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Mensile - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1, LO/MI
ottobre 2013 5,00 euro Anno III | Numero 5
ADVISORY & ASSET MANAGEMENT
L’armonico crescendo Così Finanza & Futuro aumenta pf e masse. Escalona: vi spiego il nostro “spartito”
PROMOTORI Cosa farà all’Apf la Rabitti Bedogni
Armando Escalona, a. d. Finanza & Futuro (gruppo Deutsche Bank)
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idee&protagonisti | 3
Apf, grazie presidente e buon lavoro presidente
L’EDITORIALE
di Denis Masetti*
di Andrea Giacobino*
La storia si ripete
I
promotori finanziari italiani hanno superato un importante prova di maturità come BLUERATING aveva chiesto. Con la nomina di Carla Rabitti Bedogni (che era stata anticipata proprio dal nostro sito) a nuovo presidente dell’Organismo per la Tenuta dell’Albo dei promotori finanziari (Apf), al vertice della più importante istituzione che dal 2007 gestisce l’operato dei promotori non è salito un pf come alcuni avevano chiesto non senza qualche spunto polemico, ma una figura indipendente e autorevole. C’è un sicuro vincitore di questa partita: Maurizio Bufi, presidente di quell’Anasf cui toccava indicare il presidente. Con sensibilità istituzionale Bufi ha capito che non era questo ancora il momento giusto per candidare un promotore finanziario, ma ha tirato fuori dal cilindro il nome della Rabitti Bedogni, già commissario Consob, ma che in passato tante volte si è occupata proprio del mestiere dei promotori finanziari offrendo spunti di riflessione interessanti. Qualcuno, dentro Anasf e per interessi personali, aveva cercato di tirare Bufi per la giacchetta sollevando il tormentone sul presidente-promotore, ma il presidente dell’associazione dei pf ha tenuto la bara dritta e il risultato ottenuto è importante. Con la nomina a vicepresidente di Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, a fianco della Rabitti Bedogni si siede un profondo conoscitore dei meccanismi giuridici della distribuzione. Il suo sarà un contributo certamente importante in questo momento di trasformazione dell’Apf verso quella “casa della consulenza” che metterà insieme promotori finanziari e consulenti indipendenti, superando una dicotomia che non ha più ragion d’essere. E non è escluso che una trasformazione profonda possa riguardare in futuro anche la stessa associazione degli intermediari. Giovanna Giurgola Trazza lascia la presidenza dell’Apf e sia le associazioni che lo compongono sia tutti i promotori finanziari devono dirle “grazie”. La sua esperienza maturata in Consob e la sua lucidità pacata ne hanno fatto il presidente ideale nella fase di nascita e di lancio dell’Organismo. I risultati ottenuti da
Con sensibilità istituzionale Bufi ha capito che non era questo ancora il momento giusto per candidare un pf al vertice lei (e dal suo staff coordinato da Giuseppe Capobianco) in 6 anni sono sotto gli occhi di tutti. E sono un bell’esempio di come anche in Italia pubblico e privato possono insieme fare una squadra vincente se gli obiettivi sono chiari e gli interessi personali restano lontani. I temi-caldi sull’agenda del futuro presidente sono molti: oltre a quello citato della “casa della consulenza” c’è da traguardate il passaggio della funzione della vigilanza in capo a un nuovo Organismo amplificato nella sua rappresentanza e quindi nei suoi poteri. Sul tappeto c’è poi la mutazione stessa del nome della professione, da quello ormai anacronistico di “promotore finanziario” che sa tanto di porta-a-porta Anni Ottanta a quello più significativo e aderente alla realtà di “consulente”. E poi, ancora, la possibilità che i nuovi consulenti operino come studi associati. Senza dimenticare che stanno crescendo esponenzialmente le richieste di iscrizione all’esame per diventare promotore (+19% nel 2013 sul 2012), spinte da un’ondata di bancari che si trovano ad affrontare la disdetta del contratto nazionale da parte dell’Abi. Insomma, un’agenda ricca e sfidante. Buon lavoro, presidente Rabitti Bedogni! *direttore responsabile
giacobino@bluerating.com @andreagiacobin1 andreagiacobino.wordpress.com
I
l 2013 si sta confermando un anno di soddisfazioni per i gestori di fondi comuni e la raccolta netta supera ampiamente i 30 miliardi di euro nei soli primi nove mesi dell’anno. Ai vertici della raccolta i soliti noti: BlackRock, Jp Morgan e Franklin Templeton. La stessa tendenza è confermata a livello europeo con risultati di raccolta positivi in tutti i mercati. Colpisce, da un’indagine più accurata, la differenza nelle scelte dei risparmiatori. Infatti in paesi quali la Francia e la Svizzera la raccolta netta si orienta più su fondi obbligazionari o fondi monetari, mentre in Italia primeggiano i fondi flessibili e i fondi high yield. I fondi flessibili sono la versione moderna dei fondi bilanciati nei quali al gestore viene delegato il processo di asset allocation più corretto in una giusta visione di medio termine, mentre i fondi obbligazionari ad alta cedola evitano titoli con redditività modesta e si orientano su durate, mercati e emittenti piu redditizi. Si potrebbe dire che i risparmiatori italiani siano più intelligenti o che le esperienze passate abbiano lasciato il segno. Infatti con rendimenti così bassi come quelli attuali, l’aumento di un punto nei tassi su un titolo a 10 anni con cedola al 3% determina una perdita di oltre l’8% nel prezzo del bond. Già questo si è in parte visto in questi mesi con fondi e gestioni obbligazionarie in forte difficoltà. Evidentemente nel corso dei prossimi anni i tassi non possono che salire e chi ha portafogli lunghi non può che perdere, mentre chi ha titoli a breve non è premiato per la pochezza dei rendimenti. Meglio equilibrare i portafogli magari con il consiglio e l’affiancamento del consulente, che non farà altro che confermare quanto da sempre è la regola vincente di ogni investimento: ampia diversificazione e gestione costante. Una regola semplice per mercati che hanno sempre le stesse logiche, ma che vanno sempre reinterpretate e affrontate con freddezza e professionalità. Per il resto è una storia che si ripete e con un po’ di esperienzasi si affrontano tutte le tempeste. *editore BFC masetti@bluerating.com
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Hello bank! in Italia: è la banca Bnp Paribas per nativi digitali
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Banca Fideuram è saldamente seconda nella raccolta
33 36 Bazoli e Fassino in barca e il professore bresciano silura Cucchiani
Pulizia di bilancio: Marzotto sim svolta e Bpvi la punta
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Entrate di livello in casa FinecoBank
AcomeA fa shopping dei fondi Unipol
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Boido: non delude il pf certificato Efpa
66 Cinguettii interessanti con temi finanziari
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Perché il pasticcio Telecom è colpa di tutti
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Perché i capi sono asociali
62 Il principino George è il più influente fra tutti i londinesi
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Azimut in Brasile e farà consulenza
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Doris, Mediolanum è medaglia d’oro con 266 milioni
anno III - numero 5 mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 3 del 4 gennaio 2011 Casa editrice Blue Financial Communication Srl Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Tel. (+39) 02.30.32.11.1 Fax (+39) 02.30.32.11.80 www.bluerating.com - www.soldiweb.com @bluerating_com infomarketing@bluerating.com
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Editore Denis Masetti masetti@bluerating.com Direttore editoriale Alessandro Rossi rossi@bluerating.com Direttore responsabile Andrea Giacobino giacobino@bluerating.com
Intesa Private Banking chiuderà un ottimo 2013
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Redazione redazione@bluerating.com Tel. (+39) 02.30.32.11.71 Gianluca Baldini (coordinamento) baldini@bluerating.com Diana Bin bin@bluerating.com Maria Paulucci paulucci@bluerating.com Daniel Settembre settembre@bluerating.com
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La prima intervista a Gian Maria Mossa: “Ecco i miei piani”
Carla Rabitti Bedogni nuovo presidente Apf
Opinioni Massimo Arrighi, Ugo Bertone, Giuseppe De Lucia Lumeno, Gianni Gambarotta, Claudio Kaufmann, Pompeo Locatelli, Ernesto Paolillo, Claudia Petracca, Giuseppe G. Santorsola, Fabrizio Tedeschi, Bruno Zanaboni Hanno collaborato Rosaria Barrile, Marco Liera, Luca Lodi, Sara Lupi, Raimondo Marcialis, Paolo Martini, Simone Martino, Gaetano Megale, Ettore Mieli, Silvia Minola, Maurizio Primanni, Sergio Sorgi, Luca Spoldi, Francesca Vercesi Graphic design Marco Brenna brenna@bluerating.com Pubblicità Michele Gamba gamba@bluerating.com Mob. (+39) 393.95.010.95 Concessionaria extra settore Publimaster Surl Via Winckelmann, 2 - 20146 Milano Tel. (+39) 02.42.41.91 Marketing e comunicazione Vito Massafra massafra@bluerating.com
60 Social network & C. i promotori devono usarli, ma con giudizio
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Bipop Vicenza la guarda con interesse
Marzotto sim volta pagina Con la pulizia di bilancio segnata dall’esercizio 2012 la Marzotto Sim presieduta da Roberto Angeloni (nella foto) e da poco guidata da Giambattista Duso volta pagina. Tanto da attrarre l’interesse della Banca Popolare di Vicenza, che ne detiene il 10% circa e che potrebbe essere interessata a rilevarla interamente nell’ottica di costruire attorno ad essa un polo di private banking. Comunquie nei nuovi obiettivi della società, con-
Il nuovo vertice fa pulizia nel bilancio Perdite a 2,2 milioni, ma asset in salita trollata da Andrea Donà dalle Rose, azionista di controllo del Lanificio Marzotto, c’è ora lo spostamento del core business dalla clientela retail a quella istituzionale con l’ambizione di fornire servizio di consulenza finanziaria “su misura”. La pulizia di bilancio ha portato il 2012 ancora in perdita per 2,2 milioni di euro dopo che l’esercizio precedente si era chiuso con un rosso più pesante di 3,3 milioni. A determinare il disavanzo è stata soprattuto la posta straordinaria di
INSIDER&MERCATI
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di Ernesto Paolillo*
Il futuro dell’economia Usa è ancora incerto. Ci si aspettava meno liquidità e tassi in salita Il cambio al vertice Fed rischia di essere traumatico. La scelta del successore è ancora lontana
circa un milione di minusvalenza realizzata cedendo una tranche dell’obbligazione Intesa Sanpaolo 9,5% 2049 nell’ambito del buy back deciso dall’istituto milanese. Il risultato netto dell’attività di negoziazione, invece, è decisamente migliorato anno su anno passando da 1,6 a 2,5 milioni così come gli asset under management progrediti da 124 a 150,3 milioni suddivisi fra 47,1 milioni di gestioni patrimoniali e rapporti amministrati per i restanti 103,2 milioni. Particolare attenzione è stata data alla razionalizzazione delle spese per il personale, ridotte di circa il 20% rispetto al 2011. A. G.
Inutile cercare altri segnali, solo la Federal Reserve con le sue indicazioni, e con le sue mosse è la vera stella polare che segna la strada. Certo, va anche bene interpretata. Sembrava che il discorso di Ben Bernanke del 22 maggio segnasse l’inizio della svolta, sulla liquidità e sui tassi. Troppo facile o troppo anticipato, oppure qualcosa è cambiato e ha creato maggiore prudenza. La maggior parte degli operatori oramai era pronta al nuovo corso (minor liquidità e tassi in salita) seppur graduale. Ed invece sebbene il terreno fosse stato adeguatamente preparato ed arato da Bernanke, non si è seminato. Perché? Alcuni sostengono che dati ancora contrastanti e non ancora netti, abbiano creato timori in chi governa la Fed e che il futuro dell’economia statunitense sia ancora incerto. Più probabilmente le anticipazioni di Bernanke erano volutamente molto anticipatorie, più portate a far percepire un lungo, lento cambiamento di strategia che non ad indicare un presente già diverso. Un alzare la soglia di attenzione, insomma. Non credo che lo stop sia dovuto a nuove preoccupazioni o a rallentamenti, credo piuttosto che non ci sia stato uno stop, e che comunque il solo parlarne abbia dato un risultato così immediato da essere sufficiente. Inoltre siamo alla vigilia di un cambio di guida della Fed che forse sarà più “traumatico” del previsto. La candidatura Summers è caduta, ma la scelta è ancora lontana e quindi imprevedibile nei riflessi. Resta la mera analisi dei dati economici, e creeranno volatilità se non coerenti. Abbastanza neutro appare al momento l’andamento dell’analisi politica. Scesa la tensione sulla situazione in Medio Oriente, scontati e confermati i dati elettorali in Germania, non resta che l’Italia con le proprie dinamiche politiche a creare volatilità e tensione. Ma la stella polare resta la Fed, ed è bella nitida in cielo ad indicare la rotta. *banchiere
DOLCI&AMARI
Telecom & Alitalia, le magagne di un sistema che non funziona di Pompeo Locatelli* Ci voleva l’accordo tra Telefonica con gli altri partner di Telco perché il governo si accorgesse quanto sia facile in Italia sottrarsi alla legge dell’Opa. All’improvviso il problema, ignorato per anni, è stato considerato degno d’attenzione nonostante la turbolenza che investe il governo e la strana maggioranza.
Non resta che sperare che le “possibili alternative” non aprano la porta ad una corrente infinita di ricorsi al Tar od altre contestazioni giudiziarie. Chissà quanti dubbi solleverà il riferimento al “controllo di fatto”: il lavoro per gli avvocati nel Bel Paese non manca mai. Del resto, per limitarci alla storia di Telecom Italia, dopo la privatizzazione e l’Opa dei “capitani corag-
giosi”, tutti i protagonisti hanno inventato schermi giuridici creati apposta per aggirare la legge. È successo con la lussemburghese Bell (di qui un lungo strascico fiscale), poi con Olimpia. Adesso tocca a Telco. La cosa non ha fatto scandalo finché non è entrato in ballo un gruppo straniero, sebbene europeo. Altrettanta fretta sulla “golden share”. Poco più di un mese fa è
Tutti i protagonisti hanno inventato schermi giuridici creati apposta per aggirare la legge stata approvata la “golden power”, versione light della norma, giudicata illegittima dall’Unione
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Bankitalia autorizza la Banca Frick del Liechtenstein
Yuppies col giglio aprono in Italia I banchieri “yuppies” col simbolo del giglio dal Principato sbarcano in Italia. Con apposito provvedimento, infatti, la Banca d’Italia ha autorizzato Bank Frick e Co. basata in Liechtenstein, a svolgere nel nostro paese in regime di libera prestazione di servizi l’attività di emissione e gestione di mezzi di pagamento. Banca Frick è una delle banche più giovani del Paese oggi retto dal principe Alois e si caratterizza per un business model innovativo rispetto ai tradizionali istituti di credito del paese, a cominciare dalla blasonata Lgt (controllata dalla dinastia regnante), che hanno costruito in passato il loro successo basandosi su una tutela assoluta del segreto bancario, che oggi però viene messa fortemente in discussione sia in Europa si a livello planetario con le politiche del G20. Fondata nel 1998 da Kuno Frick, che aveva un background tra il banking internazionale e i servizi fiduciari, Banca Frick è cresciuta rapidamente tanto che nel 2011 ha aperto una branch nel ricco quartiere londinese di Mayfair. Il presidente dell’istituto autorizzato ad operare in Italia è l’avvocato Mario Frick, primo ministro del Liechtenstein dal 1993 al 2001. Il board è completato da Kuno Frick senior, Yvonne Nagele e Johann Fahrnberger, mentre i
Europea. Ma il governo, prima versione, si è “dimenticato” di scrivere i regolamenti attuativi. Poi si è corretto il tiro: non si è voluto inserire il settore telecom tra le materie sensibili, limitando la norma al settore difesa. La ragione? Difendere la “contendibilità” per i gestori, ovvero Telecom. L’esatto opposto di quanto si va sostenendo oggi, quando pare che il passaggio del controllo della rete in mano ad una società spagnola, cioè di un Paese dell’Unione Europea, possa ledere la nostra sicurezza o la nostra sovranità. Salvo poi auspicare, tramite
manager sono il ceo Jurgen Frick, il cfo Roland Frick e il coo Edi Wogerer. Nel 2012 gli utili della banca sono stati di 4,5 milioni di franchi svizzeri (+3,87% sul 2011) con masse gestite in crescita pari a 3,5 miliardi (+7,3%) e flussi netti in entrata di 104 milioni. La nuova area di business dei servizi di pagamento è decollata nello scorso autunno e Banca Frick dallo sviluppo di essa si aspetta un contributo ai margini già nel bilancio 2013. In questo senso lo sbarco in Italia viene considerato strategico. A. G.
TANTA SOLIDARIETA’, POCA FINANZA Soffre un po’ il gruppo di Cassol, che tiene i margini Soffre la Solidarietà & Finanza (Sol & Fin) Sim, piccola società milanese attiva anche con 211 pf, guidata da Gianfranco Cassol, storico pioniere della promozione finanziaria italiana fin dagli Anni Ottanta. Il bilancio 2012 si è infatti chiuso con una perdita di circa 280mila euro rispetto al passivo di 175.000 euro dell’esercizio precedente. Tuttavia Cassol è riuscito a difendere sia il margine di intermediazione passato dai 2,4 milioni del 2011 a 2,5 milioni, sia il volume di commissioni attive salito da 4,9 a 5,1 milioni così come la raccolta totale è migliorata da 88,3 a 106,3 milioni con un +16% sulla raccolta in fondi e sicav. Sol & Fin Sim si impegnata nel 2012 a rafforzare i presidi organizzativi a fronte dei rischi e la funzionalità del sistema informativo, informando di tutto la Banca d’Italia. E Cassol ritiene quest’anno di riuscire a raggiungere gli obiettivi messi a budget, compreso l’utile di 270.000 euro. A. G.
aumento di capitale l’arrivo di China Telecom. Insomma, la Spagna ci spia, la Cina no... Non c’è che dire: le idee, un po’ sconclusionate, ballerine e digiune di competenze tecniche, non mancano di sicuro. Quel che sta avvenendo con Telecom, operazione anticipata dai giornali alla nausea, ma di cui – parola sua – il presidente Franco Bernabè era all’oscuro, impallidisce di fronte al caso Alitalia. Qui la realtà supera davvero la fantasia. O l’umana capacità di prevedere le vicende dell’economia. Al momento della formazione della nuova Alitalia, davo per scon-
tato che i nuovi proprietari, dopo aver ricevuto gli asset liberi da oneri e debiti, il valore d’avviamento del marchio gratis, finanziamenti a costo zero (o meno) dalle banche e potendo contare sul virtuale monopolio sia sull’hub di Fiumicino che sulla tratta MilanoRoma, fossero avviati a guadagnare non pochi quattrini. Ed invece si sono mangiati tutto, al punto di dover batter cassa per pagare gli stipendi. Complimenti: non era facile. Ora, dopo tre miliardi di perdite, siamo al punto di partenza. *www.pompeolocatelli.com
SOLDIWEB.COM di Alessandro Rossi*
Il fisco teme lo shopping
S
e è vero, come è vero, che la Cina ha appena comprato dall’Ucraina 3 milioni di ettari di terreno agricolo, circa il 5% di tutto il territorio del paese per 3 milioni di dollari; se è vero, come è vero, che l’interista più interista di tutti, Massimo Moratti cede la sua Inter all’indonesiano Tohir; perché meravigliarsi se gli spagnoli si comprano la Telecom o se l’Alitalia cambierà il verde della bandiera italiana con il blu di quella francese? L’Italia è da tempo terra di conquista per le multinazionali straniere che si divertono a fare shopping di aziende: buone, decotte, quasi fallite, poco importa, basta che odorino di Made in Italy. Anche perché, francamente, Telecom, Alitalia e Inter non sono proprio fulgidi esempi di sana imprenditoria italica. Ma così va il mondo. Si calcola che solo nel settore alimentare, dove i francesi si sono presi la fetta più grande, abbia salutato l’Italia un patrimonio di oltre 5 miliardi di euro. C’è anche il rovescio della medaglia: se Alitalia fosse stata venduta ai francesi, circa sei anni fa, quando voleva farlo il governo Prodi, invece di infilarsi in una sciagurata campagna nazionalista voluta da Berlusconi, nelle casse italiche sarebbero rimasti altri 5 miliardi di euro: una rata abbondante dell’Imu. Ma il bello (si fa per dire) deve ancora venire. Finmeccanica è in trattativa con alcuni big internazionali per cedere le sue attività nei settori dei trasporti e dell’energia alla coreana Doosan e alla giapponese Hitachi Rail o alla statunitense General Electric. Se continuerà lo shopping straniero di imprese italiane e se il governo dovrà, per motivi di bilancio, vendere le partecipazioni nelle aziende strategiche, c’è il rischio che il gettito fiscale subisca una brusca frenata: chi garantisce, infatti, che i nuovi padroni paghino le tasse in Italia visto che l’Universo fiscale offre una gamma vastissima di soluzioni più vantaggiose? E allora altro che Imu e Iva... *rossi@bluerating.com
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BORSE
ITALIA-EUROPA-MONDO
Borse
Indice Valore
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Italia
FTSE Mib 17.435
7,1%
7,8%
Gran Bretagna
FTSE 100
6.462
9,6%
5,8%
-5,6%
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CAC 40
4.143
13,8%
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-17,0%
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DAX
8.594
12,9%
29,1%
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Area EuroEURO STOXX 50
2.893
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DOW JONES 15.130
15,5%
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NIKKEI 225 14.456
39,1%
22,9%
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BORSE APERTE
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-25,2% -13,2% 160
Francia Germania
di Ugo Bertone*
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MSCI World
22,9%
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Mondo
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HANG SENG 22.860
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Hong Kong
Il capitalismo sano ha un quarto salotto
FTSE MIB EURO STOXX 50 MSCI WORLD
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Giappone
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Usa
VALUTE COMMODITIES Euro/Dollaro Euro/Franco Svizzero Euro/Sterlina
Valore
Fine 2012
Fine 2011 Fine 2010
1,3505
1,3194
1,2939
1,2225
1,2072
1,2156
1,2504
0,83605
0,8161
0,8353
0,86075
131,78
113,61
100,2
108,65
Euro/Yen
Valore
Fine 2012
108,96
110,62
107,62
93,49
1.326,5
1.664
1.574,5
1.410,25
1,3362 Petrolio Brent al barile Oro per oncia Argento per oncia CRB Commodities index
Fine 2011 Fine 2010
21,68
29,95
28,18
30,63
467,57
484,07
482,01
520,33
120 500
110
100
450
CRB Commodities index
400
Oro Argento
350
Petrolio
90 300
Euro/Dollaro
80
250
Euro/Franco svizzero 70
200
Euro/Sterlina 150
Euro/Yen 100
220 10 -0 420 31 11 -0 820 31 11 -1 220 30 11 -0 420 31 12 -0 820 31 12 -1 220 30 12 -0 420 31 13 -0 820 30 13 -0 920 13
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8
60
TITOLI DI STATO SPREAD BTP-BUND 3 mesi
1 anno
5 anni
10 anni
30 anni
Italia
0,45%
1,14%
3,25%
4,43%
5,16%
Germania
0,02%
0,07%
0,79%
1,78%
2,59%
Svizzera
0,00%
-0,03%
0,33%
1,01%
1,59%
Usa
0,01%
0,09%
1,38%
2,61%
3,69%
600 500 400 300 200 100
PIL
-1
2012
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2010
Italia
-1,80%
-2,37%
0,37%
1,72%
Area Euro
-0,60%
-0,58%
1,45%
2,01%
1,70%
2,21%
1,81%
2,39%
Usa
TASSI D’INTERESSE Euribor 1 mese
0,13%
Euribor 3 mesi
0,23%
Euribor 6 mesi
0,34%
Euribor 12 mesi
0,54%
Tasso di rif. Area Euro
0,50%
Tasso di rif. Usa
0,25%
MERCATI Per restare aggiornati sui dati basta andare su www.soldiweb.com
FIDA Finanza Dati Analisi
Fonte: dati su elaborazione FIDA aggiornati all’ultimo giorno del mese utile alle rilevazioni
31
2013 (stima)
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220 08 -0 420 31 09 -0 820 31 09 -1 220 30 09 -0 420 31 10 -0 820 31 10 -1 220 30 10 -0 420 31 11 -0 820 31 11 -1 220 30 11 -0 420 31 12 -0 820 31 12 -1 220 30 12 -0 420 31 13 -0 820 30 13 -0 920 13
0
INFLAZIONE 2013 (stima)
2012
2011
2010
Italia
1,99%
3,30%
2,90%
1,64%
Area Euro
1,73%
2,50%
2,72%
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Usa
1,83%
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3,14%
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2013 (stima)
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2011
2010
Italia
-2,56%
-3,03%
-3,66%
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Area Euro
-2,87%
-3,59%
-4,15%
-6,21%
Usa
-6,55%
-8,49%
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-11,14%
DEFICIT/PIL
M
ediobanca smonta il salotto buono, tra gli applausi del mercato. Gianni Tamburi, promotore del salotto del “quarto capitalismo”, continua ad aggiungere, con successo, nuovi pezzi alla sua sua collezione. Per la gioia dei soci che, dopo la fortunata cessione di Printemps al Qatar, riceveranno a fine esercizio un dividendo doppio. Il mercato comincia finalmente ad apprezzare la marcia graduale ma sicura di questo “club” che oggi amministra partecipazioni di minoranza per 800 milioni di euro, frutto di un impressionante track record: un rendimento medio del 6% negli ultimi dieci anni dopo aver individuato e creduto in aziende del calibro di Prysian, Datalogic od Interpump. A fine settembre, Tip registra un guadagno del 24% in 3 mesi. Intermonte, titolando la sua analisi “Un investitore intelligente nelle eccellenze italiane” attribuisce a Tip un target price a 2,40 euro con un lusinghiero buy. Piace agli analisti quella flessibilità e rapidità d'esecuzione che non ha certo distinto i portafogli di Mediobanca, Generali o di altre finanziarie di partecipazioni che hanno più svolto il ruolo di garanti degli equilibri del sistema che non il compito di investitori attivi, al servizio dei soci. Dal 2009, anno di inizio della crisi, ad oggi Tip ha saputo far ruotare gli investimenti del 30% circa contro il 6,5% delle altre finanziarie comparabili. Ovvero Tamburi ha saputo corrre, dribblando gli ostacoli, ad una velocità quatto volte superiore ai concorrenti. Per questo Intermonte attribuisce un valore d'avviamento di 330 milioni contro un net asset value di 290 milioni. Ma, ai prezzi di fine settembre, Tip accusa in Borsa uno sconto sul Nav del 15%, eccessivo se si guarda all'abilità dimostrata nel varo del deal dallo staff della società activist oggi impegnata a condurre Moncler, l'ultima perla del salotto, in Piazza Affari. E, beninteso, a far shopping secondo regole ben consolidate: società sane, con un business ben definito ed almeno un terzo di vendite oltre confine. E, più importante ancora, un proprietario e un top manager affidabile. *bertone.ugo@gmail.com
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ALLIANZ
Assicurativi
Francoforte
AMERICAN EXPRESS
Bancari/Finanziari
New York
AXA
Assicurativi
Parigi
AZIMUT
Bancari/Finanziari
Milano
MPS
Bancari/Finanziari
Milano
BPM
Bancari/Finanziari
Milano
BANCA GENERALI
Bancari/Finanziari
Milano
BNY
Bancari/Finanziari
New York
BARCLAYS
Bancari/Finanziari
Londra
BLACKROCK
Asset management
New York
BNP
Bancari/Finanziari
Parigi
CITIGROUP
Bancari/Finanziari
New York
CRÉDIT AGRICOLE
Bancari/Finanziari
Parigi
CREDIT SUISSE
Bancari/Finanziari
Zurigo
DEUTSCHE BANK
Bancari/Finanziari
Francoforte
DEXIA
Bancari/Finanziari
Parigi
FRANKLIN TEMPLETON
Asset management
New York
GAM
Asset management
Zurigo
GOLDMAN SACHS
Bancari/Finanziari
New York
HENDERSON
Asset management
Londra
HSBC
Bancari/Finanziari
Londra
ING
Bancari/Assicurativi
Amsterdam
INTESA SANPAOLO
Bancari/Finanziari
Milano
INVESCO
Asset management
New York
JP MORGAN CHASE& CO
Bancari/Finanziari
New York
JANUS CAPITAL
Asset management
New York
LEGG MASON
Asset management
New York
MAN GROUP
Asset management
Londra
MEDIOBANCA
Bancari/Finanziari
Milano
MEDIOLANUM
Bancari/Finanziari
Milano
MORGAN STANLEY
Bancari/Finanziari
New York
NATIXIS
Asset management
Parigi
NORDEA
Asset management
Stoccolma
OLD MUTUAL
Assicurativi
Londra
RAIFFEISEN
Bancari/Finanziari
Vienna
SCHRODERS
Asset management
Londra
STATE STREET
Asset management
New York
UBS
Bancari/Finanziari
Zurigo
UNICREDIT
Bancari/Finanziari
Milano
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63% 27% 34% 50% 88% 64% -9% 2% 33% 24% 51% 38% 48% 54% 39% 11% -82% -59% 36% 39% 79% 18% 37% 34% 28% 28% -8% 36% 5% 27% 63% 61% 46% 20% 11% -13% 71% 57% 64% 48%
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2% 9% 6% 6% 4% 0% -6% 10% 2% -6%
IN CIFRE
4% 7%
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95% BlueIndex MSCI World 90%
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20 13 -m ar -2 01 30 3 -a pr -2 01 3 30 -m ag -2 01 28 3 -g iu -2 01 3 31 -lu g20 13 30 -a go -2 01 3 30 -s et -2 01 3
Amsterdam
b-
Assicurativi
Avviato il 10 aprile 2007, l’indice BlueIndex - che si può consultare ogni giorno sul sito www.bluerating.com - è composto da un paniere di 40 tra le maggiori istituzioni finanziarie mondiali attive nel comparto bancario, assicurativo e finanziario, il cui peso sull’indice è ponderato in base alla capitalizzazione di mercato al netto della conversione delle diverse valute in euro e di eventuali fattori di rettifica dovuti a operazioni sul capitale.
Variazione a un mese
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Borsa
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Settore
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COS’È
I TITOLI DEL BLUEINDEX A SETTEMBRE 2013 Nome
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3% 6% 6%
88%
3% 3% 4%
È questa la migliore variazione a un anno: secondo i dati, l’ha registrata Azimut
6% 12% 4%
33%
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È la migliore performance a un mese e se la aggiudica il titolo della franco-belga Dexia
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Rendimenti in euro con dati aggiornati all’ultimo giorno del mese
CLASSIFICHE Trovate tutte le quotazioni aggiornate dei titoli del BlueIndex su www.bluerating.com
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Escalona spiega il successo di Finanza & Futuro
La nostra orchestra suona in crescendo di Andrea Giacobino “Quella di Finanza & Futuro, la rete dei promotori finanziari di Deutsche Bank, è una storia vera. Come un’opera lirica, direi, e come tutte le narrazioni autentiche, racconta di successi e momenti felici, battute d’arresto e inevitabili difficoltà. Però in un continuo, armonico crescendo”. Così la pensa Armando Escalona, approdato in Finanza & Futuro nel novembre del 2004, come direttore commerciale, e nominato amministratore delegato il 3 agosto 2010. Manager di lungo corso nel settore, Escalona, come un vero “direttore d’orchestra”, ha saputo in questi anni riconoscere e interpretare i cambiamenti del mercato armonizzando i vari elementi interni ed esterni a sua disposizione e riportando la società, passo dopo passo, in una posizione più consona al brand importante di cui fa parte. Cosa è stata e cosa è oggi Finanza & Futuro Banca? Finanza & Futuro si caratterizza, rispetto a molti concorrenti, per una duplice peculiarità: è nata dalla visione di un imprenditore di valore come Carlo De Benedetti ed è entrata a far parte, con successo, di un grande gruppo finanziario internazionale, nell’ambito del quale rappresenta tutt’oggi una best practice. Quello tra Finanza & Futuro e Deutsche Bank è stato non soltanto un connubio di successo, che dura da oltre tre lustri, ma ha rappresentato anche un costante e reciproco arricchimento. Può darci qualche esempio di questo fruttuoso connubio? Dal punto di vista commerciale e distributivo, i promotori garantiscono alla banca una copertura geografica che rappresenta il naturale complemento della rete di filiali tradizionali: grazie ai suoi 1.530 professionisti e ai 140 uffici in tutta Italia, Finanza & Futuro permette infatti di coprire sia le aree in cui esiste già il presidio degli sportelli Deutsche Bank, aggiungendovi le caratteristiche del proprio servizio, sia quelle in cui
Sotto il profilo dimensionale, la società è passata dai circa 1.000 promotori finanziari del 2009 agli attuali 1.530. Entro i primi mesi del 2014 la banca punta ad avere in struttura oltre 1.600 consulenti, potendo contare soprattutto sul contributo di professionisti con elevata seniority
tale presidio ad oggi non c’è. Un altro importante valore aggiunto è rappresentato dal fatto che i promotori finanziari sono professionisti che vivono quasi in simbiosi con i clienti e il territorio, interpretandone quindi i bisogni al meglio. Quali, in concreto, i vantaggi per il promotore di appartenere al gruppo Deutsche Bank? Numerosi sono i vantaggi di appartenere a un grande gruppo bancario internazionale. Innanzitutto, Finanza & Futuro ha avuto un supporto determinante da parte del gruppo in termini di orientamento strategico, know how, investimenti in tecnologica, marketing e gamma prodotti. Sono persuaso, infatti, che per i promotori di Finanza & Futuro abbia rappresentato un importante vantaggio competitivo potersi presentare ai propri clienti definendosi parte del gruppo Deutsche Bank e affiancando al nome di Finanza & Futuro un brand riconosciuto e apprezzato. Quali sono i principali indicatori della vostra crescita registrata in questo periodo? Sotto il profilo dimensionale, Finanza & Futuro, secondo un “crescendo rossiniano”, è passata dai circa 1.000 promotori finanziari nel 2009 agli attuali 1.530. Ci troviamo a disporre oggi di una rete “storica” molto forte e resiliente, unitamente a una rete “nuova” estremamente agile e dinamica. Entro i primi mesi del 2014 avremo in struttura oltre 1.600 consulenti, ma soprattutto potremo contare sul contributo di professionisti con elevata seniority e capacità di contribuzione, grazie a un’attività di selezione e recruiting che già nel 2012 ha alzato, con successo, il proprio target di riferimento rivolgendosi in modo particolare a promotori e bancari con un profilo “private”. Per la prima volta, inoltre, abbiamo superato i 10,5 miliardi di asset under control - erano 8,6 nel 2011 - e la raccolta netta gestita nei primi otto mesi dell’anno è stata pari a 620 milioni, con una raccolta netta totale di 537 milioni.
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TUTTO SUL MERCATO Numeri e obiettivi di Finanza & Futuro Banca li trovi anche su www.bluerating.com
È cambiato qualcosa anche sotto il profilo qualitativo? Certamente. I clienti hanno mostrato di apprezzare appieno il nostro modello di business fondato sull’architettura aperta. Secondo l’indagine di customer satisfaction effettuata da Cfi Group, Finanza & Futuro è risultata, per il secondo anno consecutivo, la migliore società operante nel nostro specifico mercato. Dunque si torna alla centralità del cliente? Per Finanza & Futuro, al centro ci sono i clienti, che sono sia i promotori sia i clienti finali. Se noi crediamo nel fatto che ognuno di noi produce reddito, anche in momenti di forte crisi economica, produce risparmio - pure se in quantità ridotta rispetto a qualche anno fa - e ha la necessità di allocare questo risparmio, allora dobbiamo anche credere che ci sarà sempre la richiesta di figure professionali che possano aiutare a indirizzare questo risparmio. L’ambizione è quella di attrarre tali figure professionali, diventando per loro il miglior provider in termini di servizi, gamma di offerta e opportunità di formazione, quindi di crescita professionale. Il nostro obiettivo è migliorare costantemente la qualità dei servizi offerti ai promotori, che sono i veri protagonisti del nostro successo, e ai loro clienti. Con queste premesse, abbiamo creato tutte le condizioni e posto le basi per collocare stabilmente Finanza & Futuro tra i primi sette player del settore in Italia. In questo periodo si parla spesso di “quote rosa” e in generale di favorire lo sviluppo professionale delle donne. Cosa pensa a riguardo del mondo della promozione? Da tempo ripeto che quello della promozione è un ambito che meglio di altri si può adattare alle esigenze di una donna, in particolare se madre con molti impegni da gestire. Inoltre richiede capacità relazionali e di gestione che spesso la donna applica già nella vita di tutti i giorni. Il promotore è un
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libero professionista che gestisce il suo tempo e che può concordare con i clienti luoghi e orari di incontro. I numeri attuali riflettono una realtà dove la presenza femminile è ancora molto bassa - a sistema, parliamo del 16% e in Finanza & Futuro siamo vicini al 20% - anche se un debole segnale positivo può essere riscontrato nel numero di nuove iscritte all’Apf, che si aggira per il 2012 attorno al 24%. Mi auguro che sempre più donne siano consapevoli delle proprie capacità e abbiano la voglia e la forza di sfruttarle a pieno. La strada per i pf, da cui difficilmente si tornerà indietro, sembra essere quella della consulenza. La crisi del modello di asset management captive ha costretto gli operatori a confrontarsi con il
TREND DEL NUMERO DI PROMOTORI FINANZA & FUTURO
1.421
1.540
1.530
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PATRIMONIO IN OICR APERTI: IL CONTRIBUTO DELLE RETI
28,8%
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32,5%
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34,0%
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37,40%
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modello di architettura aperta, che comporta però un serie di ostacoli importanti e presuppone un diverso grado di libertà per i
promotori finanziari. Inoltre, l’introduzione della direttiva europea Mifid ha definitivamente sancito la necessità per i promotori finanziari di operare sulla base del reale profilo finanziario del cliente e dell’effettivo grado di rischio. L’aver scelto tra i primi e senza ripensamenti questo modello distributivo si è rivelato premiante. Oggi si parla sempre più spesso di un tema a lei caro, quello degli studi associati di promotori finanziari. La normativa europea prevede già la possibilità che una società mandante dia un incarico a una persona giuridica, ma la legislazione italiana non l’ha ancora recepita completamente. Credo tuttavia che i tempi siano maturi e vi sia la voglia tra tutte le componenti di questo mercato di apportare le innovazioni necessarie per consentire quello che a mio avviso farebbe fare al nostro settore un deciso salto di qualità.
Armando Escalona
In concreto, quali sono le vostre azioni in programma nei prossimi mesi? Sono principalmente quattro le iniziative-chiave di Finanza & Futuro
per i prossimi mesi. In primo luogo, un ampio e profondo programma di sviluppo della nostra base clienti. Un secondo punto prevede un’iniziativa specifica che coinvolgerà un selezionato team dei nostri migliori professionisti e, in generale, l’innalzamento dell’asset medio in gestione. Una terza iniziativa consiste in un grande sforzo volto a migliorare il nostro livello di eccellenza operativa, grazie a un più ampio utilizzo di db Interactive (la piattaforma online del gruppo, n.d.r.) e F&F Rapido (la piattaforma dispositiva online di F&F, n.d.r.) da parte dei nostri clienti e consulenti. Infine, continueremo a implementare un’iniziativa commerciale ad ampio spettro nel campo della consulenza previdenziale. La società sta vivendo una nuova fase di espansione: cosa si aspetta dal futuro? Una cosa è certa: tutta la nostra storia dimostra che il futuro ci appartiene, è nelle nostre mani, nelle nostre azioni, nei nostri comportamenti e infine nel nostro nome. In questo senso si può dire che Finanza “è” Futuro. Con queste premesse, abbiamo creato le condizioni per collocare stabilmente Finanza & Futuro tra i primi sette player del settore.
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Gruppo per gruppo, i piani e il calendario dell’autunno
Obiettivi al rialzo per le reti italiane di Maria Paulucci
Azimut “Il nostro obiettivo è proseguire sulla scia di quanto fatto nella prima parte dell’anno in termini sia di raccolta che di reclutamento”, dice Paolo Martini, direttore commerciale del gruppo. “Nei prossimi mesi vogliamo continuare a inserire professionisti di alto profilo, come dimostrano gli ultimi ingressi dal mondo del private banking. Rafforzeremo la comunicazione al mercato della nostra diversità, di tutto quello che abbiamo sviluppato negli ultimi anni, partendo dalle nostre partnership bancarie. Continueremo la forte spinta all’attivazione commerciale sul territorio, che porterà all’organizzazione da parte di tutte le reti e le divisioni del gruppo di eventi rivolti a clienti e prospect incentrati in particolare sulla pianificazione previdenziale, sul passaggio generazionale e sulle nuove soluzioni per affrontare il momento. Inoltre, nel-
da i prodotti, oltre alle grosse novità che hanno riguardato Fonditalia negli ultimi mesi, in termini sia di ampliamento della gamma sia di novità di servizio, continua il successo delle polizze della famiglia Fideuram Vita Insieme. Anche grazie alle nuove versioni e al costante aggiornamento della gamma dei fondi sottostanti, ulteriormente ampliata da metà luglio, si registra una raccolta cumulata dal lancio di quasi 8,4 miliardi di euro e una raccolta 2013 pari a 3,7 miliardi ad agosto. Proseguono come sempre gli investimenti su Sei, il servizio di consulenza evoluta, e sulla piattaforma Fideuram Mobile Solution. Dopo la pausa estiva”, conclude il gruppo, “è ripreso il tour in tutta Italia dedicato al passaggio generazionale, che si conclude a ottobre. Come sempre, l’appuntamento successivo dedicato a tutta la rete saranno le plenarie di inizio anno, che si terranno tra gennaio e febbraio”.
Archiviati i risultati dei primi mesi dell’anno, in più di un caso definiti “soddisfacenti”, i protagonisti del mercato guardano avanti programmando l’inserimento di promotori
Banca Generali “Dopo un primo semestre record di raccolta e crescita, con un valore che in otto mesi ha già superato l’intero risultato dello scorso esercizio, Banca Generali sta ulteriormente accelerando nella definizione di una serie di soluzioni innovative che apriranno le porte a ulteriori interessanti opportunità”. A parlare è Gian Maria Mossa, vice direttore generale della banca. “Nei prodotti gestiti, il risultato di 2 miliardi raggiunto nella raccolta ad agosto si arricchirà a breve di nuovi comparti in delega di gestione nella famiglia di fondi di fondi Bg Selection fortemente specializzati su determinate asset class. Cambio di marcia anche nel mondo obbligazionario, dove entrano nell’hub di investimenti nel fixed income partner come Invesco, Hsbc e Swiss&Global. Nei prossimi mesi”, continua il top manager, “l’innovazione detterà le linee guida di una serie di servizi evoluti nella consulenza dei patrimoni. Sul fronte dei reclutamenti, per l’ultima parte dell’anno stiamo portando avanti ulteriori colloqui con profili di valore che potranno
Autunno, tempo di fare un giro tra le banche e le reti italiane per capire quali piani hanno per il resto dell’anno. In queste pagine riportiamo una sintesi delle loro risposte alle nostre domande. Per motivi di spazio, ci limitiamo alle società con più di mille promotori finanziari operativi (in base ai dati Assoreti aggiornati al 31 agosto, n.d.r.), citandole in ordine alfabetico. Aggiornamenti e novità da tutti gli operatori del mercato li trovate sul sito www.bluerating.com. Allianz Bank Financial Advisors “Il reclutamento sarà la priorità dei prossimi mesi”, spiega la banca a BLUERATING. “Da inizio anno sono stati reclutati più di 90 professionisti e sicuramente supereremo entro fine anno il numero di pf inseriti nel 2012. Il contributo dei nuovi inseriti e dei promotori già
in rete ha generato a oggi una raccolta di circa 1.600 milioni, confermando il trend di crescita che ha visto le masse in gestione passare dai 19 miliardi del 2008 ai 28 attuali. Nei prossimi mesi rilasceremo strumenti all’avanguardia realizzati per semplificare la vita ai nostri pf e per migliorare il livello di servizio ai clienti: in particolare la Firma Smart, che renderà i processi totalmente paperless. Nelle prossime settimane”, conclude la società, “incontreremo la rete e presenteremo le novità del 2014 per tutti i financial advisor e l’ulteriore evoluzione di Allianz Bank basata su un’attenta segmentazione della rete con l’obiettivo di valorizzare la forte partnership con la stessa rete che ha caratterizzato questi cinque anni di successi”.
l’ultima parte dell’anno prenderà vita un progetto di ampio respiro con nuove soluzioni di business e iniziative che stiamo studiando a supporto degli imprenditori e più in generale del ‘sistema Italia’. Proseguiremo nella sperimentazione e nell’innovazione di prodotto. Lavoreremo anche sul versante Itc, dove stiamo investendo molto per far evolvere tutti i nostri sistemi e per introdurre nei primi mesi del nuovo anno la firma digitale”. Banca Fideuram “Anche nei mesi estivi è proseguito il buon andamento della raccolta, che a fine agosto ha superato i 2 miliardi da inizio anno con un +105% rispetto allo stesso periodo del 2012”, riferisce il gruppo a BLUERATING. “Per quanto riguar-
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I PROGETTI DELLE AZIENDE Per conoscere i target e le strategie di tutte le società vai sul sito web www.bluerating.com
inserirsi nella nostra squadra, la quale guida il settore in Italia per portafoglio medio pro capite vicino ai 19 milioni”. Quanto agli eventi, “da ottobre avremo inaugurazioni di filiali importanti - per esempio a Torino, Savona e Reggio Emilia - e alcuni convegni finanziari da Nord a Sud per stimolare il confronto con le famiglie e coadiuvare le riflessioni sulla valorizzazione del risparmio”. Banca Mediolanum “Adesso lanceremo una nuova campagna pubblicitaria, che partirà a metà novembre e riguarderà la
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remunerazione del denaro vincolato. Noi vogliamo acquisire tanti clienti dimostrando che siamo una banca diversa dalle altre e che quando diciamo ‘una banca costruita intorno a te’ lo diciamo sul serio”. Così si esprime il presidente Ennio Doris, che BLUERATING ha intercettato poco prima della serata di presentazione del mutuo “Mediolanum Riparti Italia”, lunedì 23 settembre al Teatro Carcano di Milano. “Lo abbiamo dimostrato con Lehman Brothers, che è stata un’operazione da 120 milioni, lo abbiamo dimostrato con le alluvioni e i terremoti, dove regolarmente interveniamo, e lo dimostriamo con l’operazione ‘Riparti Italia’”. Cavallo di battaglia dell’autunno, il mutuo è caratterizzato da uno spread del 2,25%. Il tasso applicato è variabile e calcolato con il parametro Euribor 3 mesi. L’erogazione avviene in un’unica soluzione al termine dell’esecuzione dei lavori. La durata va da 10 a 20 anni. Si può finanziare fino al 50% del valore dell’immobile. Al mutuo
vengono applicate le spese dell’istruttoria, ossia lo 0,40% della somma richiesta fino a un massimo di 600 euro, la perizia, 200 euro, e la polizza incendio/scoppio da calcolare in base alla durata del mutuo. Le spese di gestione e il Rid sono gratuiti. Le richieste devono arrivare entro il 31 ottobre e il termine per le erogazioni è il 31 marzo 2014. Al mutuo si affianca il prestito “Riparti Italia”, garantito dal patrimonio e destinato a finanziare la ristrutturazione dei lavori di un immobile a uso residenziale. Qui lo spread diminuisce al crescere del patrimonio del cliente. FinecoBank “Dopo il bilancio molto positivo dei primi otto mesi dell’anno, anche per i prossimi sei mesi ci aspettiamo risultati in crescita”, dice Mauro Albanese, direttore commerciale della rete FinecoBank. “Nei nostri piani c’è un focus particolare su reclutamento e potenziamento dei servizi di advisory, basati sui concetti di trasparenza e ampia diversificazione. Quanto al reclutamento, puntiamo su professionisti di alto profilo, specializzati nella consulenza alla clientela private, segmento strategico per noi. Il 9 ottobre, poi, abbiamo in programma un grande evento esclusivo dedicato ai nostri wealth advisor. Wealth Adviser Forum è un evento speciale che conferma il nuovo posizionamento di Fineco nel wealth management. Negli ultimi due anni abbiamo assistito a una crescita importante della fascia alta dei nostri clienti: oggi abbiamo su questo segmento 14 miliardi di euro di asset sui 41 totali della banca. Un risultato che ci pone fra le prime realtà nazionali nel private banking. Proprio in questa direzione, stiamo attivando una serie di servizi specifici dedicati ai wealth adviser e li accompagneremo in un piano di crescita con percorsi formativi di alto livello. Non organizziamo più convention, preferiamo pianificare periodicamente riunioni di area con l’obiettivo di aggiornare i nostri pfa su nuovi progetti e sviluppi. È un nuovo modo per essere più vicini alla nostra rete e per condividere risultati e prospettive nel corso dell’anno. Ci sono poi gli eventi locali finanziati dalla banca e dedicati ai nostri clienti, dove i manager di rete incontrano una trentina di clienti o prospect. Momenti di incontro e confronto molto importanti”, conclude Albanese, “anche per rafforzare la comunicazione e la presenza sul territorio”. @Maria_Paulucci
L’OPINIONE DEL SUPERCONSULENTE
Le regole per avere successo di Massimo Arrighi* Per le reti di promotori, nel 2013 prosegue il trend positivo di raccolta netta, una tendenza in gran parte dovuta alle eccellenti performance dello scorso anno le quali, complice il recupero dell’obbligazionario, hanno fatto registrare rendimenti a doppia cifra anche per investimenti a basso rischio. Ma l’onda lunga del 2012 si esaurirà presto, e la tendenza - irrazionale ma radicata - a basare le decisioni di investimento sul passato invertirà probabilmente la direzione delle scelte, quando queste dovranno incorporare la forte volatilità del momento (finita la “bolla” obbligazionaria, caduti gli emergenti) e la performance modesta nel 2013, dominato dal ritorno della liquidità sui mercati maturi. Per ridare impulso alla raccolta occorrerà allora pensare a qualcosa di innovativo per le reti. Quali saranno per loro le direttrici del successo e gli elementi su cui fondare il vantaggio competitivo? n La capacità di offrire un servizio di consulenza ad alto valore aggiunto, in termini di asset allocation coerente con il profilo di rischio e lo stile di vita del cliente e un attivo monitoraggio. Qualche player ha già sviluppato un’offerta strutturata in tale senso (per esempio Fideuram) e tutto il settore si sta attrezzando. Ciò dovrebbe garantire alle reti ricavi strutturali rispetto alle (calanti) commissioni una tantum di ingresso e alla volatilità delle fee da performance. Per la realizzazione di questo modello, i promotori devono aprirsi a un nuovo rapporto con la clientela. Centralmente, le reti devono prevedere investimenti in It e competenze. n La sinergia da sviluppare fra le opportunità offerte dai nuovi canali digitali e la presenza fisica del promotore a cui il cliente è abituato. Diventa fondamentale la capacità di sviluppare strumenti tecnologici user-friendly che già durante la visita contribuiscano a elevare il livello di servizio riducendo al contempo i costi e rendendo le informazioni disponibili ed elaborabili in tempo reale. Mediamente il cliente è molto più interessato alla parte informativa che all’operativa: deve poter accedere in modo personalizzato alle proprie posizioni e agli andamenti (customer journey), in un rapporto più maturo ed evoluto col promotore. n La capacità di spostare progressivamente il focus del cliente dal rendimento percentuale a breve termine (spesso valutato in ottica ex post) alla stima dell’effet-
Bisogna conoscere bene tutti gli elementi sui quali fondare il vantaggio competitivo tiva creazione di una ricchezza aggiuntiva per il futuro, allo scopo di conservare lo stile di vita una volta terminata la fase professionalmente attiva. Il business del decumulo finanziario e assicurativo degli stock di risparmio rappresenta sempre più una grande opportunità. Avrà maggior successo chi saprà meglio veicolare un’offerta completa, dinamica e personalizzata attraverso canali ad alta professionalità, credibilità e formazione specifica. Il grande vantaggio competitivo delle reti deriva dal posizionamento sui segmenti affluent e senior, i più rilevanti. n Un percorso virtuoso di rinnovamento organizzativo, con l’ingresso di giovani ad alto potenziale e livello di scolarità, da affiancare ai veterani. Oltre al know how e all’esperienza commerciale, i senior dovrebbero trasmettere ai nuovi entrati una quota progressivamente crescente del loro portafoglio (debitamente remunerata): i nuovi ingressi avrebbero “benzina” per lo sviluppo, mentre i più esperti potrebbero concentrarsi sui clienti più rilevanti. Ma perché la cinghia di trasmissione si metta in moto e funzioni, il ruolo delle mandanti è fondamentale: a loro spetta il compito di oliare meccanismi di remunerazione equi, trasparenti e sostenibili, sostenere un brand di forte reputazione e ben spendibile e di appeal per i giovani, favorire in generale una “cultura del passaggio”. Le reti di promotori finanziari, quindi, rimangono un modello vincente dell’industria dell’asset management, tanto che ora molte banche si stanno adeguando e stanno trasformando i loro operatori sul territorio in specialisti, in grado anche di uscire dalla filiale per andare incontro al cliente. Le reti rappresentano in questo momento la best practice, sempre a caccia dei talenti migliori. *partner AT Kearney
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Con il nuovo statuto c’è pure Banca Mediolanum
Acepi allarga il ventaglio-soci A cura di Silvia Minola L’ingresso di Banca Mediolanum, successivo a quello di BancoPosta, in qualità di socio aderente è una delle più recenti novità registrare da Acepi, l’Associazione italiana certificati e prodotti di investimento, secondo quanto comunica a BLUERATING lo stesso ente. Ciò è stato possibile per via del nuovo statuto Acepi varato nell’ottobre dello scorso anno, che prevede altre categorie di soci accanto a quella originaria dei soci ordinari, ossia gli emittenti. Si tratta in particolare della categoria dei soci aderenti, ossia imprese e società che svolgono attività di carattere organizzativo, commerciale, distributivo e promozionale nel settore dei certificati e dei prodotti di investimento o che perseguono finalità analoghe a quelle di Acepi, e di quella dei soci onorari, ovvero enti,
istituzioni, organizzazioni, società, persone fisiche e professionisti che, per rilevanza economica o amministrativa, posizione rivestita, funzioni esercitate, attività svolta, competenza, capacità, esperienza e titoli individuali acquisiti anche nel campo scientifico e culturale, possono contribuire al raggiungimento delle finalità associative di Acepi. Oggi nella compagine associativa figurano 11 soci: sette soci ordinari Barclays, Banca Imi, Deutsche Bank, Bnp Paribas, Royal Bank of Scotland, Société Générale e UniCredit - due aderenti - Bancoposta e Banca Mediolanum - e Aipb e Aibe come soci onorari. Altre novità? Acepi parteciperà al PFExpo di Milano a gennaio e all’ITForum di Rimini a maggio. Inoltre, ha attivamente partecipato alla consultazione pubblica in merito al decreto di attuazione della Tobin tax. Sul sito di Acepi è disponi-
bile una guida normativa, in italiano e in inglese, che vuole essere di orientamento rispetto questa nuova imposta. Ma Acepi sta anche collaborando con Borsa Italiana per l’elaborazione di una procedura che renda il più possibile semplice il calcolo dell’imposta per i distributori e i clienti finali. Poi, in quanto membro di Eusipa - l’associazione europea che raduna le principali associazioni nazionali di categoria - Acepi ha partecipato alla consultazione pubblica sul documento Iosco relativo alla regolamentazione dei prodotti strutturati per il retail e alla messa a punto di una risposta condivisa proprio con l’ente europeo. Infine, l’associazione segnala che è in corso di rifacimento il sito web www.acepi.it, che l’associazione desidera diventi un punto di riferimento in termini di contenuti e di supporto informativo per l’intera industria finanziaria, complementare agli altri portali esistenti.
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AIPB Tradizionali sì e anche innovativi di Bruno Zanaboni*
La nona edizione del Forum del private banking, organizzato ogni anno da Aipb, testimonia l’esistenza di un percorso che ha visto arricchire continuamente di contenuti lo studio della realtà italiana allo scopo di saper cogliere le mutevoli esigenze di un mercato molto articolato e complesso. Ciò che sicuramente avvertiranno i partecipanti all’incontro, il 6 novembre a Milano, è che l’obiettivo prioritario che Aipb si è posta nell’organizzarlo è affiancare gli operatori nelle evoluzioni in atto nel settore. È importante valorizzare la componente che tradizionalmente contraddistingue il servizio di private banking, ma attraverso una vera innovazione. Dato l’innalzamento del livello di tutela dell’investitore e l’intensità della competizione, per accompagnare il private banking verso nuovi obiettivi di massima protezione del patrimonio del cliente e di sostenibilità nel tempo del servizio di consulenza servono un’evoluzione dei comportamenti di intermediari e investitori. Chi ha l’ambizione di servire in modo compiuto con un’offerta ricca e di qualità il segmento più alto della clientela private non può, di fronte alla crescente complessità fatta registrare dai mercati negli ultimi anni, pensare di poter presidiare solo la sfera degli investimenti finanziari. Se l’ampliamento del perimetro di servizio rappresenta oggi un’esigenza del sistema di offerta e una necessità della clientela, altrettanto vero è che il servizio private a livello internazionale e in Italia sta cambiando pelle, tanto che espressioni come “fidelizzare il cliente con un servizio a 360 gradi” hanno perso il loro opaco significato a favore di evoluzioni di modelli di business, implementazione di nuovi modelli operativi e sviluppo di gamme di servizi offerti. Dall’essere tradizionalmente innovativi non possono certo rimanere esclusi i private banker. I momenti formativi che Aipb dedicherà nell’evento ai private banker sapranno focalizzare le nuove competenze della rete distributiva sulla base di una precisa valorizzazione del ruolo e del valore aggiunto nelle diverse fasi del servizio. *segretario generale Associazione italiana private banking
IN BREVE l EFPA ITALIA Il presidente Boido: “Non delude il professionista che è preparato” “Chi si affida a un consulente finisce sempre per essere contento, se si affida appunto a un professionista preparato che antepone l’interesse del risparmiatore ai suoi”. Così il presidente di Efpa Italia Sergio Boido si è espresso al Congresso Fee Only in un’intervista con BLUERATING. E mentre il 30 settembre è scaduto il termine per il pagamento della quota annuale Efpa, lo stesso Boido di recente ha ricordato che i professionisti certificati oggi sono 3.862, di cui 3.123 professionisti certificati Efa, 73 professionisti certificati Efp e 666 diplomati Def. Sergio Bodio
l ASSORETI Calendario disciplina dei consulenti: l’entrata in vigore slitta a fine anno
Una circolare dedicata ai consulenti finanziari per fare luce sul “differimento del termine di entrata in vigore della relativa disciplina” sancito dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 26 giugno scorso. È la circolare numero 49 di Assoreti. La proroga in oggetto riguarda appunto i consulenti e il termine inizialmente fissato al 30 giugno 2008. La scadenza slitta ancora, stavolta al 31 dicembre 2013. In attesa, forse, che si sappia qualcosa di più sull’Albo unico dei promotori e dei consulenti.
l CONFASSOCIAZIONI I professionisti della finanza pescano studenti dall’università Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, e Alessandra Briganti, rettore dell’Università Guglielmo Marconi di Roma, hanno firmato una convenzione per favorire il rapporto fra professioni e sistema universitario. La novità più importante è la possibilità, per gli enti di Confassociazioni e per i loro iscritti, di avviare i neolaureati dell’ateneo a stage e tirocini con la copertura assicurativa antinfortunistica garantita dall’università e con l’opportunità di accedere al contributo delle Regioni per i giovani fino a 32 anni che svolgono stage e tirocini.
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Carla Rabitti Bedogni ha accumulato una robusta esperienza
Un’altra lady di ferro guiderà i promotori A cura di Maria Paulucci “L’oggetto di questa conversazione riguarda i limiti posti dal legislatore all’attività svolta dai promotori finanziari con riguardo all’attività di promozione e offerta fuori sede come attività distinta dalla consulenza e, ancor più, dalla gestione di servizi finanziari”. Con queste parole iniziava il testo, risalente a una decina d’anni fa, redatto da Carla Rabitti Bedogni (nella foto) in qualità di docente straordinario di diritto dei mercati finanziari all’Università di Roma La Sapienza. Il titolo del contributo - otto pagine dense di richiami alla legge nazionale e comunitaria e alle indicazioni della Consob, di cui Rabitti Bedogni (avvocato cassazionista e autrice di diverse pubblicazioni, alcune dedicate alla professione di pf) è stata prima donna commissario dal 2002 al 2007 - era appunto “La consulenza finanziaria”. “È necessario, in primo luogo, individuare ‘l’ogget-
to’ dell’attività di consulenza”, continuava la docente che giovedì 19 settembre è stata designata presidente di Apf per il prossimo triennio. “Si tratterà poi di verificare se vi sia un tipo di consulenza che possa costituire oggetto di attività dei promotori finanziari e, nel caso positivo, quali modalità debbano essere osservate da questi”. In conclusione, “deve ritenersi consentita al promotore finanziario la ‘consulenza-illustrazione’”, che si concretizza sia
nell’illustrazione del singolo strumento o servizio offerto dall’intermediario sia nella comparazione tra i diversi strumenti finanziari offerti dal soggetto autorizzato, allo scopo di “consentire all’investitore di comprendere meglio quali tra le proposte e le offerte risulti la più idonea ai suoi bisogni e/o alle sue aspettative. In questo senso, essa non solo è da ritenersi lecita ma anche opportuna”. Ma va consentita anche la ‘consulenza oggettivizzata’, “che deve avere riguardo all’universalità di prodotti disponibili, svolta per conto del monomandante o di altra società del gruppo. In entrambi i casi però la scelta di tradurre i consigli forniti in termini operativi mediante impartizione di corrispondenti ordini di acquisto e/o vendita deve rimanere in capo ai clienti”. Insomma, alla luce della sua lunga e corposa carriera, in anticipo di una decina d’anni circa, Rabitti Bedogni interveniva su un tema che oggi più che mai si sta
I candidati alla terza sessione sono più del previsto: è il segno dei tempi
Diventare promotori, picco di iscritti all’esame Quattro giorni non bastano, così si deve aggiungere un pomeriggio per far fronte al numero dei candidati, molti dei quali è facile supporre che siano di provenienza bancaria. L’Organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari (Apf) aggiorna le date della prossima sessione d’esame per diventare promotore finanziario. Per la sola sede di Milano, si legge sulla delibera 510 pubblicata sul bollettino della Consob, la prova
valutativa nella terza sessione dell’anno 2013 si svolgerà anche nel pomeriggio del 18 novembre, oltre che nei giorni 19, 20, 21 e 22 novembre. Le altre date rimangono le stesse: a Roma l’esame si terrà l’8, il 9, il 10 e l’11 ottobre, mentre a Bologna è previsto per il 23, il 24 e per la mattina del 25 ottobre, a Palermo per il 23 e per il 24 ottobre e infine, a Napoli e Venezia, per il 6 e il 7 novembre. E sarà l’ultima sessione del 2013: la succes-
siva si svolgerà nel 2014. Quello di novembre ha tutta l’aria di essere un picco storico, per Apf. Secondo i dati consultati da BLUERATING, le domande di iscrizione alla prova valutativa per diventare promotore finanziario sono cresciute del 19% nel 2013 rispetto al 2012, il cui dato aveva a sua volta fatto registrare un aumento del 10% in confronto all’anno prima. La ragione di questo incremento, secondo alcuni osservatori, sta anche nel-
facendo bollente: può un promotore definirsi consulente? E non è forse il caso - come insiste l’Anasf che i promotori finanziari cambino definitivamente il loro nome in consulenti finanziari? È anche questa evoluzione, di sostanza prima ancora che di forma, che dovrà gestire il nuovo presidente di Apf. Dopo aver tenuto la docenza alla Sapienza, il ruolo di consigliere di amministrazione di diverse sgr (una per tutte, Fideuram Fondi), quello di prima donna commissario della Consob e quello di componente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, prima donna anche in questo caso, mentre scriviamo Rabitti Bedogni sta preparando l’uscita dall’Antitrust per raccogliere il nuovo incarico presso Apf. Dalla designazione ha 30 giorni di tempo per comunicare se accetta l’incarico, succedendo così a un’altra lady di ferro: Giovanna Giurgola Trazza. @Maria_Paulucci
Nuovi vertici per tre anni u u
Apf non ha cambiato solo il presidente
Giovedì 19 settembre l’Organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari (Apf) ha rinnovato i vertici e designato il nuovo presidente: come ha anticipato BLUERATING, quest’ultimo è Carla Rabitti Bedogni. Confermate anche tutte le altre indicazioni fornite nelle settimane scorse sempre da BLUERATING: il posto di vice presidente è andato a Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti. Volti nuovi per metà nei quattro componenti del comitato direttivo espressi dall’Anasf: escono Albino Esposito e Carlo Bagnasco, entrano Guido Rispoli (Azimut) e Gianfranco Galati (Banca Mediolanum), restano Francesco Priore (uno tra i fondatori di Anasf e collaboratore di BLUERATING) e Roberto Dilillo. Per Abi confermati Francesca Palisi e l’avvocato Andrea Pepe (FinecoBankUniCredit), mentre per Assoreti rimane Ettore Betti (Sanpaolo Invest) ed entra Roberto Brega, capo della compliance di Banca Mediolanum.
I CANDIDATI 1.781
1.160 Numero iscritti terza sessione 2013 Numero iscritti medi per sessione (triennio 2009-2013)
I dati sono aggiornati al 27 settembre 2013. Fonte: Apf
l’evoluzione del mercato bancario, sempre più propenso a preferire gli autonomi ai dipendenti. E ciò ha come conseguenza l’avvio (o il riavvio) di reti di promozione finanziaria
presso gli istituti italiani, con progetti in fase di studio o di esecuzione. Si veda il caso Bnl, ma anche i progetti di crescita della Banca Popolare di Vicenza e quelli di Poste Italiane.
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Prevista la distribuzione da parte di Unipol Banca
Spese a fondo AcomeA: il gruppo di Foà rileva i fondi Unipol A cura di Gianluca Baldini Il 2 agosto AcomeA sgr ha firmato un accordo con Unipol Banca per l’acquisizione da parte della sgr dell’intero capitale sociale di Unipol Fondi Limited, società di gestione irlandese posseduta dalla stessa Unipol Banca, e per la fusione dei comparti degli oicr da essa gestiti nei fondi AcomeA. Lo si apprende da una nota diffusa dalla stessa AcomeA. L’esecuzione dell’operazione di acquisizione voluta dal presidente della società Alberto Foà (nella foto), è soggetta a condizione sospensiva in attesa delle necessarie autorizzazioni dalle competenti autorità di vigilanza. Si prevede che il
closing dell’operazione possa avvenire entro la fine dell’anno. Alla data della firma, Unipol Fondi Limited aveva circa 130 milioni di euro di masse in gestione. L’accordo prevede anche che Unipol
Banca distribuisca per un periodo di almeno tre anni i fondi AcomeA. Con tale operazione AcomeA si propone di accrescere le sue masse in gestione rafforzando la sua posizione di operatore indipendente nel settore del risparmio gestito. Successivamente alla chiusura dell’operazione le masse in gestione supereranno i 600 milioni. AcomeA è stata assistita dallo studio legale Galante e Associati, per i profili di diritto italiano, e dallo studio legale Maples and Calder di Dublino, per i profili di diritto irlandese. @gianlucabaldini
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IN PILLOLE l ALLIANCEBERNSTEIN I fondi del gruppo americano sbarcano sulla piattaforma italiana di Skandia Vita I fondi di AllianceBernstein arrivano sulla piattaforma di investimento di Skandia Vita in Italia. Le due società hanno siglato un accordo che riguarda prodotti a reddito fisso, alternativi e multi-asset di AllianceBernstein, tra cui il Global High Yield e l’Emerging Market Debt. Ad oggi la piattaforma Skandia Vita è utilizzata da 25 reti di promotori finanziari, 15 banche territoriali e una serie di broker e agenti assicurativi.
l AZIMUT Pietro Giuliani punta al Brasile e si mette con Legan Administração de Recursos Azimut sbarca finalmente in Brasile. Il gruppo presieduto e guidato da Pietro Giuliani, che già nei mesi scorsi aveva indicato il Paese sudamericano tra i propri obiettivi di espansione internazionale, ha firmato un accordo di investimento e patto parasociale con Legan Administração de Recursos, società brasiliana indipendente nel settore del risparmio gestito. L’obiettivo è avviare una joint venture per far crescere il business nel Paese aumentando la gamma prodotti che includerà fondi specializzati azionari.
L’operazione, che si concluderà a fine anno, vale 380 milioni di euro
l ALLIANZ GLOBAL INVESTORS Il Global Small Cap Equity Fund adesso guarda anche al retail
New York Life Investment ha siglato un accordo per l’acquisizione totalitaria di Dexia Asset Management per un controvalore di 380 milioni di euro. Lo comunica la stessa società in una nota. La finalizzazione dell’operazione, subordinata all’autorizzazione delle
Allianz Global Investors ha lanciato le classi azionarie retail del suo Global Small Cap Equity Fund, gestito da Andrew Neville. Lo riferisce il sito Ftadviser.com. Il gruppo ha detto che il fondo lussemburghese è registrato per la vendita in diversi mercati in tutta Europa, incluso il Regno Unito. Ha fatto anche sapere che ha riportato un rendimento totale del 28,4% dal lancio nel marzo 2011 per i clienti istituzionali.
Ny Life prende Dexia AM autorità di vigilanza, è prevista entro il 31 dicembre 2013. Dexia Asset Management è una società di gestione del risparmio con un patrimonio pari a 73 miliardi di euro al 30 giugno 2013 ripartito su una gamma completa di strumenti di investimento
tra cui gestione tradizionale, gestione alternativa e Sri. Dexia Asset Management dispone di centri di gestione a Bruxelles, Lussemburgo, Parigi e Sydney e di team di vendita in tutti i Paesi europei, Australia e Medio Oriente.
Top Advisor, secondo giro È già entrata nel vivo la seconda fase del concorso di gestione Top Advisor, organizzato da Pictet AM in collaborazione con Fida, e nelle prime posizioni della classifica spuntano nomi nuovi rispetto ai vincitori del primo “giro di boa”. Intanto abbiamo fatto due chiacchiere con Roberto Consolato Malavenda – alias San 25 – e con Fabrizio Ronchi (fabrizior), vincitori della prima fase del concorso rispettivamente tra i promotori finanziari (classifica per rendimento) e tra i privati, per
raccogliere i loro commenti dopo la pubblicazione della classifica parziale. Ha concluso con successo la prima fase del concorso: cosa le è piaciuto di più di TopAdvisor? È stato come si aspettava? Roberto Consolato Malavenda (Banca Generali) Il concorso è molto carino, divertente. Avrei apprezzato qualche accorgimento in più,
per esempio secondo me sarebbe stato il caso di mettere dei limiti all’esposizione possibile ad uno stesso fondo, per esempio non oltre il 20%. Fabrizio Ronchi - Non mi sarei sinceramente mai aspettato di vincere, ma l’essere stato primo per molte settimane mi ha dato l’occasione di confrontarmi con il posizionamento degli amici e poi chiamarli per prenderli in
giro: sicuramente la parte più piacevole di questa sfida! Grazie Pictet! Quale strategia ha adottato per “sbaragliare la concorrenza” e arrivare sul primo gradino del podio? R. M. - La mia strategia? Diciamo che ho seguito l’intuito, ho cambiato spesso il portafoglio in base a quello che mi aspettavo facesse il mercato. Ma alla fine penso semplicemente di aver avuto molta fortuna. Sono partito con l’azionario, poi ho preso una bella botta, arrivando a perdere il 7%, allora ho subito cambiato passando ai bond.
F.R. - Ho usato una strategia controcorrente scegliendo un investimento da tutti ritenuto perdente come lo yen. Dopo la forte svalutazione dei mesi precedenti, mi sembrava evidente che avesse toccato il fondo e non avrebbe potuto che risalire. Il mio portafoglio “reale” è ben diversificato e ovviamente comprende anche fondi azionari, ma questo è un gioco e quindi ho cercato di osare di più. In ogni caso, in una gara come questa, strutturata in un arco di tre mesi e dove alla fin fine conta il posizionamento degli ultimi giorni, sono convinto la fortuna la faccia da padrona.
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Il fondo Parvest Diversified Dynamic vuole dominare le oscillazioni
Se la flessibilità diventa un’alleata A cura di Francesca Vercesi Di questi tempi, favorire un’unica asset class è molto rischioso. Il contesto è incerto e volatile dunque minori sono le correlazioni reciproche maggiori sono le probabilità di contenere le oscillazioni dell’investimento. “Volevamo un portafoglio che fosse flessibile e che sapesse gestire l’incertezza”, racconta a BLUERATING Andrea Mossetto, gestore del fondo Parvest Diversified Dynamic (67 milioni di euro di patrimonio gestito) nell’ambito di Theam, uno dei partner di Bnp Paribas Investment Partners. Mossetto è parte di un team che riunisce le gestioni strutturate e garantite, quelle indicizzate e di etf, quelle sull’allocazione del rischio e sulla gestione absolute return. Il team è di 124 specialisti a Parigi e gestisce 38,9 miliardi di euro. Mossetto co-gestisce il fondo con Benoit Nansot.
un’ampia gamma di classi di attivi tra cui scegliere. Molti hanno familiarità con le azioni, i titoli di Stato e l’investimento in liquidità, ma magari hanno meno esperienza con altre tipologie di investimento come le obbligazioni emergenti, corporate o le materie prime, anche queste però in grado di offrire buone opportunità di rendimento. Ogni classe di attivo ha un suo ciclo di investimento che non necessariamente si muove in sintonia con gli altri. Quindi, un investitore che favorisce un’unica classe di attivi è esposto al suo inte-
finanziari utilizzati si possono riassumere in futures su indice e usiamo tracker liquidi sul mercato per alcune asset class. Non facciamo gestione interna di fondi di fondi. Inoltre usiamo una strategia cosiddetta Iso-vol, al fine di controllare il livello di rischio e mantenere quello di volatilità giornaliera in prossimità della volatilità target. In pratica, attraverso questo meccanismo, l’esposizione ai mercati diminuisce quando la volatilità di breve termine aumenta. Lei è giovane e si è formato all’interno del gruppo.
Il nostro è uno strumento in grado di tenere sotto controllo la volatilità, che è un driver fondamentale per decidere in che modo muoversi Andrea Mossetto, fondo Parvest Diversified Dynamic
Qual è la strategia di investimento del fondo? Il fondo ha 20 anni di track record, ma da gennaio 2010 abbiamo costruito una nuova strategia. Investiamo sugli indici azionari, obbligazioni, su indici sulle materie prime, indici di credito europei ad alto rendimento e indici real estate. Gli strumenti
Ci può raccontare la sua storia? Sono nel gruppo da sette anni e da otto anni a Parigi. Ho cominciato come investment specialist, per poi passare dopo due anni alla strutturazione di prodotti garantiti come i fondi a formula e da tre anni sono gestore di portafogli absolute return. Il nostro team di gestione è composto da 11 specialisti e 8,5 miliardi di euro ripartiti in fondi multi asset absolute return o direzionali. Per quanto concerne i prodotti multi asset long, quello che
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38,9
67
specialisti
miliardi di euro
milioni di euro
È questa la cifra totale che la squadra attualmente gestisce
È il patrimonio gestito del fondo Parvest Diversified Dynamic
Ci può spiegare che tipo di comparto è questo? È uno strumento in grado di tenere sotto controllo la volatilità, che è un driver fondamentale per decidere come muoversi. È un comparto diversificato flessibile che investe in un’ampia gamma di classi di attivo con un target di volatilità del 7,5%. Diversificazione come priorità, dunque. Gli investitori hanno
Sono i professionisti che lavorano nel team di Andrea Mossetto
ro ciclo, dunque ai rialzi e ai ribassi, mentre la diversificazione tra classi riduce il livello di rischio sfruttando i picchi e limitando l’impatto delle flessioni.
ci differenzia dalle altre società nel gruppo sono i motori quant che usiamo per gestire i fondi beta. Qual è l’idea che vi ha spinto a usare la volatilità come indicatore? È stata la ricerca di un segnale che potesse ridurre rapidamente l’esposizione in caso di scenari di mercato in stress come nel 2008 e, viceversa, nelle fasi di crescita, aumentare l’esposizione del portafoglio in modo da poter approfittare del momento favorevole con una leva massima calibrata al 150 per singola asset class (perché è un fondo retail, n.d.r.). I back test su 20 anni ci hanno dato ragione e la flessibilità nell’allocazione si ottiene analizzando le differenze tra la volatilità di lungo periodo delle differenti asset class contro la volatilità di corto periodo delle stesse: tutto ciò si traduce, in termini di vantaggio per il cliente, in una riduzione dei max drawdown al quale si aggiunge un miglioramento della ratio sharpe del portafoglio. Come si effettua l’asset allocation? Su ponderazioni di risk budget fisso che possono essere riassunte in 60% equity, 20% bond e 20% attivi di diversificazione. Queste percentuali non mi danno un’allocazione in pesi equivalente dato che l’equity è più rischioso. Sta di fatto che il portafoglio è investito in base alla volatilità dei sottostanti. Intuitivamente, più l’attivo è volatile meno deve pesare rispetto al suo peso target e viceversa.
Andrea Mossetto
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Bisogna far fronte a un contesto che non favorisce i titoli di Stato
Saggio ribilanciare l’asset allocation Domanda: come fare in una fase tanto delicata e complessa, ad attrarre performance? Risponde Eugene Philalithis, gestore del FF Global Multi Asset Income Fund di Fidelity Worldwide Investment. Come si struttura il fondo? Il Fondo FF Global Multi Asset Income Fund è una soluzione multi asset diversificata che mira a offrire agli investitori una distribuzione di reddito elevato e stabile mantenendo a livelli molto contenuti la componente azionaria sottostante. Il rendimento che il fondo intende perseguire in termini di utili distribuiti è un ammontare mensile fisso del 5-5,5% annui in termini percentuali, che deriva dal reddito naturale lordo prodotto dalle classi di azioni a distribuzione. L’universo di investimento del comparto è articolato in tre categorie di strumenti che rappresentano l’asset allocation strategica e ne definiscono le caratteristiche di rischio-rendimento nel lungo termine: asset in grado di generare reddito, asset ibridi reddito/crescita e asset in grado di generare crescita. Queste tre categorie si articolano in ben nove diverse asset class sottostanti. Per raggiungere gli obiettivi di investimento, il FF Global Multi Asset Income Fund definisce per ciascuna delle tre categorie un mix ideale di asset sia
core sia opportunistici, selezionando questi ultimi in base alla loro capacità di generare reddito nelle diverse fasi di mercato. Dando un’occhiata agli indicatori macroeconomici, siamo all’inizio della fase di surriscaldamento del ciclo economico, di norma associata a un rialzo dell’inflazione rispetto a livelli molto bassi, seguito da un inasprimento della politica monetaria. Idee? In questo contesto, alcuni tipi di investimento più dinamici godono di buone prospettive.
tura economica. Il fondo non fa riferimento a un benchmark, pertanto non possiamo parlare di sovrappeso o sottopeso rispetto a un indice. Ricerchiamo piuttosto fonti di reddito non correlate con caratteristiche di rischio interessanti. In questa fase, il fondo è orientato su investimenti come i titoli di credito e high yield, oltre che su asset class non tradizionali come le infrastrutture. Quanto al fixed income su cosa è bene puntare in questo momento? Nel segmento del reddito fisso prediligiamo i loans e
Il nostro fondo multi asset income di ultima generazione può costituire un’opportunità e offrire rendimenti stabili nel tempo agli investitori Eugene Philalithis, FF Global Multi Asset Income Fund
Dove si vanno a trovare le performance in presenza di tanta volatilità? Il fondo investe su scala globale, ricercando gli strumenti più adatti a generare reddito e a perseguire un certo livello di crescita nel lungo periodo. Per fare ciò in maniera efficiente manteniamo tra le asset class e al loro interno un’elevata diversificazione anche a livello geografico. Valutiamo le opportunità di investimento in base alle attrattive che ogni singola asset class è in grado di offrire nell’attuale congiun-
le obbligazioni ad alto rendimento - le cosiddette high yield - piuttosto che il debito dei mercati emergenti e investment grade. L’high yield registra performance tendenzialmente migliori nelle prime fasi di surriscaldamento dell’economia, come quella attuale. D’altra parte, i loans come asset class rappresentano a nostro avviso un buon investimento dal momento che manifestano una bassa correlazione con l’high yield, data la struttura a tasso variabile, ma offrono comunque un livello eleva-
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200
milioni
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miliardi
Le posizioni gestite da Fidelity Worldwide Investment
Sono i professionisti che fanno parte del team di Fidelity
A tanto ammontano le masse in euro gestite dal gruppo
to di reddito. Per quanto riguarda la selezione dei sottostanti, puntiamo a una duration breve per ridurre l’impatto di eventuali movimenti sulla curva dei rendimenti e cerchiamo di evitare titoli fortemente ciclici. Il tapering tanto atteso non è arrivato. Cosa sta succedendo sui mercati? E la tanto attesa rotazione sull’azionario sta avvenendo o è ancora lontana? Lei cosa ne pensa? La riduzione degli stimoli monetari è stata in definitiva solamente posticipata, ma non cancellata. La crescita economica, quando sarà sufficientemente solida, porterà la Federal Reserve a modificare le proprie politiche. È forse ancora prematuro parlare di grande rotazione. Tuttavia, c’è una crescente consapevolezza della necessità di ribilanciare l’asset allocation nei portafogli per far fronte a un contesto che non favorisce alcuni asset tradizionalmente più difensivi, come le obbligazioni governative. Per coloro che fossero disponibili a investire in soluzioni ad ampia delega che possono anche includere una piccola componente azionaria, il nostro fondo multi asset income di ultima generazione può offrire rendimenti stabili nel tempo. Questo fondo può costituire un’opportunità per chi voglia mettere al centro degli investimenti una soluzione capace di generare un flusso di reddito aggiuntivo delegando a un professionista la rotazione del portafoglio per adattarlo alla continua evoluzione dei contesti di mercato. F. V.
Eugene Philalithis
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gestoridelmese | 21
bluerating
Il fondo di Morgan Stanley IM investe in aziende che valgono
Quello che conta oggi è la Quality Morgan Stanley Investment Management ha appena lanciato un nuovo fondo sul mercato italiano, il Global Quality Fund. BLUERATING ne ha parlato con il managing director Vittorio Ambrogi. Cosa ci può dire su questo nuovo comparto della sicav Morgan Stanley Investment Funds? Per rispondere è importante fare una premessa: la nostra convinzione che per generare rendimenti interessanti e sostenibili sul mercato azionario globale si debba puntare sulla qualità delle aziende non nasce oggi. Gli investitori italiani che a partire dal 2000 hanno investito nel comparto Global Brands hanno beneficiato di questo nostro approccio e dei rendimenti generati da questa strategia. Il Global Quality ha alla base la stessa filosofia di investimento del Global Brands e, cosa ancor più importante, è gestito dallo stesso team di investimento guidato dai veterani William Lock e Peter Wright. Global Quality non è un clone di Global Brands, ma una sua estensione. Si tratta di un portafoglio composto da 35-55 titoli, con una minore concentrazione e una maggiore diversificazione settoriale. Attualmente in portafoglio abbiamo 37 titoli, 21 dei quali sono anche nel portafoglio del Global Brands e ne rappresentano la spina dorsale. Riteniamo che il Global Quality abbia tutte le carte in regola per costruire, nel tempo, un track record significativo e generare dei rendimenti superiori rispetto a quelli del mercato azionario globale grazie a una maggiore capacità di protezione durante le fasi di ribasso conferita dall’alta qualità
delle aziende che sono in portafoglio. Quanti fondi ha la sicav? In Italia operiamo esclusivamente tramite il veicolo sicav da lei citato. La nostra gamma è attualmente composta da 42 comparti. Negli ultimi anni la raccolta ha premiato prevalentemente le nostre strategie flessibili, confermando come l’uso sempre maggiore di strategie ad ampia delega gestionale da parte degli investitori sia un trend riconoscibile localmente, come del resto a livello europeo. Quando si parla di fondi flessibili è fondamentale conoscere e comprendere la strategia sottostante, perché dietro l’etichetta “flessibile” esistono prodotti profondamente diversi tra loro. Ed è proprio per far capire al meglio quali sono le strategie dei nostri comparti flessibili che il 15 ottobre a Roma e il 16 a Milano abbiamo organizzato due eventi che abbiamo chia-
temi che ci vengono quotidianamente sottoposti dai consulenti che utilizzano i nostri comparti. Qual è il vostro stile di gestione? Credo che non sia possible identificare una società di asset management con un unico stile di gestione, in quanto le diverse competenze professionali dei vari team di gestione fanno sì che in una gamma prodotti ampia e completa siano rappresentati diversi stili di gestione sulle differenti asset class. Ciò detto, ritengo che uno dei maggiori elementi di caratterizzazione della nostra gamma prodotti possa essere ricondotto al tema dell’ampia delega gestionale, che non vuol dire solo prodotti flessibili o multi asset. L’ampia delega gestionale può essere anche implementata su fondi azionari oppure obbligazionari in grado di discostarsi in modo significativo dal proprio indice di
Noi riteniamo che il Global Quality abbia tutte le carte in regola per costruire nel tempo un track record significativo e ottimi rendimenti Vittorio Ambrogi, managing director Morgan Stanley IM
mato “Global Multi-Asset Day”, proprio perché focalizzati sulle strategie multi asset della nostra gamma prodotti. Interverranno Cyril Moullé-Berteaux, responsabile del team Global Multi-Asset e gestore del fondo Diversified Alpha Plus, e Andrew Harmstone, gestore del fondo di fondi Global Balanced Risk Control. I due illustreranno le strategie, la visione di mercato e come questa verrà implementata nei due fondi, e quali asset class preferiranno nei prossimi mesi. Tutti
riferimento: il Global Brands e il Global Quality sono l’emblema dell’ampia delega gestionale, ma anche comparti come lo Us Advantage, l’Emerging Leaders e il Global Infrastructure hanno una filosofia di investimento che parte dalla selezione dei titoli e non dall’allocazione dei settori e dei Paesi verso il benchmark. Riteniamo che tale politica di investimento sia sempre più ricercata e apprezzata dagli investitori e soprattutto dai consulenti finanziari che esigono comparti in
grado di estrarre valore dai mercati e non di replicare l’andamento dei mercati. Come va l’industria? E su cosa bisognerebbe lavorare per attrarre masse? Gli ultimi dati confermano un momento particolarmente positivo per l’industria del risparmio gestito italiano e ritengo che questo trend possa trovare conferma anche nel medio e lungo periodo. La mia visione positiva è basata sui profondi cambiamenti che il settore privato dovrà affrontare nei prossimi anni in termini di pianificazione delle esigenze finanziarie durante il ciclo di vita dell’investitore. Pianificazione e implementazione degli investimenti necessiteranno in modo crescente di un approccio strutturato e professionale. L’esperienza a 360 gradi che Morgan Stanley sta accumulando sul mercato statunitense dal 2009, cioè da quando abbiamo acquistato la più importante rete di financial advisor americana (Morgan Stanley Wealth Management, n.d.r.), non fa che rafforzare questa mia convinzione. Per questo motivo le sinergie e l’allineamento degli obiettivi tra fabbriche prodotto, distributori e investitori dovrà essere sempre più forte in futuro per portare a una piena soddisfazione di questi ultimi. In questo processo credo il passaggio da un modello distributivo di architettura aperta, e talvolta indisciplinata, a un’architettura guidata con una selezione delle partnership sia un percorso importante. F. V.
347 miliardi Tante sono le masse in gestione in dollari al 30 giugno scorso
42 prodotti Sono i fondi distribuiti in Italia dalla sicav Morgan Stanley IF
1.750 dipendenti Tutti quelli che lavorano nell’investment management globale
Vittorio Ambrogi
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22 | datiassogestioni
ottobre 2013
In 8 mesi la raccolta dei fondi ha già segnato oltre 52 miliardi
Tornano i bei tempi
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bluerating
INDUSTRIA DEL RISPARMIO I numeri e gli aggiornamenti su www.bluerating.com
Il risultato al 31 agosto corrisponde a quello di tutto il 2005 A cura di Diana Bin Con i 5,4 miliardi di euro raccolti nel mese di agosto, il 2013 si candida a diventare l’anno migliore degli ultimi due lustri per l’industria italiana del risparmio gestito in termini di sottoscrizioni complessive (gestioni collettive e gestioni di portafoglio). Lo afferma Assogestioni, che nella sua ultima mappa mensile evidenzia come nei primi otto mesi del 2013 il settore abbia già messo a bilancio oltre 52 miliardi di euro, che poi è il risultato conseguito in tutto il 2005. Il patrimonio netto intanto ha toccato un nuovo record, a quota 1.270 miliardi di euro: una somma a cui contribuiscono per il 45% le gestioni collettive (569 miliardi di euro) e per il 55% le gestioni di portafoglio (701 milardi di euro). I dati diffusi dall’associazione presieduta da Domenico Siniscalco mostrano inoltre che sulla raccolta netta di agosto le gestioni collettive hanno pesato per 3,27 miliardi di euro (quasi 40 miliardi da inizio anno): di questi, 4 milioni sono affluiti nelle casse dei fondi chiusi, che gestiscono il 3,4% degli asset del settore (pari a 43 miliardi di euro), mentre i restanti 3,26 miliardi sono affluiti in quelle dei fondi
L’EVOLUZIONE DELLA RACCOLTA NETTA 8.703
7.252 6.901 6.327 5.429
2.537
S
O
N
D
G
F
M
A
M
G
L
A
Dati in milioni di euro da settembre 2012 ad agosto 2013. Fonte: Assogestioni
aperti. In particolare, all’interno di quest’ultima categoria (a cui fa capo il 41% degli asset totali, circa 526 miliardi), i fondi flessibili hanno fatto la parte del leone con una raccolta netta di 2,3 miliardi di euro. Seguono i fondi obbligazionari, con 506 milioni, i fondi monetari, con 358 milioni, e i fondi bilanciati, con 73 milioni. Il mese si è chiuso in rosso invece per i prodotti azionari (-33 milio-
ni) e anche per i fondi hedge (-8 milioni), mentre i restanti 54 milioni sono da attribuire a prodotti non classificati. A livello di domiciliazione, le preferenze degli investitori hanno premiato anche in agosto i fondi di diritto estero, che hanno visto sottoscrizioni nette per oltre 2 miliardi di euro, mentre i fondi di diritto italiano hanno chiuso il mese con una raccolta pari a 1,3 miliardi.
Per quanto riguarda invece le gestioni di portafoglio, la raccolta mensile è risultata pari a 2,16 miliardi di euro (il dato cumulativo da gennaio ammonta a 12,5 miliardi di euro): da segnalare che di questa cifra circa 84 milioni di euro sono affluiti nelle casse delle gestioni retail, mentre i restanti 2,07 miliardi sono andati alle gestioni istituzionali. @DianaBin2
5,4 mld €
52 mld €
1.270 mld €
1,1 mld €
È la raccolta messa a segno dal settore del risparmio nel mese di agosto.
Il risultato registrato nei primi otto mesi dell’anno, pari a quello di tutto il 2005.
A tanto ammonta il patrimonio in mano all’industria al 31 agosto 2013.
Sono le sottoscrizioni registrate dal gruppo Intesa Sanpaolo, il migliore del mese.
Il podio del mese è tutto italiano La classifica Assogestioni di agosto in termini di raccolta netta vede un podio tutto italiano, dominato dal gruppo Intesa Sanpaolo con sottoscrizioni per 1,14 miliardi di euro: Eurizon ha raccolto da sola un miliardo di euro, grazie soprattutto al contributo di fondi comuni (438 milioni) e gestioni istituzionali (390 milioni), mentre Banca Fideuram ha visto afflussi per circa 129 milioni. Medaglia d’argento invece per Am Holding, con
una raccolta di 1,04 miliardi di euro, mentre in terza posizione si attesta Poste Italiane con circa 640 milioni di euro. Seguono a stretto giro Pioneer Investments (gruppo bancario UniCredit), con afflussi per 492 milioni, Fondaco, con 380 milioni, Banco Popolare, con 317 milioni, Mediolanum, con 286 milioni, e Azimut, con 254 milioni. Le perdite più significative le hanno registrate il gruppo Generali (-280 milioni di euro), su cui hanno pesa-
to i 134 milioni usciti dalle casse dei fondi aperti e i 148 milioni persi dalle gestioni istituzionali, il gruppo Bnp Paribas (-142 milioni di euro) e Ubi Banca (-94 milioni di euro). Quanto alle risorse destinate esclusivamente ai fondi aperti, Am Holding passa in prima posizione con 1,06 miliardi, scalzando Intesa Sanpaolo, che scivola in seconda posizione con 518 milioni. Bronzo a Mediolanum, che totalizza 394 milioni. I gruppi più significativi in termini di asset in gestione si confermano infine Generali (344,5 miliardi), Intesa Sanpaolo (239,2 miliardi), Pioneer Investments (102,2 miliardi) e Mediolanum (43,5 miliardi).
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LA CLASSIFICA PER RACCOLTA NETTA Gruppo
Raccolta netta agosto
Raccolta netta fondi aperti agosto
-279,8
-133,9
344.533
1.147,1
518,0
239.235
Generali Intesa Sanpaolo
Patrimonio
Pioneer Investments
492,3
220,4
102.260
Mediolanum
285,7
394,4
43.469
Am Holding
1.041,5
1.061,9
43.026
639,8
41,9
39.002
83,1
-23,1
37.673
-93,8
-141,0
30.933
Poste Italiane Allianz Ubi Banca Franklin Templeton Investments
40,0
40,0
27.963
Axa
103,2
22,1
25.316
Amundi Group
209,1
128,8
24.427
Banco Popolare
316,6
338,7
23.579
-142,3
-257,2
21.734
254,0
201,0
20.996
Bnp Paribas Azimut Arca Jpmorgan Asset Management Credito Emiliano Credit Suisse Deutsche Asset and Wealth Management State Street Global Advisors
97,1
82,7
19.929
238,8
238,8
13.937
9,7
-27,0
11.877
50,8
41,8
10.610
158,7
163,7
9.435
15,2
-22,1
8.358
Morgan Stanley
100,8
100,8
8.319
Invesco
-40,2
-40,2
8.083
46,1
20,1
7.040
Societe Generale
123,2
123,2
6.806
Montepaschi
-30,3
0,0
6.351
Kairos Partners
11,4
-10,2
6.136
Ersel
-0,2
-1,5
6.007
6,4
1,0
4.971
-16,2
-5,8
4.313
Banca Esperia
Banca Sella Veneto Banca Banca Carige Fondaco Ubs Iccrea Banca Pop. Emilia Romagna
10,7
11,0
4.276
380,0
-10,1
4.072
90,3
90,3
3.914
-10,8
-13,6
2.955
-2,7
0,0
2.853
Pensplan Invest
7,6
3,0
1.346
Consultinvest
4,2
5,1
942
Nextam Partners
6,4
4,5
942
Banca Profilo
-20,1
0,0
891
Hedge Invest
-0,3
-0,3
650
Tages
80,6
80,6
630
3,2
3,2
591
Banca Del Ceresio Banca Finnat Euramerica
-5,4
-1,3
591
Ing Direct
12,5
12,5
527
Pfm
1,3
1,5
514
Acomea
1,7
1,8
508
Soprarno
-0,5
1,8
485
0,0
0,0
302
Groupama Asset Management Finanziaria Internazionale
-3,1
-3,1
218
Agora
4,4
4,8
190
Unipol
-3,4
-3,4
126
Finance Partners
-0,2
0,1
95
1,1
1,1
92
Alpi
Dati in milioni di euro. Fonte: elaborazione BLUERATING su dati Assogestioni
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IN CIFRE
5,4 È la raccolta in miliardi di euro messa a segno dal mondo del risparmio gestito ad agosto
4.020 Il numero di fondi disponibili sul mercato italiano al 30 giugno 2013
235 Il numero di prodotti in classifica nella consueta analisi dei nostri esperti
30.000 I prodotti nel database di BLUERATING liberamente consultabili dagli utenti
76,1 Il rendimento del Japan Small & Midcap Opportunities Euro di BlackRock
47 Le case prodotto ogni mese protagoniste dell’indagine svolta da BLUERATING
TOP FUNDS Trovate tutte le classifiche con i migliori fondi su www.bluerating.com
Scaldati dal Sol Levante A cura di Gianluca Baldini Oramai sembra una mania. Prendendo in esame i primi dieci migliori fondi analizzati dagli esperti di BLUERATING su un campione di 235 prodotti appartenenti a 47 case prodotto, ben otto investono sui mercati giapponesi. In cima alla classifica troviamo un prodotto firmato BlackRock, il Japan Small & Midcap Opportunities Euro che ha messo a segno un incredibile risultato: +76,1% negli ultimi dodici mesi. Il fondo del gruppo americano è l’unico che può vantare di essere nel club del 70%. Circa quindici punti precentuali più in basso troviamo la medaglia d’argento della nostra classifica, l’Equity Japan di Eurizon con un sempre ragguardevole 61,3% di incremento. In terza posizione si trova invece il Japanese Value Equity Euro di Invesco che ha messo a segno un +60,2%. Fuori dal podio continua l’egemonia giapponese con un prodotto targato Pictet. Si tratta del Japanese Equity Selection Euro che può vantare un 57,5% di incremento. In quinta posizione compare un altra “big” del risparmio gestito, Schroders. Il Japanese Eur Hedged Euro ha realizzato un +54,8%. Stesso ambito di investimento anche per l’Equity Japan Target Euro di Amundi (+54,2%). Tra le case che hanno ottenuto la migliore performance ad
Sono ormai mesi che i fondi più redditizi del mercato investono sul mercato giapponese con incrementi superiori al 50%
ottobre, c’è anche una firma che non sempre compare tra i prodotti con il miglior rendimento: si tratta di Oyster Funds. Il suo Japan Opportunities Euro ha “portato a casa” un ottimo risultato: +54% negli ultimi dodici mesi. L’ultimo tra i dieci migliori prodotti che investono sul Giappone si trova in ottava posizione. Stiamo parlando del Japan Advantage Euro di Fidelity che ha realizzato rendimenti in crescita del 52%. In nona e in decima posizione troviamo fondi che, tanto per cambiare, non hanno scommesso sul Sol Levante. È il caso dell’Opportunity denominato in dollari di Legg Mason (+51,4%) e il Pan European Equity Dividend Euro che ha totalizzato una crescita del 50,9%. Insomma, per tutto il mese di settembre sembra essersi protratta la tendenza che i nostri analisti registrano ormai da prima dell’estate: i prodotti che più regalano soddisfazioni agli investitori sono quelli che investono sul mercato azionario giapponese. Gli altri due prodotti che hanno realizzato ottimi risultati puntano invece sull’azionario europeo. In ogni caso c’è da sottlineare che tutti i prodotti migliori possono vantarsi di aver portato a casa una crescita che oscilla dal 50,9 al 76,1%, con buona pace di chi ha ancora dei dubbi sul mondo del risparmio gestito. @gianlucabaldini
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Japanese Equity Euro
49,2%
Azioni Italia Euro
20,6%
Small Cap Euroland Euro
27,6%
Euro Equity Euro
22,1%
Japanese Smaller Companies Jpy
24,5%
Azioni Europa Euro
14,5%
Compass Euro Small Cap Equity Euro
27,3%
Azioni Italiane Euro
16,8%
European Equity Euro
15,2%
Previdenza Linea Alta Crescita Euro
13,8%
Us Equity Euro
26,8%
American Equity Euro
13,7%
Multi-manager World Equity Euro
14,8%
Formula Eurostoxx 2015 Euro
13,0%
Us Dynamic Value Euro
21,8%
Dynamic Multimanager Euro
10,8%
American Equity $
13,9%
27 Azioni Estere Euro
10,9%
Japan Equity Value Euro
20,9%
Azioni Internazionali Euro
www.aberdeen-asset.it
www.arcaonline.it
www.bnymellonam.com/italia
9,8%
www.eurosgr.it
Asia Pacifico Euro
38,8%
Europe Microcap Euro
32,9%
Euro-Entrepreneurs Euro
Japan Advantage Euro
52,0%
Europa Euro
28,7%
Pan European Small Cap Euro
30,4%
Investissement Euro
8,5%
Nordic Sek
32,0%
Globale Euro
25,4%
Us Small Cap $
26,3%
Grande Europe Euro
6,2%
Switzerland Chf
31,7%
Italia Euro
19,1%
Global Small Cap $
25,9%
Capital Plus Euro
3,7%
Iberia Euro
30,7%
18,3%
Eurobloc Equity Euro
24,6%
SecuritĂŠ Euro
2,6%
Germany Euro
Patrimonio Aggressivo Euro
www.acomea.it
www.axa-im.it
12,3%
www.carmignac.it
28,3%
www.fidelity-italia.it
Obiettivo Europa Euro
16,3%
Italian Trend Euro
20,6%
Equities Biotechnology Euro
45,0%
Alto Azionario Euro
18,1%
Obiettivo Italia Euro
15,1%
Trend Italia Euro
20,3%
Small And Mid Cap Germany Euro
40,5%
German Equities Euro
17,3%
Obiettivo Internazionale Euro
14,3%
Opportunities Euro
17,8%
Usa Value Euro
32,2%
High Conviction Europe Euro
17,1%
Doppia OpportunitĂ 2015 Euro
12,1%
Cgm Opportunistic European Euro
14,9%
Small And Mid Cap Europe Euro
27,0%
Euro Equities Opportunities Euro
16,8%
Obiettivo Cedola Euro
11,3%
Long Term Value Euro
14,8%
Global Prestige Euro
23,2%
North American Equities Euro
13,6%
www.gestielle.it
www.azimut.it
www.credit-suisse.com
www.bancagenerali.it
Citizen Care Euro
24,3%
Azionario Euro Euro
22,9%
Equities Biotechnology $
45,0%
Pan European Smaller Companies Euro
34,6%
Valeurs Durables Euro
21,7%
Azionario Internazionale Euro
13,8%
Equities Europe Finance Securities Euro
32,4%
Euroland Euro
31,9%
Global Ecotrends Euro
21,4%
Mix 2 Euro
7,0%
Equities Sustainable Green Planet Euro
26,6%
Japanese Smaller Companies $
28,5%
Eureco Equity Euro
20,2%
Obbligazionario Giugno 2017 Euro
6,4%
Equities Switzerland Chf
23,6%
Pan European Equity Euro
21,3%
Europe Small Cap Equity Euro
20,1%
Obbligazionario Dicembre 2017 Euro
5,3%
Equities France Euro
23,0%
Japanese Equity $
21,1%
www.allianzgi.it
www.bancopostafondi.it
www.dexia-am.com
www.henderson.com
Equity Japan Target Euro
54,2%
Japan Small & Midcap Opportunities Euro 76,1%
Top Euroland Euro
25,9%
Euroland Equity $
29,9%
Equity Euroland Small Cap Euro
27,7%
Japan Value Euro
68,4%
Deutschland Euro
25,2%
Asia Ex Japan Equities Smaller Companies Euro
20,6%
Equity Us Relative Value Euro
24,1%
European Opportunities Extension Euro
32,3%
Zukunftsinvestitionen Euro
21,9%
Japanese Equity Euro
19,9%
Equity Global Luxury and Lifestyle Euro
23,8%
European Value $
28,3%
Italian Equities Euro
20,4%
Frontier Markets $
19,7%
Equity Mena Euro
23,7%
World Healthscience $
27,2%
European Equities Euro
19,3%
European Equity $
18,7%
www.amundi.com/ita
www.blackrockinvestments.it
www.dws.it
www.assetmanagement.hsbc.com
Geo Europa Euro
28,4%
Technologies Euro
34,9%
Equity Japan Euro
61,3%
Middle East & North Africa Euro
28,1%
Iniziativa Europa Euro
26,2%
Actions Japon Euro
29,7%
Equity Financial Euro
39,6%
Prestige & Luxe $
24,1%
Geo Italia Euro
22,3%
Midcap France Euro
21,1%
Equity Consumer Discretionary Euro
36,7%
Industrial Euro
22,7%
Geo Globale Euro
21,4%
Actions Euroland Euro
20,9%
Azioni Pmi Italia Euro
33,8%
Euro Equity Euro
22,5%
Italia Euro
20,5%
Azioni Europa Crescita Euro
19,2%
Equity Industrials Lte Euro
30,2%
Japan Equity Euro
20,6%
www.animasgr.it
www.bnpparibas-ip.it
www.eurizoncapital.it
www.ingim.com/it
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Japanese Value Equity Euro
60,2%
Challenge Pacific Equity Euro
33,1%
Institutional Euro
31,1%
Pan European Equity Dividend Euro
50,9%
Japanese Equity Core Jpy
46,1%
Pacific Collection Euro
25,8%
Euroland Equity Euro
25,8%
Uk Gbp
43,5%
Nippon Small/mid Cap Equity Jpy
45,7%
Challenge Spain Equity Euro
24,5%
European Potential Euro
23,8%
Global Equity Income Euro
37,2%
Global Smaller Companies Equity Euro
38,4%
Challenge Cyclical Equity Euro
19,7%
Global Ecology Euro
22,4%
Uk Equity Alpha Income Gbp
27,1%
Continental European Equity Euro
37,4%
Challenge Italian Equity Euro
19,7%
Austria Stock Euro
20,6%
Japan Rna Jpy
26,0%
www.invesco.it
www.bancamediolanum.it
www.pioneerinvestments.com
www.threadneedle.it
Global Life Sciences Euro
37,4%
Japanese Equity Jpy
35,8%
Azionario Tecnologia Euro
28,5%
Azioni Italia Euro
23,1%
Us Venture Fund Euro
31,1%
Us Growth Euro
31,1%
Azionario Europa Small Cap Euro
23,1%
Azioni Euro Euro
20,3%
Global Technology Euro
22,7%
Eurozone Equity $
25,0%
Azionario Europa Euro
20,0%
Azionario Etico Euro
18,3%
Us Twenty Euro
21,5%
Global Opportunity Euro
24,5%
Azionario Top Dividend Euro
19,1%
Privilege Euro
16,3%
Us Research Equity Euro
20,9%
Us Advantage Euro
21,1%
Azionario Healthcare Euro
19,1%
Azioni Europa Euro
www.janusinternational.com
www.morganstanley.com/im
www.rcm-international.com/it
15,4%
www.ubipramerica.it
Global Healthcare $
38,4%
Harris Associates Global Equity $
27,5%
European Equities Euro
25,6%
Biotech $
36,3%
Europe Dynamic Small Cap Euro
36,1%
Natixis Europe Smaller Companies Euro
20,5%
North American Equities $
16,9%
China Opportunities $
30,8%
Japan Equity $
35,7%
Loomis Sayles Us Research $
13,0%
Elite France-europe Euro
16,7%
Swiss Opportunity Chf
27,4%
Europe Technology Euro
35,5%
Natixis Souverains Euro
4,0%
Emerging Markets Equities $
6,4%
Small Caps Europe Euro
25,9%
Europe Small Cap Euro
33,7%
Loomis Sayles Multisector Income $
1,4%
Tact All Diversified Income Euro
3,8%
Japan Jpy
25,5%
www.jpmam.it
www.ngam.natixis.com
http://www.reyl.com/it
www.ubs.com/it
Opportunity $
51,4%
Us Small Cap $
21,8%
Japanese Eur Hedged Euro
54,8%
Swiss Mid&small Cap Chf
25,7%
Us Small Cap Opportunities Euro
30,1%
China Equity Euro
15,6%
Japanese Equity Alpha Euro
47,3%
European Mid & Small Cap Equity Euro
22,9%
Us Aggressive $
24,4%
High Yield Bond Clp
12,5%
European Smaller Companies Euro
34,8%
Japanese Equity Jpy
22,8%
Value Premier $
20,6%
Us Large Cap Euro
12,5%
Uk Smaller Companies Gbp
34,2%
New Power Euro
18,5%
17,9%
Short Duration High Yield Bond Euro
Frontier Mkts Equity $
31,3%
Us Value Equity Euro
17,3%
European Smaller Companies Euro
www.leggmason.it
5,3%
www.nb.com
www.schroders.it
www.vontobel.com
LOF - Japanese Small & Mid Cap
64.5%
Japan Opportunities Euro
54,0%
Multistock Biotech $
39,0%
Low Volatility Euro
4,3%
LOF - Golden Age
24,0%
Italian Value Euro
30,5%
Multistock Europe Small & Mid Cap Euro
29,9%
Emerging Market Euro
7,6%
LOF - Europe High Conviction
17,5%
European Small&Mid Cap Euro
27,2%
Multistock Swiss Chf
26,7%
Active Bond Euro
1,9%
LOF - Convertible Bond
10,0%
Us Value Euro
24,4%
Multistock Health Opportunity $
26,5%
Active High Yield Euro
0,8%
LOF – Total Return Bond
2,5%
23,9%
Multistock Luxury Brands Euro
26,4%
Global Strategy Euro
European Selection Euro
www.lombardodier.com
www.oysterfunds.com
-3,3%
www.zest-management.com
www.swissglobal-am.it
topfunds Japan Smaller Companies Euro
32,6%
Japanese Equity Selection Euro
57,6%
Biotech Discovery $
43,5%
Japan Euro
32,5%
Biotech Euro
40,1%
European Small-Mid Cap Euro
40,4%
European Smaller Companies Euro
23,2%
Small Cap Europe Euro
26,6%
European Growth Euro
30,1%
European Strategic Value Euro
21,0%
Japan Index Jpy
26,2%
Euroland Euro
28,6%
European Index Tracker Euro
20,8%
Premium Brands Euro
23,2%
Global Small-Mid Cap Growth $
28,0%
www.mandg-investments.it
www.pictetfunds.it
www.franklintempleton.it
I migliori fondi delle più importanti società di gestione distribuiti in Italia in base alle perfomance annuali aggiornate al primo giorno di ogni mese. Fonte: www.bluerating.com
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28 | etfnews
ottobre 2013
iShares sta rivedendo la gamma dei suoi prodotti
Grandi manovre L’intervento dopo l’operazione con Credit Suisse
significa che un totale di 12 fondi avrà oneri annui più bassi. iShares ha detto che i cambiamenti sono stati progettati “per soddisfare le crescenti richieste degli investitori a lungo termine di costi più bassi e di exchange trade funds trasparenti al centro dei loro portafogli”. Joe Linhares,
responsabile di iShares Emea, secondo FTAdviser ha dichiarato: “I cambiamenti di oggi significano che, laddove finora c’è stata sovrapposizione tra i fondi, adesso i nostri investitori potranno beneficiare di coerenza e in molti casi di Ter più bassi a seguito della nostra recente acquisizione”.
Seguendo Europa e Asia Source e Glg Partners, società del gruppo Man, hanno lanciato due nuovi specializzati etf sull’Europa continentale (esclusa la Gran Bretagna) e sull’Asia (tolto il Giappone): Source Man Glg Continental Plus Ucits
Etf e Source Man Glg Asia Plus Ucits Etf, due prodotti che offrono un’esposizione basata sull’indice Man Glg Europe Plus. Queste strategie azionarie sono sviluppate per catturare valore dalle raccomandazioni d’investimento inviate specifica-
mente dai broker azionari a Glg e usando una varietà di algoritmi che individuano dei trend nelle idee ricevute. Il Source Man Glg Continental Europe Plus Etf sarà disponibile in sterline, mentre il Source Man Glg Asia Plus Etf in dollari Usa.
L’etf che punta sui bond Il prodotto offre accesso al mercato statunitense delle emissioni ad alto rendimento a breve termine Spdr Etf, piattaforma di exchange traded fund di State Street Global Advisors, ha quotato un nuovo etf obbligazionario sullo Xetra della Deutsche
bluerating
AFTER HOURS
Tempi duri per gli strategist
N
A cura di Ettore Mieli iShares, la piattaforma etf di BlackRock, sta chiudendo 15 fondi e abbasserà i costi di altri 12 a seguito dell’acquisizione delle attività di etf di Credit Suisse nel luglio di quest’anno. Secondo una dichiarazione attribuita da FTAdviser a iShares, la chiusura dei fondi si deve in gran parte alla scarsa domanda da parte degli investitori. Più che altro, la combinazione delle due linee di prodotto ha portato a 10 esposizioni identiche, ha sottolineato l’azienda, aggiungendo che ha adattato il costo dei fondi al fine di assicurare a tutti i titolari un trattamento equo. L’azienda inoltre riposizionerà le versioni ad accumulo di tre fondi a un Ter di 15 punti base, il che
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Börse, lo Spdr Barclays 0-5 Year Us High Yield Bond Ucits Etf. Il nuovo prodotto offre accesso in un’unica soluzione al mercato statunitense
delle emissioni high yield a breve termine concentrandosi su titoli con scadenza inferiore ai cinque anni. “Dato che i bilanci societari sono migliorati dall’inizio
essuno sa bene che pesci prendere e la confusione regna sovrana. Certo, sui mercati azionari dell’Occidente il terzo trimestre è stato un Bengodi, una manna piovuta dal cielo, che porterà lautissime fee ai signori dei gestito. Ma ora, che autunno aspettarsi? Come verrà digerita dalle Borse l’overperformance dei mesi passati? È il momento di tirare i remi in barca? Il tarlo del dubbio ha cominciato a impossessarsi anche delle menti dei migliori strategist. Al centro dei pensieri, ancora una volta, gli atteggiamenti della Federal Reserve. Anzi, della SuperFed, vista in azione negli ultimi anni, capace di inserire nella sua forward guidance la nozione di trasparenza quale miglior antidoto alla volatilità dei mercati, salvo poi, all’ultimo Fomc di settembre, mandare tutti quanti in tilt. Si può tentare di dipanare la matassa partendo dal dopoBernanke, ma già iniziano i problemi. Se la rinuncia di Larry Summers sembra aver spianato la strada alla capofila delle colombe Janet Yellen, prendono corpo le voci di un possibile coup de theatre del presidente Obama per una riconferma dello stesso Ben “Helicopter”. Il quale il suo coup de theatre l’ha già messo in scena, dichiarando contro ogni aspettativa da lui stesso creata che il tempo per il tapering non è ancora giunto. Come risultato, si è beccato pure il tagliente giudizio del saggio di Omaha, Warren Buffett, che ha parlato della Fed come del più grande hedge fund della storia. Cosa che, detta dal miglior investor value di sempre, non è proprio un complimento. Ma i dubbi non si fermano qui. Perché il consensus prevalente resta quello secondo cui, già in ottobre, cioè alla prossima riunione del Fomc, arriveranno i primi dettagli sul tapering. A sostenerlo, tra gli altri, è un pessimista cosmico come Nouriel Roubini, il quale da giorni va ripetendo in televisione che ormai ci siamo, la riduzione degli acquisti di bond al ritmo di 85 miliardi di dollari al mese arriverà a breve. Ma allora, è la domanda, perché stupire i mercati e posticipare l’annuncio di sole poche settimane? Perché Bernanke si è addirittura fatto carico dell’accusa di una Fed a metà strada fra isteria e nevrosi, tra l’altro poco prima di cedere lo scettro? Non è che, magari, è lui stesso angosciato dai dubbi? O forse sa cose che i comuni mortali non vedono? Insomma, tempi duri per gli strategist. *direttore editoriale ITF News
della crisi finanziaria globale, i fondamentali sottostanti ai mercati del credito rimangono robusti e hanno portato a una stima dei tassi di insolvenza inferiore alla media storica del 4,9%”, ha commentato Danilo managing Verdecanna, director di Ssga in Italia. “I bassi tassi di insolvenza e la minaccia di un rialzo dei tassi di interesse rendono le obbligazioni ad alto rendimento particolarmente interessanti per gli investitori. Le obbligazioni a breve termine ad alto rendimento, in particolare, offrono
agli investitori il vantaggio di avere rendimenti più elevati e una duration inferiore, limitando l’esposizione ai rischi di tasso di interesse. Inoltre, gli investitori possono ottenere una maggiore diversificazione attraverso un exchange traded fund piuttosto che investire in obbligazioni di un unico emittente”. Oggi sono 52 gli Spdr etf disponibili in tutta Europa. Quest’ultimo lancio fa seguito alla quotazione di tre short-duration etf sul London Stock Exchange e sulla Deutsche Börse.
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Secondo il consulente Etfgi, il prestigioso college statunitense compare nella lista dei maggiori investitori istituzionali che puntano sui replicanti
L’etf conquista l’ammissione ad Harvard A cura di Daniel Settembre Non solo i piccoli risparmiatori ma anche i grandi investitori istituzionali si sono fatti prendere dalla febbre degli exchange traded fund. Secondo una ricerca riportata dal Financial Times, infatti, il più grande utilizzatore di etf è Bank of America Merrill Lynch, con un patrimonio di circa 50 miliardi dollari. Un mercato in rapida crescita con un giro d’affari ormai dalle dimensioni “monstre”, ma si sa ancora poco sulle istituzioni che utilizzano questo strumento finanziario. Ora, però, la società di consulenza Etfgi, grazie agli oltre 70mila documenti depositati dalle autorità di regolamentazione statunitensi oltre ai dati Reuters - ha pubblicato una serie di risultati che svelano quali sono i maggiori utenti istituzionali degli etf. E oltre a BofA, circa 166 miliardi di dollari di asset sono detenuti da Wells Fargo, Morgan Stanley, Goldman Sachs, Ubs, Bmo, Jp Morgan e Citi, che controllano questi grandi volumi grazie al loro duplice ruolo di market maker e di consulenti d’investimento. Secondo Scott Ebner, responsabile globale dello sviluppo del prodotto presso State Street Global Advisors, alcuni di questi istituti hanno anche ampie reti di consulenti finanziari che combinano etf
e fondi comuni di investimento, azioni e obbligazioni, per fornire soluzioni d’investimento su misura per i singoli portafogli dei clienti. Inoltre, il rapporto di Etfgi ha individuato nel milionario John Paulson il gestore di hedge fund con la più grande esposizione di etf, dovuta soprattutto alla sua partecipazione in Spdr Gold Shares. Spicca anche l’Università di Harvard, con ben 561 miliardi di dollari in etf, una “dote” di gran lunga superiore a quella di Stanford e Yale, che hanno rispettivamente in portafoglio 146 milioni e 28 milioni di dollari. L’analisi ha registrato poi che il numero di investitori istituzionali che puntano su etf ed etp è quasi raddoppiato nel corso degli ultimi sette anni, a quasi 3.400 alla fine del 2012. Deborah Fuhr, socio fondatore di Etfgi, ha evidenziato che molti emittenti di etf hanno lottato per avere una maggiore trasparenza dal momento che, contrariamente a quello che succede per i fondi comuni, l’investitore di etf non è tenuto a fornire i suoi dati. Proprio per questo l’indagine di Etfgi assume una particolare valenza, diventando una vera e propria mappa del tesoro per gli emittenti di etf. Nella pagina a fianco, invece, proponiamo la nostra mappa dei migliori etf del mese. @DanielSettembre
50
561
3.400
166
miliardi di dollari
miliardi di dollari
operatori
miliardi di dollari
Il patrimonio investito in etf dal colosso Bank of America Merrill Lynch
La somma totale di etf detenuta dall’Università di Harvard
Il numero di investitori istituzionali che utilizzano etf ed etp (dati a fine 2012)
Gli asset complessivi in etf detenuti dalle principali banche del mondo
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bluerating
Leveraged Eurostoxx 50 Euro
42,2%
Msci Japan Hedged Euro
60,8%
Topix Eur Hedged Index Euro
61,8%
Leveraged Msci Europe Euro
36,6%
Stoxx Europe 600 Automobiles & Parts Euro 48,2%
Se Europe Traded Index Euro
21,2%
Europe Consumer Discretionary Gbp
36,0%
Global Clean Energy $
44,9%
Msci Gss Countries Exsa Top50 Cap $
20,5%
Europe Insurance Euro
30,6%
Stoxx Europe 600 Technology Euro
35,6%
S&p 500 Hedged Index Euro
17,7%
Cac 40 Euro
27,5%
Msci Emu Small Cap Euro
33,4%
Msci Frontier Markets Index $
14,2%
www.amundi.com
it.ishares.com
markets.rbsbank.it
Japan Ucits Euro
60,9%
Stoxx Europe 600 Auto & Parts Euro
48,3%
Europe Consumer Discretionary Euro
36,0%
Euro Stoxx 50 Leveraged Euro
42,2%
Euro Stoxx 50 Daily Leverage Euro
42,2%
Europe Information Technology Euro
33,9%
Levdax Daily Ucits Etf Euro
37,8%
Stoxx Europe 600 Technology Euro
36,0%
Europe Small Cap Euro
29,6%
Stoxx600 Technology Ucits Etf Euro
35,7%
Stoxx Europe 600 Financial Services Euro
33,9%
Europe Financials Euro
28,0%
Itraxx Crossover Euro
32,7%
Msci Emu Small Cap Euro
33,4%
Europe Industrials Euro
26,7%
www.lyxoretf.it
www.etf.db.com
Short Jpy Long Euro
105,1%
www.spdrseurope.com
Euro Stoxx 50 Equal Weight Euro
24,8%
Msci Emu Small Cap Euro
33,7%
Daily Short Coffee Euro
48,4%
Stoxx Europe 600 Equal Weight Euro
22,1%
Msci Japan Infr.20/35 Ucits Etf Jpy
27,7%
Daily Short Silver $
36,1%
Istoxx Europe Minimum Variance Euro
12,8%
Msci Japan Trn Index Euro
26,0%
Short Aud Long Euro
34,7%
World Minimum Variance Euro
9,9%
Msci Emu Value Euro
23,9%
Daily Leveraged Cotton $
28,7%
Us Minimum Variance Euro
9,2%
Msci Emu Ucits Euro
22,9%
www.ossiam.com
www.etfsecurities.com
www.ubs.com/global/en/asset_management/etf/italy.html
topetf Global Clean Energy Gbp
42,9%
Global Listed Private Equity Gbp
27,6%
Ftse Rafi Dev. Europe Mid-small Gbp
27,3%
Ftse Rafi Switzerland Fund Euro
24,4%
Dynamic Us Market Fund $
21,2%
www.invesco.it
I migliori exchange traded fund delle piĂš importanti
Gli esperti di BLUERATING analizzano costantemente
societĂ di gestione distribuiti in Italia in base alle
tutti i prodotti disponibili sul mercato italiano
perfomance annuali aggiornate al primo giorno di ogni
decretando i cinque migliori etf per ognuno dei dieci
mese.
player del settore.
Fonte: www.bluerating.com
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bluerating
Del Borrello sarà alla guida di Bg Private Banking NON CI CASCO
Private, novità per il Leone O
Non farsi prendere da cose poco utili
A cura di Gianluca Baldini
Domenico Del Borrello (nella foto), manager di BlackRock, viene indicato come prossimo responsabile di Banca Generali Private Banking. La nomina ufficiale dovrebbe arrivare tra qualche settimana, per l’inizio di ottobre secondo i tempi concordati dalle due società. Del Borrello è un professionista conosciuto nel mondo delle reti e dell’asset management forte della crescita esponenziale di BlackRock in Italia, che ha accompagnato negli ultimi sette anni, e con cui Banca Generali vanta consolidati rapporti sul fronte degli investimenti. Oltre al talento personale che sarebbe stato riconosciuto in questi anni nello sviluppo nel mondo dei fondi e degli investimenti in reciproca sintonia tra le parti, proprio l’esperienza in un gruppo finanziario di importanza mondiale come BlackRock che ha come punti di forza le relazioni con i financial
advisor (consulenti finanziari) e la conoscenza approfondita dei prodotti e delle dinamiche del mondo dell’asset management e del wealth management, sembrano essere state le caratteristiche-chiave riconosciute per guidare l’ascesa della divisione private del Leone nel futuro. Banca Generali Private Banking si inserisce infatti tra le realtà in maggiore crescita nel settore forte di 11,5 miliardi di masse in gestione ed oltre 310 importanti professionisti di elevato standing. Il responsabile del private ban-
king riporterà al condirettore generale Gian Maria Mossa, anche lui recentemente entrato tra le fila della squadra di Motta dopo sette anni in Fideuram (leggi qui la notizia della sua nomina), e coordinerà le reti di private banker che fanno riferimento a manager di valore ed esperienza come Bruno Manera, sales manager rete private. L’ingresso di Del Borrello, 40 anni, con un passato di diversi anni precedentemente in Credit Suisse e poi Franklin Templeton, rappresenterebbe un ulteriore tassello nel riassetto all’organigramma del gruppo bancario che il numero uno Piermario Motta ha portato avanti negli ultimi mesi e che vede ora un team di giovani quarantenni capitanata dal condirettore generale Gian Maria Mossa, di 39 anni, e completata dal 38enne Marco Bernardi, direttore commerciale della divisione Banca Generali Financial Planner. @gianlucabaldini
Barclays Wealth & IM uscirà da 100 mercati Non solo tagli: nasce un centro d’eccellenza, nuova strategia Barclays Wealth and Investment Management sarebbe pronta a uscire da 100 mercati e a operare un drastico taglio al personale. Il tutto con l’obiettivo di migliorare i profitti della divisione interna, che hanno subito un calo del 53% rispetto all’anno scorso. Secondo il Financial Times, la società britannica prevede di ridurre il numero di Paesi a cui fornisce servizi di gestione patrimoniale e d’investimento, da 200 a 70 entro il 2016. La decisione di ridimensionare questo tipo di business segue di poche ore l’annuncio
di Credit Suisse (di cui trovate la notizia nella pagina a fianco). Anche Hsbc ad ottobre dello scorso anno operò una scelta simile. Il taglio di personale invece conferma ciò che il ceo di Barlcays, Antony Jenkins, aveva dichiarato lo scorso marzo, di ridurre l’organico della banca a 3mila dipendenti entro il 2016. Peter Horrell, che è stato amministratore delegato ad interim di Barclays Wealth and Investment Management da maggio, supervisionerà le modifiche dopo che lunedì 23 settembre è stato definitiva-
mente nominato come successore permanente di Tom Karalis. Nonostante la “spending review”, Barlcays si è anche impegnata a investire circa 400 milioni di sterline sulla divisione Wealth and Investment Management per i prossimi quattro anni, come parte di un più ampio progetto chiamato “Strategy Refresh”. Gli investimenti serviranno a creare un centro d’eccellenza per il risparmio gestito che sarà guidato da Rory Tobin, ex BlackRock, che si è unito al team l’anno scorso.
di Paolo Martini*
ggi più che mai è il tempo del fare in prima persona, di concentrarsi su che cosa in concreto occorre fare per crescere. Quello che è necessario, anche nel mondo finanziario, è portare ricavi sotto forma di una gestione più efficace dei clienti che si hanno, di nuova clientela o di nuovi colleghi o di idee concrete per incidere direttamente sui ricavi personali e della società. Il tempo delle riunioni esasperate, dell’eccessiva sofisticazione dei modelli e dei fenomeni, deve lasciar spazio a un fortissimo impegno da parte di tutti anche nel fare le cose che non si amano o sono più faticose. Andare a sviluppare nuove relazioni, sentirsi dire dei no da nuovi potenziali clienti o da nuovi potenziali colleghi è difficile e frustante e spesso la pigrizia prende il sopravvento perché la nostra mente tende naturalmente ad allontanarsi da quello che ci fa star male. Si tende quindi a preferire un forte dialogo con i colleghi sui temi più disparati normalmente esaltando quello che non funziona (proprio della mente umana) oppure stare ore davanti al computer a spedire e rispondere a mail che proliferano o ancora a passare ore e ore in spesso inutili riunioni. Bisogna stare di più sul mercato e non farsi travolgere dal fiume delle cose poco utili da fare. Bisogna avere coraggio e fiducia nelle proprie capacità senza essere spaventati da un modello retributivo basato maggiormente sulla parte variabile rispetto a quella fissa che porta l’illusione della tranquillità pagata spesso a carissimo prezzo. Le tantissime persone capaci che lavorano oggi nel mondo della finanza che credono nelle loro capacità e nel loro futuro hanno la possibilità di rimettersi in gioco fuori dai tipici schemi bancari andando a giocare una partita nuova in un campo ricco di soddisfazioni per chi avrà la capacità e la forza e di coglierle. *direttore commerciale Azimut
Citigroup cede asset per 6 mld $ Citigroup ha ceduto asset nei settori del private equity e negli hedge fund per oltre sei miliardi di dollari nell’ultimo mese, una mossa (Volcker Rule), che impongono agli istituti di credito di limitare le attività speculative più rischiose. In particolare, riporta il Wall Street Journal, la
terza banca americana per asset ha venduto 4,3 miliardi di dollari di asset del fondo Citi Venture Capital International alla private equity Rohatyn Group dopo che all’inizio di agosto aveva già ceduto altri 1,9 miliardi di asset investiti in hedge fund sui mercati emergenti.
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Troppa la concorrenza e margini ridotti all’osso
SocGen, addio private asiatico Il gruppo bancario francese Société Générale, o SocGen, sta valutando la vendita delle attività di private banking in Asia, a causa dei costi crescenti e della crescente concorrenza da parte sia di player globali che di compagnie locali. Lo riportano alcuni media, citando fonti vicine alla vicenda. Le discussioni sono confidenziali e le attività, basate a Singapore, potrebbero valere circa 600 milioni di dollari Usa, secondo le indiscrezioni. Tra gli offerenti figurano Chartered Bank, la United Overseas Bank di
B Singapore e Dbs Group Holding. Con la cessione la banca punta ad uscire da un mercato che è diventato difficile per le banche private piu’ piccole, cui manca la base di asset necessaria a competere con i player globali. La vendita fa parte del piano annun-
Il private di Banca Popolare di Vicenza sarà guidato da Vignoli, ex FinecoBank Arriva da FinecoBank il nuovo responsabile della direzione private banking della Banca Popolare di Vicenza. Secondo quanto riporta Magstat, Luca Vignoli ha assunto lo scorso agosto l’incarico recentemente lasciato libero da Gianluca Talato, passato in Barclays a giugno.Dal suo profilo LinkedIn si apprende che Vignoli ha lavorato negli ultimi 11 anni in FinecoBank, prima come promotore finanziario (dal 2001 al 2004) e successivamente come area manager. In precedenza, dal 1995 al 2001, Vignole ha operato presso Bipop Carire.
ciato da SocGen di continuare con il processo di trasformazione, in un contesto economico che resta turbolento. In precedenza, SocGen ha ceduto la propria banca private giapponese a Sumitomo Mitsui, per una somma che non è stata comunicata. Nel dicembre del 2012 la banca aveva concordato di vendere la maggioranza della propria controllata egiziana al Qatar National Bank Group per circa 1,97 miliardi di dollari. Recentemente Bank of America ha ceduto le proprie attività nel private banking in Asia e in altri Paesi fuori dagli Usa al gruppo svizzero Julius Baer. In precedenza, il conglomerato finanziario Ing Groep aveva venduto la propria banca private asiatica alla Oversea-Chinese Banking Corporation di Singapore.
Credit Suisse in ritirata
Credit Suisse prevede di tirarsi indietro dal settore del private banking in una decina di mercati esteri per tagliare i costi e ottimizzare le operazioni sulla scia della crisi finanziaria. Il portavoce di Credit Suisse, Marc Dosch, si è rifiutato di dire quanti clienti o quali sarebbero i
Fassino, Bazoli & Yaki di Gianni Gambarotta
ALTRO CHE CRISI
Per far fronte alla crisi, il gruppo vuole uscire da una decina di mercati minori
BIGLIABIANCA & BIGLIANERA
Paesi interessati dall’operazione. “Questa iniziativa riguarda un certo numero di paesi che sono o molto piccoli o dove abbiamo un piccolo numero di clienti “,ha fatto sapere Dosch al Wall Street Journal . La settimana scorsa, il giornale svizzero Tages Anzeiger aveva fatto sapere che il Credit Suisse stava per chiudere i conti di clienti in circa 50 paesi, tra cui l’Angola , il Turkmenistan e la Bielorussia . In ogni caso, anche i clienti provenienti da Israele e Danimarca che hanno beni per meno di un milione di franchi svizzeri ($ 1,1 milioni) saranno colpite,
spiega sempre il giornale. Nei mercati più maturi e industrializzati, la banca si sta concentrando sui cosiddetti ultra-high-net-worth-individuals, che hanno più di 50 milioni di franchi svizzeri di patrimonio gestito. A luglio, il Credit Suisse aveva reso noto di aver raccolto 7,6 miliardi di franchi svizzeri di nuovi capitali per la sua attività di private banking nel secondo trimestre , grazie in gran parte ai mercati emergenti e ai nuovi ricchi. Dall’operazione Credit Suisse ha detto che prevede di risparmiare 3,2 miliardi di franchi svizzeri solo nel 2013.
iglia nera. Diciamolo con franchezza: avremmo preferito non vedere la fotografia del professor Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa, in crociera nell’Egeo in compagnia del sindaco di Torino Piero Fassino a bordo di un veliero di 38 metri. Entrambi i personaggi erano ospiti dell’armatore, Giorgio Fantoni, un signore di oltre 80 anni, il quale pur essendo italianissimo e avendo guadagnato una meritata fortuna con un’italianissima casa editrice, ha residenza nell’accogliente e fiscalmente non molesta Montecarlo e possiede un natante di nome Electa che batte bandiera britannica ed è iscritta allo yacht club di Monaco. Tutto in regola, per carità. Nulla da eccepire sui crocieristi. Tuttavia per chi sta ai vertici dell’establishment di un Paese impegnato (più che altro a parole) a tener alto il vessillo del rigore fiscale andare in vacanza con un signore emigrato a Montecarlo, forse è una caduta di stile. E non è l’unico problema del professore in questi tempi. La sua presa sulla finanza italiana non è più quella di una volta. La Rcs MediaGroup, che fino a pochi mesi fa aveva in lui la stella polare, ora gravita attorno alla Fiat che, con un investimento parso a molti stravagante, si è confermata saldamente al comando degli azionisti riuniti in patto di sindacato. Brutte notizie arrivano anche dal fronte Tassara: questa finanziaria del suo amico Romain Zaleski usata per anni come parcheggio di partecipazioni strategiche (sempre acquistate a credito), è ormai arrivata al capolinea. E ancora: talune delle operazioni strategiche realizzate da Banca Intesa, come Alitalia e Telco-Telecom, si stanno rivelando dei clamorosi insuccessi ai quali qualcuno, probabilmente straniero, dovrà porre rimedio. Come dimostrano le mosse di Air France e Telefonica. Insomma, la scorsa estate si è presentata come un autunno per il professore. Non si può che augurargli buon vento. Biglia bianca. Chi invece va a vele spiegate è John Elkann, presidente della Fiat e leader della famiglia Agnelli. Ha dimostrato un pragmatismo e un realismo degni di un capitalista di razza, di quelli che sanno decidere rapidamente. Il suo gruppo automobilistico, si sa, non inanella un successo dopo l’altro. I modelli Fiat, forse per colpa dei consumatori incapaci di apprezzarli, non suscitano entusiasmo sul mercato e, anzi, da anni non fanno che perdere quote. Ora sembra che a salvare la situazione provvederà la Chrysler, ma è un’ipotesi che riguarda il futuro: per il momento le cose, come si diceva, vanno maluccio. E allora? Il presidente ha deciso di togliere ancora un po’ di risorse dal settore auto e di dirottarle verso l’editoria, investendo una novantina di milioni per diventare azionista di riferimento di Rcs MediaGroup, casa editrice del Corriere della Sera. Non che le cose qui vadano meglio che al Lingotto. Al contrario: il primo quotidiano italiano è in una crisi tanto grave che deve mettere in vendita la sua storica milanese sede di via Solferino. Soldi, dividenti non ne dà. Ma dà potere. E il potere, come insegna la storia dei capitalisti italiani, genera cedole più generose e certe delle azioni.
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bluerating
Paolo Molesini: i risultati e i progetti di Intesa Sanpaolo PB
Chiuderemo l’anno con grandi numeri di Gianluca Baldini Il settore del private banking non è mai stato così in forma e noi stiamo facendo i risultati migliori di sempre. È così che inizia l’intervista che BLUERATING ha realizzato con Paolo Molesini, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Private Banking. “I problemi”, spiega, “riguardano le banche generaliste, non quelle come noi”. A che punto è il settore del private in questo momento secondo lei? In un contesto difficile come quello in cui si trova il settore della finanza, il private banking ci regala buone soddisfazioni perché necessita di poco capitale e i rischi sono relativamente bassi. Prestiamo poco denaro e quello che prestiamo sostanzialmente è garantito. Quindi lei non vede criticità nel settore? Le criticità non sono nel settore. Sono solo per gli operatori più piccoli. È chiaro che per un operatore piccolo che sperava di raggiungere certe masse che poi non ha raggiunto, questo sia un momento difficile. Però per un operatore grande che ha una struttura commerciale solida, di rado abbiamo visto momenti migliori.
Purtroppo non possiamo fornire dati ma il numero è molto migliore rispetto a quello dell’anno passato. Le dico solo che già alla chiusura del 2012 i numeri erano molto incoraggianti. Lo sviluppo di quest’anno ha ulteriormente prodotti numeri molto soddisfacenti. Quali sono i settori all’interno del private che vi stanno dando più soddisfazione?
Intesa Sanpaolo PB? Il nostro cliente medio ha circa due milioni di euro con noi. È tipicamente prudente e noi siamo i primi a incoraggiare la prudenza. Non è una questione tattica. È un approccio. Noi siamo la prima banca italiana, abbiamo più del 20% di quote di mercato. Per me ogni cliente, ha come minimo due banche e la questione fondamentale è non perderne neanche uno.
Per un operatore grande come noi, con struttura commerciale solida, di rado abbiamo visto momenti migliori di quello attuale Paolo Molesini, amministratore delegato Intesa Sanpaolo PB
Io credo prima di tutto che il mercato del private sia denso di opportunità: c’è un flusso costante di clienti che abbandona la banca generalista per affidarsi alla banca specializzata. È chiaro che a parità di costo si ha un servizio più focalizzato. Mentre il mercato dei clienti potenziali di una banca rimane più o meno stabile, quello legati al mercato private aumenta. Quindi il mercato cresce. All’interno del patrimonio di un cliente la parte finanziaria è sempre più importante. Perché la parte immobiliare e aziendale generano una redditività molto scarsa se non negativa. La parte finanziaria diventa molto importante se gestita con professionalità.
Ancor prima che prenderne di nuovi. Per cui io sono il primo a incoraggiare il cliente a prendersi rischi relativamente bassi. Con la crisi ha notato un cambio di atteggiamento nel modo di investire dei vostri clienti? Sono cambiate le modalità di gestione di un portafoglio. Prima della crisi del debito sovrano, lei proteggeva bene un portafoglio con titoli di stato e strutture analoghe. Oggi chiaramente la protezione si può avere solo attraverso la diversificazione.
Ci vuole dare qualche dettaglio in più sulla clientela di
Quali sono i servizi di Intesa Sanpaolo PB? Noi abbiamo tutti i servizi bancari: conti corrente, conti deposito, finanziamenti, conti liquidità e carte di credito.
76,6
35
750
miliardi
mila clienti
professionisti
Intesa Sanpaolo PB come si posiziona all’interno del mercato italiano? Diciamo che stiamo facendo dei risultati molto lusinghieri.
La raccolta della rete in euro al 31 dicembre dell’anno scorso
Le famiglie o i singoli che si affidano ai servizi di Intesa Sanpaolo PB
È il numero di private banker in forza alla banca
Abbiamo la parte di prodotti gestiti: fondi comuni di tutte le case. Siamo un architettura veramente aperta. Il cliente può affidarsi ad Intesa Sanpaolo Private Banking e non avere neanche un prodotto nostro. Abbiamo poi un servizio di gestioni patrimoniali: sia quelle più standard che quelle personalizzate. Tutti i servizi di consulenza: sia sulla parte finanziaria, con un cliente che vuole avere un servizio che gli dica cosa comprare, cosa vendere, avere un servizio giornaliero di controllo del portafoglio, ma non vuole avere un mandato di gestione. Ci sono poi i servizi di consulenza immobiliare, fiscale e legale. Quali sono i mercati su cui la banca sta puntando? L’aspetto principale è come sempre la diversificazione. A diversificare non si sbaglia mai e, mi creda, ce n’è molto più bisogno di quello che noi pensiamo. Perché spesso il cliente investe su quello che conosce: quindi investe di più sull’Italia che non sull’Europa e più sull’Europa che non sull’Australia o l’America. Oggi ci troviamo di fronte a una tale ansia che ha il cliente sulle scelte di carattere finanziario, che tende un po’ a immobilizzare il portafoglio. Un errore che molti tendono a fare. Per cui aiutare i clienti nella diversificazione è la cosa principale oggi. Tendenzialmente io credo che i nostri clienti dovrebbero mettere un po’ più di equity nei loro portafogli e in particolare equity Europa. @gianlucabaldini
Paolo Molesini
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A ottobre prende avvio l’istituto mobile di Bnl Bnp Paribas
Ciao vecchia banca Arriva Hello Bank! A cura di Rosaria Barrile Ancora poche settimane per l’avvio della nuova banca digitale firmata Bnl Bnp Paribas e interamente dedicata ai servizi erogati in mobilità. A trainare il lancio, e a suscitare curiosità intorno ai nuovi servizi che partiranno a fine ottobre un blog e una pagina Facebook dedicata. Già operativa in Belgio, Germania e Francia, Hello Bank! intende servire una fascia di clientela abituata a utilizzare servizi in mobilità, anche per i propri
acquisti e a far ricorso ai social media per comunicare e condividere esperienze. Chi diventa fan della pagina Facebook dedicata all’iniziativa può infatti tenere d’occhio tutti gli sviluppi, e conoscere prodotti , costi e servizi. “L’obiettivo è di raggiungere in Italia, entro il 2017, 250mila clienti” precisa Matteo Coppari, responsabile digital bank Bnl. L’offerta commerciale di Hello Bank! comprenderà prodotti e servizi pensati per gestire quotidianamente le finanze e per costruire i
Intesa, via Cucchiani Messina nuovo ceo Dopo due anni alla guida dell’istituto si chiude l’esperienza di Enrico Cucchiani come amministratore delegato di Intesa Sanpaolo. A fine settembre le prime indiscrezioni, poi riprese e approfondite dal Financial Times; domenica 29 settembre, infine, a notte fonda sono state comunicate le dimissioni dell’ex numero di uno di Allianz, spazzando via tutte le incertezze che avrebbero pesato ancora sulla capitalizzazione in Borsa. “Enrico Tomaso Cucchiani lascia con effetto immediato la carica di consigliere delegato e ceo”, ha
annunciato la banca al termine dei consigli. E a Cucchiani vanno in tasca 3,6 milioni di euro di buonuscita. Tutto è iniziato sabato, riferisce l’agenzia di stampa Ansa che ha provato a ricostruire i fatti, quando tornato da New York, lo stesso Cucchiani ha incontrato nel pomeriggio di domenica il presidente Giovanni Bazoli e Gian Maria Gros-Pietro (presidente del cds) per un chiarimento. E per la consegna della lettera di dimissioni.
Derby allo sportello Prendono vita i c/c per i fans Inter e Milan. Due i prodotti: Deutsche Bank e Bpm Tra Milan e Inter lo scontro questa volta è sui numeri. Non delle reti segnate, ma dei conti correnti aperti. Ciascun club infatti dedica ai tifosi un prodotto a condizioni riservate. A promuoverlo sono i nuovi top sponsor dei club mila-
nesi, Bpm e Deutsche Bank. Il conto corrente dedicato ai tifosi rossoneri da Bpm è “Rossonero per sempre” e comprende prevede canone e carta bancomat gratuiti fino al 31 dicembre 2015, carta di credito personalizzata e gratuita per il primo anno, sconti su altri servizi bancari e concorsi a premi. Deutsche Bank offre ai tifosi interisti anche una gamma di prodotti e servizi esclusivi per la gestione del credito e la possibilità di finanziare l’abbonamento allo stadio a condizioni riservate.
risparmi del futuro, attraverso soluzioni specifiche in grado di valorizzare la “customer experience” digitale”. Dal mondo dei social network prende vita anche Widiba, la nuova banca on line del Gruppo Mps guidata da Andrea Cardamone. Anche per il lancio della nuova piattaforma, che sarà operativa sul mercato dal 2014, la strategia è stata quella di far leva sul coinvolgimento diretto degli utenti. Già a partire dalla definizione del brand: partito a luglio con il lancio di un contest su Zooppa.com, piattaforma di user generated content, il processo di consultazione del popolo del web ha visto in solo due mesi l’arrivo di 1.900 proposte, 36 video e 45.000 accessi. @rosariabarrile
Il consiglio di gestione e di sorveglianza, dopo aver preso atto delle dimissioni di Cucchiani in una seduta fiume che si è chiusa intorno alle 22,30 del 29 settembre, ha nominato Carlo Messina (nella foto), attuale direttore generale vicario e numero uno della Banca dei territori. Al tempo stesso il consiglio di sorveglianza ha integrato il Cdg con Francesco Micheli. Ma non finisce qui per Ca’ de Sass che ora dovrà affrontare il tema governance, prossima a tornare a quella “tradizionale” dopo la scelta sistema duale avvenuta in seguito alla fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi.
Zero spese anche per il conto corrente Db Privilegio Inter: canone mensile, domiciliazione utenze, libretto assegni, bonifici on line, carta di debito e bolli statali gratuiti. Ma l’offerta è riservata solo ai veri tifosi nerazzurri. Per poter sottoscrivere il conto infatti è necessario appartenere a una delle seguenti categorie: abbonati a Inter Channel, Soci senior Inter Club residenti in Italia, abbonati stadio stagione 2012-13 o 2013-14, possessori Tessera Siamo Noi, tesserati/affiliati Inter Settore Giovanile, Scuole Calcio annuali Milano/Lombardia e famiglie affiliate.
CONTROPELO
di Giuseppe G. Santorsola*
Quanto “vale” la Banca d’Italia?
È
stata proposta autorevolmente l’ipotesi di determinare il valore della Banca d’Italia. La consistenza del progetto è dimostrata dall’azione congiunta con il MEF e dalla selezione da parte della prima di tre esperti affinché provvedano a criteri di valutazione e determinazione del valore. Le scelte non coinvolgono soggetti provenienti ad alcun titolo dallo stesso Istituto (un ex-Presidente della Corte Costituzionale, un exbanchiere centrale straniero e un Rettore i cui studi sono dedicati al settore bancario). Dal punto di vista del valore si tratta di un potenziale molto elevato per diversi motivi, idoneo a liberare consistenti risorse. Non è compito di un commento avventurarsi in ipotesi quantitative, anche quando chi da decenni studia e segue la materia potrebbe maturare ipotesi al riguardo, purché supportate da un modello tecnico qualitativamente consistente. Il problema legittimamente posto all’attenzione concerne invece la finalità della procedura e il conseguente utilizzo che le somme e dei valori. Dei 60 soci. due terzi sono riconducibili ai 2 principali gruppi bancari italiani, un altro 11% è di pertinenza di soggetti istituzionalmente esterni al sistema bancario (assicurazioni ed enti previdenziali). Un altro 8% è invece di proprietà di due banche in sostanziale difficoltà, oggetto di monitoraggio da parte della Banca Centrale (MPS e Carige). Solo un 15% è distribuito (attraverso le Fondazioni Bancarie) tra il resto del sistema. L’effetto di una eventuale rivalutazione prevede quindi una distribuzione fuori linea rispetto alla struttura del settore; un tema sul quale riflettere. Nulla prelude ad una vendita; quote rivalutate migliorerebbero la situazione patrimoniale dei soci (che registrano oggi valori storici), gli utili non subirebbero modifiche (sono il 3% del risultato della Banca) ed eventuali acquirenti dovrebbero dimostrare senza incertezze assenza di conflitti di interesse. Inoltre, una parte consistente del valore supporta la partecipazione nella BCE e andrà sottratto al lordo valutato. Il tema è quindi molto interessante, ma obiettivamente poco “aziendalistico” né forse pratico nel breve periodo. *santorsola@uniparthenope.it
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Con la cooperazione bancaria tutto il mondo è come un paese Il ruolo ricoperto dal settore si fa ovunque sempre più rilevante, per la funzione economica e sociale che sta svolgendo in questa crisi giunta a un momento delicato
L
a cooperazione bancaria mondiale rappresenta una realtà in continua e lenta espansione, nonostante una crisi internazionale della finanza che ha ferito in ogni angolo del globo intere comunità, desertificando larghi strati dell’economia reale. I contorni di questo fenomeno economico e sociale sono di un organismo animato da una fioritura incessante di iniziative sociali dotate di un dinamismo che è difficile quantificare e delineare in tutti gli aspetti delle varie forme e declinazioni. In molti Paesi, infatti, le informazioni sono ancora molto insufficienti a delineare il fenomeno in modo completo. L’importanza ricoperta dalla cooperazione bancaria si fa sempre più rilevante, in particolare per il ruolo economico e per la funzione sociale che sta svolgendo in questa fase particolarmente delicata della crisi economica e finanziaria mon-
di Giuseppe De Lucia Lumeno*
diale. Quello che emerge è una galassia di oltre 195mila istituzioni bancarie presenti in oltre 110 Paesi che erogano quasi 6.500 miliardi di euro di crediti, in prevalenza alle famiglie e alle micro e piccole imprese. La raccolta del risparmio ha superato nel 2012 gli 8.400 miliardi di euro. I soci nei cinque continenti superano i 425 milioni, mentre una stima prudenziale colloca il numero dei clienti a 720 milioni. Ovunque, la forza della cooperazione bancaria è l’inclusione, rendere le persone parte attiva di un progetto di sviluppo da condividere insieme alla comunità nella quale vivono e con cui quotidianamente si confrontano, diffondendo e rafforzando il sentimento per un futuro prospero e sereno. Questo sentimento, che ha sospinto fin dalla nascita la crescita della cooperazione bancaria, continua a sostenerla nelle economie più industria-
lizzate - come in Europa, Giappone e Canada - e in quelle in via di sviluppo che stanno registrando, in alcuni casi, ampi livelli di crescita economica come in India e in Cina. Proprio la fedeltà ai valori ispiratori - democrazia economica, prossimità e sussidiarietà, che da sempre percorrono ovunque la cooperazione bancaria - rappresenta la risposta migliore per affrontare ovunque nel mondo le sfide di oggi e di domani. Dalla sua nascita, avvenuta a metà dell’800 in Germania, la cooperazione bancaria risulta avere un peso e un ruolo economico maggiore principalmente in due aree: l’Europa, dove la fiamma della cooperazione è nata, e l’Asia, che attualmente rappresenta il continente in cui la crescita economica risulta essere più vivace e dinamica. Entrambi i continenti, insieme, rappresentano quasi il 90% dell’inter-
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mediato complessivo della categoria a livello mondiale. Il restante 10% è per gran parte da attribuire all’area del Nord America, dove sono presenti due diverse interpretazioni della cooperazione bancaria: la prima riconducibile all’esperienza maturata in Canada dalle Caisses Desjardins, banche popolari la cui operatività e dimensione bancaria è analoga a quella delle banche cooperative europee; la seconda basata sulla presenza delle Credit Unions, intermediari di piccole dimensioni generalmente espressione dei dipendenti di grandi società che si rivolgono prevalentemente alle famiglie anziché alle imprese, molto diffuse negli Stati Uniti. Complessivamente, il credito espresso dalla cooperazione bancaria internazionale rappresenta il 12,2 % del prodotto interno lordo mondiale, in crescita rispetto al precedente dato registrato nel 2009, mentre quello espresso dal continente asiatico è dell’8%. Il valore di gran lunga più alto si riscontra in Europa (27%) dove la tradizione della cooperazione bancaria è più radicata, mentre più contenuto risulta il dato del Nord America (5%). Analogo discorso si deduce considerando l’intermediato (depositi e impieghi insieme) del credito cooperativo, che raggiunge il 28% del Pil mondiale, arrivando a rappresentare oltre la metà del Pil dell’Europa, il 25% di quello dell’Asia e il 10% di quello dell’America del Nord. Per quanto riguarda i dati sulla compagine sociale che contribuisce all’esistenza e alla prosperità della cooperazione bancaria a livello internazionale, il numero maggiore di soci si riscontra in Asia - con un numero di quasi 200 milioni - poi
in Nord America, che totalizza 110 milioni, e in Europa, con i suoi 65 milioni. Chiaramente tali numeri vanno confrontati con la popolazione dell’area per valutare correttamente quanto la cooperazione bancaria, oltre a essere presente economicamente, sia anche diffusa come pensiero e conoscenza nelle persone e nelle comunità. A tal fine, è stato calcolato per ogni continente il rapporto tra numero dei soci e popolazione in età attiva così come elaborato anche dal World Council of Credit Unions (Woccu). I risultati mostrano come il 10% della popolazione mondiale lavorativa sia socio della cooperazione bancaria, una percentuale che sale al 50% per il Nord America e che è pari al 17% in Europa e al 25% in Oceania. In Asia tale percentuale è inferiore (7%), ma non è omogenea in tutto il continente, rispecchiando aree geografiche con realtà socioeconomiche completamente differenti nelle quali la cooperazione bancaria può essere più o meno estesa. Il risultato è anche influenzato dalla mancanza di dati disponibili per alcuni Paesi come, per fare un esempio, la Cina. Nel Regno di Mezzo questo tipo di banche, che sostiene lo sviluppo economico delle zone rurali, è presente da 50 anni. Comunque, nei Paesi asiatici dove la cooperazione bancaria presenta radici più solide e rami più estesi il tasso di partecipazione è ampiamente superiore. Qualche nome? Eccone tre significativi: l’India, con una quota pari al 19%, la Corea del Sud, che invece presenta un 26%, e per chiudere il cerchio il Giappone, con il suo 24%. *segretario generale Associazione nazionale fra le Banche Popolari
PRESENTE IN TUTTO IL GLOBO Banche (n) Impieghi (mld €)
America
Europa
Africa Asia-Oceania
11.432
6.147
23.334
154.105
695
4.174
24
1.673
Elaborazione BLUERATING sui dati dell’Associazione nazionale fra le Banche Popolari
I NUMERI DELLE POPOLARI
6.147 Attualmente è questo il totale delle banche in Europa
8.615 Sono le istituzioni bancarie soltanto nel Nord America
2.374 Il numero delle società attive nell’America del Sud
326 È il numero delle aziende considerando solo l’Oceania
8.429 È questa la raccolta mondiale in miliardi di euro
6.566 Gli impieghi in miliardi di euro riferiti a tutti i Paesi
I NUMERI DELLA COOPERAZIONE BANCARIA MONDIALE
195mila Sono le istituzioni bancarie riconducibili a livello globale alla cooperazione
110 È questo il numero dei Paesi nei quali operano le 195mila istituzioni bancarie
425mln 720mln A tanto ammonta il numero che i soci nei cinque continenti superano oggi
Sono i clienti delle istituzioni bancarie secondo una stima prudenziale
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Il dato netto da gennaio ad agosto delle reti è di 11,5 mld
Le reti di promotori finanziari hanno raccolto quasi 1,2 miliardi di euro nel mese di agosto (dagli 1,3 miliardi di luglio), portando così le sottoscrizioni nette nei primi otto mesi dell’anno a quota 11,5 miliardi di euro: si tratta del migliore risultato dal 2003. Anche nel mese più caldo dell’anno, segnala Assoreti nell’ultimo aggiornamento mensile, gli investitori hanno mostrato una decisa preferenza per i prodotti del risparmio gestito, che hanno visto affluire nelle loro casse l’89% dell’attività di raccolta in agosto, pari a oltre un miliardo di euro. Il dato da inizio anno, pari a 15 miliardi, costituisce il migliore risultato dal 2001. All’interno di questa macrocategoria, fondi comuni e sicav hanno segnato il passo rispetto a luglio, con una raccolta netta di 709 milio-
ni di euro, che si confrontano con gli 1,1 miliardi del mese precedente (9,3 miliardi da inizio anno). Gli investimenti si sono concentrati in particolare sui fondi domiciliati all’estero, con volumi netti complessivi per 673 milioni di euro (325 milioni in fondi tradizionali e 349 milioni in fondi di fondi). In termini di tipologia di fondi, le scelte sui prodotti esteri hanno privilegiato i fondi flessibili (318 milioni) e quelli bilanciati (163 milioni). Positivi anche gli azionari (133 milioni) e i monetari (113 milioni), mentre sui fondi obbligazionari esteri sono prevalsi i disinvestimenti (-52 milioni). È tornato invece in positivo il bilancio dei fondi di diritto italiano, con risorse nette pari a 43 milioni di euro. I prodotti assicurativi e previdenziali hanno registrato da parte loro sottoscrizioni nette per 290 milioni di euro (5,4
bluerating
IL SISTEMA DELLE RETI Gli aggiornamenti su www.bluerating.com
Quasi 1,5 miliardi di raccolta al mese A cura di Diana Bin
n
L’ANDAMENTO DELLA RACCOLTA 2.000
1.782
1.781 1.800
1.667
1.600
1.572
1.462
1.577
1.400
1.323
1.230 1.200
1.167 930
1.000 800
759 649
600 400 200 0
S
O
N
D
G
F
M
A
M
L
G
A
Fonte: Assoreti - dati da settembre 2012 ad agosto 2013
miliardi da inizio anno) e le gestioni patrimoniali hanno raccolto 36 milioni (457 milioni da inizio anno). Per quanto riguarda la componente amministrata del risparmio, la raccolta di agosto si è attestata a quota 131,2 milioni di
euro, in miglioramento rispetto al rosso di 411 milioni registrato lo scorso luglio (-3,7 miliardi da inizio anno): nel dettaglio, i titoli hanno perso 2,9 milioni di euro, mentre la raccolta in liquidità ha raggiunto i 134 milioni di euro.
I promotori finanziari con mandato dalle società rientranti nell’indagine Assoreti, infine, al 31 agosto erano 21.713 unità, con una rappresentatività del 93% sull’intera compagine associativa. Il dato stimato è pari a 23.347. @DianaBin2
TUTTI I NUMERI DEL SETTORE Gruppo
Rete/i
Raccolta netta (agosto)
N. promotori agosto
N. promotori luglio
Var. n. pf
Racc. pro-capite
Mediolanum
Banca Mediolanum
265.701
4.310
4.290
20
61,6
Banca Fideuram
Banca Fideuram, Sanpaolo Invest sim
223.256
4.996
4.996
0
44,7
Azimut
Apogeo Consulting sim, Az Investimenti sim,
189.955
1.453
1.456
-3
130,7
Azimut Cons. per Investimenti sim Allianz Bank
Allianz Bank Financial Advisors
174.498
1.889
1.891
-2
92,4
UniCredit
FinecoBank
136.831
2.416
2.412
4
56,6
Banca Generali
Banca Generali
131.074
1.463
1.461
2
89,6
Deutsche Bank
Finanza & Futuro Banca
72.694
1.530
1.533
-3
47,5
Veneto Banca
Veneto Banca, Banca Ipibi Financial Advisory
10.829
289
288
1
37,5
Credito Emiliano
Credem
5.666
478
476
2
11,9
Consultinvest
Consultinvest Investimenti sim
2.939
266
267
-1
11,0
Banca Popolare di Vicenza
Banca Nuova
-5.150
75
81
-6
-68,7
Hypo Alpe Adria Bank
Hypo Alpe Adria Bank
-8.581
67
68
-1
-128,1
Monte dei Paschi di Siena
Banca Monte dei Paschi di Siena
-16.111
709
714
-5
-22,7
Unione di Banche Italiane
Ubi Banca Private Investment
-17.047
689
689
0
-24,7
I dati sulla raccolta sono in migliaia di euro. La classifica è ordinata per raccolta. Elaborazione BLUERATING su dati Assoreti
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Mps
72,2
Unione di Banche Italiane
100
Monte dei Paschi di Siena
136,8 131,1
Hypo Alpe Adria-Bank
Banca Popolare di Vicenza
174,5 150
10,8
5,7
2,9
Veneto Banca
Credito Emiliano
Consultinvest
50
Deutsche Bank
Banca Generali
UniCredit
Allianz Bank
Banca Fideuram
Azimut
0
-5,15 --8,58 --16,11 --17,47
RACCOLTA PRO-CAPITE 150.000
56.635 47.513 44.687
50.000
37.471
Hypo Alpe Adria-Bank
61.648
Banca Pop. di Vicenza
92.376 89.592
Unione di Banche Italiane
100.000
Monte dei Paschi di Siena
130.733
11.854 11.049
Consultinvest
Veneto Banca
Banca Fideuram
Deutsche Bank
UniCredit
Banca Mediolanum
- 50.000
Banca Generali
0 -22.723 -24.742
-68.667
- 100.000
-128.080
- 150.000
TOP TEN RECLUTAMENTO 25
20
20
Consultinvest
Hypo Alpe Adria-Bank
Allianz Bank
Azimut
Deutsche Bank
Monte dei Paschi di Siena
0
0
-1
-1
-2
-3
-3
-5
Banca Pop. di Vicenza
Unione di Banche Italiane
10
Banca Fideuram
15
4
5
2
2 1
0
-5
-6
Veneto Banca
Il gruppo della famiglia Doris conquista la vetta della classifica anche in termini di reclutamento di nuovi promotori finanziari ad agosto: secondo i dati Assoreti, alla fine del mese la rete di Banca Mediolanum contava 4.310 family banker, ossia 20 in più rispetto alla fine di luglio. Segue, al secondo posto, il gruppo UniCredit, che ha visto la sua rete FinecoBank crescere di quattro unità rispetto al mese precedente, mentre si posizionano terze - a parità di risultato - Banca Generali e il Credito Emiliano con due promotori finanziari in più ciascuna. Il saldo tra entrate e uscite è stato negativo invece per la Banca Popolare di Vicenza (-6 promotori rispetto a luglio), Mps (-5), Deutsche Bank (-3) e Azimut (-3), ma anche per Allianz Bank (-2), per Hypo Alpe Adria Bank (-1) e per Consultinvest (-1).
190,0
Credito Emiliano
Ennio Doris amplia il network
223,3 200
Banca Generali
I promotori finanziari delle tre reti del gruppo Azimut - Azimut Consulenza, Apogeo e Az Investimenti sim - sono stati i più produttivi in agosto: la raccolta media pro-capite dei 1.453 professionisti complessivamente in forza alla società presieduta e guidata da Pietro Giuliani (nella foto) si è attestata a circa 131mila euro. Seguono in seconda posizione i 1.889 promotori del gruppo Allianz Bank, con 92.300 euro a testa, mentre a chiudere il podio sono i 1.463 professionisti del gruppo Banca Generali, con una media di 89.500 euro ciascuno. In fondo alla classifica per raccolta netta pro-capite si trovano invece i 67 promotori finanziari del gruppo Hypo Alpe Adria Bank, che hanno perso in media 128mila euro a testa.
265,7 250
Allianz Bank
In Azimut i pf più produttivi
300
UniCredit
Sul podio della raccolta netta nel mese di agosto sono saliti il gruppo Mediolanum (nella foto, il presidente di Banca Mediolanum Ennio Doris), con 266 milioni di euro, il gruppo Banca Fideuram con 223 milioni (di cui 135 milioni attribuibili a Banca Fideuram e 88 milioni a Sanpaolo Invest sim) e il gruppo Azimut con circa 190 milioni (151 milioni affluiti nelle casse di Azimut Consulenza, 26,2 milioni in quelle di Apogeo e 13,1 milioni in quelle di Az Investimenti sim). Seguono nella graduatoria il gruppo Allianz Bank, con 175 milioni, il gruppo UniCredit, che tramite i promotori di FinecoBank ha raccolto 137 milioni, e il gruppo Banca Generali, con 131 milioni di euro. Chiudono la graduatoria il gruppo Mps, con un rosso di 16 milioni, e il gruppo Ubi Banca, con -17 milioni.
RACCOLTA NETTA
Azimut
Ecco le regine della classifica
Banca Medioalum
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Banca Mediolanum
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Credito Emiliano
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I dati sulla raccolta netta sono in milioni di euro, mentre quelli sulla raccolta netta pro-capite sono in euro. Il grafico sul reclutamento considera il numero di pf. Dati Assoreti su elaborazione BLUERATING
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Valori & Finanza vuole far crescere la sua rete
Avanti tutta sulle selezioni A cura di Simone Martino “I primi nove mesi dell’anno per Valori & Finanza sono stati positivi e fondamentali, in particolare per le attività prodotte insieme a Marco Riva, uomo di punta di Valori & Finanza, che è entrato con un’importante delega alla direzione commerciale nel cda che presiedo”, dice a BLUERATING Flavio Francescato, presidente della società. “Plasmata una rinnovata e distintiva offerta commerciale, abbiamo raccolto adesioni e interessi superiori alle già elevate attese, che concretamente si sono tradotte in nuovi inserimenti e importanti aggregazioni di promotori finanziari”. Quanti pf contate oggi? In quanto società riconducibile più a una boutique che
Flavio Francescato
AGENDA La direzione commerciale ricomincia da Milano con Riva “La nostra ‘tre giorni’ di metà settembre ha integrato riunioni formative - stavolta anche con l’intervento di Classis Capital, Jp Morgan, Anima, Aviva e Clerical Medical - e incontri in cui la rete e i pf hanno partecipato a costruttivi dialoghi con l’azienda per crescere insieme”, sintetizza il presidente di Valori & Finanza Investimenti Flavio Francescato parlando dell’iniziativa che si è svolta sul lago di Garda dal 17 al 19 settembre. “Come ho sempre detto, la nostra è una società a misura di pf, in cui è protagonista e non strumento, e questa ne è la dimo-
strazione. I tempi sono cambiati, e noi crediamo di esserne adeguati”. Prossimi appuntamenti? “Stiamo progettando dei roadshow sul territorio nazionale ed eventi con Classis Capital”. Infine, i piani per l’ultima parte dell’anno. “Saremo concentrati sull’inserimento e sulla selezione di pf e sull’organizzazione della nuova direzione commerciale, trasferita da Udine a Milano per rilanciare l’azienda con Marco Riva (nella foto), che dal capoluogo coordinerà la rete Italia. Ma il quartier generale resterà nel capoluogo friulano”, ha precisato il presidente.
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promotori
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partner
Tanti sono gli advisor che Valori & Finanza conta attualmente
Sono i pf che si stanno preparando a entrare nella rete della sim
Sono le case prodotto distribuite dalla sim di Flavio Francescato
a un supermercato, contiamo una quarantina di promotori, ma le prospettive di crescita sono veramente interessanti visto le avanzate trattative con circa una trentina di professionisti. Più spazio per i senior o per i junior? In questo momento stiamo ottenendo grande interesse da promotori senior, che vedono nella nostra società la possibilità di concretizzare finalmente i loro sogni di lavorare da professionisti indipendenti, in grado di soddisfare ogni richiesta della clientela e mantenere uno standard elevato di remunerazione, per sempre e non solamente al trasferimento del portafoglio. Riscontriamo che l’entusiasmo di chi ha conosciuto Valori & Finanza diventa un filo conduttore per i candidati che aderiscono alla nostra offerta. La strategia della sim è quindi quella di consolidare una stabile rete di senior, in grado anche di affiancare i junior. Su questi ultimi infatti, si fonda la naturale prosecuzione della professione del promotore finanziario, a cui la nostra sim ha sempre creduto L’acquisizione di un’altra rete è possibile? Certo, anzi: in passato abbiamo avuto anche qualche offerta, ma le condizioni non hanno rispettato i nostri standard, che devono avere caratteristiche ben definite di etica professionale, indipendenza e trasparenza. Attualmente, quali sono i vostri servizi e i vostri prodotti? Che cosa proponete, in questo momento? Consulenza finanziaria e collocamento di fondi e sicav, gestioni di portafogli, fondi pensione, conti deposito, conti correnti e titoli
con ricezione e trasmissione ordini, unit linked, polizze pensione e di puro rischio, obbligazioni, consulenza patrimoniale e prodotti su misura. E i vostri partner? Per mantenere la nostra caratteristica ad architettura aperta e un’offerta veramente indipendente i partner distribuiti sono circa una cinquantina, fra cui Jp Morgan, Morgan Stanley, Schroders, Invesco, Anima, Aletti, Oyster, Zenith, Zurich, Aviva, Skandia, Etica, Clerical Medical, Iw Bank, Online Sim, Banca Sistema, Rothschild, Raiffeisen, Bnp Paribas, Cellino, Carmignac e Pictet. Se ne aggiungeranno altri, a breve? Che cosa prevedete su questo fronte? Altre case prodotto si sono fatte avanti per essere distribuite da noi e sono al vaglio tramite la necessaria selezione e secondo i nostri attenti standard di affidabilità. Sempre a proposito di accordi, come sta procedendo quello con Classis Capital? Molto bene, direi. Dopo i roadshow di presentazione di maggio, stiamo iniziando l’attività di collocamento del servizio di consulenza fee only, che permette di seguire i patrimoni della clientela anche senza dover trasferire i loro capitali, che possono rimanere presso altri intermediari. Cosa ci può dire della newco di consumer finance che andrà in linea con la rete di promotori finanziari di Valori & Finanza? Per il momento non posso ancora dire nulla, ma quanto prima potrò raccontare il progetto globale, che vedrà integrata un’offerta veramente peculiare.
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Mossa (B. Generali): la riorganizzazione è appena iniziata
“Così ripenserò tutta l’advisory” di Gianluca Baldini È stato il colpo dell’estate sul fronte dei reclutamenti. L’arrivo di Gian Maria Mossa tra le fila dei manager di Banca Generali ha attirato non poca attenzione nel settore ed ora ci si interroga sulle prossime iniziative dalla squadra capitanata da Piermario Motta. I primi passi della nuova strategia li rivela proprio il (quasi) trentanovenne, neo condirettore generale, in una prima intervista esclusiva a BLUERATING.
panorama nazionale. Credo infatti che quanto maturato nelle esperienze passate su questo fronte e la qualità della rete rappresentino un binomio vincente che ci porterà veramente ad una nuova frontiera della consulenza che sarà un unicum sul mercato.
nei risultati di Banca Generali e il forte dinamismo dall’impronta della gestione di Motta sono noti nel nostro settore e ad un certo punto il richiamo al desiderio di una nuova sfida e allo sviluppo di una realtà ricca di talenti hanno finito per prevalere.
Di cosa si tratta, ci può raccontare i contorni? Le linee guida le abbiamo presentate alla nostra recente convention dove ho avuto modo di trovare un’accoglienza fantastica nella squadra dei financial planner e private banker della banca. Stiamo preparando in modo serrato un nuovo concetto di advisory, intesa non più come semplice comparazione e analisi dei portafogli, ma come punto di partenza per un assessment dettagliato delle esigenze del nostro cliente. Saremo in grado nei prossimi mesi di rilasciare una serie di strumenti, applicazioni informatiche in primis ma anche partnership con interlocutori prestigiosi, che agevoleranno l’efficientamento della consulenza dei nostri professionisti verso i clienti. Dalla sfera famigliare, al lavoro, al mondo dell’impresa, saremo in grado di proporre le migliori soluzioni ai bisogni dei nostri risparmiatori siano essi orientato all’asse ereditario nel tema del passaggio generazionale, al supporto e alla valorizzazione del patrimonio immobiliare, o al monitoraggio accurato del proprio portafoglio complessivo con la possibilità di interfacciarsi anche alle posizioni detenute presso istituti terzi. Si tratta di un progetto molto ben articolato con ogni singolo livello di servizio accreditato di specifiche professionalità a disposizione dei consulenti e dei loro clienti.
Da condirettore generale con la supervisione delle reti su cosa vuole puntare? Dal mio ingresso, avvenuto a luglio, ho subito trovato un ambiente entusiasta, rapido e molto professionale. Al fianco di un manager d’esperienza come Giancarlo Fancel (condirettore generale per l’area banca) mi è stato facile focalizzare i punti di forza della banca, per non parlare della delle reti e delle sue direzioni dove ho riscontrato profili di grande standing, efficienza e determinazione. Per quanto riguarda i progetti, le novità sul tavolo sono parecchie, stiamo lavorando tutti assieme per arrivare a proporre livelli di servizio innovativi e con pochi eguali nel
Sembra quasi una consulenza “esponenziale”, rafforzerete quindi il team? La consulenza la fanno i nostro eccellenti financial planner e private bankers; noi stiamo lavorando per creare una struttura alle loro spalle rafforzata per fornire a servizi esclusivi, non riscontrabili ad oggi sul mercato, capace di rispondere in modo versatile ed ottimale alle esigenze complessive dei clienti. E certamente questi sforzi porteranno ad un allargamento della squadra con innesti focalizzati su determinate competenze e, come dicevo, ad accordi di primaria importanza con importanti professionisti. Stiamo infatti per inserire un manager giovane e molto
Innanzitutto partiamo dalla sua svolta: cosa l’ha spinta dopo sette anni in Fideuram, società ai vertici per masse nel mondo delle reti in Italia, a passare in Banca Generali? Le esperienze passate, prima in Ras-Allianz e poi in Fideuram sono state entrambe molto importanti e stimolanti, dove ho potuto crescere circondato da grandi professionalità. L’eccellenza
Rilasceremo nei prossimi mesi una serie di strumenti e applicazioni ma anche nuove partnership con interlocutori prestigiosi Gian Maria Mossa, condirettore generale di Banca Generali
131
1,7
19
milioni
miliardi
milioni
È la raccolta in milioni di euro realizzata da Banca Generali ad agosto
Gian Maria Motta
La raccolta totale in euro nei primi otto mesi del 2013
È il portafoglio medio per promotore. Il più alto tra le consociate ad Assoreti
capace che sarà in grado di dare coordinare e imprimere la sua impronta d’esperienza a questo servizio. Avremo poi una vasta gamma di novità nei prodotti di investimenti molto interessanti per le opportunità di diversificazione di portafoglio dei clienti su cui alzeremo il velo nei prossimi mesi. Dal fronte del reclutamento cosa dobbiamo attenderci? La politica di reclutamento di Banca Generali è la migliore del Paese; i responsabili di rete e la struttura manageriale della rete sono una “Formula1”. Non sono frasi di circostanza, ma sono i numeri a dirlo. Quasi 19 milioni pro capite di portafoglio medio è un valore al top del settore e anche la produttività, con una raccolta che in 8 mesi a oltre 1,7 miliardi ha già superato l’anno record del 2102, colloca i nostri circa 1.450 financial planner e private bankers in cima alla categoria. Quest’anno sono stati inseriti finora 54 professionisti che sono stati in grado di veicolare quasi un miliardo di masse. La filosofia della qualità sulla quantità continua ad essere un tratto distintivo della banca e continueremo su questo binario. Sta arrivando anche un nuovo responsabile per il private banking, cosa mi dice? La riorganizzazione disegnata dall’amministratore delegato ha gettato le basi per ulteriore slancio nella banca portando, tra le novità, anche Stefano Grassi alla direzione finanziaria, dopo l’egregio lavoro fatto insieme al sales manager Bruno Manera nel private, tanto che risulta essere in pochi anni già una delle realtà più riconosciute e affermate sul mercato. Stiamo aspettando un manager quarantenne di talento, determinazione e forte specializzazione nel mondo internazionale dell’asset management e dei prodotti di investimento che sarà un ulteriore punto di forza della squadra. @gianlucabaldini
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L’a.d. Bernardi: “risparmieremo risorse per la consulenza”
Diaman sim, nasce la prima scf italiana di Diana Bin Una struttura di governance più snella e maggiori risorse a disposizione, in parte già investite nell’ampliamento della squadra di lavoro. Sono passati solo pochi mesi dal cambiamento di forma societaria di Diaman, società veneta di advisory indipendente che lo scorso luglio ha detto addio all’Albo delle sim per tornare alla forma di srl, diventando tra l’altro la prima “scf” (società di consulenza finanziaria) in Italia ai sensi dell’articolo 18-ter del Testo unico della Finanza (Tuf). E Daniele Bernardi, fondatore e amministratore unico, mostra una certa soddisfazione per la scelta compiuta. “Questo cambio di regime che - va sottolineato - è solo giuridico, ci permetterà di risparmiare molte risorse, che potremo dedicare allo sviluppo della società”, ha spiegato il manager. Diaman comunque non abbandonerà la propria attività di consulenza finanziaria, da sempre rivolta a clienti istituzionali e specializzata nell’utilizzo di metodologie matematico-statistiche. Anzi: “Non appena sarà avviato l’albo dei consulenti, saremo tra i primi ad iscriverci come società” nella sezione apposita, ha assicurato Bernardi. Nata come srl nel 2002, Diaman era stata autorizzata al servizio di consulenza in materia di investimenti in qualità di sim a maggio del 2009. In quel momento infatti, ha ricordato Bernardi, l’unica forma giuridica autorizzata a svolgere il servizio di consulenza Mifid era la sim: solo successivamente è uscito l’articolo 18-ter, che - a decorrere dal 1º ottobre 2009 - permette anche a società per azioni e società a responsabilità limitata “di prestare consulenza in materia di investimenti, senza detenere somme di denaro o strumenti finanziari di pertinenza dei clienti”. I vertici di Diaman hanno quindi consultato lo studio legale Bird & Bird e l’ufficio di vigilanza della Consob, ricevendo pareri positivi sulla possibilità di continuare a svolDaniele Bernardi gere l’attività di consulenza anche nei panni
di Scf, e hanno così optato per la trasformazione. BLUERATING ha sentito Bernardi per fare il punto della situazione. Bernardi, avete già riscontrato dei risparmi con il cambiamento di forma societaria? Sicuramente conseguiremo dei risparmi, anche se è ancora presto per vederli in modo tangibile: stimiamo una riduzione delle spese di circa il 15% all’anno. Quello che però abbiamo notato è stato soprattutto un miglioramento della governance, che risulta molto più semplice, a partire dai processi decisionali e di controllo. Un esempio? Prima avevamo un cda, mentre ora, essendo io l’amministratore unico, posso decidere direttamente, assumendomi ovviamente la responsabilità, ma accelerando il processo decisionale. Inoltre non abbiamo più la trafila di elaborazione dei verbali: revisioni, correzioni, archiviazione… tutto questo richiedeva tempo, mentre adesso la struttura risulta snellita. Certo non si trattava di costi
2002
L’anno in cui Diaman è nata con la forma societaria di srl
2009
A maggio di quattro anni fa è arrivato il via libera alla trasformazione in sim
2013
La società ha deciso quest’anno di uscire dall’Albo delle sim diventando la prima scf in Italia
economici reali, ma erano comunque costi indiretti, perché assorbivano tempo prezioso altrimenti dedicato al lavoro. Avete già deciso come investire le risorse liberate? Abbiamo già assunto un nuovo commerciale e stiamo per assumere un ragazzo per lo sviluppo della ricerca: adesso il nostro team è composto da nove persone. Sono in programma ulteriori assunzioni? È nelle nostre intenzioni. Abbiamo predisposto un piano di crescita del personale, ma naturalmente questa crescita deve essere in linea con lo sviluppo del business. Quanto all’eventuale apertura di una nuova sede, per il momento non ci pensiamo: noi ci rivolgiamo a clienti istituzionali utilizzando metodologie quantitative, per cui non abbiamo esigenze particolari in termini di posizionamento territoriale. Va benissimo la nostra sede di Marcon, in provincia di Venezia. Avete in agenda eventi particolari che può anticiparci? Il 21 ottobre prossimo terremo una conferenza congiunta a Milano insieme a Moody’s Analytics sui rating indipendenti. Nel corso dell’evento, riservato a intermediari autorizzati (sgr, fondi pensione, società assicurative e banche), presenteremo i nostri modelli di rating, iScoring e iRating, e il nostro software, Bond Selector, che permette di valutare i titoli obbligazionari corporate. @diana_bin86
FORMAZIONE
di Gaetano Megale*
L’educazione finanziaria efficace
P
uò un “semplice” seminario di educazione finanziaria far assumere comportamenti ed abitudini profittevoli per gli utenti? A questa domanda la letteratura internazionale fornisce interessanti risposte. Ad esempio, una ricerca di Choi et al. ha valutato l’effettiva efficacia della educazione finanziaria per indurre le persone ad adottare comportamenti virtuosi in tema di pensionamento: sottoscrivere strumenti previdenziali, incrementare il risparmio ad essi destinato, effettuare una selezione dei fondi più accorta e realizzare una asset allocation adeguata. Gli effetti di seminari di educazione finanziaria sono stati valutati su un campione di lavoratori. Prima e dopo i seminari sono stati misurati i comportamenti di risparmio dei dipendenti utilizzando dati amministrativi. Il confronto dei dati ha evidenziato che l’effetto della educazione finanziaria è stato positivo ma modesto, evidenziando che c’è un divario tra desiderio e azione: l’educazione finanziaria può suscitare sì la necessità di risparmiare per la pensione, ma non necessariamente è sufficiente per tradurre in azione l’intenzione. Infatti tutti i lavoratori senza un programma pensionistico dopo il seminario hanno espresso il loro desiderio a sottoscriverlo. Tuttavia nel corso dei successivi sei mesi solo il 14% dei partecipanti ha effettivamente aderito al programma, laddove il 7% del gruppo di controllo ha aderito senza partecipare ad alcuna sessione di educazione finanziaria. Questi e altri dati evidenziano quindi il divario tra il desiderio e l’azione, con la conclusione che l’educazione finanziaria mediante “seminari” può favorire i comportamenti di pianificazione ma non può, da sola, essere risolutiva ed efficace. Altre ricerche evidenziano che una educazione finanziaria interpretata come un supporto attivo e personalizzato, quale una pianificazione finanziaria “generica”, può incrementare significativamente le chances di successo, grazie al supporto di un educatore finanziario. Tutto ciò può moltiplicare significativamente la probabilità che le intenzioni si traducano in azioni e quindi incrementare l’efficacia dell’azione educativa. *presidente di Progetica
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Tutti i vantaggi di Mediolanum Riparti Italia Con i nuovi mutui e prestiti di Banca Mediolanum è arrivato il momento giusto per effettuare grandi e piccoli lavori tra le pareti domestiche Se è vero che il mattone è da sempre tra i beni rifugio preferiti dalle persone e la casa può rappresentare l’investimento più prezioso per ogni famiglia, è altrettanto vero che un immobile bello e ristrutturato può acquisire anche maggior valore. Insomma, investire nel miglioramento della propria abitazione può convenire, anche a costo di richiedere un prestito o accendere un mutuo. Di questo ne è convinta anche Banca Mediolanum che attraverso “Riparti Italia” è pronta a finanziare a tassi agevolati tutti coloro che intendano ristrutturare la propria casa. Come? Dal 6 settembre è possibile richiedere un mutuo o un prestito alla Banca finalizzati proprio al rifacimento della casa. Si tratta di un’iniziativa in linea con gli incentivi fiscali, con detrazione del 50 e del 65%, varati di recente dal Governo a favore delle ristrutturazioni edilizie e del risparmio energetico. Anche Banca Mediolanum dunque scende in campo e incentiva con un’iniziativa che ancora una volta, oltre a fornire una nuova opportunità ai propri clienti, ha l’obiettivo di dare ossigeno al comparto edilizio rilanciando così anche l’economia del Paese. Le modalità di finanziamento proposte dal pacchetto “Riparti Italia” sono due: “il Prestito ristrutturazione” sottoscrivibile dai clienti di Banca Mediolanum o il “Mutuo ristrutturazione”, aperto a tutti, entrambi con tassi decisamente competitivi: 2,25% per i mutui e 3,50% per i prestiti (tasso che però varia in base al patrimonio che il cliente detiene presso la Banca). Per quanto riguarda i “Mutui ristrutturazione” le domande devono essere presentate entro il 31 ottobre 2013 e l’importo minimo è di 25mila euro. A garantire il finanziamento è lo stesso immobile oggetto di ristrutturazione e l’erogazione avviene in più ‘tranche’: la prima all’atto della stipula del contratto di mutuo e le successive a stato avanzamento lavori che naturalmente la Banca certifica puntualmente.
Una scena del set dello spot Tv dedicato a Mediolanum Riparti Italia
L’importante, per usufruire delle attuali agevolazioni fiscali, è che il cliente abbia eseguito i lavori entro il 31 dicembre 2013. Per i clienti (da almeno sei mesi) di Banca Mediolanum è possibile invece richiedere un “Prestito ristrutturazione” per effettuare i lavori di rifacimento della propria casa e l’erogazione del finanziamento avviene al termine dell’istruttoria stessa. Il tasso varia in base al proprio patrimonio investito presso l’Istituto che in questo caso funge anche da garanzia del prestito stesso e oscilla dal 2,10% a un massimo del 3,50%. Per ottenere il finanziamento (da un minimo di 4mila a un massimo di centomila euro) le domande devono essere effettuate entro il 30 novembre 2013 presentando un preventivo lavori datato dopo il Primo giugno 2013. Dagli infissi nuovi a impianti moderni ed efficienti: grazie alla nuova offerta di Banca Mediolanum è arrivato il momento giusto per effettuare grandi e piccoli lavori tra le pareti domestiche magari sognati da tempo ma rimandati per man-
canza di disponibilità economica. Sempre tenendo presente che per tutti la ristrutturazione della propria casa potrebbe essere una grande opportunità, non solo per noi ma per far ripartire il Paese.
Banker® e nella sezione Trasparenza. Offerta valida fino al 30/11/2013. Polizza assicurativa di protezione del credito obbligatoria. Richiesta soggetta ai requisiti e alla valutazione della Banca. TAEG 8,36% ipotesi prestito di euro 10.000, durata 36 mesi, con polizza Protezione Prestito
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Mediolanum Riparti Italia e patrimonio
è riferito esclusivamente al Mutuo di
presso la Banca almeno pari ad 5.000.
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Questa è una pagina di informazione aziendale con finalità promozionali. Il suo contenuto non rappresenta una forma di consulenza né un suggerimento per investimenti.
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Costituita la Global Counseling per l’advisory alle imprese
Azimut, la sfida della consulenza di Andrea Giacobino Un altro grande passo per Pietro Giuliani, che lancia Azimut su una nuova frontiera di business: la consulenza. Secondo quanto risulta a BLUERATING, infatti, qualche settimana fa è stata costituita la Azimut Global Counseling, con 10.000 euro di capitale sociale e controllata interamente dalla quotata Azimut Holding, che ha versato il dovuto presso una filiale del Banco Popolare. Il consiglio d’amministrazione della newco è formato da Giuliani, Gianluca De Cicco, Marco Malcontenti (co-a.d. di Azimut Holding), Paolo Martini (direttore commerciale Azimut Holding) e Paola Antonella Mungo (d.g. Azimut Holding). Perché la nuova società? Lo spiega lo stesso Giuliani in una riunione del comitato esecutivo di Azimut: il nuovo progetto “è diretto allo sviluppo, tramite società del gruppo, di attività di consulenza e assisten-
Pietro Giuliani
za, anche tramite l’ausilio e/o il coordinamento di consulenti legali, fiscali e/o tecnici, eccetera, a favore di imprenditori, società e gruppi di società, finalizzate allo sviluppo
della loro programmazione economica, gestionale, commerciale e finanziaria e per eventuali operazioni di acquisizione e/o dismissioni e di accesso al mercato regolamentato”. Giuliani spiega poi che “sono in coso di esame le modalità dirette alla realizzazione del progetto, tenuto anche conto che si potrebbe procedere alla costituzione di una società ad hoc, ovvero alla trasformazione della società del gruppo denominata Azimut Fiduciaria che avendo ormai cessato lo svolgimento dell’attività fiduciaria dovrebbe essere messa in liquidazione nel corso dell’attuale esercizio”. Così è nata Azimut Global Counseling, il cui oggetto sociale è tutto quanto descritto da Giuliani oltre a poter fornire “consulenza in materia di assistenza nella pianificazione finanziaria, ristrutturazione aziendale, ricerca di mercato e marketing, raccolta ed elaborazione dati e informazioni econometriche”. @andreagiacobin1
IL PROMOTORE IN ROSA
Perché ci si può fidare del pf con la gonna Giuliana Cozzarolo, partner e promotore di Copernico sim, non ha dubbi: le donne sanno unire la sensibilità femminile all’intraprendenza maschile. Ma questa è solo una delle doti in possesso delle donne che hanno scelto la promozione. Quali sono le differenze tra il modo di fare promozione al maschile e quello al femminile? Sono convinta che in ogni essere umano alberghi una componente maschile e una femminile. Quasi sempre di peso diverso. Questo mestiere richiede entrambe le componenti. Se la tradizione ci riporta alle qualità femminili della cura, dell’empatia, dell’accudimento, della capacità di relazione e alle qualità maschili dell’intraprendenza, della
conquista, della combattività, dell’azione, ebbene in questa professione ci vogliono proprio tutte. La difficoltà sta proprio in questa difficile manovra un po’ in salita di lavorare con frizione e acceleratore che è l’unico modo per procedere. La sola attività di ricerca e acquisizione della clientela non basta per affermarsi se poi non è seguita e integrata dall’individuazione delle reali esigenze delle persone, della loro assistenza ed educazione finanziaria. Ma per com’è fatto il nostro settore neppure basta essere sbilanciati sulle attività di assistenza; è sempre necessario cercare, promuoversi, proporsi. Piuttosto faticoso, ma formativo. Come ha scelto di lavorare in una professione tutta al maschile ?
Ormai molti anni fa non ero assolutamente consapevole che entrando in questo mondo della consulenza finanziaria mi sarei trovata a lavorare nell’altra metà campo. Onestamente non mi è mai pesato. Non mi sono mai sentita meno donna a causa di questa grande immersione nell’universo maschile che, come ho detto prima, è spesso attraversato da molti aspetti femminili di sensibilità e vita interiore. Ritiene che aumenteranno le promotrici donna ? Non mi è ancora chiaro perché le altre donne si autoescludano da alcune professioni come la nostra, forse non riescono ad attingere a sufficienza a quella loro parte maschile. Però mi piacerebbe promuovere e favorire l’ingresso nella professione di giovani donne facendo leva su quella modalità “donna”. Penso che le promotrici donna aumenteranno quando le donne avranno la possibilità di modulare e progettare la loro occupazione per le donne. Di solito a progettare sono uomini.
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VISTI DA VICINO
Professionisti allo specchio
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L’idea è di vendere la rete, ma non ci sono compratori
Hypo Alpe Adria: promotori in bilico Nuovo capitolo per la saga Hypo Alpe Adria. È arrivato il via libera della Commissione Ue al piano di ristrutturazione della banca austriaca, e l’autorizzazione degli aiuti già accordati dallo Stato e di quelli supplementari che potrebbero rendersi necessari per la ‘risoluzione’ ordinata del gruppo. Il piano, si legge nella nota diffusa dalla Commissione, prevede la vendita delle attività bancarie in Austria, per cui è già stato siglato un accordo lo
scorso maggio, e della rete nei Balcani (entro il 2015), oltre alla chiusura delle parti non cedibili con l’utilizzo di nuove risorse pubbliche. E la banca italiana? Nel comunicato si utilizza il termine “wind down” parlando delle operazioni nel Belpaese: in sostanza, secondo quanto ha spiegato la stessa società a BLUERATING, nell’attesa di trovare un compratore, la banca italiana – che dispone di 30 agenzie e di una rete di promotori finanziari sul territorio - ha
Veneto B. promossa I controlli della Banca d’Italia non hanno rilevato criticità Si è chiusa lo scorso luglio la prima ispezione avviata da Banca d’Italia su Veneto Banca nell’ambito di una serie di controlli condotti su numerosi istituti di credito italiani. La verifica, che riguardava “l’adeguatezza delle rettifiche di valore sui crediti in sofferenza, a incaglio e ristrutturati non-
ché le relative politiche e prassi applicative”, si è conclusa con un verdetto positivo. “Veneto Banca e le sue controllate si sono puntualmente allineate a tali risultanze e nessun procedimento sanzionatorio è stato avviato al riguardo”, spiega la relazione semestrale della banca. Intanto, a partire
Parte MoneyMap di Fineco, l’app che organizza entrate e uscite
Ora gestire le spese sarà molto più facile Banca Fineco ha lanciato un innovativo servizio di gestione conto corrente, ideale per chi desidera di avere un controllo preciso delle proprie spese e risparmiare. Si tratta di MoneyMap, un servizio che analizza le spese e le suddivide in automatico in maniera intelligente. Con MoneyMap è possibile scegliere un budget, controllare le proprie spese su Google Map e utilizzare moltissimi strumenti che consentono di tenere sotto controllo il proprio portafoglio. MoneyMap prevede funzionalità uniche ed esclusive, quali: Sintesi del conto: attraverso grafici interattivi è possibile confrontare entrate e spese con il dettaglio di spesa media, massima e minima del periodo selezionato. Categorizzazione automatica:
potrai ordinare le tue spese per capire dove e come stai spendendo i tuoi soldi: bollette e utenze domiciliate, supermercati, casa, auto, etc. La categorizzazione è automatica. Brand Map: segnala i negozi e i brand dove hai speso di più con le carte di credito. Controllo immediato: è possibile
“congelato” tutte le nuove attività e gestisce l’esistente. In questi ultimi mesi intanto, per cercare di rendere la società interessante agli occhi di potenziali acquirenti, sono stati avviati da un lato un processo di ristrutturazione interna con il trasferimento dei non performing loans in una bad bank e dall’altro una riorganizzazione a livello di management con la nomina Marco Gariglio nel ruolo di direttore generale. Complessivamente l’operazione di ristrutturazione dell’intero gruppo, potrebbe costare all’Austria fino a 5,4 miliardi di euro da qui al 2017.
dal 15 aprile Via Nazionale ha avviato un secondo accertamento che si è concluso lo scorso 9 agosto e il cui esito non è ancora noto (dovranno trascorrere i consueti 60 giorni previsti). Ma in base alle indicazioni preliminari ricevute dall’organo di Vigilanza nel corso dell’ispezione, alcune discordanze di classificazione nel portafoglio crediti e le relative svalutazioni sono state discusse e poi recepite da Veneto Banca nella redazione della semestrale.
visualizzare l’importo totale speso nel periodo per categoria e l’incidenza sulle spese totali. Personalizzazione: potrai scegliere quali informazioni mostrare per monitorare il tuo bilancio, personalizzare le categorie di spesa e i grafici per confrontare i dati. Imposta il tuo Budget: è possibile impostare un budget per ogni tipologia di spesa. Puoi anche scegliere se seguire un budget mensile, per tutti i mesi dell’anno. Oppure se vuoi, MoneyMap costruisce per te un budget automatico per ogni categoria, calcolato sull’andamento delle tue spese nei mesi precedenti. Notifiche: se hai impostato un budget, MoneyMap ti segnala automaticamente quando stai spendendo più del previsto. Geolocalizzazione: visualizza su una mappa Google i luoghi dove hai speso con le carte, in Italia e nel Mondo. Gestisci anche i contanti: puoi categorizzare anche i prelievi e le spese effettuate in contanti.
LUCI&OMBRE
di Fabrizio Tedeschi*
Consob, sanzioni: non mancano novità
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a delibera Consob n. 18615 enuncia con chiarezza i principi del procedimento disciplinare ed evidenzia forti criticità del comportamento degli intermediari. I punti processuali fissati sono due: l’accesso agli atti e l’audizione in commissione. Sul primo aspetto si afferma che il diritto di accedere agli atti può essere esercitato una sola volta laddove nell’iter del procedimento tra gli uffici non si proceda all’acquisizione e analisi di ulteriori documenti o elementi. Si tratta di un valido principio di economicità del procedimento. Il secondo punto riguarda l’audizione dei soggetti sanzionandi dinanzi alla commissione. La delibera è netta nel ribadire che non è prevista dimostrando ancora una volta che la terzietà del giudizio è una chimera irraggiungibile se non con notevoli complessità e lungaggini. A illustrare la pratica in commissione c’è solo l’ufficio sanzioni (l’accusa), senza alcuna voce diretta dei soggetti giudicandi (la difesa). Una situazione fortemente sbilanciata. Entrando nel merito del provvedimento, non può farsi a meno di notare le seguenti criticità. La presunta obbligatorietà della consulenza reintroduce di fatto il giudizio di adeguatezza sulle operazioni dei clienti. Per “aggirare” l’ostacolo gli intermediari ricorrono o alle operazioni su iniziativa del cliente o ne modificano il profilo di rischio. Escamotage di corto respiro. In ogni caso, è evidente che il mercato della consulenza è fortemente svilito dal suo uso strumentale senza contenuti concreti, solo in ottemperanza a un inesistente obbligo normativo. Fermo restando il fatto che non devono essere proposte operazioni inadeguate né cambiati i profili dei clienti secondo le circostanze, è bene rivedere l’interpretazione delle norme per restituire alla consulenza il suo contenuto di indipendenza ed efficienza. *tedeschi@alezio.net
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VALZER DELLE POLTRONE di Gianluca Baldini Nuovi professionisti entrano nel gruppo di Banca Fideuram
Il gruppo Banca Fideuram ha visto crescere le sue due reti anche ad agosto, quando si sono uniti al team guidato da Matteo Colafrancesco nove promotori finanziari provenienti da banche e reti concorrenti. Nello specifico, secondo quanto riporta il settimanale Il Mondo, il mese scorso sono entrati in Banca Fideuram Andrea Rossi e Laura Bellotto (entrambi ex Banca Popolare di Puglia e Basilicata), Guido Cantoni, arrivato da Ubs, Silvana Tortorici, da banca Sella, Sergio Pini, da UniCredit e Federico Silveri da Mps. Mentre in Sanpaolo Invest sono arrivati Paolo Pregnolato e Stefano Polese, ex Veneto Banca, e Maurizio Aggio, ex Banca Akros.
Il Credem fa incetta di nuovi ingressi in diversi settori
Credem rafforza la sua rete di promotori finanziari con dieci nuovi ingressi in tutta Italia. Una mossa, ha spiegato il direttiore commerciale Duccio Marconi, in linea con l’obiettivo di “crescere in modo controllato e selettivo” nel prossimo triennio. Nel dettaglio, sono entrati a far parte del team lombardo il growth manager Valerio Cesarotto (ex Bpm) insieme ai colleghi Marcello Messa, Marco Boscaro e Federico Calva, che opereranno sulla piazza di Monza. In Friuli Venezia Giulia invece sono arrivati Fabrizio Forcieri (ex Banca Reale Spa) e Luisa Toso (ex Hypo Bank) entrambi operanti a Udine, e Stefano Franchi (ex Banca Generali) a Trieste. Mentre in Toscana la rete della banca emiliana ha dato il benvenuto a Luca Cardini proveniente da San Paolo Invest e in Campania a Maria Rosaria Salese (ex consulente indipendente) e a Roberto Limatola (da Mps). Il gruppo ha anche dato il benvenuto a 30 professionisti specializzati nella gestione dei mutui. Creacasa, società del gruppo specializzata nella distribuzione di mutui, ha infattidato il benvenuto a 32
agenti finanziari dall’inizio dell’anno. E l’attività di reclutamento - sviluppata dal direttore commerciale Giandomenico Carullo - proseguirà anche nei prossimi mesi, puntando su figure con un’elevata esperienza nel settore. Nel dettaglio, secondo quanto riporta Investmenteurope.net, gli ultimi arrivati nel team sono stati Livia De Maria, Laura De Horatis, Roberto Rossicchi e Simona De Maria, tutti provenienti da Barclays Family, Giada Bordoni da Kevios, Davide Fontana da Setservice e Andrea Sonnino da Bhw Financial in Lazio. In Campania invece sono entrati Antonio Amenta da Teuco Guzzini, Marco Balzano, Autilia Cinzia Fiorenza e Luigia Zero da Immutuo, Pasquale Ianuale da Alleanza Toro e Salvatore Russo da Almas. Mentre in Lombardia sono arrivati Fabrizio Cappi da Bhw Financial, Dalila Marianunzia Fabrizio da Barclays Family, Luca Guglielmino da Tecnofin 2 ed Emanuele Loaldi, neofita nel settore. In Emilia Romagna sono entrati Luca Clò, neoassunto del settore, Sabina Colella e Laura Colella da Everest, Franco Merlino da Tempo Mutui, Pietro Pozzi da Aladin Consulting e Giancarla Ruggiero da Be Easy. In Toscana sono entrati Nicoletta Alocci da Finema Srl e Marco Parra da Consum IT. In Calabria è entrato Francesco De Felice da Mediofimaa. In Sicilia sono entrati Vincenzo Ferrara e Federica Papa, nuovi arrivi del settore, Alessandro Reina da Bhw Financial e Marco Sgarrella da Unica. In Basilicata, infine, sono entrati Gianluca Oddone da Barclays Bank e Vincenzo Vesce da Barclays Family. Novità anche sul fronte del private per l’istituo di Reggio Emilia: nuova nomina per Giancarlo Caroli. Secondo quanto riporta il settimanale Il Mondo, il manager ha ottenuto l’incarico di responsabile del mercato large corporate nella business unit commerciale di Credem. Caroli, nel suo nuovo ruolo, riporterà al vice direttore generale Angelo Campani. A fine settembre, inoltre la banca ha comunicato l’arrivo di altri 13 i promotori finanziari entrati di recente nella rete del Credito Emiliano. In Lombardia la struttura ha registrato l’arrivo di Bruno Perna, ex Banca Popolare di Sondrio, a Castiglione delle Stiviere (provincia di Mantova), di Germano Riboldi, da Banca Fideuram, a Seregno (in provincia di Monza e
Brianza), di Fabio Magrini, ex della Banca Popolare di Milano, a Bergamo, e di Luigino Manessi, proveniente dalla Banca Artigianato e Industria, a Brescia. A Sarmeola (in provincia di Padova) si è unito alla squadra Diego Nalesso, anche lui ex Bpm, mentre a Padova Fabio Scapin ha lasciato la Popolare milanese per l’istituto emiliano. In Toscana, ad Avenza (provincia di Massa), è entrato Cesidio Di Vincenzo, da Hypo Tirol Bank. In Abruzzo e nelle
della rete di promozione finanziaria anche in Sardegna. In questa logica si inserisce l’ulteriore nuovo ingresso di Flavio Meoni che, con la sua esperienza nel settore, andrà a potenziare l’ufficio di Cagliari. Professionista stimato e apprezzato nel suo settore, Meloni vanta una significativa conoscenza del settore finanziario. Prima di approdare nella promozione finanziaria di Banca Mps ha lavorato per 18 anni in Comit (oggi Intesa Sanpaolo), prose-
POLTRONE SCOTTANTI
Fineco, new entry di livello per la rete guidata da Foti Mese di ingressi per i professionisti di Fineco. Vittorio Boido e Gianni Turi, in linea con la strategia di reclutamento della rete orientata su figure specializzate nella consulenza alla clientela private, considerata un segmento strategico. Per Fineco sarà operativo in Lombardia nel team coordinato dall’area manager Stefano Amadei. Gianni Turi, private banker proveniente dal Banco Desio e attivo da anni sulla piazza fiorentina, entrerà invece nell’area toscana sotto la guida dell’area manager Valerio Marchetti. Inoltre, la rete del gruppo UniCredit, guidata dal direttore commerciale Mauro Albanese, ha dato il benvenuto in Lombardia anche ad Andrea Moro, proveniente da Alleanza Toro, che sarà coordinato dall’area manager Marco Rossi, a Stefano Sansoni, ex Allianz Bank, sotto la guida di Stefano Amadei, e a Giuseppe Riboli, con l’area manager Franco Ravaglia. In Campania invece è entrato Michele Di Martino, ex Banca Mps, sotto la guida di Roberto Creddo, mentre in Liguria si segnala l’arrivo di Fabiola Ferraro e Barbara Romiti, entrambe ex Barclays Capital, coordinate dall’area manager Massimiliano Gatti. Infine, in Emilia Romagna è entrato l’ex Mediolanum Stefano Girard, seguito dall’area manager Pietro Ficai Ventroni.
Marche la rete si rafforza con l’ingresso di Ezio Colucci, ex Bnl, che opererà ad Avezzano (in provincia de L’Aquila), e di Gaetano Di Rosa, ex Allianz Bank Financial Advisors, a Civitanova Marche (provincia di Macerata). A Napoli sono arrivati Claudio Guerrera, ex Banco di Napoli, Elisa Boccia e Eugenio Macchia, entrambi da Mps. Infine, a definitivo consolidamento della presenza del Credem in Lombardia, a Lecco si è aggiunto al team Carlo Gilardi, dalla Popolare di Milano.
Monte dei Paschi vuole crescere anche in Sardegna
Banca Monte dei Paschi di Siena prosegue il suo processo di sviluppo
guendo poi la sua carriera nell’attività consulenziale prima in Xelion e poi in Banca Euromobiliare.
Südtirol Bank recluta quattro nuovi promotori
Quattro arrivi nella rete di Südtirol Bank, presieduta da Peter Mayr e guidata dal direttore generale Christian Lato. Lo riferisce il settimanale Il Mondo. I promotori finanziari in questione sono Angelo Cotroneo, già in FinecoBank, che si sposta ad Arezzo sotto i manager Vincenzo Malvica e Carmine Acquaviva, Carlo Munari, che proviene da Ubi Banca Private Investment, e Massimo Bortoletti, che rientra in attività. Infine,
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Annamaria Brancaccio, dal Credito Emiliano, rafforza a Napoli la squadra di Angelo Esposito.
Banca Generali cala un tris di ingressi dal portafoglio big
MADE IN BANK
Mediolanum schiaccia il turbo sul private banking
C Tris di reclutamenti di valore per Banca Generali. La società fa sapere a BLUERATING di non aver tirato il freno a mano ad agosto nella ricerca di profili d’esperienza da inserire nella sua rete, che si conferma al top del settore per portafoglio medio (18,6 milioni di euro, qui gli ultimi dati sulla raccolta). A Bari si registra l’ingresso di Fabrizio De Cicco dalla Banca Popolare Pugliese, mentre a Monza lascia la consulenza indipendente per abbracciare il dinamico team della città brianzola Marco Terzoli, con risparmi in gestione dai clienti per quasi 20 milioni. Infine, a Vicenza si segnala un altro ingresso di elevato standing per il district manager Dennis Zangaro, che ha portato dalla Banca Alto Vicentino il consulente Stefano Zaccaria, forte di un portafoglio da circa 40 milioni di euro. Per l’area del Nord Est, guidata dal manager Leandro Bovo, si tratta del decimo inserimento importante da inizio anno, con un contributo alla raccolta che supera i 150 milioni.
Chi entra e chi esce in casa Fidelity
Nuova nomina in casa Fidelity. La società ha affidato a Tim Orchard la gestione del suo fondo azionario indiano da 1,6 miliardi di dollari. Nello specifico Orchard, operativo a Hong Kong dal primo settembre, ha assunto la guida del fondo Fidelity Funds - India Focus, domiciliato in Lussemburgo, al posto di Teera Chanpongsang, che a sua volta ha sostituito Allan Liu nella gestione della versione domiciliata nel Regno Unito del Fidelity South East Asia fund. Inoltre, il gruppo Fidelity ha annunciato che Sanjeev Shah lascerà la gestione di fondi di investimento dopo 17 anni nel settore e che a prendere il suo posto alla guida del Fidelity Special Situations fund sarà Alex Wright. Il
resce la divisione Mediolanum Private Banking del gruppo Banca Mediolanum, guidata dall’amministratore delegato e direttore generale Massimo Doris. Lo riferisce il settimanale Il Mondo, segnalando che dall’inizio dell’anno la divisione ha inserito 16 private banker provenienti da strutture concorrenti. Degli ultimi dieci ingressi, sei arrivano da Banca Mps. Sono, stando a quanto riporta Il Mondo, Francesco Cipolleschi, Ugo Elia, Tommaso Fontana, Primo Giorgeschi, Marco Viti (Toscana) e Gianfranco Staiano (Campania). Gli altri nuovi arrivi, sempre secondo Il Mondo, sono soprattutto di esperienza bancaria. Si tratta di Stefano Tedesco, dalla Bcc Barlassina in Lombardia, Piero Magnanelli, ex della Banca regionale europea in Piemonte, Umberto Mengoni, dalla Cassa di Risparmio di Cesena, in Toscana, e Vincenzo Brescia, da Banca Fideuram, in Campania. La divisione Mediolanum Private Banking, come ricorda Il Mondo, ha uffici a Milano, Padova, Bologna, Firenze e Roma.
gruppo ha precisato che i due gestori lavoreranno insieme nei prossimi mesi per assicurare una transizione “morbida”. Wright – già responsabile del fondo Fidelity Special Values PLC e co-gestore del Fidelity UK Smaller Companies fund insieme a Jonathan Winton assumerà piena responsabilità del Fidelity Special Situations fund a partire dal 1° gennaio 2014. Shah è stato gestore unico del fondo da 4,4 miliardi di dollari dal gennaio 2008, dopo l’uscita di Anthony Bolton, che aveva lanciato il comparto nel 1979. A partire da gennaio, entrerà nella Fidelity portfolio managers Academy, dove vengono formati i gestori più promettenti del gruppo.
Due ingressi di peso per un nuovo team AllianceBernstein
AllianceBernstein dà vita a un nuovo team dedicato alle assicurazioni europee. E lo fa annunciando due ingressi “di peso”: si tratta di Etienne Rougier ed Erik Vynckier, entrati a far parte della società in qualità rispettivamente di chief operating officer per il settore assicurativo in Europa e di senior portfolio manager Insurance, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni specializzate nel settore assicurativo. Rougier e Vynckier, fa sapere AllianceBernstein, lavoreranno a stretto contatto con i team e con la clientela, impegnandosi ad affrontare la gestione dei nuovi e complessi requisiti regolamentari e di reportistica. Entrambi saranno basati a Londra e riporteranno a Tim Ryan, presidente e ceo di AllianceBernstein Limited nella capitale britannica. Nel dettaglio Rougier, in qualità di coo per le Assicurazioni, si concentrerà sullo sviluppo del business e sull’implementazione di servizi su misura per gli assicuratori. Prima di approdare in AllianceBernstein è stato coo presso Architas Multi-Manager, dove era responsabile dell’implementazione dei processi e dello sviluppo del business. A Vynckier sarà invece affidato l’incarico di realizzare soluzioni efficienti per la gestione del capitale personalizzate sulla base delle esigenze degli assicuratori europei. Arriva da Scottish Widows Investment Partnership, dove, in qualità di responsabile degli investimenti, supervisionava l’asset allocation dell’azionario e del reddito fisso per gli assicuratori.
specialista, con una grande presenza a livello internazionale, ha deciso di puntare forte sull’Italia e ora, nella sede di Milano di via Dante, 14 operano, accanto a Alex Ricchebuono, il country head Italia Marco Peri e Maria Grazia Bevilacqua come supporto ai clienti e marketing. Ricchebuono ha una lunga esperienza nel settore. E torna in Italia dopo essere stato 13 anni a Londra dove l’ultima esperienza è stata quella in Brevan Howard come client relation southern Europe.
Alessandra Perrazzelli è il numero uno di Barclays in Italia
Nuovi vertici per Barclays in Italia. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, Alessandra Perrazzelli, dallo scorso giugno general counsel e country head of compliance per la società nel Belpaese (qui la notizia), assumerà l’incarico di country head e di rappresentante legale per l’Italia a partire dal prossimo 23 settembre. La manager 52enne sostituirà il quasi 70enne Hugh Malim, all’interno del gruppo da circa 20 anni, che lascerà la banca a dicembre per assicurare continuità nella gestione. Prima di approdare in Barclays Italia Perrazzelli, che manterrà anche l’incarico attuale di general counsel e country head of compliance, ha lavorato per dieci anni in Intesa Sanpaolo. Nel nuovo ruolo riporterà a Patrick Clackson, ceo corporate e investment banking per l’area Emea di Barclays.
Ivan Borrello debutta nel private banking targato Ersel
Alex Ricchebuono alla guida italiana di La Française Am
In controtendenza rispetto ai tempi, c’è chi in Italia fa ritorno. Ecco che Alex Ricchebuono dallo scorso 2 settembre è il responsabile south east Europe dell’asset manager francese La Française AM, affiliata del gruppo Crédit Mutuel Nord Europe (rating AA) e con circa 40 miliardi di euro di patrimonio gestito a livello globale. Il gruppo, gestore patrimoniale multi-
Ersel annuncia l’ingresso di Ivan Borriello, che andrà a rafforzare il team di private banking. Lo comunica la società in una nota. Borriello, 44 anni, risiede a Londra e ha maturato una significativa esperienza avendo lavorato per oltre un decennio presso le sedi di Londra e di Milano di Morgan Stanley, in qualità di senior relationship manager. L’ingresso di Borriello rafforza il team di private banking di Ersel, costituito da una quarantina di consulenti tra le sedi di Torino, Milano e Bologna.
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Sospesi tre promotori che proponevano investimenti in capolavori e non solo
L’arte di mettersi nei guai Nel mese la Consob ha segnalato 11 provvedimenti: tre sono radiazioni A cura di Silvia Minola Il bollettino della Consob nelle ultime settimane ha compensato il periodo fiacco di agosto. Tra il 31 del mese e il 26 settembre risultano pubblicati 11 provvedimenti disciplinati, di cui sei sospensioni sanzionatorie, due sospensioni di tipo cautelare e tre radiazioni. I provvedimenti risalgono a periodi diversi, ma la Consob li ha resi noti
attraverso il suo bollettino nel periodo che abbiamo preso in esame, ovvero quello compreso tra il 31 agosto e il 26 settembre. Di seguito, riportiamo una sintesi dei provvedimenti con l’indicazione del numero delle rispettive delibere Consob, segnalando che per tutti gli approfondimenti è possibile consultare il sempre aggiornato sito www.bluerating.com o andare alla fonte, ossia www.consob.it.
SOSPENSIONI SANZIONATORIE
L’investimento “pacco” in arte ha messo nei pasticci tre promotori finanziari. Sono, in ordine alfabetico, Mauro Bellani, Maurizio Ceccarelli e Massimo Fiori, di cui parlano le delibere 18637, 18635 e 18636. Tutti sospesi in via sanzionatoria per quattro mesi. Proponevano ai clienti di investire in ArteInvest e, alla scadenza, di mettere il denaro in obbligazioni Cogesfin o in azioni della European Insurance Group.
SOSPENSIONE CAUTELARE
SOSPENSIONE CAUTELARE
Una storia di presunta associazione a delinquere e di soldi a quanto pare spariti ha portato alla sospensione cautelare, per un periodo di un anno, di Riccardo Buti dall’esercizio dell’attività di promotore finanziario. Il provvedimento è arrivato con delibera 18622. L’uomo, peraltro, è finito agli arresti domiciliari dopo le indagini della Procura di Torino.
Sospensione cautelare per 60 giorni per Domenico Savio Del Prete, portato all’attenzione di Consob da FinecoBank per alcune irregolarità riscontrate nel suo comportamento. In particolare, l’uomo avrebbe distratto una somma vicina ai 711mila euro. Fatte tutte le verifiche del caso, per lui Consob ha sancito la sospensione cautelare con delibera 18573.
RADIAZIONE
SOSPENSIONE SANZIONATORIA
Ex di FinecoBank, Simone Fantoni ha sottratto denaro a diversi clienti nel giro di quattro anni. Scoperto da Fineco, che nel gennaio 2012 ha interrotto il rapporto di agenzia e lo ha segnalato alla Consob, Fantoni ha ammesso le irregolarità commesse, si è detto pentito e ha restituito tutto. Ha anche chiesto la cancellazione dall’Albo, ma ciò non gli ha evitato la radiazione, avvenuta con delibera 18545.
Sospensione sanzionatoria per quattro mesi per Marco Gozzani. Lo ha stabilito la Consob con la delibera 18632, rispondendo peraltro “picche” alla domanda del promotore di non pubblicare il provvedimento sul bollettino della vigilanza. Ritenute accertate l’acquisizione di disponibilità di somme di pertinenza di una cliente, il perfezionamento di operazioni non autorizzate e l’accettazione di somme a titolo di finanziamento.
SOSPENSIONE SANZIONATORIA
RADIAZIONE
Sospeso in via sanzionatoria per due mesi Mario Giuseppe Muzzetto, con delibera 18547. Motivo: ha percepito dai clienti finanziamenti per 130mila euro. A segnalarlo alla Consob è stata Sanpaolo Invest sim. Ma alla luce dell’entità dei finanziamenti percepiti dai clienti e dato che il pf, in occasione degli accertamenti, ha tenuto un comportamento trasparente, l’autorità si è “limitata” a una sospensione sanzionatoria.
Roberto Pelliccia è stato radiato dall’Albo dei promotori finanziari - a cui era iscritto dal 2000 - per l’acquisizione indebita di somme dei clienti e per la falsificazione della loro firma sulla modulistica contrattuale. Ne dà notizia la delibera 18595 della Consob. A segnalare il promotore all’autorità è stata Banca Fideuram. La Commissione ha deciso di radiarlo dall’Albo ritenendo accertate le violazioni addebitategli.
SOSPENSIONE SANZIONATORIA
RADIAZIONE
Maria Antonietta Perilli è stata sospesa per quattro mesi in via sanzionatora per alcuni comportamenti irregolari tenuti nel corso della sua attività per conto del Credem. A darne comunicazione è la delibera numero 18623 della Consob: avrebbe fatto sottoscrivere ai clienti prodotti finanziari riconducibili a intermediari non più operanti o inesistenti.
Ha preso soldi ai clienti e non ha detto il vero su alcuni prodotti finanziari: è stato così che Augusto Rizzo, classe 1974, iscritto all’Albo dei promotori dal 2002, è stato radiato. Stando alla delibera 18614, tutto è partito di fatto da una nota datata 16 febbraio 2012 di Banca Mediolanum. Terminato il procedimento, per Rizzo è scattata appunto la radiazione.
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A fine ottobre torna il Tol Expo di Piazza Affari
Trader a Milano Gli organizzatori prevedono numeri in crescita A cura di Daniel Settembre Giunto all’11esima edizione, torna anche quest’anno il Trading Online Expo, l’incontro dedicato al mondo del trading e dell’investimento online. Tra le quattro mura del Congress centre and services di Palazzo Mezzanotte a Milano, sede della Borsa Italiana, il Tol Expo 2013, in calendario il 24 e il 25 ottobre, vedrà la presenza di oltre 40 espositori e offrirà la possibilità di incontrare i broker online, gli emittenti, le società legate al mondo del trading e per la prima volta il mondo universitario. L’evento è rivolto ai trader professionisti ma soprattutto ai piccoli risparmiatori interessati a conoscere strumenti come gli etf, i certificates, i covered warrant e i derivati, grazie a seminari gratuiti organizzati da Borsa Italiana ai quali si affiancheranno numerosi corsi tenuti da broker, trader e associazioni. Nato nel 2001,
l’evento ha registrato un costante aumento di interesse verso il mondo del trading, soprattutto dal 2006 in avanti, quando anche emittenti di covered warrant e certificates, etf e etc e associazioni di settore hanno considerato la possibilità di confrontarsi direttamente con il pubblico dei private investor. Dal 2004 si è assistito infatti a una crescita esponenziale degli incontri formativi proposti,
passati dai nove seminari del 2003 ai 39 del 2006, fino a raggiungere il record di 60 convegni nel 2011. Medesimi risultati sul numero dei partecipanti ai seminari, cresciuto di più di cinque volte dalla prima edizione: 800 partecipanti nel 2003, 4.111 partecipanti nel 2012. E quest’anno, per gli organizzatori, non sarà da meno. @DanielSettembre
Il tour di Swiss & Global Dal tapering alle strategie di investimento contro l’incertezza Prende il via il 2 ottobre da Milano e si concluderà a Udine il 26 novembre, toccando in totale 18 città, il
secondo round dello Swiss & Global L@B 2013. Il titolo è “Nella trappola del tapering: governare l’incertezza oltre il breve termine”. L’iniziativa servirà ad analizzare in dettaglio le fonti dell’incertezza, cercando di disporre nel modo migliore le tessere del mosaico finanziario globale e distinguendo la tattica del breve termi-
ne dalle strategie di lungo termine, per arrivare a scoprire che governare l’incertezza è possibile. Nella nuova formula, saranno presenti ospiti esterni, economisti e affermati uomini di impresa, che racconteranno, ciascuno a suo modo, come il cambiamento epocale tocca l’economia e le vite di tutti.
Un corso di formazione AssiomForex ha organizzato per il 7 ottobre un corso di formazione dedicato all’industria europea degli exchange traded fund e degli exchange traded com-
modities. La giornata, che si svolgerà a Milano presso la sede dell’associazione in via Foppa 7 a partire dalle 9.00, è stata pensata per illustrare l’evoluzione dell’industria
degli etf e degli etc nel Vecchio Continente: il settore, spiegano gli organizzatori, si è infatti aperto negli ultimi anni a nuovi mercati emergenti e ad asset class
BREVISSIME l PROMOTORI FINANZIARI Banca Popolare di Puglia e Basilicata alla sesta edizione del Financial Forum Si tiene giovedì 3 ottobre a Bari il Financial Forum della Banca Popolare di Puglia e Basilicata. L’evento, arrivato alla sesta edizione e per la prima volta aperto ai giornalisti, si propone come momento di formazione e di aggiornamento professionale, oltre che come occasione per fare un bilancio del 2013 e per confrontarsi sugli scenari del 2014. Partecipano alla giornata, in qualità di partner dell’evento, undici gruppi di asset management nazionali ed esteri. Si tratta di AcomeA, Aletti Gestielle sgr, Anima, Bnp Paribas Investment Partners, Carmignac Gestion, Eurizon Capital, Eurovita Assicurazioni, Fidelity, Franklin Templeton Investments, Pictet e Progetica. L’appuntamento è per giovedì 3 ottobre allo Sheraton Nicolaus Hotel di Bari, in via Cardinale Ciasca 9, a partire dalle 9.15.
l ING INVESTMENT MANAGEMENT Via al roadshow sui mercati emergenti per monitorare il mercato del debito In programma mercoledì 16 ottobre al Four Season Hotel di Milano la partenza del roadshow di Ing Investment Management. Il focus sarà sui mercati emergenti: la società cercherà infatti di chiarire le dinamiche che hanno guidato il mercato del debito emergente in questi ultimi tempi e di interrogarsi se esistono ancora opportunità di investimento in questi Paesi, alcuni dei quali, secondo l’opinione di qualche osservatore, sembrano aver perso una parte del loro antico splendore.
l PICTET Le prospettive e gli scenari d’investimento al centro di un giro autunnale di incontri
È partito lunedì 30 settembre il roadshow autunnale di Pictet, che per tutto il mese di ottobre e poi fino al 21 novembre toccherà 23 città in tutta Italia. Anche nel corso dei prossimi incontri si parlerà di prospettive e scenari d’investimento per il quarto trimestre dell’anno, di asset allocation e di portafogli consigliati e delle best ideas di Pictet per gli ultimi tre mesi del 2013. La partecipazione agli appuntamenti è gratuita, ma per ragioni organizzative, ci tiene a far sapere la società attraverso un comunicato ufficiale, le conferenze sono tutte quante a numero limitato.
talvolta di difficile accesso anche per gli investitori istituzionali. La quota di iscrizione al corso è di 350 euro più Iva per i soci, mentre equivale a 550 euro - più Iva anche in questo caso - per tutti coloro che non sono soci.
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Ecco i rischi del rapporto tra promotori e intermediari
Cari enti, dovete essere responsabili di Claudia Petracca* Negli ultimi anni il legislatore italiano ha apportato numerose integrazioni al D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 che, all’inizio degli anni 2000, aveva introdotto nel nostro ordinamento il principio della responsabilità amministrativa degli enti; in forza di tale normativa, i reati commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente da persone che rivestono funzioni apicali o da soggetti sottoposti alla dipendenza o vigilanza di queste potrebbero dar luogo ad una specifica responsabilità degli enti medesimi. La responsabilità in commento è di tipo amministrativo pur se attribuita nell’ambito di un procedimento penale e si caratterizza per essere del tutto autonoma rispetto a quella della persona fisica che commette il reato (c.d. reato presupposto). Perché si configuri in capo all’ente la responsabilità in oggetto occorre tuttavia: che il reato commesso rientri tra quelli espressamente previsti nel Decreto 231/2001; che il soggetto attivo sia legato all’ente da un “rapporto organico” e abbia agito nel suo interesse o a suo vantaggio; che non sussistano le condizioni esimenti di cui all’ art. 6 del Decreto 231/2001. Nell’ambito di un procedimento penale ex Decreto 231/2001, diviene pertanto dirimente accertare se, prima che il reato sia stato commesso, l’ente abbia adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione e di gestione (il c.d. MOG) idoneo a prevenire i reati del tipo di quello verificatosi e abbia istituito un organismo di vigilanza incaricato di vigilare sul funzionamento, rispetto e aggiornamento del MOG (il c.d. OdV).
Claudia Petracca
Si ricorda che tra i soggetti la cui condotta criminosa potrebbe essere fonte di responsabilità amministrativa rientrano anche i promotori Con specifico riferimento agli intermediari (banche, sim, etc) si ricorda che tra i soggetti la cui condotta criminosa potrebbe essere fonte di responsabilità amministrativa, rientrano anche i promotori finanziari i quali, dunque, in virtù del rapporto organico che li lega agli intermediari medesimi, ben potrebbero assumere la veste di soggetti attivi di molti dei reati presupposto previsti dal Decreto 231/2001 (si pensi, a titolo esemplificativo, al reato di riciclaggio commesso nell’interesse o a vantaggio dell’intermediario preponente). Ai sensi dell’art. 6, comma 3, del D.Lgs. 231/2001, nella predisposizione dei Modelli organizzativi
volti alla prevenzione dei reati, gli enti possono avvalersi dei codici di comportamento elaborati dalle associazioni di categoria. In virtù di quanto previsto da tale norma, Assosim ha predisposto nel 2011 e recentemente aggiornato, anche alla luce delle ultime novità normative intervenute, le “Linee guida Ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231” le quali tengono espressamente conto delle specificità operative caratterizzanti l’attività degli intermediari. Tali Linee Guida – formalmente validate dal Ministero della Giustizia in data 10 settembre 2013 - si compongono di due Sezioni: una Parte Generale descrittiva, tra l’altro, della metodologia da utilizzare ai fini della predisposizione del MOG e del relativo contenuto e una Parte Speciale in cui vengono illustrati, con riferimento a ciascun reato contemplato nel Decreto 231, i rischi concretamente riscontrabili nell’ambito degli intermediari e alcuni possibili presidi organizzativi e procedurali di cui tenere conto nella strutturazione dei propri Modelli organizzativi interni (www.assosim.it). *responsabile area legale Assosim
NORME E DIRETTIVE Puoi restare aggiornato visitando ogni giorno il sito www.bluerating.com
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Via a una raffica di rincari anche per i professionisti italiani
Iva su, il pf “ringrazia” Cresce di un punto percentuale l’imposta sul valore aggiunto A cura di Luca Spoldi Quando sembrava ormai certo uno slittamento a gennaio dell’aumento dell’Iva dal 21% al 22%, ecco che una crisi politica e uno strappo nella maggioranza di coalizione tra Pd e Pdl vanifica tutto. Una cosa è sicura quindi: da ottobre l’Iva aumenterà e
potrà produrre ricadute economiche pesanti. Secondo i calcoli del Codacons, l’incremento dell’aliquota, infatti, peserà sulle tasche degli italiani dai 209 euro su base annua per una famiglia di tre persone ai 349 euro per un nucleo composto da cinque elementi. “Ma l’aumento dell’Iva produrrà un
disastroso effetto domino, con un incremento dell’inflazione, una pesante diminuzione dei consumi e un rincaro generalizzato dei listini al dettaglio, specie nel settore alimentare e dei prodotti trasportati su gomma”, sottolinea il presidente del Codacons Carlo Rienzi. @6inrete
Il private equity riparte Il settore in Italia torna ad avere un po’ di ossigeno grazie alle piccole e medie imprese Dopo anni di “vacche magre” per il settore del private equity i “tempi buoni” sembrano solo all’inizio, almeno all’estero. Lo confermano da mesi gruppi statunitensi come Blackstone, Carlyle Group o Kkr, mentre in Europa il
britannico 3i è tornato a reclutare banchieri d’affari per i suoi team in Gran Bretagna e in Germania dopo aver tagliato di 160
unità (pari a un terzo del totale) il suo staff nel 2012 e aver chiuso 19 uffici. Per gli analisti che seguono il settore il ritorno sulla scena
Mediazione, torna l’obbligo Da venerdì 20 settembre, si cambia di nuovo registro. E chi deve risolvere una controversia riguardante contratti assicurativi, bancari e finanziari dovrà per forza, come prima cosa, tentare la via della mediazione. Il cosiddetto “preventivo esperimento del procedimento di mediazione” tornerà infatti a essere condizione di procedibilità delle domande giudiziarie relative ai contratti assicurativi, bancari e finanziari. Con una novità: la durata massima si riduce da quattro a tre mesi. Non solo: ora è prevista l’assistenza necessaria dell’avvocato. Il giudice può
poi imporre in corso di causa l’esperimento del procedimento di mediazione, fissando la successiva udienza dopo la scadenza del termine di durata dello stesso. Il nuovo regime si deve all’articolo 84 del decreto legge 69 del 21 giugno 2013 - il cosiddetto “decreto del Fare” - convertito con modificazioni dalla legge 98 del 9 agosto 2013, uscita in Gazzetta Ufficiale il 20 agosto. In sostanza, questi ultimi testi di legge hanno rivisto il decreto legislativo 28 del 4 marzo 2010 in materia di mediazione civile e commerciale, reintroducendo il ricorso obbligatorio al pro-
cedimento di mediazione per le controversie elencate nell’articolo 5, comma 1, di questo decreto (quindi in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari). Unica eccezione, ora, solo le controversie sul risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti.
delle compagnie di private equity non è una sorpresa, visto che la ripresa economica Usa pare in via di consolidamento, la recessione europea sembra essersi lasciata alle spalle la sua fase più acuta e anche paesi emergenti come la Cina stanno tornando ad accelerare. E in Italia? Secondo il più recente Italy Private Equity Confidence Survey di Deloitte Financial Advisory, nel Paese cala il numero degli operatori, le operazioni sono stabili, l’attenzione si sposta dalle grandi aziende alle pmi con un calo dell’ammontare medio investito per singola operazione.
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IN BREVE l Ascosim, tre giornate sulla consulenza Ottobre dedicato alla formazione sui servizi di consulenza in materia di investimenti in casa Ascosim, che il 23 e 30 ottobre e 6 novembre, dalle 14.30 alle 18.30, a Milano, terrà un corso di formazione, con la docenza di Massimo Scolari, rivolto in particolare a pf, consulenti e addetti di private banking. Le tre giornate del corso (per partecipare alle quali è necessario versare un contributo ad Ascosim di 400 euro più Iva), accreditato per il mantenimento della certificazione Efa in modalità A, saranno dedicate in particolare all’esame delle normative italiane ed europee, delle relazioni con la clientela e della prestazione del servizio di consulenza. Al termine del corso è previsto un attestato di partecipazione. Info via mail a eventi@ascosim.it
l A ottobre torna l’aperitivo Consultique
Proseguono a ottobre gli “aperitivi” di Consultique in tutta Italia. Venerdì 11 a Bari (con “replica” mercoledì 20 a Torino) Luca Mainò, Marco Zoppi, Giovanni Pedone e Stefano Gamba spiegheranno come aprire uno studio professionale finanziario indipendente. Lunedì 14 sarà la volta di Trieste, dove Cesare Armellini, Jessica Lana e Luca Mainò parleranno di analisi e ricerca indipendente e strumenti sull’oro fisico e le materie prime. Mercoledì 16 ci si potrà ritrovare a Bergamo, dove Cesare Armellini, Isabella Liso e Luca Mainò illustreranno l’uso degli etf in un’ottica di copertura di portafoglio. Tutti gli appuntamenti, gratuiti, sono dalle 17.00 alle 19.30, con una sessione di domande e risposte finale e aperitivo “di rito” per scambiarsi impressioni.
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Dalle coperture sanitarie alle polizze in caso di invalidità e non solo
Previdenza da Leone Agli advisor di Banca Generali sono garantite varie coperture Promotori e previdenza: come si regolano le società italiane? BLUERATING l’ha chiesto alle principali società operanti sul mercato, alcune delle quali hanno accettato di rispondere. Per Banca Generali, il direttore commerciale Marco Bernardi (nella foto) ribadisce che le sinergie con la capogruppo Assicurazioni Generali consentono alla società di offrire ai propri promotori finanziari un
pacchetto di garanzie sul fronte previdenziale e nelle coperture sanitarie personali e familiari estremamente competitivo. “Innanzitutto, a tutti i professionisti sono garantite polizze caso morte e invalidità permanente, sia infortunio sia per malattia”, spiega ancora Bernardi, “che sono un plus rispetto alla concorrenza, cui affianchiamo a completamento del ‘pacchetto serenità’ un’assi-
curazione Long term care (Ltc), che protegge nel caso di problemi alla salute che compromettano l’autosufficienza”. Sono inoltre previste convenzioni con le polizze Generali anche ai rimborsi per spese mediche eventualmente sostenute in Italia e all’estero sia per il professionista che per i suoi familiari. Dal punto di vista previdenziale, Banca Generali incentiva poi i piani com-
Così fa B. Euromobiliare A chi va in pensione indennità aggiuntiva e due anni di management fee Come si comporta Banca Euromobiliare, società del gruppo Credem, sulla previdenza? Risponde Stefano Bisi (nella foto), responsabile della promozione finanziaria: “Il tema degli accantonamenti pensionistici è particolarmente sentito da sempre. A tale scopo è stata costituita una speciale ‘indennità aggiuntiva di fine rapporto’, che prevede un accantonamento annuo in percentuale sulla raccolta netta, che si somma a quello sulle provvigioni percepite in base a livelli che ogni
anno il pf raggiunge in funzione di un mix tra portafoglio complessivo e provvigioni percepite”. Le somme così accumulate si riscattano a fine carriera o in caso
di inabilità, oppure vengono riconosciute agli eredi in caso di morte del pf. “A questo strumento si affianca la cosiddetta formula di liquidazione del portafoglio”, aggiunge Bisi, “che prevede l’erogazione di due anni di management fee generato sulla clientela precedentemente assistita dal pf che termina l’attività. A chi lo sostituisce viene riassegnato il portafoglio, definendo una redditività crescente nel tempo per poter sopportare l’onere dell’acquisto del portafoglio stesso”.
L’Inps approva il bilancio e chiude il 2012 in rosso Nel 2012 il SuperInps ha avuto un disavanzo finanziario di competenza di 9.786 milioni di euro con un incremento di 11.083 milioni rispetto all’avanzo di 1.297 milioni del 2011. Lo si apprende da una nota relativa all’approvazione del consuntivo dell’istituto. I principali risultati, precisa l’Inps, tengono conto degli effetti della confluenza nell’Inps dell’ex Inpdap e
dell’ex Enpals, soppressi dal primo gennaio 2012. Il disavanzo economico di esercizio è stato pari a 12.216 milioni di euro con un incremento di 9.955 milioni rispetto al 2011, quando fu di 2.261 milioni. Per effetto del risultato economico di esercizio, il patrimonio netto dell’Inps al 31 dicembre 2012 risulta pari a 21.875 milioni di euro. Con la confluenza di Inpdap ed
Enpals, nel 2012 l’Inps ha registrato 208.076 milioni di euro di entrate contributive, con un incremento pari al 38% rispetto all’esercizio 2011. “Non c’è mai stato e non ci sarà un pericolo per i conti Inps”, dice il presidente Antonio Mastrapasqua in riferimento all’incertezza politica, aggiungendo che l’Inps “ha un’autonomia rispetto alla dinamica politica”.
plementari contribuendo con un bonus aggiuntivo sulla base dei risultati raggiunti, e agevola la possibilità di incremento dei contributi personali nelle medesime soluzioni “ad hoc” per i dipendenti di capogruppo. Infine, le soluzioni di compensazione a fine carriera nel trasferimento di portafogli riflettono, secondo quanto riferisce la banca a BLUERATING, le “best practice del settore”.
IN PILLOLE l ENASARCO Nell’anno in corso il contributo volontario per un consulente vale almeno 824 euro Un promotore finanziario che cessi la propria attività e non risulti già titolare di una pensione diretta Enasarco (di invalidità, di inabilità oppure di rendita contributiva) può chiedere all’Enasarco di essere ammesso a versare un contributo volontario a suo esclusivo carico purché vanti un’anzianità contributiva pari ad almeno cinque anni, di cui come minimo tre nel corso del quinquennio precedente la cessazione. L’ammontare del contributo volontario si determina assumendo come base di calcolo la media aritmetica annua delle provvigioni liquidate al promotore finanziario negli ultimi tre anni di contribuzione obbligatoria, anche non consecutivi, e applicando su tale base l’aliquota contributiva vigente al momento della presentazione della domanda di prosecuzione volontaria. Il contributo volontario non può comunque essere inferiore all’ammontare del minimale contributivo previsto per il promotore alla data del versamento (pari a 824 euro nel 2013).
l PENSIONE Anche per il promotore finanziario è sempre più lontana e onerosa
La pensione? È sempre più lontana e onerosa, anche per i promotori finanziari. La riforma della previdenza sta infatti progressivamente innalzando il requisito tanto dell’età pensionabile tanto dell’aliquota contributiva da versare all’Inps. In particolare, dal primo gennaio 2013 l’aliquota contributiva dei promotori finanziari è pari al 21,84% (per la fascia di reddito tra i 15.357 euro e i 45.350 euro, oltre tale livello l’aliquota corrisponde al 22,84%) e la stessa continuerà a crescere ogni anno di uno 0,15% fino ad arrivare nel 2018 al 24% (il 25% per i livelli di reddito più alti). Quanto all’età, da quest’anno gli uomini potranno andare in pensione a patto di avere almeno 66 anni e tre mesi, le donne almeno 63 anni e nove mesi. Salvo avere almeno 42 anni e cinque mesi di contributi (41 anni e cinque mesi per le donne). Infine, l’applicazione dei nuovi coefficienti di calcolo applicati al montante dei contributi versati rischia di comportare una decurtazione dell’assegno pensionistico tra il 2% e il 4% a seconda dei casi.
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Nella consulenza paga sempre aprirsi seriamente all’ascolto La prima regola per costruire una relazione di qualità con il cliente è non trascurare mai e poi mai di Raimondo Marcialis* le sue caratteristiche personali e Maurizio Primanni** e gli aspetti psicologici
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l valore della consulenza si palesa in modo evidente quando il consulente riesce a evidenziare la distanza che spesso esiste tra ciò che dichiara di volere il cliente e ciò di cui ha “effettivamente” bisogno. L’adattamento del consulente alla personalità del cliente nell’immediato può essere utile in termini commerciali, ma con il maturare della relazione il fatto di non analizzare e valutare compiutamente le caratteristiche che discendono dall’incontro delle differenti personalità può generare una minore efficacia sia tecnica sia relazionale. L’importanza di costruire una relazione “risonante” Il cliente prende gran parte delle sue conoscenze finanziarie da quanto legge, ascolta o vede su giornali, riviste specializzate, siti web, programmi televisivi e libri. Tuttavia, egli non ha alcuna garanzia che tali
informazioni siano accurate, oggettive o rilevanti per la sua situazione specifica. Esiste inoltre una sofisticata macchina di marketing sviluppata dalle case di investimento per evidenziare i punti di forza ciascuno della sua gamma e così raccogliere l’attenzione e il favore dei clienti sui loro prodotti. Spesso le campagne di marketing sono così sofisticate ed efficaci che i clienti si convincono a torto di avere necessità di prodotti finanziari che offrono soluzioni a problemi che in realtà non li riguardano. In generale, il cliente è spinto a formarsi opinioni proprie, talvolta anche consolidate, su quali siano le più opportune scelte di investimento che deve intraprendere. In questi casi, per il consulente diventa più complicato del solito far emergere il valore della consulenza. Per definire scelte condivise di investimento diverse da quella che era la convinzione iniziale del clien-
te e più allineate ai suoi bisogni “effettivi” è necessario che il consulente sappia costruire una relazione “risonante”, ovvero una relazione in cui consulente e cliente si trovino emotivamente sulla medesima lunghezza d’onda e in sintonia positiva. Così si otterrà una situazione in cui: n il cliente è disposto a proporsi in trasparenza, rappresentando tutte le informazioni fattuali di cui il consulente ha bisogno per definire le più appropriate soluzioni di investimento; n il consulente avrà la necessaria leadership per aiutare il cliente a ottenere una chiara comprensione della sua situazione iniziale, dei suoi valori, dei suoi bisogni, delle sue preferenze, delle sue speranze e delle sue responsabilità, scardinando eventuali posizioni precostituite del cliente e riuscendo a costruire una proposta di investimento che risponda alle sue reali esigenze.
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Il ruolo fondamentale dell’intelligenza emotiva del consulente I consulenti con la “c” maiuscola sono anche in grado di motivare, guidare, ispirare, ascoltare e convincere il cliente. E, soprattutto, creare risonanza. Per costruire questo tipo di relazione, il consulente deve fare attenzione alle quattro dimensioni dell’intelligenza emotiva: n consapevolezza di sé e del suo ruolo verso il cliente: avere sempre contezza del tipo di supporto a cui attribuisce valore il cliente; sapere leggere le sue emozioni e riconoscerne l’impatto sulla relazione; rilevare periodicamente e con sistematicità i suoi limiti e i punti di forza; mantenere nel tempo una sana consapevolezza del suo valore e delle sue capacità distintive; n capacità gestionale di se stessi: gestire le emozioni; dimostrare integrità e onestà e ispirare fiducia; essere flessibili e capaci di adattarsi a situazioni mutevoli; desiderare il miglioramento continuo delle proprie performance personali e del livello di servizio offerto al cliente; essere pronti nell’agire e nel cogliere le opportunità del momento; considerare sempre il lato positivo degli eventi; n consapevolezza sociale: comprendere la situazione del cliente, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista psicologico; percepire le emozioni del cliente, comprendere il suo punto di vista, interessarsi attivamente e con continuità alle sue preoccupazioni; saper leggere, a livello familiare, orientamenti, vincoli, processi decisionali; n capacità di gestione delle relazioni interpersonali: guidare e motivare il cliente sulla base del valore che egli riconosce al consulente; lasciare con la propria azione un segno positivo, teso a migliorare la situazione del cliente a seguito del proprio intervento; saper inaugurare un nuovo corso impostando la relazione con il cliente su nuove basi oppure orientandola verso nuovi obiettivi. La prima area di competenza - ossia la consapevolezza di sé e del proprio ruolo verso il cliente - è alla base di tutto il costrutto, se non riconosciamo per quale motivo il cliente ci attribuisce un valore difficilmente riusciremo a gestire le
I possibili ruoli del consulente finanziario Nella dottrina anglosassone si sono individuate da tempo almeno sei diverse casistiche relative al possibile ruolo del consulente finanziario. n Financial organiser, ovvero colui che aiuta il cliente a prendere coscienza di quali prodotti possiede e delle opportunità e dei rischi a cui va incontro. Egli di solito giustifica il suo ruolo suggerendo al cliente interventi di semplificazione e razionalizzazione del portafoglio, minimizzandone di conseguenza la complessità gestionale e le incombenze amministrative. In questo caso del consulente viene apprezzata soprattutto la capacità di auditing periodico degli investimenti, secondo il principio per cui una gestione ordinata del portafoglio favorisce la consapevolezza del cliente della sua ricchezza e degli effetti delle sue scelte di investimento. n Financial navigator, ovvero colui che aiuta il cliente a comprendere cosa è importante per lui, dove il cliente sta andando con il suo portafoglio e quali sono le migliori soluzioni per finalizzare gli investimenti verso la soddisfazione dei suoi bisogni. In questo caso, il consulente applica la sua esperienza per aiutare il cliente a comprendere quali saranno le sue potenziali esigenze future e conseguentemente per costruire una financial roadmap che lo metta nelle condizioni di farvi fronte. Egli inoltre si preoccupa di mantenere costante allineamento tra le scelte di investimento e i bisogni e i progetti del cliente e di risolvere eventuali disallineamenti adottando strategie di ribilanciamento del portafoglio. n Financial bodyguard, ovvero colui che è visto dal cliente come il difensore del proprio patrimonio.
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Le dimensioni dell’intelligenza emotiva a cui deve prestare attenzione ogni consulente
Sono i ruoli del professionista individuati dalla dottrina anglosassone già da tempo
Sono i soggetti coinvolti nella relazione: da una parte il cliente, dall’altra l’advisor
nostre competenze e le nostre emozioni, a utilizzare la conoscenza che abbiamo del cliente e ad applicare in maniera appropriata le più opportune tecniche di relazione per offrire un servizio di consulenza di qualità. Diventa quindi fondamentale primariamente indagare quali possono essere i possibili ruoli assegnati dal cliente al suo consulente finanziario.
Difensore contro prodotti e servizi non adeguati che il cliente potrebbe decidere erroneamente di acquistare. In questo caso, del consulente vengono apprezzati soprattutto gli aspetti di professionalità e di indipendenza. Egli in genere deve lasciare trasparire completo disinteresse verso i prodotti acquistati dal cliente. Tale è sovente il posizionamento del consulente fee only. n Financial coordinator, ovvero colui che supporta il cliente di fronte a necessità diversificate (investimento, fiscale, legale, assicurativo, passaggio generazionale, eccetera) nell’usufruire di un panel di servizi resi disponibili da diversi professionisti. In questo caso, il consulente esprime il suo valore coordinando i servizi resi dai diversi professionisti e assicurandosi che essi compongano una soluzione organica alle esigenze del cliente. n Financial best friend, ovvero il consulente con cui il cliente si sente libero di scambiare pensieri e opinioni, quello a cui chiede opinioni e suggerimenti in modo aperto e senza timidezze. In questo caso, il consulente spesso svolge un ruolo di mero “sounding board”, dando supporto al cliente nei momenti difficili e aiutandolo a cogliere le opportunità nei momenti migliori. n Financial doctor, ovvero colui che, come il medico di famiglia, è visto come la figura di riferimento per la gestione di tutte le tematiche che afferiscano alla conservazione e all’accrescimento del patrimonio. Poiché spesso la conoscenza del cliente e della sua famiglia è il frutto di una relazione di lungo periodo, in generale occorrono svariati anni per assumere tale ruolo. Da segnalare che i ruoli menzionati non devono essere interpretati in chiave esclusiva né statica. Per finire, molto si è detto e scritto in merito alla finanza comportamentale in relazione al cliente, ma rimane ancora molto da fare nell’ambito dell’applicazione al consulente e degli errori cognitivi che derivano dall’interazione tra consulente e cliente. *consigliere delegato Zenit sgr **presidente Excellence Consulting
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Banche e reti devono curare i loro consulenti
L’importanza dell’insegnare di Marco Liera* Quando mi laureai in Economia aziendale nel 1990, una delle costanti delle aziende in cui facevo colloqui di lavoro era l’importanza data alla formazione iniziale. Non solo ti assumevano tutti a tempo indeterminato senza cercare formule “flessibili”, ma spesso i tuoi primi mesi o settimane di lavoro erano dedicati a una formazione full time, per di più residenziale. E regolarmente stipendiata. Per quanto ricordo, questo era il caso della Ibm (che ti chiedeva di passare sei mesi nel loro learning center sul lago di Garda), della Banca Commerciale Italiana, della defunta Arthur Andersen (che ti portava in gita a
Chicago), della Bnl e di altre ancora. Forse qualcuno rimarrà sorpreso nell’apprendere che il peso dato alla formazione iniziale fu uno dei motivi che mi spinse a rifiutare certe offerte di impiego che ricevetti all’epoca. Il mio ragionamento fu: “Ma come? Ho già passato 17 anni della mia vita sui banchi di scuola (cinque di elementari, tre di medie, cinque di liceo e quattro di università), ora è arrivato il momento di cominciare a rendermi utile e invece cosa mi proponete? Di studiare ancora? Ma io voglio lavorare, la-vo-ra-re!”. Sicché, un po’ per caso finii per accettare l’offerta di una redazione di un settimanale finanziario, dove non solo non mi procurarono alcuna formazione iniziale ma mi diedero da coprire argomenti
assolutamente sproporzionati rispetto alle mie conoscenze. In seguito, la passione per le aree che mi ero trovato a seguire - finanza personale e investimenti - mi aiutò a coprire le mie lacune spingendomi a studiare da autodidatta e a partecipare a vari seminari in Italia e all’estero. Ora i tempi sono cambiati e non sono più così tante le imprese che curano la formazione dei neoassunti. Per uno che assomiglia a me nel 1990 non è una pessima notizia. Ma il fatto oggettivo è che l’offerta di scuole e università in Italia è troppo spesso lontana dai fabbisogni cognitivi di varie professioni, renden-
Non conta solo il tempo La formazione è molto più che una questione di orari, obblighi o corsi di Sergio Sorgi* Otto, quattro, 15 ore. La formazione finanziaria e assicurativa si misura spesso in tempi di fruizione e non in obiettivi di apprendimento. Ci sembra tuttavia necessario riflettere su alcuni temi dei quali nel settore finanziario si discute molto poco: le finalità del processo formativo, l’uso corretto dei media e la mancanza di riferimenti disciplinari forti. Iniziando dalle finalità, i fautori degli approcci teorico-accademici ritengono che le materie di studio debbano coincidere con le nozioni fondamentali, spesso identificate nei mercati e nei prodotti. I fautori dell’approccio pragmatico, al contrario, ritengono che le nozioni debbano essere limitate ad aumentare l’efficacia nella vendita, più o meno consulenziale. Ora, come
spesso accade, l’efficacia ci pare stare nel mezzo, dove le teorie sono rilevanti ma devono essere apprese solo se effettivamente applicate al lavoro. Inoltre, la disciplina formativa (scienza dell’apprendimento degli adulti) evidenzia che gli adulti apprendono per problemi e non per materie. Questo vuol dire, per esempio, che l’abuso di approccio teorico o per materie può portare a un massivo insegnamento di riforme previdenziali (Amato, Dini, eccetera) al quale non si abbina alcuna competenza di calcolo nel partecipante. L’inefficacia e/o inefficienza di una formazione “staccata” dai suoi esiti comportamentali ci porta al secondo dei temi oggetto di analisi: il corretto utilizzo dei media. La formazione, infatti, può essere erogata in aula, a distanza (e-
L’e-learning permette di graduare modi e tempi. learning) e a distanza con interazione (webconferencing). Ogni sequenza e ogni mezzo hanno le loro regole, la loro funzione, il loro equilibrio. L’uso di più di un media per ottenere risultati è fortemente consigliato. Si parla, in questo caso, di formazione “blended”, amalgamata con attenzione agli
Marco Liera
do così necessaria una formazione in-house. Questo è particolarmente vero per l’attività di financial planner. Molti di questi professionisti magari sono diplomati in ragioneria o laureati in economia, ma possono dire di aver imparato il mestiere in quelle istituzioni scolastiche e accademiche? Le facoltà di economia italiane meritano un approfondimento a parte, perché sono concentrate sulla macroeconomia, sui metodi quantitativi e sulla gestione delle grandi aziende, trascu-
rando quasi totalmente la finanza personale (così come l’imprenditorialità). Altrove (come negli Usa) non è così. Diverse università estere contemplano percorsi finalizzati a erogare le competenze necessarie anche alla professione di consulente finanziario delle famiglie. La risposta a questa assenza è per forza di cose un’offerta formativa continuativa a cura di strutture interne a banche e reti, con la collaborazione di qualificati fornitori esterni. *fondatore YouInvest La Scuola per Investire
ingredienti e alla loro misura. L’alternarsi di media può essere variamente definito. Nella nostra esperienza, ci pare efficace un uso di aula per motivare, dare cornici, inquadrare il problema, elearning per approfondire, personalizzare ed esercitare, webconferencing per sperimentare in termini laboratoriali quanto appreso e condividere feedback.
Come se il portafoglio, più o meno ottimo, o i vantaggi fiscali di un prodotto previdenziale fossero il fattore distintivo del servizio alla clientela. Si riscontra, in pratica, una formazione fortemente orientata al collocamento, in apparente distonia con l’affermazione generalizzata dell’importanza strategica della consulenza e della pianificazione finanziaria. Infine, sarebbe utile che gli utenti conoscessero le teorie e i modelli di riferimento alla base della formazione erogata, per comprendere correttamente il contesto di validità. Questo significa evidenziare se la progettazione è stata fatta, per esempio, per obiettivi o per contenuti, se l’approccio è scientista, soggettivista o post moderno, se si adoperano modelli esperienziali (per esempio, l’utilissimo Kolb) e tassonomie (Gagnè, Guilford, Bloom). Insomma, la formazione finanziaria è altro rispetto a un corso, a un obbligo, a un orario. *Progetica
L’aula, infatti, non è luogo di apprendimento mnemoniconozionistico, che non ha benefici nella compresenza. L’e-learning, al contrario, consente a ciascun utente di graduare tempi, approfondimenti, scansione in base al suo specifico livello di apprendimento. Non rispettare l’uso corretto dei media ha due conseguenze: dissipare denaro e/o tempo. L’efficacia, tuttavia, riguarda anche i contenuti. Troppo spesso, infatti, si individua nel prodotto finanziario o assicurativo l’oggetto principale dell’apprendimento.
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Il ricorso alle piazze online si può rivelare controproducente
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A TUTTO TECH Novità e curiosità sul sito web www.bluerating.com
I clienti si sentono più seguiti con i metodi tradizionali A cura di Daniel Settembre Il troppo stroppia anche sul web. Secondo un ricerca del Northwestern Mutual Granum Center for Financial Security presso l’American College, se i consulenti finanziari non usano i social media giudiziosamente corrono il rischio di perdere i loro clienti. L’assioma, che può sembrare banale, è che un contatto online non è uguale a un rapporto vis à vis. “I consulenti oggi sono bombardati dai messaggi sui social media”, ha spiegato Sharen King, direttore esecutivo del Northwestern Mutual Granum Center for Financial Security. “Sembra ci sia una norma non scritta per la quale il consulente oggi debba essere anche un esperto di social media. Ma mentre i clienti sono aperti a ricevere le informazioni utili a conoscere i vari prodotti e servizi finanziari, preferiscono una conversazione faccia a faccia per affrontare le esigenze finanziarie”. La relazione si basa su una doppia indagine condotta dalla società di ricerche di mercato Mathew Greenwald &
scono i metodi tradizionali di comunicazione. Meno del 12% dei clienti è disposto a comunicare attraverso i social. “Il business dei servizi finanziari”, recita il report, “è costruire relazioni, un cliente alla volta, attraverso una conversazione privata”. I social media,
Associates, che ha intervistato oltre mille consumatori e circa 300 professionisti nel settore finanziario - dai promotori agli agenti assicurativi fino ai consulenti indipendenti - per identificare le diverse abitudini sui social media. Ebbene, quello che è emerso che solo l’11% degli advisor ha una “strategia social”. Poco più di un terzo dei clienti intervistati ha un contatto online con il suo consulente solo perché era già un buon
amico. Ciò che incuriosisce di più è che oltre un terzo degli intervistati prenderebbe seriamente in considerazione l’ipotesi di tranciare ogni rapporto con il suo consulente qualora quest’ultimo decida di aggiungerlo alla sua rete di social network. E il consulente è a conoscenza della necessità di procedere con la dovuta cautela. L’indagine rivela infatti che il 60% dei consulenti non usa i social media perché i loro clienti preferi-
Bisogna usare Facebook e Twitter senza esagerare: c’è il rischio che l’investitore si stanchi e si rivolga a qualcun altro invece, funzionano esattamente al contrario: sono rivolti a gruppi e forum con l’obiettivo di creare piccole “comunità”. Altri numeri: più di due terzi dei clienti usano Facebook e il 18% usa Twitter. Percentuali
Ma i giovani sanno come fare Un promotore 26enne racconta la sua esperienza con il web e dice: non ci siamo ancora allontanati dalla “vecchia scuola” Scalpitano, rumoreggiano, mugugnano, smaniano. Sono i giovani promotori, un’intera generazione pronta a conquistarsi un posto al sole, consapevoli che i social media possono essere l’arma in più per la scalata al successo. “Uso Twitter, Facebook, Skype e LinkedIn da quando ho iniziato a lavorare”, ha spiegato il promotore di un grande gruppo. Il 26enne, che preferisce restare anonimo, è professionista da luglio e ha confes-
sato a BLUERATING di preferire Twitter perché “rapido, immediato e poco invasivo” e di usare Facebook come “veicolo per il primo contatto con i potenziali clienti”. E LinkedIn? “Mi permette di farmi un’idea su cosa pensano colleghi, investitori, altri promotori”, ha aggiunto il promotore. “Uso questi mezzi per iniziativa personale e su consiglio di un amico che si occupa di social media per una società di marketing”. Anche perché “non abbiamo una policy interna inerente all’uso di questi mezzi: l’unica raccomandazione è la cautela nel fornire ogni tipo di informazione sensibile o fuorviante. Credo che il vantaggio competitivo nei confronti di chi non ne fa uso sia evidente nel lungo periodo. Non ho ancora trovato un cliente direttamente da un social network, ma sono riuscito a fissare diversi appuntamenti, anche molto interessanti, con
minori per gli advisor: solo il 15% usa Facebook e appena il 3% il sito di microblogging. Clienti e consulenti si ritrovano con percentuali appaiate nei dati su LinkedIn: il 31% di presenze per i primi, il 36% per i secondi. La soluzione vincente sarebbe creare un account su LinkedIn e avere un sito personale. Sarebbe: perché purtroppo, sempre secondo l’indagine, metà degli advisor non ha neanche un sito web professionale. Sono i giovani clienti ad avere più “feeling” online con il loro consulente: quasi la metà della fascia tra i 25 e i 34 anni lo ha nella sua “cerchia di amici”, contro il 17% dei clienti più anziani. Il 36% attraverso Facebook e il 35% tramite Twitter, contro, rispettivamente, il 12% e l’11% della controparte più anziana. La verità, conclude l’indagine, è che quello che cercano i clienti sul web è l’informazione. E in fin dei conti anche i social media sono solo un mezzo. L’importante è che dall’altra parte ci sia un serio e competente consiglio d’investimento. @DanielSettembre
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La tecnologia, per alcuni, potrebbe portare alla scomparsa dell’“homo advisor”
L’evoluzione della specie Ma secondo altri osservatori del mercato il fattore umano non si può sostituire Se Internet rappresenta una risorsa per l’intero mondo del business, è anche vero che lo stesso progresso tecnologico può rivelarsi una pericolosa arma a doppio taglio. E potrebbe addirittura causare l’estinzione dell’“homo advisor”. Un gruppo di società americane tra cui Wealthfront, Personal Capital, Jemstep e FutureAdvisor hanno iniziato infatti a offrire servizi che utilizzano algoritmi informatici per suggerire e in alcuni casi supervisionare portafogli di etf e fondi comuni d’investimento. Il tutto a un costo assai inferiore alla consulenza di un professionista in carne e ossa. Insomma, ora per consultare il portafoglio basta sedersi davanti al computer. È un settore appena nato, è vero, ma oltreoceano è in forte espansione. A favore di questa “rivoluzione digitale” gioca la semplicità con la quale gli investitori della nuova generazione spesso “nativi digitali” abbracciano l’intero mondo del web. Inoltre, “la crisi ha generato una folla di investitori scontenti, aperti a soluzioni alternative rispet-
to ai classici schemi di consulenza”, ha spiegato Grant Easterbrook, ricercatore alla Corporate Insight, una società di consulenza di New York. Affidarsi a un software online potrebbe offrire grandi vantaggi a chi magari non può - per soldi o per altri motivi - incaricare un professionista. Basta infatti rispondere a una serie di domande in merito
alle vostre finanze, ai vostri obiettivi d’investimento e a quanto siete disposti a rischiare e il gioco è fatto. Il software cercherà di tenere sempre bilanciato il vostro portafoglio, vendendo o acquistando i vari titoli, compensando quindi le perdite con i guadagni. La maggior parte di queste aziende offre questa consulenza 2.0 gratuitamente, integrabile con servizi aggiuntivi a pagamento. Servizi che in alcuni casi comprendono anche un vero e proprio consulente finanziario, contattabile con mail o telefono. I dubbi sono però tanti. Sempre Easterbrook ha avvertito che, a meno che il servizio online non si appoggi a un consulente, il consiglio che scaturisce dal software si basa quasi sempre su informazioni limitate. È ovviamente un settore ancora in evoluzione. Tanto che, riporta il Wsj, a luglio Bloomberg ha ritirato un progetto pilota di consulenza online chiamato BloombergBlack, seguito da altre società. Ma la sensazione è che i tentativi di sbarcare il lunario aumenteranno nei prossimi anni.
NUOVE IMPRESE Una società di gestione tutta nuova per le due star del web di Wall Street Barry Ritholtz e Josh Brown, due nomi di Wall Street noti per la loro iperattività sui social media e per le loro intuizioni, hanno avviato una loro impresa di investimento, la Ritholtz Wealth Management. “Ora possiamo finalmente reinvestire tutto nella nostra azienda”, ha detto Ritholtz a Business Insider. “Ci sono così tante cose che si possono fare per i clienti, ma tutte hanno un costo. Ora siamo in grado di reinvestire tutto il capitale nel nostro business”. Ritholtz e Brown, che scrivono rispettivamente sui blog The Big Picture e The Reformed Broker, hanno speso anni a pubblicare articoli sulla mancanza di trasparenza e sui conflitti di interesse che dilagano a Wall Street. Oggi, secondo Business Insider, vedono in questa nuova impresa la possibilità di gestire il denaro “con integrità”. Brown assume il ruolo di ceo e Ritholtz quelli di cio e presidente della società, che è registrata presso la Sec, ossia la Consob americana. La Ritholtz Wealth Management ha più di 100 milioni di dollari di asset under management e può servire i clienti a livello nazionale dal suo ufficio di Park Avenue. Brown ha già dichiarato: “Stiamo raddoppiando la gestione patrimoniale”. Ritholtz e Brown hanno salutato il loro ex datore di lavoro, la Fusion Analytics, e hanno creato una sorta di transizione senza soluzione di continuità con fornitori e clienti. Basti pensare che i clienti di Fusion Analytics seguiti dal duo si stanno spostando verso la Ritholtz Wealth. E laddove alcuni manager di Wall Street vedono “incertezza”, Ritholtz vede solo opportunità. “Stiamo dicendo ‘ehi, se non volete farlo, noi siamo felici di farlo’”, ha affermato. “Quando tutti sono confusi e non capiscono cosa sta succedendo, è quello il momento in cui ci sono le più grandi opportunità”. Barry Ritholtz
persone che si sono mostrate interessate alla mia attività e che in futuro potrebbero diventare clienti”. Sono però ancora poche le reti a puntare in maniera massiccia su questi canali “alternativi” e l’impressione è che in generale non ci sia “una netta distanza con la vecchia scuola”. Come fare allora? “La mia opinione è che l’esperienza della ‘vecchia scuola’ di promotori dovrebbe fornire l’assistenza necessaria per sfruttare in pieno le potenzialità dei social network. Si potrebbero, per esempio, creare gruppi ‘ad hoc’ di veterani e neofiti, in cui i primi mettono l’esperienza di gestione portafogli e i secondi l’attitudine alle nuove forme di comunicazione”. Un ultimo e doveroso appello alla famosa firma digitale, eterno progetto in cantiere: “Le app e i servizi mobile sono la via per semplificare l’attività burocratica e commerciale del nostro lavoro. Spero che un giorno si possa arrivare a permettere al cliente di mettere una firma direttamente sul tablet senza dover riempire pagine e pagine di carta”.
Josh Brown
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L’Italia è in quinta posizione. Prima la Germania
Altroché Asia I ricchi del mondo vengono da Usa e Europa A cura di Diana Bin Continua a crescere, a dispetto della crisi, il numero di individui con patrimoni personali superiori ai 30 milioni di dollari. E non si tratta solo di tycoon provenienti dai mercati emergenti come India, Cina o Medio Oriente, anzi: la crescita arriva soprattutto da Nord America ed Europa. È la fotografia scattata dall’anuale World Ultra Wealth Report pubblicato da Ubs e Wealth-X, secondo cui, tra
la prima metà del 2012 e lo stesso periodo del 2013, la popolazione degli ultra high net worth individuals a livello mondiale ha raggiunto un massimo storico pari a 199.235 individui e a un patrimonio complessivo di 27.800 miliardi di dollari. Ma qual è il profilo tipico del super ricco di oggi? Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini (la componente maschile è pari all’88% del totale), spesso “selfmade” (la cui ricchezza cioè non deriva da una fortuna
ereditata), sempre più affamati di informazioni e alla ricerca di soluzioni sofisticate, rileva lo studio. Guardando ai dati relativi al solo continente europeo, emerge come il Paese con il maggior numero di paperoni sia la Germania. Ma anche l’Italia si difende bene, attestandosi in quinta posizione con 2.075 individui “Uhnw”. Di seguito i dettagli relativi ai primi tre Paesi europei nella classifica elaborata da Ubs e Wealth-X.
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BREVISSIME l USA Il più ricco miliardario under 30 è Moskovitz secondo la classifica di Forbes Dopo essere entrato per la prima volta nella lista di Forbes dei giovani paperoni Usa nel 2010, quest’anno Dustin Moskovitz (nella foto) ha raggiunto la vetta della classifica del celebre magazine finanziario. Il cofondatore 29enne di Facebook ha un patrimonio di circa 5,3 miliardi di dollari, grazie anche al 5% di azioni detenute nel più famoso social network planetario. Ma tra i giovani più ricchi d’America troviamo anche altri nomi profondamente legati a Facebook, come il ceo 29enne Mark Zuckerberg e l’ex presidente (e fondatore di Napster) Sean Parker.
l ITALIA Il grattacielo di UniCredit è tra i dieci più belli che ci sono al mondo
La sede milanese di UniCredit, la nuovissima UniCredit Tower situata in zona Garibaldi, è tra i dieci grattacieli più belli del mondo per il 2012. A decretarlo è stata la classifica annuale elaborata dalla società tedesca Emporis building data company, che premia sia la componente estetica sia il “functional design” dei progetti. Il palazzo milanese da 33 piani, progettato dall’architetto argentino Cesar Pelli e realizzato da Hines Italia sgr, ha conquistato l’ottava posizione. Sui primi tre gradini del podio troviamo invece le canadesi Absolute World Towers, le Al Bahr Towers di Abu Dhabi e il palazzo Burj Qatar di Doha, in Qatar.
l LONDRA Il piccolo principe George è la personalità più influente della città
Vecchio Continente, nuovi Uhnw 1. Germania La Germania ha conquistato il primo posto in classifica per numero di super ricchi nel 2013, con un totale di 17.820 individui con un patrimonio superiore ai 30 milioni di dollari. Ma a livello di singole città, il primo nome tedesco nella graduatoria tra le metropoli europee, Monaco, compare soltanto al quarto posto con 1.740 Uhnw. La crescita economica nel Paese è supportata prevalentemente dai consumi privati, mentre le esportazioni hanno risentito della crisi dell’Eurozona e del rallentamento dell’economia cinese. Una curiosità: circa il 7% dei paperoni tedeschi lavora nel settore automobilistico.
2. Regno Unito Medaglia d’argento per il Regno Unito, che contava a metà 2013 10.910 super ricchi, con un patrimonio complessivo di circa 1.375 miliardi di dollari. La capitale, Londra, è la città europea con il maggior
numero di ultra high net worth individual: 6.360 persone. Eppure la crescita economica nel Paese è tutt’altro che vertiginosa, basti pensare che il tasso di disoccupazione tra marzo e maggio 2013 risultava pari al 7,8% della popolazione. Ma di cosa si occupano paperoni inglesi? Secondo il report di Ubs, ben il 9% degli Uhnw operano nel settore delle organizzazioni non profit.
3. Svizzera La patria della finanza si attesta in terza posizione con 6.330 individui dotati di patrimoni “extra large”, mentre le sue città principali, Zurigo e Ginevra, compaiono rispettivamente al terzo e quinto posto nella classifica delle metropoli europee a più alta concentrazione di individui Uhnw. Come facilmente prevedibile, in Svizzera la maggior parte dei super ricchi lavora nel settore delle bance e degli investimenti. La percentuale è del 27%, vale a dire circa un paperone svizzero su quattro.
La personalità più influente di Londra nel 2013? È un bebè (di sangue reale) di circa tre mesi: il principe George, figlio di William e Kate e terzo in linea di successione al trono britannico. A eleggerlo “re” della City è stata la classifica annuale “Power 1.000 list” stilata dal quotidiano London Evening Standard, secondo cui il principino è diventato il simbolo del momento, oltre che la principale attrazione turistica della città. Così il neonato George ha superato il sindaco di Londra, Boris Johnon (in seconda posizione), il governatore della Bank of England Mark Carney (terzo) e il primo ministro britannico David Cameron (quarto).
l USA La Nasa offre 18mila dollari per stare a letto per 70 giorni
Guadagnare 18mila dollari per stare 70 giorni sdraiati a letto. Non è un sogno ad occhi aperti, ma una reale offerta di lavoro, proveniente niente meno che dalla Nasa, l’agenzia spaziale americana. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ansa infatti, la Nasa ha bisogno di volontari che si prestino a 70 giorni di inattività forzata per testare quali cambiamenti fisici intervengano negli astronauti durante le missioni di lunga durata e analizzare gli effetti della microgravità sul corpo umano. Per tutto il periodo del progetto, i partecipanti potranno navigare su internet, leggere libri, guardare la tv, seguire corsi online e anche lavorare, a patto che non si spostino mai dal letto. L’offerta è destinata esclusivamente a cittadini americani o residenti in modo permanente negli Stati Uniti.
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Il campione preso in esame era composto da 203 dirigenti
Capi e psicopatici Per uno studio, alcuni boss non hanno rimorsi e sono asociali A cura di Diana Bin Quasi tutti prima o poi nella vita si sono trovati a fare i conti con un capo “odioso”. Tanto che queste figure – a volte rappresentate come manager spietati e manipolatori, altre come soggetti al limite della comicità– sono tra le più gettonate al cinema e in tv. Ma quali sono le caratteristiche che contraddistinguono un capo “cattivo” nella vita reale? Lo psicologo Paul Babiak, esperto di organizzazioni industriali, ha condotto uno studio su 203 dirigenti: ne è emerso che circa il 4% presentava una spiccata tendenza psicopatica denotata da assenza di rimorso ed empatia e da un carattere asociale e manipolatore – contro l’1% riscontrato in media su un campione di tutta la popolazione. Ecco di seguito alcuni dei boss più”perfidi” del cinema, selezionati dal portale Cnbc.com:
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HANNIBAL LECTOR Essere promotori, una guida completa
Miranda Priestley, la perfida direttrice raccontata da “Il Diavolo Veste Prada” È Meryl Streep il volto della perfida Miranda Priestley, direttore della prestigiosa rivista di moda Runway, che tormenta la nuova assistente Andrea Sachs (Anne Hathaway) con continue angherie. Tra le sue frasi celebri: “Sei pregata di disturbare qualcun’altra con le tue domande!” e “I dettagli sulla tua incompetenza non mi interessano”.
Wilhelmina Slater, la scalatrice sociale al centro del telefilm “Ugly Betty” Nel telefilm “Ugly Betty,” Vanessa Williams interpreta la scalatrice sociale Wilhelmina Slater, una diva molto egocentrica che vive principalmente per due cose: la rivista Mode, che arriva a dirigere, e il Botox.
Montgomery Burns, diabolico protagonista nella centrale nucleare de “I Simpsons” Charles Montgomery Burns è il diabolico capo della centrale nucleare di Springfield dove lavora Homer Simpson, protagonista del cartone animato insieme alla sua famiglia. È noto per essere senza scrupoli e per dar prova della sua crudeltà nei modi più fantasioni. Una delle sue frasi celebri è l’ordine rivolto al suo assistente: “Smithers, libera i cani”.
Il su misura non rende più Da un lato la concorrenza sempre più spietata, dall’altra la crisi che svuota le tasche degli europei. Così gli esclusivi laboratori sartoriali di Savile Row, storica via londinese dove da oltre 200 anni dove hanno sede negozi che confezionano abiti su misura, guardano ai ricchi uomini d’affari mediorientali e asiatici per sopravvivere e mantenere il proprio ruolo di status symbol. Cercando al contempo di “svecchiarsi” un po’, pur senza perdere di vista il fortissimo legame con le tradizioni che da sempre li caratterizza. Dege & Skinner per esempio – prima boutique sartoriale di Sevile Row – ha ini-
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ziato quest’anno a fare pubblicità, per la prima volta nei suoi 148 anni di vita in cui era sempre bastato il passaparola. Non solo: ha anche deciso di spedire via mail, anziché per posta, gli inviti alle presentazioni e le comunicazioni ai clienti. Una trasformazione resasi necessaria per tenere a bada
l’avanzata dei colossi nascenti, che rischiano di cambiare per sempre i connotati alla storica via che dal 1733 è simbolo degli abiti maschili della nobiltà inglese. A partire da Abercrombie & Fitch che – nonostante le proteste della Savile Row Association – ha appena aperto un negozio di abbi-
gliamento per bambini al numero tre della via. “Noi siamo i veri, originali laboratori sartoriali di Savile Row al contrario di quelli che, pur definendosi tali, non riconoscerebbero un paio di forbici da un paio di cesoie”, ha tenuto a precisare il managing director di Dege & Skinner, William Skinner, citato da Bloomberg Businessweek. Oggi per queste boutique storiche, scrive il settimanale, la domanda arriva sempre di più da clienti stranieri, per esempio da giovani colti cinesi che studiano in Gran Bretagna e che “grazie alla letteratura, aspirano a circondarsi di cose raffinate”, ha spiegato Simon Cundey, del laboratorio Henry Poole. @diana_bin86
Un vademecum per promotori finanziari, con consigli pratici e cenni di psicologia della vendita. Ma anche uno strumento di supporto al lavoro di professionisti e imprenditori di qualunque settore. “La certezza del variabile”, volume a firma di Eligio Trevisi, private banker di Banca Fideuram, edito da Memori, è frutto dell’esperienza ultratrentennale dell’autore. Ricco di schemi e immagini, il libro è una sorta di “raccolta di appunti”, così lo definisce lo stesso Trevisi nell’introduzione, che si propone di trasferire al lettore il know how sul mestiere di consulente finanziario. “Va ricordato che la gente reagisce a specchio”, è uno dei primissimi consigli dell’autore: “se sorridi alle persone, queste con ogni probabilità ti sorrideranno”. Comunicare nei termini dell’altro insomma, permette di entrare in sintonia con lui e quindi di rendere efficace la comunicazione. E questo è solo l’inizio. “Gli appunti che ho organizzato in questo volume”, spiega Trevisi, hanno lo scopo di “trasferire la serenità progettualeche ci può far affermare, con un’approssimazione vicina allo zero virgola, che possiamo determinare i risultati e non subirli”.
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di Luca Spoldi
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Il software e gli algoritmi non uccideranno la consulenza
Il vero problema sono i regolatori e in che modo si decideranno a intervenire La notizia che alcune società americane hanno iniziato a offrire servizi che utilizzano algoritmi informatici per suggerire e supervisionare portafogli di Etf e fondi comuni d’investimento fa discutere online i consulenti finanziari. In un gruppo su LinkedIn, ad esempio, Massimo Scolari (Ascosim), si chiede provocatoriamente se questo non possa portare alla “morte” della consulenza finanziaria indipendente. Roberto Anselmi, educatore e consulente finan-
ziario indipendente, non lo crede: “Sarebbe come fare un software in cui uno inserisce i propri dati anagrafici, ematologici, ecc. ed anziché andare dal medico il software prescrive la cura o le altre analisi da effettuare. Chi si fiderebbe ad usarlo?”. Ottimista anche Raffaele Zenti, co-fondatore di Advise Only, che scommette che “il software, o meglio la tecnologia, web incluso, semmai faciliteranno il lavoro del consulente, mettendogli a disposizione
dati da condividere con il cliente” e conclude: “La consulenza finanziaria muore per mano di regolatori e di regolamentazioni elefantiache”.
Consigli dell’esperto @realDonaldTrump Nel real estate, tutte le location possono essere migliorate attraverso un buon marketing. Siate brillanti e rafforzate la vostra fiducia iniziando con piccoli successi che portino a maggiori successi.
Boom e sboom @Sere691 Boom per il risparmio gestito come negli anni d’oro del settore. C’è maggior consapevolezza negli investimenti? O gioca un ruolo anche un momentaneo disamore per l’immobiliare? (Chissà, ndr).
Banche in affanno
Lasciare il posto fisso per fare il promotore Una proposta giunta a un bancario fa scatenare il web Marco, cassiere presso una cassa rurale chiede informazioni sui social network: “Sono un bancario e ho ricevuto un’offerta come promotore finanziario, cosa ne pensate?” e i pareri si dividono. “Mai, non farlo: hai presente in quali tasse, burocrazia, lacci e laccioli ti vai a mettere? E poi fra un
po’ ci saranno più pf che italiani” gli risponde un private banker. “Se possiedi le attitudini giuste, forte motivazione e ambizione, buone relazioni con tuoi clienti potenziali lascia con tranquillità il posto sicuro e sposa una libera professione con enormi potenzialità. Il successo dipende solo da
te” replica un ex pf. Un altro collega ricorda: “i tuoi dubbi erano gli stessi che nutrivo io tre anni fa quando mi dimisi dalla mia banca per intraprendere la carriera di pf” e conclude “ogni esperienza è diversa dalle altre, un presupposto, invece, è comune: l’importanza delle motivazioni”.
@francoaletti1 Le banche che stanno peggio sono quelle americane, quelle tedesche e quelle francesi (in risposta a un post in cui si domandava: Chi sta messo peggio, tra le banche italiane e quelle spagnole?)
Volete farvi una start up? @500Startups Le start up stanno tutte nel muoversi rapidamente, prendere rischi e curare l’esecuzione. In altre parole prendere una scorciatoia. Ma state attenti: non ogni scorciatoia si rivela una buona idea.
5 anni dopo Lehman
Silenzio stampa 2.0 per i pf
I problemi dei mercati zittiscono gli intermediari Un poco di commenti salaci a inizio mese, qualche scambio di battute su storie curiose come quella del risarcimento chiesto dall’ex bomber Bobo Vieri al suo (ex) promotore finanziario che pare legata ad alcuni investimenti immobiliari “sba-
gliati”, poi il flusso di commenti si è rarefatto per non dire arrestato. Un segnale che le reti sono tornate a lavorare a pieno ritmo o è colpa dell’incertezza in cui sembrano rischiare di ripiombare i mercati, stretti tra le incertezze sull’atteggiamento che
avrà il nuovo governo tedesco in materia di crescita e austerity e le continue tempeste che agitano lo scenario politico italiano? Certo è che anche su altri social network come Facebook, LinkedIn o Twitter gli interventi dei promotori e private banker italiani sono sempre meno frequenti, quasi un “silenzio stampa 2.0”.
@RockZen Rasmussen ha capito che quelle cose nere che volano alto non sono rondini, ma stormi di cigni neri. Occhio alle banche europee.
Voi vi fidate? @petunianelsole “Fiducia consumatori ai massimi da luglio 2011”: ma le statistiche all’Istat gliele fa il Bianconiglio? (dopo aver ricordato che il consumo di antidepressivi è aumentato in Italia del 4,5% tra il 2004 e il 2012).
VISTO SU BLUERATING.COM La Svezia colloca l’ultimo 7% di Nordea
Mediolanum ad agosto brilla per Assoreti
Assogestioni: 5,4 miliardi di raccolta netta in agosto
New York Life Inv. conquista Dexia AM
Nordea Bank, principale istituto di credito scandinavo, è ora al 100% privato. Il Tesoro svedese ha infatti collocato gli ultimi 284 milioni di titoli (il 7% del capitale) incassando circa 2,5 miliardi di euro.
Secondo la classifica Assoreti ad agosto la raccolta netta è pari a 1,2 miliardi, con Mediolanum in prima posizione con 265 milioni, davanti ad Allianz Bank con 174 milioni e ad Azimut con 150 milioni.
La raccolta netta del risparmio gestito sfiora in agosto i 5,4 miliardi di euro; il dato da inizio anno supera quota 52 miliardi, pari all’intero risultato del 2005. In luce i fondi di diritto estero e le gestioni istituzionali.
New York Life Investments ha rilevato il 100% di Dexia Asset Management (con masse in gestione pari a 73 miliardi a fine giugno) per 380 milioni di euro, salendo così a 480 miliardi di dollari di Aum.
Alcune notizie tra quelle riportate in questo spazio potrebbero essere state riprese in modo più approfondito in altre pagine del mensile.
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