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“profondamente di destra”?

Ministro della Cultura la spara grossa

Sapete chi è “il fondatore del pensiero di destra in Italia”? il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, molto vicino alla premier Giorgia Meloni, ha tirato in ballo nientemeno che il povero Dante Alighieri.

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“Il fondatore del pensiero di destra nel nostro Paese è stato Dante Alighieri, per la sua visione dell’umano e delle relazioni interpersonali e anche per la sua costruzione politica profondamente di destra”, ha detto Sangiuliano a metà gennaio quando a Milano ha partecipato ad un evento di Fratelli d’Italia – il partito “post-fascista” suo e della Meloni – in vista delle elezioni regionali lombarde.

Sessant’anni, ex-direttore del telegiornale di Rai 2, a lungo militante del defunto partito Msi di ispirazione neofascista, il ministro ha aggiunto: “la destra ha cultura, deve solo affermarla". E a quanto pare un modo di affermarla sarebbe quella di appropriarsi del Sommo Poeta…

La sparata ha trovato però pochissimi sostenitori. Gli esperti di Dante hanno preso in massa le distanze. “Al suo tempo – ha chiosato ad esempio En- rico Malato, direttore della “Rivista di Studi Danteschi” - la destra e la sinistra italiana non esistevano. Nel Duecento c’erano imperiali e papalini, Dante era una imperiale. Era di destra o di sinistra? Lasciamolo in pace, direi”.

Altrettanto tranciante Giulio Ferroni, per trent’anni professore di letteratura italiana all’università Sapienza di Roma: “Quella del ministro è un’affermazione priva di fondamento, che rivela una mancanza di senso storico e letterario. L’uso politico della cultura è diffuso a destra come a sinistra, ma questa mi pare esagerata”.

Ne è nata anche una grossa polemica politica, con molti esponenti dei partiti d’opposizione che non hanno solo contestato ma anche irriso il ministro della Cultura.

"Il Ministro Sangiuliano – ha dichiarato Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione cultura - lasci stare almeno Dante. Capiamo che è un’ottima fonte di pubblicità e che al ministro piace pronunciare parole in libertà, ma non scomodiamo il padre della lingua italiana per analisi risibili e caricaturali”.

"Se deve andare a scomodare Dante per trovare un riferimento culturale alla destra, il ministro della cultura ha qualche problema con la storia e la Meloni ha qualche problema con la scelta dei ministri”, ha commentato Raffaella Paita, Presidente del Gruppo Azione-Italia Viva in Senato.

Per Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, “il ministro della Cultura fa riferimenti culturali sbagliati, perché dovrebbe sapere che Dante nel 1302 fu costretto all'esilio proprio perché militava nei guelfi Bianchi e voleva uno stato laico, attaccava duramente il trasformismo della politica e auspicò la funzione regolatrice del diritto e la socialità dell'uomo, temi che non sono propri della destra di Giorgia Meloni. Quindi consigliamo al ministro di lasciare perdere Dante, perché i riferimenti culturali della destra oggi sono Trump e Bolsonaro." Davanti a cotante critiche Sangiuliano ha replicato che la sua è stata “una chiara provocazione culturale” ma con “un fondamento ben preciso”. Ha poi tirato in ballo Benedetto Croce e Um-

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