Allarme Tobin tax

Page 1

&-39 Pag 00-16

6-11-2012

13:15

Pagina 3

nella rete Mps riapre la stagione di caccia tra i pf a pagina 20

azimut wm I piani e i numeri di chi gestisce grandi patrimoni a pagina 22

Massimo Giacomelli

Paolo Martini

Allarme Tobin tax massimo doris

Colpirà le transazioni finanziarie. Sarà in vigore da gennaio in 11 Paesi Ue. Preoccupazione tra i trader online. I grandi broker pronti a trasferirsi a Londra...

michele calzolari focus Trading online Istruzioni per l’uso

Settimanale - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1, LO/MI

“Cadrà sulle spalle “Un balzello dagli dei risparmiatori” effetti devastanti”

bond bpm Convertendo, trovato l’accordo

Angela Merkel, cancelliere tedesco e Mario Monti, presidente del Consiglio italiano

mercoledì 14 novembre 2012 3,50 euro

www.soldi-web.com www.bluerating.com

Anno IV | Numero 39


&-39 Pag 02-03

6-11-2012

12:57

Pagina 2


&-39 Pag 02-03

6-11-2012

14 novembre 2012

l

12:57

Pagina 3

idee&protagonisti | 3

soldi&bluerating

L’unico ponte possibile è quello verso il futuro di Pompeo Locatelli*

N

anno IV - numero 39 settimanale registrato presso il Tribunale di Milano n. 408 del 18 settembre 2009 Casa editrice Blue Financial Communication Srl Via Melchiorre Gioia, 55 20124 Milano Tel. (+39) 02.303211.1 Fax. (+39) 02.303211.80 www.bluerating.com - www.soldi-web.com infomarketing@bluerating.com Editore e presidente Denis Masetti (masetti@bluerating.com) Direttore responsabile Alessandro Rossi (rossi@bluerating.com) Inchieste e attualità Ugo Bertone Redazione redazione@bluerating.com Gianluca Baldini (coordinamento) (baldini@bluerating.com) Diana Bin (bin@bluerating.com) Maria Paulucci (paulucci@bluerating.com) Daniel Settembre (settembre@bluerating.com)

ei giorni della recessione, predicava John Maynard Keynes, lo Stato dovrebbe pagare i lavoratori disoccupati per scavare una gigantesca buca e poi riempirla di nuovo con la stessa terra. In questo modo i lavoratori avrebbero un salario e attorno al buco nascerebbero punti di ritrovo, empori e altri servizi. In Italia, patria di tecnici fantasiosi, abbiamo perfezionato il sistema. A modo nostro. Abbiamo creato una serie di uffici, popolata di diplomati e laureati, che da anni realizzano disegni del Ponte sullo Stretto che, una volta costruito, finirà nell’imbuto di strade e ferrovie che risalgono al secolo scorso. Keynes non ci sarebbe mai arrivato: gli architetti, gli ingegneri e i banchieri che da decenni studiano sulla carta la Grande Opera sono riusciti a intascare la bellezza di 600 milioni di euro. Facile immaginare che questi soldi abbiano alimentato l’acquisto di barche e auto di lusso, oltre che di abiti e gioielli griffati. Insomma, l’ennesimo assalto alla diligenza dello Stato. Fin qui, però, siamo nell’ambito di una tragica “normalità”. Il fatto eccezionale è che il governo tecnico, capitanato da un galantuomo e tecnico di indiscutibile capacità come Mario Monti, invece di troncare di netto questo sconcio, abbia deliberato una proroga di due anni per decidere se avviare o meno la costruzione. Il tutto con una spiegazione che non convince: in questo modo, si dice, Monti evita di pagare la penale multimilionaria a favore del consorzio capitanato da Impregilo. L’onere, perciò, ricadrà su qualche successore meno “tecnico”. Non è per elaborare compromessi di questo tipo, caro Monti, che gli italiani hanno accettato senza fiatare un carico di nuove imposte, tagli o rinvii della pensione che avrebbero suscitato la rivolta di Paesi per tradizione assai più tran-

Ufficio abbonamenti abbonamenti@bluerating.com Hanno collaborato Michele D’Antoni, Pompeo Locatelli, Luca Lodi, Sara Lupi, Simone Martino, Luca Spoldi, Francesca Sulpizi, Bruno Tabacci, Fabrizio Tedeschi, Francesca Vercesi Pubblicità in esclusiva Publimaster Surl via Winckelmann, 2 - 20146 Milano Tel. (+39) 02424191 Stampa Vela Web Surl Via Copernico, 8 - 20082 Binasco (MI) Tel. (+39) 0290092766 Fax (+39) 0290092628 Distributore esclusivo per l’Italia Messaggerie Periodici MEPE SpA Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano Il costo di ciascun arretrato è di €7

quilli e obbedienti. Ci aspettavamo segnali di trasparenza. O, più semplicemente, che si fosse intervenuti per evitare che quei circa 100 dipendenti intaschino, nei prossimi due anni, 6 milioni di stipendi: con quella cifra, secondo i suggerimenti di Keynes, si poteva dar da mangiare ad almeno 2mila famiglie. E che dire dei consiglieri e dei sindaci che, non si sa per quale motivo, continueranno a percepire emolumenti. Mi permetta un consiglio, presidente: usi i prossimi mesi per ricostruire lo stato patrimoniale dell’azienda Italia, punto di partenza di qualsiasi commissario o liquidatore che si rispetti. Solo allora si potrà avviare un faticosissimo percorso di ripresa. Usi le risorse a sua disposizione e consegni a chi verrà una mappa per risalire. I ragazzi siciliani, così come i loro coetanei in tutta la penisola, troveranno comunque il modo per andarsene da questo Paese, che, anche se è il più bello del mondo, si ostina a premiare soltanto i più furbi. Li capisco. Anzi, il mio consiglio è di muoversi il più in fretta possibile. *www.pompeolocatelli.it

Vincono tutti, tranne Milano SENTIMENT

Graphic design Marco Brenna (brenna@bluerating.com) Marketing e comunicazione Antonio Spiezia (spiezia@bluerating.com) Vito Massafra (massafra@bluerating.com)

Progetti come lo Stretto di Messina sono inutili. Ciò che occorre per la ripresa è ricostruire lo stato patrimoniale dell’Italia

Alessandro Rossi

R

iuscirà la Borsa Italiana a sopravvivere alla Tobin tax? Di certo, se l’Unione europea riuscirà a compiere tutti i passaggi legislativi entro dicembre come previsto, dal 2013 inizierà una diversa era per i mercati finanziari di 11 Paesi aderenti alla Ue. La Tobin tax, ormai si sa, è un’imposta sulle transazioni finanziarie. Gli importi ancora non sono stati definiti con esattezza, ma per titoli azionari e obbligazionari si ipotizza una forchetta tra lo 0,1% e lo 0,5%. Che venga introdotta è molto probabile. Il presidente del Consiglio Mario Monti vuole far cassa e ancora una volta saranno i piccoli a pagare. Subiranno il contraccolpo maggiore tutti i trader online, che si vedranno erodere i capital gain già magri. Ma anche le piccole società quotate, che alimentano i loro scambi e le loro ipo proprio con i piccoli risparmiatori e i micro operatori del mercato. Insomma, andrà

anche peggio di come ha previsto il governo. Piazza Affari è già al lumicino. Le società su cui si concentrano gli scambi importanti si contano sulle dita di una mano. I money manager che lavorano sull’indice principale non prendono in considerazione nemmeno tutti i titoli del paniere ma si limitano a un paio di banche, a qualche energetico, a un pizzico di industriali e a qualche goccia di utilities. Insomma, Milano sta per appendere il cartello “chiuso per mancanza di clienti”. Un altro prezzo che l’Italia paga al braccio di ferro tra la Germania e la Francia. Visto che Hollande voleva la Tobin tax e la Merkel non voleva rompere con i francesi, Monti è stato costretto ad accodarsi per rimanere al tavolo dell’Europa che conta. Che conta ma che non gode, perché a godere questa volta saranno gli inglesi. Che saranno pure eccentrici, ma sanno fare i loro affari.


6-11-2012

12:42

Pagina 4

4 | coverstory

LE FRASI “La tassa deve essere uniforme. Diversamente si rischierebbero forme di concorrenza impropria e nuove penalizzazioni per le banche e i risparmiatori italiani”. Giuseppe Mussari presidente dell’Abi

“Le Fondazioni bancarie sono sempre state favorevoli alla Tobin tax, perché colpisce soprattutto le grandi transazioni e quella finanza nera o grigia, ma se non regolamentata in modo uniforme in Europa può provocare fughe di capitali all’estero”. Giuseppe Guzzetti presidente di Acri e Fondazione Cariplo

“L’importante è trovare formule applicative che non siano distorsive per il sistema bancario e per quello finanziario nazionale. Il testo qualche difetto, da questo punto vista, ce l’ha, ma ci sono modelli applicativi che sono più efficienti”. Fabrizio Saccomanni direttore generale di Bankitalia

“Sarebbe una tassa intelligente se applicata su scala globale, ma ci vuole un accordo generale. Non ci può essere un porto franco che non paga la Tobin tax”. Enrico Cucchiani a.d. Intesa Sanpaolo

“La Tobin tax presenta alcune criticità. L’applicazione dell’imposta alle operazioni in derivati renderebbe più costoso anche il controllo del rischio, che nei mercati finanziari si realizza principalmente attraverso l’utilizzo dei derivati di copertura”. Giuseppe Vegas presidente Consob

“È una tassa complicata, che se mal concepita può portare a un’evaporazione della base imponibile. I capitali sono mobili e se la tassazione è piccola la base imponibile rimane nel Paese altrimenti si può scegliere altri Paesi dove andare a transare”. Vittorio Grilli ministro dell’Economia

14 novembre 2012

La Tobin tax potrebbe “uccidere” i mercati

Se i politici sono divisi, la finanza non ha dubbi di Michele D’Antoni Non è nemmeno nata ed è già scattata una prima manifestazione nazionale di protesta, a Rimini, per il 9 novembre. L’appello, visti i tempi, è stato lanciato via Facebook da un trader e subito sono arrivate numerose adesioni. La Tobin tax - l’accisa voluta fortemente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che impone un’aliquota (probabilmente dello 0,01% sui derivati e dello 0,1% su azioni e obbligazioni) sulle transazioni finanziarie - è destinata a sconvolgere il panorama finanziario italiano ed europeo. Il 23 ottobre scorso la Commissione, braccio esecutivo dell’Ue, ha presentato la proposta di intesa. Entro il mese di novembre dovrà essere approvata dal Consiglio (cioè dagli Stati membri) a maggioranza qualificata, e successivamente dal Parlamento europeo. A quel punto, gli undici Paesi potranno accordarsi sui dettagli del progetto legislativo. Già, gli undici. Meno della metà dei Paesi aderenti alla Ue. E questo è un bel problema. Ma forse lo sarebbe stato anche se tutta l’Unione europea avesse aderito. Secondo i tecnicismi della politica, è andata così: certificata l’impossibilità di procedere a 27 (non c’è l’unanimità, a causa di inglesi, olandesi e altri che non ci pensano proprio), 11 Paesi hanno deciso di ricorrere alla procedura di cooperazione rafforzata. È una possibilità offerta dal Trattato di Lisbona per aggirare i veti. Se almeno nove sono d’accordo, possono legiferare insieme. L’entrata in vigore è prevista è per il gennaio del prossimo anno, tanto che l’Italia ha già messo in bilancio gli introiti stimati, in altre parole poco più di un miliardo di euro. “La proposta tassazione delle transazioni finanziari (Tobin tax) se diventasse effettiva a gennaio in Italia e solo in alcuni Paesi della zona euro (e comunque non in Gran Bretagna) porterebbe alla

Si prevede un tracollo delle transazioni: -30% per il mercato azionario e -80% per quello dei derivati

disintermediazione quasi totale della Borsa Italiana”, hanno scritto a quattro mani sul Sole 24 Ore, manifestando una preoccupazione doppia, due pezzi da 90 del mercato finanziario italiano come Alessandro Valeri, amministratore delegato di Intermonte sim, e Francesco Perilli, suo omologo in Equita sim, due concorrenti sul mercato che davanti al pericolo Tobin si sono subito coalizzati. La pensa alla stessa maniera anche Fabrizio Tedeschi, oggi consulente strategico e operatore di m&a e fino a pochi anni fa responsabile della vigilanza sui mercati finanziari per la Consob. “Il governo prevede un vero e proprio tracollo del numero delle transazioni: -30% per il mercato azionario e obbligazionario e addirittura -80% per i derivati. C’è da chiedersi se l’obiettivo della tassa sia di far scomparire definitivamente il mercato finanziario italiano”. A Directa sim hanno fatto anche due conti. “Applicando la Tobin tax su 10mila euro medi si ottengono 5 euro che, sommandosi all’euro di costo ‘vivo’, danno un totale di 6 euro. Il costo dello scambio aumenterebbe del 500%, vale a dire di sei volte, ed è impensabile che un trader minimamente esperto non si rivolga a qualche altra piattaforma per evitare la gabella”. E c’è chi si proietta in scenari apocalittici. “Sono a rischio 30mila posti di lavoro nelle sale operative”, batte il tam tam di Piazza Affari. Quello che è assai probabile è che molti operatori apriranno o svilupperanno le loro sedi londinesi in modo da bypassare i meccanismi di transazione. Su questo tema è intervenuto anche Giuseppe Vegas, presidente della Consob, che ha riconosciuti che “la legge ha alcuni punti di criti-

l

soldi&bluerating

Cos’è

&-39 Pag 04-05

La Tobin tax, dal nome del premio Nobel per l’economia James Tobin che la propose nel 1972, è una tassa che prevede di colpire tutte le transazioni sui mercati valutari per stabilizzarli (penalizzando così le speculazioni valutarie a breve termine) e per procurare entrate da destinare alla comunità internazionale. L’aliquota proposta nella formula dibattuta in questi giorni sarebbe tra lo 0,05% e l’1%. I sostenitori affermano che a un tasso dello 0,1% la tassa Tobin garantirebbe ogni anno all’incirca 166 miliardi di dollari, il doppio della somma annuale necessaria per sradicare dal mondo la povertà estrema.


&-39 Pag 04-05

6-11-2012

14 novembre 2012

l

12:42

Pagina 5

coverstory | 5

soldi&bluerating

cità” ma sul tema dello spostamento delle transazioni all’estero ha messo le mani avanti: “Un primo cruciale punto legato alla Tobin tax”, ha detto Vegas, “è quello della localizzazione degli intermediari: se noi riserviamo questa imposta alle transazioni che hanno oggetto titoli italiani, grazie a Monte Titoli, in qualunque posto queste transazioni avvengano, l’imposta viene percepita. Questo significa che non c’è una convenienza a spostare le transazioni dall’Italia all’estero su estero”. Ma c’è davvero il rischio di un esodo degli operatori? La Commissione europea dice di no. L’argomento è che una banca italiana, per sfuggire alla tassa, dovrebbe chiudere la sede nazionale e rinunciare ai rapporti diretti con i suoi clienti in loco. Dovrebbe lavorare, per esempio, a Londra su Londra, con i clienti residenti fiscalmente nel Regno Unito. Vedremo. Comunque sia, gli esempi del passato non promettono niente di buono. Gli svedesi ci hanno provato nel 1984, con un prelievo dello 0,5% applicato a tutti gli acquisti di titoli azionari e alle stock option. L’imposta venne raddoppiata nel 1986 e allargata fino a comprendere le obbligazioni. Il gettito fu alla fine piuttosto scarso, anche a causa di una massiccia fuga degli operatori dal Paese. E infatti venne abolita nel 1992. Ma, come al solito, la decisione di introdurre la Tobin tax è stata tutta politica. L’hanno voluta soprattutto Germania e Francia. La cancelliera Merkel la vuole per mediare con i socialisti, il presidente François Hollande la vuole perché è socialista. Seguono: Spagna, Austria, Belgio, Grecia, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. Attesa la richiesta estone. L’Italia ha avuto dubbi fino all’ultimo ma è entrata, anche perché non poteva proprio farne a meno. Il governo di Silvio Berlusconi aveva già detto di no. Quello guidato da Mario Monti, invece, pur di portare a casa qualche soldo in più, è disposto a correre il rischio.

TOBIN TAX IN CONTROLUCE Per leggere la versione integrale dell’intervista a Michele Calzolari fai una foto qui in basso con il tuo smartphone

L’INTERVISTA A MASSIMO DORIS

“Finirà sulle spalle dei risparmiatori” Chi rischia davvero sono i piccoli operatori, spiega l’amministratore delegato di Banca Mediolanum di Gianluca Baldini I mercati tutto sommato non ne risenteranno più di tanto. Chi soffrirà saranno le piccole sim italiane. Questo è il pensiero sulla Tobin tax che Massimo Doris ha voluto condividere con soldi&bluerating. Che impatto avrà tutto ciò sul mondo del trading e delle reti di promozione finanziaria? Secondo me, la Tobin tax non avrà alcun impatto sulla promozione finanziaria e sul sistema bancario italiano. È semplicemente un’ulteriore tassa per i risparmiatori. Un’ulteriore manovra recessiva che si aggiunge alla tassa sulla benzina, all’Imu e chi più ne ha più ne metta. Il problema è capire cosa succede se un fondo americano, per esempio, compra azioni Fiat attraverso una sim italiano o attraverso una società straniera

come Nomura, tanto per citare un nome. Ci saranno delle differenze? L’importante è che non ci siano modi per evitarla, che non si creino differenze tra un mercato e l’altro. Questo potrebbe avere degli effetti negativi sul mercato italiano. Ritiene che la Tobin tax potrebbe danneggiare una società come Mediolanum? Non credo che per Mediolanum farà alcuna differenza. Del resto non penso che un risparmiatore stia a guardare la differenza di 5 basis point. Quello che conta per un investitore è che potenziale può avere un titolo. Crede che la Tobin tax sia solo un modo per rastrellare denaro sulle spalle dei risparmiatori o c’è anche qualcosa di buono? È solo un modo per rastrellare denaro. Del resto chi fa i soldi con i soldi è già stato penalizzato con il passaggio della tassazione dal 12,5% al 20%. Si andrà incontro a una massiccia fuga di capitali dall’Italia? Se si creeranno delle differenze tra i mercati, allora assisteremo a una massiccia fuga di capitali dall’Italia. Chi rischia davvero sono le piccole

società italiane. Quelle grosse, alla fine, se proprio fosse necessario, potrebbero spostare la propria operatività all’estero, licenziando comunque del personale. Chi rischia davvero sono le piccole società, che finirebbero per essere schiacciate. I piccoli operatori italiani non avrebbero la forza di contrastare una situazione del genere. Mi auguro che si trovi un modo per risolvere un buco come questo. Mi sembra di capire, dunque, che saranno soprattutto i risparmiatori che ne pagheranno le conseguenze. Tutto questo si traduce in un minor rendimento. Le sim pagheranno come sostituto d’imposta ma alla fine la Tobin finirebbe sulle spalle degli investitori. Mi auguro si trovi una soluzione, anche se ne dubito.

L’INTERVISTA AL PRESIDENTE DI ASSOSIM

“Questo balzello avrà effetti devastanti” di Gianluca Baldini Presidente, a quanto sembra verranno tassate le transazioni finanziarie. Che impatto avrà tutto ciò sul mondo del trading? Cominciamo in realtà a intravedere alcuni primi tentativi di apertura da parte del governo, che sembrerebbe ora disponibile ad accogliere molte delle istanze sostenute anche da Assosim, come quella di assoggettare a imposta anche le transazioni concluse tra intermediari esteri, prevedere aliquote differenziate per le diverse tipologie di strumenti finanziari,

nonché esentare quelle categorie di intermediari, quali i market maker, che espongono in via continuativa proposte di negoziazione in acquisto e vendita al fine di fornire liquidità al mercato. È solo un modo per rastrellare denaro o c’è anche qualcosa di buono? Su una cosa siamo sicuramente d’accordo con il governo: la tassa produrrà un’importantissima e, aggiungiamo noi, irreversibile contrazione dei volumi

Per Michele Calzolari non porterà nulla di buono sui mercati di mercato. Va da sé che una simile contrazione dei fatturati per intermediari e mercati comporterà inevitabilmente una riduzione di gettito per l’erario in termini di minori entrate da Ires, imposta sul capital gain e, quel che più dovrebbe preoccupare il governo in una fase come questa, da Irpef, conseguente ai numerosissimi tagli di personale che intermediari e mercati dovranno necessariamente effettuare per sostenere i nuovi livelli di fatturato.


&-39 Pag 06-07

6-11-2012

12:44

Pagina 2

6 | trend&mercati

BORSE

ITALIA-EUROPA-MONDO Indice

Valore

2012

2011

2010

2009

160

Italia

FTSE Mib

15.769

4,5%

-25,2%

-13,2%

19,5%

150

Gran Bretagna

FTSE 100

5.869

5,3%

-5,6%

9,0%

22,1%

CAC 40

3.492

10,5%

-17,0%

-3,3%

22,3%

DAX

7.364

24,8%

-14,7%

16,1%

23,8%

Area Euro EURO STOXX 50

2.547

10,0%

-17,1%

-5,8%

21,0%

DOW JONES

13.093

7,2%

5,5%

11,0%

18,8%

NIKKEI 225

9.051

7,0%

-17,3%

-3,0%

19,0%

80

HANG SENG

22.111

19,9%

-20,0%

5,3%

52,0%

70

MSCI World

1.306

10,4%

-7,6%

9,6%

27,0%

60

Borse

Francia

l

soldi&bluerating

brevi

14 novembre 2012

140 130 120

Germania

110 100

VALUTE

12 20 6-

20 31

30

-1

-0

2-

20 6-0 30

31

30

11

11

10 -1

-0

2-

6-

20

20

10

09 20 2-

-0 30

31

-1

6-

2-

20

20

08

Mondo

FTSE MIB EURO STOXX 50 MSCI WORLD

-1

Hong Kong

90

31

Giappone

09

Usa

COMMODITIES 2012

Fine 2011

Fine 2010

Fine 2009

1,285

1,2939

1,3362

1,4406

Euro/Franco Svizzero

1,2073

1,2156

1,2504

1,4836

108,38

Euro/Sterlina

0,8016

0,8353

0,86075

0,8881

Oro per oncia

1.685

Euro/Yen

103,55

100,2

108,65

133,16

Argento per oncia

31,92

CRB Commodities index

475,49

Euro/Dollaro

2012 Petrolio Brent al barile

Fine 2011

Fine 2010

Fine 2009

107,62

93,49

77,85

1.574,5

1.410,25

1.104

28,18

30,63

16,99

482,01

520,33

424,18

120 500

110

100

450

CRB Commodities index

400

Oro Argento

350

90

Petrolio

300

Euro/Dollaro 250

80

Euro/Franco svizzero 200

Euro/Sterlina

70

150

Euro/Yen 100 12

50

20

20

20 6-

2-

30

30

31

-0

-1

6-0

2-1 31

12

11 20

11 20

10 20

01 -2 -0 6 30

31

30

-1

-0 6

2-

-2

20

00

09

9

8 00 -2 -1 2 31

0

6-0 30

31

30

-1

2-

6-0

2-1 31

-0 30

11

11 20

10 20

10 6-

20

09 20 2-1 31

-0 30

31

-1

2-

6-

20

20

08

09

60

TITOLI DI STATO SPREAD BTP-BUND Italia Germania

3 mesi

1 anno

5 anni

10 anni

30 anni

0,86%

1,71%

3,83%

5,01%

5,72%

-0,08%

-0,03%

0,44%

1,52%

2,34%

Svizzera

0,00%

-0,14%

0,04%

0,59%

1,02%

Usa

0,10%

0,17%

0,65%

1,67%

2,83%

600 500 400 300 200 100

PIL

1,80%

-5,49%

1,43%

2,03%

-4,42%

2,17%

1,81%

2,39%

-3,07%

Usa

TASSI D’INTERESSE Euribor 1 mese

0,11%

Euribor 3 mesi

0,20%

Euribor 6 mesi

0,39%

Euribor 12 mesi

0,61%

Tasso di rif. Area Euro

0,75%

Tasso di rif. Usa

MERCATI Per restare aggiornati su indici e quotazioni basta andare su www.soldi-web.com

0,25%

Fonte: dati su elaborazione FIDA aggiornati al lunedì precedente all’uscita in edicola del settimanale

12 6-0

2-1

20

11 20

11 6-0

2-1

20

10 20

10

-1

-0

6-

20

09 2-

20

09 20 6-0

30

0,43%

-0,41%

31

-2,29%

Area Euro

30

Italia

31

anno 2009

30

anno 2010

31

anno 2011

30

2012 previsto

31

-1

220

08

0

INFLAZIONE 2012 previsto

anno 2011

anno 2010

anno 2009

Italia

3,01%

2,90%

1,64%

0,76%

Area Euro

2,33%

2,72%

1,62%

0,30%

Usa

1,97%

3,14%

1,64%

-0,32%

Pil, l’Istat lo vede in calo anche nel 2013 L’Istat prevede per il 2012 una riduzione del prodotto interno lordo italiano pari al 2,3%, mentre per il 2013, malgrado l’attenuazione degli impulsi sfavorevoli e un moderato recupero dell’attività economica nel secondo semestre, la variazione media annua dovrebbe essere del -0,5%. Il G20 agli Usa: non esagerate con i tagli Le economie del G20 hanno chiesto agli Stati Uniti di agire con decisione per evitare che scattino tagli automatici della spesa insieme ad aumenti delle tasse all’inizio del prossimo anno, provocando così un forte impatto recessivo sull’economia mondiale. Il numero dei disoccupati sale in Spagna A ottobre il numero dei disoccupati in Spagna è salito del 2,7% - ovvero di 128.242 unità rispetto al mese precedente, portando il numero delle persone senza un impiego a 4,8 milioni. Lo ha comunicato il ministero del Lavoro.

DEFICIT/PIL 2012 previsto

anno 2011

anno 2010

anno 2009

Italia

-2,73%

-3,82%

-4,48%

-5,37%

Area Euro

-3,31%

-4,11%

-6,22%

-6,38%

Usa

-8,68%

-10,06%

-11,16%

-13,34%

FIDA Finanza Dati Analisi


&-39 Pag 06-07

6-11-2012

14 novembre 2012

l

12:44

Pagina 3

analistinazione | 7

soldi&bluerating

FIAT

ANSALDO

La pagella dopo la trimestrale

Avanti adagio

Pioggia di giudizi per Fiat dopo la pubblicazione della trimestrale. Mediobanca ha abbassato il rating a “neutral” dalla precedente raccomandazione “outperform” (farà meglio del mercato). Gli analisti di Piazzetta Cuccia hanno rivisto al ribasso anche il target price a 4,7 euro da 6 euro per azione. Equita sim, da tempo molto positiva sul titolo, ha deciso di tagliare il rating a “hold” da “buy”. Abbassata anche la stima sul prezzo obiettivo a 5 euro da 5,9 euro. Bank of America Merrill Lynch ha invece deciso di confermare il rating “outperform”, ma ha tagliato il target price a 2,45 euro da 3 euro. Morgan Stanley ha tenuto invariato il rating a “underperform” (farà peggio del mercato) con target tagliato a 3,5 euro da 3,9 euro. Kepler ha abbassato il target a 4,3 euro da 4,6 euro con rating “hold”. Banca Akros ha mantenuto il giudizio ad “accumulate”, ma ha tagliato il prezzo obiettivo a 5,5 euro da 6 euro. Banca Imi ha posto il target price di 4,07 euro in revisione per un possibile downgrade, con rating mantenuto stabile a “hold”. Crédit Suisse non ha cambiato la sua view: rating “underperform” con target a 4 euro. Resta positiva, invece, Bernstein con giudizio “outperform” e obiettivo di prezzo a 5 euro. Infine, Natixis ha abbassato il rating a “reduce” dal precedente “neutral” e Goldman Sachs a “neutral” da “buy”, con target price tagliato a 4,7 euro da 7,7 euro.

Grazie ai nuovi mercati che si svilupperanno negli Stati Uniti, Cheuvreux ha assegnato un rating “outperform” e 7,5 euro di target price al titolo Ansaldo Sts. Sulla controllata di Finmeccanica, che ha annunciato di aver chiuso i primi nove mesi del 2012 con un utile pari a 45,6 milioni di euro, in calo del 6,6% rispetto ai 48,8 milioni registrati nello stesso periodo del 2011, è arrivata anche la promozione da parte di Goldman Sachs. Gli analisti della banca americana hanno infatti alzato il prezzo obiettivo a 6,2 euro dal precedente 6,1 euro, confermando però il giudizio a “sell”: il titolo è da vendere.

FIAT INDUSTRIAL

Ubs: non è più da comprare

UNIPOL

Per Moody’s l’outlook è negativo Moody’s conferma il senior rating di Unipol Gruppo Finanziario a Ba2 e l’Insurance financial strength rating (Ifsr) di Unipol Assicurazioni a Baa2. L’outlook sulle società però è negativo a causa delle possibili sfide derivanti dall’acquisizione di Fondiaria Sai, e come conseguenza dell’outlook negativo che pende sui bond governativi italiani (rating Baa2).

MEDIOBANCA

Le cessioni? Un buon catalizzatore Alla luce dei risultati trimestrali, gli analisti di Equita sim hanno deciso di alzare leggemente le stime per effetto di minori costi e accantonamenti per perdite su crediti più contenuti. Rivisto inoltre al rialzo il prezzo obiettivo: da 4,9 a 5,6 euro. A scommettere sul titolo di Piazzetta Cuccia sono anche i colleghi di Kepler, che dopo la diffusione dei conti hanno confermato la raccomandazione “buy”, con un target price a 5,4 euro. Anche gli analisti di Banca Akros hanno apprezzato i conti trimestrali, che sono stati migliori del previsto, e ritengono che qualsiasi notizia in merito alla cessione di alcune delle partecipazioni in portafoglio sarebbe un catalizzatore positivo per l’azione. Confermato il rating “accumulate”, con un fair value a 5,4 euro. Controcorrente Cheuvreux, che ha ribadito la raccomandazione “underperform” sul titolo Mediobanca, con un prezzo obiettivo rivisto verso l’alto da 4 a 4,3 euro. Il broker francese ha corretto in positivo le stime per l’anno in corso e per il prossimo, dopo aver definito di qualità migliore i risultati presentati dal gruppo.

La banca svizzera Ubs è intervenuta sul titolo Fiat Industrial portando la raccomandazione a “neutral” dal precedente “buy”. Il target price scende a 8,5 euro dal precedente 10,7 euro. Il gruppo specializzato nella produzione di trattori, macchine agricole, camion e autobus ha presentato i dati del trimestre e le previsioni sul 2012 e sul 2013. La società si aspetta di chiudere l’esercizio di quest’anno con un giro d’affari di oltre 25 miliardi di euro, un trading profit di oltre 2 miliardi, un utile netto di 900 milioni di euro e un debito netto tra gli 1,2 e gli 1,5 miliardi.

ENI

Promossa su tutta la linea A seguito della pubblicazione della trimestrale, Eni riceve una conferma da parte di Barclays che mantiene inalterato il proprio rating a “overweigth”, con target price fisso a 21 euro per azione. Secondo gli analisti della banca britannica, il gruppo continua a essere uno dei titoli più interessanti in assoluto. Gli esperti infatti ritengono che Eni possa far registrare la più forte crescita dei ricavi tra le quotate del comparto petrolifero. Anche Ubs conferma il suo giudizio a “buy” con obiettivo di prezzo a 21 euro. Infine, Mediobanca non ha dubbi: secondo Piazzetta Cuccia, la società guidata da Paolo Scaroni è leader del settore per dimensioni e per risultato netto, quindi degna di un giudizio “outperform” e di un prezzo obiettivo a 22,2 euro.

LOTTOMATICA

Piace l’intesa con Poste Mobile Dopo l’accordo con Poste Mobile - che consiste in pratica nell’acquistare i biglietti per i maggiori concerti, per gli spettacoli teatrali e per i più grandi appuntamenti sportivi anche con il cellulare - sul titolo Lottomatica sono arrivati diversi giudizi. Due su tutti. Uno è quello di Mediobanca, secondo la quale la valutazione è “outperform” (farà meglio del mercato), con un obiettivo di prezzo di 19,1 euro per azione. L’altro invece è quello di Deutsche Bank, i cui analisti sono più cauti e hanno deciso di abbassare il giudizio a “hold”, tenere, dalla precedente raccomandazione “buy”, comprare.


&-39 Pag 08-09

6-11-2012

13:02

Pagina 8

8 | tuttobond C’è tempo fino ad aprile 2013 per fare richiesta

La pace di Bpm Già duemila le domande per il convertendo di Gianluca Baldini Sono duemila le domande depositate in un mese per la procedura di conciliazione paritetica sul convertendo 2009/2013 della Banca Popolare di Milano, aperta lo scorso primo ottobre. È quanto riportano alcuni organi di stampa, ricordando che le domande potran-

no essere presentate agli sportelli del gruppo o presso le sedi delle associazioni dei consumatori entro il 30 aprile, e che il loro esame inizierà nei prossimi giorni. L’interesse è dunque elevato, soprattutto se si considera che la campagna informativa, curata direttamente dalle associazioni firmatarie dell’accordo, si aprirà solo

nelle prossime settimane. “Ad oggi Bpm ha accantonato 40 milioni per coprire gli esborsi derivanti dalla conciliazione”, ricordano gli analisti di Intermonte che, visto il continuo susseguirsi di “notizie negative sul titolo”, confermano il giudizio “poco interessante”, con un prezzo obiettivo di 0,36 euro.

Pirelli si lancia negli Usa Il gruppo ha emesso il suo primo bond per il mercato americano Pirelli lancia negli Stati Uniti la sua prima obbligazione. Secondo il Corriere della Sera, il gruppo della Bicocca avrebbe collocato mercoledì 31 ottobre sul mercato dei private placement un bond da 150 milioni di dollari diviso in quat-

tro tranche, con scadenza a cinque, sette, dieci e 12 anni. Il tasso medio inferiore sarebbe al 5%, più basso rispetto al costo attuale dell’azienda, pari a 5,5%. Positiva la risposta del titolo in Borsa, con un rialzo dopo la diffusione della notizia.

A2A vicina a un’emissione Il prestito sarà a tasso fisso con scadenza a cinque oppure sette anni A2A accende i motori per l’emissione di un bond benchmark destinato agli investitori istituzionali. Subito dopo la presentazione del piano industriale e della trimestrale, fissata per oggi, giovedì 8 novembre, secondo l’agenzia Radiocor il gruppo presieduto da Graziano Tarantini inizierà a sondare il mercato per l’eventuale emissione di un’obbligazione che potrebbe essere collocata nella seconda metà di novembre nell’ambito del programma Euro medium term note

da due miliardi approvato di recente dal consiglio di amministrazione. Il programma Emtn in genere è finalizzato all’emissione di prestiti obbligazionari per finanziare gli investimenti dell’ente. Per A2A agiranno da bookrunner Banca Imi, Mediobanca e Bnp Paribas, con la probabile aggiunta di UniCredit. L’ammontare sarà di circa 500 milioni. Sulla scadenza è plausibile una forchetta tra i cinque e i sette anni, mentre il tasso sarà con ogni probabilità fisso.

la frase

14 novembre 2012

“Finora Bpm ha accantonato 40 milioni per coprire gli esborsi derivanti dalla conciliazione”. Un analista di Intermonte

l

soldi&bluerating

IN BREVE l SPAGNA Arriva un nuovo prestito con scadenza a gennaio 2018 Il Tesoro spagnolo ha annunciato che emetterà un nuovo benchmark, con scadenza 31 gennaio 2018 e cedola 4,5%, in occasione delle aste dell’8 novembre. Nella giornata Madrid riaprirà anche il Bono 31 ottobre 2015, cedola 3,75%, e il Bono 30 luglio 2032, cedola 5,75%.

l ROTTAPHARM Proporrà un’obbligazione da 400 milioni

La società farmaceutica italotedesca Rottapharm ha in programma l’emissione di un bond senior a 3 anni da 400 milioni. Le banche coinvolte nell’operazione sono Jp Morgan, Banca Imi e Mediobanca. Lo riferisce Ifr, un servizio di Thomson Reuters. Il lancio avverrà dopo un roadshow europeo che termina oggi, giovedì 8 novembre. Il pricing sarà reso noto in seguito. Rottapharm, i cui rating sono Ba3 e BB-, la scorsa estate ha accantonato i piani di apertura del capitale al private equity, interrompendo le trattative con Avista e Clessidra e rimandando l’appuntamento con l’ipo.

l ROMANIA Un bond per portare denaro dentro le casse statali

La Romania ha emesso un prestito obbligazionario da 1,5 miliardi di euro per rifinanziarne uno in scadenza da 794 milioni e raccogliere denaro fresco per le casse statali. La nuova obbligazione, collocata tramite un pool di banche internazionali composte da Barclays Capital, Citigroup, German Bank e Hsbc e quotata sulla Borsa del Lussemburgo, ha una durata di sette anni, paga una cedola annuale del 5% lordo ed è negoziabile per tagli da 1.000 euro.

LA SENTENZA Nei casi Cirio e Parmalat anche le banche hanno le loro colpe Per la Corte di Cassazione investire nei bond Parmalat e Cirio era da considerarsi rischioso e, sul loro livello di rischio, le banche dovevano informare i clienti anche quando ancora non si parlava di default. Il pronunciamento è contenuto nella decisione numero 18038/2012, che ha dato ragione ai risparmiatori. La sentenza ha affrontato il problema della valutazione, da parte delle banche, della propensione al rischio. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici spiegano che “in ogni caso la banca è tenuta a dare le necessarie informazioni sui rischi legati agli investimenti”. Gli istituti di credito dunque non possono giustificarsi solamente per il fatto che non fosse chiaro il rischio di fallimento delle due società, e neppure possono giustificarsi sostenendo che titoli erano regolarmente venduti anche da altre banche che li consideravano convenienti.


&-39 Pag 08-09

6-11-2012

14 novembre 2012

l

13:02

Pagina 9

banche&assicurazioni | 9

soldi&bluerating

Il presidente del cds Bazoli: per noi il sistema duale funziona

Intesa Sanpaolo, il cdg cambia pelle di Diana Bin Novità per Intesa Sanpaolo: l’assemblea straordinaria ha approvato a larga maggioranza una serie di modifiche allo statuto che puntano a rendere più snella la gestione della banca. Nello specifico, sono stati confermati sia il consiglio di sorveglianza sia quello di gestione, ma in quest’ultimo si prevede l’ingresso da due a quattro manager (oggi c’è solo il consigliere delegato), a seconda del numero totale dei consiglieri, che potranno variare da sette a 11. Una mossa, ha spiegato il presidente del cds, Giovanni Bazoli, volta a “ridare al cdg un ruolo centrale all’interno della società senza dispersioni”, migliorando il sistema duale che, comunque, “per Intesa Sanpaolo si è rivelato la scelta giusta”. L’esperienza di

Giovanni Bazoli

questi anni, ha spiegato Bazoli, “ci dice che per una banca complessa come la nostra il sistema duale ha funzionato. Si sono verificate tuttavia situazioni di disfunzionalità ed è per questo che proponiamo la riforma”. In base alle modifiche, ha sottolineato ancora Bazoli, “si realizza un avvicinamento, pur con le pecu-

Se l’Rc auto unisex penalizza le donne SuperMoney: da dicembre le compagnie dovranno uniformare le tariffe. E giocheranno al rialzo La parità dei sessi può costare cara alle donne. Come nel caso dell’Rc auto, per esempio. Con l’entrata in vigore, a partire dal 21 dicembre, del provvedimento che obbliga le compagnie a garantire lo stesso

prezzo sulle polizze stipulate da uomini e donne, in base a una direttiva europea volta ad abolire la discriminazione, le rappresentanti del gentil sesso dovranno pagare un’assicurazione più salata. Uno studio dell’Osservatorio SuperMoney, portale per il confronto delle Rc auto online, ha analizzato i due profili standard stabiliti dall’Isvap: un guidatore e una guidatrice di 40 anni, con auto di 1.300 cc a benzina, in classe bonusmalus CU 1, a Milano. Ne è emerso

Il sistema perde pezzi Lo conferma l’analisi del comparto bancario diffusa dalla Bce Nel 2011 il settore bancario europeo ha visto un’ulteriore riduzione di sportelli e personale, in linea con l’andamento degli ultimi anni. È la fotografia scattata dalla Bce, secondo cui l’anno scorso il numero delle agenzie è sceso a 176.722 nell’area della moneta unica, dopo il picco di 186.256 unità del 2008. Stesso andamento per l’Ue, dove il calo sul

2010 è stato di oltre 7mila unità, a 223.188 sportelli. Fra il 2010 e il 2011 il settore ha perso nell’eurozona circa 25mila posti di lavoro, a 2,1 milioni di addetti. E il trend interessa anche l’Italia, dove in un anno sono andati persi più di 5mila posti (25mila dal 2007): a fine 2011 gli occupati in ambito bancario nel Paese erano poco meno di 326mila.

liarità del sistema italiano, al sistema classico del duale, che prevede la sola presenza di manager, con una soluzione che riteniamo possa essere un modello pilota”. Bazoli ha poi ribadito la volontà di anticipare il rinnovo dei consigli rispetto alla scadenza di aprile, per non sovrapporsi con la discussione del bilancio 2012 e “per affrontare con organi nel pieno delle funzioni eventuali turbolenze in concomitanza con le elezioni politiche”. Intanto il consigliere delegato Enrico Cucchiani ha confermato la distribuzione di un dividendo per il 2012 almeno in linea con quello del 2011, pari a otto centesimi per azione. “La nostra situazione patrimoniale è di solidità dei conti”, ha detto. “A meno di eventi imprevedibili negli ultimi due mesi, distribuiremo i dividendi”.

che il prezzo medio di una polizza stipulata da una donna - calcolato in base alle prime cinque migliori compagnie - è salito a 393 euro dai 376 euro di sei mesi fa, mentre il costo medio per un uomo è rimasto stabile (da 379 a 380 euro). “Le società che prima offrivano alle guidatrici, statisticamente meno rischiose, tariffe ridotte rispetto agli uomini, ora che devono uniformare l’offerta giocano al rialzo”, ha commentato Andrea Manfredi, a.d. di SuperMoney. “Così si rischia però di penalizzare le donne con prezzi troppo elevati rispetto al loro profilo di rischio”. Come correre ai ripari? “Confrontando più preventivi prima di stipulare una polizza”.

CONTROPELO

di Bruno Tabacci*

A metà strada tra cultura e riforme

L

a spending review non è solo “un primo passo nella direzione giusta” né un “intervento di piccola manutenzione”, come a luglio l’aveva definita il presidente di Confindustria Squinzi. Il lavoro del commissario Bondi e gli atti del governo aprono la strada a un cambio di passo della pubblica amministrazione. Dopo anni di tagli lineari imposti dall’ex ministro Tremonti, finalmente si è indicata la strada di un esame, voce per voce, della spesa pubblica, per distinguere il buono dal superfluo e soprattutto per concentrare le risorse disponibili dove realmente necessario. Si tratta di un lavoro enorme e molto faticoso. Ma è l’unico che possa garantire frutti adeguati e duraturi nel tempo, l’unico in grado di ridurre anche in tema di bilancio pubblico lo spread che ci separa dalle best practices dei Paesi più virtuosi dell’area euro. È vero che non sempre la semplice riduzione della spesa può essere funzionale a sostenere un ciclo economico, ma è incontestabile che una buona pratica di spending review consente di migliorare le politiche. Da un lato correggendone gli effetti distorsivi e dall’altro favorendo il percorso delle riforme strutturali per la crescita, con il più responsabile apporto di chi, negli uffici pubblici, è chiamato ad applicarle. Questa sarà una delle mission fondamentali, dunque, anche di chiunque sarà chiamato a governare nella prossima legislatura. Sapendo ancora una volta che i sacrifici avviati dal governo Monti non sono finiti, ma appena iniziati. Perché, per esempio, una spending review seria e precisa, non può non comportare l’abbandono dell’idea che il posto pubblico possa essere considerato una specie di ammortizzatore sociale. Eppure si tratta di sacrifici indispensabili, se vogliamo riportare l’Italia al passo con l’Europa e insieme rimanere protagonisti nel processo di sviluppo mondiale. L’alternativa è rimanere indietro e accettare come inesorabile il declino avviato dall’inconcludenza scandalosa dei governi degli ultimi dieci anni. *deputato al Parlamento e assessore al bilancio e ai tributi del Comune di Milano


&-39 Pag 10-11

6-11-2012

12:24

Pagina 10

10 | fondi&gestori

14 novembre 2012

Allianz Global Investors propone un nuovo tema

Infrastrutture, investire si può di Francesca Vercesi

Deborah Zurkow

Allianz Global Investors, società di gestione del gruppo Allianz, sta puntando sul segmento degli asset infrastrutturali, adatto a investitori con passività a lungo termine, come fondi pensione e compagnie assicurative. Tanto che di recente ha istituito un team interno specializzato nella gestione di questo segmento. Deborah Zurkow, cio infrastructure debt della società, ne ha parlato con soldi&bluerating. In che senso il debito infrastrutturale è una valida alternativa obbligazionaria? Per Allianz Global Investors questo segmento rappresenta la risposta strategica a una reale opportunità di investimento. Le stime indicano una domanda di infrastrutture in Europa, fino al 2020, tra gli 1,5 e i 2 trilioni di euro. È importante però identificare le migliori opportunità per un portafoglio investment grade. Per questo abbiamo istituito un team interno specializzato. Le obbligazioni corporate sono spesso raffrontate agli investimenti in asset infrastrutturali e per alcune operazioni

potrebbe essere appropriato. Tuttavia, gli investitori dovrebbero focalizzarsi su investimenti infrastrutturali a lungo termine come una diversificazione rispetto agli investimenti in debito sovrano e obbligazioni garantite. Questa garantisce attraenti rendimenti legati al premio di illiquidità e agli spread di credito, uniti alla sicurezza di un asset reale sottostante. Anche il retail può beneficiare di questa asset class? Con la crescita della liquidità del segmento infrastrutturale si potrebbero

sviluppare opportunità di investimento nel settore per il retail. Tuttavia, oggi l’asset class è relativamente nuova e richiede una capacità di valutazione elevata, propria di investitori di natura istituzionale. Qual è il vostro stile di gestione e investimento? Il nostro focus si concentra su due aspetti: l’analisi dell’asset nel contesto in cui si svilupperà e la strutturazione del finanziamento, affinché possa garantire agli investitori adeguati strumenti in caso di particolari complessità. Ci focalizziamo soprattutto sul debito senior investment grade nei settori “core infrastructure”, come le utilities regolamentate o le infrastrutture sociali ed economiche, per esempio ospedali costruiti con la formula del private finance initiative o strade a pedaggio. Nel settore delle infrastrutture possono presentarsi fattori di complessità come esondazioni, interruzioni di corrente e ritardi nei trasporti. Ma gli investitori devono assicurarsi che l’impatto di questi eventi sui finanziamenti sia limitato e non comprometta la riuscita dell’infrastruttura e dell’investimento.

l

soldi&bluerating

PREVIDENZA Amundi sgr, la SecondaPensione è disponibile con un click di Sara Lupi

Il web diventa anche strumento di pianificazione familiare per il futuro. SecondaPensione - fondo pensione aperto di Amundi sgr rivolto sia agli investitori più evoluti sia ai piccoli risparmiatori - è infatti tra i primi fondi di previdenza complementare italiani a permettere anche l’adesione online direttamente sul sito. La somma da versare viene definita dall’aderente secondo le proprie necessità e le proprie disponibilità, così come la scelta del piano di investimento. Inoltre, evidenzia Amundi, è possibile cambiare scelta nel corso del tempo in base alle esigenze proprie o dei figli, con l’ulteriore vantaggio della deducibilità fiscale dei versamenti in tutto il periodo di accumulo. “Di fronte a una sempre maggiore incertezza rispetto alle tempistiche di pensionamento e a un futuro dai contorni imprevedibili, risparmiatori e famiglie iniziano a prendere consapevolezza della necessità di costruirsi una fonte di reddito anche dopo l’attività lavorativa”, commenta Nadia Vavassori, head of business unit di SecondaPensione. “SecondaPensione rappresenta un salvadanaio per i risparmi, con il vantaggio di vederli rivalutati nel tempo grazie a una gestione finanziaria specializzata e di lungo periodo”, ha aggiunto. Grazie a una struttura di costi trasparente e contenuta e a oltre dieci anni di costanti risultati finanziari, sottolinea ancora Amundi, SecondaPensione ha ottenuto un eccellente rapporto tra costi e rendimenti. Permettendo, tra l’altro, vantaggi fiscali sui versamenti (fino a 5.164 euro l’anno), sui rendimenti finanziari (tassati all’11%) e sui rimborsi (tassati a un’aliquota compresa tra il 23% e il 9%). Inoltre non c’è obbligo di apertura di un conto corrente ad hoc, di conseguenza non ci sono costi di tenuta del conto e di successiva chiusura.

IN BREVE l ECM AM Una ex Société Générale entra nel team del fixed income

l PATRIMONIA Ecco chi sono le migliori boutique francesi

l LEGG MASON Fondi azionari Usa accessibili tramite la classe Euro Hedge

Ecm AM nomina Valérie Keller-Crochet, ex trader di Société Générale, nel team di gestione portafogli per incrementare la copertura del settore reddito fisso. KellerCrochet riporterà al co-cio Ross Pamphilon e sarà responsabile del trading investment grade per i titoli non finanziari e high yield.

In Francia, la cultura finanziaria è cresciuta negli ultimi tempi. Lo testimonia l’evento sul risparmio Patrimonia. Che segnala tra le società presenti Nestadio Capital, Calao Finance, Domaines & Patrimoine e Slb. Il 23 e 24 novembre, poi, si terrà a Parigi Actionaria, Salone della Borsa e dei prodotti finanziari.

Legg Mason rende accessibili i suoi nove fondi azionari Usa tramite la classe azionaria Euro Hedge. “L’aggiunta di queste tipologie di azionario offre una scelta ancora più ampia per accedere e trarre vantaggio da questa gamma di prodotti”, ha commentato Marco Negri, country head di Legg Mason per l’Italia.


&-39 Pag 10-11

6-11-2012

14 novembre 2012

l

12:24

Pagina 11

fondi&gestori | 11

soldi&bluerating

La realtà del gruppo Man spiega la sua strategia

Glg scommette sul convertibile di Francesca Vercesi L’andamento dei listini nel 2012 ha mostrato come i mercati fluttuino attraverso equilibri molto delicati con correzioni repentine seguite da rialzi con bassi volumi. A spiegare perché investire in un fondo focalizzato sui bond convertibili potrebbe rivelarsi interessante in questo momento è Danilo Rippa (nella foto), gestore del fondo Glg Global Convertible (Man). I fondi sulle obbligazioni convertibili sono tornati nel mirino degli operatori, che li stanno proponendo ai risparmiatori come validi strumenti per un portafoglio diversificato. Qual è il potenziale? In questo scenario, uno strumento difensivo e dinamico come l’obbligazione convertibile all’interno di un fondo rappresenta un’al-

26,3 Sono gli asset gestiti, in miliardi di dollari, al 30 settembre 2012

ternativa per proteggere il portafoglio nelle fasi di ribasso, mantenendo i potenziali benefici dell’esposizione al mercato azionario. Questo strumento coniuga il flusso cedolare tipico di un titolo di credito con una partecipazione al rialzo dei corsi azionari, con il risultato che un’allocazione superiore al 20% in convertibili migliora il rapporto tra rischio e rendimento. Nel fondo i bond convertibili pesano per l’86,2%. I gestori di fondi di questo tipo cercano di sfruttare il rapporto non lineare tra il prezzo dell’obbligazione convertibile e quello dell’azione sottostante, rapporto che rende questo tipo di titoli più sensibili alle variazioni al rialzo del prezzo dell’azione sottostante rispetto a un’eventuale flessione della stessa grandezza. E in prospettiva, quali

2 Glg è stata acquisita da Man due anni fa, alla fine del 2010

considerazioni può fare? In caso di ripresa economica, bisognerà ricorrere a una stretta monetaria per contrastare il rialzo dell’inflazione: la scelta di fondi che investono in obbligazioni convertibili offrirà una protezione maggiore dall’aumento dei tassi di interesse rispetto alle normali obbligazioni societarie. Al contrario, in uno scenario al ribasso in cui le economie sviluppate ricadono nella recessione, questo tipo di comparti sarà favorito rispetto ai fondi interamente azionari dato che sono titoli di credito che convergono verso la pari all’avvicinarsi della scadenza dei titoli. Il terzo scenario è quello di una crescita globale stagnante con un aumento della volatilità. In questo caso, aumenterebbe il valore delle opzioni, che a sua volta spingerebbe al rialzo i prezzi dei titoli convertibili. Allo stesso tempo, gli investitori continuerebbero a beneficiare dei flussi cedolari garantiti dai bond.

17 La società ha 17 anni, essendo stata fondata nel 1995

Swiss & Global, il private labelling compie 20 anni L’attività di private labelling di Swiss & Global festeggia il ventennale, con oltre 200 fondi private label creati su misura per il cliente in collaborazione con partner esterni. Il nome di questi prodotti, spiega Swiss & Global AM, viene scelto a discrezione del partner (di qui il termi-

ne private labelling): ciò gli consente di posizionarsi con il suo nome come operatore di fondi e di esternalizzare al contempo a Swiss & Global singoli servizi amministrativi e legali. Il primo fondo private label della società ha visto la luce nel 1992 in collaborazione con l’austriaca Erste

Bank. Da allora sono stati realizzati oltre 200 fondi domiciliati in Svizzera, Lussemburgo e alle Isole Cayman. Il team di 12 persone serve circa 50 clienti gestendo oltre 40 miliardi di franchi svizzeri. Tra i partner banche, gestori di patrimoni, società assicurative e casse pensioni.

IN BREVE l COMGEST Debutto in Italia sotto la guida di Berglund La società di asset management internazionale indipendente Comgest apre in Italia, dove ha già concluso il primo accordo di distribuzione con FinecoBank. E affida lo sviluppo nel Paese alla manager italo-svedese Gabriella Berglund, nominata responsabile per i clienti istituzionali e la distribuzione. In Comgest dal 2010, Berglund ha lavorato in Banque Indosuez, Jp Morgan, Ixis am, Edmond de Rothschild am e Sgam.

l UNICREDIT Sofipa Equity Fund va in rosso nel terzo trimestre Il terzo trimestre del 2012 si è chiuso in rosso per Sofipa Equity Fund. Secondo i dati diffusi da Sofipa sgr (gruppo UniCredit), la perdita netta del fondo chiuso ammonta a 3,68 milioni di euro nel periodo (87,71 euro pro quota), mentre il valore complessivo di Sofipa Equity Fund - la cui durata è stata estesa lo scorso agosto fino al 31 dicembre 2015 - è sceso a fine settembre a 37,46 milioni dai 41,14 milioni del dicembre 2011 e il valore di ognuna delle 42mila quote è pari a 891,912 euro.

l SCHRODERS L’Europa emergente resiste alla crisi nell’eurozona Secondo Schroders, i Paesi dell’Europa emergente stanno resistendo alla crisi nell’eurozona. L’asset manager segnala che negli ultimi tre anni l’indice dell’area - Msci Em Emerging Europe 10/40 Net (TR) - ha guadagnato l’11,4% annuo. Insomma, la regione nel suo insieme ha prodotto solidi rendimenti per gli investitori superando, nel periodo considerato, le piazze emergenti globali.

l ODDO AM Auguri di buon compleanno alla gamma Avenir Spegne 20 candeline il primo fondo della gamma Avenir di Oddo AM, composta da prodotti che investono nel capitale azionario delle mid cap europee ad alto rendimento. Il fondo Oddo Avenir, dedicato al mercato azionario francese, ha visto un rendimento del +1.080% dal lancio - nel settembre del 1992 - con una performance annualizzata pari a +13,2%. Nello stesso periodo, il benchmark del fondo (90% Cac Mid 60 più 10% Eonia) ha registrato una performance del +255%, con un +6,6% su base annua.


&-39 Pag 12-13

6-11-2012

12:35

Pagina 12

12 | etf&certificati

14 novembre 2012

Lyxor International AM riduce i costi su sette etf

Al via gli sconti Giù le commissioni a partire dal 22 ottobre di Francesca Sulpizi Giù le commissioni totali annue per sette replicanti. Lyxor International Asset Management ha comunicato la riduzione del Total expense ratio (Ter) di sette Lyxor Etf a partire da lunedì 22 ottobre. I sette replicanti in questione sono Lyxor Etf Euro Stoxx 50, che passa dallo 0,25% allo 0,20%, Lyxor Etf Japan (Topix), che scende dallo 0,50% allo 0,45%, Lyxor Etf Msci AC Asia-Pacific Ex Japan, che si porta dallo 0,65% allo 0,60%, Lyxor Etf Msci Emerging Markets, che passa dallo 0,65% allo 0,55%, Lyxor Etf Msci Emu, che va dallo 0,35% allo 0,30%, Lyxor Etf Msci Europe, che varia dallo 0,35% allo 0,30%, e infine Lyxor Etf Msci Usa, che cambia passando dallo 0,35% allo 0,30%. La riduzione delle commissioni totali annue, spiega

l’asset manager nell’avviso a Borsa Italiana, ha la finalità di migliorare la competitività dei sette exchange traded fund che, nell’offerta di Lyxor, risultano particolarmente strategici in quanto focalizzati su asset class di primaria importanza. Il mantenimento di una struttura commissionale competitiva è un elemento necessario per creare valore, sostiene la società. Al tempo stesso, l’asset manager ricorda i quattro parametri di

efficienza a cui si attengono i Lyxor Etf “al fine di garantire ai suoi investitori i più alti standard di qualità”: performance, liquidità, un processo di investimento disciplinato e trasparenza. Le versioni aggiornate dei prospetti, dei Kiid e dei documenti di quotazione degli etf citati si possono consultare e scaricare dai siti web www.etf.it e www.lyxoretf.it o presso Société Générale, in via Olona 2, a Milano.

Nome

IN PILLOLE l ROYAL BANK OF SCOTLAND Nel listino ufficiale c’è uno strumento con sottostante UniCredit Royal Bank of Scotland ha annunciato l’inserimento nel listino ufficiale, sezione securitised derivatives, del suo Bonus Plus Certificate su Azione UniCredit. Le negoziazioni in Borsa hanno avuto inizio lunedì 29 ottobre. La quotazione è sul Sedex. Il prodotto seguirà le performance di UniCredit. Lo strike è stato fissato a 3,625, con scadenza al 25 ottobre 2013. Il valore nominale è di 100 euro e il quantitativo scelto dall’emittente è di 10mila unità in tutto. La prima barriera è fissata al 60%, mentre il rapporto tra bonus e strike è del 110,25%. Se il titolo UniCredit, al momento della scadenza, dovesse aver perso più del 40% del suo valore, l’investitore subirà le stesse perdite dell’azione come se il suo fosse un investimento diretto. Altrimenti, si procederà alla restituzione integrale.

Il nuovo Ter annuo

Lyxor Etf Euro Stoxx 50

da 0,25% a 0,20%

Lyxor Etf Japan (Topix)

da 0,50% a 0,45%

Lyxor Etf Msci Ac Asia-Pacific Ex Japan

da 0,65% a 0,60%

Lyxor Etf Msci Emerging Markets

da 0,65% a 0,55%

Lyxor Etf Msci Emu

da 0,35% a 0,30%

Lyxor Etf Msci Europe

da 0,35% a 0,30%

Lyxor Etf Msci Usa

da 0,35% a 0,30% Fonte: Lyxor International AM

0,20%

I Lyxor Etf su cui l’asset manager ha abbassato il Tier annuo.

Il Lyxor Etf Euro Stoxx 50 passa dallo 0,25% allo 0,20%.

0,30% Il Lyxor Etf Msci Europe passa dallo 0,35% allo 0,30%.

Un nuovo ingresso al Nord

Etf Securities (Uk) ha nominato Peter Lidblom (nella foto) suo capo per la regione nordica. Lidblom riporterà a Isabell Mössler, co-responsabile delle vendite per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa. La notizia è arrivata a fine ottobre. Nel suo nuovo ruolo,

soldi&bluerating

COME TI ABBASSO IL TER ANNUO

7

Etf Securities (Uk) ha annunciato la nomina del capo della regione: è Peter Lidblom

l

Lidblom gestirà i rapporti del gruppo con le istituzioni finanziarie, con particolare attenzione a Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia. Il manager porta con sé quasi vent’anni di esperienza nell’attività bancaria internazionale e soprattutto nella vendita. Di recente è stato alla North Square Blue Oak Limited, dove è stato a capo delle vendite per la parte che riguarda la Cina. Prima di approdare in Nsbo Limited, dove è stato

dal febbraio del 2010 all’ottobre del 2012, ha lavorato per Nordea e per Seb, dividendosi di fatto tra la Svezia e il Regno Unito. Etf Securities è un emittente di exchange traded product con competenza nel settore delle materie prime. Ha quotato il primo gold exchange traded commodity nel 2003. Al 31 dicembre 2011, l’attivo gestito era pari a 25,2 miliardi di dollari statunitensi.

l BNP PARIBAS Bnp Paribas Arbitrage Issuance lancia due certificati su azioni Il segmento Sedex di Borsa Italiana di recente ha dato il benvenuto a due certificati targati Bnp Paribas Arbitrage Issuance: sono due Athena Relax Certificates, con sottostante altrettanti titoli azionari. La liquidazione di questi strumenti sarà di tipo monetario, mentre la modalità di esercizio sarà europea. Il primo certificato seguirà l’andamento del titolo Adidas. La data di scadenza è il 31 luglio 2015. Importo complessivo, venti milioni di euro. Il secondo certificato, stessa scadenza e stesso ammontare, avrà come sottostante il titolo Deutsche Post. Gli investitori interessati devono tenere presente che i titoli non sono a capitale protetto. La protezione scatta solo se il prezzo di chiusura del sottostante è uguale o maggiore alla barriera alla data del rimborso.

l BANCA IMI In negoziazione sul Sedex un prodotto che segue l’andamento del Brent Anche Banca Imi si è appena rilanciata sui certificati con uno strumento in negoziazione sul Sedex di Borsa Italiana dal 22 ottobre. Si chiama Equity Protection Quanto Certificates su Future Brent 27 luglio 2015. La liquidazione è monetaria, la modalità di esercizio europea. Il sottostante dello strumento è l’Ice Brent Crude Future Contract. La scadenza è fissata al 27 luglio 2015. La quantità emessa è di poco superiore ai 10mila pezzi. Il rating a lungo termine dell’emittente è Baa2 per Moody’s, BBB+ per Standard & Poor’s e A- per Fitch.


&-39 Pag 12-13

6-11-2012

12:35

Pagina 13


&-39 Pag 14-17

6-11-2012

12:58

Pagina 14

14 | realestate

14 novembre 2012

La nuova norma causa un aumento dei canoni

L’Imu spaventa chi è in affitto di Gianluca Baldini “Dopo le modifiche approvate dai Comuni entro il 31 ottobre, si registrano aumenti, nell’Imu per i contratti a canone calmierato, addirittura del 2.000%, con una media di più del 200% rispetto all’Ici”. È quanto dichiara il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, in merito all’impatto su quei contratti di affitto che devono conformarsi non solo alla trattativa delle parti ma anche agli accordi sindacali presenti a livello territoriale. “Sono dati che fanno a pugni con un fisco civile e sono un autogol perché decretano la morte dell’affitto legale, con il risultato di un aumento enorme delle spese per l’assistenza da parte di Comuni a chi resterà senza alloggio”. Ma l’Imu peserà molto anche sui bilanci delle imprese che possiedono un negozio, un laboratorio o un capannone. Si potrebbe arrivare anche al triplo rispetto alla vecchia Ici. Colpa di aliquote più alte

rispetto al passato (quasi sempre e salvo poche eccezioni oscillano tra lo 0,96% e l’1,06%) e di coefficienti moltiplicatori più elevati. Considerando i dieci maggiori capoluoghi d’Italia, l’aumento che una piccola impresa con un immobile di

100 metri quadri e una rendita catastale di 1.470 euro dovrà sostenere è fino a 600 euro a Torino e tra i 500 e i 530 euro tra Cagliari, Firenze, Palermo, Napoli e Bari. Oltretutto nell’acconto di giugno gli imprenditori hanno calcolato l’importo dovuto sulla base dell’aliquota standard (0,76%), ora invece al saldo del 17 dicembre bisognerà applicare l’aliquota decisa dai singoli Comuni. L’aliquota media sarà dello 0,96%. Dopo un acconto di 380 euro, l’impresa dovrà pagare 580 euro di saldo.

IL MISTERO È giallo su quanto si dovrà pagare per il saldo dell’imposta municipale unica Per uno studio Censis-Confcommercio, il 41,7% dei proprietari d’immobili non sa quanto dovrà pagare di Imu per il saldo del 17 dicembre. Il restante 58,3% ha invece fatto una previsione: di questi, il 46% ritiene di dover pagare un importo inferiore a 300 euro, il 29,6% prevede che sarà tra i 300 e i 600 euro e il 9,4% tra i 600 e i 1.000 euro. Il 5,1% prevede di superare i 1.000 euro. La quota residua valuta di non dover pagare nulla.

Donazioni raddoppiate tra il 2000 e il 2009 Secondo l’Istat in quasi dieci anni l’aumento è stato del 57,5% Il trend delle donazioni in Italia è aumentato in questi ultimi anni su tutto il territorio della Penisola, con un incremento del 57,5% tra il 2000 e il 2009. È quanto emerge dagli ultimi dati diffusi dall’Istat. In particolare, sono più che raddoppiate le donazioni di immobili a uso abitazione e accessori (+103,8%). Nel nostro Paese

nel 2009 sono state effettuate 192.536 donazioni, metà delle quali hanno riguardato unità immobiliari a uso residenziale. Nello specifico, il 50,4% del totale (97.074) aveva a oggetto immobili a uso abitazione, il 22% terreni (42.384), il 7% la cessione di quote di società di persone o di srl, il 5,5% è stato con riserva di usufrutto su fondi urbani o agricoli e il 2,7% ha riguardato la cessione di aziende. L’Emilia Romagna (207,9

donazioni ogni 100.000 abitanti) è una delle regioni con il minor numero di donazioni del Nord Italia, davanti alla Toscana (146,4) e alle spalle della Lombardia (227). Un dato inferiore, questo, anche alle regioni del Nord Ovest (237), e del Nord Est (306,5). Nelle regioni del Sud, invece, si registra un picco con 492,1 donazioni ogni 100mila abitanti. Per finire, sono 359,9 nelle Isole e 215,9 nel Centro.

l

soldi&bluerating

IN PILLOLE l Gli italiani credono meno negli immobili come investimento Il mattone è l’investimento sicuro per eccellenza degli italiani. O no? Non più, secondo le conclusioni dell’indagine Acri-Ipsos. Gli immobili rimangono l’investimento ideale solo per il 35% del campione intervistato, contro il 70% di consensi raccolto nel 2006 e il 43% dello scorso anno. Cresce fortemente, al 28%, chi invece ritiene in questo momento sbagliato qualsiasi tipo di investimento e preferisce tenere i risparmi liquidi. Il resto ha dichiarato di preferire puntare su forme ritenute meno a rischio, come titoli di Stato o libretti postali.

l UniCredit vende alcune ville nel centro di Roma in Via Veneto

Sarebbero oltre un centinaio gli operatori, italiani e stranieri, in gara per l’acquisizione delle 14 residenze in stile liberty (tra cui il villino Casati, nella foto) messe in vendita da UniCredit nel centro di Roma, vicino a via Veneto. Per questo motivo, secondo quanto risulta all’agenzia di stampa Ansa, il gruppo bancario ha “prorogato il termine per la presentazione delle offerte non vincolanti alla fine di novembre per consentire a tutti di visitare gli immobili e approfondire il dossier”. Le superfici dei villini, adibiti attualmente a sedi del gruppo, vanno dai 600 ai 3.500 metri quadrati per 27mila metri quadri totali. Possono essere adibiti a usi differenti - residenziale, uffici, rappresentanza e turistico - a patto di rispettare gli stretti vincoli architettonici e culturali. Il portafoglio potrà essere venduto sia in blocco, a investitori istituzionali e developer, sia per singolo villino. E potrebbe consentire ricavi da 180 a 300 milioni di euro.

l Casa, il trilocale resta il taglio più richiesto. Parola di Tecnocasa Gli italiani puntano ancora alla casa come bene principale, anche a uso investimento. In base a un’analisi condotta da Tecnocasa nel bacino dei suoi clienti, nel primo semestre del 2012, il 72,4% delle compravendite portate a termine riguarda l’abitazione principale e aumenta la percentuale di chi acquista con finalità di investimento (dal 18% al 23,4%). L’analisi indica ancora il trilocale come il taglio più richiesto, con il 41,3% delle preferenze (a fronte del 47% dei primi sei mesi del 2011) e registra un interesse crescente per i quadrilocali (passati dal 17,4% al 19,8%). Il ricorso al mutuo, soprattutto a causa delle difficoltà di accesso al credito, ha visto una diminuzione, e viene richiesto nella metà dei casi (contro il 57% dell’anno scorso).

l Scendono le domande di mutuo da parte dei cittadini americani

Le richieste di mutuo da parte dei cittadini americani nell’ultima settimana hanno subito una flessione. Lo rende noto la Mortgage Bankers Associations (Mba). L’indice delle richieste mutuo sono scivolate del 4,8%, e quello relativo alle domande di rifinanziamento del 6%.


&-39 Pag 14-17

6-11-2012

12:58

Pagina 15

Focus

Vent’anni di trading

IN CIFRE

94% È la percentuale di trader online maschi, che nel 64% dei casi ha più di 45 anni

60% La percentuale di trader online che ha dieci o più anni di esperienza

84% Questa è la percentuale di trader online che negozia azioni italiane

L’evoluzione del mercato a cura di Daniel Settembre

34 Gli ordini annui, in milioni, sui principali mercati azionari e sui derivati

2 Sono i conti trading aperti in media dai trader. Il 49% opera con più di un broker

TRADING Tutto quello che c’è da sapere su questo mondo lo trovi su www.soldi-web.com

Sono passati quasi 20 anni da quando Borsa Italiana decise di accettare le connessioni delle sim negoziatrici anche da altri elaboratori. Un traguardo che portò alla nascita di operatori - primo dei quali nel 1995 Directa sim - che offrivano piattaforme di trading online in Italia. Nel 1999 la Consob emanò il nuovo regolamento di attivazione del Testo unico dei mercati finanziari, che ne gestiva i vari aspetti. Parallelamente si sviluppò internet, che diede nuovo impulso alla proliferazione di trader, per hobby e per professione, e di broker esteri, che sbarcarono nel nostro Paese, ognuno con la sua offerta specializzata. L’ultima rivoluzione, quella digitale, ha messo letteralmente in mano al trader la possibilità di operare sui mercati finanziari ovunque e in qualsiasi momento. Grazie a smartphone e tablet, il trading è diventato a portata di click. La crisi finanziaria ha fatto il resto, con gli stessi trader che non si sono fatti sfuggire l’opportunità di “scommettere” sulla volatilità, mentre gli operatori hanno cominciato a offrire anche corsi di formazione cercando di espandere il bacino di utenti, sempre più attenti ai mercati finanziari.

I primi operatori hanno visto la luce negli anni Novanta. Nel 1999, la Consob emanava l’apposito regolamento. Oggi il trading in Italia sta per spegnere 20 candeline

Negli ultimi anni, inoltre, hanno fatto la loro comparsa i cosiddetti cfd, i contratti per differenza, strumenti derivati a marginazione che permettono agli investitori di trarre vantaggio sia al rialzo sia al ribasso del prezzo di un’attività sottostante. Anno 2012: nuova sfida all’orizzonte per il mondo del trading, alle prese con la possibile, ormai certa, introduzione della Tobin tax, una tassa sulle transazioni finanziarie, in alcuni Paesi europei tra cui l’Italia. Da quella tassa dello 0,05% che secondo quanto previsto dall’attuale stesura del disegno di legge di stabilità dovrebbe entrare in vigore in Italia da gennaio - il Tesoro prevede di ottenere un introito di 233 milioni dall’azionario e di 855 milioni dai derivati, per un totale di 1,088 miliardi, tenendo anche in considerazione una caduta del 30% delle transazioni borsistiche e dell’80% per i derivati. Ma sono in molti ad avanzare dubbi e perplessità su un’imposta che rischia di ridimensionare l’intero settore finanziario, con conseguenze sul Pil e fughe di capitale verso i Paesi non tassati. Per non parlare delle probabili perdite sul fronte dell’occupazione: le stime parlano di tagli compresi tra i 20mila e i 30mila posti di lavoro.


&-39 Pag 14-17

6-11-2012

12:58

Pagina 16

16 | focus

14 novembre

L’Italia presenta ancora un interessante potenziale di crescita

Un vero emergente Vale soprattutto per il segmento smartphone e tablet Sempre più persone si stanno avvicinando al mondo del trading online. Ma in realtà, certifica Alessandro Capuano, presidente di AssoforexCfd (associazione che raccoglie i principali broker presenti in Italia, n.d.r.), “la composizione di chi fa trading non è cambiata: sono generalmente uomini tra i 30 e i 45 anni. Sempre più il trading online viene visto come un mezzo per diversificare gli investimenti”. In cosa si distingue l’Italia rispetto agli altri Paesi europei? In Italia c’è una forte differenza tra chi fa trading su azioni e chi invece lo fa su indici, forex e altri derivati. L’Italia ha una forte percentuale di trader che si concentra solo sulle azioni, addirittura solo su alcuni titoli particolari. Di recente, però, l’interesse si è portato verso il forex e i bond anche grazie ai broker che hanno reso questi mercati più accessibili, complici le forti restrizioni operative sull’azionario. Come sta evolvendo il mercato? Il 2012 è stato ancora un buon anno di crescita, ma le prospettive non sono eccezionali e sarà molto difficile vedere una crescita nel 2013. Piuttosto, se la volatilità dovesse continuare a esserci - e quindi le occasioni di trading dovessero scarseggiare - ci aspettiamo una contrazione del 15/20%. La gente, con la crisi, sta investendo di più nel trading? La crisi non è un fattore direttamente legato alle attività di trading. La gente investe e inizia a fare trading quando vede prospettive indipendentemente dalla direzione del

della componente analitica, news e grafici. Altro fattore da considerare è l’esplosione di android: è molto probabile che i broker cambieranno strategia e cominceranno a dare priorità al sistema android rispetto alla Apple.

Alessandro Capuano

mercato. La fase attuale è di massima incertezza, e questo di certo non ci aiuta. Riteniamo che il peggio della crisi si sia visto e i mercati adesso lentamente si muovono verso la normalità. Alla Borsa servono temi e stimoli nuovi. Tablet e smartphone hanno rivoluzionato il modo di fare trading. Quali sono le opportunità? Questo è il segmento che è cresciuto di più e ha ancora un margine di crescita inespresso del 15% da qui ai prossimi tre anni. In Italia siamo più indietro, ma siamo arrivati a un 15% di volumi provenienti da dispostivi mobili. In Gran Bretagna e Giappone siamo oltre il 20%. Un gap che si sta attenuando. Oggi tra piattaforma pc e piattaforma mobile non c’è praticamente differenza se non nella grafica. La prossima generazione di piattaforme mobile dovrà puntare a un miglioramento

Un consiglio che chi volesse iniziare a fare trading deve tenere sempre a mente? Avvicinarsi al trading in modo consapevole. Il primo obiettivo da porsi è sopravvivere e mantenere il capitale. Comprendo che è poco eccitante, ma sono proprio i primi due anni quelli più difficili, in cui bisogna cercare di rimanere in piedi per imparare. Inoltre, imparare bene l’utilizzo della leva finanziaria, che troppo spesso è usata in maniera sconsiderata, trasformando il trading in operazioni “testa o croce”. Ci vuole pazienza, dedizione, disciplina, ma soprattutto un metodo. Chi inizia è spesso alla ricerca del metodo vincente, che però non esiste. Ci sono trader che usano metodo e quindi sono in grado di preservare il capitale nei periodi in cui il loro metodo o la loro tecnica non funziona e trader che cambiano in continuazione metodo, mercati e piattaforma, con la speranza di un guadagno che non arriva quasi mai. Quali sono le vostre priorità, in quanto AssoforexCfd? Sicuramente continuare con l’educazione finanziaria e monitorare le evoluzioni del quadro normativo a livello europeo, che potrebbero portare a importanti cambiamenti nel nostro settore. In particolare, mi riferisco alla Tobin tax ma anche alla Mifid 2.

I PRINCIPALI OPERATORI SUL MERCATO ITALIANO

Mercati: 42 coppie di valute sul mercato forex, l’oro e l’argento, oltre ai cfd su indici di Borsa e azioni, tassi di interesse e materie prime e futures. Leva finanziaria: per il conto Classic è prevista una leva massima di 1:400. Deposito minimo: per aprire il conto Classic è richiesto un minimo di 250 euro (o equivalente). Piattaforma mobile: Mobile Trading, per operare su telefoni cellulari, smartphone e tablet.

Mercati: 30mila azioni italiane, europee, americane e canadesi. Obbligazioni, opzioni, futures ed etf, covered warrant e certificati quotati sia in Italia (Sedex) che su Euronext. Leva finanziaria: fino a 20 volte. Deposito minimo: non è previsto nessun requisito minimo di deposito. Piattaforma mobile: Binck Trading App per il tradingtouch su iPhone e iPad, smartphone e tablet android.

l

soldi&bluerating


&-39 Pag 14-17

6-11-2012

14 novembre

l

12:58

Pagina 17

focus | 17

soldi&bluerating

Mercati: 83 coppie di valute comprensive di spot forex e forwards. E ancora: materie prime, mercati globali azionari, indici e i tassi di interesse più importanti. Deposito minimo: si può aprire un conto trading con un minimo di 500 euro. Leva finanziaria: fino a 1:400. Piattaforma mobile: messe a punto applicazioni mobile per iPhone e iPad.

Mercati: Borsa di Milano (azioni, derivati e titoli a reddito fisso), su Nyse, Nasdaq, Amex, Cme-Globex, Otc, sull’Eurex, sul Liffe, sul Tlx, sullo Xetra di Francoforte e sul Chi-X di Londra. Deposito minimo: prevista una commissione d’ingresso una tantum di 155 euro per l’apertura di un conto. Leva finanziaria: a seconda dei titoli, dal 20% al 50%. Piattaforma mobile: Pen Trader, touch Trader, Gsm Trading e Wap Trading.

Mercati: 26 Borse di tutto il mondo: Italia, Europa, Stati Uniti. Inoltre, 50 cambi tra valute. E ancora: azioni, exchange traded fund, futures, opzioni, covered warrant, valute, obbligazioni e fondi. Deposito minimo: anche in questo caso, non è prevista la richiesta di un deposito minimo per aprire un conto. Leva finanziaria: fino a 100 volte. Piattaforma mobile: su questo specifico punto, si segnalano Fineco App e Mobile.

Mercati: forex, petrolio, oro e indici azionari. In media, oltre 365 miliardi di dollari di nominale vengono scambiati mensilmente sulle piattaforme di trading offerte da Fxcm. Deposito minimo: il conto Standard prevede un minimo di 300 euro. Leva finanziaria: massimo di 1:200. Piattaforma mobile: Trading Station mobile (in italiano per iPhone, iPad, dispositivi android e Amazon Kindle Fire).

Mercati: più di 12mila asset diversi tra azioni, bond, tassi, opzioni e materie prime. Deposito minimo: all’apertura del conto non è richiesto alcun deposito minimo. Leva finanziaria: varia da asset e asset, ma non sono previsti limiti. Piattaforma mobile: Mobile trading per i principali software operativi di smartphone. Sviluppata anche un’applicazione pensata in maniera specifica per dispositivo iPad.

Mercati: l’offerta è sui mercati azionari e su quelli obbligazionari, sui derivati, futures e opzioni sul mercato italiano e tutti i principali mercati esteri, sul forex. Deposito minimo: l’operatore non richiede un deposito minimo. Leva finanziaria: mini margini sui singoli titoli per una leva finanziaria super fino a 20 volte. Piattaforma mobile: IwLite, pensata in maniera mirata per smartphone e per i cellulari dotati di accesso alla navigazione in internet.

Mercati: oltre 160 incroci sul forex, oltre 8mila cfd azionari, 20 cfd su indici di mercato, oltre 1.300 etf, azioni di 29 Borse, futures e opzioni su azioni, commodities e forex. Deposito minimo: il conto classico non prevede nessun requisito minimo di deposito. Leva finanziaria: 1:100 e doppia leva disponibile sugli strumenti più liquidi. Piattaforma mobile: SaxoMobileTrader.

Mercati: c’è la possibilità di negoziare azioni, obbligazioni e non solo: anche exchange traded fund italiani e stranieri. Deposito minimo: sono sufficienti cinque operazioni di trading online per non pagare alcun canone sul conto corrente. Leva finanziaria: leva fino al 1.000%. Piattaforma mobile: si chiama SellaXtrading Mobile ed è pensata per operare su dispositivi smartphone.

Mercati: 30mila titoli negoziabili su tutti i mercati italiani e sui principali mercati esteri: azioni, obbligazioni, derivati, covered warrant, certificate ed exchange traded fund. Deposito minimo: non è previsto nessun requisito minimo di deposito. Leva finanziaria: effetto leva del 400%, personalizzabile su richiesta al 1.000%. Piattaforma mobile: T3 per iPad e applicazioni mobile per iPhone e android.

Mercati: valute, azioni, cfd (su indici azionari, valute e commodity) e opzioni vanilla e binarie. Leva finanziaria: leva massima di 1:100. Deposito minimo: 500 euro per operare su valute, azioni e cfd; 100 euro per l’apertura del conto opzioni; zero costi per l’apertura di conti e commissioni molto competitive. Piattaforma mobile: xMobile e xTab, interfacce pensate appositamente per smartphone e tablet, per sistema iOs e android.


&-39 Pag 18-19

6-11-2012

12:19

Pagina 18


&-39 Pag 18-19

6-11-2012

14 novembre 2012

l

12:19

Pagina 19

consulenti&promotori | 19

soldi&bluerating

LUCI&OMBRE

di Fabrizio Tedeschi*

Quando lo stipendio non è meritato

G Il sito BLUERATING ha raccolto le previsioni di Mps e Ubi

L’Oam vale minimo 500 euro all’anno di Maria Paulucci Va bene che i costi dell’iscrizione al nuovo elenco degli agenti in attività finanziaria ricadranno come piombo sulle tasche dei promotori finanziari. Ma quali conseguenze avranno sulle reti? Quanti sono effettivamente i pf sottoposti all’obbligo sancito dal secondo correttivo al decreto legislativo 141/2010? E quanti quelli che le società hanno dovuto bloccare in attesa dei chiarimenti del ministero dell’Economia sul periodo transitorio, che poi sono arrivati venerdì 2 novembre? Il sito BLUERATING ha rivolto queste domande alle principali realtà del settore: Banca Fideuram, Banca Mediolanum, Banca Generali, FinecoBank e Allianz Bank, giusto per citarne qualcuna. Quello che è emerso è un atteggiamento di grande cautela, del tutto comprensibile. Oltre a un senso di unanime contrarietà all’obbligo sancito per decreto. In attesa di novità dalla Consob e dalla Banca d’Italia, nel momento in cui scriviamo questo articolo hanno accettato di rispondere un po’ più diffusamente alle nostre domande Banca Mps e Ubi Banca Private Investment. “L’applicazione del decreto implicherà da parte della banca uno sforzo amministrativo e gestionale considerevole”, ha fatto presente Massimo

Quali costi comporterà l’obbligo per alcuni promotori finanziari di iscriversi all’elenco degli agenti? Lo abbiamo chiesto alle principali reti. E due hanno fornito le loro stime

Giacomelli, responsabile del servizio promozione finanziaria di Siena. “L’attività del pf risulterà ulteriormente burocratizzata e onerosa, dovendo obbligatoriamente iscriversi all’elenco degli agenti in attività finanziaria per proseguire lo svolgimento della professione. Secondo le nostre stime”, ha aggiunto, “l’obbligo di iscrizione inciderà per circa 500 euro su ogni promotore. Nella nostra rete, fatta eccezione per alcuni ex bancari, nessun professionista dovrebbe interrompere l’attività per mancanza di requisiti”. “Io lo trovo scandaloso”, ha commentato dal canto suo Cesare Colombi, direttore generale di Ubi Banca PI oltre che membro del comitato direttivo di Assoreti, che ha parlato con BLUERATING il 24 ottobre. “In sintesi, viene fuori che il pf per far bene il suo lavoro deve essere iscritto a tre elenchi: l’Albo dei promotori finanziari, il Rui e adesso anche l’Oam. Ma servono davvero, dal momento che quello principale copre tutto quello che c’è da coprire?”. Secondo le stime di Ubi Banca PI, il costo annuo in capo al promotore finanziario è tra i 600 e i 700 euro. Più l’iscrizione e la formazione. “Ora abbiamo solo sei pf che non hanno i requisiti per continuare a collocare i prodotti in questione, quindi dal 17 ottobre sono stati stoppati”. E dubbi da sciogliere, comunque, ne rimangono ancora parecchi.

li interventi pubblici del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco sono sempre interessanti e ricchi di dati. Nella relazione alla Giornata del Risparmio, scopriamo che il tasso dello stesso nelle nostre famiglie è sceso al 17%, superato da Germania e Francia (22% e 18%). Brutta notizia, ma prevedibile, dovuta al pesante calo dei redditi familiari. Non siamo più i primi in Europa e questo meriterebbe maggiore attenzione dai media. Il focus si è concentrato sull’invito a contenere le remunerazioni dei banchieri. Secondo quanto afferma il governatore, gli emolumenti degli alti dirigenti dei primi cinque gruppi bancari sono scesi del 20%; ancora meglio per quanto riguarda i primi quindici gruppi bancari quotati, con una performance pari al -25%. Questi dati sono però al netto dei compensi, variamente denominati, di fine rapporto. Se si tiene conto di questi, nel 2011 ai vertici delle nostre banche sono stati elargiti 136 milioni di euro. Non male, specie se si considera che alcune cifre importanti sono appannaggio di singoli esponenti. Questo a fronte di un sistema che ha maturato perdite per 26 milioni e denunciato 20.000 esuberi. Il punto di vero interesse, comunque, non è costituito da semplici numeri. Può essere che un bravo banchiere meriti un grande emolumento. Questo è il punto essenziale: il merito va misurato in funzione degli utili, della sicurezza della banca, della ricchezza sviluppata per tutto il sistema Italia. A guardare i vertici (specie gli ex) delle nostre banche non si ha esattamente l’idea che tutti questi soldi siano meritati. Non si può né si deve entrare nella contrattazione privata tra un manager e il suo datore di lavoro, ma esiste pur sempre, da parte dell’autorità, l’obbligo di vigilare su organizzazione, efficienza, rischi e tanto altro della banca. E non deve essere difficile valutare negativamente la struttura di tante banche che pure riconoscono stipendi milionari ai vertici. E se bisogna premiare i meritevoli, nello stesso tempo vanno puniti incompetenti e incapaci escludendoli dal sistema e non promuovendoli, come a volte è accaduto. *tedeschi@alezio.net


&-39 Pag 20-21

6-11-2012

12:18

Pagina 20

20 | nellarete

14 novembre 2012

l

soldi&bluerating

la frase

Parla Giacomelli: nel 2013 ripartiranno le ricerche

Reclutamenti a tutto spiano di Maria Paulucci “Al 30 settembre, il saldo della raccolta era positivo di 400 milioni di euro circa. Prevediamo di chiudere l’anno a quota 500 milioni”. A parlare è Massimo Giacomelli, responsabile del servizio di promozione finanziaria di Mps. “Sono numeri che divergono rispetto a quelli comunicati da Assoreti (totale raccolta netta da gennaio a settembre negativa per circa 27 milioni, n.d.r.), che non prendono in considerazione tre importanti clienti istituzionali gestiti a livello di tesoreria dai nostri promotori finanziari”. Com’è strutturata, oggi, la vostra offerta? Confermiamo il nostro modello ad architettura aperta: al Campus di ottobre abbiamo presentato il nostro nuovo partner commerciale, Threadneedle, con il quale sale a 30 il numero delle case d’investimento e delle società specializzate con le quali abbiamo accordi di distribuzione. Proseguiamo con l’offerta delle Gestioni patrimoniali a preventivo assenso, che sta incontrando largo consenso tra i nostri clienti. In quest’ottica, stiamo preparando una nuova proposta di Gpa che sarà pronta per la fine dell’anno. A richiesta della rete, proponiamo soluzioni di investimento nel comparto obbligazionario e dei derivati. E la previdenza? Su questo tema riscontriamo in rete ancora un gap cultura-

Il responsabile della promozione finanziaria di Mps: stiamo pensando anche a un giro d’Italia con i vertici della banca

dei bancari è di grande interesse, soprattutto se si tratta di professionisti attivi nei segmenti upper affluent e private. I nostri recenti reclutamenti sono tutti senior. Il portafoglio medio va dai 10 milioni in su, con l’eccezione di quei singoli promotori, provenienti dalla stessa struttura, che entrano in gruppo nella nostra rete. Acquisizioni? Preferiamo evitare acquisizioni di reti. Il reclutamento di singoli pf, pur essendo più costoso, nel lungo periodo si rivela più proficuo e utile.

Il saldo positivo della raccolta di Mps al 30 settembre

Massimo Giacomelli, responsabile del servizio promozione finanziaria

le. I promotori sono spesso restii a collocare prodotti assicurativi, e non per una questione di remunerazione, dal momento che la nostra è in linea se non superiore a quella del mercato. Nel corso dell’anno, tra le altre cose, abbiamo previsto un piano di interventi formativi volti ad approfondire il grado di conoscenza dei pf, sensibilizzandoli sull’importanza delle tematiche previdenziali. Quanto al reclutamento? Nei primi nove mesi dell’anno abbiamo inserito 28 professionisti altamente qualificati e prevediamo di chiudere il 2012 con un saldo di circa 45 ingressi. Il dato è inferiore alla media degli altri anni (80/100 pf), ma abbiamo già pianificato per il 2013 un’importante attività di recruiting orientata ai bancari e ai pf che saranno selezionati in base a criteri di seniority, a portafogli sopra le medie di mercato e con scarsi turnover aziendali. Il target

Massimo Giacomelli

ROADSHOW IN VISTA La nuova direzione spiegata agli addetti ai lavori La promozione finanziaria di Mps sta programmando, con i vertici della banca, la realizzazione di un roadshow riservato a un pubblico di addetti ai lavori - promotori finanziari e bancari - nei principali capoluoghi di regione. Obiettivo: presentare e testimoniare “la nuova direzione” annunciata nel Campus di ottobre, anche in un’ottica di recruitment. Sul fronte della previdenza, a settembre è partita una campagna commerciale che prevede interventi di direct marketing, tramite e-mail e sms, e il supporto di un contact center che concorda con tutti quei clienti che vogliono approfondire la tematica previdenziale un appuntamento direttamente con il pf. Senza contare il programma di siti web individuali per ognuno dei personal financial banker della rete, presentato qualche giorno fa.

400 500 787 milioni

“Il tema dei giovani merita un’attenta riflessione: idee strutturate, tempo e investimenti importanti. Data la fase che il gruppo sta vivendo e in considerazione della questione ancora aperta dell’Oam, per quanto ci riguarda questo progetto è rimandato al prossimo anno”.

milioni Il saldo della raccolta con cui Mps prevede di chiudere l’anno

promotori Sono i pf operativi in Banca Mps secondo i dati diffusi da Assoreti

28

45

ingressi

ingressi

I professionisti altamente qualificati inseriti da inizio anno

È il saldo con cui la rete di Mps prevede di chiudere il 2012


&-39 Pag 20-21

6-11-2012

14 novembre 2012

l

12:18

Pagina 21

nellarete | 21

soldi&bluerating

Dall’evento di Siena è emerso che la rete è un esempio da seguire

Scene da un Campus che incorona tutti i pf di Simone Martino La storia della promozione finanziaria di Banca Mps, che da due anni non fa bilancio a sé dal momento che la capogruppo l’ha incorporata, riparte da Siena. È nel centro dell’impero - Siena, appunto che si è svolta l’ottava edizione del Campus manager della promozione finanziaria. Una convention intitolata “La nuova direzione” alla quale hanno preso parte, in tutto, 200 manager. Tra il 10 e il 12 ottobre, i vertici di banca e rete hanno fatto con loro il punto sul posizionamento del canale. “La promozione finanziaria rappresenta un asset strategico nel nuovo piano industriale del gruppo”, ha dichiarato il presidente Alessandro Profumo scaldando la platea. Gli ha dato man forte l’amministratore delegato Fabrizio Viola. “I promotori si sono rivelati importanti soprattutto in questa fase difficile perché il loro business tipico non sono gli impieghi ma la raccolta, che in questa fase è molto importante per la banca”, ha detto. “Hanno dimostrato di essere sensibili al piano di rilancio della banca e vogliono prendervi parte. Noi siamo pronti a investire su di loro”. Come? Anche rafforzando la rete,

oggi composta da 800 professionisti, che già lo scorso agosto ha registrato un risultato operativo netto in crescita del 187%, rispetto allo stesso periodo del 2011. Così, mentre Banca Mps lavora sui compiti assegnatigli dall’Eba e sull’esposizione verso la Bce, in attesa dei Monti Bond, i vertici citano la promozione finanziaria come modello da seguire. Con grande soddisfazione

al pubblico distribuiti su tutto il territorio nazionale. Sono 143, di cui 38 al Nord Italia, 41 al Centro e 64 tra il Sud e le Isole. Numeri e distribuzione non risulta che abbiamo subito modifiche negli ultimi mesi. In pratica, Mps mette a disposizione dei suoi un ufficio ogni sei promotori in media. I clienti seguiti dalla promozione finanziaria alla fine del 2011 erano 95mila:

del canale. Che, stando ai dati comunicati da Assoreti, ha chiuso il 2011 con consistenze patrimoniali per 6,3 miliardi di euro, a fronte di un risultato di raccolta netta pari a 555,1 milioni. Circa 670mila euro per ognuno degli 828 promotori finanziari operativi a dicembre, con un portafoglio medio indicativamente pari a 8 milioni. I professionisti, si apprende dalla relazione consolidata sulla gestione, hanno esercitato la loro attività disponendo di uffici aperti

poco più di cento per ogni promotore finanziario della rete. In tutto questo, il gruppo Montepaschi nel 2011 ha continuato a operare “in un’ottica di sviluppo e razionalizzazione della rete distributiva, coniugando il presidio del territorio con il potenziamento dei canali innovativi, per trasformare progressivamente lo sportello in un centro evoluto di relazione con il cliente”. Un processo che ha riguardato anche la promozione finanziaria, con una mag-

giore attenzione - anche nella selezione - verso i pf dotati di esperienza e portafogli di peso. I dati di utile e ricavi del canale di distribuzione non sono disponibili in forma disaggregata perché non è più come ai tempi di Mps Banca Personale, quando la promozione finanziaria era una società a sé con un suo bilancio all’interno del gruppo. All’aprile del 2010 risale la fusione per incorporazione in Banca Mps. E oggi, l’incoronazione del canale della promozione finanziaria da parte del presidente Profumo e dell’amministratore delegato Viola. “I vertici hanno confermato lo slogan del Campus, la nuova direzione”, ha detto a soldi&bluerating il responsabile del servizio di promozione finanziaria di Banca Monte dei Paschi di Siena Massimo Giacomelli. “Presidente, amministratore delegato e vice direttore generale commerciale, confermando la piena congruità del business della promozione finanziaria con i pilastri del piano industriale del gruppo, hanno ribadito all’unanimità la volontà di fare della promozione finanziaria un cardine importante del nuovo corso e un modello di riferimento per gli altri mercati del gruppo”.

MPS PROMOZIONE FINANZIARIA IN SINTESI Voce

Dicembre 2011

Giugno 2012

Consistenze patrimoniali (dato comunicato da Assoreti)

6,3 miliardi di euro

6,4 miliardi di euro

Raccolta netta (dato comunicato da Assoreti)

555,1 milioni di euro

-21,3 milioni di euro

Promotori finanziari

828 unità

798 unità

Uffici della promozione finanziaria

143 unità

143 unità

- di cui al Nord Italia

38 unità

38 unità

- di cui al Centro Italia

41 unità

41 unità

- di cui al Sud e nelle Isole

64 unità

64 unità

95.000 unità

95.000 unità

Clienti della promozione finanziaria

Fonte: relazioni gruppo Mps e Assoreti. Il dato sulla raccolta netta, spiega Massimo Giacomelli, non tiene conto di tre grossi clienti istituzionali

IL PASSATO

Tutto ebbe inizio in Puglia nel 1948 La storia della promozione finanziaria di Mps ha inizio a Lecce nel 1948, quando nasce la Banca del Salento. Nel 1967, l’istituto deve affrontare una grave crisi finanziaria per via di un ammanco generato da funzionari infedeli. Un gruppo di imprenditori interviene per ricapitalizzare. Nel 1999 tre famiglie sono le socie di riferimento, con oltre il 50% del capitale. Del sindacato di controllo fa parte la Cardif Assicurazioni del gruppo Bnp Paribas, con il 4%, mentre il resto del capitale è nelle mani di 13mila azionisti. Nel dicembre del 1999, Mps compra la quota di maggioranza per 2.500 miliardi di lire. L’istituto prende il nome di Banca 121 e si specializza in servizi online. Ma la struttura arranca. Nel 2005, il gruppo acquisisce la controllata al 100%. E Banca 121 diventa Mps Banca Personale. Dopo due trienni in perdita, nel 2008 si conclude il duro percorso di risanamento e nel marzo del 2010 il Monte dei Paschi di Siena annuncia una nuova strategia industriale per la sua rete. Nell’autunno del 2009 si parla apertamente dell’incorporazione della banca nella capogruppo. È l’atto finale.

BANCHE&RETI Le novità del mercato su www.bluerating.com


&-39 Pag 22-23

6-11-2012

12:15

Pagina 22

22 | consulentedellasettimana

14 novembre 2012

Numeri e programmi della divisione wealth management di Azimut

Va’ dove ti portano i grandi patrimoni di Diana Bin Nata nell’ottobre del 2009 sotto la guida di Paolo Martini, Azimut Wealth Management è la divisione del gruppo Azimut dedicata alla gestione dei patrimoni familiari, personali e aziendali dei clienti private. La struttura opera trasversalmente su tutte le tre reti del gruppo - Azimut Consulenza, Az Investimenti e Apogeo - e offre prodotti e servizi quali polizze di private insurance, servizi di ottimizzazione del patrimonio,attività di asset management e investment banking, analisi del patrimonio personale e dell’impresa, soluzioni di wealth planning (servizi fiduciari, corporate governance, etc.) e private equity. A poco più di tre anni dalla nascita della divisione, soldi&bluerating ha fatto il punto della situazione con Paolo Martini, responsabile marketing e wealth management del gruppo guidato da Pietro Giuliani. In sintesi, chi è e quando nasce Azimut Wealth Management? Azimut Wealth Management è la divisione dedicata ai clienti più sofisticati con esigenze di consulenza evoluta. Oggi rappresenta un’alternativa per i professionisti di alto livello, soprattutto provenienti dal mondo bancario, che desiderano lavorare e crescere

in un ambiente lontano dalle logiche standardizzate del private banking. Grazie a importanti investimenti sul segmento private, Azimut ha rafforzato il suo posizionamento sulla clientela di fascia alta. Il progetto wealth management ha preso il via alla fine del 2009 per creare un nuovo modello sul mercato che

di remunerazione dei vostri private banker? Il nostro modello di remunerazione è pensato per premiare i migliori professionisti e si colloca in una fascia molto alta di mercato. La remunerazione è proporzionale all’esperienza, al portafoglio clienti, alle masse in gestione e alle potenzialità di crescita.

Il nostro modello di remunerazione è pensato per premiare i migliori professionisti e si colloca in una fascia molto alta di mercato. Paolo Martini, responsabile wealth management di Azimut

prendesse il meglio dei due mondi, quello delle reti e quello del private banking. A quanto ammonta oggi il patrimonio in gestione della divisione e quanti sono i professionisti di cui si avvale? Oggi Azimut Wealth Management opera attraverso 110 professionisti di alto standing e di comprovata esperienza, maturata in primarie strutture italiane e internazionali, e conta circa 3 miliardi di masse in gestione. Gli obiettivi di crescita sono ambiziosi, oggi abbiamo la possibilità di fare investimenti importanti su risorse capaci che sposino il nostro modello e abbiano voglia di operare “sulle ali della libertà”.

Offriamo al private banker la possibilità di non essere un numero, lavorando in una società che ha un modello partecipativo che valorizza le risorse capaci che meritano di guadagnare per il valore che portano. Non usiamo anticipi provvigionali ma investiamo sul professionista, offrendo tranquillità economica per svolgere al meglio la professione.

Come funziona il modello

Dopo le nomine di spicco negli ultimi mesi, c’è in programma qualche nuovo ingresso? Può fare dei nomi? Nell’ultimo anno abbiamo registrato l’ingresso di diversi professionisti di elevato profilo, provenienti dalle principali realtà del settore, tra i quali Valter

2009

3

110

anno

miliardi di euro

professionisti

È l’anno di nascita di Azimut Wealth Management, divisione del gruppo Azimut

Sono le masse complessive gestite dalla divisione alla fine di ottobre 2012

Sono gli specialisti su cui può contare la divisione del gruppo Azimut oggi

De Franceschi, Guido Feller, Massimo Jakelich e Alessandro Zamorani. Attualmente abbiamo diverse trattative importanti in corso, ma per il momento non posso anticipare nulla. Altre novità in cantiere? Che cosa ci può anticipare sul vostro calendario? Si sta per concludere in questi giorni il “WM Executive Program”, percorso di specializzazione pensato appositamente per la nostra divisione e ideato in partnership con la Sda Bocconi. Il corso Executive, della durata di otto giornate di cui due sviluppate a Francoforte con testimonial internazionali, è stato strutturato su quattro moduli e ha trattato tematiche diverse con l’obiettivo di innalzare le competenze tecnico-finanziarie dei 25 nostri wealth manager. Abbiamo poi in cantiere ulteriori progetti commerciali e nuovi servizi, spesso legati a ingressi di nuovi professionisti, che ci posizionano sempre di più come professionisti a tutto tondo.

Paolo Martini

l

soldi&bluerating


&-39 Pag 22-23

6-11-2012

12:15

Pagina 23


&-39 Pag 24-25

6-11-2012

12:52

Pagina 2

24 | retimercato

14 novembre 2012

l

soldi&bluerating

I 50 migliori promotori sono stati alla London School of Economics

Fineco fa studiare i suoi pf a Londra di Gianluca Baldini Per premiare le performance dei 50 migliori personal financial adviser di Fineco che utilizzano la piattaforma di consulenza FinecoAdvice, il servizio di pianificazione finanziaria fee based, il gruppo guidato da Alessandro Foti ha organizzato il secondo corso presso la London School of Economics di Londra nella prima settimana di novembre. I temi principali oggetto del corso sono stati i mutamenti negli scenari macroeconomici internazionali, portfolio management e finanza comportamentale, tutti percorsi progettati ad hoc per i pfa. I docenti della London

La banca vuole arricchire le competenze dei suoi professionisti e creare ulteriore valore per la sua clientela

“Siamo orgogliosi della collaborazione avviata con una delle più prestigiose business school a livello internazionale”, ha spiegato Carlo Giausa, direttore servizi di investimento FinecoBank, “perché ci consente di arricchire le nostre competenze e di creare ulteriore valore per la nostra clientela. I personal financial adviser hanno dimostrato un grande apprezzamento per questa iniziativa perché conferma il costante impegno di Fineco nell’offrire ai professionisti stimoli e opportunità di crescita. Infatti, noi crediamo fortemente che professionalità e indipendenza siano i valori fondamentali per la nostra rete”.

Alessandro Foti

School of Economics hanno approfondito le più innovative tecniche di gestione di portafoglio e di loro utilizzo concreto nella gestione della relazione quotidiana con i clienti.

Mps: arriva Antonveneta La fusione potrebbe concludersi prima del previsto, forse entro novembre

Fabrizio Viola

Mps accelera sulla riorganizzazione che porta la firma dell’a.d. Fabrizio Viola. I vertici della banca dovrebbero dare a stretto giro il via libera alla fusione per incorporazione di Banca Antonveneta nella capogruppo. La delibera

potrebbe arrivare già nel corso del cda di martedì 13 novembre, chiamato ad approvare la trimestrale. Intanto, il cfo Bernardo Mingrone, ha spiegato che il rimborso dei 29 miliardi ottenuti dalla Bce avverrà in modo graduale nei pros-

Consultique in cattedra

Via 20 dipendenti del Santander Banco Santander lascia a casa 20 dipendenti in Italia perché non avrebbero raggiunto gli obiettivi commerciali fissati. E scatena la reazione dei sindacati.

Mps riparte da sette nuove aree Diventa operativa la ristrutturazione per aree territoriali di Banca Mps, prevista dal piano industriale 2012-2015, che sancisce il passaggio dalla struttura articolata in 11 presidi a una più snella con sette aree, con un maggiore focus sulla distribuzione, un’unica rete commerciale e una presenza fisica ottimizzata rispetto alle necessità dei territori.

simi due anni: “Per un terzo con la cessione di asset, per un terzo con il mancato rinnovo di alcune forme di credito, per un terzo non rinnovando la parte di portafoglio di titoli di Stato e securities in scadenza nel periodo”.

VINCITORI&VINTI

Al via un corso che spiega come rapportarsi con gli istituti di credito Torna la formazione targata Consultique. Si sono aperte infatti le iscrizioni al nuovo percorso formativo pensato dalla società di analisi, ricerca e consulenza finanziaria e dedicato a chi desidera assistere le aziende nel rapporto con gli istituti di credito. Il primo appuntamento è fissato per il 4 dicembre a Verona. Il master corporate completo è di sei giorna-

te, ma è possibile iscriversi anche ai singoli moduli. Da segnare sul calendario anche la giornata del 13 novembre. In quella data, Consultique tiene nella città di Pesaro un seminario gratuito rivolto a promotori finanziari, private banker, consulenti finanziari e commercialisti. Il titolo - e dunque anche il tema - è “La consulenza indipendete e i certificati”.

Intervengono per l’occasione Luca Mainò, direttore marketing di Consultique, Roberto Maggi, private investor products Italy (internal networks) di UniCredit Bank Ag, Giovanni Pedone, analista del centro studi di Consultique, e Silvia Turconi, private investor products and institutional equity derivatives di UniCredit Bank Ag.

Hypo Alpe Adria Bank, il nome del ragazzo che incontrerà Antonio Di Natale Assegnati i premi del concorso “Incontra il tuo campione”, organizzato da Hypo Alpe Adria Bank. Il primo classificato è Thomas Olivo, 8 anni. Thomas potrà conoscere e trascorrere del tempo con il capitano dell’Udinese e giocatore della Nazionale Antonio Di Natale. I nomi degli altri premiati? Davide Zanella, 8 anni, e Andrea Sartori, 9 anni, hanno ricevuto una maglia numero 10 autografata dal campione. Un pallone firmato da Totò Di Natale è andato poi a Claudia Casarotto, 11 anni, Giada Riga, 8 anni, Alessia Beltrame, 11 anni, Margherita Stagni, 10 anni, Matilde Ciprian, 5 anni, Giacomo De Marco, 8 anni, e Tommaso Calore, 6 anni.


&-39 Pag 24-25

6-11-2012

14 novembre 2012

l

12:52

Pagina 3

reti&gestori | 25

soldi&bluerating

VALZER DELLE POLTRONE di Gianluca Baldini Fortuzzi saluta IDeA sim per B. Leonardo

Cinque nuovi pf in Banca Euromobiliare

Massimo Fortuzzi lascia l’incarico di a.d. di IDeA sim per entrare in Banca Leonardo. Dal 2006 al 2009, Fortuzzi è stato chief operating officer di Merrill Lynch Global Wm.

Il gruppo guidato dall’a.d. Ferdinando Rebecchi ha reclutato Enrico Giaj Pron da Finecobank. Insieme a lui è arrivato da Banca Network Luigino Roman. Gli latri ingaggi riguardano

Giuliano Bonini, in arrivo dal Banco di Desio, Luciano Sacco da Apogeo Consulting e Matteo Pilato, anch’esso da Finecobank.

Citibank scippa tre professionisti a Crédit Suisse

Parla il presidente dell’associazione degli azionisti del gruppo bergamasco

La ricette per rimettere Ubi Banca in carreggiata Ridurre gli sprechi e snellire la struttura burocratica, valorizzare il personale invece di tagliare posti di lavoro e tornare alle origini, rifocalizzandosi sulla vicinanza con il territorio. Questa la ricetta per rimettere Ubi Banca in carreggiata, almeno secondo Giorgio Jannone e Carlo Benigni, rispettivamente presidente dell’Associazione azionisti e vice presidente di Tradizione di Ubi Banca, che - in vista dell’assemblea per rinnovare il consiglio di sorveglianza dell’istituto, in

agenda per il prossimo aprile - hanno presentato a Milano le loro idee per migliorare la situazione di una banca che oggi presenta “numeri non tranquillizzanti” e ha in programma di tagliare oltre 1.700 posti di lavoro. “Conoscere bene la valenza e la matrice economica delle imprese del territorio era uno dei punti di vantaggio di Ubi Banca in passato”, ha osservato Jannone, che punta a presentarsi all’assemblea rappresentando tra i 4mila e i 5mila soci. “Ora questo è

Giorgio Jannone

Per Scolari, segretario generale di Ascosim, sarà l’alba di una nuova era

Consulenza indipendente, con la Mifid 2 rinascerà È atteso nei prossimi mesi il testo definitivo della direttiva Mifid 2, frutto del negoziato tra le istituzioni europee. Come osserva Massimo Scolari, il segretario generale di Ascosim (Associazione delle sim di consulenza), “l’industria dei prodotti finanziari è strutturata in modo tale che la remunerazione della distribuzione dei prodotti finanziari, che ne assorbe la maggior parte del valore aggiunto, avvenga secondo modalità non trasparenti. Il

cliente infatti, acquistando e detenendo un prodotto finanziario, paga le relative commissioni ma non conosce come queste somme vengono distribuite tra i soggetti coinvolti. In questo contesto non è quindi facile capire fino a che punto la raccomandazione di un prodotto finanziario sia coerente con l’interesse del cliente o derivi invece da un interesse del promotore o del distributore”. La linea guida a cui si ispira la proposta della

Commissione europea è il “ristabilimento di un maggiore grado di fiducia degli investitori nei riguardi dell’industria finanziaria, fiducia così gravemente compromessa dalla crisi”. La novità più rilevante della Mifid 2, continua Scolari, “è l’introduzione di una specifica tipologia di consulenza definita indipendente, nella quale si prevede l’obbligo di considerare, per le raccomandazioni di investimento, un’ampia gamma di emit-

Clamoroso colpo di mercato di Citibank Londra. La società ha ingaggiato dal Crédit Suisse il team di professionisti dedicati agli ultra high net worth individual. Ossia, ai clienti molto ricchi. I professionisti sono Francesco Lombardo di San Chirico, che sarà il nuovo managing director e head of market area Italy di Citibank, e dei relationship manager Luca Vodini e Jacopo Gerosa.

Sergio Del Piccolo fa il suo ingresso in Banca Esperia

venuto meno, con un conseguente allontanamento della clientela. Inoltre, la struttura della banca è diventata estremamente barocca e burocratica, basti pensare che ci sono 241 amministratori e 90 sindaci, il che implica una serie di inefficienze e sprechi”. Cosa fare allora? “Serve ritrovare le radici dell’istituto, ricostruire il rapporto di fiducia con dipendenti e azionisti, migliorare la trasparenza e lavorare sulla crescita dei ricavi”, spiega Jannone, che si impegna a evitare i tagli di posti di lavoro. “Limitando gli sprechi - per esempio tagliando le consulenze esterne o riducendo nel numero e nei compensi i vertici della banca, che comunque

andrebbero rinnovati - si potrebbero tranquillamente evitare tutti i tagli di posti di lavoro già preannunciati”. Il presidente dell’Associazione azionisti di Ubi Banca - che sta elaborando una lista e si riserva di fare luce nelle prossime settimane sui nomi delle persone che potrebbero farsi carico del rilancio dell’istituto - parla poi con toni scettici del sistema duale. “Così com’è stato usato in Ubi Banca, il duale è assolutamente deleterio, perché è diventato un modo per tenere in equilibrio due campanilismi: quello bergamasco e quello bresciano”, conclude Jannone, auspicando invece una gestione univoca dell’istituto.

tenti e strumenti finanziari oltre che il divieto di percepire incentivi da società terze, ossia le retrocessioni di commissioni da parte delle società-prodotto. Inoltre, il cliente deve essere preventivamente informato sulla tipologia della consulenza offerta - indipendente o non - e sulla continuatività del monitoraggio delle raccomandazioni”. L’industria dei prodotti finanziari è dunque chiamata a un’importante sfida di maggiore trasparenza ed equità nei confronti dei risparmiatori, osserva ancora Scolari. Una sfida che farà emergere nuove professioni e che porterà al declino le prassi di mercato obsolete.

Sergio Del Piccolo, ex di Ubi Banca, è entrato in Banca Esperia, la realtà specializzata nei servizi di private banking nata dalla jv fra Mediobanca e Mediolanum.

Massimo Scolari


&-39 Pag 26-27

6-11-2012

12:51

Pagina 26

26 | nelletaschedelpromotore

14 novembre 2012

Chi si è prenotato alla sessione di fine novembre deve cancellarsi

Oam, un esame da pf L’Organismo bandirà una prova riservata ai promotori di Luca Spoldi C’è esame ed esame. E questa, in particolare, è una comunicazione importante. I promotori finanziari che vogliono iscriversi nell’elenco degli agenti in attività finanziaria e che non possono beneficiare dell’esenzione dalla prova non devono - ripetiamo, non devono - iscriversi alle sessioni bandite dall’Organismo degli agenti e dei mediatori per gli agenti in attività finanziaria. Sono comunque tenuti - come si legge anche

sul sito dell’Anasf, l’associazione nazionale dei pf - a sostenere l’esame e potranno continuare a svolgere l’attività di agente in attività finanziaria purché abbiano presentato la richiesta per lo svolgimento dell’esame secondo i termini e le modalità che definirà l’Oam. L’Organismo, infatti, bandirà una o più sessioni dedicate unicamente ai soggetti già iscritti nell’Albo dei promotori finanziari, i quali si sottoporranno a una prova selettiva appositamente predisposta.

Maurizio Manetti

Ascosim prepara il Forum L’evento si svolgerà il 20 marzo 2013 a Milano presso Palazzo Mezzanotte, in Borsa Italiana È ufficiale: il terzo Forum nazionale sulla consulenza finanziaria, organizzato da Ascosim, si svolgerà a Milano il 20 marzo 2013 presso Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana. All’associazione aderiscono numerose sim specializzate nell’attività di consulenza in materia di strumenti

finanziari, operanti nelle diverse regioni e autorizzate dalla Consob all’esercizio del servizio di investimento senza detenzione, anche temporanea, delle disponibilità liquide e degli strumenti finanziari della clien-

tela e senza assunzione di rischi da parte delle società. La costituzione dell’associazione è stata preceduta dalla collaborazione avviata nel 2009 dal tavolo di lavoro delle sim di consulenza, al quale avevano aderito 18

Aiaf vuole fare l’alternativa L’associazione propone un corso sugli investimenti nell’immobiliare L’Aiaf, l’associazione italiana degli analisti finanziari, parla di real estate il 16 novembre con un corso dedicato agli investimenti alternativi nell’immobiliare tramite prodotti strutturati. Il corso, a pagamento, si rivolge a chi opera nel settore degli investimenti immobiliari e delle attività finan-

ziarie caratterizzate da peculiari profili di rischio, rendimento e liquidità all’interno di aziende, studi professionali, istituzioni finanziarie coinvolte nella gestione di asset complessi, in imprese di costruzione o nell’ambito dell’intermediazione immobiliare di alto livello. Quanto all’immobiliare, si

procederà a un’analisi legale e a una ricognizione dei diversi attori del settore, per

Un consiglio per i prossimi giorni: monitorare attentamente il portale dell’Oam per conoscere le date e le modalità di iscrizione alle sessioni riservate ai pf. Chi si è già prenotato alle sessioni del 26 e del 28 novembre si può cancellare tramite l’apposita funzione disponibile nell’area privata entro la mezzanotte del 15 novembre. Il contributo già versato potrà essere riutilizzato per la prenotazione dell’apposita prova selettiva da convocarsi o rimborsato su richiesta del candidato.

società. “Il servizio di consulenza in materia di investimenti può creare un importante valore aggiunto per il cliente”, ha detto in passato il segretario generale di Ascosim Massimo Scolari, che oggi anima un gruppo di discussione su LinkedIn. “Affinché la consulenza finanziaria abbia successo, deve però essere fondata su un processo che prevede l’acquisizione di informazioni sul grado di conoscenza ed esperienza in materia finanziaria, sugli obiettivi di investimento e sulla propensione al rischio del cliente”. L’educazione finanziaria è dunque essenziale. E non per fare da soli. Piuttosto, per comprendere fino in fondo e apprezzare il ruolo del consulente.

poi affrontare un’analisi finanziaria e d’investimento. Per quanto riguarda il capitolo dei prodotti strutturati, sotto la lente della discussione saranno i prodotti securitizzati e i derivati di credito.

l

soldi&bluerating

IN BREVE l Bpm, Uilca chiede ai manager di ridursi il salario Tagliare i compensi dei manager, “esorbitanti” e “fuori dalla media del settore”, stabilizzare i precari, rivedere il piano d’impresa: queste le condizioni poste dalla sigla sindacale Uilca per poter arrivare alla firma di un accordo sugli esuberi alla Banca Popolare di Milano, per la quale i tempi si allungano dopo due round negoziali andati a vuoto. Secondo il sindacato, l’accordo dovrà comunque fornire una “conferma dell’esistenza di un contratto integrativo aziendale” ed essere in “coerenza con le misure di settore”, senza creare sperequazioni. Bpm punta a tagliare oltre 700 addetti per ridurre di 70 milioni di euro il costo del lavoro e ha disdettato il contratto integrativo che tra l’altro permetteva ai dipendenti di andare in pensione lasciando la scrivania ai loro figli.

l Inflazione e tfr vincono sui fondi interni unit linked

Non è lusinghiero il confronto tra i rendimenti medi annualizzati delle varie categorie di fondi interni unit linked, inflazione e tfr. Secondo i dati di Ania, riferiti al secondo trimestre del 2012, rispetto a fine giugno dell’anno scorso a fronte di un’inflazione del 3,1% il tfr ha reso il 3,8%, i fondi obbligazionari il 2,6% e tutte le altre categorie non hanno reso neppure l’1%. Il risultato migliora a tre anni, con i fondi azionari che guadagnano il 7,7% e i bilanciati a +4,9%, in grado di battere sia il tfr (+3,3%) sia l’inflazione (+2,4%), superata anche da fondi obbligazionari (+2,8%) e flessibili (+2,7%). Sui cinque anni l’inflazione è al 2,3%, il tfr al 3,2% e gli obbligazionari all’1,8%. Negativi tutti gli altri.


6-11-2012

14 novembre 2012

l

12:51

Pagina 27

finanza&tech | 27

soldi&bluerating

Dal settore sono arrivate trimestrali poco brillanti

Harakiri hi-tech L’elettronica nipponica risente della crisi di Daniel Settembre È tempo di trimestrali anche in Giappone. E non sono poche le aziende hitech del Paese a navigare in cattive acque. I problemi interni da una parte e le minacce della crescita globale dall’altra stanno insidiando le big dell’elettronica. È il caso di Sharp, che ha ammesso: ci sono “dubbi sostanziali” sulla sopravvivenza. L’allarme è arrivato dopo che l’azienda ha detto di aspettarsi una perdita record di 450 miliardi di yen - pari a 5,6 miliardi di dollari - per l’anno fiscale che termina a marzo. Il gruppo dell’elettronica di consumo ha appena registrato una perdita netta di circa 249 miliardi di yen nel trimestre compreso tra

luglio e settembre. Insomma, una sorta di richiesta d’aiuto al settore pubblico, dopo che le azioni da inizio anno sono crollate di circa il 75% costringendo il gruppo a licenziamenti, dismissioni immobiliari (anche del quartier generale), taglio degli stipendi. E a chiedere una ristrutturazione dei prestiti concessi dalle banche. Anche Panasonic non se la sta passando troppo bene. La società ha chiuso il secondo trimestre del suo esercizio fiscale con vendite in calo del 12% a 1.823 miliardi di yen, a fronte dei 2.075 miliardi del corrispondente periodo del 2011. Giù anche le vendite all’estero, mentre l’utile operativo è passato dai 42 miliardi di yen del secondo trimestre 2011 a 48,8 miliar-

di di yen. Da evidenziare soprattutto la revisione al ribasso delle previsioni per l’intero 2012: il colosso si attende vendite in calo a 7.300 miliardi di yen rispetto agli 8.100 miliardi previsti in precedenza. Alla fine dell’esercizio la perdita attribuibile alla capogruppo dovrebbe essere di 765 miliardi di yen, contro la previsione precedente di un utile di 50 miliardi. Infine, Sony ha chiuso il trimestre con una perdita netta di 15,5 miliardi di yen, pur avendola dimezzata rispetto ai 27 miliardi dello stesso periodo 2011. Delusi gli analisti, che si aspettavano un utile netto di 15,57 miliardi. Per l’anno - che termina a marzo - Sony ha confermato la stime di un utile netto di 20 miliardi.

il manager

&-39 Pag 26-27

Kazuo “Kaz” Hirai È presidente e ceo di Sony Corporation. È anche membro del consiglio di amministrazione di Sony Computer Entertainment, una consociata interamente controllata da Sony. È diventato presidente e ceo di Sony il primo aprile di quest’anno.

LA BUSSOLA TECH l LINKEDIN Exploit del social network nel terzo trimestre LinkedIn, il social network che mette in contatto lavoratori e professionisti, ha registrato un balzo dei ricavi dell’81% a 252 milioni di dollari, superando le attese degli analisti. L’utile netto si è attestato a 2,3 milioni di dollari, in netto miglioramento rispetto alla perdita di 1,6 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. La società stima per il quarto trimestre ricavi fra i 270 e i 275 milioni di dollari. Il titolo, dopo la pubblicazione dei conti, è volato nelle contrattazioni after hour del 9,5%.

l ALCATEL-LUCENT La società riporta una perdita da 146 milioni Alcatel-Lucent ha comunicato di aver chiuso il terzo trimestre con una perdita di 146 milioni di euro. I ricavi del fornitore di infrastrutture per le telecomunicazioni sono calati del 2,8% a 3,6 miliardi. Gli analisti avevano previsto una perdita di 149 milioni e ricavi per 3,55 miliardi. Sui conti hanno pesato il declino della domanda da parte degli operatori telefonici europei e l’aumento della concorrenza. Ora AlcatelLucent intende tagliare 5.500 posti di lavoro a livello globale per ridurre i costi.

l FACEBOOK La creatura di Zuckerberg ha battuto le attese

È una questione di flussi vwd ha trovato il modo di semplificare la gestione dei dati real time L’offerta di vwd group si arricchisce di un nuovo prodotto pensato per venire incontro ai continui adeguamenti tecnologici e di infrastrutture It che l’evoluzione dei mercati finanziari comporta. Ha creato infatti un servizio di real time handling attraverso la piattaforma vwd data framework, pensata per semplificare le soluzioni in ambito di gestione dei dati real time. Lo sviluppo di tali soluzioni, spiega la società, è spesso scomponibile in

una serie di funzioni elementari, standard e personalizzate. La piattaforma vwd data framework consente di ridurre i tempi di rilascio con l’uso di componenti che svolgono opera-

zioni generalizzate e configurabili, garantendo nel tempo importanti economie di scala. Molto spazio è dedicato al lavoro sul flusso dati di Borsa Italiana, per il quale è stato sviluppato un

middleware che consente di normalizzare il flusso dati proveniente dal London Stock Exchange e di renderlo disponibile ai sistemi proprietari dei clienti. C’è poi la possibilità di selezionare dal flusso in entrata solo le informazioni ritenute più interessanti. Possibile, infine, connettersi direttamente ai mercati e alimentare i sistemi di front, middle e back office per le funzionalità di trading, position keeping, risk e credit management, e settlement.

La trimestrale di Facebook ha superato le attese di Wall Street. A sorprendere il mercato è stata soprattutto la forte crescita nel mobile, considerato finora il punto debole della compagnia di Mark Zuckerberg. E sul titolo si è abbattuta una pioggia di giudizi positivi da parte degli analisti. BofA Merrill Lynch, Citigroup e Stifel Nicolaus hanno promosso Facebook a “buy”, comprare. Barclays ha alzato il target price da 23 a 26 dollari, Deutsche Bank da 22 a 24, Jefferies da 30 a 32 dollari e Macquarie da 21 a 24 dollari. Tutti sottolineano che Facebook ha finalmente mostrato di essere in grado di monetizzare la sua vasta base di utenti sui dispositivi mobili. Secondo Sterne Agee, che ha confermato il suo rating “buy” sul titolo con un target sul prezzo a 26 dollari, si tratterebbe di una svolta.


&-39 Pag 28-29

6-11-2012

12:14

Pagina 28

28 | businesslife

14 novembre 2012

La classifica Forbes riferita agli ultimi 12 mesi

Eredità dorata Chi guadagna di più tra le star defunte di Diana Bin Sono stati talmente famosi in vita, che anche dopo la morte continuano a macinare guadagni milionari, a beneficio dei loro eredi. Sono i protagonisti delle classifica “Top earning

dead celebrities 2012” stilata da Forbes, che calcola gli incassi realizzati ogni anno dalle star passate a miglior vita grazie a diritti d’autore e simili. Ne emerge che negli ultimi dodici mesi (da ottobre 2011 a ottobre 2012), per la prima volta a

dominare la top ten non è stato Michael Jackson, ma una sua amica di vecchia data: Elizabeth Taylor, che l’anno scorso ha fruttato ai suoi eredi 210 milioni di dollari. Di seguito, le prime posizioni dell’insolita graduatoria.

Elizabeth Taylor

l

soldi&bluerating

BREVISSIME l USA Mangiare cioccolata genera menti da Nobel La cioccolata genera premi Nobel. Secondo uno studio di Franz Messerli, esperto di ipertensione della Columbia University, esisterebbe una correlazione diretta tra il consumo di cioccolato di un Paese e il numero di premi Nobel riesce a produrre, un fenomeno che potrebbe essere legato proprio agli effetti di questo alimento sul cervello umano. Il ricercatore ha esaminato il consumo di cioccolata pro capite in 23 Paesi del mondo, mettendolo in relazione con il numero di Nobel vinti. Ebbene, ne è emerso che a ogni aumento di 400 grammi della cioccolata consumata corrisponde un premio Nobel in più ogni dieci milioni di persone.

l LONDRA La polizia britannica vuole vendere Scotland Yard per fare economia

Un altro simbolo della tradizione inglese rischia di essere soffiato via dalla crisi. La Metropolitan Police britannica avrebbe intenzione di vendere la sua storica sede di Scotland Yard, nel centro di Londra, per ridurre le spese e rientrare nel piano di tagli per 500mila sterline entro il 2015. Il quartier generale si dovrebbe spostare in un edificio più piccolo a Whiteall. A rischio anche alcune altre sedi della polizia londinese, per cinque delle quali è già stata approvata la vendita. La Met possiede attualmente circa 700 edifici, tra cui le stazioni di polizia.

l USA Statua della Libertà, la corona è di nuovo aperta al pubblico

Liz Taylor batte il Re del Pop 1. ELIZABETH TAYLOR

3. ELVIS PRESLEY

Guadagno: 210 milioni di dollari Professione: attrice Data di morte: 23 marzo 2011 Età: 79 anni Causa: malattia cardiaca Liz Taylor domina la classifica di quest’anno grazie sopratutto alla messa all’asta di parte del suo patrimonio, tra cui un Van Gogh venduto a 16 milioni di dollari, e al suo profumo White Diamonds, che hanno fruttato complessivamente 210 milioni di dollari.

Guadagno: 55 milioni di dollari Professione: cantante e attore Data di morte: 16 agosto 1977 Età: 42 anni Causa: attacco di cuore Guadagni fermi intorno ai 55 milioni di dollari quest’anno per il Re del Rock n’Roll: la chiusura dello show Viva Elvis a Las Vegas è stato infatti controbilanciato da un aumento dei visitatori alla sua casa museo Graceland, grazie anche alle condizioni atmosferiche insolitamente favorevoli.

2. MICHAEL JACKSON Guadagno: 145 milioni di dollari Professione: cantante Data di morte: 25 giugno 2009 Età: 50 anni Causa: overdose Soprannominato il Re del Pop, dopo la sua morte Michael Jackson ha guadagnato più di qualsiasi artista ancora in vita, e continua a generare ricchezza grazie al lavoro di altri artisti, attraverso la sua quota del 50% nella jv Sony/Atv Music Publishing, e a materiale proprio, come il catalogo Mijac Music. Un’altra fonte di guadagno è rappresentata quest’anno da uno spettacolo del Cirque du Soleil a lui dedicato (il Michael Jackson Immortal World Tour).

La Statua della Libertà compie 126 anni e festeggia riaprendo al pubblico dopo circa un anno di chiusura per restauro. A partire dallo scorso 28 ottobre, i visitatori possono nuovamente salire fino alla corona, punto più alto dell’enorme statua, sottoposta a lavori di messa in sicurezza che sono costati complessivamente circa 30 milioni di dollari e hanno riguardato gli allarmi anti incendio e le scalinate interne. Ora per arrivare in cima bisogna salire più scalini rispetto a prima - 393 anziché 354 - ma la salita risulta meno ripida. Inoltre, per la prima volta la corona è accessibile anche ai visitatori in sedia a rotelle. “È stato possibile creare un’ambiente aperto a tutti, preservando la struttura storica della statua”, ha spiegato Mindi Rambo, portavoce dei National Park Services.

IL PRODOTTO

4. CHARLES SCHULZ

Varato in Olanda lo yacht voluto da Jobs

Guadagno: 37 milioni di dollari Professione: fumettista Data di morte: 12 febbraio 2000 Età: 77 anni Causa: cancro Sono passati 67 anni dalla nascita dei Peanuts, e i fumetti che vedono come protagonisti Charlie Brown e i suoi amici sono ancora sulla cresta dell’onda. I guadagni di Schulz derivano in larga parte da licenze e accordi pubblicitari con diverse compagnie, come per esempio MetLife. E il prossimo passo per i Peanuts è il grande schermo, visto che la Fox ha recentemente annunciato l’imminente uscita di un film a loro dedicato.

È stato varato nei giorni scorsi nel porto della città olandese di Aalsmeer lo yacht voluto da Steve Jobs, l’ex ceo di Apple venuto a mancare poco più di un anno fa. L’imbarcazione, battezzata Venus e realizzata dal progettista francese Philippe Starck, ha un design minimalista ed elegante che richiama la filosofia dei prodotti della Mela moriscata. La struttura esterna, lunga circa 80 metri, è realizzata in alluminio, mentre l’interno è caratterizzato da ampie vetrate particolarmente resistenti con funzione strutturale, che Jobs aveva fatto progettare appositamente dall’ingegnere capo degli Apple Store. Quanto ai sistemi It, la gestione delle informazioni sulla nave e la navigazione è affidata a sette iMac di bordo da 27 pollici.


&-39 Pag 28-29

6-11-2012

14 novembre 2012

l

12:14

Pagina 29

ontheworld | 29

soldi&bluerating

Il 47% degli italiani non vive tranquillo se non mette via qualcosa

Missione risparmio L’indagine Acri-Ipsos: per molti il tenore di vita è sceso di Sara Lupi

51% contro il 49% dei soddisfatti). Nel dettaglio, solo il 4% si dichiara molto soddisfatto, con una maggiore concentrazione nella classe direttiva (il 7%) e minore nei pensionati (il 2%), mentre il 22% si dice molto insoddisfatto, rispetto al 20% del 2011 e al 14% del 2010. In questa situazione, rileva l’indagine, gli italiani continuano comunque a risparmiare, anche se a fatica: il 47% del campione sostiene di non riuscire a vivere tranquillo senza mettere da parte qualcosa, ma solo il 28% è riuscito effettivamente a risparmiare, contro il 35% del 2011 e il 36% del 2010. “Purtroppo si registra un’ulteriore contrazione della capacità di risparmio, evidentemente per la crisi e per la disoccupazione, non solo quella giovanile”, ha commentato il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti. “Nonostante questo, il 28% riesce ancora a risparmiare, ma il 40% consuma tutto quello che produce e un 31% addirittura consuma una parte del risparmio accumulato negli anni positivi”, ha aggiunto.

Oltre un quarto degli italiani - per la precisione il 26% - ha visto il proprio tenore di vita peggiorare a causa della crisi quest’anno, contro il 21% del 2011 e il 18% del 2010. E circa due italiani su tre ritengono che la situazione del Paese rimarrà grave almeno per altri tre anni, anche se si guarda con maggiore ottimismo al futuro rispetto allo scorso anno. Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine “Gli italiani e il risparmio”, realizzata dall’Associazione di fondazioni e casse di risparmio (Acri) insieme all’Ipsos e presentata in occasione dell’88esima Giornata mondiale del Risparmio. Dunque non ci si si aspetta di tornare ai livelli precrisi almeno fino al 2015-2016. E i cittadini che dichiarano di aver visto un miglioramento del proprio tenore di vita nel corso degli ultimi 12 mesi sono scesi al 3% nel 2012 dal 5% di un anno fa. Nell’ultimo anno è poi cresciuta la quota degli insoddisfatti della propria situazione economica, pari al 54% contro il 46% dei soddisfatti (l’anno scorso erano il

Assomiglia a un’astronave il nuovo nido d’amore della top model Naomi Campbell e del suo fidanzato, il miliardario russo Vladislav Doronin. La casa, progettata dall’architetto Zaha Hadid, si trova su una collina nei pressi di Mosca. Caratterizzata da grandi vetrate e geometrie fluide, si estende su una superficie di circa 2.650 metri quadrati e si articola su quattro piani. La camera da letto padronale è raggiungibile solo attraverso un ascensore che sale lungo una torre alta 20 metri.

l LONDRA Ubs licenzia, i dipendenti lo scoprono al momento di strisciare il badge

Oltre al danno, anche la beffa. Centinaia di dipendenti di Ubs - che nei giorni scorsi ha annunciato un massiccio piano di tagli al personale - si sono accorti di essere stati licenziati dalla sede londinese del colosso bancario svizzero solo una volta arrivati al lavoro, al momento di “strisciare il badge”. “Quando ho visto che il mio badge funzionava ho tirato un sospiro di sollievo”, ha raccontato un dipendente della banca,

Il difficile equilibrio tra decentramento e globalizzazione

26%

Gli italiani che lamentano un peggioramento del tenore di vita nell’ultimo anno.

28%

Le persone che negli ultimi 12 mesi sono riuscite a risparmiare.

22%

Gli intervistati che si dicono molto insoddisfatti della situazione economica.

BREVI l RUSSIA Per Naomi Campbell una nuova reggia da 2.650 metri quadri

HANNIBAL LECTOR

citato dal Financial Times. Ma in molti non sono stati così fortunati e, una volta appurato che il loro tesserino non funzionava più, sono stati accompagnati in un ufficio e informati di essere stati messi in aspettativa speciale. Ubs ha annunciato l’eliminazione di circa 9.000 posti di lavoro nel mondo entro il 2015, nell’ambito della ristrutturazione della divisione banca d’affari, in difficoltà ormai da tempo. La misura colpirà in modo particolarmente duro gli uffici di Londra, dove sono impiegate circa 6.500 persone.

l USA I personaggi di Guerre Stellari vanno a braccetto con Topolino

Dopo Marvel e Pixar, la Walt Disney mette le mani anche su LucasFilm. Robert Iger (nella foto), numero uno della casa di Topolino & co, ha messo sul piatto oltre 4 milardi di dollari per rilevare da Gorge Lucas l’intera famiglia dei personaggi di Star Wars. Un’operazione che, tra l’altro, porterà a nuova vita la saga di Guerre Stellari, con il settimo episodio che, come ha annunciato lo stesso Iger, dovrebbe vedere la luce nel 2015. In base all’accordo, Disney pagherà circa la metà del prezzo in contanti e la restante parte in titoli.

La crisi finanziaria partita dagli Stati Uniti non ha ancora smesso di produrre conseguenze negative, tra cui l’esacerbazione di problemi latenti, nel Vecchio Continente forse più che altrove. Così il già difficile equilibrio tra decentramento e globalizzazione rischia di saltare, mandando all’aria gli sforzi di integrazione portati avanti finora dall’Europa e mettendo a rischio la tenuta della stessa unione monetaria. Questo il tema affrontato da “Europa: la casa comune in fiamme”, di Massimo Bordignon, docente di Scienza delle Finanze all’Università Cattolica di Milano (con intervista a cura di Sergio Levi), edito da Il Mulino. “La crisi europea degli ultimi anni è una crisi di natura istituzionale, più che economica”, osserva Bordignon nelle prime pagine del volume. Una crisi, continua l’esperto, “dovuta a mutamenti che rendono la tradizionale struttura della sovranità non più in grado di adeguarsi ai ritmi e alle turbolenze della finanza globale”. Il vero problema, osserva ancora Bordignon, “è che non è ancora emerso un nuovo equilibrio”. Per trovarlo sarebbe necessario riuscire a capire “dove ci troviamo e dove stiamo andando”, un passaggio che richiede l’istituzione di “forme e meccanismi di governance globale”.


&-39 Pag 30-31

6-11-2012

12:14

Pagina 30

30 | socialweb

14 novembre 2012

l

soldi&bluerating

di Luca Spoldi

TWEET

Il caso Bordin riapre il dibattito sull’utilità dell’Albo

Un lettore osserva: l’Organismo non tutela nessuno se non a frittata fatta Fa discutere la sospensione cautelare inflitta dalla Consob a Federico Bordin, pf di Banca Mediolanum che avrebbe ricevuto dai clienti assegni per 160mila euro finalizzati a investimenti in realtà mai effettuati. Fattispecie gravi, passibili di radiazione, ha aggiunto la Consob, che ha motivato la sospensione con l’urgenza di proteggere gli investitori. “Conoscevo Bordin”, sostiene un lettore che si firma “The Indip”.

“Ricordo che quando ero in Mediolanum io avevo un’incidenza delle spese sul patrimonio dello 0,5% e cercavo sempre il modo per farne pagare meno, mentre Bordin aveva un’incidenza del 2,5%”. A questo punto, il lettore si chiede: “Sono questi gli esempi da imitare?”, e soprattutto, “se faceva tante spese, perché ha distratto somme di pertinenza dei clienti”? Un altro lettore, “Gio”, osserva riferendosi

all’Albo: ma allora “a cosa serve questa carrozza che non tutela nessuno, se non a frittata fatta?”. Una domanda che si può anche non condividere.

I pf potrebbero rinunciare a iscriversi per risparmiare

Maurizio Bufi

che molti mediatori creditizi e agenti operanti con la vecchia normativa stanno rinunciando a iscriversi” a causa “dell’innalzamento di vincoli e requisiti”, ai pf toccherà pagare. Ma alla fine, strette tra l’obbligo di iscrizione a due Albi, non saranno le associazioni di categoria,

Niente crisi nel 2013? Se torna la fiducia Intanto però i dubbi dei lettori restano E se il 2013 fosse l’anno della riscossa? Se lo chiedono anche i lettori di soldi&bluerating dopo che alcuni esperti come Chris Iggo, cio di Axa Investment Managers, da tempo hanno iniziato a segnalare come ci siano “le condizioni necessarie per

una significativa ripresa dell’attività economica globale e un movimento corrispondente dei mercati azionari verso nuovi picchi nel 2013”. E se “Enzo” ribadisce: “Andiamoci cauti, potrà essere vero ma solo per le grandi aziende con una visione

@Linkerbiz Lo scandalo assicurazioni sui mutui costa caro al Lloyds Banking Group: nel terzo trimestre la banca britannica ha rimborsato un altro miliardo di sterline ai clienti, portando il costo totale a 5,3 miliardi.

Borsa sotto pressione @dpascucci Tobin tax e imposta di bollo sui dossier titoli porteranno i grandi capitali all’estero, decretando la fine di Borsa Italiana e la morte dei piccoli risparmiatori. Senza colpire nuova ricchezza ma il patrimonio.

Tra Oam e Apf rischiano le associazioni Niente da fare: salvo indicazione contraria, i pf dovranno iscriversi all’elenco degli agenti in attività finanziaria se collocano finanziamenti o servizi di pagamento non collegati a operazioni di investimento. “L’Oam ha bisogno di soldi” si sfoga “Zorro”: “Considerando

Lloyds, mutui amari

Anasf in testa, a rischiare future defezioni? “Mi chiedo se non posso risparmiare tagliando la tessera dell’Anasf”, propone infatti “Beppe”. Per l’associazione, impegnata nella raccolta firme contro l’obbligo dell’iscrizione, sembrano in arrivo settimane piuttosto tese.

globale”, “Annunziata” incrocia le dita e spera che “sia davvero l’inizio di una svolta”. Per la quale anche molti “ex bancari in bilico dovrebbero iniziare ad accettare il rischio di lanciarsi in una nuova professione”, conclude “Leonardo”, secondo cui “senza fiducia l’economia muore, con la fiducia possiamo tutti tornare a crescere”.

Etf in crescita @WhatsNewAtICI Gli exchange traded fund non conoscono crisi, specie negli Usa. Nei 12 mesi conclusi lo scorso settembre il patrimonio degli etf collocati negli States è cresciuto del 34,6%, ossia di 329,66 miliardi di dollari, superando i 1.281 miliardi.

Prezzi falsati @MarinoScarselli La liquidità creata dalle banche centrali non serve da incentivo a nuovi investimenti. Mantiene solo artificiosamente elevati i prezzi di titoli di Stato, bond societari e azioni. Creando una bolla pericolosa per gli investitori.

L’impatto di Sandy @fifthstreet L’uragano Sandy si lascia dietro 20 miliardi di dollari di danni e gli investitori aggiustano i portafogli. A rischio il settore assicurativo, su cui potrebbero gravare costi per otto miliardi, boom in vista per le costruzioni.

VISTO SU BLUERATING.COM Fineco continua col passaparola

Cattolica Assicurazioni, Napoleoni entra nel cda

Fmi-Atene, sul debito intesa ancora da trovare

Una città giapponese vende il suo nome

Fineco Bank estende la promozione “Passaparola” fino al 3 gennaio. A chi farà aprire nuovi conti 80 euro in contanti o 100 euro in commissioni di trading, ai nuovi clienti 50 euro di bonus ogni 20mila euro trasferiti.

Carlo Napoleoni entra nel cda di Cattolica Assicurazioni, al posto del dimissionario Giulio Magagni. Napoleoni, vice direttore generale vicario di Iccrea Holding, si è qualificato come non indipendente.

Per l’Fmi occorre fare di più per rendere il debito pubblico greco sostenibile. Ma la Corte dei Conti di Atene avverte: le misure di austerity, in particolare la riforma previdenziale, potrebbero essere incostituzionali.

Izumisano, città giapponese con 103mila abitanti, è pronta a un nuovo nome: quello scelto dal “benefattore” che in cambio si accollerà debiti per 100 miliardi di yen (un miliardo di euro). Ma l’idea non piace a tutti.

Christine Lagarde


&-39 Pag 30-31

6-11-2012

12:14

Pagina 31


&-39 Pag 00-16

6-11-2012

13:15

Pagina 2


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.