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PER ADELAIDE CIONI PRIMA PERSONALE A LONDRA

Prima mostra personale nel Regno Unito per l’artista italiana Adelaide Cioni, alla ribalta a Londra con il progetto “Ab ovo / Notes on Patterns”.

La mostra – in calendario dal 9 marzo al 25 aprile a Mimosa House con ingresso libero - costituisce una summa dell’indagine che l’artista conduce da diversi anni sui motivi decorativi ed è il suo progetto più ambizioso a oggi.

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“Il motivo decorativo – spiega Adelaide Cioni, nata a Bologna nel 1976 e al lavoro fra l’Umbria e Londra - è la visualizzazione di un ritmo nello spazio. Assume forme e colori diversi in base alle diverse vibrazioni di chi lo crea. Ed è ripetitivo e costante, perché così è la base della vita: il cuore, i nostri organi interni sono ripetitivi e costanti. Sono la linea di basso del nostro esistere. Ci si può suonare sopra, li si può persino nascondere, ma sono sempre lì. Fare o disegnare un motivo decorativo è come intonare un canto. Proiettare all’esterno il proprio ritmo, la propria vibrazione. Per vedersi sdoppiare, per avere la conferma di essere reali”.

La mostra è stata organizzata grazie al sostegno di Italian Council, Direzione Generale per la Creatività Contemporanea, Ministero Italiano della Cultura.

Tema centrale di Ab ovo (letteralmente “dall’uovo, dall’inizio”) è la ricorrenza di certi motivi decorativi astratti – strisce, triangoli, griglie, cerchi, foglie e stelle stilizzate – sia in manufatti artistici che in natura. Questi motivi compaiono in epoche e aree geografiche diversissime, e spaziano dall’immaginario visivo non-occidentale ai sistemi iconografici odierni, a testimonianza di una connessione non lineare fra esseri umani, natura e oggetti. Essi alludono a un patrimonio visivo comune eppure non hanno voce né storia.

“Ab ovo” si propone di essere una lente attraverso cui osservare il nostro modo di usare il linguaggio, il nostro rapporto con la natura e gli oggetti, il nostro modo di esperire il tempo, ma anche la differenza, la marginalità e il nostro senso di comunità. Cioni lavora all’incrocio fra pittura, tessuti e performance. Alla base della sua pratica artistica ci sono il disegno, l’approccio femminista e un’assenza di narrazione.

Mimosa House è un centro per l’arte indipendente e no-profit ubicato nel cuore di Londra, al numero 47 di Theobalds Rd.

LaRedazione

Virtuoso della chitarra o fenomeno da Guinness dei Primati? Chiamatelo come volete, ma è chiaro che il chitarrista italiano Davide Lo Surdo ha qualcosa di strabiliante nelle sue dita, non fosse altro perché, come gli ha riconosciuto di recente la rivista Rolling Stone, è in grado di suonare qualcosa come 129 note in un secondo e può quindi essere definito a pieno titolo “il chitarrista più veloce della storia”.

Ma come si arriva ad un traguardo di questo tipo, letteralmente nei parametri del fantascientifico?

Davide Lo Surdo, per raggiungere questa velocità, suona una sequenza di cinque arpeggi basati sulle prime tre corde dello strumento, utilizzando la tecnica dello sweep picking. Una capacità che non può lasciare indifferenti, tanto che nel novembre 2021 Rolling Stone lo ha invitato a suonare al concerto per il quindicesimo anniversario della rivista, a San Paolo, in

Il Sudamerica è decisamente nelle corde (scusate il gioco di parole) di Lo Surdo, tanto che il chitarrista più veloce da quando l’uomo ha inventato la chitarra lo scorso anno ha suonato per la prima volta in Bolivia tenendo concerti in diverse città del Paese come La Paz, Cochabamba e Santa Cruz de la Sierra. Senza dimenticare poi gli straordinari show in India, Messico, Brasile, Stati Uniti, Germania, Svizzera, Regno Unito e Italia.

Memorabili, poi i suoi live al Whisky a go go a Hollywood e al Namm Show di Los Angeles. Ciliegina sulla torta le condivisioni del palcoscenico con nomi del calibro di Jeff Loomis, Steve Vai, Mike Stern, Angel Vivaldi, Joel Hoekstra, Doogie White, Mark Boals, Edu Falaschi, Neil Zaza. Insomma, un artista da lasciare senza parole e un’eccellenza italiana senza precedenti.

Romano, classe 1999, Davide ha incominciato a suonare la chitarra a nove anni. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo album, “Destiny”, seguito l’anno scorso da altri due: “Resilience” e “Full Emersion” LaRedazione

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