Atlante degli allergeni

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Giuseppe Frenguelli Renato Ariano Franco Frati

Atlante degli allergeni


Giuseppe Frenguelli Professore Ordinario di Botanica ambientale ed applicata presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Perugia dove è titolare di Fisiologia delle Piante Coltivate. Fa parte del Collegio dei Docenti di Dottorati di Ricerca e Master nazionali e internazionali e degli European Aerobiological Basic Courses. Dal 1992 al 1994 è stato Segretario dell’Associazione Italiana di Aerobiologia e dal 1996 al 1998 ne ha ricoperto la carica di Presidente. Dal 1990 al 2002 è stato membro del Executive Committee dell’International Association for Aerobiology di cui dal 2006 ne è Vice-President e dal 2008 è membro del Executive Committee della European Aerobiology Society e chairman del Working Group on Educational Aspect of Aerobiology. L’attività scientifica è rivolta essenzialmente ai settori applicativi-ambientali della biologia vegetale con particolare riferimento al commercio internazionale di specie in pericolo di estinzione, alla biologia della riproduzione di piante superiori, alla formazione e sviluppo del granulo di polline, al monitoraggio aerobiologico e all’influenza dei parametri ambientali sulla fioritura. Numerosi studi sono stati condotti nell’ambito di collaborazioni internazionali, con finanziamenti del MIUR, CNR, Ministero dell’Ambiente e convenzioni con Enti locali. Renato Ariano Laureato nel 1971 in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Genova, è specialista in Allergologia e Pneumologia ed è Direttore di una U.O. Complessa di Medicina Interna presso l’ASL n. 1 di Imperia. Socio fondatore delle Società AIA (Associazione Italiana di Aerobiologia) ed AAITO (Associazione Allergologi ed Immunologi Territoriali ed Ospedalieri). Responsabile, dal 1980, del centro di Monitoraggio Aerobiologico di Sanremo e del Bollettino dei pollini AAITO diffuso sul sito web www.pollinieallergia.net. Svolge attività scientifica e di ricerca ed ha firmato circa 200 pubblicazioni in lingua italiana ed inglese. E’ stato relatore presso numerosi Congressi Nazionali ed Internazionali su temi allergologici e pneumologici. Attualmente fa parte del Direttivo Nazionale AAITO. Frati Franco Laureato in Medicina e Chirurgia a Perugia nel 1983 Specialista in Allergologia ed Immunologia clinica Specialista in Pediatria Professore a.c. di Allergologia Pediatrica c/o Clinica Pediatrica Università di Perugia Docente presso la Scuola di Perfezionamento in Immuno Allergologia Pediatrica Università di Perugia Docente presso la Scuola di Perfezionamento in Immunoterapia Specifica Università di Perugia Membro della commissione nazionale farmaci della Società Italiana di Pediatria Direttore Medico & Scientifico Società Farmaceutica Stallergenes Italia Autore di oltre 150 pubblicazioni scientifiche, comunicazioni a congressi, interventi scientifici a livello nazionale e internazionale, nei settori della Allergologia Immunologia e Pediatria

© Copyright 2008 SINERGIE Edizioni Scientifiche SINERGIE Edizioni Scientifiche S.r.l. via La Spezia, 1 - 20143 Milano Tel./Fax +39 02 58118054 E-mail: sinergie.milano@virgilio.it VOLUME RISERVATO AI SIGNORI MEDICI OMAGGIO - VIETATA LA VENDITA La pubblicazione di questo volume è stata resa possibile grazie alla collaborazione di STALLERGENES. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o conservata in un sistema di recupero o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi sistema elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, registrazioni o altro, senza una autorizzazione scritta dell’Editore. L’Editore e gli Autori non possono essere considerati responsabili di eventuali errori o conseguenze derivate dall’uso delle nozioni qui contenute. Finito di stampare nel mese di Dicembre 2008. ISBN 978-88-96124-01-7


Indice

Introduzione

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GeneralitĂ sulla clinica delle pollinosi

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Sindrome orale allergica

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Ambrosia

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Assenzio selvatico

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Betulla

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Carpino bianco

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Cipresso

26

Faggio

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Ginepro

34

Graminacee

38

Ligustro

46

Nocciolo

52

Olivo

54

Ontano

58

Parietaria

62

Dermatophagoides

66

Alternaria

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Introduzione

La nascita della Allergologia moderna coincide con le scoperte scientifiche fatte alla fine dell’ottocento da Charles Harrison Blackley e pubblicate successivamente nel volume Hay Fever: Its Causes, Treatment, and Effective Prevention, Experimental Researches London, 1880.

Charles Harrison Blackley capì per primo come la “febbre da fieno” potesse avere una causa specifica presente nella atmosfera in particolari periodi dell’anno, per questo con l’ausilio di particolari aquiloni preparati con carta adesiva catturò nelle campagne di Londra durante il periodo pollinico una grande quantità di pollini di graminacee, li estrasse , li osservò al microsco-

Introduzione

pio ed infine li utilizzò come materiale diagnostico per scratch test ed inalandoli con appositi nebulizzatori rievocò sintomi fortissimi nei pazienti ad essi allergici.

Da allora ad oggi la dinamica della diagnostica allergologica è sempre la stessa, si cerca di fare una diagnosi etiologica valutando i sintomi del paziente, la loro intensità, paragonando il tutto ai periodi di esposizione all'allergene in causa. Conoscere gli allergeni e le loro implicazioni è un momento fondamenta-

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le per ogni medico che si appresti a trattare pazienti con allergia, specie quando si voglia utilizzare in seguito un vaccino desensibilizzante ad oggi unico presidio in grado di migliorare sia gli score dei sintomi e del consumo dei farmaci e soprattutto di modificare la storia naturale della malattia stessa.

E’ con grande piacere che ho accolto l’opportunità di collaborare alla realizzazione di questo interessante atlante assieme agli amici Renato Ariano e Giuseppe Frenguelli da sempre grandi cultori di aerobiologia, con l’auspicio di aver fatto un utile pubblicazione per tutti coloro che con passione ed amore si apprestano ogni giorno alla cura dei pazienti con Allergia.

Introduzione

Franco Frati

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Generalità sulla clinica delle pollinosi

Generalità sulla clinica delle pollinosi A parte alcune osservazioni aneddotiche dell'antichità (il “catarro da rose” descritto nel 1565 da Leonardo Botallo) è solo nel XIX secolo che è definita scientificamente l'allergopatia respiratoria da pollini. Questo avvenne per opera di un inglese di Liverpool, John Bostock, che era al tempo stesso medico e paziente, in quanto sofferente di pollinosi. Questi fu il primo (nel 1819) a definire la propria malattia col termine che poi fu universalmente accettato di “hay fever” ovvero “febbre da fieno” a causa del periodo in cui si manifestava. Ma la dimostrazione che i pollini erano i veri responsabili della malattia fu data (nel 1873) da Charles Blackley, medico di Manchester, anch’egli sofferente per pollinosi e che utilizzò per primo, per i propri esperimenti, i tests di scarificazione e di provocazione. Da allora molti altri studiosi contribuirono ad accrescere le nostre conoscenze sulle pollinosi, dalla scoperta degli anticorpi IgE, correlati alle allergie, alla definizione delle funzioni delle sottopopolazioni linfocitarie, sino all’allestimento di terapie desensibilizzanti specifiche sempre più sicure ed efficaci. C’è chi discute sul termine stesso di “pollinosi” o “febbre da fieno” in quanto spesso questa malattia non appare solo in presenza di fieno né presenta spesso febbre. Si può definire la pollinosi come una malattia allergica di tipo I (IgE mediata) caratterizzata clinicamente da forme reversibili di congiuntivite, rinite e/o asma che compaiono solo durante l’esposizione stagionale a pollini. Tra le caratteristiche generali di queste forme morbose è significativa la prevalente insorgenza in soggetti di età compresa tra gli 8 e i 40 anni anche se, in questi ultimi anni, sono descritte sempre più di frequen-

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te forme di pollinosi ad insorgenza tardiva (anche dopo i 60 anni). Altra caratteristica è la ripetitività stagionale dei sintomi che può essere di difficile interpretazione nei casi di polisensibilizzazioni. In passato si poneva particolare attenzione alla anamnesi familiare. In questi ultimi venti anni, con l’esplosione dell'epidemia allergica, per cui si ritiene che circa il 30% della popolazione presenti sensibilizzazioni di tipo allergico, questo concetto ha ridotto il proprio impatto. Caratteristica della diagnostica è il riscontro di anticorpi IgE specifici, che possono essere evidenziati con i prick tests, il RAST e i tests di provocazione specifica (congiuntivale, nasale o bronchiale). bilaterale, con iperemia congiuntivale ed edema a carico delle congiuntive. E’ assai spesso associata alla rinite. La diagnosi differenziale è con la congiuntivite primaverile e con la congiuntivite virale acuta. La prima di queste due forme compare in primavera oppure estate e presenta rilievi papillari a ciottolato. I tests per i comuni allergeni sono di solito negativi. Tende a scomparire dopo pochi anni. La congiuntivite virale non è stagionale, è associata ad infezioni delle prime vie aeree, prevale il sintomo bruciore sul prurito, in genere è monolaterale. I prick tests risultano negativi, a meno di patologia allergica concomitante. La rinite da pollini può presentare prurito nasale, starnutazioni, rinorrea oppure congestione ed ostruzione nasale. Può essere associata a sinusite con cefalea . All’esame rinoscopico si osserva edema pallido della mucosa ed ipertrofia dei turbinati. La diagnosi differenziale va fatta con la rinite vasomotoria che è priva di stagionalità e presenta una maggiore sensibilità della mucosa nasale a sbalzi di temperatura ed altri stimoli aspecifici irritanti, come l’esposizione a fumi o polveri. L’asma bronchiale da pollini è spesso associata a rinite, sua prima caratteristica è appunto la stagionalità e l’andamento varia a seconda del tipo di fioritura e del numero di sensibilizzazioni associate. Spesso le crisi possono essere scatenate anche da uno sbadiglio o da una risata. Sovente si verifica il fenomeno dell’asma “da sforzo” soprattutto in giovani sportivi in cui la crisi asmatica inizia alla fine o poco dopo l’inizio dell’esercizio, specie se questo è rappresentato da scatti di corsa. La diagnosi è effettuata tramite la dimostrazione delle IgE specifiche. La diagnosi differenziale è con la cosiddetta asma intrinseca che non presenta stagionalità e nella quale i tests allergometrici risultano negativi.

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Generalità sulla clinica delle pollinosi

La congiuntivite allergica si manifesta con prurito, lacrimazione e fotofobia. Di solito è


Sindrome orale allergica I pazienti affetti da pollinosi possono presentare, oltre ai sintomi classici, rappresentati da riniti, oculoriniti ed asma anche questa sindrome. Questa avviene solo nel 20% circa dei pazienti pollinosici ed è rappresentata da manifestazioni cliniche che insorgono pochi minuti (o anche pochi

Sindrome orale allergica

secondi) dopo l’assunzione di alcuni cibi, in particolare frutta e verdura. I sintomi sono rappresentati da edema delle labbra e turgore del palato, associati a bruciore e prurito locale intenso. Le manifestazioni possono essere lievi ma possono anche estendersi alla glottide, con edema locale e stridore inspiratorio. Possono poi estendersi ad altri distretti con comparsa di rinite con starnutazione, congiuntivite, broncospasmo e sintomi gastrointestinali. Le prime segnalazioni di questa sindrome sono state riferite a soggetti affetti da sensibilizzazione a Betulla dopo assunzione di mele. In seguito gli alimenti correlati a questa sindrome sono aumentati di numero ed anche le possibili associazioni con altri pollini come Ambrosia, Artemisia, Parietaria, Graminacee. Diversi allergeni pollinici sono in grado di cross-reagire con alimenti di origine vegetale, tuttavia resta ancora da definirsi il vero significato clinico di questo fenomeno.

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Un ruolo significativo sembra svolto dalla Profillina che è una proteina di 12-15 kDa presente nel citoscheletro di tutti gli eucarioti. E’ stata definita un “pan-allergene” per il quale possono sensibilizzarsi circa il 20% dei pazienti pollinosici. Qui di sotto presentiamo una tabella delle varie associazioni tra pollini e ali-

POLLINE

ALIMENTI

Graminacee

melone, anguria, pomodoro, arachide, pesca, ciliegia, albicocca, prugna, mandorla, kiwi, agrumi, frumento

Betulla e Nocciolo

mela, pera, pesca, albicocca, prugna, ciliegia, nocciola, noce, mandorla, nespola, arachide, lampone, fragola, kiwi, sedano, finocchio, carota, prezzemolo

Artemisia e Ambrosia

lattuga, cicoria, tarassaco, camomilla, olio di girasole, margarina, banana, castagna, sedano, finocchio, carota, prezzemolo, pepe verde, miele

Parietaria

basilico, ortica, melone, ciliegia, more di gelso, pisello

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Sindrome orale allergica

menti.


Ambrosia A. artemisiifolia L. (=Ambrosia elatior L.) (Compositae) Il genere Ambrosia comprende circa 40 specie di erbe annue o perenni, spesso aromatiche, quasi tutte appartenenti alla flora del Nord America, ma recentemente diffuse anche in Europa. In Italia, in particolare, le specie pi첫 diffuse sono Ambrosia artemisiifolia L. largamente naturalizzata nelle regioni settentrionali in terreni incolti, terrapieni, massicciate ferroviarie e zone ruderali e A. maritima lungo i litorali sabbiosi di tutta la penisola. Sono inoltre presenti, anche se in minor estensione, A. coronopifolia (= A. psilostachya) nelle regioni del cen-

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Ambrosia

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Italia Nord

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ott Italia Sud


tro-nord e, più rare, A. tenuifolia e A. trifida in terreni incolti aridi e sabbiosi. Il fusto, a volte legnoso alla base con rizoma strisciante, è più o meno peloso, semplice o ampiamente ramificato e può crescere fino ad oltre 150 cm. Le foglie sono semplici, opposte le inferiori e alterne le superiori, picciolate, con profondi lobi, variamente pelose, generalmente acuminate. I fiori sono riuniti in piccoli capolini unisessuali: i maschili, di 1-3 mm, contengono ognuno 10-15 fiori e sono riuniti in lunghi racemi terminali; i capolini femminili contengono un solo fiore e sono disposti all’ascella delle foglie apicali, alla base del racemo. Il piccolo seme, di 2-3 mm, è ricoperto di piccole spinule che ne favoriscono la dispersione, soprattutto come infestante di molte colture. Il granulo di polline è piccolo, 15-24 µm di diametro, tricolporato, con una caratteristica esina microechinata. Tutte le piante di ambrosia sono grandi produttrici di polline che viene facilmente rilasciato in atmosfera e trasportato anche a lunga distanza. Il periodo di fioritura inizia generalmente nella seconda metà di luglio, raggiunge i valori più elevati tra agosto e settembre e termina all’inizio di

Ambrosia

ottobre, periodo che si sovrappone a quello di artemisia. E’ uno dei pollini con

Piante di ambrosia con lunghe infiorescenze

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potenziale allergenico più elevato e spesso sono sufficienti concentrazioni di pochi pollini per metro cubo d'aria per scatenare la sintomatologia allergica. Frequenti le cross-reattività con pollini di altre composite, tra cui artemisia che fiorisce nello stesso periodo, nonché con alcuni alimenti come cicoria, tarassaco, camomilla, banana, castagna, sedano, prezzemolo, carota, finocchio e miele. In alcune regioni del nord Italia l’allergia ad ambrosia interessa oltre un terzo dei soggetti allergici mentre nelle regioni del centro e del sud, dove la pianta è meno diffusa, l’incidenza tende a diminuire sensibilmente. In genere sono rare le monosensibilizzazioni e la positività ad ambrosia è riscontrabile in soggetti con allergia estesa ad altri allergeni.

Particolare dell’infiorescenza di ambrosia

Ambrosia

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5 Polline di ambrosia al microscopio ottico

Polline di ambrosia al microscopio a scansione

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Mentre negli U.S.A. la pollinosi da Ambrosia è la prima, per prevalenza, sino a non molti anni or sono la sensibilizzazione all’Ambrosia non era descritta in Italia. Attualmente, anche da noi, sono sempre più numerose le segnalazioni di pollinosi provocate da questa pianta. La prevalenza di sensibilizzazioni cutanee sarebbe del 30% al Nord del 7% al centro e 2% al Sud ed Isole. La prevalenza della pollinosi, in Lombardia, può arrivare al 12-15%. Frequenti i sintomi asmatici associati a rinite ed oculorinite. La pollinazione dell’Ambrosia avviene in tarda estate ed inizio autunno. Presenta cross reattività con l’Artemisia. Gli allergeni di questo polline sono stati identificati e sono circa una decina. Il vantaggio dell’I.T.S. rispetto al trattamento farmacologico è la sua efficacia a lungo termine. Essenziale per un buon risultato dell’I.T.S. è una dose di mantenimento adeguata, che deve essere compresa tra 6 e 12 mcg della proteina allergenica maggiore.

Bibliografia

cine for allergic rhinitis. N Engl J Med. 2006 Oct 5;355(14):1445-55. - Mirone C. e coll. Efficacy and safety of subcutaneous immunotherapy with a biologically standardized extract of Ambrosia artemisiifolia pollen: a double-blind, placebo-controlled study. Clin Exp Allergy. 2004 Sep;34(9):1408-14.

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Ambrosia

- Creticos PS e coll. Immunotherapy with a ragweed-toll-like receptor 9 agonist vac-


Assenzio selvatico Artemisia vulgaris L. (Compositae) L’assenzio selvatico o artemisia è un’erba perenne pioniera, aromatica e molto diffusa che cresce lungo le strade, in zone ruderali, nei prati, in radure di boschi, lungo i torrenti e comunque in terreni ricchi di azoto, dal livello del mare fino al piano montano. E’ presente in tutte le regioni, dalle più settentrionali fino alle mediterranee, con una tipica fioritura estivo-autunnale. Con il nome di artemisia si indicano numerose altre specie, tra le quali le

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Assenzio selvatico

Calendario pollinico di Composite

30 20 10 0 lug

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Italia Nord

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set

ott Italia Sud


più comuni sono A. verlotorum, A. annua, A. absinthium (assenzio vero) e, nelle zone alpine più elevate, A. genipi. Il fusto erbaceo cresce fino oltre 120 cm, ramificato, a volte rossastro; le foglie sono semplici, alterne, pennatosette, sessili le apicali, leggermente picciolate le basali, con odore aromatico di vermuth più o meno forte. I fiori, ermafroditi, di colore giallo-bruno, sono riuniti in piccoli capolini di 3-6 mm disposti in racemi formanti una pannocchia. Le artemisie generalmente producono grandi quantità di polline, altamente allergenico, non facilmente aerodisperso, con massimi di concentrazione tra i primi di agosto e fine settembre, periodo per lo più sovrapponibile con quello di ambrosia. Il granulo di polline ha un diametro di 18-24 µm, trizonocolporato, con esina microechinata. La sensibilità a questo polline è generalmente inferiore al 10% dei sogget-

Assenzio selvatico

ti pollinosici, spesso associata a sensibilizzazione con altri pollini, come

Piante di assenzio selvatico (Artemisia vulgaris)

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graminacee e parietaria, determinando un significativo prolungamento della sintomatologia fino all'inizio dell’autunno. Frequenti inoltre le crossreattività con altri pollini della stessa famiglia ed associata ad allergie di tipo alimentare come cicoria, tarassaco, camomilla, banana, castagna,

Assenzio selvatico

sedano, prezzemolo, carota, finocchio e miele.

Rametto fiorito di assenzio vero (Artemisia absinthium)

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5 Polline di artemisia al microscopio ottico

Polline di artemisia al microscopio a scansione

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Le specie della famiglia delle Composite che possono produrre sensibilizzazioni di tipo allergico sono abbastanza poche, in relazione alla numerosità della famiglia. L’Artemisia vulgaris è una di queste. La prevalenza delle sensibilizzazioni riferisce un 25% al Nord, un 15% al Centro e 10% al Sud ed Isole. Sono infrequenti le mono sensibilizzazioni. L’allergene maggiore è Art v 1 ma la pianta presenta anche un panallergene rappresentato da una profillina. Esistono cross reattività con altre Composite, come l’Ambrosia, e con altri generi come le Graminacee. La sintomatologia può insorgere nella fine estate o all’inizio dell’autunno. L’immunoterapia è efficace.

Bibliografia Olsen OT e coll. A double-blind, randomized study investigating the efficacy and specificity of immunotherapy with Artemisia vulgaris or Phleum pratense/betula verrucosa. Allergol Immunopathol

Assenzio selvatico

(Madr). 1995 Mar-Apr;23(2):73-8.

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Betulla Betula alba L. (Betulaceae) La betulla (Betula alba) è un albero deciduo che cresce fino oltre i 20 m in boschi umidi e cespuglieti subalpini, da 500 fino a 2000 m di altitudine lungo tutto l’arco alpino e sull’Appennino settentrionale e centrale. E’ una pianta ampiamente utilizzata in selvicoltura per consolidare i pendii, ma sempre più spesso è impiegata in tutte le città come pianta ornamentale, sia per l’eleganza del suo portamento che per la caratteristica corteccia bianca, liscia e sottile.

Calendario pollinico di betulla 70 60

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Betulla

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Italia Nord

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mag Italia Sud


In Italia la specie più frequente è la betulla bianca (Betula pendula Roth = B. alba e B. verrucosa), ma è diffusa anche la betulla pubescente o pelosa (B. pubescens Ehrh). Caratteristica è, inoltre, la Betula aetnensis che cresce sulle lave dell'Etna, mentre più rara è la betulla nana (B. nana). I fiori maschili sono riuniti in lunghi amenti pendenti bruno-purpurei di 36 cm che, in tutte le specie, liberano grandi quantitativi di polline tra fine marzo e maggio, prima che l'albero si ricopra di foglie. Il polline è piccolo, con un diametro di 18-28 µm, con tre pori sporgenti ed esina microechinata. Frequenti sono le cross-reattività con ontano (Alnus spp.), appartenente alla stessa famiglia, e con nocciolo e carpini della famiglia delle Corylaceae.

Betulla

La sensibilizzazione al polline di betulla è più diffusa nelle regioni set-

Piante di betulla

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tentrionali, dove la pianta è maggiormente presente, interessando oltre un terzo dei soggetti allergici, percentuale che tende a diminuire fino al 2-8% nelle altre regioni, ma con una tendenza ad aumentare a causa del sempre maggior utilizzo di questa pianta in parchi e giardini.

Infiorescenze di betulla

Betulla

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5 Polline di betulla al microscopio ottico

Polline di betulla al microscopio a scansione

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La pollinosi da Betulacee è molto diffusa nel Nord Europa ma, negli ultimi anni, ha visto anche aumentare la propria frequenza anche in Italia a causa dell’aumentato numero di piante di Betulacee inserite nell’ambiente soprattutto per motivi industriali (la produzione di cellulosa) ma anche a fini ornamentali e decorativi in giardini pubblici e ville private. La sensibilizzazione al polline di Betulla raggiunge una prevalenza del 33% al Nord, del 13% al Centro e del 5% al Sud, quasi sempre in associazione con altre sensibilizzazioni. La sintomatologia è rinitica o rinitico-asmatica e perdura circa 2- 3 settimane, durante il periodo di fioritura. I pazienti presentano cross-reattività clinica con pollini di specie affini, come Alnus e Corylus. Il polline possiede gli allergeni Bet v 1 e Bet v 2 (una profillina) oltre che Bet v 3, Bet v 4, Bet v 6, Bet v 7. Una caratteristica della pollinosi da betulla è la possibilità (nel 20% dei casi) di una sindrome orale allergica scatenata dall’assunzione di determinati alimenti vegetali (mela, pera, pesca, albicocca, noce, prugna, ciliegia, mandorla, kiwi). L’immunoterapia specifica si è dimostrata efficace.

Valovirta E e coll. Clinical efficacy and safety of sublingual immunotherapy with tree pollen extract in children. Allergy. 2006 Oct;61(10):1177-83. Asero R. Effects of birch pollen SIT on apple allergy: a matter of dosage? Allergy. 2004 Dec;59(12):1269-71.

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Betulla

Bibliografia


Carpino bianco Carpinus betulus L. (Corylaceae) Il carpino bianco è un albero deciduo che può crescere fino a 20 m di altezza, ma a volte viene allevato come arbusto per costituire siepi. In Italia è largamente distribuito nelle regioni centro-settentrionali in pianura e sui rilievi fino ad oltre 1000 m in boschi misti decidui, meno frequente al sud e assente nelle isole. Il fusto, eretto con corteccia grigio-brunastra, sorregge una ampia chioma

Calendario pollinico dei carpini

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Carpino bianco

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Italia Nord

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mag Italia Sud


arrotondata. Le foglie sono semplici, alterne, ovato-oblunghe con apice acuminato, di colore verde scuro. I fiori sono unisessuali, i maschili riuniti in amenti di circa 2-5 cm, pendenti, cilindrici, verdastri mentre quelli femminili sono più corti, eretti, con brattee trilobate, disposti all'apice dei rametti. Altro carpino largamente diffuso in tutte le regioni, isole comprese, è il carpino nero, Ostrya carpinifolia frequente in cespuglieti e cedui dalla pianura fino a 1000 m di altitudine. Il polline del carpino bianco è relativamente grande, con un diametro 30-40 µm, 3-4-5-porato, con esina scabrata. E’ rilasciato in grandi quantità da fine marzo a tutto maggio, in contemporanea con la comparsa delle foglie, e segue di 1-2 settimane la pollinazione del carpino nero. Può presentare reazioni allergiche crociate, oltre che con altre corilacee,

Carpino bianco

anche con ontano e betulla.

Ramo di carpino bianco con frutti

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La sensibilizzante a questo polline interessa oltre il 30% dei soggetti pollinosici nelle regioni settentrionali, dove sono monitorate le concentrazioni piĂš elevate di questo polline durante la primavera, mentre l’incidenza scende al 10% nel centro-sud ed è trascurabile nelle isole maggiori.

Infiorescenze maschili di carpino bianco

Carpino bianco

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5 Polline di carpino bianco al microscopio ottico

Polline di carpino bianco al microscopio a scansione

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Il polline di questa specie cross reagisce con quelli di betulla, nocciolo e ontano per cui i soggetti ad esso sensibilizzati possono presentare sintomatologia anche se esposti a queste altre piante. Le prevalenza di questa pollinosi è maggiore al Nord, con sensibilizzazioni sopra il 20%. L’immunoterapia specifica si è dimostrata efficace.

Bibliografia Troise e coll. Allergy to pollen from Betulaceae and Corylaceae in a Mediterranean area (Genoa, Italy) A ten year retrospective study. J Invest Clin Immunol 1996;

Carpino bianco

6:36-46.

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Cipresso Cupressus sempervirens L. (Cupressaceae) Il cipresso comune, Cupressus sempervirens, è un albero sempreverde molto diffuso in tutte le aree intorno al Mediterraneo dove è coltivato per scopi ornamentali, per il rimboschimento e come frangivento. Raggiunge facilmente 20-30 m di altezza spingendosi fino a circa 800 m di altitudine. Ampiamente coltivato e utilizzato per scopi ornamentali, soprattutto per formare fitte siepi, è inoltre il cipresso dell’Arizona, C. arizonica, con caratteristiche foglie di colore verde-argenteo. Meno diffusi, ma spesso anch’essi colti-

Calendario pollinico di Cupressacee 400 350

Cipresso

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Italia Nord

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feb

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Italia Centro

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vati e utilizzati come sempreverdi da giardino, sono il C. macrocarpa o cipresso di Monterey e il cipresso di Lawson, Chamaecyparis lawsoniana. Il fusto del cipresso è eretto, con ramificazioni fino dalla base e appressate al tronco, chioma affusolata, foglie piccole e squamiformi strettamente addossate al ramo. I fiori, o coni, sono unisessuali, i maschili riuniti in coni giallastri di circa 3 mm disposti all’apice dei rametti mentre i femminili sono grigio-verdi formati da 8-14 scaglie che a maturità si aprono e disperdono i semi. Il polline è inaperturato, sferoidale, 25-30 µm di diametro con esina sottile ricca di granulazioni; il citoplasma assume una forma stellata al centro del granulo. Tutti i cipressi liberano grandi quantità di polline e la concentrazione in atmosfera supera frequentemente diverse centinaia, e a volte migliaia, di granuli per metro cubo d’aria. Il periodo di pollinazione del cipresso comune inizia in febbraio, subito dopo la pollinazione del cipresso dell’Arizona, che è più

Cipresso

precoce iniziando a liberare polline già in dicembre-gennaio. La fioritura pro-

Piante di cipresso

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segue abbondantemente per tutto marzo e solo da metà aprile inizia a diminuire di intensità per esaurirsi quasi completamente a fine maggio. La sua allergenicità è medio-alta, in aumento negli ultimi anni a causa della maggiore diffusione dei cipressi per scopo ornamentale, ed interessa oltre il 25% dei soggetti allergici nelle regioni dell'Italia centrale, mentre percentuali più basse (10-15%) si registrano al nord e ancora minori (5-10%) nelle regioni meridionali. Può costituire una causa maggiore di sensibilizzazione allergica determinando soprattutto oculorinite e interessando le vie bronchiali nel periodo invernale e inizio primaverile.

Rametto con infiorescenze

Cipresso

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5 Polline di cipresso al microscopio ottico

Polline di cipresso al microscopio a scansione

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Una caratteristica dell’allergia nei confronti dei pollini di Cupressaceae è quella di costituire uno dei rari casi di pollinosi invernale. L’atipicità di questa situazione fa sì che questa forma morbosa sia spesso confusa con forme di riniti virali, tipiche di questa stagione, e ciò ha contribuito alla ritardata conoscenza di questa allergopatia. Prevalenza: In Italia la prevalenza della pollinosi da Cupressaceae è del 18,4%. La maggiore prevalenza di sensibilizzazioni si presenta nell’area del Nord-Tirreno e del Centro (28,2%), valori intermedi nel Sud e nelle Isole (20,1%) e le più basse percentuali di prevalenza nel Nord (9,2%). La sintomatologia è caratterizzata soprattutto da oculoriniti (nell’80% dei casi), non rari però casi di asma ed anche dermatiti. Immunoterapia: esistono oramai numerose evidenze di efficacia e di tollerabilità dell’immunoterapia sia sottocutanea che sublinguale.

La famiglia delle cupressacee, che presenta al suo interno numerose specie ampiamente cross reagenti tra di loro, così come è avvenuto in precedenza per le Graminacee, può essere considerata come un gruppo omogeneo con fioriture sovrapposte ed embricate che partono dal mese di novembre e possono giungere sino ad aprile inoltrato. Il lungo periodo di fioritura ed i notevoli picchi di concentrazione giustificano l’ampia prevalenza di sensibilizzazioni. In Italia la prevalenza media è del 18,4% ( Nord : 9%; Centro: 28%; Sud : 20%). Sono stati identificati e caratterizzati numerosi allergeni : Cup a 1; Cup s 1, Cup s 3, Jun a 1, Jun a 2, Jun a 3, Jun s 1, Jun v 1, Jun v 3. Bibliografia Ariano R. e coll. An epidemiological survey of the cupressaceae pollinosis in Italy. J.I.A.C.I. , 2002, vol. 12, n. 3

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Cipresso

Bibliografia - Ariano R e coll., Double-blind placebo controlled specific immunotherapy with mixed Cupressaceae taxodiaceae pollens in respiratory allergy to Cupressus sempervirens.Allergol Immunopathol (Madr). 1997 Jan-Feb;25(1):23-9. - Ariano R e coll. Efficacy of sublingual specific immunotherapy in Cupressaceae allergy using an extract of Cupressus arizonica. A double blind study. Allergol Immunopathol (Madr). 2001 Nov-Dec;29(6):238-44. - Ariano R e coll. Efficacy of sublingual coseasonal immunotherapy with a monomeric allergoid in Cupressaceae pollen allergy--preliminary data. Allerg Immunol (Paris). 2005 Mar;37(3):103-8.


Faggio Fagus sylvatica L. (Fagaceae) Il faggio è un grande albero deciduo che può raggiungere i 35-40 m di altezza; è il tipico componente delle foreste montane di latifoglie e di boschi mesofili e si spinge fino a 2000 m di altitudine. E’ presente lungo tutto l’arco alpino e sugli Appennini fino alla Sicilia, manca in pianura Padana. Predilige luoghi freschi ed umidi con terreni argillosi ben areati. Viene

Faggio

p/m3

Calendario pollinico di faggio 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 apr

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Italia Nord

1

30

Italia Centro

giu Italia Sud


spesso usato come ornamentale soprattutto nelle forme a foglie rosse. Il fusto è diritto e fittamente ramificato, corteccia grigio-chiara e liscia, chioma globosa e densa. Le foglie sono semplici, alterne, ellittiche con margini cigliati, lucenti. I fiori sono unisessuali: i maschili sono riuniti in amenti tondeggianti giallastri e pendenti da sottili peduncoli, i femminili sono riuniti a coppia e avvolti in un involucro. Il polline è tricolporato, sferoidale, 40-45 µm di diametro con esina sottile leggermente rugulata. La fioritura avviene in contemporanea con l’emissione delle foglie tra inizio di aprile e metà giugno e libera generalmente limitate quantità di polline e con notevoli variazioni di anno in anno e generalmente con picchi

Faggio

ogni tre anni.

Piante di faggio

2

31


L’allergenicità è limitata soprattutto per le basse concentrazioni di polline che si trovano normalmente in atmosfera, ma può essere significativa negli anni di maggiore pollinazione e in località dove questa pianta è ampiamente diffusa. Cross reattività sono possibili con betulacee (betulla), corilacee (nocciolo) e altre fagacee (querce e castagno).

Rametto con frutti in crescita

Faggio

3

Polline di faggio al microscopio ottico

4

32


Polline di faggio al microscopio a scansione

5

Questo polline presenta una moderata allergenicità. Sono rare le monosensibilizzazioni, mentre più frequenti sono le associazioni con Graminacee e Parietaria per cui, sovrapponendosi il periodo di fioritura, non è sempre facile definirne la responsabilità clinica. Le statistiche portano una prevalenza di sensibilizzazioni del 7% per il

Faggio

Nord, del 15% per il Centro e del 5% per il Sud e Isole.

33


Ginepro Juniperus communis L. (Cupressaceae) Il ginepro comune (Juniperus communis) è un arbusto spesso prostrato o alberello sempreverde, con rami eretti verso l'apice. E’ presente nei pascoli e boschi aridi, dal livello del mare fino a 1500 m di altitudine, in tutte le regioni centro-settentrionali lungo gli Appennini e le Alpi, più raro al sud e nelle isole maggiori. E’ una specie dioica e le piante maschili presentano piccoli coni di 2-6 mm.

Calendario pollinico di Cupressacee 400 350

p/m3

300 250 200 150

Ginepro

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Italia Nord

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feb

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Italia Centro

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mag

Italia Sud


Ad alta quota, tra 1300 e 2000 m, nelle valli interne alpine e lungo l’Appennino centrale è diffuso lo J. sabina, ginepro sabina, soprattutto nei pendii soleggiati e luoghi scoscesi con fioritura da aprile fino a tutto giugno. Di origine americana è invece J. ashei (cedro di montagna) arbusto o piccolo albero nativo del nord del Messico e sud degli Stati Uniti, anch’esso adattato ad ambienti aridi, libera il polline in pieno inverno, tra dicembre e febbraio. Altri ginepri coltivati per il legno o per scopi ornamentali, come J. virginiana, ginepro di Virginia, e J. oxycedrus, ginepro rosso, possono essere presenti in alcune regioni, ma presentano sempre una pollinazione primaverile. Il polline, inaperturato, sferoidale, con diametro tra 20 e 28 µm, è del tutto simile a quello di altre Cupressaceae ed è liberato in atmosfera tra fine inver-

Ginepro

no e inizio primavera, contemporaneamente al cipresso.

Pianta di ginepro comune

2

35


Frequenti sono le cross-reattività tra le varie specie di ginepro e con altre specie della stessa famiglia delle Cupressaceae nonché con altri generi appartenenti sempre alle conifere come Taxodiaceae (Sequoia, Sequoiadendron, Taxodium, Cryptomeria), frequenti come ornamentali, e Podocarpaceae (Podocarpus), caratteristiche dell’emisfero australe e rare nelle nostre regioni.

Rametto di Juniperus ashei (cedro di montagna)

Ginepro

3

Pollini di ginepro al microscopio ottico

4

36


Il polline di questa pianta presenta ampia cross reattivitĂ con quelli delle altre cupressacee per cui è difficile distinguerne la responsabilitĂ

Ginepro

allergenica isolata.

37


Graminacee Gramineae o Poaceae Le graminacee rappresentano una delle maggiori famiglie di piante superiori, presente in tutti gli ambienti. Comprende circa 500 generi e tra 5000 e 8000 specie di erbe annuali o perenni, coltivate o spontanee nei prati, margini di strade, scarpate, discariche, presenti dal livello del mare fino ad oltre 3000 m di altitudine. Le graminacee rivestono una grande importanza per la loro ampia distribuzione a tutte le latitudini; molte sono spontanee, infestanti, ruderali, altre sono

Calendario pollinico di graminacee 140 120

p/m3

Graminacee

100 80 60 40 20 0 mar

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Italia Nord

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Italia Centro

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lug

ago Italia Sud

set


coltivate sia per l’alimentazione umana sia degli animali. L'habitus dominante è rizomatoso erbaceo. I fiori, generalmente ermafroditi, sono riuniti in infiorescenze semplici dette spighette che possono raggrupparsi all’apice del culmo in infiorescenze più complesse come spighe, racemi e pannocchie; la fioritura della maggior parte delle graminacee è tra fine marzo e settembre, ma alcune fioriscono anche in autunno e in inverno. Nelle forme spontanee l’impollinazione è anemofila e rilasciano grandi quantità di polline in atmosfera, mentre nei cereali si ha in prevalenza autoimpollinazione e il polline è liberato in quantità molto bassa. Le graminacee rappresentano, a livello mondiale, la più importante famiglia di piante che produce polline allergenico. In Italia, nelle regioni settentrionali, rappresenta oltre la metà delle pollinosi, mentre nelle regioni meridionali l’incidenza è del 30-40%. Generalmente sono riconosciute 7 sottofamiglie (Arundinoideae, Bambusoideae, Centothecoideae, Chloridoideae, Panicoideae, Pooideae, Stipoideae) e le principali specie allergeniche sono

Graminacee

comprese in quelle delle Chloridoideae (Cynodon), Panicoideae (Sorghum,

Poa pratensis

2

39


Zea) e, soprattutto, Pooideae (Anthoxanthum, Avena, Dactylis, Festuca, Lolium, Phleum, Poa). Frequenti reattività crociate si presentano tra specie appartenenti alla stessa sottofamiglia, avendo una più o meno completa identità allergenica, mentre più rare o assenti sono tra allergeni di Chloridoideae e Pooideae.

Lolium perenne

Graminacee

3

Dactylis glomerata

4

40


Il polline, in tutta la famiglia, è monoporato, sferoidale, 25-40 µm di diametro, con esina finemente granulata. Tra i generi allergenici più comuni in Italia ricordiamo Poa, Lolium, Dactylis, Phleum, Anthoxanthum, Cynodon. Poa pratensis (erba dei prati, erba fienarola) - spontanea nei prati e pendii erbosi, diffusa da 0 ad oltre 2000 m altitudine in tutte le regioni, ottima foraggera è molto appetita dagli animali. L’infiorescenza a pannocchia, generalmente contratta, è lunga fino a 20 cm, fiorisce tra fine aprile e inizio settembre. Altra specie diffusa è P. annua (gramigna delle vie, fienarola annua) che fiorisce tutto l’anno; è un’erba cosmopolita, molto comune che cresce sui bordi dei campi, lungo le vie, ferrovie, incolti, ma è anche infestante di numerose colture. Lolium perenne L. (logliarello, loglietto inglese) - una delle migliori erbe da foraggio, cresce spontanea in luoghi erbosi calpestati e prati stabili, a volte coltiva-

Graminacee

ta nei prati e pascoli, forma fitti e resistenti tappeti erbosi. L’infiorescenza è a forma

Phleum pratense

5

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di spiga eretta, o leggermente incurvata, di 5-15 cm; fiorisce da marzo a fine settembre ed è presente in tutte le regioni, dalla pianura a 2000 m di altitudine. Dactylis glomerata L. (erba mazzolina) - spontanea nei boschi, sui cigli stradali, nei prati falciabili e negli incolti, è spesso coltivata essendo un’ottima foraggera. Comune dalla pianura ad oltre 2000 m di altitudine, soprattutto nelle regioni settentrionali e centrali, più rara nell’area mediterranea. L’infiorescenza a pannocchia con due rami basali distanziati, fiorisce tra fine aprile e metà estate. Phleum pratense L. (codolina, coda di topo) - una delle più comuni erbe nei prati stabili falciati e concimati, dalla pianura fino ad oltre 1800 m di altitudine. E’ una buona erba da foraggio, alta fino a 50 cm, resistente alle basse temperature, tipica di climi umidi e freddi. L’infiorescenza è a pannocchia spi-

Graminacee

ciforme densa, lunga 8-12 cm, fiorisce da fine aprile a settembre.

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Anthoxanthum odoratum

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Cynodon dactlylon


Anthoxanthum odoratum L. (paleo odoroso) - buona foraggera, spontanea in prati stabili e boschi di latifoglie, profumata per la presenza di cumarina, è diffusa dalla pianura a oltre 1500 m di altitudine. L’infiorescenza a pannocchia, piĂš o meno verde, lunga fino a 7 cm, fiorisce da marzo-aprile fino ad agosto. Cynodon dactylon (L.) Pers. (erba canina, gramigna comune) - graminacea avventizia, spontanea, presente in tutte le regioni, diffusa negli incolti, siepi, terreni calpestati, lungo le strade, infestante di molte colture. Forma un fitto tappeto al suolo con stoloni e rizomi superficiali e sotterranei ampiamente ramificati. Infiorescenza composta da 3-5(7) spighe digitate, sottili, fiorisce prevalentemente in estate, tra giugno e settembre.

Pollini di graminacea al microscopio ottico

Graminacee

8

Polline di Dactylis al microscopio a scansione (SEM)

9

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I granuli pollinici di graminacee costituiscono la principale causa di pollinosi in Italia. Nel Nord Italia la prevalenza può arrivare tra il 70 e l’85%, al Centro Italia si attesta tra il 60 e il 70% ed al Sud ed Isole si aggira tra il 30 e il 40%. I pollini delle graminacee presentano un’alta cross-reattività tra di loro. Gli allergeni del Phleum pratense, che è il più rappresentativo di tutta la famiglia delle graminacee, possono essere divisi in più gruppi, di cui i più importanti sono i seguenti: Gruppo 1: (Phl p1) riconosciuto da più del 95% dei pazienti allergici alle graminacee; Gruppo 2/3: riconosciuto dal 60% dei pazienti; Gruppo 5 riconosciuto dal 70-80 % dei pazienti. Nel 20% dei pazienti sono presenti anche delle profilline, che sono delle proteine ubiquitarie, di basso peso molecolare, responsabili molti fenomeni di cross-reattività con altri allergeni vegetali, come quelli degli alimenti e quindi responsabili anche di sindromi orali-allergiche. La loro dose soglia (concentrazione di granuli pollinici per metro cubo d’aria) è sul valore di 20 granuli per metro cubo. La sintomatologia presentata dai pazienti può essere inizialmente limitata a congiuntivite o a rino-congiuntivite ma non sono rare le forme asmatiche soprattutto in occasione di esposizioni intense per motivi professionali e/o residenzia-

Graminacee

li. Una causa di intensa diffusione degli allergeni pollinici può essere provocata dal taglio meccanico dell’erba che crea una sorta di “aerosol” pollinico. L’ampia cross-reattività che esiste in questa famiglia vegetale comporta una stagionalità sintomatologica alquanto estesa che può decorrere da marzo sino a settembre. Le fluttuazioni stagionali possono essere frequenti, con conseguenti ripercussioni sulla sintomatologia dei pazienti. Questo

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è cagionato dal fatto che le Graminacee comprendono numerose specie, ognuna delle quali ha un proprio periodo di fioritura che spesso non coincide con quello delle altre, pur verificandosi nel periodo globale che tutte le comprende. Inoltre alcune specie di Graminacee hanno un secondo periodo di fioritura. Infine la fioritura di queste piante dipende molto dalle variazioni di temperatura, che possono diversificarsi anche di molto da un anno all’altro. La possibilità che la sintomatologia allergica possa insorgere anche con basse concentrazioni polliniche è dovuta al fatto che, in caso di elevata umidità, gli allergeni pollinici possono essere liberati in aria con un meccanismo di shock osmotico. Queste particelle allergeniche che misurano pochi micron possono essere molto numerose ed essere aerotrasportate dalle correnti aeree. Le loro dimensioni ridotte (0,6-2,5 millimicron) ne rendono possibile l’ingresso nelle vie aeree profonde, con possibilità quindi di crisi asmatiche. Immunoterapia specifica: numerosi lavori scientifici dimostrano l’efficacia della ITS, sia tradizionale sia sublinguale, nella pollinosi da Graminacee. Lo studio PAT ha dimostrato la capacità della SCIT di prevenire l’asma da Graminacee. Un altro studio ha consentito di documentare la persistenza del

Bibliografia - Moller C e coll. Pollen immunotherapy reduces the development of asthma in children with seasonal rhinoconjunctivitis (the PAT-study). J Allergy Clin Immunol 2002;109:251-6. - Eng PA e coll. Twelve-year follow-up after discontinuation of preseasonal grass pollen immunotherapy in childhood. Allergy 2006;61:198-201.

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Graminacee

suo effetto anche a lungo termine.


Ligustro Ligustrum vulgare L. (Oleaceae) Il ligustro, Ligustrum vulgare, è un piccolo albero o arbusto, sempreverde, largamente utilizzato per costituire siepi e nell’allestimento di giardini, resistendo molto bene alla potatura. Può perdere gran parte delle foglie in inverno con temperature basse. Sopporta bene la penombra e resiste al gelo anche se preferisce zone calde, soprattutto in estate. A volte cresce spontaneo ai margini dei boschi o isolato in radure o

Calendario pollinico di ligustro 10

Ligustro

p/m3

8 6 4 2 0 mag

giu

Italia Nord

Italia Centro

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lug

ago Italia Sud


boschi riparii; si adatta a qualsiasi terreno, ma preferisce quelli sassosi e calcarei. E’ diffuso in gran parte delle regioni con clima temperato e lo si trova soprattutto nelle forme coltivate nelle aree abitate; oltre al L. vulgare sono largamente diffuse altre due specie: L. ovalifolium e L. lucidum che, per il loro portamento e le foglie più grandi e variamente colorate, sono ampiamente utilizzate come ornamentali. Il fusto è eretto, spesso sinuoso, variamente ramificato, con corteccia grigio scura, liscia. Le foglie costituiscono una chioma globosa e sono semplici, ovate, lucide. I fiori sono ermafroditi, bianchi, odorosi, con quattro petali saldati, riuniti in una pannocchia ovata ed eretta. La fioritura è tardo primaverile, ma alcune specie di ligustro possono fiorire

Ligustro

per tutta l’estate.

Pianta di ligustro

2

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Il polline è tricolporato, sferoidale, 22-30 µm di diametro, l’esina è spessa e reticolata. L’impollinazione è prevalentemente entomofila così che la quantità di polline in atmosfera è sempre relativamente bassa con conseguente bassa incidenza sulle pollinosi. L’allergenicità dei granuli è comunque elevata e si può manifestare in particolari condizioni di esposizione a questo polline, come ad esempio durante operazioni di potatura, inoltre, può presentare reazioni crociate con altre oleacee, come frassino e olivo.

Polline di ligustro al microscopio ottico

Ligustro

3

Polline di ligustro al microscopio a scansione

4

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Si tratta di un’oleacea che cross reagisce con i pollini dell’Olea europea per cui, anche a causa dei periodi di fioritura molto simili, è difficile definire la sua responsabilità primaria in caso di sintomatologia pollinosica. Trattandosi di polline ad impollinazione entomofila le concentrazioni polliniche in atmosfera sono molto basse e la sintomatologia potrebbe essere determinata solo da esposizioni molto ravvi-

Ligustro

cinate.

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Nocciolo Corylus avellana L. (Corylaceae) Il nocciolo è un arbusto deciduo alto fino a 7-8 m che cresce spontaneo nel sottobosco di foreste di latifoglie e aghifoglie o ai margini dei boschi, dalle zone pianeggianti fino ad oltre 1500 m. Può essere allevato ad alberello e raggiungere 9 m di altezza. E’ inoltre largamente coltivato in molte regioni per il suo frutto (nocciola) con seme commestibile destinato al consumo fresco o dopo trasformazione. Il fusto è ramificato dalla base con corteccia grigio-bruna e chioma globosa.

Calendario pollinico di nocciolo 40 35

Nocciolo

p/m3

30 25 20 15 10 5 0 gen

feb

Italia Nord

Italia Centro

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mar Italia Sud


Le foglie sono semplici, alterne, tondeggianti, appuntite e base cuoriforme, margine doppiamente seghettato. I fiori sono unisessuali, i maschili riuniti in amenti pendenti giallo-marroni lunghi 6-10 cm, i femminili piccoli con stimmi piumosi rossi. La fioritura inizia a fine dicembre e si protrae fino a marzo, prima della comparsa delle foglie. Il polline è tri-porato, di 19-28 µm di diametro con esina scabrato-microechinata. Ogni amento produce grandissime quantità di polline durante i mesi invernali, con valori più elevati in febbraio-inizio marzo.

Nocciolo

L’allergenicità interessa oltre il 30 % dei soggetti con positività ai pollini nelle

Piante di nocciolo

2

51


regioni settentrionali, mentre nelle regioni centrali circa il 15% e solo il 2-5% in quelle piÚ meridionali. Frequenti le reazioni crociate con altre corilacee nonchÊ con ontano e betulla, caratterizzate dalla stessa distribuzione geografica, che possono allungare fino alla primavera i sintomi dell’allergia al nocciolo.

Rametto di nocciolo con infiorescenze

Nocciolo

3

Polline di nocciolo al microscopio ottico

4

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Polline di nocciolo al microscopio a scansione

5

La pollinosi da nocciolo fornisce una sintomatologia molto precoce, nei primi mesi dell’anno, che poi tende a perdurare nel tempo, a causa della cross reattivitĂ con i pollini di betulla, ontano e carpino, che fioriscono anche fino a maggio. Le percentuali di sensibilizzazioni sono del 34% al Nord, del 16% al centro e del 4% al Sud e Isole. La desensibilizzazione specifica può essere efficace.

Bibliografia - Enrique E e coll. Sublingual immunotherapy for hazelnut food allergy: a follow-up study. Ann Allergy Asthma. Immunol. 2008 Mar;100(3):283-4. - Bucher X e coll. Effect of tree pollen specific, subcutaneous immunotherapy on the

Nocciolo

oral allergy syndrome to apple and hazelnut. Allergy. 2004 Dec;59(12):1272-6.

53


Olivo Olea europaea L’olivo è un albero sempreverde che può raggiungere l’altezza di 10-15 m, spontaneo nella macchia mediterranea, può cresce fino a 600-700 m di altitudine. E’ intensamente coltivato per i frutti in tutte le regioni centro-meridionali, ma è presente anche nelle regioni settentrionali climaticamente favorevoli; negli ultimi anni è spesso utilizzato come pianta ornamentale. Il fusto è irregolare, contorto, sinuoso, cavo negli esemplari più vecchi, la cor-

Calendario pollinico di olivo 140 120

p/m3

100 80 60 40 20

Olivo

0 apr

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Italia Nord

1

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giu

Italia Centro

lug Italia Sud


teccia è grigia; la chioma si presenta ovale, allargata, lassa. Le foglie sono semplici, opposte, lanceolate, di colore grigio-verde sulla pagina superiore e biancastre-argentee sulla pagina inferiore per la presenza di numerosi peli. I piccoli fiori, ermafroditi, presentano una corolla bianca e sono riuniti in panicoli ascellari (mignole).

Pianta di olivo

Olivo

2

Rametto in fiore di olivo

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Il periodo di massima fioritura è generalmente limitato a poche settimane comprese tra fine aprile e fine giugno, a seconda delle regioni, durante le quali la concentrazione di pollini in atmosfera raggiunge valori molto elevati. Il polline, piccolo (16-26 µm di diametro) con una caratteristica esina reticolata, è rilasciato in atmosfera in grandi quantità e spesso presenta cross-reattività con altre specie della stessa famiglia, soprattutto

Polline di olivo al microscopio ottico

Olivo

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Polline di olivo al microscopio a scansione

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frassini (Fraxinus excelsior, con fioritura invernale, e Fraxinus ornus, con fioritura primaverile) e ligustro (Ligustrum vulgare, con fioritura estiva). La sensibilizzazione al polline di olivo, mediamente, interessa circa il 10% dei soggetti allergici, con punte del 30-40% nelle regioni dove la coltivazione di questa pianta è più estesa.

Questa pollinosi è tipica del Sud, Isole a Liguria dove questa pianta è coltivata intensivamente. La fioritura è breve (45 giorni circa) ma molto intensa, con la possibilità di crisi asmatiche, causate da elevati picchi pollinici. Le monosensibilizzazioni a questo polline sono molto rare. E’ tipico, per la pollinosi da Olea, la possibilità di anni di alternanza di quantità di pollini, quindi con anni maggiormente critici per i pazienti e anni più “miti” correlati con le diverse concentrazioni annuali. Si possono verificare casi di cross reattività con altre piante delle Oleacee come Frassino e Ligustro.

Bibliografia - Guerra F. Immunotherapy with a depigmented, polymerized vaccine of Olea europaea pollen allergens. Significantly reduces specific bronchial and skin test reactivity in sensitized patients after one year of treatment. J Investig Allergol Clin Immunol.

Olivo

2003;13(2):108-17.

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Ontano Alnus glutinosa (L.) Gaertner (Betulaceae) Gli ontani sono alberi, o raramente arbusti, per lo piĂš spontanei, caratteristici di luoghi umidi e freschi; possono raggiungere l’altezza di 20-25 m e sono diffusi dal piano basale fino oltre i 1000 m di altitudine. Il piĂš comune è A. glutinosa (ontano comune o nero) che vive in tutte le regioni, in terreni molto umidi e ricchi di sali, in boschi e cespuglieti sulle sponde dei corsi d'acqua. In Italia sono presenti anche altre specie come A. incana (ontano bianco), dif-

Calendario pollinico di ontano 35 30

p/m3

25 20 15

Ontano

10 5 0 gen

feb

Italia Nord

Italia Centro

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mar

apr Italia Sud


fuso nelle regioni settentrionali in boscaglie palustri, A. viridis (ontano verde) soprattutto nei pendii umidi alpini e nord-appenninici, fino oltre 2000 m di altitudine ed infine A. cordata (ontano napoletano) presente in boschi montani delle regioni meridionali. Il fusto è eretto, con corteccia verde-bruno lucida; la chioma è ovata o ovatopiramidale. Le foglie sono alterne, semplici, obovato-ellittiche. I fiori sono unisessuali: i maschili riuniti in lunghi amenti pendenti di 5-10 cm, i femminili riuniti in piccoli amenti eretti. La fioritura è tra fine gennaio e aprile, prima della comparsa delle foglie; l’ontano verde fiorisce nella tarda primavera, tra fine maggio e giugno. Ogni infiorescenza libera numerosissimi granuli di polline che sono facilmente trasportati dal vento, anche a notevoli distanze. Il polline è tetra o pentaporato, oblato, 22-34 µm di diametro con esina microechianta ed ispessita attorno ai pori. La sexina presenta ispessimenti,

Ontano

arci, sottesi a coppie tra pori adiacenti.

Ramo di ontano nero con frutti

2

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Il polline di ontano è altamente allergenico e la sensibilizzazione è riscontrabile nelle regioni settentrionali in oltre un terzo dei soggetti cutipositivi, mentre in quelle centrali è interessato mediamente, circa il 15% e nelle meridionali il 3-9%. La cross-reattività con pollini di betulla, carpini e nocciolo può allungare la sintomatologia oltre il periodo della pollinazione di questo albero.

Pianta di ontano nero con infiorescenze maschili

Ontano

3

Polline di ontano al microscopio ottico

4

60


Polline di ontano al microscopio a scansione

5

La prevalenza di sensibilizzazioni a questo polline è del 34% al Nord, del 26% al centro e del 4% al Sud ed Isole. E’ difficile una valutazione dell’importanza di questa pollinosi isolata in quanto presenta un’ampia cross reattività con Betulacee, Fagacee e Corylacee per cui i soggetti sensibilizzati possono presentare una sintomatologia anche in periodi in cui la pianta non fiorisce ma sono presenti i pollini delle altre piante.

Bibliografia Valovirta E e coll. Clinical efficacy and safety of sublingual immunotherapy with tree

Ontano

pollen extract in children. Allergy. 2006 Oct;61(10):1177-83.

61


Parietaria Parietaria officinalis e judaica La parietaria, Parietaria officinalis L. o vetriola comune, è un'erba perenne poco ramificata, cresce fino a 100 cm, presenta foglie ovali o ellittico-lanceolate, grandi (5-10 cm) e preferisce generalmente ambienti ombrosi, nitrofili, abbandonati e suoli boschivi eutrofici fino a 900 m di altitudine. Fiorisce dalla tarda primavera fino all'autunno. Molto diffusa anche Parietaria judaica Auct. an L. (= P.diffusa M.et K.), muraiola o vetriola minore, erba perenne infestante che cresce nelle aree rudera-

Calendario pollinico di parietaria 160 140 120

Parietaria

p/m3

100 80 60 40 20 0 mar

apr

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Italia Nord

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giu

lug

Italia Centro

ago

set

ott

Italia Sud


li, nei terreni secchi e incolti, nelle fessure dei muri, sulle macerie e rocce. E’ presente in tutta l’Italia, dalla pianura fino a circa 1000 m. Il fusto è erbaceo, ramificato dalla base più abbondantemente di P. officinalis, prostrato, spesso di colore rossastro, non supera generalmente i 40 cm, con foglie semplici, ellittico-acuminate, lunghe 2-3 cm, raramente fino a 5 cm, fiorisce tutto l’anno, soprattutto nelle regioni più calde. I piccoli fiori sono ermafroditi e riuniti in racemi ascellari; gli stami sono piegati verso l’interno e con il disseccamento si distendono verso l’esterno liberando il polline. Il periodo di pollinazione è molto lungo, con massimi di con-

2 Piante di Parietaria officinalis

3

Fiori ascellari di Parietaria judaica

63

Parietaria

centrazione in primavera e da metà estate all’inizio dell’autunno.


Il polline è tri- o tetraporato, 14-19 µm di diametro, con esina microverrucata, molto leggero, facilmente aerodiffuso e altamente allergenico. L'incidenza della sensibilizzazione a parietaria è elevata in tutta l’area mediterranea, con valori leggermente inferiori nelle regioni settentrionali dove incide per circa il 40% dei soggetti allergici mentre nelle regioni più meridionali questa percentuale spesso supera l’80%, con sintomatologia che si può manifestare tutto l’anno.

Polline di parietaria al microscopio ottico

Parietaria

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Polline di parietaria al microscopio a scansione

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La prevalenza della sensibilizzazione al polline di Parietaria, in Italia, è maggiore al Sud ed Isole e nella riviera ligure raggiungendo il 60-80% dei pollinosici. Al Centro la prevalenza è minore (40%) ed ancora inferiore al Nord (30%). Caratteristiche della pollinosi da Parietaria, rispetto alle altre, sono quelle di produrre più frequentemente crisi asmatiche (circa nel 50% dei soggetti sensibili), di avere un periodo di manifestazioni assai esteso, tanto da farla considerare quasi una pollinosi perenne, almeno al Sud. Infine tende a presentare, più frequentemente delle altre, fenomeni di monosensibilizzazione. Questa ultima caratteristica, tuttavia, pare ridursi negli ultimi anni, anche a causa del maggiore incremento delle polisensibilizzazioni. La dose soglia, per lo scatenamento delle crisi allergiche, sembra avvenire a 30 granuli per metro cubo. In alcuni casi (circa il 20%) la pollinosi da Parietaria può presentare sindrome orale allergica con ortica, melone, ciliegia. Immunoterapia specifica: esistono numerosi lavori che dimostrano l’efficacia della ITS iniettiva e sublinguale per la pollinosi da Parietaria, sia in età pediatrica che adulta, con persistenza della remissione sintomatologica dopo anni dalla sospensione.

- Ariano R, Kroon AM, Augeri G, Canonica GW, Passalacqua G. Long-term treatment with allergoid immunotherapy with Parietaria. Clinical and immunologic effects in a randomized, controlled trial. Allergy. 1999;54:313-9. - Fiocchi A e coll. Safety of sublingual-swallow immunotherapy in children aged 3 to 7 years. Ann Allergy Asthma Immunol. 2005 Sep;95(3):254-8. Incorvaia C e coll. Dose dependence of efficacy and safety of subcutaneous immunotherapy. Monaldi Arch Chest Dis. 2006 Mar;65(1):41-3.

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Parietaria

Bibliografia


Dermatophagoides Dermatophagoides pteronyssinus e D. farinae Gli acari sono artropodi chelicerati e, dopo gli insetti, costituiscono il gruppo più numeroso del regno animale, con oltre 50000 specie. Si possono trovare in tutti gli ecosistemi, sia terrestri che acquatici, mostrando forme di adattamento a varie situazioni ambientali. In Italia si stima che siano presenti circa 3000 specie e alcune di loro causano seri problemi sanitari all’uomo con varie forme di malattie infettive e, in particolare, forme allergiche. La sensibilizzazione ad acari negli ultimi decenni è aumentata significativamente e oggi rappresenta la più frequente causa

Dermatophagoides

di sensibilizzazione in tutto il mondo mentre, parallelamente, si riscontra un incremento dell’inquinamento da acari negli ambienti domestici. La sensibilizzazione ad acari è stata associata con dermatite atopica, rinite non stagionale ed asma. Le specie acaridiche rinvenute nelle polveri domestiche sono numerose, ma

Dermatophagoides pteronyssinus

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normalmente con il termine di “acari delle polveri domestiche” o di “house-dust mite” si intende fare riferimento a due specie della famiglia Pyroglyphidae, il Dermatophagoides pteronyssinus e il D. farinae denominati anche “acari maggiori”, facendo riferimento al loro elevato potere allergizzante. Gli acari presentano un ciclo vitale della durata di circa 3 mesi e prediligono una umidità relativa compresa fra 55 e 75% con temperatura fra 17° e 25°C. Gli acari si nutrono principalmente di squame epidermiche e di funghi che si sviluppano su detriti organici, vegetali, epidermici, ma anche su alimenti. Genericamente si può ritenere che gli acari sono maggiormente presenti nelle camere da letto, dove sono per lo più rinvenibili nella polvere presente nel materasso, e negli ambienti pavimentati con moquette o sotto i tappeti, ma anche divani, tendaggi, pupazzi di peluche, cuscini etc. sono substrati in cui gli acari crescono facilmente. In Italia si può riscontrare una diversa stagionalità della presenza degli acari, con una concentrazione di D. farinae che raggiunge i picchi maggiori nei

pteronyssinus. Inoltre, le differenti condizioni climatiche determinano anche

Acariens

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Dermatophagoides

mesi di maggio e giugno mentre nel periodo ottobre-dicembre prevale il D.


una diversa distribuzione degli acari così il D. pteronyssinus predomina generalmente nelle regioni settentrionali, dove il clima è più freddo e maggiormente umido, mentre nelle regioni centro-meridionali, con temperatura più elevata e umidità relativa inferiore, sarebbe predominante il D. farinae. Gli allergeni degli acari possono essere emessi nell’ambiente con le sostanze prodotte dalle ghiandole tegumentali allo scopo di impermeabilizzare il rivestimento corporeo, oppure, più frequentemente, possono essere espulsi con il materiale fecale. Le particelle costituite da allergeni possono essere di dimensioni grandi (>10µm) o piccole (<5µm) e solo queste ultime hanno

Dermatophagoides

la possibilità di penetrare nelle vie bronchiali.

Acarus siro

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Acariens-Tputrescentiae

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Questi due Acari costituiscono le fonti allergeniche principali presenti nella polvere domestica. Rappresentano la fonte allergenica clinicamente più importante in tutto il mondo. Hanno dimensioni di 200-300 millimicron e vivono nei tappeti, nei materassi e cuscini di lana, nei vestiti e nei tessuti. La loro proliferazione dipende da condizioni microclimatiche e risulta ottimale quando la temperatura ambiente oscilla intorno a 25 °C e l’umidità relativa è intono all’80%. I loro principali allergeni sono contenuti nelle loro particelle fecali (di diametro tra i 10 e i 40 micron e presenti sino a 100.000 particelle fecali per ogni grammo di polvere). Gli allergeni “maggiori” per il Dermatophagoides pteronyssinus sono il Der p 1 e il Der p 2 mentre per il Dermatophagoides farinae sono il Der f 1 e il Der f 2. Esiste un’ampia cross reattività tra le due specie. La letteratura scientifica presenta numerosi studi controllati che dimostrano l’efficacia e la sicurez-

Bibliografia - Nuhoglu Y e coll. Sublingual immunotherapy to house dust mite in pediatric patients with allergic rhinitis and asthma: a retrospective analysis of clinical course over a 3-year follow-up period. J Investig Allergol Clin Immunol. 2007;17(6):375-8. - Ozdemir C e coll. Efficacy of long-term sublingual immunotherapy as an adjunct to pharmacotherapy in house dust mite-allergic children with asthma. Pediatr Allergy Immunol. 2007 Sep;18(6):508-15. - Pajno GB e coll. Sublingual immunotherapy in mite-sensitized children with atopic dermatitis: a randomized, doubleblind, placebo-controlled study. J Allergy Clin Immunol. 2007 Jul;120(1):164-70. Epub 2007 Jun 1. - Tabar AI e coll. Double-blind comparative study of cluster and conventional immunotherapy schedules with Dermatophagoides pteronyssinus. J Allergy Clin Immunol. 2005 Jul;116(1):109-18.

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Dermatophagoides

za dell’immunoterapia specifica per gli Acari.


Alternaria Alternaria alternata (Divisione: Deuteromycota; Ordine: Moniliales) L’alternaria è una muffa cosmopolita e ubiquitaria in natura e i suoi conidi sono presenti nell’aria tutto l’anno, con picchi di massima concentrazione tra maggio ed ottobre. Si sviluppa in colonie leggermente scure sulla superficie di molte piante come cereali, ortaggi, fruttiferi e al suolo, su foglie secche e, in ambiente indoor, su tessuti come tappezzerie, moquette e tappeti e si può trovare anche in alcuni alimenti come pane, formaggio, frutta e legumi.

Calendario di sporulazione di alternaria 200

spore/m3

Alternaria

150 100 50 0 mar

apr

Italia Nord

1

70

mag

giu

lug

Italia Centro

ago

set

ott

Italia Sud


Alternaria è considerata tra le spore “secche” quelle cioè rilasciate da miceli che richiedono clima umido per la crescita delle colonie fungine, mentre la dispersione delle spore e la conseguente capacità di indurre sensibilizzazione sono favorite dal clima secco e caldo. Ne esistono circa 50 specie e tra queste Alternaria alternata, A. longipes e A. gaisen sono le più comuni che si possono distinguere morfologicamente, fisiologicamente e chimicamente. Nell’atmosfera italiana, dopo Cladosporium, Alternaria è tra le più comuni spore fungine monitorate nell'atmosfera di tutte le regioni. La sensibilizzazione ad Alternaria ha ultimamente assunto particolare interesse in quanto l’esposizione alle sue spore aerodiffuse è stata messa in relazione con lo scatenarsi di gravi attacchi asmatici dovuti ai suoi allergeni e recenti linee guida internazionali hanno indicato l’esposizione a spore di Alternaria come principale fattore di rischio di morte per asma di natura allergica. La positività ad Alternaria si riscontra, mediamente, in circa il 10% dei sog-

Alternaria

getti con cutipositività ad allergeni, più frequente in età pediatrica, con valori

Conidi di alternaria

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diversi nelle varie regioni, legati ai fattori ambientali e alla presenza di substrati idonei al suo sviluppo. I conidi, settati trasversalmente e longitudinalmente, sono scuri, di forma fusoidale o clavata, terminanti con un rostro apicale più o meno sviluppato. Le dimensioni medie vanno da 8 a 12 µm di larghezza nella parte apicale e da 20 a 40 µm di lunghezza complessiva.

E’ una specie fungina molto diffusa che si sviluppa su molte piante e alimenti. In Italia rappresenta circa il 15% del totale delle spore fungine presenti in atmosfera. Sembra essere uno dei funghi più allergizzanti, in tutte le parti del mondo. Non esistono dati precisi di prevalenza che varia, a seconda degli studi da 1% al 25%. Numerosi studi ne documentano il ruolo etiologico soprattutto in forme di asma bronchiale. Assume anche un ruolo determinante nella cosiddetta “asma da temporali” con insorgenza nei mesi estivi. L’allergene maggiore è costituito da Alt a1 ma sono state identificati una decina di altri allergeni minori. Anche per questo allergene è documentata l’efficacia della immunote-

Alternaria

rapia specifica desensibilizzante.

Bibliografia - Martínez-Cañavate Burgos A e coll. Immunotherapy with Alternaria alternata: present and future. Allergol Immunopathol (Madr). 2007 Nov-Dec;35(6):259-63.

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