Shopping Italia

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ADVISORY & ASSET MANAGEMENT

Shopping Italia Il Tesoro venderà altre quote di Enel, Eni e Finmeccanica. I gestori big intanto puntano su...

PROMOTORI Bufi: vertice APF e vere priorità

FIDELITY Federici: mettiamo il cliente al centro

THREADNEEDLE Bond emergenti, ancora un affare

settembre 2013 5,00 euro Anno III | Numero 4

Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia e delle Finanze

Mensile - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1, LO/MI


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idee&protagonisti | 3

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L’EDITORIALE

di Denis Masetti*

Italiani brava gente

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a Banca d’Italia ha di recente reso note la dimensione e la consistenza del portafoglio finanziario delle famiglie. Ben 3.716 miliardi di euro che divisi per circa 60 milioni di italiani, neonati compresi, fanno la bella cifra di 62.683 euro per ogni cittadino. Non male, per un Paese alle corde. In verità è nota la propensione degli italiani al risparmio. Meno percepita è la cultura finanziaria ritenuta, a torto, assai carente. Troppo spesso i risparmiatori italiani sono stati considerati poco evoluti e conservativi, per anni definiti “Bot people” per la scarsa fantasia nelle scelte d’investimento. In verità, al tempo i Bot rendevano tanto, erano liquidi e facili da capire, mentre ora il rendimento è basso e i titoli non sono competitivi: il risultato è che sono poco presenti nei portafogli degli italiani. Ciò che emerge dai dati e dall’indagine che pubblichiamo su questo numero di BLUERATING è pertanto un grande equilibrio negli investimenti, una ottima diversificazione e un dinamismo che ben si adatta al variare delle condizioni dei mercati. A inizio 2013, infatti, il portafoglio finanziario degli italiani è costituito per il 4% da liquidità, per il 28% da depositi bancari, per il 18% è investito in obbligazioni e titoli di Stato, per il 26% in fondi comuni e fondi pensione e per il 21% direttamente in azioni. Un portafoglio diversificato per strumenti, per durata, per liquidabilità e per rischio. Non male, anche se si potrebbe ottimizzare ulteriormente riducendo la liquidità e i depositi e incrementando l’investimento sui mercati internazionali, ma siamo sulla buona strada. Forse dietro a tutto questo c’è il lavoro di anni di professionisti e istituzioni che hanno saputo dare un contributo decisivo alla crescita culturale del sistema finanziario in Italia. Certamente i consulenti e i promotori finanziari possono essere fieri del loro apporto. La strada è ancora lunga, ma diritta è la via. *editore BFC masetti@bluerating.com

Pf, la presidenza Apf e la prova di maturità di Andrea Giacobino*

I

promotori finanziari italiani sono attesi a una prova di maturità. A un anno esatto dalla battaglia guidata dall’Anasf presieduta da Maurizio Bufi che si concluse nel rimuovere l’illogico provvedimento del governo Monti che aveva previsto per i pf la doppia iscrizione all’Albo e all’Oam, l’autunno del 2013 si apre con un appuntamento importante. Stiamo parlando dell’elezione del nuovo comitato direttivo e del nuovo presidente dell’Organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari (Apf). L’Apf, associazione senza finalità di lucro dotata di personalità giuridica, è stata costituita il 25 luglio 2007: da allora la presidenza è stata retta da Giovanna Giurgola Trazza, proveniente dalle fila della Consob. L’Apf, infatti, agisce con una delega data dalle autorità pubbliche ai tre soggetti-operatori che lo costituiscono: Abi, Anasf e Assoreti. Fin dall’inizio, quindi, è stato chiaro che la presidenza dovesse avere le caratteristiche di garanzia che nascono solo dall’indipendenza rispetto alle tre categorie. Il lavoro svolto da Giurgola Trazza, affiancata dalla direzione generale di Giuseppe Capobianco, è stato eccellente e oggi Apf è uno dei rari esempi di istituzione delegata dal pubblico ai privati che funziona. Col mandato del presidente in scadenza, a fronte sia della possibilità che Giurgola Trazza venga riconfermata (o prorogata) sia della proposta presentata da Bufi di nominare nuovo presidente Carla Rabitti Bedogni (ex commissario Consob e oggi commissario Antitrust) si è scatenato un fuoco di fila di alcuni pf (non si sa quanto strumentale ad attaccare la guida di Bufi all’Anasf) per nominare presidente un promotore. L’idea è sbagliata per alcuni motivi. 1. L’Apf non è un ordine professionale che come tale spesso è presieduto da iscritti all’ordine stesso. 2. L’Apf è invece un organismo che vede lo Stato riservare al promotore finanziario l’esercizio dell’attività propria in base a una delega ricevuta dalla mandante. Il pf è soggetto che opera per conto di altri. 3. Il fatto che oggi lo Stato non nomini i membri del consiglio Apf è già un successo. Ma è legittimo che lo Stato abbia chiesto e continui a chie-

Ci sono sei buone ragioni perché la poltrona dell’Organismo non vada a un promotore. Anche perché la vera sfida... dere un presidente di garanzia e, come tale, indipendente dalle categorie stesse presenti in Apf. 4. L’Apf non è composto infatti solo da promotori. L’Anasf pesa per il 50% ma altrettanto pesano gli intermediari, presenti come Abi e Assoreti. Tanto che, in fase di start-up, tutti hanno contribuito pro-quota a far partire l’Organismo. 5. La funzione di garanzia, presupposto della caratteristica di indipendenza, è oggi tanto più richiesta al futuro presidente Apf quanto più si è in vista della sfida di creare un Organismo unico per promotori finanziari e consulenti. 6. Infine, proprio perché a questo futuro unico Organismo sarà affidata anche la delicata funzione della vigilanza, che credibilità e indipendenza potrebbe mai avere un presidente Apf promotore finanziario che deve controllare gli stessi pf? Non si rischierebbe l’accusa di conflitto d’interessi a ogni passo? I promotori finanziari italiani sono attesi a questa prova di maturità. In gioco sulla presidenza Apf c’è molto di più di una logica di potere di retroguardia. E solo dando prova di questa maturità i pf potranno vincere le battaglie vere: come la prima, ossia quella di cambiare nome da promotori a consulenti. *direttore responsabile

giacobino@bluerating.com @andreagiacobin1 andreagiacobino.wordpress.com


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Presidenza Apf: Bufi (Anasf) la pensa così

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61

Bill Gates spiega cosa ha imparato da Warren Buffett

22 Un fondo Templeton (Albarelli nella foto) il più venduto in Europa

61

Claudia De Benedetti, figlia di Camillo, nel board Fideuram

7

Il TripAdvisor dei consulenti solleva dubbi

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46

Zanotti: le promotrici e il sesto senso

60

Renzi, politico più amato dalle donne

Saxo Bank, gli utili volano nel semestre

6 I numeri del successo di Banca Ipibi

21

Federici: ai nastri il roadshow Fidelity

64 La casa di Topolino trasloca da Milano a Modena


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Anche i Rolex lasciati in aeroporto

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Social & Business: regole per vincere

ADVISORY & ASSET MANAGEMENT

anno III - numero 4 mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 3 del 4 gennaio 2011 Casa editrice Blue Financial Communication Srl Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Tel. (+39) 02.30.32.11.1 Fax (+39) 02.30.32.11.80 www.bluerating.com - www.soldiweb.com @bluerating_com infomarketing@bluerating.com Editore Denis Masetti masetti@bluerating.com

Colafrancesco allarga la rete dei promotori di Banca Fideuram

Direttore editoriale Alessandro Rossi rossi@bluerating.com Direttore responsabile Andrea Giacobino giacobino@bluerating.com Editore incaricato Antonio Spiezia spiezia@bluerating.com

14 Pansa e Finmeccanica verso nuove alleanze

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Banca d’Italia multa Molesini di Intesa Sanpaolo

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Il Barcellona vince, ma paga poche tasse

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Riparte “Soldi” in onda su 7Gold

Redazione redazione@bluerating.com Tel. (+39) 02.30.32.11.71 Gianluca Baldini (coordinamento) baldini@bluerating.com Diana Bin bin@bluerating.com Maria Paulucci paulucci@bluerating.com Daniel Settembre settembre@bluerating.com Opinioni Ugo Bertone, Giuseppe De Lucia Lumeno, Gianni Gambarotta, Claudio Kaufmann, Pompeo Locatelli, Claudia Petracca, Giuseppe G. Santorsola, Fabrizio Tedeschi, Bruno Zanaboni

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Mediolanum a luglio seconda per raccolta

Hanno collaborato Rosaria Barrile, Andrea Barzaghi, Paolo Buro, Gianluca De Mayo, Maria Giovanna Gallo, Luca Lodi, Sara Lupi, Paolo Martini, Simone Martino, Gaetano Megale, Ettore Mieli, Silvia Minola, Pietro Romano, Luca Spoldi, Francesca Sulpizi, Francesca Vercesi Graphic design Marco Brenna brenna@bluerating.com Pubblicità Michele Gamba gamba@bluerating.com Mob. (+39) 393.95.010.95 Concessionaria extra settore Publimaster Surl Via Winckelmann, 2 - 20146 Milano Tel. (+39) 02.42.41.91 Marketing e comunicazione Vito Massafra massafra@bluerating.com Ufficio abbonamenti abbonamenti@bluerating.com Tel. (+39) 02.30.32.11.65 Stampa Vela Web Surl Via Copernico, 8 - 20082 Binasco (MI) Tel. (+39) 0290092766 Fax (+39) 0290092628 Distributore esclusivo per l’Italia Messaggerie Periodici MEPE SpA Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano Il costo di ciascun arretrato è di €10


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L’utile quintuplica: più consulenza

Banca Ipibi, tutti i numeri del successo Un ottimo 2012 quello realizzato ds Banca Ipibi Financial Advisory, la rete di promotori finanziari e private banker controllata da Veneto Banca e guidata da Lucio De Rocco (nella foto). I numeri sono visibili nel bilancio che si è chiuso con un utile di 624.023 euro, quintuplicato rispetto ai 113.000 euro circa dell’esercizio precedente. Ma più che il profitto conta guardare alle altre voci del conto economico in crescita, a cominciare dalle commissioni attive, che sono passate anno su anno da 22,6 a oltre 25 milioni (+10,4%), fino al significativo miglioramento del margine di intermediazione, salito da 11,8 a quasi 14 milioni (+17,1%), e del margine d’interesse, in progresso del 4,2% da 4,9 a quasi 7 milioni. All’assemblea - presieduta da Flavio Trinca - che ha approvato il bilancio, De Rocco ha spiegato che il nuovo progetto di sviluppo della banca si concentra su: forte spinta al servizio di consulenza, passaggio completo al nuovo modello degli studi associati ed estensione

verso figure di private banker indipendenti, ristrutturazione organizzativa e della direzione generale verso un’azienda totalmente orientata alla qualità e all’innovazione, con una particolare attenzione alla direzione mercato al fine di esprimere al meglio la volontà di costruire una struttura “utility” a favore della rete commerciale. De Rocco ha poi sottolineato la forte evoluzione e l’implementazione dei sistemi informatici e l’implementazione del piano di crescita per l’acquisizione degli asset riferiti per esempio a sim di consulenza, family office e consulenti indipendenti, da coinvolgere anche nel capitale. Nel 2012 Banca Ipibi Financial Advisory ha segnato una nuova raccolta pari a 176,5 milioni con una raccolta netta pro-capite di circa 916.000 euro. La massa amministrata ha raggiunto i 2,15 miliardi, in crescita di oltre 295 milioni dal 2011. La profittabilità degli asset si è mantenuta ben al di sopra dell’1,5%. A. G.

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MA LA NEGOZIAZIONE È IN UTILE

Un 2012 difficile per Equita sim Equita sim, guidata da Francesco Perilli (nella foto) che è anche azionista di riferimento con i suoi manager, è una delle società di intermediazione leader a Piazza Affari, eppure anche per essa il 2012 è stato un anno difficile. Il bilancio, infatti, si è chiuso con una perdita di 46,9 milioni di euro rispetto all’utile di oltre 5,1 milioni del precedente esercizio. Ma ciò non ha impedito all’assemblea di decidere qualche giorno fa di remunerare comunque i soci con un dividendo di quasi 4,1 milioni, che sono stati attinti dalla riserva. C’è da osservare, tuttavia, che la maxiperdita è dovuta alla svalutazione totale dell’avviamento iscritto nel bilancio del 2008, a seguito della fusione inversa della holding di controllo, pari a circa 52 milioni. Il conto economico porta i segni di un anno difficile poiché le commissioni attive sono diminuite dai 33,4 milioni del 2011 a 26,6 milioni e anche il margine di intermediazione si è ridotto da 29,7 a 28,2 milioni. I volumi intermediati da Equita sim sui mercati sono stati pari a 17,5 miliardi, in calo del 47% rispetto ai 33,3 miliardi di un anno prima, tanto che la market share nell’intermediazione domestica è diminuita dal 2,36% all’1,75%. Anche se, considerando le sole transazioni effettuate per conto terzi, la quota di mercato risulta del 3,08%. Bene è andata, invece, l’attività di negoziazione in conto proprio, che dalla perdita 2011 di 1,8 milioni è passata a un utile di 4 milioni. Nel 2012 Equita sim è stata molto attiva anche nell’investment banking (equity capital markets, m&a, debt advisory e debt restructuring). La società di Perilli ha anche un eccellente ufficio studi che ha raccomandato un portafoglio blue chip e uno small cap che nel corso dell’anno passato, con performance rispettivamente del 20% e del 46%, hanno battuto gli indici di riferimento di 800 e 4.500 basis point. A. G.

DOLCI&AMARI

Qualche idea per le pmi c’è Ora non facciamola marcire di Pompeo Locatelli* Quasi 50 miliardi di crediti in meno. È il prezzo pagato dalle imprese alla recessione, ovvero al credit crunch, espressione un tempo sconosciuta che ormai fa correre un brivido sulla schiena agli imprenditori che resistono ancora. È quasi ovvio ricordare che, come sempre, è necessario andare oltre i numeri, che non raccontano tutta la realtà. In questi quattro anni e mezzo, le banche non hanno fatto

venir meno il loro sostegno alle operazioni di “sistema” (ovvero quelle che premevano di più ai loro vertici): ricordo, solo per fare qualche esempio ancora “attuale”, che dal 2009 a oggi si sono moltiplicati i piani di intervento e di sostegno a favore della Tassara, una sorta di hedge fund che ha bruciato miliardi per accumulare pacchetti di azioni gradite agli istituti. E si sono sprecate grandi energie per sostenere Risanamento, per evitare un default che avrebbe conseguenze peggio che imbarazzanti anche per

gli istituti di credito. L’onere, insomma, è ricaduto per intero sul sistema produttivo, a partire da quelle piccole e medie imprese che non possono bussare alle porte della finanza internazionale, sfruttando le condizioni dei mercati non bancari, come al contrario possono fare, per esempio, Fiat ed Eni. Un quadro a tinte fosche, un’atmosfera irrespirabile in cui finalmente può arrivare una boccata di ossigeno. Qualcosa può avvenire con il decollo del minibond, le emissioni a vantaggio delle piccole e medie imprese che

Novità possono esserci in futuro con i minibond, a patto che il rodaggio non duri troppo a lungo spuntano qua e là grazie ai benefici di legge. Ma la situazione è troppo grave per attendere i tempi di un rodaggio che non si annuncia breve e che, soprattutto, è ininfluente per le microimprese che, più di altri, sono in


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La figlia di Camillo e cugina di Carlo nel board Fideuram

Una De Benedetti per Colafrancesco Un ingresso eccellente nel consiglio d’amministrazione di Banca Fideuram, la rete di promotori finanziari e private banker di Intesa Sanpaolo presieduta da Enrico Salza e guidata da Matteo Colafrancesco (nella foto tonda). Qualche settimana fa, infatti, è entrata nel board Claudia De Benedetti. Nata a Torino nel 1961,

A

SANZIONE BANKITALIA Multato Molesini, capo del private Intesa Sanpaolo

difficoltà. Qualcosa, anzi molto di più, potrebbe arrivare dal ricorso ai fondi della Banca europea degli investimenti, un apporto che può rivelarsi prezioso. Ma che non potrà avere, anche per la cautela dei partner, le dimensioni necessarie per dare finalmente uno shock robusto allo stato di crisi permanente in cui versa la struttura dell’economia italiana. Molto può cambiare, invece, se il ministro Fabrizio Saccomanni riuscirà a far marciare l’idea ventilata nelle scorse settimane: favorire “nuove forme di finanziamento” per le piccole e medie imprese e, mi auguro, anche per le micro, coinvolgendo soggetti qualificati come appunto le fondazioni, le compagnie assicurative e i fondi pensione che, messi tutti assieme, hanno

un patrimonio nell’ordine di 800 miliardi di euro circa. Per attuare questi progetti contro il credit crunch, Saccomanni, da quel che leggo, ha già avviato prima delle vacanze un confronto con la Banca d’Italia, la Cassa depositi e prestiti, i maggiori gruppi creditizi e assicurativi italiani. Il progetto allo studio consisterebbe nel creare dei fondi di credito che possano erogare direttamente delle linee di prestito alle aziende (soprattutto alle pmi) oppure sottoscrivere dei titoli rappresentativi del debito societario facendo leva su una garanzia parziale dello Stato. L’idea è buona. Facciamola marciare e non marcire all’ombra di qualche crisi incomprensibile. *www.pompeolocatelli.com

di Alessandro Rossi*

La forza delle relazioni

la De Benedetti è figlia di Camillo (quindi cugina di Carlo, l’Ingegnere patron di Cir-Cofide e L’Espresso), defunto finanziere già azionista pesante di Fondiaria e delle Assicurazioni Generali, e della defunta nobildonna

Una sanzione di Banca d’Italia ha colpito Paolo Molesini, numero uno di Intesa Sanpaolo Private Banking. Il manager è stato infatti raggiunto da una multa di 24.500 euro comminata dalla vigilanza nella sua qualità di consigliere d’amministrazione del Banco di Napoli, controllato da Intesa Sanpaolo. La sanzione riguarda “carenze nel governo, nella gestione e nei controlli dei rischi di credito e di conformità” e ha colpito per pari entità anche altri membri del board: Giovani Tricchinelli, Filippo Cavazzuti (ex commissario Consob), Mario Mattioli, Roberto Firpo, Maria Xenia d’Oria, Giovanni Vietri e Angelo Caloia, banchiere cattolico di fama ed ex presidente dell’Istituto per le opere di religione (Ior), la banca del Vaticano che Papa Francesco vuole riformare. La multa, anche in questo caso di 24.500 euro, ha raggiunto pure l’ex direttore generale del Banco, Giuseppe Castagna, poi finito per un breve periodo a guidare la Banca dei Territori di Intesa, i tre sindaci (Giulio Stefano Lubatti, Lorenzo Ginisio e Michele Giura), ciascuno con 24.500 per “carenze nei controlli dei rischi di credito e di conformità”, e l’ex dipendente Luigi Giordano (16.500 euro), per “carenze nella gestione del credito”. A. G.

SENTIMENT

Claudia De Benedetti

padovana Isa De Corinaldi, cui era intestato un significativo pacchetto di titoli del Leone di Trieste. Claudia De Benedetti ha un fratello, Mario, impegnato a Milano da anni in diverse attività finanziarie di private equity attraverso la J. Hirsch. & Co. Claudia De Benedetti oggi risulta azionista assieme al fratello di un’azienda agricola che nei dintorni di Padova produce cereali, di un’altra impresa simile a Torino, denominata Immobiliare Agricola Settentrionale, che ha un capitale di oltre 2,5 milioni di euro, e della società semplice Imarc. Proprio di quest’ultima la madre, poco prima di morire, ha donato al figlio Mario la sua quota di ampia maggioranza, che secondo le stime vale oltre 2,2 milioni. Il neoconsigliere di Banca Fideuram è però molto attiva, oltre che come imprenditrice, anche come rappresentante di quella comunità ebraica italiana di cui fa parte. Oggi è consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ed è appena entrata nel prestigioso European Council of Jewish Communities, che ha visto la conferma al vertice dell’uomo d’affari e filantropo russo Moshe Kantor. A. G.

ottanta anni suonati si è concesso una botta di vita. Subito beccato dai paparazzi. Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, è stato immortalato su uno yacht nientemeno che con quel popò di mondanone di Piero Fassino, sindaco, ex comunista, di Torino. Galeotto fu il rapporto di Fassino con il credito, marchiato a fuoco dalla famosa frase (“Abbiamo una banca”) scambiata al telefono con Giovanni Consorte che aveva praticamente scalato Bnl attraverso l’Unipol. Decisivo e coinvolgente, invece, il rapporto di Bazoli con il credito e la politica. Il 17 aprile del 2007, l’amico Bruno Tabacci, gli fece un ritratto con una dozzina di parole: “Bazoli è il vero uomo di potere che c’è oggi in Italia”. Sono passati sei anni e quel dipinto è ancora sul cavalletto. Bazoli, democristiano dai lunghi tentacoli relazionali (basta pensare che quando aprì il suo studio di avvocato a Brescia uno dei suoi soci era il fratello maggiore di colui che poi sarebbe diventato papa Paolo VI), vanta una lunga amicizia con Romano Prodi, tanto che Il Foglio di Giuliano Ferrara, accostando i due personaggi all’epoca del secondo governo del Professore, parlò di “sistema di potere di Bazoli”. Ufficialmente distante dalla politica al punto da dichiarare, in risposta alla domanda di un piccolo azionista, che “della fusione col Sanpaolo nessun uomo politico venne informato in anticipo e Intesa non può essere etichettata come amica o vicina a un personaggio pubblico. A me pare un’idea infondata e persino grottesca (...). Questa ipotesi non trova e non troverà mai riscontro in una nostra delibera, comportamento o dichiarazione. Non posso accettare che venga messa in discussione l’autonomia e l’indipendenza della nostra banca dalla politica”. Probabile. Ma Bazoli è stato considerato a più riprese uno dei padri nobili del centrosinistra e in più di un’occasione è stato tirato per la giacca affinché scendesse in campo. Ma lui ha sempre opposto il gran rifiuto. Sicuramente con molto rammarico. *rossi@bluerating.com


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BORSE

ITALIA-EUROPA-MONDO

Borse

Indice Valore

2013

2012

2011

2010

Italia

FTSE Mib 16.682

2,5%

7,8%

Gran Bretagna

FTSE 100

6.413

8,7%

5,8%

-5,6%

9,0%

CAC 40

3.934

8,0%

15,2%

-17,0%

-3,3%

DAX

8.103

6,4%

29,1%

-14,7%

16,1%

Area EuroEURO STOXX 50

2.721

3,2%

13,8%

-17,1%

-5,8%

DOW JONES 14.810

13,0%

7,3%

5,5%

11,0%

NIKKEI 225 13.389

28,8%

22,9%

-17,3%

-3,0%

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BORSE APERTE

180

-25,2% -13,2% 160

Francia Germania

di Ugo Bertone*

140

120

Usa Giappone

100

-20,0%

5,3%

10,0%

13,2%

-7,6%

9,6%

60 08 420 09 -0 820 30 09 -1 220 30 09 -0 420 30 10 -0 820 30 10 -1 220 30 10 -0 420 30 11 -0 820 30 11 -1 220 30 11 -0 420 30 12 -0 820 30 12 -1 220 30 12 -0 320 30 13 -0 620 30 13 -0 820 13

1.473

22,9%

-1

30

30

30

MSCI World

-4,1%

220

Mondo

HANG SENG 21.731

-0

Hong Kong

Le buone premesse di Falck Renewables

FTSE MIB EURO STOXX 50 MSCI WORLD

80

VALUTE COMMODITIES Euro/Dollaro Euro/Franco Svizzero Euro/Sterlina Euro/Yen

Valore

Fine 2012

Fine 2011 Fine 2010

1,3235

1,3194

1,2939

Valore

Fine 2012

115,83

110,62

107,62

93,49

1.394,75

1.664

1.574,5

1.410,25

1,3362

1,231

1,2072

1,2156

1,2504

0,85395

0,8161

0,8353

0,86075

130,01

113,61

100,2

108,65

Petrolio Brent al barile Oro per oncia Argento per oncia CRB Commodities index

Fine 2011 Fine 2010

23,64

29,95

28,18

30,63

472,96

484,07

482,01

520,33

120 500

110

100

450

CRB Commodities index

400

Oro Argento

350

Petrolio

90 300

Euro/Dollaro

80

250

Euro/Franco svizzero 70

200

Euro/Sterlina 150

Euro/Yen 100

10 420 11 -0 820 30 11 -1 220 30 11 -0 420 30 12 -0 820 30 12 -1 220 30 12 -0 320 30 13 -0 620 30 13 -0 820 13 -0

30

10

20 2-1

30

30

10

20

20

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4-

-0

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30

9

09

00

20

-2

2-

-0 8

-1 30

30

9 30

-0 30

30

-1

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08

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30

30

50

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20 08 420 30 09 -0 820 30 09 -1 220 30 09 -0 420 30 10 -0 820 30 10 -1 220 30 10 -0 420 30 11 -0 820 30 11 -1 220 30 11 -0 420 30 12 -0 820 30 12 -1 220 30 12 -0 320 30 13 -0 620 30 13 -0 820 13

60

TITOLI DI STATO SPREAD BTP-BUND 3 mesi

1 anno

5 anni

10 anni

30 anni

Italia

0,37%

1,22%

3,28%

4,39%

5,12%

Germania

0,02%

0,08%

0,82%

1,85%

2,64%

Svizzera

0,00%

-0,01%

0,25%

1,07%

1,58%

Usa

0,02%

0,12%

1,65%

2,79%

3,70%

600 500 400 300 200 100

PIL 2010

Italia

-1,80%

-2,37%

0,37%

1,72%

Area Euro

-0,60%

-0,58%

1,45%

2,01%

1,70%

2,21%

1,81%

2,39%

Usa

TASSI D’INTERESSE Euribor 1 mese

0,13%

Euribor 3 mesi

0,22%

Euribor 6 mesi

0,34%

Euribor 12 mesi

0,55%

Tasso di rif. Area Euro

0,50% 0,25%

MERCATI Per restare aggiornati sui dati basta andare su www.soldiweb.com

FIDA Finanza Dati Analisi

Fonte: dati su elaborazione FIDA aggiornati all’ultimo giorno del mese utile alle rilevazioni

-0

08 220 -1

2011

30

2012

30

2013 (stima)

Tasso di rif. Usa

420 30 09 -0 820 30 09 -1 220 30 09 -0 420 30 10 -0 820 30 10 -1 220 30 10 -0 420 30 11 -0 820 30 11 -1 220 30 11 -0 420 30 12 -0 820 30 12 -1 220 30 12 -0 320 30 13 -0 620 30 13 -0 820 13

0

INFLAZIONE 2013 (stima)

2012

2011

2010

Italia

1,99%

3,30%

2,90%

1,64%

Area Euro

1,73%

2,50%

2,72%

1,62%

Usa

1,83%

2,08%

3,14%

1,64%

2013 (stima)

2012

2011

2010

Italia

-2,56%

-3,03%

-3,66%

-4,33%

Area Euro

-2,87%

-3,59%

-4,15%

-6,21%

Usa

-6,55%

-8,49%

-10,04%

-11,14%

DEFICIT/PIL

I

l conto alla rovescia è cominciato. Di qui a fine anno Falck Renewables, come promesso, sceglierà il partner cui cedere il 49% della controllata britannica e dare così il via, con nuove munizioni, all’ambizioso programma di crescita in Europa e non solamente. L’alternativa è fra un partner finanziario con un obiettivo di mediolungo termine oppure, come preferiscono i vertici, un socio industriale con cui avviare una crescita, in un secondo tempo, anche oltre i confini europei. L’attenzione sull’operazione inglese però rischia di far passare in secondo piano i progressi realizzati da una realtà industriale solida che si presenta all’appuntamento con una posizione finanziaria netta di 691,8 milioni (e un’attesa di 720 milioni a fine esercizio) e in un buono stato di salute, come testimoniano i conti d’esercizio al termine del trimestre. Il fatturato è salito a 71,4 milioni di euro (che equivalgono a un +12,4% su base annua), l’ebitda è cresciuto di 43,5 milioni (pari a un +26,9% ) e il risultato pre-tasse è stato di 15,6 milioni di euro, in confronto a un rosso di 8,7 milioni di un anno fa. La maggiore redditività (+10%) è stata resa possibile dal contenimento dei costi operativi. L’ebit, dal canto suo, è risultato pari a 23,3 milioni di euro dai 3,8 milioni del 2012 (18,5 milioni al netto delle componenti non ricorrenti) e un’attesa di 19,5 milioni. Tutti superiori alle previsioni, e lasciano ben sperare alla vigilia del grande salto. Falck Renewables, anche dopo la turbolenta esperienza in Sicilia (il termovalorizzatore mai realizzato, oggi oggetto di indagini giudiziarie, n.d.r.), adesso ha deciso di concentrare la crescita fuori dall’Italia. E con buone premesse. La compagnia genera oltre 100 milioni di cassa netta all’anno e poggia su solidi fondamentali non ancora riflessi nei prezzi, ancora condizionati appunto dalle conseguenze della vicenda siciliana. *bertone.ugo@gmail.com


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10 | blueindex

settembre 2013

New York

AXA

Assicurativi

Parigi

AZIMUT

Bancari/Finanziari

Milano

MPS

Bancari/Finanziari

Milano

BPM

Bancari/Finanziari

Milano

BANCA GENERALI

Bancari/Finanziari

Milano

BNY

Bancari/Finanziari

New York

BARCLAYS

Bancari/Finanziari

Londra

BLACKROCK

Asset management

New York

BNP

Bancari/Finanziari

Parigi

CITIGROUP

Bancari/Finanziari

New York

CRÉDIT AGRICOLE

Bancari/Finanziari

Parigi

CREDIT SUISSE

Bancari/Finanziari

Zurigo

DEUTSCHE BANK

Bancari/Finanziari

Francoforte

DEXIA

Bancari/Finanziari

Parigi

FRANKLIN TEMPLETON

Asset management

New York

GAM

Asset management

Zurigo

GOLDMAN SACHS

Bancari/Finanziari

New York

HENDERSON

Asset management

Londra

HSBC

Bancari/Finanziari

Londra

ING

Bancari/Assicurativi

Amsterdam

INTESA SANPAOLO

Bancari/Finanziari

Milano

INVESCO

Asset management

New York

JP MORGAN CHASE& CO

Bancari/Finanziari

New York

JANUS CAPITAL

Asset management

New York

LEGG MASON

Asset management

New York

MAN GROUP

Asset management

Londra

MEDIOBANCA

Bancari/Finanziari

Milano

MEDIOLANUM

Bancari/Finanziari

Milano

MORGAN STANLEY

Bancari/Finanziari

New York

NATIXIS

Asset management

Parigi

NORDEA

Asset management

Stoccolma

OLD MUTUAL

Assicurativi

Londra

RAIFFEISEN

Bancari/Finanziari

Vienna

SCHRODERS

Asset management

Londra

STATE STREET

Asset management

New York

UBS

Bancari/Finanziari

Zurigo

UNICREDIT

Bancari/Finanziari

Milano

p p p p q q p p p p p p p p q q p p p p p p p p q p p p p p p p p q p p p p

25% 34% 85% 67% -17% -19% 30% 37% 43% 26% 51% 43% 34% 4% -87% -62% 36% 31% 50% 20% 23% 10% 21% 29% -6% 26% 1% 11% 45% 51% 32% 21% 5% -9% 54% 55% 55% 17%

q q q q q p p q q q q p p q q p q p q p q p p q q q q p p q q q q q p q q q p

-8% -3% -1% -4% -10% 6% 3% -5% -2%

IN CIFRE

-8% -3%

120%

-7% 7% -1%

115%

110%

-3% 50% -6%

105%

100%

11% -7%

95%

BlueIndex MSCI World

1%

90%

-10%

29

Bancari/Finanziari

17%

01 3

AMERICAN EXPRESS

p

-1%

20 13

Francoforte

q

-2

Assicurativi

57%

b-

ALLIANZ

p

en

Amsterdam

Avviato il 10 aprile 2007, l’indice BlueIndex - che si può consultare ogni giorno sul sito www.bluerating.com - è composto da un paniere di 40 tra le maggiori istituzioni finanziarie mondiali attive nel comparto bancario, assicurativo e finanziario, il cui peso sull’indice è ponderato in base alla capitalizzazione di mercato al netto della conversione delle diverse valute in euro e di eventuali fattori di rettifica dovuti a operazioni sul capitale.

-fe

Assicurativi

Variazione a un mese

-g

AGEAS

Variazione a un anno

28

Borsa

31

Settore

bluerating

COS’È

I TITOLI DEL BLUEINDEX AD AGOSTO 2013 Nome

n

-m ar -2 01 3 -a pr -2 01 3 30 -m ag -2 01 28 3 -g iu -2 01 31 3 -lu g20 13 30 -a go -2 01 3

4-09-2013

30

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7% 4% -6%

50%

-9% -11% -5%

È questa la migliore variazione a un mese: secondo i dati, l’ha registrata il titolo Dexia

1% 2% -7%

85%

-5% -15% -7%

È la migliore performance a un anno e se la aggiudica il titolo dell’italiana Azimut

-7% 14% -6% -4% -1% 5%

Rendimenti in euro con dati aggiornati all’ultimo giorno del mese

CLASSIFICHE Trovate tutte le quotazioni aggiornate dei titoli del BlueIndex su www.bluerating.com


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settembre 2013

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Gli asset manager ora attendono le mosse del governo

IN CIFRE

Finmeccanica, Eni ed Enel in stand by

30 Sono le società, comprese le tre quotate, controllate in tutto o in parte dal ministero dell’Economia

di Maria Giovanna Gallo Soci sì, ma non di matrice bancaria. Il presidente del Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo, in un’intervista al settimanale Panorama uscita giovedì 29 agosto, lo ha messo in chiaro: Banca Mps è abbastanza grande da andare avanti sulle sue gambe e deve restare indipendente, quindi sarebbe meglio che i futuri nuovi soci non fossero di matrice bancaria, indipendentemente dalla nazionalità. “Ma prenderemo quello che arriverà”, ha comunque aggiunto il presidente dell’istituto senese. Il fronte dell’azionariato è uno di quelli più caldi per Mps, specialmente in seguito all’abbattimento del tetto del 4% per i soci privati diversi dalla Fondazione Mps. Le porte saranno aperte ai capitali stranieri a partire dall’anno

100 È il valore del patrimonio disponibile, in miliardi di euro, secondo le stime calcolate dall’Istituto Bruno Leoni

GESTORI IN BORSA Per restare aggiornati sui movimenti a Piazza Affari delle maggiori società globali potete visitare il sito web www.bluerating.com

prossimo. Una modifica gradita al management e richiesta dalla Commissione europea, dalla Banca d’Italia e dal ministero dell’Economia come premessa alla futura ricapitalizzazione da un miliardo almeno prevista nel piano di riassetto per rilanciare l’istituto e restituire i quasi 4 miliardi di Monti bond. Un ampliamento

CHI INVESTE NEL FTSE MIB* Società

n

Gestore

Quota al 25 febbraio

Quota al 26 agosto

BlackRock

5,006%

5,020%

Invesco

2,044%

2,044%

Jp Morgan Asset Management

-

2,352%

Aviva Investors Global Services

2,059%

2,059%

Jp Morgan Asset Management

-

2,527%

Morgan Stanley Investment Management

2,043%

2,043%

Oppenheimerfunds

2,968%

5,002%

Threadneedle Asset Management Holdings

2,023%

2,023%

Franklin Templeton Institutional

2,162%

-

-

2,170%

State Street Global Advisors Ireland

2,132%

2,132%

Schroder Investment Management

2,009%

-

Oppenheimerfunds

2,001%

-

Oppenheimerfunds

2,459%

2,459%

Oppenheimerfunds

4,969%

3,697%

BlackRock

5,006%

-

BlackRock

5,036%

-

Jp Morgan Asset Management

*Riportiamo alcuni dei maggiori gestori. I dati sono aggiornati al 25 febbraio 2013 e al 26 agosto 2013. Fonte: Consob

della platea dei soci forti, con la Fondazione - a cui occorrono risorse per ripagare i debiti contratti negli anni scorsi - destinata comunque a diluirsi e un nuovo aumento di capitale in arrivo, è di fatto uno degli obiettivi del vertice della banca. È l’alba di una nuova epoca, insomma, le cui prime luci si sono intraviste nelle comunicazioni della Consob sulle partecipazioni rilevanti. Basti pensare che lo scorso febbraio, a un’analoga analisi sui grossi investitori internazionali presenti a Piazza Affari, nessuno aveva risposto all’appello per Banca Mps: non c’erano colossi dell’asset management tra gli azionisti con quote superiori al 2% o al 5%. Diversa è la situazione sei mesi dopo: al 26 agosto, Jp Morgan Asset Management risulta detenere il 2,527% del capitale sociale della banca senese. In capo a pochi mesi sapremo chi altri si unirà. Circoscrivendo intanto l’attenzione ai 40 titoli del Ftse Mib, Banca Mps non è l’unico titolo finanziario in cui hanno scelto di investire i fondi esteri. A febbraio, tra i soci di Azimut compariva solo Aviva Investors con un 2,059%. Sei mesi dopo, oltre ad Aviva Investors - che ha mantenuto la sua quota - figura la stessa Jp Morgan Asset Management, con un 2,352%. E qui ci fermiano. Perché gli altri due titoli menzionati all’inizio dell’anno - ovvero, Ubi Banca e UniCredit - non risultano più avere BlackRock fra gli azionisti rilevanti. Non sappiamo se l’asset manager globale sia uscito oppure no, dal momento che potrebbe detenere una partecipazione inferiore al 5%. Partecipazione che non verrebbe fuori dai radar della Consob dopo la richiesta della stessa BlackRock, lo scorso novembre, di avvalersi dell’esenzione dall’obbligo di comunicare le partecipazioni tra il 2% e il 5% del capitale. Un’opzione, questa, prevista per le attività di gestione del risparmio dalla direttiva europea Trasparency, recepita a giugno nel regolamento emittenti della Commissione italiana. A prendere questa decisione, oltre a BlackRock, è stata anche AllianceBernstein.


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“Con note pervenute in data 13 e 19 novembre 2012”, si leggeva all’epoca sul sito dell’autorità presieduta da Giuseppe Vegas, “AllianceBernstein e BlackRock hanno rispettivamente comunicato che - con riferimento alle partecipazioni detenute nell’ambito dell’attività di gestione del risparmio intendono avvalersi dell’esenzione prevista dall’articolo 119 bis, commi 7 e 8, del regolamento emittenti, come modificata dalla delibera Consob numero 18214, entrata in vigore il 6 giugno 2012”. Ma mentre a febbraio solo AllianceBernstein era scomparsa dai monitor dell’autorità, ora considerando sempre soltanto il perimetro delle 40 aziende del Ftse Mib - anche BlackRock pare si sia inabissata. Con un’unica eccezione: la quota detenuta nel capitale sociale di Atlantia, passata in sei mesi dal 5,006% al 5,020%.

Poi ci sono i titoli dell’industria. Si confermano - investitori stabili Invesco con il suo 2,044% di Autogrill, Morgan Stanley Investment Management con il 2,043% di Campari, Threadneedle Asset Management con il 2,023% di DiaSorin, State Street Global Advisors Ireland con il 2,132% di Prysmian e Oppenheimerfunds che ha ancora il 2,459% di Salvatore Ferragamo. Gli altri si sono mossi, salendo o scendendo. In DiaSorin Oppenheimerfunds si è portato dal 2,968% al 5,002%, passando invece dal 4,969% al 3,697% di Tod’s. Dal parco-gestori di Prysmian, sempre rispetto a febbraio, sono spariti Franklin Templeton, Schroder Investment Management e la stessa Oppenheimerfunds, mentre è spuntato Jp Morgan Asset Management con il 2,170%. I gestori non commentano le loro

operazioni a Piazza Affari, quindi non è possibile chiedere i motivi di queste variazioni. Ma se ogni decisione è strategica, alcune suggeriscono l’intenzione - per le ragioni più disparate - di restare saldamente tra gli azionisti. Di solito a fare la differenza è pure il rapporto con i soci italiani, che non sempre anche per motivi politici - è facile. E a proposito di politica: il ministero dell’Economia è ancora in Enel, Eni e Finmeccanica. Di un’uscita dello Stato dal capitale delle tre maggiori aziende pubbliche italiane si è parlato in piena estate dopo le dichiarazioni attribuite al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, che avrebbe espresso un’apertura all’ipotesi di cedere le tre società. L’obiettivo? Usare l’eventuale introito per tagliare il debito pubblico. Finora, dubbi e perplessità hanno frenato tutti i governi: in Eni ed Enel per via dei

rifornimenti energetici, in Finmeccanica per la presenza che assicura su mercati ad alta tecnologia e su quello degli armamenti. Il piano di privatizzazioni comunque resta, come confermava a ridosso del G20 di San Pietroburgo il presidente del Consiglio Enrico Letta in un colloquio con Il Messaggero. Il quotidiano rifletteva che, se lo Stato cedesse l’intero pacchetto in Eni ed Enel, in base ai prezzi di Borsa aggiornati al 3 settembre, incasserebbe almeno 26 miliardi più un premio di maggioranza. Ma dovrebbe dire addio al flusso dei dividendi. Per far cassa subito si potrebbe, in generale, intervenire sulla platea delle società controllate in tutto o in parte dal Tesoro: se ne contano una trentina, e l’Istituto Bruno Leoni ha stimato in almeno 100 miliardi di euro il valore del patrimonio disponibile. Ora, parola al governo.

UN RITORNO DI FIAMMA PER L’OBBLIGAZIONARIO

Allianz GI: i titoli di Stato italiani? Sono sottovalutati Nelle settimane scorse, l’umore dei grandi gestori verso il debito del nostro Paese ha mostrato segnali di miglioramento: gli istituzionali ci credono di nuovo di Maria Paulucci L’estate migliora il tono dell’umore? Non sempre. Ma nel caso dei grandi gestori internazionali, di certo nel periodo è migliorato lo stato d’animo riguardo al comparto obbligazionario italiano. A fine luglio, per dirne una, Carmignac si è dichiarata ottimista circa le prospettive di un’ulteriore riduzione dello spread di Italia e Spagna rispetto ai titoli della Germania. A ridosso del 15 agosto, poi, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, il responsabile del debito fisso di BlackRock Rick Rieder ha spiegato che dopo aver ridotto l’esposizione sull’Italia ad aprile, in un momento difficile per il Paese, l’asset manager americano ha ripreso a investire nei titoli di Stato italiani “con rinnovata convinzione”. Rieder ha parlato di segnali inequivocabili di ripresa provenienti soprattutto dal comparto industriale. Preoccupava - e verosimilmente preoccupa tuttora - la stabilità del governo. E se Morgan Stanley in un report ha scritto che “il Btp Italia è lo strumento più a buon mercato, e quindi il più conveniente, di tutto il debito italiano”, Allianz Global Investors a fine agosto ha diffuso una nota in cui ha fatto sapere, chiaro e tondo, quello che pensa dei nostri bond: i titoli di Stato italiani sono sottovalutati. “La recessione in corso in Italia è un fenomeno ben noto che non ci sorprende, avendo sempre approfondito le prospettive del Paese nella nostra analisi fondamentale. Tuttavia, nonostante le prospettive economiche negative e lo scetticismo con cui alcuni investitori osservano l’Italia, abbiamo rilevato segnali di miglioramento e raggiunto la conclusione che il trend positivo dei conti pubblici italiani proseguirà”. Così si esprimeva, per l’appunto, Maxence Mormède, cio advanced fixed income di Allianz Global Investors. “L’Italia, come Paese industriale, beneficia del miglioramento del contesto

economico globale e secondo gli indicatori di tendenza il mercato del lavoro si sta stabilizzando. Questo lascia ben sperare nella fine della recessione entro quest’anno. L’aumento del gettito fiscale, poi, sarà in grado di contenere il deficit di bilancio entro livelli più sostenibili. Ne dovrebbe trarre beneficio il rating di credito. Diversi fattori”, spiegava Mormède, “ci convincono della sostenibilità dei conti pubblici italiani, quindi del fatto che l’Italia sarà in grado di servire il suo debito nel lungo periodo. Innanzitutto, non possiamo considerare il forte debito pubblico italiano separatamente, poiché è compensato da un basso livello di debito personale e da risorse finanziarie superiori alla media. Ciò consente di finanziare in modo sostenibile il debito estero attraverso fonti interne. In tale contesto, la tendenza recente - che evidenzia partite correnti positive è incoraggiante e significa che in futuro l’Italia dipenderà meno dai capitali esteri. L’economia del Paese è ben diversificata e, con l’adozione di riforme strutturali adeguate, riteniamo possibile un miglioramento del suo potenziale di crescita. Anche in caso di un forte rialzo dei tassi di interesse, che ci sembra improbabile nell’eurozona, i titoli di Stato italiani riporteranno comunque un risultato positivo. Inoltre”, proseguiva, “in questo momento i titoli di Stato italiani ci sembrano sottovalutati, pertanto continuiamo a investire molto nel segmento. L’Italia rappresenta una delle poche fonti di rendimento reale sul mercato obbligazionario europeo con un rischio di insolvenza molto basso, e l’investimento in titoli di Stato italiani gode di un vento particolarmente favorevole. Se consideriamo l’effetto positivo delle riforme strutturali a livello locale, oltre al miglioramento dell’economia domestica”, concludeva Mormède, “oggi l’Italia è uno degli emittenti di obbligazioni più interessanti in Europa”. @mariapaulucci1


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Le prospettive del gruppo Finmeccanica

Si riparte dalle nuove alleanze di Pietro Romano Un’estate di alti e bassi. Con oscillazioni anche di molti punti. Le quotazioni di Finmeccanica negli ultimi mesi sono finite spesso sull’ottovolante. E a ogni variazione rilevante, analisti e giornalisti si sono sbizzarriti nelle interpretazioni, vaticinando accordi e dismissioni, contratti vinti e persi a monte del risultato. Interpretazioni che, immancabilmente, finivano smentite dalla correzione borsistica contraria o da puntuali comunicati. Spesso si è trattato solo di blitz speculativi, prese di beneficio e quant’altro. Ma è innegabile che su Finmeccanica si siano riaccesi i riflettori. Che cosa si può ragionevolmente prevedere, allora, sul futuro di Finmeccanica? E tre anni di assedio mediatico-giudiziario, oltre che di battaglie geopolitiche ed economiche perse dall’Italia e dai suoi campioni nazionali, a cominciare da Finmeccanica, “grazie” in particolare all’intervento di “alleati” come gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito, sono destinati a lasciare il segno nel corpo della holding controllata dal ministero del Tesoro e quotata in Borsa? Finmeccanica è il gruppo che più e meglio rappresenta il made in Italy. Dimostra che l’ingegno, la competenza, la creatività tricolori non si limitano a moda, cibo, design, ma, come in passato, possono primeggiare anche nelle alte tecnologie. Purtroppo negli ultimi vent’anni il patrimonio tecnologico italiano è stato molto depauperato. E sotto le macerie politiche sono finite dall’industria chimica a quella computeristica, settori dove il nostro Paese rivestiva ruoli di primissimo piano, risultato di incessante innovazione in prodotti e processi, che ne garantiva la competitività più delle svalutazioni monetarie. A presidio ora rimane principalmente Finmeccanica, con circa

l’11% del suo fatturato investito in ricerca, sviluppo e innovazione, 16mila ingegneri e 70mila dipendenti in giro per il mondo tutti altamente qualificati, oltre al consistente indotto nazionale. Da tre anni, purtroppo, se ne parla soprattutto per problemi giudiziari, benché il primo filone processuale, quello che ha messo alle corde l’ex presidente e amministratore delegato Pier Francesco Guarguaglini, si sia dimostrato una bolla di sapone. Nel frattempo, la deriva politica interna e l’avventurismo internazionale, soprattutto degli Stati Uniti, hanno ulteriormente indebolito il gruppo. Finmeccanica rimane, però, un campione non solo tecnologico ma anche produttivo, che possiede più frecce nella sua faretra di quanto i detrattori, soprattutto italiani, sostengano. Gruppo altamente internazionalizzato, conta su quattro mercati domestici: oltre all’Italia, gli Usa, il Regno Unito e la Polonia. La sua forza si fonda anche sulla perfetta connessione tra laboratori e capannoni: gli investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione si trasformano in prodotti perlopiù dentro casa, grazie alle eccellenze manifatturiere. E, nel momento in cui il manifatturiero viene rivalutato anche laddove, come nel Regno

BIGLIABIANCA & BIGLIANERA

Saldi italiani per i soldi dei francesi di Gianni Gambarotta

Il presidente del Consiglio Enrico Letta, parlando alla fine di luglio ai giornalisti in una conferenza stampa, ha detto che dovremmo essere tutti soddisfatti se capitali stranieri acquisiscono il controllo di gruppi simbolo del made in Italy, tipo Loro Piana, Pomellato (gli ultimi espatriati in ordine di tempo), Gucci, Parmalat, Edison, eccetera. Significa, ha detto in sostanza il presidente del Consiglio, che dall’estero guardano a noi con interesse e che, malgrado tutto, considerano l’Italia un Paese nel quale è ancora possibile investire e fare impresa. Ma è sicuro di questo? I francesi, più attivi degli altri, che hanno acquistato alcuni fra i pezzi più pregiati della moda italiana hanno semplicemente portato a casa dei marchi famosi nel mondo che si sono garantiti solide quote di mercato con i loro prodotti di alta qualità. Poi un foulard Gucci, una sciarpa Loro Piana, un gioiello Bulgari potranno essere pensati e progettati ovunque (prevalentemente a Parigi) e prodotti in qualsiasi parte del mondo. I francesi (sempre loro) che hanno preso il controllo di Parmalat con una scalata di cui si sta ancora interessando la magistratura hanno acquisito un marchio, una quota di mercato in quel complesso e regolamentato settore, e soprattutto si sono impadroniti di una pingue cassa incautamente non utilizzata dal precedente management italiano e l’hanno svuotata (suscitando di nuovo l’interesse dei magistrati). La Edison, tanto per fare ancora un esempio, è stato il caso dell’assalto di uno Stato, ancora la Francia, che attraverso la controllata Edf è venuta a tavola in Italia per garantirsi qualche abbondante forchettata delle tariffe elettriche nostrane, le più vantaggiose d’Europa (per i produttori) e le più penalizzanti per le imprese e dissanguanti per le utenze private. L’ultima acquisizione, quella della Avio da parte della GE, segue non copione un po’ diverso, ma nemmeno tanto: un’impresa con buona tecnologia e un discreto carnet ordini finisce in mano a un colosso del settore. Se mai ci sarà un problema di sovracapacità produttiva nei motori aerei, i tagli arriveranno a casa nostra. I capitali stranieri arrivano in Italia per prendersi il poco di buono che è rimasto, non per creare ricchezza, per dar vita a nuovi business. E, d’altra parte, come criticarli? L’Italia è il Paese che da settimane si occupa quasi esclusivamente di individuare una scappatoia giudiziaria per il suo leader politico più importante condannato per frode fiscale. È lo stesso Paese nel quale la sezione di Cassazione che ha emesso quella condanna definitiva e politicamente storica era presieduta da un magistrato che il giorno dopo chiacchierava di quella stessa sentenza con un suo amico e concittadino giornalista, inficiando la credibilità del lavoro della Corte. Ma si può seriamente sperare che qualcuno investa in un Paese simile?

Unito, da decenni era ridicolizzato, non è poco. Certo, Finmeccanica ha bisogno di una riorganizzazione e di una ristrutturazione che tengano conto di quanto è successo negli ultimi tre anni: il gruppo si trovava di fronte all’assedio che non lasciava tempo per le strategie proprio mentre la crisi costringeva a drastici tagli dei bilanci pubblici. Ma questa operazione è già in corso, avviata dall’eccellente squadra di comando, guidata dall’a.d. Alessandro Pansa (nel tondo) e dal presidente Gianni Di Gennaro (nella foto sopra), di cui oggi il gruppo finalmente torna a disporre. Finmeccanica ha una situazione finanziaria e debitoria più che

accettabile. E sembra finalmente poter contare, di nuovo, su un sistema Paese che ne ha compreso la centralità strategica. Una consapevolezza da cui discendono la possibilità per il top management di avere al suo fianco organismi come la Cassa depositi e prestiti e i suoi bracci operativi in eventuali operazioni finanziarie o nella costituzione di poli produttivi (per esempio, nel trasporto ferroviario e nell’energia). Così come del potere politico nella ricerca di nuove alleanze in progetti internazionali che solo la politica, in settori strategici quali l’aerospazio e la difesa, può individuare e lanciare.


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Le famiglie accantonano più risorse e non scelgono solo i Bot

Alla (ri)scoperta del risparmio di Simone Martino Gli italiani spendono meno e lasciano in banca quasi 45 miliardi di euro in più in un unico anno. La recessione e i timori di eventuali nuovi scossoni della crisi finanziaria e di un ulteriore inasprimento fiscale frenano i consumi e le uscite. Basti pensare che nel mese di giugno gli accantonamenti delle famiglie sono arrivati a quota 849,6 miliardi di euro. Con un significativo aumento di 44,6 miliardi rispetto agli 804,9 di giugno 2012 e una crescita del 5,55%. Lo evidenziava alla fine di agosto un’analisi del centro studi Unimpresa, che ha posto l’attenzione sull’incremento complessivo delle riserve di imprese, famiglie e intermediari finanziari. In totale, 100 miliardi di euro. Secondo lo studio di Unimpresa, basato su dati della Banca d’Italia, tra il mese di giugno del 2012 e lo stesso periodo del 2013 i depositi

saliti da 18,2 miliardi a 22,5 miliardi (+4,3 miliardi). Pure le banche sembrano preferire i depositi, che risultano in crescita del 10,5% da 318,2 miliardi a 351,6 miliardi (+33,4 miliardi), un ulteriore segnale della scarsa circolazione della liquidità, che - sottolinea lo studio non viene immessa nel mercato del credito. Tra i risultati più rilevanti dell’analisi per “strumento”, i depositi vincolati a breve scadenza hanno registrato la crescita più alta tra giugno 2012 e giugno 2013: da 281,3 miliardi a 321,9 miliardi (+14,45%), con un aumento di 40,6 miliardi. Per i pronti contro termine l’incremento è stato di 18,5 miliardi, da 129,6 a 148,1 (+14,29%). Lo stock di denaro lasciato nel conto corrente è salito di 28,6 miliardi da 699,4 miliardi a 728 miliardi (+4,09%). “È evidente che gli italiani, in particolare le famiglie, subiscono pesantemente i contraccolpi della crisi e la stanno

In base ai dati diffusi dalla Banca d’Italia il 31 maggio, nel 2012 l’ammontare totale del “tesoretto” in mano agli investitori retail aveva superato il record del 2007 e si era posizionato a quota 3.716,3 miliardi di euro

IL PATRIMONIO FINANZIARIO DEGLI ITALIANI Dettaglio attività

Patrimonio

% sul totale

Liquidità/Biglietti e moneta

149,9

4,0%

*Biglietti e monete

120,1

3,2%

29,8

0,8%

1.028,4

27,7%

*Depositi bancari

489,5

13,2%

*Conti correnti, libretti e buoni postali

344,3

9,3%

*Altri depositi (certificati pronti contro termine, vincolati, etc.)

194,6

5,2%

Obbligazioni e titoli di Stato

694,4

18,7%

*Titoli societari e bancari m/l termine

375,5

10,1%

*Titoli di Stato m/l termine

174,7

4,7%

*Titoli obbligazionari m/l termine in valuta estera

130,4

3,5%

13,8

0,4%

Fondi comuni/Fondi pensione/Tfr

960,9

25,9%

*Riserve per premi di assicurazione

427,3

11,5%

*Liquidità in valuta estera Depositi/Conti correnti/Libretti

*Titoli di Stato breve termine

*Fondi pensione e tfr

266,2

7,2%

*Fondi comuni italiani

144,7

3,9%

*Fondi comuni esteri

122,7

3,3%

Azioni

764,0

20,6%

*Azioni e partecipazioni

726,3

19,5%

37,7

1,1%

118,7

3,2%

3.716,3

100,0%

*Azioni estere Altro TOTALE

Dati in miliardi di euro riferiti al primo gennaio 2013. Fonte: Banca d’Italia

bancari sono saliti del 7,16%, passando da 1.389,5 miliardi a 1.489 miliardi. In altre parole, sono cresciuti di 99,4 miliardi. Nel dettaglio, si registra un aumento per tutte le categorie di depositanti. I depositi delle aziende hanno registrato un incremento del 9,10%, da 180,7 miliardi a 197,2 miliardi (+16,4 miliardi), mentre quelli delle imprese familiari sono passati da 45,2 miliardi a 46,1 miliardi (+2,11%) sulla scia di un “risparmio” di 953 milioni. In lieve calo, invece, le riserve delle organizzazioni senza fini di lucro (onlus): i loro depositi risultano in diminuzione di 351 milioni, a 21,8 miliardi (-1,58%) dai 22,1 dell’anno precedente. Aumentano del 23,68% i depositi di assicurazioni e fondi pensione,

pagando soprattutto in termini di crollo della fiducia”, ha commentato il presidente di Unimpresa Paolo Longobardi. “È appunto la paura di nuovi scossoni e l’incertezza sul futuro a frenare i consumi. Ma le famiglie e le imprese temono pure altre stangate fiscali”. Al di là dei depositi, come sono organizzati i patrimoni finanziari delle famiglie italiane? In base ai dati diffusi dalla Banca d’Italia il 31 maggio, in occasione della relazione annuale del governatore Ignazio Visco, a fine dicembre l’ammontare totale del “tesoretto” in mano alle famiglie aveva superato il record precedente, che risale al 2007, di 3.697,3 miliardi di euro, posizionandosi a quota 3.716,3 miliardi. Investiti come? Il grosso, ovvero quasi il

28%, in depositi bancari, conti correnti e libretti, a conferma dell’analisi di Unimpresa. Al secondo posto, con il 26% circa, fondi comuni, fondi pensione, tfr e assicurativi. Al terzo posto le azioni e le partecipazioni, con il 20,6%. Il 18,7% del patrimonio finanziario delle famiglie risulta invece destinato alle obbligazioni e ai titoli di Stato. Insomma, quasi il 40% dei portafogli - stando sempre ai dati di Bankitalia riferiti al 2012 - risulta investito in singole obbligazioni e in azioni. Tipologie di investimenti a cui si fa ricorso per ottenere reddito e crescita del capitale. Ma c’è chi in questi numeri scorge poca diversificazione. E i professionisti si raccomandano: non fate tutto da soli, chiedete un consiglio agli esperti.


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Assoreti fa chiarezza dopo una sentenza che ha agitato il sistema

Il decreto del Fare allontana il recesso A cura di Francesca Sulpizi Dal primo settembre, i contratti di negoziazione per conto proprio devono contenere il richiamo al diritto di recesso. La novità è arrivata dopo una sentenza allarmante a cui è seguito un emendamento rassicurante. Il pronunciamento allarmante è di giugno ed è delle sezioni unite della Corte di Cassazione. È stato reso noto alle reti di promozione finanziaria attraverso la circolare 29/2013 di Assoreti. In pratica, il 3 giugno la Cassazione ha emesso la sentenza 13905 che, interpretando in maniera estensiva un articolo del Testo unico della finanza, ha fatto saltare la lettura che come ha evidenziato Assoreti in una circolare successiva, diffusa in agosto - ne aveva sempre dato la Consob. L’articolo in questione è il numero 30 del Tuf e disciplina l’offerta fuori sede, stabilendo il diritto di recesso entro sette giorni. Per evitare derive

speculative, fino alla sentenza della Cassazione questo diritto si limitava a due casi: la gestione di portafogli d’investimento e la compravendita di strumenti finanziari. In entrambe le situazioni, il diritto andava espressamente riportato nel contratto, altrimenti il cliente poteva chiedere la nullità del testo non entro sette giorni ma addirittura entro dieci anni. A giugno, però, la Cassazione ha esteso a tutte le altre operazioni finanziarie effettuate fuori sede il diritto di recesso. E proprio qui è spuntato l’intoppo: fino a quella data, nessun contratto, al di fuori di quelli citati, conteneva l’esplicito riferimento al diritto di recesso previsto

dall’articolo 30 del Tuf. Un’onda anomala di richieste di nullità ha minacciato così di riversarsi addosso agli operatori, malgrado la Suprema Corte abbia richiamato come requisito essenziale il principio di “buona fede”. Il quale, comunque, non si riesce mai a dimostrare facilmente. Sull’altro lato, la buona notizia. Di fronte alla sentenza, gli attori del mercato si sono fatti sentire dalle autorità competenti, al fine di ottenere una misura che potesse contrastare i temuti effetti della sentenza. Le autorità, dal canto loro, si sono dimostrate sensibili come riporta Assoreti nella circolare di agosto - “all’esigenza di ‘sanare’ gli atti passati con una norma apposi-

L’intervento dell’Agenzia delle Entrate sui fondi immobiliari ha sciolto i dubbi

Tassazione, Assogestioni spiega come regolarsi “L’Agenzia delle Entrate ha sciolto gli ultimi dubbi in merito al nuovo regime di tassazione dei partecipanti a fondi immobiliari di diritto italiano, confermando molte delle indicazioni che Assogestioni aveva fornito nella circolare 121/12/C”. Questo si legge in una nota resa pubblica dall’associazione italiana del risparmio gestito (nella foto, il direttore generale Fabio Galli) nel mese di agosto. Tutto ha avuto inizio dall’articolo 32

del decreto legge 78 del 31 maggio 2010 - e successive modifiche e integrazioni per effetto del quale è stato introdotto un regime differenziato di tassazione dei redditi di capitale e dei redditi diversi di natura finanziaria derivanti dalla partecipazione a fondi immobiliari a seconda della tipologia dell’investitore (“istituzionale” o “non istituzionale”) e della percentuale di partecipazione al fondo (superiore o meno al 5%). Il

regime, secondo Assogestioni, lasciava aperti alcuni dubbi che l’associazione ha sottoposto all’Agenzia delle Entrate e che la stessa Agenzia ha risolto. In particolare, si legge sulla stessa nota, “ha fornito importanti chiarimenti in merito ai requisiti richiesti dalla normativa con riferimento a determinati investitori istituzionali e in relazione al regime di esenzione applicabile agli investitori esteri di cui

ta di interpretazione autentica dell’articolo 30”. Tuttavia, “forse anche per non rischiare un eventuale conflitto di attribuzioni fra organi dello Stato, hanno al contempo ritenuto di dover estendere per il futuro l’applicazione della disciplina dello ius poenitendi, in sintonia con il pensiero delle sezioni unite, anche agli atti conclusi al di fuori del servizio di collocamento, per i quali si ponesse la medesima esigenza di tutelare fuori sede l’investitore dal possibile effetto sorpresa”. Al momento della conversione in legge nel cosiddetto decreto del Fare del governo Letta si è aggiunto così un emendamento che ha portato all’inserimento dell’articolo 56-quater, intitolato “diritto di ripensamento per l’offerta fuori sede nei servizi di investimento”. Da una parte, l’articolo allarga il diritto di recesso al servizio di negoziazione per conto proprio, ma dall’altra ne “neutralizza” la retroattività. Il che non è affatto poco. Anzi.

L’Abi: il governo non sia severo u Le richieste delle banche u all’esecutivo di Letta

Una delegazione dell’Associazione bancaria italiana, guidata dal presidente Antonio Patuelli, ha incontrato i primi di agosto a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Enrico Letta. Durante la riunione, l’Abi ha chiesto un impegno straordinario affinché il mondo bancario italiano “non subisca penalizzazioni di carattere normativo e/o di prassi di vigilanza più rigide di quelle di altri Paesi dell’Unione europea in questa fase di passaggio e a regime”. Inoltre, ha domandato all’esecutivo uno sforzo per realizzare al più presto gli impegni assunti dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni all’assemblea annuale del 10 luglio per adeguare ai parametri europei le svalutazioni fiscali delle perdite su crediti e del capitale della Banca d’Italia. Infine, ha chiesto l’intervento attivo del governo per favorire i processi di riduzione dei costi di struttura delle banche in questa assai complessa fase di crisi, come peraltro più volte sollecitato dal governatore di Bankitalia.

all’articolo 7, comma 3, del decreto legge 25 settembre 2001, numero 351”. I chiarimenti diffusi dall’Agenzia delle Entrate riguardano appunto i seguenti argomenti: la modalità di verifica dei requisiti richiesti con riferimento a determinati investitori istituzionali; il regime di tassazione applicabile agli investitori esteri di cui all’articolo 7, comma 3, del decreto legge 351/01 e le relative modalità di verifica del requisito di residenza; infine, il regime di tassazione dei redditi diversi di natura finanziaria conseguiti da investitori non istituzionali che detengono una quota di partecipazione al fondo superiore al 5%.


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Le sfide dell’Organismo secondo Bufi (Anasf)

Apf, si cambia il presidente A cura di Silvia Minola Ci siamo: il 22 settembre scade il consiglio direttivo di Apf; tre giorni prima, il 19, si riunisce l’assemblea per la nomina dei nuovi organi. Sulla presidenza, dopo numerosi interventi e contributi al dibattito innescato in vista dei due appuntamenti dal direttore di BLUERATING Andrea Giacobino, a prendere carta e penna è stato Maurizio Bufi (nella foto), presidente dell’Anasf. Che ha messo in chiaro come la pensa: la tempistica di chi chiede la presidenza per un promotore è sbagliata e velleitaria. “Intanto”, ha scritto, “mi associo alla sua benaugurante previsione che si arrivi a un Albo unico, ricomprendente anche i soggetti che prestano la consulenza fee only, con le relative attribuzioni in materia di vigilanza su tutti gli operatori che svolgono attività di promozione, collocamento

e consulenza. Riteniamo che l’approdo alla vigilanza sugli operatori sia naturale in seno all’Apf medesimo, per come è stato concepito e per le peculiarità sviluppate in questi anni. Più nello specifico, la nostra associazione intende con tale approccio nei confronti del legislatore dare il suo contributo per il superamento dello stallo che riguarda una piccola parte di soggetti, che ancora operano in un limbo, e nel contempo affermare alcuni principi e porre alcune condizioni”. L’obiettivo “non è certo creare una miniConsob, intendendo con ciò la trasformazione di un Organismo privato in uno pubblico o parapubblico con una modifica della governance che ne appesantirebbe funzioni e compiti. Cosa diversa è - riconfermando la forma giuridica del soggetto (cioè un’associazione tra associazioni di natura privata) - la ‘funzione’ pubblica, che si rea-

lizza attraverso la tenuta e la gestione di un Albo, a beneficio degli iscritti e a tutela del pubblico risparmio, con un’organizzazione che poggia le sue fondamenta sulla buona prassi di avvalersi dei rappresentanti delle categorie interessate. È probabile che l’attuale struttura di Apf debba essere modificata, integrata e/o ampliata in ragione delle auspicate nuove funzioni. Quel che è certo è almeno il 50% di rappresentanza riconducibile ai promotori finanziari, tramite l’Anasf”. Per il consiglio direttivo di Apf, “Anasf ha indicato personaggi autorevoli e indipendenti”. L’obiettivo principale ora deve essere la professione, con l’evoluzione dei pf. “Esistono i presupposti affinché in questo percorso si inserisca il tanto invocato cambio di denominazione dei promotori finanziari in consulenti finanziari. Ecco allora che la ‘casa della consulenza’ diventa il simbolo di una definitiva affermazione della nostra categoria”.

AIPB Private banking, gli asset salgono di Bruno Zanaboni*

Grazie al contributo e alla partecipazione degli associati, Aipb conduce trimestralmente l’indagine “Mercato servito dal private banking in Italia” con lo scopo di contribuire alla definizione dell’industria private e di analizzare i numeri riferiti alle famiglie italiane con almeno 500mila euro di ricchezza finanziaria. Secondo gli ultimi risultati, dopo aver chiuso il 2012 con una crescita delle masse gestite più che positiva (+6,8% sul 2011), le strutture di private banking a marzo hanno raggiunto i 443 miliardi di euro, con +1% da inizio anno. Coerentemente con l’andamento del mercato potenziale, anche per il mercato servito l’evoluzione degli ultimi 15 mesi è determinata soprattutto dall’andamento positivo delle performance di portafoglio (effetto mercato pari al 6,1% nel 2012) più che dalla capacità degli operatori di attrarre nuova ricchezza. L’evoluzione che ha caratterizzato il mercato servito negli ultimi anni ha mostrato un andamento oscillante, dovuto alle due fasi della crisi finanziaria. La prima - iniziata nel 2008 - si è conclusa grazie al rientro di capitali dall’estero, facendo registrare nel 2009 e nel 2010 variazioni positive. La seconda allargatasi ai debiti sovrani nel 2011 - ha riportato il valore degli asset ai livelli del 2009 a causa di un effetto mercato negativo (-5% nel 2011). Il 2012 e il primo trimestre del 2013 mostrano un’industria in ripresa, capace di cogliere le opportunità dei mercati e di portare le masse gestite a livelli mai raggiunti in precedenza. Analizzando la composizione e l’evoluzione dei portafogli dei clienti serviti, non si registrano grandi cambiamenti sull’esposizione. Nell’ambito della raccolta diretta, emerge una leggera preferenza per la liquidità rispetto alle obbligazioni bancarie proprie. Negli ultimi tre anni, è possibile individuare un trend negativo di azioni e strumenti obbligazionari. Dall’analisi del comparto gestito, si assiste a un continuo incremento negli ultimi anni della quota di fondi, che potrebbe essere interpretato come un segnale di volontà di diversificare. Infine, la quota di prodotti assicurativi mostra il costante interesse per questa peculiare asset class. *segretario generale Associazione italiana private banking

IN BREVE l ASSOSIM Ufficiale l’ingresso nella Febaf, “casa comune” per il risparmio L’assemblea della Federazione delle banche, delle assicurazioni e della finanza (Febaf) ha accolto l’istanza di associazione di Assosim. Soddisfatto il presidente Michele Calzolari. “Nonostante le specificità che contraddistinguono le associazioni federate nella Febaf, ritengo che la possibilità di mettere a fattor comune i loro patrimoni di conoscenze e professionalità non possa che giovare agli associati e al mercato”. Assosim “sarà in grado di fornire ai suoi servizi di sempre migliore qualità e un più stretto e continuo rapporto con le istituzioni dell’Ue”.

l AIAF L’ottimismo degli analisti: la ripresa dell’economia italiana si avvicina

Gli indicatori che anticipano la dinamica dell’attività produttiva segnalano una ripresa dell’economia italiana a partire dalla seconda metà del 2013. A sottolinearlo, nelle scorse settimane, è stata l’Aiaf, l’associazione che riunisce gli analisti finanziari. L’indice Pmi (Purchasing manager index) è tornato, per la prima volta dopo due anni, sopra quota 50 punti, spartiacque tra la contrazione e l’espansione dell’attività economica. Ma la stabilità del governo, aggiungeva l’Aiaf, resta una condizione essenziale.

l CONFASSOCIAZIONI Al via l’attività dell’Osservatorio parlamentare per le professioni È nato in piena estate l’Osservatorio parlamentare di Confassociazioni, l’ente che rappresenta le federazioni, i coordinamenti e le associazioni di quanti esercitano attività professionali non organizzate in ordini e collegi. Obiettivo dell’Osservatorio è seguire l’iter e dare conto dei progetti di legge presentati, dei provvedimenti varati, delle risoluzioni e delle interpellanze presentate sulle materie oggetto della attività professionali delle organizzazioni confederate. Ad annunciarlo il presidente di Confassociazioni Angelo Deiana e il suo vice Gianfranco Ziccaro.


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Ma sono stati ampliati i team di investimento

Allianz GI taglia Tutto nasce da un piano per ridurre i costi A cura di Francesca Vercesi Allianz Global Investors ha tagliato 150 posti di lavoro dopo aver lanciato un piano di revisione strategica volto a snellire il proprio business e ad assicurarsi nuovi asset. È quanto riporta l’FTfm, precisando che la riduzione porta la forza lavoro della società a 2.650 persone. La casa d’investimento ha deciso di esternalizzare una parte delle sue attività relative a IT e middle e back office. Nonostante il calo del personale negli ultimi 18 mesi, comunque, ha assicurato il ceo Elizabeth Corley, Allianz GI ha ampliato i team di investimento in

aree strategiche come il debito dei mercati emergenti, gli investimenti multiasset e il debito delle infrastrutture. E questi cambiamenti stanno già dando i loro frutti. “I risultati finanziari sono migliorati, anche se stiamo reinvestendo”. Ma la crescita delle vendite di Allianz GI è un fenomeno

recente, rileva l’FTfm: i suoi asset sono infatti scesi dai 366 miliardi del 2000 ai 304 miliardi del 2012, con i fondi monetari e azionari che l’anno scorso hanno perso oltre 4 miliardi di euro. La Corley attribuisce gran parte del recente miglioramento ai mutual fund e ai mandati istituzionali. Allianz GI ha avviato il piano di revisione strategica in primavera con l’obiettivo di ridurre le proprie entità legali, a livello globale, da 35 a 14. Creare un business più unificato con l’aiuto dei dipartimenti di rischio, compliance e clientela è un progetto ambizioso, ma Corley è convinta che ne valga la pena.

Jp Morgan, pulizie a fondo Il gruppo intende fondere ben nove comparti lussemburghesi Jp Morgan è sul punto di fondere altri nove comparti lussemburghesi nell’ambito della sua visione strategica finalizzata a razionalizzare la gamma di fondi europei, con ulteriori otto prodotti che si uniranno nell’arco dei prossimi due mesi. Lo

rivela Citywire Global. Le nuove operazioni di fusione fanno seguito alla liquidazione di otto fondi sicav annunciata il 23 luglio e alla novità del 2 agosto sulla fusione di quattro comparti in due sicav, che sono JPMorgan Funds - Asia

Pacific Strategic Equity Fund e JPMorgan Funds Asia Equity Fund. Un portavoce di Jp Morgan, secondo quanto riporta Citywire Global, ha detto che cinque delle fusioni saranno annunciate il 30 settembre e altre tre il primo novembre.

M&G, acquisti importanti Daniel White nuovo gestore dell’M&G North American Value da 140 milioni di euro Dallo scorso 1 settembre Daniel White (nella foto) sarà il nuovo gestore del fondo M&G North American Value da 140 milioni di euro. Daniel sarà affiancato da Richard

Halle, gestore del fondo M&G European Strategic Value da 590 milioni di euro che diventa vice gestore del fondo. Dalla società fanno sapere che “White è la persona più idonea a ricoprire il ruolo di gestore del fondo M&G North American Value”. Avendo lavorato con Richard Halle alla gestione del fondo M&G European Strategic Value

sin dal suo lancio nel 2008, White ha maturato una forte esperienza negli investimenti, dimostrato di avere delle solide competenze nella strategia del value investing sia come vice sia come cogestore del fondo. In seguito alla nuova responsabilità, White diventerà vice gestore del fondo M&G European Strategic Value. Daniel White suben-

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IN PILLOLE l SCHRODERS Un “buen retiro” con l’ingresso nel mercato messicano dei fondi pensione Schroders è diventata la prima compagnia internazionale di asset management a ricevere un mandato d’investimento da un fondo pensione messicano. Afore Banamex, compagnia specializzata nella gestione di fondi pensione in Messico, ha aperto presso Schroders un conto globale separato con una somma iniziale di 200 milioni di dollari.

l INVESCO Il gestore diventa un azionista importante del gruppo quotato Maire Tecnimont Nella lista degli aggiornamenti sulle partecipazioni rilevanti della Consob, Invesco compare come azionista di Maire Tecnimont, gruppo internazionale specializzato in ingegneria, costruzioni ed energia, con un focus nell’impiantistica per la trasformazione nei settori oil&gas e petrolchimico&fertilizzanti.

l ANIMA SGR È tempo di un cedolone da 74 milioni per gli azionisti dell’asset manager

Anima sgr ha distribuito interamente i profitti 2012 ai suoi azionisti. La società di gestione - nata dalla fusione tra Prima (che incorpora le attività di gestione di Mps), Bpm Gestioni e la vecchia Anima, che Bpm aveva rilevato da Alberto Foà e dal suo team - ha chiuso il primo semestre con ricavi netti pari a 90 milioni, contro i 165 milioni dell’intero 2012, il cui bilancio ha fatto registrare un utile di 74 milioni di euro.

tra nella gestione del fondo M&G North American Value a Richard Brody che si concentrerà sull’ampia responsabilità di gestione degli altri portafogli presso PPM America. L’obiettivo di investimento del Fondo M&G North American Value resterà lo stesso. Il fondo continuerà a perseguire obiettivi di crescita nel lungo periodo, attraverso investimenti nelle aziende nord americane elencate, concentrandosi sull’azionariato economico se paragonato al mercato nel suo complesso. Gary Cotton, amministratore delegato

Equities di M&G Investments, commenta: “la promozione di Daniel White risponde all’impegno di M&G di coltivare talenti. Arrivato in M&G nel 2005 come analista di settore e dopo 5 anni di successo alla gestione del fondo M&G European Strategic Value, crediamo sia giunto il momento di nominare Daniel White gestore. È la persona più indicata ad assumere la gestione del fondo; potrà applicare la capacità strategica del team al mercato nord americano, sfruttando l’esperienza di M&G nell’azionariato globale”.


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Lo strumento sarà gestito da due esperti specializzati nei mercati emergenti

Oddo AM crede nella Cina La boutique francese ha lanciato in Italia un fondo in offshore renminbi Oddo AM arricchisce la squadra di fondi tricolori che puntano sull’ex Celeste Impero. È stato infatti autorizzato, anche sul mercato italiano, il comparto Oddo Bonds China Renminbi, fondo obbligazionario targato Oddo Asset Management che consente di investire sul possibile rafforzamento della valuta “offshore” della Repubblica Popolare Cinese. Oddo

Bonds China Renminbi investe in strumenti di debito denominati in “offshore” Renminbi (la valuta cinese utilizzabile al di fuori dei confini della Repubblica Cinese e liberamente trattata a Hong Kong, Singapore, Taiwan e Londra), con rating BBB- o maggiore, di Standard & Poor’s o equivalente (quindi investment grade), ed emessi da enti pubblici o privati di tutti i

Paesi del mondo (la quota di emittenti privati la cui sede legale è situata nella Repubblica popolare è stata limitata al 30 per cento). “Con questa nuova emissione andiamo ad arricchire la nostra gamma obbligazionaria con un fondo che investe in obbligazioni con merito di credito elevato investment grade, emesse in valuta cinese spesso da società internazionali,

Millennium, il controllo passa a Invest Banca L’istituto di Empoli ha rilevato il 60% in mano alla Ca.Ri.Bolzano Invest Banca, incassato il benestare dell’autorità di vigilanza, ha acquisito il controllo di Millennium sim, rilevando il 60% del capitale detenuto dalla Cassa di Risparmio di Bolzano. L’accordo preliminare era stato siglato tra le due banche il 31 gennaio. Invest Banca, con sede a Empoli e uffici a Firenze e Roma, è attiva nel risparmio gestito, nell’intermediazione, nel private banking e nel corporate finance. Nel corso degli anni è andata affermandosi anche nell’outsourcing dei servizi d’investimento. Millennium sim, società di intermediazione mobiliare fondata nel 2000 è stata uno dei primi inter-

mediari ad operare nel settore del trading on line. Stefano Sardelli (nella foto sotto), d.g. di Invest Banca, commenta così: “Attraverso questa operazione entriamo a pieno titolo nel settore del trading online. Il nostro lavoro sarà anche orientato ad accrescere l’attuale rete di vendita di Millennium sim, estendendo l’offerta di servizi finanziari e della gamma prodotti sviluppata da Invest Banca nel risparmio gestito”. Tra la Cassa di Risparmio di Bolzano e Invest Banca sono attualmente allo studio progetti volti a raggiungere altre forme di collaborazione nell’ambito del servizio d’investimento.

anche europee”, spiega Jürgen Mahler (nella foto), responsabile Italia di Oddo am. Che aggiunge: “Così facendo mettiamo a disposizione dei nostri collocatori in Italia un interessante tema di diversificazione per i portafogli dei loro clienti”. La selezione dei titoli in portafoglio, cardine attorno cui ruota tutto il processo di investimento di Oddo Bonds China Renminbi, si avvale delle competenze maturate da Oddo am nel campo dell’analisi del credito dei grandi emettitori globali, oltre che della conoscenza del contesto macroeconomico cinese del suo partner locale Guosen

Securities. Oddo Bonds China Renminbi è gestito da Alain Krief, responsabile degli investimenti a reddito fisso del gruppo francese e da Liming Xia, gestore specializzato nei mercati emergenti. Con l’arrivo di Oddo Bonds High Yield Europe, i fondi di Oddo Asset Management autorizzati alla distribuzione in Italia salgono a quota 17. Ad oggi i fondi targati Oddo AM sono disponibili sul mercato retail italiano attraverso gli accordi siglati con Banca Ifigest, Fundstore, IW Bank, Unicasim, Allfunds Bank e Online sim (e i subcollocatori nominati di questi ultimi due).

Bnp Paribas IP punta sul corporate emergente Il mercato del debito corporate dei Paesi emergenti ha registrato una crescita significativa dal 2008. Se si guarda al passato, il 2012 si è distinto per vari motivi. La spinta principale è stato il massiccio flusso di acquisti da parte degli Stati Uniti verso questa tipologia di fondi per un ammontare pari a 285 miliardi dollari. Inoltre, questa classe di attivi, per la prima volta, ha superato i mille miliardi di dollari, in termini di debito residuo. Spiega John Morton, responsabile emerging markets fixed inco-

me di Bnp Paribas Investment Partners: “Nonostante il numero significativo di emissioni che si sono viste negli ultimi cinque anni, crediamo che il mercato sia pronto a continuare il suo rapido ritmo di emissione, in particolare nel comparto societario. Previsioni di diverse banche d’affari stimano ulteriori 335 miliardi dollari in nuove emissioni nel corso del 2013. Anche tenendo conto della recente volatilità nel corso del secondo trimestre”, conclude, “le ultime stime rimangono positive”.


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Parla Aspesi, numero uno di Threadneedle in Italia

Tante opportunità da quei bond ricchi di Gianluca De Mayo La fine del 2013 e il 2014 si preannunciano densi di opportuità per il mercato obbligazionario. Per questo BLUERATING ha voluto parlare con chi conosce bene questo mercato, Alessandro Aspesi, country head per l’Italia di Threadneedle.

del credito, i differenziali sui titoli di stato si mantengono sui livelli medi di lungo termine o leggermente al di sopra degli stessi. Pertanto, dati i solidi fondamentali societari, continuiamo a ravvisare interessanti opportunità nel settore del credito, sebbene non sia ragionevole attendersi una replica dei rendimenti eccezionali conseguiti nel 2012.

puntare alla generazione di rendimento sfruttando tutte le leve disponibili: tassi, credito, posizionamento sulla curva, valute e possibilità di muoversi a duration negative per anticipare possibili rialzi dei rendimenti sulla parte lunga della curva. Per sfruttare tutte le opportunità esistenti nei mercati del credito in un’ottica di ritorno assoluto Threadneedle Credit Opportunities Fund offre una gestione disciplinata e consistente nel tempo che si focalizza nel mercato investment grade, high yield ed emergente. Per esigenze di diversificazione a livello obbligazionario globale Threadneedle Global

Come vede Threadneedle i mercati obbligazionari in questo frangente? La recente correzione dei mercati obbligazionari ha creato nuove opportunità. All’inizio del 2013 avevamo previsto un contesto obbligazionario difficile, rischi di ribassi prolungati e la permanenza di tassi d’interesse a breve su bassi livelli ancora per un lungo periodo. I temi d’investimento che abbiamo percorso quest’anno si sono indirizzati alla ricerca del rendimento con enfasi sul ritorno assoluto anziché all’esposizione di mercato, volatilità di mercato e crisi occasionali. I nostri principali temi d’investimento per i mercati del reddito fisso rimangono invariati. Riteniamo che il quantitative easing negli Stati Uniti abbia compresso i rendimenti obbligazionari di circa 50-75 punti base. Tale premio è stato vanificato dalla recente correzione. Tuttavia esiste ancora un margine di correzione ulteriore per i mercati; oltre 70 miliardi di euro sono già defluiti dai fondi obbligazionari da inizio Giugno 2013, il risultato peggiore mai registrato. Passando al settore

hanno offerto ritorni interessanti negli ultimi 30 anni. La recente correzione dei mercati obbligazionari ha annullato il premio di liquidità prevalente ed i mercati sono ora prossimi a riflettere i fondamentali, tuttavia l’ottica di acquisto mirata ai soli guadagni offerti dalle cedole obbligazionarie dovrà cambiare in un atteggiamento volto al ritorno assoluto, specialmente se si considera un aumento della volatilità nei mesi a venire. La nostra chiave di lettura per i mercati obbligazionari dei prossimi mesi è quella di svincolarsi dai benchmark per

Quali sono le strategie che compongono i vostri prodotti? Threadneedle Credit Opportunities Fund è un fondo obbligazionario a ritorno assoluto che investe nel credito. Vengono utilizzate delle strategie di investimento che permettono di focalizzarsi sulle migliori idee svincolandosi dall’andamento di mercato. Fra le strategie più

97,4

77

70

miliardi

percento

percento

Sono gli asset in gestione del gruppo al 30 giugno 2013

Cosa offre Threadneedle per proteggersi dalle turbolenze di questi mercati? Dobbiamo cercare di cambiare le aspettative e gli atteggiamenti nei confronti dei mercati obbligazionari che ci

Privilegiamo il debito emergente governativo in valuta forte con duration intorno ai 3 anni. Meno bene l’obbligazionario giapponese Alessandro Aspesi, country head per l’Italia di Threadneedle

Sono i fondi del gruppo che hanno ottenuto 4 o 5 stelle Morningstar

Opportunities Fund offre una strategia di ritorno assoluto che sfutta tutto l’universo obbligazionario escluse le obbligazioni convertibili.

Tanti sono i fondi che hanno fatto meglio del benchmark

importanti segnaliamo Carry trades: obbligazioni a breve scadenza prevalentemente ad alto rendimento, Event trades: strategie long centrate intorno a un evento aziendale, per esempio un rifinanziamento, Directional long/short: strategie che rappresentano la visione sul credito e possono essere impiegate ricorrendo a derivati o titoli, Relative Value: strategie long/short su titoli e settori, Basis trades: obbligazione long di un singolo emittente rispetto a una posizione short su derivati dello stesso strumento. Threadneedle Global Opportunities Fund offre invece una strategia di ritorno assoluto che sfrutta tutto l’universo obbligazionario investibile. Investe nelle migliori idee generate dal team reddito fisso di Threadneedle Investments. Approccio d’investimento non vincolato, a elevata convinzione e flessibile basato su diverse strategie per produrre un rendimento positivo in qualunque condizione di mercato. Su quali settori puntate? Nelle strategie a ritorno assoluto abbiamo un posizionamento molto prudente a livello di duration, intorno a un anno. Anche a livello di rating cerchiamo di posizionarci su titoli ad alto rendimento con rating intorno alla doppia B, con maggiore esposizione al mercato europeo rispetto al mercato americano che ha spread e ratings inferiori. Privilegiamo il debito emergente governativo in valuta forte con duration intorno ai 3 anni. Abbiamo una posizione negativa sul mercato obbligazionario giapponese e abbiamo una posizione aperta sul dollaro, che pensiamo si rafforzerà.

Alessandro Aspesi


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settembre 2013

n

20:07

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gestoridelmese | 21

bluerating

7 milioni Sono le posizioni gestite da Fidelity Worldwide Investment

24 Paesi Le nazioni in cui il gruppo opera ed è presente

200 miliardi Le masse in euro gestite dal gruppo multinazionale

Paolo Federici

3-09-2013

Federici spiega tutte le novità che attendono il gruppo in Italia

Fidelity: la nostra ricchezza è il cliente di Andrea Barzaghi In Fidelity è tempo di novità. Francesca Martignoni ha appena assunto la guida dell’Italia e Paolo Federici è diventato Managing Director Southern Europe & Latin America del gruppo internazionale. BLUERATING ha parlato con il manager per capire quali sono le novità che Fidelity ha in serbo per la sua clientela. Con il recente cambio di poltrone di Francesca Martignoni e con il suo, in Fidelity si annuncia una stagione di novità. Ce le vuole spiegare in dettaglio? L’evoluzione della mia responsabilità sul business di Fidelity in Sud Europa e America Latina e la crescita di Francesca Martignoni nel ruolo di country head per l’Italia giungono a seguito degli importanti risultati ottenuti sul mercato italiano come riconoscimento di un approccio rivelatosi efficace per i nostri clienti e quindi di successo. Per quanto riguarda l’Italia questo cambiamento sarà all’insegna della continuità, che però non significa staticità, anzi. Proprio nelle prossime settimane, per esempio, vedrà la luce una serie di nuove iniziative legate sia a soluzioni di investimento sia a servizi - alle quali abbiamo lavorato negli ultimi mesi e che ora sono pronte per essere messe a disposizione dei nostri clienti. Quali sono le vostre strategie? Al centro delle nostre strategie rimane sempre l’attenzione ai bisogni dei clienti. Il caso italiano costituisce una prova evidente del fatto che è proprio nei momen-

ti più difficili che gli investitori, sia privati che professionali, hanno maggior bisogno di aiuto. Nonostante le incertezze di contesto oggi i consulenti hanno di fronte a sè la sfida di dover riposizionare i portafogli per poter ottenere un rendimento positivo visto che spesso gli strumenti difensivi più tradizionali, come le obbligazioni governative, possono rivelarsi fonti di indesiderata volatilità. Per questo riteniamo che oggi più che mai, oltre ad offrire un’ampia gamma di fondi di comprovata qualità, sia necessario investire su una presenza diretta sul territorio oltre che sulle attività di comunicazione e supporto, con l’obiettivo di fornire strumenti utili alla comprensione dei mercati e all’identificazione rapida ed efficace di soluzioni su misura per ciascun cliente. Fra le iniziative che abbiamo messo in campo per le prossime settimane vi è una nuova edizione del Fidelity Roadshow incentrata sul tema “L’età dello Sviluppo. Go global, go flexible”. Dopo oltre 40 tappe già tenutesi nei primi mesi dell’anno, da metà settembre partirà una serie di 20 incontri in tutta Italia e che ci consentiranno di condividere con i consulenti le nostre view di mercato e le relative opportunità. Inoltre illustreremo le caratteristiche dei fondi flessibili di nuova generazione che Fidelity ha sviluppato per specifici mercati tra i quali l’Italia e gli importanti risultati che hanno già maturato. Sempre nell’ambito dei servizi a supporto delle reti distributive di promotori finanziari e di private bankers, abbiamo ampliato le funzionalità di iPower - la piattaforma Educational destinata agli operatori professionali che

consente una puntuale analisi e costruzione dei portafogli a cedola mensile - con numerose funzioni aggiuntive suggerite proprio dai nostri clienti. Inoltre sono in via di finalizzazione altri utili strumenti interattivi online, dedicati in particolare alle soluzioni di investimento ad accumulazione. Un tassello fondamentale per arrivare a “parlare la lingua del cliente” è stato quello di uscire dalle vecchie tassonomie utilizzate tipicamente in questo mercato. Per riavvicinarci al cliente e chiedergli ad esempio perchè vuole fare un certo investimento abbiamo ricondotto le decisioni ai tre pilastri dei bisogni dell’investitore finale intorno ai quali Fidelity ha orientato la sua offerta ossia Crescita, Reddito e Stabilità, costruendo il portafoglio con una maggiore comprensione da parte dei clienti. Questo ci consente di passare dalla vendita di prodotti alla costruzione di vere e proprie soluzioni. Chi sono attualmente i vostri clienti? Nei mercati del Sud Europa Fidelity è uno dei principali partner di riferimento per istituzioni finanziarie, quali reti di promotori finanziari e di private banking, banche, assicurazioni e clientela istituzionale. Quindi i nostri primi interlocutori sono gli intermediari finanziari attraverso i quali facciamo conoscere le nostre soluzioni di investimento agli investitori finali. I clienti finali rimangono il faro che guida le nostre scelte, poichè un cliente soddisfatto, aiutato nelle sue scelte di investimento dal suo consulente, è la migliore garanzia per una crescita sana ed organica di una società come la nostra nel tempo.

Come sta andando l’Italia per Fidelity? E il Sud Europa che ora Lei guida? Stiamo riscontrando sempre maggior interesse e fiducia da parte dei clienti. L’Italia continua a essere un mercato particolarmente importante per Fidelity che continua a puntare sul nostro Paese il terzo in Europa per masse gestite con oltre 13 miliardi di dollari. Proprio in quest’ottica stiamo ulteriormente rafforzando le strutture sia commerciali che di supporto. Fidelity sta facendo bene anche nel resto del Sud Europa, in Spagna in particolare, dove in un contesto di mercato non ovvio, stiamo raggiungendo risultati positivi che confido potranno essere ampliati ulteriormente nel prossimo futuro. A livello globale. quali sono i mercati dove Fidelity vuole crescere? Fidelity è una società autenticamente globale, presente sui principali mercati e in tutti i continenti. In tal senso una delle geografie di riferimento è sicuramente l’Asia dove Fidelity ha una presenza storica e consolidata. Nel mondo le opportunità di crescita per Fidelity non mancano e riteniamo in questo senso che anche l’America Latina offra prospettive molto interessanti. Questa regione comprende Paesi con mercati maturi, come il Cile, il cui settore dei fondi pensione è spesso preso a modello proprio per il suo elevato grado di sofisticazione, e mercati emergenti, come quello brasiliano, che gode di un elevato potenziale di crescita e che si sta gradualmente aprendo, o altre realtà meno conosciute ma non per questo meno attraenti come il Perù o la Colombia.


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22 | datiassogestioni

settembre 2013

In totale il settore italiano del risparmio ha raccolto 38 miliardi

n

bluerating

INDUSTRIA DEL RISPARMIO I numeri e gli aggiornamenti su www.soldiweb.com

Sei mesi di Intesa Ca’ de Sass risulta la migliore nel primo semestre 2013 di Diana Bin Il settore italiano del risparmio gestito ha raccolto oltre 38 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2013, un dato a cui hanno contribuito in larghissima parte i fondi aperti, che da soli hanno registrato investimenti netti per circa 30 miliardi di euro, mentre le consistenze patrimoniali si sono attestate complessivamente a 1.242 miliardi di euro. Al momento in cui scriviamo, i dati Assogestioni relativi al mese di luglio non sono stati ancora pubblicati ma, analizzando i report mensili da inizio anno alla fine di giugno, BLUERATING ha sintetizzato l’andamento dei principali gruppi aderenti all’associazione presieduta da Domenico Siniscalco nel corso del primo semestre del 2013. Ne è emerso che a dominare la classifica semestrale per raccolta netta è il gruppo Intesa Sanpaolo che, tra gennaio e giugno, ha visto affluire nelle proprie casse risorse complessive per 7,4 miliardi di euro. Segue in seconda posizione Franklin Templeton Investments, medaglia d’oro tra i gruppi esteri operativi in Italia, con afflussi netti pari a 4,6 miliardi, un dato quest’ultimo attribuibile interamente ai fondi aperti, mentre a chiudere il podio è Pioneer

L’EVOLUZIONE DELLA RACCOLTA NETTA 8.703

7.252 6.901

2.537

L

A

S

O

N

D

G

F

A

M

G

Dati in milioni di euro da luglio 2012 a giugno 2013. Fonte: Assogestioni

Investments (gruppo UniCredit), con 3,8 miliardi di euro. Seguono il gruppo Generali e Poste Italiane, entrambe con 3,3 miliardi, e Jp Morgan Asset Management (2,5 miliardi). In fondo alla graduatoria troviamo invece il gruppo Montepaschi con un rosso semestrale di 564 milioni di euro, Banca Esperia con -472 milioni e Ubs con -326 milioni. Il quadro non cambia molto guardando alla raccolta realizzata dai singoli gruppi esclusiva-

mente tramite i fondi aperti: anche in questa seconda classifica i tre gradini del podio sono occupati rispettivamente da Intesa Sanpaolo (4,9 miliardi di euro), Franklin Templeton Investments (4,6 miliardi) e Pioneer Investments (4,5 miliardi di euro). Seguono Jp Morgan AM (2,5 miliardi), Mediolanum (2,3 miliardi), Banco Popolare (2,2 miliardi) e Azimut (1,6 miliardi). In ultima posizione invece nella graduatoria

della raccolta per fondi aperti ci sono il gruppo Allianz con -317 milioni di euro, Ubs con -315 milioni di euro e Credem con -303 milioni di euro. A livello di asset in gestione si conferma infine il primato del gruppo Generali, con 333 miliardi di euro, seguito dal gruppo Intesa Sanpaolo con 235 miliardi, da Pioneer Investments con 100 miliardi e da Mediolanum con 43 miliardi. @diana_bin86

Japan. Sesta posizione per Standard Life Global Absolute Return Strategies, gestito da Guy Stern, che ha totalizzato una raccolta netta di 2,81 miliardi di euro dall’inizio dell’anno in Europa. Settore: “Alternative Ucits Multi Strategy”. Ancora un Jp Morgan al settimo posto, con il suo JP Morgan

Investment Funds - Global Income, la cui gestione è affidata a Talib Sheikh e Michael Schoenhaut. Da inizio anno, al netto dei deflussi, porta a casa risorse fresche per 2,39 miliardi di euro nel settore “Mixed Asset GBP Balanced”. Il fondo M&G Global Dividend, di Stuart Rhodes, settore “Equity Global”, si aggiudica l’ottavo posto con i suoi 2,12 miliardi di euro di raccolta netta dall’inizio dell’anno. Nona posizione, poi, per lo Schroder ISF Global Multi-Asset Income, settore “Mixed Asset USD Flex - Global”, che sotto la guida del manager Aymeric Forest da gennaio e per tutto il periodo preso in considerazione ha raccolto 2,04 miliardi di euro. Chiude la top ten il Pimco Gis Diversified Income Fund, settore “Bond Global” e 1,98 miliardi di euro di raccolta netta da inizio anno sotto la regia del gestore Eve Tournier.

Il fondo di Templeton è il più apprezzato Citywire Global ha aggiornato la classifica dei fondi che sono andati per la maggiore nei primi sei mesi dell’anno in Europa, sulla base dei dati di metà anno del Lipper’s European Fund Market. Il risultato? A conquistare il primo posto è il Templeton Global Total Return Fund (nella foto Sergio Albarelli, senior director per l’Europa meridionale e il Benelux di Franklin Templeton), gestito da Michael Hasenstab e Sonal Desai, settore “Bond Global”, che da inizio hanno ha registrato afflussi netti, in Europa, per 7,9 miliardi di euro. Segue a ruota il fondo M&G Optimal Income, gestito da Richard Woolnough, sempre “Bond Global”,

M

con afflussi netti per 4,3 miliardi di euro dal mese di gennaio. Pimco Gis Unconstrained Bond Fund (settore “Bond Global” anche qui), gestito da Chris Dialynas, è terzo con 3,86 miliardi di raccolta netta in Europa dall’inizio dell’anno. Pimco Gis Income Fund (settore “Bond Global”, come sopra), gestito da Daniel Ivascyn e Alfred Murata, è quarto: ha registrato 3,14 miliardi di raccolta netta in Europa da inizio anno. Segue JPMorgan Funds - JF Asia Pacific Income Fund, gestito da Stephen Chang e Jeffrey Roskell e con 2,91 miliardi di afflussi netti a partire da gennaio. Il settore, in questo caso, è l’Equity Asia Pacific ex


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LA CLASSIFICA PER RACCOLTA NETTA Gruppo

Intesa Sanpaolo

Raccolta netta gen-giu 7.467,1

Raccolta netta fondi aperti gen-giu 4.966,9

Franklin Templeton Investments

4.602,7

4.602,7

Pioneer Investments

3.884,6

4.482,2

Generali

3.291,4

560,5

Poste Italiane

3.290,7

526,8

Jpmorgan Asset Management

2.529,0

2.529,0

Banco Popolare

2.511,8

2.187,0

Azimut

2.052,2

1.627,7

Invesco

1.543,5

1.543,5

DeAwM

1.438,7

1.314,9

Axa

1.082,7

472,6

851,3

930,4

Ubi Banca State Street Global Advisors

818,9

144,0

Arca

589,2

465,5

Credit Suisse

556,3

-25,1

Am Holding

513,4

1.596,3

Bnp Paribas

460,2

-237,7

Morgan Stanley

385,8

385,8

Societe Generale

338,4

338,4

Ersel

207,7

158,5

Banca Sella

172,8

-9,8

Iccrea

156,1

169,4

Consultinvest

126,5

130,1

Amundi Group

95,1

-115,1

Nextam Partners

91,1

63,4

Fondaco

85,7

136,4

Finanziaria Internazionale

37,5

-1,5

Acomea

35,8

40,0

Ing Direct

33,4

33,4

Pensplan Invest

26,4

1,0

Alpi

25,2

25,2

Agora

14,6

8,7

Veneto Banca

10,4

11,0

Groupama

-0,3

-0,3

Banca Del Ceresio

-7,0

-7,0

Kairos Partners

-12,0

-129,1

Banca Profilo

-12,5

0,0

Soprarno

-14,7

0,0

Allianz

-20,0

-317,1

Mediolanum

-27,9

2.290,7

Banca Finnat Euramerica

-37,0

-17,9

Banca Pop. Emilia Romagna

-55,0

-17,5

Banca Carige

-62,0

-60,8

Pfm

-63,7

-12,3

Hedge Invest

-66,0

-66,0

Credito Emiliano

-299,7

-303,3

Ubs

-326,4

-314,7

Banca Esperia

-472,5

-52,5

Montepaschi

-564,2

0,0

Dati in milioni di euro. Fonte: elaborazione BLUERATING su dati Assogestioni


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IN CIFRE

3.875 Il numero totale dei soli fondi aperti disponibili sul mercato italiano

4.037 Il numero di fondi disponibili sul mercato italiano al 30 giugno 2013

235 Il numero di prodotti in classifica nella consueta analisi dei nostri esperti

30.000 I prodotti nel database di BLUERATING liberamente consultabili dagli utenti

62,9 Il rendimento del Japan Small & Midcap Opportunities Euro di BlackRock

47 Le case prodotto ogni mese protagoniste dell’indagine svolta da BLUERATING

TOP FUNDS Trovate tutte le classifiche con i migliori fondi su www.bluerating.com

L’Impero colpisce ancora A cura di Gianluca Baldini Nemmeno ad agosto sembra darsi tregua la supremazia giapponese. Stando alla consueta analisi svolta dagli analisti di BLUERATING, tra i prodotti che hanno regalato ai loro investitori le maggiori soddisfazioni ad agosto (le rilevazioni sono anno su anno) troviamo ancora una volta i fondi che puntano sull’azionario giapponese. Il migliore prodotto della classifica è a firma del colosso americano BlackRock: il suo Japan Small & Midcap Opportunities Euro nell’ottavo mese del 2013 ha messo a segno una crescita del 62,9%. Un risultato che distanzia di otto punti percentuali la medaglia d’argento della nostra classifica, il Japan Small & Mid Cap di Lombard Odier, che si è aggiudicato una ragguardevole crescita del 55,3%. La medaglia di bronzo spetta invece a Legg Mason con il suo prodotto che non investe solamente nel Giappone ma che può sempre vantare un notevole risultato con una crescita del 51,4%. Con l’uscita podio si esce anche dai rendimenti superiori al 50%. Il Pan European Equity Dividend Euro di Threadneedle Investment si aggiudica il quarto posto in classifica con un’aumento del 49%, distaccando di poco il miglior prodotto di Eurizon Capital. L’Equity Japan

Il settore azionario giapponese ad agosto resta protagonista nella classifica dei migliori fondi del mercato italiano

Euro, in quinta posizione, ha messo a segno un +48,3%. È sempre un fondo che investe sul Paese del Sol Levante quello che troviamo in sesta posizione. Il Japanese Value Equity Euro di Invesco ha totalizzato una crescita del 46%, non lontano dal risultato messo a segno da un’altra big inglese con il logo blue, Schroders. Il Japanese Eur Hedged Euro ha realizzato un risultato di tutto rispetto con un incremento del 43,4%. A pari merito, in ottava posizione, troviamo un prodotto firmato Pictet. Il Japanese Equity Selection Euro ha ugualmente messo a segno un +43,6% battendo non di molto un prodotto di Oyster Funds, società che non è spesso presente nella nostra classifica. In questo caso il Japan Opportunities Euro ha totalizzato una crescita del 42,7%. Due punti percentuali circa più in basso troviamo un fondo a firma di Credit Suisse. L’Equities Biotechnology Euro, il primo a non investire nell’azionario giapponese bensì nei titoli legati alle biotecnologie, ha messo a segno un +40,4% anno su anno. Insomma, il Giappone continua a regalare, incontrastato da diversi mesi, tante soddisfazioni agli investitori e la situazione non sembra affatto destinata a cambiare. Almeno, non nel breve termine. @gianlucabaldini


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Japanese Equity Euro

38,8%

Azioni Italia Euro

19,8%

Small Cap Euroland Euro

28,7%

Euro Equity Euro

17,0%

Europe High Yield Bond Euro

14,9%

Previdenza Linea Alta Crescita Euro

18,9%

Compass Euro Small Cap Equity Euro

25,3%

Azioni Italiane Euro

15,9%

European Equity Euro

14,3%

Formula Eurostoxx 2015 Euro

16,4%

Us Dynamic Value Euro

20,4%

American Equity Euro

13,1%

Japanese Smaller Companies Jpy

13,6%

Azioni Europa Euro

12,5%

Us Equity Euro

17,9%

Obiettivo 2015 Euro

6,8%

American Equity $

11,6%

Previdenza Linea Crescita Euro

11,7%

Pan European Equity Euro

12,1%

Azioni Internazionali Euro

6,6%

www.aberdeen-asset.it

www.arcaonline.it

www.bnymellonam.com/italia

www.eurosgr.it

Asia Pacifico Euro

31,8%

Pan European Small Cap Euro

30,8%

Euro-Entrepreneurs Euro

Japan Advantage Euro

40,2%

Europa Euro

23,2%

Europe Microcap Euro

27,6%

Investissement Euro

6,5%

Nordic Sek

28,3%

Globale Euro

21,8%

Us Small Cap $

24,2%

Grande Europe Euro

3,9%

Switzerland Chf

28,1%

Italia Euro

18,5%

Global Small Cap Euro

22,8%

Capital Plus Euro

3,8%

Iberia Euro

27,7%

16,6%

Europe Small Cap Euro

22,0%

SecuritĂŠ Euro

2,7%

Germany Euro

Patrimonio Aggressivo Euro

www.acomea.it

www.axa-im.it

11,9%

www.carmignac.it

27,0%

www.fidelity-italia.it

Obiettivo Europa Euro

17,0%

Italian Trend Euro

18,9%

Equities Biotechnology Euro

40,4%

Alto Azionario Euro

16,5%

Obiettivo Italia Euro

14,7%

Trend Italia Euro

18,8%

Small And Mid Cap Germany Euro

34,2%

German Equities Euro

14,6%

Obiettivo Internazionale Euro

14,4%

Patriot Euro

18,4%

Usa Value Euro

31,7%

Euro Equities Opportunities Euro

13,9%

Obbligazionario Corporate Euro

11,8%

Opportunities Euro

17,6%

Small And Mid Cap Europe Euro

21,6%

Alto Obbligazionario Euro

11,5%

Obiettivo Cedola Euro

11,7%

Long Term Value Euro

13,3%

Italy Euro

18,2%

Absolute Return Credit Strategies Euro

11,3%

www.gestielle.it

www.azimut.it

www.credit-suisse.com

www.bancagenerali.it

Citizen Care Euro

21,0%

Azionario Euro Euro

19,2%

Equities Biotechnology $

38,1%

Pan European Smaller Companies Euro

34,8%

Europe Small Cap Equity Euro

19,6%

Azionario Internazionale Euro

11,1%

Equities Europe Finance Securities Euro

34,1%

Euroland Euro

30,3%

Azioni Italia All Stars Euro

18,9%

Obbligazionario Giugno 2017 Euro

7,9%

Equities Switzerland Chf

20,3%

European Growth Euro

19,2%

Global Ecotrends Euro

18,7%

Obbligazionario Dicembre 2017 Euro

7,2%

Equities Europe Convincion Euro

20,1%

Pan European Equity Euro

18,7%

Valeurs Durables Euro

18,6%

Mix 2 Euro

6,5%

Equities Emu Euro

18,3%

Japanese Smaller Companies $

18,1%

www.allianzgi.it

www.bancopostafondi.it

www.dexia-am.com

www.henderson.com

Equity Japan Target Euro

40,6%

Japan Small & Midcap Opportunities Euro 62,9%

Deutschland Euro

24,6%

Euroland Equity Euro

28,0%

Equity Euroland Small Cap Euro

27,8%

Japan Value Euro

54,6%

Top Euroland Euro

21,9%

Asia Ex Japan Equities Smaller Companies Euro

23,3%

Equity Us Relative Value Euro

22,9%

European Opportunities Extension Euro

28,5%

Asian Small/mid Cap Euro

17,2%

Euroland Equity Smaller Companies Euro

23,1%

Equity Us Growth Euro

22,2%

European Value Euro

26,5%

Zukunftsinvestitionen Euro

17,1%

Frontier Markets $

17,6%

Eureka Crescita Finanza 2017 Euro

19,9%

World Healthscience Euro

26,3%

Italian Equities Euro

16,7%

Us Equity Aheur Euro

16,3%

www.amundi.com/ita

www.blackrockinvestments.it

www.dws.it

www.assetmanagement.hsbc.com

Geo Europa Euro

27,7%

Technologies Euro

23,6%

Equity Japan Euro

48,3%

Middle East & North Africa Euro

22,6%

Iniziativa Europa Euro

25,6%

Actions Japon Euro

20,1%

Equity Financial Euro

39,6%

Health Care $

20,2%

Geo Italia Euro

21,7%

Midcap France Euro

19,4%

Azioni Pmi Italia Euro

36,0%

Banking & Insurance Euro

20,1%

Italia Euro

19,7%

Actions Euroland Euro

19,0%

Equity Consumer Discretionary Euro

29,9%

Euro Equity Euro

19,1%

19,2%

Azioni Europa Crescita Euro

18,4%

Equity Pharma Euro

25,8%

Us High Dividend Euro

19,0%

Geo Globale Euro

www.animasgr.it

www.bnpparibas-ip.it

www.eurizoncapital.it

www.ingim.com/it


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Japanese Value Equity Euro

46,0%

Challenge Pacific Equity Euro

25,4%

Euroland Equity Euro

24,2%

Pan European Equity Dividend Euro

49,0%

Continental European Equity Euro

34,2%

Challenge Spain Equity Euro

22,1%

European Potential Euro

23,0%

Uk Gbp

41,1%

Global Smaller Companies Equity Euro

32,6%

Flessibile Italia Euro

18,6%

Austria Stock Euro

19,7%

Global Equity Income Euro

31,6%

Pan European Focus Equity Euro

32,3%

Pacific Collection Euro

17,7%

Institutional Euro

18,9%

Uk Equity Alpha Income Gbp

22,7%

Nippon Small/mid Cap Equity Jpy

29,6%

Challenge Italian Equity Euro

17,3%

Italian Equity Euro

18,2%

Pan European Smaller Companies Euro

21,9%

www.invesco.it

www.bancamediolanum.it

www.pioneerinvestments.com

www.threadneedle.it

Global Life Sciences Euro

37,5%

Us Growth Euro

25,0%

Azionario Europa Small Cap Euro

21,0%

Azioni Italia Euro

21,6%

Us Venture Fund Euro

26,4%

Japanese Equity Euro

22,8%

Azionario Healthcare Euro

19,4%

Azioni Euro Euro

18,2%

Us Research Equity Euro

19,1%

Eurozone Equity $

21,8%

Azionario Europa Euro

16,5%

Azionario Etico Euro

16,0%

Global Technology Euro

18,6%

Global Opportunity Euro

18,1%

Azionario Top Dividend Euro

15,8%

Azioni Europa Euro

13,2%

Us Twenty Euro

18,2%

Us Advantage Euro

15,9%

Azionario Europeo Eur

14,4%

Privilege Euro

13,1%

www.janusinternational.com

www.morganstanley.com/im

www.rcm-international.com/it

www.ubipramerica.it

Europe Dynamic Small Cap Euro

35,9%

Harris Associates Global Equity $

20,5%

European Equities Euro

24,4%

Biotech $

34,7%

Europe Micro Cap Euro

34,0%

Natixis Europe Smaller Companies Euro

20,2%

Elite France-europe Euro

15,9%

Swiss Opportunity Chf

24,7%

Global Healthcare $

33,5%

Vaughan Nelson Us Small Cap Value $

19,9%

North American Equities $

14,7%

China Opportunities $

23,9%

Europe Small Cap Euro

33,2%

Harris Associates Us Equity Fund Euro

16,1%

Emerging Markets Equities Euro

4,9%

Small Caps Europe Euro

23,4%

Europe Focus Euro

27,1%

Harris Associates Concentrated Us Value $ 15,3%

Diversified Income Euro

4,0%

Mid Caps Europe Euro

21,8%

www.jpmam.it

www.ngam.natixis.com

http://www.reyl.com/it

www.ubs.com/it

Opportunity $

51,4%

Us Small Cap Jpy

18,5%

Japanese Eur Hedged Euro

43,4%

Swiss Mid&small Cap Chf

23,5%

Us Small Cap Opportunities Euro

27,0%

China Equity Euro

16,0%

European Smaller Companies Euro

34,5%

European Mid & Small Cap Equity Euro

21,3%

Value Premier $

20,5%

High Yield Bond Clp

12,3%

Uk Smaller Companies Gbp

30,1%

Us Value Equity Euro

16,4%

Us Aggressive $

19,6%

Us Large Cap Euro

11,3%

Frontier Mkts Equity $

27,7%

New Power Euro

12,6%

17,3%

Short Duration High Yield Bond Euro

Euro Equity Euro

23,8%

Clean Technology Euro

12,0%

European Smaller Companies Euro

www.leggmason.it

5,3%

www.nb.com

www.schroders.it

www.vontobel.com

Japanese Small & Mid Cap

55,3%

Japan Opportunities Euro

42,7%

Multistock Biotech $

35,1%

Low Volatility Euro

4,6%

Golden Age

23,5%

Italian Value Euro

32,2%

Multistock Europe Small & Mid Cap Euro

28,7%

Emerging Market Euro

2,0%

Europe High Conviction

15,4%

European Small&Mid Cap Euro

24,6%

Multistock Health Opportunity $

26,6%

Active Bond Euro

1,8%

Convertible Bond

9,1%

Us Value Euro

22,7%

Multistock Swiss Chf

23,4%

Active High Yield Euro

0,7%

Tactical Alpha

4,6%

Italian Opportunities Euro

22,4%

Multistock Swiss Small & Mid Cap Chf

21,8%

Global Strategy Euro

www.lombardodier.com

www.oysterfunds.com

-2,7%

www.zest-management.com

www.swissglobal-am.it

topfunds European Smaller Companies Euro

26,6%

Japanese Equity Selection Euro

43,6%

European Small-Mid Cap Euro

39,7%

Japan Euro

23,0%

Biotech Euro

33,9%

Biotech Discovery $

37,0%

Japan Smaller Companies Euro

21,6%

Small Cap Europe Euro

25,3%

Global Small-Mid Cap Growth $

29,5%

European Index Tracker Euro

18,9%

Timber Euro

18,1%

European Growth Euro

28,3%

European Euro

18,7%

Equity Value Selection Euro

18,0%

Euroland Euro

27,6%

www.mandg-investments.it

www.pictetfunds.it

www.franklintempleton.it

I migliori fondi delle piĂš importanti societĂ di gestione distribuiti in Italia in base alle perfomance annuali rilevate alla fine di ogni mese. Fonte: www.bluerating.com


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28 | etfnews

settembre 2013

Da Ubs quattro exchange traded fund azionari

Etf in cantiere I replicanti seguono il settore infrastrutture

comunicazione è antiquata e a New York gran parte delle strade, dei ponti e delle condutture di gas sono in cattivo stato, rileva ancora Ubs Etf. L’Associazione nazionale degli ingegneri stima il volume degli investimenti necessari a 2.200 miliardi di dollari statunitensi. La maggior parte degli investimenti in infrastrutture dovrebbe tuttavia aver luogo nei Paesi emergenti, dove vive circa l’80% della popolazione mondiale, intorno ai 5,2 miliardi di persone. Già nel 2008 oltre il 50% delle spese mondiali per progetti infrastrutturali ha riguardato infatti i mercati emergenti, e la crescita di Brasile, Russia, India e Cina dovrebbe sostenere

l’elevata domanda. Anche il Giappone ha un enorme fabbisogno di infrastrutture: i costi dei danni alle infrastrutture causati dal terremoto e dallo tsunami dovrebbero ammontare secondo le stime del governo a 300 miliardi di dollari statunitensi. Agli investitori che desiderano soddisfare le loro esigenze di investimento nelle infrastrutture attraverso un approccio passivo e diversificato Ubs Etf offre quattro exchange traded fund azionari, ognuno con un’esposizione a una diversa area geografica: Europa, Asia, Giappone e Stati Uniti, che replicano l’andamento di prezzo e di rendimento del rispettivo indice Msci Infrastructure.

Cw, l’esercito di SocGen La banca ha quotato a Milano 136 nuovi prodotti con cui si può prendere posizione su diversi sottostanti Sono quotati su Borsa Italiana da martedì 6 agosto 136 nuovi covered warrant call e put emessi da Société Générale. I nuovi strumenti, che permettono

bluerating

AFTER HOURS

Il diritto e il rovescio

R

A cura di Ettore Mieli Ubs Etf, divisione exchange traded fund di Ubs Global Asset Management, valuta interessanti opportunità di investimento nel settore delle infrastrutture. Secondo le stime dell’Ocse, infatti, ricorda Ubs Etf, entro il 2030 il fabbisogno mondiale di investimenti in questo settore ammonterà a 70mila miliardi di dollari statunitensi. Più nel dettaglio, tra i vari comparti infrastrutturali, solo per il settore idrico si prevede fino al 2025 un esborso annuo di circa mille miliardi di dollari statunitensi, mentre per i progetti legati all’elettricità la spesa prevista è di 350 miliardi di dollari. Fino al 2030 gli investimenti nelle reti ferroviarie dovrebbero attestarsi inoltre a circa 60 miliardi di dollari all’anno, mentre per la costruzione di strade l’importo stimato è di 290 miliardi di dollari. Anche il fabbisogno di nuove reti di comunicazione e trasmissione è forte: sempre per l’Ocse, fino al 2020 sarà pari a 650 miliardi di dollari statunitensi all’anno. E a livello geografico? Negli Stati Uniti, il Paese in cui è nato il mondo virtuale, la tecnologia della

n

di avere un’esposizione su azioni e indici esteri, tassi di cambio e materie prime, portano a 1.814 i covered warrant della banca francese disponibili a Piazza

Affari. Tra i sottostanti sui quali è possibile prendere posizione con i prodotti della recente emissione, SocGen segnala LinkedIn, il social network professio-

ipresa sì, ripresa no, ripresa quanto? È tutto qui il dilemma dell’Europa. I dati segnalano che la “recovery” è in atto. Per alcuni è solida, per altri un refolo, per altri ancora un miraggio. In sintesi, bene il Pil della Germania (+0,7%), sorprende la Francia (+0,5%), stupisce il Portogallo (+1,1%), l’Italia arranca (-0,2%), mentre l’Olanda registra il suo quarto segno negativo (-0,2%). Una piccola vendetta della storia per il Paese dei tulipani, dove parlare greco per strada è diventato un mezzo rischio. Cosa faranno i paladini del rigore? Applicheranno a se stessi l’austerità o invocheranno tempo e margini a Bruxelles? Si vedrà. Nel frattempo, ci ha pensato Mohamed El-Erian, numero due di Pimco, maggior gestore obbligazionario del pianeta, a ribadire cosa manca all’Europa per evitare, prima o poi, una ristrutturazione dei debiti sovrani: unione bancaria, integrazione fiscale e integrazione politica. In pratica, delle quattro gambe che servirebbero a tenere in piedi l’eurozona ne abbiamo una sola, la politica monetaria, sulla quale però pende il giudizio della Bundesverfassungsgericht, la Corte Costituzionale tedesca, che potrebbe rigettare l’Europa nel panico sostenendo che la Germania non potrebbe (il condizionale è obbligatorio, poiché il programma non è mai partito) partecipare al piano Omt messo in campo da Mario Draghi per l’acquisto di debito di nazioni dell’eurozona in difficoltà. I giudici di Karlsruhe non si esprimeranno prima del 22 settembre, data delle elezioni che incoroneranno Angela Merkel alla guida della Germania per i prossimi cinque anni, fino al 2018. Come dire che il destino dell’Europa, piaccia o dispiaccia, rimarrà nella mani della “frau” più potente del mondo. E c’è da escludere che la Merkel cambi passo, che si metta a leggere di notte il Nobel Krugman e che ne sposi le ricette. O che assisterà con occhio benevolo alle contorsioni della politica italiana. A farle i complimenti da Palazzo Chigi per la sua rielezione sarà un primo ministro in carica o dimissionario? Torna in mente l’episodio riferito da un’interprete italiana chiamata qualche anno fa a tradurre a una platea tedesca l’espressione “condono edilizio”. Provò a rispondere: “È quando si costruisce una casa dove è vietato”. A quel punto si alzò un signore dalla faccia sbigottita: “Ma se è vietato come si fa a costruire?”. Ecco, così ragionano i tedeschi. Chi pensa che i compiti a casa siano finiti può ricredersi. La Germania non è il Paese del diritto e del rovescio. *direttore editoriale ITF News

nale che dall’inizio del 2013 ha registrato un rialzo dell’80,91%. I covered warrant di SocGen su LinkedIn sono quattro, tutti di tipo call, e sostanzialmente aggiornano la gamma lanciata a giugno dello scorso anno. Nel dettaglio, la maxiemissione prevede: l 31 nuovi cw su azioni estere europee (Alcatel Lucent, ArcelorMittal, Bmw, Eon, Nokia e StMicroelectronics) e americane (Bank of America, Citigroup, Google, Jp Morgan Chase, LinkedIn, Microsoft, Yahoo);

l 52 nuovi cw sugli indici esteri Dax, Dj Industrial Average, Eurostoxx 50, Nasdaq 100, Nikkei 225 e S&P500 con le nuove scadenze dicembre 2015; l 12 nuovi cw su tassi di cambio con le nuove scadenze giugno 2015 (eur/jpy, eur/usd); l 41 nuovi cw su oro, argento e petrolio con le nuove scadenze dicembre 2015. La liquidità dei prodotti è garantita dall’attività di market making di Société Générale Corporate and Investment Banking.


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bluerating

Uno dei settori in grado di offrire un’alternativa di diversificazione è quello immobiliare, che secondo gli addetti ai lavori sta mostrando qualche segnale di risveglio

Qui il mattone può rivelarsi interessante A cura di Daniel Settembre Continua la corsa degli exchange traded fund, che stanno diventando il prodotto finanziario low cost più ambito in uno scenario postcrisi, oltre a essere già un canale per investitori istituzionali, consulenti e promotori finanziari per la costruzione di un portafoglio diversificato per la clientela. Una recente analisi di Charles Schwab negli Stati Uniti rivela che circa il 17% degli investitori retail utilizza gli etf. Ma la maggior parte esita a farvi ricorso perché non è adeguatamente informato. La necessità di formazione, anche da parte degli stessi promotori finanziari, secondo gli addetti ai lavori è imprescindibile perché gli etf possano proseguire il loro cammino nei prossimi mesi. Rientrando nei confini europei, uno dei settori che può offrire una valida alternativa di diversificazione è sicuramente quello immobiliare, che lentamente sta mostrando chiari segnali di risveglio. Ci sono molti vantaggi, proseguono gli esperti, nell’investire in un prodotto finanziario con sottostante l’immobiliare rispetto all’acquisto diretto di immobili. Per esempio, la maggior liquidità. E l’offerta di quotazioni su EtfPlus, su questo fronte, è molto ampia. Osservando la dinamica delle performance dall’inizio del

2013 a oggi, si nota che l’area europea è quella che sta offrendo le maggiori performance. Tra gli emittenti, iShares offre la maggior copertura, seguita da Lyxor. La scelta su EtfPlus è estesa attualmente a ben 11 prodotti, dove cinque permettono di prendere posizione sull’immobiliare del Vecchio Continente. Nel caso degli etf Amundi Real Estate IEIF e DB X-trackers Ftse Epra/Nareit Dev. Europe Real Estate, la performance da inizio anno è a due cifre, ma anche l’iShares UK Property offre ritorni interessanti: si tratta dell’unico etf che permette di prendere una posizione sull’immobiliare inglese, anziché a livello europeo diversificato, con maggior esposizione al rischio di cambio, quindi. Meno tonici sembrano essere i rendimenti degli etf iShares European Property e Lyxor Ftse Epra/Nareit Dev. Europe. Possibile investire, anche a livello globale, attraverso gli etf iShares Developed Markets Property e Lyxor Ftse Epra/Nareit Global Developed, come sulle specifiche aree Usa e mercati emergenti, sempre grazie a iShares e Lyxor. A lato le nostre tabelle che riassumono, divisi per emittente, gli etf che hanno reso meglio nel corso del mese di agosto. @DanielSettembre

17

11

5

10

percento

etf

etf

emittenti

La quota degli investitori retail che utilizza gli etf, stando alla ricerca di Charles Schwab

Sono i prodotti su EtfPlus che consentono di prendere esposizione sull’immobiliare

Questi i replicanti su EtfPlus che permettono di esporsi all’immobiliare europeo

Sono le società che lanciano prodotti per il mercato EtfPlus di Borsa Italiana


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bluerating

Leveraged Eurostoxx 50 Euro

31,1%

Msci Japan Hedged Euro

51,0%

Topix Eur Hedged Index Euro

48,4%

Europe Insurance Gbp

28,9%

Stoxx Europe 600 Automobiles & Parts Euro 33,3%

Se Europe Traded Index Euro

23,4%

Leveraged Msci Europe Euro

28,4%

Stoxx Europe 600 Financial Services Euro

31,5%

Msci Gss Countries Exsa Top50 Cap $

20,0%

Europe Banks Euro

27,1%

Msci Emu Small Cap Euro

31,1%

S&p 500 Hedged Index Euro

17,0%

Europe Consumer Discretionary Gbp

25,9%

Global Clean Energy Euro

30,6%

Msci Frontier Markets Index $

14,5%

www.amundi.com

it.ishares.com

markets.rbsbank.it

Japan Ucits Euro

48,7%

Stoxx Europe 600 Auto & Parts Euro

37,1%

Europe Financials Euro

28,7%

Itraxx Crossover Euro

34,4%

Ftse Athex 20 Euro

35,8%

Europe Small Cap Euro

28,0%

Levdax Daily Ucits Etf Euro

34,0%

Stoxx Europe 600 Financial Services Euro

33,2%

Europe Consumer Discretionary Euro

26,1%

Euro Stoxx 50 Leveraged Euro

31,1%

Euro Stoxx 50 Daily Leverage Euro

31,1%

Europe Information Technology Euro

24,8%

S&p500 2x Leveraged Dy Ucits Etf $

30,4%

Msci Emu Small Cap Euro

31,1%

Europe Industrials Euro

21,9%

www.lyxoretf.it

www.etf.db.com

www.spdrseurope.com

Daily Short Coffee Euro

34,2%

Stoxx Europe 600 Equal Weight Euro

20,0%

Msci Emu Small Cap Euro

31,3%

Daily Short Wheat Euro

30,3%

Euro Stoxx 50 Equal Weight Euro

19,0%

Msci Japan Infr.20/35 Ucits Etf Jpy

19,4%

Daily Short Corn Euro

22,5%

Istoxx Europe Minimum Variance Euro

9,8%

Msci Emu Ucits Euro

18,9%

Daily Short Soybean Oil Euro

18,6%

Us Minimum Variance Euro

9,2%

Msci Emu Growth Trn Index Euro

18,7%

Daily Short Grains Euro

17,2%

Emerging Markets Minimum Variance Euro

Msci Emu Value Euro

18,5%

-1,8%

www.ossiam.com

www.etfsecurities.com

www.ubs.com/global/en/asset_management/etf/italy.html

topetf Global Clean Energy Gbp

34,2%

Ftse Rafi Dev. Europe Mid-small Euro

25,3%

Global Listed Private Equity Euro

24,9%

Ftse Rafi Switzerland Fund Euro

22,0%

Ftse Rafi Us 1000 Euro

18,7%

www.invesco.it

I migliori exchange traded fund delle più importanti

Gli esperti di BLUERATING analizzano costantemente

società di gestione distribuiti in Italia in base alle

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perfomance annuali rilevate l’ultimo giorno utile di

decretando i cinque migliori etf per ognuno dei dieci

ogni mese.

player del settore.

Fonte: www.bluerating.com


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32 | privatebanking

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bluerating

Il gruppo intende aprire una nuova sede a Pavia NON CI CASCO

Euromobiliare cerca banker G

di Paolo Martini*

Le competenze per competere

A cura di Gianluca Baldini

Banca Euromobiliare, la società del gruppo Credito Emiliano che si occupa di private banking, è alla ricerca di private banker e promotori finanziari per l’apertura di una nuova agenzia a Pavia. Lo rendono noto a BLUERATING alcune fonti vicine al dossier. I professionisti di cui il gruppo è alla ricerca devono aver “maturato significative esperienze nella gestione della clientela di elevato profilo con una forte expertise nel wealth management e nell’advisory in grado di valorizzare il modello di servizio di Banca Euromobiliare fondato sull’eccellenza nella gestione dei patrimoni privati e delle attività finanziarie per l’impresa”. Inoltre, spiega la fonte interpellata da BLUERATING, “È necessaria una consolidata leadership sul

La società del Credito Emiliano è anche alla ricerca di nuovi promotori finanziari. Unico requisito: grande esperienza

territorio, un’ottima conoscenza dei mercati finanziari e, soprattutto, una straordinaria capacità di darne una visione chiara, trasparente e indipendente ai clienti”. Pare dunque che il gruppo intenda aprire a breve una nuova filiale a Pavia, un progetto in linea con la strategia di sviluppo della società basata sulla presenza fisica della filiale sulle piazze ad alto potenziale per la clientela target. @gianlucabaldini

Carige pensa di cedere una quota di Banca Ponti L’ipotesi prevede l’ingresso di un socio che potrebbe rilevarne fino al 49% Banca Carige potrebbe prendere in considerazione l’idea di mettere sul mercato asset diversi da quello assicurativo, vista la difficoltà nel venderlo. L’istituto presieduto da Giovanni Berneschi potrebbe provare a cedere quote della Cesare Ponti, la private bank nella quale farebbe il suo ingresso un azionista di minoranza con una parte fino al 49%. In alternativa, la cessione di quote potrebbe riguardare le casse di risparmio locali di Savona e Carrara o la Banca del Monte di Lucca. Comunque vada questa soluzione si collocherebbe

nel piano di “dimagrimento” messo a punto dagli advisor Mediobanca e Leonardo & Co. e sarebbe gradita alla Fondazione Carige, intenzionata ad appoggiare il processo di ristrutturazione dell’istituto senza però dover ricorrere ancora al suo portafoglio. Intanto, proseguono i lavori per la ricerca dei candidati da inserire nelle tre liste per il nuovo cda, che sarà nominato dall’assemblea del 30 settembre. Secondo lo statuto, presidente e vice presidente vengono individuati fra i candidati della lista della Fondazione.

estire i clienti è da sempre un lavoro difficile e affascinante. Serve intuito, capacità relazionali e persuasive, autostima e desiderio di aiutare gli altri se si vuole avere successo in questa difficile arte. Ma nel mondo complesso di oggi, privo di certezze e fortemente in bilico nei suoi equilibri politici ed economici, non è sicuramente facile fare il consulente. Da un lato, il contesto molto incerto, dall’altro i clienti sempre più diffidenti e alla ricerca di professionalità vera e non di facciata. Ma proprio in questi momenti, l’arte della relazione trova la sua sublimazione nei bravi consulenti che possono avere terreno fertile per crescere e trovare nuovi clienti. Entrare in sintonia con un nuovo cliente, conquistare la sua fiducia, vederlo aprirsi e annuire alle nostre giuste osservazioni e infine sentire il calore della stretta di mano sicuri di avergli fatto un piacere, questa è l’essenza del lavoro del consulente. L’adrenalina e la positività che si generano dopo aver trovato un nuovo cliente non hanno prezzo e lo sanno bene tutti coloro che svolgono un’attività commerciale. Per raggiungere traguardi importanti servono metodo e forti competenze. L’epoca dell’improvvisazione è terminata perché sono mutate le condizioni di contesto e i clienti. Il consulente oggi è un professionista altamente qualificato che deve basare la sua attività su solide competenze chiave (quelle di base senza le quali è impossibile svolgere la professione del consulente: conoscenza del mercato di riferimento, conoscenza dell’azienda e dei prodotti e dei servizi da essa distribuiti); competenze professionali (competenze relazionali, di comunicazione, di ascolto e superamento delle obiezioni. Sono competenze che riguardano da vicino il proprio io e la capacità di interagire in modo efficiente con il mondo che ci circonda); competenze organizzative (capacità di problem solving, pianificazione del lavoro, utilizzo della tecnologia, sviluppo del networking e capacità di lavorare in team e per obiettivi). Occorre quindi dedicare del tempo alla propria formazione professionale. La sfida è aperta e per i bravi consulenti che desiderano investire del tempo sulla propria crescita il futuro non potrà che essere roseo. *direttore commerciale Azimut

In classifica i family office Il numero dei milionari nel mondo non fa che aumentare nonostante la crisi. Basti pensare che, secondo gli ultimi dati del “World wealth report 2013” di Capgemini e Rbc wealth management, i paperoni sono in totale 12 milioni, un milione in più rispetto al 2012. Ma la domanda è un’altra: quali sono le società a cui questi individui affidano le loro esorbitanti ricchezze? A rispondere ci ha pensato Bloomberg Markets, che ha realizzato una classifica dei principali family office che gestisco-

no i soldi dei super ricchi del mondo. Conquista la vetta Hsbc Private Wealth Solutions con 340 famiglie e 137,3 miliardi di dollari di asset. Seguono Northen Trust (Chicago) con 3.457 famiglie e 112 miliardi di dollari in gestione e Bessemer Trust (New York) con circa 2.200 famiglie e 77,9 miliardi di di asset. Giù dal podio Bny Mellon Asset Management con 400 famiglie e 76 miliardi, la svizzera Pictet con 50 famiglie e 57,3 miliardi di asset e Ubs Global family Office (47,5 miliardi di dollari).


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privatebanking | 33

bluerating

Tra le opzioni anche quella di fondere il business con altri

Valartis pensa a vendere il private Il gruppo bancario svizzero Valartis (asset per 7,9 miliardi di franchi) potrebbe vendere la sua società di private banking oppure annetterla ad un’altra società. Lo ha fatto sapere a fine agosto un portavoce del gruppo secondo cui la divisione private banking di Valartis vale circa un quinto del fatturato del gruppo ma vi incide per un terzo sui costi. Il problema delle società di private banking svizzere è che stanno facendo di tutto per tagliare i costi. Questo genere di società sta infatti scontando un periodo di tassi bassi e uno scarso attivismo da parte della clientela in termini di operazioni. A tutto questo si aggiungono i provvedimenti varati dal governo americano per smascherare gli evasori fiscali, azioni che tendono a intimorire ancora di più la clientela private che opera in Svizzera contribuendo a affossare un mercato non certo florido. Il ceo del gruppo, Gustav Steinbolt ha dunque fatto sapere che Valartis potrebbe quindi decidere di ven-

ha voluto sottolineare che il private banking di Valartis è ancora in grado di generare profitto, così come sta avvenendo per gli istituti di private banking che il gruppo ha in Austria e Liechttenstein. Valartis che ha lanciato la sua strategia chiamata “Private Banking Plus” nel 2008 mirata a clienti private e investitori istituzionali ha fatto sapere che l’idea di vendere ha lo scopo di creare una sostenibile politica di costi. dere il business di private banking o di fonderla con un altro istituto svizzero, mantenendo in ogni caso una quota rilevante del capitale sociale. Il manager ha anche reso noto che alcuni istituti si sarebbero già fatti avanti ma per ora, preferisce non diffondere ulteriori dettagli in merito. Intanto i numeri parlano chiaro: nei primi sei mesi dell’anno i profitti netti del business sono crollati del 96 percento a 3,9 milioni di franchi rispetto allo stesso periodo del 2012. Ciononostante il manager

Schroders su e giù Il gruppo ha fatto bene rispetto al primo semestre del 2012, non rispetto al secondo Schroders ha chiuso il primo semestre con una raccolta netta di 4,5 miliardi di sterline +67% su anno, grazie soprattutto ad asset manage-

ment e private banking. Nel solo secondo trimestre tuttavia, il gruppo ha registrato 1,1 miliardi di deflussi, quasi tutti realizzati nel mese di giugno a seguito dell’uscita del manager Richard Buxton, passato al gruppo Old Mutual Global Investors. Quanto agli asset under management, questi si attestavano a fine giugno a quota 235,7 miliardi di sterline, +21% su anno. Grazie ai business retail, istituzionale e private

Belletti, senior banker di Société Générale Société Générale Corporate & Investment Banking ha nominato Marco Belletti (nella foto) senior banker in Italia. Lo ha annunciato la stessa società precisando che Belletti, operativo presso la sede di Milano, sarà responsabile delle relazioni istituzionali con i clienti cor-

PRIVATE BANKING Le novità su prodotti, giri di poltrone e altro le trovi su www.bluerating.com

porate, family office e kolding familiari italiani e resterà inoltre a capo dei settori luxury & fashion all’interno del dipartimento corporate finance a livello globale. Nel nuovo ruolo, il manager risponderà direttamente a Patrizia Micucci, chief country officer e responsabile cove-

ALTRO CHE CRISI Standard Chartered vola in Medioriente La divisione di private banking di Standard Charted Bank si aspetta che le sue masse gestite in Medioriente crescano a doppia cifra nel 2013, vista la crescente ricchezza dei suoi clienti per via del business del petrolio. Standard Chartered, che genera la maggior parte dei suoi profitti in Asia e in Medioriente, si aspetta dunque che il suo business cresca allo stesso ritmo del 2012, quando gli asset under management del gruppo sono cresciuti del 14% e i ricavi del 16% rispetto all’anno prima, fa notare Stephen Evans, capo del private banking per Europa, Medioriente, Africa e Asia Meridionale.

banking, Schroders ha registrato inoltre un utile ante imposte semestrale pari a 221,7 milioni di sterline, in miglioramento rispetto alla prima metà del 2012 ma in calo rispetto al secondo semestre dell’anno scorso. Il gruppo ha anche aumentato il dividendo del 23% a 16 pence per azione. “Siamo fiduciosi che l’acquisto di Cazenove Capital nel Regno Unito e di Stw Fixed Income negli Stati Uniti rafforzeranno la nostra offerta per i clienti e creeranno valore per gli azionisti”, ha commentato il ceo Michael Dobson.

rage & investment banking in Italia, e a Galeazzo Pecori-Giraldi, a capo della divisione private investment banking a livello mondiale. Belletti fa parte del gruppo in Société Générale Corporate & Investment Banking dal 2007. Ha iniziato la sua carriera professionale presso Sopaf Corporate Finance, a cui è seguito l’incarico quale responsabile dell’m&a di Interbanca (Abn Amro Group) in Italia dal 2003 al 2007.


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La forza del gruppo sono le due reti Credem e Euromobiliare

Obiettivo, integrarsi di più con le banche di Gianluca Baldini BLUERATING ha intervistato Carlo Menozzi, direttore generale di Credemvita e Credemassicurazioni, due società che offrono prodotti assicurativi per il private banking. Cosa ci dobbiamo aspettare in futuro dal vostro gruppo? Le compagnie stanno crescendo in modo organico con l’obiettivo di fornire un servizio più completo, integrandosi meglio con il business bancario, attraverso un modello di servizio non solo sui prodotti, ma anche sulle competenze e sfruttando le sinergie tra fabbriche produttive interne. In futuro prevediamo quindi un ruolo maggiormente incisivo sia sulle soluzioni di investimento sia sulla protezione.

completo e diversificato costituisce un elemento sul quale la banca può costruire strategie flessibili, fidelizzando maggiormente i clienti. La crescita delle compagnie si basa quindi su una strategia che è un mix di qualità del prodotto e del servizio offerto alle reti, con una diffusione sempre più intensa della cultura assicurativa al consulente e al cliente finale. Quali sono le esigenze di protezione più sentite dalla clientela private nel contesto attuale?

prodotti basici, bisognerà investire sulle esigenze più complesse che riguardano la vita umana: long term care, previdenza e sanità. Tre argomenti articolati, da affrontare in modo sistemico e con il supporto delle istituzioni che dovrebbe agevolarne lo sviluppo. Quali saranno le tendenze del mercato assicurativo nei prossimi mesi e quali saranno i fattori che lo influenzeranno? Sui prodotti vita-finanziari, l’incertezza politica interna, le prossime elezioni in

Stiamo crescendo in modo organico con l’obiettivo di fornire un servizio più completo, integrandoci meglio con il business bancario Carlo Menozzi, d.g. di Credemvita e Credemassicurazioni

Quali sono le vostre strategie? Dove state puntando? Il tema della distribuzione dei prodotti assicurativi è sempre più presente nelle strategie dei gruppi bancari e questo, che per noi rappresenta una storia vissuta positivamente è anche uno stimolo ed una opportunità da sviluppare con la serenità che deriva dall’avere un distributore che è il gruppo Credem e un socio sui rami danni che è Reale Mutua Assicurazioni, entrambi molto solidi e preparati. Poter contare su un portafoglio prodotti sempre più

In Italia siamo ancora agli albori della protezione “diffusa”, perché ci si è sempre appoggiati sulla famiglia o sui risparmi. Va cambiato il paradigma. La famiglia e i risparmi sono valori da preservare dagli imprevisti, spostando i rischi della vita quotidiana su chi ha le tecniche e la professionalità per farlo. Per fare questo è necessaria una cultura assicurativa che parta dal consulente per arrivare al cliente. La teoria non è sufficiente ed è per questo che lavoriamo su prodotti che siano comprensibili soprattutto a chi li propone. Gettate le fondamenta con

Germania e la volatilità dei dati economici ed econometrici dei paesi non aiuteranno le compagnie a fare scelte stabili di medio periodo con la conseguenza di una temporanea staticità creativa. Per i prodotti di protezione dovrebbero esserci invece delle spinte interessanti indotte dalla crisi, ma solo per chi avrà saputo investire su cultura, prodotti e servizi.

2,8

95

82

miliardi

mila

mila

Le riserve del gruppo Credemvita. La società è attiva dal 1990

La polizze attive del gruppo assicurativo Credemvita

Le polizze attive di Credemassicurazioni, attivo dal 1997

La situazione economica italiana come sta incidendo sulle prospettive del mercato assicurativo? Oggi viviamo una crisi impegnativa non solo per

gli aspetti economici, ma anche per l’incertezza psicologica che sta generando. Questo, che sarebbe un punto di forza per le compagnie, non lo è a causa della poca informazione che induce a un pericoloso attendismo delle famiglie, che se in passato è stato perdonato, oggi rischia di rimandare un problema che sarà certamente solo più grande e più costoso. Se per esempio fossimo consapevoli del reale gap che dovremo affrontare al momento di andare in pensione, la previdenza complementare potrebbe diventare un valido supporto sociale con un indotto anche sulla protezione. I continui rinvii della cosiddetta “busta arancione” non fanno altro che peggiorare la situazione complessiva e ritardare il ruolo sociale che le compagnie dovrebbero svolgere. Nello scenario appena tratteggiato quali possono essere i driver di sviluppo e i vantaggi competitivi da capitalizzare? I driver di sviluppo sono la cultura assicurativa sulle reti, sui clienti, la solidità delle proposte, la flessibilità, la velocità di risposta in un mercato sempre più competitivo, la multicanalità e l’utilizzo di strumenti social. I vantaggi competitivi da capitalizzare sono la conoscenza del cliente per rielaborare i bisogni anche primari dell’individuo e le competenze presenti all’interno delle compagnie.

Carlo Menozzi


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Accordo tra il Consorzio Cbi e l’Agenzia per l’Italia Digitale

Le multe e i ticket si pagano online A cura di Rosaria Barrile Pochi clic e il ticket per la visita medica è già pagato. In scia all’accordo di collaborazione firmato dall’Agenzia per l’Italia Digitale e dal Consorzio Corporate Banking Interbancario, la pubblica amministrazione - centrale e locale - ora è in grado di comunicare direttamente con il settore bancario semplificando la vita ai cittadini che usufruiscono dei servizi pubblici. Per pagare prestazioni e tributi, infatti, imprese e cittadini avranno a disposizione, oltre a bonifici e bollettini, anche il nuovo servizio Cbill, messo a punto dal Consorzio Cbi, che permette agli utenti di home e

corporate banking il pagamento in modalità multicanale delle bollette emesse da grandi fatturatori, pubbliche amministrazioni, Comuni, Asl, aziende ospedaliere e altro ancora. In questo modo, pagare una multa, la tassa sui rifiuti, i contributi per l’asilo nido o le tasse universi-

Conti deposito, chi batte il 2,5% Se volete parcheggiare i risparmi su un conto deposito, il momento è propizio per cogliere le offerte che permettono di ottenere tassi sopra al 2,5% per vincoli di un anno. Per esempio, con il sistema adottato da Findomestic più aumenta il risparmio e maggiore è il rendimento. La giacenza minima richiesta è di 100 euro, mentre la massima si ferma a 100mila. Il primo scaglione prevede un tasso dell’1,5% fino a 5mila euro. Chi decide di vincolare per un anno un importo superiore ai 20mila euro riceve il tasso massimo previsto dal

sistema, pari al 2,5% annuo lordo. Molte promozioni attive in questo momento consentono di ottenere per vincoli a un anno il 2,75%: Conto Deposito Web Closed di Bccforweb, Rendimax Top (con interessi posticipati) di Banca Ifis, ContoSuIbl Vincolato di Ibl Banca, Conto Webank e ContoInCreval del Credito Valtellinese. Lo stesso tasso viene riconosciuto anche su Deposito SemprePiù Web, il servizio di deposito vincolato di somme riser-

L’Intesa si fa social Il sito intercetta i bisogni dei clienti di Ca’ de Sass. Per il resto ci sono Youtube, Fb e LinkedIn Più spazio all’interazione sui social e più contenuti personalizzati sul sito istituzionale. È la via scelta da Intesa Sanpaolo. Al sito è affidato il compito di intercettare i bisogni del cliente: dopo il primo accesso, le informazioni sulla sua navigazione

vengono memorizzate per mostrare contenuti legati al profilo durante i successivi ingressi. Il cliente potrà così visualizzare offerte e promozioni che rispondono alle sue caratteristiche. Potrà poi effettuare preventivi e decidere gli acquisti direttamente online: sono già disponibili carte e soluzioni per la previdenza complementare e a breve si aggiungeranno mutui, prestiti, prodotti assicurativi e di conto corrente. Sarà inoltre possibile fissare un appuntamento in filiale e contattare via mail il proprio gesto-

tarie diventa più facile e veloce. Sarà possibile infatti pagare dal pc di casa tramite il proprio home banking o in mobilità attraverso le applicazioni messe a punto dalle banche per consentire le transazioni via tablet e smartphone. L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito delle attività dell’agenda digitale rivolte all’e-government, può far leva su un’infrastruttura tecnologica avanzata: nata nel 2009, tale piattaforma consente alla pubblica amministrazione centrale di accedere alla rete di corporate banking interbancario semplificando il colloquio telematico con tutti gli istituti finanziari. @rosariabarrile

vato ai nuovi clienti della Popolare di Vicenza che sottoscrivono contestualmente un conto corrente SemprePiù Web. I nuovi clienti possono accedere a un 2,5% per le scadenze a tre e sei mesi e del 2,75% per le scadenze a 12 e 18 mesi, fino a un milione di euro. Discorso diverso per le giacenze già depositate presso la banca: il cliente può accedere a un 2% per la scadenza a tre e sei mesi e del 2,25% per le scadenze a 12 e 18 mesi, fino a un milione di euro. Tra i conti che arrivano a offrire fino al 2,8% lordo per vincoli a un anno si segnalano il conto deposito InMediolanum e il deposito WebSella.it.

re. Cresce l’area di “Servizio Clienti” su Facebook, con la quale la banca aveva esordito nel 2011. Mentre gli aggiornamenti su LinkedIn punteranno a informare gli utenti su eventuali posizioni aperte nel gruppo, quelli sul canale Youtube promuoveranno la conoscenza dei prodotti con le relative guide all’uso e le iniziative sostenute da Intesa Sanpaolo per il patrimonio artistico-culturale del Paese. In autunno la presenza di Intesa Sanpaolo su Youtube diventerà un vero e proprio canale personalizzato, con informazioni anche di carattere istituzionale e testimonianze dei manager del gruppo.

CONTROPELO

di Giuseppe G. Santorsola*

Un’estate spenta e senza spunti

I

l governo statunitense ha abbassato le imposte sulle imprese, soprattutto quelle manifatturiere (al 25%). Il governo giapponese ha deliberato l’immissione di liquidità nel permanere di tassi d’interesse pressoché nulli, vincendo le elezioni su tale impostazione (evento unico nella recente storia giapponese). La Bce dal marzo 2012 immette liquidità e dal settembre 2012 ha ufficializzato il suo impegno irrevocabile verso la difesa dell’euro. Gli imprenditori italiani lamentano da tempo la pesantezza assoluta e relativa della pressione tributaria quale sommatoria dei pesi patrimoniali, reddituali, indiretti e di accisa. Con semplicismo spero non eccessivo, possiamo affermare che, dato un margine lordo pari a 100, un terzo debba essere dedicato alle politiche interne di ammortamento e accantonamento, un terzo può e deve essere dedicato alla pressione fiscale e un terzo deve servire per il profitto e il futuro dell’impresa e dell’imprenditore. Il settore creditizio vive tre sfide: erogare credito “buono” per imprese meritevoli e capaci di generare cassa con adeguata continuità, essere economiche nella dinamica costi/ricavi senza operare esclusivamente sulla contrazione dei primi ed essere capaci di seguire i clienti nelle loro esigenze e variegate scelte dell’utilizzare i diversi canali disponibili (rete di sportelli, online e canali complementari di promotori e agenti finanziari). Il settore pubblico resta ago della dinamica della moneta, fatale attrazione per la liquidità creata dalle banche centrali, necessaria presenza a fronte degli abbondanti debiti pubblici, frontiera del rischio per le banche più timorose del proprio portafoglio e avversario indesiderato della domanda di credito delle imprese. Un quadro congiunturale ormai strutturale nella sua imperfezione rispetto alla “voglia palese” di ripresa e ottimismo che si evince, ma non emerge con la dovuta forza. Gli Stati recessivi sono terminati, ma non è iniziata la ripresa. La conca dello stallo permane e può ondeggiare anche indietro. Temo venti di guerra e arroganza della politica. *santorsola@uniparthenope.it


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Si fanno strada le piattaforme web specializzate nel confronto

Quel comparatore fa proprio comodo Comodi, semplici da usare e soprattutto convenienti. Con solo colpo d’occhio, i comparatori, ovvero tutti quei siti in grado di radunare le diverse offerte delle compagnie assicurative, consentono di prendere visione in poche schermate delle condizioni relative a più prodotti con un notevole risparmio di tempo. Secondo quanto rilevato da uno studio di Cp Consulting, condotto in diversi Paesi europei tra cui Austria, Belgio, Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e Paesi Bassi, gli aggregatori assicurativi italiani a fine giugno avevano in gestione circa 826.000 polizze attive con un premio medio lordo di 535 euro per un valore di portafoglio di più di 440 milioni di euro. Secondo la società di consulenza, la crescita

esponenziale dei comparatori sarebbe determinata non solo dal fattore prezzo, ma anche dalle recenti riforme nel settore assicurativo introdotte dal governo Monti e in particolare quella riguardante la fine del tacito rinnovo per prodotti assicurativi Rc auto. Nonostante ciò, lo sviluppo dei comparatori risulta frenato dalla mancanza di una presenza significativa da parte delle compagnie assicurative tradizionali. Per l’Ania, l’assicurazione venduta via Internet e telefono ha rappresentato il 7,5% della raccolta premi Rc auto del 2012 (circa 1,5 miliardi di euro). Il canale degli aggregatori rappresenta circa il 23% dei premi degli assicuratori diretti e una quota maggiore nei nuovi affari. Attualmente, gli aggregatori rappresentano meno del 2% dei premi Rc auto.

Addio polizze, Ing sempre più banca Prosegue la cessione di asset assicurativi da parte del gruppo Ing, che intende rapidamente trasformarsi da gruppo finanziario a banca retail focalizzata sul continente europeo. Nel comunicare ufficialmente i risultati finanziari, l’amministratore

Gli sconti del Toro Chi inquina meno, risparmia di più. È il meccanismo alla base di GreenBox, la nuova polizza auto a consumo di Toro, brand di Alleanza Toro, compagnia del gruppo Generali, che comprende anche una serie di sconti per chi dimostra di adottare uno stile di guida “eco-responsabile”. La polizza, che prevede l’installazione gratuita di un dispositivo satellitare, include infatti il programma Eco Guida, accessibile dal sito dedicato e con credenziali riservate per ogni cliente. Attraverso tre eco-indicatori (sosta a motore acceso, lunghezza dei viaggi, velocità costante), si potrà misurare il livello di sostenibilità del proprio stile di guida. Per promuovere questo tipo di comportamenti, GreenBox premia chi riduce i chilometri percorsi in auto, offrendo da subito sconti fino al 18%, che possono arrivare al 21% negli anni successivi al primo, in base ai chilometri effettivamente percorsi. È previsto poi un ulteriore sconto del 50% per la garanzia Incendio e Furto. L’installazione del dispositivo satellitare è completamente gratuita e consente di usufruire dei servizi abbinati alle garanzie Incendio e Furto e Assistenza: Furto on demand, per la localizzazione del veicolo in caso di furto, Emergency call, che permette alla centrale operativa l’invio immediato dei soccorsi in caso di incidente, e Panic button, che consente al guidatore di chiedere, tramite la centrale operativa, l’intervento delle forze dell’ordine o di Europ Assistance, in caso di pericolo.

delegato Jan Hommen, che lascerà a ottobre, ha definito “robusta” la performance del gruppo in tutte le sue divisioni. Ing ha archiviato il secondo trimestre con un utile netto di 788 milioni di euro, in ribasso del 39% su base annua a causa della crescita degli accantonamenti su prestiti problematici e dell’aumento delle spese sostenute dal business assicurativo per rispettare alcune scadenze di pagamento. Nel

Una copertura per chi affitta TutelAffitto Inquilino di Uca Assicurazione punta a proteggere i proprietari di casa Affitto o non affitto, questo è il dilemma. Il timore di eventuali controversie con l’inquilino di turno spesso frena chi ha un immobile dal concederlo in locazione. E qui entra in scena la nuova edizione della polizza TutelAffitto Inquilino di Uca Assicurazione, che si propone di aiutare ad affrontare l’insorgere di problemi relativi alla locazione di immobili a uso abitativo e a uso diverso. TutelAffitto Inquilino garantisce infatti al proprietario la risoluzione di ogni problema legale che dovesse presentarsi con l’inquilino tramite l’intervento di un avvocato specializzato liberamente scelto in ambito regionale, oltre alla possibilità di ricevere un indennizzo a fronte dei canoni insoluti non recuperati. La polizza prevede una garanzia base

CONTI E POLIZZE Le novità sui prodotti le trovi su www.soldiweb.com

Tutela Legale, incentrata sul rapporto tra conduttore e proprietario che affitta l’immobile a uso abitativo (prima e seconda casa, anche stagionale) e a uso diverso dalla civile abitazione, e offre assistenza per tutte le possibili difficoltà in merito al contratto di locazione o nei rapporti con l’inquilino, sia in sede civile sia in sede penale. Il prodotto, spiega la compagnia, è stato studiato per consentire per esempio di affrontare alcune situazioni critiche abbastanza frequenti: recuperare i danni causati dall’inquilino al momento della restituzione dell’immobile, dirimere un contenzioso in merito alla manutenzione ordinaria o straordinaria oppure provvedere a uno sfratto per finita locazione o per morosità.

dettaglio, sono aumentati i capitali messi a riserva per sostenere eventuali perdite derivanti dalle attività retail nei Paesi Bassi, mentre le ricorrenze di pagamento hanno intaccato le performance delle divisioni assicurative negli Stati Uniti e in Giappone. Nel trimestre che si è chiuso a giugno si sono infatti registrati risultati contrastanti nel comparto assicurativo. Insurance EurAsia ha registrato utili per 182 milioni di euro, contro la perdita netta di 110 milioni di euro di un anno prima. Al contrario, Insurance Ing Us (il braccio assicurativo statunitense) registra perdite per 19 milioni di euro, contro l’utile netto di 394 milioni del secondo trimestre 2012, a causa di svalutazioni per 112 milioni. Il risultato operativo migliora però a 140 milioni (+37,3%). Ma la strategia dei prossimi mesi è ormai già tracciata: il gruppo finanziario olandese conta di portare avanti la sua politica di cessione di asset assicurativi, anche tramite quotazioni in Borsa, come è avvenuto a maggio per la controllata americana di assicurazioni e investimenti. Ora toccherà ad Ing Us, che dovrà essere separata da Ing Insurance.


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Conti del semestre che brillano: le Popolari superano la prova Così la cooperazione bancaria, aumentando anche i profitti, ha arginato la desertificazione del tessuto economico e sociale dove maggiore è il suo radicamento

I

segnali positivi provenienti dalla stagione delle semestrali collocano le Banche Popolari in linea e in alcuni casi addirittura al di sopra degli standard e delle performance fatte segnare dalle società per azione. Dall’esame dei dati risulta come le maggiori Banche Popolari si siano distinte per la loro capacità di essere riuscite a evidenziare un aumento dell’utile lordo (+17,4% in un anno) malgrado la difficile congiuntura economica. Dai bilanci emerge innanzitutto come la riduzione del margine d’interesse che ha colpito la generalità degli istituti bancari italiani per effetto, da un lato, di una diminuzione media del tasso Euribor con conseguente calo dei tassi attivi e, dall’altro, da tassi passivi maggiori della media europea a causa delle tensioni, sia pure minori, sui titoli del debito sovrano, sia stata, nel caso delle

di Giuseppe De Lucia Lumeno*

Popolari, ben assorbita da una discesa dei costi operativi legata non tanto alla voce del personale o delle retribuzioni, quanto piuttosto a una contrazione dei costi amministrativi sostenuti all’esterno. I risultati reddituali evidenziati dalle banche della categoria sono ancora più positivi considerando la crescita ulteriore degli accantonamenti (+4,7%), la cui incidenza sul margine d’intermediazione sale dal 28% di giugno 2012 al 32% di quest’anno e che sottolinea, ancora una volta, la gestione sana e prudente di queste banche al servizio dei territori e delle comunità. Una vocazione, quella della corretta condotta gestionale, sottolineata inoltre dai dati di patrimonializzazione, con un Tier 1 pari al 10%, in aumento rispetto a 12 mesi prima e del tutto in linea con quanto indicato nella nuova disciplina prudenziale di Basilea 3. La formula

cooperativa e i principi di solidarietà e sussidiarietà, che hanno portato alla nascita delle Banche Popolari e che ancora oggi sono parte integrante di tali istituti, rappresentano gli elementi che hanno permesso alle banche della categoria di raggiungere questi risultati e di poter coniugare insieme l’integrità economico-territoriale dei modelli produttivi locali con l’efficienza e la redditività, mostrando ancora una volta l’attualità di un modello di governance diffusamente presente nei maggiori Paesi europei. D’altronde, segnali positivi erano riscontrabili in precedenza anche dalle prime segnalazioni patrimoniali che, sempre per lo scorso mese di giugno, indicavano per le Banche Popolari una crescita annuale degli impieghi in terreno positivo, contro un dato di sistema che continua a essere pesantemen-


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te in rosso, con un -3%. L’attenzione del credito popolare per il territorio, che si evince dall’analisi dei dati commentati, non è mai venuta meno, soprattutto in questi ultimi anni di profonda recessione dell’economia reale. Infatti, nei primi quattro anni della crisi, dal 2009 al 2012, il flusso di nuovi finanziamenti alle piccole e medie imprese si è mantenuto complessivamente costante rispetto a quello registrato prima, nello stesso arco di tempo, quando l’economia era in crescita (circa 160 miliardi di euro). Nei primi sei mesi del 2013, l’ammontare di nuovi prestiti alle piccole e medie imprese ha raggiunto i 15 miliardi di euro, una cifra che rappresenta per le Banche Popolari quasi il 50% dei nuovi finanziamenti a imprese, mentre per il totale delle banche tale percentuale scende al 35%. La caratteristica distintiva del modello democratico di governance, unita al forte legame con la clientela che la banca sperimenta quotidianamente mediante una modalità di contatto di tipo relazionale, determina quel rapporto con l’economia reale che è alla base del successo delle Popolari, successo inteso nella capacità che tali banche hanno dimostrato di possedere nel rappresentare un punto di riferimento stabile in ambito locale e su cui poter fare affidamento non solo nelle fasi positive del ciclo economico ma soprattutto in quelle negative. Avere svolto in pieno una funzione anticiclica di stabilizzazione dell’economia e dimostrare una resilienza riconosciuta migliore rispetto ad altri modelli d’intermediazione, oltre che restare sempre fedeli alla propria operatività di tipo tra-

dizionale senza lasciarsi condizionare dai facili entusiasmi di finanziarizzazione raccomandati dal mercato, come dimostra la forte incidenza della voce impieghi (oltre il 70%) sul totale dell’attivo, rappresentano quel patrimonio di ricchezza e di credibilità che ha raccolto la fiducia di un numero sempre crescente di clienti e di soci, soprattutto in questi ultimi anni di estrema difficoltà per le famiglie e per l’imprenditoria piccola e minore. Le Banche Popolari in particolare e la cooperazione bancaria in generale, di cui sono parte integrante, pur non avendo in alcun modo contribuito all’avvio e alla diffusione della crisi finanziaria, hanno dovuto fare i conti con le sue ricadute pesanti sull’economia reale per effetto del forte legame con il territorio. Ma proprio questa comune sorte ha fino a questo momento permesso alle Banche Popolari e alle comunità di essere ancora più unite e di rafforzare la certezza che il modello della banca popolare cooperativa sia ancora oggi indispensabile per garantire quella equità sociale diffusa, necessaria per assicurare un futuro migliore di rinnovato sviluppo e di crescita per il nostro Paese. Alla prova delle semestrali, dunque, il modello d’intermediazione fondato sulla formula Spa non ha dato maggior prova di brillantezza e dinamismo rispetto alla cooperazione bancaria, alla quale, tuttavia, va riconosciuto il merito di aver arginato la desertificazione del tessuto economico e sociale nelle aree in cui maggiore è il suo radicamento, come è accaduto nei principali Paesi europei. *segretario generale Associazione nazionale fra le Banche Popolari

LA COOPERAZIONE BANCARIA IN EUROPA Italia

Francia

Germania

Olanda

Depositi in %

34%

53%

19%

39%

Impieghi in %

32%

51%

18%

32%

Fonte: Associazione nazionale fra le Banche Popolari

I NUMERI DELLE POPOLARI

+17,4% La crescita dell’utile lordo per le Popolari in un anno

32% Il peso degli accantonamenti sul margine d’intermediazione

10% È il Tier 1 al mese di giugno dell’anno in corso

160mld€ I nuovi finanziamenti alle pmi fra il 2009 e il 2012

15mld€ I nuovi finanziamenti alle pmi nella prima metà del 2013

70% Questo il peso degli impieghi sul totale dell’attivo

LA DIMENSIONE DEL SETTORE NEL VECCHIO CONTINENTE

220mln A tanto ammonta il numero dei clienti del comparto nei Paesi europei

58mln Questo invece è il numero dei soci delle varie società ascrivibili al settore

21% È questa la percentuale del mercato dei depositi in capo al comparto

19% A tanto corrisponde la quota del mercato degli impieghi controllata dal settore


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Il calo dell’amministrato, intanto, pesa su asset e raccolta

Le reti di promotori finanziari hanno raccolto 1,3 miliardi di euro a luglio, in lieve calo rispetto agli 1,6 miliardi del mese precedente, mentre il patrimonio in mano al settore si attestava alla fine del secondo trimestre a 264,4 miliardi di euro, -0,3% rispetto a un anno prima. È quanto segnalano gli ultimi report diffusi da Assoreti, in cui si conferma l’orientamento, già emerso nei mesi precedenti, che vede da un lato un aumento della raccolta gestita (1,7 miliardi a luglio, +29% su mese), e dall’altro un allargamento del rosso sui prodotti che sono in regime amministrato (-411 milioni). Nel dettaglio, il 64,8% della raccolta gestita di luglio è stato realizzato attraverso la distribuzione diretta di quote di oicr, con investimenti netti superiori a 1,1 miliardi di euro. Le scelte si

sono concentrate sui fondi di diritto estero, con un sostanziale equilibrio tra fondi comuni tradizionali (594 milioni) e fondi di fondi (560 milioni). Non si arrestano invece i deflussi dai fondi comuni italiani (-21 milioni di euro) e dai fondi speculativi (-10 milioni). Mentre gli investimenti netti sui prodotti assicurativi e previdenziali ammontano a 569 milioni, e quelli sulle gestioni patrimoniali individuali a 40 milioni. Il contributo delle reti al sistema di oicr, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, si attesta quindi a 1,6 miliardi di euro (13,9 miliardi di euro da inizio anno). Sul fronte del risparmio amministrato, invece, a luglio l’investimento in titoli è stato positivo per 163 milioni di euro, mentre il saldo della liquidità è risultato negativo per 574 milioni. Il numero di promotori

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RISPARMIO Gli aggiornamenti sulle reti su www.bluerating.com

Il risparmio gestito va a vele spiegate A cura di Diana Bin

n

L’ANDAMENTO DELLA RACCOLTA 2.000

1.781

1.782

1.800

1.667

1.600 1.400 1.200

1.572

1.462

1.577 1.323

1.230 1.054 930

1.000

759

800

649

600 400 200 0

A

S

O

N

D

G

F

M

A

M

G

L

Fonte: Assoreti - dati da agosto 2012 a luglio 2013

finanziari con mandato dalle società rientranti nell’indagine Assoreti è pari a 21.726 unità. Per quanto riguarda il patrimonio in gestione al settore, gli ultimi dati disponibili sono aggiornati a giugno, quando gli asset totali ammontavano a 264,4 miliardi di euro. Il leggero calo rispetto a un anno prima, spiega Assoreti, è attribuibile sia all’effetto mercato sia alla

contrazione delle posizioni in regime amministrato. A livello di singole società, il gruppo Banca Fideuram mantiene il primo posto per consistenze patrimoniali con asset totali per 80,4 miliardi, seguita da Mediolanum e Fineco. Mentre sono stati ancora i pf di Banca Generali a conquistare il primato per portafoglio medio: ciascuno dei 1.464 professionisti

presenti a giugno nella rete di Piermario Motta gestiva a fine periodo circa 18,7 milioni di euro. Seguono i 5.011 pf del gruppo Banca Fideuram, con un portafoglio medio di poco più di 16 milioni a testa, e i 1.876 professionisti di Allianz Bank, con 15 milioni. Ultimo posto per i 267 pf di Consultinvest, con 4 milioni a testa. @diana_bin86

TUTTI I NUMERI DEL SETTORE Gruppo

Rete/i

Raccolta netta (luglio)

Patrimonio (a giugno)

N. promotori giugno

N. promotori luglio

Var. n. pf

Banca Fideuram

Banca Fideuram, Sanpaolo Invest sim

196.315

80.441.655

5.011

4.996

-15

Mediolanum

Banca Mediolanum

231.440

43.678.254

4.275

4.290

15

UniCredit

FinecoBank

177.108

33.824.237

2.396

2.412

16

Allianz Bank

Allianz Bank Financial Advisors

222.947

28.294.517

1.876

1.891

15

Banca Generali

Banca Generali

181.059

27.441.261

1.464

1.461

-3

Azimut

Apogeo Consulting sim, Az Investimenti sim,

269.655

20.871.009

1.444

1456

12

83.216

10.208.404

1.533

1.533

0

Azimut Cons. per Investimenti sim Deutsche Bank

Finanza & Futuro Banca

Monte dei Paschi di Siena

Banca Monte dei Paschi di Siena

-31.215

6.426.746

729

714

-15

Unione di Banche Italiane

Ubi Banca Private Investment

-32.582

5.554.357

694

689

-5

Credito Emiliano

Credem

30.938

3.325.983

480

476

-4

Veneto Banca

Veneto Banca, Banca Ipibi Financial Advisory

8.249

2.174.712

288

288

0

Consultinvest

Consultinvest Investimenti sim

-10.148

1.071.086

267

267

0

I dati su raccolta e asset sono in migliaia di euro. La classifica è ordinata per patrimonio. Elaborazione BLUERATING su dati Assoreti


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Azimut prima per afflussi A luglio la migliore raccolta netta mensile l’hanno portata a casa le tre reti del gruppo Azimut (nella foto, il numero uno Pietro Giuliani), con 270 milioni di euro complessivi: oltre 230 milioni sono attribuibili ad Azimut Consulenza, 21 milioni ad Az Investimenti sim e 18 milioni ad Apogeo Consulting. Seguono a ruota Banca Mediolanum con 231 milioni e Allianz Bank Financial Advisors con 223 milioni. Giù dal podio le due reti del gruppo Banca Fideuram con 196 milioni (132 milioni raccolti da Banca Fideuram e 64 milioni da Sanpaolo Invest) e Banca Generali con 181 milioni di euro. Disinvestimenti, invece, presso Consultinvest Investimenti sim (-10,1 milioni di euro), Hypo Alpe Adria Bank (-11 milioni), Monte dei Paschi di Siena (-31,2 milioni) e Ubi Banca Private Investment (-32,6 milioni).

La classifica dei più efficienti Anche la “corona” per la migliore raccolta netta per promotore finanziario è andata a luglio alle reti del gruppo Azimut, considerate nel complesso: in media, i 1.456 promotori del gruppo guidato dal presidente e amministratore delegato Pietro Giuliani hanno contribuito per 185mila euro ciascuno al dato finale di 270 milioni. I promotori finanziari di Banca Generali hanno conquistato invece la seconda posizione con 124mila euro a testa, seguiti dai professionisti di Allianz Bank Financial Advisors (118mila euro). All’estremità opposta della classifica ci sono i promotori di Hypo Alpe Adria Bank con una media di -161mila euro ciascuno, quelli di Ubi Banca Private Investment con un -47mila euro pro capite e i professionisti del gruppo Mps con -44mila euro a testa.

Fineco cresce più delle altre A livello di numero di promotori, FinecoBank è stata la rete che ha visto crescere maggiormente il suo team nel corso del mese: a fine luglio, infatti, la rete del gruppo UniCredit guidata dall’a.d. Alessandro Foti (nella foto) contava 2.412 promotori, 16 in più rispetto a fine giugno. Seguono a strettissimo giro Allianz Bank Financial Advisors e Banca Mediolanum, entrambe con un incremento di 15 unità, mentre le tre reti del gruppo Azimut si trovano subito sotto il podio con 12 promotori in più rispetto al mese precedente. Saldo negativo, invece, per il gruppo Mps e per il gruppo Banca Fideuram, che hanno perso 15 pf ciascuna, ma anche per Ubi Banca PI (-5), Credito Emiliano (-4), Banca Generali (-3) e Hypo Alpe Adria Bank (-2).

TOP TEN RACCOLTA NETTA Gruppo

Rete/i

Azimut

Apogeo Consulting sim,

Milioni di euro 270

Az Investimenti sim, Azimut Consulenza Mediolanum

Banca Mediolanum

231

Allianz Bank

Allianz Bank Financial Advisors

223

Banca Fideuram

Banca Fideuram, Sanpaolo Invest sim

196

Banca Generali

Banca Generali

181

UniCredit

FinecoBank

177

Deutsche Bank

Finanza & Futuro Banca

83

Credito Emiliano

Credem

31

Veneto Banca

Veneto Banca, Banca Ipibi Financial Advisory

8

Banca Popolare di Vicenza

Banca Nuova

7 Dati Assoreti su elaborazione BLUERATING

TOP TEN RACCOLTA PRO CAPITE Gruppo

Rete/i

Azimut

Apogeo Consulting sim,

Euro 185.202

Az Investimenti sim, Azimut Consulenza Banca Generali

Banca Generali

123.927

Allianz Bank

Allianz Bank Financial Advisors

117.899

Banca Popolare di Vicenza

Banca Nuova

80.864

UniCredit

FinecoBank

73.427

Credito Emiliano

Credem

64.994

Finanza & Futuro Banca

54.283

Mediolanum

Banca Mediolanum

53.948

Banca Fideuram

Banca Fideuram, Sanpaolo Invest sim

39.294

Veneto Banca

Veneto Banca, Banca Ipibi Financial Advisory

28.643

Deutsche Bank

Dati Assoreti su elaborazione BLUERATING

TOP TEN RECLUTAMENTO Gruppo

Rete/i

Variazione n. pf

UniCredit

Finecobank

16

Allianz Bank

Allianz Bank Financial Advisors

15

Mediolanum

Banca Mediolanum

15

Azimut

Apogeo Consulting sim,

12

Az Investimenti sim, Azimut Consulenza Banca Popolare di Vicenza

Banca Nuova

0

Consultinvest

Consultinvest Investimenti sim

0

Deutsche Bank

Finanza & Futuro Banca

0

Veneto Banca

Veneto Banca, Banca Ipibi Financial Advisory

0

Hypo Alpe Adria Bank

Hypo Alpe Adria Bank

-2

Banca Generali

Banca Generali

-3 Dati Assoreti su elaborazione BLUERATING


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Copernico sim vuole crescere ma senza affanni

Chi va piano va più lontano A cura di Maria Paulucci Il vivaio di Copernico sim produce ottimi elementi: è così che si possono riassumere le parole del presidente e amministratore delegato Saverio Scelzo. La società conferma la sua strategia per il settore giovanile della promozione finanziaria, arrivando a spendere tra i 30mila e i 36mila euro per ogni giovane talento selezionato e inserito, e dichiara un tasso molto alto di promossi all’esame Apf. Il 100%, secondo Scelzo. Com’è questo momento, per la sua società? Il 2012 è stato il migliore anno di sempre, e il 2013 si candida a superarlo. Il primo semestre è andato molto bene. La raccolta dei primi otto mesi è stata di 80 milioni di euro.

Saverio Scelzo

AGENDA Stavolta l’aumento finisce in riserva “Facciamo un aumento di capitale straordinario, cioè trasferiamo in capitale sociale le riserve straordinarie che negli anni abbiamo accantonato”. Con queste parole Saverio Scelzo, presidente e amministratore delegato di Copernico sim, ha anticipato a BLUERATING l’operazione che la società ha in programma per settembre. Lunedì 9, l’assemblea degli azionisti si riunisce in seduta straordinaria per dare il via all’aumento. “Abbiamo una certa liquidità che non usiamo, quindi la mettiamo a capitale”. Capitale che “terremo a riserva”, ha precisato Scelzo. Ma sul calendario della sim ci sono altri

eventi, oltre all’assemblea. “Continueremo con i convegni, organizzati dai promotori finanziari in giro per l’Italia, a cui sono invitati i commercialisti. E questo è importante per quanto riguarda il leasing”. Nel frattempo, infatti, la sim ha aperto un nuovo fronte della consulenza avviando l’attività di consulenza ad avvocati e commercialisti sul leasing. “Noi verifichiamo se l’adattamento nel periodo del pagamento del canone è in linea con i contratti originali”, ha spiegato Scelzo. “A mio avviso, la massa d’urto forte di questa attività si originerà nel 2014 o nel 2015, non prima”, ha concluso.

105

80

500

promotori

milioni

mila

Questo è il numero dei promotori finanziari di Copernico sim

È stata la raccolta dei pf di Copernico sim nei primi otto mesi

È la cifra a cui potrebbe attestarsi l’utile della sim alla fine del 2013

Qualche altro numero? Noi avevamo fatto un previsionale 2013 con 500mila euro di margine operativo e un utile lordo di 315mila. Adesso abbiamo un margine operativo di 291mila euro e un utile lordo di 207mila. Il mio obiettivo minimale è consolidare i risultati previsti dal budget e dal piano triennale che abbiamo pre-

in tutto - nove sono giovani e tre sono già inseriti nel settore. Sui numeri a fine anno molto dipende anche dalla scadenza di alcuni preavvisi. Se non saranno 110, potrebbero essere 114. Qualche anticipazione sui prossimi ingressi? Ovviamente non la posso dare. Posso invece anticipa-

Il 2012 per noi è stato il migliore anno di sempre, e il 2013 si candida a superarlo. Il primo semestre è andato molto bene. La raccolta dei primi otto mesi dell’anno è stata di 80 milioni di euro. Adesso andiamo avanti con prudenza Saverio Scelzo, presidente e a.d. di Copernico sim

sentato all’assemblea degli azionisti. Questo, quindi, lo do per acquisito. Andare avanti esattamente su questo fronte ci porterebbe quest’anno ad avere un margine operativo di 640mila euro e un utile di quasi mezzo milione. E dicendo questo sono perfino “pessimista”, dal momento che storicamente l’ultimo trimestre per noi è sempre stato il migliore dell’anno. Poi non si può mai dire, ma c’è da sperare che si possa fare persino meglio. Ovviamente, andando avanti sempre con prudenza, che è la qualità che ci ha caratterizzati in questi 14 anni. Quanti pf avete, oggi? Il numero di promotori continua a crescere, soprattutto nel settore dei giovani, in cui noi crediamo molto. Oggi contiamo in tutto 105 promotori finanziari. È plausibile pensare che a fine anno sforeremo rispetto alle indicazioni che abbiamo condiviso a febbraio e che chiuderemo il 2013 con più di 110 pf. Adesso abbiamo un gruppo di colleghi che sta entrando: di questi - 12

re che opereranno da Genova fino a Palermo passando per Bari. Ormai noi stiamo lavorando su base nazionale. Riguardo ai nuovi accordi di distribuzione previsti per quest’anno, di cui ci ha dato un’anticipazione a inizio anno, c’è finalmente qualche nome? Sì. Abbiamo attivato accordi con Arc e Vontobel per inserire nel ventaglio della distribuzione prodotti di tipo etico e sostenibile. Lei, che conosce il mercato della promozione finanziaria e della consulenza, ci crede nell’Albo unico che metterà insieme promotori e consulenti? La mia opinione è la seguente: ho sempre detto negli anni che l’Albo dei consulenti finanziari non si sarebbe mai fatto. Io credo che non sia interesse delle grandi reti avere all’interno dell’Albo un’indipendenza professionale. Pertanto credo che l’Albo unico non decollerà mai. Aggiungo: purtroppo. @mariapaulucci1


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Il modello di MoneyFarm punta su educazione finanziaria e trasparenza

Quella consulenza online che spiega tutto al cliente di Diana Bin Per qualcuno la consulenza finanziaria online in Italia non è poi così male. “Stiamo andando bene, siamo contenti”, ha raccontato a BLUERATING Paolo Galvani, fondatore e ceo di MoneyFarm. La sim, che offre consulenza personalizzata a risparmiatori privati tramite Internet, ha eseguito un aumento di capitale da 2,6 milioni di euro negli ultimi mesi del 2012 e ha lanciato lo scorso aprile OneClick Advice, un servizio che consente di eseguire le operazioni di compravendita direttamente sulla piattaforma www.moneyfarm.com. Intanto la società sta valutando di allargare la propria gamma d’offerta, che per ora prevede esclusivamente etf. Quanto alla scelta dell’altra sim di consulenza online, Advise Only, che ha deciso recentemente di abbandonare l’attività di advisory, Galvani si limita a rilevare che le due società “hanno preso strade diverse, anche se l’idea di partenza era molto simile. Noi ci siamo focalizzati più sulla consulenza a portafogli di exchange traded fund, mentre Advise Only aveva sul suo portale un’offerta più vasta e si concentrava soprattutto sull’informazione finanziaria. Diciamo che per loro la consulenza era piuttosto un aggancio”. Galvani, ci parli delle ultime novità di MoneyFarm. Negli ultimi mesi del 2012 abbiamo realizzato un aumento di capitale da 2,6 milioni di euro che ha visto l’ingresso di un nuovo socio, Principia, mentre i due soci iniziali, Jupiter Ventures e Annapurna, si sono uniti in United Ventures. Questo ci ha consentito di iniziare il 2013 con una disponibilità di cassa rafforzata. E in aprile abbiamo lanciato Oneclick. Di cosa si tratta? Fino a pochi mesi fa offrivamo solo consulenza pura, formavamo un portafoglio personalizzato (Mifid compliant) ma l’attività di execution era a carico del cliente. Oneclick ha aggiunto la parte di ricezione ordini: chi non ha voglia

di andare in banca autonomamente a comprare gli etf può usufruire di questo servizio. Per farlo, è necessario aprire un conto deposito online con le banche nostre partner: finora c’era un accordo solo con Banca Ifigest, ma entro la fine di settembre si aggiungerà anche Banca Sella. Su questo conto viene versata la somma che l’investitore intende investire. Una volta compiuto questo passo, basta inserire gli ordini nel carrello: tramite un’autenticazione via sms, l’utente potrà poi confermare e visualizzare in tempo reale l’acquisto e la vendita dei titoli, come da un sito di e-commerce.

700

I clienti del gruppo a luglio 2013

600 I milioni di euro di masse sotto consulenza

17 Le persone che operano nelle due sedi della società

Quali sono i progetti futuri? Quando parti con un mercato nuovo non ci sono problemi di spazio. E noi con l’aumento di capitale abbiamo avuto anche le munizioni sufficienti per poter lavorare bene. Adesso vogliamo

Quali sono i costi di questi servizi? La consulenza oggi si articola su tre diversi pacchetti: basic da 14,99 al mese (o 150 euro all’anno), Plus da 34,99 euro al mese (350 all’anno) e Premium da 59,99 euro al mese (600 all’anno). Per quanto riguarda OneClick invece, il servizio è gratis su somme da 0 a diecimila euro, mentre fino a 100mila euro ci sono commissioni pari allo 0,6%, che scendono allo 0,4% oltre questa soglia. Qual è il profilo dei vostri clienti? Mi sono sorpreso di trovare un’età media più alta di ciò che mi sarei aspettato , verso i 45-50 anni. È comunque gente che conosce il web ormai da una decina di anni e che incomincia a prendere confidenza con questo strumento. Anche perché va considerato che i nostri sono tutti sistemi

molto light: il cliente paga le commissioni, ma non c’è la paura della truffa, non mettiamo le mani nel portafoglio dei clienti. Inoltre noi abbiamo fatto – come anche Adviseonly – un prodotto molto “didattico”: spieghiamo al cliente il problema e lo accompagnamo verso la soluzione, quindi si tratta di un percorso adatto a una persona che abbia del tempo da dedicare. Proprio in quest’ottica forse un prodotto così ricco di contenuti interessa di più a persone “mature”, magari già in pensione.

aumentare il numero dei clienti e per farlo attualmente stiamo lavorando molto sul lato prodotto e marketing. La nostra ambizione è quella di costruire una piattaforma dedicata alla finanza personale delle persone, dove parlare di pensione, piani di accumulo del capitale ecc. Stiamo cercando di individuare il passo successivo, che potrebbe anche passare per un allargamento dell’offerta non più solo agli etf ma anche per esempio ai fondi. Insomma, siamo in una fase di test per capire cosa mettere accanto agli etf e speriamo di trovare una risposta entro la fine dell’anno. Da quante persone è composto oggi il vostro team? Al momento il nostro team è costituito da 17 persone tutti compresi (da chi è in stage fino a chi ha un contratto a tempo indeterminato) e abbiamo due uffici: uno a Milano e uno a Cagliari dove stanno 5-6 persone e che è aperto da settembre del 2012. Siamo già parecchi, per ora non stiamo reclutando. Cosa pensa della proposta di creare un Albo unico di promotori e consulenti finanziari? Va bene tutto purché qualcosa succeda, ben venga anche un albo congiunto, perché al momento c’è un’area troppo grande lasciata fuori controllo. Da un lato non c’è una normativa, dall’altro in pochi ci hanno davvero provato. Noi siamo un modello un po’ diverso, non essendoci un consulente fisico ma solo una piattaforma. Diciamo che abbiamo già trovato una risposta prima ancora che fosse istituito un albo. Comunque, ben venga la volontà di mettere ordine a questa situazione. @diana_bin86

Paolo Galvani


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I problemi di Vieri ed Eriksson con i loro intermediari finanziari

Non sempre la finanza fa goal A cura di Gianluca Baldini

Christian “Bobo” Vieri

Devono essere tempi difficili per le star del calcio che si affidano ai professionisti della finanza. È il caso dell’ex bomber Christian Vieri e dell’ex allenatore di Inghilterra e Messico Sven-Goran Eriksson. L’ex bomber della Juventus, dell’Inter e della Nazionale Bobo Vieri ha presentato domanda al Tribunale di Milano per chiedere un risarcimento di 3 milioni di euro a un promotore finanziario di Azimut Consulenza sim. La versione di Vieri è che lui e suo fratello Massimiliano avevano iniziato a versare somme al promotore nel 2004 sino al giugno del 2005, in quanto il professionista aveva prospettato investimenti da cui avrebbero tratto guadagni ingenti. Guadagni che non sono arrivati, così come non sono stati restituiti i 3 milioni che i fratelli Vieri avevano affidato al promotore finanziario, nonostante i numerosi solleciti. Ma a scavare bene dietro questa vicenda emergono particolari inediti, anzitutto quello della lunga amicizia fra

Vieri e questo promotore finanziario, che risale a ben prima di quando il professionista entrò nella società che fa capo alla quotata Azimut guidata da Pietro Giuliani. Un altro particolare importante è che gli investimenti fatti dal promotore per conto di Vieri non riguardano in nessun modo prodotti di casa Azimut. “Gli investimenti in questione”, dicono dalla società, “risultano fuori dal perimetro Azimut”. In effetti, secondo quanto risulta a BLUERATING, si tratta di investimenti immobiliari, quasi tutti concentrati sul territorio laziale. Infine, risulta che lo stesso promotore finanziario sia stato vittima di truffa e si consideri perciò parte lesa. Guai anche

per l’ex allenatore di Inghilterra e Messico Sven-Goran Eriksson che in un’intervista ha accusato il suo ex consulente finanziario di averlo truffato. “Samir Khan”, ha dichiarato Eriksson, “è l’unica persona al mondo che odio”. E ora il tecnico svedese che ora allena i cinesi del Guangzhou R&F si troverebbe quasi in bancarotta: “Ho ancora dei soldi da parte, perché sono sempre stato pagato bene per il mio lavoro”. Sotto inchiesta una serie di investimenti andati storti, costati a Eriksson intorno alle 10 milioni di sterline di perdita. Tale Samir Kahn, conosciuto nel 2004 e che si è occupato dei suoi affari dalla metà del 2007 fino al 2010, ha acceso mutui, facendo speculazioni azzardate e avviando una serie d’investimenti a rischio. Dai documenti presentati in Tribunale, con i soldi sottratti Kahn, che ha negato ogni accusa, avrebbe comprato alcune proprietà alle Barbados per sé e la sua famiglia, oltre a numerose e costose opere d’arte. @gianlucabaldini

IL PROMOTORE IN ROSA

Quel sesto senso che non tutti hanno L’Albo dei promotori finanziari è in larga maggioranza composto da nomi maschili, tuttavia le poche donne che hanno deciso di farsi largo nella professione ricoprono spesso posizioni di rilievo. Emanuela Zanotti (nella foto), promotrice biellese di Banca Generali, è tra queste. Quali sono le differenze tra la promozione al maschile e quella al femminile? L’importanza ricade non sul genere ma, come per altre professioni, sulla preparazione, la competenza e la capacità di interpretare le esigenze del cliente accompagnandolo nella pianificazione finanziaria. Appartengono al passato i retaggi legati al mero collocamento di prodotti di investimento che tendevano a essere associati maggiormente alle figure maschili.

Perché ha scelto di intraprendere questa professione sapendo che avrebbe lavorato in un mondo frequentato perlopiù da maschi? Non mi posi e non mi pongo il problema. I risultati sono il metro di giudizio che conta in questo lavoro, senza alcuna discriminazione. Scelsi questa attività per passione: desideravo fare consulenza finanziaria e da dipendente bancaria era quasi impossibile proporla con la libertà e gli strumenti che una realtà multibrand come la nostra consente. Cosa consiglieresti a una giovane collega? Passione, impegno, dedizione. Il nostro è un mestiere da affrontare con serietà e professionalità, che sa regalare grandi soddisfazioni, ma che

ti impone di non guardare l’orologio e di essere costantemente aggiornata. Come ha iniziato? Dopo pochi anni come dipendente presso l’ufficio gestioni patrimoniali di Banca Sella ho scelto di far parte della sua rete di promotori finanziari e da lì a poco ho scelto di entrare in Banca Generali dove avrei avuto più strumenti per svolgere al meglio l’attività di consulente per i miei clienti e di conseguenza di crescere. Era il 2001 e aspettavo il mio primo figlio. Le promotrici sono meno conservatrici rispetto ai maschi? Dipende dal profilo del cliente. L’importante è far percepire rischi e opportunità e accompagnarlo nelle scelte di pianificazione e diversificazione indispensabili in questo contesto. Un plus che riconosco è quello di una maggiore sensibilità, potremmo dire femminile, nel saper cogliere e interpretare le esigenze del risparmiatore e della sua famiglia, guidandolo con estrema attenzione nella valorizzazione del suo futuro.

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VISTI DA VICINO

Professionisti allo specchio


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Gariglio, ex Santander, è entrato in servizio il 2 settembre

Hypo Alpe riparte con un nuovo d.g. Marco Gariglio è il nuovo direttore generale di Hypo Alpe Adria Bank. Lo ha annunciato la stessa società, precisando che Gariglio ha assunto il nuovo incarico il 2 settembre, mentre Lorenzo Snaidero ha lasciato la posizione di amministratore delegato ricoperta ad interim per tornare a essere membro del cda della banca. Il consiglio di amministrazione dell’istituto esprime gratitudine e apprezzamento per il modo in cui

Snaidero “ha accettato la scorsa primavera di assumersi l’incarico di amministratore delegato in un periodo difficile per la banca” e sottolinea il ruolo centrale del manager nello stabilizzare la situazione negli ultimi quattro mesi. “Con la nomina del nuovo direttore generale, abbiamo compiuto un altro passo importante nel processo di riorganizzazione della nostra banca italiana”, ha commentato Johannes Proksch, presidente

Fineco anche su WP8 Oltre ad Android e iPhone ora l’app è anche su Windows Fineco App, l’applicazione per gestire il conto corrente, le carte di credito e gli investimenti, ora è disponibile anche per Windows Phone 8. L’app, spiega la banca in una nota, è gratuita e scaricabile sul Windows Phone Store. Con l’applicazione è possibile gestire i movimenti del

conto e della carta di credito, effettuare bonifici, comprare e vendere azioni, obbligazioni e valute di tutti i principali mercati mondiali, anche in marginazione, con grafici, indici e quotazioni in tempo reale. “Da molto tempo i nostri clienti chiedevano l’app Fineco per Windows

Il manager dovrà potenziare l’advisory e il private di Banca Generali

Ecco perché Mossa ha lasciato Fideuram Banca Generali si presenta all’appuntamento annuale della convention con la rete forte di un’ottima semestrale e con alcune novità organizzative nell’assetto della società. Dallo scorso luglio, infatti, ha scelto di entrare nella squadra di Piermario Motta un manager conosciuto e stimato nel settore come Gian Maria Mossa che dopo sette anni ha lasciato la carica in Fideuram dove ricopriva le responsabilità del marketing, del private banking e dello sviluppo commerciale. Nella banca del Leone ha assunto la carica di condirettore generale con il compito di coordinare le attività di marketing e le direzioni delle reti. Nonostante il paragone di masse penda a favore della società del gruppo Intesa con oltre 80 miliardi gestiti contro i 27,4 di Banca

Gian Maria Mossa

Generali, al giovane manager (classe ‘74) non deve essere sfuggito il dinamismo della realtà guidata da Motta che in pochi anni di storia ha raggiunto una media pro capite intorno ai 18,4 milioni contro una media di 12,5 del settore. Proprio la versatilità sembra essere tra le qualità, riconosciute e stimate, all’origine della scelta

del cda di Hypo Alpe Adria Bank e cfo di Hypo Alpe Adria. Marco Gariglio, torinese 52enne, ha iniziato la sua carriera nel settore finanziario presso Arthur Anderson. Nel 1993 è entrato in Banca Brignone e nel 1997 è approdato in Santander Consumer Bank, dove nel 2002 è diventato membro del comitato di direzione e amministratore delegato di Santander Consumer Finance Media. Prima di approdare in Hypo Bank Gariglio ha lavorato come consulente indipendente nel settore bancario e finanziario.

Phone”, riferisce nella nota Paolo Di Grazia, direttore Banca Diretta di FinecoBank. “Abbiamo disegnato e sviluppato un’app dedicata a Windows Phone 8 perché oltre alla completezza dei servizi volevamo un’applicazione che sapesse sfruttare tutte le caratteristiche grafiche e funzionali del nuovo sistema operativo. Adesso siamo molto soddisfatti del risultato: oltre migliaia di download dopo una settimana, un rating 5 stelle e commenti positivi”.

di Mossa. Da lui ci si aspetta un impronta incisiva, così come nel tempo fece in Banca Fideuram dove diede un impulso allo sviluppo della consulenza a pagamento, all’evoluzione di soluzioni assicurative innovative e alle attività private banking. Le prime sfide sembrano vertere in quella direzione, partendo magari proprio dalle apprezzate qualità della divisione di private banking su cui si stanno già orientando progetti importanti per valorizzarne al meglio le significative potenzialità. Spazio poi all’ulteriore potenziamento dell’advisory, divenuto ormai un servizio centrale nella consulenza su misura per i clienti. Allo stesso tempo si prevede una forte attenzione all’evoluzione della consulenza basata sulle fees con nuovi interventi per potenziare la piattaforma, dandole nuove possibilità di analisi aggregate e comparative. Oltre che agli strumenti e ai servizi profilati su svariate esigenze della clientela, l’esperienza di Mossa potrebbe indirizzarsi verso nuove soluzioni nella gamma di offerta.

LUCI&OMBRE

di Fabrizio Tedeschi*

Sanzioni Consob, novità ai raggi X

L

a Consob ha pubblicato il documento di consultazione per il nuovo procedimento sanzionatorio. I principi enunciati sono condivisibili: dalla terzietà alla conoscenza degli atti alla celerità e via dicendo. Purtroppo si tratta di obiettivi impossibili da raggiungere o comunque non raggiunti. La terzietà non si può ritenere realizzata per il solo fatto che un ufficio faccia un’istruttoria e un altro la proposta in Commissione. Sono sempre uffici della stessa istituzione, alle dipendenze della Commissione, con responsabili che magari si scambiano i ruoli nel tempo. A parte questo punto critico, la bozza regolamentare presenta alcuni aspetti negativi di non poco rilievo per il funzionamento degli uffici stessi. La lettera di contestazione è firmata dal capo divisione e dal direttore generale. In questo modo il vero responsabile del procedimento, il capo ufficio, è esautorato e demotivato, mentre dall’altro canto il direttore generale acquisisce un sostanziale potere di veto e di controllo anche di merito sugli uffici. La gestione così verticistica del procedimento è estremamente pericolosa e già in passato diede esiti negativi e fu cambiata. Ritornare sui propri passi sarebbe un grave errore. Altro punto negativo è l’accertamento delle irregolarità, sottratto agli uffici di vigilanza e trasferito all’ufficio sanzioni. Un ufficio di vigilanza senza poteri di accertamento è depotenziato e rischia di non avere sufficiente autorità sui soggetti vigilati. Ultimo punto critico, ma altri ve ne sono, è la conoscenza degli atti. In realtà il soggetto vigilato non conosce né la proposta dell’ufficio sanzioni alla Commissione né la relazione. Sarebbe opportuno inviarla ai soggetti interessati per porli in grado di intervenire direttamente in Commissione qualora ritenessero scorretta o eccessiva la sanzione proposta. *tedeschi@alezio.net


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VALZER DELLE POLTRONE di Gianluca Baldini Banca Generali, arriva una promotrice

Continua anche nelle calde giornate di agosto la campagna di reclutamenti per Banca Generali. Il team dell’area manager dell’Emilia Romagna e Marche, Massimiliano Ruggiero, ha inserito in questi giorni Sabrina Neri, che lavorerà dagli uffici di Forlì. Proveniente da Banca Profilo, la Neri viene accreditata di un portafoglio di circa 20 milioni di euro, vicino dunque alla media dei consulenti del Leone.

Claudia Segre verso Banca Euromobiliare

Parma e Piacenza, in Emilia Romagna, e Piero Mortari, da Banca Profilo, nel Lazio. La rete Sanpaolo Invest si è rafforzata invece con l’ingresso di Viviana Scottini (ex Banca Popolare di Lodi) e Antonio Sinibaldi, da Banca Mediolanum.

Una doppietta per Henderson GI

Due nuove nomine all’interno del gruppo Henderson Global Investors: a partire dal primo agosto Mario Pellò è il nuovo head of property in Italia, mentre Sonia Ginelli è diventata general manager di Henderson Global Investors sgr.

Salvadori e Cecchinato in Deutsche Asset & WM Giri di poltrone nel gruppo Credito Emiliano. Secondo quanto risulta a BLUERATING, Claudia Segre, attuale head of financial institutions & infragroup in Credem a livello di gruppo, nel mese di ottobre passerà al private banking di Banca Euromobiliare lasciando la sede di Reggio Emilia del Credem. Un comunicato ufficiale del gruppo, stando a quanto riferiscono le fonti contattate da BLUERATING, è atteso per settembre. In Banca Euromobiliare entra anche un altro professionista di lungo corso in Piemonte, nella squadra dell’area manager Dino Iozzi: si tratta, come riferisce il settimanale Il Mondo, di Vladimiro Bruzzone, che dopo esperienze manageriali in UniCredit Xelion e in Banca Mps adesso diventa gestore di clienti di alto profilo nella filiale di Torino della rete di promotori finanziari della banca che fa parte del gruppo Credem.

Fideuram fa cinquina di professionisti

Cinquina di new entry nelle due reti del gruppo Banca Fideuram, guidate dall’a.d. Matteo Colafrancesco. Secondo quanto riporta il settimanale Il Mondo, nelle ultime settimane si sono uniti al team di Banca Fideuram Michele Carone, proveniente dalla Banca Popolare di Milano, in Lombardia, Renato Righi, ex Cr

Nuove nomine nel wealth management del gruppo Deutsche Bank. La struttura che fa parte della divisione denominata Deutsche Asset & Wealth Management si rafforza con la nomina di Massimo Salvadori come responsabile del team toscano. Nel team di Verona è entrato invece Alessandro Cecchinato - 48 anni, padovano - che si occuperà della gestione e dello sviluppo della clientela veronese, unitamente al progetto di espansione delle attività del Wealth Management in tutto il Triveneto.

Giuseppe Oriani a capo di Cordea Savills sgr

SHOPPING

LinkedIn e i nuovi acquisti di Doris

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uovi ingressi in Banca Mediolanum. Secondo quanto risulta dalla pagina LinkedIn della società, nelle ultime due settimane si sono uniti al team 24 family banker: sono Gino Ciampi, Maurizio Recla, Alberto Ferretti, Filippo Sartorel e Giuliano Miele. Mentre è precedente di una manciata di giorni l’arrivo di Claudio Chiumenti, Daniela Dal Zotto, Santo Marchio, Margherita Mongillo, Carlo Maria Roberto Serri, Palermo, Alfonso Sgambato, Jenni D’Aguanno, Stefano Peirce, Alessandro Sfiligoj, Mara Scalvini, Umberto Mengoni, Antonio Tumiatti, Paolo Di Benedetto, Luca Zamboni, Marco Stoppani, Massimiliano Marchese, Riccardo Mugnaini e Igor Romanò. Sempre sulla pagina LinkedIn della banca, sotto la notizia in cui vengono comunicati i nomi dei nuovi arrivati, la società invita chi fosse interessato a lasciare i propri dati per candidarsi alla posizione di family banker.

Justin O’Connor, presidente, Salvatore Ruoppolo, head of investment, Paola Fiorini, chief operating officer, e Cristiano Ronchi, director of investment.

FinecoBank fa incetta di promotori ad agosto Giuseppe Oriani è da pochi giorni il nuovo amministratore delegato di Cordea Savills sgr Spa, società sottoposta alla vigilanza di Banca d’Italia. Nell’ambito del suo incarico, Oriani si occuperà di sviluppare nuove iniziative di business in Italia, in linea con la strategia della società, e sarà responsabile dei rapporti con gli investitori dei fondi italiani già avviati. A supporto nell’attività di business development di Cordea Savills sgr, Pierluigi Solitario è stato nominato director of business development. Oriani e Solitario si aggiungono al management team della sgr già composto da

Nuovi ingressi nel team di FinecoBank. La rete del gruppo UniCredit, guidata dall’a.d. Alessandro Foti e dal direttore commerciale Mauro Albanese, si è rafforzata di recente con l’inserimento di sei professionisti nel Nord Italia. In particolare, scrive il settimanale Il Mondo, in Piemonte sono entrati Gianmario Raviri, ex Solidarietà&Finanza, nella squadra dell’area manager Roberto Iannuzzi, Giovanni Florio, da Finanza &

Futuro Banca, e Giuseppina Giovinazzo, da Banca Mps, entrambi nel team di Roberto Baldassar. In Lombardia invece ha fatto il suo ingresso Luigi Romano, ex Intesa Sanpaolo, nel team di Marco Rossi, mentre in Veneto, nella squadra dell’area manager Ottavio Corali, è arrivato l’ex Banca Fideuram Stefano Rezza. Infine Gianluca Fattori, ex Hypo Alpe Adria Bank, si è unito alla squadra coordinata da Marco Arduini. Dentro anche Massimiliano e Maurizio Naviglio, provenienti da Banca Generali, che entrano in Piemonte nella struttura sotto la guida dell’area manager Roberto Iannuzzi, Giuseppina Spataro, da Hypo Alpe Adria Bank, che entra in Toscana nel team dell’area manager Valerio Marchetti, il neopromotore Giovanni Fassone, nella squadra dell’area manager Claudio Dellepiane in Liguria, e per finire Stefano Guerra in Abruzzo, nella zona dell’area manager Giovanni Pacifici.

Unicasim cresce con sei nuovi consulenti

La genovese Unicasim ha reclutato sei professionisti dalla concorrenza. I primi tre sono, come riporta il settimanale Il Mondo, Pietro Magrin e Maurizio Krull da Gaa sim e Francesco Giacomini da Trade Point sim, tutti a Treviso. Daniela Zanobbi, ex di Banca Generali, e Alberto Mambretti, da Consultinvest Investimenti sim, si uniscono alla società a Milano. Infine, Guido Moschini, proveniente da Allianz Bank Financial Advisors, entra a Roma e il neopromotore Nicola Occhinegro a Salerno.

Paolo Lovatti entra in Nationale Suisse

Nationale Suisse annuncia l’ingresso nella compagnia di Paolo Lovatti, che rafforzerà il team della struttura marine operando a stretto contatto con il management. A Lovatti, che ricoprirà il ruolo di executive consultant marine global con competenze sia a livello locale sia sul piano internazionale, è affidato l’obiettivo di contribuire all’espansione del business della società.


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Tutti i provvedimenti di agosto hanno riguardato sanzioni amministrative pecuniarie

Multe per tutte le tasche Si va dai 2.500 euro di un giovane pf ai 70mila di un professionista “blogger” A cura di Silvia Minola Mese fiacco, agosto: Consob ha pubblicato sul suo bollettino tre provvedimenti, tutti relativi a sanzioni amministrative pecuniarie. Di seguito ne riportiamo una sintesi, prendendo in considerazione quanto la Commissione ha reso noto tra il 26 luglio e il 30 agosto. Non solo “multe”. Il 5 agosto Consob ha ufficializzato l’intenzione di dimezzare i tempi dei procedimenti sanzionatori. Nel dettaglio, la Commissione ha

sottoposto all’attenzione del mercato questo obiettivo avviando una consultazione sulla proposta di una nuova bozza di regolamento in materia. Le modifiche regolamentari proposte intendono tra l’altro assicurare una migliore tutela dei soggetti coinvolti. Esse tengono fermi i principi sanciti dalla normativa di legge, ossia Tuf e “riforma del risparmio”, che prevedono la piena conoscenza degli atti istruttori, il contradditto-

rio, la distinzione tra funzioni istruttorie e funzioni decisorie rispetto all’irrogazione della sanzione e la verbalizzazione. Tra le novità, il taglio dei tempi degli iter sanzionatori dagli attuali 360 giorni per i soggetti residenti in Italia e 540 per quelli residenti all’estero a 180 giorni per tutti. L’iter decorre dal momento in cui la Consob ha notizia dell’avvenuta notifica della lettera di contestazione delle violazioni nei confronti dei soggetti inte-

ressati. Un dimezzamento dei tempi reso possibile, fa sapere Consob, “grazie a una semplificazione dell’iter procedurale”, oggi articolato su un’istruttoria in due fasi: la prima affidata alle divisioni operative della vigilanza, la seconda all’ufficio sanzioni amministrative. In base alle modifiche proposte, tutta l’istruttoria viene accentrata presso l’ufficio sanzioni amministrative, che può avvalersi del supporto delle divisioni operative. Da segnalare che la consultazione si conclude lunedì 30 settembre.

SANZIONE AMMINISTRATIVA PECUNIARIA

Un ex di Ubi Banca PI dovrà pagare una sanzione amministrativa pecuniaria di 12mila euro per aver continuato a esercitare l’attività per quasi tre anni durante i quali risultava cancellato dall’Albo per mancato pagamento del contributo di vigilanza. Lo ha deciso Consob con delibera 18601. Ermenegildo Di Giamberardino, classe 1960, era iscritto all’Albo dal 1999 e lavorava per Ubi Banca PI dal 2002. Il 2 dicembre 2008 la Commissione ha decretato la sua

cancellazione e solo nell’ottobre 2011 ha approvato la sua reiscrizione. Ma Di Giamberardino ha continuato l’attività presso Ubi Banca PI fino a quando la banca, informata dell’irregolarità dalla vigilanza, ha interrotto il rapporto di lavoro in data 23 agosto 2011. A seguito di una richiesta di informazioni da parte della Consob, l’intermediario ha spiegato di non aver mai ricevuto comunicazione dell’avvenuta cancellazione. Ha aggiunto che al momento della

cancellazione Di Giamberardino era inserito nella struttura di vendita della banca da sei anni senza alcuna evidenza di irregolarità. E ha precisato di non aver ricevuto alcun reclamo dai clienti. Durante la cancellazione dall’Albo, però, Di Giamberardino ha promosso o collocato fuori sede contratti relativi a prodotti finanziari per conto di Ubi Banca PI. Di qui, il provvedimento.

SANZIONE AMMINISTRATIVA PECUNIARIA

Una sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 euro per una “colpa lieve”. A subirla è stato Stefano Marsico, pf 36enne avellinese iscritto all’Albo dal 2001. A erogarla, con delibera 18602, la Consob. Nel dicembre 2009 Marsico è stato cancellato dall’Albo per omesso pagamento del contributo di vigilanza; nel gennaio 2010 è stato iscritto di nuovo. La sua vicenda ha origine proprio da quel “buco” di un mese circa in cui non

era iscritto all’Albo. Da una segnalazione dell’Apf, infatti, è emersa la prosecuzione del rapporto di agenzia tra Finanza & Futuro Banca e Marsico malgrado la cancellazione. Con note del 10 gennaio e del 13 febbraio 2012, su richiesta di informazioni da parte della Consob, F&F ha comunicato che nel periodo in esame - dal 10 dicembre al 18 gennaio - Marsico ha fatto sottoscrivere fuori sede sette contratti percependo provvigioni per 3.716 euro, aventi come oggetto “prime sottoscrizioni” e “proposte di polizze” unit lin-

ked. Su questi contratti compaiono nome e cognome di Marsico come soggetto incaricato del collocamento, il timbro di Deutsche Bank e la firma del pf. F&F ha fatto sapere di aver chiesto chiarimenti allo stesso Marsico, che ha dichiarato di aver avuto notizia della cancellazione solo il 25 dicembre e di aver subito sospeso l’attività per riprenderla il 29, quando ha inoltrato la domanda di iscrizione, ritenendo che questo facesse venir meno il divieto di svolgere l’attività. Colpa lieve, comunque. Dunque, multa leggera.

SANZIONE AMMINISTRATIVA PECUNIARIA

Due pagine di blog sospette e una violazione, che la Consob ritiene accertata, degli obblighi informativi. È così che è scattata la sanzione amministrativa pecuniaria, per 70mila euro, verso Paolo Barrai, ex pf, accusato dalla Consob di non aver rispettato gli obblighi informativi previsti dall’articolo 97, comma 4, del decreto legislativo 58/1998. La vicenda, secondo la delibera 18579, ha avuto inizio da tre segnalazioni inviate alla Consob il 6 marzo 2010, da cui è emerso che qualcuno stava svolgendo un’attività di “sollecita-

zione” in investimenti in campo immobiliare e del fotovoltaico sulle pagine dei blog http://mercatoliberovainbrasile.blogspot.com/2009/11/progetto-mercato-libero-village e http://ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.com/2010/03/scusatelassenza-partonodue-progetti. Dalle verifiche svolte dalla divisione ispettorato il 15 e il 17 marzo 2010, è emerso che dalle pagine citate, entrambe riconducibili al blog denominato “Mercato Libero” il cui ideatore corrispondeva a Paolo Barrai, sembrava che l’uomo stesse

pubblicizzando due proposte di investimento. Da qui è partito uno scambio di richieste e tentativi di chiarimento a seguito del quale, tra il 16 e il 28 novembre 2011, Consob ha appurato fra l’altro che Barrai risultava non avere adempiuto all’impegno, assunto con la vigilanza il 4 maggio 2010, di comunicare sul blog che l’iniziativa sul fotovoltaico non era - né sarebbe stata - realizzata. Anzi: Barrai sembrava avere realizzato il progetto.


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Appuntamento con il Workshop Ambrosetti dal 6 all’8 settembre

Ritorno a Cernobbio

FORMAZIONE Resta aggiornato con www.bluerating.com

Quest’anno sotto i riflettori la crisi siriana e l’incertezza politica A cura di Daniel Settembre Ritorna il tradizionale appuntamento annuale di Villa d’Este, a Cernobbio. Come ogni anno, The European House Ambrosetti organizza infatti l’omonimo workshop, che si tiene il 6, 7 e 8 settembre. L’evento di fama internazionale, giunto alla 39esima edizione, riunisce come ogni anno i massimi rappresentanti delle istituzioni europee, oltre a ministri, premi Nobel, imprenditori, manager ed economisti, per parlare di crisi e di ripresa. La prima edizione, come ricordava tempo fa sul Corriere della Sera Sergio

BREVISSIME l SCHRODERS Riparte la stagione italiana degli eventi dedicati ai consulenti finanziari

Bocconi, si svolse nella calda estate del 1975. Sì, in estate. A luglio, per la precisione. Partecipanti: 14. Visto lo scarso riscontro, si decise di replicare l’evento a distanza di un anno ma spostando l’appuntamento avanti di qualche settimana: non più in piena stagione estiva ma più verso l’au-

tunno, ai primi di settembre, quando si ritorna agli affanni del lavoro e le aziende (quelle che possono) riprendono la produttiva. Da allora è stato un crescendo. Quest’anno ci si confronta con la drammatica situazione siriana e con l’incertezza politica italiana. @DanielSettembre

Pf Expo replica a Roma Anche la nuova edizione è dedicata a pf, consulenti e private banker Pf Expo conquista la capitale. L’appuntamento, per i professionisti della promozione finanziaria, torna a

settembre in versione “extra large”. Dopo l’evento milanese di gennaio, l’iniziativa di formazione organizzata da ProfessioneFinanza dà appuntamento a Roma, presso il Marriott Park Hotel, il 12 e 13 settembre, per la quarta edizione dell’evento. Nella due giorni dedicata a promotori finanziari, consulenti

indipendenti e private banker - si possono seguire 16 percorsi formativi suddivisi in sei temi: nuove strategie di investimento, pianificazione successoria del patrimonio personale dell’imprenditore, regime patrimoniale della famiglia, tutela del patrimonio, consulenza previdenziale e relazione con il cliente.

Janus, inizia il roadshow Janus Capital parte con un maxi roadshow che interesserà tutta Italia. Come ha anticipato la redazione sul giornale online BLUERATING, il programma delle date non è ancora definitivo ma il “tour” sarà piuttosto intenso. “L’idea”, spiegano da Janus Capital, “è quella di toccare la maggior parte dei capoluoghi di provincia in Italia”. Gli argomenti saranno moltissimi: all’interno di ogni tappa si parlerà dei prodotti esistenti offerti da Janus Capital, di molte novità di prodotto e

della nuova politica di dividendi del gruppo. Inoltre, si traccerà un breve scenario di mercato in termini di asset class. Il primo round in Lombardia parte lunedì 16 settembre a Monza per poi fare tappa a Milano mercoledì 17, a Bergamo il 18, a Varese il 19, a Brescia il 23, a Pavia il 24, a Lecco il 2 ottobre, a Como il 3 e a Mantova il 7. Tra gli eventi del roadshow è previsto anche un giro di incontri con i gestori, il Janus InsideOut.

È fitto il calendario di attività di Schroders che, tra settembre e l’inizio di novembre, dedica ai professionisti più di 40 eventi sul territorio italiano. Si parte il 10 settembre a Milano e l’11 a Roma con l“IncomeDay”, due giornate dedicate alle soluzioni “income-oriented” di Schroders in ambito obbligazionario, azionario e multi-asset, con la partecipazione di quattro gestori internazionali. Parte invece da Palermo, il 24 settembre, la seconda parte del tour “Schroders Insite”, che toccherà 40 città sul territorio italiano entro il mese di novembre. La partecipazione alle conferenze è gratuita e riservata agli investitori professionali previa iscrizione su www.schrodersportal.it.

l CONSULTIQUE I professionisti fee only si confrontano al Congresso del 19 e 20 settembre

La maggiore manifestazione del settore, il Congresso nazionale della consulenza finanziaria indipendente fee only (#feeonly2013), organizzata annualmente da Consultique, è arrivata alla sua terza edizione. L’evento, in agenda il 19 e il 20 settembre all’Hotel Parchi del Garda, a Pacengo di Lazise, in provincia di Verona, vedrà la partecipazione dei titolari e dei soci degli studi e delle società di consulenza indipendente italiani, oltre a economisti e rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico. Appuntamento dunque a Verona giovedì 19 e venerdì 20 settembre.

l ASSOGESTIONI Previste due iniziative sui doveri tributari e sulla direttiva Aifm relativa ai gestori

Il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 25 marzo scorso ha definito le modalità e i termini di trasmissione della comunicazione dei saldi e delle movimentazioni dei rapporti che gli intermediari finanziari sono tenuti a effettuare all’Anagrafe tributaria. Sul tema, Assogestioni Servizi ha organizzato un seminario che si terrà il 19 settembre a Milano, presso Palazzo Mezzanotte. Sempre a settembre Assogestioni organizza un altro appuntamento, anche questo a Milano, il 25 settembre. Una giornata di studio dedicata alle principali novità legate al recepimento della direttiva Aifm, sui gestori di fondi di investimento alternativi.


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La conservazione dei documenti rappresenta un tema delicato

Tutelarsi dal rischio di possibili reclami di Claudia Petracca* Con la comunicazione del 19 luglio, la Consob è intervenuta per dettare alcuni chiarimenti concernenti l’oggetto, la durata e la decorrenza degli obblighi di conservazione documentale da parte dei promotori finanziari (si veda al riguardo anche l’articolo a pagina 55, n.d.r.), cogliendo l’occasione per richiamare l’attenzione su importanti presidi in materia di compliance. Per la verità, le regole in tema di conservazione documentale da parte degli intermediari in generale e dei promotori finanziari in particolare rappresentano un aspetto assai delicato - anche per i rischi legali e di compliance che ad esse afferiscono - poiché le numerose norme da cui promanano i relativi obblighi hanno fonte, natura e finalità differenti: basti pensare, a titolo esemplificativo, alle norme che impongono obblighi di conservazione in capo a qualunque imprenditore (scritture contabili, fatture, corrispondenza, eccetera) alle quali devono aggiungersi quelle specificamente previste dalle normative di settore che disciplinano la prestazione dei diversi servizi di investimento e accessori, quelle in materia di antiriciclaggio, di market abuse, eccetera. Con riferimento all’oggetto della conservazione, la richiamata comunicazione della Consob ha precisato che il promotore finanziario ha l’obbligo di conservare soltanto la copia della documentazione contrattuale per la cui sottoscrizione egli abbia svolto un “effettivo ruolo di intermediazione”, restando, viceversa, fuori dal perimetro

Claudia Petracca

Di recente Assosim ha pubblicato un documento che riporta uno “schema” dei principali obblighi in capo a pf e società del suddetto obbligo quello concernente la conservazione della copia dei contratti sottoscritti direttamente tra il suo cliente e l’intermediario. Con questo intervento, l’autorità ha dunque chiarito - per via interpretativa - alcuni dubbi sorti nella pratica che hanno in passato indotto taluni intermediari a richiedere pareri legali anche all’associazione di categoria degli intermediari del mercato mobiliare. Quanto alla durata degli obblighi di conservazione, la comunicazione ha ricordato che i promotori finanziari devono conservare per almeno cinque anni copia della documentazione contrattuale e l’evidenza di tutte “registrazioni” effettuate nello svolgimento della

propria attività, per tali intendendo non solo le registrazioni concernenti le singole operazioni, gli ordini e gli eseguiti ma anche “ogni tipo di evidenza che possa essere utilizzata dall’autorità di vigilanza per valutare il rispetto della disciplina di settore da parte dell’intermediario”. In omaggio al principio di proporzionalità volto a evitare l’imposizione di sacrifici eccessivi in rapporto agli interessi da tutelare, il promotore finanziario non è invece tenuto a conservare la documentazione per tutta la durata del rapporto con il cliente e per i cinque anni successivi. Pare, da ultimo, utile segnalare che attraverso la circolare numero 06/13 Assosim ha reso pubblico un documento avente lo scopo di fornire un pratico strumento di lavoro, di taglio operativo, recante uno “schema esemplificativo” dei principali obblighi di conservazione documentale (con indicazione delle relative tempistiche) cui sono tenute sia le sim e le banche che prestano servizi di investimento e accessori sia i promotori finanziari. Il documento è sul sito dell’associazione di categoria, all’indirizzo web www.assosim.it. *responsabile area legale Assosim

NORME E DIRETTIVE Puoi restare aggiornato visitando ogni giorno il sito www.bluerating.com

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Il Tesoro ha dichiarato che i fondi sovrani possono essere esentati

Chi scansa la Tobin I fondi etici o socialmente responsabili invece devono pagare A cura di Luca Spoldi La Tobin tax o Ftt, ossia la tassa sulle transazioni finanziarie relative ad azioni o derivati con sottostante azioni (purché comportino un passaggio di proprietà, essendo il trading intraday stato escluso, n.d.r.), continua a far parlare di sé. L’ultima novità viene direttamente dal ministero dell’Economia, che, nell’ambito della consultazio-

ne con la comunità finanziaria relativa alle possibili integrazioni da apportare al decreto del 21 febbraio scorso, ha precisato in un documento pubblicato sul suo sito che “i fondi sovrani sono esenti dal versamento della tassa laddove investano riserve ufficiali dello Stato”. Per contro, aggiunge il documento, “gli acquisti di azioni e le operazioni in derivati fatti da fondi etici o nell’ambito di gestioni di

portafogli qualificati come etici o socialmente responsabili sono soggetti all’imposta, in quanto “nessuna esenzione è prevista in relazione alla fattispecie”. Precisazioni in attesa, il 16 ottobre, della scadenza del primo versamento dell’imposta che - secondo calcoli che molti operatori giudicano troppo ottimistici dovrebbe generare oltre 800 milioni di gettito annuo. @6inrete

Una sgr per l’immobiliare Istituita per decreto a maggio, Imvit dovrebbe essere del tutto operativa entro novembre Mentre negli Stati Uniti si discute se il graduale rialzo dei tassi sui mutui, che ha già frenato le transazioni immobiliari a giugno e luglio, e il venir meno degli incentivi monetari della Federal Reserve metteranno fine al recupero del mercato immobiliare, in Italia c’è attesa per il lancio

di Imvit, sgr immobiliare del Tesoro istituita per decreto a maggio che

dovrebbe raggiungere la piena operatività entro novembre. A inizio agosto

App su misura per i pf Promotori finanziari sempre più high tech, o semplicemente al passo con tempi in cui essere sempre collegati in Rete sta diventando parte delle abitudini quotidiane della maggior parte della popolazione. Anche in Italia, dove continuano a spuntare nuove soluzioni a volte mutuate da altri settori. Così, se all’estero società come Pershing Advisor Solutions (gruppo Bank of New York Mellon), Black Diamond Performance

Reporting, Donner & Reuschel o Td Ameritrade Mobile hanno sviluppato da tempo app per iPad in grado di monitorare “in mobilità” la posizione aggiornata dei clienti, nel nostro Paese è stata Advise Only a presentare la prima mappa interattiva dei consulenti finanziari, promotori e private banker, prendendo in prestito un’idea di StartupPeople (un progetto di Indigeni Digitali dedicato alle start

up italiane). In questo caso, l’idea è di consentire a consulenti e pf (che possono registrarsi gratuitamente) di segnalare la loro presenza sul territorio, così da ridurre la distanza tra professionisti e loro clienti attuali e potenziali, riuscendo anche a emergere (per ora i nominativi inseriti sono meno di 200) dalla massa di colleghi meno “tecnologici”.

Elisabetta Spitz, amministratore delegato della sgr, ha presentato il piano industriale 2013-2017 alla Banca d’Italia e alla Consob richiedendo l’autorizzazione a operare, autorizzazione che dovrà giungere entro 90 giorni. Ottenuto il via libera, Imvit riceverà quindi una prima tranche di risorse (800 milioni, già stanziati in bilancio dall’Inail tra il 2012 e il 2013), mentre un altro miliardo sarà versato (sempre dall’Inail) tra il 2014 e il 2015. Capitali destinati a investimenti in immobili pubblici e in fondi immobiliari privati, che secondo le stime potranno smuovere decine di miliardi di euro.

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IN BREVE l Studiare la consulenza sugli investimenti Ascosim presenta il corso di formazione sul servizio di consulenza in materia di investimenti. Si svolgerà il 23 e il 30 ottobre e il 6 novembre dalle 14.30 alle 18.30 a Milano. I destinatari sono promotori finanziari, consulenti e addetti al private banking. Le iscrizioni si sono aperte lunedì 2 settembre e si chiuderanno nel momento in cui si esauriranno i posti disponibili. Il percorso, di 12 ore, è accreditato per il mantenimento della certificazione Efa-European Financial Advisor in modalità A. Per partecipare occorre versare un contributo ad Ascosim di 400 euro più Iva, per un importo complessivo di 484 euro. Per maggiori informazioni, gli interessati possono inviare una mail all’indirizzo eventi@ascosim.it.

l L’università ha inguaiato Donald Trump

A qualche “formatore” fischieranno le orecchie: il procuratore generale dello Stato di New York Eric Schneiderman ha avviato un’azione legale contro Donald “the Apprendice” Trump a causa della “persistente frode e condotta illegale e ingannevole, perpetrate assieme all’attività della Trump University”. Una causa aperta anche contro la stessa Trump Entrepreneur Institute (o Trump University Llc) e il suo ex presidente, Michael Sexton. Secondo Schneiderman, tra il 2005 e il 2011 la Trump University “ha operato senza licenza di istituto educativo promettendo di insegnare le tecniche di investimento nell’immobiliare di Donald Trump, inducendo i partecipanti a pagare “per una serie di costosi corsi che non hanno rispettato le promesse fatte”.


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Fare il promotore finanziario può costare più di 1.200 euro al mese

Troppe voci di spesa Un lettore di BLUERATING ci ha “raccontato” il suo bilancio Il calcolo teorico è stato proposto molte volte da più fonti, ma quali sono le voci che possono incidere concretamente ogni mese nelle tasche di un promotore finanziario? Molto dipende dalla singola società per cui lavora, nonché dall’attività che il promotore decide di porre in essere e che può comportare costi (variabili) più o meno elevati. Un nostro lettore ci ha segnalato il suo caso concreto.

Noleggio del pc, utenza telefonica e Adsl, affitto dell’ufficio sono tra le uscite che bisogna mettere in conto

Archiviando le fatture degli ultimi anni, ha notato alcune “perle”, come le ha chiamate lui. Del tipo: noleggio del portatile, 276 euro (trimestrali), utenza telefonica e Adsl, 228 euro (bimestrali), noleggio kit per la ricezione della tv aziendale via satellite, 7 euro (mensili). “Se aggiungiamo la quota per l’affitto dell’ufficio, pari a 150 euro mensili, raggiungevo i 440 euro al mese, ai quali dovevo

Conservate i documenti I fogli siglati dai clienti vanno tenuti come minimo per cinque anni Con una comunicazione del 19 luglio scorso, la Consob nell’ambito delle precisazioni circa l’oggetto, la durata e la decorrenza dell’obbligo per i promotori finanziari di conservare la documentazione stabilito dall’articolo 109 del regolamento intermediari - ha chiarito che i promotori finanziari debbono conservare tale documentazione per almeno cinque anni dalla data di formazione della documentazione o delle registrazioni. Peraltro - ricorda anche l’Apf, ossia l’Organismo

incaricato della tenuta dell’Albo dei promotori finanziari (al quale gli stessi promotori debbono comunicare il luogo della conservazione della docu-

mentazione in questione nonché le eventuali variazioni che possano intervenire, n.d.r.), conservare la documentazione per un periodo superiore, pur non costituendo un obbligo regolamentare, viene ritenuta una misura idonea in via prudenziale a dirimere eventuali controversie. Resta invece un obbligo limitato ai soli intermediari la conservazione della documentazione contrattuale per tutta la durata del rapporto con il cliente e per i cinque anni successivi.

aggiungere i costi per le sale del manager regionale (500 euro circa al mese) e l’Inps (290 euro mensili)”. Il totale supera i 1.200 euro al mese “ancora prima di iniziare a lavorare”, a cui occorre poi aggiungere altre voci come il contributo annuale all’Apf (91 euro per il 2013), i costi di benzina e mezzi di trasporto e le “spese vive”, che non sono non sempre rimborsabili né deducibili fiscalmente.

IN PILLOLE l ASSIOM FOREX Una giornata dedicata ai fondi sovrani, al microcredito e alla finanza islamica Anche in Italia si parla sempre più spesso di fondi sovrani e di finanza islamica. Per questo Assiom Forex ha deciso di dedicare una giornata di studi, il 19 settembre, con l’obiettivo di sondare le nuove opportunità che stanno interessando anche aziende e istituzioni finanziarie europee sempre più focalizzate sugli investimenti in Medio Oriente. Due le sessioni in cui si articola la giornata: dalle 9.00 alle 12.30 Claudia Segre (Credem) parlerà dei fondi sovrani, di come operano e di quali obiettivi si prefiggono, mentre dalle 13.30 alle 17.30 sarà Antonino Sprizzi (Banca Ubae) a illustrare le origini e la crescita della finanza all’insegna dell’etica, dal microcredito alla finanza islamica, arrivando a identificare gli scenari europei e nei Paesi islamici dopo la “primavera araba” del 2011.

Terza sessione di prove per iscriversi all’Albo

l MORGAN STANLEY Il Capital Goods Momentum Index è salito per il quarto mese di seguito

Il 9 settembre scade il termine per presentare la domanda di ammissione alla terza e ultima sessione di prove valutative 2013 per l’iscrizione all’Albo dei promotori finanziari. La sessione si terrà dall’8 ottobre al 22 novembre presso le diverse sezioni territoriali dell’Apf. Entro il 9 settembre, per iscriversi occorre presentare o spedire la domanda via raccomandata A/R presso la

Si moltiplicano i segnali di ripresa dell’economia mondiale: se il Pil Usa è apparso in crescita su base annualizzata del 2,5% nel secondo trimestre dell’anno (contro la stima iniziale pari a +1,7% e attese di mercato per un +2,2%), un report di Morgan Stanley segnala che il Capital Goods Momentum Index (Campi) - che segnala l’andamento della crescita della domanda di beni d’investimento statunitensi su diverse aree geografiche e settori merceologici - è aumentato in agosto per il quarto mese consecutivo, toccando il livello più elevato dal 2012. Se si aggiungono i segnali di stabilizzazione che da qualche tempo giungono dalla Cina e la timida ripresa vista già nel secondo trimestre in molti dei Paesi di eurolandia (salvo Italia e Spagna), si può a questo punto sperare in una buona fine anno per l’economia reale e per i mercati.

sede della sezione territoriale di competenza. La successiva sessione di prove si terrà nel 2014 in chiusura del primo trimestre. Assieme alla domanda occorre accludere la ricevuta dell’avvenuto bonifico bancario di 100 euro come contributo per la prova valutativa, a favore dell’Apf, indicando in causale esclusivamente il codice fiscale e il nome e cognome della

persona che intende partecipare alla prova. Le commissioni bancarie restano ovviamente a carico dell’ordinante. Una volta superato l’esame, per l’iscrizione all’Albo per superamento prova bisogna inviare l’apposito modulo di domanda scaricabile dal sito Apf allegando la ricevuta dell’avvenuto bonifico di 300 euro in qualità di contributo di iscrizione all’Apf.


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Emozioni e storia del cliente: perché bisogna conoscerle Per offrire una consulenza di qualità è indispensabile considerare la personalità finanziaria dell’investitore e le ragioni delle sue scelte

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di Raimondo Marcialis* e Maurizio Primanni**

a profilatura è il momento chiave previsto dalla normativa per ottenere un’adeguata conoscenza del cliente: è funzionale alla valutazione dell’adeguatezza degli investimenti a lui proposti. Abbiamo già sottolineato l’opportunità per il consulente di attribuirle anche un valore commerciale, ovvero di interpretarla come una fase cruciale nell’impostazione e nella gestione della relazione con i clienti. Ma quale deve essere il focus dell’indagine? Per la teoria classica della finanza, che si fonda sull’ipotesi di costante e matematica razionalità delle scelte degli individui e di perfetto funzionamento dei mercati, acquisiscono rilevanza in particolare due aree d’indagine: l’orizzonte di investimento, ovvero per quanto tempo il cliente intende mantenere l’investimento in vista del conseguimento di un predefinito obiettivo, e il pro-

filo di rischio, ossia il livello di tolleranza del cliente rispetto alle oscillazioni nel tempo del valore del suo portafoglio. Molto è stato scritto su tali variabili, che in effetti sono alla base di gran parte dei questionari di profilatura utilizzati sul mercato. I riscontri degli studi di finanza comportamentale hanno tuttavia dimostrato che nella realtà le scelte di risparmio e investimento sono basate su un sistema di variabili più ampio e complicato e che per il consulente finanziario è fondamentale prestare attenzione anche agli aspetti psicologici del cliente, alla sua storia e a quella del suo portafoglio. In altri termini, per offrire una consulenza di qualità non è sufficiente scattare una istantanea del portafoglio esistente, considerare orizzonte temporale e profilo di rischio e conseguentemente determinare, secondo logiche di natura

esclusivamente quantitativa, le migliori raccomandazioni di investimento; è invece indispensabile considerare anche altre variabili più qualitative quali: 1. la personalità finanziaria del cliente; 2. le sue effettive motivazioni di risparmio; 3. i bias cognitivi a cui può andare incontro. La personalità finanziaria Numerosi studi sono stati realizzati per individuare le diverse personalità finanziarie dei clienti. Uno tra i più recenti, realizzato negli Stati Uniti, ha definito un framework composto da nove possibili personalità, ciascuna contraddistinta da specifiche caratteristiche psicologiche e comportamentali. Eccole: n “attenti alla famiglia”: con focus dominante sul prendersi cura dei cari e atteggiamento in generale


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conservativo in qualsiasi scelta, sia personale che finanziaria; n “indipendenti”: alla ricerca della libertà e di uno stile di vita di qualità e per i quali l’investimento in generale è finalizzato all’ottenimento di uno scopo predefinito; n “fobici”: confusi e frustrati per la responsabilità di gestire il proprio patrimonio, non amano partecipare alle scelte di investimento e scelgono il consulente finanziario in base a empatia e chimica personale; n “riservati”: la confidenzialità è il valore predominante, sono orientati a focalizzare tutta la gestione del loro patrimonio su un consulente finanziario che sappia proteggere la loro privacy; n “tycoon”: l’investimento è un modo per espandere il loro potere personale, inizialmente diffidenti, ma, una volta conquistata la loro fiducia, decisi nelle scelte e privi di incertezze o ripensamenti; n “vip”: per i quali è importante soprattutto il prestigio e lo status sociale e conseguentemente orientati ad affidarsi a un consulente finanziario e una banca con un brand di primaria rilevanza; n “accumulatori”: focalizzati ad accrescere nel tempo il loro patrimonio senza uno specifico fine e per i quali quindi è molto importante il rendimento degli investimenti e la minimizzazione dei costi di gestione del loro portafoglio; n “giocatori d’azzardo”: investono sovente con l’obiettivo di provare emozioni, sono spesso molto informati sulle tematiche e i trend finanziari e preferiscono partecipare alle scelte di investimento manifestando una tolleranza al rischio piuttosto elevata; n “innovatori”: focalizzati primariamente su prodotti e servizi “leading edge”, orientati a scelte di investimento anche sofisticate e capaci di affrontare ragionamenti complessi con competenza e una buona dose di malizia.

per esempio l’acquisto di una casa, gli studi dei figli, eccetera; n vedere accrescere nel tempo il suo patrimonio (senza specifiche finalità); n far fronte a eventi imprevisti e a necessità improvvise. Sovente le prime due motivazioni sono ritenute complementari e sinergiche e quindi poco rilevanti ai fini della determinazione dei contenuti della consulenza finanziaria, tuttavia un’analisi più approfondita conduce a conclusioni differenti. Risparmiando al fine di creare una dotazione di risorse finalizzate al soddisfacimento di un bisogno, si tenderà ad accumulare meno quanto più si prevede saranno elevati i tassi di rendimento reali del capitale investito; se invece il risparmio è finalizzato all’accrescimento incondizionato del proprio patrimonio nel tempo, la propensione al risparmio tenderà a crescere con l’aumentare dei rendimenti. A tal riguardo, un ulteriore fenomeno interessante da segnalare, già individuato e analizzato da tempo, è la maggiore rilevanza dei rendimenti nominali rispetto a quelli reali, che, nel caso del risparmio finalizzato ad accrescere il proprio patrimonio nel tempo senza specifiche finalità, induce spesso il cliente a risparmiare quando i rendimenti nominali sono elevati anche in presenza di rendimenti reali prossimi allo zero o talvolta negativi. L’ultima motivazione è legata alla sottoassicurazione di molti clienti contro rischi legati al patrimonio e al reddito, alla salute o alla propria famiglia. In tali casi, il risparmio si traduce spesso in scelte di investimento di breve termine e con potenziale di rendimento non ottimizzato e un’opportuna consulenza in ambito assicurativo sui temi della protezione e della previdenza potrebbe portare a più efficaci raccomandazioni di investimento.

Le motivazioni di risparmio Si possono identificare numerose e diverse motivazioni al risparmio, che tuttavia possono essere raggruppate in tre categorie: n creare la dotazione di risorse necessaria al soddisfacimento di un bisogno futuro pianificabile,

I bias cognitivi I possibili bias mentali a cui può andare incontro il cliente sono stati raggruppati dagli studiosi di finanza comportamentale in tre diverse aree: n errori cognitivi, che afferiscono alla predisposizione a commet-

Un mondo caotico Purtroppo, data la difficoltà di modellizzare elementi che, per loro natura, afferiscono ad aree soggettive di ogni individuo, su ciascun ambito di indagine gli approfondimenti teorici e pratici sono poco numerosi. Tuttavia, ciò non vuol dire che il consulente non debba prestare adeguata attenzione. Guidato dal processo stesso di consulenza, dovrebbe investire nell’acquisizione di conoscenza soprattutto per mappare con rigore personalità, bisogni e preferenze. Solamente così sarà possibile raggiungere una comprensione trasparente e completa del cliente e dei suoi obiettivi, verificare con efficacia che le soluzioni proposte siano esenti da errori cognitivi e conseguentemente prestare un servizio di consulenza che sia efficace e durevole nel tempo. *consigliere delegato Zenit sgr **presidente di Excellence Consulting

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Tanti sono i tipi di variabile che un consulente deve tener presente nel suo lavoro

Sono le personalità finanziarie individuate di recente da uno studio statunitense

Le ragioni che spingono al risparmio solitamente dichiarate dagli investitori

tere errori per via di pregiudizi. Appartengono a quest’area, per esempio, la sovrastima delle proprie capacità previsionali, la propensione a sopravvalutare il peso delle evidenze a favore delle proprie scelte ignorando le informazioni che porterebbero a conclusioni opposte o la riluttanza a modificare una decisione già presa; n motivazioni euristiche, ovvero approssimazioni del ragionamento che permettono di ridurre la complessità del problema ma possono contemporaneamente condurre a errori sistematici. Per esempio, la predisposizione a effettuare scelte in funzione di fattori emotivi piuttosto che su basi oggettive, la consuetudine ad ancorare le scelte a informazioni parziali ritenute determinanti, la predisposizione ad attribuire valore alle sole informazioni che sono più prontamente disponibili anche se non maggiormente rilevanti; n effetti di framing, che indirizzano differentemente le scelte in base a come è posto il problema. Un esempio: l’avversione alle perdite più rilevante della soddisfazione per i guadagni oppure la predisposizione a sopportare rischi maggiori del dovuto per recuperare una perdita pregressa.

Le principali categorie delle “trappole” cognitive in cui può cadere una persona


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In ogni azienda i dipendenti seguiti e formati rendono di più

Curare i lavoratori fa bene al bilancio di Gaetano Megale* Negli Stati Uniti il 40% delle aziende offre ai suoi lavoratori programmi di educazione finanziaria sul posto di lavoro (il 63% nelle aziende con più di 10.000 lavoratori). Ciò perché la letteratura anglosassone ha evidenziato, da molti anni, che l’educazione finanziaria rappresenta per le aziende uno strumento efficace per il miglioramento della produttività aziendale e per la riduzione di costi significativi. Autorevoli ricerche hanno infatti quantificato in 15.000 dollari annui il danno per l’azienda per singolo lavoratore “affetto” da problemi correlati allo “stress finanziario”. Tale danno è la sommatoria di una serie di costi, diretti e non, che derivano da cinque fonti principali. In primo luogo, le preoccupazioni finanziarie di un lavoratore possono costare almeno 20 ore al mese di riduzione della produttività, con un costo annuale di 7.000 dollari. In secondo luogo, la distrazione causata da stress finanziario personale è un fattore significativo che contribuisce al livello di infortuni sul

Le preoccupazioni finanziarie, invece, fanno scendere la produttività lavoro: è stato dimostrato infatti che il 60-80% degli incidenti è correlato con lo stress, dove ciascun evento genera un danno medio di 29.000 dollari. Ancora, problemi di salute e benessere dei lavoratori (ipertensione, insonnia, ansia, depressione, mal di testa, abuso di droghe e alcol) sono correlati dal 75% al 90% dei casi allo stress e

comportano assenze per malattie che costano all’azienda 300 dollari giornalieri di produttività. E a ciò si aggiunge il costo per l’abuso di alcol e droghe, che per i datori di lavoro può arrivare fino al 10% dei costi totali del personale. Inoltre lo stress di natura finanziaria può provocare turnover dei lavoratori, con un costo stimabile tra i 3.000 e 13.000 dollari per sostituire il dipendente. Infine, il costo della gestione dello stress del lavoratore da parte delle direzioni del personale può assorbire fino al 10% delle attività. E se si aggiunge che almeno il 25% dei lavoratori statunitensi presenta serie difficoltà finanziarie ed è insoddisfatto della condizione finanziaria, allora si comprende il perché l’educazione finanziaria possa rappresentare per le aziende un vero e proprio “business”. Per questo motivo le aziende investono tempo e risorse nel proporre programmi aziendali di educazione finanziaria ai lavoratori dove è stato calcolato che il ritorno sull’investimento è di almeno il 300%. Le migliori pratiche hanno evidenziato che un programma di educa-

Via da me il calice del rammarico Gli investitori difficilmente riescono ad ammettere di aver compiuto scelte sbagliate di Paolo Buro Quando un soggetto subisce una perdita economica la sua reazione può essere schematizzata attraverso due comportamenti di base: rinvio nel tempo dell’accettazione (elaborazione) o attribuzione del risultato a cause esterne. In entrambi i casi, questi comportamenti spontanei vengono posti in atto per alleviare il dolore derivante dal rammarico e per rinviarne la sopportazione. L’avversione al rammarico è alimentata dal timore di provare la spiacevole sensazione connessa al riconoscimento di una decisione sbagliata. La paura di provare una simile sensazione influenza in modo significativo le decisioni e azioni conseguenti. In caso di esiti sfavorevoli, in genere i soggetti tendono a visualizzare i risultati della

scelta in modo che l’errore appaia minimizzato, per esempio compensando le perdite con guadagni precedenti o sommando risultati appartenenti a diversi conti mentali. Quest’aspetto è particolarmente rilevante nel mondo degli investimenti, dove gli individui rimangono “intrappolati” dentro situazioni nelle quali non vorrebbero trovarsi, rischiando di subire ulteriori pesanti perdite, piuttosto che prendere la decisione coerente di abbandonare la posizione, ma che ovviamente potrebbe anche rivelarsi errata. Una perdita rispetto al valore originariamente conferito, o anche rispetto a un qualsiasi altro risultato considerato acquisito, e

pertanto psicologicamente consolidato, può generare una reazione consistente nella volontà di mediare i prezzi di acquisto. Tale comportamento non è riconducibile alla volontà di incrementare la propensione al rischio, in quanto l’individuo non procede a effettuare nuovi acquisiti con tale scopo, bensì in funzione della sua avversione al rammarico. La principale motivazione risiede nella volontà di procrastinare il più possibile il momento dell’elaborazione del dolore, tenendo viva la speranza che le cose possano ancora risolversi favorevolmente. In particolare, quest’ultimo comportamento, riscontrabile di frequente

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EDUCAZIONE FINANZIARIA Le novità sulle varie iniziative le trovi su www.bluerating.com

zione finanziaria efficace per i lavoratori ha alcune caratteristiche. Innanzitutto deve essere, e anche apparire, imparziale e indipendente. Inoltre, una prima componente del servizio dovrebbe fornire al lavoratore la competenza fondamentale di riconoscere i suoi bisogni e quantificare gli obiettivi di vita. Mentre una seconda componente consente al lavoratore di fruire di sessioni di pianificazione finanziaria assicurativa e previdenziale, con il supporto di un educatore qualificato che fornisca un piano personalizzato per la soddisfazione delle sue esigenze e che lo accompagni, nel tempo, nella sua realizzazione. Tali pratiche sono alla base di un modello di educazione finanziaria che rappresenta l’oggetto di una sperimentazione in atto, promossa dall’assessorato alle Politiche sociali e alla Cultura della salute del Comune di Milano, da Uni-Ente nazionale italiano di unificazione, dall’Università Cattolica-Lsa di Milano e da Progetica. Tra le diverse popolazioni coinvolte nel progetto, sono rappresentati i lavoratori dell’Ikea, attenta a questi temi. *presidente Progetica

nell’operazione di mediare i prezzi, risulta incoerente con il conto mentale del risparmio e a sua volta può provocare l’innesco di una fase crescente di tensioni emotive. In altri casi i soggetti si limitano a mantenere il portafoglio nella condizione in cui si trova, omettendo di effettuare qualsiasi intervento che ne possa migliorare l’efficienza, con un effetto immobilizzazione e con la riluttanza a valutare qualsiasi proposta. L’avversione al rammarico può essere affrontata efficacemente attraverso un percorso logico che consente di focalizzare nuovamente le esigenze dell’individuo allo scopo di scioglierlo dall’immobilismo. Nella pratica, bisogna riuscire a far scattare una sorta di “stop loss” psicologico, allineando la situazione presente a quella desiderabile. Esistono alcune domande “guida” che permettono di “riaprire il dialogo”, mettere l’investitore di fronte alle scelte che ha fatto e prospettargli nuove soluzioni, più efficienti rispetto a quanto in essere.


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I consigli dell’esperta Jenny Chu, senior research analyst di Kasina

Le regole del social

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u MICROSOFT Redmond si compra i cellulari Nokia

Per ottenere risultati soddisfacenti non basta osservare gli altri A cura di Daniel Settembre Sappiamo benissimo tutti quanto ormai sia importante essere sui social media per potenziare l’eventuale business. La vera domanda è: come si fa a sapere se i nostri sforzi vengono premiati? È giusto continuare a postare in modo casuale o è necessario pianificare una sorta di “road map” per trarre risultati utili? E come sfruttare al meglio le potenzialità offerte dai social? A queste domande ha risposto Jenny Chu, senior research analyst della società di consulenza nel settore tecnologico Kasina. “Un sacco di consulenti finanziari hanno il proprio account e molti lo utilizzano come strumento di ascolti”, ha spiegato Chu. “In pochi, però, hanno una reale progettazione o si impegnano attivamente”. È interessante monitorare come opera l’azienda concorrente su queste piattaforme, ma evidentemente questo non basta per l’esperta. Insomma, per i professionisti del settore ci sono tre obiettivi. Il primo è in ter-

mini di “brand awareness”, ossia conoscenza del marchio; poi c’è il secondo obiettivo, ovvero generare la consapevolezza del marchio; infine, ispirare fiducia. “La riconoscibilità del

te persone, cioè, entrano in contatto con voi o con quello che avete condiviso. Bisogna poi capire il comportamento e le reazioni della propria base di clienti e costruire di conseguenza

La riconoscibilità del marchio si può quantificare se si dispone del numero dei follower oppure degli utenti dell’eventuale sito Jenny Chu, senior research analyst di Kasina

marchio, per esempio, è quantificabile se si dispone del numero di follower o degli utenti dell’eventuale sito. Un riscontro immediato lo potete avere dalle interazioni, da quan-

una strategia adatta”, ha evidenziato ancora Chu. Il luogo perfetto dove consulenti e promotori possono mettersi in gioco è LinkedIn, soprattutto grazie ai circa 1,5 milioni

Pronto, risponde la banca Gli operatori dei contact center sono circa 2.300, hanno 36 anni e un’istruzione alta Con oltre 52 milioni di chiamate gestite dai contact center dei gruppi bancari italiani nel 2012, servizi e assistenza viaggiano via telefono. Tuttavia, continuano a farsi strada anche i nuovi strumenti di comunicazione 2.0. È quanto emerge dall’osservatorio sui con-

tact center bancari condotto da Abi Lab e dall’ufficio analisi gestionali dell’Abi. In particolare, chat e mail fanno registrare più di 2 milioni di scambi tra banca e cliente, con una crescita rispettivamente del 15% e del 40% rispetto al 2011. Circa la metà dei contact center, inoltre, ha fatto il suo ingresso nel mondo social e raccoglie le richieste di informazioni e di assistenza dei clienti anche su questo nuovo canale di contatto. Dal rapporto emerge che il 45% delle chiamate ricevute proviene da cellulare: l’attesa media è di 70

secondi circa, mentre il 56% delle chiamate ottiene una risposta già nei primi 20 secondi. Considerando anche i prodotti più com-

di gruppi presenti sul social network dedicato al mondo del lavoro. Purtroppo mandare un messaggio a un collegamento di secondo o terzo grado non è possibile se non pagando per il servizio InMails (aggiornamento della versione a pagamento di LinkedIn). E quindi un’arma fondamentale per accrescere il proprio business sono i gruppi, che danno la possibilità di contattare altri membri anche se sono al di fuori della propria rete di connessioni. Kevin Nichols di The Oechsli Institute, società di ricerca nei servizi finanziari, elenca i passaggi per dribblare il problema. Individuato il collegamento a cui inviare un messaggio, è necessario scoprire per prima cosa un gruppo di cui è membro. Il secondo passo è diventare membri dello stesso gruppo. A questo punto è facile andare nella lista dei membri del gruppo, cercare il contatto e inviare la mail. Ecco come rintracciare potenziali clienti o contatti interessanti diventa facile e a costo zero. @DanielSettembre

plessi e le richieste più articolate, per fornire al cliente il servizio desiderato in media vengono dedicati 3,8 minuti per ogni chiamata. In oltre il 90% dei casi il cliente ottiene una risposta conclusiva nella stessa telefonata. Complessivamente, gli operatori dei contact center bancari sono circa 2.300 (+5% nel 2012), hanno in media 36 anni e un elevato grado di istruzione. Le donne superano di poco gli uomini (56%), mentre dal punto di vista contrattuale l’83% degli operatori è assunto a tempo indeterminato e il 7% con apprendistato. Buono il numero di chi sa almeno una lingua straniera.

Microsoft si è aggiudicata i cellulari Nokia con il marchio Lumia per 5,44 miliardi di euro. La notizia è stata comunicata i primi di settembre dalle due società in una nota in cui si sottolineava che Redmond rileverà le attività “devices e service” di Nokia, la licenza per i brevetti Nokia e l’uso dei servizi mappe di Nokia. Alla chiusura dell’accordo che dovrebbe definirsi nel primo trimestre 2014 - circa 32mila dipendenti passeranno a Microsoft.

u SAXO BANK Nel primo semestre volano i profitti Grazie al focus strategico sul suo core business (forex e cfd), Saxo Bank ha raddoppiato i ricavi rispetto alla prima metà del 2012, tornando ai risultati record del 2010. Il profitto netto nel primo semestre del 2013 è cresciuto di sei volte rispetto allo scorso anno, attestandosi a 35,8 milioni di euro. Questo generale miglioramento ha consentito alla banca di raggiungere un risultato operativo di 234,5 milioni di euro, in crescita del 23% rispetto ai 190,8 dello scorso anno.

u BATS Il secondo operatore dopo Nyse Euronext Nozze fra Bats Global Markets e Direct Edge. Le due società hanno raggiunto un accordo per la fusione. Lo comunicano le stesse aziende in una nota, sebbene i termini finanziari dell’operazione non siano stati resi noti. La transazione dovrebbe concludersi nel primo trimestre del 2014. Dalla fusione nascerà un colosso delle Borse, il secondo operatore americano dopo Nyse Euronext.


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Realizzata da MarketMind Research, prevede l’andamento degli indici azionari

L’app anticipa il mercato A proporla a investitori e risparmiatori è Advise Only, che spiega come funziona Prevedere l’andamento del mercato fino a tre giorni? Ora sembra che si possa, con la nuova app dedicata a investitori e risparmiatori che Advise Only ha appena lanciato sul mercato. L’app è stata realizzata da MarketMind Research sito italiano che impiega tecniche avanzate di intelligenza artificiale per produrre previsioni di Borsa - che ha deciso di proporre un suo prodotto all’interno dello store della community Advise Only. L’utente che usa MarketMind potrà usufruire ogni giorno di previsioni sull’andamento di diversi indici azionari per i tre giorni seguenti. Non siete convinti? Una delle funzionalità della nuova app gioca proprio sull’affidabilità della previ-

sione: un “livello di affidabilità”, appunto, indicherà quanto è probabile che la previsione si avveri. Le previsioni che il sistema di intelligenza

artificiale reputa più sicure sono marcate come “alta affidabilità”. In questo modo, gli utenti più prudenti potranno decidere di utilizzare solo le previsioni marcate come “alta affidabi-

lità”, mentre altri più aggressivi avranno la possibilità di seguire anche previsioni diverse. MarketMind, fa sapere Advise Only, funziona attraverso due modalità: “tabellare”, che mostra tutte le previsioni ordinate per data di pubblicazione; e “grafica”, che mostra le previsioni disegnate direttamente sul grafico dell’indice previsto. Una modalità, quest’ultima, che consente di vedere le previsioni sovrapposte all’andamento del titolo, con la possibilità di filtrarle per livello di affidabilità o per periodo. L’app al momento è in periodo di prova, quindi completamente gratuita e suscettibile di aggiornamenti e miglioramenti, suggeriti anche dagli stessi utenti.

Tanti dubbi sul TripAdvisor dei consulenti finanziari Da TripAdvisor a Yelp. Internet è ormai piena di siti di recensione che aiutano il consumatore a orientarsi tra gli acquisti e i prodotti, dalla scelta del ristorante a quella dell’albergo, per dirne qualcuna. Una dinamica che sembra potersi ora applicare anche al mondo della finanza. Negli Stati Uniti, infatti, Finance Evolution ha avviato formalmente il sito WalletHub.com, che cerca di aiutare il cliente nella scelta migliore in campo economico. Un sito, insomma, in cui poter leggere e scrivere recensioni di società finanziarie, prodotti e professionisti del settore. Il sito, dopo un anno in versione beta, è operativo e i consumatori possono cerca-

re i consulenti filtrando per luogo, nome o specializzazione. Ci sono però alcuni punti poco chiari. Per esempio, il criterio di scelta dei promotori finanziari da inserire nell’elenco.

Secondo alcuni, inoltre, questi commenti potrebbero risultare inutili al settore della consulenza: anche se l’1% o il 2% dei clienti di un’azienda esprimesse il suo parere, si tratterebbe

comunque di un dato parziale sul totale. Come per gli altri famosi siti di recensioni, si dovrà affrontare il problema della credibilità, che soprattutto nella finanza non è sempre una questione di quantità. Altro nodo: la trasparenza. La Sec (la Consob americana) e le varie autorità competenti stanno già richiedendo ai consulenti una registrazione “ufficiale” in modo da rendere pubbliche tutte le informazioni necessarie. Comprese le sanzioni disciplinari. È anche vero, d’altra parte, che se un cliente avesse problemi con il suo consulente innanzitutto si affiderebbe alle autorità competenti e non scriverebbe una recensione negativa su WalletHub.com.

GURU A CONFRONTO Bill Gates a lezione da Warren Buffett: cosa ho imparato dall’oracolo di Omaha Anche Bill Gates prende lezioni da Warren Buffett. Quest’estate, infatti, il fondatore di Microsoft ha fatto il suo debutto su LinkedIn come membro della casta elitaria dei “super influencer”, ovvero grandi manager che parlano delle loro esperienze lavorative scrivendo diversi post. E il suo primissimo post Bill Gates lo ha dedicato proprio all’amico e mentore imprenditoriale, rivelando tre cose che ha imparato da Buffett, soprattutto per quanto riguarda la gestione del tempo. Il magnate, per esempio, spiega che un azionista dovrebbe comportarsi come se la compagnia fosse sua: cioè tenendone d’occhio l’evoluzione e il valore. Il consiglio è poi di non seguire il mercato a testa bassa e di approfittare delle previsioni che a volte risultano erronee. Essendo anche un azionista della società di Buffett, la Berkshire Hathaway, Gates è testimone dell’abilità del “tycoon” nell’informare i suoi azionisti. Dalle sue lettere non solo traspare la sua simpatia, con la quale cerca di creare un ambiente di fiducia tra lui e i colleghi, ma anche gli spunti critici sulle attività della società e sul mercato in generale. Gates dice di Buffett che “non ha paura di prendere posizione” e ammette di prendere ispirazione da lui per quanto riguarda la gestione manageriale della sua fondazione, la Bill & Melinda Gates Foundation. Gates ha poi notato che Buffett non spreca un secondo del suo tempo, perché sa quali sono le sue priorità. E proprio per questo riesce a gestire intelligentemente i suoi impegni. Non si lascia assorbire “in meeting inutili”, tuttavia si dimostra molto “generoso nel tempo che dedica ai suoi collaboratori di fiducia”, tanto da poterlo contattare sul suo telefono personale in ogni momento. Warren Buffett è anche un filantropo di grande influenza e per creare la Bill & Melinda Gates Foundation il direttore generale di Microsoft non ha mancato di chiedere aiuto al suo mentore d’eccezione. Secondo il magnate, una fondazione di natura filantropa potrebbe avere un impatto grande quanto quello di un software. Warren Buffett

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Il 13 settembre riparte su 7Gold la trasmissione sul risparmio

Silenzio, c’è “Soldi”

PORTAFOGLI Tutti gli approfondimenti su www.soldiweb.com

Quest’anno passa in prima serata, ogni venerdì alle 21.10 A cura di Sara Lupi Riparte il 13 settembre sul canale 7Gold “Soldi”, il programma televisivo dedicato al risparmio e agli investimenti condotto da Cosimo Pastore insieme a Erica Del Bianco. Promossa nella prima serata del venerdì, dalle 21.10 alle 22.40, la dodicesima edizione della trasmissione terminerà l’11 luglio 2014 dopo 40 puntate. “Il format resterà sostanzialmente invariato”, ha spiegato Pastore, “un mix fra il talk show e il rotocalco, con la possibilità per i telespettatori di intervenire via e-mail o interagendo con il nostro account di Twitter @solditv per rivolgere agli ospiti le loro domande, alle quali verrà data risposta nel corso della puntata o nei giorni successivi. Siamo sicuri”, ha aggiunto il conduttore, “che con il passaggio in prima serata al venerdì il nostro bacino di utenti si allargherà ulteriormente”. Fra gli ospiti presenti in studio si alterneranno autorevoli

È giunta l’ora di tirare fuori il romanzo dal cassetto u

Rai 3 lancia il talent show “Masterpiece”: i concorrenti si sfidano a colpi di scrittura

H Conduce Pastore con Del Bianco, testi a cura di Colombo. Il supporto web esponenti del mondo dell’economia e della finanza italiana, che si confronteranno sui temi del momento insieme ad alcuni giorna-

listi delle maggiori testate nazionali. La trasmissione, i cui testi saranno ancora a cura di Francesca Colombo, si avvarrà anche per l’edizione 2013/2014 del supporto del sito www.solditv.it, attraverso il quale i telespettatori potranno conoscere in anticipo gli ospiti presenti in studio e gli argomenti trattati nel corso delle puntate e rivedere, a partire dal lunedì successivo alla messa in onda, le puntate del programma.

ai scritto un libro e sogni di pubblicarlo? È ai blocchi di partenza un nuovo talent show letterario, “Masterpiece”, dedicato agli aspiranti scrittori che non hanno mai pubblicato una propria opera. Il programma - realizzato da Rai 3 in collaborazione con Fremantlemedia (società che produce tra gli altri “X Factor” e “The Apprentice”) - si articolerà in otto puntate nel corso delle quali i concorrenti in gara dovranno superare una serie di prove di scrittura creativa e duelli letterari. Ogni settimana ci saranno poi ospiti esterni chiamati a duettare con gli sfidanti. Per candidarsi è necessario compilare la scheda sul sito http://masterpiece.rai.it e inviare il testo del romanzo e il curriculum (entrambi in formato pdf), due foto che ritraggono l’autore in primo piano e figura intera e il video di presentazione dell’opera (opzionale). I candidati ammessi al programma si vedranno recapitare una comunicazione via e-mail. Se gli aspiranti scrittori non ricevono il messaggio entro il 30 settembre, vorrà dire che non hanno superato la primissima fase delle selezioni.

Anche le dive piangono La Jolie incassa milioni con il lavoro, la Zeta Jones lo farà con il divorzio Angelina Jolie (nella foto) è l’attrice più pagata di Hollywood secondo la classifica annuale stilata dalla rivista Forbes. Grazie soprattutto al nuovo film della Disney “Malefica”, pronto per l’uscita nelle sale nel 2014, la compagna di Brad Pitt ha guadagnato tra giugno 2012 e giugno 2013 circa 33 milioni di dollari, conquistando così la vetta della graduatoria davanti a Jennifer Lawrence (24 milioni di dollari), vincitrice quest’anno di un Oscar come miglior attrice protagonista per la sua interpretazione nel film “Il lato

positivo”. Segue con 22 milioni Kristen Stewart, che l’anno scorso era al numero uno con 34,5 milioni. Giù dal podio Jennifer Aniston, con l’ultima commedia “Come ti spaccio la famiglia”, nelle sale italiane dal 12 settembre, che ha intascato 20 milioni di dollari. Emma Stone entra per la prima volta nella cinquina delle top celebrity con 16 milioni di guadagno. Per un’altra attrice al top, invece, si profilano non guadagni milionari ma un divorzio milionario. Catherine Zeta Jones e

Michael Douglas. Secondo quanto riporta il quotidiano Star, il matrimonio tra i due attori sarebbe arrivato al capolinea dopo 13 anni: un informatore anonimo riporta che Douglas avrebbe lasciato a casa la moglie e i due figli, Dylan e Carys, e sarebbe andato a vivere da un amico, in attesa di annunciare la rottura dopo gli Emmy in programma a settembre. E per il divorzio, scrive ancora lo Star, l’attore potrebbe arrivare a dover sborsare alla Zeta Jones un indennizzo da 300 milioni di dollari. Già l’anno scorso

un altro tabloid, il National Enquirer, aveva rivelato che la coppia era scoppiata, tanto da aver portato in gran segreto le carte in Tribunale. Il legame tra i due attori, 68 anni lui e 44 lei, finì alla ribalta anche per i negoziati prematrimoniali: l’accordo prevedeva una multa da 5 milioni di dollari in caso di tradimento di Douglas, mentre a Catherine, per ogni anno di matrimonio, erano promessi 1,6 milioni di dollari. Nel 2000 Douglas ha divorziato dopo 23 anni dalla prima moglie, Diandra.


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Il London City Airport fa la lista degli oggetti smarriti più assurdi

La Porsche perduta C’è chi è arrivato a lasciare in aeroporto ben 50.000 sterline A cura di Diana Bin Un Rolex, una borsa di diamanti, addirittura 50mila sterline in contanti e le chiavi di una Porsche: sono solo alcuni degli articoli finiti nell’ufficio oggetto smarriti del London City Airport. Un campionario talmente insolito che lo scalo londinese ha deciso di pubblicare la top ten degli oggetti più strani e quella degli oggetti più comuni che vengono smarriti dai viaggiatori distratti. “Visto che tra i frequentatori dell’aeroporto abbiamo molti uomini d’affari e celebrity, tra gli oggetti del nostro ufficio oggetti smarriti ce ne sono molti di valo-

re particolarmente elevato”, ha spiegato Darren Grover, chief operating officer del London City Airport. “Abbiamo voluto pubblicare queste due top ten con l’obiettivo di evitare ai viaggiatori quella sensazione di vuoto allo stomaco quando ci si rende conto di aver perso qualcosa. Immagino che la persona che ha dimenticato 50.000 sterline non si sia sentita molto bene quando se ne è accorta”. Tra gli oggetti più insoliti, insieme a quelli già citati, compaiono un libretto di assegni firmati in bianco, sex toys, protesi dentarie, un occhio di vetro, un teschio finto e riviste per adulti. Ma non è

tutto: è capitato anche che un atleta olimpico britannico dimenticasse un trofeo che aveva appena vinto: in quel caso comunque è stato facile risalire al proprietario, visto che il suo nome era inciso sul premio, ha raccontato Grover. “Sono state

Il più amato dalle donne Matteo Renzi (nella foto) è l’uomo più amato tra i politici italiani. È quanto emerge da un recente sondaggio condotto da Swg in esclusiva per il settimanale Grazia su un campione di 500 donne tra i 30 e i 50 anni, interpellate per scoprire con chi, fra 10 politici italiani, vivrebbero un’avventura. Ebbene, il sindaco di

Firenze ha sbaragliato la concorrenza su tutti i fronti: come flirt ideale (26%), come amante per l’avventura di una notte (19%), come cavaliere di una serata di gala (20%) e come salvatore durante un incendio (28%). Chi si piazza più vicino a Renzi per un flirt durante un aperitivo è Beppe Grillo, che riceve il 9% delle preferenze. Il

reclamate anche le 50.000 sterline, ma il proprietario della dentiera non si è mai fatto vivo”. Quanto agli oggetti smarriti più spesso, troviamo cinture, capi di abbigliamento, telefoni cellulari, ombrelli e scarpe, ma anche iPad, macchine fotografiche, Kindle, chiavi della macchina e laptop. “Il nostro consiglio ai viaggiatori è di prestare attenzione quando si viaggia perché è facile perdere qualcosa”, ha concluso Grover. “I due momenti in cui è necessario prestare particolare attenzione è quando si passano i controlli ai raggi X e all’imbarco”. @diana_bin86

leader del MoVimento 5 Stelle viene inoltre scelto dal 13% dalle intervistate nella domanda “Da chi si farebbe salvare in un incendio?”, superando il primo ministro Enrico Letta e il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Francesco Rutelli e Pier Ferdinando Casini sono invece i favoriti, dopo Renzi, come accompagnatori a una serata di gala, rispettivamente con il 12% e con l’11% dei voti.

IN BREVE l SPAGNA Tasse, l’Europa si interroga su Real Madrid e Barcellona

l ITALIA Topolino prepara il trasloco da Milano a Modena

Real Madrid e Barcellona pagano troppe poche tasse. Le due squadre spagnole - al primo e secondo posto nella classifica dei club più ricchi al mondo - sono finite sotto la lente della Commissione europea, che vuole vederci chiaro sulle agevolazioni di cui godono. Secondo quanto riporta il quotidiano britannico Independent, infatti, Real e Barca pagano meno tasse di una qualsiasi impresa di pulizie spagnola. Il motivo? Le due squadre - insieme ad Athletic Bilbao e Osasuna - risultano “società sportive senza scopo di lucro” e sono di proprietà dei loro soci: uno status grazie al quale hanno beneficiato di forti agevolazioni fiscali. La norma era stata inserita in una legge spagnola del 1990, che ha consentito ai quattro club di rimanere “no profit” mentre tutte le squadre rivali sono diventate srl. Ora, scrive l’Independent, la Commissione europea vuole decidere, nel giro di un anno, se si può definire “no profit” una società che incassa oltre 500 milioni di euro.

Topolino trasloca a Modena. La società emiliana Panini, famosa per le figurine dei calciatori, ha siglato un accordo preliminare per rilevare Disney Publishing, la divisione periodici della Disney che pubblica Topolino e altre riviste per bambini come Bambi, Winnie the Pooh e Witch. L’operazione, scriveva tempo fa l’agenzia di stampa Ansa citando fonti sindacali, interessa 22 dipendenti della Disney Publishing, metà dei quali giornalisti e metà poligrafici, pari a circa un decimo del totale della Disney Italia. Panini avrebbe concordato una licenza di sei anni per la pubblicazione dei periodici, subordinando l’operazione alla possibilità di trasferire le attività nella sede di Modena. I sindacati hanno avuto alcuni incontri con la Disney a partire dallo scorso 17 giugno e un incontro con il capo del personale della Panini lo scorso 26 luglio. Il manager, dal canto suo, avrebbe confermato l’intenzione di trasferire i dipendenti da Milano a Modena.

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HANNIBAL LECTOR Niente panico, siamo investitori

Penso Dunque Investo, pubblicato da Chw edizioni e scritto da James Montier - che è un componente del team di asset allocation di Gmo, società di gestione patrimoniale con sede a Boston, negli Stati Uniti - evidenzia i problemi comportamentali e le trappole della mente a cui sono più soggetti gli investitori, suggerendo alcune strategie per superarli attraverso l’analisi del modo in cui i migliori investitori in passato hanno vinto i pregiudizi cognitivi che rischiavano di affossare i loro rendimenti. Per chi avesse dei dubbi sulla consistenza degli errori commessi dai risparmiatori è a questo punto sufficiente citare come, a causa di una tempistica sbagliata, negli ultimi 20 anni gli investitori abbiano ottenuto dalle azioni statunitensi un guadagno dell’1,9% annuo, a fronte della crescita dell’8% dello S&P 500. Va detto che ciò è successo perché gli investitori comprano e vendono normalmente nei peggiori momenti possibili. Alla luce di tutto questo, la sensazione è che Ben Graham avesse ragione nel proporre la sua massima: noi, stando ai dati, siamo davvero il peggior nemico di noi stessi. Da segnalare, infine, che il libro fa parte del progetto multimediale Democrazia finanziaria. Biagio Campo


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di Luca Spoldi

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Cambi di casacca in Südtirol Bank

Il recente passaggio di cinque promotori ha raccolto diversi commenti La notizia del passaggio di cinque pf esperti in Südtirol Bank ha suscitato una vivace discussione tra i nostri lettori. Se “Devid” fa uso di ironia (“acquisizioni importanti”), “ex pf di F&F Banca” nota che “non saranno le acquisizioni di cui leggiamo sovente su questo sito, però per quanto riguarda F&F i loro portafogli sono di poco sotto la media della rete”. Ma “Manager pf” è sospettoso e azzarda: “Peccato che tante

volte si indicano patrimoni non rispecchianti la realtà”, provocando la replica di un “ex pf di F&F Banca”, che sottolinea come “la differenza tra il mio commento e il suo è che io ho dato per assodato che le informazioni riportate siano veritiere, le sue sono solo delle supposizioni”. Conclude “Federer”: “Fa specie constatare ogni giorno quanto nel nostro settore venga premiata poco la professionalità degli individui

e tanto la capacità di riciclarsi e vendersi bene”. Una “considerazione generale” che non vuol fare “nessun riferimento” ai neo-pf di Südtirol Bank.

Pagliuzze e travi @carloalberto Prima di cercare pagliuzze negli occhi a Jp Morgan per “diplomatic hiring” (le presunte assunzioni “facili” di membri di famiglie importanti in Cina, n.d.r.), toglierei le travi dagli occhi dell’italico capitalismo relazionale.

Banche e banchieri

Consulenti e pf riusciranno a convivere?

Alcuni sconsigliano il raggruppamento sotto lo stesso Albo

@scarlots In attesa di avere una banca, #Fassino (attuale sindaco di Torino, n.d.r.) se ne va in giro in barca, in agosto, col banchiere #Bazoli (presidente del cds di Intesa Sanpaolo, ndr). Prove di #Intesa tra soci torinesi e milanesi?

Big bubbles pericolose Se il buongiorno si vede dal mattino, non sarà facile la convivenza di consulenti e pf sotto lo stesso tetto dell’Apf. La discussione in merito alla presidenza e alla governance dell’Albo, lanciata dal direttore di BLUERATING Andrea Giacobino, ha provocato una scia di

repliche. “Giorgio” sottolinea come “dagli interventi che si leggono qui sembra che i promotori considerino l’Apf come ‘cosa loro’ e non qualcosa che ha un significato e un ruolo diverso da una semplice associazione”. Questo atteggiamento “dovrebbe ulteriormente

Banche e pf, non sempre è vero amore

Circolano dubbi sui progetti di rilancio degli istituti È stato uno dei “temi caldi” della prima parte dell’anno e sembra poterlo essere ancora per qualche tempo: la riscoperta delle reti di pf da parte degli istituti di credito italiani, peraltro da mesi alla ricerca di un difficile equilibrio tra costi e rica-

vi. Una “passione improvvisa” che insospettisce un nostro lettore, “PF”: “È inutile girarci intorno. Se i grandi istituti vogliono la rete, lo fanno solo per collocare (come pf) esuberi di personale”. Per il lettore “già ci sono esempi super lampanti

sconsigliare la ventilata ipotesi di riunione, sotto un unico tetto, di promotori e consulenti anche perché la minoranza (consulenti) non avrebbe voce in capitolo”. I consulenti indipendenti dovranno cercarsi un’altra casa o con l’autunno le polemiche finiranno?

e super evidenti nel mercato in queste settimane, se su 100 pf 25 sono nuovi iscritti all’Albo e 75 sono di provenienza bancaria (quasi tutti dello stesso istituto) non occorre essere premi Nobel per capire le vere finalità del progetto”. Ma allora le banche ci credono davvero o è il solito modo “all’italiana” di cercare di risolvere i problemi?

@OGiannino #Tesla (produttore americano di veicoli elettrici, n.d.r.) supera i 10 miliardi di dollari di capitalizzazione, il doppio di #Fiat, con sole 13mila auto (forse) vendute. Ridicolo (ma pericoloso per gli investitori, n.d.r.).

Deficit e tasse @phastidio La risposta dell’Indonesia al deficit delle partite correnti? Un bell’aumento delle tasse sull’import delle auto di lusso. Ci vuole pazienza (e non solo con l’Indonesia, n.d.r.).

TripAdvisor per PF? @FontanaMarcoVC Un TripAdvisor della consulenza? Un’idea molto interessante, ma non so quanto praticabile in Italia (sono i dubbi di un promotore rispetto al “miraggio” di arrivare ad avere un sito di recensioni su promotori e consulenti finanziari, n.d.r.).

VISTO SU BLUERATING.COM Il mattone costa caro a Sven Goran Eriksson

Equity crowdfunding, le istruzioni per l’uso

Ing fa cassa in Asia e cede Ing Life Korea

Anche Diaman rinuncia alla sim di consulenza

Duro colpo per l’ex ct di Inghilterra e Messico che in Italia allenò Roma, Fiorentina e Sampdoria: il suo ex consulente finanziario gli avrebbe fatto perdere 10 milioni di sterline in investimenti immobiliari azzardati.

È scaricabile sul sito di Consob la guida contenente le “istruzioni per l’uso” per l’equity crowdfunding, ossia la raccolta di capitali tramite portali online a sostegno di imprese innovative di nuova costituzione

Ing Groep prosegue nelle sue dismissioni e cede la filiale assicurativa coreana, Ing Life Korea, che passa a Mbk Partners, il principale fondo di private equity coreano, per 1,24 miliardi di euro.

Dopo Advise Only anche Diaman rinuncia alla sim di consulenza. Ma mentre la società di Serena Torielli è uscita dall’advisory a pagamento, quella di Daniele Bernardi (nella foto) continuerà l’attività come srl.

Alcune notizie tra quelle riportate in questo spazio potrebbero essere state riprese in modo più approfondito in altre pagine del mensile.


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