01 La tua salute, la nostra priorità
Gennaio-Febbraio 2011
Influenza: non farne una malattia Prevenire l’assalto dei virus 8 > Salute e maternità Parto cesareo solo se serve davvero 6 > Salute in famiglia
COD. 254297
I dolori di ossa, muscoli e articolazioni 14 > In collaborazione con Alliance Healthcare
In questo numero
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SALUTE DA...
Informazioni di attualità
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SALUTE E BELLEZZA
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CAPIRE LE ANALISI
Chiamiamoli reumatismi ma impariamo a conoscerli
SALUTE E MATERNITA’
Taglio cesareo solo quando serve davvero
Non facciamone una malattia on c’è niente di più naturale e fisiologico. Eppure la maternità viene sempre più vissuta come se fosse una malattia, e non è un caso allora se l’atto che ne costituisce il compimento, il parto, viene trasformato in una grande percentuale dei casi (oltre la metà in alcune regioni italiane) in intervento chirurgico: un’operazione - il taglio cesareo - che semplifica le cose alla macchina sanitaria e viene vissuta con sollievo anche da molte mamme, ma in molti casi potrebbe essere tranquillamente evitata. Ecco perché, come vedremo in questo numero di Alphega Farmacia Magazine, è importante raccogliere il maggior numero di informazioni prima di procedere a un passo del genere, che giova ricordarlo - deve ricevere il consenso della gestante. Ma parleremo anche dei malanni a cui ci espongono le condizioni invernali: innanzitutto l’influenza e le altre infezioni, per lo più virali, contro le quali vale la pena soprattutto adottare misure di prevenzione; e poi i mille dolori a muscoli, ossa, articolazioni che in maniera tanto comune quanto impropria vengono chiamati ‘reumatismi’. In realtà si tratta spesso di disturbi assai meno gravi, per risolvere i quali possono giovare i farmaci ma soprattutto posture corrette, in particolare nel lavoro. Ci occuperemo pure di rughe, segni del viso che spesso dichiarano un’età superiore a quella reale (e vedremo anche in questo caso quanto contano le buone abitudini) e di trigliceridi, grassi la cui concentrazione nel sangue dichiara invece il vero sulla correttezza della nostra dieta. Vedremo infine come è stato semplificato l’accesso ai farmaci per il trattamento del dolore severo, in passato sottoposti a restrizioni eccessive. Buona lettura.
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SALUTE IN FAMIGLIA
N
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Quando le rughe dicono bugie IL FARMACISTA CONSIGLIA
Più semplice trattare il dolore
DOSSIER PREVENZIONE
Virus invernali nemici fronteggiabili
I trigliceridi spie della dieta
Anno VII, numero 1 (Gennaio-Febbraio 2011) Registrazione Tribunale di Milano N. 882 del 22 novembre 2005 Periodico trimestrale di Galenitalia S.p.A. – Via Tiburtina, 1310 – Roma Edizione in esclusiva per le farmacie Alphega Direttore responsabile Angelo Cambié ancambi@tin.it Redazione Florio Bovio Coordinamento scientifico e redazionale, grafica e impaginazione InterMedia Servizi Editoriali, via S. Antonino 3, 24122 Bergamo, tel. 035.226859, fax 035.4178840 (Consulenza scientifica Mariapia Fazio) Gestione spazi e materiali pubblicitari Galenitalia S.p.A. - tel. 0185 372219 – fax 0185 372269 Editore Sinergie s.r.l., Via La Spezia 1, 20143 Milano Stampa Roto 3 Industria Grafica S.p.a., via Turbigo 11/b, 20022 Castano Primo (MI) Amministrazione Galenitalia S.p.A. - tel. 0185 372219 – fax 0185 372269 © Proprietà letteraria riservata. La riproduzione intera o parziale in ogni forma e su qualunque supporto, anche citando la fonte, è vietata in ogni lingua. Diritti riservati in tutto il mondo.
Alphega Farmacia magazine
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Attualità in breve BOSTON
SALUTE DA… ROMA
La sede del centro di ricerca biomedica nell’Università cattolica del Sacro Cuore
La celiachia, se non curata con una dieta senza glutine, triplica il rischio di aborti spontanei ricorrenti, perché gli anticorpi ‘impazziti’ della malattia distruggono la placenta impedendo al feto di nutrirsi. Lo hanno scoperto ricercatori dell’Università Cattolica di Roma e dell’Istituto Superiore di Sanità. La celiachia è l’intolleranza al glutine, la proteina del grano. Colpisce una persona ogni 80-90, e spesso non è diagnosticata perché quasi senza sintomi; cosa pericolosa per le donne, perché la celiachia è legata a vari problemi ginecologici: aborti ricorrenti, problemi e ritardi di sviluppo fetale, parti prematuri, menopausa precoce. Per evitare danni al feto occorre seguire una dieta senza glutine da almeno sei mesi prima del concepimento.
WASHINGTON • L’aria che respiriamo tra le mura domestiche è cinque volte più inquinata di quella all’esterno. Lo ha dimostrato una ricerca dell’Environmental Protection Agency, l’ente statunitense di protezione ambientale. Fonti di questo inquinamento - spiegano gli esperti - sono innanzitutto i composti organici volatili, contenuti in prodotti per la pulizia, vernici, candele profumate, vestiti e tappezzeria lavati a secco, e inoltre nel fumo di stufe a legna e caminetti, oltre che in quello di sigaretta. C’è poi l’inquinamento dovuto a batteri, funghi e muffe.
SILVER SPRING (MARYLAND) • Il botulino può essere usato per trattare le emicranie croniche negli adulti. L’organo regolatorio statunitense sui farmaci, la Food and Drug Administration, ha consentito che il farmaco, finora utilizzato per rimuovere le rughe, sia iniettato nel collo e sulla testa ogni 12 settimane agli adulti che soffrono di emicranie per più di 14 giorni al mese. Il botulino è invece inefficace nei soggetti che soffrono di emicranie più sporadiche e meno persistenti. L’uso era stato approvato qualche mese prima in Gran Bretagna.
MELBOURNE Chi assume abitualmente sonniferi o ansiolitici è più pericoloso alla guida di chi beve troppo. Secondo l’Istituto australiano per la respirazione e il sonno di Melbourne, coloro che prendono benzodiazepine sono a maggior rischio di uscire di corsia
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o di strada, o di scontrarsi con altri veicoli, rispetto a chi ha un contenuto illegale di alcool nel sangue di 0,08%. E chi ha assunto alte dosi di farmaco ha una disabilità moderata alla guida ancora nel pomeriggio successivo.
Bere latte in abbondanza durante la gravidanza protegge i figli dalla sclerosi multipla. Lo sostiene uno studio che nell’Harvard School of Public Health di Boston ha coinvolto 36mila donne, a cui le madri avevano dato informazioni sulla loro dieta in gravidanza. Il rischio della malattia tra le figlie si è rivelato del 56% più basso se le mamme avevano bevuto quattro bicchieri di latte al giorno quando erano incinte rispetto alle mamme che avevano assunto meno di tre bicchieri. E’ emerso anche che le donne incinte con livelli di vitamina D più elevati avevano il 45% di probabilità in meno di mettere al mondo figlie che avrebbero sviluppato la sclerosi multipla.
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Ăˆ un medicinale a base di ossimetazolina cloridrato. Non utilizzare nei bambini al di sotto dei 12 anni. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Attenzione: i medicinali vanno assunti con cautela, per un breve periodo di tempo, non superando le dosi consigliate e solo per le indicazioni riportate nel foglio illustrativo. In caso di dubbi rivolgersi al medico o al farmacista. Dep. del 23 Dicembre 2009.
respira la vita
TM
Salute e maternità
Il ricorso alla chirurgia è sempre più frequente, ma spesso immotivato
LE RISPOSTE DEL VOSTRO FARMACISTA In quali casi è
necessario il parto cesareo? Innanzitutto in alcune situazioni relative alla gestante, come: • bacino troppo stretto, • gravi malattie sistemiche, • tumori del bacino, • collo dell’utero e vagina troppo stretti, • fibromi, • carcinoma del collo dell’utero, • inerzia uterina, • minaccia di rottura dell’utero, • prima maternità tardiva associata ad altre possibili cause di complicazioni del parto, • infezione da virus dell’Aids (che con il parto normale può trasmettersi più facilmente al bambino). Poi ci sono cause relative al feto, tra le quali: • presentazioni anormali, come quella di spalla e quella podalica (con la parte inferiore del corpo), • eccessivo sviluppo, • stati di sofferenza nei quali l’attesa del parto naturale creerebbe un grave pericolo per la vita del feto. Infine il cesareo può rendersi necessario per alcune anomalie della placenta e del cordone ombelicale. 6
Taglio cesareo solo quando serve davvero Il parto è un evento
naturale, ma vi è sempre più la tendenza a trasformarlo in un intervento chirurgico. In molti casi oggi, specie in Italia, le donne partoriscono con il taglio cesareo senza un reale motivo di salute. Ma occorre tenere presenti alcuni elementi di giudizio. Il taglio cesareo non è più sicuro del parto naturale. Non ci sono prove che questo modo di partorire, in assenza di situazioni cliniche che ne giustifichino l’attuazione, sia più sicuro per la salute della mamma e del neonato rispetto a quello per via vaginale; alcuni studi suggeriscono anzi una sua maggiore pericolosità. Occorre infatti ricordare che il taglio cesareo è un intervento chirurgico, e solo in caso di effettiva necessità per ragioni mediche è in grado di garantire benefici superiori ai potenziali rischi che inevitabilmente comporta.
A chi rivolgersi per avere informazioni affidabili sul parto. Durante la gravidanza è importante sfruttare tutte le possibili occasioni di incontro con il medico di famiglia, l’ostetrica e il ginecologo per ottenere
• Alphega Farmacia magazine
informazioni sulle modalità del parto e sul taglio cesareo, basate su conoscenze scientifiche aggiornate. Non bisogna esitare a esprimere eventuali preoccupazioni e dubbi e a farsi illustrare le diverse modalità di parto facendosi indicare quella più adatta nel proprio caso.
Quali informazioni occorre ricevere per una scelta consapevole del tipo di parto. Se il medico ritiene che nel
caso specifico si renda opportuno il ricorso a un taglio cesareo,
deve spiegare alla donna, prima di ottenere il suo consenso: • quali motivi giustificano questa scelta; • quali rischi e benefici esistono, nella specifica situazione, rispetto al parto naturale; • come si svolgerà l’intervento e quale anestesia sarà praticata; • quali conseguenze potranno derivare dal cesareo per le gravidanze e i parti successivi.
Se si vuole ricorrere al cesareo contro il parere del medico. Si raccomanda di discutere con il medico i motivi della richiesta, valutando i pro e i contro della scelta, nella consapevolezza che in assenza di appropriate motivazioni mediche il ginecologo può rifiutare l’intervento. Nei casi in cui la richiesta sia sostenuta soprattutto dalla paura del travaglio e del parto, è opportuno informarsi sui diversi tipi di
sostegno offerti dalla struttura in cui si intende partorire: va tenuto presente che in molti casi un programma di supporto adeguato si è dimostrato efficace nel ridurre l’ansia, nel facilitare la scelta e nel migliorare l’esperienza del parto. In ogni modo, se ci si trova in disaccordo con il ginecologo su questa scelta, si può consultare un altro medico per avere un secondo parere.
Se non si condivide la proposta del medico di eseguire un cesareo. È importante comprendere e condividere i motivi per cui il ginecologo suggerisce l’intervento, non esitando a chiedere ulteriori chiarimenti e a consultare eventualmente un altro medico. In ogni caso, si può sempre rifiutare l’intervento, assumendosi la responsabilità della decisione.
STATISTICHE
Un record tutto italiano 1980
In Italia il taglio cesareo costituiva, 30 anni fa, l’11,2% di tutti i parti.
1985
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandava già 25 anni fa di non eseguire più di un parto con taglio cesareo su 7 (il 15%): questo era il valore individuato come limite a garanzia del massimo beneficio per la salute di mamme e bambini.
1991
In poco più di dieci anni il ricorso al cesareo, in Italia, è raddoppiato rispetto al 1980: 22,4%.
2000
Un’altra decina di anni e la frequenza del cesareo è triplicata rispetto al 1980: 33,2%.
2008
In Italia, la percentuale di tagli cesarei ha raggiunto il 38%, superando di gran lunga i valori registrati negli altri paesi europei, che si attestano intorno al 20-25%. Al secondo posto in questa classifica il Portogallo con il 33%. L’Olanda è al 15%, la Slovenia al 14%. Percentuali più alte di parti cesarei vengono registrate, nel nostro paese, al Sud (tabella sotto), nelle case di cura private rispetto agli ospedali pubblici e nelle strutture che assistono un basso numero di parti annui.
Il parto chirurgico: ampia la variabilità da una regione all’altra 70
60
50 40
media nazionale 30 20
10 0
P I E M O N T E
V A L L E D’ A O S T A
L O M B A R D I A
P. A. B O L Z A N O
P. A. T R E N T O
V E N E T O
F R I U L I V. G.
L I G U R I A
E M I L I A R O M A G N A
T O S C A N A
U M B R I A
M A R C H E
L A Z I O
A B R U Z Z O
M O L I S E
C A M P A N I A
P U G L I A
B A S I L I C A T A
C A L A B R I A
S I C I L I A
S A R D E G N A
Alphega Farmacia magazine
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Dossier prevenzione
I sintomi sono praticamente gli stessi per oltre trecento infezioni diverse, tra cui poche sono quelle influenzali vere e proprie. Tutte sono provocate da virus, e si combattono soprattutto con precauzioni per evitare il contagio. 8
Virus invernali nemici fronteggiabili Combattere l’influenza e le altre malattie del periodo
• Alphega Farmacia magazine
Non è facile distinguere l’influenza dalle altre malattie respiratorie che si presentano soprattutto in inverno: oltre ai virus influenzali, ce ne sono più di altri trecento (rinovirus, adenovirus, virus parainfluenzali eccetera) in grado di provocare sintomi in tutto e per tutto simili, cioè
mal di gola, tosse, naso che cola, starnuti, difficoltà di respirazione, mal di testa, dolori muscolari e articolari, malessere generalizzato, febbre. Per sapere se l’infezione è causata da un virus dell’influenza o da uno di altro tipo bisognerebbe fare una coltura virale, un metodo laborioso che
richiede tre giorni di tempo, poco meno che la durata della malattia. Sono disponibili anche test più rapidi, ma non sono ancora del tutto affidabili. E allora, considerato che nella grande maggioranza dei casi non ha senso una terapia finalizzata a uccidere i virus (colonnino nella pagina successiva), in genere si rinuncia a individuare con precisione di quale forma si tratti: tanto la terapia, in ogni caso, si indirizzerebbe a lenire, con farmaci da automedicazione che potranno essere consigliati dal farmacista, i sintomi più fastidiosi, e non differirebbe quindi a seconda del virus. Oltretutto le malattie di questo tipo hanno anche un altro importante punto in comune: di norma i disturbi passano da soli senza lasciare strascichi - in alcuni giorni. Dunque la difesa migliore, contro queste infezioni guaribilissime ma sostanzialmente senza terapia, è la prevenzione. Una prevenzione
che comincia dallo stile di vita: una serie di buone abitudini (tabella in basso) può permettere all’organismo di trovarsi nelle migliori condizioni per contrastare i virus delle malattie da raffreddamento.
EVITARE IL CONTAGIO Ma è importante anche evitare le occasioni di incontro con questi microrganismi, che possono sopravvivere per ore depositati su superfici e oggetti, pronti a essere raccolti da mani incaute che li trasportino a bocca, naso e occhi, porte di ingresso dell’organismo. La trasmissione da persona a persona dei virus che provocano le malattie invernali può avvenire per via aerea - attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, che fuoriescono con grande velocità e possono quindi raggiungere distanze notevoli - o per via indiretta, attraverso il contatto con mani, superfici o oggetti che siano stati
BUONE ABITUDINI
Come si rafforzano le difese 1
Alimentarsi in modo sano e bilanciato.
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Evitare sovraccarichi di lavoro e stress.
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Non fumare.
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Dormire un numero di ore sufficiente a rigenerare l'organismo e recuperare le energie spese.
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Non passare troppo tempo in luoghi freddi e non esporsi a repentini sbalzi di temperatura.
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Evitare di svolgere attività fisica all'aperto se il clima è rigido, specie in presenza di smog.
“ ”
I virus possono sopravvivere per ore su superfici e oggetti, pronti a essere raccolti da mani che li trasportino a bocca, naso e occhi, porte di ingresso dell’organismo. contaminati dalle secrezioni respiratorie. Per questo, alcune norme di
Dachecosariparailvaccino La vaccinazione antinfluenzale costituisce un mezzo efficace per prevenire l’influenza e le sue complicanze. Quest’anno il vaccino contiene tre ceppi di virus influenzali, tra i quali quello dell’influenza A H1N1, che è tuttora circolante anche se la pandemia è in fase calante. Il periodo migliore per la vaccinazione era da ottobre a dicembre, ma ci si può far iniettare il vaccino anche in un periodo successivo: occorre tuttavia tener presente che l’immunizzazione viene conseguita 2-3 settimane dopo, e che durante questo periodo si è quindi esposti al contagio. Peraltro il vaccino contro l’influenza, anche per chi lo abbia assunto in tempo, non protegge dagli altri virus invernali che provocano sindromi simili, e quindi resta la possibilità di contrarre queste forme, spesso difficilmente distinguibili dall’influenza vera e propria. Una singola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per assicurare negli adulti una soddisfacente risposta immunitaria, che protegga contro l’influenza stagionale. Non è quindi prevista una dose di richiamo, se non per i bambini al di sotto dei 9 anni di età che non siano stati mai vaccinati in precedenza, per i quali si raccomanda una seconda somministrazione a distanza di almeno quattro settimane dalla prima. In tutti gli altri bambini è sufficiente una sola dose.
Alphega Farmacia magazine
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Dossier prevenzione
LE RISPOSTE DEL VOSTRO FARMACISTA Si possono usare
i farmaci antivirali per prevenire l’influenza? Solo in alcuni casi, vale a dire nelle persone che siano ad alto rischio per le complicanze dovute all’influenza e non si sono potute vaccinare (o in cui si suppone che non si sia sviluppata una buona risposta immunitaria al virus influenzale). Per ottenere il migliore rapporto tra svantaggi e benefici, questa profilassi dovrebbe essere attuata solo durante il periodo dell’epidemia. L’uso di questi farmaci una volta che l’influenza sia stata contratta, se viene incominciato entro 48 ore dall’esordio dei sintomi e continuato per 5-7 giorni, riduce l’intensità dei disturbi in circa il 50% dei casi, abbreviando di uno o due giorni la durata della malattia. Considerata anche questa modesta efficacia, gli antivirali andrebbero usati solo quando ci siano rischi di gravi complicazioni, visto che possono avere effetti collaterali di tipo neurologico e favorire lo sviluppo di ceppi virali resistenti. 10
buona igiene (tabella a destra) possono giocare un ruolo determinante nel limitare la diffusione di influenza e malattie simili.
PRIMO, DISINFETTARE Importante è in particolare la disinfezione. Maniglie delle porte, superfici del bagno e della cucina, libri, vestiti, giocattoli sono alcuni dei luoghi più comuni sui quali i virus delle malattie da raffreddamento possono depositarsi, rimanendo in vita per un periodo compreso tra 2 e 8 ore, ma talvolta anche molto più a lungo. Per prevenire la diffusione dell’influenza, quindi, è importante abituarsi a detergere accuratamente e con una certa frequenza questi oggetti e tutte le superfici a rischio, soprattutto quando ci si trova a condividere un ambiente con una persona ammalata. I virus influenzali vengono distrutti dal calore (75-100°) e da molti germicidi chimici, compresi il cloro (soluzioni di ipoclorito tra
cui la candeggina e vari prodotti per la disinfezione), il perossido di idrogeno (acqua ossigenata), i comuni detergenti e gli antisettici
a base di iodio e alcool, a condizione che vengano utilizzati nella concentrazione adeguata e lasciati agire per un periodo di
REGOLE DA SEGUIRE
Per non infettarsi né infettare 1
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Coprire con un fazzoletto naso e bocca quando si starnutisce e gettare il fazzoletto nella spazzatura dopo averlo usato. Lavare spesso le mani con acqua e sapone, specialmente dopo avere tossito o starnutito, dopo aver frequentato luoghi pubblici o aver maneggiato oggetti utilizzati da una persona infetta; in mancanza di acqua e sapone, sono utili ed efficaci anche detergenti per le mani sotto forma di salviettine o gel, che agiscono rapidamente e asciugano in pochi secondi senza bisogno di risciacquo.
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Evitare di toccarsi occhi, naso e bocca, perché i germi si diffondono proprio in questo modo.
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Cercare di evitare contatti con persone che presentano sintomi influenzali: la ‘distanza di sicurezza’ è di almeno 50 cm, che diventano 1,5-2 metri se la persona tossisce o starnutisce e 1 metro se la persona infetta starnutisce (le goccioline di secrezioni respiratorie che contengono il virus si muovono a una velocità di 150 km all'ora).
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Se si ha influenza o raffreddore, rimanere a casa e limitare i contatti con altre persone per evitare di infettarle.
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Aprire spesso le finestre per cambiare l'aria, soprattutto negli ambienti frequentati da più persone.
La protezione che può venire dal caldo umido Suffumigi
Respirare i vapori di acqua calda in cui siano state disciolte alcune gocce d’essenza di mentolo o di altre sostanze vasodilatatrici, stando attenti a non ustionarsi, è uno dei rimedi più tradizionali: aiuta a liberare le vie aeree e quindi a respirare meglio. Anche la temperatura elevata contribuisce ad aumentare le difese: per esempio i virus del raffreddore (rinovirus) non sopravvivono sopra i 32 gradi centigradi. Ma gli esperti non sono ancora del tutto persuasi che i suffumigi siano in grado di ‘uccidere’ i virus: gli esperimenti finora condotti hanno dato risultati contrastanti.
Sauna
Secondo studi condotti nella patria della sauna, la Finlandia, fare regolarmente i ‘bagni di caldo’ diminuisce l’incidenza delle malattie invernali. Le proprietà della sauna e del bagno turco sarebbero collegate anche in questo caso all’elevata temperatura e alle condizioni di alta umidità che ostacolano la replicazione dei virus, favorendo così le difese dell’organismo.
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Dossier prevenzione
tempo sufficiente. Per una pulizia rapida ed efficace, si possono utilizzare salviettine disinfettanti, che asciugano rapidamente.
SE C’E’ UN MALATO IN CASA Quando in casa c’è una persona ammalata, sono importanti precauzioni particolari oltre alla disinfezione di oggetti e superfici. • Utilizzare fazzoletti di carta o altri oggetti monouso (per esempio, bicchieri e posate di plastica) e dopo l’impiego prestare attenzione al loro smaltimento: tutti gli articoli a perdere che siano entrati in contatto con una persona infetta devono essere gettati nei rifiuti subito dopo l’uso e, dopo averli maneggiati, è necessario lavarsi subito e accuratamente le mani. • Le stoviglie utilizzate dalle persone ammalate non devono essere necessariamente lavate separatamente: è sufficiente lavarle con acqua calda e i comuni detergenti, meglio se in lavastoviglie. • Tovaglioli, lenzuola e asciugamani dovrebbero essere lavati con sapone da bucato, meglio se in lavatrice, e asciugati al caldo. Per evitare la contaminazione, durante il trasporto non vanno ‘abbracciati’ i panni non ancora lavati.
Per saperne di più • Informazioni sull’epidemia di influenza dall’Istituto superiore di sanità: www.iss.it/iflu
Difendersi con i cibi
Alcuni alimenti comuni offrono un certo grado di protezione dall’assalto dei virus invernali. Per esempio il tradizionale brodo di pollo: le sue proprietà sono collegate innanzitutto al calore - che crea dilatazione dei vasi sanguigni e quindi beneficio per le vie aeree superiori irritate - e a un effetto fluidificante su muco e catarro. A queste proprietà si somma un’attività antinfiammatoria intrinseca dimostrata da uno studio scientifico pubblicato sulla rivista internazionale Chest: nel brodo di pollo sono presenti proteine che accelerano il rinforzo della membrana dei globuli bianchi e di altre cellule del sistema immunitario. L’aggiunta di spezie e in particolare di peperoncino - in virtù delle proprietà vasodilatatrici di quest’ultimo rende solitamente ancora più efficace questo antico rimedio della nonna. Vi sono poi alcuni alimenti base, in particolare frutta e ortaggi di stagione, che fornendo un’assunzione di vitamine, oligoelementi e altre sostanze utili alla difesa dell’organismo costituiscono una potenziale barriera naturale anti-virus. Il cavolo in tutte le sue varianti appartenenti alla famiglia delle crucifere verza, cavolo bianco, rosso e cappuccio contiene ferro, altri minerali e vitamine (in particolare C) che agiscono potenziando gli enzimi protettivi e i processi di difesa dai virus dell’organismo. Le virtù benefiche del cavolo possono essere sfruttate anche grazie al suo succo o alle
foglie. Un’attenzione particolare va posta alle modalità di cottura delle crucifere, che non devono essere scaldate troppo a lungo e a temperature eccessive per non danneggiarne i nutrienti protettivi. Altri ortaggi di uso comune di cui può essere aumentato il consumo in cucina nei mesi invernali sono la cipolla e l’aglio: oltre a essere ricchi di vitamine e sali minerali, hanno proprietà antibatteriche ed espettoranti, e sono quindi utili per fluidificare ed eliminare il catarro. Proprietà fluidificanti sono attribuite anche alle pere e alle mele cotte, tra i rimedi di stagione più tradizionali. La ricetta della nonna in questo caso consiglia di prepararle con l’aggiunta di miele, che favorisce la fluidificazione del catarro. Questo rimedio può anche servire a calmare le crisi di tosse e la raucedine secca. Utili per l’apporto di vitamine, in particolare la C, sono sia i limoni sia le arance. I primi da alcuni sono considerati anche depurativi, tanto che se ne consiglia un consumo elevato. Fatto accertato è che la vitamina C degli agrumi costituisce un complemento utilissimo dell’alimentazione e aumenta le difese dell’organismo; inoltre il limone, spremuto a freddo sui cibi, facilità l’assorbimento del ferro dagli altri alimenti che ne sono ricchi (oltre alle crucifere, anche spinaci e carni rosse), potenziando quindi le difese naturali contro i virus e i batteri.
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Salute in famiglia
I dolori a muscoli, ossa e articolazioni
Chiamiamoli reumatismi maimpariamoaconoscerli Spesso li si denomina in maniera impropria, facendo riferimento a malattie serie con cui nulla hanno a che fare. I disturbi dell’apparato muscoloscheletrico sono in genere banali, e si curano con piccoli accorgimenti. Freddo, pioggia, vento, umidità dei mesi invernali rendono frequenti i dolori alla schiena, alle articolazioni, alle spalle: ‘reumatismi’, come li si qualifica spesso nel linguaggio comune, anche se questi disturbi spesso nulla hanno a che vedere con i reumatismi veri e propri, patologie complesse e importanti, alcune acute e altre croniche, tra loro molto diverse ma accomunate dalla presenza di dolore e di focolai di infiammazione che coinvolgono principalmente le articolazioni, i tendini e i muscoli. Un’importante malattia reumatica è l’artrite reumatoide, una patologia autoimmune in cui il sistema immunitario, che dovrebbe difendere l’organismo da agenti esterni nocivi, attacca invece propri componenti. Vengono colpite prevalentemente le piccole articolazioni con la comparsa simmetrica di lesioni a livello delle articolazioni delle mani, dei polsi, dei gomiti eccetera, associata a dolore, rigidità (specialmente al mattino) e gonfiore; se la malattia non viene trattata adeguatamente, le
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articolazioni vanno incontro a deformazione progressiva fino a una seria compromissione dei movimenti. Altra importante malattia reumatica è il reumatismo articolare acuto (o febbre reumatica), patologia infiammatoria acuta che può comparire quale complicazione di un’infezione acuta delle alte vie respiratorie (come tonsillite o faringite) provocata dallo streptococco beta-emolitico di gruppo A. In questo caso gli anticorpi specifici che il sistema immunitario produce per contrastare il microrganismo, una volta sconfitta l’infezione, vanno ad aggredire diversi componenti dell’organismo: le articolazioni, il tessuto sottocutaneo, talvolta il sistema nervoso centrale e principalmente il cuore, dove possono causare lesioni anche gravi.
I COMUNI DOLORI OSSEI I quanto mai comuni ‘dolori alle ossa’ sono provocati spesso, specie nelle persone più avanti con gli anni, da una malattia ben diversa dai reumatismi, la diffusissima artrosi, caratterizzata da una degenerazione che interessa inizialmente la cartilagine delle articolazioni per poi coinvolgere progressivamente anche l’osso e le altre strutture articolari. E’ un’affezione di natura cronica che
interessa prevalentemente l’anca, il ginocchio, la colonna vertebrale, le mani e i piedi, causando un dolore che è generalmente più intenso al mattino ma nelle forme più avanzate diventa praticamente ininterrotto, associandosi a una riduzione della capacità di movimento che può condurre anche
all’immobilità. Viene trattata con antidolorifici, antinfiammatori (colonnino a destra) e soprattutto con terapie fisiche (ginnastica, massaggi e così via); nelle forme più avanzate può rendersi necessario l’intervento chirurgico per sostituire l’articolazione colpita con una protesi. Ma in moltissimi casi i ‘dolori alle
Il mal di schiena Il mal di schiena è un dolore più o meno intenso e continuo, che può interessare varie sedi della colonna vertebrale. Cervicalgia. Pochi possono affermare di non avere mai sofferto di questo disturbo chiamato comunemente ‘cervicale’. Nelle forme acute il dolore si presenta improvviso e violento in una ristretta zona della nuca (torcicollo) e impedisce la rotazione del capo, accompagnato a volte da forte nausea o, più raramente, da vertigini, ronzio alle orecchie, agitazione e lieve confusione mentale. Quando è ad insorgenza lenta, invece, il dolore è sordo: lo evoca, per esempio, guardare in alto o indietro. Una variante è la nevralgia cervico-brachiale, che provoca dolore alla nuca e al braccio, e può arrivare anche alla mano. Le principali cause della cervicalgia sono la sedentarietà e la postura che si tiene nelle ore di lavoro (in particolare con il computer). Per prevenire, quindi, è indispensabile correggere gli atteggiamenti scorretti. Lombalgia. Il dolore compare a livello della zona lombare della colonna e si protrae senza interruzione per almeno sei mesi, oppure si presenta durante un movimento di estensione del tronco (per esempio mentre si solleva un peso da terra) o dopo un colpo di freddo; in questi casi si parla a volte di colpo della strega: i muscoli rispondono al dolore improvviso con una contrazione che vanifica qualsiasi altro tentativo di movimento e si resta bloccati. Il trattamento si basa su cure lenitive del dolore e antinfiammatori per sbloccare i
ossa’ non derivano neanche dall’artrosi, e sono invece il frutto di cattive abitudini quali l’eccessiva sedentarietà oppure il perseverare in posture scorrette, soprattutto durante i prolungati periodi di tempo trascorsi alla scrivania o durante lo svolgimento di lavori dai movimenti ripetitivi.
muscoli. Bisogna evitare di stare a letto, perché la stasi potrebbe peggiorare la situazione: è bene muoversi senza fare sforzi che coinvolgano i muscoli della schiena; può anche essere utile fare massaggi. Ma la prevenzione è l’arma migliore: evitare alcuni movimenti ‘rischiosi’, come caricare le buste della spesa soltanto su un braccio, o sollevare pesi da terra incurvandosi: si deve fare questa operazione flettendo le ginocchia e non piegando la schiena. Ernia del disco. E’ la rottura (spesso in zona lombare) di uno dei dischi posti tra una vertebra e l’altra a mo’ di ‘ammortizzatori’, e colpisce in particolare giovani adulti, in alcuni casi impegnati in attività che comportano un lavoro notevole per la colonna vertebrale. Il sintomo principale è il dolore localizzato nel punto interessato, che può insorgere acutamente, in seguito a uno sforzo anche lieve (pure in questo caso si parla spesso di colpo della strega), oppure manifestarsi progressivamente, da lieve fastidio alla schiena fino a impedimento delle normali attività quotidiane. L’ernia del disco non è l'unica causa possibile di lombalgia, che anzi è più frequentemente determinata da malattie meno gravi (artrosi, posture scorrette o eccessivo carico di lavoro per la colonna vertebrale). Quando il dolore interessa anche i glutei e gli arti inferiori, con possibili difficoltà di movimento e sensazioni di formicolio alle gambe, si parla di lombosciatalgia, comunemente detta sciatica, spesso dovuta a un’ernia del disco che schiaccia il tratto iniziale del nervo sciatico, un lunghissimo nervo che si origina dalla colonna e termina nel piede.
LE RISPOSTE DEL VOSTRO FARMACISTA Quali farmaci si
possono usare contro i dolori muscolari, ossei e articolari? Contro il dolore e l’infiammazione risultano molto efficaci i farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), alcuni dei quali sono disponibili in preparati per automedicazione che possono essere acquistati senza ricetta medica, ma dietro consiglio del farmacista, che saprà tra l’altro segnalare possibili interazioni con altre terapie in corso (come quelle anticoagulanti) o effetti collaterali per evitare i quali siano necessarie modalità particolari di somministrazione, o ancora scoraggiare la loro assunzione se sono presenti alcune patologie, come l’ulcera gastrica. I Fans possono essere assunti, senza ricetta, per bocca o anche per uso locale, sotto forma di pomate o cerotti medicati. Ma non bisogna rivolgersi solo ai farmaci: prima di tutto questi disturbi possono essere risolti con un minimo di attività fisica e un po’ di attenzione nell’organizzare la postazione di lavoro e nel concedersi ogni tanto qualche pausa per rilassare la muscolatura. Infine è bene fare attenzione al freddo, agli sbalzi di temperatura e alle correnti d’aria.
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Salute e bellezza
Trattamenti dermocosmetici
Quando le rughe dicono bugie Sono diversi i motivi per i quali la pelle, soprattutto quella del viso, con il trascorrere degli anni si modifica, impoverendosi di fibre elastiche, collagene e strutture di sostegno come il tessuto sottocutaneo adiposo, quello muscolare e anche quello osseo. Tutte condizioni che, unite alla forza di gravità - tale da agire sempre più marcatamente su questa pelle indebolita - e all’effetto dei continui movimenti dei muscoli facciali, determinano la comparsa di segni che
induriscono i lineamenti: le temutissime rughe, che in alcuni casi, per il combinarsi di vari fattori intrinseci e ambientali in grado di favorirne la comparsa (tabella sotto), spesso fanno sì che l’aspetto del viso indichi un’età della persona maggiore di quella reale. Questo è vero a maggior ragione per chi è molto esposto alla radiazione solare, che crea accumulo di radicali liberi e degenerazione delle fibre elastiche e di collagene: la cute assume sempre più un aspetto giallastro, opaco, ruvido, con
rugosità diffusa e pigmentazione irregolare. Nella donna, inoltre, la riduzione degli estrogeni che accompagna la menopausa fa diminuire l’idratazione e il turgore cutaneo. Ma per ringiovanire il volto oggi si può fare molto, e non tanto con una chirurgia i cui possibili risultati sono sotto gli occhi di tutti. Esistono trattamenti dermocosmetici di grande efficacia, con prodotti avanzati frutto di una ricerca che ha compiuto passi in avanti notevoli. In farmacia troverete la soluzione più adatta al vostro caso.
Fattori che invecchiano la pelle predisposizione genetica processi metabolici che creano accumulo di radicali liberi modificazioni ormonali (nella donna riduzione degli estrogeni) esposizione alla radiazione solare inquinamento dell’aria sostanze chimiche cui si è esposti per le ragioni più diverse fumo di sigaretta consumo di alcolici alimentazione ricca di grassi e di zuccheri carenza di sonno
L’importanza delle abitudini A parte i trattamenti con prodotti da applicare sulla pelle, molta importanza assumono anche comportamenti e abitudini che possono incidere sull’aspetto del volto, tra cui: • una dieta equilibrata e ricca di antiossidanti (come le vitamine C ed E), anche assunti con integratori e altri preparati; • un costante esercizio fisico; • un’esposizione al sole limitata e protetta con prodotti schermanti; • una vita senza troppe tensioni e un riposo notturno adeguato.
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16-12-2009
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Gioia di muoversi È un medicinale a base di diclofenac che può avere effetti indesiderati anche gravi. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Aut. su domanda del 29.09.2009
Il consiglio del vostro farmacista
Più semplice trattare il dolore
L’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore è stato recentemente modificato da una legge fortemente innovativa, che mira ad assicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana. Punto fondamentale di questa legge, la 38/2010, è la semplificazione delle procedure nell’ambito della prescrizione e dispensazione dei medicinali utilizzati nel trattamento del dolore severo. Queste, in
Quando si esce dall’ospedale Da una decina di anni, i pazienti in dimissione da ricovero ospedaliero possono ricevere direttamente dalla struttura sanitaria i farmaci necessari per un primo ciclo di terapia, senza avere la necessità di rivolgersi immediatamente al medico di base e alla farmacia aperta al pubblico.
farmacia, le principali novità: • il farmacista può consegnare al paziente il numero di confezioni necessario per coprire, in base ai dosaggi e ai tempi di somministrazione indicati dal medico, 30 giorni di terapia, anche se per far questo si devono impiegare - non esistendone in commercio di più piccole - confezioni che sarebbero utilizzabili per un periodo maggiore; al contrario, se le singole confezioni coprono una durata inferiore ai 30 giorni, il farmacista può consegnarne un numero sufficiente a coprire l’intero periodo. • Il farmacista, su richiesta del cliente e nel suo esclusivo interesse, può consegnare una quantità inferiore di confezioni rispetto a quella prescritta, nonché consegnare in modo frazionato le confezioni, in caso di ricette che ne prescrivono più di una; questa possibilità, già da tempo divenuta prassi, trova con la legge una propria dignità giuridica. • Qualsiasi documento di riconoscimento dell’acquirente, e non soltanto quello di identità, è
Il nuovo regime elimina alcune complicazioni
idoneo per l’acquisto di medicinali stupefacenti; conseguentemente, il farmacista non è più tenuto all’accertamento dell’identità dell’acquirente, ma semplicemente all’annotazione degli estremi di un suo documento di riconoscimento. • Viene semplificata la prescrizione dei farmaci stupefacenti non iniettabili destinati al trattamento del dolore severo: in luogo del ricettario speciale in triplice copia potrà essere utilizzato il ricettario del Servizio sanitario nazionale (il tradizionale ricettario rosso che usano i medici di famiglia).
La terapia domiciliare Una importante agevolazione per i pazienti è stata introdotta nel 2001 con la possibilità di utilizzare i farmaci antidolore in assistenza domiciliare integrata: il personale di strutture del Servizio sanitario nazionale è autorizzato a consegnare al domicilio di pazienti affetti da dolore severo per tumori o malattie degenerative le quantità terapeutiche di farmaci stupefacenti ad azione analgesica, accompagnate dalla certificazione medica che ne prescrive l’utilizzazione in regime di assistenza domiciliare.
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Capire le analisi
Aumentano quando si eccede con grassi e alcolici
I trigliceridi, spie della dieta I trigliceridi sono grassi che l’organismo utilizza come scorta di energia. Derivano soprattutto dalla dieta e in piccola parte sono prodotti nel fegato; vengono accumulati nel tessuto adiposo, o sono usati dai muscoli. Una quota è presente anche nel sangue, trasportata da proteine. La determinazione della concentrazione di trigliceridi nel sangue rientra nel cosiddetto profilo lipidico, un insieme di esami che comprende anche la misurazione del colesterolo
Un indicatore del rischio cardiovascolare Mentre l’aumento del colesterolo circolante è sicuramente associato a un aumento del rischio di aterosclerosi (la formazione nelle arterie di placche che possono ostacolare il flusso del sangue) e quindi di malattie cardiovascolari come infarto e ictus, l’aumento dei trigliceridi nel sangue non ha un significato così chiaro. Probabilmente è anch’esso legato all’aumento del rischio cardiovascolare, sia pure non direttamente: le varie forme di grasso circolanti nell’organismo (colesterolo e trigliceridi) sono infatti collegate tra loro e le alterazioni di una modificano l’equilibrio delle altre. L’aumento dei trigliceridi è invece sicuramente legato in modo diretto all’insorgenza di alcune condizioni patologiche del pancreas.
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totale, di quello HDL (buono) e di quello LDL (cattivo) e che aiuta a individuare il rischio cardiovascolare (riquadro in basso). Occorre un campione di sangue prelevato da una vena di un braccio o dal polpastrello di un dito. L’esame dev’essere
preceduto da 12-14 ore di digiuno (con l’ultimo pasto il più possibile leggero), perché dopo l’assunzione di cibo la concentrazione dei trigliceridi nel sangue tende ad aumentare, anche di 5-10 volte. Inoltre non si deve consumare alcool nelle 24 ore precedenti.
Come interpretare i risultati Valori normali
Uomini: 50-170 mg/100 ml. Donne: 40-150 mg/100 ml.
Valori superiori possono dipendere da...
• dieta ricca di grassi; • eccessivo consumo di alcolici; • diabete; • obesità; • malattie del fegato; • insufficienza renale; • ipotiroidismo (ridotta funzionalità della tiroide); • malattie del pancreas; • assunzione di farmaci come cortisonici, estrogeni, pillola anticoncezionale, colestiramina (utilizzata per abbassare il colesterolo nel sangue), furosemide (un diuretico), miconazolo (un antifungino); • predisposizione ereditaria; malattie ereditarie come il deficit familiare di lipasi lipoproteica (valori superiori a 700 mg/ml) e l’ipertrigliceridemia endogena familiare (anche oltre i 1000 mg/ml).
Valori inferiori possono dipendere da...
• gravidanza; • ipertiroidismo (eccessiva funzionalità della tiroide); • digiuno prolungato, malnutrizione; • malattie del fegato; • ustioni; • assunzione di farmaci come eparina (un anticoagulante), androgeni, steroidi anabolizzanti, vitamina C.
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Gioia di muoversi E’ un medicinale a base di diclofenac che può avere effetti indesiderati anche gravi. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Aut su domanda del 18/06/2009.