COMMISSIONI CONGIUNTE BILANCIO CAMERA DEI DEPUTATI E SENATO DELLA REPUBBLICA
LEGGE DI STABILITÀ 2015 Contributi e osservazioni del Presidente di ANASF, Maurizio Bufi
Milano, 5 novembre 2014
1 Via Vittor Pisani 22 - 20124 Milano - Tel. 02 67382939 www.anasf.it - anasf@anasf.it Partita IVA 07714600157 – C.F. 80200070151
Premessa. ANASF (Associazione nazionale promotori finanziari) è l’unica associazione di categoria che rappresenta esclusivamente promotori finanziari e conta oltre 12.000 iscritti. È stata fondata nel 1977 dagli operatori allora definiti “consulenti finanziari” con l’obiettivo principale di ottenere il riconoscimento e la tutela della professione mediante la creazione dell’Albo, che è poi stato istituito con la legge n. 1/1991. Attualmente sono circa 52.000 i promotori finanziari iscritti all’Albo unico nazionale dei promotori finanziari tenuto da APF, Organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari, nel rispetto dei principi e dei criteri stabiliti dalla Consob. Di questi, sono più di 32.000 gli attivi, ovvero coloro che esercitano effettivamente la professione operando per intermediari autorizzati (dati APF al 31 dicembre 2013). I promotori finanziari gestiscono, secondo i dati di Banca d’Italia aggiornati a fine 2013, circa il 10 per cento del risparmio delle famiglie italiane. La categoria professionale dei promotori finanziari è costantemente a contatto diretto con i risparmiatori, dei quali ascolta esigenze, aspettative e preoccupazioni, e per sua natura deve dotarsi di una notevole sensibilità verso il pubblico risparmio, ivi compreso quello avente finalità di tipo previdenziale. Alla luce della decennale esperienza, ANASF desidera esprimere le proprie considerazioni in merito ad alcune criticità che potrebbero derivare dall’applicazione delle disposizioni previste dal disegno di legge di stabilità 2015 in materia di trattamento di fine rapporto (T.F.R.) e di regime tributario delle forme pensionistiche complementari e delle casse di previdenza dei liberi professionisti. Quale premessa alle proprie osservazioni, la scrivente ritiene opportuno ricordare l’importanza che il sistema della previdenza complementare riveste nel contesto delle politiche volte a garantire, anche per il futuro, la sostenibilità del sistema di welfare del nostro Paese. Si tratta di una necessità che è stata al centro di tutte le riforme del sistema pensionistico susseguitesi dai primi anni Novanta sino ad oggi e che è sempre stata attentamente considerata da 2 Via Vittor Pisani 22 - 20124 Milano - Tel. 02 67382939 www.anasf.it - anasf@anasf.it Partita IVA 07714600157 – C.F. 80200070151
ANASF, in virtù di quel criterio di life cycle proprio dell’attività di assistenza professionale che i promotori finanziari prestano nei confronti del pubblico dei risparmiatori. Tale necessità è divenuta ancora più evidente negli ultimi anni, non solo a motivo del passaggio al sistema contributivo puro, ma anche e soprattutto a causa dell’aumentato rischio di discontinuità lavorativa dovuto agli effetti della crisi economica.
“T.F.R. in busta paga”.
L’art. 6 del disegno di legge di stabilità 2015 prevede che, in relazione ai periodi di paga dal 1° marzo 2015 al 30 giugno 2018, i lavoratori dipendenti del settore privato possano richiedere al proprio datore di lavoro la liquidazione diretta mensile della quota maturanda del proprio T.F.R.. A tal riguardo, ANASF intende richiamare la Vostra attenzione sulla previsione, contenuta nell’attuale testo del disegno di legge, che estende la possibilità di percepire il T.F.R. in busta paga anche al caso in cui il lavoratore abbia deciso di destinare il trattamento di fine rapporto al finanziamento della propria pensione complementare. A giudizio della scrivente, questa previsione si pone infatti in netto contrasto con tutte le politiche in materia di pensioni realizzate a partire dai primi anni Novanta. Sin dalla prima normativa in materia di forme pensionistiche complementari, introdotta con il d.lgs. n. 124/1993, l’intervento del legislatore è stato infatti ispirato dalla volontà di sensibilizzare i lavoratori rispetto alla necessità di garantirsi per il futuro un’efficace copertura previdenziale: nel corso degli anni questa esigenza è stata recepita e condivisa anche dalle realtà del mondo associativo, mediante la realizzazione di iniziative a cui anche ANASF ha contribuito. L’attuale provvedimento rischia invece di trasmettere ai cittadini un segnale contraddittorio, mortificando l’importanza di una corretta pianificazione nel mediolungo periodo delle proprie decisioni di risparmio e di investimento. L’Associazione riconosce che, a fronte della persistente situazione di crisi che caratterizza l’economia italiana, la norma vorrebbe facilitare la ripresa dei consumi introducendo una forma 3 Via Vittor Pisani 22 - 20124 Milano - Tel. 02 67382939 www.anasf.it - anasf@anasf.it Partita IVA 07714600157 – C.F. 80200070151
di integrazione della retribuzione lavorativa. Si ritiene, tuttavia, che la misura del cosiddetto T.F.R. in busta paga non solo generi un nuovo problema - disincentivando, come osservato, il risparmio previdenziale - ma non rappresenti nemmeno una soluzione pienamente efficace all’esigenza di rilancio dei consumi. Così come strutturata, la norma riguarda infatti i soli dipendenti del settore privato ed esclude proprio quelle categorie di consumatori - in primis, i lavoratori del cosiddetto parasubordinato e i pensionati - che attualmente sperimentano le maggiori difficoltà conseguenti al perdurare dello stato di crisi economica. In conclusione, l’Associazione reputa necessario evitare che l’introduzione di misure volte al rilancio della domanda aggregata e dell’occupazione finiscano con il disincentivare il risparmio previdenziale dei lavoratori, dovendosi piuttosto valutare l’opportunità di interventi di politica sociale specificamente rivolti alle categorie di consumatori maggiormente colpite dalla crisi.
Regime tributario delle forme pensionistiche complementari.
L’art. 44, comma 1, del disegno di legge di stabilità 2015 prevede un aumento dall’11 per cento (recentemente divenuto l’11,5 per cento) al 20 per cento dell’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi applicata al risultato della gestione dei fondi pensione. Anche questa norma avrà evidenti ripercussioni sul risparmio previdenziale: se, come osservato, l’introduzione del T.F.R. in busta paga rischia di disincentivare i futuri investimenti in previdenza complementare, la norma ora richiamata ha l’effetto di penalizzare i risparmiatori che abbiano già deciso di costruire una propria pensione ad integrazione della pensione pubblica. L’aumento della tassazione sui fondi pensione rischia infatti di generare una serie di conseguenze negative tanto nel breve periodo, perché scoraggia il risparmio previdenziale, quanto nel lungo periodo, perché comporterà
necessariamente
una
riduzione
delle
pensioni
complementari
mensilmente.
4 Via Vittor Pisani 22 - 20124 Milano - Tel. 02 67382939 www.anasf.it - anasf@anasf.it Partita IVA 07714600157 – C.F. 80200070151
disponibili
L’aumento del prelievo fiscale sui fondi pensione rappresenta inoltre una decisione di politica economica in netto contrasto con quanto accade in altri ordinamenti nazionali. Come ricordato dalla Commissione europea, l’Italia è infatti uno dei pochi Stati membri U.E. a tassare anche i rendimenti dei fondi pensione, mentre nella gran parte degli altri Paesi prevale lo schema, noto come EET - Exempt contributions, Exempt investment income and capital gains of the pension institution, Taxed benefits - nel quale sono esentati sia i contributi versati che i rendimenti del fondo, mentre l’imposizione riguarda il successivo momento dell’erogazione delle prestazioni pensionistiche. L’aumento della tassazione sui rendimenti dei fondi pensione rischia dunque di aumentare il divario rispetto agli altri sistemi nazionali, soprattutto nell’attuale fase del processo legislativo europeo in cui sono aperti i lavori per la proposta di revisione della direttiva 2003/41/CE in materia di enti pensionistici aziendali o professionali (c.d. IORP, Institutions for Occupational Retirement Provision).
Casse di previdenza private.
ANASF intende richiamare la Vostra attenzione rispetto ad un ulteriore effetto del disegno di legge di stabilità 2015, relativo all’aumento dell’imposizione fiscale sulle casse di previdenza dei liberi professionisti. Occorre infatti ricordare che, quale misura compensativa, il decreto legge n. 66/2014, come convertito dalla legge n. 89/2014, aveva provvisoriamente previsto un credito di imposta a favore delle casse professionali disciplinate dai decreti legislativi n. 509/1994 e n. 103/1996. L’attuale testo del disegno di legge di stabilità non riporta tuttavia alcuna disposizione atta a prorogare questo regime provvisorio, con la conseguenza per cui il generale incremento della tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26 per cento riguarderà anche le casse di previdenza private. Rispetto alla mancata proroga, l’Associazione intende rilevare come tale decisione non solo costituisca, in generale, un elemento di ulteriore sfavore rispetto alle esigenze di un corretto 5 Via Vittor Pisani 22 - 20124 Milano - Tel. 02 67382939 www.anasf.it - anasf@anasf.it Partita IVA 07714600157 – C.F. 80200070151
sviluppo di una previdenza integrativa del sistema pensionistico pubblico, ma anche e soprattutto crei una disparità di trattamento fra i fondi di previdenza complementare (per i quali varrebbe, come visto, la nuova aliquota del 20 per cento) e le casse professionali (che, a partire dal 1° gennaio 2015, si vedranno invece applicare l’aliquota del 26 per cento). Tale intervento si pone inoltre in aperta contraddizione con la lettera dell’art. 4, comma 6-bis, del già richiamato decreto legge n. 66/2014, in cui viene espressamente dichiarata la necessità di armonizzare la disciplina di tassazione dei redditi di natura finanziaria delle casse professionali con quella delle forme pensionistiche e complementari. Rispetto alle criticità evidenziate, ANASF ritiene pertanto necessaria un’attenta riconsiderazione delle disposizioni del disegno di legge di stabilità 2015 relative al regime tributario sia delle forme pensionistiche complementari che delle casse di previdenza private, nella convinzione per cui le esigenze legate al rilancio dell’economia italiana non possono tradursi nel sacrificio del risparmio creato dai lavoratori.
Istituzione dei Piani Individuali di Risparmio (P.I.R.). ANASF intende infine richiamare la Vostra attenzione rispetto all’opportunità di creare nuove forme di risparmio e di investimento che possano rappresentare un’efficace risposta alla perdurante situazione di difficoltà economica che il nostro Paese si trova ad affrontare. A tal fine, l’Associazione ritiene che il disegno di legge di stabilità 2015 costituisca l’occasione per l’effettiva istituzione dei Piani Individuali di Risparmio (P.I.R.) a suo tempo introdotti dal decreto legge n. 138/2011 quale strumento che, beneficiando della medesima aliquota di tassazione ridotta prevista per i rendimenti dei titoli di Stato (12,50 per cento), avrebbe dovuto favorire forme di investimento a lungo termine a sostegno dell’economia reale. La mancata adozione di una disciplina di dettaglio, volta a definire le caratteristiche e le modalità di funzionamento dei P.I.R., ne ha tuttavia impedito la successiva attuazione. 6 Via Vittor Pisani 22 - 20124 Milano - Tel. 02 67382939 www.anasf.it - anasf@anasf.it Partita IVA 07714600157 – C.F. 80200070151
Nello specifico, l’Associazione considera che l’impegno a detenere l’investimento per un periodo di tempo minimo (individuabile, ad esempio, in cinque anni) e la possibilità di vincolare la destinazione delle somme fanno sì che lo strumento dei Piani Individuali di Risparmio risponda efficacemente alle esigenze di rilancio dell’economia reale. Facendo da leva alla ripresa degli investimenti, i P.I.R. possono infatti avere un effetto positivo sulla domanda aggregata, da cui ne deriverebbe uno stimolo sulla produzione e sull’occupazione che, a sua volta, potrebbe generare un effettivo rilancio dei consumi. A giudizio della scrivente, per incentivare la diffusione di queste nuove forme di investimento sarà inoltre opportuno valutare la previsione di specifiche agevolazioni, quali ad esempio forme contrattuali particolarmente trasparenti, modalità flessibili di versamento delle somme investite e schemi di esenzione o agevolazione fiscale (come la già ricordata applicazione dell’aliquota di tassazione del 12,50 per cento).
Confermando la nostra disponibilità per i chiarimenti e gli approfondimenti che ritenesse opportuni, ringrazio per l’attenzione e porgo i miei più cordiali saluti.
Maurizio Bufi Presidente ANASF
7 Via Vittor Pisani 22 - 20124 Milano - Tel. 02 67382939 www.anasf.it - anasf@anasf.it Partita IVA 07714600157 – C.F. 80200070151