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Ripensare il sistema energetico, il Sud può fare da traino

A COLLOQUIO CON GIUSEPPE CAFARO “Ripensare il sistema energetico, il Sud può fare da traino”

A lungo docente universitario a Bari, l’ingegnere e progettista Giuseppe Cafaro, spiega come per il nostro Paese è giunto il momento di puntare sulla produzione ed il consumo sul posto

“Fra le molte conseguenze di questo drammatico avvio del 2022 ce n’è una che riguarda direttamente la struttura del sistema energetico europeo e quindi italiano. Voglio dire che di fronte all’ennesima, ed in questo caso brutale, evidenza di come sia insostenibile un forte rapporto di dipendenza dalle forniture esterne, torna più che mai d’attualità la necessità di rendere il più possibile autonome sotto il profilo della produzione e dei consumi energetici le singole comunità e collettività presenti sul territorio. Un’esigenza che naturalmente passa anche dall’espandersi delle comunità energetiche e dal ricorso allo storage che ne potenzia le capacità”. L’ingegner Giuseppe Cafaro è, come dire, persona ampiamente informata sui fatti, considerata la sua lunga carriera universitaria e l’attività di progettista d’impianti tuttora svolta. “Dunque - prosegue - non può più esserci una divergenza di opinioni sul fatto che il Paese debba andare verso una generazione energetica che sia il più possibile distribuita, basata sulle rinnovabili e consumata a chilometro zero, quest’ultimo un fattore importante per massimizzare l’efficacia dell’utilizzo. Non scordiamoci, infatti, che consumare l’energia a distanza comporta il dover costruire tutta una serie di infrastrutture per trasportarla e questo, di contro, ci porta a parlare dei benefici arrecati dall’accumulo”. Nel ragionamento di Cafaro è basilare il “posizionamento” dello storage energetico: “Occorre tenere presente che il consumo energetico non è lineare nel tempo ma presenta dei picchi nel corso della giornata durante i quali la rete è particolarmente sollecitata. Il discorso non cambia nell’ambito della comunità energetica visto che i bisogni temporali dei singoli appartenenti sono spesso simili. Ma grazie all’accumulo energetico le cose cambiano, sia perché aumenta l’energia autoprodotta, sia perché la richiesta alla rete esterna diminuisce anche in virtù della migliore distribuzione temporale dei consumi”. Ci sono, però, degli ostacoli che attualmente complicano il ricorso allo storage, primo fra tutti la disponibilità delle batterie. “Al momento - spiega Cafaro - non ce n’è un numero adeguato sul mercato, sia per quantità complessiva sia per tipologia d’impiego. Inoltre ci sono ancora dei problemi relativi al loro smaltimento, ma si tratta di ostacoli destinati ad essere superati senza troppi problemi, come sempre succede man mano che una tecnologia si sviluppa e si afferma”.

Infine c’è la “questione meridionale”, definizione questa volta da intendersi in senso positivo: “Le fonti rinnovabili rappresentano un’opportunità enorme per il Sud dell’Italia, per capirlo basta ricordarci di come lo sviluppo del Settentrione sia stato propiziato anche dalla disponibilità energetica assicurata dalle centrali idroelettriche. Adesso eolico e fotovoltaico creano le premesse per poter assistere a qualcosa di simile nel Meridione. Non stiamo parlando di improbabili scenari futuri. Basti pensare che già oggi mentre la Lombardia ha un saldo energetico negativo una regione come la Puglia produce il doppio dell’energia che consuma”. ■

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