età, chiacchierate e giocate, ma senza fare chiasso e senza inseguirvi per i corridoi.

I segreti della lingua c Sottolinea nel testo tutti i pronomi personali. Attento/a! Alcuni di essi, soprattutto le particelle pronominali (mi, ti, ci, si, vi) puoi trovarli uniti a un verbo (es.: affacciar-

COMPRENDERE ◗ Sottolinea nel testo con due colori diversi: • ciò che non bisogna fare in treno; • ciò che è possibile e utile fare.

164 Copia personale. Non distribuibile né vendibile. © 2012 Giunti Scuola


testi regolat i v i È proibito categoricamente:

• lamentarsi ogni minuto dicendo che si ha fame o sete; • mangiare ininterrottamente seminando briciole, carte di caramelle, tovagliolini unti e lattine vuote: tutte queste cose vanno raccolte e gettate nei contenitori per rifiuti; • ascoltare musica se non si ha la cuffia; • togliersi le scarpe e appoggiare i piedi sul sedile di fronte; • aprire e chiudere ogni minuto i finestrini o la porta dello scompartimento.

Se viaggi in gruppo o in gita scolastica, devi evitare:

• musica a tutto volume; • urla, chiasso selvaggio e agitazione sfrenata. Se hai bisogno della toilette:

• cerca di starci il minimo indispensabile: non sei il solo a doverla usare! • spesso i viaggiatori che l’hanno usata prima di te non l’hanno lasciata in condizioni impeccabili: fai attenzione a non peggiorare la situazione! • ricorda che la toilette non si può usare durante la sosta in stazione!

Se il tuo scompartimento è dotato di quei piccoli marchin-

gegni che fanno oscurare i finestrini o abbassano e alzano luce e riscaldamento, dopo averli sperimentati una volta (la tentazione è irresistibile!) evita di manovrarli in continuazione per puro divertimento. Gli altri viaggiatori potrebbero seccarsi! Francesca Lazzarato, Ragazzi, in treno!, Manuale del giovane viaggiatore, Editori Riuniti

F i lo diretto con...

EDUCAZIONE alla C ITTADINANZA

Tu hai mai viaggiato in treno? Ti è capitato di trovarti in situazioni in cui qualcuno creava disturbo ai passeggeri? Vorresti aggiungere qualche altra regola a quelle che sono elencate nel testo che hai letto? Parlane con l’insegnante e i compagni.

I segreti del testo c Questo testo ha lo scopo di: ■ spiegare perché viaggiare in treno non è molto comodo. ■ spiegare in che modo bisogna comportarsi per rispettare gli altri mentre si viaggia in treno.

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leggi e

scopri

Per parcheggiare Nei parcheggi a pagamento si trovano spesso dei “parcometri”, cioè delle macchinette che consentono di pagare la sosta. Per non avere brutte sorprese bisogna leggere con attenzione le istruzioni per l’uso della macchinetta e le regole relative alla sosta che vi sono riportate.

I segret del i testo LABORA TORIO

IL TESTO E LE IMMAGINI OSSERVA E RISPONDI

c Osserva il parcometro nella foto. Le regole per utilizzare la macchinetta e parcheggiare correttamente sono fornite solo dal testo o anche da immagini?

c La mamma non aveva mai visto un parcometro così. Ha inserito le monete, ha premuto il pulsante verde e ha ottenuto il biglietto. Poi si è allontanata e, al ritorno, ha trovato una bella multa. Che cosa aveva dimenticato di fare? .................................................................................. ..................................................................................

...........................................................................................

c

c Quanti euro deve inserire la mamma se vuole parcheggiare la macchina dalle 10 alle 11 del mattino?

c

c Hai capito dove vanno inserite le monete? Cerchia di rosso nell’immagine.

Spesso i testi regolativi sono accompagnati da immagini che hanno anch’esse lo scopo di fornire regole oppure di illustrare le regole già spiegate con le parole.

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I ivi Scr un TO T ES T IVO. OLA G E R

R IT T O R E C S O

Riordina questa ricetta e poi scrivi tu le istruzioni per fare: c Qui trovi, elencate in disordine, le varie fasi per la preparazione di un semplice piatto di pastasciutta. Leggi e numerale nel giusto ordine.

1 1

Riempire una pentola con acqua.

Scolare la pasta quando è cotta.

1 1

Attendere che l’acqua bolla e versare la pasta.

1 1

Mettere la pentola su un fornello acceso.

Condire con olio e parmigiano.

Aggiungere il sale.

1

Versare la pasta in una zuppiera.

c C’è qualcosa che sai fare molto bene? Magari una ricetta, o un lavoretto manuale: costruire un burattino, far dei lavoretti con la pasta di pane, creare delle decorazioni per qualche occasione particolare... Scrivi le istruzioni da leggere ai compagni. 1 Procedi con ordine, seguendo le indicazioni. ssari. Elenca i materiali nece

2

ale ch e vuoi Scegli la forma verb ioni da comusare nell’indicare le az o presente...). piere (infinito, indicativ

4

zando Scrivi frasi brevi utiliz e chiaro. un linguaggio semplice

i

miei la v o r i

3

Or di na le op eraz io ni a da svolgere nella giust le. ra successione tempo

5

ni Se vuoi, aggiu ngi diseg che illustrano il testo.

Fai leggere il tuo lavoro ad alcuni compagni; se riusciranno a capire il procedimento, significa che hai fatto un buon lavoro.

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VEDERCI!!!

ARRI

La scuola sta per f inire. L'estate è ormai alle porte. T i aspettano lu nghe giornate libere dagli impegni scolastici. Giornate da vivere con te mpi lu nghi e più distesi… Ecco qualche consiglio per impegnare e trascorrere i l tuo tempo libero divertendoti.

1

Se puoi, mantieni i contatti con i compagni di classe o comunque con gli amici: è il momento per poter giocare a lungo insieme, anche all’aperto. Evita di trascorrere troppo tempo al computer e alla televisione.

2

Hai un hobby, un passatempo preferito? Adesso che sei più libero puoi coltivarli meglio. Se non hai ancora una tua passione, ecco un’idea che può essere divertente: collezionare oggetti vari (piccoli giochi, cartoline illustrate o altri oggetti che ti piacciono) e catalogarli.

3

E ricordati soprattutto che la lettura di un bel libro è sempre un ottimo modo per passare il tempo. Non scordare di far visita a una biblioteca, e “rifornisciti” di libri dei generi che più ti piacciono.

Poi tuffati nella lettura! Ma ricorda, leggere deve essere un'attività piacevole, perciò… Se un libro non ti piace, lascialo!

Se ti va di saltare le pagine, fallo!

Se ti piace condividere la lettura, cerca qualcuno disposto ad ascoltarti: troverai chi ha piacere di sentirti leggere.

Se vuoi goderti la lettura in tutta solitudine, trova un angolino e un momento tutto per te.

Se ti va di leggere e rileggere lo stesso libro che ti è piaciuto tanto, leggilo!

E se una volta non hai voglia di leggere…. non leggere!

I libri non si offendono e sanno aspettare: sono sempre pronti ad aprire per te le porte dei loro fantastici mondi e a svelare tutti i meravigliosi segreti che custodiscono.

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SCOPRI IL TUO LIBRO

La sezione “Leggere in tutti i sensi” è a cura di Teresa Porcella Direzione editoriale Tullia Colombo

ATTO BLU G L I

TRA LE PAGINE CERCA...

I segreti del testo Laboratori per scoprire come sono costruite le storie e non solo...

Coordinamento di redazione Carlotta Ferrari Lelli Realizzazione editoriale: Team Giunti Scuola Daniela Fabbri (caporedattore), Teresa Porcella (capoprogetti), Leonardo Di Bugno e Cinzia Chiari (direzione artistica), Federico Gerace, Maria Grazia Iarlori, Rossano Palazzeschi, Sara Pratesi (redazione), Claudia Hendel, Elisabetta Marchetti (ricerca iconografica) Copertina Raffaele Anello (disegno di Benedetta Giaufret, Enrica Rusinà) Impaginazione Studio Boschi Disegni Laura Crema, Benedetta Giaufret, Enrica Rusinà Referenze fotografiche Archivio Giunti, Firenze; Sie/Sime/Masterfile, Roma; Grazia Neri, Milano; Alamy/Granataimages.com, Milano; Franca Speranza/ Peter Arnold, Milano; Corbis/Contrasto, Milano; Scala, Firenze; NPL/Contrasto, Milano; Getty Images/Laura Ronchi, Milano; Marka, Roma; Humberto Serra, Roma

Io scrittore

Per la foto di Bruno Tognolini di pag. 130: si ringrazia Daniela Zedda Per le foto di pag.146-147: si ringrazia la Riserva Naturale del Lago di Vico

Pagine per imparare a scrivere in tanti modi diversi.

L’ idea in piu-

Questo corso è • rispondente alle indicazioni del Progetto Polite per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze • rispondente alle indicazioni del Ministero dell’Interno per diffondere la cultura della Protezione Civile e della Sicurezza nella scuola. Per esigenze didattiche ed editoriali alcuni brani sono stati ridotti e/o adattati. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa, con qualsiasi mezzo, compresa stampa, copia fotostatica, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’editore. L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Cinque copie del presente volume sono state inviate sia al Ministero della Pubblica Istruzione sia all’Assessorato della Pubblica Istruzione della Regione Autonoma Siciliana.

Idee, giochi, proposte per trasformare il libro in un luogo d’incontro...

IL GATTO www.giuntiscuola.it

© 2006 Giunti Scuola S.r.l. - Firenze Prima edizione: marzo 2006

Leggere in tutti i sensi Pagine speciali con letture, giochi e proposte per divertirsi con i libri, per conoscersi meglio e stare bene insieme.

Ristampa

Anno

10 9 8 7 6 5 4 3

2013 2012 2011

Stampato presso Giunti Industrie Grafiche S.p.A. Stabilimento di Prato

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