Fermitutti 29

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INDICE 5 6 10 15

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ATTORNO A NOI Nico Catalano, Sull’orlo del baratro – fotocronaca della crisi finanziaria in corso Diego Gandolfini, Wiki Crisi – La crisi in 10 parole Matteo Lucchini, L’arroganza del potere, ovvero qualche (amara) riflessione politica suggerita dal “Saggio sulla Lucidità” di José Saramago Martina Battisti, La morte e la memoria - da Marco Simoncelli a Steve Jobbs FERMI E DINTORNI Lorenzo Minotto, Un’indagine di opinione sulle nuove norme del “Fermi” Sabato 17 dicembre: la consegna dei diplomi ai ragazzi del ’92 – Contributi di Stefano Tarocco, Maura Malpetti e Gabriel Wiwoloku Alice Girelli, My sweet London ARTE E CULTURA Riccardo Bruno, Intervista a Eldison Dimo degli StreetLights Alice Papotti, Siamo in un’era post-fotografica? Isabella Cassisa, Emozioni (poesia) Valentina Corradini, Alice Papotti, Isabella Cassisa, Giorgia Ghirardini: foto d’arte Martina Battisti, Il pianista cieco (racconto) Giorgia Ghirardini, Gli strani casi della vita (racconto - prima parte) Emanuele Gandini, Recensione del sito “Pottermore” Simone Campagnola, Recensione dell’album Mylo Xyloto dei Coldplay Sara Abdelkamel, Recensione del romanzo Ogni mattina a Jenin Nicholas Branchini, Luca Carnevali e Matteo Gilberti, Recensione del gioco StarWars the Old Republic CUCINA E SALUTE Nicolò Gavioli, Tra pentole e fornelli Debora Leto e Debora Toso, Lo sapevi che? - Consigli per vivere sano e meglio Isabella Cassisa, Il crudismo? Meglio lasciarlo agli animali 2


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CURIOSITA’ ENIGMISTICA E DIVERTIMENTO Isabella Cassisa, Folle l’uomo, folli i regali! Lorenzo Perego, Avril Lavigne mostra i lividi Emanuele Aliano, Stranezze della vita Riccardo Bruno, Curiose somiglianze Rebus Soluzioni dei Rebus

Copertina di Slava Facchini Rublev (con immagini di Alice Papotti) Sito a cura di Slava Facchini

(Isabella Cassisa: Pesce gonfiato o pallone d’aprile?)

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Attorno a noi

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Sull'orlo del baratro FOTOCRONACA DELLA CRISI FINANZIARIA IN CORSO

Molti capitali “fuggono”

La situazione peggiora sempre più

La fuga non si arresta

Sull’orlo del baratro

Un periodo di magra

Chi può salvare

per tutti

la nazione?

To be continued

. .

.

Per ora… Forse lui?

Nico Catalano 5


Crisi La crisi in 10 parole Le ultime parole famose “Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni.” (da Il Messaggero, 4 novembre 2011)

SILVIO BERLUSCONI

In un grave momento di crisi come questo, è quasi scontato che chi ha meno deve pagare di più, lo si può constatare anche a proposito dell’ultima manovra fatta dal Governo, dove chi veramente dovrà fare sacrifici (vedi pensioni, vedi aumento dell’Iva, IMU ecc) sono coloro che i sacrifici li fanno ogni giorno, ogni ora, in ogni momento della propria giornata quando si deve guardare anche il minimo centesimo per riuscire ad arrivare alla fine del mese… La crisi economica che stiamo attraversando ha avuto avvio nei primi mesi del 2008 in tutto il mondo, in seguito a una crisi di natura finanziarioimmobiliare scoppiata già nell'estate del 2007 negli Stati Uniti con la crisi dei subprime (titoli a massimo rischio di insolvenza). Tra i principali fattori della crisi attuale figurano gli alti prezzi delle materie prime, una strisciante crisi alimentare mondiale, un'elevata inflazione, la minaccia di una recessione in tutto il mondo, cui si aggiungono una crisi creditizia ed la conseguente crisi di sfiducia dei mercati borsistici nell’economia in generale e nei titoli del debito pubblico dei paesi europei, Italia inclusa, in particolare.

“le parole della crisi” Qui di seguito vi proponiamo un breve e incompleto glossario di parole che riguardano la crisi, parole che ormai sono entrate nella quotidianità di

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ognuno di noi. In aggiunta troverete alcune citazioni o brevi frasi di politici o esperti. CRISI FINANZIARIA: è la crisi creatasi in seguito all'esplosione prima dei titoli subprime e poi del debito pubblico dei Paesi europei, che ha coinvolto in primo luogo le banche, grandi sottoscrittori di titoli pubblici. BANCA CENTRALE EUROPEA: l'istituto centrale europeo di emissione che stampa gli euro. Il suo obiettivo è la gestione della politica monetaria comunitaria. DEBITO PUBBLICO: ammontare delle passività di uno Stato, rappresentato dai titoli del debito. Si intende in parole povere il debito che ha lo stato nei confronti di altri soggetti, individui, imprese, banche o stati esteri, che hanno sottoscritto un credito sottoforma di obbligazioni e titoli di stato. Nel caso italiano avremo i BOT, i CTZ, i CCT, i BTP, i BTPi. Il debito pubblico italiano negli anni… 2005 1.512.779 2006 1.582.009 2007 1.602.115 2008 1.666.603 2009 1.763.864 2010 1.843.015 2011 1.900.000 e oltre

“Sono anch'io convinto che molta parte della responsabilità della crisi, finanziaria prima, economica poi, sociale adesso, in parte politica, che attraversa il mondo, l'Europa e l'Italia, sia dovuta a gravissimi vizi di funzionamento delle istituzioni finanziarie e dei mercati. Credo che una delle cose che dovremo tutti sforzarci di fare, in particolare noi italiani – questo vale per le istituzioni ma vale anche per gli individui – è di abituarci a trovare meno facilmente le responsabilità altrui e a guardare un po' di più in noi stessi”

MARIO MONTI

BTP: buoni poliennali del tesoro, Sono titoli a tasso fisso aventi durata, al momento dell'emissione, pari a 3, 5, 10, 15 e 30 anni. Gli interessi, corrisposti in misura fissa, sono pagati ogni sei mesi. I frutti dei BTP sono rappresentati, oltre che dai proventi pagati, anche dalla differenza tra il prezzo di acquisto ed il valore nominale a scadenza. Il fatto che le cedole dei BTP non possano adeguarsi ai nuovi livelli di remunerazione pagati dal mercato fa sì che il loro prezzo oscilli in modo violento. L'entità delle oscillazioni (che hanno segno opposto alla variazione nei tassi di interesse) è direttamente proporzionale alla durata del titolo. Per questo motivo, in 7


linea generale, è bene limitare la durata dei BTP su cui si desidera investire. Nel manuale dell'investimento perfetto consiglio di 'fermarsi' a 5-7 anni per gestire questo rischio. I BTP sono emessi due volte al mese, a seconda delle scadenze. BOT: buoni ordinari del tesoro: Sono titoli a breve termine la cui durata, al momento dell'emissione, è pari a 3, 6 e 12 mesi. Occasionalmente sono “c'è bisogno di un grande sforzo politico, morale, sociale per affrontare questa grave crisi che dobbiamo riuscire a vincere, l’Italia ce la farà.”

GIORGIO NAPOLITANO stati emessi titoli con durate più brevi, ad esempio un solo mese. Le aste dei BOT semestrali ed annuali avvengono regolarmente ogni mese, mentre i trimestrali sono offerti in funzione delle esigenze contingenti del Tesoro. Caratteristica principale dei BOT è quella di essere titoli di 'puro sconto' nel senso che la remunerazione corrisponde alla differenza tra il prezzo pagato al momento dell'acquisto (inferiore a 100, percentualmente) e il valore nominale che, invece, è sempre fatto pari al 100%. Da questo punto di vista i Buoni sono titoli 'zero coupon' poiché non pagano cedole periodiche. Gli interessi sono incassati in un'unica soluzione al momento della scadenza. Poiché l'imposta sui proventi è anticipata, il risparmiatore incasserà l'esatto valore nominale allo spirare del titolo senza subire riduzioni. SPREAD: Si tratta del ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base quale proprio ricavo. Il principio è classicamente commerciale. Il commerciante (la banca) compra il prodotto (il denaro) ad un prezzo (tasso di scambio interbancario) e lo rivende alla sua clientela ricaricato di un margine di guadagno (spread). Nel mondo dei mercati è usato per indicare la “salute finanziaria” di un Paese, perché fornisce la misura del rischio di insolvenza associato a un titolo di Stato. In pratica per noi: minore è lo spread tra i nostri buoni del tesoro e gli analoghi della Germania (considerata fino ad ora paese “sicuro”) più in salute è lo stato. PIL: prodotto interno lordo, è una grandezza che esprime il valore complessivo dei beni e servizi prodotti all'interno di un Paese in un certo intervallo di tempo (solitamente l'anno) e destinati ad usi finali (consumi finali, investimenti, esportazioni nette); non viene quindi conteggiata la 8


produzione destinata ai consumi intermedi, che rappresentano il valore dei beni e servizi consumati e trasformati nel processo produttivo per ottenere nuovi beni e servizi. Quando il PIL è negativo per due trimestri consecutivi, l’economia viene considerata in recessione. EUROZONA: la “Regione” formata dai 17 stati che adottano l'euro come moneta nazionale e che costituiscono l'UME(unione monetaria europea) AGENZIE DI RATING: Sono società che attribuiscono un giudizio di affidabilità degli emittenti dei prestiti obbligazionari. Il giudizio migliore in assoluto è quello rappresentato dalla tripla A, poi si scende alla doppia A, per poi declinare fino alla C. Paese

Rating

Outlook

GERMANIA

AAA

Stabile

GB FRANCIA USA SPAGNA ITALIA CINA

AAA AAA A+ AA A+ AA-

Stabile Stabile Negativo Negativo Negativo Stabile

DEFICIT: In economia il termine indica la situazione economica di un'impresa nella quale i costi superano i ricavi, o di un ente pubblico nel quale le uscite superano le entrate. Il deficit pubblico dello stato è il disavanzo primario, ovvero la differenza negativa fra le entrate e le spese pubbliche in un determinato periodo di tempo (al netto degli interessi sostenuti per finanziare il debito pubblico). Nella speranza di non sentire più nominare, perlomeno con così tanta insistenza, queste 10 parole …. Diego Gandolfini 9


L’arroganza del potere, ovvero qualche (amara) riflessione politica suggerita dal “Saggio sulla Lucidità” di José Saramago “Uno spettro ossessiona l’Italia, lo spettro dell’elezione. Ma i partiti e i mass-media della vecchia Italia si sono uniti in una Santa Alleanza per scongiurare questo spettro; e con loro i giornali, le televisioni, le radio e il web, il presidente della Francia e la cancelliera di Germania.” Ciò che avete appena letto è una libera reinterpretazione di un famoso manifesto scritto 163 anni fa, e qui riferito alla situazione italiana della metà del mese scorso. Il fantasma delle elezioni anticipate alitava sul nostro paese, trovando però, dopo giorni di estenuanti riflessioni, autorevoli “ghostbusters”: per evitare “mesi di confusione e rissa politica” o di “trascinare l’Italia nel baratro” i maggiori partiti politici italiani decidono perciò di affidarsi ad un governo tecnico (che il dizionario Devoto-Oli chiarisce come: “governo di transizione costituito per il disbrigo delle questioni correnti, in attesa di un chiarimento della situazione politica”), e di un dantesco veltro riformatore nella figura di Mario Monti (un triplice cane da ferma alle banche, caccia all’evasore e riporto allo sviluppo). Se questa decisione sarà stata vantaggiosa per le tasche nostre e del nostro paese saranno tempo e fatti a deciderlo. Per ora, per mezzo di un romanzo destabilizzante come “Saggio sulla Lucidità”, mi concentrerei sul tema dell’elezione, alla quale i cittadini sono periodicamente chiamati a partecipare, e che 10


(dovrebbe) essere ciò che origina e fonda un Parlamento ed un governo. Prendiamo la capitale di un paese qualsiasi. La capitale di un paese qualsiasi il primo giorno delle elezioni politiche. Eccitazione, fermento e speranza sono alcune delle emozioni che pervadono gli scrutatori, il presidente del seggio ed i rappresentanti dei vari partiti: il p.d.d., il partito di destra uscente in carica, il p.d.m., il partito di mezzo, e il p.d.s., il minoritario partito di sinistra. “C’è la pioggia, Ma quale pioggia, C’è un acquazzone, Ma quale acquazzone, è un temporale.” Descriverebbe così il colloquio tra i presenti José Saramago, nel suo inconfondibile stile senza virgolette, separando i dialoghi con una virgola ed una lettera maiuscola iniziale. Fatto sta che nessuno si vede ad adempiere i propri doveri civili fino al pomeriggio, dove una folla di votanti si riversa nei seggi della capitale. Ma il sorriso si tramuta in una vera e propria smorfia quando, scrutinando le schede, ci si rende conto di una terribile anomalia: le schede bianche sono il 70%! Immaginate le reazione del mondo politico: chi si metterebbe le mani nei capelli, chi griderebbe allo scandalo; chi, come il p.d.s., giurerebbe sulla paternità del non-voto, chi resterebbe solamente muto ed inerte. Non raggiungendo la soglia minima di voti utili, si fissa un’altra elezione, che riporta numeri ancor più schiaccianti: l’83% di schede immacolate. Ciò che stupisce il lettore è il fatto che nessuno si domandi il perché di quel gesto così collettivo quanto forte che ricorda la “protesta non-violenta” del mahatma Gandhi, ma si limiti a rimproverare, accusare e gridare. Un discorso emblematico è quello del Presidente della Repubblica agli abitanti della città: «Siete voi, sì, soltanto voi, i colpevoli, siete voi, sì, che ignominiosamente avete disertato dal concerto nazionale per seguire il 11


cammino contorto della sovversione, della indisciplina, della più perversa e diabolica sfida al potere legittimo dello stato di cui si abbia memoria in tutta la storia delle nazioni.» Lo scrittore portoghese, nell’arco di tutto il romanzo, è infatti bravissimo ad evidenziare l’ipocrisia degli uomini politici, immaginando i loro discorsi prolissi (redatti da un team di professionisti), dalle ripetizioni volute ed apposizioni infinite, volte a colpire l’emozione degli ascoltatori con metafore e gesti ad hoc, come alzare o diminuire il tono della voce e la velocità della parlata, o integrare il discorso con un vigoroso pugno sul pulpito o una lacrimuccia artificiale: “Imbonire la folla è un arte” ci sussurra il premio Nobel per la letteratura. Proseguendo con il romanzo, nel paese verrà paventata l’idea che a capo del movimento delle schede bianche vi sia un’organizzazione terroristica che mii la stabilità dello Stato, e che di lì a poco verrà (come si suol dire: “di punto in bianco”) creata dai giornali e chiamata “I biancosi”. Il governo, definendo l’astensione al voto come “una bomba di profondità lanciata contro il sistema” metterà dunque la capitale in stato d’eccezione e successivamente in stato d’assedio, monitorando, interrogando, incarcerando ogni cittadino che venga giudicato dai superpoliziotti in borghese reo di essere un “cospiratore”: per questo motivo la parola “bianco” verrà via via sostituita nei discorsi della gente con perifrasi come “sprovvisto di colore” o “color latte”. Dalla capitale il governo stesso si trasferisce, stabilendo le proprie strutture in un’altra sede: la città è ora chiusa entro le sue mura, senza erogazione di servizi o scorte di cibo. Mentre i giornali titolano “La Scheda Bianca Gli è Uscita Nera” ed i politici, ormai lontani, arringano il resto del paese in tv, nella città prende piede un’incredibile manifestazione di protesta: centinaia di migliaia di persone sfilano lungo le 12


viottole a passo calmo, inesorabile, senza megafoni o altoparlanti: in completo silenzio. A gran voce, la voce del silenzio, reclamano una politica incorrotta che miri al benessere di tutti, ai diritti che sembrano essere sempre più dimenticati e negati. Ma, come dice il proverbio: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” ed il ministro dell’interno risponde con una azione folle: fa piazzare una bomba alla stazione della metropolitana, facendo volutamente passare l’attentato come opera degli immaginari biancosi. Al culmine della sua indagine “fantapolitica”, Saramago volutamente inserisce un elemento così forte che al lettore apparirà inverosimile: il proprio paese che stermina dei cittadini innocenti. Tutto ciò ci mette però nell’orecchio una pulce: “non è questo il significato della guerra?; e di certi atti di terrorismo senza responsabili?”. A mio parere è degno di nota un’artista che riesca a richiamare la sensibilità critica del lettore ed a fargli compiere molteplici riflessioni. È proprio in questo punto che il romanzo si propone come sequel di “Cecità”, lo scritto che valse a Saramago il Nobel nel 1998, attraverso una battuta che pronuncia il ministro della cultura durante il consiglio dei ministri, poco prima di ammettere di aver votato scheda bianca e di licenziarsi:

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“Dico che come siamo stati ciechi 4 anni fa, siamo ciechi tutt’ora”. Quattro anni prima, infatti, una inspiegabile epidemia di cecità dilagò nella capitale: tutte le persone persero la capacità di vedere per alcune settimane, creando situazioni di panico, devastazione ed anarchia. Il romanzo si snoda poi nella ricerca di tre poliziotti incaricati dal governo (il commissario, l’ispettore e l’agente) dell’unica donna, chiamata la moglie del medico, (lo stile di questa opera, infatti, prevede l'assenza di nomi propri per i personaggi) che in quei frangenti terribili non era diventata cieca, e che pertanto viene incolpata di essere “il volto della cospirazione dei biancosi”. Rilevante è il dialogo che avviene tra il commissario di polizia e l’ispettore, nel momento in cui il primo conclude di non aver trovato nella donna alcun comportamento illecito: Ti domando se dire che un accusato è innocente significa fallire un’indagine, Sì, se l'indagine è stata concertata per fare di un innocente un colpevole» Il commissario tenta perciò inutilmente d’impedire che la donna diventi un capro espiatorio, dato che tutti i giornali pubblicheranno la sua immagine con la terrificante didascalia di “leader del terrorismo bianco”. Infine, in un’apoteosi di amarezza per il lettore, il ministro dell’interno, prima di venir lui stesso licenziato dal primo ministro, incaricherà un sicario che fredderà con un fucile di precisione la moglie del medico, il suo cane (chiamato il cane delle lacrime) ed il commissario, salvo poi elevare quest’ultimo a "eroe della patria" per guadagnare assensi nella popolazione. Riporto ora le righe di chiusura del libro, con uno straordinario “payoff”:“Allora un cieco domandò, Hai sentito qualche cosa, Tre spari, rispose l’altro, Ma c’era anche un cane che ululava, Ora ha smesso, dev’essere stato il terzo sparo, Meno male, detesto sentire i cani che ululano.” Lascio al lettore il gravoso incarico di interpretare chi (o cosa) siano il cieco ed il cane che ululava disperato. Matteo Lucchini 14


La morte e la memoria

da Marco Simoncelli a Steve Jobbs Anche sul trono più elevato del mondo si é pur sempre seduti sul proprio sedere. (Montaigne). E la morte arriva, che tu sia George Bush o l’ultimo mendicante iraniano. Morire è facile. Il difficile è vivere anche dopo morti, restare vivi sulle labbra della gente, nella memoria del mondo. Puoi morire per una passione, per le sregolatezze di una vita, per un incidente – o un accidente. Ci sono tanti modi per morire, ed altrettanti modi per essere ricordati. Ce l’ha dimostrato Marco Simoncelli: il 23 ottobre a fine gara non c’è arrivato, ma ha vinto una vita da campione. E’ stata curiosa l’attenzione che il mondo di Facebook ha dedicato per giorni alla sua scomparsa: non s’è trattato di semplice conformismo, incoerenza, moda o falsità (quando muore una star diventiamo tutti nuovi tifosi di rispetto...). Marco è stato ricordato da milioni di persone per il suo essere campione in modo semplice: un ragazzo che cresce, una passione conservata nel cuore (ambizione, sogno, realizzazione), la frizzantezza del sorriso (coraggio e contagio al tempo stesso), l’eleganza della spontaneità e la forza, quella di uno che vince la vita in un modo strano, in sella ai suoi sogni. Il disappunto e la rabbia dei giovani erano rivolti all’ironia senza pietà della vita che se lo ruba così, uno che era riuscito a tirarseli fuori dal cassetto, quei maledetti sogni, per 15


giocarseli e assaporarli uno a uno. E’ rabbia per la vita, che ti uccide e neanche te lo immagini – non te lo aspetti, non ci pensi, non vuoi credere che la morte sia così infame. La vita improvvisamente cede - si frantuma, si ribella, si spezza - dietro al peso della passione per cui stai vivendo. Per un nonnulla, ecco, non si capisce il perché e il come, di punto in bianco, la vita decida di consumarsi come l'asfalto sotto il calore degli pneumatici. Essere ricordati per il coraggio di credere nei sogni, semplicemente. Poco prima, il 5 ottobre, esce di scena anche Steve Jobs - un compunto giacca e cravatta – non lo senti anche tu? - cuffiette dell’iPod nelle orecchie – cosa? - iPad nella ventiquattr’ore – questo rumore! - Porca miseria è il mio iPhone che squilla, mi son dimenticato di spegnerlo - (è così che me lo sono sempre immaginato il multimiliardario creatore della Apple). In molti sono a conoscenza del vivace e intensissimo discorso che tenne nel 2005 ai neolaureati dell’Università californiana di Stanford, in cui dimostrò di essere uno dei pochi uomini al mondo famosi, ricchi e geniali capaci di parlare ai propri simili con la stessa semplicità, schiettezza ed umiltà con cui un paesano dà indicazioni stradali ad un turista. Con una difficile esperienza alle spalle – il successo non sempre è immediato (lo scalatore esperto vi dirà che per raggiungere la vetta ci sono prima tante buche in cui cadere) – sono queste alcune tra le parole più significative con le quali lui, già malato e cosciente di esserlo, incoraggiò i ragazzi ad affrontare la vita (e i propri sogni): “Qualche volta la vita ci colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quello che amate”. Le sue invenzioni – è chiaro – hanno cambiato il mondo; ma il bello è proprio questo, che alla sua morte la gente non ha voluto ricordarlo per le sue creazioni, ma per la grandezza nel comprendere la vita e per l’enorme coraggio che le sue parole sono state in grado di seminare nel cuore dei grandi sognatori. 16


Essere ricordati per una rara ricchezza – della mente, dell’anima. Direte: che senso ha scrivere della morte – qualcosa di meno macabro no? La realtà è che vita, morte e memoria sono parte dell’umanità dagli albori dell’esistenza. L’uomo di norma non vive per essere ricordato, eppure non è mai accaduto che qualcuno se ne sia andato senza lasciare un frammento di sé. E non è necessario essere Steve Jobs perché il mondo s’impregni di un particolare della tua vita: potrà ricordarti perché nessuno come te sa apprezzare la semplicità delle cose, o per l’intelligenza che sai applicare, per l’avarizia che ti contraddistingue, per le tue stranezze, la tua continua insoddisfazione, per quella volta che al bar con gli amici hai riso fino a piangere, per la tua antipatia all’ultima riunione col direttore o per quel sorriso che non ha ceduto nemmeno di fronte allo sconforto. È così che si crea la storia dell’uomo: ogni memoria, morte, nascita e incontro partecipano al fiorire e rifiorire del vortice dell’umanità, di vite che s’accavallano e insieme si integrano. L’umanità deve saper ricordare per poter vivere. Martina Battisti

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Fermi e dintorni

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Un’indagine di opinione sulle nuove norme del “Fermi” Nell'anno scolastico in corso abbiamo assistito a numerosi cambiamenti e noi del giornalino abbiamo chiesto il parere su quattro di essi: il divieto di fumo nelle aree esterne, il divieto di parcheggio nei cortili interni, gli armadietti, l’ipotesi di collocare linee gialle. Trattandosi di novità, abbiamo escluso le classi prime che non potevano operare confronti. Varie vicissitudini ci hanno poi consentito di interpellare solo 30 delle 43 classi previste, circa il 70%. Crediamo che comunque si tratti di un “campione” decisamente significativo. Ecco i risultati. Domanda 1:”In generale, qual è stata la tua prima impressione sulle nuove regole in vigore quest'anno a scuola?” Per il 14% degli studenti esse sono sostanzialmente giuste, per il 61% sono sostanzialmente sbagliate e al 25% non importa molto. Domanda 2:”Cosa ne pensi del divieto di fumare in tutta l'area della scuola, compresi gli spazi esterni?” Per il 21% la cosa è giusta e salutare, per il 28% è sbagliata mentre al 52% degli alunni non importa. Da registrare il fatto che in alcune classi non è stato richiesto a tutti gli studenti ma solo ai fumatori. Domanda 3:”Cosa ne pensi del sistema adottato quest'anno in base al quale di norma si spostano le classi e non i professori?” Per il 26% è una buona idea, per il 64% una pessima idea e il 10% degli studenti non ha un’opinione. 19


Domanda 4:”Ritieni che il collocamento sulle scale di linee gialle per regolamentare il flusso sarebbe stata una buona idea?” Per il 7% sarebbe una buona idea, per il 68% sarebbe una brutta idea mentre per il 25% la cosa non è di grande importanza. Domanda 5:”Ritieni che gli armadietti collocati nei corridoi sono …:” Per il 51% utili, per il 32% inutili, al 17% non importa molto. Domanda 6:”Cosa ne pensi della richiesta di non parcheggiare ne parcheggio esterno?” Nessun alunno è d'accordo: l'83% non è d'accordo, al 17% non importa. Devo dire che ho ritenuto validi solamente i dati di 4° e 5°, dove ci sono studenti patentati e automuniti. Domanda 7:”Indica tra le norme quella più cattiva” Per il 17% è quella del divieto di fumo, per il 45% è quella dello spostamento nelle aule e per il 39% è quella del divieto di parcheggio. Domanda 8:”Indica tra le norme quella più buona” Per il 35% è quella del divieto di fumo, per il 29% è quella degli spostamenti e per il 30% è quello dei parcheggi. Domanda 9, che non c’entrava nulla con le norme ma ha a che fare col nostro impegno di “giornalisti”:”Lo leggerai il giornalino?” Il 40% ha dichiarato che lo leggerà, il 33% che non lo leggerà e il 27% non ci ha ancora pensato.

Qualche considerazione conclusiva Pensiamo che, anche se il sondaggio non è stato eseguito alla perfezione, rispecchi comunque l'opinione generale degli studenti: dalla domanda 1 risulta che l'impressione generale sulle novità è stata complessivamente negativa. 20


La novità più importante di quest'anno, ovvero gli spostamenti degli studenti e non dei profe, è vista negativamente da parte degli alunni. Non abbiamo potuto chiedere le motivazioni. Possiamo quindi solo ipotizzare, ma crediamo a ragione, che questo metodo crea il disagio di dovere ogni volta fare lo zaino e portare con sé giacche a vento e cappotti, produce del caos durante gli spostamenti, fa perdere tempo e non risolve del tutto uno dei problemi che era deputato a risolvere, ovvero eliminare lo spreco di tempo in cui il professore doveva accedere a mastercom e fare l'appello. Anche l'eventuale collocamento di linee gialle è stato giudicato negativamente dagli studenti, in effetti potrebbe risultare anche offensivo: è come darci dei maleducati e non penso che gli alunni lo siano, anche se ce ne sono alcuni che andrebbero presi e puniti molto severamente. Una nota positiva riguarda gli armadietti: sarebbero utili secondo gli studenti. Però, aggiungiamo noi, oltre al fatto che sono pochi e poco spaziosi, sono collocati solo in alcune zone e non facilmente accessibili. Come già ricordato, la domanda 6 è stata rivolta solo agli alunni di 4° e di 5° la maggior parte degli studenti non è d'accordo con la richiesta fattaci di non parcheggiare nel parcheggio esterno: ricordiamo che i genitori, che devono poter parcheggiare, vengono poche volte, mentre noi veniamo sempre, noi siamo i primi fruitori della scuola, il parcheggio interno ha sempre dei grossi buchi, gli altri parcheggi o sono privati, o piccoli, o sono molto distanti. Auspichiamo che molti studenti leggeranno queste righe e speriamo che tutti coloro che hanno dichiarato di non avere opinioni comincino a farsene. E’ nostra intenzione sottoporre questi risultati alla dirigente per sentire le sue opinioni a riguardo e possibilmente avviare una dibattito costruttivo che coinvolga direttamente studenti e preside, perché siamo noi i primi fruitori della scuola ed è giusto che le decisioni vengano prese possibilmente da tutti. Forse si potrebbero fare 21


delle consultazioni di tanto in tanto, magari online con l’aiuto dei rappresentanti di istituto. Del resto una maggiore comunicazione alunni-dirigente potrebbe rendere molto più facile la vita nell'istituto; magari molte idee provenienti dagli studenti potrebbero essere ottime. Lorenzo Minotto e tutti quelli che hanno collaborato alla somministrazione del questionario

Alcuni dati percentuali accorpati per livello classe (il primo è di apprezzamento, il secondo di rifiuto) Domanda 1:”In generale, qual è stata la tua prima impressione sulle nuove regole in vigore quest'anno a scuola?” SECONDE: 12 64 TERZE: 24 55 QUARTE: 0,5 71 QUINTE: 0,5 79 Domanda 2:”Cosa ne pensi del divieto di fumare in tutta l'area della scuola, compresi gli spazi esterni?” SECONDE: 14 25 TERZE: 21 22 QUARTE: 32 43 QUINTE: 30 47 Domanda 3:”Cosa ne pensi del sistema adottato quest'anno in base al quale di norma si spostano le classi e non i professori?” SECONDE: 32 66 TERZE: 36 56 QUARTE: 15 64 QUINTE: 0,4 94 Domanda 4:”Ritieni che il collocamento sulle scale di linee gialle per regolamentare il flusso 22


sarebbe stata una buona idea?” SECONDE: 11 63 TERZE: 0,6 65 QUARTE: 0,4 73 QUINTE: 0,4 94 Domanda 5:”Ritieni che gli armadietti collocati nei corridoi sono …:” SECONDE: 60 35 TERZE: 65 18 QUARTE: 55 31 QUINTE: 13 63 Domanda 6:”Cosa ne pensi della richiesta di non parcheggiare ne parcheggio esterno?” (SOLO 4 E 5) QUARTE: 0 62 QUINTE: 0 99 Domanda 9:”Lo leggerai il giornalino?” SECONDE: 47 18 TERZE: 48 27 QUARTE: 34 56 QUINTE: 25 81 PS: non ci sono le domande 7 e 8, che richiedevano risposte più articolate

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Sabato 17 dicembre: la consegna dei diplomi ai ragazzi del ’92 Alla grande festa della consegna dei diplomi, ormai un must del Fermi, c’erano tra gli altri anche gli ex giornalisti della quinta dello scorso anno. Tre di loro hanno voluto darci i seguenti contributi. IL RITROVO DEI PUFFI

Si, l’atmosfera che si respirava in quel freddo pomeriggio di dicembre faceva pensare di essere caduti nel celebre cartone animato dei folletti blu, non solo per l’evidente accostamento cromatico delle felpe del “Fermi”, ma anche e soprattutto per quella allegra marmaglia di freschi diplomati che tornavano “a casa” per un giorno. Per alcuni un dolce nostalgico ritorno, per altri la rivisitazione del teatro di ardue imprese, il ritorno sul campo di battaglia, per altri ancora chissà… 24


Un’atmosfera quasi surreale aleggiava per la sala mensa e tutti, genitori, parenti e amici, attendevano curiosi il momento in cui sarebbe stato consegnato quell’emblematico e tanto desiderato pezzo di carta. Ad allietare la serata delle parentesi musicali con il coro di bimbi che dava al tutto un aspetto ancor più fiabesco. Il serpentone blu delle classi guidato dai propri fidi professori prendeva

posto a sedere e cominciava la festa. Un conduttore intervistava persone di spicco nel panorama industriale mantovano, desiderose di ammirare nuove leve fresche e appena sfornate dal vecchio ITIS (sì, a proposito, tutti lo chiamano ancora così e ci piace!). La nostra preside partecipava con un pizzico di commozione (evidenziato da una lacrimuccia) vedendo la fine del percorso scolastico dei suoi studenti, con felicità e soddisfazione per quello che li aspettava nella vita ma anche con un po’ di inevitabile tristezza. Dopo un altro canto del coro cominciava la consegna delle borse di studio e dei diplomi, con la recita dei singoli nomi e con il piccolo momento di gloria e le foto di rito per ognuno dei diplomati.

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La consegna, intervallata da interviste del buon Andrea Giangiulio ad alcuni dei festeggiati che esprimevano piani e prospettive per il futuro, era filata liscia ed era il momento della proverbiale ciliegina sulla torta. Il discorso di Maura Malpetti, miglior studentessa dell’anno passato (100 e lode e non di più solo perché non si poteva), lasciava di stucco per la semplicità, la gratitudine espressa verso i professori e per l’espressione dell’attaccamento e di elogio alla nostra vecchia scuola, che, volenti o nolenti, ci rimarrà nel cuore (vedi oltre il testo del discorso). Anche la preside interveniva per esprimere l’orgoglio di aver portato alla maturità noi ragazzi e rinnovava una volta di più il dispiacere di perderci, augurandoci però di continuare la carriera scolastica e lavorativa nel migliore dei modi. Seguiva il lancio dei tocchi che segnava in qualche modo il congedo definitivo. Al rompete le righe tutti a rifocillarsi al rinfresco preparato dal grande Daniele, a cui devo un saluto particolare, e a parlare di progetti futuri e speranze per quello che verrà. Dopo i fuochi d’artificio a chiudere la cerimonia, tutti tornavano, allontanandosi da quella scuola, qualcuno ogni tanto voltandosi indietro e pensando agli anni passati e alle tante fatiche profuse, tutti noi sicuri che difficilmente dimenticheremo il nostro caro e vecchio ITIS. Stefano Tarocco

Il discorso di Maura Malpetti Quando mi hanno comunicato che avrei dovuto tenere un breve discorso, mi son chiesta quale fossero le parole più appropriate per questa giornata. Credo che il ritiro dei diplomi sia una bella occasione per trarre qualche conclusione: abbiamo passato 5 anni tra queste mura, le emozioni sono 26


state molte, e i ricordi rimasti ne sono la prova. In questo istituto siamo cresciuti, ci siamo formati, allenati. Il liceo l'ho sempre considerato una sorta di palestra nella quale ci si allena alla vita, al lavoro, alle relazioni. Sono quelli gli anni in cui si impara che le soddisfazioni arrivano solo con grande sacrificio e impegno. Ci si rende conto che il gruppo fa la forza e che essere parte integrante di una classe è essenziale per arrivare fino infondo. In questo percorso gli allenatori sono stati molti: ogni professore con la propria personalità ci ha lasciato qualcosa, tutti hanno contribuito ad arricchirci e renderci consapevoli di cosa avremmo potuto desiderare per il nostro futuro, accompagnandoci fino alla scelta dell'università o del lavoro. Personalmente mi sento di ringraziare questo istituto e in particolare i miei docenti per due aspetti, che hanno contribuito alla mia formazione e a quella di tutti gli studenti qui presenti: il primo grazie è per la grande preparazione che ci è stata data, in un ambito universitario è facile comprendere quanto aver avuto degli ottimi insegnanti sia stato da aiuto per partire col piede giusto. Il secondo grazie è per ciò che ci è stato trasmesso nel privato: credo che una delle grandi qualità del personale di questo istituto, sia stata e sia tuttora la grande umanità con cui si approccia agli studenti. Quello che mi è rimasto più nel cuore di questi 5 anni è la concezione di aver fatto parte di una sorta di grande famiglia, in cui l'aiuto e l'interesse reciproco ne erano le fondamenta. L'impegno della Preside a far quadrare 27


sempre tutto, il senso quasi materno di alcune insegnanti, il carisma di altri docenti, la disponibilità delle segretarie e la simpatia dei bidelli hanno reso quest'istituto la miglior palestra di vita che ogni diplomato qui presente, ha avuto la fortuna di scegliere cinque anni fa. Le gioie, le incomprensioni, i sacrifici, le soddisfazioni, tutto ci ha fatti crescere, e credo che per concludere, a nome di tutti i miei compagni di viaggio, possa dire che questi anni trascorsi rimarranno fortemente impressi nella nostra mente per la loro intensità, le grandi emozioni, le tante situazioni vissute. Maura Malpetti

GRAZIE DI TUTTO, CARO FERMI: MA E’ ORA DI ANDARE Se dovessero chiedermi un giorno cosa n’è stato degli anni passati all’ITIS sicuramente partirei dalla fine come in uno di quei thriller dove si vede la conclusione, poi si fa un rapido flashback che conduce all’inizio della storia per raccontare come si è giunti all’epilogo finale. L’idea di emulare le High School americane inizialmente mi era parsa inadeguata considerando che quella statunitense è una cultura scolastica che pone le proprie fondamenta su basi decennali; ma finché non “provi sulla tua pelle” quella sensazione di soddisfazione che la celebrazione t’infonde, non potrai mai apprezzare pienamente l’evento stesso. Non posso negare l’emozione nel momento in cui chiamano il tuo nome e ti presenti per ritirare ciò che hai conquistato dopo innumerevoli fatiche o per meglio dire per alcuni di noi “lazzaroni” presunte tali. Dopo questa brevissima descrizione della fine, permettetemi in questo breve scritto di porre l’accento sulla nostalgia che insorge in un ex alunno 28


quando passa di fronte a quello che per molti è stato per anni una sorta di “seconda casa”. Ricordo con un pizzico di commozione quando varcai per la prima volta il portone e pensai se alla fine ce l’avrei fatta a raggiungere l’ambito traguardo del diploma e, con stupore e un po’ di timidezza, mossi i primi passi nel nostro istituto; da allora molte cose sono cambiate e molte ancora cambieranno perché la scuola sta attraversando un processo di rinnovamento continuo che, secondo il mio modesto parere, sta ridando al “FERMI” quella posizione di prestigio che merita di diritto. Quante volte noi ex studenti abbiamo inveito contro la scuola!; ma quando ne esci e ti avvii verso la vita da adulto ti accorgi che dopotutto quegli anni sono pieni di eventi che ti hanno portato a essere ciò che sei ora, la relazione con i tuoi compagni di classe, i vari (e enfatizzo la parola “vari”) tipi di insegnanti con cui ti relazioni durante il tuo percorso scolastico che non fanno altro che ricalcare le tipologie di persone con le quali dovrai rapportarti nella vita lavorativa, il rispetto delle regole e delle consegne e soprattutto le conseguenze a non rispettarle (sicuramente i ritardatari saranno più propensi ad un lavoro indipendente); ma la cosa che ritengo importante più di ogni altra è la preparazione che questo campo d’allenamento ti dona perché la vita è un campo di battaglia e solamente gli addestrati potranno prevalere. Essendo in vena di citazioni e metafore ricordo l’ormai defunto Steve Jobs che diceva “Siate Affamati” ed io invece faccio la seguente affermazione: “Fatevela venire questa fame” poiché il FERMI vi ha donato cucchiai e piatti grandi per mangiare a volontà! Nonostante tutta questa nostalgia che ha prevalso mentre scrivevo, è ora di salutare e, come si dice a un amante alla fine di un amore: E’ STATO BELLO; GRAZIE ED ADDIO! PS: Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale(Sorride). Gabriel Wiwoloku 29


Mini reportage del viaggio-studio nella capitale britannica

“London Bridge” Abbiamo avuto la fortuna di vedere il ponte che si alzava per far passare un veliero.

“London Eye” Sospesi a 135m sulle rive del Tamigi, siamo riusciti ad ammirare tutta la città, senza un briciolo di vertigini.

La “City” La metropoli di Londra. Il cuore finanziario della città. C’è chi ha detto “Guarda, siamo a Wallstreet!!”

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“Brighton” Trascorrere una giornata con gli amici al mare è stato divertentissimo, Sul Brighton Pier (il molo della città) abbiamo avuto il tempo di svagarci tra le giostre, le bancarelle e l’acquario.

“Olimpic Clock London 2012” Grandi schermi per il countdown verso le olimpiadi sono stati posizionati per indicare il tempo mancante alla terza edizione dei giochi olimpici a Londra. L’Inghilterra sarà l’unico paese ad averli ospitati per tre edizioni!

“Double-decker” Dal 1828, data della prima comparsa del celebre autobus rosso a due piani, ne ha fatta di strada questo modello di trasporto che, copiato in varie parti del mondo, rimane uno dei simboli della città londinese insieme con le cabine telefoniche e il Tower Bridge. Ne circolano tuttora 31 5000!


“Big Ben” Si fregia del titolo di “maggior orologio con carillon a 4 facce nel mondo”. La campana, che suona ogni 15 minuti, pesa 13,5 tonnellate ed è stata trasportata con 16 cavalli perché aveva danneggiato la nave su cui era stata trasportata

“Le Cabine” Le celebri cabine telefoniche inglesi ormai in disuso saranno smantellate perché inutili, c’è però chi si oppone dicendo che sono da salvaguardare in quanto simbolo di riconoscimento per la città.

Tra cartine della metro, bagni nel mare gelido, volpi davanti casa e shopping sfrenato… il nostro viaggio si è concluso senza nessun disperso!!!

Alice Girelli 32


Arte e Cultura

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Nome band: StreetLights. Ci chiamiamo così perché cercavamo un nome che rimanesse impresso. Componenti: Eldison Dimo: prima voce e chitarra, Luca Cacciatori: seconda voce e chitarra, Marco Barini: batteria. Genere: è un po’ vario, ma ci concentriamo soprattutto sul punk/rock in elettrico e sul pop/punk in acustico. Facciamo sia serate in acustico sia in elettrico. Abbiamo fatto numerosi live e ne faremo ancora di più. Storia: Io e Luca abbiamo iniziato suonando nel garage al freddo con solo chitarre acustiche. Passavamo le serate invernali incollando annunci in tutti i possibili quartieri di Mantova nella speranza di trovare un batterista, che per altro suonasse il nostro genere. Alla fine, abbiamo visto la luce!!! Marco Barini era perfetto. Avevamo finalmente una sala prove insonorizzata con tutto il materiale necessario e un batterista che suonava il nostro genere e aveva per altro la nostra stessa età. Ci siamo messi subito al lavoro preparando moltissime canzoni (cover) che abbiamo proposto in un live a giugno. Gruppi a cui ci ispiriamo: Facciamo cover di Simple Plan, Sum 41, Green Day, Blink 182, Bowling For Soup. Link: Pagina Facebook: http://www.facebook.com/pages/Street-Lights/112853198824809 Sito Ufficiale: http://starscollision.jimdo.com/ Annunci: Cerchiamo un bassista che abiti a Mantova e al quale piaccia il punk/rock/pop. Se sei interessato contattaci su Facebook!! Riccardo Bruno 34


SIAMO IN UN’ERA POST-FOTOGRAFICA? Pensate che con l’avvento della macchina fotografica digitale o di tecnologie tipo iphone, ipad e tutte quelle applicazioni per grafica come Photoshop sia diventato più facile scattare una bella immagine rispetto a una volta? Non è detto. E’ certamente vero che oggi tutti possono scattare delle belle foto, o comunque possono modificare l’immagine per renderla migliore. E questo vuol dire essere in un’era post-fotografica: i fotografi di “mestiere”, quelli con macchine fotografiche pesanti 5 chili, rullino e cavalletto, non si vedono quasi più in giro. Ora che con le innovazioni è semplice ed efficace, molta più gente ha intrapreso questo hobby; chiunque lo può fare! Siamo passati dai rullini ai sensori, dalle kodak pocket del 1985 alle minuscole compatte reflex. E adesso si parla di iphonegrafia; ovvero foto scattate con l’iphone che, con le sue decine di applicazioni, è lo strumento più attuale e veloce per registrare immagini e condividerle con il mondo intero. Ovviamente per fare questo non c’è bisogno di corsi di fotografia; il lavoro più grosso lo fa la nostra 35


tecnologia; e così il nostro scatto si aggiunge ai 3.440 miliardi di scatti mondiali all’anno. Ma dove sono finiti i veri fotografi? Quelli che con solo 3 o 4 foto riuscivano a trasmettere l’emozione e raccontare una storia intera? Per fortuna ci sono ancora. I bravi fotografi, ma quelli bravi davvero, lo sono sia con una pellicola dietro l’obiettivo sia con i sensori di oggi che permettono subito la visuale del risultato dello scatto. Oggi si sta studiando un ulteriore nuovo metodo fotografico: sto parlando della Light Field: per chi non lo sapesse è una tecnologia che consente di registrare ogni punto dell’immagine e decidere in un secondo momento cosa mettere a fuoco; gli studiosi sostengono che questo ci porterà in un’altra era, ma se anche fosse così io penso che una foto di qualità ed arte non sarà nemmeno allora merito della tecnologia, ma ancora e sempre del fotografo, che saprà regalarci emozioni con qualsiasi tipo di strumento. Alice Papotti

Emozione Dannata emozione Dannata passione Dannato istinto e Tu Dannato Te! Te cuore, Te Ghigliottina delle sicurezze Isabella Cassisa

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VALENTINA CORRADINI COLORS

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Alice Papotti Nostalgia dell’estate

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memoria

di

Gocce

There’s something in the water

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Valentina Corradini ATMOSFERE


Isabella Cassisa Giallo e Rosso

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between summer and winter

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Gli occhi di una persona. E non le labbra, i capelli, le mani, i grattacieli o Timbuctu, ma proprio gli occhi. Cosa c’è, Cristo, dentro un paio d’occhi! Più del mare, più del mondo, più di tutto. Potresti essere un pesce ma affogarci, dentro gli occhi, annaspare e non risalire più. Potresti anche navigarci per un’eternità, negli occhi condottiero solitario su una zattera eremita, solo tua – ed eppure mai trovarci un senso. Un senso, dico, perché gli occhi ce l’hanno un senso. Soprattutto se ti chiami Lucas e sei cieco. La passione per la musica c’era sempre stata, era inevitabile per un ascoltatore del mondo eccellente come lui. E non parlo di musica qualsiasi, parlo delle note infinitamente eleganti dei pianoforti – do mi bemolle sol do – e delle loro melodie fiabesche, leggere e profonde – dai Lucas, prosegui, re fa sol# si re – fantasticherie sonore dalla delicatezza incondizionata. È la via più raffinata per esprimersi, quella della musica – le dita di Lucas scivolano composte e rapide sui tasti del pianoforte – che non incontra ostacoli tra relativismo e oggettività: la musica è tutto e niente. Il busto tutto si lascia trascinare dalla corrente sonora, oscilla con la delicatezza di un papavero al vento, e la musica eseguita dalle mani sottili sugli 88 tasti è penetrante in modo commovente. Tutto il nero che ha dentro lo urla correndo veloce sui tasti bianchi e neri – è indubbiamente il modo più garbato ed elegante che si possa scegliere per combattere contro il nero e sconfiggerlo, perché la musica porta luce anche dove la realtà non conosce colore. Sai, quello che un cieco ode, un altro non ode. E tutto quello che un cieco sente, tocca, sfiora, percepisce, un altro non può. È meravigliosa l’importanza che per loro assume il contatto – e non l’apparenza. Sviluppano i sensi in modo più compiuto. Si adattano alla vita come topolini che cadono in un barattolo di latte e tu dici ‘Affogheranno’, e invece annaspando imparano a farlo divenire panna. Ci riescono, è questa la forza della vita. Martina Battisti 44


GLI STRANI CASI DELLA VITA Capitolo 1: Due mondi diversi Questa è la storia, o per meglio dire la favola, di Nina e Marco, due ragazzi appartenenti a mondi e famiglie totalmente diversi. Nina era la classica “so tutto io”, colei che ottiene sempre ciò che vuole, la figlia di papà. Il suo hobby era quello deridere la gente, poiché era più fortunata di loro, ci provava gusto e se ne fregava delle conseguenze! Viveva in un mondo di ricconi che non facevano altro che sperperare i soldi alla faccia di chi faceva fatica ad arrivare a fine mese. Marco era un ragazzo scontroso e facilmente irascibile. Figlio di operai, era sicuramente meno fortunato di Nina. Il suo hobby ? Odiare il mondo! Odiava tutto e tutti senza distinzioni, compresi i genitori che erano disperati per quel povero figliolo. In che mondo viveva? In un mondo fatto di droga, alcool e donne: un poco di buono insomma, così potremmo definirlo. Per questi due ragazzi la vita stava per essere sconvolta. Era 8 agosto quando Marco andò ad un festino organizzato dal suo migliore amico Joshua. Non appena entrato, il suo sguardo si posò su una ragazza con un abito rosso che ballava vicino al camino, quando Joshua gli disse “Non farti strane illusioni: lei non è alla tua portata; è una viziata figlia di papà” Marco annuì e si lasciò trascinare dal ritmo frenetico della festa… Dopo poche ore era già completamente ubriaco; e, inconscio di ciò che faceva, si diresse verso la ragazza, la tirò a sè e le diede un bacio. Si staccò da lei dopo pochi secondi e riprese a ballare a ritmo della canzone “ Never be alone be alone…” (continua) Giorgia Ghirardini 45


Recensione

Come molti ormai sanno, quest'estate le vicende di Harry Potter sono giunte al termine. Il tredici luglio scorso, il maghetto inglese ha infatti salutato per l'ultima volta la scena cinematografica mondiale. Tra i sospiri di sollievo di alcuni e le lacrime dei più affezionati, il mondo ha seguito nelle sale cinematografiche l'ottavo film, consapevole che era anche l'ultimo. Non si può dire che la pensi allo stesso modo l' ideatrice della serie, l’ormai facoltosa J.K.Rowling. Questa, in effetti, dà proprio l'impressione di non essere intenzionata ad allontanarsi né da Harry né dai suoi fans. Dopo i numerosi libri e otto film, la scrittrice ha infatti deciso di ampliare la fama di

Harry attraverso la rete. in che modo? Creando Pottermore. Pottermore è un sito interattivo, nato dalla collaborazione della Rowling con la Sony. La stessa ideatrice lo definisce come un’esperienza fuori dal comune, attraverso la quale si potranno rivivere e riscoprire le vicende di Harry Potter in modo completamente diverso. 46


Il sito è stato pensato per un pubblico eterogeneo, che spazia dai i fans più anziani ai giovani meno esperti, legati sempre di più alla vita nella rete. Dopo una breve iscrizione, l'utente potrà leggere della storia di Potter, passando di capitolo in capitolo e di libro in libro, attraverso scenari suggestivi e molto realistici, che rispecchiano in tutto e per tutto la fantasia della Rowling. La cosa che rende diversa la lettura, oltre all'interfaccia, è la numerosa quantità di approfondimenti e curiosità inedite che affollano la schermata. Personaggi, oggetti e luoghi sono descritti in modo molto minuzioso e ricercato, con immagini e focus inseriti per soddisfare anche il più esigente dei fans. Oltre a tutto ciò, Pottermore è anche blog e sito di intrattenimento. In diverse zone del sito sono presenti attività e giochi, soprattutto destinati ad un

pubblico più piccolo, ma non per questo considerati meno importanti. Un esempio concreto è quello della “cerimonia dello smistamento”, dove, dopo un breve test, l'utente viene assegnato ad una delle quattro famose casate di Hogwarts. Nonostante esista da diversi mesi, Pottermore non è ancora aperto a tutti. La data di apertura ufficiale doveva essere quella del 31 ottobre, ma cause di forza maggiore hanno costretto a continui rinvii. Vi si può accedere per ora solamente se si è uno dei fortunati vincitori del concorso della “Piuma magica”, durato una settimana e indetto dalla Rowling a partire dal 31 luglio scorso. Emanuele Gandini 47


Recensione

L’album Mylo Xyloto dei Coldplay Il tardo 2011(24 ottobre) é segnato dall'uscita del nuovo LP dei Colplay che pubblicano il loro quinto lavoro in studio. L'ultima fatica della affermata band inglese, operante dall’ormai lontano 1997, risulta staccarsi dai precedenti album e intraprendere una nuova strada che vede suoni spaziali e interstellari in cui il canto del sintetizzatore prevale sulla voce dolce e melanconica di Chris Martin.

La chitarra accompagna come una goccia dolce e leggera in mezzo all'oceano con suoni staccati e pieni di effetti di ritardo. Negli intermezzi tra la voce di Chris e la successiva strofa si sentono piccoli accenni allo stile dei primi album, che vengono però schiacciati da questa atmosfera spaziale creata dalle tastiere, che nella maggior parte delle canzoni risultano essere le vere padrone della situazione. Il singolo Paradise é quello che più di tutti simboleggia il cambiamento di stile: vi si continuano a riprendere le tematiche tristi e melanconiche, divenute marchio di fabbrica della band inglese, ma la chitarra scompare quasi completamente a differenza dei precedenti LP (Parachutes, X&Y). 48


L'album presenta un genere che permette l'ascolto da parte di qualsiasi

pubblico. L'unico concerto italiano a Torino del Tour mondiale Mylo Xyloto, ha segnato il sold out venti minuti dopo l'orario di apertura dei punti vendita. Tuttavia sembra che la band stia creando un marchio di fabbrica gradito ad un pubblico di fascia media e alla propria etichetta (EMI) ma non a tutti i più vecchi fan la cui maggior parte non pare apprezzare il cambiamento di rotta. Insomma, la parabola appare quella da gruppo Alternative con influenze rock a gruppo Pop conosciuto da un pubblico “commerciale”. La linea seguita sembra rispecchiare la maggior parte della nuova onda che si sta creando in Inghilterra: i gruppi rock perdono il loro mordente e si trasformano in gruppi commerciali (per citare altri esempi: Muse, Beady Eye, Artic Monkeys). É questo il destino di Chris Martin e compagni? Simone Campagnola 49


Recensione

Ogni mattina a Jenin Ecco uno dei libri che ti cambiano la vita. Non per nulla l’hanno definito il “Cacciatore degli aquiloni” palestinese. “Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhawa è il ritratto fedelissimo di cosa succede ogni giorno nei campi profughi palestinesi, e delle atrocità commesse dall’esercito israeliano, cose che noi, ovviamente, sentiamo e vediamo molto raramente nei telegiornali. Il tutto ha inizio durante la guerra araboisraeliana del 1948, durante la quale, gli ebrei occuparono gran parte della Palestina, privando il popolo arabo delle proprie case, delle proprie terre ma soprattutto della propria dignità, assediandolo e commettendo un vero e proprio genocidio razziale, a opera di persone che, affatto provate dall’esperienza appena vissuta, commisero lo stesso crimine, senza se e senza ma. Il romanzo si sviluppa attorno alla famiglia Abulheja, residente a Ain Hud, un villaggio della Palestina, dove il patriarca Yehya e la moglie Bassima hanno due figli forti e valorosi, che si innamorano della stessa donna, Dalia, la “pecora nera” del villaggio, la quale successivamente si sposa con il fratello maggiore, Hassan e avrà 50


due figli: Yussef e Ismail; quest’ultimo viene rapito a tradimento dal capo della squadra di militari ebrei che depreda e distrugge il colorato villaggio. La famiglia è costretta a vivere in un villaggio profughi, lontana dalla propria casa e dalla propria terra. Dopo varie vicissitudini, il capostipite muore, e Dalia dà alla luce la piccola Amal, la voce narrante degli avvenimenti. Non proseguo oltre, perché vorrebbe dire far svanire la magia di un libro così bello. Leggendolo si provano emozioni irrefrenabili: non si può fare a meno di infuriarsi davanti alle barbarie (come quando l’amica d’infanzia di Amal, incinta, viene trovata morta col ventre squarciato) che accadono ancora ai giorni nostri, non si può fare a meno di piangere lacrime amare davanti ai crudi scenari che la scrittrice, senza peli sulla lingua, ci descrive nelle pagine di questo libro, avendo vissuto lei stessa queste esperienze sulla propria pelle. Non è come un libro fantasy o basato su storie immaginarie: sono fatti veri, che questa povera gente è costretta a subire, mentre noi passiamo il tempo a lamentarci perché i nostri genitori non accontentano il nostro ennesimo capriccio, perché non possiamo andare in vacanza alle Maldive o perché abbiamo preso un chilo di troppo dopo le abbuffate natalizie. Come ho detto all’inizio, è uno dei libri che ti cambiano la vita, che ti aprono gli occhi, e ti fanno pensare a come potresti renderti utile per fermare questo massacro. Leggetelo, perché ne vale davvero la pena. Sara Abdelkamel 51


Recensione

Il rivale di World of Warcraft arriva da una galassia lontana lontana...

Sono passati ormai sei anni dal lancio del famoso StarWars King of the Old Republic 2 che apriva la strada alla saga dell'omonimo film verso i migliori giochi multiplayer rolegame in rete. Ora dopo lo spegnimento dei server, quindi alla chiusura del gioco da parte dei produttori, i giocatori si aspettano che StarWars the Old Republic, il nuovo MMORPG (Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) rilasciato dalla BioWare lo scorso 20 Dicembre 2011, sia una grande alternativa e che non deluda le aspettative di tutti. StarWars the Old Republic, ambientato 300 anni dopo King of the Old Republic, incentra la sua storyline sulla guerra tra l'Impero, capeggiato da Darth Malgus signore dei Sith, e la Repubblica che, con l'aiuto dei Jedi, cerca di non cadere sotto i colpi dell'Impero. Ma ora parliamo pi첫 nel dettaglio del gioco. 52


In StarWars the Old Republic Impero e Repubblica possiedono le proprie 4 classi di gioco principali. Per l'Impero si può scegliere tra Sith Inquisitor, Sith Warrior, Bounty Hunter e Imperial Agente. Per la Repubblica la scelta è tra Jedi Consular, Jedi Kinght, Smuggler e Trooper. Durante il gioco non ci saranno solo queste classi da poter giocare ma dal livello 10 ogni classe avrà altri 2 rami su cui specializzarsi, così da poter rendere l'esperienza di gioco ancora più unica da classe a classe. Oltre alla scelta della specializzazione, per ogni azione che compiremo durante il gioco ci verranno assegnati dei punti Light o dei punti Dark che determineranno il nostro allineamento durante la storia. I punti Dark, a differenza dei punti Light, porteranno ad un cambiamento radicale dell'aspetto fisico del nostro personaggio: cambierà il colore degli occhi, verranno messe in mostra le vene e si accentueranno le cicatrici sul nostro volto, si scurirà il contorno degli occhi e così via. Inoltre, seguendo la storia di ogni personaggio che giocheremo, si potranno ottenere anche dei compagni che ci aiuteranno durante i combattimenti oppure saranno ottimi aiutanti con le nostre professioni di creazioni oggetti o equipaggiamento. Dal livello 15 circa in poi si potrà avere anche una personale navicella spaziale con cui si potranno affrontare delle epiche battaglie spaziali o viaggiare all'interno della galassia conosciuta. Se tutto ciò non soddisfa le vostre esigenze, potrete sfogarvi all'interno delle BattleZone dove troverete player della fazione opposta alla vostra con cui combattere a colpi di spade laser o scontri a fuoco con le vostre pistole o fucili laser. 53


Chi invece vuole sfidare altri player in piccoli gruppi può farlo all'interno dei WarGame, giochi a squadre che aguzzano l'ingegno e l'astuzia per poter vincere. Per tutti quelli che desiderano affrontare mostri, droidi o nemici di livello e abilità superiore a quelli affrontati fino a quel momento, vi sono le Operation e i FlashPoint zone in cui, con un gruppo di 4 ,8 ,16 o 24 giocatori, si possono battere boss che lasceranno come premio nuovi pezzi per il nostro equipaggiamento. Al momento dopo circa 2 settimane dell'uscita, StarWars the Old Republic sembra superare le aspettative di tutti; anche se con molti problemi grafici e di sistema da sistemare con qualche patch, sembra che World Of Warcraft abbia finalmente trovato un degno avversario nella categoria degli MMORPG nel periodo pre-rilascio (disponibile solo a chi aveva prenotato il gioco nei mesi precedenti) e in quello della release ufficiale del 20 dicembre abbia avuto un calo di popolazione nei server; che questo sia un segno che World of Warcraft stia pian piano decadendo dopo 7 anni di dominio sui MMORPG? Noi ci auguriamo di no, visto la storia che ha dietro di sé questo gioco, ma StarWars the Old Republic sembra non lasciargli scampo. Sta ora a voi scegliere.... Impero?..... Repubblica?.... Lato Dark?... Lato Light? Ma qualunque sia la vostra scelta...Che la Forza possa essere con tutti Voi !!! Branchini Nicolas Carnevali Luca Gilberti Matteo 54


Cucina e salute

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Tra Pentole e Fornelli (Christmas Edition) Hai in casa qualche uovo, un pugno di farina, mezza tazza di zucchero e non sai cosa fare? Seguimi attraverso il fantastico mondo della cucina! La Classica: Biscotti al Pan di Zenzero I biscotti sono dolci molto semplici da realizzare, perciò spesso sono sottovalutati. Grazie però al tocco inconfondibile della cannella e all’insolito aroma fresco e frizzante dello zenzero, farete un figurone! Ingredienti 300 g di farina bianca, 150 g di zucchero di canna macinato, 100\150 g di radice di zenzero fresca, 125 g di burro a temperatura ambiente, 1 uovo, 1 cucchiaino di lievito in polvere, 2 o 3 cucchiaini di cannella. Procedimento Pelate e grattugiate la radice di zenzero, ponetela in una ciotola con il burro, lo zucchero, la cannella, il lievito e l’uovo e mescolate bene il tutto fino a ottenere uno composto più o meno omogeneo. Aggiunte la farina e impastate fino a formare una palla compatta di pasta, da lasciar riposare in frigo per 20 minuti circa. Passato questo tempo, accendete il forno (ventilato, se possibile) a 160 gradi, prendete la pasta dal frigo, stendetela in una sfoglia non troppo sottile e, con l’aiuto di un piccolo bicchiere o di qualche formina, fatene dei biscotti. Infornateli per 10 minuti o comunque fino a quando saranno croccanti e dorati ai bordi. Una volta cotti, se volete, serviteli con una generosa spolverata di zucchero a velo. Lo sapevi? Lo zenzero (Zingiber Officinale) è un arbusto originario dell’estremo oriente la

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cui radice, dal caratteristico sapore simile al cedro ma con una nota piccante, gode di proprietà antiinfiammatorie e decongestionanti. L’Inedita: Budino di Pandoro Avete aperto da qualche giorno il pandoro e ora ne sono rimaste alcune fette, ahimè ormai secche, che proprio non vi va di mangiare? Beh, visto che siamo in tempo di crisi e che non si può buttare via nulla, riciclatele in un budino! Ingredienti 800 ml di latte, 300 g di Pandoro, 120 g di zucchero, 4 uova, 1 limone, 2 bicchierini di rum, mezzo baccello di vaniglia, burro e farina q.b. Procedimento Spezzettate grossolanamente il Pandoro, bagnatelo con il rum e ponetelo al fresco. Fate bollire intanto il latte con la scorza di limone e il mezzo baccello di vaniglia tagliato per la lunga, lasciatelo raffreddare e filtratelo. Rompete le uova e separate gli albumi dai tuorli: i primi metteteli da parte, i secondi sbatteteli con lo zucchero fino ad avere un composto chiaro. Aggiungeteci il latte “aromatizzato”, il pandoro e mescolate bene. Riprendete gli albumi, montateli a neve ben ferma e aggiungeteli al composto. Imburrate e infarinate bene uno stampo da budino o da ciambella e versateci il composto precedentemente preparato, ponetelo in una casseruola piena d’acqua e cuocete il tutto in forno ventilato a 180 gradi per 60\90 minuti, o fino a quando, infilando nel centro uno stuzzicadenti, vedrete che il budino non risulta più liquido. Lasciate raffreddare, capovolgete lo stampo su un piatto da portata, guarnite con cioccolato o panna montata e servite. Lo sapevi? Il Pandoro, dolce tipico veronese, ha alle sue spalle svariate leggende riguardo la sua creazione. Esiste però una data ufficiale della sua nascita: il 14 ottobre 1884, giorno in cui Domenico Melegatti (fondatore dell’omonima industria) depositò all’ufficio brevetti la ricetta di un dolce morbido dalla 57


caratteristica forma ad otto punte, ideata nientemeno che dal pittore impressionista Angelo dall’Oca Bianca. La Rapidissima: Mousse di Arancia e Cioccolato Con qualche arancia, un po’ di panna fresca e poco altro farete questo dolce rapido,fresco e delicato e salverete il vostro pranzo o la vostra cena da un’ingloriosa fine senza dessert. Ingredienti 2 tuorli, 100 g di zucchero, 5 arance (circa 350 ml di succo) più la scorza grattugiata di 1 arancia, 4 fogli di gelatina, 200 ml panna fresca, cioccolato fondente in scaglie. Procedimento Mettete i fogli di gelatina in acqua fredda affinché si ammorbidiscano. Lavate bene le arance, prendetene una e grattugiate la scorza, poi spremetele tutte e 5. Mettete il succo delle arance in un pentolino, scaldate (non troppo), spegnete il fuoco e sciogliete nel liquido la colla di pesce precedentemente strizzata. Sbattete in una terrina i tuorli, lo zucchero e la scorza d’arancia grattugiata e aggiungete il succo precedentemente preparato. Montate la panna e aggiungetela al composto. Mettete la mousse in frigo fino a quando non si sarà rassodata per bene e servitela spolverizzandola con scaglie di cioccolato. N.B!: se volete fare qualcosa di elegante potete tenere le bucce delle mezze arance e riempirle con la mousse, mettere il tutto in frigo e servire con abbondante cioccolato e qualche ciuffetto di panna montata. Lo Sapevi? Molto spesso i marinai, non potendo assumere frutta e verdura fresche durante i loro lunghi viaggi, venivano perseguitati da una terribile malattia, lo scorbuto, che causava febbre, dolori ad arti e ossa e emorragie nel cavo orale. Solo nel 1747 il medico inglese James Lind scoprì che la causa di tutto era una forte carenza di vitamina C, contenuta nelle arance, nei limoni, nei pompelmi e in alcune verdure. Nicolò Gavioli 58


Lo sapevi che? Consigli per vivere sano e meglio Benefici del cioccolato:  Il cioccolato è un’ottima fonte di energia.  Possiede proprietà antidepressive e può provocare euforia e attenuazioni del dolore.  Abbassa il livello di colesterolo  Vi si trovano antiossidanti che svolgono una funzione protettiva nei confronti del cancro, dell'invecchiamento, dell'Alzheimer, dell'artrite, dell'asma e dei processi infiammatori. Ma non mangiarne dei chili! Come per tutte le cose non bisogna eccedere nel consumo!

Benefici del miele:  Il miele è un'ottima fonte naturale di energia.  Ha la capacità di irrobustire il sistema immunitario dell'organismo.  Svolge un’ azione antisettica. Inoltre una sua caratteristica è quella di placare i postumi di una sbronza poiché i suoi zuccheri aiutano l’ossidazione dell’alcool nel fegato. 59


Benefici della Frutta: La Pera La pera è un frutto molto diffuso in tutto il mondo, ne esistono numerose varietà e tutte hanno numerose qualità benefiche. La pera aiuta il metabolismo, combatte il colesterolo cattivo, rallenta l’invecchiamento e riesce ad evitare l’insorgenza di gravi tumori all’intestino.

La Pesca La pesca è un frutto originario della Cina, ma ormai è molto diffusa anche nel bacino del Mediterraneo, e ne esistono molte varietà. Una pesca fornisce circa il 15% del fabbisogno giornaliero della vitamina C, aiuto indispensabile per le nostre difese immunitarie.

La FRUTTA in genere non deve mai mancare nella nostra alimentazione. Contiene un’alta percentuale d’acqua, moltissimi sali minerali, zuccheri semplici, utili fibre e preziose vitamine. La frutta andrebbe consumata due o tre volte al giorno e, possibilmente, lontano da pranzo e cena.

Debora Leto e Debora Toso 60


Il crudismo? Meglio lasciarlo agli animali

Eccoci qua! Passate le vacanze di Natale in cui abbiamo mangiato come porcelli all’ingrasso, ora siamo pieni, non solo di cibo, ma di buoni propositi … di nuove aspettative … e pretendiamo di vivere una vita nuova! (Da leggere con finto entusiasmo). Sicuramente tra i buoni propositi ci sarà “Mi metterò a dieta‼ Da lunedì prossimo però! Ora finisco di godermi la mangiata di Natale, di Capodanno e della Befana e di .. ecc ecc”. N.B.: Di solito la voce è ricca di auto-convincimento. E’ un classico! Ma se proprio siete convinti di volervi mettere sotto le grinfie di un crudele dietologo oppure di fare da voi una disperata dieta, c’è una novità! 61


Il crudismo: una forma di alimentazione la quale impiega solo ed esclusivamente cibi non cotti. E’ ritenuta salutare in quanto, non cuocendo gli alimenti, essi non perdono le loro proprietà alimentari. Non vi sono vere e proprie dimostrazioni, ma si sostiene che l’assunzione in modo costante di cibo cotto provoca delle scorie nel nostro organismo, di modo che quest’ultimo non è più in grado di funzionare correttamente. L’età media dei crudisti quindi dovrebbe essere più alta rispetto a quella del resto della popolazione, ma non è così. Infatti quella crudista è una dieta incompleta in quanto composta per il 70-80% di frutta, dal 10 al 20% di verdure e per il 5% da noci e semi. Non proprio il massimo direi! Non credete sia meglio evitare? Una dieta squilibrata, qualsiasi essa sia, non è salutare, per stare in forma è fondamentale l’esercizio fisico, oltre a moderare dosi e quantità di quel che si mangia. Questo fa la differenza! Inoltre una persona a dieta è anche posta sotto lo stress dell’attenzione per le cose che deve o non deve mangiare e non c’è proprio bisogno di stress in più dato il mondo di oggi. Una dieta contro la natura dell’uomo è un impegno a mio avviso inutile che richiede molte energie che poi possono portare a gravi problemi, compresa l’anoressia. Una delle cose belle della vita è mangiare, ovviamente in modo corretto, e non ci sono scuse per privarsi di questo benessere. Benessere per il palato, per la lingua, per il nostro stomaco e per il nostro buon’umore che ci rende più solari, socievoli e capaci di affrontare le difficili situazioni della vita. Viva dunque la buona cucina, il buon mangiare e soprattutto … i piatti deliziosi delle nonne di tutt’Italia! Perché solo gli italiani sanno come si mangia veramente! Isabella Cassisa 62


CuriositĂ Enigmistica Divertimento

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Folle l’uomo, folli i regali! Caro Babbo Natale.. Quest’anno sono stata tanto buona e gentile, quindi mi piacerebbe ricevere come regalo di Natale ….un intervento chirurgico per trasformare i miei occhi marroni in splendidi occhi azzurri‼ Io naturalmente sto scherzando, ma l’intervento è veramente possibile! Infatti l’ultima trovata americana è proprio quella di cambiar colore all’occhio intervenendo sull’iride con un laser, il quale riesce a schiarire il pigmento dell’ iride scuro e farlo diventare azzurro. Questo è quanto afferma il dottor Gregg Homer, ex avvocato dell’entertainment a Hollywood, che ora si è dedicato alla chirurgia estetica, a quanto pare. Molti medici (“reali” per intenderci) sono scettici a riguardo della nuova scoperta e sottolineano il pericolo di danni al bulbo oculare come il peggioramento della vista. Il dottore innovatore ha per ora intrapreso le sue ricerche in Messico, dove le regole per i test medici sono meno rigide che negli Stati Uniti (che caso!) e per portare avanti le sua ricerca chiede la modica cifra di 750 mila dollari, circa 600 mila euro.

Adorati animali Per i ricconi amanti degli animali o per chi si vuole indebitare fino alle orecchie per il suo cucciolo (sperando poi nella fine del mondo) questo Natale si poteva pensare alla comodissima e lussuosissima cuccia B. Pet, in ottone, oro e seta, imbottita di piuma vergine. Made in Italy e realizzata in

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soli 99 esemplari, si distingueva per la qualità dei materiali e per il “modico” prezzo (4.358 €).

Per gli innamorati e gli amanti del design Qualcuno per caso voleva stupire moglie/marito, moroso/a, fidanzato/a che amano il design e magari amano anche voi? C’era eccome il regalo perfetto, questa scultura di Gaetano Pesce per Le Fablier. C’era solo bisogno di TANTO amore e uno stipendio MOLTO sostanzioso! Costo: 15.945€‼ Bah! Il caro e vecchio Natale è sempre stato un momento atteso durante l’anno, più per i bambini che per gli adulti che si affannano per i regali per l’uno o per l’altro parente, amico ecc. Il Natale, per credenti o non credenti, è comunque un momento speciale in cui la famiglia si riunisce e dove con o senza regali si respira un po’ di tradizione e amore in più. Se proprio non “basta il pensiero”, è certo che senza di esso nessun regalo, nemmeno il più originale e costoso, ha avuto un qualche significato. Isabella Cassisa

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Avril Lavigne mostra i lividi Graffi sul viso, tagli sopra l’occhi, lividi. Ecco Avril Lavigne il giorno dopo la rissa che l'ha vista coinvolta insieme al fidanzato Brody Jenner. La cantante avrebbe finito per cinque persone e Brody, per avuto una bottigliata in testa ed in ospedale. Avril si è procurata e diverse botte.

scontrarsi con difenderla, ha è stato portato un occhio nero

Avril e Brody, star dei reality tv, stavano passando il sabato sera all'Hollywood Roosvelt Hotel quando la cantante è stata attaccata da un'altra donna e poi da altre persone. Jenner ha preso subito le difese di Avril, ma è stato colpito da una bottiglia in testa. Tanto che, nonostante le sue resistenze, ha dovuto andare all'ospedale per medicare le ferite. Anche la Lavigne ha rimediato un occhio nero, il naso sanguinante, diversi tagli e lividi, ma poteva andarle anche peggio. Subito ha voluto precisare di non essere stata lei a iniziare la colluttazione. Sul social network da lei in uso (Twitter) ha scritto: “Io non faccio a botte... Sono stata attaccata improvvisamente da cinque persone... La violenza non è mai una risposta”. Anche Jenner ha confermato di essere stato coinvolto nella rissa e dice: “Sono appena uscito dall'ospedale con una cicatrice sulla faccia”. Sul web sono centinaia i messaggi di supporto e di vicinanza dei fan. Lorenzo Perego

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Una manicure d'emergenza. "Sembra proprio che molti americani abbiano la tendenza a chiamare il 911 per motivi che non sono esattamente delle urgenze. Spesso con conseguenze penali per abuso dei servizi di emergenza. L’ultima di una lunga lista di chiamate “fuori luogo”è di una certa Cynthia Colson della Florida, che ha chiamato il 911 da un salone di bellezza, per lamentarsi del fatto che il prezzo che volevano farle pagare era troppo alto e soprattutto le unghie erano troppo corte. Dato che l’operatore ha fatto notare che quella non era un’emergenza, ha anche aggiunto che la titolare del salone la aveva minacciata con delle forbicine da unghie. A questo punto, l’operatore ha dovuto mandare un agente. La donna dopo qualche minuto ha chiamato di nuovo il 911, per chiedere quando l’agente sarebbe arrivato. Ha poi richiamato per lamentarsi del fatto che secondo lei il poliziotto che era arrivato non stava prendendo il suo problema sul serio. La donna ha infine chiamato un’altra volta, ma prima che potesse spiegare il suo problema è stata fatta arrestare per abuso dei servizi di emergenza. La Colson si è difesa sostenendo che le chiamate le erano partite per sbaglio e che la responsabilità era anche del salone che aveva la colpa di averle fatto le unghie troppo lunghe (sì, ricordate bene: aveva chiamato per denunciare 67


che le erano state tagliate troppo corte), rendendole difficile l’uso della tastiera del telefono. Spesso la gente si arrabbia per un servizio insoddisfacente, non c'è nulla di male; ma arrivare a chiamare il 911 per delle unghie fatte (non si sa bene) o troppo lunghe o troppo corte è davvero una cosa dell'altro mondo, che nessuno si metterebbe in testa di fare. Tranne la nostra Cynthia Colson, che sicuramente in cella avrà avuto tutto il tempo per limarsi le unghie come più preferiva. Fonti: Styleite

Ciao, sono quello che ti ha derubato. "Ladro lascia la sua foto sul profilo facebook della vittima". Rodney Knight Jr. si è dichiarato colpevole per il furto commesso a casa della famiglia Fisher, avvenuto qualche mese fa. Non che avesse veramente molte altre alternative, dato che aveva lasciato dietro di sé tracce a dir poco inequivocabili. Knight si era introdotto in casa forzando la porta sul retro, in pieno giorno, mentre tutti erano al lavoro o a scuola. Il ladro si era impossessato dei contanti e delle apparecchiature tecnologiche (computer, iPod), appartenenti per la maggior parte al figlio dei Fisher. Knight però evidentemente non pensava di dover mantenere un basso profilo, ma anzi ha deciso che doveva vantarsi del furto, e dopo qualche giorno ha pensato bene di aprire il portatile rubato, scattarsi una foto con la webcam mentre indossava un giaccone dei Fisher e teneva in mano i contanti di cui si era impossessato, e postare la foto sul profilo Facebook del figlio dei Fisher, usando il pc rubato per entrare nel suo account. Come appare scontato (a tutti escluso Knight…), la polizia lo ha facilmente rintracciato ed arrestato. Un agente lo ha definito “il criminale più stupido che abbia mai visto”. 68


Ecco, un altro episodio in cui il ladro ruba, ma è troppo stupido per non farsi prendere.L'unica cosa che è riuscito a ricevere è un bel soggiorno dietro le sbarre, dopo un'indagine relativamente breve e ultrafacile da parte della polizia. Avrebbe potuto benissimo non sbandierare al mondo di essere l'autore del furto e godersi la refurtiva almeno per un po', ma probabilmente non gradiva l'iPod, la musica che conteneva non era del suo genere preferito e ha preferito farsi prendere. Certo se facessero tutti così, il mondo sarebbe più tranquillo. Fonti: Notizie dal mondo.

Sorriso vampiresco "Uno studio dentistico di Tokyo nel distretto di Ginza è diventato molto popolare in città da quando ha iniziato a pubblicizzare una nuova procedura cosmetica che permette di far risaltare e rendere storti i canini per simulare una disposizione dentale chiamata “yaeba”. I denti storti sono visti come imperfezione in molti paesi occidentali, in particolare in America. In Giappone invece i denti storti sono un canone di bellezza, addirittura adorabili. Yaeba in giapponese significa 'dente doppio', ma non è una strana deformazione dentale, piuttosto è l’aspetto vampiresco in una persona che ha i canini molto più sporgenti rispetto al resto della dentatura. Secondo alcune leggende e credenze, l’aspetto Yaeba conferisce alle ragazze un fascino maggiore rendendole molto più attraenti. Moltissime star giapponesi hanno i denti a Yaeba ma, invece che nascondere il proprio sorriso, mostrano alle telecamere la propria dentatura, accrescendo se possibile la propria popolarità. 69


Fino a poco tempo fa avere i canini sporgenti erano privilegio di pochi, dato che solo coloro che erano nati con i canini sporgenti potevano dichiararsi veri Yaeba. Da quando il salone dentistico ha aperto il nuovo servizio per rendere storti i denti di chiunque, però, gli affari sono esplosi e in men che non si dica le ragazzine si sono ritrovate a fare la coda per poter avere un sorriso imperfetto. La tecnica è stata inventata dal dottor Yoko Kashiyama; tramite l’incollatura di denti artificiali sui canini delle pazienti, essa permette di ricreare il caratteristico effetto 'denti storti'. La procedura è diventata famosa a tal punto che molte televisioni giapponesi se ne sono interessate dedicando al fenomeno servizi interi e inviando addirittura i propri giornalisti a sottoporsi all’operazione per commentarne il risultato." E pensare che c'è chi si lamenta dei suoi canini un po' troppo sporgenti. Questi pagano pure per averli. C'era da aspettarselo: la cultura orientale è molto particolare, a volte tanto particolare da sembrare assurda a noi occidentali. A cura di Emanuele Aliano

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Curiose somiglianze

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A cura di Riccardo Bruno 72


Rebus M

AM

TO

(5, 9)

NTOS

O

(8, 12)

ES

D

SCO

(8, 3, 5)

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N

NI

SI

(8, 2, 7, 7)

MA (9, 5, 7)

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SOLUZIONI DEI REBUS

M orto AM mazza TO = MORTO AMMAZZATO viole NTOS campanelli O = VIOLENTO SCAMPANELLIO ES attori D elfi SCO = ESATTORI DEL FISCO caccia rei N terre NI bosco SI = CACCIARE IN TERRENI BOSCOSI succhi are latte MA terno = SUCCHIARE LATTE MATERNO

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Arrivederci

a Febbraio! 76


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