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ADVISORY & ASSET MANAGEMENT
Consulenti a una voce Tra promotori e indipendenti la guerra deve finire Così prende corpo l’idea di un Albo unico E le reti festeggiano FIDELITY Martignoni, country head Italia punta sui servizi a 360°
JP MORGAN AM Alfieri: emergenti ok, bond solo high yield
MEETING EFPA Boido: i pf certificati garanzia per il cliente
FINECOBANK Foti vuole arruolare 200 professionisti doc Marco Tofanelli, segretario generale Assoreti giugno 2013 5,00 euro - Anno III | Numero 1 Mensile - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1, LO/MI
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bluerating
EDITORIALE
di Denis Masetti*
Noi di BFC ci saremo
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sserci o non esserci, questo è il problema. In un mondo in rapida evoluzione il settore dell’editoria è di fronte a una vera e propria rivoluzione. Il modello di business è stravolto, la tecnologia evolve rapidamente, il modo di comunicare e informare sta radicalmente cambiando. La nostra casa editrice è nata nel 1996 con un focus definito: informare e rappresentare il mondo degli operatori del risparmio, dai consulenti finanziari ai gestori, le reti, le banche e tutti i soggetti che operano nel mondo della creazione e distribuzione di servizi finanziari. La sfida al mercato tradizionale dell’editoria è stata influenzata dalla nascita alla fine del secolo scorso di Internet e il sito www.bluerating.com, nato nel 1997, è stato uno dei primi a utilizzare le opportunità offerte dalle nuovo tecnologie. Oggi siamo chiamati a guardare avanti e spingere ulteriormente il nostro progetto verso il futuro per offrire un sistema informativo che sia all’altezza dei tempi che vivremo e utile agli operatori della finanza. Abbiamo cosi deciso di rafforzare l’offerta informativa di Bluerating con il lancio di una nuova applicazione online che consentirà nei prossimi mesi di ricevere sul proprio iPhone notizie in anteprima. Il servizio mobile/bluerating.com si affiancherà ai siti e alla newsletter giornaliera che ogni sera alle 18.00 viene inviata a 50.000 operatori del mondo finanziario. Nel contempo, consci del valore e dell’utilità di un giornale stampato, nasce BLUERATING mensile di ADVISORY & ASSET MANAGEMENT per raccogliere tutti i fatti piu significativi del mese e appofondire i temi piu caldi. BLUERATING verrà distribuito nelle edicole di tutta Italia e inviato alle agenzie dei promotori finanziari e della business community. La miglior risposta in un mercato difficile è avere il coraggio di cambiare e adeguarsi costantemente. Noi a BLUERATING continuiamo a crederci. Noi ci saremo. *editore BFC masetti@bluerating.com
Il nazionalismo non paga nel risparmio gestito di Andrea Giacobino*
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unedì 6 maggio scorso a Milano sembrava di guardare la stessa scena di sei anni fa, come in un retrovisore. “La comparazione internazionale - tuonava il presidente della Consob Giuseppe Vegas - mostra ancora più chiaramente la debolezza del risparmio gestito domestico: il patrimonio complessivo (fondi e gestioni di portafoglio) trattato da società residenti è pari al 43% del Pil, contro il 60% in Germania, il 150% in Francia e il 270% nel Regno Unito”. Il numero uno dell’authority alzava poi la voce: “Tale debolezza è riconducibile alla scarsa indipendenza nelle scelte strategiche, conseguente agli assetti proprietari delle sgr, all’integrazione verticale fra produzione e distribuzione e alla ridotta capacità di innovazione”. Il giudizio finale era senza appello: “la significativa presenza delle banche nel capitale delle sgr”, stigmatizzava Vegas, “da un lato aumenta anche il rischio di conflitti d’interesse riducendo le performance dei gestori e dall’altro - come dimostrato da recenti casi - può limitare l’efficacia dell’azione di monitoring che i fondi comuni potrebbero e dovrebbero svolgere sul governo societario degli emittenti quotati”. Sistemiamo il retrovisore, riavvolgiamo il film e rivediamo la scena. “La riduzione del conflitto d’interessi insito nell’intreccio azionario con banche e assicurazioni e la concentrazione degli asset manager sono vitali per la crescita del settore. Architettura aperta, netta separazione societaria, finanche nella proprietà, sono di beneficio per gli azionisti delle banche, per i clienti dei fondi”. Era il 31 maggio del 2007 e Mario Draghi, allora governatore della Banca d’Italia, nelle sue Considerazioni Finali all’assemblea di Via Nazionale, tornava per la terza volta su un tema che allora era molto “di moda”, quello appunto del controllo proprietario delle società di gestione del risparmio da parte di gruppi bancari e assicurativi e del rapporto fra produzione e distribuzione nel relativo settore. Un tema che a Draghi stava particolarmente a
Vegas accusa le sgr italiane di conflitto di interessi. Come Draghi. Ma gli asset manager esteri hanno aperto il mercato italiano cuore visto che un anno prima all’assemblea dell’Abi aveva stimolato i banchieri nostrani ad accantonare “interessi personali” avviando un processo di consolidamento e separazione delle sgr, non escludendo - in assenza di segnali appropriati - interventi normativi “ad hoc”. Come se non bastasse a ottobre del 2007 Draghi calcava la mano, individuando nella “troppo stretta integrazione tra fabbriche di prodotto e reti distributive bancarie” uno degli ostacoli al realizzarsi di auspicabili processi di consolidamento fra sgr e di più bassi “tassi di retrocessione alle reti”. Se dopo sei anni Vegas dice le stesse cose di Draghi e in attesa di una presa di posizione sul tema anche da parte dell’attuale governatore di Palazzo Koch, Ignazio Visco - qualcosa non è andato come i regulators speravano. Con buona pace della difesa nazionalistica della grande “torta” del risparmio degli italiani, la crescente offerta e presenza degli asset managers esteri nel nostro Paese è dimostrazione di una concorrenza leale. Non solo dal lato dei costi ma anche da quello - egualmente importante - delle performance. Il libero mercato può solo fare un gran bene a tutti. *direttore responsabile
giacobino@bluerating.com @andreagiacobin1
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Banca Fideuram regina di patrimonio e fa boom di ingressi
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Monte dei Paschi rilancia il private: 100 nuovi banker
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Jp Morgan AM punta sull’Italia
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Banca Generali Asset pro-capite a 18,4 milioni
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Pictet: roadshow e concorso Top Advisor
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Villa Leopolda: $750 milioni
23 La vision di Arrighi sul futuro dei consulenti
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Cucinelli nel club dei miliardari: il chachemire debutta nell’indice Bloomberg Billionaires
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Battaglia di Anasf per il contratto unico
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UniCredit e iShares: il bilancio di un anno
60 Galaxy S4? Costa solo 180 euro
59 Banche e social network Luci e ombre
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L’Apf presenta un anno di attività
18 Francesca Martignoni capo di Fidelity in Italia
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anno III - numero 1 mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 3 del 4 gennaio 2011 Casa editrice Blue Financial Communication Srl Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Tel. (+39) 02.30.32.11.1 Fax (+39) 02.30.32.11.80 www.bluerating.com - www.soldiweb.com @bluerating_com infomarketing@bluerating.com
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Mediolanum: 717 milioni da gennaio a marzo
La ricetta di Escalona (Finanza & Futuro Banca)
ADVISORY & ASSET MANAGEMENT
Editore Denis Masetti masetti@bluerating.com Editore incaricato Antonio Spiezia spiezia@bluerating.com Tel. (+39) 02.30.32.11.61 Direttore editoriale Alessandro Rossi rossi@bluerating.com
Sabia spegne le candeline di Tua Assicurazioni
Direttore responsabile Andrea Giacobino giacobino@bluerating.com Redazione redazione@bluerating.com Tel. (+39) 02.30.32.11.71 Gianluca Baldini (coordinamento) baldini@bluerating.com Diana Bin bin@bluerating.com Maria Paulucci paulucci@bluerating.com Daniel Settembre settembre@bluerating.com
Angelina: maxi asta per una foto da ragazza
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Apple è sesta nella classifica Fortune 500
Opinioni Ugo Bertone, Gianni Gambarotta, Pompeo Locatelli, Giuseppe Santorsola, Fabrizio Tedeschi
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I promotori trasgressori sono in diminuzione
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Azimut, un trimestre con risultati che tengono
Hanno collaborato Massimo Arrighi, Rosaria Barrile, Biagio Campo, Giuseppe De Lucia Lumeno, Armando Escalona, Maria Giovanna Gallo, Claudio Kaufmann, Roberto Lenzi, Luca Lodi, Sara Lupi, Paolo Martini, Simone Martino, Matteo Mediola, Gaetano Megale, Ettore Mieli, Andrea Milesio, Silvia Minola, Fabio Pauselli, Claudia Petracca, Francesco Priore, Luca Spoldi, Francesca Sulpizi, Francesca Vercesi, Bruno Zanaboni Graphic design Marco Brenna brenna@bluerating.com Pubblicità Michele Gamba gamba@bluerating.com Mob. (+39) 393.95.010.95 Marketing e comunicazione Vito Massafra massafra@bluerating.com Ufficio abbonamenti abbonamenti@bluerating.com Tel. (+39) 02.30.32.11.65 Stampa Vela Web Surl Via Copernico, 8 - 20082 Binasco (MI) Tel. (+39) 0290092766 Fax (+39) 0290092628 Distributore esclusivo per l’Italia Messaggerie Periodici MEPE SpA Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano Il costo di ciascun arretrato è di €10
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Contatti fra la sim e il family office
Marzotto si dirige verso Cfo Prove di matrimonio fra boutique di finanza milanese. La Marzotto sim, che fa capo per la maggioranza ad Andrea Donà Dalle Rose, sta valutando una forma di possibile sinergia, che potrebbe addirittura sfociare in una fusione, con la Corporate Family Office sim, il family office guidato da Andrea Caraceni e nel cui capitale figura fra l’altro anche la Petrolifera Italo Rumena che fa capo all’imprenditore Emilio Ottolenghi, già presidente di Banca Imi e azionista di Intesa Sanpaolo. Per Marzotto sim gli ultimi mesi non sono stati facili dopo la sua nascita in seguito alla ridenominazione della precedente Armonia sim guidata da Fabio Arpe. La quota di Donà Dalle Rose, in particolare, è stata messa sotto sequestro giudiziario a seguito dell’inchiesta sui Marzotto e i Donà Dalle Rose aperta dalla procura di Milano e condotta dai pm Laura Pedio e Gaetano Ruta coordinati dal procuratore aggiunto
Francesco Greco, in cui sono indagate tredici persone, alcune appartenenti alle famiglie già proprietaria della griffe Valentino Fashion Group. Dal board è poi uscito l’economista Giacomo Vaciago, professore incaricato di economia monetaria all’Università Cattolica di Milano e opinionista de “Il Sole 24Ore”; mentre da poco come amministratore delegato è entrato Giambattista Duso. Matteo Duso, ex amministratore Marzotto delegato di La Centrale Finanziaria Generale, merchant bank presieduta da Giancarlo Elia Valori, è un banchiere che ha passato 30 anni in Antonveneta di cui era stato direttore commerciale corporate fino a luglio 2009 e poi vicedirettore generale, per essere successivamente trasferito nella capogruppo Mps. Cfo sim amministrava a fine 2011 masse per 454 milioni, con masse gestite per 330 milioni, incassando 3,4 milioni da commissioni attive. A. G.
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FONDI IMMOBILIARI La stangata di Bankitalia su Fondamenta sgr che però ha rinnovato quasi tutto il consiglio Si definiscono 30 professionisti “giovani e appassionati”. Ma queste caratteristiche non hanno impedito che Banca d’Italia sanzionasse la loro realtà per 379.000 euro: tale è la multa, infatti, comminata dalla Vigilanza nei confronti di Fondamenta sgr. una società di gestione con oltre dieci anni di vita. La pesante sanzione è stata inflitta per “carenze nell’organizzazione e nei controlli interni” da parte di componenti ed ex componenti sia il consiglio d’amministrazione sia il collegio sindacale oltre che per “la valorizzazione delle quote dei fondi” effettuata da membri ed ex membri del board. Le multe hanno colpito per 49.000 euro cadauno l’ex consigliere Giuseppe Campanella (già amministratore delegato) e l’attuale consigliere con deleghe Alberto Argnani, per 39.000 euro cadauno gli ex consiglieri Paolo Ermenegildo Ciocca e Stefano Mori; per 33.000 euro cadauno gli ex consiglieri Fabrizio Gnocchi, Mauro Odorico e Antonio Panigalli e per 7.000 euro cadauno gli ex consiglieri Riccardo Sadun e Riccardo Cirillo. Multati invece per 18.000 euro cadauno gli ex sindaci Walter Bonardi, Alfredo De Ninno e Nicola Miglietta nonché per 12mila euro cadauno gli ex sindaci Giovanni Crostarosa, Luigino Toniolo e Ferdinando Magnino. C’è da osservare che a metà dello scorso anno Fondamenta sgr effettuò un ampio rimpasto del board (e del collegio sindacale), portando alla presidenza Rossella Locatelli, con suo vice Carlo Corradini, già numero uno di Banca Imi: entrambi sono appena entrati nel consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Fondamenta sgr, che nel 2001 lanciò il primo fondo di fondi italiani in private equity denominato Fondamenta Uno, ha investito nei suoi fondi capitali fra l’altro di Fondazione Cariplo e Fondazione Crt. La sgr è controllata da Futura Invest e Effedue: nel capitale della prima (presieduta da Campanella) troviamo Fondazione Enasarco, la stessa Fondazione Cariplo, State Street Global Advisors e la H-Invest, holding di Ennio Doris, patron di Mediolanum. Effedue è controllata da Effeuno, di cui sono azionisti Campanella, Argnani e Odorico. Il bilancio al giugno scorso si è chiso con commissioni nette per 6,7 milioni e un utile di 324.000 euro.
OPINIONE
La corsa ai bond societari è troppo “interessata” di Pompeo Locatelli* Tendenza bond. Parrebbe questa la strada intrapresa negli ultimi tempi dalle imprese in cerca di liquidità. È sacrosanto allora domandarsi se questa sia la strada giusta da imboccare per poter continuare a rimanere sul mercato un poco più alleggeriti dalle ambasce quotidiane ben lungi dal vedere la luce in fondo al tunnel (mi viene in mente una battuta fulminante di Woody Allen, quando, a proposito di luce in fondo al tunnel, dice «speriamo che non sia un treno») .
Leggo che gli istituti di credito invitano gli imprenditori a trovare forme alternative di finanziamento e la corsa al bond viene salutata con una certa soddisfazione”. E, naturalmente, si tratta di una soddisfazione “interessata”. In quanto l’approdo massiccio a questa formula di recupero di liquidità troverebbe un terreno “fertile” adeguatamente seminato dalle banche. Come noto, non fanno la parte delle comprimarie in questo nuovo show business; nella gran parte dei casi sono proprio gli Istituti (o le finanziarie accreditate) a preparare l’obbligazione fissando criteri,
modalità, interessi e, naturalmente, laute commissioni e gestione del secondario. In buona sostanza, i soliti noti. Mi chiedo: perché mai in Italia un privato non può finanziare un’impresa? Qual è il problema? Sono convinto che un’apertura di questo tipo produrrebbe benefici e darebbe grande slancio. Certo, potrebbe scontentare qualcuno… Mentre così (non) facendo, le imprese, in un modo o nell’altro - ma soprattutto per un verso solo - proseguono ad essere nel raggio d’azione dei soliti registi di queste come di altre operazioni. Pertanto, sarà pure una tendenza, o
Le banche spingono questi prodotti, ma anche i privati possono aiutare le Pmi addirittura un boom, come interpreta l’inserto economico del lunedì del Corriere Della Sera (13 maggio), ma a ben vedere è un’avventura finanziaria che non può riguardare la piccola impresa. I parametri messi in campo non lo consentono proprio. Occorrono numeri e prestazioni che
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Nella controllante Valore c’è anche il socio Verdone
Ipb sim batte cassa per 600mila euro Grandi manovre sul capitale in casa di Independent Private Bankers sim (Ipb sim), la società di private banking che opera anche con una sua rete di promotori finanziari, presieduta da Emanuele Carluccio (nella foto) e nel cui consiglio d’amministrazione siede Sergio Boido, presidente di Efpa Italia. Qualche giorno fa, infatti, a Roma nello studio del notaio Giorgio Calissoni si è svolta un’assemblea straordinaria che ha deliberato prima su una copertura delle perdite e poi su una ricapitalizzazione. Il rosso evidenziato da Carluccio è quello segnato nei conti della sim a fine 2012, pari a 1,1 milioni di euro, che hanno quindi intaccato di oltre un terzo il capitale di 2,1 milioni. A cosa si deve il passivo? Carluccio lo spiega con “il livello di ricavi non ancora in grado di coprire i costi, anche per effetto dell’attuale struttura dei costi fissi e variabili”. Nel dettaglio fra commissioni attive e passive Ipb sim ha incassato nel 2012 1,1 milioni a fronte di spese per 1,8 milioni. Di qui la necessità di predisporre in tempi brevi un nuovo pano industriale che faccia riferimento, ha spiegato il presidente, a “posizionamento strategico, struttura organiz-
appartengono a imprese perlomeno di medie proporzioni, ma sarebbe meglio dire, di grandi proporzioni. Quelle stesse realtà che di norma faticano assai meno a trovare gentilezza e accoglienza allo sportello. Per i “Brambilla” , dunque, la tendenza bond appare piuttosto come un miraggio. O un eccezione. Come dimostra il caso di un’azienda, la Caar di Orbassano, alle porte di Torino, tipico indotto Fiat. È suo l’unico esempio di prestito obbligazionario di taglia davvero mini emesso da una piccola impresa (4,5 milioni di fatturato) a seguito dell’entrata in vigore del decreto sviluppo, firmato dall’allora ministro Passera: un mini bond da tre milioni di euro, scadenza quinquennale, cedola a tasso fisso del 6,5%. Una buona cosa perché consente a quella realtà di inve-
zativa, offerta commerciale, strategie di crescita”. Il passivo 2012 è stato ripianato parte utilizzando riserve e soprattutto riducendo il capitale a poco più di un milione: successivamente, però, è stata varata una ricapitalizzazione di 600.000 euro. Le nuove risorse dovranno tirarle fuori i soci Valore Italia Holding (nel cui capitale c’è persino con una piccola quota il noto attore Carlo Verdone, nella foto) e Agorà Investments di Alessandro Ceccaroni. A. G.
GLI INTRECCI DI VILLA Da Richard Ginori a Prisma sgr, passando per Mps Gli intrecci pericolosi del finanziere Roberto Villa non si spingono solo dalle vicende della Richard Ginori di cui è stato presidente e azionista (lo storico marchio di porcellane sotto la sua gestione ha collassato ed è stato salvato da Gucci) fino a quelle della cosiddetta “banda del 5%” che nella finanza del Monte dei Paschi di Siena faceva capo a Gianluca Baldassarri. La “longa manus” di Villa, infatti, arriva con la danese Jallerop a controllare la maggioranza di Prisma sgr, una società di gestione di fondi immobiliari, che non a caso è stata oggetto di un’accurata ispezione di Bankitalia, conclusa con una lunga reprimenda. A guidare Prisma sgr c’è Alberto Carpani, vecchia conoscenza di Villa e di Baldassarri.
stire all’estero e di poter godere, da queste emissioni, anche qualche beneficio fiscale. Per il resto solo prestiti obbligazionari da centinaia di milioni di euro. Ma, probabilmente, visto il disegno complessivo, è naturale che stia andando così. Intendiamoci, filosoficamente parlando, ben vengano le soluzioni salutari per l’economia, quelle mosse che possano liberare risorse finanziarie e far ripartire i mercati. Poi, però, c’è la realtà, la prova dei fatti. Vedremo allora, se questa tendenza salutata con rullar di tamburi, avrà per davvero prodotto risultati apprezzabili per l’economia reale. L’unica che conti. La quale ha necessità di tutto tranne che di ennesime chimere o promesse di felicità impossibili da raggiungere senza scottarsi. Per le piccole realtà serve altro per ripartire, anziché
affannarsi e “smarrirsi” con strumenti finanziari pieni di incognite. Cosa? Anche qui la storia è nota, ma quelli sono i nodi da risolvere che legano la voglia di fare impresa: un decisivo alleggerimento della pressione fiscale; una massiccia sburocratizzazione, un costo del lavoro più adeguato all’urgenza di questo tempo. Perché, al di là delle tendenze più o meno alla moda, quel che resta “leggendo” e non “interpretando” la realtà è che la ripresa prevista per il 2013 non ci sarà. Adesso si guarda al 2014 come l’anno della possibile svolta. Ma le svolte bisogna affrontarle in sicurezza. E possibilmente senza abbandonare più nessuno al suo destino. Vi è già stata troppa morìa. Quella è stata la vera “tendenza”. Una tendenza che ormai sa troppo di abitudine. *www.pompeolocatelli.com
SENTIMENT di Alessandro Rossi*
La perfida Albione, il tailleur della Merkel
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e davvero la perfida Albione dirà bye-bye alla vecchia e grinzosa Europa, chi ci guadagnerà? O meglio chi ci perderà di meno? David Cameron, il primo ministro conservatore inglese, più che erede, nipotino della Thatcher, ha paura di essere invaso di nuovo dai sassoni, mille anni dopo. Non si sente Re Artù, ma sta cercando di riunire tutti le tribù degli angli sotto le sue insegne. Ha detto che se i suoi sudditi non vogliono più stare in Europa, possono dirlo in un modo solo: rivotandolo alle prossime politiche del 2014 e lui promette che indirà un referendum per l’anno dopo. La sensazione è che più del tailleur fucsia della Merkel, gli inglesi temano la loro potenza nelle esportazioni. Anche se, bisogna dirlo, tra i due leader, non corre buon sangue a prescindere, come diceva Totò. C’è una rivalità che nasce dalla storia e un’insofferenza che invece arriva dal passato prossimo. I rapporti Cameron-Merkel somigliano un po’ a quelli tra il primo ministro Winston Churchill e la deputata del partito laburista, Nancy Astor. Tra i due non correva buona sangue e la Astor un bel giorno comunicò a Winston che se fosse stata sua moglie gli avrebbe messo il veleno nel the. Churchill non si scompose e con il suo humor anglopre-andreottiano le rispose che se lui fosse stato suo marito, quel the avvelenato lo avrebbe bevuto volentieri. Ora il problema di Cameron è di uscire dall’Europa per contare di più e anche per svincolarsi da troppe regole come quella bislacca della Tobin tax sulle transazioni finanziarie. Per la Gran Bretagna, il prodotto della City vale oltre il 10% del pil. Figuriamoci se gli inglesi hanno voglia di vederselo tassato, per di più da tedeschi e francesi. L’Europa però, non vuol perdere gli inglesi. Si indebolirebbe troppo e perderebbe un bel po’ di quella caratura internazionale che la fa tirare a lustro. E quando ci sarà da andare a trattare con Obama, senza il governo di Sua Maestà al fianco, anche il tailleurino della Merkel non sarà più fucsia ma rosa pallido. *rossi@bluerating.com
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BORSE
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Borse
Indice Valore
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2011
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Italia
FTSE Mib 17.605
8,2%
7,8%
Gran Bretagna
FTSE 100
6.723
14,0%
5,8%
-5,6%
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CAC 40
4.001
9,9%
15,2%
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DAX
8.398
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Area EuroEURO STOXX 50
2.818
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DOW JONES 15.354
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NIKKEI 225 15.138
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BORSE APERTE
180
-25,2% -13,2% 160
Francia Germania
di Ugo Bertone*
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MSCI World
22,9%
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Mondo
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HANG SENG 23.083
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Hong Kong
Tesla, investitori a corrente elettrica
FTSE MIB EURO STOXX 50 MSCI WORLD
80
-1
Giappone
100
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Usa
VALUTE COMMODITIES Valore
Fine 2012
Fine 2011 Fine 2010
Euro/Dollaro
1,2869
1,3194
1,2939
1,3362
Euro/Franco Svizzero
1,2449
1,2072
1,2156
1,2504
Euro/Sterlina
0,8448
0,8161
0,8353
0,8608
Euro/Yen
131,87
113,61
100,2
108,65
Valore
Fine 2012
103,72
110,62
107,62
93,49
1.368,75
1.664
1.574,5
1.410,25
Petrolio Brent al barile Oro per oncia Argento per oncia CRB Commodities index
Fine 2011 Fine 2010
22,52
29,95
28,18
30,63
473,91
484,07
482,01
520,33
120 500
110
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450
CRB Commodities index
400
Oro Argento
350
Petrolio
90 300
Euro/Dollaro 250
80
Euro/Franco svizzero 200
Euro/Sterlina
70
150
Euro/Yen
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TITOLI DI STATO SPREAD BTP-BUND 3 mesi
1 anno
5 anni
10 anni
30 anni
Italia
0,33%
0,75%
2,72%
3,86%
4,66%
Germania
0,03%
-0,02%
0,35%
1,33%
2,25%
Svizzera
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0,61%
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Usa
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MERCATI Per restare aggiornati sui dati basta andare su www.soldiweb.com
FIDA Finanza Dati Analisi
Fonte: dati su elaborazione FIDA aggiornati al lunedì precedente all’uscita in edicola del settimanale
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DEFICIT/PIL
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li scettici si sono dovuti ricredere. A caro prezzo. Erano in molti a credere che la bolla di Tesla Motors, la capofila dell’auto elettrica promossa da Elon Musk, sarebbe scoppiata in breve tempo. Non a caso, la società di Paolo Alto figura al sesto posto assoluto nella classifica degli “short”, cioè dei titoli venduti allo scoperto, della Borsa americana. Ma la creatura di Elon Musk, pirotecnico inventore che sta studiando una navicella per i voli di linea nello spazio, non era un bluff: la Tesla Model S Sedan, prezzo di listino 69,600 dollari (52 mila euro) ha superato i severi test di Consumer Report che hanno decretato l’affidabilità della prima auto elettrica con prestazioni degne di un coupé sportiva ma con costi di esercizio degni di una 500. E così, ancor prima che sulle strade della California, le Tesla hanno preso a volare sui listini di Wall Street. Con un effetto strabiliante: la start up è schizzata alle stelle fino a sfiorare un valore di mercato di 9 miliardi. Poco di meno di Mazda (10,4 miliardi di dollari) ma davanti alla Fiat, poco sotto gli 8 miliardi di capitalizzazione in dollari. E Musk, che non a caso ha intitolato la sua azienda a Nikals Tesla, genio straordinario ma bizzarro al punto da rasentare la follia, ha visto la sua fortuna salire a poco meno di 5 miliardi, anche grazie al balzo di un’altra sua creatura: Solar City, attiva nelle ricerche sull’energia solare. Insomma, il rischio paga. Almeno quando i mercati funzionano a dovere. E questo vale anche per un settore maturo come l’auto. Quest’anno, centesimo anniversario della nascita del modello T della Ford che cambiò la storia dell’economia, sono in molti (ahimè anche al Lingotto) a ritenere che non ci sia alternativa al vecchio motore a scoppio e che l’auto elettrica, per ora, sia poco di più di un esperimento. O che, in tempi di crisi, non si debbano gettare quattrini in investimenti azzardati. A loro, così come agli “shortist” di tutte le Borse, merita offrire un viaggio in Sedan Tesla con un messaggio: il futuro sta nell’innovazione. *bertone.ugo@gmail.com
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IN CIFRE
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Superare il contrasto tied-independent
Unico organismo 1,5 per tutta la consulenza
È la raccolta netta, in miliardi di euro, registrata a marzo dalle reti aderenti ad Assoreti
265 Le consistenze patrimoniali, in miliardi di euro, in mano alle reti alla fine del primo trimestre
52,3 Sono, in migliaia, i pf iscritti all’Albo unico di categoria secondo Apf e Consob
33,5 Sono, in migliaia, i promotori titolari di un mandato da parte di un intermediario
21,6 Sono, in migliaia, i pf con mandato dalle società aderenti ad Assoreti a fine marzo
2009 È l’anno in cui la vigilanza sull’Albo dei promotori è passato dalla Consob all’Apf
2012 L’anno scorso si è discusso sull’inserimento dei consulenti indipendenti nell’Oam
di Matteo Mediola Il grande mondo della consulenza e della distribuzione di servizi finanziari arriva alla boa della prima metà del 2013 con risultati più che incoraggianti dal punto di vista della raccolta, che ha ripreso vigore grazie anche al buon andamento dei listini, ma con un quadro regolatore che appare confuso e frammentato. Di più. Da troppo tempo i consulenti che si autoproclamano indipendenti operano nel nostro Paese senza alcun soggetto che li vigili e la bandiera del “fee-only”, quand’anche portata con professionalità, espone però i clienti a rischi oggettivi. Da un lungo periodo si parla e si auspica la nascita di un Albo o di un organismo per regolare i consulenti indipendenti, ma questo finora non è avvenuto, anche perché i mercati non si costruiscono a tavolino e i professionisti che possono definirsi realmente “indipendenti” oggi sono poche centinaia. Inoltre non c’è dubbio alcuno che oggi in Italia la consulenza reale la facciano le reti di promotori finanziari, organizzate perlopiù in un “sistema banca” (da Banca Mediolanum a Banca Generali, Banca Fideuram, eccetera). Come se non bastasse, il vasto universo della consulenza è sottoposto a organismi diversi, come l’Organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari (Apf), l’Organismo per gli agenti in attività finanziaria e i mediatori creditizi (Oam) e il nascente Ivass, che regolerà gli agenti assicurativi.
L’advisory la fanno i promotori e le reti organizzate da banche. Inserire gli indipendenti nell’Apf. Riunendo la vigilanza
Tante sigle significano tanta confusione. E nella confusione si annidano i pericoli di chi vorrebbe mettere le mani sulle leve di controllo di tutte le reti. Stiamo parlando, senza far tanti giri di parole, degli alti vertici del sistema bancario italiano che hanno cercato di inserire i consulenti indipendenti sotto l’Oam così come anche i promotori finanziari, con un tentativo protrattosi per tutta l’estate dello scorso anno e poi - fortunatamente abortito. Nella partita in corso si inserisce anche la Consob, che giustamente sottolinea che le banche devono fare consulenza: in effetti, il promotore finanziario che opera per conto di una banca sta svolgendo attività consulenziale e non di collocamento e ai fini Mifid ricade sotto i profili della “adeguatezza”. Come ricomporre un mosaico così frammentato? Ciò che sta accadendo negli Stati Uniti può rappresentare la chiave d’accesso a una soluzione razionale che trovi spazio anche in Italia. Al di là dell’Atlantico, infatti, coloro che lavorano per realtà come Wells Fargo o Ubs sono a tutti gli effetti dei “financial advisors” così come i professionisti indipendenti; solo che i primi sono “tied”, cioè sono soggetti che operano nella consulenza per conto di un altro soggetto.
Antonio Spallanzani, presidente Assoreti
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le Autorità
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Giuseppe Vegas Presidente della Consob dal 2010, è stato vice ministro dell’Economia e delle Finanze del governo Berlusconi dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006 e dal 21 maggio 2009 al 18 novembre 2010.
Ignazio Visco Governatore della Banca d’Italia in carica dal primo novembre 2011, ricopre da gennaio anche il ruolo di presidente del direttorio integrato dell’Ivass.
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Il mercato finanziario americano, cioè, ha capito da tempo quello che da noi o non si capisce o si finge di non capire: che la consulenza in materia finanziaria è una sola attività, che può declinarsi diversamente a seconda del soggetto legato a un vincolo professionale (il rapporto con la mandante) oppure no. Insomma: i consulenti che strombazzano la loro indipendenza rispetto ai promotori finanziari non rappresentano la realtà del fenomeno, proprio perché non c’è nei fatti - e non ci può essere nemmeno come una questione di principio - una dicotomia fra consulenza “nobile” da una parte e vendita “volgare” dall’altra. L’epoca del porta-a-porta nel mestiere di promotore finanziario è finita da un pezzo, sostituita appunto dalla consulenza. Se il quadro è questo, allora occorre dare finalmente unicità di rappresentanza a un mestiere che già di fatto è diventato unico, ben prima delle normative. Come? Una buona idea potrebbe essere quella di trasformare la natura dell’attuale Apf e prevedere in esso due elenchi: quello, appunto, dei “tied” e quello degli “independent”. E se costoro volessero o assumere dei “tied” o avvalersi della loro professionalità dovranno trasformarsi necessariamente in sim o banche. Logica vorrebbe che, con queste due “sezioni”, al nuovo Acf (Albo dei consulenti finanziari) - che di fatto da una parte riconosce l’ottimo lavoro fin qui fatto dall’Apf e dall’altro, potendo inserire gli indipendenti, ne allarga lo spettro di attività - a questa nuova realtà, dicevamo, la Consob demandi anche l’attività di vigilanza proprio perché a quel punto tutta la consulenza finanziaria italiana sarebbe raggruppata sotto un unico ombrello. Certamente, alla luce di questi cambiamenti, la “governance” che attualmente regge l’Apf dovrebbe essere modificata e la prospettiva di avere finalmente con l’Acf un unico Albo per tutta la consulenza finanziaria italiana potrebbe far
CONSULENTI E PROMOTORI Un costante aggiornamento sui professionisti del risparmio su www.bluerating.com
storcere il naso agli indipendenti, che anzitutto oggi non sono vigilati e che oltretutto un domani all’interno della neonata realtà potrebbero - visto il loro numero esiguo - correre il rischio di essere sottorappresentati e quindi contare poco. Ma anche qui l’evoluzione in atto nel mercato della consulenza può venire in aiuto e fugare ingiustificati timori. Il crescente fenomeno dei “team”, infatti, alla lunga potrà favorire la fuoriuscita dalle reti di gruppi di professionisti che troveranno la loro naturale collocazione nella “sezione” degli indipendenti del nuovo Acf. Una cosa è certa. Un nuovo organismo così concepito da un lato riconosce finalmente alla consulenza quella natura di “mestiere unico” che oggi già è nei fatti e dall’altro archivia sia le sovrastrutture sia i costi inutili attualmente esistenti. Un aspetto non da poco, soprattutto in un tempo in cui la “spending review” è diventata una parola d’ordine.
BIGLIABIANCA & BIGLIANERA
Il male allo sportello si chiama budget Nella consulenza gli istituti hanno un solo obiettivo: raggiungere un numero che consenta di distribuire i bonus di Gianni Gambarotta “Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal loro rispetto nei confronti del loro stesso interesse”, scriveva Adam Smith nella “Ricchezza delle nazioni” del 1776, una sorta di manifesto del capitalismo, atto di nascita dell’economia del libero mercato. Poniamoci nello stesso stato d’animo quando andiamo in banca per investire un nostro capitale, non importa quanto grande, e chiediamo a chi sta dall’altra parte del bancone o della scrivania suggerimenti per ottimizzare la nostra scelta. Noi speriamo che quel signore o quella signora abbiano rispetto per il loro stesso interesse e ci consiglino la mossa giusta per ottenere il meglio dal nostro
Gianni Gambarotta
capitale, facendo il nostro interesse. Ma anche il loro, perché comportandosi così conserveranno ai nostri occhi quel ruolo di esperti competenti e leali che ci ha spinti a rivolgerci a loro, e proprio a loro, per ricevere consigli finanziari. Siamo soddisfatti di come ci hanno trattati
questa volta, quindi torneremo le prossime volte. Perché siamo certi che sia loro interesse fare i nostri interessi. Dunque ci possiamo fidare. Sono passati 237 anni da quando Smith scrisse queste parole, che sembrano dettate da un assoluto buonsenso. Sono ancora attuali? Direi di no. Il capitalismo, la finanza in particolare, negli ultimi anni ha imboccato una deriva pericolosa: i guadagni devono essere tanti, maledetti e subito, senza tenere nella minima considerazione le possibili conseguenze negative della caccia al profitto a qualsiasi costo. Oggi le banche, nella loro attività di consulenza agli investitori e nei rapporti con la clientela in generale, hanno un unico obiettivo: raggiungere un budget che consenta la distribuzione di bonus a funzionari e dirigenti. Così, quando si presenta allo sportello il cliente-risparmiatore con 10mila o 100mila euro da investire, cercano di indirizzarlo verso i propri prodotti (fondi, obbligazioni o altro). Fanno insomma gli interessi immediati loro e della loro bottega. Che questo possa, nel tempo, incrinare la fiducia dei risparmiatori e del mercato nei confronti dello stesso sistema bancario non li preoccupa più di tanto. Per parafrasare Valentino Parlato, si potrebbe dire che “in Italia i banchieri sono illuminati solo quando qualcun altro paga la luce”.
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Allarme costi/ricavi dopo la Rdr
Gli advisor inglesi tirano la cinghia di Maria Paulucci Una marcia indietro, adesso, è più che possibile. E i Paesi che si stavano avviando sulla strada aperta dalla Gran Bretagna forse ci ripenseranno. È questa la sensazione più diffusa, visti i dati sul primo impatto della Rdr, la Retail distribution review, in vigore nel Regno Unito dal primo gennaio. Da quella data, i promotori finanziari del Paese non possono più basare la loro retribuzione sulle commissioni dalle case prodotto. Le uniche entrate consentite sono quelle a parcella. Se non fosse che, secondo un recente sondaggio riportato dal Financial Times sulle pagine dedicate agli “adviser”, oltre il 40% delle aziende di consulenza è preoccupato. Il motivo? Non si riescono a coprire i costi. Oggetto dell’indagine, più di 1.300 imprese: uno spaccato sulla locale comunità dei consulenti, l’86% dei quali è direttamente autorizzato, il 69% lavora in una ditta con tre o meno professionisti e il 96% offre un servizio indipendente. Di loro si è occupata una recente edizione dell’Adviser Snapshot, che ha svolto una ricerca fra le imprese di con-
sulenza per monitorare, appunto, il modo in cui stanno reagendo al nuovo contesto normativo. Dopo la Rdr, il 60% delle imprese riceve un pagamento unicamente sulla base di una percentuale sull’importo investito. Solo l’8% mette in conto un compenso fisso e il 16% utilizza una combinazione dei due metodi di pagamento. E se il 50% degli intervistati non ha preoccupazioni particolari sul modo in cui gestire il nuovo regime, il 42% si domanda come assicurare che il costo dei servizi ai clienti non superi le fee da far pagare. Insomma, bisogna far quadrare i conti. E allora si taglia sul servizio. Il Financial Times aveva previsto il contrario: a gennaio, aveva evidenziato il rischio di un aumento dei costi della consulenza, con conseguente ritorno dei piccoli investitori al “fai-da-te”. La recente indagine ha in realtà rivelato come meno di un interpellato su 10 si preoccupi che i clienti ottengano un buon rapporto fra qualità e prezzo, mentre il 24% delle imprese segnala problemi con i fornitori per non essere in grado di amministrare le spese come aveva previsto. @mariapaulucci
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Pianeta organismi al summit Assoreti Si svolge a Stresa, sul lago Maggiore, la mattina di sabato 15 giugno, il convegno annuale di Assoreti. Che quest’anno, spiega l’associazione, verterà sul tema degli “organismi”, della loro definizione normativa e, in particolare, dell’evoluzione dell’Apf nel settore della finanza. Il titolo è “L’architettura degli ‘organismi’ per la tenuta degli Albi di operatori finanziari”. L’Apf e la sua evoluzione normativa evocano chiaramente due punti: da un lato, gli “organismi” - definiti con un termine neutro e ormai in uso ma di per sé privo di alcuna capacità definitoria - costituiscono ad oggi un insieme di enti variamente disciplinati quanto a governance, poteri e compiti, su una pluralità di operatori dei mercati finanziari, assicurativi e creditizi; dall’altro, la necessità di riflettere sulla necessaria indifferibile razionalizzazione complessiva della disciplina idonea a superare le più o meno marcate criticità operative che si sono fin qui manifestate. A tale scopo, Assoreti ha affidato al professor Raffaele Lener l’incarico di studiare un’ipotesi di architettura normativa che permetta di coniugare con razionalità ed efficienza le esigenze di vigilanza, mercato, clientela e figure professionali coinvolte. “Il nostro obiettivo”, commenta Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, “è fornire un ausilio alle autorità a vario titolo coinvolte nel difficile processo di razionalizzazione normativa. I risultati dello studio verranno preCONVEGNO ASSORETI sentati al convegno, al quale parQuando: sabato 15 giugno teciperanno anche i rappresentanti del Mef, della Consob e Dove: Stresa (Vb) dell’Apf, per un focus sull’evolu- Tema: L’architettura degli “organismi” zione normativa che dovrà inte- per la tenuta degli Albi di operatori finanziari ressare il settore finanziario”.
La persona giuridica è il futuro del settore di Armando Escalona* Dalla fine del 2007 ad oggi stiamo vivendo, su scala globale e sia pure, nel tempo, tra diversi livelli di intensità, quella che molti tra economisti e non definiscono come la più grave crisi economica dai tempi della Grande Depressione che, come tutti sanno, caratterizzò il decennio precedente la Seconda Guerra mondiale. In questo scenario, particolarmente difficile per i Paesi cosiddetti periferici dell’area euro, il settore della promozione finanziaria finalizzato alla cura e alla gestione del risparmio delle famiglie attraverso moderni strumenti e innovative modalità di offerta sembra godere, al contrario, di inaspettata energia e grande vitalità. Il totale degli asset amministrati tramite reti di consulenti promotori finanziari sul totale degli asset nella disponibilità delle famiglie italiane, al netto degli immobili, è passato in un solo anno dal 7% al 9%, toccando i 257 miliardi di euro. La quota di risparmio gestito affidato a questi
Anche in Italia dovrebbe esserci la possibilità di dare il mandato a uno studio o a un team di pf professionisti è percentualmente cresciuta, passando dal 14% del 2008 al 17% dello scorso anno. La quota di fondi italiani e sicav, sempre tramite reti di pf, ha raggiunto un terzo del totale del mercato, passando dal 26% al 34% negli ultimi cinque anni. Numeri che la dicono lunga sullo stato di salute del settore. Tutto bene, quindi, per l’industria delle reti di pf? Armando Escalona N o n direi.
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Tutti gli intermediari adesso devono lavorare per adeguarsi
Pf e private banker, i fattori per farcela di Massimo Arrighi* Dalla metà degli anni ‘80, la normativa sul risparmio gestito in Europa è in evoluzione. Alla base del cambiamento c’è la direttiva Ucits, mentre gli sviluppi più recenti riguardano le normative Mifid. Una costante della trasformazione è l’orientamento dei regolatori a instaurare una relazione indipendente tra fabbriche e distribuzione. Mifid II, in particolare, rende il servizio di consulenza palese, con fee di advisory esplicite, ed elimina il meccanismo dei rebate. Consob ha recepito Mifid II formalizzando cinque livelli di servizio: la pura negoziazione - il cliente è abilitato all’acquisto online di titoli - e il collocamento e la consulenza, che a sua volta si distingue in transazionale, ristretta e
indipendente, ovvero in regime di open architecture. Ma in Italia questi servizi sono ancora scarsamente riconosciuti e remunerati. Se le commissioni di gestione, distribuzione, performance e ingresso sono accettate - con diversi livelli di “gradimento” a seconda del tipo di intermediario che le applica - l’introduzione di fee di consulenza stenta a decollare, fatta eccezione per un esiguo numero di best practice che sono riuscite a mettere a punto un modello di consulenza evoluta apertamente vendibile come servizio. Per definire i player vincenti del futuro conterà l’eccellenza in quattro dimensioni: l’indipendenza, con l’eliminazione dei conflitti di interesse; la trasparenza, con un’assoluta chiarezza su pricing e contenuti di prodotti e servizi; le
competenze, con professionisti capaci di una visione globale e dinamica nel tempo; le tecnologie, con l’impiego di piattaforme avanzate di advisory. Guardando ai tipi di intermediari, serviranno alcune misure di adeguamento. Innanzitutto, le reti dei pf si consolideranno per poter affrontare gli investimenti in piattaforme di servizio e sviluppo professionale. Allo stesso tempo nasceranno nuove reti “piatte”, sul modello inglese degli ifa: professionisti indipendenti aggregati attorno a piattaforme di prodotti e servizi. I private banker, poi, dovranno aumentare il livello di indipendenza dalle case madri bancarie e investire sulla professionalità delle risorse e sull’offerta. Le banche, dal canto loro, avranno bisogno di molti investimenti in for-
mazione per colmare il divario sulle competenze specialistiche. Inoltre dovranno affrontare il nodo della “cattura” del segmento affluent, il più appetibile ma il meno disposto verso una consulenza allo sportello. Infine, i family office: il loro è un modello di business esclusivamente basato sulla consulenza, e questa è una debolezza. Potranno aumentare il loro peso solo diventando Mifidcompliant e sviluppando anche la parte operativa, per completare il servizio alla clientela. A conti fatti, reti e private banking sembrano quelli meglio attrezzati per emergere. *Partner At Kearney
l’anno sul territorio senza vincolo di residenzialità. È auspicabile che si possa completare questa positiva riforma consegnando al più presto all’Apf anche l’onere della vigilanza, che garantirebbe una più veloce esecuzione del processo di giudizio delle eventuali violazioni da parte del pf e un più veloce iter sanzionatorio, garantendo, nel contempo, un più efficace livello di trasparenza in termini di informazione agli intermediari sui provvedimenti in corso. A mio parere, tuttavia, ci sono altre importanti riforme da affrontare con rapidità. In primo luogo va segnalato che in Italia non esiste la possibilità, prevista invece in altri ordinamenti all’interno dell’Ue, di iscrivere all’Albo dei pf non solo persone fisiche ma anche soggetti costituiti con personalità giuridica. O, se vogliamo essere un po’ più restrittivi, non c’è la possibilità - che esiste per esempio in Spagna per una banca - di dare il mandato di agenzia a un gruppo di pf costituitosi in uno studio associato o in un team. Negli Stati Uniti questa forma rappresenta ormai il 65% dell’industria e ha risollevato le sorti della stessa, avviata a una difficile fase riflessiva. Questa importante riforma consentirebbe di offrire un miglior servizio alla clien-
tela, con la possibilità di ottenere all’interno del team consulenza specialistica, di far crescere i neofiti in un ambiente qualificato dove sarebbe possibile svolgere una corretta attività di praticantato come in tutte le altre professioni, e dare al settore un’immagine di maggiore stabilità e rassicurazione anche grazie a un evidente “controllo sociale” che si realizzerebbe all’interno del team. Molti altri temi potrebbero essere discussi serenamente da tutte le componenti del settore con la finalità di dare impulso e un futuro forte e positivo all’intera industria. Qui oggi non c’è lo spazio per approfondire tutte queste tematiche. Sarebbe utile poter aprire un ampio e approfondito dibattito su questi e altri temi tra istituzioni, operatori del mercato e rappresentanti dei risparmiatori, per rispondere alle nuove esigenze della clientela, prepararsi a cogliere le grandi opportunità che i nuovi scenari economici e finanziari fanno intravvedere e che sarebbe un peccato non raccogliere, e affrontare una concorrenza estera che prima e meglio di noi intravede e legge nel nostro mercato questo desiderio di forte cambiamento. *Amministratore delegato Finanza & Futuro Banca
Massimo Arrighi
LA PROPOSTA Ci sono, a ben guardare, minacce molto forti che impongono una seria riflessione tra tutte le componenti di questo mercato e urgenti riforme anche strutturali che possano dare nuovo slancio a un settore che, sia pure sembri essere rispondente alle esigenze della clientela come i numeri dimostrano, rischia di veder progressivamente contrarsi il numero degli operatori, minacciati da un problema importante in termini di ricambio generazionale. Il numero dei pf operativi con mandato con una delle imprese aderenti ad Assoreti (il 98% circa del mercato) sta progressivam e n t e diminuendo (ora siamo a poco più di 2 2 m i l a unità). Se poi
guardiamo la composizione in termini demografici e di genere, ci accorgiamo come l’età media dei pf stia crescendo velocemente e la percentuale femminile sia ferma a livelli bassissimi sul totale degli operatori praticamente da 20 anni (14% del totale). C’è quindi un problema di attrattiva del settore (paradossalmente in una delle professioni che si stanno invece distinguendo sempre di più tra gli investitori e i risparmiatori), sul quale bisognerebbe riflettere tutti insieme per capirne le cause e trovarne i rimedi più efficaci. Molto è stato fatto con l’istituzione dell’Apf, l’Organismo di gestione dell’Albo dei promotori finanziari, a cui la Consob ha delegato il compito di seguire la fase di abilitazione e inserimento all’Albo con la gestione degli esami. La riforma è stata efficace, e dopo un primo periodo di naturale rodaggio possiamo sicuramente dire che le procedure sono snelle, il grado di severità delle prove è garantito, l’accesso è semplificato e un aspirante che voglia in tempi ragionevolmente rapidi conseguire l’iscrizione mediante esami all’Albo non ha che da studiare seriamente. Con la possibilità, inoltre, di effettuare le numerose prove d’esame che vengono svolte periodicamente nell’arco del-
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22 anni L’Albo dei promotori finanziari è nato con una legge del 1991
36 anni Anasf è stata fondata nel 1977 dagli operatori del settore
12 mila I promotori finanziari che oggi sono iscritti all’associazione
2 anni Il tempo che è servito a mettere a punto il progetto di Anasf
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La nuova proposta promette di diventare un tema caldissimo
Anasf, adesso si lotta per il contratto unico di Maria Paulucci Obiettivo, svincolarsi dagli agenti e dai rappresentanti di commercio. E dire addio alla giungla di contratti che cambiano di società in società. Anasf adesso si pone un altro obiettivo: un unico contratto per la categoria. La proposta al mercato di un modello di contratto comune per tutti i promotori finanziari - che ciascuna azienda potrà adattare in base alle sue esigenze, alla struttura societaria, ai suoi aspetti caratterizzanti e al suo business - promette di diventare un tema caldo, anzi caldissimo. Tra gli obiettivi, rendere più appetibile la professione per i giovani e fare luce su alcune “zone grigie” dei contratti vigenti stabilizzando e qualificando il rapporto tra intermediario e professionista. Ne abbiamo parlato con il presidente Maurizio Bufi. Da quanto ci state lavorando, presidente? Il progetto della revisione dell’inquadramento con-
Maurizio Bufi
trattuale, quello che abbiamo chiamato “contratto europeo di promozione finanziaria”, nasce formalmente al Congresso di Parma del 2011, in cui l’associazione ha eletto i nuovi dirigenti. Ma in realtà parte da più lontano, perché di tema contrattuale si era parlato anche negli anni precedenti. Questi due anni sono serviti a elaborare, approfondire e approdare poi oggi alla presentazione di una proposta che vuole essere un punto di partenza, perché il tema dell’inquadramento contrattuale dei promotori nei confronti delle
L’Organismo per la tenuta dell’Albo presenta la sua relazione annuale
Capobianco: consulenza, un bisogno che aumenta Promotore finanziario, se lo conosci lo apprezzi e soprattutto gli dài fiducia. È attorno a questo che ruotano le campagne di comunicazione di Apf, l’Organismo che dal primo gennaio 2009 tiene l’Albo dei promotori finanziari. “Il cittadino si trova disorientato dalla massa di informazioni non organizzate e non sempre autorevoli rese disponibili dalle nuove tecnologie”, puntualizza il direttore generale Joe Capobianco (nella foto). “È meno tutela-
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to a causa della contrazione dell’intervento dello Stato sui sistemi di welfare, è esposto all’influenza dei mercati e, soprattutto, al rischio di comportamenti irrazionali. Nonostante ciò, continua a spendere più tempo per selezionare l’acquisto di un’automobile o di uno scooter che per prendere decisioni di investimento coerenti con il suo profilo di
rischio e con i suoi obiettivi di vita. Ha bisogno di assistenza qualificata e di consulenza in tutte le scelte allocative del risparmio”. L’allargamento della base di quanti hanno bisogno di consulenza - tema di cui si parla nella nuova relazione annuale di Apf - potrebbe fermare la tendenza discendente osservata negli ultimi 10 anni. Secondo Apf, infatti,
società mandanti va posto all’attenzione del mercato. Qual è il vostro scopo? Da una parte, tenere conto di come è cambiata la professione negli ultimi venti anni almeno. Dall’altra, interpretare questa revisione come un’iniziativa che può contribuire alla crescita del settore, e quindi all’aumento delle quote di mercato riconducibili alle reti di distribuzione, e dunque ai promotori finanziari. Qualche numero? Numeri non ne vorrei dare semplicemente perché l’ela-
gli iscritti all’Albo a fine 2012 erano 52.265, meno dei 54.583 al 31 dicembre 2011. E i titolari di un mandato da parte di un intermediario erano 33.472. Negli ultimi dieci anni, gli under 30 iscritti all’Albo sono scesi dal 14% al 2% circa. Per contro, gli over 50 sono saliti dal 21% al 41%. L’evoluzione del ruolo del pf e della normativa di riferimento, lo sviluppo di nuovi scenari inclusi i modelli distributivi, gli ultimi progetti di formazione ed educazione finanziaria sono gli altri contenuti della relazione annuale 2012, la cui presentazione davanti alle autorità del settore e dell’industria è a Roma martedì 4 giugno.
borazione che noi abbiamo fatto è sì il frutto di due anni di approfondimenti, ma richiederà ulteriori affinamenti. Riteniamo che, se adottiamo il sistema di un nuovo rapporto contrattuale come quello che abbiamo presentato, di qui a cinque anni i numeri tenderanno a crescere, dal momento che faranno affermare un soggetto, il promotore finanziario, in una logica tipicamente consulenziale, e quindi professionale, attraverso uno strumento moderno che non può più essere quello degli agenti di commercio di trent’anni fa. Bisognerà vedere come la prenderanno le società, con cui voi avete già aperto un canale di contatto. Questa revisione peraltro avrà effetto anche sulla questione della doppia contribuzione. È così? Approdare a un contratto “di categoria” aiuterebbe anche a risolvere il tema dei rapporti con Enasarco, perché a quel punto, se venisse meno l’aggancio agli agenti di commercio, ci sarebbe un ulteriore - poiché già ce ne sono altre - motivazione al distacco definitivo dall’ente, che oramai oltretutto non ci rappresenta più, da nessun punto di vista, anche se sappiamo bene che questo è un argomento molto delicato, molto difficile, uno di quei fronti aperti su cui in questi anni ci siamo prima misurati e poi scontrati, cercando anche di cambiare strategie. Ma, allo stato attuale, questi cambiamenti di strategie non hanno prodotto grandi risultati. Quindi il tema rimane, e un inquadramento diverso della figura del promotore in una logica più professionale sicuramente aiuterebbe anche a risolvere questo aspetto. @mariapaulucci
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Il Fact Book di Assogestioni fa la sintesi del 2012
Pensioni e leggi molto a fondo di Maria Giovanna Gallo Crescita del risparmio istituzionale, rafforzamento dei fondi esteri, raccolta delle banche, innovazione di prodotto. Sono alcuni dei principali fenomeni che stanno caratterizzando il mercato italiano del risparmio gestito negli ultimi anni e che ne stanno modificando struttura e dinamiche interne. Le macchine che hanno stampato la tredicesima edizione del Fact Book di Assogestioni sono ancora calde. Il volume - che come sempre ospita i contributi e le analisi dell’associazione sulle novità e i principali eventi che hanno interessato il settore nell’anno precedente - è uscito da poco. E abbozza qualche previsione. “Molto dipenderà dall’atteggiamento dell’industria italiana e dalla sua capacità di cogliere le opportunità di mercato che emergono anche e soprat-
tutto nei periodi di crisi”, si legge nel libro. “Rispetto a una ridefinizione dei bisogni e dei confini della clientela, a una crisi che ha assottigliato i flussi di risparmio, a un assetto regolamentare dei mercati e dei servizi finanziari che è ormai quasi interamente determinato a livello europeo, oggi gli operatori sono chiamati a un ulteriore sforzo di innovazione e di ridefinizione del loro ruolo, che deve necessariamente passare dal rilancio del valore della gestione professionale del risparmio come strumento per ridare spunto e vigore alla crescita del Paese”. Nel Fact Book 2012 non poteva mancare il tema della previdenza. Due sono gli interventi prioritari, secondo l’associazione: uno, “il rafforzamento e la razionalizzazione del quadro disciplinare della previdenza complementare”; due, “l’istituzione di uno specifico regime fiscale di favore
per l’investimento del risparmio a lungo termine, sia che abbia natura prettamente previdenziale sia che venga realizzato con altre finalità, per esempio a copertura delle spese per l’educazione dei figli”. Oltre alle principali novità introdotte dal recepimento della Ucits IV in Italia, il Fact Book fa poi il punto sulla task force Assogestioni per l’attuazione nel nostro Paese entro il 22 luglio della direttiva Aifm, sui gestori di fondi di investimento alternativi. E ancora: l’evoluzione delle proposte europee in tema di Ucits V, Mifid II e Prips, tutti provvedimenti che “costituiscono una risposta alla crisi di fiducia registrata negli ultimi anni”. Infine, la tassazione. E la rappresentanza delle minoranze: le nuove norme sulle modalità di partecipazione alle assemblee delle società quotate e sull’esercizio del diritto di voto hanno permesso di “consolidare importanti e concreti risultati anche nel corso dell’ultima stagione assembleare”.
AIPB Private banking e “effetto Grillo” di Bruno Zanaboni*
Nel private banking i temi che tengono banco ultimamente sono la rivisitazione dei modelli operativi e l’evoluzione tecnologica per il miglioramento dell’efficienza dei processi di erogazione del servizio alla clientela high net worth individuals (hnwi). Riteniamo però che parlare di efficienza non debba far dimenticare l’efficacia e che sia utile avviare, prima di tutto, una riflessione sugli impatti che l’adeguamento all’evoluzione normativa ha avuto sugli investitori e, di riflesso, sulle reti di private banker. Se è vero che è finita l’epoca della politica rappresentativa ed è iniziata quella della politica partecipativa, forse può essere utile azzardare un parallelismo tra opinione politica e gestione del patrimonio personale da parte dei cittadini/investitori/risparmiatori. Il settore finanziario, un po’ come quello politico, si era abituato a un cliente resiliente e disincantato ma tutto sommato non scontento. Il calo osservato presso la clientela target del numero di controparti bancarie era interpretato dal settore come un desiderio di razionalizzazione e risparmio dei costi. Ma dopo essere scese nel 2011 a 2,5 operatori bancari con cui si hanno rapporti abituali, nel 2012 le controparti sono risalite a quota 2,8. Come si spiega? Per cercare di contribuire a trovare una risposta, Aipb è ripartita dall’analisi degli elementi che caratterizzano il servizio di consulenza agli investimenti con l’obiettivo di rileggere i dati raccolti mettendoli in relazione agli elementi a cui i clienti target attribuiscono valore. Uno fra i tanti obiettivi del progetto di ricerca era cercare di capire se il private banking sia effettivamente riuscito a passare da un’economia di prodotto a un’economia della relazione, andando oltre le cosiddette “economia della soluzione” ed “economia dell’esperienza”. Si è tentato di dare evidenza alle differenze piuttosto che agli elementi comuni a tutti gli operatori domandandoci se anche per il private banking esista il rischio reale che elementi esterni al perimetro abituale di competizione - che agiscono senza rispettare i paradigmi consolidati del sistema private - possano rappresentare un effettivo pericolo, come lo è stato il Movimento 5 Stelle per i partiti politici. *Segretario generale Associazione italiana private banking
IN BREVE l ASSIOM FOREX È l’ora dei corsi di alta formazione dopo l’evento del Congresso Nel primo semestre di Assiom Forex si è messo in evidenza principalmente un evento: il 19esimo Congresso degli operatori finanziari, organizzato dalla stessa associazione, venerdì 8 e sabato 9 febbraio a Bergamo, che ha visto come ogni anno l’intervento del governatore della Banca d’Italia. Poi ci sono i corsi di alta formazione per soci e non. Tra i più recenti e significativi, quello sulla lettura operativa degli orientamenti Esma in tema di requisiti di adeguatezza della direttiva Mifid e quello sulle strategie di trading a breve e medio termine.
l NAFOP Il presidente Armellini: scandaloso il mancato avvio dell’Albo Cesare Armellini
Nafop, l’Associazione nazionale dei professionisti e delle società di consulenza finanziaria indipendente, insiste sul mancato avvio dell’Albo di categoria. “È uno scandalo”, ribadisce il presidente Cesare Armellini. “Con la nostra spending review abbiamo dimostrato la sostenibilità finanziaria dell’Albo: è del tutto autofinanziabile”. Per sostenere lo sviluppo della consulenza indipendente in Italia, Nafop invita tutti alla raccolta delle firme, che continua sul sito www.nafop.org.
l ASCOSIM Se l’intermediario inizia a rivolgersi anche alla clientela retail In Piazza degli Affari, a Milano, si è svolto mercoledì 20 marzo il terzo Forum nazionale sulla consulenza finanziaria, organizzato da Ascosim. L’evento si propone di “sviluppare un confronto tra i diversi soggetti interessati all’attività di consulenza”. Che riguarda un crescente numero di investitori. Secondo il segretario generale di Ascosim Massimo Scolari, “l’analisi dei dati forniti dal Bollettino statistico della Consob consente di affermare che gli intermediari stanno estendendo il servizio di consulenza alla clientela retail”.
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Opportunità su bond e azionario: parla Alfieri di Jp Morgan AM
La Penisola rimane un buon approdo di Francesca Vercesi Il risparmio gestito sta vivendo una fase molto positiva. BLUERATING ne ha parlato con Lorenzo Alfieri, country head per l’Italia di Jp Morgan Asset Management. Il gruppo, al 31 marzo, aveva flussi netti per 1,050 miliardi di euro, masse in gestione per 12,148 miliardi di euro e 140 fondi distribuiti sul mercato italiano. Ci fa un quadro? È stato utile verificare come i risparmiatori italiani si siano sempre più orientati a investire sui mercati esteri. Al di fuori dell’Italia e dell’Europa, infatti, i portafogli correttamente investiti sono cresciuti in modo molto corposo. Tutto questo ha fatto da traino e ci ha permesso di proseguire nella raccolta con grande soddisfazione. Il messaggio che continuiamo a dare è proprio questo: con una corretta diversificazione tra asset class e mercati, anche un contesto complesso può rivelarsi molto favorevole. Così, investitori e distribuzione si sono convinti che la diversificazione è l’arma vincente. Del resto, il modo di ottenere performance è cambiato. In che senso? Nel passato si facevano buoni affari con i bond governativi, con quelli bancari o con gli investimenti immobiliari. Poi il rispar-
miatore italiano si è dovuto confrontare con un quadro di riferimento diverso perché gli investimenti tradizionali non rappresentano più quel baluardo di riferimento che ha permesso negli anni di monetizzare. Questi fenomeni, collegati tra loro, hanno portato il risparmiatore italiano ad avvicinarsi al prodotto-
L’Italia resta un mercato interessante, su cui abbiamo sempre mantenuto ferma la nostra esposizione in termini di allocazione di asset
È l’ammontare dei flussi netti al 31 marzo di quest’anno
tanto che nel terzo trimestre dello scorso anno abbiamo lanciato l’Italy Flexible Bond Fund, che investe unicamente su titoli di Stato italiani. Sui periferici abbiamo avuto e abbiamo un atteggiamento favorevole, tanto da mantenere le posizioni inalterate anche nei momenti peggiori. Rimaniamo investiti sull’Italia, dove vediamo opportunità sia sull’obbligazionario corporate sia sull’azionario. Nel frattempo stiamo cercando di capire i nuovi programmi governativi del Paese.
Lorenzo Alfieri, country head per l’Italia di Jp Morgan AM
fondo, che è lo strumento principe per la diversificazione. A pesare positivamente, inoltre, è il nostro storico forte posizionamento sia sul canale bancario sia sulle reti. E l’ultimo semestre ha dato grandi soddisfazioni. Ci sono altri fenomeni che si stanno delineando? Sì. L’attenzione del risparmiatore verso i prodotti che staccano dividendi o cedole. Il venire meno di flussi caratteristici come quelli immobiliari hanno spinto il risparmiatore a guardare a una costruzione del portafoglio che sia in grado di consentire un costante flusso cedolare. Gli investitori anglossassoni lo sanno da tempo. Quali prodotti stanno avendo successo?
1,050 12,1 miliardi
In un mercato così complesso, i prodotti multiasset flessibili - ovvero quelli dove si dà la delega al gestore di muoversi su tutte le asset class - stanno avendo un notevole richiamo. Del resto, il mercato attuale è caratterizzato da movimenti molto violenti, le asset class obbligazionarie hanno rendimenti schiac-
miliardi Sono le masse in gestione calcolate nel primo trimestre
ciati ai minimi e l’abbondante liquidità emessa dalla banca centrale del Giappone non fa altro che spingere gli investitori alla ricerca del rendimento, e questo sul mercato azionario. Sta di fatto che la tanto attesa convergenza sull’equity è ancora marginale. I flussi sull’azionario dipendono dalla liquidità e per il momento non stiamo assistendo a un cambiamento decisivo di rotta. I gestori negli anni hanno ridotto di decine di punti percentuali le loro posizioni sull’azionario e queste non sono ancora state recuperate. Qual è la vostra esposizione sul mercato italiano? Abbiamo sempre mantenuto ferma la nostra esposizione sull’Italia, su cui siamo leggermente sovrappesati dal marzo del 2012,
E a livello globale? Sul fronte equity, abbiamo un leggero sovrappeso sugli emergenti e sul Giappone. Quest’ultimo, però, dovrà essere confermato nei prossimi mesi. Siamo positivi sugli Stati Uniti, soprattutto sulle medium cap, mentre sull’Europa, che resta un mercato interessante perché sottovalutato su sua media storica, occorre essere molto selettivi in particolare su certi settori come tecnologici e finanziari. Il nostro approccio è guardare a titoli che abbiano un profilo di reddittività consistente nel tempo e prospettive di crescita degli utili e di stacco cedola. Sul fronte obbligazionario, l’high yield rimane la prima scelta, ma solo se selettiva, e i corporate emergenti.
149 fondi È il numero di comparti Jp Morgan AM distribuiti sul mercato italiano
Lorenzo Alfieri
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Parla Martignoni, nuovo country head Italia
Francesca n.1 La manager racconta il nuovo ruolo in Fidelity A cura di Francesca Vercesi
Francesca Martignoni
“Fidelity è una società che premia l’impegno di lungo termine. Non posso dire in senso stretto che mi aspettavo questa promozione, ma ho messo il massimo impegno per raggiungere l’obiettivo” A parlare è Francesca Martignoni, nuovo country head per l’Italia di Fidelity Worldwide Investment al posto di Paolo Federici, recentemente nominato capo del Southern Europe and Latin America. Che cosa cambierà ora? La mia nomina per l’Italia e il nuovo ruolo di Paolo Federici alla guida del Sud Europa e dell’America Latina sono la conferma di un approccio vincente, rispetto al quale si vuole mantenere una continuità. Che però non è staticità. Quali sono i vostri obiettivi, adesso? Il successo viene dall’attenzione ai bisogni del cliente. Guardando ai servizi, alcune recenti iniziative, come la piattaforma iPower che supporta la costruzione di portafogli a cedola mensile, hanno riscosso grande successo. Queste saranno dun-
que potenziate. Abbiamo in cantiere un’agenda di eventi che ci consentirà di incontrare i consulenti, da soli o con i loro clienti, utilizzando format diversi. Il Fidelity Live Roadshow, per esempio, è già ripartito per la seconda edizione del 2013 e porterà il team di Fidelity a visitare otto città, dopo le 33 toccate nel primo trimestre. E a livello di comunicazione, cos’altro ci sarà? Oltre alle newsletter, gli appuntamenti educational. Abbiamo poi in cantiere un media center che ci permetterà di condividere le analisi
di Fidelity in maniera più snella ed efficace attraverso i video. In futuro metteremo a disposizione degli investitori italiani ulteriori soluzioni capaci di generare reddito. Sul canale istituzionale stiamo invece perfezionando strumenti di investimento in asset class non tradizionali. Cosa ne pensa del mercato italiano? Gli italiani sono sempre più coscienti delle differenze fra le case prodotto e tendono a prediligere le società specializzate nel business di riferimento e senza possibili conflitti di interesse. Questo fenomeno non nuovo non si limita peraltro alle case prodotto come Fidelity, ma si estende anche ai consulenti, premiati quando propongono soluzioni di investimento di case indipendenti riconosciute e apprezzate. Riteniamo sia quindi un segno di progresso il fatto che il mercato si avvicini sempre di più all’architettura aperta e guardiamo con ottimismo a scenari in cui gli investitori si vedranno proporre una vasta gamma di valide opzioni fra cui scegliere le soluzioni più adatte alle loro esigenze.
Se il risparmio è cultura Luca Di Patrizi di Pictet AM spiega il concorso a premi Top Advisor “Consapevole che la preparazione finanziaria dei cittadini è un elemento essenziale per la prosperità economica del nostro Paese, da tempo Pictet si adopera per migliorare il livello com-
plessivo di educazione finanziaria in Italia”, dice Luca Di Patrizi (nella foto), country head e managing director di Pictet Asset Management, parlando del concorso Top Advisor. “È in questa prospettiva che nasce Top Advisor, concorso digitale promosso da Pictet in collaborazione con Fida. Il concorso si prefigge di valutare le abilità dei partecipanti in tema finanziario, contribuendo a diffondere una cultura del risparmio gestito e una maggiore con-
sapevolezza in merito alle proprie scelte d’investimento”. Perché la decisione di suddividere i partecipanti in tre categorie, ossia studenti, investitori privati e promotori finanziari? “L’obiettivo è offrire ai professionisti della consulenza finanziaria
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IN PILLOLE l ODDO AM La boutique francese del risparmio fa tris nei fondi obbligazionari a scadenza Oddo AM distribuisce anche in Italia il suo terzo fondo obbligazionario a scadenza: Oddo Haut Rendement Monde 2018, un nuovo target fund che punta su obbligazioni corporate internazionali high yield di emittenti che abbiano sede in Europa e, fino al 50%, al di fuori dei confini europei, in particolare nei mercati emergenti.
l PICTET È iniziato il roadshow italiano in 13 tappe rivolto ai promotori e ai private banker È partito da Bari il 22 maggio il roadshow Pictet dedicato alle prospettive di mercato e all’asset allocation. Il ciclo di conferenze - riservate a promotori finanziari, private banker e consulenti - toccherà in tutto 13 città: dopo Bari, Catania (il 27 maggio), Bologna (3 giugno), Genova (4 giugno), Firenze (5 giugno), Napoli (10 giugno), Roma (11 giugno), Milano (12 giugno), Torino (13 giugno), Padova (17 giugno), Trieste (18 giugno) e Udine (19 giugno). L’ultima tappa sarà Verona, il 20 giugno.
l SWISS&GLOBAL Debutta sul mercato un fondo di fondi per investire sul mondo degli emergenti Swiss&Global, gestore esclusivo dei fondi Julius Baer, presenta il suo nuovo JB New World Opportunities Fund, un fondo di fondi composto da sei fondi tematici e tre fondi regionali che, spiega il gestore, permette un’ampia diversificazione in un’unica soluzione, con opportunità di esposizione ai Paesi emergenti in forte crescita e non solo.
un’iniziativa ludica ed educativa al tempo stesso per coinvolgere amici, colleghi e clienti in una sfida appassionante che permetterà loro di valutare le proprie conoscenze finanziarie. Per la prima volta anche studenti universitari e investitori finali potranno calarsi nei panni di un gestore professionista e fronteggiarsi sui mercati con un proprio portafoglio”. Fida è un information e solution provider con sede a Milano, Torino e Varese, leader in Italia nella raccolta, nell’analisi e nella distribuzione delle informazioni
sui prodotti del risparmio gestito, i titoli del mercato azionario e obbligazionario, i derivati, gli indici e i tassi. “Condividendo con Fida la finalità educativa dell’iniziativa, abbiamo ritenuto naturale affidarci a un partner tecnologico leader nel settore”, spiega Di Patrizi. E dopo la prima edizione, che si chiuderà nel 2014, c’è l’idea di proporre altre iniziative di questo genere. “Valuteremo con i nostri partner il successo dell’iniziativa, che siamo pronti a replicare in futuro in caso di gradimento del mercato”, conclude il manager.
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È partito il roadshow Italia di Bnp Paribas IP
Laboratorio pf Per David la priorità è rafforzare la rete Lo scorso 21 maggio, a Modena, è partito il roadshow Italia di Bnp Paribas Investment Partners, ossia una serie di incontri dedicati a promotori finanziari, private banker e consulenti in 15 città. Il progetto, fa sapere la società, rappresenta un’importante occasione d’incontro per condividere la strategia del gruppo e le scelte di investimento dei team di gestione nell’attuale contesto dei mercati. Secondo Matthieu David, responsabile distribuzione esterna di Bnp Paribas Investment Partners, il roadshow, che si concluderà il 4 luglio a Bergamo, si inserisce in un più ampio piano di sviluppo nei confronti delle reti dei promotori finanziari: i consulenti, infatti, potranno usufruire di informazioni capillari sul territorio, dai mercati ai portafogli modello fino al focus commerciale sui prodotti fondamentali. “Il progetto si inserisce nel piano di rafforzamento delle reti di promotori finanziari. La nostra idea, infatti, è quella di riposizionarci su questo segmento e di far conoscere,
Matthieu David
con maggiore forza, i nostri prodotti alla clientela retail italiana”, commenta David. E aggiunge: “Le reti si sono dimostrate resistenti alla crisi, il pf è la figura meglio attrezzata per affiancare le famiglie nel gestire le loro finanze. Gli ottimi risultati ottenuti nel primo trimestre ha indicato proprio questo. Il risparmio gestito, inoltre, ora torna a essere interessante anche per le banche”. Ogni tappa è così costruita: una presentazione di 90 minuti su prodotti, strategie e mercato, presentazione di portafogli modello con un’indicazione sui comparti
del gruppo e un sales che farà un focus su un paio di prodotti. Infine, spazio per domande e risposte. L’obiettivo? Rendere più semplice e comprensibile la gamma dei prodotti. “In questa fase dei mercati, stiamo puntando con più favore sui fondi a distribuzione cedola sull’obbligazionario dei Paesi emergenti, in particolare sulle strategie in valuta locale, le emissioni corporate. Parleremo anche di azionario Europa - perché abbiamo delle eccellenze sul mercato su questa asset class - e di un fondo flessibile che si basa sul concetto di ‘isovolatility’. Quest’ultimo si basa sul rischio intrinseco, un modello quantitativo ancora poco conosciuto. A corollario di tutto, faremo attività educational e networking”, precisa il manager. Che conclude: “La nostra forza è anche quella di essere un asset manager all’interno di un gruppo bancario. Questo ci permette, rispetto agli asset manager puri, di portare all’interno delle reti tutto quello che un gruppo bancario può offrire”.
BREVI l ANIMA SGR È arrivata l’App Anima Premium
l LOMBARD ODIER IM Minio-Paluello, nuova deputy cio
Al Salone del Risparmio ha debuttato la seconda applicazione lanciata da Anima sgr. Dopo il Progettometro, strumento di educazione finanziaria pensato per supportare le famiglie nella costruzione di un progetto di risparmio personale, approda sull’appstore Anima Premium un’altra applicazione gratuita per iPad che fornisce informazioni sull’intera gamma di offerta della sgr e permette di accedere ai contenuti dell’area riservata del sito (animasgr.it), creata per gli operatori del risparmio gestito. Con il tool di ricerca si possono selezionare solamente i fondi Anima che interessano e consultare le caratteristiche di ogni prodotto, prendere in visione la composizione del portafoglio, analizzare le quotazioni e le performance, leggere e scaricare la scheda descrittiva e la documentazione d’offerta.
Carolina Minio-Paluello è la nuova deputy cio di Lombard Odier IM. Contribuirà alla costruzione portafogli di investimento basati sulla gestione del rischio.
OPINIONE Mast (Allianz GI): la tassa sulle transazioni rischia di creare un buco di liquidità
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a agosto, in Francia e in Italia sono entrate in vigore nuove leggi sulla tassazione delle transazioni finanziarie e, nell’ambito di una maggiore cooperazione, anche a livello Ue si stanno discutendo nuove proposte su questa materia. Ma come questi interventi influiranno sul costo delle negoziazioni in Europa? Christoph Mast (nella foto), global head of trading di Allianz Global Investors, lo spiega a BLUERATING. Dopo l’applicazione della normativa, i volumi scambiati di titoli francesi e italiani sono diminuiti immediatamente rispetto al resto dell’Europa. È così? Sì. Tuttavia, complessivamente, sembra che, dato l’ambito di applicazione limitato delle imposte sulle transazioni finanziarie italiane e francesi, gli impatti su liquidità, spread e volatilità siano risultati inferiori al previsto. Per quanto concerne gli effetti sui costi di negoziazione, è invece interessante evidenziare che, dopo l’applicazione delle nuove tasse, Francia e Italia sono entrate nell’elenco dei cinque Paesi più costosi per il trading in Europa.
L’imposta sulle transazioni finanziarie a livello europeo (EU 11 FTT) coinvolge 11 Stati. L’ambito di applicazione della tassazione è molto più ampio rispetto alle versioni iniziali di Francia e Italia e probabilmente riguarderà tutti gli strumenti finanziari. Ci può spiegare meglio? Le proposte presentate prevedono poche esenzioni: non ne sono infatti previste per market making, prestito titoli, operazioni di pronti contro termine o fondi pensione. Un’altra differenza tra la versione italiana e francese e quella degli 11 Paesi Ue è il metodo in cui le imposte vengono calcolate e applicate. Nel primo caso l’imposta è applicata sul controvalore della posizione netta, mentre la proposta europea prevede il calcolo e l’applicazione su ogni operazione lorda. Questa metodologia influirebbe sulle strategie di trading che in genere presentano un saldo invariato a fine giornata, come le strategie di “trading ad alta frequenza”.
l KAIROS PARTNERS Si punta su bond e inflazione
Quali le conseguenze? La conseguenza, voluta o non voluta, sarebbe una riduzione del volume delle operazioni ad alta frequenza e quindi della liquidità. Se la tassa viene introdotta nella versione proposta, esiste la concreta possibilità che possa determinare un calo della liquidità sul mercato, un incremento della volatilità dei prezzi e un ampliamento degli spread. Un’altra conseguenza non voluta potrebbe riguardare la stabilità stessa del mercato. La Commissione europea prevede un introito di 34 miliardi di euro dall’applicazione dell’imposta sulle transazioni finanziarie proposta per l’Europa. Tuttavia, finora sono stati resi noti pochi dettagli sulle modalità di calcolo di tale importo, che sarà rivisto al ribasso con l’avvicinarsi della data di applicazione.
Kairos Partners ha sulla sua rampa di lancio nuovi fondi. Il prossimo mese, per dirne una, partirà il Global Bonds. A seguire sarà la volta del Kairos Real Return, comparto che punta invece sull’inflazione.
Per quando è prevista l’introduzione dell’imposta? Per gennaio prossimo, ma il rispetto di questa scadenza sembra improbabile in considerazione dei numerosi aspetti che devono ancora essere oggetto di discussione.
l PERENNIUS CP SGR Il gruppo entra in Partners Group
Perennius Capital Partners sgr entra nella piattaforma globale di Partners Group, gestore di private markets e socio della sgr dal 2007.
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Al top per il quinto mese di seguito, raggiunge i 1.230 miliardi
Patrimonio record
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INDUSTRIA DEL RISPARMIO I numeri e gli aggiornamenti su www.soldiweb.com
E i fondi aperti spingono la raccolta nel trimestre Il settore italiano del risparmio gestito ritrova la grinta nel primo trimestre: tra gennaio e marzo la raccolta netta del sistema ha superato quota 20 miliardi di euro (di cui quasi 14 miliardi riconducibili ai fondi), un dato che si confronta con il rosso complessivo di 5 miliardi registrato nell’ultimo trimestre del 2012. Il dato mensile migliore da inizio anno è stato quello di marzo - l’ultimo a disposizione al momento in cui scriviamo - quando le sottoscrizioni nette sono state pari a circa 7,5 miliardi di euro contro i 5,2 miliardi di febbraio e i 6,5 miliardi di gennaio. È quanto risulta dai dati trimestrali diffusi da Assogestioni, che evidenziano anche un patrimonio record per il quinto mese consecutivo a quota 1.230 miliardi di euro contro i 1.210 del mese precedente e i 1.194 di dicembre. Il dato di raccolta del primo trimestre è da attribuire in larghissima parte al buon andamento dei fondi aperti che, da soli, hanno visto affluire 13,9 miliardi di euro (5,3 solo a marzo), a cui si somma il limitato contributo dei fondi chiusi, pari a circa 43 milioni. Le gestioni collettive hanno segnato un miglioramento dagli 1,5 miliardi degli ultimi tre mesi dell’anno scorso a circa 14 miliardi (5,3 miliardi solo a marzo). Bene anche le gestioni di portafoglio, che a marzo hanno più che raddoppiato la raccolta mese su mese da 728
L’EVOLUZIONE DELLA RACCOLTA NETTA 7.252
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Dati in milioni di euro. Fonte: Assogestioni
milioni a 1,9 miliardi, portando il totale da inizio anno a 6,2 miliardi: in particolare, le gestioni retail (gpf più gpm) hanno chiuso il periodo con afflussi per 319 milioni, mentre le gestioni previdenziali hanno raccolto 2,6 miliardi e le gestioni di prodotti assicurativi 2,4 miliardi (859 milioni sono riconducibili alla categoria “altre gestioni”). All’interno della categoria dei fondi aperti - che rappresenta il 41% del patrimonio complessivo - la migliore raccolta è stata quella registrata dai prodotti flessibili, con 7,5
miliardi di euro (2,4 miliardi a marzo). Seguono a stretto giro i fondi obbligazionari, con 5,4 miliardi (2,5 a marzo), mentre in terza posizione, più distanti, si trovano i fondi bilanciati con 1,1 miliardi (382 milioni a marzo), seguiti dagli azionari (730 milioni nel trimestre, -131 a marzo). In rosso invece gli hedge (-530 milioni, -88 a marzo) e i prodotti non classificati (-337 milioni nel trimestre), che portano la raccolta complessiva dei prodotti a lungo termine a 14,2 miliardi di euro, contro i
5,8 miliardi del quarto trimestre. Infine, i fondi monetari hanno perso 40 milioni rispetto ai -4,1 miliardi di settembre-dicembre 2012. Quanto alla domiciliazione geografica dei fondi, ancora una volta le preferenze degli investitori hanno premiato i prodotti di diritto estero, con una raccolta di circa 12 miliardi di euro e un patrimonio di 354 miliardi (pari al 70% del totale), mentre i prodotti di diritto italiano hanno visto afflussi per 1,8 miliardi (gli asset sono pari a 153 miliardi di euro, il 30% del totale).
1.230 miliardi €
20 miliardi €
3,8 miliardi €
-500 milioni €
È il patrimonio raggiunto dall’industria del risparmio a fine marzo.
Il primo trimestre del 2013 si è chiuso con afflussi totali per 20 miliardi.
La migliore raccolta di marzo è stata quella del gruppo Intesa Sanpaolo.
Sono i deflussi trimestrali di Banca Mediolanum, fanalino di coda per raccolta.
prodotti assicurativi, solo in parte compensati dalla raccolta dei fondi aperti, positiva per 882 milioni. Male anche Banca Esperia, in rosso per 330 milioni, e Dexia, con -277 milioni. Restringendo il campo di analisi alla raccolta realizzata esclusivamente dai fondi aperti, a vincere a marzo è il gruppo Franklin Templeton Investments (2,5 miliardi), mentre Intesa Sanpaolo scivola in seconda posizione (2,1 miliardi) e Pioneer Investments chiude il podio con 1,3
miliardi di euro. Fanalino di coda del trimestre in termini di raccolta in fondi aperti è invece il gruppo Dexia con -277 milioni di euro, preceduto da Credito Emiliano con 267 milioni. Infine, sul fronte del patrimonio gestito si conferma la leadership del trio Generali (333 miliardi di euro), Intesa Sanpaolo (232 miliardi) e Pioneer Investments (98 miliardi), che insieme controllano il 56% degli asset totali.
Sul podio Generali, Intesa e Pioneer Inv. Quanto ai singoli gruppi, Intesa Sanpaolo ha messo a segno la raccolta migliore del primo trimestre con 3,8 miliardi di euro, di cui 3,3 miliardi affluiti nelle casse di Eurizon Capital e 544 milioni in quelle di Banca Fideuram. Segue Franklin Templeton, primo fra i gestori esteri con 2,5 miliardi di euro di raccolta interamente attri-
buibile ai fondi aperti, mentre a chiudere il podio è Poste Italiane con 2,2 miliardi, tallonata dal gruppo Generali, che deve la sua raccolta di 2,1 miliardi soprattutto alle gestioni di portafoglio. In ultima posizione per raccolta il gruppo Mediolanum, che nel trimestre ha perso quasi 500 milioni a causa dei forti deflussi (per 1,3 miliardi) dai
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giugno 2013
n
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datiassogestioni | 21
bluerating
LA CLASSIFICA PER PATRIMONIO Gruppo
Raccolta netta
Raccolta fondi aperti
Patrimonio gestito
Generali
2.183
264
332.623
Ubs
Intesa Sanpaolo
3.873
2132
232.370
Fondaco
670
1300
97.641
Bny Mellon Asset Management
Mediolanum
-497
883
43.231
Dexia
Am Holding
183
206
40.851
Allianz
300
-116
Pioneer Investments
Poste Italiane Ubi Banca Franklin Templeton Investments Axa Amundi Group
Gruppo
Raccolta netta
Raccolta fondi aperti
Patrimonio gestito
-97
-98
3.968
-77
-36
3.713
236
270
3.425
-277
-343
3.174
Aberdeen Asset Management Plc
-11
-11
3.082
36.629
Banca Pop. Emilia Romagna
-28
0
2.892
2.251
241
35.329
Iccrea
22
9
2.749
585
539
31.005
Ing Investment Management
-6
-10
1.659
2.565
2565
27.441
Cassa Centrale Banca
77
0
1.371
703
262
24.881
Pensplan Invest
28
10
1.311
85
-9
24.308
Janus Capital Group Inc.
29
29
1.184
515
-117
22.161
Banca Profilo
8
0
936
Banco Popolare
1.644
1268
21.643
Consultinvest
86
71
900
Azimut
1.043
758
19.799
Nextam Partners
9
21
881
Bnp Paribas
Arca
146
33
19.296
Hedge Invest
-44
-44
660
1.051
1051
12.148
Banca Finnat Euramerica
-12
3
621
-267
-260
11.897
Banca del Ceresio
-8
-8
568
Pictet Asset Management
562
562
10.421
Pfm
-74
-30
507
Schroders
337
337
10.114
Tages
6
6
504
Credit Suisse
407
-3
10.050
Ing Direct
14
14
498
0
0
8.834
Soprarno
-9
0
495
764
647
8.744
Aviva Investors Global Services
26
26
493
85
85
7.803
Acomea
20
23
465
Jpmorgan Asset Management Credito Emiliano
Fidelity Worldwide Investment Deutsche Asset and WM Morgan Stanley Invesco
834
834
7.469
Groupama Asset Management
-7
-7
301
-330
-25
7.258
Finanziaria Internazionale
42
-1
262
State Street Global Advisors
112
13
7.127
Agora
14
7
183
Societe Generale
395
395
6.760
Unipol
-5
-5
133
-209
0
6.729
Gesti-Re
3
0
94
Banca Esperia
Montepaschi Kairos Partners
18
-24
6.198
Alpi
23
23
83
Ersel
196
171
6.091
Etica
0
0
0
Banca Sella
108
5
4.802
Rovere
0
0
0
18
19
4.333
Vegagest
-109
0
0
-26
-25
4.293
Bancario Veneto Banca Banca Carige
Dati in milioni di euro ordinati per patrimonio gestito. Fonte: Assogestioni
I NUMERI DEL RISPARMIO GESTITO RACCOLTA NETTA
PATRIMONIO GESTITO
1째 trim. 2013
4째 trim. 2012
da inizio anno
GESTIONI COLLETTIVE
13.948
1.577
13.948
550.261
45%
524.558
44%
Fondi aperti
13.905
1.544
13.905
507.150
41%
481.552
40%
Fondi chiusi
43
33
43
43.110
4%
43.006
4%
6.274
-6.522
6.274
680.244
55%
669.610
56%
GPF retail
-357
-301
-357
21.454
2%
24.160
2%
GPM retail
676
-924
676
73.778
6%
68.654
6%
GESTIONI DI PORTAFOGLIO
marzo 2013
dicembre 2012
Gestioni di patrimoni previdenziali
2.626
920
2.626
51.934
4%
48.646
4%
Gestioni di prodotti assicurativi
2.470
-1.122
2.470
471.364
38%
466.184
39%
Altre Gestioni TOTALE
859
-5.094
859
61.713
5%
61.966
5%
20.222
-4.945
20.222
1.230.505
100%
1.194.167
100%
Dati in milioni di euro. Fonte: Assogestioni
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Focus
Top Funds Aprile 2013
IN CIFRE
7,3 La raccolta in miliardi di euro registrata da Assogestioni per il terzo mese dell’anno
4,8 È la cifra raccolta a marzo in miliardi di euro dai fondi aperti di diritto estero
532 È la cifra raccolta a marzo in milioni di euro dai fondi aperti di diritto italiano
30.000 I prodotti nel database di BLUERATING liberamente consultabili dagli utenti
59,2% È il rendimento messo a segno dal Japan Small & Midcap Opp. di BlackRock
TOP FUNDS Trovate tutte le classifiche con i migliori fondi su www.bluerating.com
Giappone-Turchia 1-0 a cura di Gianluca Baldini Chi sale... Nei primi tre mesi del 2013 il fondo di Hsbc sulla Turchia, il Turkey Equity Euro, è sempre stato al primo posto per rendimento distaccando di diversi punti percentuali il secondo in classifica. Ad aprile, però, lo scettro di miglior prodotto del mese è passato di mano. Secondo la consueta analisi mensile messa a punto dagli analisti di BLUERATING (47 le case analizzate con 235 prodotti), il miglior prodotto di aprile è a firma di BlackRock con il suo Japan Small & Midcap Opportunities Euro (+59,2%) che investe sulle società del Sol Levante a piccola e media capitalizzazione. In seconda posizione, dunque, troviamo l’Hsbc Turkey Equity Euro con un rendimento del 53,9%. In terza posizione troviamo l’Asia Pacific Property Equities denominato in dollari di Henderson Global Investors, che nel quarto mese del 2013 ha messo a segno un +47,3%. Il prodotto di Henderson segna dunque l’ingresso sul podio del settore immobiliare. Henderson batte quindi di un soffio il miglior fondo di Aberdeen (+47,1%), il Japanese Equity Euro che, come il vincitore di questa classifica, punta sui mercati azionari del Giappone. In quinta posizione troviamo Jp Morgan Asset Management con il Turkey Equity Euro, che durante il mese appena concluso ha registrato un ren-
Dopo mesi in cui a vincere sono stati i prodotti legati alla Turchia, stavolta chi ha puntato sul Sol Levante si è mostrato piuttosto frizzante per rendimenti
dimento del 45,1%. In sesta posizione troviamo un bel pari merito. Il fondo Japanese Eur Hedged Euro di Schroders e il Biotech in dollari di Ubs mettono a segno lo stesso risultato con un rendimento del 43,2%. In settima posizione è ancora il Giappone a farla da padrone, con l’Equity Japan Euro di Eurizon Capital che registra un ragguardevole +42,5%. È una battaglia a colpi di decimali quella che vede in ottava posizione il prodotto di Bnp Paribas Investment Partners che punta sull’immobiliare: il Real Estate Securities Pacific in dollari, che ad aprile ha totalizzato un +42,3%. In nona posizione troviamo il Legg Mason Opportunity $, che registra un +42% tondo tondo. Il decimo prodotto della lista, ma pur sempre nel club di quelli che realizzano rendimenti sopra il 40%, è il Japanese Equity Selection Euro di Pictet Funds, che ha ad aprile registrato un bel 41%. ... E chi scende Tra i fondi che hanno regalato minori rendimenti all’interno della nostra analisi, troviamo il Zest Global Strategy Euro con un 2,9%. Sempre sotto la soglia del 10% c’è anche il Mix 1 Euro di BancoPostaFondi sgr. Segue il Reyl Diversified Income Euro che ha messo a segno un 9,1% di rendimento. Il primo fondo a superare il 10%, è il China Equity $ di Neuberger Berman con un +11,4%. @gianlucabaldini
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Pagina 24
24 | topfundsaprile2013
giugno 2013
n
bluerating
Japanese Equity Euro
47,1%
Azioni Italia Euro
20,7%
Global Property Securities Euro
24,0%
Euro Equity Euro
22,8%
Asian Property $
34,1%
Formula Eurostoxx 2015 Euro
17,5%
Us Dynamic Value $
22,6%
Azioni Italiane Euro
18,1%
Japan Smaller Companies Jpy
31,5%
Azioni Europa Euro
16,6%
Global Equities Euro
20,1%
American Equity Euro
12,6%
American Equity $
26,3%
Azioni Far East Euro
15,2%
Small Cap Euroland Euro
19,6%
Bilanciato Euro
11,8%
Asian Smaller Companies $
25,7%
Rendimento Assoluto Euro
15,2%
Global Opportunities $
19,1%
Dynamic Multimanager Euro
www.aberdeen-asset.it
www.arcaonline.it
www.bnymellonam.com/italia
11,7%
www.eurosgr.it
Asia Pacifico Euro
25,2%
Pacific Ex-Japan Small Cap $
30,5%
Profil Reactif 100 Euro
14,5%
Asia Pacific Property $
41,6%
Italia Euro
21,8%
Global Real Estate Securities Euro
29,8%
Euro-Entrepreneurs Euro
11,8%
Japan Advantage Euro
39,4%
Europa Euro
20,6%
Pan European Small Cap Euro
24,7%
Profil Reactif 75 Euro
11,1%
Thailand $
36,1%
Globale Euro
20,1%
Global Small Cap $
23,1%
Emerging Discovery Euro
10,7%
Iberia Euro
31,7%
18,1%
Health Euro
22,6%
Global Bond Euro
Obbligazionario Euro
www.acomea.it
www.axa-im.it
9,8%
Global Financial Services Euro
www.carmignac.it
27,3%
www.fidelity-italia.it
Obiettivo Europa Euro
18,2%
Patriot Euro
24,0%
Equity Biotechnology $
38,6%
Euro Bonds 5/7 Years Euro
18,1%
Obiettivo Italia Euro
18,0%
Trend Italia Euro
20,3%
Equity Global Emerging Market $
28,3%
Alto Pacifico Azionario Euro
17,6%
Obbligazionario Corporate Euro
14,6%
Italian Trend Euro
18,9%
Equity Japan Value Jpy
23,4%
Euro Bonds 10+ Years Euro
17,6%
Obiettivo Cedola Euro
14,3%
Trend America Euro
13,2%
Small And Mid Cap Germany Euro
21,9%
S.a.r.a. S.r.i. Eur Euro
17,4%
Obiettivo Piu’ II Euro
14,3%
Strategic Trend Euro
13,0%
European Property Euro
21,8%
Absolute Return Credit Strategies Euro
14,0%
www.gestielle.it
www.azimut.it
www.credit-suisse.com
www.bancagenerali.it
Japan $
25,6%
Azionario Euro Euro
22,8%
Equities Turkey Try
41,6%
Asia-Pacific Property Equities $
47,3%
Adiverba Euro
23,3%
Azionario Internazionale Euro
16,2%
Equities Biotechnology $
41,4%
Global Property Gbp
29,4%
Best Styles Euroland Euro
20,5%
Obbligazionario Giugno 2017 Euro
10,4%
Equities Europe Finance Securities Euro
33,6%
Euroland Euro
27,5%
Oriental Income Euro
20,4%
Mix 2 Euro
10,2%
Equities Switzerland Chf
25,0%
Japanese Smaller Companies $
26,5%
Actions Euro Convinvtions Euro
20,0%
Mix 1 Euro
Equities Europe Convinction Euro
24,2%
European Growth $
21,8%
www.allianzgi.it
8,1%
www.bancopostafondi.it
www.dexia-am.com
www.henderson.com
Equity Thailand $
38,8%
Japan Small & Midcap Opportunities Euro 59,2%
Turkei Euro
46,5%
Turkey Equity Euro
Equity Japan Target Euro
32,0%
Japan Value Euro
54,5%
Asian Small/mid Cap Euro
34,2%
Asia Ex Japan Equities Smaller Companies $ 31,1%
Index Equity Pacific Euro
23,9%
World Healthscience $
29,3%
Global Real Estate Securities Euro
20,3%
Thai Equity $
27,3%
Equity Asean $
22,3%
European Value $
28,7%
Deutschland Euro
19,5%
Frontier Markets $
27,2%
Actions Asie Euro
21,4%
World Financials $
28,6%
Top Euroland Euro
19,0%
Euroland Equity Euro
22,7%
www.amundi.com/ita
www.blackrockinvestments.it
www.dws.it
53,9%
www.assetmanagement.hsbc.com
Prima Geo Italia Euro
22,0%
Real Estate Securities Pacific $
42,3%
Equity Japan Euro
42,5%
Health Care Euro
28,7%
Anima Italia Euro
20,3%
Equity Turkey Euro
40,5%
Equity Financial Euro
39,6%
Banking & Insurance Euro
25,3%
Prima Geo Globale Euro
19,4%
Equity World Health Care Euro
29,6%
Equity Pharma Euro
30,8%
Telecom $
23,4%
Prima Geo Euro Euro
19,3%
Equity Europe Finance Euro
27,1%
Azioni Salute e Ambiente Euro
28,9%
Europe High Dividend Euro
23,1%
Anima Global Equity Prestige Euro
19,1%
Equity Europe Health Care Euro
26,0%
Azioni Finanza Euro
24,7%
European Equity Euro
22,5%
www.animasgr.it
www.bnpparibas-ip.it
www.eurizoncapital.it
www.ingim.com/it
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topfundsaprile2013 | 25
bluerating
Japanese Value Equity Euro
38,6%
Challenge Pacific Equity Euro
26,7%
Institutional Euro
27,0%
Global Equity Income $
24,7%
Nippon Small/mid Cap Equity Jpy
30,8%
Challenge Spain Equity Euro
26,3%
Euroland Equity Euro
25,5%
Japan Jpy
24,6%
Japanese Equity Core $
30,0%
Pacific Collection Euro
23,5%
European Equity Value Cap Euro
24,5%
European Select Euro
24,5%
Pan European Focus Euro
27,1%
Challenge Financial Equity Euro
21,3%
Italian Equity Euro
21,8%
Pan European Equity Dividend Euro
21,9%
Pan European Equity Euro
26,6%
Challenge Italian Equity Euro
20,2%
Japanese Equity Euro
20,1%
European Smaller Companies Euro
21,5%
www.invesco.it
www.bancamediolanum.it
www.pioneerinvestments.com
www.threadneedle.it
Global Life Sciences $
25,7%
Asian Property Gbp
41,8%
Azionario Healthcare Euro
27,7%
Azioni Italia Euro
23,8%
Global Real Estate $
25,6%
Global Property $
26,5%
Azionario Top Dividend Eur
18,5%
Azioni Euro Euro
23,0%
Global Value $
19,3%
Japanese Equity Jpy
24,9%
Azionario Tecnologia Euro
18,3%
Azionario Etico Euro
19,4%
Us Risk Managed $
14,0%
European Property $
23,1%
Azionario Usa Euro
17,0%
Azioni Pacifico Euro
17,8%
Us Twenty $
13,6%
Global Infrastructure Euro
22,9%
Obbligazionario Europa Highyield Euro
16,1%
Azioni Globali Euro
16,3%
www.janusinternational.com
www.morganstanley.com/im
www.rcm-international.com/it
Turkey Equity Euro
45,1%
Natixis Euro High Income Euro
European Equities $
21,7%
Biotech $
43,2%
Global Healthcare $
37,4%
Harris Associates Concentrated Us Value $ 14,6%
Emerging Mkts Equities $
19,8%
European Opportunities Euro
32,8%
Japan Behavioural Finance Equity Euro
32,7%
Natixis Europe Smaller Companies Euro
14,3%
North American Equities $
15,1%
Australia Aud
28,3%
Europe Equity Plus Euro
31,0%
Loomis Sayles Multisector Income $
13,8%
Elite France-europe Euro
11,2%
Global Real Estate Securities $
26,8%
Japan Small Cap $
30,7%
Loomis Sayles Us Research $
13,2%
Diversified Income Euro
9,1%
Health Care $
26,4%
www.jpmam.it
18,1%
www.ubipramerica.it
www.ngam.natixis.com
http://www.reyl.com/it
www.ubs.com/it
Opportunity $
42,0%
High Yield Bond Sek
19,0%
Japanese Eur Hedged Euro
43,2%
European Value Equity Euro
22,0%
Us Aggressive $
21,7%
Us Small Cap Jpy
14,4%
Asia Pacific Properties Securities $
38,9%
Japanese Equity Jpy
18,3%
European Equity $
19,2%
Us Real Estate Securities $
14,1%
Frontier Mkts Equity $
32,4%
Far East Equity $
18,2%
Us Fundamental Value Euro
18,5%
Global Thematic Opportunities $
12,2%
Middle East $
31,0%
Global Value Equity $
16,2%
Int. Large Cap $
17,8%
China Equity $
11,4%
Japanese Opportunities Jpy
25,4%
Us Value Equity $
14,7%
www.leggmason.it
www.nb.com
www.schroders.it
www.vontobel.com
Alpha Japan $
35,2%
Japan Opportunities Euro
32,3%
Multistock Biotech $
35,5%
Emerging Market Euro
10,1%
Japanese Small&mid Caps Jpy
21,9%
Italian Value Euro
27,7%
Multistock Health Opportunity $
25,3%
Active High Yield Euro
9,0%
Golden Age $
20,6%
Italian Opportunities Euro
18,8%
Multistock Japan Stock Fund Jpy
21,2%
Low Volatility Euro
7,5%
High Conviction Euro
17,2%
Dynamic Allocation Italy Euro
17,1%
Multistock Europe Small & Mid Cap Euro
20,5%
Active Bond Euro
5,0%
Generation Global Euro
14,6%
Global High Yield $
16,3%
Multipartner Sam Sust. Water Euro
19,1%
Global Strategy Euro
2,9%
www.lombardodier.com
www.oysterfunds.com
www.zest-management.com
www.swissglobal-am.it
topfunds Japan Smaller Companies Euro
27,7%
Japanese Equity Selection Euro
41,0%
Biotech Discovery $
35,6%
Japan Euro
25,9%
Biotech Euro
33,6%
Thailand $
27,8%
Pan European Dividend Euro
22,2%
Timber $
31,3%
Euroland Euro
26,6%
European Index Tracker Euro
21,8%
Japanese Equity Opportunities Jpy
24,0%
European Small-mid Cap Euro
25,4%
European Strategic Value Euro
21,7%
Japan Index-r Jpy
23,4%
European Growth Euro
24,5%
www.mandg-investments.it
www.pictetfunds.it
www.franklintempleton.it
I migliori fondi delle piĂš importanti societĂ di gestione distribuiti in Italia in base alle perfomance annuali rilevate alla fine di ogni mese. Fonte: www.bluerating.com
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20-05-2013
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26 | consulenti&promotori
giugno 2013
State Street GA lancia un altro replicante
Test inflazione Etf legato al caro-prezzi sugli emergenti di Ettore Mieli Spdr Etf, la piattaforma di exchange traded funds di State Street Global Advisors, ha lanciato sulla Borsa tedesca lo Spdr Barclays EM InflationLinked Local Bond UCITS ETF: si tratta del primo etf al mondo che offre esposizione al debito dei mercati emergenti indicizzato all’inflazione. Il nuovo etf fisico, segnala la società, replica il Barclays EM InflationLinked 20% Capped Index, che include obbligazioni sovrane indicizzate all’inflazione emesse da Brasile, Messico, Cile, Sud Africa, Polonia, Turchia, Israele, Corea e Thailandia. Il fondo è registrato per la vendita in Italia, Irlanda, Regno Unito, Germania, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia e Finlandia. “Gli investitori cercano nuove modalità per diversificare la
Deutsche Bank ha lanciato su Borsa Italiana il primo etf legato all’andamento di un indice monetario in dollari australiani: si tratta del db x-trackers II Australian Dollar Cash UCITS ETF, un prodotto a capitalizzazione dei proventi con un Ter annuo dello 0,20%. Con questa nuova quotazione, salgano a 156 gli etf Deutsche Bank quotati sul mercato ETFplus. Nel dettaglio, secondo quanto riporta il sito web etfplus.net, il nuovo etf è stato ideato per
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OPINIONE Banche centrali e uova di Colombo Sapete perché si dice uovo di Claudio di Colombo? Perché lo scoKaufmann* pritore delle Americhe, offeso del fatto che alcuni commensali sminuissero la sua impresa, li sfidò a prendere un uovo, metterlo sul tavolo e farlo stare diritto. Nessuno vi riuscì, salvo Cristoforo Colombo stesso, che prese l’uovo e lo picchiettò lievemente senza romperlo, fino a creagli una piccola base che lo fece stare….in piedi. In finanza, qualche anno fa, l’uovo di Colombo capace di far crescere l’economia all’infinito e senza scosse è apparso a portata di mano grazie a uno stratagemma: prendere il rischio, cartolarizzarlo e spezzettarlo in milioni e milioni di rivoli. Tanti piccoli o piccolissimi rischi uguale – si pensava – a nessun grande rischio. Un’equazione tanto semplice, quanto contagiosa, per banche e investitori di ogni tipo. Sembrava il migliore dei mondi possibili, un uovo di Colombo a effetto planetario, con una piccola base che teneva in piedi una leva finanziaria in grado di ingoiare tutto. S’è visto poi com’è andata a finire, con una crisi che ha riportato le lancette della storia indietro di settant’anni, fino alla Grande Depressione degli anni Trenta. Come risultato, a distanza di oltre un lustro dalla “madre di tutte le bolle del credito”, tocca ancora una volta alle Banche centrali tenere a galla il mondo. Come? È semplice, comprando titoli con soldi che non hanno, stampando soldi che non ci sono. Si tratta di uovo di Colombo? O piuttosto dell’anticamera di una prossima crisi, uguale se non peggiore di quella passata? Alcuni fatti: da inizio anno, i rialzi delle Borse viaggiano a una velocità che non ha precedenti, i titoli di stato rendono sempre meno, perfino le obbligazioni spazzatura corrono senza freni. Per guadagnare soldi si compra di tutto, senza freni e inibizioni. E per ogni acquisto, c’è sempre un report di qualche casa d’affari che lo giustifica. Vi ricordate, nel 2007, quando i barili di petrolio avevano un target a 250 dollari? E le once d’oro perfino a 3000 dollari? Adesso, a quanto pare, per l’S&P 500 l’obiettivo dei 2000 punti è solo questione di tempo. E chissà che non ci arrivi. Fino ad allora, statene certi, leggeremo di p/e storicamente congrui e cose del genere. Si tende però a dimenticare che la marea di liquidità artificiale che creano le Banche centrali è figlia della marea di debito pubblico accumulata in passato. Che tutto si spiega con la necessità di abbassare quel debito, e renderlo sostenibile - almeno in apparenza - spingendo i tassi a breve a zero e quelli a lunga sotto l’inflazione. Attenzione, però, perché il canto delle sirene può diventare irresistibile, proprio nel momento in cui sarebbe meglio agire con giudizio, invece di avere le mani che fremono sulla tastiera del monitor, dopo avere parlato con il proprio consulente o broker. Il mantra sembra essere tornato quello di prima, cioè prendere denaro a basso costo e investirlo in attività rischiose. Insomma, le strade dell’avidità sono infinite e quelle delle bolle pure. E viaggiano sempre in parallelo. Ps. Ci vediamo a ITForum Rimini per parlarne. Siete tutti invitati. *direttore editoriale ITF News
Le vie delle bolle sono infinite. Ci vediamo a Rimini per parlarne.
propria esposizione ai mercati emergenti oltre all’allocazione azionaria tradizionale, e sono consapevoli delle potenziali pressioni inflazionistiche”, ha osservato Scott Ebner, global head of product development di SSgA. Il mercato degli “EM linkers” (prodotti sui mercati emergenti indicizzati all’inflazione, n.d.r.), “è cresciuto molto negli ultimi 10 anni”, segnala ancora SsgA: il numero di emittenti è raddoppiato e il
numero delle emissioni triplicato. Il mercato totale è attualmente pari a quasi 600 miliardi di dollari, circa la stessa dimensione del mercato obbligazionario emergente in hard currency, e ha raggiunto dimensioni, profondità e liquidità adeguate per un approccio d’investimento indicizzato. Oggi sono 46 gli Spdr etf quotati nelle borse europee, tra cui London Stock Exchange, Deutsche Börse e Borsa Italiana.
Dollaro, meglio australiano Il primo etf legato a un indice monetario in “Aussie” lo lancia Deutsche Bank.
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coloro che intendono diversificare il portafoglio acquistando dollari australiani e, allo stesso tempo, non desiderano assumersi il rischio del tasso d’interesse tipico degli investimenti obbligazionari. L’etf costituisce dunque una valida alternativa all’apertura di un conto in valuta. L’indice di riferimento del db x-trackers II Australian Dollar Cash UCITS ETF capitalizza, ogni giorno, il tasso interbancario overnight (di durata giornaliera) del mercato australiano, che è al momento pari al 2,75% annuo. Si tratta di un valore decisamente superiore rispetto ai tassi overnight dei mercati interbancari europei (Eonia) e statunitensi (Fed Fund), rispettivamente pari allo 0,083% e allo 0,14% annuo.
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Top Etf Aprile 2013 Nel quarto mese continua il trend positivo della raccolta globale di etp. Proseguono invece i deflussi dai prodotti sull’oro, che da inizio anno raggiungono i 17,9 miliardi di dollari
Investitori cauti perché l’outlook segna il passo Continuano i flussi record registrati da inizio anno dall’industria degli exchange traded products. Secondo il report Etp Landscape-Industry Highlights, relativo all’andamento del mercato degli etp nel mese di aprile, condotto dal BlackRock Investment Institute, la raccolta globale di questi prodotti finanziari è stata pari a 10,3 miliardi di dollari. In termini di asset class, i dati evidenziano che gli investitori si sono dimostrati più cauti alla luce di previsioni di crescita economica meno positive. I prodotti azionari hanno raccolto 9,6 miliardi di dollari, mentre quelli obbligazionari 9,5 miliardi di dollari. Continuano invece i deflussi dagli etp sull’oro pari a 8,7 miliardi di dollari. A causa dell’accresciuta volatilità del prezzo dell’oro, da inizio anno i deflussi dagli etp sul metallo giallo raggiungono quota 17,9 miliardi di dollari. In generale invece da inizio anno gli etp hanno registrato a livello mondiale afflussi pari a 79,9 miliardi di dollari, rispetto ai 66,3 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2012. Un aumento su base
annua di circa il 20,5%. All’interno del segmento del reddito fisso, nel mese di aprile i flussi in etp sui titoli governativi statunitensi si sono attestati a 2,2 miliardi di dollari, mentre gli etp obbligazionari a breve scadenza hanno attratto la maggior parte dei flussi di reddito fisso, pari a 5,6 miliardi di dollari. I flussi su strumenti a brevissima scadenza indicano che gli investitori continuano a cercare protezione per un potenziale rialzo dei tassi di interesse. Sempre nel mese preso in esame, continua il report, i flussi degli etp azionari sono stati trainati dagli etp che consentono esposizione ai mercati sviluppati, che hanno raccolto 13,1 miliardi dollari, da quelli ad alto dividendo con 3,4 miliardi di dollari e dai prodotti minimum volatility con 2,5 miliardi di dollari. A livello azionario, continua quindi la tendenza a investire nei mercati sviluppati e in prodotti alternativi ai tradizionali indici a ponderazione di mercato. Nella pagina a fianco proponiamo una classifica dei migliori exchange traded fund (che fanno parte della macrofamiglia degli etp) del mese di aprile.
10,3
79,9
17,9
8,7
miliardi
miliardi
miliardi
miliardi
La raccolta globale degli exchange traded fund nel mese di aprile in miliardi di dollari
La raccolta globale degli etp nei primi quattro mesi del 2013 in miliardi di dollari
di Ettore Mieli
I deflussi dagli etp sull’oro da inizio anno ad aprile in miliardi di dollari
I deflussi dagli etp sull’oro nel mese di aprile in miliardi di dollari
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Leveraged Eurostoxx 50 Euro
38,2%
Global Listed Private Equity Gbp Euro
32,2%
Dow Jones Turkey Titans Euro
43,1%
Europe Insurance Euro
37,1%
Ftse Rafi Switzerland Fund Euro
29,1%
Topix Eu Hedged Index
41,6%
Leveraged Msci Europe Euro
35,6%
Dynamic Us Market Fund Gbp
22,2%
Eurostoxx 50 Monthly Leverage Index Euro
39,2%
Msci Europe Healthcare Euro
33,0%
Ftse Rafi Us 1000 Fund $
22,1%
Leveraged Ftse 100 Monthly Index Euro
32,7%
Leveraged Msci Usa Daily Euro
33,0%
Ftse Rafi Developed 1000 Gbp
19,4%
Leveraged Dax X2 Monthly Index Euro
27,7%
www.amundi.com
www.invesco.it
markets.rbsbank.it
Msci Australia Euro
24,6%
Msci Turkey $
47,3%
Healthcare Euro
32,8%
Nikkei 225 Euro
23,1%
Msci Japan Monthly Euro
44,1%
Europe Financials Euro
29,7%
Msci Japan Euro
23,0%
Stoxx Europe 600 Insurance Euro
35,8%
Europe Information Technology Euro
25,8%
Msci Pacific Ex Japan Euro
22,5%
S&P Listed Private Equity Gbp
33,5%
Consumer Staples Euro
22,7%
Euro Stoxx 50 Euro
21,1%
Ftse Epra/Nareit Asia Property Yield Gbp
32,5%
Europe Consumer Discretionary Euro
19,4%
www.credit-suisse.com/it/it/
it.ishares.com
www.spdrseurope.com
Itraxx Crossover 5y 2x Daily Euro
44,2%
Privex Euro
45,5%
Msci Turkey Euro
44,3%
Euro Stoxx 50 Leveraged Euro
41,9%
Turkey Euro
45,1%
Msci Japan Trn Index Euro
25,5%
Private Equity Euro
35,9%
Stoxx 50 Daily Leverage Euro
41,8%
Msci Pacific (ex Japan) Euro
23,6%
Stoxx600 Insurance Euro
35,7%
Stoxx Europe 600 Insurance Euro
36,3%
Euro Stoxx 50 Euro
20,9%
Levdax Daily Euro
32,2%
Ftse Epra/nareit Asia Ex Japan Euro
32,1%
Msci Emu Trn Index Euro
20,8%
www.etf.db.com
www.lyxoretf.it
www.ubs.com/global/en/asset_management/etf/italy.html
topetf Daily Leveraged Natural Gas $
41,7%
Us Minimum Variance Euro
21,7%
Short Coffee $
37,6%
Euro Stoxx 50 Equal Weight Euro
21,2%
I migliori exchange traded fund delle piĂš importanti Natural Gas $
30,4%
Istoxx Europe Minimum Variance Euro
21,0%
Short Silver $
22,3%
Stoxx Europe 600 Equal Weight Euro
18,1%
Short Copper $
21,5%
Emerging Markets Minimum Variance Euro
12,1%
societĂ di gestione distribuiti in Italia in base alle perfomance annuali rilevate alla fine di ogni mese.
www.etfsecurities.com
www.ossiam.com
Fonte: www.bluerating.com
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L’istituto lancia due prodotti per finanziare la casa e il lavoro
Stavolta Ubi Banca pensa in giovane A cura di Rosaria Barrile Le nuove generazioni sono il futuro del Paese. Ma anche del sistema bancario, che si appresta a conquistare un target fino ad oggi considerato poco attraente quando non addirittura “rischioso”. Ovvero, gli under 40 con un lavoro atipico. Ubi Banca, che con lungimiranza sembra voler tener conto delle nuove caratteristiche del mercato del lavoro - basato su tipi di impiego diversi da quello a tempo indeterminato - mette sul tavolo due soluzioni mirate: un mutuo per i giovani con contratto di lavoro a tempo determinato e un finanziamento per le start up. Nel dettaglio, le giovani coppie fino a 39 anni di età che hanno un contratto di lavoro atipico o a tempo determinato da almeno 18 mesi (oppure che hanno lavorato 18 mesi negli ultimi 24 e sono impiegati al momento della richiesta del mutuo) possono richie-
dere “Mutuo casa giovani coppie 2013”, che si caratterizza per un rapporto massimo tra rata e reddito del 35% e per un loan to value (rapporto tra la cifra prestata e il valore dell’immobile, n.d.r.) che può arrivare a coprire fino all’80% del valore di perizia dell’immobile. Disponibile nelle tre tipologie di tasso fisso, variabile e variabile con cap, può avere un importo massimo
di 500mila euro. L’offerta è valida per i mutui richiesti entro il 31 dicembre 2013 ed erogati entro il 31 marzo 2014. Ma “per molti giovani progettare il futuro non significa solo acquistare la prima casa: le loro idee hanno bisogno di trasformarsi in concrete iniziative imprenditoriali”, ha dichiarato il consigliere delegato di Ubi Banca Victor Massiah (nella foto). “Per questo abbiamo pensato a un finanziamento a condizioni agevolate per le start up”. Il finanziamento potrà avere durata variabile da un minimo di 18 a un massimo di 60 mesi e consentirà di ottenere fino a 50mila euro in un’unica soluzione da impiegare per le spese di avviamento, per piccoli investimenti produttivi e per assunzione di personale. Il finanziamento ha un tasso indicizzato Euribor 3 mesi sulla media precedente e una periodicità mensile, trimestrale o semestrale. @rosariabarrile
Prelievi dal bancomat che non si tocca Tra un impegno e l’altro avete i secondi contati? Allora il prelievo contactless fa per voi. Per adesso, tuttavia, a beneficiarne saranno solamente i clienti di Ing Bank in Polonia, dove la società Ncr - in collaborazione con MasterCard ha portato a termine l’installazione, una delle prime a livello mondiale, dei bancomat “senza contatto”.
In pratica, presso gli sportelli abilitati, i clienti di Ing Polonia in possesso di carte di credito contactless Visa e MasterCard potranno prelevare il loro denaro senza dover introdurre la carta nel lettore. Una volta digitato il codice Pin, gli utenti potranno scegliere se effettuare un prelievo oppure se fare un versamento.
Soluzioni salva-tempo Accordo fra Bpvi e Icbp: via libera al pagamento dei bollettini postali tramite computer e c. Dopo gli uffici postali e le tabaccherie, sarà finalmente possibile acquistare i Voucher Inps anche in banca. Il gruppo Banca Popolare di Vicenza e l’Istituto centrale delle
banche popolari italiane hanno infatti siglato la convenzione per l’avvio del servizio di distribuzione e pagamento dei Voucher Inps per il lavoro occasionale accessorio. I Voucher potranno essere acquistati e incassati presso le 640 filiali del gruppo. L’altra novità salvatempo, disponibile già dal mese di maggio, è la possibilità di pagare i bollettini postali utilizzando il proprio pc, tablet o smartphone. In pratica, tramite il servizio di multi-
canalità @Time sarà possibile impartire alla banca la disposizione di pagamento dei seguenti tipi di bollettini: pre-marcati - vale a dire quelli che segnalano l’importo - il numero di conto corrente postale del creditore, i dati del debitore e i codici - visibili in basso a destra 674 o 896, e quelli in bianco, da compilare completamente e che riportano i codici 123 o 451. Sono invece esclusi dal servizio, in questa prima fase, i bollettini che prevedono l’inserimento di dati aggiuntivi come per esempio quelli destinati al pagamento delle multe.
OPINIONE
di Giuseppe G. Santorsola*
La crisi colpisce a macchia d’olio
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all’agosto 2007 al maggio 2013 sono trascorsi 2.100 giorni. Solo la crisi globale del ‘37-’43 fu più lunga, ma nulla fa presagire che il record non sia battuto. La criticità colpisce a macchia d’olio. I Paesi colpiti riescono a frenare la caduta ma non attivano la ripresa, spostandone peraltro effetti altrove. Primi fra tutti gli Stati Uniti, che hanno iniziato a diffondere il malessere ma lo hanno anche spostato al loro interno dal mercato interbancario al mercato finanziario, alla politica economica, al debito pubblico fino al rischio del fiscal cliff, che è la crisi di un Paese. Nell’eurozona si registrano ormai sei casi di crisi. Nell’ordine Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, Cipro e in questi giorni Slovenia. I primi cinque con soluzioni di bail out, l’ultimo con ipotesi ancora incerte sul successo del bail in. Altri Paesi, fra cui l’Italia, affrontano con sacrificio e impatto recessivo il sovrapporsi di più bail in. In realtà, anche gli Stati in migliori condizioni vivono situazioni recessive o stantie. Consideriamo anche che le variabili dei singoli Stati sono profondamente differenti, a testimonianza delle globalità della crisi. Spagna e Slovenia hanno debito pubblico vicino ai parametri di Maastricht, Grecia e Italia hanno debito eccessivo, Portogallo e Irlanda hanno avuto ambizioni superiori alle capacità patrimoniale effettive. Latente è poi il rischio Fish (Francia, Italia, Spagna e Holland), con Paesi di grandi dimensioni privi di adeguato controllo e scelte nel governo della politica economica. La Germania dipende dalla salute degli altri Stati Lussemburgo, Slovacchia, Estonia, Malta, Austria ed Estonia - che però non hanno peso sufficiente per incidere benché non presentino problemi. Il Belgio li ha gestendo e la Finlandia resta sana, ma poco connessa con gli altri. La conclusione è che non esiste Eurolandia come aggregato, i vincoli attuali non sono virtuosi bensì un ostacolo, mentre latitano le grandi scelte quali l’unione bancaria e il progredire di soluzioni politiche di governo comuni. È il declino dell’Europa? *santorsola@uniparthenope.it
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La compagnia nata nel 2003: tassi di crescita medi del 33%
Dieci anni assicurati per il marchio Tua Forte specializzazione nel ramo danni, capacità di innovazione e tempi di sviluppo estremamente veloci. Sono i tre punti di forza che vanta Tua Assicurazioni, la compagnia specializzata nel ramo danni del gruppo Cattolica, che quest’anno compie dieci anni dalla sua costituzione. La compagnia oggi conta su una rete di 110 agenzie affiliate, aperte in una logica di franchising, e 350 agenzie plurimandatarie. Nelle agenzie affiliate operano 150 agenti, tra cui 70 promotori finanziari. “Abbiamo gettato le basi del nostro sviluppo attraverso un modello di distribuzione peculiare”, spiega Andrea Sabia, amministratore delegato e fondatore azionista di Tua Assicurazioni. “Fin dall’avvio dell’attività, abbiamo potuto far
Andrea Sabia
leva su una rete di agenti professionisti, provenienti anche dal mondo dell’intermediazione finanziaria, dotati di una forte sensibili-
Poste Vita continua a guadagnare clienti Poste Vita ha segnato un ulteriore passo in avanti in termini di quota di mercato, che è salita portandosi dal 12,7% al 14,6%. A sottolinearne la crescita è stata di recente la graduatoria elaborata dall’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), che
ha assegnato a Poste Vita - la compagnia assicurativa del gruppo Poste Italiane presieduta da Roberto Colombo (nella foto) - il primato nella graduatoria 2012 per imprese singole con 10,5 miliardi di euro di premi, facendo segnare rispetto al 2011 un incremento del
tà nei confronti dei temi della gestione del rischio della clientela retail”, continua Sabia. Un modello che in questi anni, sempre secondo il manager, è risultato efficiente. “Abbiamo registrato, negli ultimi tre anni, tassi di crescita medi del 33%, mentre la raccolta assicurativa danni sul mercato italiano ha registrato una diminuzione dell’1%”. A trainare la crescita sono i prodotti di nicchia, ritagliati su misura per particolari gruppi di utenti. “Siamo in grado di costruire e proporre sul mercato coperture inedite in un arco di tempo di circa 30 giorni”, tiene a precisare l’amministratore delegato. “Fino ad oggi abbiamo proposto in media un prodotto nuovo a trimestre, grazie a un lavoro di costante ricerca e
CONTI E POLIZZE Le novità sui prodotti le trovi su www.soldiweb.com
sviluppo. Un impegno che ci ha portato a proporre le polizze Rc Auto Pay as you Drive, legate allo stile di guida già da oltre un paio d’anni”. Il resto del 2013, a questo punto, vedrà la compagnia impegnata nella promozione di quattro nuovi prodotti motor dedicati agli appassionati di camper e mototurismo e ai proprietari di monovolume e auto green, elettriche e ibride. “Li lanceremo ufficialmente il 4 giugno durante la convention nazionale al Palacongressi di Riccione, occasione in cui festeggeremo i nostri primi dieci anni di vita con i nostri 600 intermediari. Ma nel corso dell’anno andremo ad affrontare anche temi inediti per il mercato assicurativo, come quello del risparmio energetico e della sostenibilità”.
10,6% nei soli premi vita e del 12% nei rami danni. E a crescere sono anche i prodotti. Poste Vita si è infatti rafforzata sulle Long term care (Ltc) con la polizza Posta Persona Sempre Presente, in distribuzione negli oltre 14mila sportelli postali. L’importo del vitalizio mensile da assicurare è stabilito al momento della sottoscrizione del contratto ed è commisurato al premio pagato annualmente e all’età del cliente.
Direct Line raddoppia In una botte di ferro Buoni carburante, sconti esclusivi e concorsi a premi. Sono tutti riservati agli iscritti a Bonus Direct, il programma fedeltà di Direct Line, che da quest’anno si arricchisce della nuova sezione “Sconti”, da usufruire presso i partner dell’iniziativa. Per ogni acquisto fatto sui siti partner attraverso bonusdirect.it viene infatti riconosciuto ai clienti un quantitativo di EuroPunti: al momento del rinnovo della polizza i punti accumulati si trasformeranno in buoni carburante. A partire da maggio saranno inoltre lanciati numerosi concorsi che premiano i clienti che si iscrivono al programma: in palio biglietti per concerti, voucher hotel, voucher
benessere e biglietti del cinema. Fino al 26 giugno, inoltre, a tutti i nuovi clienti che acquistano sul sito www.directline.it una polizza auto includendo la garanzia infortuni del conducente Direct Line offre due mesi di polizza gratis. La promozione è attiva anche per le polizze moto, includendo in questo caso la copertura furto e incendio. Per beneficiare della promozione basta calcolare un preventivo con la garanzia infortuni del conducente sul sito www.directline.it e acquistare con carta di credito oppure tramite circuito Paypal una nuova polizza con pagamento annuale almeno sette giorni prima della scadenza dell’offerta.
Arag, la compagnia assicurativa specializzata nel ramo tutela legale, rinnova la sua polizza dedicata alle imprese e ai professionisti. Per aiutarli a proteggere le loro attività quando si verificano fatti imprevisti che danno origine a controversie i cui costi non si possono calcolare a priori, Arag prevede infatti coperture differenziate in tre linee - Classic, Premium e Top - e una linea specifica per i professionisti. La linea Premium per la libera professione unisce le garanzie di difesa penale e del pacchetto sicurezza della linea Classic alla prestazione
“chiamata in causa della compagnia di responsabilità civile”, attivabile in caso di inattività della compagnia stessa. La linea Top rappresenta il prodotto nella sua formulazione più completa e prevede tutte le prestazioni della linea Premium, senza alcuna limitazione in termini di casi assicurativi per anno e di valore in lite della controversia. Inoltre, qualora l’assicurato sia iscritto a un albo professionale, copre le spese per l’opposizione o il ricorso nei confronti di sanzioni disciplinari irrogate dall’apposito Ordine di categoria.
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La forza delle Banche Popolari, un sostegno all’economia reale Un’operatività di tipo tradizionale porta l’istituto a essere ancora più legato al territorio e alle comunità, soprattutto alle famiglie e al mondo delle piccole e medie imprese Di recente l’Ilo, l’Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite, ha pubblicato un rapporto nel quale si sottolinea l’importante ruolo svolto dalla Cooperazione Bancaria, di cui fanno parte anche le Banche Popolari in tutto il mondo, dimostrando in modo inequivocabile il successo del modello delle cooperative finanziarie e il sostegno che questi istituti hanno fornito nel corso della crisi economica internazionale. Il rapporto redatto dal professor Johnston Birchall, docente all’Università di Stirling in Scozia, dal titolo “Resilience in a downturn: the power of financial cooperatives” (capacità di recupero in una recessione: il potere delle cooperative finanziarie, n.d.r.) sottolinea l’efficienza e l’efficacia dimostrata dalla Cooperazione Bancaria in questi ultimi anni di crisi economica, dimostrandosi un’alternativa credibile e concreta alle banche d’investimento. Nel rapporto si analizza il comportamento della Cooperazione Bancaria in questa fase prolungata di stagnazione e
di Giuseppe De Lucia Lumeno*
recessione economica, partendo da quelle che sono le caratteristiche distintive del modello cooperativo, ossia il voto capitario con la possibilità per i soci di essere parte integrante della struttura di governance. Gli istituti della Cooperazione Bancaria si distinguono poi sia per la loro vocazione a impiegare per i finanziamenti il risparmio raccolto dalla loro clientela sia per destinare una parte considerevole dell’attivo (più di quanto fatto dalle altre banche) per garantire credito alla clientela, in particolare alle famiglie e alle piccole e medie imprese. Nella sezione contenente il focus sulla situazione della Cooperazione Bancaria nei diversi Paesi europei, con riferimento all’Italia si evidenzia come la crisi abbia finora avuto effetti limitati sulle Banche Popolari - che hanno mostrato di continuare a registrare una crescita degli asset, dei depositi e degli impieghi - e come però per queste banche il pericolo possa derivare dal prolungamento della fase recessiva e dal momento di debolezza che sta attraversando l’economia reale. Le conclusioni riportate nel rappor-
to dell’Ilo le ha ribadite in contemporanea anche il Fondo Monetario Internazionale, che ha espresso apprezzamento per il sistema bancario italiano nelle sue diverse declinazioni societarie. Tale giudizio è il risultato della missione che l’Fmi ha condotto recentemente nel nostro Paese sulla base del programma Fsap (Financial sector assessment program) che l’organismo internazionale promuove da diversi anni al fine di fornire un contributo al miglioramento del sistema creditizio dei diversi Paesi aderenti. Nello specifico, gli ispettori dell’Fmi hanno affermato che “il sistema bancario italiano vede la presenza massiccia di istituzioni che non rientrano negli schemi del sistema finanziario internazionale che i mercati apprezzano. È il caso delle Fondazioni e delle Banche Popolari. Non sempre chi decide di migliorare le banche italiane trasformando il sistema verso schemi più moderni fa l’interesse della stabilità finanziaria o dell’economia reale”. In pratica, si è ribadita ancora una volta l’importanza che all’interno del sistema creditizio possano ope-
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rare differenti modelli di banca, ognuno dei quali con le sue specificità e attitudini in grado di offrire una molteplice varietà di servizi al meglio per la sua clientela. La presenza di soggetti diversi in ambito bancario si è dimostrata essere non solo un vantaggio per tutto il sistema creditizio, favorendone la stabilità e l’efficienza, ma anche l’applicazione concreta e reale di quel principio di democrazia economica che permette la coesistenza di filosofie operative diverse e che rinnega quella tendenza omologante che negli anni passati premeva per affermare la superiorità di un determinato modello bancario (quello della società per azioni) sugli altri. D’altronde, anche i dati testimoniano la diversità delle Banche Popolari, anche quelle maggiori, rispetto alle banche Spa. Negli istituti del Credito Popolare, infatti, oltre il 70% del totale dell’attivo si compone di crediti alla clientela, contro un valore che per i principali gruppi bancari commerciali arriva a stento al 60%, con punte di minimo del 43,5%. Questa operatività di tipo tradizionale porta la banca a essere ancora più legata al territorio e alle comunità, soprattutto alle famiglie e alle piccole e medie imprese, che rappresentano il 70% della clientela delle imprese. Questi numeri sottolineano come nel corso del 2012, in un contesto estremamente difficile e complesso, le Banche Popolari hanno proseguito la loro opera di banca del territorio continuando a erogare credito, soprattutto alle piccole e medie imprese e alle famiglie, e raccogliendo attraverso il semplice strumento dei depositi i risparmi di una clientela che ha continuato a crescere di circa 250mila unità, per un totale di quasi 12,5 milioni di clienti. Nel corso del 2012, infatti, le Banche Popolari hanno registrato una variazione positiva degli impieghi contro un dato medio nazionale pesantemente negativo (-1,3%), una situazione che si è ripetuta anche in questo inizio d’anno, come emerge dai dati preliminari di marzo. Tale risultato può sembrare a prima vista modesto, ma al contrario è estremamente positivo se si considera quello che è stato il contesto economico generale di crisi
70% La percentuale del totale degli attivi delle Popolari si compone di crediti ai clienti
profonda dell’economia reale. Eppure le Banche Popolari sono state in grado di erogare nuovi finanziamenti alle piccole e medie imprese per oltre 36 miliardi di euro durante l’anno passato e, a conferma dell’attenzione riposta nei confronti delle imprese di dimensione più contenuta, la quota di nuovi finanziamenti alle pmi sul portafoglio totale è rimasta invariata al 50%, contro un dato medio nazionale inferiore al 40%. Se le Banche Popolari non avessero continuato a essere vicine ai territori di riferimento non si spiegherebbe altrimenti la crescita della clientela e dei depositi (8,6% contro il 5,7% medio nazionale) e che trova la sua motivazione proprio nel modello operativo basato sulla prossimità e sulla creazione di un legame di lungo periodo con i clienti. Questa tendenza si è ancora di più intensificata nel primo trimestre del 2013, nel quale sono stati erogati circa 16,5 miliardi di euro, di cui 8,3 miliardi di euro proprio per le pmi. Ciò che è emerso con forza nel corso della recessione è stata la capacità delle Banche Popolari di far fronte a una condizione dell’economia reale oggettivamente eccezionale, mantenendo l’equilibrio gestionale, in particolare grazie a uno sforzo sul lato della patrimonializzazione straordinario per soddisfare i requisiti minimi previsti dalla nuova disciplina prudenziale di Basilea 3, con un impegno superiore proprio per quelle banche più dedite ad attività di tipo tradizionale e vicine al territorio. Negli ultimi quattro anni, infatti, la patrimonializzazione delle Popolari è aumentata del 28,4% (+11,2 miliardi di euro) rispetto al 13,7% del resto del sistema (+23,7 miliardi di euro), a dimostrazione della capacità del Credito Popolare di affrontare la sfida della maggiore recessione dal dopoguerra mantenendo saldo il suo legame vitale con l’economia reale. E ciò non può che essere riferito al modello di governance cooperativa che ha nel tempo saputo premiare la fedeltà ai valori autentici dell’impresa cooperativa garantendo un futuro sostenibile alle comunità e ai territori serviti. *Segretario generale Associazione nazionale fra le Banche Popolari
250mila +28,4% I depositi di risparmi dei clienti delle Popolari che sono cresciuti nel 2012
Il tasso di crescita della patrimonializzazione delle Popolari negli ultimi 4 anni
Contro il caro banca: libretti postali e conti cointestati Ecco perché 15 milioni di italiani ancora oggi non hanno il conto in banca
Ben 15 milioni di italiani non tengono i propri risparmi presso un istituto di credito. Il dato ci assegna il primato a livello europeo: seguono Paesi come la Romania, con poco più di 9.860.000 persone (55% del totale dei romeni over 15) e la Polonia, con poco meno di 9.700.000 cittadini (30% del totale degli over 15). Lo rivela una elaborazione effettuata dall’ufficio studi della Cgia di Mestre. Ma dove vanno allora a finire i risparmi? Niente materasso, ma libretti postali e conti cointestati. Secondo il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, “questo record europeo è riconducibile a ragioni storiche e culturali ancora molto diffuse in alcune aree e fasce sociali del nostro Paese. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che moltissimi pensionati tengono i propri soldi nei libretti di risparmio postale o utilizzano in misura maggiore, rispetto ai cittadini di qualsiasi altro Paese dell’Ue, il conto corrente di un familiare”. L’elaborazione della Cgia è stata realizzata su dati della Commissione europea che ha monitorato quanti cittadini europei con più di 15 anni di età non dispongono di un contro corrente bancario. Significativo il gap con i Paesi più avanzati. Sia in Francia che nel Regno Unito i cosiddetti “unbanked” sono poco più di un milione e mezzo (pari al 3% della popolazione con più di 15 anni). In Germania, invece, la soglia di coloro che non detengono un conto corrente si abbassa a poco più di un milione e quattrocentomila persone (pari al 2% del totale degli over 15 tedeschi).
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Si rinnova a Riva del Garda l’appuntamento annuale con Efpa Italia
Due giorni nel segno della formazione A cura di Silvia Minola
Meeting 2013 vuole essere, ancor più che nelle precedenti edizioni, un’occasione di aggiornamento per gli operatori del settore e non solo: si prefigge infatti di rivolgersi al mondo universitario e più in particolare conta di attirare l’attenzione degli studenti delle facoltà di Economia, per sensibilizzarli sulle prospettive della nostra attività”. Dall’anno scorso a oggi, quali sono state le principali novità? Risponde sempre Boido: “Un aspetto fondamentale, per il quale espri-
mo piena soddisfazione, è il mantenimento della certificazione Efpa da parte dei professionisti del settore. Nell’ultimo anno, oltre il 96% si è impegnato per l’aggiornamento, conservando quella che è, a tutti gli effetti, una ‘garanzia di qualità’. In secondo luogo”, conclude il presidente, “abbiamo introdotto importanti cambiamenti nel nostro programma formativo, in particolare per quanto attiene alla pianificazione, una delle materie oggetto
Dopo la tappa a Sorrento per il decennale, quest’anno l’Efpa Italia Meeting si tiene a Riva del Garda, in provincia di Trento. L’appuntamento dell’organismo europeo per la certificazione dei financial advisor e dei financial planner si svolge presso il Palazzo dei Congressi giovedì 6 e venerdì 7 giugno. “Il nostro meeting”, spiega Sergio Boido, presidente di Efpa Italia, “rappresenta l’occasione per andare ad analizzare e approfondire argomenti di grande attualità. Il confronto e la sensibilità dimostrata da scuole di formazione, banche, sgr, reti e istituzioni offre un livello di dettaglio atomico e lista di Radio 24 un’ampiezza di ciani, giorna os R a or eb Conduce: D perimetro di grande registrazioni sita valore. Le considera9.00 Aperturmae coffee in area espositiva e vi zioni che emergono, 10.00 Welco stand frutto del confronto, RALLELA ive in fase di rappresentano un 11.15 SALA PA sioni format es (S ng ni ar punto di riferimento 13.00 Active iolene non accreditate) definiz a elevato valore positiva h in area es aggiunto per l’intera 13.00 Light luPnc SALA LENARluIAto delle autorità industria: dalla produdi sa 14.00 Indirizzeni to di apertura zione alla gestione e rv 14.10 Inte o Boido, presidente di Efpa Italia ancora dalla distribuSergi zione alla consulenza. o seminario Efpl’eaducazione finanziaria rim P 0 .3 14 Quest’anno”, continua rte del Stato dell’a il presidente, “affrontel’estero al e ia al in It remo il tema dell’educadelle Relatori: io di Economia ar in rd o , o tt lo Roma zione finanziaria. La Fi di Umberto esso l’Università pr ito ed cr Fondazione”, prosegue di e aziend Boido, “attraverso i con“Tor Vergata” aclò, direttore Fondazione Tr tributi di qualificati espoFrancesca nenti del settore, italiani e Rosselli are del Nucleo ifilidis, titol stranieri, nel tradizionale Maurizio Tr finanziaria, Banca alternarsi di seminari, worper l’educazione and a e visita st kshop e conferenze gestiti d’Italia* ea espositiv ar in k ea br dal comitato scientifico di 16.10 Coffee hop 1 - Main Sponsor 1 Efpa Italia e dalle aziende 16.50 Works hop 2 - Main Sponsor 2 partner dell’evento, si pro17.10 Workstito ta pone di esaminare lo stato 17.30 Dibat atore: Debora Rosciani, giornalis Moder dell’arte dell’educazione di Radio 24 i educazione finanziaria finanziaria a livello nazioed sitiva 18.30 Esperieainz in area espo nale ed europeo”. Il tutto in in l augurale kt oc C 19.30 relazione all’attuale scenario economico e ai suoi possibili sviluppi. “L’Efpa Italia
dell’attività core del professionista Efpa. Le modifiche e gli adeguamenti riguardano due qualifiche: Efp (European financial planning) ed Efa (European financial advisor) ed entreranno operativamente in vigore dalle sessioni dell’anno 2014. Gli esami per il conseguimento delle relative certificazioni verteranno quindi sui nuovi programmi”. Di seguito, intanto, l’agenda dei lavori aggiornata al 9 maggio.
bluerating
2 Le giornate dell’Efpa Italia Meeting 2013
11 Sono gli anni di Efpa Italia, fondata nel 2002
4 I professionisti certificati in Italia sono quasi 4mila
Venerdì 7 giu
013 2 o n g u i g 6 ì d e v o Gi
n
gno 2013
Conduce: D ebora Rosci ani, giornalis ta
di Radio 24 8.30 Apertura se gr et er ia e visita 9.15 Secondo se minario Efpa stand Aspetti met odologici e normativi dell’educaz ione finanzi ar ia Relatori: Nadia Lincia no,
economici, Consoresponsabile ufficio studi b* Caterina Lu carelli, asso ciato di Economia degli intermed Politecnica delleiariMfinanziari presso l’Università arche 10.45 Coffee 11.25 Workshobrpeak in area espositiva e visita stan d 11.45 Workshop 3 - Main Sponsor 3 4 - Main Spo 12.05 Dibattito nsor 4 Moderatore: Debor a Rosciani, giornalista di Rad 13.15 Businesios 24 lunch in area espositiva e 14.45 “I professi visita stand onis
16.00
ti certificati Efpa: quale come educat ruolo ori?” Presentazio ne del sond aggio a cura Eurisko di GfK Relatori: Nic ola Ronchet ti, business GfK E
urisko
Intervento di chiusura e sa luti Sergio Boido ,
director
presidente di Efpa Italia *da conferm are
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L’obiettivo è allargare la base dei professionisti
Sergio Boido
Certificarsi sempre di più “Attualmente, i professionisti certificati in Italia ammontano a quota 3.749”, spiega il presidente di Efpa Italia Sergio Boido fornendo un aggiornamento sui numeri. “Di questi, 565 hanno conseguito il diploma di base in European financial services (Defs), 3.111 sono gli European financial advisor certificati (Efa) e 73 gli European financial planner (Efp).Sono però alle porte le prime prove Defs, quindi il numero complessivo è già proiettato, nel breve termine, ad andare oltre i 3.800”. Esattamente un anno fa, in occasione del decennale, il presidente Boido disse a BLUERATING che l’obiettivo era “far diventare la certificazione Efpa una componente fondamentale della formazione di tutti i professionisti del risparmio”, uscendo cioè dallo stretto ambito in cui le singole figure professionali promotori e consulenti, tanto per citarne due - sembrano essere confinate. Presidente, oggi è ancora così? Quali sono gli obiettivi di Efpa Italia? E cosa c’è nella vostra agenda, dopo il meeting? Confermo che gli obiettivi sono quelli di allargare sempre di più la base dei consulenti certificati e alzare la qualità della consulenza attraverso programmi continuamente aggiornati e formazione più mirata e in linea con le esigenze del mercato. Una FORMAZIONE Le novità le trovi ogni giorno su www.bluerating.com
La pianificazione fiscale merita di essere valorizzata: questo tipo di competenza è indispensabile per far fronte oggi e in futuro alle esigenze patrimoniali delle famiglie Sergio Boido, presidente di Efpa Italia
fra le sfide ambiziose che ci poniamo è quella di riuscire a far emergere il valore dei nostri consulenti certificati agli occhi del risparmiatore finale. Ci piacerebbe molto che il cliente vedesse nella certificazione Efpa una garanzia aggiuntiva e la tenesse in considerazione come elemento fondamentale nella scelta della persona alla quale affidare i risparmi. Tale orientamento può essere anche determinato da vantaggi concreti: dalle informazioni in nostro possesso, emerge chiaramente che, all’interno dei rapporti tra cliente e consulente certificato, c’è una minore incidenza di irregolarità rispetto al resto della casistica. In agenda, il prossimo impegno è la prima sessione 2013 dell’esame EfaEuropean financial advisor, in programma il 4 luglio. A proposito: la pianificazione fiscale è entrata di recente nel programma formativo. Perché? In precedenza, i corsi propedeutici al superamento dell’esame già prevedevano l’approfondimento delle tematiche fiscali, ma queste erano trattate all’interno di singoli moduli, dedicati a specifici prodotti di investimento. Nei nuovi programmi, la tassazione diviene materia a sé stante. La pianificazione fiscale merita di essere valorizzata nell’ambito dell’offerta formativa, anche alla luce delle recenti novità normative: competenze
di natura fiscale, commercialistica e notarile sono indispensabili per far fronte alle esigenze patrimoniali delle famiglie. Il nostro obiettivo è far divenire il consulente un punto di riferimento a 360 gradi per i clienti. Cosa ci può anticipare sul sondaggio organizzato da Efpa Italia in collaborazione con GfK Eurisko? Cosa sta venendo fuori? Posso solo ricordare che per i risultati sul sondaggio intitolato “I professionisti certificati Efpa: quale ruolo come educatori” bisogna aspettare fino al pomeriggio di venerdì 7 giugno. Ne parliamo con Nicola Ronchetti, business director GfK Eurisko, e c’è un relatore d’eccezione, il professor Giacomo Vaciago, che ha accettato con piacere il nostro invito a intervenire sul tema dell’educazione finanziaria dell’investitore, strettamente connesso al ruolo del professionista del risparmio.
L’EFPA IN EUROPA Oltre 14mila operatori qualificati nel Vecchio Continente Efpa, la European financial planning association, è un’associazione indipendente di cui fanno parte 14 Paesi europei. Lo scopo dell’associazione è sviluppare il financial planning in Europa tramite la definizione di principi, programmi formativi e linee guida di valutazione che costituiscano la base per la costruzione di un profilo professionale di riferimento europeo nella pianificazione
finanziaria. Oggi in Europa sono oltre 14mila i professionisti certificati Efpa. Efpa Italia, nata nel gennaio 2002 per iniziativa di Anasf e affiliata a Efpa, è una fondazione che promuove standard formativi di qualità, certifica corsi e organizza esami di livello. Per conseguire le certificazioni Efpa è richiesta normalmente la frequenza di corsi di preparazione di durata diversa a seconda del livello.
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Previsto anche l’ingresso di 100 nuovi banker
Mps, un private del tutto nuovo L
OPINIONE
Opportunità per i più bravi
A cura di Gianluca Baldini
Mps punta sul private banking e proprio in questa direzione ha già avviato un’importante azione di recruiting che prevede l’ingresso di 100 nuovi professionisti di alto profilo entro il 2014. È quanto è emerso dalla due giorni di lavori tenutasi a Siena proprio per presentare il nuovo progetto del gruppo dedicato al private banking, un evento che ha visto la partecipazione di oltre 400 gestori provenienti da tutta Italia. L’appuntamento, che d’ora in poi avrà cadenza annuale, si è aperto con la partecipazione di Antonio Marino, vice direttore generale della banca, Francesco Fanti, responsabile del private banking e Massimo Fontanelli, responsabile della direzione rete. “Il progetto dedicato al private banking è stato sviluppato interamente da risorse interne al gruppo ed è entrato da alcu-
ne settimane nella fase di delivery”, ha spiegato Francesco Fanti. “Partendo da un’attenta analisi delle richieste della rete, abbiamo fin da subito compreso l’esigenza di un nuovo modello organizzativo e distributivo, più snello ed efficiente, con l’obiettivo di liberare tempo ed energie dei gestori private da dedicare alla relazione con la clientela.
Abbiamo dunque realizzato una revisione complessiva della filiera private, creando figure specialistiche di coordinamento e supporto ai gestori della relazione”. Al servizio della clientela,precisa Mps, il gruppo mette a disposizione una rete dedicata, composta da professionisti altamente specializzati con una differenziazione per modello di servizio private e private top. Il progetto prevede inoltre strumenti tecnologici innovativi, piani di formazione mirati per ruolo e un palinsesto di eventi dedicati alla clientela. “Il percorso descritto consentirà di rispondere sempre più efficacemente alle richieste della clientela, grazie a un approccio di consulenza globale, mirato alla ottimizzazione complessiva del patrimonio, attraverso servizi legali, fiscali, fiduciari, successori, anche in ottica multi-generazionale”, conclude Mps. @gianlucabaldini
B. Generali, Motta: tante nuove reclute nel 2013 Il gruppo del Leone oltre 60 ingressi entro la fine di quest’anno I numeri registrati nel primo trimestre da Banca Generali evidenziano il buon andamento del core business e lasciano ben sperare per i prossimi mesi dell’anno. Parola del ceo Piermario Motta, che nel corso della conference call per la presentazione dei dati trimestrali non si è fatto scappare qualche novità sul Private Banking del Leone. Sul fronte del reclutamento, Motta ha evidenziato come dall’inizio dell’anno siano entrati 26 nuovi promotori - 10 in
Banca Generali Private Banking e 16 in Banca Generali - contro i 20 inseriti tra gennaio e aprile dello scorso anno. Il portafoglio medio pro capite di queste new entry, evidenzia ancora Motta, è salito a 25 milioni di euro rispetto ai 16 milioni di portafoglio medio dei promotori finanziari reclutati l’anno scorso, un dato che evidenzia il posizionamento sempre più definito della società verso il segmento private. Alla luce dell’andamento del reclutamento nei primi quattro mesi tra l’altro, Motta ha detto di non escludere un superamento dell’obiettivo di 60 ingressi nel 2013.
“Abbiamo avuto una più che soddisfacente partenza d’anno anche in termini di performance di portafoglio, con rendimenti intorno all’1,8% medi nei primi tre mesi”, continua Motta. Quanto alle azioni che la società sta mettendo in atto, l’a.d. ha ricordato come si stia lavorando attivamente sul ribilanciamento del mix di asset da prodotti bancari verso gestioni di portafoglio, fondi e sicav. “Nel primo trimestre c’è stata anche un’operazione molto gradita dal mercato, il placement del 12% delle azioni Banca Generali, che ci ha riempito di soddisfazione”, ha ricordato ancora Motta.
di Paolo Martini*
a professione darà grandi soddisfazioni a chi saprà afferrarne l’essenza vera e cioè il valore della relazione e la capacità di risolvere problemi concreti del cliente con un altissimo livello di professionalità e competenza. Per fare questo però occorre avere il coraggio di rimettersi in discussione rivedendo il proprio modello relazionale e i propri obiettivi di crescita. Non c’è più spazio per soggetti passivi che non hanno voglia di imparare cose nuove anche perché l’innovazione di prodotto e di contesto è tale che se non si è costantemente aggiornati si è estromessi. La concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi è un fenomeno tipico dell’economia ed è un dato di fatto che caratterizzerà anche i prossimi anni. Prima di tutto occorre quindi focalizzarsi e decidere quali clienti servire e gestire. Non bisogna cercare di essere molto per tutti ma tutto per alcuni. Ci si deve comportare esattamente come un’azienda decidendo a priori un chiaro modello di sviluppo del proprio business, obiettivi precisi e quale strategia di marketing adottare. Questo per cogliere le opportunità che il mondo del private banking può offrire. Bisogna quindi chiedersi: in quale business voglio operare? Cosa mi rende diverso dagli altri? Cosa mi manca? Dopo aver chiarito i propri obiettivi bisogna concentrarsi in modo “maniacale” sugli aspetti chiave che ci distinguono da tutti gli altri e prepararsi a non essere mai banali e trattare i clienti come tutti diversi. Occorre essere attenti ai dettagli e alla “perfezione”. Parlando con i più grandi private banker emerge in modo evidente questo modo di intendere la relazione. Tutto deve essere perfetto iniziando dalle cose più piccole che sono sempre quelle che fanno la differenza. *Direttore commerciale Azimut
IN PRIVATE l Schroders, il colosso britannico chiude il primo trimestre con risultati ok Schroders ha chiuso i primi tre mesi del 2013 con un utile pretasse di 115 milioni di sterline, in progresso rispetto ai 95,5 milioni di un anno prima, e con una raccolta netta di 5,6 miliardi di sterline (contro gli 1,6 miliardi del primo trimestre 2012). Lo ha annunciato lo stesso colosso del risparmio gestito, che al 31 marzo contava su asset under management per 236,5 miliardi di sterline. “È stato un buon primo trimestre”, ha commentato il ceo Michael Dobson (nella foto), evidenziando che i risultati “riflettono i benefici derivanti dal nostro business diversificato.
l Notenstein punta agli istituzionali ed entra nel capitale di Tcmg AM
La banca privata Notenstein, filiale di Raiffeisen, intende espandere le proprie attività nel settore della gestione istituzionale. Notenstein ha annunciato di essere entrata nel capitale azionario di Tcmg Asset Management, società fondata all’inizio di aprile. Tale passo, indica una nota odierna di Notenstein, è la risposta alla pressione crescente sul Private Banking in Svizzera. Per la banca, la gestione istituzionale rappresenta un mercato interessante destinato ad assumere un’importanza crescente in futuro. Notenstein, istituto che raggruppa gli affari non-Usa della banca ex Wegelin, è già attiva con successo, per il tramite della sua società 1741 Asset Management, nella gestione istituzionale.
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Parla il banker che ha creato il sodalizio tra le due big
UniCredit e iShares insieme per sempre A un anno dal sodalizio tra il private banking di UniCredit e iShares abbiamo voluto intervistare uno dei principali protagonisti del progetto, Andrea Lacalamita, responsabile Global Products and Strategic Marketing di Piazza Cordusio. Come sta andando il sodalizio tra UniCredit e iShares? Esattamente un anno fa il Private Banking di UniCredit ha deciso di fornire una riposta trasparente alle nuove esigenze dei clienti: la gestione di portafogli UniCredit Green. Siamo riusciti a coniugare due mondi che fino ad allora parevano in antitesi: il private banking e gli etf. La situazione dei mercati finanziari ha cambiato notevolmente l’attitudine al rischio della clientela Private. Mentre prima era il rendimento a guidare le scelte del cliente, adesso il focus si è spostato sul rischio. La richiesta di trasparenza e semplicità nelle soluzioni di investimento è cresciuta, il cliente vuole capire meglio il rischio previsto dall’investimento. Anche perché ormai sono tutti
Andrea Lacalamita
consapevoli che il “risk free” non esiste più. Per rispondere a tutte queste nuove esigenze abbiamo cercato il principale gestore di exchange-traded fund a livello mondiale: iShares. Con loro abbiamo
gli Etf utilizzati nella gestione e di poter così controllare gli indici e i titoli in portafoglio. Inoltre, la quotazione in borsa garantisce per definizione un’elevata liquidità ed efficienza degli etf. Questo
Quali i punti di forza e i punti deboli del sodalizio emersi in questo anno? Il lancio del prodotto ha attirato l’attenzione di molti operatori in Europa. Sia noi che iShares abbiamo ricevuto molte richieste di approfondimento dagli investitori, dall’industria dell’asset management e dal private banking. L’uso degli etf ci ha permesso di avere una prospettiva veramente “Real Life”. Quando c’è la garanzia del capitale, è più semplice per il gestore utilizzare un fondo a gestione passiva il cui sottostante sia un indice. Così si conoscono in tempo reale i pesi dei singoli titoli e l’esposizione ai singoli settori. Gli investitori apprezzano la possibilità di conoscere
Quali i vantaggi per la clientela? Semplicità, visto che al cliente è richiesto solo di decidere il livello di garanzia sul proprio capitale. Protezione, perchè ci impegniamo a coprire le perdite del cliente al di sotto del livello di garanzia scelto.I clienti poi possono decidere di investire o disinvestire in qualsiasi momento senza commissione aggiuntive e la loro garanzia cresce al valore della gestione patrimoniali, quindi i risultati acquisiti non vengono mai perduti. Inoltre Green è gestita da un team interno a UniCredit, gli specialisti della Global Investment Strategy, che selezionano le migliori opportunità per i clienti.
Prossime novità? In questi mesi siamo concentrati all’ ottimizzazione dell’approccio sperimentato con Green, che andrà sicuramente a beneficio di tutta la nostra gamma di prodotti gestiti, che per il cliente Private Banking sono ancora e saranno sempre le componenti fondamentali del portafoglio. Inoltre stiamo lavorando molto sulla reportistica al cliente, sia quella obbligatoria per legge che quella on demand, proprio per fornire da subito contenuti chiari e immediati. Oggi il 76% dei clienti Private Banking dichiara di apprezzare supporti high tech per la consulenza dei suoi investimenti e oltre la metà della clientela usa iPad o iPhone per controllarne l’andamento. In questo senso anche noi ci stiamo muovendo, sfruttando le più recenti tecnologie offerte dal panorama mondiale.Stiamo lavorando su nuovi strumenti che ci permettono di inviare direttamente all’indirizzo mail dei nostri clienti le principali informazioni sulle gestione di portafogli. Si tratta di video realizzati per ogni nostro singolo cliente, che possono essere consultati in ogni momento su smartphone, tablet o pc e che in poco secondi forniscono le principali informazioni sull’andamento del loro investimenti e sulle scelte strategiche di gestione, adottate dal team della Global Investment Strategy di UniCredit.
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miliardi
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Siamo riusciti a coniugare due mondi che fino ad allora parevano in antitesi: il business del private banking e gli exchange traded fund. Andrea Lacalamita, resp. Global Products and Strategic Marketing
costruito una relazione che va al di là dell’offerta commerciale, ma che mira a offrire qualità, contenuti di approfondimento e supporto ai nostri 800 private banker in tutta Italia.
Gli asset in euro del private di UniCredit, escludendo clienti istituzionali e straordinari
consente al team di gestione di compiere scelte di asset allocation rispondendo molto velocemente alle dinamiche di mercati. L’unico limite di questa collaborazione è la scarsa presenza di etf nelle asset class monetarie.
È il risparmio gestito in euro. Le gestioni patrimoniali sono circa un quarto del totale
Sono le persone dedicata ai rapporti con i clienti in 170 città italiane tra filiali e studi private
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Da ogni pf con mandato un contributo di 194mila euro
In tre mesi raccolti più di 4 miliardi di Diana Bin Le reti sono tornate a macinare buoni risultati in questi primi mesi del 2013. Gli ultimi dati Assoreti a disposizione nel momento in cui scriviamo, quelli cioè relativi al mese di marzo, evidenziano una raccolta netta complessiva di 1,5 miliardi di euro, in leggera flessione rispetto agli 1,8 miliardi portati a casa a febbraio, ma sopra i 930 milioni di gennaio. Le sottoscrizioni complessive registrate dal settore nel primo trimestre del 2013 risultano pari a 4,1 miliardi, un andamento che ha spinto in alto anche le consistenze patrimoniali, arrivate a toccare a fine marzo un nuovo record a quota 264,8 miliardi (257,1 miliardi a fine dicembre). Come già sottolineato nei mesi precedenti, ancora una volta a marzo l’attività si è concentrata sui prodotti di risparmio gestito, dove la raccolta si è attestata complessivamente a 2,3 miliardi di euro, +29,5% rispetto febbraio, e il patrimonio a 194,8 miliardi: all’interno di questa categoria si sono
distinti in particolare fondi comuni e sicav, con sottoscrizioni nette per 1,5 milioni, mentre i prodotti assicurativi e previdenziali hanno raccolto 787 milioni e le gestioni patrimoniali hanno perso 600 mila euro. Nel terzo mese dell’anno sono invece prevalsi i disinvestimenti dai prodotti di risparmio amministrato, che hanno chiuso marzo con un saldo negativo di 806 milioni (+113 milioni il dato di febbraio): i circa 36 milioni affluiti nei titoli non sono infatti bastati a compensare il rosso di 842 milioni registrato sul fronte della liquidità. In calo di conseguenza anche le consistenze patrimoniali investite in risparmio amministrato, pari a fine marzo a 70 miliardi di euro. Dai dati Assoreti emerge inoltre che il 65,3% della raccolta realizzata dai prodotti di risparmio gestito è attribuibile alla distribuzione diretta di quote di Oicr - fondi comuni e sicav italiani ed esteri; fondi di fondi esteri; fondi speculativi e fondi chiusi - con investimenti netti per 1,5 miliardi di euro. Le scelte dei risparmia-
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L’INDUSTRIA DEL RISPARMIO Tutti gli aggiornamenti sulle reti li trovi su www.bluerating.com
L’ANDAMENTO DELLA RACCOLTA 2.000
1.781
1.782
1.800 1.600
1.462
1.400
1.230
1.200 1.000
1.054 859
800
955
930
802
759
695
649
600 400 200 0
A
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L
A
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Fonte: Assoreti
tori si sono concentrate in maniera quasi esclusiva sui fondi di diritto estero, con un sostanziale equilibrio tra le risorse destinate ai fondi di fondi (783 milioni di euro) e quelle impegnate in fondi comuni tradizionali (766 milioni di euro). Ancora negativo invece il bilancio complessivo su fondi comuni e fondi di fondi italiani (rispettivamente -40,5 milioni di euro e +9,4 milioni di euro) e sui fondi speculativi (con -26 milioni). Il contributo complessivo delle reti al
sistema di Oicr (Organismi di investimento collettivo del risparmio, n.d.r.) attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote si è attestato quindi a 2,4 miliardi di euro: il dato comprende fondi comuni e sicav italiani ed esteri; fondi di fondi esteri; fondi speculativi; gpf; unit linked e prodotti previdenziali. All’interno della categoria degli Oicr si segnala infine il buon andamento a marzo dei prodotti obbligazionari (676 milioni di euro), di quelli flessibili (539 milioni) e dei “non
classificati” (539 milioni). Gli azionari hanno raccolto 74 milioni, mentre i fondi di liquidità hanno perso 12,3 milioni. Da inizio anno, l’apporto delle reti sale così a 5,5 miliardi, pari al 42,4% dei volumi di raccolta realizzati sul sistema fondi. Quanto al numero di pf con mandato dalle società rientranti nell’indagine Assoreti, questo si attestava a fine marzo a 21.616 unità, con una rappresentatività del 93% sull’intera compagine associativa. @diana_bin86
LA PRIMAVERA DELLE RETI Gruppo
Raccolta
Gestito
Amministr.
N. pf marzo
N. pf febbraio
Var. n° pf
Raccolta pro capite
Raccolta Ytd
Patrimonio
UniCredit
311.706
334.547
-22.841
2.357
2.340
17
132
831.146
33.684.266
Banca Fideuram
256.705
857.216
-600.511
4.997
4.977
20
51
645.348
81.128.050
Allianz Bank
234.694
278.347
-43.653
1.844
1.848
-4
127
513.193
28.194.868
Banca Generali
210.297
225.386
-15.089
1.461
1.456
5
144
620.317
26.952.624
Mediolanum
193.678
216.470
-22.792
4.268
4.254
14
45
729.591
43.929.374
Azimut
163.849
156.325
7.525
1.420
1.411
9
115
682.347
20.397.659
Deutsche Bank
70.194
85.026
-14.832
1.541
1.540
1
46
234.436
10.480.477
Credem
36.604
38.479
-1.876
475
472
3
77
79.866
3.268.616
Veneto Banca
24.566
22.670
1.895
284
281
3
86
2.346
2.153.198
Consultinvest
1.788
7.618
-5.830
262
281
-19
7
-17.413
1.274.321
Hypo Alpe Adria Bank
-5.239
-753
-4.486
72
73
-1
-73
632
625.334
Banca Popolare di Vicenza
-9.680
6.944
-16.624
83
84
-1
-117
-12.620
464.124
Unione di Banche Italiane
-13.330
18.464
-31.794
697
703
-6
-19
-13.247
5.681.133
Monte dei Paschi di Siena
-13.598
21.479
-35.077
758
764
-6
-18
-109.328
6.609.689
Fonte: Assoreti, dati in migliaia di euro e numero di pf ordinati per raccolta netta
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Un portafoglio medio da Leone (di Trieste) I pf di Banca Generali (nella foto, l’a.d. Piermario Motta) si confermano al primo posto per portafoglio medio a fine marzo, con asset pro capite per 18,4 milioni di euro (il dato è calcolato dividendo il patrimonio di ogni rete per il numero di promotori che vi lavoravano al 31 del mese). Seguono i professionisti del gruppo Banca Fideuram con 16,2 milioni a testa. Chiude il podio
quasi 44 miliardi di asset (29 in risparmio gestito, 15 in amministrato) e FinecoBank con 34 miliardi ripartiti tra gestito (18 miliardi) e amministrato (16 miliardi). Tra i più piccoli, Banca Nuova si attestava a fine marzo a 464 milioni mentre Hypo Alpe Adria Bank era a quota 625 milioni.
Boom di ingressi per Colafrancesco Il gruppo Banca Fideuram ha visto crescere la sua squadra di 20 unità tra febbraio e marzo, arrivando a sfiorare a fine mese quota 5.000 promotori finanziari (4.997 per l’esattezza, di cui 3.460 in Banca Fideuram e 1.537 in Sanpaolo Invest) e confermandosi come il gruppo più popoloso tra le società aderenti ad Assoreti. In seconda posizione nella graduatoria del reclutamento troviamo FinecoBank,
la rete del gruppo UniCredit, che a fine marzo contava 2.357 professionisti, 17 in più rispetto a fine febbraio. A chiudere il podio è il gruppo Mediolanum, con 14 promotori in più mese su mese, a 4.268 unità. Il gruppo con più uscite nel mese è stato invece Consultinvest, che ha visto la sua squadra contrarsi di 19 unità, insieme al gruppo Ubi e a Mps, che hanno perso sei promotori ciascuno.
FinecoBank prima, male Mps e Ubi FinecoBank (nella foto l’a.d. Alessandro Foti), Banca Fideuram e Allianz Bank compongono il podio della migliore raccolta a marzo. La società del gruppo UniCredit ha registrato sottoscrizioni per 312 milioni di euro (334 milioni di raccolta gestita, -23 milioni sull’amministrato), mentre le due reti del gruppo Banca Fideuram hanno rac-
foglio medio di 4,8 milioni a testa, i professionisti del gruppo Bipop Vicenza con 5,5 milioni e quelli di F&F con 6,8 milioni.
I MIGLIORI
I PEGGIORI
Gruppo
Banca Fideuram regina di patrimonio Il gruppo Banca Fideuram (nella foto l’a.d. Matteo Colafrancesco) domina la classifica Assoreti per consistenze patrimoniali a fine marzo con 81,1 miliardi di masse (65 miliardi per Banca Fideuram, 16 per Sanpaolo Invest), investite principalmente in risparmio gestito. Seguono Banca Mediolanum, con
il gruppo Allianz Bank con 15,3 milioni pro capite. Sul fondo della classifica troviamo invece i pf del gruppo Consultinvest con un porta-
colto 257 milioni di euro e Allianz Bank FA 235 milioni. La classifica dei peggiori del mese è guidata invece da Mps, con un rosso di 13,6 milioni, Ubi Banca, con -13,3 milioni, e gruppo Bipop Vicenza, -9,6 milioni. L’ordine cambia se si considera il dato pro capite. Primi i professionisti di Banca Generali, con una media di 144mila
Migliaia di euro
Gruppo
Migliaia di euro
Banca Generali
18.448
Veneto Banca
7.582
Banca Fideuram
16.235
Credem
6.881
Allianz Bank
15.290
Deutsche Bank
6.801
Azimut
14.365
Banca Popolare di Vicenza
5.592
UniCredit
14.291
Consultinvest
4.864
I MIGLIORI Gruppo
I PEGGIORI
Migliaia di euro
Banca Fideuram
81.128.050
Mediolanum
43.929.374
UniCredit
33.684.266
Allianz Bank
28.194.868
Banca Generali
26.952.624
Gruppo
Migliaia di euro
Banca Popolare di Vicenza
464.124
Hypo Alpe Adria Bank
625.334
Consultinvest
1.274.321
Veneto Banca
2.153.198
Credem
3.268.616
Matteo Colafrancesco
I MIGLIORI Gruppo
I PEGGIORI
Variazione n. pf
Gruppo
Variazione n. pf
Banca Fideuram
20
Credem
3
UniCredit
17
Veneto Banca
3
Mediolanum
14
Deutsche Bank
1
Azimut
9
Hypo Alpe Adria Bank
-1
Banca Generali
5
Banca Popolare di Vicenza
-1
euro ciascuno, seguiti dai promotori di FinecoBank, con 132mila euro pro capite, e da quelli di Allianz Bank, con 127mila euro a testa. I meno “efficienti” sono i pf di Banca
Popolare di Vicenza, che hanno perso 117mila euro a testa, quelli di Hypo Alpe Adria Bank, con -73mila euro, e quelli di Ubi Banca con 19mila euro.
I MIGLIORI
I PEGGIORI
Gruppo
Migliaia di euro
Gruppo
Migliaia di euro
UniCredit
311.706
Azimut
Banca Fideuram
256.705
Deutsche Bank
70.194
Allianz Bank
234.694
Credem
36.604
Banca Generali
210.297
Veneto Banca
24.566
Mediolanum
193.678
Consultinvest
1.788
163.849
Dati Assoreti su elaborazione BLUERATING
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Per la struttura il 2013 è partito a gran velocità
Alessandro Foti
Fineco, la banca sale di quota di Francesca Sulpizi Un primissimo quadro sulla rete di FinecoBank lo tracciano i numeri diffusi nelle ultime settimane da Assoreti: solo nel terzo mese dell’anno ha brillato per raccolta netta con 312 milioni, portando il totale da gennaio a 831 milioni; a fine marzo, sempre secondo Assoreti, era al terzo posto, con 34 miliardi di euro, per le consistenze patrimoniali; infine, la squadra dei personal financial adviser continua a crescere. Al di là dei numeri comunicati da Assoreti, come procedono i piani di crescita? Lo abbiamo chiesto direttamente ad Alessandro Foti, amministratore delegato di FinecoBank. Iniziamo dal reclutamento. Cosa prevedete adesso?
AGENDA A Istanbul la quarta edizione del Fineco Investment Seminar “Dal 19 al 24 maggio Istanbul ospita l’edizione 2013 del Fineco Investment Seminar, l’evento finalizzato a premiare le performance dei nostri migliori 250 personal financial adviser”, dice l’amministratore delegato di FinecoBank Alessandro Foti. “Un evento esclusivo per dare loro l’opportunità di confrontarsi con i migliori strategist e gestori delle più prestigiose società di investimento. Inoltre, novità di quest’anno, i Regional Contest, momenti formativi dedicati ai migliori personal financial adviser Fineco, che si incontrano con alcuni tra i più importanti asset manager per confrontarsi
su temi economici e scenari di mercato. A fine anno, come di consueto, abbiamo in programma il Fineco Financial Village, appuntamento dedicato ai personal financial adviser e ai loro clienti. L’evento sarà articolato in sei tappe in tutta Italia. Anche quest’anno sarà aperto ai colleghi delle altre reti e a tutti gli investitori interessati ad approfondire lo scenario di mercato e a trovare spunti concreti per la gestione dei risparmi. Tutti i partecipanti”, conclude l’a.d., “avranno l’occasione di confrontarsi con ospiti illustri, che animeranno i dibattiti della giornata”.
Per continuare a crescere, vogliamo spingere sul reclutamento di professionisti di alto profilo, con esperienza e forte capacità di crescita. In particolare, professionisti specializzati nella consulenza a clientela private, segmento in forte crescita e
motore è ai più alti livelli del mercato. Ci sarà spazio per i giovani, invece? Come dicevo, punteremo sempre di più su professionisti di elevato profilo, in particolare su private ban-
Per continuare a fare bene vogliamo spingere sul reclutamento di professionisti di alto profilo, con esperienza e forte capacità di crescita. In particolare, professionisti specializzati nella consulenza a clientela private Alessandro Foti, amministratore delegato di FinecoBank
strategico per noi. L’obiettivo è inserire 200 nuovi consulenti senior, in grado interpretare al meglio il modello FinecoBank. La qualità sarà più premiata rispetto al numero degli inserimenti, che non è determinante. Qualche numero? Negli ultimi 12 mesi abbiamo inserito circa 100 consulenti, attratti da un approccio consulenziale indipendente, dall’assenza di budget di prodotto, oltre che da un supporto costante al percorso di crescita e alla trasparenza nel rapporto con il cliente. Senza dimenticare la proposta Fineco: una piattaforma multibrand completamente integrata che offre tutti i migliori prodotti e strumenti per investire, oltre a servizi di banking e trading innovativi. E la remunerazione per il pro-
ker provenienti dal mondo delle banche tradizionali, che possano trovare in Fineco un contesto operativo più vicino a quello di provenienza, data la completezza e la qualità dei servizi e della piattaforma. Ma non ci dimentichiamo dei giovani: con il progetto Becoming Pfa Fineco vogliamo accompagnare le giovani leve nello sviluppo della professione di pfa attraverso un percorso formativo che coniuga l’apprendimento in aula con l’esperienza sul campo. Un progetto che ci ha dato delle grandi soddisfazioni. Lei cosa ne pensa della cosiddetta “crescita per linee esterne”? La banca è interessata a eventuali acquisizioni? Al momento non vediamo opportunità interessanti da valutare.
41
831
39
miliardi
milioni
ingressi
negozi finanziari
mila
La raccolta netta totale della rete dei promotori da gennaio a marzo
Il numero dei promotori entrati nella rete nei primi tre mesi del 2013
È il numero aggiornato secondo la trimestrale al 31 marzo 2013
I clienti della banca sempre secondo la trimestrale al 31 marzo
Sono i total financial asset della clientela al 31 marzo 2013
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Sono passati dai 40 miliardi di fine 2012 ai 41 del primo trimestre
Gli asset dei clienti aumentano ancora di Simone Martino Le “key figures” sono le cifre principali. Quelle che FinecoBank ha fornito al mercato, nel bilancio al 31 dicembre 2012 e nella trimestrale al 31 marzo 2013, parlano di una realtà in crescita quasi in tutte le voci. Alla fine dello scorso anno, gli asset finanziari totali della clientela erano a quasi 40 miliardi di euro, con un incremento del 14% rispetto ai 35 miliardi del 31 dicembre 2011. La raccolta netta totale nell’intero anno è stata di 2,3 miliardi. Da notare che questi dati si riferiscono all’intera banca e non solamente alla rete dei personal financial adviser. E parlano anche di un aumento dei clienti totali del 2,3%, dagli 836.124 del 31 dicembre 2011 agli 855.177 dell’anno dopo, e di una crescita speculare dei crediti verso la clientela retail. I dipendenti sono passati dai 910 di fine 2011 ai 931 di fine 2012. Su anche i negozi finanziari, da 285 a 298 unità, e i promotori finanziari da 2.305 a 2.317 professionisti. Il 2012 si è chiuso con un
utile netto di 125 milioni, anche questo in crescita rispetto ai 63 milioni del 2011. E l’ultima trimestrale? Abbastanza bene anche quella, considerata la variazione anno su anno (si veda la tabella in basso, n.d.r.): total financial asset della clientela a 41 miliardi, dai quasi 40 miliardi al 31 marzo 2012, e raccolta netta poco sotto gli 800 milioni di euro. Da notare che anche questi numeri si riferiscono non alla sola rete ma a tutta la banca, il cui utile netto al 31 marzo 2013 si è attestato
Date le premesse, la società a questo punto conta di superare i risultati raggiunti nel 2012. E il patrimonio ha toccato i 41 miliardi
a 27 milioni di euro. È proseguita poi la crescita dei promotori finanziari, che sempre al 31 marzo scorso erano a quota 2.356, e dei clienti totali, a 862.151 unità. Quali sono gli obiettivi, adesso? “Il 2012 si è chiuso in forte crescita rispetto all’anno precedente e il primo trimestre del 2013 è partito molto bene”, pre-
mette l’amministratore delegato di FinecoBank Alessandro Foti. “Sono risultati importanti, che ci pongono ai vertici del sistema reti. Anche quest’anno ci aspettiamo risultati in crescita. Il nostro obiettivo”, sottolinea il manager che è alla guida della banca diretta del gruppo UniCredit dal 2000, “è quello di superare l’ottimo risultato dello scorso anno. I nostri due obiettivi principali anche per l’anno in corso sono aumentare la quota di mercato verso le banche tradizionali e orientare i nostri clienti verso la consulenza. Punteremo sempre di più sulla rete di vendita per aumentare la raccolta, che nei primi tre mesi del 2013 ha raggiunto quota 831 milioni di euro, di cui 640 milioni nei servizi di advisory. In più, nei primi tre mesi dell’anno abbiamo acquisito 19mila nuovi clienti”. E per quanto riguarda il patrimonio? “Oggi siamo a circa 41 miliardi di euro, di cui 35 relativi alla nostra rete di personal financial adviser. L’effetto mercato da qui a fine anno non è prevedibile”, conclude l’amministratore delegato, “ma grazie alla nostra capacità di crescita contiamo di superare questo risultato”.
FINECOBANK IN SINTESI Marzo 2012
Marzo 2013
39.978,7 milioni di euro
41.020,9 milioni di euro
Utile netto
34,2 milioni di euro
27,0 milioni di euro
Ricavi totali
111,5 milioni di euro
99,1 milioni di euro
2.301 unità
2.356 unità
Negozi finanziari
289 unità
298 unità
Dipendenti
903 unità
936 unità
841.507 unità
862.151 unità
Total financial asset clientela
Promotori finanziari
Clienti totali
Fonte: FinecoBank
OBIETTIVI
Avanti tutta con la tecnologia “Mai come in questo momento la tecnologia a disposizione consente di agevolare l’attività di consulenza, sollevando il consulente dalle attività ‘time consuming’ (che prendono tempo, n.d.r.) ma a minore valore aggiunto, legate agli aspetti operativi del proprio lavoro”, spiega l’a.d. di FinecoBank Alessandro Foti. “Grazie alla tecnologia il pfa ha più tempo, può concentrarsi maggiormente sulle scelte strategiche legate agli investimenti e può gestire la relazione con il cliente in maniera più efficiente. In questa direzione, ci siamo attivati per proporre loro la Web Collaboration, uno strumento che consente di automatizzare il servizio di consulenza eliminando completamente la modulistica cartacea. Abbiamo appena lanciato la firma digitale, che consente di firmare documenti e contratti della banca direttamente online (tutti i dettagli nel servizio a pagina 60, n.d.r.). Per noi, il canale mobile è ora più che mai strategico. Grazie alla continua innovazione tecnologica, con gli smartphone e i tablet siamo riusciti a rendere completamente tascabili tutti i nostri servizi. All’ITForum di Rimini”, segnala l’amministratore delegato, “presentiamo le nuove app per iPhone, per Android e - novità assoluta - per Windows Phone (vedi anche l’articolo a pagina 58, n.d.r.), molto richiesta da parte dei nostri utenti”.
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Così Azimut GA accelera sull’advisory a pagamento
Profili qualificati per patrimoni top di Diana Bin Il gruppo Azimut accelera sulla consulenza finanziaria a pagamento con il lancio di Azimut Global Advisory. A pochi mesi dall’avvio del progetto, ha intervistato BLUERATING Alberto Parentini, general manager per l’Italia della divisione insieme al fratello Alessandro. Come sta andando la nuova avventura? Può fare un primo bilancio? Pur essendo in linea sullo stato di avanzamento dei lavori, le cose da fare sono ovviamente tante, ma il bilancio non può che essere positivo considerato l’interesse che stiamo riscontrando sul mercato. Ci definiamo come una “solida novità” nel settore della consulenza di alto profilo e ci distinguiamo sul mercato grazie a due caratteristiche principali: operiamo con il dinamismo e la flessibilità di una start-up e contemporaneamente possiamo contare sulla solidità del gruppo Azimut. Come si struttura la remunerazione dei consulenti e come si articola l’offerta? Non posso ancora svelare nulla, ma stiamo lavorando a una nuova piattaforma che prenderà il meglio di quanto oggi presente sul mercato. Il modello di consulenza di Azimut Global Advisory si basa su un’architettura aperta e la gamma di offerta si comporrà di prodotti e servizi di investimento sviluppati sia internamente al gruppo sia da società terze di livello internazionale, oltre a dare grande importanza alla parte amministrata dov’è detenuta gran parte degli asset dei risparmiatori italiani, soprattutto della clientela di alto profilo che è quella alla quale noi ci rivolgiamo. Qual è in media il portafoglio dei vostri clienti? Ci proponiamo di fornire un servizio di consulenza Alberto Parentini inno-
vativo ai clienti a elevata patrimonialità, superiore a 500mila euro, che desiderano un approccio alternativo al processo di creazione del valore. Due gli obiettivi fondamentali: proteggerne gli interessi nel tempo ed espandere al massimo il range di ricerca di opportunità all’interno dell’universo di soluzioni presenti sul mercato finanziario globale. State inserendo professionisti di alto profilo: a chi si rivolge la ricerca? Noi, rispetto all’uso più comune, abbiamo abolito la parola reclutamento perché puntiamo sulla selezione. Uno dei nostri must è che il candidato sia referenziato dall’interno o dai nostri clienti. Questo ci garantisce la qualità, soprattutto personale, spesso difficile da ricercare attraverso la sola lettura di un curriculum vitae. In questo modo ci è possibile arrivare a profili molto qualificati non solo da un
“Il progetto nasce dalla considerazione che oggi il mondo è cambiato e bisogna saper diversificare le strategie con cui si approccia il mercato. Oggi i clienti sono soprattutto interessati a una consulenza a tutto tondo che oltre all’asset allocaton sia in grado di guidarli nella gestione quotidiana dell’intero blancio famliare. Sul fronte tecnologico, stiamo cogliendo i benefici degli investimenti del gruppo Azimut per far evolvere i sistemi IT, in un processo che porterà tra le altre cose all’introduzione della firma digitale. È inoltre al vaglio del gruppo una nuova piattaforma di trading”. Alberto Parentini, Azimut Global Advisory
punto di vista professionale, ma anche personale. In generale ricerchiamo profili elevati, non solo di estrazione bancaria, con un capitale professionale consolidato e uno spirito pionieristico di chi vuole partecipare a un progetto nuovo. C’è spazio per i giovani o solo per i professionisti? Abbiamo obiettivi e tempi ben definiti, per questo ci rivolgiamo a professionisti con un’esperienza già consolidata nel settore che ci consentano di raggiungere quanto ci siamo prefissati. Da quante persone è composto oggi il team? Ad oggi è composto da 30 persone, ma sono numeri in rapida evoluzione. Quanti ingressi prevedete entro fine anno? Seguendo il modello di business del gruppo Azimut, fondato sull’indipendenza e la partecipazione diretta dei professionisti alla struttura azionaria anche di Global Advisory, puntiamo a creare un vero e proprio club esclusivo a numero chiuso, costituito da circa 250 professionisti. Per questo non abbiamo un obiettivo a fine anno, ma poniamo molta attenzione alla qualità degli inserimenti. Qualche nome degli ultimissimi arrivati? Dopo i nove ingressi di marzo e aprile, da poche settimane condividono il nostro progetto anche Vincenzo Moizo, che proviene da Banca Desio Private Banking e opera su Genova, e Paola Ferretti, che invece arriva dal Banco San Geminiano e San Prospero, su Modena. @diana_bin86
OPINIONE
di Gaetano Megale*
Acquisire e tenere la fiducia dei clienti
I
l tema della ricostruzione della fiducia tra operatori del mercato e clienti è uno dei più dibattuti. Ad esempio, una ricerca assai interessante (Dave Yeske, 2010), mette a confronto cinque modelli di pianificazione finanziaria, focalizzati rispettivamente su: i prodotti, l’analisi quantitativa, la comunicazione, la validazione delle decisioni del cliente e le regole decisionali condivise. La ricerca rivela che il modello strategico di consulenza che genera maggiore, e significativa, fiducia duratura è quello basato sulle “regole decisionali condivise”. Il modello può essere sintetizzato in quattro elementi: 1) i ruoli di consulente e cliente sono equilibrati, 2) gli obiettivi di vita e i valori del cliente, definiti con il supporto del consulente, sono l’input del processo, 3) il cliente viene aiutato a redigere un documento personale con i suoi obiettivi e 4) le alternative strategiche elaborate dal pianificatore sono discusse con il cliente che è il responsabile finale della decisione. Tale modello strategico coincide esattamente con le norme tecniche di qualità relative all’educazione ed alla pianificazione finanziaria personale (UNI ISO 22222, UNI 11402). Inoltre, un’altra interessante ricerca (Russell, 2012) ha indagato, con metodologie neurofisiologiche innovative, circa i criteri di scelta fiduciaria del consulente. L’elemento più importante che è emerso è rappresentato dal riconoscimento pubblico della qualifica professionale mediante certificazione ed attestazione della capacità professionale di ruolo. Questi elementi sono alcuni dei driver fondamentali sui quali è basato il progetto di “Welfare finanziario comunitario di educazione finanziaria per i cittadini di Milano”, realizzato in partenariato con l’Assessorato alle Politiche sociali e Cultura della salute del Comune di Milano, Progetica, Uni-Ente Nazionale Italiano di Unificazione e Università Cattolica di Milano. Il progetto prevede una fase sperimentale e si basa su qualificate esperienze internazionali e norme tecniche di qualità. Gli intermediari e gli operatori che intendano approfondire e valutare la partecipazione possono richiedere un contatto al seguente indirizzo: educazionefinanziaria@progetica.it. *Presidente di Progetica
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Utili e ricavi sono in lieve flessione rispetto allo stesso periodo del 2012
Pietro Giuliani
A cura di Gianluca Baldini Il consiglio di amministrazione di Azimut Holding ha approvato il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2013, che evidenzia i seguenti dati: ricavi consolidati nel primo trimestre pari a 112,2 milioni di euro, in lieve calo rispetto ai 136 milioni dello stesso periodo di un anno fa; utile ante imposte di 44,2 milioni, anche qui in flessione rispetto ai 72,5 milioni del primo trimestre 2012; l’ultima riga del conto economico, ossia l’utile netto consolidato, nel primo trimestre è di 41,4 milioni, meno dei 63,3 milioni dello scorso anno. Il patrimonio totale a fine marzo si è attestato a 20,6 miliardi, comprensivo del risparmio amministrato e gestito da case terze direttamente collocato: 18,4 miliardi le masse gestite internamente, con un +5,4% rispetto al 31 dicembre 2012. La posizione finanziaria netta consolidata a fine marzo 2013 risultava positi-
la frase
Azimut inizia il 2013 combattendo la crisi
“Il dato di raccolta e la stabilità delle masse - il patrimonio totale è di 20,9 miliardi a fine aprile, con un +7% rispetto al 31 dicembre 2012 sono risultati raggiunti con una costanza e un impegno che ci portano a confermare gli obiettivi di crescita che ci siamo posti”.
Pietro Giuliani, pres. e a.d. Azimut Holding
va per circa 314,5 milioni, in aumento rispetto ai 278,2 milioni di fine dicembre 2012. Il gruppo ricorda che con decorrenza 23 maggio 2013 sarà pagato il dividendo ordinario di competenza 2012, per 0,55 euro per azione ordinaria al lordo delle ritenute di legge, con un esborso totale di circa 73 milioni. Positivo il reclutamen-
Banca Generali: Tosetti Value sim e Morgan Stanley IM invitati a parlare sul futuro dei mercati Sono venuti in oltre 140 all’Auditorium Santa Giulia di Brescia a sentire la conferenza dal titolo “Mercati finanziari e investimenti: analisi del presente e prospettive per i prossimi mesi” organizzata da Banca Generali lo scorso giovedì 9 maggio. All’evento hanno parlato Dario Tosetti, presidente di Tosetti Value sim, e Vittorio Ambrogi, managing director di Morgan Stanley Investment Management. Nel corso dell’evento si sono toccati temi molto importanti, ma ciò che è emerso maggiormente è l’importanza di affidarsi a un consulente che sappia diversificare in un contesto tanto difficile.
Mediolanum non molla Approvati i conti dei primi tre mesi dell’anno. Bene il risultato netto Il cda di Mediolanum (nella foto l’a.d. Ennio Doris) ha approvato il resoconto intermedio di gestione consolidato al 31 marzo 2013, che vede un utile netto trimestrale pari a 136,7 milioni, con un -23% rispetto al risultato dello stesso periodo dell’anno scorso, che “beneficiava di uno straordinario
recupero di valore degli investimenti a fair value”, come evidenzia il gruppo. Si tratta comunque del secondo miglior trimestre di sempre in termini di risultato netto. L’utile netto del mercato domestico è sceso per le stesse ragioni del 28% anno su anno a 125,3 milioni di euro, mentre il totale delle
to di promotori finanziari: nel primo trimestre Azimut Consulenza, Az Investimenti e Apogeo hanno registrato 43 nuovi ingressi, portando il totale delle reti del gruppo Azimut a fine marzo a 1.420 unità. Il cda ha deliberato di volersi nuovamente avvalere della facoltà di rimborso anticipato parziale delle obbligazioni “Azimut 2009-16 Subordinato 4%”. Il rimborso avverrà il primo luglio e sarà pari al 20% del valore nominale originario. @gianlucabaldini
Esame Apf, passano meno di uno su 2 Si è conclusa la prima sessione di prove valutative del 2013 per gli aspiranti pf. Secondo i dati forniti a BLUERATING da Apf, al termine di quest’ultima tornata di esami, sono risultati idonei nel complesso il 44,9% dei candidati, un dato che si confronta con il 36,1% di promossi sul totale delle sessioni 2012 e con il 31,6% del 2011.
masse gestite e amministrate è salito del 9% a 53,61 miliardi. Nel dettaglio Banca Mediolanum, la raccolta netta del primo trimestre è stata pari a 717 milioni complessivi, con una raccolta in fondi e gestioni che ha raggiunto quota un miliardo di euro. E in aprile le sottoscrizioni in fondi e
gestioni hanno toccato il record assoluto di 538 milioni di euro. Il numero di promotori al 31 marzo 2013 era pari a 4.329 unità e il totale dei clienti alla stessa data si attestava a 1.037.300. Per quanto riguarda Banca Esperia, la joint venture con Mediobanca, l’utile netto è stato pari a 3,6 milioni di euro, di cui 1,8 milioni di pertinenza del gruppo
Mediolanum, mentre le masse amministrate sono risultate pari a 14,27 miliardi (7,13 miliardi la quota Mediolanum). Con riferimento ai mercati esteri, l’utile netto è stato pari a 11,4 milioni, in crescita del 109% rispetto al primo trimestre del 2012, e le masse gestite e amministrate si sono attestate a 2,37 miliardi, in aumento del 16% anno su anno.
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I profitti del primo trimestre salgono quasi del 10%
Fideuram comincia l’anno con gusto Il cda di Banca Fideuram, presieduto da Enrico Salza, ha approvato il resoconto intermedio di gestione consolidato al 31 marzo 2013, che si è chiuso con un utile netto di 74,3 milioni di euro, in crescita del 9,4% rispetto ai 67,9 milioni di un anno prima, mentre sul fronte dei patrimoniali consolidati il gruppo ha registrato un Tier 1 ratio e un Total Capital ratio rispettivamente pari a 19,1% e 19,5%, confermandosi al di sopra dei livelli minimi richiesti dalla normativa. Per quanto riguarda l’attività commerciale, nel primo trimestre 2013 il
gruppo guidato dall’a.d. Matteo Colafrancesco ha registrato una raccolta netta di 645 milioni di euro, in aumento di 376 milioni rispetto ai primi tre mesi dello scorso esercizio (+139,8%). Banca Fideuram evidenzia in particolare “l’ottimo andamento della raccolta di risparmio gestito”, che ha mostrato una forte crescita rispetto ai primi tre mesi del 2012 attestandosi a 1,8 miliardi di euro contro i precedenti 51 milioni “soprattutto per effetto della nuova raccolta in fondi comuni e prodotti assicurativi”. Sul fronte degli asset, le
Il periodo gennaio-marzo fa felice il management di B. Generali
Ricavi su, costi giù Rilevante incremento dei ricavi di natura ricorrente ed efficace azione di contenimento dei costi operativi. Così Banca Generali sintetizza in una nota i numeri del primo trimestre del 2013, approvati dal consiglio di amministrazione riunitosi sotto la presidenza di Paolo Vagnone. La qualità degli utili, prosegue la società nella nota, “si è inoltre accompagnata a un ulteriore rafforzamento della solidità patrimoniale e a una prudente gestione degli attivi, come nella tradizione della banca”. Nello specifico, il risultato al 31 marzo 2013 si è chiuso con un utile netto di 35,5 milioni di euro, in calo
del 9% rispetto al risultato dello stesso periodo del 2012. Di questi, 16,1 milioni di euro riconducibili a ricavi non periodici, mentre nello stesso periodo dello scorso anno su 39,2 milioni di utili ben 37,1 milioni di ricavi venivano dall’andamento straordinario dei mercati finanziari, ossia utili da trading e commissioni di performance. Il margine d’intermediazione s’è attestato a 97,3 milioni, quasi in linea rispetto ai 101,2 milioni dello scorso esercizio (95,6 milioni, -4% escludendo Generali Investment Luxembourg), appunto per la riduzione delle componenti non ordinarie. L’amministratore delegato di Banca
Bim non si vende più Veneto Banca ci ripensa e dice: Banca Intermobiliare non è in vendita. È così che il settimanale Affari&Finanza traduce le parole di Vincenzo Consoli, amministratore delegato della controllante (con il 71,4%, n.d.r.). Il gruppo ha chiuso il 2012 con un bilancio in rosso dopo i 160 milioni di utile del 2011, a causa delle svalutazioni e delle perdite della controllata Banca Intermobiliare. Ma gli obiettivi per quest’anno, sempre secondo il setti-
manale del gruppo L’Espresso, sono importanti: margine di intermediazione in crescita del 4%, rapporto tra costi e ricavi al 60%, indice Core Tier 1 oltre l’8,2%, a fronte del 7,3% attuale. Il tutto, forse, senza cessioni. Sempre secondo Affari&Finanza, infatti, Veneto Banca stima di recuperare in modo sensibile sul 2012 “al di là di operazioni di carattere straordinario”. Parole, queste, attribuite all’amministratore delegato Consoli e interpretate come una
masse amministrate si attestavano a fine marzo a 81,1 miliardi di euro, in aumento del 2,3% su trimestre, un andamento “riconducibile alla buona performance di mercato dei patrimoni (+1,2 miliardi) e alla raccolta netta positiva del periodo (+645 milioni)”. Mentre le masse gestite, pari a 62 miliardi di euro (76,5% delle masse totali), sono aumentate di 2,9 miliardi (+ 4,9%) rispetto al saldo di fine 2012. Al 31 marzo 2013 il numero complessivo dei private banker delle reti Banca Fideuram e Sanpaolo Invest si è attestato infine a 5.120 (5.082 al 31 dicembre 2012 e 4.922 al 31 marzo 2012).
Generali Piermario Motta ha commentato: “Una partenza d’anno di grande soddisfazione per redditività e raccolta, ma soprattutto per l’incisività e l’efficacia che mostrano le fondamenta del nostro modello di business: i ricavi ricorrenti. La crescita di quasi un terzo in più rispetto allo scorso anno di queste voci rispecchia sia il valore dei nostri consulenti che hanno saputo accompagnare con grande professionalità i clienti attraverso le complessità dei mercati, sia la competitività e la qualità della gamma di offerta. Le competenze dimostrate nella cura dei portafogli nei momenti più difficili della crisi non sono passate inosservate agli occhi attenti dei risparmiatori che ci riconoscono sempre di più quel connubio tra garanzia e preminenza che ci rende fiduciosi per il futuro della nostra realtà”.
Vincenzo Consoli
possibile marcia indietro sulla cessione di Banca Intermobiliare, che ha in pancia il 67,2% di Banca Ipibi.
LUCI&OMBRE
di Fabrizio Tedeschi*
Quel prestito che arriva dal web
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l nome evoca il prestito sociale delle cooperative, ma non è una cooperativa. Si tratta di una formula innovativa (portata dal web) di finanziamenti tra privati intermediati da un operatore quasi sempre on line. È molto simile a un microcredito via internet. Il prestatore versa i denari al mediatore che può provvedere direttamente a impiegarlo oppure propone al prestatore la scelta del debitore. Le operazioni sono frazionate per ridurre il rischio d’insolvenza. Tutto questo rigorosamente via web. Si tratta d’importi limitati sia da parte di chi presta sia di chi mutua. I tassi d’interesse sono superiori a quelli bancari per chi presta e inferiori per chi mutua. Il mercato è marginale. Gli aspetti positivi di questa modalità operativa sono il fatto che si finanzia l’economia reale, i consumi o gli investimenti della gente spicciola, il denaro non è dirottato dalle banche al sostegno dei titoli di stato o dei mercati finanziari. Il finanziamento diretto dei consumi, oltre a sostenere le imprese produttrici, genera imposte sia dirette sia indirette. Il governo dovrebbe quindi vedere con favore una simile modalità di credito, perché elude i problemi di liquidità delle banche, aumenta le possibilità di accesso al credito del mercato e, cosa probabilmente più importante, genera un nuovo flusso di imposte. Le banche non vedono con favore un mercato alternativo del credito, ma per ora si tratta di un rigagnolo che non impensierisce nessuno, anzi devono rimproverare solo se stesse per non aver occupato quegli spazi. Qual è il punto critico di questo nuovo strumento: come sempre la tassazione. I prestiti tra privati (il social lending è tale) generano interessi in capo al prestatore, che deve portarli in denuncia dei redditi a tassazione piena. Il governo può dare un aiuto all’economia reale e al social lending parificandone gli interessi a quelli bancari e sottoponendoli a una tassazione fissa a titolo d’imposta; la solita ritenuta d’acconto che può effettuare l’operatore mediatore dei finanziamenti. In questo modo s’incrementerebbe l’operatività del settore con buone conseguenze per tutti. *tedeschi@alezio.net
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VALZER DELLE POLTRONE di Gianluca Baldini B. Mediolanum dà il benvenuto a cinque nuovi pf
Tempi di reclutamento per Banca Mediolanum, che dà il benvenuto a cinque nuovi family banker.Lo ha confermato al giornale online BLUERATING la stessa società fondata da Ennio Doris. Ecco tutti i nomi delle new entry: Mario Fiorenzano, Pija Pavletic, Michele Riccardi, Giovanna Barison e Antonio Prestia.
Finanza & Futuro, reclutamenti a go-go nel 2013
Secondo Il Mondo, nei primi tre mesi dell’anno la rete ha accolto tra le proprie fila 11 professionisti: Angelo Fabrizio Bollani, entrato a Lodi, arriva da Credit Suisse, mentre Stefano Oddone e Mauro Pitto (entrambi a Genova) e William Perla (a Roma) provengono tutti da Banca Mps. Arrivano da Credem Mauro Breghi e Paolo Polimanti (Perugia) e Giovanni Toccafondi (Firenze). Infine Giovanni Carocci, Andrea Carbonari e Gaetano Viti, entrati a Latina, sono tutti ex Ubi Banca PI, e Giuseppe Teatini (Frosinone) è arrivato da FinecoBank.
Banca Generali, debutti lungo lo Stivale
Nuovo ingresso di spicco nel Veneto per Banca Generali. Secondo quanto risulta al giornale online BLUERATING, la società guidata dall’a.d. Piermario Motta ha reclutato a Padova Luigi Annoni, un professionista che vanta un portafoglio di oltre 50 milioni di euro. Ma
le novità non finiscono qui. Di recente Banca Generali è cresciuta anche in Lombardia, area guidata da Alessandro Mauri, con l’ingresso di Elio Grilli, un professionista ex Mps Private che opererà a Milano nel team del district manager Claudio Zago. Sempre nel Nord Est, secondo quanto ha appreso BLUERATING, l’area manager Leandro Bovo ha reclutato di recente in provincia di Padova Roberto Contin e Filippo Pastrello, entrambi ex Ubs, che entrano nel team del district manager Guido Mischiatti: i due nuovi arrivati vantano portafogli rispettivamente pari a 100 e 60 milioni di euro circa. Novità anche in Sud Italia. L’area manager per la Campania e la Sicilia, Giuseppe Pizzo, ha inserito tra le sue file due nuovi consulenti di alto standing. Roberto De Guglielmo (Intesa Private Banking), professionista di prestigio con un portafoglio di circa 90 milioni di euro, e Gianpiero Maione, ex Ubi Private Banking, accreditato di un portafoglio da 18 milioni di euro.
Credem strappa 4 promotori a Hypo Alpe Adria
Il Credito Emiliano ha reclutato 4 professionisti da Hypo Alpe Adria Bank, che dal canto suo ha preso carta e penna e ha precisato: non erano le nostre forze migliori, e poi anche noi continuiamo a investire nella nostra rete. E così, è banca contro banca nel reclutamento a Nord Est. Un passo indietro. Il 18 aprile, il Credem ha ufficialmente annunciato l’ingresso di un nuovo promotore finanziario a Udine dopo i tre arrivi di gennaio nella rete coordinata a livello nazionale dal direttore commerciale Duccio Marconi. Nello specifico, a Udine è entrata Sara
Fazio. Il suo ingresso porta a sette i promotori finanziari Credem attivi nel corner di Udine di Piazza Duomo e segue, come chiarisce l’istituto in una nota, “i recenti inserimenti, sempre a Udine, di Daniele Flaibani, Roberto Camaggio e Marco Corona, tutti da Hypo Group Bank Alpe Adria”.
Banca Fideuram non smette di arruolare
Sono già 99 i promotori finanziari che si sono uniti al team di Banca Fideuram dall’inizio del 2013. È quanto riporta il settimanale Il Mondo, che cita 9 tra gli ingressi più recenti nelle due reti guidate dall’a.d. Matteo Colafrancesco. In particolare Banca Fideuram ha accolto tra le proprie fila Massimiliano Bottazzi, ex Banca Popolare di Vicenza, in Lombardia; Mauro Serafin, ex Veneto Banca, in Veneto; Andrea Giampà, arrivato da Banca Profilo, in Toscana; Caterina Collepiccolo, ex Mps e Diletta Gurioli, ex Bnl, entrambe nel Lazio. Per quanto riguarda Sanpaolo Invest invece, le new entry sono Giovanni Scalco, da Banca Mediolanum, in Veneto; Riccardo Rossi, ex Finanza & Futuro Banca e Vinicio Trifelli, ex Banca Mps, entrambi nel Lazio e Matteo Livatino, ex Banca Nuova, in Sicilia.
SudTirol Bank cresce con due entrate
Südtirol Bank prosegue la campagna di reclutamenti con due ingressi nel Centro Sud. Secondo quanto riporta. Il Mondo, le nuove reclute sono Umberto Andreatta a Roma e Pellegrino Liviero (ex
Barclays) a Benevento. Con i nuoi arrivi il team della rete altoatesina sale a 179 promotori finanziari, con un patrimonio affidato dai clienti di 703 milioni e una raccolta netta da inizio anno positiva per 49 milioni di euro.
Azimut Global Advisory, via al maxireclutamento
Secondo quanto riporta il settimanale Il Mondo, la una nuova divisione del gruppo di Pietro Giuliani, guidata dai fratelli Alberto e Alessandro Parentini e focalizzata sulla consulenza finanziaria a pagamento, è cresciuta con nove new entry con una solida esperienza alle spalle. Si tratta in particolare di Leonardo Abbate e Paolo Bonavita, entrambi ex Mps Private Banking; Luca Pitton e Davide Semprini, ex Deutsche Bank Private Banking; Daniela Iachini, Davide Zambello, Mara Lunghini e Giovanni Panno, ex UniCredit Private Banking, tuttientrati in Emilia Romagna nel team coordinato dall’area manager Giovanni Andalò. A loro si aggiunge Roberto Salvi, che ha lasciato Deutsche Bank Private Banking per contribuire a incrementare l’attività di sviluppo del business in Lombardia.
Fineco, ingressi senza fine da Nord a Sud
Secondo quanto ha comunicato la stessa società a BLUERATING, la rete del gruppo UniCredit guidata dall’a.d. Alessandro Foti ha accolto di recente quattro personal financial adviser. Ecco tutti i nomi: Antonio Marino, ex consulente
finanziario indipendente, si è unito al team campano guidato dall’area manager Angelo Lago, mentre Alberto Campli, proveniente da SolFin sim, è entrato in Abruzzo sotto la guida dell’area manager Giovanni Pacifici; nel Lazio è arrivato invece Arnaldo Bernardo, ex Banca Mps, che sarà coordinato dall’area manager Paolo Ciavardini, mentre in Sicilia ha fatto il suo ingresso, nel team di Sebastiano Cerami, l’ex Sanpaolo Invest Filippo Pennino. Nei primi due mesi del 2013 Fineco - che conta 4,6 miliardi di euro di asset under advisory - ha registrato una raccolta netta di 520 milioni di euro tramite i suoi 2.328 personal fina ncial adviser. Inoltre, come riporta Il Mondo, in Lombardia entrano nel team coordinato dall’area manager Marco Rossi tre pf: Natale Galli (Banca Mps), Carlo Vicari (Hypo Alpe Adria Bank) e Roberto Turcato (Banca Generali). In Piemonte, zona presidiata dall’area manager Roberto Vignassa Baldassar, è stato ingaggiato Giovanni Prati (Barclays), mentre nel Lazio, nelle aree gestite da Marco Monaco e Claudio Cerioni, sono arrivati Alessandro Gargiulo e Roberto Tommasino, entrambi provenienti da Ubi Banca Private Investment. Nel 2012 la rete ha visto crescere il pr prio team con 100 nuovi ingressi, e ha già reclutato 30 professionisti nei primi tre mesi del 2013. Secondo quanto riporta MF ,invece, in Lombardia ha fatto il suo ingresso Daniele Blancato, proveniente da Ubi Banca, che opererà nel team dell’area manager Stefano Amadei, mentre in Calabria la squadra dell’area manager Giuseppe Postorino è cresciuta con l’arrivo di Giuseppina Todarello, ex di Banca Mediolanum. Da inizio anno, la società ha messo a segno una raccolta netta di oltre 800 milioni di euro. @gianlucabaldini
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La Consob: nel 2012 le misure sono state in totale 117
I pf trasgressori? Una minoranza A cura di Diana Bin Quali sono le infrazioni più ricorrenti commesse dai promotori finanziari iscritti all’Albo? E chi sono stati gli ultimi a essere raggiunti da un provvedimento disciplinare - richiamo, sanzione pecuniaria, sospensione sanzionatoria o cautelare, radiazione - da parte della Consob? Abbiamo cercato di rispondere basandoci sui dati della Commissione, che aggiorna regolarmente il suo bollettino online con la descrizione dettagliata delle ultime delibere adottate. Prima di passare a parlare di numeri però, va segnalato, come ricorda la Consob, che l’azione di vigilanza sui singoli promotori finanziari prende impulso nella maggior parte dei casi dalle segnalazioni degli stessi intermediari, che portano all’attenzione dell’autorità gli eventuali comportamenti irregolari riscontrati in modo da garantire la sicurezza degli investitori. Anche grazie al loro contributo, dall’inizio del 2013 fino al 15 maggio i provvedimenti nei confronti dei promotori finanziari iscritti all’Albo sono stati in tutto 19 su un totale di 52mila iscrit-
I promotori finanziari si confermano disciplinati e rispettosi delle regole: dall’inizio dell’anno, le delibere dell’autorità sono state una ventina su un totale di 52mila iscritti all’Albo unico ti all’Albo: ovvero, 13 radiazioni, quattro sospensioni cautelari e due sospensioni sanzionatorie. Va detto però che questi sono i provvedimenti pubblicati sul sito web della Consob fino al momento in cui scriviamo: con ogni probabilità l’elenco verrà aggiornato nei prossimi mesi, per cui rifacendo il bilancio dello stesso periodo alla fine dell’anno in corso il risultato potrebbe essere diverso. Per avere dei dati più “com-
pleti” abbiamo quindi guardato all’andamento del 2012, riassunto nella relazione annuale della Commissione guidata da Giuseppe Vegas, secondo cui l’anno passato i promotori finanziari sono stati più disciplinati rispetto agli anni precedenti: i provvedimenti sono stati infatti in tutto 117, contro i 144 del 2011 e i 186 del 2010. In particolare, le radiazioni dall’Albo sono state 70 nel 2012 contro le 92 del 2011, mentre le sospensioni sanzionatorie sono state 14 rispetto alle 23 dell’anno precedente. Sono cresciute leggermente però le sospensioni cautelari dall’esercizio dell’attività, che nel 2012 hanno riguardato 32 promotori finanziari (28 nel 2011). Di questi, 21 provvedimenti hanno comportato la sospensione cautelare per un periodo di 60 giorni, mentre 11 hanno comportato la sospensione per un anno. Sono state infine applicate due sanzioni pecuniarie da 85mila euro nei confronti di due persone fisiche per l’esercizio dell’attività di promotore finanziario in assenza dell’iscrizione all’Albo di categoria. Quanto alle tipologie di infrazioni più ricorrenti, a dominare la graduatoria nel 2012 sono state
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SANZIONI 2013
Radiazioni Paolo Scaffardi, Lorenzo Cerantola, Domenico Vitali, Roberto Beretta, Francesca Sampieri, Franco Giuseppe Sampieri, Sandro Carletti, Manlio Magnoni, Antonio Palma, Gianni Tripol, Moreno Gianluca Antonioli, Adriano Di Stefano, Antonio Annibaletti. Sospensioni cautelari Guido Bartolomei, Michele Bifulco, Claudio Tescaro, Aroldo Di Paola. Sospensioni sanzionatorie Davide Pagliero, Dino Enderle.
l’acquisizione della disponibilità di somme o valori di pertinenza degli investitori, spesso perfezionata tramite falsificazione della firma dei clienti o utilizzo da parte del promotore finanziario dei codici segreti d’accesso ai rapporti dei clienti, la comunicazione e la trasmissione di informazioni e documenti non rispondenti al vero, la simulazione di operazioni e il compimento di operazioni non autorizzate. A pagina 49 riportiamo le vicende dei promotori raggiunti da un provvedimento sanzionatorio o cautelare nell’ultimo mese (le delibere sono quelle pubblicate sul bollettino online della Consob dal 15 aprile al 15 maggio). @diana_bin86
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AROLDO DI PAOLA
ADRIANO DI STEFANO
Sospensione cautelare
Radiazione
Dall’anno della sua iscrizione all’Albo - il 1991 Aroldo Di Paola ha sempre lavorato per Finanza & Futuro Banca. Fino a quando, il 19 dicembre 2012, la società ha risolto per giusta causa il contratto di agenzia con il promotore, avendo riscontrato numerose irregolarità nella sua condotta. E lo ha segnalato alla Consob per acquisizione di somme di denaro della clientela e distrazione a favore di terzi, operazioni di bonifico non autorizzatea, uso dei codici di accesso telematico ai rapporti dei clienti e consegna di rendicontazioni false. Lo stesso Di Paola ha poi ammesso gli illeciti in un incontro con la banca, e ha spiegato di aver prodotto rendicontazioni contraffatte per nascondere performance negative o mancati rendimenti. Alla luce delle violazioni accertate - sanzionabili con la radiazione dall’Albo e vista la necessità di proteggere gli investitori, la Consob ha deciso di sospenderlo in via cautelare per 60 giorni.
Le prime irregolarità emerse a carico di Adriano Di Stefano riguardano un cliente che aveva consegnato al promotore due assegni per 70mila euro complessivi, entrambi privi dell’indicazione del beneficiario, destinati all’acquisto di bond. Il promotore però ha intestato questi assegni a un soggetto sconosciuto alla cliente. Per vederci chiaro, la Consob ha chiesto informazioni a Banca Popolare di Spoleto, che aveva già revocato per giusta causa il contratto di mandato con Di Stefano. Ne è emerso che il promotore ha disposto diverse operazioni vietate dalla banca, come l’apertura di conti correnti a nome di alcuni clienti senza la loro identificazione e la compravendita di strumenti finan-
ziari senza autorizzazione. Le persone coinvolte sono in tutto 18. In un incontro con la banca, Di Stefano si è difeso assicurando di avere operato sempre in modo corretto. Intanto, però, alcuni clienti hanno proposto “azioni giudiziarie nei confronti del promotore e della banca” per acquisizione indebita di assegni per 200mila euro totali. La Consob ha quindi contestato a Di Stefano di avere acquisito la disponibilità di somme dei clienti, omesso di eseguire operazioni d’investimento e accettato mezzi di pagamento irregolari. E, ritenendo le argomentazioni difensive del promotore “non idonee a superare gli addebiti ascrittigli”, ha deciso di radiarlo dall’Albo unico dei promotori finanziari.
LUCIANO CRESCENZI
PAOLO BARONI
Radiazione
Sospensione cautelare
Luciano Crescenzi, classe 1947, si è iscritto all’Albo nel 1993. Ma tra il 2007 e il 2011 è stato cancellato per mancato pagamento della quota di iscrizione, reiscritto, nuovamente cancellato, di nuovo reiscritto e ancora cancellato. Ora la Consob lo ha radiato dopo che Apf e Copernico sim, società per cui Crescenzi lavorava, hanno segnalato gravi irregolarità nella sua attività di offerta fuori sede. Dalla documentazione inviata è emerso
che il promotore ha acquisito la disponibilità di 264.867 euro di pertinenza di una cliente, accettato mezzi di pagamento irregolari, omesso di trasmettere all’intermediario operazioni di investimento, consegnato documenti non rispondenti al vero e perfezionato operazioni non autorizzate. Al termine delle opportune verifiche, la Commissione ha ritenuto accertate le violazioni contestate al promotore e lo ha radiato con delibera 18525.
GIANNI TRIPOL Radiazione Dopo una sospensione cautelare di 60 giorni notificata lo scorso giugno, Gianni Tripol è stato radiato dall’Albo di categoria. Il pf torinese è ritenuto responsabile di irregolarità nei confronti dei 106 clienti - tra cui l’appropriazione di 7,1 milioni di euro - commesse tra il 2007 e il novembre 2011, data in cui Banca Sai ha receduto per giusta causa
dal contratto in essere con lui. Secondo la delibera Consob, Tripol si sarebbe appropriato, “anche mediante distrazione, di 7.136.417,38 euro di pertinenza dei clienti”, i quali gli avrebbero “consegnato diversi assegni bancari e circolari”. Inoltre il pf è ritenuto responsabile di aver simulato operazioni di investimento e prodotto documenti falsi.
Paolo Baroni si era iscritto all’Albo dei promotori finanziari nel 1996, ma dieci anni dopo è stato cancellato per mancato pagamento del contributo di vigilanza. Reiscritto nel 2009, ora è stato sospeso in via cautelare per un anno perché imputato nell’ambito di un procedimento penale. Dal decreto di citazione a giudizio emerge che Baroni, allora consulente personal banking presso UniCredit Banca, si sarebbe appropriato di denaro o valori di clienti per procurarsi un ingiusto profitto, e avrebbe effettuato movimentazioni sui loro conti per evitare che i clienti danneggiati da perdite finanziarie manifestassero le proprie lamentele alla banca. Interpellato dalla Consob, Baroni ha spiegato che UniCredit ha sporto denuncia solamente per “disporre di un indebito mezzo di pressione nei suoi confronti, in quanto all’epoca il promotore aveva in corso con la società un contenzioso in sede civile relativo alle modalità di cessazione del rapporto di lavoro”. Ha poi sostenuto di non aver commesso illeciti ma soltanto delle irregolarità formali, e si è detto certo che il procedimento si chiuderà con una piena assoluzione: non sarebbe dunque necessaria una sospensione dall’Albo. La Consob ha ritenuto però i reati descritti nel decreto “di rilevante gravità in relazione all’esercizio dell’attività di promotore finanziario” e ha giudicato le argomentazioni presentate da Baroni non confermate e comunque inidonee a superare le esigenze cautelari.
ANTONIO ANNIBALETTI
MORENO GIANLUCA ANTONIOLI
Radiazione
Radiazione
Nell’aprile del 2011 Credem ha comunicato alla Consob di aver licenziato Antonio Annibaletti, proprio dipendente e pf, a causa della sua condotta irregolare. In particolare Annibaletti avrebbe acquisito somme della clientela, trasmesso documenti non rispondenti al vero, contraffatto la firma dei clienti, effettuato operazioni non autorizzate, simulato operazioni inesistenti e accettato mezzi di pagamento irregolari. Ai fini degli accertamenti sono state considerate anche le dichiarazioni di alcuni clienti coinvolti, che hanno disconosciuto diverse operazioni sui loro conti e inviato alla banca i documenti forniti da Annibaletti, rivelatisi falsi o contraffatti. Radiato.
Le verifiche di FinecoBank su Moreno Gianluca Antonioli sono partite dalla segnalazione di una cliente, che ha disconosciuto un bonifico a valere sul proprio conto per 54.832 euro. Dalle indagini sono emerse operazioni irregolari ai danni di diversi clienti anche se, contattati dalla banca, alcuni hanno affermato che si trattava di prestiti accordati al promotore. Interrogato dall’intermediario, Antonioli ha ammesso di essere in possesso dei codici di accesso ai conti di 22 clienti e di aver effettuato operazioni a loro insaputa.
Parte delle somme ricevute erano prestiti personali, ha spiegato, ammettendo di essersi appropriato di 620mila euro totali dei suoi clienti. Convocato anche dalla Consob, Antonioli ha in parte modificato la sua versione, confermando di essere in possesso dei codici, ma assicurando “di averli sempre usati in presenza dei clienti”. Ha poi ammesso di aver disposto tra il 2004 e il 2008 di 350.000 euro di un clientre ignaro “per soddisfare esigenze personali”. Alla luce degli elementi emersi, la Consob ha deciso di radiarlo.
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Mercato immobiliare all’Eire (Milano): 4-6 giugno
Mattoni in fiera Intiglietta: valorizzare i patrimoni real estate di Daniel Settembre Torna l’annuale appuntamento con il mercato del real estate. L’evento Eire 2013, dedicato proprio al mercato immobiliare si terrà dal 4 al 6 giugno nel polo Fiera Milano City. Tanti gli incontri e i protagonisti del settore che animeranno la fiera, che vedrà la partecipazione per la prima volta delle grandi catene alberghiere internazionali. Il turismo come volano per lo sviluppo ed il rilancio del territorio sarà infatti uno dei principali temi di Eire 2013. Al turismo sarà dedicata
un’apposita sezione dell’esposizione con iniziative e convegni, dove verranno presentate nuove proposte per il rilancio del settore turismo e delle iniziative di valorizzazione del patrimonio immobiliare nazionale, pubblico e privato, sostenute da compagnie alberghiere, società immobiliari, operatori del settore ed Enti pubblici. E dell’importanza del patrimonio pubblico ne è consapevole anche Antonio Intiglietta, presidente di Expo Italia Real Estate, secondo il quale “la via maestra per uscire dalla crisi è rappresentata dalla
valorizzazione dei patrimoni immobiliari: un giacimento che, solo per la parte pubblica, è stato stimato in circa 368 miliardi di euro”. Lo stesso Intiglietta sottolinea che valorizzare non vuol dire per forza “vendere o, peggio ancora, svendere”, ma vuol dire sviluppare terreni, aree “per rispondere ai fabbisogni reali della società”. E allora ben vengano idee e proposte che apriranno al strada alla sfida del rinnovamento, o, per dirla con le parole di Intiglietta, per una nuova e straordinaria “intelligenza immobiliare”. @DanielSettembre Antonio Intiglietta
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AGENDA l AIAF Corso specialistico sul rating: 13 giugno Arriva il nuovo corso specialistico sul rating targato Aiaf Financial School, la scuola di formazione dell’Associazione italiana degli analisti finanziari. Il corso si terrà il 13 giugno per un totale di 7 ore ed è rivolto agli addetti degli uffici studi, dell’ispettorato e al controllo interno, ai risk manager delle imprese e ai direttori amministrativi e finanziari. Verrà approfondita la conoscenza del rating come strumento di valutazione del merito di credito, partendo da un’analisi dei concetti di base del rating e descrivendo i principali fattori qualitativi e quantitativi che vengono utilizzati dalle agenzie per l’assegnazione. Aiaf ospiterà i partecipanti al corso presso la propria sede di Corso Magenta, 56 a Milano e l’intero ciclo di lezioni sarà tenuto da Serena Marchesi, analista corporate del Servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo e da Marco Cecchi de’ Rossi, economista indipendente.
l APF Relazione annuale: 4 giugno Martedì 4 giugno si terrà la relazione annuale dell’Apf, l’Organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari presieduto da Giovanna Giurgola Trazza (nella foto). L’appuntamento si svolgerà a Roma presso la Sala Capitolare del Senato.
l GEA CONSULENTI DI DIREZIONE Leadership e organizzazione: 24 maggio
Il tris di Classis Capital Tre incontri sulla consulenza con Altman, Scolari e Francescato Classis Capital ha organizzato un tris di incontri – il 29 Maggio a Milano, il 30 a Verona e il 31 a Udine – per parlare di consulenza finanziaria in un contesto mutevole vista sia sul fronte dell’andamento dei mercati finanziari globali sia su quello delle esigenze dei risparmiatori, istituzionali e privati. “La crisi sui mercati finanziari del 2008 ha avuto effetti molto significativi sull’economia reale, sui comporta-
menti dei consumatori e dei risparmiatori, sui modelli di business degli intermediari finanziari anche alla luce dei nuovi orientamenti regolamentari”, osserva la sim guidata dal ceo M a u r i z i o Esentato. “La consulenza finanziaria - o più opportunamente di investimento - ha assunto in questo ambito una valenza sempre più rilevante per il risparmiatore, anche se i diversi attori non hanno saputo spesso declinarla e proporla in maniera distintiva per farne apprezzare il vero valore”. Proprio su queste tematiche
si concentrerà il dibattito, che prevede il contributo di esperti e di operatori che illustreranno le tendenze in atto. Tra gli interventi in agenda, segnala Classis Capital, quello di Edward I. Altman, senior advisor di Classis Capital e massimo esperto mondiale del rischio di credito, noto per l’elaborazione del modello ZScore, quello del segretario generale di Ascosim Massimo Scolari e del presidente di Valori & Finanza sim, Flavio Francescato (nella foto). La partecipazione all’evento è su invito.
“Leadership e organizzazione: approcci nuovi su temi consolidati” è il focus dell’incontro organizzato da Gea Consulenti di direzione, in agenda venerdì 24 maggio presso Palazzo Visconti a Milano. Al centro stimoli e idee per ridare concretezza e vigore a temi come la leadership e lo sviluppo organizzativo, che da tempo vengono trascurati da una cultura manageriale chiusa e sempre meno disponibile a confronti.
l MIG CAPITAL Concorso Forex: data-test 27 maggio
Mig capital, società londinese controllata dalla svizzera Mig Bank, in occasione del suo debutto all’IT Forum di Rimini, offrirà ai visitatori la possibilità di guidare il simulatore della monoposto di Formula Uno Mercedes Amg Petronas e di testare sia le loro abilità alla guida che quelle di trader. Chi registrerà il miglior giro veloce dell’autodromo brianzolo vincerà due biglietti per il Gp di Formula Uno di Monza in programma il prossimo 8 settembre. Inoltre, con il concorso Forex “Guess&Go”, chi più si avvicinerà al prezzo che l’Eurusd farà registrare lunedì 27 maggio alle 13.00 vincerà un iPad display Retina.
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La pulizia del denaro sporco può passare attraverso il “gaming”
La lotta al riciclaggio non è un azzardo di Claudia Petracca* Elementi di fatto alquanto significativi evidenziano una strettissima correlazione tra i fenomeni di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite e il gioco d’azzardo. A livello comunitario, la terza direttiva antiriciclaggio include le case da gioco nel campo di applicazione della normativa antiriciclaggio. Essa, tuttavia, non fornisce una definizione di “casa da gioco” - la quale evoca comunque uno “spazio fisico” all’interno del quale viene materialmente svolto il gioco - pur includendo genericamente nel suo perimetro tutte le attività esercitate in Internet e, dunque, anche i casinò online. Recenti analisi che riguardano in modo particolare lo stato di applicazione della terza direttiva hanno evidenziato l’opportunità di allargare l’ambito di quest’ultima attraverso una definizione più ampia e precisa di casa da gioco. L’opportunità di tale allargamento è stata colta dal legislatore comunitario nella proposta di quarta direttiva pubblicata lo scorso 5 febbraio 2013, la quale, oltre ad aver espressamente incluso tra i destinatari della normativa i “prestatori di giochi d’azzardo” (e non più, semplicemente, le case da gioco), ha anche fornito una puntuale definizione di “servizi di giochi d’azzardo”, qualificandoli, in particolare, come quei “servizi che implicano una posta pecuniaria in giochi di sorte, compresi quelli che comportano elementi di abilità, quali le lotterie, i giochi da casinò, il poker e le scommesse, prestati in locali fisici o, a prescindere dal modo, a distanza, mediante
mezzi elettronici o altra tecnologia di comunicazione, e su richiesta del singolo destinatario di servizi”. Per la verità, per l’Italia non si tratta di una novità assoluta. Già da tempo, infatti, il decreto legislativo numero 231 del 2007 ha incluso nella normativa antiriciclaggio, a fianco alle case da gioco (articolo 14, comma 1, lettera d), anche “l’offerta di giochi e scommesse con vincite in denaro (articolo 14, comma 1 ebis). Vale però la pena di segnalare che, mentre l’attuale disciplina italiana esclude “lotto e lotterie” dall’ambito delle citate offerte, la quarta direttiva (laddove entrasse in vigore nel testo di cui alla proposta del 5 febbraio) li includerà espressamente già a livello definitorio. Ad ogni modo, che in Italia il settore del cosiddetto “gaming” fosse particolarmente permeabile al rischio di riciclaggio è confermato da una pubblicazione a cura dell’Uif, che all’interno del suo documento nel mese di aprile ha segnalato gli “schemi rappresentativi
Claudia Petracca
Dopo gli ultimi interventi normativi ci sono state varie novità: adesso sotto la lente sono finiti anche i casinò online
di comportamenti anomali”. Con tale provvedimento, l’autorità ha sostanzialmente richiamato l’attenzione, tra gli altri, di quei soggetti che, in virtù dell’attività svolta, possono trovarsi a contatto con fenomeni di riciclaggio di denaro, proprio per i rischi operativi, legali e reputazionali cui possono andare incontro. Gli intermediari più sensibili a tali fenomeni sono in particolare le banche, le Poste Italiane, gli istituti di pagamento e quelli di moneta elettronica, soprattutto nell’attività di gestione di servizi di pagamento. Si pensi, per esempio, ai rischi legati all’utilizzo di strumenti di pagamento anonimi). *Responsabile area legale Assosim
NORME E DIRETTIVE Puoi restare aggiornato visitando ogni giorno il sito www.bluerating.com
LA TASSA CHE SCOTTA
La Tobin Tax “all’italiana” è un’arma spuntata di Roberto Lenzi* Dal primo marzo è entrata in vigore la nuova imposta sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin Tax, la cui fonte normativa è riconducibile alla legge 228 del 24 dicembre 2012, articolo 1 (commi da 491 a 500), introdotta con l’approvazione della cosiddetta
legge di stabilità per il 2013. Mentre le disposizioni di attuazione sono state emanate dal Mef il 21 febbraio. Non bastando i numerosi balzelli che si sono susseguiti negli ultimi due anni quali, l’Imu e l’Ivie (imposte che hanno inasprito la tassazione sulle case, in Italia e all’estero), l’Ivafe
(imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero), la nuova imposta di bollo su titoli e strumenti finanziari, la nuova e più gravosa tassazione sulle rendite finanziarie, la nuova imposta di bollo straordinaria e speciale per le attività scudate e segretate, l’aumento dell’azionale Ire del-
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I pf sono nati advisor e lo stanno ridiventando
La consulenza ritorna al futuro di Francesco Priore*
l’aliquota base regionale, l’aumento dell’Iva, le nuove tasse su imbarcazioni, aerei e barche di lusso - si è pensato di introdurre un ulteriore aggravio. Appunto, tramite la Tobin Tax, da molti definita “all’italiana”. Il varo di questo nuovo onere, dai contenuti differenti rispetto all’omologo provvedimento studiato in sede comunitaria, non è avvenuto - così come sottolineato in più occasioni da numerosi media di settore per colpire la cosiddetta
Francesco Priore
In principio, negli anni Sessanta, si chiamavamo consulenti finanziari. Poi furono definiti per effetto della legge promotori finanziari, perché si voleva che i consulenti operassero come promotori, dal momento che c’erano quote di mercato da conquistare. Ma l’acquisizione di nuove quote è ferma da anni, il risparmio gestito è stato fortemente penalizzato e si è preferito cederlo ai gestori esteri piuttosto che farne crescere una generazione domestica. Gestori italiani bravi ce ne sono tanti, pochi in Italia in quelle rare industrie che hanno fatto del gestito il loro core business, la maggioranza è a Londra o nelle più importanti piazze finanziarie. Lo sviluppo di nuove leve di pf è stato bloccato eliminando il praticantato obbligatorio e contestualmente la figura del supervisore o tutor, che è la persona che insegna il mestiere. Quella del pf, come molte professioni, si impara per
trasmissione diretta dal maestro all’allievo, non è sufficiente un’ottima preparazione e un esame severo come quello di Apf. Le due condizioni sono necessarie ma non sufficienti, è indispensabile il “maestro d’arte”, che però è stato abolito. La crescita professionale non è particolarmente apprezzata. Va stigmatizzato, a questo proposito, l’atteggiamento di molte imprese nei confronti di chi, facendo fatica, si accultura personalmente. Un esempio per tutti: non risulta che alcuna impresa abbia pubblicizzato che tra i suoi promotori ci fosse una certa percentuale di certificati Efa ed Efpa. Una professione si sviluppa tramite precisi passaggi: formazione di base, addestramento, pratica, aggiornamento e specializzazione. Le intenzioni e gli interessi degli intermediari sono facilmente intuibili dalla relativa attenzione al percorso culturale d’eccellenza. Il cambiamento esiste già, ma se ne avrà cognizione solo quando sarà completamente emerso. Ora è spon-
taneo e poco governato, e questo fatto non è negativo. La maggioranza assoluta degli intermediari - persone e imprese - si è orientata alla consulenza, erogata in varie modalità: oggettiva, soggettiva, a pagamento, finanziata dagli sconti sulle sottoscrizioni degli strumenti d’investimento e così via. Non ha più senso la distinzione introdotta dalla legislazione italiana tra promotori e consulenti che la Mifid non contempla in questa forma. La direttiva e la prassi europea prevedono tra gli altri i multi o single tied e i non tied, gli ifa, i whole of market, e prevede che l’attività possa essere esercitata individualmente o in forma associata. Le norme vigenti in Italia si sono rivelate delle forzature, tant’è che in parte non hanno trovato attuazione. La denominazione deve tornare a corrispondere all’attività. Quella preponderante oggi e sempre più in prospettiva è la consulenza. Gli operatori possono proporre la consulenza ai clienti, indipendentemente dai tipi di
contratto: agenti, mandatari, dipendenti e indipendenti, in forma individuale o associata. La professionalità non dipende dal rapporto di lavoro, ma dalle competenze, dall’esperienza e dall’etica, fattori totalmente estranei al suddetto rapporto. Un altro cambiamento in corso è il rilancio del tutoraggio, pena l’impossibilità di sostituire le classi che vanno in quiescenza. Il tutoraggio potrà essere erogato direttamente dalle imprese, dagli studi professionali associati, o in altra forma, usufruendo della normativa per l’apprendistato in alta formazione, del tirocinio o delle altre misure legislative volte a creare nuovi posti di lavoro e sbocchi professionali. Sono note le iniziative di un paio di istituti bancari di dotarsi di promotori, ma è troppo presto per capire se si tratta di un episodio o meno. Il cambiamento può sembrare un po’ il ritorno al passato, ma solo in apparenza: le condizioni del mercato sono completamente diverse. *priore.studio@virgilio.it
speculazione, bensì, più prosaicamente, per “fare cassa” immediata e continuare a foraggiare le casse statali. Con effetti boomerang, facilmente intuibili da chi mastica di finanza. Sotto un profilo sostanziale, l’imposta manifesta un meccanismo che non va a colpire gli utili fatti con le transazioni - per esempio, l’aliquota sui capital gain - bensì l’acquisto stesso, con evidente penalizzazione per gli operatori. Da un punto di vista for-
male, invece, l’imposta si applica con aliquote differenziate su alcune transazioni finanziarie, lasciandone escluse altre (vere protagoniste delle speculazione che nelle intenzioni ci si è prefissati di colpire). In questo senso, appare del tutto “discriminatoria”. Evidenti anche gli effetti “autolesionistici” e “recessivi”. Perché mai farla in Italia (seguita da Francia e Germania, con connotazioni però differenti) quando altri Paesi (Gran Bretagna, Irlanda, Svezia
e Olanda) hanno già manifestato la loro contrarietà a una sua attuazione? E cosa dire della Svezia, che sperimentò nel 1984 una tassa simile per poi abolirla nel 1991 a causa del crollo dei volumi negoziati e di entrate fiscali inferiori al previsto? E, inoltre, si pensa forse che l’introduzione di un tale balzello non sia foriera di conseguenze negative per i volumi transati e per la liquidità stessa dei mercati, cosa che restringerebbe il numero degli operatori, controparti
nelle negoziazioni? Chi scrive non può non sottolineare come a una certa parte del mondo politico un onere siffatto potrà anche piacere, facendo presa sul proprio elettorato e consentendo, altresì, di continuare ad alimentare il clima di “caccia all’untore” di manzoniana memoria. Però la domanda è: non è forse il caso di combattere in altro modo la speculazione negativa e la grande finanza? *Studio legale Lenzi e Associati
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L’Apf fa il punto sulle prossime date delle prove per diventare pf
Esami tutto l’anno Tra giugno e luglio si svolgerà la seconda sessione 2013 di Luca Spoldi Si sono chiuse il 13 maggio le iscrizioni alla seconda sessione per l’anno 2013 della prova valutativa per l’iscrizione all’Albo unico dei promotori finanziari. La prova in questione si terrà tra giugno e luglio nelle quattro sedi d’esame di Bari, Cagliari, Milano e Roma. In particolare, ad aprire le danze - con quattro giorni d’esame dall’11 al 14 giu-
ro Bologna, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Venezia la finestra si aprirà mercoledì 29 maggio e si chiuderà lunedì 9 settembre. Da tenere presente però che il termine ultimo per la presentazione delle domande online è fissato al 26 agosto. Alla domanda di partecipazione i candidati non dovranno dimenticarsi di allegare il documento che dimostra l’avvenuto versamento del contributo di 100 euro previsto.
gno compresi - sarà il capoluogo lombardo, seguito da Bari, dove la prova si terrà nei giorni di mercoledì 26 e giovedì 27 giugno, e Cagliari, il prossimo 27 giugno. Roma ha invece messo in calendario per questa sessione d’esame quattro giorni, da martedì 16 a venerdì 19 luglio compresi. Per chi invece volesse iscriversi alla successiva sessione - la terza, in agenda fra il mese di ottobre e quello di novembre su sei sedi, ovve-
Il mese dei contributi Da non dimenticare il versamento, entro il 31 maggio 2013, della prima tranche. E sale l’aliquota Per i promotori finanziari, tenuti a iscriversi all’Inps presso la gestione degli esercenti delle attività commerciali se svolgono la loro attività come agenti o mandatari con carattere di abitualità e prevalenza, maggio è il mese in cui iniziare a versare i contributi previdenzia-
li. Entro il 16 maggio andava versata la prima delle quattro rate in cui è ripartito il contributo minimo per
l’anno in corso, mentre entro il 31 maggio va versata la prima rata (50%) della quota di contribuzione
Anasf prepara i formatori Due giornate per entrare da insegnanti nel progetto Economic@mente Sono in calendario il 23 maggio a Roma e il 13 giugno a Milano due giornate di formazione Anasf dedicate ai promotori finanziari soci che si sono candidati per Economic@mente, il progetto di educazione lanciato nel 2009 e destinato agli studenti del terzo, quarto e quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado, che si propone di for-
mare gli investitori di domani. L’iter, propedeutico all’ingresso nelle scuole (a fine marzo salite a 122, per un totale di 203 corsi avviati) come formatori del progetto, si compone di due giornate d’aula: nel corso della prima si illustra il progetto, che si articola in sei moduli di 30 minuti l’uno ed è realizzato da Anasf in collaborazione con
Progetica; dopo aver lasciato del tempo per studiare il materiale formativo, seguirà la seconda giornata in cui i candidati si eserciteranno insieme ai docenti di Progetica nell’esposizione dei moduli previsti dal programma didattico, così da ottenere l’abilitazione di formatore del progetto “Economic@mente - Metti in conto il tuo futuro”.
eccedente il contributo minimo e l’eventuale saldo dei contributi dell’anno scorso (calcolato applicando l’aliquota contributiva sulla differenza tra il reddito dell’anno cui si riferisce la contribuzione e il reddito dell’anno precedente, sulla cui base è stata versata la contribuzione provvisoria). Quanto al contributo minimo, va ricordato che la legge 214/2011 ha alzato l’aliquota contributiva al 21,30% nel 2012, stabilendo un aumento dello 0,45% per ogni anno successivo, fino a toccare il 24% nel 2018. Ne consegue che quest’anno si applicherà un’aliquota del 21,75% sul reddito da assoggettare a contribuzione.
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IN BREVE l Aiaf, come cambia la gestione di portafoglio Si parla di “gestione dei portafogli azionari dalla Lehman alla crisi del debito sovrano”, venerdì 24 maggio presso la sede dell’Aiaf, l’Associazione italiana degli analisti finanziari, in Corso Magenta 56, a Milano. Il corso si rivolge a gestori semisenior e a figure esperte della promozione finanziaria ed è finalizzato ad approfondire la conoscenza delle tecniche di gestione dei portafogli azionari. La giornata di studio, con inizio alle 9.30 e termine alle 16.30 (prevista un’ora di pausa pranzo dalle 12.30 alle 13.30), sarà incentrata sull’esame dei differenti processi decisionali e delle variabili micro e macro che guidano i mercati azionari. Informazioni e prenotazioni (per un massimo di 15 posti) all’Aiaf (formazione@aiaf.it).
l Enasarco, le occasioni perse con i promotori
Enasarco, ancora tu. Un’occasione perduta per rinsaldare i rapporti tra la Fondazione a cui i promotori devono una parte dei loro contributi e l’Anasf era, secondo Il Sole 24 Ore, la busta arancione, ossia la comunicazione che gli enti previdenziali hanno inviato a circa un milione di lavoratori con contributi presso più di un ente. Un’iniziativa di Inps e Adepp, l’associazione degli enti di previdenza privati, in collaborazione con il ministero del Lavoro. Essendo esterna ad Adepp, Enasarco continua a dare indicazioni in modo autonomo sulle prestazioni future dei suoi iscritti. E questo non agevola la messa a fuoco di un quadro chiaro sulla pensione dei promotori.
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In attesa della revisione annunciata, una sintesi del sistema Fornero
Pensioni, si avvicina la riforma Giovannini di Andrea Milesio Il nuovo governo, sotto la guida del presidente del Consiglio Enrico Letta, è al lavoro anche per rivedere la riforma delle pensioni che porta il nome dell’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero. Di recente, il nuovo ministro del Lavoro Enrico Giovannini, successore appunto della Fornero, ha parlato di una revisione delle regole sulla previdenza, con la “flessibilizzazione” delle possibilità di uscita dal lavoro “in cambio di penalizzazioni”. In attesa di conoscere le revisioni dell’esecutivo attuale, ricordiamo cosa prevede il sistema pensionistico messo a punto dall’ex ministro sotto l’egida del governo Monti. Innanzitutto, l’introduzione della riforma ha soppresso la pensione di anzianità. Per chi attualmente ricade nel sistema interamente retributivo, il calcolo si applica pro quota alle anzianità contributive
maturate a partire dal 2012. Nulla è cambiato per chi ricade nel sistema misto e nel sistema interamente contributivo. Per la pensione di vecchiaia, è necessario avere vent’anni di contributi - è indifferente il metodo di calcolo in cui si ricade - e un’età che per effetto della nuova riforma è stata innalzata. In ogni caso, a partire dal 2021 la soglia minima di pensionamento non potrà essere inferiore ai 67 anni per tutti. Sono previsti requisiti
parzialmente diversi per coloro che sono in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e per chi ha il primo accredito contributivo dall’1 gennaio 1996. La pensione anticipata, invece, si ottiene al raggiungimento di una determinata anzianità contributiva e
Quell’intramontabile trust Come funziona lo strumento a vent’anni dall’introduzione della legge Il primo gennaio del 1992 è entrata in vigore in Italia la legge sul trust. Come abbiamo ricordato sulla rivista MyAdvice, questo istituto - a cui si fa ricorso soprattutto come valido strumento di pianificazione patrimoniale e fiscale, non solo per le imprese ma anche per le famiglie - appartiene alla cultura giuridica dei Paesi anglosassoni e può avere gli obiettivi più disparati: liberali, caritatevoli, commerciali, finanziari e successori. I trust non possono in alcun modo ledere la legittima e più in generale tutte le norme in materia di succes-
sione necessaria, essere esenti da azioni revocatorie fallimentari, violare i diritti dei minori e degli incapaci e modificare gli effetti personali e patrimoniali del matrimonio. La loro struttura è schematicamente la seguente: un soggetto, denominato disponente, trasferisce con effetto reale alcuni beni - mobili o immobili - a un altro soggetto, il fiduciario, affinché li amministri con i poteri e i diritti formali di un vero e proprio pro-
rappresenta l’unica modalità di uscita per chi non ha ancora raggiunto il requisito anagrafico. Ai fini del raggiungimento dei requisiti, è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurato, fermo restando il requisito di 35 anni di contribuzione utile per il diritto alla pensione di anzianità disciplinata dalla normativa previgente. Per i soggetti che accedono alla pensione anticipata prima dei 62 anni si applica, sulla quota di trattamento pensionistico relativa alle anzianità contributive maturate al 31 dicembre 2011, una riduzione pari all’1% per ogni anno di anticipo. Tale percentuale annua è elevata a 2% per ogni anno di anticipo ulteriore rispetto ai due anni. In pratica, prima dei 60. La predetta riduzione si applica sulla quota di trattamento pensionistico calcolata con il sistema retributivo.
prietario ma con il vincolo di destinarli a un determinato scopo - lecito e non contrario all’ordine pubblico - o in favore di un terzo soggetto, che può anche coincidere con il disponente. Il disponente si spoglia effettivamente e irrevocabilmente della proprietà dei beni e il trustee (il fiduciario, appunto) li acquista formalmente a titolo di proprietà, ma non ne è, sostanzialmente, proprietario, e per di più tali beni sono separati dal suo patrimonio personale o societario. Il beneficiario godrà dei vantaggi del trust senza esserne a sua volta proprietario ed è il solo a cui spetta il potere e il diritto di esigere la prestazione e il perseguimento dello scopo del trust. Fabio Pauselli
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SAPERNE DI PIÙ Guida pratica alla successione per professionisti
Uno strumento concreto di studio e lavoro per l’attività quotidiana dei professionisti della finanza. Un manuale pensato e scritto con linguaggio lineare per chi si occupa di relazioni con il clienteinvestitore, e che consente - attraverso esempi, schemi, approfondimenti tematici e quesiti e casi reali - di comprendere il complesso mondo della pianificazione successoria. In “Guida alla pianificazione successoria in banca” si parla delle basi del diritto successorio con l’apertura della successione, il divieto di patti successori, la giacenza dell’eredità, la capacità di succedere, l’indegnità, la diseredazione, la rappresentazione e l’accrescimento - di accettazione e rinuncia all’eredità - con approfondimenti sulle disposizioni successorie, il legato, il sublegato, il prelegato, l’erede, le forme di accettazione dell’eredità, i poteri e gli obblighi del beneficiato, l’impugnazione dell’accettazione e la rinuncia all’eredità - di successione legittima, di testamento, di massa ereditaria - con la determinazione dell’attivo ereditario, gli immobili, i crediti, il denaro, i gioielli e la mobilia, le banche, i titoli e i fondi, i rapporti con gli intermediari - e di dichiarazione di successione.
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La ricetta di Unger, che collabora con Saxo B.
Stop all’istinto “Il trading ha bisogno di disciplina e studio” di Daniel Settembre
Andrea Unger
Imparare dai modelli è fondamentale. Lo è anche nel trading. Ne è convinta Saxo Bank, che ha deciso di affidarsi ad Andrea Unger, campione di trading che vanta ben quattro vittorie nella World Cip Championship of Futures Trading per una collaborazione che prevede una serie di iniziative multimediali e non, come e-book, webinar, incontri con piccoli gruppi di clienti e appassionati e la possibilità di seguire “day by day” l’operatività di un trader professionista. A distanza di un mese dall’inizio della partnership, abbiamo sentito Unger per sapere quali novità ci sono. Come sta andando la collaborazione con Saxo Bank? Siamo ancora in fase di identificazione della clientela: stiamo cercando di comprenderne le esigenze e i punti di forza e debolezza nei confronti del rischio. Finora si è tenuto un seminario presso gli uffici Saxo di Milano per un ristretto gruppo di clienti: questa iniziativa ci ha dato spunti per i contenuti più adatti. E quali sono? Purtroppo il trading, e ancor più il trading sul forex, è spesso visto come un modo per un facile arricchimento. L’operatore in genere si avvicina ai mercati con l’obiettivo del guadagno, ignorando l’idea di poter perdere anche in maniera sconsiderata. Io cerco in qualche modo di focalizzare l’attenzione del trader sui possibili scenari negativi, per costruirgli il piano operativo più idoneo. Come si possono evitare gli errori più comuni? Un errore tipicamente “italiano” è quello di affidarsi al
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IN PILLOLE l FONDI HEDGE Gli alternativi che fanno trading sul debito aumentano i profitti I fondi hedge che utilizzano strategie di trading sul debito stanno rapidamente espandendosi a Wall Street, mentre crescono i loro profitti grazie al fatto che molti istituti di credito stanno disintermediando tale attività. Lo segnala l’agenzia Bloomberg, secondo cui gestori come BlueCrest Capital Management e Pine River Capital Management sono tra quelli che più rapidamente stanno assumendo nuovo personale per espandere la loro attività reclutando in particolare personale con esperienza da banche come Deutsche Bank, Barclays o Bank of America.
l FINECOBANK Negoziare i bond e pagare i bollettini: nuovi servizi sull’app per smartphone
FinecoBank ha lanciato alcuni nuovi servizi sulla sua app per smartphone. Sarà possibile negoziare le obbligazioni con tariffe analoghe a quelle del servizio tradizionale per pc. Come scrive milanofinanza.it, si potrà attivare la funzione multicurrency, cioè si potrà cambiare la valuta del deposito operando sui diversi mercati esteri da un unico conto. Anche sul fronte banking ci sono alcune novità: sempre tramite smartphone sarà possibile utilizzare una serie di funzioni di pagamento: dai bollettini postali ai mav e ai rav. Disponibile, infine, anche la traccia storica per data dei movimenti sul conto.
proprio istinto, convinti di avere un talento nascosto per il trading. E spesso trasformando l’operatività in un videogame. Il trading è un lavoro serio e va affrontato con disciplina e studio. È necessario capire i movimenti dei mercati, confrontarsi con altri operatori e, soprattutto, analizzare criticamente la propria operatività sia reale che simulata. Quali saranno le prossime
iniziative formative del progetto? Che cosa ci può anticipare? Sfrutteremo soprattutto il web, con l’organizzazione di webinar di breve durata che espongano pochi ma solidi concetti. Come un piano di studio. Questi webinar potranno essere gestiti come dirette o, preferibilmente, come video accessibili a piacere dalla clientela Saxo. @DanielSettembre
l WIKIPEDIA Si guadagna il 141% con l’enciclopedia e gli analisti possono ritirarsi
Analisti e guru del mondo della finanza potrebbero presto finire in pensione. Prevedere il futuro dei mercati azionari è infatti possibile semplicemente leggendo la famosa enciclopedia online Wikipedia. Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Warwick Business School guidato da Suzy Moat e apparso su Nature, la visualizzazione delle pagine finanziarie di Wikipedia aumenta prima del calo dei mercati. L’analisi ha monitorato le pagine di Wikipedia dal 2007 al 2012 in relazione alle variazioni sui mercati finanziari delle compagnie registrate alla Dow Jones Industrial Average. Una semplice strategia di trading basata sul numero di click sulle pagine relative di Wikipedia avrebbe portato a un guadagno del 141%.
Hft, sorvegliato speciale La Consob accende un faro sui rischi derivanti dall’attività di “high frequency trading” L’”high frequency trading” (hft) è sotto stretta osservazione da parte di Consob. Nella relazione annuale, l’istituto guidato da Giuseppe Vegas mette in luce i rischi che possono derivare dall’uso del tra-
ding ad alta frequenza, compresi quelli di manipolazione del mercato. Innanzitutto, come riporta l’agenzia internazionale Reuters, l’autorità di vigilanza ritiene che la diffusione del trading ad alta frequenza possa “compromettere il corretto processo di formazione dei prezzi, allontanandoli dai fondamentali economici sottostanti e riducendone pertanto il valore segnaletico”. In secondo luogo, potrebbe avere effetti negativi su volatilità e liquidità. Da un
lato, infatti, può amplificare i movimenti anomali dei prezzi. Dall’altro, Consob ricorda che in condizioni di particolare turbolenza l’hft possono determinare un assorbimento di liquidità. Un altro problema, infine, è l’impatto dell’hft sull’equo accesso al mercato, dal momento che non tutti possono disporre delle tecnologie dietro questo modo di fare trading. Proprio per tutti questi fattori, “nel 2013 continuerà il monitoraggio del fenomeno, che pone rischi sia per la stabilità sistemica sia per l’integrità e la qualità del mercato”, ha concluso l’autorità.
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Un progetto di svolta per la banca e i promotori
Mps punta forte su offerta online di Maria Paulucci Uno dei pilastri per il rilancio e la crescita di Banca Mps, oltre alla promozione finanziaria, sarà la banca online. Il responsabile del progetto - il 49enne Andrea Cardamone, ex di Webank (gruppo Bpm) - è al lavoro da un mese e sta mettendo insieme la squadra di lavoro per far partire la macchina. Il tutto in piena sintonia con la transizione epocale che il mercato sta vivendo. La sensazione degli osservatori, infatti, è che in futuro - e questo vale per tutti gli istituti, non solo per Banca Mps - il servizio alla clientela si articolerà in quattro aree: l’online per il disbrigo delle pratiche di base, come i bonifici e gli estratti conto; il bancario per la consulenza in filiale sul risparmio e la previdenza al cliente che ha piccole somme da investire, magari in un ottica di accumulo; il promotore finanziario per le cifre e le esigenze più importanti; e il private banker per gli high net e gli ultra high net worth individuals, ovvero per i patrimoni milionari. Così, il cantiere dell’online lavora a pieno regime. E questo vale anche per Siena. Dopo
Massimo Giacomelli
esempio alla sua impresa e la banca online per le attività di base che una volta richiedevano tempo e fila agli sportelli e che adesso si possono fare tranquillamente dal computer di casa. Ovviamente, la banca online metterà le piattaforme informatiche e tecnologiche anche al servizio dei promotori.
la tappa romana del roadshow “La nuova direzione” ne abbiamo parlato con Massimo Giacomelli, responsabile del servizio di promozione finanziaria presso Mps. Come sarà la coabitazione tra banca tradizionale, banca online e promozione finanziaria? Si collocherà in un’ottica di multicanalità, dove il cliente potrà decidere - avendo come sua interfaccia la banca - a chi rivolgersi: la promozione finanziaria per quanto concerne le attività legate alla consulenza e alla crescita del suo patrimonio e dei suoi risparmi, la banca per quanto riguarda le necessità legate per
In che modo? Potranno sfruttare le evoluzioni tecnologiche presenti oggi sul mercato mondiale. Potranno avere a disposizione strumenti e piattaforme che consentiranno di ridurre il più possibile i tempi per la burocrazia e l’amministrazione, per concentrarsi sulla relazione con i clienti e sull’approccio consulenziale. Quando sarà pronta la banca online? Ancora non stiamo indicando la data in cui apriremo la saracinesca. Nel nostro roadshow, comunque, stiamo manifestando il rafforzamento strategico della promozione finanziaria come driver e come elemento di evoluzione della modalità di approccio del gruppo Monte dei Paschi alla sua clientela. @mariapaulucci
SOCIAL MEDIA Le banche e l’uso di Twitter e simili: c’è ancora molto da lavorare di Maria Paulucci
Le popolari, più legate alla tradizione, preferiscono tv e carta stampata. Quelle online, neanche a dirlo, vanno matte per Twitter e simili. Il gruppo di ricerca Social Minds ha pubblicato la prima guida con un estratto dei risultati della sua indagine sull’uso dei social media da parte degli istituti di credito. L’inchiesta ha preso in considerazione un campione di 45 banche - 12 società per azioni o popolari, 20 banche di credito cooperativo e 12 “socialmente attive” - analizzando gli ambienti social aperti e i tipi di contenuto veicolati tramite una mappatura della varietà di attività e progetti social, e dando quindi un quadro dei diversi livelli di strategie, più o meno evolute, adottate dalle banche. Oltre alla descrizione, 15 interviste in profondità a manager - sette di spa e popolari, tre di bcc e cinque di banche dirette-online - che si occupano in prima linea di decisioni strategiche e operative sull’attività condotte attraverso i social. Alla fase qualitativa di analisi si sono affiancate le interviste via web (il cosiddetto Computerassisted web interviewing, o Cawi), alle quali hanno partecipato 80 soggetti su autocandidatura operanti in spa (52%), banche dirette/online/multicanale (20%) e bcc (13%) e afferenti soprattutto all’area marketing e pubblicità (33%), comunicazione e affari istituzionali (18%). Dalla ricerca emerge che oltre la metà delle banche partecipanti ha costituito un team di soggetti specificatamente dedicati alla gestione dei social media con (24%) o senza (43%) il supporto di agenzie esterne. Merita attenzione il dato secondo cui, per il 30%, la gestione dei social a livello organizzativo è ancora da sviluppare o appaltata in toto all’esterno. Tra i principali strumenti per comunicare con clienti e prospect, sono soprattutto le banche popolari a indicare un maggior uso di canali tradizionali (tv, stampa, eccetera, 38%). Newsletter e forum di settore sono canali prediletti in particolare dalle spa (rispettivamente il 63% e il 23%). Le banche dirette/online/multicanale dichiarano una maggiore propensione all’uso di social media come blog (50%) e social network (93%).
IN BREVE l DIRECTA I soci approvano il bilancio 2012: giù l’utile netto a 404.075 euro
l BANCA MEDIOLANUM Un Forum dedicato al mobile payment alla Triennale di Milano
l BINCK Arriva il trading sulle opzioni olandesi e una nuova versione di Scalper
L’assemblea degli azionisti di Directa ha approvato il bilancio 2012, che si è chiuso con un utile netto di 404.075 euro contro i 600.735 euro dell’esercizio precedente. Si è ridotto, dopo l’istituzione dell’imposta di bollo sui conti, il numero dei clienti operativi. Salite invece da 172 a 180 le convenzioni tra Directa e banche e sim.
Si è svolto alla Triennale di Milano, il Mediolanum Innovation Forum, incontro dedicato alle nuove frontiere del mobile payment. Al centro del dibattito, la domanda: come cambierà il nostro modo di pagare? Evento organizzato da Banca Mediolanum (nella foto l’ad Massimo Doris) con CartaSi, Sia e Vodafone.
Binck, filiale italiana dell’olandese BinckBank, presenta all’IT Forum di Rimini alcune novità per i trader. Una è la possibilità di operare sul mercato delle opzioni di Amsterdam. L’altra è la nuova versione della piattaforma di punta Scalper, che ha funzionalità operative aggiuntive e la possibilità di personalizzare ulteriormente la consolle.
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La banca lancia il servizio di firma digitale
Facile? Fineco Modalità gratuita per tutti i clienti di Daniel Settembre FinecoBank presenta la firma digitale, che consente al cliente di firmare direttamente online documenti e contratti in formato digitale con la stessa validità legale dei documenti sottoscritti con firma autografa su carta. “Siamo i primi a usare il servizio in modo così esteso a tutti i nostri clienti”, dichiara Paolo Di Grazia, direttore banca diretta di FinecoBank. “Il servizio è molto semplice, non richie-
de il token e alcuna installazione e si inserisce perfettamente all’interno del nostro modello di “banca che semplifica la banca”. La firma digitale è un servizio gratuito che permette di non stampare e spedire carta, di evitare eventuali errori di compilazione e di eliminare le attese legate ai tempi di spedizione del contratto cartaceo. Per attivare il servizio è necessario richiedere il certificato qualificato nell’area riservata del sito www.fineco.it, alla sezione “Firma digitale” del-
l’area “Gestione conto”. L’emissione del certificato è immediata. Fin da subito è possibile firmare digitalmente contratti e documenti della banca inserendo in aggiunta al pin dispositivo il codice Sms Pin, ossia il codice “usa e getta” inviato direttamente sul cellulare certificato del cliente. In pochi secondi la banca riceve i documenti firmati. Il primo rilascio prevede la firma digitale per la carta bancomat e la carta di credito ricaricabile esclusivamente per i titolari del conto corrente. Il servizio sarà progressivamente esteso a tutta la banca. @DanielSettembre
Nokia fa il democratico Il prossimo Asha 501 arriva in Italia ad agosto e sarà low cost Nokia punta alle fasce più basse di consumo. Lo fa con uno smartphone low cost, il nuovo Asha 501, previsto in Italia per agosto a un prezzo equivalente a 99 dollari. Il cellulare, presentato dalla società finlandese a
New Delhi, rappresenta infatti il tentativo di far breccia nel mercato degli smartphone di fascia bassa e cercare di contrastare l’ascesa di Android, possibilità per il momento preclusa dal sistema operativo Windows Phone. Lo smartphone è però privo di supporto 3G e sarà il primo telefono basato sulla piattaforma Asha. La struttura dell’Asha 501, disponibile in sei gradazioni di colore, è composta da una scocca rimovibile e da
un display in vetro antigraffio con schermo touch capacitivo, quindi più nuovo, e un unico tasto back. Sarà dotato di una fotocamera da 3.2 megapixel, un tempo di stand by fino a 48 giorni e un’autonomia di conversazione fino a 17 ore. Presenti le app di Facebook, Foursquare, Line, LinkedIn, Nimbuzz e WhatsApp. L’obiettivo dichiarato da Nokia è vendere 100 milioni di Asha nei prossimi anni.
Un’ottima estate Il nuovo Lg Optimus G pro avrà uno schermo da 5,5 pollici Il nuovo Lg Optimus G pro è pronto a debuttare in Italia a partire dalla prossima estate. È stata una delle principali novità presentate durante il recente Mobile World Congress, che si è tenuto a Barcellona, e rappresenterà un’interessante alternativa all’alto di gamma Samsung Galaxy Note. Stiamo infatti parlan-
do di quel segmento che sta prendendo sempre più piede: il phablet, un prodotto a metà strada tra lo smartphone e il tablet, con una dimensione dello schermo di circa 6 pollici, al di sotto dei 7 pollici, la soglia per poter essere considerato un tablet. Tra le caratteristiche principali che potrebbero invogliare
l’acquisto, lo schermo da 5,5 pollici, fra i più brillanti della categoria, la connettività alla nuova tecnologia Lte, una fotocamera da 13 megapixel e un processore Snapdragon 600 Quad-core, una garanzia per un Android. C’è solo da aspettare il prezzo di listino, che non è stato ancora comunicato.
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LA BUSSOLA TECH l SAMSUNG Galaxy S4: venduto a 699 euro, ne costa 180 Il Samsung Galaxy S4 è senza dubbio uno dei migliori smartphone in circolazione. Il prezzo di listino ufficiale è di 699 euro. Ma quanto è costato alla società sudcoreana produrre questo gioiello? La risposta ci arriva da iSuppli, che ha stimato a 237 dollari il costo di produzione del Galaxy S4, equivalenti a circa 180 euro. Secondo i dati raccolti, il display full hd da 4,99 pollici è il componente più costoso: 75 dollari. Qualche confronto: Apple per produrre l’iPhone 5 spende circa 205 dollari, mentre Nokia per il Lumia 900 addirittura 209 dollari. Vi sembra troppo poco? Bisogna considerare che a questi costi si aggiungono quelli per la ricerca, il marketing, l’Iva e gli stipendi degli impiegati e degli ingegneri delle varie aziende.
l SONY Il colosso giapponese è tornato in utile Dopo ben cinque anni di sofferenze, tra crisi economica e una concorrenza troppo agguerrita, Sony torna in utile nell’esercizio 2012/2013, che si è chiuso il 31 marzo scorso. Il colosso giapponese ha infatti registrato profitti netti per circa 43 miliardi di yen (ovvero 410 milioni di euro), a fronte di una perdita di 457 miliardi nell’esercizio precedente. Lo ha comunicato la stessa società, che si attende un progresso ulteriore dell’utile per l’esercizio in corso stimato nell’ordine del 16%, soprattutto grazie all’indebolimento dello yen rispetto a euro e dollaro. Insomma, Sony sembra poter uscire dal pantano di questi anni, anche se nel segmento smartphone e tv resta ancora lontano dai concorrenti come Samsung.
l AMAZON Studia due smartphone dopo il tablet Dopo il tablet, anche lo smartphone. Secondo quanto ha riportato il Wall Street Journal sulla base di informazioni confidenziali, Amazon.com avrebbe allo studio due diversi smartphone che sarebbero equipaggiati di schermo in 3D, capace cioè di “proiettare” immagini tridimensionali visibili senza bisogno di occhiali speciali da ogni angolo e simili a ologrammi che escono dal telefono. La società, che nel mercato dei tablet ha lanciato il suo Kindle Fire, non ha per ora mai confermato i rumor secondo cui starebbe appunto valutando un ingresso nel settore degli smartphone. Le indiscrezioni circolano da circa un anno.
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Ecco le dimore più costose del mondo
I mattoni d’oro La super casa si trova a Mumbai di Diana Bin Si trova in un dei Paesi più poveri al mondo la casa più costosa. Almeno secondo la classifica stilata dal sito web Celebrity Net Worth, che ha realizzato un elenco dei palazzi, dei castelli, delle baite e dei grattacieli più cari attualmente in circolazio-
ne. Ebbene, a guidare questa particolare graduatoria è un immobile di Mumbai, in India. Il suo proprietario è l’imprenditore petrolifero Mukesh Ambani, il 22esimo uomo più ricco al mondo secondo Forbes, con un patrimonio stimato intorno ai 21,5 miliardi di dollari a fine marzo 2013. Mentre
in seconda posizione spunta una dimora europea: Villa Leopolda, in Costa Azzurra (Francia). Complessivamente, stima Celebrity Net Worth, le prime 12 dimore dell’elenco valgono insieme ben 3,2 miliardi di dollari. Vediamo nel dettaglio le prime posizioni. @diana_bin86
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BREVISSIME l CINA Multato per i troppi figli: il regista Zhang Yimou ne fa le spese Una multa milionaria per “eccesso di figli”. Sembra un paradosso, ma è realtà. Succede in Cina, dove il noto regista Zhang Yimou (nella foto), che ha diretto tra gli altri il film “Lanterne Rosse” potrebbe dover pagare una sanzione equivalente a 18 milioni di euro per aver violato ripetutamente la legge sul figlio unico, avendo avuto sette figli da almeno tre donne. È quanto riporta l’agenzia di stampa Ansa citando la stampa locale, secondo cui le autorità avrebbero aperto un’inchiesta nei confronti del regista. In base alle norme sulla pianificazione familiare, le coppie in Cina possono avere un secondo bambino solo in determinate condizioni, per esempio se entrambi i coniugi sono figli unici o se il primo figlio ha una malattia non ereditaria. In alcune province rurali, è possibile avere un secondo figlio se il primo è una femmina. Naturalmente il caso ha suscitato una marea di polemiche sul web.
l USA Un anno di carcere per stalking: il doppiatore di Charlie Brown nei guai
Dalla Costa Azzurra agli Hamptons 1. Antilla Mumbai
3. One Hyde Park Penthouse
Valore: 1 miliardo di dollari Paese: India La casa più costosa al mondo si trova a Mumbai, in India, ed è di proprietà dell’imprenditore miliardario Mukesh Ambani. Il palazzo, progettato dallo studio Perkins & Will, si articola su 27 piani – di cui sei adibiti a parcheggi - ed è stato pensato per resistere a una scossa di terremoto fino a 8 gradi della scala Richter. La casa dispone di 9 ascensori, una sala da ballo, varie piscine e bar.
Valore: 225 milioni di dollari Paese: Regno Unito Situato all’interno del complesso residenziale One Hyde Park, a Londra, questo appartamento di due piani con finestre a prova di proiettile e una vista panoramica mozzafiato conta sei camere da letto. È passato di mano nel 2011 per 225 milioni di dollari: si tratta dell’operazione immobiliare più costosa della storia d’Inghilterra.
4. Fairfield Pond, The Hamptons 2. Villa Leopolda Valore: 750 milioni di dollari Paese: Francia Villa Leopolda si trova a Villefranche-surMer, sulla Costa Azzurra francese, si sviluppa su una superficie di circa 2.700 metri quadrati e conta 11 camere da letto e 14 bagni. È stata progettata e costruita tra il 1929 e il 1931 da un architetto americano, Ogden Codman Jr., su un terreno che un tempo apparteneva al re del Belgio Leopold II. La villa è stata utilizzata come set di alcuni film, tra cui “Caccia al Ladro” di Alfred Hitchcock (1955).
Valore: 220 milioni di dollari Paese: Stati Uniti Fairfield Pond è una casa situata negli Hamptons di proprietà del miliardario Ira Rennert. Si estende su una superficie di 63 acri (250.000 metri quadrati). Gli edifici che la compongono hanno una superficie complessiva di 10.000 metri quadrati (6.100 metri quadri occupati dalla sola casa principale), con 29 camere da letto e 39 bagni. Completano il tutto un campo da basket, una pista da bowling, due campi da tennis e due da squash.
Il doppiatore originale di Charlie Brown è finito nei guai con la legge. Peter Robbins, che dava la voce al protagonista del cartone animato basato sul noto fumetto “Peanuts”, è stato condannato a un anno di carcere per stalking e sconterà la pena in una comunità di recupero per alcolisti e tossicodipendenti. L’uomo era già in carcere da quattro mesi per aver minacciato una ex fidanzata e aver perseguitato il chirurgo plastico della donna e dovrà anche pagare un risarcimento di 15mila dollari.
l USA Dal 17esimo al sesto posto: Apple risale nella classifica Fortune 500
Apple entra per la prima volta nella top ten di Fortune 500, la classifica stilata ogni anno dal magazine finanziario Fortune in cui compaiono le prime 500 aziende americane in termini di fatturato. Nel 2013 il marchio della Mela è balzato infatti dal diciassettesimo al sesto posto, con un fatturato di oltre 156 miliardi di dollari nel 2012 e circa 42 miliardi di utile. Un’altra new entry della classifica – guidata ancora una volta dalla catena di grande distribuzione WalMart – è stato il social network fondato da Mark Zuckerberg, Facebook, che si è posizionato al numero 482.
l CONGO Parco dei gorilla, due dighe saranno costruite con fondi di Buffett
La Fondazione Howard G. Buffett, diretta dal figlio maggiore del magnate Warren Buffett, donerà 5 milioni di dollari alla Repubblica Democratica del Congo per la costruzione di due dighe nel parco dei gorilla, il Virunga. È quanto riporta Repubblica.it, secondo cui la società ha messo a punto un progetto per la realizzazione di due impianti idroelettrici che dovrebbero genererare 15 megawatt di elettricità da mettere a disposizione delle piccole imprese agricole e di milioni di persone in tutto il parco. La costruzione dovrebbe essere portata a termine entro la fine del 2015. Negli ultimi vent’anni, i conflitti che colpiscono senza tregua il Congo orientale hanno messo a serio rischio il parco Virunga e decimato la popolazione animale, tra cui il gorilla di montagna, una delle specie animali più a rischio del mondo.
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I migliori Paesi per madri e bebè in Scandinavia
Mamme fredde Stati Uniti solo 30esimi. Italia? Posto 17 di Sara Lupi Si trovano nella penisola scandinava i migliori Paesi per mamme e neonati. Lo ha decretato la classifica di Save the Children sullo Stato delle Madri nel Mondo, giunta alla sua 14esima edizione, che vede in prima posizione la Finlandia, seguita da Norvegia e Svezia. Cinque i fattori presi in esame per realizzare la graduatoria: salute materna e rischio di morte per parto, benessere dei bambini e tasso di mortalità entro i 5 anni, grado di istruzione, condizioni economiche e Pil procapite, partecipazione politica delle donne al governo. Nessuna sorpresa nemmeno per quanto riguarda i Paesi in fondo alla lista di Save The Children, tutti nell’Africa subsahariana: in ultima posizione si colloca
la Repubblica Democratica del Congo, dove il tasso di mortalità infantile è di 167 su 1000 (3 su 1000 in Finlandia) e il ciclo scolastico di una donna dura in media 8 anni, meno della metà dei 17 di cui godono invece le
finlandesi. Penultima la Somalia, preceduta da Sierra Leone e Mali. A sorprendere è invece il posizionamento degli Stati Uniti, solo 30esimi a livello globale. “Gli Usa sono ai primi posti della classifica per istruzione e benessere eco-
LA CLASSIFICA I migliori
I peggiori
1. Finlandia
1. Congo
2. Svezia
2. Somalia
3. Norvegia
3. Sierra Leone
4. Islanda
4. Mali
5. Olanda
5. Niger
6. Danimarca
6. Repubblica Centrafricana
7. Spagna
7. Gambia
8. Belgio
8. Nigeria
9. Germania
9. Chad
10. Australia
10. Costa d’Avorio Fonte: Save the Children
nomico delle donne, ma perdono punti su salute materna, benessere dei bambini e partecipazione politica delle donne”, si legge nel rapporto di Save The Children. Quanto infine all’Italia, il Belpaese compare al 17esimo posto a livello globale, con un buon punteggio sul fronte delle condizioni di salute delle mamme e dei bambi-
ni(il tasso di mortalità femminile per cause legate a gravidanze e parto è pari a 1 ogni 20.300, quello di mortalità infantile è di 3,7 ogni 1.000 nati vivi), e sul livello di istruzione delle donne, pari a 16 anni di formazione scolastica. Scarsa invece la percentuale media di partecipazione politica delle donne fotografata dal rapporto, pari al 20,6%.
BREVI l ITALIA Cachemire in classifica: Cucinelli nel club miliardari Bloomberg Il 59enne Brunello Cucinelli (nella foto), fondatore della maison di moda che porta il suo nome, è entrato nel novero dei miliardari del mondo. A darne notizia è l’agenzia di stampa Bloomberg, secondo cui grazie al debutto in Borsa avvenuto lo scorso aprile a Milano, la società ha più che raddoppiato il proprio valore e, di conseguenza, Cucinelli ha visto crescere il proprio patrimonio fino a superare quota un miliardo di dollari, secondo le rilevazioni del Bloomberg Billionaires Index. Il manager italiano non è mai apparso fino ad ora in alcuna classifica internazionale sulla ricchezza. “Fin dall’inizio abbiamo sperato in una quotazione positiva”, ha detto Cucinelli. “Gli investitori hanno apprezzato la nostra qualità, il nostro posizionamento nel mercato del lusso e la nostra tradizione italiana”.
l ITALIA Coca Cola cambia look, nomi e modi di dire sulle lattine
Coca Cola cambia look per rendere protagonisti i consumatori italiani. A partire dal mese di maggio e fino ad agosto 2013, sulle lattine e bottiglie di
Coca Cola, Coca Cola light e Coca Cola Zero sparirà il logo e compariranno i nomi propri (Alessandra, Valentina, Andrea, Stefano…), generici (“mamma”, “amico”, “il prof”, “la squadra”), i soprannomi e i modi di dire più diffusi nel Belpaese come: “lo zio”, “il socio” ,”il fenomeno” , “la vip”, “la stilosa”, “il genio”). L’iniziativa “Condividi una Coca Cola”, la più imponente campagna di personalizzazione realizzata dal brand, è stata lanciata in occasione del 127esimo anniversario della bevanda.3
l ITALIA Migliori business school: Sda Bocconi sale alla 18esima posizione
La Sda Bocconi School of Management sale al 18esimo posto tra le migliori business school del mondo e conquista la decima posizione a livello europeo nella classifica dell’executive education pubblicata dal Financial Times, dominata quest’anno da istituto europei. Per stilare la top 70, spiega l’Ft, vengono presi in esame ogni anno i corsi - a catalogo e su misura - offerti ai manager dalle business school di tutto il mondo, analizzandoli sulla base di diversi parametri, alcuni forniti dai partecipanti e dalle imprese, altri dalle scuole. La posizione nella classifica finale è calcolata attraverso la media dei punteggi (non delle posizioni) ottenuti nelle due distinte graduatorie: quella dei corsi a
catalogo (open program) e quella dei corsi su commessa (customized program), progettati dalle scuole per soddisfare esigenze formative specifiche delle imprese clienti. A conquistare la prima posizione nella classifica globale 2013 è stata la francese Hec Paris, seguita dalla spagnola Iese Business School e dalla svizzera Imd.
l USA Un caffè con Cook di Apple è arrivato a costare 610mila dollari
Si è chiusa a nei giorni scorsi, dopo circa tre settimane, l’asta per un caffè con l’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, organizzata da CharityBuzz. Il vincitore si è aggiudicato il premio grazie a un’offerta all’ultimo secondo di 610mila dollari. Oltre le aspettative quindi l’iniziativa di beneficienza di CharityBuzz, che sperava di raccogliere 50mila dollari per finanziare il centro Rfk per la Giustizia e i Diritti Umani. La data dell’ incontro dovrà essere stabilita entro un anno dalla chiusura dell’asta e non sarà possibile rivendere a terzi il diritto acquisito. Inoltre, l’incontro con il numero uno della Mela morsicata non dovrà superare i 60 minuti.
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Azimut Consulenza ha inaugurato una nuova sede a Milano
C’è pure l’ologramma Al vaglio dei vertici l’idea di inserire l’avatar di Giuliani di Gianluca Baldini Azimut Consulenza ha inaugurato all’inizio di maggio la sua nuova sede milanese. Il palazzo, che il gruppo di Giuliani condivide con il Circolo della Stampa, è di proprietà dell’Università Bocconi e si trova in corso Venezia 48, uno dei quartieri più belli e scenografici del centro di Milano. Gli uffici occupano tre piani di Palazzo Bocconi oltre alla
sala riservata agli eventi del quarto piano, e rispondono alle crescenti esigenze di immagine e di spazio della società e dei suoi professionisti, appartenenti anche alla divisione Azimut Wealth Management, che operano nell’area. Tra un affresco del ‘700 e l’altro, il gruppo ha trovato spazio a
piano terra anche per una filiale di CheBanca!, società con cui è stata avviata una partnership per fornire ai clienti Azimut uno spazio direttamente in sede per svolgere le operazioni bancarie di cui un utente può aver bisogno. Ma la vera chicca della nuova sede del gruppo è Azimut Holounge, la sala olo-
Scm sim calca le scene “Ambrosoli, lei quanto paga di Imu?”, “Boldrin, quanto è grande la sua casa negli Stati Uniti?”: domande come queste hanno fatto da cornice a un dibattito semi-serio sui problemi dell’economia italiana, con momenti di puro intrattenimento e qualche proposta per prova-
re a tornare a crescere. Lo spettacolo, organizzato da Scm sim e andato in scena al teatro Franco Parenti di Milano, si intitola “Goodbye Mr. Capitalism?”. Sul palco Umberto Ambrosoli, candidato per il centrosinistra alle ultime regionali in Lombardia, Giorgio
Arfaras, presidente di Scm sim, Michele Boldrin, economista alla Washington University, e Marco Rizzo, di Rifondazione Comunista, hanno intavolato un dibattito guidati dalla moderazione satirica di David Parenzo e Giuseppe Cruciani, conduttori della trasmissione
grammi avviata per l’occasione e che, al momento dell’inaugurazione, ritraeva l’avatar Gaia, nome tratto dalla mitologia greca che richiama la dea madre di tutti gli dei. Secondo i ben informati, però, al vaglio dei vertici Azimut ci sarebbe l’idea di utilizzare l’ologramma di Pietro Giuliani, stratagemma che tuttavia non piacerebbe troppo al fondatore del gruppo, noto per il suo understatement. @gianlucabaldini
radiofonica La Zanzara, su temi come Imu, lavoro e banche. Il tutto intervallato da video e imitazioni, come quella del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ora, secondo i piani anicipati dall’a.d. di Scm sim Antonello Sanna, il format dovrebbe essere replicato in altre città. Diana Bin @diana_bin86
IN BREVE l AUSTRALIA Bullivant, proprietario della Daydream vende la sua “isola dei sogni a occhi aperti”
l STATI UNITI Dopo la mastectomia, all’asta per $35.500 una foto da ragazza di Angelina Jolie
L’”isola dei sogni a occhi aperti” sarà battuta all’asta all’inizio del 2014. Vaughan Bullivant, proprietario della Daydream Island, ha deciso infatti di mettere in vendita il piccolo atollo che fa parte dell’arcipelago delle Whitsunday, al largo dell’Australia nord-orientale. Le prime stime l’hanno valutata 100 milioni di dollari australiani, circa 75 milioni di euro. L’isolotto, che misura un chilometro per 400 metri, ospita un resort con spa, composto da 296 camere ognuna con vista mare e una spiaggia privata.
Dopo che Angelina Jolie ha rivelato di essersi sottoposta a una doppia mastectomia preventiva contro il tumore al seno, una foto dell’attrice in topless è stata battuta all’asta da Christie’s per 35.500 dollari. L’immagine, scattata da David LaChapelle quando Angelina Jolie aveva 25 anni, la ritrae vicino a un cavallo bianco mentre si copre il seno con le braccia e con la testa leggermente piegata all’indietro. La vendita della foto era già stata annunciata in aprile e non è quindi legata al recente annuncio dell’attrice 37enne.
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HANNIBAL LECTOR Un operatore racconta la finanza vista dall’interno
“Come girano i soldi, La finanza spiegata da un insider”, edito da Mondadori, spiega il funzionamento della finanza attraverso le esperienze dall’autore, Claudio Scardovi, maturate in primarie banche, società d’investimento e fondi di private equity in America, Asia ed Europa. “Lavoravo in una nota banca d’affari, al tempo, perciò ho vissuto gli inizi della catastrofe dall’interno, dal centro di quella galassia. E posso testimoniare che non fu piacevole, con tutti gli errori e le leggerezze che possono essere imputati a questo settore, divenuto così essenziale e dunque pericoloso per la sopravvivenza quantomeno del mondo occidentale capitalistico. Sono dunque il primo a dover premettere di aver visto le cose dal di dentro ma anche, per lo stesso motivo, di poter essere accusato di interessi di parte o di conflitti di interesse”. Con questo ultimo libro “vorrei che tutte le persone capissero meglio e di più in che modo la finanza le condiziona, e magari anche cosa fanno di preciso quelli come me”. Il libro illustra in maniera chiara il funzionamento dei mercati finanziari e degli operatori, con un linguaggio diretto, piuttosto insolito per il panorama editoriale italiano. Biagio Campo
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di Luca Spoldi
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Promotore, sarà la professione del futuro o no?
La domanda di un bancario scatena la discussione. I pro e i contro Scrive “un bancario”: “Ho ricevuto un’offerta di lavoro come promotore, che faccio?”. E la discussione si anima. C’è chi risponde “vai buttati, non solo è uno dei lavori più belli per chi ama il rapporto con le persone, per me è anche uno dei pochi con un grande futuro” e chi invece avvisa di “non farlo! Hai presente in quali tasse, burocrazia, lacci e lacciuoli ti vai a mettere?”. Anche perché “fra un po’ ci saranno più pro-
motori che italiani”, ironizza, per cui “è meglio tenersi uno stipendio assicurato, a meno che tu sia in imminenza di pensione”. Chi invece ha “fatto il promotore per 34 bellissimi anni, prima di lasciare per dedicarmi a un altro progetto”, consiglia in modo “spassionato e disinteressato: se possiedi le attitudini giuste, forte motivazione e ambizione, buone relazioni con tuoi clienti potenziali, lascia con tranquillità
il posto sicuro e sposa una libera professione ancora con enormi potenzialità di sviluppo. Il successo dipende solo da te”. E voi che cosa suggerite?
L’euro preoccupa Soros @ProSyn Secondo quanto ha dichiarato, George Soros, il finanziere statunitense di origini ungheresi, è stato “molto preoccupato per l’Europa”, in quanto “l’euro è in procinto di distruggere l’Unione europea”. Sarà vero?
I rendimenti di Befera
Dubbi sulla consulenza da Londra all’Italia
I modelli inglesi “low cost” sollevano quesiti fra gli advisor
@bimboalieno Befera: “Ogni euro investito nell’Agenzia delle Entrate dà 4,5 euro di recupero di evasione”. Altro che fare asili nido: impallidiscono i moltiplicatori di Pil della banda larga, quindi perché tagliare cuneo fiscale, vero Attilio?
Battaglie economiche Le società vedono la riforma della normativa in tema di consulenza in stile Retail distribution review britannica (la quale prevede che gli intermediari che prestano consulenza ai privati siano remunerati esclusivamente dai clienti con parcelle e non dalle case prodotto con com-
missioni) e i vari modelli “low cost” come il fumo negli occhi, ritenendo che tali modelli non possano sposarsi con i servizi ad “alto valore aggiunto” come la gestione e la consulenza. Ma alcuni lettori sono meno negativi e segnalano, come fa “io”, che “col primo provvedi-
Advisory indipendente, molte perplessità Armellini di Nafop continua a credere nell’Albo, ma... Consulenza indipendente, c’è chi ci crede e chi no. Tra i primi va annoverato certamente Cesare Armellini, presidente di Nafop, che pur apprezzando il discorso tenuto di recente da Giuseppe Vegas, presidente della Consob, circa la scarsa
indipendenza nelle scelte strategiche, che indebolisce il settore italiano del risparmio gestito, sottolinea come sia uno scandalo il mancato avvio dell’Albo di categoria di cui la spending review di Nafop ha dimostrato la sostenibilità finanziaria,
mento verrebbero finalmente smascherate le clamorose inefficienze dei loro prodotti”, col secondo molte “chiuderebbero baracca, visto che sopravvivono solo grazie ai Ter elevati dei loro strumenti”, che servirebbero a “pagare molto i manager e poco i promotori”.
risultando l’Albo del tutto autofinanziabile. Tra i secondi ci sono non pochi lettori di BLUERATING, che in più di un’occasione si sono mostrati alquanto disillusi circa la possibilità di arrivare a sviluppare un consistente mercato per tale servizio anche in Italia, chiedendosi, come fa Giorgio, se “siamo proprio sicuri che sia l’Albo l’unica via”.
@dvegadtime Toh guarda, Reinhart e Rogoff sul rischio: “Stavamo giocando a battaglia navale su Excel e siamo rimasti bloccati in A:16, perché Rogoff ha ricevuto una chiamata poco amichevole da Krugman”.
Luci in fondo al tunnel @scarlots Speriamo che la luce in fondo al tunnel che vede Enrico Cucchiani, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, non sia la stessa che continuava a vedere l’ex premier Mario Monti. Sennò siamo finiti.
Bei: sostenere le pmi @EUDevNews La Bei attribuisce la massima importanza al sostegno delle pmi per promuovere la crescita e l’occupazione in Europa. Lo ha ribadito il presidente Werner Hoyer al vertice dei banchieri centrali europei a Bruxelles.
VISTO SU BLUERATING.COM Bill Gross guru di Pimco, riflette sui T-bond
C’è crisi di liquidità e gli italiani non rischiano
Non è un periodo facile per il mattone tricolore
Cresce l’offerta di Pac di Online sim
Per Bill Gross, numero uno di Pimco, “il mercato rialzista durato 30 anni dei bond è finito”, ma il mercato Orso inizierà solo con una crescita del Pil del 4%-5% nominale, che ancora non c’è e che forse “non avverrà mai”.
La Consob certifica che in tempo di crisi di liquidità gli italiani sono più restii a compiere investimenti azzardati. Boom dei conti deposito e dei libretti postali, dunque, che piacciono a una famiglia su due.
Il mattone italiano continua a soffrire: nel 2012 le compravendite di case sono state 448.364 (il minimo dal 1985 a oggi), in flessione del 25,7% rispetto al 2011, con un calo di poco inferiore per i capoluoghi (-24,8%).
Online sim ha reso disponibili 43 nuovi Piani di accumulo del capitale della sicav Vontobel, acquistabili e gestibili da casa senza commissioni di sottoscrizione o rimborso. L’offerta supera così i 700 Pac di 14 case.
Bill Gross Alcune notizie tra quelle riportate in questo spazio potrebbero essere state riprese in modo più approfondito in altre pagine del settimanale.
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