Rethink Passive - Experience The Future

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COPIA OMAGGIO

EXPERIENCE THE FUTURE

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R E T H I N K

P A S S I V E

EXPERIENCE

THE FUTURE




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INTRODUZIONE

IL FUTURO È GIÀ PRESENTE L’innovazione è entrata in una fase di accelerazione senza precedenti. È qualcosa di palpabile, di cui tutti percepiamo la portata rivoluzionaria. Un’altra rivoluzione, silenziosa, ma altrettanto rilevante per milioni di persone, è quella che ha già preso il via nella gestione del risparmio. In anni recenti un rinnovato assetto dei mercati finanziari, caratterizzato da tassi zero e da elevati livelli di correlazione tra asset class, ha reso più difficile realizzare un’efficiente gestione attiva da parte dei gestori di fondi. Tanto che le masse di alcuni dei più grandi asset manager mondiali ad oggi sono concentrate in prevalenza sulla gestione passiva (in tutte le sue forme, dagli ETF, passando per i fondi passivi, fino ai mandati segregati rivolti agli investitori istituzionali). Sottovalutare tale fenomeno significherebbe non comprendere verso dove si sta muovendo il mercato e rischiare di rimanere ancorati a schemi d’investimento superati. Diviene allora fondamentale comprendere tale trend e le sue potenzialità, sia che si rivesta il ruolo di investitore privato, di istituzionale o di consulente finanziario. Blue Financial Communication, da sempre attiva nella divulgazione e informazione in favore dei professionisti della finanza, in collaborazione con iShares, uno dei principali emittenti di ETF a livello mondiale, ha così ritenuto indispensabile pubblicare un volume che fungesse da guida per un presente nel quale già si colgono molte tracce di futuro. Come in una guida, nel volume vengono forniti gli strumenti per conoscere il futuro del risparmio gestito, per comprendere i vantaggi che il passivo può mettere a disposizione degli investitori e soprattutto quelli che può offrire in simbiosi con gli strumenti attivi. Si spiegherà cosa c’è “dentro” un ETF come farebbe un manuale d’istruzioni: rispondendo alle domande più frequenti degli investitori, sciogliendo i loro dubbi (e sfatando alcuni falsi miti) e chiarendo come scegliere l’ETF più confacente alle proprie esigenze. Con un unico punto di riferimento: guidare i lettori nella scoperta degli strumenti a loro disposizione e delle strategie per utilizzarli al meglio. La redazione di Blue Financial Communication

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Colloquio con

Emanuele Bellingeri

Responsabile per l’Italia diE XiShares, P E R I E N CBlackRock E THE FUTURE

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Passivo, ora è il momento L’era di Mifid II è alle porte. Quale impatto prevede sull’industria italiana del risparmio dalla sua imminente introduzione? In Italia le normative europee verranno recepite in un contesto di mercato differente rispetto a quello di altri paesi quali ad esempio gli Stati Uniti dove è molto diffuso l’investimento azionario e la conoscenza dei mercati finanziari. Negli ultimi anni si è assistito in Italia a una crescita del risparmio gestito e crediamo questo trend positivo possa proseguire. E’ necessario però assicurare

agli investitori una trasparenza sui costi adeguata. Con l’aumento della trasparenza, della spinta alla ricerca dei prodotti più adeguati e dell’attenzione ai costi indotta da Mifid II sarà naturale per gli ETF trovare una migliore collocazione all’interno dei portafogli d’investimento.

Gli ETF saranno la risposta alla necessaria trasparenza sui costi richiesta da Mifid II

Come interpreta il dibattito in corso sull’emergere della gestione passiva in alternativa a quella attiva? Le due tipologie di gestione possono vivere in simbiosi? Le scelte sono sempre attive. La gestione attiva infatti si trova EXPERIENCE THE FUTURE / 7

al centro dell’asset allocation, che si può poi implementare in diversi modi. Gli ETF sono strumenti passivi molto efficaci e utili per l’asset allocation grazie ai costi contenuti e alla possibilità che offrono di operare in modo efficiente e snello su migliaia di titoli. Sono anche ideali nel servizio di consulenza e gestione dei patrimoni. In ambito istituzionale la loro adozione è in crescita già da anni e auspichiamo che questa tendenza possa coinvolgere anche i privati sia attraverso i servizi di consulenza, sia all’interno di altri servizi come ad esempio i fondi pensione, che


permetteranno ai privati di beneficiare delle caratteristiche dello strumento. Oltre alle lacune normative che verranno colmate da Mifid II, cosa manca all’investitore italiano per chiudere il gap con gli investitori di tutto il mondo? In Italia il livello di educazione finanziaria è tra i più bassi d’Europa. Mancano gli strumenti per una buona educazione finanziaria, ma talora manca anche la volontà di informarsi. Una “tiratina di orecchie” è doverosa anche nei confronti degli investitori, perché è troppo facile dare tutte le colpe alle istituzioni quando molti nostri concittadini si impegnano per essere estremamente aggiornati ad es.sugli ultimi modelli di smartphone ma non si comportano allo stesso modo quando si tratta di apprendere le modalità di gestione delle loro finanze. La Mifid II può costituire un elemento di rottura

e noi con questa guida intendiamo fornire uno strumento per aiutare a rivedere la propria strategia d’investimento con il passivo. Non è sostenibile che nei portafogli degli italiani ci sia una quota tanto bassa di passivo quando in tutti gli altri Paesi la situazione è molto diversa. O gli italiani hanno scoperto un nuovo modo di investire, che risulta sconosciuto altrove, o l’attuale modello italiano rischia di rivelarsi obsoleto, nel momento in cui l’introduzione di Mifid II determinerà una riduzione degli economics. Proprio da queste considerazioni è nato il progetto di questo libro, sviluppato da Blue Financial Communication con carattere didattico e chiamato a fare educazione finanziaria all’interno delle scuole e salendo fino all’ambito universitario. Siamo così consapevoli della necessità di fare education su questi temi da volerci mettere fin da ora a disposizione degli investitori del

futuro. Questa guida è il nostro modo per dare un contributo. Nell’ecosistema italiano un reale confronto con gli investitori non può prescindere dal dialogo con una figura chiave quale quella dei consulenti finanziari. Come cambierà la loro operatività nel prossimo futuro? E cosa può offrire loro un emittente di ETF? Il tema dei costi a cui si è accennato con riferimento alla Mifid II merita sicuramente una rivisitazione al fine di fornire prodotti che siano adeguati al pubblico e che permettano di mantenere la redditività per i distributori. Questo è possibile. Anche per i produttori di fondi. La Mifid II può essere un punto di partenza per aiutare a ripensare il business della distribuzione. Vogliamo andare incontro anche ai consulenti, che per ragioni storiche hanno fin qui utilizzato poco gli ETF ma che, in considerazione

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dell’introduzione di Mifid II e delle dinamiche dei mercati, stanno mostrando un maggior interesse verso lo strumento. La guida è il primo degli strumenti che forniremo. Metteremo a disposizione dei consulenti anche un percorso di affiancamento sul tema, consapevoli della nostra esperienza e della responsabilità che ci deriva dall’essere il punto di riferimento del mercato. Dove ci conduce questa guida? Qual è la prossima frontiera? Ci auguriamo che quanto presentato in questa guida possa servire da richiamo all’industria e offra altresì lo spunto per un confronto sull’utilizzo del passivo, discussione che non è più rimandabile. Non si tratta solo di confrontarsi sul tema dell’appropriatezza o suitability, ma anche di capire quali implicazioni avrà la Mifid II sugli strumenti di investimento.

"Un confronto sull'utilizzo del passivo non è più rimandabile. È il momento di dare il calcio d'inizio a questa sfida"

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Pertanto questa guida vuole fare chiarezza su temi di ampio respiro che anticipano il prossimo grande dibattito sui prodotti. Di fatto Mifid II implica anche una profonda revisione delle scelte in merito ai prodotti. Sicuramente i distributori stanno già oggi accrescendo la qualità del servizio pensando in questo modo di giustificare i costi della Mifid ma, in realtà per difendere questi costi è necessario lavorare anche sui prodotti utilizzati. La discussione deve ancora cominciare, ma è ineludibile. Noi ci troviamo già un passo avanti e con questa guida vogliamo dare il calcio d’inizio a una partita ancora tutta da giocare. Ora la parola passa agli altri attori del mercato, che ci aspettiamo sappiano raccogliere il nostro invito a prendere posizione su un tema strettamente legato alla qualità stessa del servizio erogato in favore degli investitori.


INDICE INTRODUZIONE - IL FUTURO È GIÀ PRESENTE

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INTERVISTA A EMANUELE BELLINGERI - PASSIVO, ORA È IL MOMENTO

6

1 IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE 1.1 PASSIVI, UN’ESCALATION INARRESTABILE

1.2 1.3

1.4

1.5

16

1.1.1

I numeri del fenomeno

16

1.1.2

I flussi diventano inarrestabili

18

1.1.3 Nascono nuovi trend e strategie

20

1.1.4

I 5 motori della crescita

21

1.1.5

Il passivo erode terreno al falso attivo

22

1.1.6

Costi e closet tracking: così l’attivo diventa inefficiente

24

UN MONDO SEMPRE PIÙ POLARIZZATO

29

UN PASSIVO SEMPRE PIÙ ATTIVO

32

1.3.1 Un indexed management per nulla passivo

32

1.3.2

L’arte della gestione del rischio

34

1.3.3

L’arte della minimizzazione dei costi

34

1.3.4

L’arte della ottimizzazione dei ritorni

36

COME SCEGLIERE TRA GLI STRUMENTI INDICIZZATI: FONDI PASSIVI, ETF E MANDATI

38

1.4.1

ETF e fondi passivi allo specchio, questione di obiettivi

40

1.4.2

Il confronto con i mandati segregati

42

L’EVOLUZIONE REGOLAMENTARE SPINGE IL PASSIVO

44

1.5.1

Così cambia la geografia della consulenza

46

1.5.2

Orizzonte Italia, pronti alla rivoluzione

48

1.5.3

Il futuro è (anche) digitale

54

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO Le nuove frontiere del passivo - Il caso dei Mercati Emergenti 23 Traking difference (TD) e traking error (TE)

35

Come i consulenti italiani usano gli ETF

52

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2 EXPERIENCE THE FUTURE 2.1

2.2

ETF EDUCATION 2.1.1

I perché di una scelta efficiente

60

2.1.2

Come scegliere un ETF, la guida operativa

64

2.1.3 Frequently Asked Question

71

2.1.4

ETF, i falsi miti da sfatare

76

TRE TENDENZE CHIAVE NELLO SVILUPPO DI NUOVI PRODOTTI

82

2.2.1

2.3

2.4

2.5

60

Un grande classico si rinnova: le obbligazioni entrano negli ETF

82

2.2.2 Tra attivo e passivo: gli ETF Smart Beta

87

2.2.3

La nuova frontiera degli investimenti sostenibili

98

I MONEY MANAGER SCELGONO GLI ETF

104

2.3.1

Gli istituzionali li usano così

105

2.3.2

Le applicazioni nel mondo del wealth management

109

COMPRARE GLI ETF IN BORSA O ALL’INTERNO DI ALTRI PRODOTTI 113 2.4.1

L’investimento diretto in borsa

113

2.4.2

Gli ETF nei prodotti di investimento

115

IL FUTURO DELL’INDUSTRIA 2.5.1

I driver della crescita

118 118

2.5.2 Regolamentazione 119 2.5.3

Robo advisory e digitalizzazione

121

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO Il prestito titoli secondo BlackRock

79

I numeri degli ETF obbligazionari

85

Il futuro della robo-advisory

125

3 INVESTIRE IN ETF PER OBIETTIVI GLI ETF DI iSHARES INTEGRAZIONE DEL REDDITO

128

CRESCITA DEL CAPITALE

145

PROTEZIONE DEL CAPITALE

165

DIVERSIFICAZIONE 185

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Ă&#x; C A P I T O L O

1

Il nuovo paradigma delle gestioni passive


Passivi, un universo in espansione

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I N T R O D U Z I O N E

/

C A P I T O L O

1

I Lo avreste mai detto? I più grandi fondi azionari e obbligazionari al mondo oggi appartengono all’universo degli investimenti passivi. Così come sono concentrate in prevalenza sul passivo le masse di alcuni dei più grandi asset manager mondiali. E i numeri non mentono. Il mercato globale degli Exchange-Traded Products (ETP) ha già superato i 6.000 miliardi di dollari, con due anni di anticipo rispetto alle previsioni (fonte: Morningstar, Financial Times FTfm, maggio 2016). Tanto che lo sviluppo dell’industria della gestione passiva potrebbe essere solo agli inizi e attrarre una quota sempre maggiore del mercato del risparmio gestito mondiale. Sottovalutare tale fenomeno significherebbe pertanto non comprendere verso dove si sta muovendo il mercato e rischiare di rimanere ancorati a schemi d’investimento superati. Diviene allora fondamentale comprendere tale trend. Da cosa è composto l’universo dei passivi e in cosa si differenzia rispetto al mondo dei classici fondi attivi? Gli investimenti passivi possono essere definiti come un insieme di strategie d’investimento finalizzate a guadagnare esposizione a uno specifico mercato, o a un suo specifico sottoinsieme attraverso la replica di un indice. Ciò li differenzia dagli strumenti attivi, che consentono di esporsi ad un determinato mercato e nei quali il gestore compie scelte di investimento su singoli titoli, discostandosi dalla rappresentazione fornita dall’indice, cercando di battere il benchmark. Altrettanta scarsa consapevolezza circonda le modalità attraverso le quali gli investitori possono avvicinarsi all’investimento passivo. Fanno parte di questo universo gli ETF, ma anche i fondi passivi e i mandati segregati rivolti agli investitori istituzionali. In questo primo capitolo ci occuperemo pertanto di fornire gli strumenti necessari per conoscere il futuro del risparmio gestito, per comprendere i vantaggi che il passivo può mettere a disposizione degli investitori e soprattutto quelli che può offrire in simbiosi con gli strumenti attivi.

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CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.1

Passivi, un’escalation inarrestabile

1.1 PASSIVI, UN’ESCALATION INARRESTABILE Al ruolo sempre più importante giocato dai passivi si è arrivati in maniera progressiva, con un evidente sviluppo partito dal lancio dei primi ETF e proseguito a un tasso di crescita delle masse che, dal 2007, è diventato quattro volte superiore rispetto agli strumenti attivi (fonte: Morningstar, Financial Times FTfm, 2017). Le dimensioni del fenomeno e il suo impatto in rapporto alle gestioni attive hanno beneficiato soprattutto dell’efficienza dei mercati e dei costi contenuti della gestione passiva. Nella letteratura finanziaria vi sono innumerevoli studi che dimostrano come sia difficile battere il mercato, soprattutto in modo persistente. Si sta quindi delineando sempre più uno scenario caratterizzato da una polarizzazione tra i migliori gestori attivi da un lato, e gli strumenti finanziari passivi dall’altro. 1.1.1 I NUMERI DEL FENOMENO La crescita dell’index investing è stata uno dei trend chiave nella finanza degli ultimi decenni, fin dal lancio del primo fondo passivo nel 1971 e del primo ETF nel 1993. Una crescita trainata dai benefici in favore degli investitori (in termini di diversificazione, di predicibilità dei costi e di risk management), dal crescente numero di utilizzi che gli indici hanno trovato nei mercati finanziari (come indicatore del sentiment di mercato, come strumento per misurare la performance e come componente di una miriade di strategie d’investimento) e dalla capacità di queste strategie di evolvere e adattarsi alle condizioni dei mercati e ai bisogni degli investitori. Il trend incrementale ha ulteriormente accelerato negli ultimi anni. A partire dal 2007, gli asset in gestione in fondi passivi sono cresciuti quattro volte più velocemente rispetto ai tradizionali prodotti attivi. L’incremento, secondo dati Morningstar pubblicati dal Financial Times, è stato del 230% EXPERIENCE THE FUTURE / 16


100%

Attivo Vs. Passivo Gli asset in gestione

ETF

17,2%

Index Funds

23,3%

Fondi Attivi

59,5%

90% 80% 70% 60% 50% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Fonte: BlackRock Global ETP Landscape e BlackRock Viewpoint ottobre 2017

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CAPITOLO

1

e tale da portare gli asset in gestione a livello globale da parte dell’industria del passivo a 6.700 miliardi di dollari al maggio 2016 (3.500 miliardi nei soli ETP, Exchange Traded Products).

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.1

Passivi, un’escalation inarrestabile

Il fenomeno è stato registrato in tutte le aree geografiche del pianeta ad esclusione della sola America Latina. Nello stesso periodo gli asset nei fondi attivi sono aumentati del 54% a 24.000 miliardi di dollari (Financial Times 29/06/2016) e tale livello è rimasto invariato fino alla fine del 2016. Così, mentre nel 2007 l’industria “attiva” era 8,5 volte più grande di quella “passiva”, oggi questo gap si è ridotto a 4 volte. E oggi, nei soli Stati Uniti, l’industria del passivo è arrivata a valere un terzo del mercato dei fondi attivi, crescendo dai 2.000 miliardi di dollari del 2013 ai 5.000 miliardi di metà 2016 (Dati Morningstar per FTfm). Il 2016 ha visto l’industria del passivo crescere del 18%, rispetto ad un +8% registrato nel 2015, in netto contrasto con una espansione di appena il 4% dei fondi attivi. 1.1.2 I FLUSSI DIVENTANO INARRESTABILI All’interno dell’universo “passivo”, il patrimonio investito a livello globale in ETF superava i 3.500 miliardi di dollari a fine

4.044

3.502

2.961

2.749

2.363

1.494

2010

2011

1.908

1.451

1.143

*Dati rilevati a fine maggio dati in miliardi di dollari

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2017*

2016

2015

2014

2013

2012

2009

2008

2007

2006

2003

2005

2002

Fonte: BlackRock Global ETP Landscape, maggio 2017

772

851

598

2001

2004

146

218

2000

428

109

319

79

Crescita globale degli asset in gestione in ETP


Evoluzione prevista degli asset investiti in ETF al 2021

Nord America

Europa

Asia

CAPITOLO

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IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.1

Passivi, un’escalation inarrestabile

Assets in 2021 Tasso di crescita cumulato in 6 anni Tasso di crescita annuo composto

5.900 miliardi $

1.600 miliardi $

560 miliardi $

181%

228%

125%

23%

27%

18%

Fonte: ETFs: A roadmap to growth, PwC.

2016, con una raccolta annua di quasi 380 miliardi. Il settore ha raggiunto, in pochi anni, la quota dei 6.000 strumenti quotati sui mercati regolamentati globali, a testimonianza dell’evoluzione dell’offerta e del passaggio dalla logica di completamento della gamma a una logica di innovazione di esposizioni esistenti. Il numero elevato di strumenti quotati evidenzia anche la differenza tra le diverse esigenze dei clienti nelle varie aree geografiche, oltre alle differenze fra le diverse strutture dei mercati regolamentati. Secondo quanto documentato da AIPB nel volume “Fondi comuni ed ETF nel Private Banking (2017)”, la crescita del mercato nel corso degli anni è stata esponenziale: l’industria ha impiegato 10 anni per raccogliere i primi 1.000 miliardi, 4 per i secondi 1.000 miliardi e solo 3 per aggiungere altri 1.000 EXPERIENCE THE FUTURE / 19


CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.1

Passivi, un’escalation inarrestabile

miliardi. Sta inoltre cambiando la composizione delle masse tra attivo e passivo: oggi la quota di investimenti indicizzati nei fondi americani vale oltre il 30% (solo nel 2007 il 18%). Il mercato statunitense ha fatto da apripista a questa industria e oggi rappresenta circa il 70% delle masse globali. Negli Usa gli ETF sono oggi fra gli strumenti maggiormente capitalizzati e la loro quota di volumi sul totale negoziato sul mercato azionario rappresenta mediamente tra il 25% e il 40%. Gli ETF sono stati anche il principale motore di crescita dell’industria passiva e degli investimenti indicizzati, che negli Stati Uniti rappresentava a inizio 2016 una quota superiore al 30% degli investimenti dei fondi distribuiti ai clienti retail. Il mercato degli ETF si presenta molto concentrato, con i primi 3 emittenti che coprono circa il 70% delle masse a livello globale. La spiegazione è legata essenzialmente a due aspetti: si tratta di strumenti caratterizzati da commissioni di gestione più contenute rispetto ad altri prodotti di investimento, pertanto la generazione di ricavi è subordinata ai volumi e alle dimensioni di scala; il secondo aspetto è legato al primo, e riguarda il fatto che gli attuali leader di mercato abbiano nel tempo sviluppato questo business come attività core e non accessoria. Non a caso, i maggiori provider a livello globale sono asset manager e non banche di investimento. 1.1.3 NASCONO NUOVI TREND E STRATEGIE Gli ETF sono utilizzati per prendere posizioni strategiche su mercati sviluppati efficienti dove è storicamente più difficile creare alpha per i gestori attivi (ad esempio l’azionario Usa) o su mercati di nicchia (singoli Paesi o settori), arrivando anche ad offrire strumenti su tematiche di investimento trasversali dal punto di vista settoriale, come quelli legati ai macro trend: automazione e robotica, digitalizzazione, invecchiamento della popolazione e innovazione nelle tecniche adottate per la cura della persona. Un ulteriore passo importante è stato effettuato con gli Smart Beta, che stanno rivoluzionando il modo di sviluppare l’asset EXPERIENCE THE FUTURE / 20


allocation e di utilizzare il Beta rispetto ai tradizionali fondi comuni: questa nuova categoria di ETF è infatti sempre più utilizzata per implementare strategie di ottimizzazione dei rendimenti o di contenimento della volatilità, rispettivamente mediante l’accurata selezione di fattori persistenti di rendimento (factor) o grazie a metodologie innovative di riduzione del rischio (minimum volatility). Gli ETF vengono utilizzati anche per la gestione tattica del portafoglio, sia come posizioni singole (stand alone) che in abbinamento ai fondi attivi (blending). Gli ETF stanno polarizzando l’interesse degli investitori istituzionali, che già li utilizzano affiancandoli alle singole azioni o obbligazioni e anche in derivati, ma gli spazi di crescita sono ancora ampissimi. In merito al primo aspetto, gli ETF oggi rappresentano solo il 5% del mercato azionario globale e solo l’1% di quello obbligazionario. Relativamente all’ambito dei derivati, invece, negli ultimi anni si è registrata una progressiva sostituzione delle posizioni in future sui principali mercati azionari con gli ETF. 1.1.4 I 5 MOTORI DELLA CRESCITA In epoca recente la struttura di mercato, la numerosità dei partecipanti e la tecnologia hanno progressivamente reso difficile, per alcuni gestori attivi, il raggiungimento di rendimenti superiori a quelli di mercato. Recentemente S&P SPIVA, attraverso una serie di analisi sistematiche, ha confermato questo giudizio: negli ultimi 5 anni ben l’88% dei fondi attivi azionari USA ha sottoperformato lo S&P500, mentre il 74% dei fondi europei ha ottenuto rendimenti inferiori allo S&P Europe 350. Questi aspetti hanno alimentato il trend di sviluppo delle gestioni passive, congiuntamente a tre altri fattori principali: • una maggiore adozione da parte degli investitori; • l’espansione in termini di ampiezza della gamma dei prodotti (ad esempio verso strategie smart beta, che non seguono la capitalizzazione di mercato ma che propongono l’utilizzo di EXPERIENCE THE FUTURE / 21

CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.1

Passivi, un’escalation inarrestabile


CAPITOLO

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IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.1

Passivi, un’escalation inarrestabile

sistemi di ponderazione alternativi per migliorare il rendimento aggiustato per il rischio dei portafogli); • la crescente diffusione delle gestioni multi asset e dei veicoli indicizzati ad altri strumenti (ad esempio i fondi pensione, che utilizzano gli ETF come complemento dei future, o le compagnie assicurative, che utilizzano ETF e index fund per implementare posizionamenti di natura tattica e strategica). A tali fattori è da aggiungere il basso livello dei tassi d’interesse in seguito alla crisi finanziaria, che ha impattato sui rendimenti, in particolare degli strumenti a reddito fisso, risvegliando l’attenzione per i costi. La compressione dei rendimenti ha infatti portato a una preferenza per strategie d’investimento efficienti dal punto di vista dei costi quali quelle passive. Gli investitori stanno così polarizzando le loro scelte verso fondi attivi in grado di generare Alpha e verso strumenti passivi per il Beta, ossia per la replica dell’andamento dei mercati ai quali ci si vuole esporre. In aggiunta, l’innovazione offerta dai prodotti smart beta ha consentito di offrire soluzioni di investimento evolute, che si allontanano dagli indici basati sulla capitalizzazione di mercato e costituiscono una sorta di ponte tra gli strumenti a gestione passiva tradizionali e quelli attivi. 1.1.5 IL PASSIVO ERODE TERRENO AL FALSO ATTIVO In termini generali, più le informazioni diventano liberamente disponibili e la copertura degli analisti sulle società si estende (in termini tecnici si parla di mercato più profondo) e più per i gestori attivi è difficile generare Alpha, ossia una extraperformance rispetto a un mercato o a un benchmark riconducibile alla loro attività di gestione. È il caso, ad esempio, dell’azionario statunitense: mercato molto efficiente per definizione, dove è particolarmente complesso battere il benchmark. Un problema opposto riguarda l’azionario europeo, dove invece la difficoltà per i gestori attivi è data dall’incostanza delle performance: con anni caratterizzati da performance positive EXPERIENCE THE FUTURE / 22


LE NUOVE FRONTIERE DEL PASSIVO Il caso dei Mercati Emergenti Un caso esemplificativo della difficoltà nell’estrarre l’Alpha con l’evolversi dei mercati finanziari è rappresentato da quanto osservato sui mercati emergenti. In anni recenti le economie emergenti sono divenute sempre più integrate con quelle sviluppate e le azioni e i bond di tali Paesi sono sempre più diffuse nei portafogli dei grandi investitori internazionali. Il mercato si è quindi sviluppato divenendo in pochi anni molto più efficiente. A tali sviluppi, sui mercati emergenti si uniscono elevati costi di negoziazione e, in passato, la sottoperformance di numerosi fondi attivi. Il focus degli investitori focalizzati sui mercati emergenti si è pertanto spostato sulle strategie passive, capaci di offrire, oltre a costi inferiori, un maggior grado di trasparenza e una migliore liquidità. Tutte caratteristiche particolarmente apprezzate dagli investitori in un’area di nicchia quale quella dei mercati emergenti, dove, specie in fasi di mercato contrastate, vi sono difficoltà di accesso e dove le carenze di trasparenza sono presenti sia a livello di mercato che di singole aziende. In conseguenza dei motivi descritti, negli ultimi 10 anni gli asset in gestione attraverso strategie passive specializzate sui mercati emergenti sono cresciuti di oltre 100 miliardi di dollari (dati BlackRock e Bloomberg) e gli ETF che offrono esposizione sugli emergenti hanno superato il numero di 800. Come risultato di quanto esposto, molti investitori considerano oggi gli ETF degli strumenti efficienti per mettere in atto strategie a livello tattico e strategico sui mercati emergenti come macro area, come regione o come singola nazione.

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CAPITOLO

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IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.1

Passivi, un’escalation inarrestabile

seguiti da altri di segno marcatamente negativo. In tutti questi casi il passivo è competitivo nei confronti della gestione attiva sull’equity, ma lo è divenuto anche sui mercati del reddito fisso. In tale ambito, i bassi tassi d’interesse rendono difficile generare una sovraperformance e creano pressione sui costi di gestione. A questa constatazione si aggiunge anche un generale deterioramento delle condizioni di liquidità del mercato obbligazionario, con i market maker sempre più restii a fornire un cuscinetto per attutire i movimenti di prezzo e un conseguente esacerbarsi della volatilità. Il successo del passivo non è quindi unicamente legato alle sue caratteristiche intrinseche ma anche alla difficoltà di alcuni gestori di mettere in atto una vera gestione attiva, per limiti oggettivi e soggettivi. Tra i primi si annovera la già descritta inabilità a generare valore in ragione di condizioni di mercato complesse, nonché i più elevati livelli di costo degli attivi rispetto ai passivi. Un aspetto recentemente emerso alla ribalta è il fenomeno di fondi che si dichiarano attivi e che invece mostrano un’elevata correlazione con l’indice sottostante (closet tracking): dietro promesse di gestione attiva, quindi, essi mascherano una pura replica del benchmark. 1.1.6 COSTI E CLOSET TRACKING: COSÌ L’ATTIVO DIVENTA INEFFICIENTE Ricercatori e accademici hanno ricavato numerose evidenze circa l’impatto dei costi e del closet tracking sull’efficienza delle gestioni attive. In particolare, i costi dei fondi comuni hanno un impatto negativo sulla loro performance che va oltre quello che si sarebbe portati a pensare. Lo ha dimostrato uno studio di Russel Kinnel, direttore della ricerca sugli investimenti di Morningstar, dal titolo “Predictive power of fees: why mutual funds fees are so important”, pubblicato nel maggio 2016. Secondo lo studio, il TER (Total Expense Ratio), o indice di spesa medio, è “il maggiore predittore dei rendimenti futuri”, indipendentemente EXPERIENCE THE FUTURE / 24


dalle classi dei fondi, dalle asset class coperte o dal track record dei fondi. In sintesi: alti costi rendono molto improbabile riuscire a raggiungere performance soddisfacenti. In maniera non dissimile, Mark Jensen, ricercatore e policy advisor presso la Fed di Atlanta, ha studiato più di 5.000 fondi azionari Usa nel periodo 1961-2000 per misurare l’attitudine dei gestori attivi a creare valore. Lo studio, dal titolo “Mutual fund performance when investors learn about fund manager skill”, ha evidenziato che buona parte dei fondi appartenevano a un gruppo in grado di compensare (e quindi giustificare) il costo medio

CAPITOLO

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IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.1

Passivi, un’escalation inarrestabile

delle commissioni ma non in modo persistente. Solamente 280 fondi su 5136 hanno evidenziato risultati negativi in modo continuativo. E solo 35 fondi sono riusciti ad ottenere risultati superlativi (Alpha maggiore del 5%). Per comprendere la portata di questi risultati è da aggiungere che essi sono riferiti a un periodo non ancora influenzato

SURVIVORSHIP BIAS – Cosa è

Quando si analizzano le performance dei fondi attivi in un determinato periodo è opportuno considerare tutti gli strumenti già esistenti all’inizio dell’intervallo di osservazione. Abitualmente i fondi meno performanti tendono ad essere liquidati, fusi con altri oppure a cambiare specializzazione. Anche se non più esistenti al momento dell’analisi, essi vanno comunque presi in considerazione, in quanto avrebbero potuto essere scelti dagli investitori.

dall’introduzione della tecnologia in modo massivo, cosa che ha reso ancora più complicato cercare di battere il mercato. Quanto al closet tracking, la sua esistenza è stata segnalata per la prima volta nel febbraio 2016 dall’ESMA (European Securities and Markets Authority, la Consob europea) in un report dal titolo “Supervisory work on potential closet index tracking”. Secondo il documento, alcuni fondi definiti attivi e caratterizzati dai costi propri di una gestione attiva si limiterebbero invece a replicare gli indici, in maniera non troppo dissimile da quanto fanno gli ETF. EXPERIENCE THE FUTURE / 25


I costi guidano le performance dei fondi

CAPITOLO

1

Passivi, un’escalation inarrestabile

10%

20%

30%

40%

50%

60%

62%

1

48%

2

39%

3

30%

4 5

20%

AZIONARIO SETTORIALE

65%

1

50%

2

45%

3

34%

4 5

19%

AZIONARIO INTERNAZIONALE

1

51%

2

50% 39%

3

31%

4 5

21%

BILANCIATI

54%

1

50%

2

45%

3

31%

4 5

70%

Total return

1.1

0%

AZIONARIO USA

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

Fondi divisi per quintili, ordinati dai meno costosi ai più cari, e loro performance

24%

Fonte: “Predictive power of fees: why mutual fund fees are so important”, Morningstar. Studio pubblicato il 4 maggio 2016

Lo studio realizzato da Russel Kinnel di Morningstar ha considerato l’impatto dei costi sui rendimenti dei fondi comuni di diverse categorie e il loro valore predittivo su un intervallo compreso tra il 2010 e il 2015. Tra i fondi specializzati nell’azionario Usa, il quintile meno costoso (il 20% caratterizzato dai costi più bassi) ha un total return del 62% contro il 48% del secondo quintile meno caro, il 39% del quintile intermedio, il 30% del secondo quintile più caro e il 20% del quintile più caro. I costi risultano un fattore determinante per apprezzare la redditività dei fondi. Osservazioni simili hanno interessato anche gli azionari settoriali, gli azionari internazionali, i bilanciati e i fondi obbligazionari. EXPERIENCE THE FUTURE / 26


Il TER (Total Expense Ratio), o indice di spesa medio, è il maggiore predittore dei rendimenti futuri Fonte: “Predictive power of fees: why mutual fund fees are so important”, Morningstar (maggio 2016)

EXPERIENCE THE FUTURE / 27


CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.1

Passivi, un’escalation inarrestabile

Su 2.600 fondi azionari lanciati in Europa prima del 2005, con masse amministrate superiori ai 50 milioni di Euro e una commissione di gestione superiore allo 0,65%, l’ESMA ha stimato tra il 5 e il 15% quelli che potrebbero essere definiti come fondi passivi camuffati da attivi. Una stima effettuata considerando come fondi affetti da closet tracking quelli in cui la componente attiva (active share), che misura le differenze in termini di composizione del portafoglio tra un fondo e il suo benchmark, è inferiore alla soglia critica rappresentata dal 60%.

EXPERIENCE THE FUTURE / 28


1.2 UN MONDO SEMPRE PIÙ POLARIZZATO La citata inefficienza di alcune gestioni attive e la compressione dei rendimenti a cui si è assistito nell’ultimo decennio hanno spinto verso una crescente polarizzazione delle scelte di investimento tese a ricavare Alpha e Beta. Da tale polarizzazione sono emersi vincitori da un lato i fondi cosiddetti “attivi specializzati” e dall’altro gli ETF e i fondi passivi. I primi considerati quali strumenti d’elezione per la generazione di Alpha, i secondi scelti in via primaria per la generazione di Beta. La polarizzazione è invece avvenuta a discapito dei fondi tradizionali (definiti come azionari e obbligazionari, suddivisi per diverse fasce di capitalizzazione e per area geografica).

KEYWORDS Alpha: misura che indica la capacità del gestore attivo di ottenere rendimenti superiori a quelli associati ad uno specifico livello di rischio. Se la scelta dei titoli effettuata dal gestore è profittevole, l’indicatore assume valori superiori a 0.

Beta: esprime il rischio di mercato che non può essere ridotto attraverso la diversificazione. Indica il grado di esposizione ad un determinato mercato. Se un fondo ha un beta superiore a 1 è caratterizzato ad un rischio superiore rispetto all’indice di confronto e viceversa. La variazione del Beta del fondo è una delle leve operative che il gestore utilizza per variare la reattività dello stesso alle modifiche del contesto di mercato. EXPERIENCE THE FUTURE / 29

CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.2

Un mondo sempre più polarizzato


CAPITOLO

1

alternativi destinati al pubblico retail e tutti gli strumenti attivi, obbligazionari e azionari, non inclusi nei fondi tradizionali.

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.2

Tra gli “attivi specializzati” rientrano i fondi multi-asset, i fondi

Un mondo sempre più polarizzato

Tali prodotti comprendono quindi tutti i fondi che si pongono un obiettivo di rendimento e che sono pertanto privi di benchmark: i fondi flessibili, tutti quei fondi destinati al grande pubblico che adottano metodologie utilizzate dai fondi hedge (long/short, merger arbitrage, ecc…) e i fondi focalizzati su specifiche idee d’investimento. Tale tendenza, tutt’ora in corso, è stata osservata per la prima volta da Simfund in uno studio condotto nel dicembre 2014. Nel triennio dal 2011 al 2014 gli asset in gestione attraverso gli “attivi specializzati” sono cresciuti di 1.690 miliardi di dollari tra Usa ed EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa). Nello stesso tempo, ETF e passivi hanno registrato afflussi per 1.470 miliardi e i fondi tradizionali deflussi per 320 miliardi. Tale polarizzazione dimostra che le fonti di generazione di Alpha e Beta possono coesistere.

Attivi o passivi? ENTRAMBI

Non ci si dovrebbe interrogare se sia meglio la gestione attiva o passiva, piuttosto il focus andrebbe spostato per cercare di comprendere come e quando utilizzare entrambi gli stili di gestione. In uno scenario di polarizzazione sempre più marcata tra Alpha e Beta, è inevitabile che ci sia spazio sia per i fondi comuni attivi che per i passivi, strumenti da sempre complementari e dai quali è possibile estrarre sinergie.

EXPERIENCE THE FUTURE / 30


La polarizzazione tra attivi specializzati e fondi indice

Attivi per..

{

} }

Obiettivo di rendimento, flessibili alternativi Strategie multi-asset High-convinction alpha

ETF / indici per... Asset allocation Fattoriali

{

}

Asset allocation flessibili

Fonte: Simfund, dicembre 2014. I dati non comprendono i fondi monetari.

EXPERIENCE THE FUTURE / 31

Attivi specializzati

Fondi tradizionali

Fondi indice


CAPITOLO

1

1.3 UN PASSIVO SEMPRE PIÙ ATTIVO

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

Nonostante la polarizzazione tra attivo e passivo sia sempre

1.3

non si immagini. La replica di un indice non è un’attività statica.

Un passivo sempre più attivo

più marcata, le gestioni passive sono molto più attive di quanto Anzi, il gestore passivo è chiamato a una serie di adempimenti, precauzioni e ottimizzazioni la cui qualità di esecuzione è in grado di fare la differenza tra uno strumento passivo e un altro. 1.3.1 UN INDEXED MANAGEMENT PER NULLA PASSIVO L’attività svolta dal gestore passivo può, a prima vista, apparire al pari di un processo automatico. La realtà è molto differente: la gestione di un portafoglio indicizzato richiede significativi investimenti e solide competenze professionali. Vi sono, inoltre, significative differenze di approccio tra i diversi provider. Innanzitutto la gestione di portafogli passivi è un processo dinamico, che richiede ai team di gestione di assumere decisioni attive su un vasto spettro di aree considerate determinanti al fine di ottimizzare la performance del portafoglio. In tale attività la creatività umana si miscela pertanto con i sistemi tecnologici. La qualità di un gestore di portafogli passivi è descritta dalla sua abilità nel coordinare tre funzioni: la gestione del rischio, la minimizzazione dei costi e l’ottimizzazione dei ritorni. Risk Management I portfolio manager devono costantemente monitorare il rischio del portafoglio, al fine di prevenire possibili deviazioni rispetto all’indice replicato, ad esempio poiché i titoli su cui investe potrebbero differire, in parte, da quelli del benchmark. Il gestore deve pertanto applicare tecniche di sostituzione e di campionamento che hanno come obiettivo quello di minimizzare EXPERIENCE THE FUTURE / 32


le differenze di rendimento tra fondo e indice sottostante, contenere i costi e, al contempo, garantire un’adeguata liquidità. Minimizzazione dei costi

CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.3

Gli indici, inoltre, non tengono conto dei costi di intermediazione e di altri oneri connessi alla gestione di portafoglio. Nel mondo reale i gestori devono confrontarsi con questi costi, con gli spread che sono legati alla liquidità dei titoli, con il reinvestimento delle cedole e dei dividendi, con i disallineamenti valutari e con altre sfide assenti a livello di indice. Si tratta di aspetti che devono essere opportunamente gestiti per assicurare che la performance del portafoglio e la replica dell’indice siano ottimali. Ottimizzazione dei ritorni

Nonostante i portfolio manager passivi non puntino alla generazione di Alpha, essi hanno comunque la necessità di ottimizzare il portafoglio, al fine di contenere i costi e massimizzare la qualità della replica. Questi obiettivi possono essere perseguiti attraverso sofisticate tecniche di gestione di portafoglio come il prestito titoli, il contenimento della pressione fiscale su dividendi e cedole e la gestione di eventi societari straordinari quali il lancio di nuove emissioni o i downgrade dei bond. L’applicazione di queste tecniche può dare un significativo contributo alla performance complessiva del portafoglio EXPERIENCE THE FUTURE / 33

Un passivo sempre più attivo


CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

e contenere le differenze di rendimento rispetto all’indice sottostante. 1.3.2 L’ARTE DELLA GESTIONE DEL RISCHIO

1.3

Un passivo sempre più attivo

Esistono due principali metodologie per la gestione di portafogli passivi: la replica fisica (completa o a campionamento) e la replica sintetica attraverso l’utilizzo di derivati. La replica completa è utilizzata quando i titoli sottostanti sono liquidi e di facile accesso. In questo caso il portafoglio è composto da ciascun titolo incluso nell’indice, a cui viene assegnato un peso uguale a quello che lo stesso titolo ha nell’indice. Non sempre però la replica completa è possibile, per motivi regolamentari, di liquidità o di costi. In tali casi viene utilizzata la tecnica del campionamento. Il gestore investe quindi in una porzione dei costituenti dell’indice e applica tecniche di sostituzione al fine di creare un portafoglio che abbia caratteristiche simili a quelle del benchmark che si intende replicare. Proprio tale attività di definizione e mantenimento del campione ottimale è un valido esempio di quanto la strutturazione di portafogli passivi richieda competenze professionali e scientifiche poco diffuse. 1.3.3 L’ARTE DELLA MINIMIZZAZIONE DEI COSTI

I costi, se non vengono propriamente gestiti, possono avere un impatto significativo sulla performance. Applicare strategie per minimizzare i costi di intermediazione e di ribilanciamento, il cash drag e altri costi è, dopo la gestione del rischio, il secondo EXPERIENCE THE FUTURE / 34


TRACKING DIFFERENCE (TD) E TRACKING ERROR (TE) Tracking Difference (TD) e Tracking Error (TE) sono le due più comuni misure per la valutazione delle performance di un indice fondo/ETF nei confronti del suo benchmark. La TD è definita come la differenza di rendimento tra il portafoglio e l’indice sottostante in un dato periodo di tempo. Il TE è la volatilità, misurata dalla deviazione standard, di tali differenze di rendimento in un determinato periodo. Quindi la TD fornisce una misura della qualità della replica in un certo periodo, mentre il TE mostra la persistenza di tale qualità. Per un investitore di medio-lungo termine l’attenzione dovrebbe essere rivolta alla tracking difference, mentre per un investitore di brevissimo termine (periodo di detenzione inferiore a qualche mese) il tracking error dovrebbe essere privilegiato. La rilevazione di questi indicatori richiede di calcolare il prezzo del fondo, il livello dell’indice e le valute contestualmente, per evitare differenze non riconducibili alla bontà della replica attuata.

EXPERIENCE THE FUTURE / 35


CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.3

Un passivo sempre più attivo

indicatore di qualità di un gestore. Le modalità di minimizzazione differiscono a seconda del portafoglio di riferimento. In ambito azionario l’attenzione del gestore si concentra sui costi di transazione e ribilanciamento, sui costi impliciti connessi al reinvestimento dei dividendi e a quelli riferiti ai disallineamenti tra valute. In ambito obbligazionario, invece, molte delle attenzioni del gestore sono dovute alla natura stessa del mercato obbligazionario, che è in buona misura un mercato Over The Counter, ossia non regolamentato, dove gli scambi non sono concentrati e i prezzi dello stesso titolo possono essere diversi tra una negoziazione bilaterale e l’altra. Inoltre i ribilanciamenti avvengono più frequentemente a causa di nuove emissioni, di upgrade e downgrade e del riacquisto da parte degli emittenti. Proprio per questo è particolarmente importante poter minimizzare i costi di negoziazione (ad esempio acquistando i bond sul mercato primario o mantenendoli fino alla scadenza) e di ribilanciamento, mantenendo elevata la capacità di replicare fedelmente il sottostante.

1.3.4 L’ARTE DELL’OTTIMIZZAZIONE DEI RITORNI

I gestori passivi puntano a seguire un indice benchmark e non a fare meglio di esso. Tuttavia, la loro abilità nello svolgere tale attività risiede nella generazione di ritorni più alti rispetto a quelli dell’indice, tali da controbilanciare i costi. Tra le tecniche che possono essere utilizzate per ottimizzare i ritorni ci sono il prestito titoli, l’ottimizzazione fiscale e la gestione delle operazioni societarie. Il prestito titoli consente di estrarre ulteriore valore dal portafoglio ma è un’attività che comporta dei rischi, come EXPERIENCE THE FUTURE / 36


ad esempio il default di colui che ha preso in prestito i titoli, che devono essere opportunamente gestiti. È importante sottolineare come si tratti di un’attività svolta non solo dagli strumenti passivi ma altrettanto da quelli attivi, dai fondi pensione e dalle compagnie assicurative. Il cosiddetto rischio controparte può essere limitato mediante un’opportuna strutturazione di questa attività e prevedendo sufficienti garanzie da chi prende in prestito i titoli dal fondo passivo. L’ottimizzazione fiscale consiste nel trattamento dei dividendi e delle cedole, fondamentalmente legato a calcoli di convenienza dipendenti dal Paese di domicilio dell’investitore e da quello in cui si svolge l’operatività del fondo. La gestione delle operazioni societarie è legata alle operazioni di natura straordinaria che interessano le singole società, come operazioni di fusione e acquisizione, operazioni di riorganizzazione, pagamento di dividendi o riacquisto di titoli propri. L’obiettivo del gestore in questo senso è approntare ricerche e attività di indagine che consentano di avere sotto osservazione tali dinamiche. Le operazioni societarie possono influenzare la composizione degli indici sottostanti e il gestore attivo può approfittare di queste situazioni per innalzare il rendimento per gli investitori.

EXPERIENCE THE FUTURE / 37

CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.3

Un passivo sempre più attivo


1

1.4 COME SCEGLIERE TRA GLI STRUMENTI INDICIZZATI: FONDI PASSIVI, ETF E MANDATI

1.4

Quanto visto finora ci porta all’operatività, ossia alla scelta degli

CAPITOLO

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE Come scegliere tra gli strumenti indicizzati: fondi passivi, ETF e mandati

strumenti attraverso i quali prendere posizione con un approccio passivo. Una decisione che dipende nella sostanza da tre fattori: la tipologia di investitore (privato o istituzionale), la disponibilità economica investibile e gli obiettivi di investimento. Per tutti gli strumenti disponibili forniamo un’analisi comparativa. Gli investitori possono selezionare diversi veicoli passivi: i fondi passivi, ossia i fondi comuni indicizzati, gli ETF e i mandati segregati. La scelta del veicolo d’investimento non determina solo la qualità della strategia di replica. Essa determina anche i risultati, il livello di rischio controparte, i requisiti operativi e il costo corrisposto per detenere e negoziare lo strumento. In estrema sintesi, anticipando quanto verrà più diffusamente trattato nelle prossime pagine, è possibile identificare le caratteristiche salienti dei tre diversi veicoli come di seguito. Il mandato segregato è adatto per masse elevate (nell’ordine di diversi milioni di euro). Ha genericamente una durata definita da un contratto, è caratterizzato da commissioni negoziabili ed è operativamente complesso. Può essere personalizzato rispetto alle esigenze dell’investitore, ha contenuta facilità di smobilizzo e può spaziare su una pluralità di asset class investibili. I mandati segregati sono una tipologia di strumento utilizzata dagli investitori istituzionali, quali i fondi pensione ed i fondi sovrani. Il fondo passivo ha caratteristiche simili all’ETF con la differenza che viene sottoscritto su una piattaforma e dev’essere intermediato da un distributore, mentre l’ETF è negoziato su un EXPERIENCE THE FUTURE / 38


Passive fixed Income

704 mld$

Multi-Asset

Composizione delle masse in gestione di BlackRock

Active fixed Income

719 mld$

396 mld$

Cash Mgnt

272 mld$ Alternatives

114 mld$

Advisory 13 mld$

Active Equity

299 mld$

Passive Equity

2.210 mld$

OLTRE IL 65% DELLE MASSE GESTITE DA BLACKROCK È IN GESTIONI PASSIVE Dati: BlackRock al 30 aprile 2016

EXPERIENCE THE FUTURE / 39


CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

mercato e per il suo acquisto sono sufficienti un conto corrente e un conto titoli. L’ETF è adatto anche per investimenti molto contenuti, a differenza degli altri due veicoli, essendo il quantitativo minimo negoziabile pari ad una quota, il cui valore è generalmente nell’ordine di decine di Euro. Le commissioni sono contenute, seppur non negoziabili come nel caso dei mandati segregati.

1.4

Come scegliere tra gli strumenti indicizzati: fondi passivi, ETF e mandati

1.4.1 ETF E FONDI PASSIVI ALLO SPECCHIO, QUESTIONE DI OBIETTIVI Fondi passivi ed ETF appaiono simili ma differiscono per liquidità, meccanismi di trading, classi di azioni, trasparenza, ampiezza dell’esposizione e costi. Con riferimento alla liquidità e ai meccanismi di trading, gli ETF permettono il trading intraday, in quanto sono negoziati su mercati regolamentati, mentre i fondi passivi hanno un ciclo giornaliero di sottoscrizione e di rimborso, che può avvenire solo nei confronti della società di gestione. In termini di ampiezza dell’esposizione, per gli ETF è maggiore, poiché essi sono disponibili su un più elevato numero di indici sottostanti, consentendo di esporsi anche a tematiche di investimento piuttosto particolari (es. robotica). Trasparenza I provider di ETF, tipicamente, pubblicano online i costituenti del fondo su base giornaliera, mentre la trasparenza dei fondi passivi può variare e dipende dagli accordi contrattuali tra la società di gestione e l’investitore. Ampiezza dell’esposizione Con più di 4.500 prodotti disponibili a livello globale, gli ETF offrono un’ampia varietà di esposizioni su asset class, aree geografiche, Paesi, settori e duration. L’offerta di fondi passivi, in genere, risulta molto meno ampia (fonte: Investment Company Institute, 2017).

EXPERIENCE THE FUTURE / 40


Costi

CAPITOLO

1

Gli investitori, nel processo di selezione dei fondi, si concentrano sull’analisi delle commissioni di gestione e sull’ammontare aggregato delle spese correnti (Total Expense Ratio, TER).

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

Un primo aspetto da tenere presente è se l’investitore debba ancora intraprendere l’acquisto dello strumento oppure se stia valutando opzioni quali la sostituzione di esso.

1.4

Occorre quindi considerare un costo complessivo del processo

Come scegliere tra gli strumenti indicizzati: fondi passivi, ETF e mandati

di investimento (Total Cost of Ownership, TCO) composto da: • costi di acquisto; l’onere, considerando l’acquisto in borsa, è approssimabile alla metà del differenziale (fonte: NoRisk) tra il prezzo denaro e quello lettera (bid/ask spread); • costi di detenzione; l’indicatore ottimale è rappresentato dalla tracking difference, ovvero della differenza di rendimento tra il fondo passivo e l’indice sottostante. Tale ammontare comprende sia la parte commissionale (TER), sia altri oneri come gli spread sugli swap se l’ETF è a replica sintetica e gli oneri per il ribilanciamento se a replica fisica. A parziale compensazione vi sono gli introiti derivanti dal prestito titoli (securities lending); • costi di vendita; il processo di dismissione dell’investimento comporta degli oneri assimilabili a quelli di acquisto. Gli ETF tendono ad avere minori costi di negoziazione, mentre i fondi passivi possono talvolta presentare minori costi di gestione e operativi. Gli investitori devono pertanto effettuare

COSTI DI ACQUISTO

+

COSTI DI DETENZIONE

+

COSTI DI VENDITA

EXPERIENCE THE FUTURE / 41

=

TCO

(Total Cost of Ownership)


CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.4

Come scegliere tra gli strumenti indicizzati: fondi passivi, ETF e mandati

la loro scelta in termini di efficienza di costo sulla base della frequenza con cui pensano di effettuare operazioni di trading sullo strumento e sulla base del loro orizzonte temporale dell’investimento. 1.4.2 IL CONFRONTO CON I MANDATI SEGREGATI Mentre ETF e fondi passivi sono veicoli d’investimento accessibili da più soggetti, i mandati segregati sono portafogli d’investimento gestiti per conto di un unico investitore e non a beneficio di una pluralità di quotisti. Rischio I titoli presenti nel portafoglio d’investimento sono custoditi presso una banca depositaria in nome e per conto degli investitori, che ne hanno la piena disponibilità, sostanzialmente come avviene per gli ETF e i fondi passivi. Dimensione La dimensione dell’investimento è determinante per la scelta del veicolo. I mandati segregati si trovano nella fascia alta dello spettro d’investimento e sono tipicamente disponibili solo per investimenti di grandi dimensioni. ETF e fondi passivi, invece, permettono agli investitori di prendere posizione sul mercato rappresentato dal benchmark prescelto sia per investimenti contenuti che per controvalori ingenti. Dal punto di vista operativo ETF e fondi passivi sono dei tipici veicoli “buy and hold”, senza scadenza, dove la gestione e il monitoraggio del portafoglio sono esternalizzati al portfolio manager. I mandati segregati hanno le medesime caratteristiche ma sono onerosi dal punto di vista operativo, poiché richiedono l’esecuzione di un Investment Management Agreement (IMA) e report personalizzati.

EXPERIENCE THE FUTURE / 42


Trading e liquidità

CAPITOLO

Gli ETF sono negoziati su mercati regolamentati che permettono agli investitori di assumere, incrementare o azzerare la loro esposizione in modo istantaneo. I numerosi partecipanti al mercato garantiscono la trasparenza sulla formazione dei prezzi, che sono il risultato delle forze di mercato. Al contrario, i fondi passivi e i mandati segregati hanno liquidità giornaliera e vengono negoziati con un’unica controparte e, in tale ambito, si forma il prezzo. Operatività e prestito titoli L’operatività che può essere svolta all’interno di un mandato

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.4

Come scegliere tra gli strumenti indicizzati: fondi passivi, ETF e mandati

segregato dipende dall’accordo stipulato tra le parti, che si concretizza nell’Investment Management Agreement (IMA). Esso determina anche la possibilità di effettuare il prestito titoli. Qualsiasi cambiamento della politica di investimento deve passare attraverso la sua modifica, a seguito di approfondimenti e trattative tra le parti. Nel confronto con i mandati, gli ETF consentono maggiore flessibilità operativa, come ad esempio l’uso dei margini o di posizioni ribassiste, nonché la disponibilità di opzioni quotate aventi come sottostante gli stessi ETF.

Prestito titoli

Pratica attraverso la quale un fondo presta una parte dei titoli detenuti in portafoglio a una controparte che ha l’impegno di restituirli a una data futura. A fronte del prestito il fondo riceve una remunerazione.

Posizioni ribassiste

Posizionamento di mercato assunto tramite la vendita di strumenti finanziari non posseduti, con la previsione di un successivo riacquisto a un prezzo inferiore rispetto a quello incassato al momento della vendita.

EXPERIENCE THE FUTURE / 43


CAPITOLO

1

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.5

L’evoluzione regolamentare spinge il passivo

1.5 L’EVOLUZIONE REGOLAMENTARE SPINGE IL PASSIVO A sostegno delle stime di crescita attribuite all’industria del passivo non vi sono solo gli elementi intrinsechi degli strumenti passivi visti nella sezione precedente. Esistono una serie di fattori congiunturali e prospettici che provocheranno verosimilmente un’ulteriore accelerazione del fenomeno. Si tratta in primo luogo di ormai prossime innovazioni del quadro regolamentare, mentre sullo sfondo si muove il fenomeno epocale della digitalizzazione, che non sta mancando di far sentire i suoi effetti anche nel settore degli investimenti. Un evento determinante è stato l’introduzione della Retail Distribution Review nel Regno Unito e, entro pochi mesi, della MIFID II. In particolare questa direttiva incrementerà la pressione sulla trasparenza degli intermediari e si prevede che ciò avrà un impatto significativo nella distribuzione dei

MiFID II: Markets in Financial Instrument Directive

MiFID II: Le novità

Entrerà in vigore il 3 gennaio 2018 Finalizzata alla regolarizzazione dei servizi di investimento in tutti i paesi aderenti all’UE Ha come obiettivo quello di sviluppare un mercato unico dei servizi finanziari europei nel quale siano garantite trasparenza e protezione degli investitori

Valutazione di adeguatezza; trasparenza nelle tariffe; scelta tra consulenza indipendente o ristretta; product governance; nuovi obblighi per l’iscrizione all’Albo dei consulenti finanziari

EXPERIENCE THE FUTURE / 44


prodotti finanziari. La nuova normativa richiederà ai distributori di esporre in modo chiaro la struttura commissionale compresa nei costi del fondo e si presume, pertanto, che diversi operatori saranno indotti ad addebitare gli oneri dell’advisory esternamente rispetto ai prodotti (modelli fee based). In Italia la MIFID II sarà introdotta a partire da gennaio 2018 e si prevede che, in forza di tale cambiamento, i canali di distribuzione si focalizzeranno maggiormente sulla qualità del servizio offerto aprendo spazi alla gestione passiva (ETF e fondi), che offre soluzioni efficienti, trasparenti e a basso costo. L’innovazione del quadro regolamentare renderà quindi il Vecchio Continente molto promettente per il mercato degli ETF: si stimano tassi di crescita superiori alla media mondiale, benché, ad oggi, il peso dell’Europa sulle masse globali sia inferiore al 20%. Proprio in Europa si registra l’allineamento di diversi driver di crescita, riconducibili all’adozione dello strumento da parte di categorie sempre nuove di investitori istituzionali o all’apertura dei principali canali distributivi su impulso regolamentare o del mercato. Si assiste, inoltre, all’evoluzione dell’intero ecosistema legato agli ETF, che include i mercati regolamentati, i Market Maker o Liquidity Provider e i Regolatori. Questa evoluzione innesca circoli virtuosi che migliorano l’efficienza degli strumenti, attraendo categorie nuove di investitori o spingendo a sperimentare nuove applicazioni da parte degli investitori esistenti. Gli aspetti regolamentari forniranno inoltre una spinta addizionale all’adozione di piattaforme digitali in grado di consentire l’erogazione di servizi di investimento a costi contenuti. Oltre alla transizione regolamentare, è in atto anche una profonda innovazione che riguarda le interazioni dei distributori e consulenti con i clienti e che, oltre a cambiare il processo di erogazione dei servizi finanziari, sarà in grado di far emergere nuovi modelli di business, spingendo verso modalità di distribuzione alternative e creando un nuovo spazio naturale per gli ETF. EXPERIENCE THE FUTURE / 45

CAPITOLO

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IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.5

L’evoluzione regolamentare spinge il passivo


CAPITOLO

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IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.5

L’evoluzione regolamentare spinge il passivo

1.5.1 COSÌ CAMBIA LA GEOGRAFIA DELLA CONSULENZA Nel mondo della distribuzione di prodotti finanziari si sta assistendo a un cambiamento, senz’altro non omogeneo nella forma ma molto deciso nella direzione di una maggiore trasparenza e di un’accresciuta attenzione ai costi. Le prossime evoluzioni normative avranno certamente un impatto significativo sui modelli di business nel wealth management e, indirettamente, sull’apertura all’industria passiva nei modelli di consulenza in Europa. Si segnala, in proposito, l’esempio della Gran Bretagna, dove il più basso profilo commissionale dei prodotti passivi è risultato premiante nell’applicazione della Retail Distribution Review (RDR), che ha aperto la strada all’eliminazione delle commissioni di retrocessione da parte dei consulenti. L’evoluzione dei modelli di business nella consulenza già in atto in diversi Paesi, unitamente all’applicazione della Mifid II, saranno i driver di una crescita potenzialmente molto pronunciata dei canali Wealth e Retail nei prossimi anni. Di seguito è riportato lo stato dell’arte dei sistemi distributivi nel mondo e le tendenze in atto: • USA Il mercato ha stabilito come best practice la consulenza indipendente e a parcella. Anche il regolatore, con la Fiduciary Rule (o legge sul conflitto di interesse), imposta dal Dipartimento del Lavoro con entrata in vigore nel 2018, si è mosso nella stessa direzione: il consulente che assiste i risparmiatori sui piani pensionistici deve dimostrare di aderire a degli standard fiduciari (equivalenti a porre l’interesse del cliente al di sopra del proprio profitto), ed è tenuto a dare piena trasparenza dei costi e degli eventuali conflitti di interesse. Solamente gli strumenti valutati ottimali, che siano attivi oppure passivi, potranno essere utilizzati nei portafogli con finalità previdenziale. EXPERIENCE THE FUTURE / 46


Morningstar stima che ci sarà un impatto di magnitudine molto rilevante su 3.000 miliardi di dollari di asset di clienti gestiti sotto forma di IRA (Individual retirement accounts) e 401 (k) plan (piani pensionistici) ma anche sui business model, con vantaggi potenziali per robo-advisor e passivi e conseguenze negative per compagnie di assicurazione e asset manager di nicchia. Già oggi negli USA gli asset dei fondi passivi hanno superato la quota del 40% degli asset totali dei fondi, con una crescita del 18,8% rispetto a 10 anni fa (fonte: FTfm aprile 2016). Il 62% dei financial advisor statunitensi considera gli ETF come strumenti complementari ai fondi attivi (fonte: “The Cerulli Edge – US Asset Management Edition, Cerulli Associates). • Gran Bretagna Il servizio di consulenza agli investimenti deve essere esplicitamente remunerato dal cliente attraverso commissioni commisurate al portafoglio, che vengono applicate direttamente dalla rete bancaria o dal consulente indipendente (Ifa). In questo scenario si assiste al potenziamento della consulenza ad alto valore aggiunto e contemporaneamente alla crescita della distribuzione senza consulenza, generalmente in regime di “execution only” (ricezione e trasmissione ordini). La limitazione delle retrocessioni o inducements (la parte di commissioni che le società emittenti applicano ai prodotti di investimento e che vengono poi concesse alle reti di distribuzione) ai prodotti preesistenti e a quelli distribuiti senza consulenza ha reso i consulenti finanziari più inclini all’uso di strumenti passivi per motivi di efficienza gestionale e di costo. • Svizzera Le maggiori banche private hanno già adottato modelli fee only, con processi di investimento più sistematici e governati dalle direzioni, nei quali il passivo ha un ruolo rilevante. EXPERIENCE THE FUTURE / 47

CAPITOLO

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IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.5

L’evoluzione regolamentare spinge il passivo


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• Germania Diverse banche retail e piattaforme di brokeraggio stanno assecondando la domanda dei clienti finali per soluzioni a basso costo, inserendo gli ETF nella loro offerta (con advisory

IL NUOVO PARADIGMA DELLE GESTIONI PASSIVE

1.5.2

1.5

Oggi in Italia, sul fronte della distribuzione dei prodotti finanziari

L’evoluzione regolamentare spinge il passivo

digitale o sconto commissionale). ORIZZONTE ITALIA, PRONTI ALLA RIVOLUZIONE

prevale il canale della vendita tradizionale, con accordi di collocamento tra produttori e distributori. Le diverse componenti di costo e i corrispettivi servizi non sono sempre chiari, sia nell’entità complessiva che nella ripartizione tra chi gestisce il fondo, il distributore e colui che promuove la vendita (consulente finanziario). L’industria è guidata prevalentemente dall’offerta ed esistono una serie di distorsioni tipiche del mercato italiano. L’Italia è infatti il Paese europeo che, dopo il Belgio, ha i costi dei fondi più elevati (e, secondo Morningstar, in aumento negli ultimi 3 anni). A ciò va aggiunta l’applicazione diffusa di commissioni di performance, che non garantiscono l’allineamento degli interessi tra i gestori e gli investitori. Una ricerca dell’ufficio studi di MoneyFarm (“Le commissioni di performance: cosa sono e quanto impattano sul cliente”), condotta sulle maggiori società di investimento italiane (considerando quelle che si occupano sia della gestione del prodotto, sia della distribuzione dello stesso), rivela che nel 2015 le commissioni di performance sono cresciute mediamente dell’80% rispetto all’anno precedente, a fronte di un dimezzamento delle performance delle azioni. Al contrario, gli ETF sono strumenti caratterizzati da basse commissioni di gestione: mediamente, un portafoglio strategico multi asset in ETF presenta un TER di 15-20 punti base (fonte: MoneyFarm, elaborazioni Plus 24 su dati Interactive Data). Le nuove previsioni normative dovrebbero però mutare sensibilmente il quadro. La data chiave a tal proposito è quella del 3 gennaio 2018, quando entrerà in vigore Mifid II. La direttiva EXPERIENCE THE FUTURE / 48


dovrebbe migliorare la trasparenza sui costi nei confronti dei clienti finali, poiché vieterebbe il pagamento delle commissioni ai wealth manager e consulenti finanziari indipendenti. In tale contesto, la gestione del costo medio del portafoglio diventerà determinante. Cosa cambia con la Mifid II Tra le previsioni della nuova normativa vi è anche la possibilità di erogare servizi di consulenza evoluta e personalizzata su base indipendente, con l’adozione di un sistema commissionale alternativo a quello delle retrocessioni delle commissioni di collocamento, attualmente conferite ai consulenti finanziari (ex promotori finanziari). Il provvedimento introduce, quindi, un sistema di remunerazione degli intermediari basato sul pagamento di una parcella da parte dei clienti a fronte dell’erogazione di un servizio di consulenza indipendente; sistema che dovrebbe garantire l’eliminazione dei conflitti d’interesse. Qualora la consulenza venga prestata in forma indipendente (modalità che deve essere comunicata al cliente prima dell’inizio del rapporto), per i consulenti sarà vietato percepire commissioni o altri incentivi dalle società di gestione. La maggior trasparenza dei meccanismi di remunerazione consentirà al cliente un più agevole confronto delle diverse offerte e, agli intermediari, una migliore modulazione della loro proposta a seconda delle diverse fasce di clientela. Proponendo ad esempio la consulenza indipendente in prima battuta alla clientela più evoluta (in possesso di un elevato grado di istruzione e di una buona dotazione patrimoniale), che già oggi negli Usa costituisce il “nocciolo” della domanda di ETF. Per rispondere alla domanda di tale clientela, e per giustificare il pagamento della parcella, gli intermediari dovranno fornire servizi ad alto valore aggiunto e non solo una semplice vendita di strumenti. I consulenti indipendenti, in particolare, dovranno garantire al cliente l’accesso a un’ampia gamma di strumenti finanziari, EXPERIENCE THE FUTURE / 49

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al fine di comporre il portafoglio di investimento. I consulenti italiani passerebbero così dall’attuale ottica di selezione fondi a un approccio di asset allocation, quello utilizzato ad esempio nelle gestioni patrimoniali, che mira a selezionare i fondi migliori, che siano attivi o passivi, nell’interesse dell’investitore. Ne conseguirà la possibilità di arrivare a un mix di attivo e passivo, proprio in virtù dell’ampio set di strumenti a disposizione per la composizione del portafoglio. L’avvento della piena trasparenza nei costi e nel processo di selezione degli strumenti influenzerà anche il modus operandi delle gestioni patrimoniali e dei servizi di portafoglio aggregati. Gli operatori saranno tenuti a dettagliare sia il costo del servizio che gli oneri connessi all’investimento negli strumenti compresi all’interno delle varie soluzioni, facendo quindi emergere l’onerosità effettiva. I costi saranno espressi in valore assoluto. Ci si aspetta che la maggiore trasparenza spingerà gli intermediari ad utilizzare in modo più intenso gli strumenti passivi, che riescono a coniugare l’efficienza operativa con una struttura di costi molto competitiva. Oltre alla Mifid II, diventerà presto operativo il regolamento riguardante i PRIIPs, ovvero i prodotti d’investimento e assicurativi pre-assemblati, in cui sono comprese tutte le polizze assicurative a contenuto finanziario (ramo III, IV, ramo I mista a rivalutazione e quelle multiramo). Agli investitori dovrà essere consegnato un KID (Key Information Document), contenente in modo semplice, trasparente e dettagliato le informazioni riguardanti i rischi e i costi dello strumento, ricalcando i contenuti informativi richiesti dalla Mifid II. Viste le nuove modalità espositive dei prospetti, anche i player assicurativi dovranno prestare attenzione alla selezione degli strumenti e, in particolare, al costo complessivo di queste soluzioni, prevedendo conseguentemente anche una componente passiva. Gli intermediari dovranno poi dotarsi di strutture di governance tali da garantire che i prodotti finanziari vengano distribuiti ai clienti sulla base delle loro esigenze e caratteristiche. EXPERIENCE THE FUTURE / 50


È da rilevare che nei mercati che hanno già completato la transizione verso modelli di consulenza indipendente, come Gran Bretagna e Olanda, l’utilizzo degli ETF e dei prodotti indicizzati è letteralmente esploso: dall’introduzione della Retail Distribution Review (RDR) in Gran Bretagna nel 2013 l’80% dei flussi netti è confluito su prodotti passivi (fonte: Retail Distribution Review post implementation review, Europe

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Economics). Mifid II prevede anche una serie di disposizioni ispirate al dovere di agire nel miglior interesse del cliente (suitability rule) e dirette a garantire una corretta informazione per gli investitori, a limitare i potenziali conflitti di interesse tra le parti e a realizzare un’adeguata profilatura del risparmiatore. Le imprese di investimento sono pertanto chiamate non solo a specificare ai clienti se la consulenza è prestata su base indipendente o meno; ma anche a chiarire se la consulenza è basata su un’analisi del mercato ampia o più ristretta delle varie tipologie di strumenti finanziari e se l’impresa fornirà ai clienti la valutazione periodica dell’adeguatezza degli strumenti finanziari raccomandati. Alla base del servizio di consulenza rimane la tutela dell’investitore, attuata tramite la valutazione di adeguatezza. Tale valutazione si basa sulla raccolta di una serie di informazioni sul cliente: le sue conoscenze ed esperienze in materia di investimenti riguardo allo specifico tipo di prodotto o servizio; la sua situazione finanziaria, tra cui la capacità di sostenere eventuali perdite; i suoi obiettivi di investimento, inclusa la tolleranza al rischio.

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Come i consulenti italiani usano gli ETF

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Lo sviluppo da parte degli Advisory Desk di portafogli modello misti in fondi ed ETF ha aumentato anche in Italia la familiarità con alcune delle tecniche maggiormente utilizzate, riassunte di seguito: • Portfolio completion Gli ETF possono essere combinati con i fondi comuni per coprire aree geografiche, settori o altre caratteristiche mancanti nella parte di portafoglio allocata in investimenti attivi. • Beta adjustment/ Risk smoothing L’introduzione in portafoglio di un ETF o di una loro combinazione può contribuire a gestire la componente tattica di portafoglio, per prendere posizioni di breve termine sul mercato. In alternativa, possono essere costruite posizioni più strategiche che affianchino gli ETF a fondi attivi, con l’obiettivo di contenere la volatilità di lungo periodo. Queste strategie consentono agli investitori di correggere eventuali squilibri nell’asset allocation, intervenendo sul Beta: ad esempio, si potrebbe affiancare un ETF ad un gestore con stile di gestione difensivo per aumentare il Beta in uno scenario rialzista; in alternativa, si potrebbe abbinare un ETF Minimum Volatility, che ha un beta molto ridotto rispetto all’indice di riferimento, ad un fondo con bias su aziende small cap, con l’obiettivo di ridurre il rischio complessivo di portafoglio. Ancora una volta è possibile modulare anche il livello di complessità di queste strategie, agendo su driver indiretti come fattori, settori, regioni o capitalizzazioni. • Core – satellite Nell’ambito di queste strategie gli ETF possono rappresentare sia la porzione core che quella satellite del EXPERIENCE THE FUTURE / 52


portafoglio. Nel core sono sempre più impiegati per esporsi

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a mercati efficienti in modo strategico, nel satellite su mercati di nicchia o non replicabili da gestori attivi, o per gestire la porzione tattica con temi specifici di mercato (es.

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private equity, property, energy, etc.).

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+

GPF / GPM / GPA

Certificati

Certificati di investimento con ETF come sottostante

Comparto SICAV / Fondi di Fondi

Singolo comparto SICAV / FoF Fondo di ETF

Unit-linked

Fondi interni di Unit-linked investiti in ETF Unit-linked con ETF come fondi esterni

Advisory

On-top-fee / fee-only / fee-offset advisory model Modelli misti fee & commissioni

Robo-advisory

Portafogli modello tattici e strategici in ETF

Self direct

ETF utilizzati come strumenti di trading / AA self-direct

Fonte: elaborazione BlackRock

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ION C AT LLO ET A

ASS

Livello di delega dato dal cliente

Gestioni Patrimoniali


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1.5.3 IL FUTURO E’ (ANCHE) DIGITALE L’altro grande trend in atto nel mondo dei servizi finanziari è quello della digitalizzazione. Nel prossimo futuro tutte le generazioni (non solo i millennials) ricercheranno sempre più modalità d’interazione digitali, probabilmente non in sostituzione ma ad integrazione dei rapporti umani. Nel World Wealth Report 2016, Capgemini ha recentemente analizzato le dinamiche prospettiche del wealth management, evidenziando nello sviluppo digitale la maggiore opportunità nei prossimi anni. Da tale analisi emerge che oltre il 25% dei clienti di fascia alta e altissima (HNWI) preferisce contatti digitali a quelli diretti e che i maggiori player di wealth management stanno sempre più riconoscendo il valore di applicativi digitali come strumento per approfondire le relazioni e facilitare flussi informativi. Tra gli strumenti digitali che stanno rendendo più efficiente il servizio di consulenza, un posto di primo piano è occupato dai robo advisor. I robo-advisor sono piattaforme online che, grazie al supporto di team professionali, offrono ai risparmiatori soluzioni di investimento precostituite, consigliando la costruzione di portafogli standard sulla base della profilazione della clientela. Ciò a fronte di una parcella definita e a basso costo. I portafogli proposti dai robo-advisor sono costituiti in prevalenza da ETF, considerati mattoncini efficienti per costruire soluzioni di asset allocation. Con gli ETF è infatti possibile dare vita a portafogli molto diversificati, a costi ridotti, in cui si conoscono in tempo reale tutti i titoli sottostanti. Ai vantaggi in termini di trasparenza e costi si aggiungono quelli concernenti l’ampiezza dei sottostanti e l’affidabilità nella replica, così come i benefici riferiti agli elevati livelli di liquidità e alla possibilità di accedere ad asset class poco liquide. I robo advisor: • Non si avvalgono di reti distributive. In caso opposto si parla di robo for advisor; EXPERIENCE THE FUTURE / 54


• Si parla di algoritmi e modelli quantitativi ma non si tratta solo di gestioni automatizzate, poiché vi sono almeno tre modelli di gestione diversi usati dai robo advisor: algoritmiche, humans only e mixed models; • Esistono due categorie di robo advisors: start up tecnologiche caratterizzate da modelli di allocazione standardizzati per profilo, ed incumbent, cioè emittenti di ETF remunerati dal servizio ma anche dai sottostanti; • Si parla di fenomeno americano, ma già oggi in Europa esistono almeno 30 robo advisor con modelli di business anche molto diversi fra loro (fonte: European Distribution Dynamics 2016, Cerulli Associates); • Le reali potenzialità di questi servizi devono essere sostenute da importanti investimenti di marketing e pubblicità; • A inizio 2016 si contavano nell’advisory digitale 140 aziende, delle quali 80 fondate negli ultimi 2 anni. Con 700 milioni investiti negli ultimi 8 anni, di cui il 70% negli ultimi 2. • Le preferenze dei privati sono una componente importante: la Germania, Paese commission based, è il mercato con il più alto numero di robo advisor in Europa e dove le banche retail stanno aprendo agli acquisti diretti di ETF perché c’è domanda da parte dei privati. Si ritiene che la digital advisory possa diventare sempre più parte integrante dell’offerta di Wealth Management; in questo contesto, la Robo Technology può essere utilizzata per disegnare soluzioni sempre più sofisticate di financial planning. In sostanza, si passerà da servizi semplificati stand alone a vere e proprie tecnologie integrate nelle piattaforme degli intermediari e a supporto dei gestori di relazione.

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F ETF ETF T E F T E F T E F T E F ETF ET F ETF T E F T E F T E F T E F ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ET ETF ETF ETF ETF F F ETF ETF T E F T E T E F T E F ETF ET F ETF T E F T E F T E F T E F ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ET ETF ETF ETF ETF F F ETF ETF T E F T E T E F T E F ETF ET F ETF T E F T E F T E F T E F ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ET ETF ETF ETF ETF F F ETF ETF T E F T E T E F T E F ETF ET F ETF T E F T E F T E F T E F ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ET ETF ETF ETF ETF F F ETF ETF T E F T E T E F T E F ETF ET F ETF T E F L’era T E F T E F T E F T ETF ETF ETF E dello smart F ETF ETF T E F T E F T E F T E F investing ETF ET F ETF T E F T E F T E F T E F ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ET ETF ETF ETF ETF F F ETF ETF T E F T E T E F T E F ETF ET F ETF T E F T E F T E F T E F ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ETF ETF ETF ET F ETF ETF ETF ETF ET ETF ETF ETF ETF F F ETF ETF T E F T E T E F T E F ETF ET F ETF T E F T E F T E F T E F ETF ETF ETF ET C A P I T O L O

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ETF: risposte semplici a bisogni sofisticati

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I N T R O D U Z I O N E

/

C A P I T O L O

2

II “La semplicità è la maggiore sofisticazione”. Parola di Steve Jobs, geniale e visionario fondatore di Apple, che proprio con la leva della semplicità ha cambiato la vita di miliardi di persone. C’è un curioso parallelismo tra il mondo della tecnologia e il tema oggetto di questo libro: uno smartphone è un prodotto molto semplice per chi lo usa, ma al tempo stesso estremamente sofisticato. In maniera non dissimile, gli ETF sono certamente un prodotto semplice per gli investitori, ma al loro interno racchiudono una serie di importanti aspetti tecnici, hanno la capacità di evolvere seguendo le tendenze segnalate dai bisogni degli investitori e dalle condizioni dei mercati finanziari, sono infine in grado di rispondere a esigenze composite d’investimento. E soprattutto hanno un futuro ancora tutto da scrivere sulle direttrici della regolamentazione e della digitalizzazione. Insomma, quella che abbiamo di fronte può a tutti gli effetti essere definita l’era dello smart investing. In questo capitolo spiegheremo pertanto cosa c’è “dentro” un ETF come farebbe un manuale d’istruzioni: rispondendo alle domande più frequenti degli investitori, sciogliendo i loro dubbi (e sfatando alcuni falsi miti) e spiegando come scegliere l’ETF più confacente alle proprie esigenze. Ma anche spiegando come comprare ETF nel modo migliore, conoscendo tutte le opportunità presenti sul mercato e come utilizzarli.

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EXPERIENCE THE FUTURE

2.1

ETF education

2.1 ETF EDUCATION Che differenza c’è tra NAV e prezzo di mercato di un ETF? Un ETF può fallire? E qual è il trattamento fiscale di un ETF? Sono solo alcune delle domande che troveranno risposta nelle prossime pagine, al fianco di alcuni aspetti definitori di base degli ETF. Quello proposto è infatti un focus educational sui generis. Non verrà dato nulla per scontato, ma si cercherà di andare un passo oltre rispetto a una presentazione puramente tassonomica, dando risposta ai quesiti pratici che spesso restano a mezz’aria e orientando la luce su alcuni punti oscuri che spesso rappresentano un freno per chi volesse accostarsi all’investimento in ETF. Anche per la scelta di un ETF si è scelto un approccio operativo, facilitato da una scheda con le domande da porsi per ciascuna caratteristica in evidenza. 2.1.1

I PERCHÈ DI UNA SCELTA EFFICIENTE

Gli ETF, acronimo di Exchange-Traded Funds, sono uno strumento a metà strada tra i tradizionali fondi comuni di investimento e i titoli quotati, che unisce i benefici di entrambi i prodotti, come la diversificazione e il patrimonio segregato caratteristico dei fondi, con la negoziabilità nel continuo tipica delle azioni. Si tratta di fondi che replicano indici di mercato attraverso l’indicizzazione (un meccanismo di gestione attraverso cui si mira a comprare gli stessi titoli dell’indice con i medesimi pesi), che permette di offrire a costi contenuti pressoché lo stesso rendimento di un determinato portafoglio di attività finanziarie (azioni, obbligazioni, materie prime o liquidità) preso a riferimento.

Fondo indicizzato

+

Azione

=

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Exchange Traded Fund / iShares


Cosa piace agli investitori

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I vantaggi principali derivanti dagli investimenti negli ETF sono i seguenti: • Quotazioni e contrattazioni costanti in tempo reale: gli ETF vengono negoziati durante i normali orari di apertura dei mercati; • Nessuna commissione per la sottoscrizione o il rimborso: gli ETF vengono comprati e venduti sulle borse, pertanto

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2.1

ETF education

vengono applicati esclusivamente gli oneri delle operazioni standard di borsa, incluse le commissioni d’intermediazione; • Spese contenute a carico del fondo: gli ETF presentano un TER (Total Expense Ratio), che comprende generalmente le commissioni di gestione, i costi di custodia, quelli di licenza d’uso dell’indice nonché i costi operativi, molto inferiore rispetto ai prodotti d’investimento collettivo attivi (fondi comuni) simili;

600

500

L’incidenza dei costi nel lungo termine

Differenza €169.000

400

300

200 Fondo A, TER 0,40% Fondo B, TER 1,80%

100

19 20 21 20 23 20 25 20 27 20 29 20 31 20 33 20 35 20 37 20 39 20 41 20 43 20 45

17

20

20

20

15

0 Fonte: BlackRock

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• Trasparenza: gli ETF comunicano quotidianamente le partecipazioni del proprio fondo, per consentire agli azionisti di sapere esattamente cosa sia in loro possesso;

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2.1

ETF education

• Diversificazione: gli ETF riflettono l’andamento di tutti i titoli che compongono un indice e possono pertanto essere utilizzati per ridurre il rischio di concentrazione di un portafoglio, offrendo un’esposizione a intere regioni, mercati e settori; • Liquidità: la liquidità di un ETF dipende dalla liquidità degli strumenti finanziari sottostanti, non dal volume di negoziazione né dalla capitalizzazione di mercato del fondo sul mercato secondario. Proprio in merito alla liquidità, gli ETF sono un unicum nel panorama dei prodotti finanziari. Sono caratterizzati da un doppio mercato, primario e secondario, e da un meccanismo di creation/redemption in kind se la disponibilità sul mercato secondario di quote già emesse non fosse in grado di assorbire tutta la domanda. Questo doppio mercato, e il conseguente arbitraggio sui prezzi, crea un meccanismo che evita che i prezzi si discostino eccessivamente dal benchmark.

Le fonti della liquidità degli ETF Liquidità in Borsa

LIV ELL I DI

MERCATO SECONDARIO

UID ITÀ

OTC Market Maker Indicazioni di qualità

LIQ

Profondità del mercato degli ETF

CRE Liquidità del mercato primario Paniere dei titoli sottostanti e costi di creazione e rimborso

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TI

Mercato Primario

N SCE

FONTE DELLA LIQUIDITÀ DEI FONDI INDICE E DEI MANDATI SEGRETI


Vantaggi per gestori e consulenti • Ricerca di performance tramite asset allocation: il grande vantaggio degli ETF è legato all’indicizzazione, ovvero alla capacità di replica di diverse asset class e sub-segmenti azionari, obbligazionari o di materie prime. Sono strumenti estremamente flessibili e versatili per chiunque desideri implementare view di mercato, sia di natura strategica che tattica. Pertanto l’investitore in ETF è per definizione attivo, anche se declina le proprie view utilizzando strumenti passivi. L’ETF, infatti, non promette di battere un benchmark ma di replicarlo. Il focus del processo di investimento si sposta in questo caso dalla selezione dei singoli titoli all’asset allocation e dalla selezione dei fondi alla ETF selection; • Gestione del rischio: gli ETF semplificano due attività cardine alla base della gestione di portafoglio, ovvero il monitoraggio dei portafogli in tempo reale (trasparenza dei singoli costituenti e della composizione settoriale e geografica) e l’analisi del rischio. La diversificazione è istantanea e consente di minimizzare il rischio idiosincratico o relativo a un singolo titolo; • Efficienza di costo: gli ETF sono strumenti caratterizzati da basse commissioni di gestione; mediamente, un portafoglio strategico multi asset in ETF presenta un TER (Total Expense Ratio o coefficiente complessivo di costo) medio di 15-20 punti base (fonte: MoneyFarm). Mifid II, tra gli altri aspetti, introdurrà ulteriori misure per migliorare la trasparenza dei costi nei confronti dei clienti finali. In tale contesto, la gestione del costo medio del portafoglio diventerà dirimente. Il costo del sottostante all’interno di un prodotto gestito, peraltro, può essere visto non solo come performance aggiuntiva ma anche come maggiore marginalità per fabbrica prodotto e distributore; • Performance differenziali: gli ETF, nonostante abbiano EXPERIENCE THE FUTURE / 63

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2.1

ETF education


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ETF education

come obiettivo la replica del benchmark, riescono a volte ad ottenere dei rendimenti superiori rispetto all'indice di riferimento. 2.1.2 COME SCEGLIERE UN ETF, LA GUIDA OPERATIVA Con il crescente sviluppo del mercato degli ETF è aumentato anche il numero di prodotti offerti. Non solo è ormai possibile implementare molte differenti strategie di investimento ma si può anche scegliere tra fondi di diversi emittenti che replicano lo stesso mercato o, anche, lo stesso indice. Questo ha reso gli ETF uno strumento sempre più popolare ma ha altresì reso necessario valutare attentamente quale strumento acquistare. La cosiddetta Due Diligence è la procedura attraverso cui si seleziona il prodotto più adatto ai propri obiettivi di investimento. Implica un’analisi approfondita delle caratteristiche dei vari strumenti disponibili e, ancora prima, la definizione dei criteri più rilevanti per effettuare questa valutazione. Alcuni elementi chiave che gli investitori professionali e i consulenti d'investimento tengono in considerazione nella scelta di un ETF sono: • Selezione dell’indice • Struttura dell’ETF • Domicilio/Quotazione • Tassazione • Negoziazione e valutazione • Rendimenti • Costi totali • Prestito titoli • Selezione dell’emittente Selezione dell’indice Per scegliere un ETF è importante comprendere adeguatamente come effettivamente esso investa. Due indici che replicano lo stesso mercato possono presentare numerose differenze tra EXPERIENCE THE FUTURE / 64


loro e, conseguentemente, ogni prodotto presenta un profilo rischio/rendimento peculiare. Ogni provider di indici stabilisce i propri criteri di selezione dei titoli da includere in uno specifico benchmark. È opportuno valutare che tali criteri siano trasparenti ed obiettivi, che i dati sull’indice siano completi e facilmente reperibili, che l’indice sia conosciuto ed utilizzato e che abbia una storia sufficiente a valutarne l’efficacia. La selezione di un indice sottostante rispetto ad un altro è una scelta di tipo tattico. Le domande da porsi: • I criteri di costruzione dell’indice sottostante sono chiari e facilmente reperibili? Quando è stato creato? • Il provider dell’indice è conosciuto oppure coincide con l’emittente degli ETF? • Sono disponibili i dati relativi all’andamento dell’indice nel passato? Si tratta di simulazioni o di dati reali? Struttura dell’ETF Come già visto, gli ETF possono replicare gli indici sottostanti attraverso una replica fisica completa, ottimizzata o a campione e una replica sintetica. Se l’ETF acquista fisicamente i titoli presenti nell’indice sottostante si parla di replica fisica, la quale può essere completa se il fondo detiene tutte le componenti del benchmark con il loro peso relativo, oppure ottimizzata o parziale se il fondo detiene solamente alcune delle azioni componenti l’indice. La scelta di una replica non completa avviene solitamente per indici composti da un elevato numero di azioni oppure relativi a mercati difficilmente accessibili. Se invece l’ETF utilizza contratti derivati per ottenere il rendimento del benchmark, si parla di replica sintetica o indiretta. Con questo tipo di replica non si acquistano i titoli contenuti nell’indice, bensì la performance, attraverso la stipula di contratti swap. Ciò espone al rischio di controparte e implica la necessità di verificare la trasparenza del paniere di titoli utilizzato come collaterale, nonché del costo sottostante alla stipula del contratto swap. EXPERIENCE THE FUTURE / 65

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2.1

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Le domande da porsi: • Qual è la struttura dell’ETF? Cosa comporta in termini di benefici/rischi? Domicilio /Quotazione Il domicilio degli ETF influenza sia la regolamentazione a cui essi devono sottostare che il trattamento fiscale. I fondi domiciliati in un Paese dell’Unione Europea, per essere considerati Fondi Armonizzati, devono rispettare la direttiva UCITS. A livello di tassazione, i detentori di azioni che non sono residenti in uno Stato devono pagare una ritenuta alla fonte sui dividendi incassati (withholding tax), che dipende dal domicilio del fondo. Il mercato di quotazione di un ETF può impattare sui costi di negoziazione per l’investitore finale. Le domande da porsi: • Dove è domiciliato il fondo? Come impatta sulla tassazione interna? • Dove è quotato il fondo? È UCITS compliant? Quali sono i costi di negoziazione? Tassazione Vi sono tre livelli di tassazione per un investimento in ETF: a livello dei titoli sottostanti, a livello del fondo e a livello dell’investitore finale. Quando i titoli sottostanti pagano dividendi, essi sono soggetti ad una ritenuta alla fonte, che dipende dal domicilio del fondo ed il fondo stesso può pagare dividendi, soggetti a tassazione, sulla base della tipologia di titoli sottostanti. L’investitore, infine, può essere sottoposto a tre tipologie di regime fiscale: dichiarativo, ovvero se sceglie autonomamente gli investimenti da effettuare ed è tenuto a riportare nella dichiarazione dei redditi eventuali plus/ minusvalenze realizzate; amministrato, se il cliente sceglie da solo gli investimenti da effettuare ma è la banca che si occupa degli adempimenti fiscali; e gestito, se il cliente delega alla EXPERIENCE THE FUTURE / 66


banca sia la scelta degli investimenti che l’adempimento degli obblighi fiscali. Le domande da porsi: • L’ETF distribuisce dividendi? • Qual è la tassazione per l’investitore finale? • Qual è il regime fiscale a cui si è sottoposti? Negoziazione È importante conoscere la liquidità, gli asset, lo spread e la profondità di mercato di un ETF. Un fondo con contenute masse (AuM) è facilmente destinato alla chiusura, mentre la dimensione maggiore rende l’ETF più efficiente dal punto di vista dei costi, nonché più efficacemente negoziabile. Lo spread è la differenza tra i prezzi denaro e lettera (bid e ask), imposta dal market maker per comprare o vendere l’ETF: più è contenuto e più il prodotto è concorrenziale. La profondità di mercato indica la quantità di ordini che un investitore può effettuare. Infine è importante conoscere se queste caratteristiche siano variate nelle precedenti fasi di stress di mercato e se l’ETF sia rimasto sempre negoziabile anche nei periodi di forti vendite/acquisti. Le domande da porsi: • Quali sono gli AuM del fondo? • Qual è lo spread denaro/lettera (bid/ask)? • Qual è la profondità del book? Rendimenti Per valutare le performance è necessario conoscere quanto l’ETF abbia replicato adeguatamente l’indice sottostante, in termini di tracking error e tracking difference. Il tracking error viene definito come la volatilità delle differenze tra i rendimenti del fondo e del benchmark, mentre la tracking difference come differenza tra il rendimento di un fondo e dell’indice in un certo periodo di tempo. È importante accertarsi che le rilevazioni dei dati per l’ETF e per il fondo vengano effettuate nello stesso EXPERIENCE THE FUTURE / 67

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ETF education


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ETF education

momento e lo stesso vale per i tassi di cambio delle valute. Per un investitore di lungo periodo è più importante considerare la tracking difference, mentre per un investitore di breve periodo il tracking error. Le domande da porsi: • Qual è il tracking error del fondo? E la tracking difference? • Come è variato il tracking error in periodi di stress di mercato? Costi totali Il TER, Total Expense Ratio, di un ETF rappresenta solo una parte dei costi complessivi. Gli investitori dovrebbero considerare anche l’impatto di altri costi, sia interni che esterni, sul rendimento complessivo del portafoglio. Per i fondi a replica fisica è necessario considerare i costi di ribilanciamento, mentre per i fondi sintetici le commissioni per lo swap. Queste due componenti, oltre ai ricavi dal prestito titoli, costituiscono i fattori interni, ovvero i costi generati e i ricavi ricevuti dall’ETF nel periodo di detenzione da parte dell’investitore. Tra i fattori esterni, ovvero quelli nei quali l’investitore incorre nel momento in cui acquista o vende un ETF, bisogna considerare lo spread denaro/lettera, le commissioni di intermediazione, i costi relativi al meccanismo di creation/ redemption e gli oneri fiscali. I costi hanno una diversa importanza a seconda dell’orizzonte temporale dell’investimento: se per un acquisto di breve periodo lo spread denaro/lettera è più rilevante, per un investimento di lungo periodo il TER svolge un ruolo più importante. Il Total Cost of Ownership (TCO) è la combinazione di fattori interni ed esterni all’ETF che concorrono a determinare l’onerosità complessiva.

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I COSTI TOTALI DI UN ETF

Fattori interni Fondi a replica fisica

· Total expensive ratio (TER) · Costi per Ribilianciamento · Ricavi da prestito titoli

Fondi a replica sintetica

· Total expensive ratio (TER) · Commisioni per lo swap · Ricavi da prestito titoli

+ Fattori esterni · Bid / ask spread · Costi per creation / redemption · Costi di inntermediazione · Oneri fiscali

= Total Cost of Ownership

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2.1

ETF education

• Qual è il TER dell’ETF? • Quali altri costi interni influenzano il rendimento dell’investimento? E quali esterni? • Qual è l’orizzonte temporale dell’investimento? Prestito titoli Il prestito titoli è una pratica consolidata nel settore della gestione del risparmio e viene utilizzata da soggetti quali ETF, fondi comuni, fondi pensione e compagnie assicurative. Consiste nel prestare i titoli nel portafoglio a breve termine al fine di generare rendimenti addizionali e contribuire alla riduzione dei costi complessivi legati al possesso di un ETF. Le domande da porsi: • Il fondo effettua prestito titoli? • Quale percentuale del rendimento va a beneficio del cliente? E del fondo stesso?

UN ESEMPIO DI PRESTITO NEGOZIATO Collaterale ricevuto Prestito concesso Rimborsi effettuati Commissioni sul prestito versatile Prestito restituito Collaterale restituito

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CONTROPARTE

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Le domande da porsi:

BLACKROCK

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Selezione dell’emittente Due ETF sul medesimo indice, ma di diversi emittenti, non sono la stessa scelta. Oltre ai vari aspetti citati, bisogna considerare anche l’emittente stesso. L’esperienza nell’industria, la quota di mercato e le dimensioni del business possono influire su elementi quali la capacità di replicare gli indici, il supporto fornito agli investitori, la scelta dei market maker e la conseguente liquidità del prodotto. È importante, inoltre, che le informazioni e la documentazione fornite siano chiare ed esaustive, nonché facilmente reperibili sui siti degli emittenti. Le domande da porsi: • Quando è stato emesso il fondo? • Quando ha iniziato l’operatività l’emittente? E qual è la sua quota di mercato? • L’emittente sceglie indici conosciuti o personalizzati? • Il materiale informativo è chiaro e facilmente reperibile?

2.1.3 FREQUENTLY ASKED QUESTION Che differenza c’è tra NAV e prezzo di mercato di un ETF? Il prezzo di mercato di un ETF identifica il valore con cui un investitore può acquistare oppure vendere lo strumento in questione. Il NAV, che è anche calcolato in tempo reale, è determinato dal valore del basket di titoli sottostanti su cui investe l’ETF. Questo valore è funzione della differenza denaro/ lettera dell’ETF, che è determinata dalle prestazioni dei liquidity provider e dai partecipanti di mercato che espongono le proposte di compravendita sul book. La convergenza tra prezzo di mercato dell’ETF ed il suo NAV è resa possibile dal fatto che per gli ETF il numero di azioni varia nel tempo: è possibile ogni giorno creare nuove azioni o redimere quelle esistenti in cambio dei titoli sottostanti. Gli investitori istituzionali pongono pertanto in essere operazioni di arbitraggio per approfittare di eventuali disallineamenti di prezzo. Tali operazioni avranno l’effetto di riallineare i due EXPERIENCE THE FUTURE / 71

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valori rendendo l’ETF sostanzialmente equivalente all’indice sottostante. Gli ETF distribuiscono dividendi? Sì, se l’ETF è a “distribuzione”. I dividendi vengono distribuiti a chi detiene l’ETF direttamente o attraverso il proprio intermediario nei rispettivi giorni di pagamento di ciascun fondo. Le date di pagamento possono avere cadenza mensile, trimestrale, semestrale o annuale. Nel caso di ETF ad accumulazione, invece, i dividendi non sono distribuiti e i flussi pagati dai titoli presenti nel benchmark vengono reinvestiti nel fondo. Un ETF copre i rischi legati alle oscillazioni valutarie? In genere no. Il rischio valutario costituisce uno degli elementi di rendimento di un portafoglio. Esiste tuttavia un numero crescente di ETF che offrono l’esposizione agli indici principali abbinando la copertura valutaria. Qual è il regime fiscale degli ETF? La tassazione degli ETF è uguale a quella dei fondi comuni di investimento. Tutti i proventi sono trattati come reddito di capitale mentre tutte le eventuali minusvalenze sono trattate come reddito diverso. Sia i proventi che le minusvalenze sono calcolati sulla differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita dell’ETF, indipendentemente dal valore del NAV. Nel caso di una posizione formatasi per effetto di una serie di acquisti, il prezzo di acquisto sarà calcolato come “prezzo medio ponderato per la quantità”, cioè sulla base dei prezzi di acquisto realizzati sul mercato e ponderati per le quantità. I proventi periodici distribuiti dagli ETF sono sempre considerati redditi di capitale e, come tali, non utilizzabili per recuperare eventuali minusvalenze; vengono quindi accreditati all’investitore al netto della ritenuta d’imposta. La tassazione delle rendite finanziarie avviene con EXPERIENCE THE FUTURE / 72


l’applicazione di una aliquota del 26%, sia con riferimento ai redditi di capitale (interessi e altri proventi) sia con riferimento ai redditi diversi (plusvalenze). Sono invece tassati con aliquota agevolata del 12,5% i redditi derivanti dall’investimento in titoli di Stato italiani, di Paesi appartenenti alla cosiddetta “White List”, oppure emessi da enti sovrannazionali. Ciò implica che per un ETF composto al 20% da titoli di Stato e all’80% da azioni o obbligazioni societarie, i redditi saranno tassati al 12,5% per il 20% e per il restante 80% al 26%. Nel caso degli ETF cosa rappresenta il differenziale denaro-lettera? Gli ETF sono negoziati in maniera del tutto simile alle azioni e, proprio come i titoli azionari, presentano una differenza tra il prezzo di acquisto (bid) e il prezzo di vendita (ask). Tale differenza viene definita spread. L’ampiezza di questa differenza denaro-lettera riflette lo spread medio dei titoli sottostanti l’indice. Solo una parte minoritaria di questa differenza andrà a costituire il compenso per il lavoro svolto dai market maker, operatori che fornendo continuativamente prezzi in acquisto e in vendita per un dato ETF garantiscono che per tutti gli ETF vi sia sempre un acquirente o un venditore. Per l’investitore, a parità di condizioni, è naturalmente preferibile investire in ETF caratterizzati da uno spread bid-ask inferiore. Per gli ETF quotati in Italia, Borsa Italiana impone che tale differenziale non possa essere superiore all’1%. L’entità del differenziale dipende anche dalla liquidità del benchmark e dei titoli sottostanti e dal fatto che i mercati di riferimento siano, in quel momento, aperti (es. i mercati asiatici). Come vengono addebitati i costi di gestione di un ETF? I costi di gestione vengono calcolati su base giornaliera e dedotti su base quotidiana dal valore effettivo del fondo. EXPERIENCE THE FUTURE / 73

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Questo consente agli investitori di pagare i costi di gestione unicamente per i giorni durante i quali hanno effettivamente detenuto le azioni dell’ETF. Ciò significa anche che il prezzo e il NAV dell’ETF tengono già in considerazione i costi riconosciuti al gestore. Cosa si intende per rischio di controparte di un ETF? Il rischio di controparte riguarda unicamente gli ETF in cui la replica del sottostante non avviene acquistando fisicamente i titoli compresi nell’indice (replica fisica) ma mediante replica sintetica, con l’ausilio di contratti derivati (swap) stipulati tra il gestore dell’ETF e una controparte, che permettono di replicare la performance di un indice. L’investitore è pertanto esposto al rischio di insolvenza di tale controparte (in assenza di un collaterale a garanzia sufficientemente ampio). In questo caso l’esposizione dell’investitore, come prescritto dalla normativa UCITS, è pari al massimo al 10% del NAV del fondo. Gli ETF possono fallire? Gli ETF hanno un patrimonio separato rispetto a quello delle società che ne curano la costituzione e la gestione. Gli ETF, pertanto, non sono esposti a un rischio di insolvenza. Il valore degli ETF è invece naturalmente esposto al rischio degli emittenti dei titoli detenuti in portafoglio per la replica. In cosa si concretizza il rischio valutario per un investitore in ETF? Il rischio valutario per un ETF è identificato dalla tipologia di sottostante e non dalla valuta di quotazione. Ad esempio se l’ETF ha un benchmark legato ad un indice USA, ma quotato in euro, si è esposti alle variazioni del tasso di cambio Euro/ Dollaro, oltre che alla variazioni del prezzo del sottostante. L’utilizzo di strumenti che offrono la copertura valutaria può contribuire a ridurre la rischiosità, sebbene le divise siano in grado di aumentare la diversificazione dei portafogli.

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ETF con copertura valutaria: istruzioni per l’uso

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La scelta di utilizzare ETF con copertura valutaria non comporta necessariamente una riduzione del rischio, come si evince dai grafici riportati di seguito. Negli ultimi 3 anni, investire nell’azionario giapponese con la copertura del tasso di cambio avrebbe prodotto risultati insoddisfacenti anche considerando i rendimenti a parità di rischio. Considerando invece gli ultimi 5 anni, i rendimenti sembrano premiare coloro che hanno optato

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per l’ETF con copertura. La scelta di esporsi al rischio valutario è quindi di natura tattica e dipende dalla visione che l’investitore ha sull’evoluzione futura della divisa. 140 iShares Core MSCI Japan UCITS ETF USD 120

Confronto a 3 anni

iShares MSCI Japan EUR Hedged UCITS ETF

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Fonte: Bloomberg 140 iShares Core MSCI Japan UCITS ETF USD 120

Confronto a 5 anni

iShares MSCI Japan EUR Hedged UCITS ETF

100 80 60 40 20 0 -20 2012

2013

2014

2015

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Fonte: Bloomberg

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2.1.4 ETF, I FALSI MITI DA SFATARE La notevole crescita degli ETF nel corso degli anni ha attirato l'attenzione crescente nei confronti dello strumento, non solo da parte dei risparmiatori ma anche da parte dell’industria finanziaria. Con il passare del tempo, gli ETF sono entrati a far parte dei portafogli sia degli investitori privati che di quelli istituzionali. Restano, tuttavia, dei falsi miti da sfatare su questo strumento. Falso mito 1 / Gli ETF possono fallire No, non possono fallire. Gli ETF, essendo dei fondi, hanno un patrimonio separato rispetto a quello della società emittente e, pertanto, non sono esposti al rischio di insolvenza nemmeno nel caso in cui l’emittente dovesse fallire. Quando il fondo acquista i titoli presenti nell’indice sottostante da replicare, il portafoglio risultante viene trasferito presso una banca depositaria che, a fronte di tale consegna, rilascia certificati rappresentativi dei titoli ricevuti, che vengono poi negoziati sul mercato sotto forma di quote. È importante sottolineare come la banca depositaria sia necessariamente diversa da quella (eventualmente) emittente l’ETF e come sia sempre di elevata caratura. Falso mito 2 / È presente il rischio di controparte Il rischio di controparte, solitamente riferito a contratti su strumenti derivati, consiste nella possibilità che la controparte di un contratto risulti inadempiente. • Contratti swap Nel caso di replica attraverso contratti swap, definita sintetica, gli ETF scambiano un flusso finanziario con la controparte del contratto swap, solitamente una banca di investimento. Gli ETF swap-based possiedono, quindi, un’esposizione nei confronti della controparte, la cui inadempienza causerebbe perdita del capitale. Tali fondi però, hanno diverse protezioni contro il rischio di fallimento della controparte. Considerando EXPERIENCE THE FUTURE / 76


il leader di mercato, gli ETF di iShares, quasi tutti a replica fisica, hanno in qualsiasi momento posizioni “over collateral” in cash, titoli dell’area G10 o titoli azionari. Tali livelli rispettano la normativa UCITS sulle classi di asset ed è possibile conoscere agevolmente le controparti dello swap, l’esposizione delle controparti swap aggregata, il collaterale aggregato posseduto, il livello di posizione “over collateral” e le partecipazioni del collaterale. La normativa UCITS, inoltre, prevede che il peso del derivato sia limitato al 10% e, al fine di diversificare l’esposizione, vengono solitamente attuati contratti swap con più controparti. È necessaria, infine, una precisazione tra le due tipologie di contratti swap: funded ed unfunded. La principale differenza è che, nel caso dello swap unfunded, l’ETF detiene direttamente il collaterale che riceve dalla controparte, mentre per la versione funded il collaterale viene depositato dalla banca controparte dello swap presso una banca depositaria terza. Questa tipologia di contratto potrebbe comportare difficoltà nella liquidazione del collaterale, in quanto la società emittente potrebbe non avervi accesso diretto. Negli swap funded, però, vengono utilizzati contratti al fine di assicurare che il collaterale sia subito disponibile in caso di necessità. Il rischio di controparte, quindi, esiste ma è costantemente monitorato e si può considerare di importanza marginale. • Prestito titoli Il prestito titoli è un’attività per cui gli ETF concedono prestiti a breve termine di azioni od obbligazioni, al fine di incrementare i rendimenti per gli investitori. Un’istituzione finanziaria chiede all’ETF di prendere in prestito un titolo e per fare ciò riconosce al fondo una commissione, nonché un adeguato collaterale eccedente il valore del titolo prestato. Alla fine del periodo di prestito concordato, il titolo viene riconsegnato al fondo, il quale restituisce il collaterale alla controparte. I rendimenti del prestito titoli dipendono dalla tipologia di titoli EXPERIENCE THE FUTURE / 77

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prestati e dall’asset class. Ad esempio, gli ETF sull’azionario dei Paesi sviluppati beneficiano di rendimenti minori rispetto a quelli sui Paesi Emergenti ma superiori rispetto a quelli obbligazionari. Come ogni investimento, non esistono rendimenti senza rischi. Falso mito 3 / Esiste un problema di liquidità degli ETF Il fatto di detenere uno strumento, l’ETF, che a sua volta acquista altri titoli, costituenti l’indice da replicare, ha dato origine a numerose valutazioni sulla possibilità che lo strumento possa soffrire di problemi di liquidità. Gli ETF sono negoziabili in Borsa e consentono agli investitori di vendere istantaneamente le proprie quote. Se si tratta di prodotti che investono in titoli potenzialmente illiquidi - ritengono i critici - questo potrebbe creare dei problemi di liquidità, con i fondi che rischierebbero di non essere in grado di reggere l’impatto di un massiccio quantitativo di vendite. Inoltre, dovendo vendere grandi quantità di titoli sottostanti, gli ETF amplificherebbero le fasi negative di mercato, senza distinguere tra titoli buoni e meno buoni. Appare evidente come questa sia una caratteristica tipica dei fondi in senso lato, non solo degli ETF: anche per i fondi attivi, infatti, è possibile l’insorgere della stessa problematica. Peraltro, in quello che in tempi recenti si è rivelato il giorno di mercato più difficile, il 24/08/2015, tutti gli ETF del leader di mercato, iShares, sono rimasti negoziabili sul mercato con differenziali denaro/ lettera paragonabili a quelli del mercato sottostante. La liquidità di un ETF, più che dal suo volume di negoziazione, dipende dalla liquidità dei titoli sottostanti. Ciò dipende dal meccanismo di creazione e riscatto degli ETF, in risposta alla domanda di mercato. Con l’aumentare della richiesta di ETF, infatti, i Partecipanti Autorizzati creano un maggior numero di prodotti, mentre quando la domanda diminuisce, le quote dell’ETF vengono rimborsate. Gli ETF, quindi, sono tanto liquidi quanto le azioni sottostanti. Gli ETF, pertanto, offrono due livelli di liquidità: la liquidità EXPERIENCE THE FUTURE / 78


IL PRESTITO TITOLI SECONDO BLACKROCK L’approccio di BlackRock in tal senso è molto rigoroso ed ha portato ad ottenere rendimenti positivi per ogni fondo che ha attuato il prestito titoli dal 1981. Il rischio principale preso in considerazione è quello legato alla possibilità che la controparte non riesca a riconsegnare il titolo preso a prestito. In tale caso, l’ETF utilizza il collaterale per acquistare titoli per sostituire quello mancante e, per minimizzare il rischio, è opportuno che ogni collaterale ricevuto sia di elevata qualità e liquidità. Come ulteriore meccanismo di garanzia, qualora vi fosse una perdita derivante dal default di una controparte del prestito, BlackRock rimborsa completamente il fondo. BlackRock pubblica i rendimenti da prestito titoli per ogni ETF che ne usufruisce nel report annuale e sul sito di iShares è possibile trovare regolarmente i dettagli relativi alle controparti del prestito titoli, alla percentuale degli asset degli ETF che sono stati prestati, al livello di “over collateral” ed ai collaterali ricevuti. Tecnicamente un ETF di iShares può prestare fino al 100% dei suoi attivi ma, a livello pratico, l’ammontare prestato risulta molto inferiore. Al 31/12/2016, la media per gli ETF europei era del 13%. A fronte dei potenziali rischi derivanti dal prestito titoli, il 62.5% del ricavato viene destinato agli investitori degli ETF in questione, mentre il 37.5% viene incamerato da BlackRock per i servizi effettuati nella procedura. È importante sottolineare che si tratta di una pratica diffusa anche nei fondi a gestione attiva e non specifica del comparto degli ETF.

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“tradizionale”, misurata dal volume di negoziazione sul mercato secondario, e la liquidità dei titoli sottostanti, attraverso il processo di creation/redemption. In seguito alla crisi finanziaria del 2008, soprattutto il mercato obbligazionario ha posto delle sfide relative alla liquidità. Banche, broker e altri liquidity provider hanno diminuito l’ammontare da destinare al supporto della negoziazione sul mercato secondario dei bond. Questo ha ridotto la quantità di bond negoziabili, aumentando la difficoltà di compravendita per gli investitori. La crescita del mercato degli ETF obbligazionari ha aiutato a creare una nuova ulteriore fonte di liquidità per gli investitori. Gli ETF obbligazionari, infatti, forniscono un'ulteriore sede di negoziazione, le borse, dove i titoli possono essere trasferiti tra investitori senza accedere al mercato OTC dei bond. In questo modo, gli ETF agiscono come un ulteriore livello di liquidità per gli investitori che vogliono avere un’esposizione obbligazionaria. Non solo, a differenza dei grandi fondi globali, gli ETF hanno solitamente dei vincoli in termini di singoli emittenti e titoli da detenere in portafoglio, oltre a quelli relativi alla liquidità di tali obbligazioni, mentre è frequente che le grandi società di gestione detengano fette enormi di singole emissioni, mercati piccoli o illiquidi, ancora più difficili da smobilizzare.

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Con le più recenti innovazioni gli ETF stanno dimostrando tutta la loro dinamicità e capacità di rispondere a esigenze di investimento non banali

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Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti

2.2 TRE TENDENZE CHIAVE NELLO SVILUPPO DI NUOVI PRODOTTI Con le più recenti innovazioni gli ETF stanno dimostrando tutta la loro dinamicità e capacità di rispondere a esigenze di investimento non banali. Da un lato garantendo vie di accesso sia a una asset class tradizionale quale l’obbligazionario sia alla nuova frontiera degli investimenti sostenibili, dall’altro offrendo strumenti passivi caratterizzati da contaminazioni tipiche delle gestioni attive. Si tratta in quest’ultimo caso degli ETF Smart Beta, dove gli indici vengono costruiti sulla base di strategie che cercano di individuare gli elementi alla base del rendimento nel tempo. 2.2.1 UN GRANDE CLASSICO SI RINNOVA: LE OBBLIGAZIONI ENTRANO NEGLI ETF All’inizio del suo sviluppo, il mercato degli ETF era formato quasi totalmente da prodotti che fornivano esposizione al mercato azionario. Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita notevole del mercato obbligazionario, sia in termini di asset in gestione che di gamma d’offerta, che ha portato la quota degli ETF focalizzati sui bond in Europa al 24% del totale (dati Morningstar al 31/03/2017). Gli ETF stanno dimostrandosi uno strumento molto efficace per esporsi al mercato obbligazionario, specialmente in un ambiente in cui i canali tradizionali di accesso al mercato sono stati fortemente limitati dalle regolamentazioni post-crisi bancaria. I cambiamenti normativi, infatti, hanno inficiato la capacità dei grandi istituti di sostenere la liquidità del mercato. Per gli investitori, quindi, è diventato più difficile e dispendioso raggiungere la liquidità di cui hanno bisogno. Attraverso gli ETF grandi panieri di obbligazioni sono accessibili attraverso un unico strumento e gli investitori possono ottenere un’esposizione liquida ed economica al mercato dei bond, senza dover operare sul mercato OTC (over-the-counter). EXPERIENCE THE FUTURE / 82


Gli ETF obbligazionari sono quindi diventati uno strumento molto efficiente, con gli spread dell’ETF che talvolta si riducono fino a diventare più stretti dello spread medio dei titoli sottostanti. Spesso l’ETF crea un vero e proprio mercato, intraday, preferito rispetto agli stessi sottostanti. I market maker preferiscono effettuare compravendite sul secondario per evitare di fare delle creation/redempion sul mercato primario (consegnando basket di titoli acquistati sul mercato OTC), poiché prezzare correttamente i bond non è semplice (fonti di prezzo, rischi valutari, ecc). Tale condizione persiste solo per volumi contenuti, in quanto per controvalori significativi il market maker attua meccanismi di arbitraggio che riportano i prezzi dell’ETF sul secondario in linea con la media dei prezzi dei sottostanti. È interessante notare come in diverse fasi critiche di mercato, caratterizzate da elevata volatilità e ampliamento dei differenziali denaro/lettera tra i bond sottostanti, siano incrementati gli scambi in borsa, senza dar luogo a significativi rimborsi (redemption) da parte dei partecipanti al mercato. Si tratta di uno stress-test importante, in quanto ha interessato il segmento dei titoli speculativi (high yield) che viene indicato, dai critici degli ETF, come non particolarmente liquido. Il cambiamento delle modalità con cui vengono costruiti gli indici sottostanti, in particolare riguardo alla liquidità e, quindi, all’investibilità, ha inoltre aiutato gli investitori a meglio apprezzare le qualità degli ETF per ottenere accesso al mercato obbligazionario. È da sottolineare inoltre che all’interno di un ETF obbligazionario i titoli vengono periodicamente aggiornati in modo da mantenere la vita residua media delle obbligazioni in portafoglio in linea con l’indice sottostante. Gli ETF con focus sui bond consentono quindi un approccio modulare, nel senso che consentono di attuare precise strategie obbligazionarie sul portafoglio, riadattandolo velocemente in base alle previsioni sul merito creditizio e sulla durata finanziaria (duration). Ad esempio, gli ETF possono essere usati per aumentare o ridurre, a seconda delle prospettive sui tassi EXPERIENCE THE FUTURE / 83

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d’interesse, il rischio di credito o la duration del portafoglio obbligazionario, che può essere composto anche da singoli titoli e fondi attivi. L’offerta dei provider di ETF è ampia e differenziata e facilita l’esecuzione di strategie obbligazionarie anche molto sofisticate. Gli investitori possono esporsi a segmenti obbligazionari anche con strumenti di precisione, in grado di isolare specifiche classi di rating, settori e singole curve di Paesi. Gli ETF obbligazionari consentono, quindi, di agire sui medesimi elementi di selezione dei singoli bond, al fine di costruire profili reddituali coerenti con il portafoglio titoli ma semplificandone la gestione in termini di tempo impiegato per la selezione dei bond, grazie al superamento del problema dei lotti minimi (spesso nell’ordine delle decine di migliaia di euro per i titoli obbligazionari) e del rischio non diversificabile (idiosincratico). L’evoluzione del mercato degli ETF obbligazionari Da principio, in seguito alla loro introduzione nel 2002, gli ETF obbligazionari venivano principalmente utilizzati da investitori individuali e società di gestione del risparmio per ottenere esposizione a mercati altrimenti inaccessibili ai piccoli investitori. Questo si traduceva in volumi di negoziazione piuttosto contenuti, fino a quando, nel 2008, la crisi finanziaria globale ha cambiato lo scenario. Il mercato dei bond, infatti, ha subito notevolmente la crisi, con il sistema di negoziazione OTC, piuttosto opaco, che ha spinto gli investitori istituzionali a cercare metodi alternativi per esporsi al segmento obbligazionario. Durante la crisi, inoltre, il volume di obbligazioni societarie negoziate sul mercato ha subito un drastico calo. Questo poiché la liquidità delle obbligazioni corporate veniva fornita da broker/ dealer ma molte di tali società erano occupate nella lotta per sopravvivere, tanto da essere costretti a sospendere l'attività di market making. In conseguenza di ciò molti investitori hanno scoperto una via alternativa per acquistare i titoli di debito: gli EXPERIENCE THE FUTURE / 84


I NUMERI DEGLI ETF OBBLIGAZIONARI A distanza di 15 anni dal lancio del primo fondo, gli ETF sul mercato obbligazionario hanno raggiunto i 666mld$ a livello globale, di cui 477 miliardi di $ negli USA e 153 miliardi di $ in Europa (fonte: BlackRock Global ETP Landscape, aprile 2017); negli USA, gli ETF bond costituiscono attualmente il 17% degli asset complessivi, mentre in Europa il 24%. Questi dati evidenziano la notevole diffusione degli investimenti in obbligazioni tramite ETF, inizialmente esposti unicamente all’universo azionario. Basti pensare che, nel 2011, la quota sul totale era del 16%. Il 2016 si è rivelato un anno di ottima crescita per gli ETF obbligazionari europei, che hanno visto nuovi flussi per 24,5mld$, circa il 50% in più rispetto ai nuovi flussi nel mercato azionario, 16,3mld$. Il trend di sviluppo si è confermato anche nell’inizio del 2017, con 8,7mld$ di nuovi flussi a fine aprile, 26% del totale.

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ETF obbligazionari. I volumi di negoziazione degli ETF sono aumentati notevolmente, raggiungendo anche il +800/1000% per alcuni fondi. Di pari passo con l’aumento dei volumi di negoziazione sono cresciuti anche i flussi verso questi strumenti e l’utilizzo da parte degli investitori, in un circolo virtuoso. In seguito, con la continua evoluzione del mercato obbligazionario globale, sono aumentate anche le possibilità di investimento; gli ETF, infatti, sono lo strumento ideale per ottenere accesso a mercati in precedenza non raggiungibili. Va sottolineato, infine, come gli ETF siano “appena” stati scoperti dagli investitori. Nonostante la notevole crescita negli ultimi dieci anni, il mercato degli ETF è ancora piuttosto limitato in confronto a quello dei singoli bond e dei fondi comuni. Basti considerare che, nonostante gli asset degli ETF obbligazionari siano cresciuti da fine 2008 del 366%, superando nel 2017 i 600mld$ a livello globale (dati Bloomberg Intelligence), essi rappresentano ancora meno dell’1% degli oltre 100 trilioni $ del mercato obbligazionario globale. Vi sono, pertanto, notevoli margini di crescita ulteriore per il segmento. iShares ha sempre svolto un ruolo primario nello sviluppo del

Gli obbligazionari di iShares

mercato degli ETF obbligazionari. Oltre ad essere l’emittente con la maggior quota di mercato (come rilevato dalla Fixed Income ETF Investor Guide di iShares pubblicata a marzo 2017), nel 2002 è stato il primo a quotare un prodotto obbligazionario (l'iShares iBoxx $ Investment Grade Corporate Bond ETF). A livello europeo, iShares è stato il primo emittente a quotare ETF obbligazionari (2003), permettendo agli investitori di assumere un’esposizione ad obbligazioni societarie sia in € che in $. Nel 2004 ha lanciato in Europa il primo ETF sui Gilt britannici e nel 2008 il primo ETF sui mercati emergenti in dollari USA. Il 2010 è stato l’anno del primo prodotto obbligazionario high yield in Europa, mentre il 2012 quello del primo sul debito societario dei Paesi Emergenti. Nel 2016, gli ETF obbligazionari EMEA di iShares hanno superato i 100mld$ di asset, con 31 fondi con masse maggiori di 1mld$ e una quota di mercato oltre il 60%. EXPERIENCE THE FUTURE / 86


2.2.2 TRA ATTIVO E PASSIVO: GLI ETF SMART BETA L’evoluzione del mercato degli ETF ha portato alla creazione di un numero sempre maggiore di prodotti, che non forniscono solamente esposizione a specifici Paesi o settori, ma che permettono di effettuare una gestione più attiva dei sottostanti. Fin dalla negoziazione dei primi titoli in borsa, gli investitori hanno cercato di capire quali siano i fattori che determinano rendimenti maggiori. Gli ETF Smart Beta possono essere considerati l’evoluzione del factor investing, ossia di una metodologia d’investimento che cerca di identificare e catturare i fattori persistenti di rendimento. Con i prodotti SmartBeta, gli indici sottostanti vengono costruiti sulla base di strategie che non si limitano alla ponderazione di mercato ma che cercano di individuare quali elementi sono risultati determinanti del rendimento dei titoli nel corso del tempo. Il termine SmartBeta e i cosiddetti “factor” possono suonare nuovi ma i concetti che essi comprendono sono conosciuti ed utilizzati da decenni. Grazie agli ETF, gli investimenti basati sui factor sono ormai divenuti alla portata di tutti gli investitori a costi contenuti. Un dubbio comune è se le strategie Smart Beta debbano essere considerate attive o passive. Entrambe le classificazioni sono corrette; tali strategie possono essere considerate attive, in quanto cercano di migliorare i rendimenti aggiustati per il rischio attraverso l’esposizione a singoli driver, ma allo stesso tempo sono da considerare passive, poiché la loro implementazione è trasparente, sistematica e guidata da delle regole. Per tali motivi le strategie Smart Beta tendono ad avere costi minori rispetto alle tradizionali strategie attive. Cosa sono i factor Gli investitori, solitamente, assumono un’esposizione generica al mercato azionario, ovvero possiedono un portafoglio diversificato dove i pesi dei titoli vengono determinati sulla EXPERIENCE THE FUTURE / 87

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base dalla capitalizzazione di borsa. È possibile, però, che un investitore abbia preferenze o necessità differenti, come ad esempio ricevere una cedola periodica dal proprio investimento, ridurre il rischio complessivo o ottenere rendimenti differenti da quelli di mercato. In quest’ottica, sono state sviluppate strategie di investimento che applicano particolari criteri alla scelta dei titoli da inserire nell’indice replicato. La scelta dei titoli avviene attraverso precise metodologie e non interviene la discrezionalità di un gestore. Si tratta, pertanto, di una versione evoluta dell’index investing ma comunque non equiparabile ad una gestione attiva. Factor 1 / Minimum volatility La strategia minimum volatility permette di ridurre il rischio di un portafoglio attraverso la selezione di azioni a bassa volatilità. Storicamente le strategie a bassa volatilità permettono di ottenere rendimenti analoghi a quelli di mercato, sperimentando un rischio inferiore, soprattutto nelle fasi di elevata erraticità dei mercati. Si tratta di ETF che definiscono, attraverso modelli multifattoriali, un paniere di titoli a bassa volatilità, con vincoli di natura geografica e settoriale per renderli non troppo dissimili dall’indice di origine. Una delle caratteristiche più interessanti dei Minimum Volatility è la cosiddetta “asimmetria del beta”: evidenze empiriche mostrano come su orizzonti temporali di medio-lungo termine, portafogli con titoli poco volatili abbiano prodotto rendimenti aggiustati per il rischio superiori rispetto a portafogli con titoli molto volatili. Factor 2 / Value I titoli value sono quelli sottovalutati rispetto al loro potenziale, così come identificato dai multipli di borsa. Nel lungo periodo le azioni meno care hanno offerto rendimenti superiori rispetto

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Rischio e rendimento a confronto sul lungo termine

Rendmento annualizzato

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Fonte: NoRisk. Dati: dal Dicembre 1988 al Dicembre 2013 I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.

Performance a confronto Rendmento annualizzato

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Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016 I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.

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2.2

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti

a quelle più costose e, solitamente, risultano più appetibili nella fase iniziale del ciclo economico. Le azioni value vengono acquistate a prezzo scontato rispetto al valore dei loro fondamentali poiché appaiono con meno potenzialità rispetto a quelle growth. Quando però le aspettative per quest’ultime sono eccessive oppure vengono deluse, i rendimenti ne risentono. Factor 3 / Momentum La strategia momentum si basa sull’ipotesi secondo cui i titoli che mostrano una tendenza al rialzo continueranno a salire

Performance a confronto Rendmento annualizzato

4% MSCI World Enhanced Value

3% 2%

MSCI World

1% 0%

‘01

‘02

‘03

‘04

‘05

‘06

‘07

‘08

‘09

‘10

‘11

‘12

‘13

‘14

‘15

‘16

‘17

Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016 I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.

e quelli caratterizzati da una tendenza ribassista potranno continuare a scendere. La strategia appare efficace nelle fasi con una tendenza evidente al rialzo o al ribasso dei mercati. In tali fasi, spesso si innesca un effetto domino: gli investitori si fanno prendere dall’entusiasmo, aumentando la fiducia nei titoli, o dallo sconforto, accelerando il processo di vendita. Factor 4 / Size Le società di piccole e medie dimensioni hanno storicamente EXPERIENCE THE FUTURE / 90


Performance a confronto

CAPITOLO

2

Rendmento annualizzato

3% MSCI World Momentum

EXPERIENCE THE FUTURE

2%

2.2

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti

MSCI World

1% 0%

‘01

‘02

‘03

‘04

‘05

‘06

‘07

‘08

‘09

‘10

‘11

‘12

‘13

‘14

‘15

‘16

‘17

Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016 I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.

mostrato rendimenti superiori delle concorrenti più grandi. Sono più reattive alle fluttuazioni di mercato e offrono una remunerazione aggiuntiva per il maggior rischio assunto. Risultano anche più sensibili alle fasi negative e meno liquide. Factor 5 / Quality Le società di buona qualità, con stati patrimoniali solidi, utili

Performance a confronto Rendmento annualizzato

3%

MSCI World Mid-Cap Equally Weighted

2% MSCI World

1% 0%

‘01

‘02

‘03

‘04

‘05

‘06

‘07

‘08

‘09

‘10

‘11

‘12

‘13

‘14

‘15

‘16

Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016 I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici. EXPERIENCE THE FUTURE / 91

‘17


CAPITOLO

2

EXPERIENCE THE FUTURE

2.2

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti

stabili e buon rendimento dei mezzi propri, offrono rendimenti superiori rispetto a quelle meno efficienti. Spesso si tende a confondere la quantità dei ricavi con la loro qualità, senza valutare adeguatamente aspetti quali la loro continuità e composizione. Specialmente nelle fasi di contrazione dei mercati, le società più solide permettono di limitare le oscillazioni.

Performance a confronto Rendmento annualizzato

3% MSCI World Sector Natural Quality

2% MSCI World

1% 0%

‘01

‘02

‘03

‘04

‘05

‘06

‘07

‘08

‘09

‘10

‘11

‘12

‘13

‘14

‘15

‘16

‘17

Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016 I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.

L’utilizzo congiunto dei fattori I fattori hanno mostrato di poter fornire rendimenti addizionali rispetto al mercato ma non in ogni fase del ciclo economico. Alcuni di essi, come value, momentum e size, si sono dimostrati storicamente ciclici, offrendo rendimenti migliori nelle fasi di crescita del mercato, mentre quality e minimum volatility sono considerati difensivi, con performance superiori nei momenti di contrazione. La scelta di un fattore piuttosto che un altro è una scelta tattica dell’investitore e coloro i quali possiedono particolari competenze o specifiche aspettative di mercato possono puntare sull’ETF che replica la singola strategia che ritengono più appropriata. Esistono però degli ETF che permettono di sfruttare congiuntamente le strategia fattoriali analizzate. EXPERIENCE THE FUTURE / 92


Le strategie MultiFactor Tali ETF replicano gli indici MultiFactor di MSCI, che comprendono titoli selezionati e ponderati sulla base della loro esposizione complessiva ai fattori value, momentum, size e quality. Le strategie MultiFactor hanno dei vincoli per quanto riguarda le variazioni delle ponderazioni di singoli settori e Paesi rispetto agli indici estesi. Per questo motivo, essi presentano solitamente caratteristiche relative al rischio e all’esposizione simili ai benchmark più conosciuti e possono risultare, pertanto, appetibili anche come strumenti core per un’allocazione di medio-lungo periodo. Come funzionano Gli indici MSCI Diversified Multiple-Factor traggono origine dai rispettivi indici estesi, come ad esempio il MSCI World per il mercato globale. Vengono costruiti in modo da massimizzare l’esposizione ai fattori considerati, mantenendo un rischio di mercato simile agli indici originari. Ad ogni titolo presente nell’indice esteso viene assegnato un alpha score, un punteggio sintetico determinato dall’esposizione ad ognuno dei quattro fattori considerati, ai quali viene assegnata la stessa ponderazione. L’indice viene poi costituito massimizzando l’alpha score complessivo, con il vincolo di un livello di rischio risultante uguale a quello dell’indice esteso. Sono presenti dei limiti in termini di variazione massima e minima, rispetto all’indice esteso, per settori, Paesi e singoli titoli. Gli indici vengono ribilanciati semestralmente, solitamente alla fine di maggio e novembre, al fine di catturare le variazioni delle caratteristiche di rischio dei titoli selezionati. I benefici dei MultiFactor Diversificare significa che, quando una strategia offre rendimenti inferiori al mercato, come ad esempio i titoli value in un periodo di contrazione, un’altra strategia, in tal caso le azioni quality, può sovraperformare. I fattori tendono ad avere una correlazione EXPERIENCE THE FUTURE / 93

CAPITOLO

2

EXPERIENCE THE FUTURE

2.2

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti


CAPITOLO

2

contenuta tra loro e, pertanto, una strategia multifattoriale può risultare efficiente in diverse situazioni di mercato, rendendo l’investimento meno dipendente dalla fase del ciclo economico.

EXPERIENCE THE FUTURE

2.2

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti

I portafogli MultiFactor, inoltre, possono beneficiare dai periodici ribilanciamenti: al fine di ritornare ai pesi target, di fatto forniscono un meccanismo che compra “basso” e vende “alto”. Il processo di ribilanciamento avviene automaticamente, il che permette di superare la possibile emotività dell’investitore. Quanti comprerebbero quando i prezzi stano crollando? E chi è disposto a vendere quando i titoli continuano a salire? Un ribilanciamento obbligatorio costringe l’investitore a fare entrambe le cose, permettendo di cristallizzare i guadagni

14 13 Rendmento annualizzato

Rischio e rendimento degli indici MultiFactor di MSCI

Momentum

Risk Weighted

High Dividende Yield Equal Weighted (size)

12

Quality

Value Weighted

Minimum Volatility

11 MSCI World

10

%

11

12

13

14

15

16

rischio annualizzato

Fonte: BlackRock e MSCI, dati al giugno 2015. I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.

effettuati e di assicurare l’adeguata diversificazione del portafoglio. Per quanto riguarda i costi, le strategie Smart Beta permettono di ricercare rendimenti superiori aggiustati per il rischio a un costo più basso di quello delle strategie attive, mantenendo i benefici dell’investimento in strategie legate a un indice. In termini generali, i costi delle strategie Smart Beta si pongono a metà tra quelli di una strategia passiva e di una attiva. EXPERIENCE THE FUTURE / 94

17


Con riferimento alla trasparenza, le strategie Smart Beta

CAPITOLO

seguono un set di regole per determinare il processo di selezione dei titoli, per la costruzione del portafoglio e per il suo

2

EXPERIENCE THE FUTURE

Performance a confronto

2.2

400%

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti

MSCI World DMF

350% 300% 250% 200% 150%

MSCI World

100% 50% 0% ‘01

‘02

‘03

‘04

‘05

‘06

‘07

‘08

‘09

‘10

‘11

‘12

‘13

‘14

‘15

‘16

‘17

Fonte: Bloomberg. Dati al 31/12/2016 I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.

ribilanciamento. Tali regole non vengono modificate al mutare delle condizioni di mercato e sono solitamente rese pubbliche da una terza parte, tipicamente il provider dell’indice sottostante. Le masse investite in prodotti quotati Smart Beta erano pari a 560 miliardi di dollari a fine febbraio 2017. Si tratta di una delle categorie più in crescita nell’industria degli ETF. I valori di sintesi riferiti alla categoria sono sintetizzati nell’immagine della pagina seguente.

EXPERIENCE THE FUTURE / 95


SMART BETA IN NUMERI ASSET IN SMART BETA ETP A LIVELLO GLOBALE

350

Tasso annuo di crescita 47%

Mld $

300

44%

250

136%

Mld $ Mld $

36%

200

30%

Mld $

150 Mld $

27%

100 Mld $

50

Mld $

Equal Weight

Fixed Income

Minimum Volatility

Multifactor

2017

Dividend

2016

2014

2015

2013

Mld $

2012

0

Single Factor

Fonte: BlackRock, SimFund. Dati al 30 aprile 2017

ASSET INVESTITI IN SMART BETA PER AREA GEOGRAFICA E CATEGORIA Asset in Mld$ USA

299,44

Europa

37,05

Canada

19,09

Asia Pacifico

6,68

LatAm & Iberia

0,42

Mid. East & Africa

0,24 0% 50% Dividend

Equal Weight

Fixed Income

Minimum Volatility

Multifactor

Fonte: BlackRock al 30 aprile 2017

EXPERIENCE THE FUTURE / 96

100%

Single Factor


$

57 MLD $

Flussi totali negli ETP

58

%

CAPITOLO

Flussi totali negli ETP Smart Beta

377 MLD

DEI CIRCA 950 ETP SMART BETA LANCIATI A LIVELLO GLOBALE HANNO UN TER INFERIORE AI 50bps

Quota di smart beta lanciati ogni anno sul totale degli ETP

16 % 2012:

87 di 545 emissioni globali

16 % 2013:

85 di 522 emissioni globali

30% 2014:

184 di 619 emissioni globali

27%

30%

2015:

206 di 774 emissioni globali

2016:

165 di 556 emissioni globali

54 SMART BETA PROVIDER A LIVELLO GLOBALE ALLA FINE DEL 2012, CRESCIUTI A 59 NEL 2013, A 80 NEL 2014, A 100 NEL 2015 E A 112 NEL 2016 Fonte: BlackRock al 30 aprile 2017

EXPERIENCE THE FUTURE / 97

2

EXPERIENCE THE FUTURE

2.2

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti


CAPITOLO

2

EXPERIENCE THE FUTURE

2.2

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti

2.2.3 LA NUOVA FRONTIERA DEGLI INVESTIMENTI SOSTENIBILI “Over the long-term, environmental, social and governance (ESG) issues – ranging from climate change to diversity to board effectiveness – have real and quantifiable financial impacts." “Nel lungo termine, i temi ambientali, sociali e di governance (ESG) dal cambiamento climatico alla parità di genere, fino alle pratiche di gestione societaria - avranno impatti finanziari tangibili e quantificabili." Larry Fink’s 2016 Corporate Governance Letter to CEOs

I criteri di valutazione economici di una società sono piuttosto conosciuti e condivisi. Dai report annuali delle imprese è possibile ricavare buona parte delle informazioni necessarie per conoscere lo stato di salute di una società ed effettuare le proprie valutazioni. Negli ultimi anni, però, alcuni nuovi fattori sono diventati sempre più importanti nella valutazione di un investimento. I criteri ESG I criteri Enviromental, Social and Governance (ESG) hanno ormai assunto una notevole importanza tra gli investitori di tutto il mondo. Essi tengono in considerazione aspetti come il quantitativo di anidride carbonica emessa, le politiche del lavoro e dei diritti umani e la governance societaria, al fine di valutare la sostenibilità di prodotti e politiche societarie. Non vi è solo una richiesta da parte degli investitori di prodotti sostenibili, già di per sé sufficiente per rendere la tematica fondamentale, ma vi è anche la necessità, da parte dei gestori degli investimenti, di capire come tali problematiche possano impattare sugli scenari di mercato futuri. Sia per allineare gli investimenti ai propri valori, per gestire rischi ed opportunità o per venire incontro alle esigenze di tutti i portatori di interesse all'interno dell'azienda (stakeholder), gli investimenti ESG stanno diventando sempre più fondamentali.

EXPERIENCE THE FUTURE / 98


Le strategie ESG

CAPITOLO

2

Storicamente, gli investitori hanno utilizzato criteri esclusivi per eliminare compagnie o settori non allineati con i loro valori. Con il passare del tempo, però, è aumentata la richiesta di strategie dedicate e debitamente codificate. Gli indici ESG permettono di ottimizzare gli indici tradizionali,

EXPERIENCE THE FUTURE

2.2

mantenendo un’esposizione simile in termini di rischio ed eliminando i titoli non sostenibili. L’approccio tradizionale degli indici ESG consiste nel selezionare i titoli con più elevato rating ESG all’interno di un universo

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti

investibile. Le società selezionate possono essere ponderate secondo la capitalizzazione di mercato, oppure secondo il rating ESG ottenuto. Con il primo approccio si ottiene un tracking error rispetto all’indice originario più contenuto, mentre con il secondo un punteggio ESG maggiore, a fronte però di un tracking error più consistente e quindi una componente di rischio addizionale rispetto al paniere iniziale. È necessario, pertanto, scegliere il giusto equilibrio tra rating ESG e tracking error.

10.0 AAA

Rating

AA

9.0

Market-cap weighted

8.0

Rating ESG e Tracking error

x

x

ESG factor weighted

7.0 A

6.0

x Index

BBB

5.0 4.0

BB

3.0 0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

3.0

3.5

Tracking Error Fonte: MSCI, BlackRock. Dati al 30/12/2016

EXPERIENCE THE FUTURE / 99

4.0

4.5


CAPITOLO

2

L’approccio “sostenibile” di iShares iShares utilizza principalmente tre differenti approcci agli investimenti sostenibili. Il primo consiste nell’applicazione di

EXPERIENCE THE FUTURE

criteri esclusivi, ovvero nell’eliminazione dagli indici originari

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti

di focalizzarsi su società che rispettano determinati criteri

2.2

dei titoli che forniscono esposizione a pratiche o industrie non in linea con i valori dell’investitore, il secondo permette ed il terzo definisce specifici risultati sociali ed ambientali da ottenere. Criteri esclusivi L’esclusione di società o settori coinvolti in pratiche controverse o, comunque, non allineate ai valori dell’investitore, può portare all’estromissione di compagnie attive in ambiti come armi, tabacco e alcol, oppure che effettuano un eccessivo utilizzo di combustibili fossili, petrolio e anidride carbonica. Tale approccio porta alla selezione di indici come quelli della serie MSCI Islamic, che seguono i principi di investimento della Sharia. In tali prodotti vengono escluse società che traggono più del 5% dei ricavi da attività considerate proibite, quali alcol, tabacco, servizi finanziari tradizionali, armi, scommesse, musica, hotel ed altri. Criteri ESG In alternativa, è possibile valorizzare i titoli di un indice esteso che presentano i più elevati punteggi ESG. Gli indici MSCI Socially Responsible (SRI) assegnano un rating ESG ai titoli presenti nell’indice originario, oltre ad escludere quelli aventi un impatto sociale negativo, con l’obiettivo di coprirne circa il 25% della capitalizzazione di mercato di ogni settore. È importante, infatti, che gli indici risultanti presentino un’esposizione paragonabile a quella delle rispettive versioni estese, di modo che possano essere selezionati in loro sostituzione. Secondo i dati BlackRock, sostituendo gli indici tradizionali che compongono il MSCI ACWI con quelli SRI si ottiene un aumento del 27% del punteggio ESG ed una riduzione EXPERIENCE THE FUTURE / 100


del 25% delle emissioni di CO2, senza subire una perdita in

CAPITOLO

termini di rendimenti di mercato. Alla data di rilevamento la composizione dell’indice risultava la seguente: MSCI USA 58,2%, MSCI Europe 21,7%, MSCI EM 11,7%, MSCI Japan 8,4%.)

Portafoglio tradizionale

Portafoglio ESG

Rendimento annualizzato

9,1%

8,8%

Deviazione standard annualizzata

11,7%

11,5%

0,8

0,8

Sharpe ratio

Ad esempio, per il MSCI Europe SRI:

Volatilità (%)

Sharpe ratio

1 anno

3 anni

5 anni

dall’istituzione

5 anni

5 anni

MSCI EUROPE SRI

3,97

7,91

12,08

4,35

11,72

1,04

MSCI EUROPE

9,66

6,94

10,59

2,73

11,85

0,90

Confronto dall’avvio Azioni MSCI EUROPE SRI

113

MSCI EUROPE

446

Tracking error (%)

Metriche ESG Beta

Rating e ESG

2,94

0,97

8,6

Intensità di CO2 Riserve di carbone 195

0,0

-

1

6,8

222

2,2

Fonte: BlackRock Portfolio Analytics and Solutions, 2017 I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.

Gli indici SRI non si limitano al mercato azionario. MSCI e Barclays, infatti, hanno sviluppato una serie di indici che selezionano titoli obbligazionari secondo gli stessi criteri. Essi presentano tre varianti: gli indici Socially Responsible (SRI), che escludono i titoli di società non in linea con determinati valori sociali, gli indici Sustainability, che selezionano unicamente le obbligazioni con migliori punteggi ESG, e gli indici EXPERIENCE THE FUTURE / 101

2.2

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti

Fonte: iShares Institutional Desk Reference, 2017. I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.

Rendimento annualizzato (%)

2

EXPERIENCE THE FUTURE


ESG Weighted, che aumentano o diminuiscono le ponderazioni

CAPITOLO

2

dei titoli di un indice esteso sulla base dei punteggi ESG. Prendendo come esempio l’indice Bloomberg Barclays MSCI Euro Corp SRI, si può osservare come il miglioramento

EXPERIENCE THE FUTURE

dell’aspetto etico e sostenibile non abbia comportato una riduzione dei rendimenti o una modifica dell’esposizione

2.2

complessiva dell’indice:

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti

Rendimenti annualizzati (%)

Volatilità (%)

Sharpe ratio a 5 anni

1 anno

3 anni

5 anni

Dall’istituzione

Dall’istituzione

Dall’istituzione

INDICE SOSTENIBILE

3,3

3,4

4,8

n/a

0,85

0,06

INDICE COLLEGATO

3,5

3,5

4,9

n/a

0,85

0,06

Benchmark sostenibile

Indice standard

1455

1958

414

589

N° di Bond N° di emittenti Valore di mercato (MLD €) Duration effettiva

1234 1671 5,13 anni

5,20 anni

116,2

119,5

A-

A-

Credit Spreed Index Rating

12,79 13,59

16,00 14,00

10,00

2,00

-0,52 -0,56

1,67 1,49

4,00

2,37 2,37

6,00

4,46 4,73

8,00 4,56 4,75

Total Return (%)

12,00

0,00 -2,00

2010

2011

2012

2013

2014

2015

BBG Narcs Euro Corp Sustenibility ex Controversial Weapons BBG Narcs Euro Corp index Fonte: BlackRock Portfolio Analytics and Solutions, 2017 I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente negli indici.

EXPERIENCE THE FUTURE / 102


Infine, vi sono anche dei prodotti che si focalizzano su uno specifico aspetto ambientale: è il caso, ad esempio, degli indici S&P Global Water, che seleziona azioni di 50 società a livello globale operanti in business connessi con l’acqua, e S&P Global Clean Energy, che punta su titoli attivi nell’ambito dell’energia pulita.

CAPITOLO

2

EXPERIENCE THE FUTURE

2.2

Impatto sociale ed ambientale La terza tipologia di indici definisce specifici obiettivi in termini finanziari e di impatto sociale da raggiungere. È il caso del Dow Jones Sustainability, che seleziona le società sulla base di criteri sociali, ambientali ed economici di lungo periodo, al fine di investire in società leader nel campo della sostenibilità. Recentemente è stato inoltre lanciato un fondo indice che replica il Barclays MSCI Green Bond, il quale seleziona titoli a reddito fisso emessi per finanziare progetti vantaggiosi dal punto di vista ambientale, come centrali eoliche, prevenzione dell’inquinamento ed utilizzo sostenibile dell’acqua.

EXPERIENCE THE FUTURE / 103

Tre tendenze chiave nello sviluppo di nuovi prodotti


CAPITOLO

2

EXPERIENCE THE FUTURE

2.3

I money manager scelgono gli ETF

2.3 I MONEY MANAGER SCELGONO GLI ETF Artefice della crescita degli ETF testimoniata dai numeri riportati al paragrafo 2.2 non è solo la domanda proveniente direttamente dal pubblico degli investitori. Anzi, una grande fetta del successo è ascrivibile alle applicazioni che gli ETF hanno trovato tra gli investitori istituzionali così come nel wealth management. Una serie di utilizzi strategici e tattici promossi nel primo caso da una serie di fattori di mercato, quali l’andamento dei tassi d’interesse, i costi crescenti dei contratti future e l’assottigliamento della liquidità presente sui mercati obbligazionari; e nel secondo caso dalla congenialità degli ETF alla creazione di soluzioni di investimento.

Cinque trend che guidano l’utilizzo degli ETF tra gli istituzionali europei

1

Esigenze di liquidità daranno impulso alla domanda di ETF nel reddito fisso

2

Gli ETF sono sempre più usati per applicazioni core, strategiche e tattiche.

3

Un crescente numero di investitori istituzionali europei stanno utilizzando gli ETF

4

Le tipologie di fondi innovative, come gli ETF smart beta, forniranno nuovi metodi per ottenere esposizione

5

La crescente popolarità dei fondi multi-asset sta creando una nuova domanda per gli ETF tra gli asset manager che offrono tale tipologia di prodotti

EXPERIENCE THE FUTURE / 104


2.3.1 GLI ISTITUZIONALI LI USANO COSÌ Nel 2016 Greenwich Associates ha realizzato una survey intervistando 123 investitori istituzionali europei rappresentati da fondi pensione, asset manager e compagnie assicurative. Di questi ben 68 hanno dichiarato di utilizzare gli ETF. Gli investitori istituzionali utilizzano gli ETF in prevalenza come investimento di tipo “buy and hold”, usandoli come mattoncini per la costruzione del portafoglio. L’evoluzione del concetto di gestione attiva con mattoncini passivi e la crescente domanda degli investitori per gli ETF hanno innescato un trend rilevante, che ha visto sempre più gestori attivi interessati a proporre sul mercato strategie di investimento in ETF. Il successo degli ETF tra gli istituzionali è legato in maniera decisiva a cinque fattori: le esigenze di liquidità che spingono la domanda di ETF in particolare con riferimento al reddito fisso; il crescente utilizzo degli ETF per applicazioni strategiche, tattiche e “core”; il crescente numero di istituzionali che utilizza gli ETF in sostituzione dei contratti derivati; le innovative modalità per ottenere esposizione fornite da nuove tipologie di ETF, come gli Smart Beta; la domanda proveniente dai gestori dei fondi multiasset, che hanno guadagnato crescente popolarità. Gli ETF sono divenuti parte integrante nel processo d’investimento degli investitori sofisticati, come trader e risk manager. Gli ETF stanno infatti rivoluzionando il modo in cui gli investitori istituzionali costruiscono i portafogli, effettuano il fine tuning del rischio e svolgono una serie di compiti operativi: • Gli aggiustamenti tattici, al fine di sovra o sotto-pesare alcuni stili, aree geografiche o Paesi sulla base di view di breve termine; • La diversificazione internazionale, con lo scopo di ottenere accesso a mercati difficili da raggiungere dal punto di vista degli investimenti; • Il ribilanciamento, con l’obiettivo di gestire il rischio apportando agevolmente gli opportuni ribilanciamenti del portafoglio; EXPERIENCE THE FUTURE / 105

CAPITOLO

2

EXPERIENCE THE FUTURE

2.3

I money manager scelgono gli ETF


CAPITOLO

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EXPERIENCE THE FUTURE

2.3

I money manager scelgono gli ETF

GLI INVESTITORI ISTITUZIONALI UTILIZZANO GLI ETF SIA CON OBIETTIVI STRATEGICI CHE TATTICI Strategia

Obiettivo

Aggiustamenti tattici

Sovra o sottopesare alcuni stili, regioni, o Paesi, sulla base di view di breve termine.

Diversificazione internazionale

Sovra o sottopesare alcuni stili, regioni, o Paesi, sulla base di view di breve termine.

Ribilanciamento

Allocazione core

Utilizzo istituzionali

Cash equitisation

Rendere fruttifere le posizioni detenute in liquidità.

Transizioni del management

58% 59% 74% 50% 47% 70%

Accedere a una varietà di esposizioni di mercato con un veicolo efficiente dal punto di vista dei costi. Chiudere le lacune di una asset allocation strategica.

Risk management

83%

Gestire il rischio del portafoglio durante i ciclidi ribilanciamento.

Portfolio completion

Gestione della liquidità

92% 81%

50% 75% 57%

58% 47% 57%

33% 31% 48%

Mantenere l’esposizione in un veicolo d’investimento liquido per poter far fronte a necessità di liquidità.

8% 41% 43%

Mitigare rischi di portafoglio indesiderati e assumere copertura nei confronti delle decisioni di asset allocation. Usare gli ETF per facilitare la eventuale transizione dei manager. Compagnie di assicurazione

Fonte: 2016 European Greenwich Associates Istitutional ETF Study

EXPERIENCE THE FUTURE / 106

33% 25% 30%

25% 13% 17% Asset Manager

Fondi istituzionali


• L’allocazione “core”, per l’allocazione di una parte del proprio portafoglio in un’ottica stabile di medio-lungo periodo e quindi con una visione strategica, utilizzando veicoli efficienti sotto il profilo dei costi; • Il completamento del portafoglio (“satellite”), con cui l’investitore si espone, con un’ottica tattica e con una visione di breve-medio periodo, a particolari tematiche di investimento non presenti nella componente “core” (ad es. aree geografiche, settori e macrotrend); • La cash equitisation, ossia la possibilità di investire la liquidità inutilizzata in ETF e minimizzare così la detenzione indesiderata (cash drag), consentendo però estrema flessibilità nel processo di compravendita; • La gestione della liquidità, al fine di mantenere esposizione in un veicolo che garantisca la liquidità dell’investimento in modo da poter rispondere alle esigenze di liquidità; • La gestione del rischio, con l’obiettivo di mitigare eventuali indesiderati rischi di portafoglio e mitigare l’esposizione a determinati fattori di rischio; • La gestione della transizione, per rendere meno complesso il momento in cui si ha un avvicendamento nei gestori di un portafoglio. Gli investitori istituzionali utilizzano gli ETF anche per rispondere a quattro tendenze manifestatesi di recente e che si protrarranno molto probabilmente negli anni a venire: • L’investimento in un “mondo divergente”, consistente in un contesto nel quale le diverse Banche centrali adottano politiche monetarie divergenti, spingendo gli investitori a essere più selettivi nella scelta dell’esposizione verso Paesi, aree geografiche e valute. In un mondo in cui le principali economie sono fuori sincrono, le politiche monetarie non ortodosse sono divenute la normalità e, con la volatilità valutaria in crescita, generare ritorni richiede un approccio più preciso e flessibile nelle scelte di investimento. Gli ETF azionari internazionali permettono di prendere esposizione EXPERIENCE THE FUTURE / 107

CAPITOLO

2

EXPERIENCE THE FUTURE

2.3

I money manager scelgono gli ETF


CAPITOLO

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EXPERIENCE THE FUTURE

2.3

I money manager scelgono gli ETF

sulle opportunità di crescita globali ma è possibile optare per la versione con la copertura valutaria, da abbinare con strategie che invece si rivolgono a singoli Paesi.

~60 %

degli investitori istituzionali europei che usano gli ETF, utilizzano nei loro portafogli ETF sul reddito fisso Fonte: Greenwich Associates Insight

• Muoversi nella fragile liquidità del mercato dei corporate bond, Dal 2007 in avanti, la liquidità, misurata sia dai volumi scambiati sia dalle dimensioni dei singoli trade, è in calo, per effetto di una riduzione dell’ammontare di capitale che banche, broker e altri liquidity provider mettono a disposizione per supportare il trading dei bond sui mercati secondari. Questo impatta sulla capacità degli investitori di vendere e comprare specifiche emissioni. Gli ETF sul reddito fisso consentono agli investitori di fare trading su corporate bond con buoni livelli di liquidità, di muoversi in un contesto incerto con riferimento ai tassi d’interesse e di mantenere la flessibilità anche in fasi di mercati sotto stress.

41 %

degli investitori istituzionali europei che usano gli ETF, stanno considerando di rimpiazzare le esistenti posizioni detenute in futures con ETF Fonte: Greenwich Associates Insight

• Crescenti costi dei contratti future, a causa di una nuova regolamentazione che sta rendendo più intensi i costi di rolling (l’attività per cui periodicamente è necessario sostituire

EXPERIENCE THE FUTURE / 108


il contratto in scadenza con uno nuovo) dei contratti future e, quindi, gli oneri connessi ai tradizionali metodi di accesso al Beta. L’impatto congiunto della riforma Dodd-Frank negli USA e degli accordi di Basilea III in Europa ha fatto sì che i tradizionali liquidity provider siano meno flessibili nell’attività di trading proprietario e di market maker sui future su indici. • Comprendere i veri driver dei ritorni di portafoglio, attività divenuta più complessa perché l’asset allocation tradizionale può non dare luogo all’attesa diversificazione o non rivelare tutte le fonti di rischio presenti nel portafoglio. Gli ETF Smart Beta permettono di comprendere e gestire l’esposizione a singoli fattori di rischio, di gestire i ritorni in mercati volatili e di costruire portafogli con una precisa esposizione ai fattori di rischio. 2.3.2 LE APPLICAZIONI NEL MONDO DEL WEALTH MANAGEMENT Un asset manager può adottare una strategia in ETF, utilizzandoli come mattoncini all’interno di prodotti tradizionali o implementando soluzioni di investimento basate su strategie attive con gli ETF. In questo caso non si sviluppa una sovrapposizione ma piuttosto delle sinergie, con l’ETF provider che può limitarsi a fornire mattoncini o configurarsi come beta provider strategico e contribuire attivamente a disegnare prodotti e strategie basate su ETF. L’unione di due competenze (la gestione attiva e gli ETF) genera prodotti innovativi e a valore aggiunto per i distributori e i clienti finali. Le soluzioni di investimento in ETF comprendono: • le gestioni patrimoniali in fondi (GPF) e in titoli (GPM); • i comparti di Sicav, i Fondi di Fondi e i Fondi di ETF; • i prodotti assicurativi, ad esempio le unit linked che utilizzano gli ETF sia nei fondi interni che direttamente in qualità di fondi esterni. • i certificati di investimento con ETF come sottostante. Su tali soluzioni torneremo più dettagliatamente nel prossimo EXPERIENCE THE FUTURE / 109

CAPITOLO

2

EXPERIENCE THE FUTURE

2.3

I money manager scelgono gli ETF


CAPITOLO

2

EXPERIENCE THE FUTURE

2.3

I money manager scelgono gli ETF

capitolo dedicato alle modalità di acquisto degli ETF. Fra i prodotti di investimento, le gestioni patrimoniali e i prodotti assicurativi sono particolarmente diffusi e consentono di abbinare al servizio di gestione di portafoglio anche dei benefici di natura accessoria, come ad esempio l’impignorabilità per le polizze unit linked, le coperture assicurative e, per le gestioni patrimoniali, l’efficienza del processo di compravendita dei titoli. L’evoluzione che si è registrata sul mercato italiano è legata anche al disegno di soluzioni di investimento che investono in modo esclusivo o prevalente in ETF. Fra le ragioni di questo trend vi è la versatilità nell’implementazione dell’asset allocation e nella strutturazione di prodotti a capitale protetto/garantito. Alcuni primari istituti hanno abbinato il loro brand a quello degli ETF, proponendo ai loro clienti soluzioni con sottostanti ETF.

Gli ETF per smart investor

Gli ETF trovano uno spazio naturale nel private banking, tipicamente caratterizzato da un livello elevato di sofisticazione della clientela e da una certa specificità di bisogni. Il tipico investitore in ETF è infatti il cosiddetto “smart investor”, un soggetto con conoscenza finanziaria mediamente elevata e particolarmente attento ai costi, con patrimoni e redditi consistenti. Nel mondo private, gli ETF sono inseriti ormai da tempo all’interno di diverse tipologie di prodotti e servizi di investimento. Indipendentemente dalla forma dell’investimento, tutte queste strutture sono accomunate da un servizio di asset allocation delegata per lo più a gestori professionali della banca. Dall’amministrato al gestito Esistono poi sul mercato italiano diversi casi di successo che mostrano come gli ETF possano progressivamente facilitare il passaggio dal risparmio amministrato fai da te al risparmio gestito, e, nel gestito, il passaggio da prodotti a bassa complessità e marginalità a prodotti più evoluti, come gli investimenti alternativi, le soluzioni previdenziali e la consulenza evoluta. In molti casi il passaggio può essere veicolato EXPERIENCE THE FUTURE / 110


attraverso la creazione di buy list di ETF in amministrato, fino alla progressiva costruzione di portafogli modello dedicati a target di clientela upper affluent o private, ideali per profili particolarmente attivi e al contempo meno propensi a investire su prodotti di risparmio gestito tradizionale. La natura di ETF come “paniere di titoli” rende questo passaggio particolarmente intuitivo per la clientela ma al tempo stesso consente alle direzioni bancarie di dare luogo a miglioramenti di servizio (ad esempio integrandolo con reportistiche ad hoc o completando una particolare area di expertise della banca), di testare nuovi modelli di pricing (ad esempio attraverso l’applicazione di una fee on top) o infine di sperimentare forme di upselling attraverso la proposta di servizi a maggior valore aggiunto rispetto alla scelta di acquisto iniziale degli strumenti. L’implementazione di soluzioni e portafogli in ETF ha consentito segmentazioni di clientela alternative al mero criterio patrimoniale, ottimizzando i ricavi mediante l’applicazione di commissioni legate alla consulenza o alla gestione, ma anche beneficiando di fonti di reddito addizionali derivanti dagli ETF. Due possibili strategie Gli ETF sono strumenti modulari, in quanto offrono al gestore/ consulente un approccio flessibile, caratterizzato da livelli di complessità variabili. Immaginando a titolo esemplificativo di voler implementare una strategia di investimento su un’asset class core come l’azionario europeo, si presentano diverse opzioni. Un possibile approccio è prendere un’esposizione diretta sul mercato tramite ETF che replicano i principali indici azionari allargati sull’area, come lo Stoxx Europe 600 o il MSCI Europe. Una seconda opzione prevede la scomposizione di ciascun indice in moduli sulla base della dimensione, della geografia o del settore e ogni modulo, a sua volta, può essere rappresentato da singoli ETF. Questo approccio apre al gestore/consulente la possibilità di essere sempre flessibile nel modificare lo stile di gestione in favore di rotazioni settoriali, scommesse su singoli Paesi o su prodotti esposti con diverse EXPERIENCE THE FUTURE / 111

CAPITOLO

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EXPERIENCE THE FUTURE

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I money manager scelgono gli ETF


CAPITOLO

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EXPERIENCE THE FUTURE

2.3

I money manager scelgono gli ETF

modalità al ciclo economico. Con l’introduzione degli ETF Smart Beta i gestori professionali stanno sperimentando rotazioni fattoriali oltre che settoriali, in funzione della capacità di ciascun fattore di performare nelle diverse fasi del ciclo economico. Il mix tra ETF e fondi Una delle caratteristiche che sta suscitando progressivo interesse da parte delle reti di distribuzione è la capacità dei gestori di combinare prodotti a gestione attiva con ETF per la costruzione del portafoglio e la generazione dell’alpha. Negli Stati Uniti il modello di distribuzione prevalente è di tipo indipendente, pertanto l’utilizzo di ETF in abbinamento ai fondi comuni è un trend ormai consolidato. Il 62% dei Financial Advisors/Private Bankers negli USA ritiene infatti gli ETF strumenti complementari ai fondi attivi (fonte: Cerulli Associates, 2016), utilizzati soprattutto per esposizioni strategiche su mercati efficienti o secondo un approccio core-satellite.

Investimenti consigliati dagli advisor USA

Come gli Advisor negli USA utilizzano gli ETF

2006

2012

2017

ETF

40%

74%

88%

Liquidità

53%

76%

85%

Strumento efficiente per la parte core del portafoglio Approcio Core satellite

Fondi comuni

85%

82%

80%

Esposizioni tematiche

25%

41%

Singole azioni

66%

53%

61%

Esposizioni settoriali

23%

51%

Singole obbligazioni

60%

49%

52%

Esposizioni alternative

19%

Fondi di private funds

3%

9%

15%

Singoli paesi (es Giappone)

Hedge fund

9%

9%

9%

Hedge / short

44%

32%

48%

14%

10%

EXPERIENCE THE FUTURE / 112

20%

42%

37%

33%

Spesso

Fonte: Trends in Investing Surveys, FPA

37%

27%

34%

26%

35%

48%

57%

Qualche volta

Fonte: Cerulli Associates

Mai


2.4 COMPRARE GLI ETF IN BORSA O ALL'INTERNO DI ALTRI PRODOTTI Non di sola borsa vivono gli ETF. Solo una parte degli acquisti di Exchange Traded Fund passano infatti per la via diretta del mercato. Sempre più gli ETF entrano nei portafogli attraverso servizi di investimento. Si tratta delle cosiddette wrapped solution (come le gestioni patrimoniali, i prodotti assicurativi, i certificati d’investimento e i fondi di fondi), dove gli ETF costituiscono i mattoncini alla base dello strumento nel complesso. 2.4.1 L’INVESTIMENTO DIRETTO IN BORSA Gli ETF si negoziano in borsa come qualsiasi azione di società quotata, tramite un intermediario abilitato (banca o SIM). Non è necessario aprire un conto titoli separato. Per un investitore privato è quindi possibile acquistare e vendere gli ETF in banca o attraverso le piattaforme online, ma anche mediante ordini trasmessi all’intermediario tramite consulente finanziario o private banker. Gli ETF possono essere negoziati in qualsiasi momento durante i normali orari di negoziazione, utilizzando tutte le strategie di trading applicabili alle azioni, inclusi il market order (ordine al meglio), il limit order (ordine limite), lo stop order (ordine stop), lo short selling (vendita allo scoperto) e l’acquisto con margine. Se all’investitore è consentito acquistare con margine e negoziare titoli allo scoperto mediante il proprio broker, queste tecniche potranno essere applicate anche agli ETF. La segmentazione di ETFPlus ETFplus è il mercato regolamentato telematico di Borsa Italiana interamente dedicato alla negoziazione in tempo reale degli strumenti che replicano l’andamento di indici e di singole EXPERIENCE THE FUTURE / 113

CAPITOLO

2

EXPERIENCE THE FUTURE

2.4

Comprare gli ETF in borsa o all'interno di altri prodotti


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2.4

Comprare gli ETF in borsa o all'interno di altri prodotti

materie prime: • ETF (Exchange Traded Funds); • ETF strutturati • ETF a gestione attiva • Strumenti finanziari derivati cartolarizzati (ETC/ETN). Sul mercato ETFplus sono inoltre negoziati OICR innovativi (ETF strutturati), che non si limitano a replicare il mercato a cui si riferiscono ma permettono agli investitori di accedere a particolari strategie di investimento, come la possibilità di prendere posizione su un mercato con effetto leva (leveraged ETF) o scommettere, con o senza leva, sui ribassi (ETF short). La negoziazione su ETFplus Le negoziazioni di ETF si svolgono in continua dalle 9.00 alle 17.25. È inoltre prevista una fase di asta di chiusura dalle 17.25 alle 17.30 (con chiusura random nell’ultimo minuto 17.30.00 – 17.30.59). La conclusione dei contratti sul mercato ETFplus avviene mediante l’abbinamento automatico delle proposte di acquisto e di vendita, ordinate secondo criteri di priorità prezzo/tempo. Possono essere inserite proposte con o senza limite di prezzo e possono essere specificate, tra le altre, le modalità “valida fino a cancellazione” e “valida fino alla data specificata”. Per garantire il regolare svolgimento delle negoziazioni è stabilito un limite massimo di variazione del prezzo delle proposte immesse sul mercato rispetto al prezzo di controllo, un limite massimo di variazione del prezzo dei contratti sempre rispetto al prezzo di controllo e infine un limite massimo di variazione dei prezzi tra due contratti consecutivi. La liquidazione dei contratti viene realizzata presso Monte Titoli (la società di gestione accentrata, liquidazione e regolamento di Borsa Italiana - London Stock Exchange Group) il secondo giorno di mercato aperto successivo all’esecuzione dei contratti, che godono inoltre della garanzia di buon fine fornita dalla controparte centrale (Cassa di Compensazione e Garanzia). Il lotto minimo di negoziazione è di una azione/quota. EXPERIENCE THE FUTURE / 114


Esistono tuttavia numerosi altri canali attraverso i quali acquistare gli ETF. In particolare mediante servizi d’investimento come le gestioni patrimoniali, i prodotti assicurativi, i certificati d’investimento o i fondi di fondi. 2.4.2 GLI ETF NEI PRODOTTI D’INVESTIMENTO Gli ETF nelle gestioni patrimoniali Le gestioni patrimoniali sono servizi di investimento effettuati in modalità personalizzata che nella loro impostazione tradizionale si rivolgono in genere a una clientela con elevata disponibilità di capitale, ma che grazie all'utilizzo degli ETF possono essere creati anche per importi relativamente contenuti, persino al di sotto dei 10.000 euro. L’utilizzo degli ETF in tale tipologia di servizio è riconducibile alla replica di indici contenuti nei benchmark delle gestioni stesse o di mercati difficilmente raggiungibili altrimenti. L’utilizzo degli ETF nelle gestioni permette elevati livelli di trasparenza per il cliente, oltre che di diversificazione, senza rinunciare ai presupposti di una gestione attiva. Per i gestori i vantaggi sono invece da ricercare nell’efficienza, nella possiblità di conferire un’impostazione al portafoglio dinamica nel tempo e di poter modificare rapidamente il portafoglio. Gli ETF nei prodotti assicurativi Nelle polizze unit linked e multiramo gli ETF sono utilizzati per completare l’universo investibile, affiancandoli tipicamente ad altri temi d’investimento già coperti da fondi interni ed esterni. Gli ETF completano dunque la gamma di possibilità di ricerca di valore aggiunto, aumentando le opportunità di diversificazione. Anche i gestori dei fondi interni alla polizza possono naturalmente decidere di investire parte degli asset in ETF. Inoltre, la necessità che spesso le compagnie di assicurazione hanno di valorizzare il NAV a livello giornaliero trova la sua massima espressione con uno strumento, l’ETF, caratterizzato da una valorizzazione in tempo reale, oltre che da elevata EXPERIENCE THE FUTURE / 115

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Comprare gli ETF in borsa o all'interno di altri prodotti


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2.4

Comprare gli ETF in borsa o all'interno di altri prodotti

liquidabilità e negoziabilità. La reattività degli ETF consente infine di effettuare investimenti tattici e strategici a costi contenuti. Gli ETF nei certificati d’investimento Gli ETF sono utilizzati anche come sottostanti dei certificati di investimento, tipicamente nel caso di indici difficilmente replicabili con derivati. E' il caso dell'azionario emergente o di alcune tipologie di bond, quali gli high yield e i corporate bond. Il mix dei due strumenti consente tuttavia una serie di numerosi altri vantaggi: associare l’esposizione ai mercati garantita dagli ETF, modificare l’abituale profilo di rendimento/payoff (aggiungendo ad esempio una garanzia sul capitale), ridurre l’esposizione ad alcuni rischi derivanti dalla struttura stessa del certificato. Un ulteriore vantaggio per il certificato è di poter acquistare una gestione di ETF in formato liquido rispetto alla gestione patrimoniale. Gli ETF nei fondi di fondi I fondi di fondi investono in quote di altri fondi comuni, di Sicav e di ETF, selezionati a monte da un gestore. L’inserimento degli ETF al fianco dei tradizionali fondi comuni o delle Sicav permette ai fondi di fondi di realizzare pienamente il loro obiettivo fondamentale: garantire la massima diversificazione degli stili di gestione agli investitori. Con gli ETF è infatti possibile spingere al massimo la diversificazione anche su aree geografiche e settori tipicamente non coperti dai fondi attivi, completando l’asset allocation. La profondità assicurata dagli ETF nella replica delle asset class consente inoltre al gestore di poter inserire nel portafoglio anche asset class poco correlate con i fondi in portafoglio, pur in coerenza con la politica di investimento del fondo di fondi e dei suoi limiti di concentrazione agli investimenti.

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Il 62% dei Financial Advisor e Private Banker negli USA ritiene gli ETF strumenti complementari ai fondi attivi, utilizzati soprattutto per esposizioni strategiche su mercati efficienti o secondo un approccio Core - Satellite

Cerulli Associates

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2.5

Il futuro dell’industria

2.5 IL FUTURO DELL’INDUSTRIA L’adozione degli ETF è destinata ad accelerare, grazie ai cambiamenti normativi, all’innovazione di prodotto e al crescente riconoscimento dei benefici di lungo termine degli investimenti in prodotti meno costosi. In questo contesto giocano un ruolo fondamentali due fenomeni, uno già avviato e l’altro in procinto di dispiegare i suoi effetti. Si tratta in un caso della digitalizzazione dei processi d’investimento e della robo advisory (nei cui modelli gli ETF rappresentano lo strumento d’elezione) e nell’altro dell’introduzione della direttiva Mifid II, che da inizio 2018 segnerà un punto di svolta nelle modalità di offerta di servizi finanziari alla clientela, con previsti effetti propulsivi sull’industria degli ETF. 2.5.1 I DRIVER DELLA CRESCITA Le caratteristiche fin qui esposte hanno consentito agli ETF di guadagnare uno spazio sempre maggiore nelle allocazioni d’investimento. Esistono tuttavia forze propulsive che lasciano presagire un ulteriore allargamento dell’utilizzo di tali strumenti presso tutte le categorie di investitori. Nel suo report “ETFs: A roadmap to growth”, PwC ha raccolto la previsione secondo cui la diffusione degli ETF avrà un ulteriore accelerazione in futuro, con asset globali che supereranno i 7.000 miliardi di dollari entro il 2021. I principali driver di crescita dell’industria degli ETF identificati per Italia ed Europa sono sostanzialmente tre: • fattori regolamentari in cui vengono anteposti gli interessi degli investitori rispetto a quelli commerciali dell’industria, anche attraverso iniziative atte ad innalzare la trasparenza; • sviluppo della consulenza per effetto dell’applicazione della direttiva Mifid II a partire da gennaio 2018. Le prossime evoluzioni normative avranno certamente un impatto EXPERIENCE THE FUTURE / 118


significativo sull’apertura agli ETF, che trovano spazio naturale nei modelli di consulenza remunerati direttamente dal cliente (fee based); • la digitalizzazione dei servizi finanziari tramite la Robo Advisory. Nei prossimi paragrafi vedremo come ciascuna di queste forze sta impattando e influenzerà il mercato degli ETF nei prossimi anni. 2.5.2 REGOLAMENTAZIONE Nel mondo della distribuzione di prodotti finanziari si sta assistendo a un cambiamento senz’altro non omogeneo nella forma ma molto deciso nella direzione di una maggiore trasparenza e di accresciuta attenzione ai costi. Le prossime evoluzioni normative avranno certamente un impatto significativo sui modelli di business nel wealth management e, indirettamente, sull’apertura all’industria passiva nei modelli di consulenza in Europa. Come già accaduto in Gran Bretagna dove il più basso profilo commissionale dei prodotti passivi è risultato premiante nell’applicazione della Retail Distribution Review (RDR), che ha aperto la strada all’eliminazione delle commissioni di retrocessione da parte dei consulenti. L’Europa rappresenta oggi un mercato molto promettente per gli ETF e dove si stimano i tassi di crescita più rilevanti, benché il peso di questa regione sulle masse globali sia inferiore al 20%. Proprio in Europa si registra l’allineamento di diversi fattori chiave di crescita, riconducibili all’adozione dello strumento da parte di categorie nuove di investitori istituzionali o all’apertura dei principali canali distributivi su impulso regolamentare. In Europa assistiamo inoltre all’evoluzione dell’intero ecosistema legato agli ETF, che include i mercati regolamentati, i Market Maker e i Regolatori. Questa evoluzione innesca circoli virtuosi che migliorano l’efficienza degli strumenti, attraendo categorie nuove di investitori o spingendo a sperimentare nuove applicazioni da parte degli investitori esistenti. EXPERIENCE THE FUTURE / 119

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2.5

Il futuro dell’industria


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Il futuro dell’industria

La base di investitori in Europa si presenta diversa rispetto a quella statunitense: in USA si stima che il 50% degli investitori sia istituzionale e il 50% retail, mentre in Europa c’è ancora un netto sbilanciamento sulla clientela istituzionale. L’evoluzione dei modelli di business nella consulenza già in atto in diversi Paesi, unitamente all’applicazione della Mifid II, sarà il driver di una crescita molto pronunciata dei canali Wealth e Retail nei prossimi anni. Il 3 gennaio del 2018, quando entrerà in vigore Mifid II. La direttiva dovrebbe migliorare la trasparenza sui costi nei confronti dei clienti finali, poiché vieterebbe il pagamento delle commissioni da parte delle fabbriche prodotto ai wealth manager e consulenti finanziari indipendenti. In tale contesto, la gestione del costo medio del portafoglio diventerà determinante. In particolare le disposizioni recepite, in quanto ispirate al dovere di agire nel miglior interesse del cliente, garantiscono una corretta informazione per gli investitori, regolano i potenziali conflitti di interesse tra le parti e richiedono un’adeguata profilatura del risparmiatore. Le imprese di investimento dovranno attenersi a regole più stringenti al fine di garantire i clienti circa il fatto che i prodotti finanziari loro offerti siano adeguati alle loro esigenze e caratteristiche e che i beni nei quali investono siano adeguatamente protetti. Si ampliano poi gli obblighi di comunicazione alla clientela su costi e oneri connessi ai servizi di investimento o accessori che devono includere anche il costo della consulenza (se rilevante), il costo dello strumento finanziario raccomandato o venduto al cliente e le modalità con cui il cliente può remunerare il servizio d’investimento ricevuto. Inoltre, le informazioni circa tutte le voci di costo devono essere presentate in forma aggregata, per consentire al cliente di conoscere il costo complessivo e il suo impatto sul rendimento atteso dall’investimento. Tra le previsioni della nuova normativa vi è anche quella della possibilità di erogare servizi di consulenza evoluta e personalizzata su base indipendente, fondata su un sistema EXPERIENCE THE FUTURE / 120


commissionale alternativo a quello delle retrocessioni delle commissioni di collocamento conferite agli attuali consulenti finanziari (ex promotori finanziari). La clientela più evoluta sarà presumibilmente attratta dalla consulenza indipendente, come già avviene per gli ETF, che negli Usa sono scelti principalmente da investitori in possesso di un elevato grado di istruzione e da buona dotazione patrimoniale. Per rispondere a questa domanda i consulenti dovranno garantire l’accesso a un’ampia gamma di strumenti finanziari al fine di comporre il portafoglio del cliente. Si passerebbe così da un’ottica di fund selector, quale quella attualmente preponderante tra i consulenti italiani, a un approccio di asset allocation. Ne conseguirà in tal modo la possibilità di addivenire a un mix di attivo e passivo. Gli intermediari dovranno poi dotarsi di strutture di governance tali da garantire che i prodotti finanziari vengano distribuiti ai clienti sulla base delle loro esigenze e caratteristiche. Va rilevato come nei mercati che hanno già completato la transizione verso modelli di consulenza indipendente, come Gran Bretagna e Olanda, l’utilizzo degli ETF e dei prodotti indicizzati, che presentano generalmente un profilo commissionale più contenuto, è cresciuto vertiginosamente (una trattazione più approfondita delle novità di Mifid II è presente nel captiolo 1). 2.5.3 ROBO ADVISORY E DIGITALIZZAZIONE Gli investimenti in innovazione tecnologica applicata alla finanza sono passati, negli ultimi 10 anni, da 1,8 a 19 miliardi di dollari (fonte: Citi). Si prevede, inoltre, un maggior interesse verso strumenti di gestione innovativi quali i sistemi di robo-advisory, una nuova frontiera di soluzioni di investimento digitalizzate, gestite professionalmente attraverso piattaforme o sistemi mobili evoluti. Si tratta di piattaforme online che, grazie al supporto di team professionali, offrono ai risparmiatori soluzioni di investimento precostituite, proponendo la costruzione di portafogli standard EXPERIENCE THE FUTURE / 121

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Il futuro dell’industria


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Il futuro dell’industria

sulla base della profilazione della clientela, a fronte di una parcella definita e a basso costo. I portafogli proposti dai roboadvisor sono costituiti in prevalenza da ETF in ragione della possibilità di costruire con essi portafogli molto diversificati, a costi ridotti, in cui si conoscono in tempo reale tutti i titoli sottostanti e dei vantaggi in termini di costi, di ampiezza dei sottostanti e di elevata liquidità. Il mondo dei Robo Advisor sta cambiando il modo di relazionarsi con i risparmiatori, introducendo forme di comunicazione innovative per il mondo della finanza ma ormai ampiamente utilizzate in altri settori: acquistare prodotti finanziari secondo le logiche dell’e-commerce, monitorare la composizione settoriale e geografica nel continuo, accedere ai mercati in modo diversificato e istantaneo, eseguire transazioni one click senza inefficienze. Benché il target primario della Robo Advisory sia finora rappresentato da investitori “fa da te” e mass affluent insoddisfatti, si comincia a guardare anche ad altri segmenti come i canali private/HNWI (high-net-worth-individuals), dove l’adozione della multicanalità sta prendendo piede. Non si tratta peraltro di un fenomeno solo americano, già oggi in Europa esistono almeno 30 Robo Advisors con modelli di business anche molto diversi tra loro. L’opportunità per le banche Per le banche tradizionali l’evoluzione verso la robo-advisory risulterà vantaggiosa per ampliare la clientela e avvicinare, almeno in una prima fase, clienti “da private banker”, attenti ai costi e desiderosi di posizionare in autonomia una porzione del proprio patrimonio. Si potrebbero inoltre servire i clienti che sono affiancati parzialmente o, al contrario, che non sono seguiti; a tal proposito è bene ricordare che in Italia il 40% delle masse rientra nel risparmio amministrato. Si tratterebbe pertanto di mettere a reddito l’amministrato, con fee molto basse e puntando su economie di scala. Per le banche sarebbe l’evoluzione del fai da te, in cui far pagare EXPERIENCE THE FUTURE / 122


l’asset allocation, trattenere le commissioni di intermediazione ed evitare al cliente di abbandonare i piani di investimento e di accumulo. L’obiettivo possibile per le banche, grazie ai robo-advisor, è dunque quello di migliorare il servizio al cliente, assicurandosi al tempo stesso la redditività e la conservazione delle masse. Per le banche, che hanno già all’interno grandi capacità gestionali, si può così prefigurare la costruzione di portafogli gestiti totalmente in ETF successivamente venduti online. La Robo for Advisory Di recente si è registrata una transizione del mercato dell’advisory digitale da forme di consulenza fintech di tipo B2C, a forme più evolute di consulenza digitale, sviluppate da banche e wealth managers in ottica B2B2C. Si ritiene che la digital advisory possa diventare sempre più parte integrante di ogni offerta di Wealth Management; in questo contesto, la Robo Technology può essere utilizzata per disegnare soluzioni sempre più sofisticate di financial planning (es. investimenti basati su bisogni o goal based investing, soluzioni di accumulo o Robo Retirement). In sostanza, dunque, si passerà da servizi semplificati e stand alone a vere e proprie tecnologie integrate nelle piattaforme degli intermediari e a supporto dei gestori di relazione. Servizi di questa natura possono anche essere messi a

L’impatto dei robo advisor sull’industria degli ETF nei prossimi 5 anni Fonte: PwC, “2nd Annual Global ETF Survey 2015”

29%

64%

7%

Significant Impact

Moderate Impact

Little to no Impact

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Il futuro dell’industria


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Il futuro dell’industria

disposizione delle reti per ottimizzare la gestione della clientela, proponendo forme di alternative di segmentazione per servizio. Capgemini ha recentemente analizzato le dinamiche prospettiche del wealth management, evidenziando nello sviluppo digitale la maggiore opportunità nei prossimi anni; ad esempio, è emerso che oltre il 25% dei clienti HNW preferisce contatti digitali a quelli diretti. I maggiori player di wealth management stanno sempre più riconoscendo il valore di tool digitali come strumento per approfondire le relazioni e facilitare flussi informativi: quasi il 60% dei wealth manager ha come priorità la digitalizzazione dei servizi nel breve termine, il 70% entro il medio termine.

$2.2

$1.5 $1.1

La crescita prevista degli asset under management dei robo advisor negli USA

CAGR: 68% $0.7

$0,9 $0.5 $0.5

$1.1

$0.3 $0.4

$0.2 $0.1

$0.1

2016

2017 Da asset già investiti

$0.8 $0.4 2018

2019

2020

Grandi gruppi finanziari

Fonte: Aite Group, Cerulli Associates

EXPERIENCE THE FUTURE / 124


IL FUTURO DELLA ROBO-ADVISORY La società di ricerca A.T. Kerney ha intervistato 4.000 risparmiatori statunitensi a proposito dei robo-advisor: il 20% conosce l’esistenza dei robo-advisor e un terzo di questi si dichiara disposto a usarli. Si stima che nel 2020 il 5-6% del mercato del wealth management potrebbe essere appannaggio dei robo-advisor. Chi sceglie i robo-advisor lo fa per i costi (nel 40% dei casi) ma soprattutto per l’esperienza utente, quasi esclusivamente digitale, che offre ampia trasparenza e un livello di partecipazione ottimale. Gli early adopter, che possono essere definiti come dei pionieri nell’uso dei robo-advisor, sono disposti a investirvi anche fino al 40% del loro patrimonio, mentre per coloro che fanno parte della seconda ondata (tipicamente persone tra i 35 e i 40 anni con un buon grado di educazione ma più prudenti) la quota si ferma al 20%. In un report dedicato al mercato italiano, “Robo Advisory moves forward to Italy”, un’altra società di consulenza, PWC, spiega di attendersi che il futuro della consulenza finanziaria sarà digitale. Il 40% degli intervistati con età compresa tra i 46 e i 55 anni si è infatti dichiarato aperto a soluzioni di robo-advisory, mentre tra i più giovani le percentuali sono ancora superiori. PWC ha individuato quattro modelli di robo-advisor dotati di differenti gradi di integrazione con le banche e con i consulenti fisici: il robo-advisor puro, il robo-advisor separato dalla banca che lo propone, quello in cui è invece completamente integrato e infine la versione robo4advisor, dove lo strumento tecnologico viene messo a disposizione del consulente e non del cliente finale.

EXPERIENCE THE FUTURE / 125



I N V E S T I R E

I N

E T F

P E R

O B I E T T I V I

1

INTEGRAZIONE DEL REDDITO

2

CRESCITA DEL CAPITALE

3

PROTEZIONE DEL CAPITALE

4

DIVERSIFICAZIONE

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PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares $ Corporate Bond UCITS ETF

OBIETTIVO Integrazione del reddito

L’ETF permette di investire nelle obbligazioni emesse dalle principali società internazionali caratterizzate da rating elevato (investment grade) e denominate in dollari Usa. Ciascun emittente non può avere un peso superiore al 3%. La duration del paniere è elevata (circa 8 anni).

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 16/05/2003

INDICE DI RIFERIMENTO Markit iBoxx USD Liquid Investment Grade

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 13.000

12.500

12.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

11.500

11.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

Esposizione al rischio emittente delle obbligazioni in portafoglio. Esposizione all’evoluzione dei tassi d’interesse.

L’ETF permette di ricevere su base trimestrale un flusso di dividendi generato dall’investimento in obbligazioni corporate, usualmente caratterizzate da un tasso cedolare più elevato di quello dei titoli di Stato.

Rischio cambio euro/dollaro Usa.

TICKER LQDE / CODICE ISIN IE0032895942 / CODICE REUTERS LQDE.MI / CODICE BLOOMBERG LQDE IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 128


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares $ High Yield Corporate Bond UCITS ETF L’ETF offre la possibilità di investire in un paniere di circa 1.000 obbligazioni societarie denominate in dollari e caratterizzate da un rating inferiore all’investment grade (da BB+ a CCC). La diversificazione dell’investimento è assicurata dall’elevato numero di titoli in portafoglio e dal peso massimo per ciascun titolo fissato al 3% del totale.

OBIETTIVO Integrazione del reddito

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 13/09/2011

INDICE DI RIFERIMENTO Markit iBoxx USD Liquid High Yield Capped

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 13.500

13.000

12.500

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,50%

12.000

11.500

11.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

Il rating più basso degli emittenti presenti nel paniere viene usualmente compensato dalla distribuzione di cedole più elevate.

Esposizione al rischio emittente delle singole obbligazioni in portafoglio. Esposizione, seppur limitata in ragione della bassa duration (circa 4 anni), al rialzo dei tassi d’interesse.

TICKER IHYU / CODICE ISIN IE00B4PY7Y77 / CODICE REUTERS IHYU.MI / CODICE BLOOMBERG IHYU IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 129


CAPITOLO

3

iShares $ Short Duration High Yield Corporate Bond UCITS ETF L’ETF offre accesso al segmento ad alto rendimento delle obbligazioni societarie denominate in dollari Usa. Si tratta di titoli caratterizzati da duration molto breve (inferiore ai 2 anni) e rating inferiore all’investment grade (da BB+ a CCC). Il paniere sottostante contiene circa 500 titoli il cui singolo titolo non può superare il 3% del totale.

OBIETTIVO Integrazione del reddito

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 15/10/2013

INDICE DI RIFERIMENTO Markit iBoxx USD Liquid High Yield 0-5 Capped

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 11.500

11.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,45%

10.500

10.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

9.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

NOV 13

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

Il rating più basso degli emittenti presenti nel paniere viene usualmente compensato dalla distribuzione di cedole più elevate.

Esposizione, seppur limitata in ragione della bassa duration, al rialzo dei tassi d’interesse negli Usa. Esposizione al rischio emittente delle singole obbligazioni in portafoglio.

TICKER SDHY / CODICE ISIN IE00BCRY6003 / CODICE REUTERS SDHY.MI / CODICE BLOOMBERG SDHY IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 130


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Core Euro Corporate Bond UCITS ETF L’ETF consente di investire in obbligazioni societarie emesse in euro da società internazionali e caratterizzate da rating elevato (investment grade). Il paniere sottostante è composto da 1.600 titoli quotati sul mercato Eurobond e sui mercati dell’Eurozona, dotati di una vita residua superiore a un anno e con un ammontare minimo in circolazione di 300 milioni di euro.

OBIETTIVO Integrazione del reddito

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 6/03/2009

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Corporate Bond

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 19.000 18.000 17.000 16.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

15.000 14.000 13.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

In ragione di dividendi distribuiti su base semestrale e di cedole più elevate rispetto a quelle corrisposte da titoli di Stato di pari durata.

Esposizione al rischio emittente delle singole obbligazioni in portafoglio. Esposizione all’aumento dei tassi d’interesse nell’Area Euro.

TICKER IEAC / CODICE ISIN IE00B3F81R35 / CODICE REUTERS IEAC.MI / CODICE BLOOMBERG IEAC IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 131


CAPITOLO

3

iShares Asia Pacific Dividend UCITS ETF

OBIETTIVO Integrazione del reddito

L’ETF permette di prendere posizione sulle società asiatiche che nella storia recente abbiano distribuito i dividendi più elevati e che presentano le politiche di distribuzione dei dividendi più sostenibili. Nel paniere sottostante rientrano 30 titoli di Paesi asiatici sviluppati che possano vantare un tasso di crescita del dividendo storico non negativo negli ultimi tre anni e selezionate sulla base del dividend yield, ossia il rapporto tra dividendo e prezzo dell’azione.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO Dow Jones Asia Pacific Select Div 30

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 14.000 13.000 12.000 11.000 10.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,59%

9.000 8.000 7.000

DATA DI LANCIO 02/06/2006

6.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

5.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione reddito

L’ETF investe in società che distribuiscono dividendi elevati e permette di ricevere un flusso cedolare trimestrale.

Esposizione alle flessioni del ciclo economico internazionale. Rischio di cambio tra l’euro e le divise in cui sono quotate le società presenti in portafoglio.

TICKER IAPD / CODICE ISIN IE00B14X4T88 / CODICE REUTERS IAPD.MI / CODICE BLOOMBERG IAPD IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 132


CAPITOLO

3

iShares Dow Jones U.S. Select Dividend UCITS ETF (DE) Offre un’esposizione a un’ampia gamma di società quotate negli Stati Uniti e, quindi, in un unico Paese con un forte orientamento al reddito. Indicato a chi vuole cogliere la possibilità di un investimento in 100 società che pagano dividendi elevati.

OBIETTIVO Integrazione del reddito

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO Dow Jones Select Dividend Index SM

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,31%

14.000 13.000 12.000

DATA DI LANCIO 28/09/2005

11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

In ragione di dividendi distribuiti trimestralmente e di un indice sottostante focalizzato su titoli a elevato tasso di distribuzione cedolare.

Fondo sensibile a eventi economici, politici, di mercato o normativi locali. Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario Usa.

TICKER EXX5 / CODICE ISIN DE000A0D8Q49 / CODICE REUTERS DJDVPEX.MI / CODICE BLOOMBERG DJDVPEX IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 133


CAPITOLO

3

iShares EURO Dividend UCITS ETF Permette di avere un’esposizione alle 30 società dell'Eurozona che storicamente distribuiscono dividendi più elevati. Adatto a chi cerca un investimento considerato difensivo nella zona euro e vuole beneficiare di un interessante flusso cedolare trimestrale.

OBIETTIVO Integrazione del reddito

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO EURO STOXX Select Dividend 30

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 20.000 19.000 18.000 17.000 16.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,40%

15.000 14.000 13.000 12.000

DATA DI LANCIO 28/10/2005

11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione reddito

L’ETF investe in società che storicamente distribuiscono dividendi elevati e permette di ricevere un flusso cedolare trimestrale.

Esposizione all’evoluzione del ciclo economico nell’Area Euro.

TICKER IDVY / CODICE ISIN IE00B0M62S72 / CODICE REUTERS IDVY.MI / CODICE BLOOMBERG IDVY IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 134


CAPITOLO

3

iShares Euro Government Bond 5-7yr UCITS ETF Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da obbligazioni governative investment grade di Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna. Adatta a chi cerca un’esposizione mirata a bond governativi in euro di medio termine.

OBIETTIVO Integrazione del reddito

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 17/04/2009

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Government Bond 5-7yr Term

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 12.000 11.800 11.600 11.400

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

11.200 11.000 10.800 10.600

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

10.400 10.200

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

Rischio di credito, variazioni dei tassi e/o insolvenze degli emittenti.

L’ETF, che prevede la distribuzione di dividendi semestralmente, consente l’investimento in titoli governativi a media scadenza caratterizzati da buon flusso cedolare.

Declassamenti reali o potenziali possono aumentare il livello di rischio.

TICKER IBGY / CODICE ISIN IE00B4WXJG34 / CODICE REUTERS IBGY.MI / CODICE BLOOMBERG IBGY IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 135


CAPITOLO

3

iShares Euro Government Bond 7-10yr UCITS ETF Investe in un paniere di titoli di Stato dell’Eurozona a medio-lungo termine. È adatto a chi vuole investire in obbligazioni della zona euro e ottenere un interessante flusso cedolare nel tempo, che viene distribuito su base semestrale.

OBIETTIVO Integrazione del reddito

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 08/12/2006

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Government Bond 10 Year Term

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 14.000

13.500

13.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

12.500

12.000

11.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

11.000

10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

L’elevata duration lo espone al rischio collegato al rialzo dei tassi.

L’ETF distribuisce infatti semestralmente un flusso cedolare su titoli di media durata, più elevato di quello usualmente corrisposto da titoli a più breve scadenza.

Sottoposto al rischio emittente dei titoli che compongono il paniere.

TICKER IBGM / CODICE ISIN IE00B1FZS806 / CODICE REUTERS IBGM.MI / CODICE BLOOMBERG IBGM IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 136


CAPITOLO

3

iShares Euro Government Bond 10-15yr UCITS ETF Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da obbligazioni governative investment grade di Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna. Offre un’esposizione mirata a obbligazioni governative in euro di lungo termine.

OBIETTIVO Integrazione del reddito

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 17/04/2009

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Government Bond 10-15 yr Term

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 17.000

16.000

15.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

14.000

13.000

12.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

Sensibilità agli eventi economici, politici, di mercato o normativi locali.

Grazie alla distribuzione semestrale di un flusso cedolare più elevato rispetto a quello che viene di solito corrisposto da titoli governativi a più breve scadenza.

Declassamenti reali o potenziali possono aumentare il livello di rischio.

TICKER IBGZ / CODICE ISIN IE00B4WXJH41 / CODICE REUTERS IBGZ.MI / CODICE BLOOMBERG IBGZ IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 137


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares European Property Yield UCITS ETF

OBIETTIVO Integrazione del reddito

L’ETF è ideale per assumere una posizione sul settore immobiliare in Europa. L’indice sottostante investe infatti nei titoli azionari (circa 60) delle società immobiliari e delle società di investimento immobiliare (Reit) quotate in Europa, ad esclusione di quelle britanniche, per le quali il rapporto dividendo/prezzo sia almeno pari al 2%.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

DATA DI LANCIO 4/11/2005

INDICE DI RIFERIMENTO FTSE EPRA/NAREIT Developed Europe ex UK Dividend+

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 20.000 19.000 18.000 17.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,40%

16.000 15.000 14.000 13.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione reddito

Esposizione all’andamento del settore immobiiare in Europa e all’economia del continente.

L’ETF consente di incassare con cadenza trimestrale un consistente flusso di dividendi da azioni selezionate tenendo in considerazione la loro politica di distribuzione degli utili.

Rischio cambio tra Euro e le divise in cui sono espressi i titoli presenti nel fondo.

TICKER IPRP / CODICE ISIN IE00B0M63284 / CODICE REUTERS IPRP.MI / CODICE BLOOMBERG IPRP IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 138


CAPITOLO

3

iShares Euro Government Bond 15-30yr UCITS ETF Offre un’esposizione mirata a obbligazioni governative in euro di lungo termine. Punta infatti a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da obbligazioni governative investment grade di Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna.

OBIETTIVO Integrazione del reddito

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 08/12/2006

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Government Bond 30 Year Term

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 19.000 18.000 17.000 16.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

15.000 14.000 13.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

Rischio credito, variazioni dei tassi e/o insolvenze degli emittenti.

In considerazione della distribuzione su base semestrale di un flusso cedolare più elevato rispetto a quello che viene usualmente corrisposto da titoli governativi a più breve scadenza.

Declassamenti reali o potenziali possono aumentare il livello di rischio.

TICKER IBGL / CODICE ISIN IE00B1FZS913 / CODICE REUTERS IBGL.MI / CODICE BLOOMBERG IBGL IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 139


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares J.P. Morgan $ EM Bond EUR Hedged UCITS ETF

OBIETTIVO Integrazione del reddito

L’ETF consente di investire con la copertura del rischio cambio in un paniere di circa 300 titoli di Stato di Paesi emergenti denominati in dollari Usa. Il paniere è composto da obbligazioni governative e quasigovernative caratterizzate da una vita residua almeno superiore ai due anni e da un ammontare minimo di capitale in circolazione pari a un miliardo di dollari.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 08/07/2013

INDICE DI RIFERIMENTO J.P. Morgan EMBI Global Core Index hedged to Euro

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 12.500

12.000

11.500

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,50%

11.000

10.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Mensile

10.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.500

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

Grazie alla distribuzione mensile di un flusso cedolare e all’investimento in un paniere di titoli molto ampio.

Esposizione all’andamento dei tassi d’interesse. Rischio emittente dei titoli nel paniere.

TICKER EMBE / CODICE ISIN IE00B9M6RS56 / CODICE REUTERS EMBE.MI / CODICE BLOOMBERG EMBE IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 140


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares J.P. Morgan EM Local Government Bond UCITS ETF Offre un’esposizione diversificata alle obbligazioni dei mercati emergenti denominate in valute locali e un investimento in obbligazioni governative. Adatto a chi cerca un’esposizione ai mercati emergenti tramite bond investment grade e ad alto rendimento.

OBIETTIVO Integrazione del reddito

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 20/06/2011

INDICE DI RIFERIMENTO J.P. Morgan GBI-EM Global Diversified 10% Cap 1% Floor

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 12.000

11.000

10.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,50%

9.000

8.000

7.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

6.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

5.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

Grazie alla distribuzione semestrale di un flusso cedolare e l’investimento in un paniere di titoli costituito anche da bond high yield.

Problemi economici o politici più frequenti rispetto ai Paesi sviluppati. Le variazioni dei tassi di cambio influiscono sul valore dell’investimento.

TICKER SEML / CODICE ISIN IE00B5M4WH52 / CODICE REUTERS SEML.MI / CODICE BLOOMBERG SEML IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 141


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares J.P. Morgan $ Emerging Markets Bond UCITS ETF

OBIETTIVO Integrazione del reddito

L’ETF consente di investire in circa 300 titoli di Stato di Paesi emergenti denominati in dollari Usa. E’ interessante per gli investitori che vogliono diversificare il portafoglio obbligazionario con titoli dotati di rendimenti elevati (high yield), vita residua non inferiore ai 2 anni e ammontare minimo in circolazione di un miliardo di dollari.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO J.P. Morgan EMBI Global Core

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 13.000

12.500

12.000

11.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Mensile

TER (COSTO ANNUO) 0,45%

11.000

10.500

DATA DI LANCIO 15/02/2008

10.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.500

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

Grazie alla distribuzione mensile di un flusso cedolare e l’investimento in un paniere di titoli high yield.

Esposizione al cambio euro/dollaro Usa. Esposizione all’andamento dei tassi d’interesse. Rischio emittente dei titoli nel paniere.

TICKER IEMB / CODICE ISIN IE00B2NPKV68 / CODICE REUTERS IEMB.MI / CODICE BLOOMBERG IEMB IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 142


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares MSCI North America UCITS ETF L’ETF permette di prendere posizione sui titoli azionari delle società statunitensi e canadesi a maggiore capitalizzazione. Il portafoglio è diversificato grazie alla presenza nel paniere sottostante di oltre 700 azioni selezionate per dimensione, liquidità e flottante. Finanziario e tecnologia sono i settori più rappresentati.

OBIETTIVO Integrazione del reddito

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI North America

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,40%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

ANDAMENTO STORICO 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000 14.000 13.000

DATA DI LANCIO 02/06/2006

12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Esposizione all’andamento del ciclo economico in Nord America.

OBIETTIVO Integrazione del reddito / Crescita del capitale

L’ETF distribuisce dividendi con cadenza trimestrale ed è rappresentativo di alcune delle aziende a più elevato potenziale di crescita a livello internazionale.

Esposizione al rischio di cambio tra euro e valute in cui sono quotate le società in portafoglio (dollaro Usa e dollaro canadese).

TICKER INAA / CODICE ISIN IE00B14X4M10 / CODICE REUTERS INAA.MI / CODICE BLOOMBERG INAA IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 143


CAPITOLO

3

iShares US Property Yield UCITS ETF

OBIETTIVO Integrazione del reddito

L’ETF consente di prendere posizione sui titoli più rappresentativi del comparto immobiliare statunitense e tra questi quelli in particolare dotati di un rapporto dividendo/prezzo previsto a un anno del 2% o superiore. Il paniere investe sia in società immobiliari sia in società d’investimento immobiliari (Reit).

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO FTSE EPRA/NAREIT US Dividend+

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 16.500

15.500

14.500

13.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,40%

12.500

12.500

DATA DI LANCIO 3/11/2006

10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.500

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Integrazione del reddito

L’ETF consente di beneficiare di un flusso di dividendi elevato, distribuito con cadenza trimestrale.

Esposizione all’andamento del ciclo economico negli Stati Uniti. Esposizione all’andamento del comparto immobiliare negli Usa.

TICKER IUSP / CODICE ISIN IE00B1FZSF77 / CODICE REUTERS IUSP.MI / CODICE BLOOMBERG IUSP IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 144


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Core MSCI World UCITS ETF Offre un’esposizione diversificata a società dei Paesi sviluppati, con un’investimento in un’ampia gamma di aziende in questo tipo di Paesi. È indicato a chi è alla ricerca di un’esposizione al mercato internazionale.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI World

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

ANDAMENTO STORICO 18.000

17.000

16.000

15.000

14.000

13.000

DATA DI LANCIO 25/09/2009

12.000

11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Eventuale peggioramento della congiuntura internazionale.

Le società inserite nel paniere sottostante sono espressione di società leader nei rispettivi mercati di riferimento, dotate di rilevanti prospettive di crescita.

Eventi significativi che coinvolgono le società comprese nell’indice.

TICKER SWDA / CODICE ISIN IE00B4L5Y983 / CODICE REUTERS SWDA.MI / CODICE BLOOMBERG SWDA IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 145


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Core S&P 500 UCITS ETF L’ETF consente di investire in maniera diversificata sull’indice più rappresentativo della Borsa di New York, composto dai 500 principali titoli azionari statunitensi. L’ETF è disponibile anche nella versione a capitalizzazione.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO S&P 500

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,07%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

ANDAMENTO STORICO 20.000 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000 14.000 13.000

DATA DI LANCIO 18/05/2010

12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Esposizione al rallentamento del ciclo dell’economia statunitense.

L’ETF espone alle potenzialità di crescita dei titoli delle società a maggiore capitalizzazione quotate sul listino della prima economia mondiale.

Rischio di cambio euro/dollaro.

TICKER CSSPX / CODICE ISIN IE00B5BMR087 / CODICE REUTERS CSSPX.MI / CODICE BLOOMBERG CSSPX IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 146


CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI World Momentum Factor UCITS ETF Mira a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da un sottogruppo di titoli di società globali dell’indice MSCI World i quali hanno evidenziato una tendenza di rialzo dei prezzi.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI World Momentum Index

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 15.000 14.500 14.000 13.500 13.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,30%

12.500 12.000 11.500 11.000

DATA DI LANCIO 03/10/2014

10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

L’ETF espone alle potenzialità di apprezzamento dei titoli mondiali dotati di una maggiore forza relativa.

Rischio di concentrazione su un fattore, che comporta minore diversificazione. Può essere influenzato da notizie economiche, politiche o societarie.

TICKER IWMO / CODICE ISIN IE00BP3QZ825 / CODICE REUTERS IWMO.MI / CODICE BLOOMBERG IWMO IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 147


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI Europe Value Factor UCITS ETF

OBIETTIVO Crescita del capitale

Mira a replicare l’andamento di un indice composto da una selezione di titoli inclusi nell’MSCI Europe con valutazioni inferiori rispetto ai fondamentali. Adatto a chi vuole un’esposizione regionale con un forte orientamento ai titoli sottovalutati.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Europe Enhanced Value

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 11.500

11.000

10.500

10.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,25%

9.500

9.000

DATA DI LANCIO 16/01/2015

8.500

LUG 17

LUG 16

FEB 15

3

LUG 15

8.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Esposto prevalentemente a un fattore e ai movimenti del mercato correlati.

L’ETF consente di beneficiare delle possibilità di apprezzamento nel medio/ lungo termine del valore dei titoli presenti nel paniere, per via di un loro presumibile riallineamento ai valori espressi dai fondamentali.

Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.

TICKER IEVL / CODICE ISIN IE00BQN1K901 / CODICE REUTERS IEVL.MI / CODICE BLOOMBERG IEVL IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 148


CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI World Quality Factor UCITS ETF Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da un sottogruppo di titoli dell’MSCI World. Indicato per chi cerca un’esposizione globale con un forte orientamento ad azioni di società che presentano utili elevati e stabili.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI World Sector Neutral Quality

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 15.000 14.500 14.000 13.500 13.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,30%

12.500 12.000 11.500 11.000

DATA DI LANCIO 03/10/2014

10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.

Grazie alla sua esposizione verso le aziende di maggiore “qualità”, l’ETF permette di prendere posizione su alcuni dei titoli potenzialmente meglio impostati per un futuro apprezzamento.

Notizie economiche, politiche e societarie che coinvolgono le società.

TICKER IWQU / CODICE ISIN IE00BP3QZ601 / CODICE REUTERS IWQU.MI / CODICE BLOOMBERG IWQU IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 149


CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI Europe Quality Factor UCITS ETF Cerca di replicare la performance di un indice composto da un segmento di titoli dell’MSCI Europe con ricavi stabili e robusti, presentandosi come un prodotto adatto a chi è alla ricerca di un’esposizione ad aziende che registrano ricavi interessanti.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Europe Sector Neutral Quality

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 12.000

11.500

11.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,25%

10.500

10.000

DATA DI LANCIO 16/01/2015

9.500

LUG 17

LUG 16

FEB 15

3

LUG 15

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Indice con una concentrazione su un fattore e minore diversificazione.

Grazie alla sua esposizione verso le aziende di maggiore “qualità”, l’ETF permette di prendere posizione su alcuni dei titoli potenzialmente meglio impostati per un futuro apprezzamento.

Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.

TICKER IEQU / CODICE ISIN IE00BQN1K562 / CODICE REUTERS IEQU.MI / CODICE BLOOMBERG IEQU IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 150


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI World Value Factor UCITS ETF Persegue l’obiettivo di replicare nel modo più fedele possibile l’andamento di un indice composto da un sottogruppo di titoli dell’MSCI World che raccoglie i titoli azionari sottovalutati rispetto ai loro fondamentali.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI World Enhanced Value

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 15.000

14.000

13.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,30%

12.000

11.000

DATA DI LANCIO 03/10/2014

10.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Concentrazione su un fattore e dunque minore diversificazione.

L’ETF consente di beneficiare delle possibilità di apprezzamento nel medio/ lungo termine del valore dei titoli presenti nel paniere, per via di un loro presumibile riallineamento ai valori espressi dai fondamentali.

Maggiore esposizione ai movimenti del mercato correlati a tale fattore.

TICKER IWVL / CODICE ISIN IE00BP3QZB59 / CODICE REUTERS IWVL.MI / CODICE BLOOMBERG IWVL IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 151


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI Europe Momentum Factor UCITS ETF Mira a replicare l’andamento di un indice composto da una selezione di titoli inclusi nell’MSCI Europe, i cui valori stiano attraversando una fase di forza relativa. Consente un’esposizione regionale con un forte orientamento a titoli che abbiano registrato un rialzo dei prezzi.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Europe Momentum

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 12.000

11.500

11.000

10.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,25%

10.000

9.500

DATA DI LANCIO 16/01/2015

9.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

8.500

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

L’ETF espone alle potenzialità di apprezzamento dei titoli europei dotati di una maggiore forza relativa.

Concentrato su un fattore, quindi meno diversificato rispetto all’indice originario. Di conseguenza risulta più esposto ai movimenti correlati al fattore.

TICKER IEMO / CODICE ISIN IE00BQN1K786 / CODICE REUTERS IEMO.MI / CODICE BLOOMBERG IEMO IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 152


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Developed Markets Property Yield UCITS ETF Consente un investimento sui titoli delle società di investimento immobiliari (Reit) quotate nei Paesi sviluppati. Adatto a chi vuole scommettere sul comparto immobiliare internazionale e sul positivo andamento ciclico dell’economia globale.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

DATA DI LANCIO 20/10/2006

INDICE DI RIFERIMENTO FTSE EPRA/ NAREIT Developed Dividend+

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 16.000

15.000

14.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,59%

13.000

12.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Eventuale indebolimento del settore immobiliare e dell’economia.

L’ETF consente di prendere posizione su uno dei settori trainanti delle economie sviluppate, tipicamente legato in maniera molto stretta all’andamento del ciclo economico.

Andamento del cambio tra l’euro e le valute dei titoli presenti nel fondo.

TICKER IWDP / CODICE ISIN IE00B1FZS350 / CODICE REUTERS IWDP.MI / CODICE BLOOMBERG IWDP IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 153


CAPITOLO

3

iShares Asia Property Yield UCITS ETF

OBIETTIVO Crescita del capitale

Mira a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da società immobiliari quotate e Real estate investment trust (Reit) dei Paesi asiatici sviluppati, che soddisfano inoltre determinati criteri relativi ai rendimenti da dividendo.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

DATA DI LANCIO 20/10/2006

INDICE DI RIFERIMENTO FTSE EPRA/NAREIT Developed Asia Dividend+

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 14.500 14.000 13.500 13.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,59%

12.500 12.000 11.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

11.000 10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Performance generale dei mercati azionari e del settore immobiliare.

L’ETF replica infatti un indice focalizzato su un settore in tumultuosa espansione nella regione asiatica e caratterizzato da importanti prospettive di sviluppo.

Le variazioni dei tassi possono incidere sul valore dei beni immobili.

TICKER IASP / CODICE ISIN IE00B1FZS244

/ CODICE REUTERS IASP.MI / CODICE BLOOMBERG IASP IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 154


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares MSCI Emerging Markets UCITS ETF (Dist) L’ETF offre un accesso diversificato ai mercati azionari dei principali Paesi emergenti quali Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Messico, Russia, Sudafrica e Taiwan. L’indice sottostante è investito in circa 850 blue chip quotate su tali mercati. L’ETF è disponibile anche nella versione ad accumulazione.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Emerging Markets Index(SM)

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 13.000

12.000

11.000

10.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,75%

9.000

8.000

7.000

DATA DI LANCIO 18/11/2005

6.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

5.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Esposizione alla volatilità delle azioni emergenti e all’andamento del ciclo economico internazionale.

OBIETTIVO Crescita del capitale/ Integrazione reddito

L’ETF consente di investire su alcune delle economie dotate dei maggiori tassi di crescita potenziali. L’ETF assicura inoltre un flusso trimestrale di dividendi.

Rischio di cambio tra euro e le valute in cui sono espressi i titoli nel fondo.

TICKER IEEM / CODICE ISIN IE00B0M63177 / CODICE REUTERS IEEM.MI / CODICE BLOOMBERG IEEM IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 155


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares MSCI Europe ex-UK UCITS ETF L’ETF offre un’esposizione diversificata alle società europee, con l’investimento in un’ampia gamma di società dei Paesi del Vecchio continente escluso il Regno Unito.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Europe ex-UK

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,40%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

ANDAMENTO STORICO 20.000 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000 14.000 13.000

DATA DI LANCIO 02/06/2006

12.000 11.000

3

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico in Europa.

I titoli compresi nel paniere sono particolarmente rappresentativi delle prospettive di espansione dei Paesi europei più industrializzati.

Esposizione alla ciclicità dei mercati azionari globali.

TICKER IEUX / CODICE ISIN IE00B14X4N27 / CODICE REUTERS IEUX.MI / CODICE BLOOMBERG IEUX IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 156

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000


CAPITOLO

3

iShares MSCI EM Latin America UCITS ETF (Dist) L’ETF è pensato per consentire l’accesso al mercato azionario emergente dell’America Latina. L’indice sottostante investe nelle oltre 100 principali società di Brasile, Cile, Colombia, Messico e Perù, con una predominanza di azioni brasiliane. L’ETF è disponibile anche nella versione ad accumulazione.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI EM Latin America 10/40

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 12.000

11.000

10.000

9.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,74%

8.000

7.000

DATA DI LANCIO 15/10/2007

6.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

5.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Esposizione al ciclo Usa, primo partner commerciale del Sud America e alla volatilità tipica dell’azionario emergente.

OBIETTIVO Crescita del Capitale/ Integrazione reddito

L’ETF permette di prendere posizione su alcune tra le più promettenti economie emergenti. L’ETF distribuisce inoltre un dividendo su base semestrale.

Rischio cambio tra Euro e valute d’espressione dei singoli titoli in portafoglio.

TICKER LTAM / CODICE ISIN IE00B27YCK28 / CODICE REUTERS LTAM.MI / CODICE BLOOMBERG LTAM IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 157


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares NASDAQ 100 UCITS ETF L’ETF è rivolto a chi vuole puntare sulle potenzialità di crescita delle 100 maggiori società non finanziarie quotate sul Nasdaq e beneficiare della capitalizzazione al suo interno delle cedole distribuite dalle società. Nell’indice sottostante sono presenti in via principale titoli del settore high tech, non solo statunitensi, selezionati in relazione alla capitalizzazione rettificata per il flottante.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO NASDAQ-100

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,33%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

ANDAMENTO STORICO 24.000 23.000 22.000 21.000 20.000 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000 14.000

DATA DI LANCIO 26/01/2010

13.000 12.000 11.000 10.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Esposizione a un eventuale rallentamento dell’economia americana.

I titoli compresi nel paniere sono di tipo growth, presentano cioè elevati tassi di crescita della redditività e occupano spesso una posizione di leadership nei rispettivi mercati di riferimento a livello internazionale.

Rischio cambio euro/dollaro Usa.

TICKER CSNDX / CODICE ISIN IE00B53SZB19 / CODICE REUTERS CSNDX.MI / CODICE BLOOMBERG CSNDX IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 158


CAPITOLO

3

iShares MSCI World EUR Hedged UCITS ETF L’ETF consente l’investimento diversificato su oltre 1.500 titoli azionari dei principali Paesi sviluppati beneficiando della copertura del rischio di cambio. La selezione dei titoli inseriti nell’indice sottostante avviene sulla base di dimensione, liquidità e flottante. Circa metà dell’indice è così costituita da aziende statunitensi.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI World 100% Hedged to EUR

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 18.000

17.000

16.000

15.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,55%

14.000

13.000

12.000

DATA DI LANCIO 30/09/2010

11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Esposizione all’andamento del ciclo economico a livello globale.

I titoli compresi nel paniere sono particolarmente rappresentativi delle prospettive di espansione dei Paesi più industrializzati e occupano spesso una posizione di leadership nei rispettivi mercati di riferimento.

TICKER IWDE / CODICE ISIN IE00B441G979 / CODICE REUTERS IWDE.MI / CODICE BLOOMBERG IWDE IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 159


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares MSCI Europe UCITS ETF (Dist)

OBIETTIVO Crescita del capitale

L’ETF consente di prendere posizione in maniera diversificata sui mercati azionari dei Paesi europei sviluppati attraverso l’investimento in un indice sottostante composto da circa 450 titoli. L’ETF è disponibile anche nella versione ad accumulazione.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Europe

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,35%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

ANDAMENTO STORICO 18.000

17.000

16.000

15.000

14.000

13.000

DATA DI LANCIO 6/07/2007

12.000

11.000

3

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Esposizione al rischio di cambio tra euro e le valute in cui sono espressi i titoli presenti nell’indice sottostante.

I titoli compresi nel paniere sono particolarmente rappresentativi delle prospettive di espansione dei Paesi europei più industrializzati.

Esposizione all’andamento del ciclo economico internazionale.

TICKER IMEU / CODICE ISIN IE00B1YZSC51 / CODICE REUTERS IMEU.MI / CODICE BLOOMBERG IMEU IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 160

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares S&P 500 EUR Hedged UCITS ETF L’ETF consente un investimento diversificato sulle 500 società a maggiore capitalizzazione degli Stati Uniti, con il beneficio della copertura del rischio valutario.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO S&P 500 EUR Hedged

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 19.000 18.500 18.000 17.500 17.000 16.500 16.000 15.500 15.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

14.500 14.000 13.500 13.000 12.500 12.000

DATA DI LANCIO 30/09/2010

11.500 11.000 10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Esposizione a un eventuale rallentamento dell’economia americana.

Le società inserite nel paniere sono espressione di una delle economie più dinamiche al mondo oltre che espressione di leader nei rispettivi mercati di riferimento.

TICKER IUSE / CODICE ISIN IE00B3ZW0K18 / CODICE REUTERS IUSE.MI / CODICE BLOOMBERG IUSE IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 161


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares MSCI EMU UCITS ETF

OBIETTIVO Crescita del capitale

Consente un’esposizione diversificata a società di Paesi appartenenti all’Unione Monetaria Europea, con un investimento in un’ampia gamma di aziende di Paesi riconducibili all’Unione. Adatto per chi è alla ricerca di questa specifica esposizione regionale.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI EMU

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,33%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

ANDAMENTO STORICO 20.000 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000 14.000 13.000

DATA DI LANCIO 12/01/2010

12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico in Europa.

I titoli compresi nel paniere sono particolarmente rappresentativi delle prospettive di espansione di alcuni dei Paesi europei più industrializzati.

Esposizione alla ciclicità dei mercati azionari globali.

TICKER CSEMU / CODICE ISIN IE00B53QG562 / CODICE REUTERS CSEMU.MI / CODICE BLOOMBERG CSEMU IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 162


CAPITOLO

3

iShares UK Property UCITS ETF Offre un’esposizione diversificata a società immobiliari del Regno Unito in un’unica operazione e la possibilità di investire in società immobiliari quotate e Reit. Adatto a chi vuole un’esposizione a un unico Paese con un forte orientamento alla crescita.

OBIETTIVO Crescita del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Immobiliare

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO FTSE EPRA/NAREIT UK Property

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 21.000 20.000 19.000 18.000 17.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,40%

16.000 15.000 14.000 13.000

DATA DI LANCIO 16/03/2007

12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Eventuale rallentamento della congiuntura economica.

L’ETF consente di esporsi al mercato immobiliare più dinamico del continente europeo, quello britannico, per un’esposizione strettamente legata all’andamento del ciclo economico.

Performance generale dei mercati azionari e del settore immobiliare.

TICKER IUKP / CODICE ISIN IE00B1TXLS18 / CODICE REUTERS IUKP.MI / CODICE BLOOMBERG IUKP IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 163


CAPITOLO

3

iShares Dow Jones Industrial Average UCITS ETF

OBIETTIVO Crescita del capitale

L’ETF permette all’investitore di prendere posizione sulle 30 principali società quotate sul mercato azionario statunitense. Nell’indice sottostante i titoli sono pesati secondo il loro prezzo e sono presenti tutti i settori di attività ad esclusione di trasporti e utility.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO Dow Jones Industrial Average

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,33%

14.000 13.000 12.000

DATA DI LANCIO 26/01/2010

11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Crescita del capitale

Esposizione all’andamento del ciclo economico statunitense.

L’ETF espone alle potenzialità di crescita dei titoli delle società a maggiore capitalizzazione quotate sul listino della prima economia mondiale.

Rischio cambio euro/dollaro.

TICKER CSINDU / CODICE ISIN IE00B53L4350 / CODICE REUTERS CSINDU.MI / CODICE BLOOMBERG CSINDU IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 164


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares $ TIPS UCITS ETF L’ETF è pensato per offrire accesso a una selezione di titoli di Stato statunitensi indicizzati all’inflazione, denominati Treasury InflationProtected Securities, o TIPS. Del paniere sottostante fanno parte oltre 35 TIPS emessi in dollari Usa dal Tesoro di Washington. I titoli nel paniere sono caratterizzati da un capitale in circolazione pari ad almeno 500 milioni di dollari e da una vita residua minima di un anno.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 08/12/2006

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays US Government Inflation-Linked Bond

TIPO REPLICA Fisica

TER (COSTO ANNUO) 0,25%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

ANDAMENTO STORICO 10.600

10.400

10.200

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

10.000

9.800

9.600

9.400

9.200

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Protezione del capitale

Esposizione a fasi di rialzo dei tassi d’interesse negli Usa.

L’ETF offre una protezione da dinamiche di aumento dei prezzi che dovessero trovare manifestazione negli Stati Uniti e quindi anche a sue possibili estensioni in altre aree del mondo.

Rischio di cambio tra euro e dollaro Usa.

TICKER ITPS / CODICE ISIN IE00B1FZSC47 / CODICE REUTERS ITPS.MI / CODICE BLOOMBERG ITPS IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 165


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares $ Treasury Bond 1-3yr UCITS ETF

OBIETTIVO Protezione del capitale

L’ETF permette di investire su una selezione di titoli di Stato a breve termine emessi in dollari Usa dal Tesoro di Washington. Il paniere sottostante è composto da una trentina di obbligazioni governative ad alto rating (investment grade) e ha una duration obiettivo compresa tra 1 e 3 anni. In esso rientrano solo titoli caratterizzati da un ammontare in circolazione almeno pari a 5 miliardi di dollari. L’ETF è disponibile anche nella versione ad accumulazione.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO ICE U.S. Treasury 1-3 Year Bond

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 10.300

10.250

10.200

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

10.150

10.100

DATA DI LANCIO 02/06/2006

10.050

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Esposizione, seppur contenuta, a eventuali rialzi dei tassi d’interesse negli Stati Uniti.

OBIETTIVO Protezione del capitale / Integrazione del reddito

L’ETF investe su obbligazioni ad alto rating emesse dal Tesoro Usa e permette di incassare cedole su base semestrale.

Rischio di cambio tra euro e dollaro Usa.

TICKER IBTS / CODICE ISIN IE00B14X4S71 / CODICE REUTERS IBTS.MI / CODICE BLOOMBERG IBTS IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 166


CAPITOLO

3

iShares $ Treasury Bond 3-7yr UCITS ETF Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da obbligazioni governative denominate in dollari statunitensi emesse dal Tesoro degli Stati Uniti. Adatto a chi è alla ricerca di un investimento in obbligazioni governative.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO ICE U.S. Treasury 3-7 Year Bond

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 10.900

10.700

10.500

10.300

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

10.100

9.900

DATA DI LANCIO 03/06/2009

9.700

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.500

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Protezione del capitale

Rischio di credito, variazioni dei tassi e/o insolvenze degli emittenti.

L’ETF consente l’investimento nei titoli governativi a breve/ media scadenza di uno dei Paesi caratterizzati dal merito di credito più elevato, gli Stati Uniti.

Sensibile a qualsiasi evento economico, politico, di mercato o normativo locale.

TICKER CSBGU7 / CODICE ISIN IE00B3VWN393 / CODICE REUTERS CSBGU7.MI / CODICE BLOOMBERG CSBGU7 IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 167


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares $ Treasury Bond 7-10yr UCITS ETF

OBIETTIVO Protezione del capitale

L’ETF offre la possibilità di investire in una selezione di titoli di Stato statunitensi a medio e lungo termine effettuata sulla base della liquidità e delle dimensioni delle emissioni. Del paniere sottostante fanno parte una decina di obbligazioni emesse in dollari Usa dal Tesoro di Washington e caratterizzate da rating elevati (investment grade). Il paniere ha una duration obiettivo compresa tra 7 e 10 anni. L’ETF è disponibile anche nella versione ad accumulazione.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO ICE U.S. Treasury 7-10 Year Bond

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 11.500

11.000

10.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

10.000

9.500

DATA DI LANCIO 08/12/2006

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Sensibilità a variazioni dei tassi d’interesse superiore rispetto a panieri composti da bond a più breve scadenza. Rischio di cambio tra euro e dollaro Usa.

OBIETTIVO Protezione del capitale / Integrazione del reddito

L’ETF investe su obbligazioni ad alto rating emesse dal Tesoro Usa e permette di incassare cedole su base semestrale.

TICKER IBTM / CODICE ISIN IE00B1FZS798 / CODICE REUTERS IBTM.MI / CODICE BLOOMBERG IBTM IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 168


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Core Euro Government Bond UCITS ETF L’ETF offre la possbilità di investire in maniera diversificata su un paniere di 300 titoli di Stato emessi dai principali Paesi della zona Euro, caratterizzati da rating elevati (investment grade) e denominati in euro. All’indice sottostante appartengono esclusivamente obbligazioni dotate di una vita residua superiore a un anno e di un ammontare minimo in circolazione pari a 300 milioni di euro.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Treasury Bond

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 13.500

13.000

12.500

12.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

11.500

11.000

DATA DI LANCIO 17/4/2009

10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Esposizione all’aumento dei tassi d’interesse nella zona Euro.

OBIETTIVO Protezione del capitale/ Integrazione del reddito

In considerazione dell’elevato rating degli emittenti e della presenza di un flusso cedolare distribuito semestralmente.

Esposizione al rischio emittente dei titoli in portafoglio.

TICKER SEGA / CODICE ISIN IE00B4WXJJ64 / CODICE REUTERS SEGA.MI / CODICE BLOOMBERG SEGA IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 169


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Core UK Gilts UCITS ETF Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da obbligazioni governative del Regno Unito denominate in sterline. Offre quindi un’esposizione diversificata ai titoli di Stato della Gran Bretagna.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 01/12/2006

INDICE DI RIFERIMENTO FTSE Actuaries UK Conventional Gilts All Stocks

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 13.500 13.000 12.500 12.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

11.500 11.000 10.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

10.000 9.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Protezione del capitale

L’ETF consente l’investimento nei titoli governativi di uno dei Paesi caratterizzati dal merito di credito più elevato, la Gran Bretagna.

Rischio credito, variazioni dei tassi e/o insolvenze degli emittenti. Declassamenti reali o potenziali possono aumentare il livello di rischio.

TICKER IGLT / CODICE ISIN IE00B1FZSB30 / CODICE REUTERS IGLT.MI / CODICE BLOOMBERG IGLT IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 170


CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI Emerging Markets Minimum Volatility UCITS ETF Punta a replicare le performance di un indice composto da società selezionate dei mercati emergenti che, in aggregato, presentano caratteristiche di volatilità inferiore rispetto ai mercati azionari emergenti più ampi.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI EM Minimum Volatility

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 13.500 13.000 12.500 12.000 11.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,40%

11.000 10.500 10.000

DATA DI LANCIO 30/11/2012

9.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Protezione del capitale

Le variazioni dei tassi di cambio influiranno sul valore dell’investimento. Andamento mercati azionari, eventi economici e politici.

L’ETF è pensato per ridurre la volatilità totale di un portafoglio azionario esposto ai mercati emergenti. Conferisce pertanto un elemento di protezione all’investimento sui mercati azionari emergenti, tipicamente caratterizzati da elevati livelli di volatilità.

TICKER EMV / CODICE ISIN IE00B8KGV557 / CODICE REUTERS EMV.MI / CODICE BLOOMBERG EMV IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 171


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI Europe Minimum Volatility UCITS ETF

OBIETTIVO Protezione del capitale

Consente un investimento focalizzato sulle azioni europee a grande e media capitalizzazione selezionate in base a criteri volti a minimizzare la volatilità complessiva dell’investimento. I dividendi staccati dalle società facenti parte dell’indice sottostante sono reinvestiti nel fondo.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Europe Minimum Volatility

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 20.000 19.000 18.000 17.000 16.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,25%

15.000 14.000 13.000 12.000

DATA DI LANCIO 30/11/2012

11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Protezione del capitale

Parzialmente esposto agli effetti di un rallentamento economico.

L’ETF è pensato per ridurre la volatilità totale di un portafoglio azionario esposto al mercato europeo. Conferisce pertanto un elemento di protezione per un investitore avverso al rischio ma comunque interessato a investire in azioni.

Parzialmente esposto al rischio cambio.

TICKER MVEU / CODICE ISIN IE00B86MWN23 / CODICE REUTERS MVEU.MI / CODICE BLOOMBERG MVEU IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 172


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI World Minimum Volatility UCITS ETF Permette di investire nelle azioni globali dei Paesi sviluppati selezionate in base a criteri volti a minimizzare la volatilità complessiva dell’investimento. I dividendi distribuiti dalle società facenti parte dell’indice sottostante vengono reinvestite all’interno del fondo.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI World Minimum Volatility

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,30%

14.000 13.000 12.000

DATA DI LANCIO 30/11/2012

11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Protezione del capitale

Risente solo in parte di un eventuale rallentamento della congiuntura. Influenzato dall’andamento del tasso di cambio.

L’ETF è pensato per ridurre la volatilità totale di un portafoglio azionario esposto ai mercati internazionali. Conferisce pertanto un elemento di protezione per un investitore avverso al rischio ma comunque interessato a investire in azioni.

TICKER MVOL / CODICE ISIN IE00B8FHGS14 / CODICE REUTERS MVOL.MI / CODICE BLOOMBERG MVOL IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 173


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Edge S&P 500 Minimum Volatility UCITS ETF Permette di investire in modo focalizzato su azioni statunitensi selezionate in base a criteri volti a minimizzare la volatilità complessiva dell’investimento. I dividendi distribuiti dalle società facenti parte dell’indice sottostante vengono reinvestiti all’interno del fondo.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO S&P 500 Minimum Volatility

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 22.000

20.000

18.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

16.000

14.000

DATA DI LANCIO 30/11/2012

12.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Protezione del capitale

Risente solo in parte di un eventuale rallentamento della congiuntura Usa. Influenzato dall’andamento del tasso di cambio euro/dollaro Usa.

L’ETF è pensato per ridurre la volatilità totale di un portafoglio azionario esposto al mercato statunitense. Conferisce pertanto un elemento di protezione per un investitore avverso al rischio ma comunque interessato a investire sull'azionario Usa.

TICKER MVUS / CODICE ISIN IE00B6SPMN59 / CODICE REUTERS MVUS.MI / CODICE BLOOMBERG MVUS IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 174


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Euro Aggregate Bond UCITS ETF Permette di investire in un paniere molto diversificato composto da titoli di Stato e corporate bond con rating elevati ed emessi in euro. Indicato a chi vuole puntare sul mercato obbligazionario di qualità e incassare cedole su base semestrale.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 06/03/2009

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Aggregate Bond

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 13.000

12.500

12.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,25%

11.500

11.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Elevata sensibilità ai rialzi dei tassi d’interesse.

OBIETTIVO Protezione capitale / Integrazione reddito

L’ETF permette un approccio diversificato all’investimento obbligazionario e di ricevere cedole su base semestrale.

Esposizione al rischio emittente dei singoli titoli in portafoglio.

TICKER IEAG / CODICE ISIN IE00B3DKXQ41 / CODICE REUTERS IEAG.MI / CODICE BLOOMBERG IEAG IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 175


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Euro Corporate Bond 1-5yr UCITS ETF L’ETF è pensato per consentire l’investimento in titoli obbligazionari a breve-media durata (1-5 anni) e dotati di elevato rating (investment grade), emessi da società internazionali e denominati in euro. Tutte le emissioni nel paniere sono dotate di un ammontare minimo in circolazione pari a 300 milioni di euro.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 25/09/2009

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Corporate 1-5 Year Bond

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 11.800 11.600 11.400 11.200

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

11.000 10.800 10.600

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

10.400 10.200

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Esposizione al rischio emittente dei singoli titoli.

OBIETTIVO Protezione capitale / Integrazione reddito

L’ETF consente di ottenere rendimenti superiori a quelli dei titoli di Stato di pari durata esponendosi limitatamente alle variazioni dei tassi d’interesse e di ricevere semestralmente un flusso di dividendi.

Esposizione alle variazioni dei tassi d’interesse.

TICKER SE15 / CODICE ISIN IE00B4L60045 / CODICE REUTERS SE15.MI / CODICE BLOOMBERG SE15 IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 176


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Euro Corporate Bond Interest Rate Hedged UCITS ETF L’ETF consente di investire in obbligazioni societarie di elevata qualità (investment grade) emesse in euro con la copertura del rischio di rialzo dei tassi d’interesse. Il paniere sottostante è perciò composto da oltre 1.500 obbligazioni a tasso fisso e da contratti future sui titoli di Stato tedeschi per la copertura del rischio tassi.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 22/10/2012

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays EUR Corporate Interest Rate Hedged

TIPO REPLICA Fisica

TER (COSTO ANNUO) 0,25%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

ANDAMENTO STORICO 10.500 10.450 10.400 10.350

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

10.300 10.250 10.200 10.150 10.100 10.050

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

OTT 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Esposizione al rischio emittente dei singoli titoli.

OBIETTIVO Protezione del capitale / Integrazione reddito

L’ETF consente di beneficiare dei rendimenti provenienti dal mercato del credito (senza il rischio tassi) e di ricevere semestralmente un flusso di dividendi.

TICKER IRCP / CODICE ISIN IE00B6X2VY59 / CODICE REUTERS IRCP.MI / CODICE BLOOMBERG IRCP IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 177


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Euro Corporate Bond Large Cap UCITS ETF

OBIETTIVO Protezione del capitale

L’ETF consente di investire nelle obbligazioni corporate più liquide tra quelle emesse in euro da società internazionali con elevato rating (investment grade). Il paniere sottostante comprende oltre 800 obbligazioni con vita residua di almeno un anno e un ammontare minimo in circolazione pari a 300 milioni di euro. Il singolo peso all’interno del portafoglio non può mai superare il 4% del totale.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 17/03/2003

INDICE DI RIFERIMENTO Markit iBoxx EUR Liquid Corporates Large Cap

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 12.500

12.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

11.500

11.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Esposizione al rischio emittente dei singoli titoli.

OBIETTIVO Protezione capitale / Integrazione reddito

L’ETF consente di investire in obbligazioni di qualità con un rendimento potenziale superiore a quello dei titoli di Stato di pari durata e di ricevere trimestralmente un flusso di dividendi.

Esposizione alle variazioni dei tassi d’interesse.

TICKER IBCX / CODICE ISIN IE0032523478 / CODICE REUTERS IBCX.MI / CODICE BLOOMBERG IBCX IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 178


CAPITOLO

3

iShares Euro Government Bond 0-1yr UCITS ETF Mira a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto da obbligazioni governative investment grade dell’Eurozona. Indicato a chi è alla ricerca di una esposizione diversificata a obbligazioni governative in euro di breve termine.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 06/03/2009

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Short Treasury (0-12 Months) Bond

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 10.120

10.100

10.080

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

10.060

10.040

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

10.020

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Protezione del capitale

L’ETF consente l’investimento nei titoli governativi a brevissima scadenza emessi dai Paesi della zona Euro.

Sensibilità a eventi economici, politici, di mercato o normativi locali. Rischio di credito, variazioni dei tassi e/o insolvenze degli emittenti.

TICKER IEGE / CODICE ISIN IE00B3FH7618 / CODICE REUTERS IEGE.MI / CODICE BLOOMBERG IEGE IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 179


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Euro Government Bond 1-3yr UCITS ETF L’ETF è pensato per permettere di prendere posizione su un paniere di titoli di Stato a breve termine emessi dai principali Paesi dell’Eurozona, caratterizzati da rating elevati (investment grade). I titoli compresi nel paniere sono denominati in euro e hanno vita residua tra 1,25 e 3,25 anni, con una duration obiettivo da un minimo di un anno fino a 3 anni. L’ETF è disponibile anche nella versione ad accumulazione.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 05/06/2006

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Government Bond 1-3 Year Term

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 11.100

10.900

10.700

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

10.500

10.300

10.100

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

9.900

9.700

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.500

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Protezione del capitale

Esposizione limitata a fasi di rialzo dei tassi d’interesse.

L’ETF permette di salvaguardare il capitale grazie alla bassa esposizione alle variazioni dei tassi d’interesse ufficiali. L’ETF consente inoltre di incassare un flusso cedolare su base semestrale.

Esposizione al rischio emittente dei singoli titoli in portafoglio.

TICKER IBGS / CODICE ISIN IE00B14X4Q57 / CODICE REUTERS IBGS.MI / CODICE BLOOMBERG IBGS IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 180


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Euro Government Bond 3-5yr UCITS ETF L’ETF permette di investire nei titoli di Stato a breve scadenza emessi dai principali Paesi della zona Euro caratterizzati da rating elevati (investment grade) e denominati in euro. Il paniere ha una duration obiettivo compresa tra 3 e 5 anni.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 08/12/2006

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Government Bond 5 Year Term

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 12.000 11.800 11.600 11.400

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

11.200 11.000 10.800 10.600

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

10.400 10.200

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Protezione del capitale

Parziale esposizione alle fasi di rialzo dei tassi d’interesse.

L’ETF permette di salvaguardare il capitale grazie alla bassa esposizione alle variazioni dei tassi d’interesse ufficiali. L’ETF consente inoltre di incassare un flusso cedolare su base semestrale.

Esposizione al rischio emittente dei singoli titoli in portafoglio.

TICKER IBGX / CODICE ISIN IE00B1FZS681 / CODICE REUTERS IBGX.MI / CODICE BLOOMBERG IBGX IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 181


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Euro Inflation Linked Government Bond UCITS ETF L’ETF è pensato per consentire di prendere posizione sui titoli di Stato dell’Eurozona indicizzati all’inflazione. Il paniere sottostante è infatti composto da 30 obbligazioni governative della zona Euro indicizzate all’inflazione che abbiano una vita residua di almeno un anno e un capitale in circolazione di almeno 500 milioni di euro.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 18/11/2005

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Euro Government Inflation-Linked Bond

TIPO REPLICA Fisica

TER (COSTO ANNUO) 0,25%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

ANDAMENTO STORICO 11.400

11.200

11.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

10.800

10.600

10.400

10.200

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Protezione del capitale

Esposizione alle variazioni dei tassi d’interesse nella zona Euro.

L’ETF permette di salvaguardare il capitale dall’erosione di valore provocata da eventuali aumenti dei prezzi al consumo nei Paesi dell’Eurozona.

Esposizione al rischio emittente dei titoli in portafoglio.

TICKER IBCI / CODICE ISIN IE00B0M62X26 / CODICE REUTERS IBCI.MI / CODICE BLOOMBERG IBCI IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 182


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Euro Ultrashort Bond UCITS ETF L’ETF consente di investire in obbligazioni corporate dei Paesi sviluppati, dotate di rating investment grade, denominate in Euro e dalla brevissima duration (da 0 a 1 anno per i bond a tasso fisso, da 0 a 3 anni per quelli a tasso variabile). Caratterizzate pertanto da una bassa sensibilità alle variazioni dei tassi d’interesse e da un rendimento potenziale superiore a quello dei titoli di Stato di pari durata.

OBIETTIVO Protezione del capitale

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 16/10/2013

INDICE DI RIFERIMENTO Markit iBoxx EUR Liquid Investment Grade Ultrashort

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 10.800

10.700

10.600

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,09%

10.500

10.400

10.300

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

10.200

10.100

3

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO

OBIETTIVO Investimento della liquidità

L’ETF risponde all’esigenza di gestire la liquidità con una limitata esposizione ai movimenti dei tassi d’interesse.

Esposizione al rischio emittente dei titoli in portafoglio.

TICKER ERNE / CODICE ISIN IE00BCRY6557 / CODICE REUTERS ERNE.MI / CODICE BLOOMBERG ERNE IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 183

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Global Corporate Bond UCITS ETF

OBIETTIVO Protezione del capitale

L’ETF investe in un paniere diversificato di oltre 2.500 obbligazioni caratterizzate da rating investment grade ed emesse da società appartenenti sia ai Paesi sviluppati, sia a quelli emergenti. La vita residua minima dei titoli nel paniere è di un anno, quella media è di circa 6 anni. Sono prevalenti i titoli denominati in dollari Usa.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Obbligazionario

DATA DI LANCIO 24/09/2012

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Barclays Global Aggregate Corporate Bond

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 11.300 11.100 10.900 10.700

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

10.500 10.300 10.100

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

9.900 9.700

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

OTT 12

3

LUG 13

9.500

4

2

5

1

6

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

7

FATTORI DI RISCHIO Esposizione al rischio emittente.

OBIETTIVO Investimento della liquidità

Esposizione ai movimenti dei tassi d’interesse.

L’ETF permette di prendere esposizione al mercato obbligazionario globale, con rendimenti usualmente superiori a quelli offerti dai titoli di Stato di analoga durata.

Esposizione al cambio Euro/Dollaro Usa in ragione della denominazione di numerose emissioni in tale valuta.

TICKER CORP / CODICE ISIN IE00B7J7TB45 / CODICE REUTERS CORP.MI / CODICE BLOOMBERG CORP IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 184


CAPITOLO

3

iShares China Large Cap UCITS ETF L’ETF permette di investire sui principali titoli azionari cinesi, in particolare replicando l’andamento di un paniere costituito dai 50 titoli di società cinesi più capitalizzate e liquide tra quelle quotate a Hong Kong. In tale paniere, dove nessun titolo può pesare per oltre il 10% del totale, un ruolo predominante è appannaggio del settore finanziario.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO FTSE China 50

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,74%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

ANDAMENTO STORICO 17.000

16.000

15.000

14.000

13.000

12.000

DATA DI LANCIO 21/10/2004

11.000

10.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Esposizione all’andamento del ciclo economico in Cina e a livello globale.

OBIETTIVO Diversificazione / Crescita del capitale

L’ETF permette di inserire nel portafoglio azionario un indice rappresentativo delle blue chip della seconda economia mondiale.

Rischio di cambio euro/dollaro di Hong Kong.

TICKER FXC / CODICE ISIN IE00B02KXK85 / CODICE REUTERS FXC.MI / CODICE BLOOMBERG FXC IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 185


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Core DAX UCITS ETF (DE)

OBIETTIVO Diversificazione

L’ETF offre l’accesso a un investimento focalizzato sul mercato azionario della principale economia europea. Il paniere sottostante contiene i titoli delle 30 principali società tedesche selezionate per capitalizzazione e volumi di negoziazione, con una preponderanza di società attive nella produzione di beni di consumo e di società finanziarie.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO DAX®

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,16%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

ANDAMENTO STORICO 20.000 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000 14.000 13.000

DATA DI LANCIO 27/12/2000

12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Esposizione all’andamento del ciclo economico in Germania e a livello globale.

OBIETTIVO Diversificazione / Crescita del capitale

L’ETF offre la possibilità di estendere la copertura del portafoglio azionario sui titoli più rappresentativi dell’economia tedesca, caratterizzati da potenzialità di crescita legate alla loro presenza a livello globale.

TICKER EXS1 / CODICE ISIN DE0005933931 / CODICE REUTERS GDAXIEX.MI / CODICE BLOOMBERG DAXEX IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 186


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Core EURO STOXX 50 UCITS ETF L’ETF permette l’investimento sulle 50 blue chip quotate sui mercati azionari dell’Eurozona attraverso l’esposizione a uno dei benchmark più rappresentativi delle Borse dell’area. Nel paniere sottostante spicca la prevalenza di titoli a elevata capitalizzazione appartenenti ai settori finanziari, industriali e farmaceutici, quotati sui mercati di Francia, Germania, Spagna e Italia.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO EURO STOXX® 50

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,10%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

ANDAMENTO STORICO 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000 14.000 13.000

DATA DI LANCIO 26/01/2010

12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Scarsa diversificazione dell’indice sottostante.

OBIETTIVO Diversificazione / Crescita del capitale

L’ETF offre in un’unica soluzione la possibilità di diversificare il portafoglio azionario sui titoli più rappresentativi dell’Area Euro, caratterizzati da potenzialità di crescita legate alla loro presenza a livello globale.

Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico in Europa.

TICKER CSSX5E / CODICE ISIN IE00B53L3W79 / CODICE REUTERS CSSX5E.MI / CODICE BLOOMBERG CSSX5E IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 187


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Core FTSE 100 UCITS ETF

OBIETTIVO Diversificazione

L’ETF offre la possibilità di investire sui titoli azionari delle 100 principali società quotate alla Borsa di Londra selezionati sulla base della capitalizzazione. Il paniere sottostante vede una presenza preponderante di titoli del settore finanziario, dell’energia e dei beni di consumo. L’ETF è disponibile anche nella versione ad accumulazione.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO FTSE 100

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,07%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

ANDAMENTO STORICO 17.000

16.000

15.000

14.000

13.000

12.000

DATA DI LANCIO 27/4/2000

11.000

3

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO

L’ETF permette di arricchire il portafoglio azionario con una posizione focalizzata sull’azionario UK.

Esposizione all’andamento del ciclo economico in Gran Bretagna. Rischio di cambio euro/sterlina.

TICKER ISF / CODICE ISIN IE0005042456 / CODICE REUTERS ISF.MI / CODICE BLOOMBERG ISF IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 188

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Core MSCI Emerging Markets IMI UCITS ETF L’ETF permette di prendere posizione in maniera diversificata sui principali mercati azionari dei Paesi emergenti, attraverso la replica di un paniere sottostante composto da oltre 1.800 titoli di Paesi quali Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Messico, Russia, Sud Africa e Taiwan. Del paniere fanno parte società di piccola, media e grande capitalizzazione.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

DATA DI LANCIO 30/05/2014

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Emerging Markets Investable Market

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 13.000

12.000

11.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,25%

10.000

9.000

8.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

7.000

6.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

5.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO Esposizione a mercati caratterizzati da livelli di volatilità superiori a quelli dei Paesi sviluppati.

L’ETF permette l’inserimento in portafoglio tramite un singolo strumento di società rappresentative di tutti i mercati emergenti.

Rischio di cambio tra l’euro e le valute in cui sono espresse le società comprese nell’indice.

TICKER EIMI / CODICE ISIN IE00BKM4GZ66 / CODICE REUTERS EIMI.MI / CODICE BLOOMBERG EIMI IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 189


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Core MSCI Japan IMI UCITS ETF

OBIETTIVO Diversificazione

L’ETF consente di investire sul mercato azionario della terza economia mondiale attraverso un approccio improntato alla diversificazione. L’indice sottostante è estremamente rappresentativo dell’economia nipponica e comprende 1.175 titoli di società di piccola, media e grande capitalizzazione.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

DATA DI LANCIO 25/09/2009

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Japan Investable Market Index (IMI)

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 17.000

16.000

15.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

14.000

13.000

12.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

11.000

10.000

3

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico internazionale.

L’ETF permette di inserire nel portafoglio azionario l’esposizione a uno specifico mercato, con un approccio improntato alla diversificazione.

Rischio di cambio euro/yen.

TICKER SJPA / CODICE ISIN IE00B4L5YX21 / CODICE REUTERS SJPA.MI / CODICE BLOOMBERG SJPA IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 190

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.000


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares Core MSCI Pacific ex Japan UCITS ETF L’ETF permette di prendere una posizione diversificata sui mercati azionari asiatici sviluppati ad eccezione di quello giapponese. All’interno dell’indice sottostante il peso maggiore è occupato da società australiane, di Hong Kong e di Singapore, selezionate sulla base di dimensione, liquidità e flottante.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Pacific exJapan

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 13.000

12.000

11.000

10.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

9.000

8.000

7.000

DATA DI LANCIO 12/01/2010

6.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

5.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO

L’ETF permette di inserire nel portafoglio azionario una specifica area geografica emergente.

Esposizione al rallentamento del ciclo economico internazionale. Rischio di cambio tra l’euro e le valute in cui sono espresse le società comprese nell’indice.

TICKER CSPXJ / CODICE ISIN IE00B52MJY50 / CODICE REUTERS CSPXJ.MI / CODICE BLOOMBERG CSPXJ IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 191


CAPITOLO

3

iShares Diversified Commodity Swap UCITS ETF (DE)

OBIETTIVO Diversificazione

L’ETF consente di investire in modo diversificato su un paniere di materie prime. L’indice sottostante è infatti composto da futures su 22 commodity, tra cui metalli preziosi, metalli industriali, materie prime agricole, materie prime energetiche e bestiame. Nessuno di tali settori può pesare per oltre il 33% all’interno dell’indice e il peso di una singola materia prima può variare tra il 2% e il 15% del totale.

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Materie prime

DATA DI LANCIO 07/08/2007

INDICE DI RIFERIMENTO Bloomberg Commodity (Total Return Index)

TIPO REPLICA Swap

ANDAMENTO STORICO 12.500 11.500 10.500 9.500 8.500

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,46%

7.500 6.500 5.500 4.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

3.500 2.500 1.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

500

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO Esposizione alle fasi di rallentamento dell’economia mondiale.

L’ETF si rivolge a coloro che vogliono inserire nel loro portafoglio in maniera diversificata una componente legata alle materie prime.

Rischio legato all’uso di contratti swap. Rischio valutario (le commodity sono quotate in dollari).

TICKER EXXY / CODICE ISIN DE000A0H0728 / CODICE REUTERS DJCOMEX.MI / CODICE BLOOMBERG DJCOMEX IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 192


CAPITOLO

iShares Edge MSCI Europe MultiFactor UCITS ETF Ha l’obiettivo di realizzare un rendimento sugli investimenti attraverso una combinazione di crescita del capitale e reddito degli attivi del fondo, che rispecchia il rendimento dell’indice di riferimento MSCI Europe Diversified Multiple-Factor.

3

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

DATA DI LANCIO 04/09/2015

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Europe Diversified MultipleFactor

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 12.000

11.500

11.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,45%

10.500

10.000

9.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

9.000

8.500

3

LUG 17

LUG 16

SET 15

8.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.

Grazie all’approccio multifattoriale, l’ETF consente di esporsi a quattro fattori di stile (Momentum, Size, Qualità, Valore) e di prendere posizione su di un numero elevato di titoli azionari.

Rischio legato all'andamento dei quattro fattori di stile.

TICKER IFSE / CODICE ISIN IE00BZ0PKV06 / CODICE REUTERS IFSE.MI / CODICE BLOOMBERG IFSE IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 193


CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI Europe Size Factor UCITS ETF Mira a replicare l’andamento di un indice composto da società a bassa capitalizzazione incluse nell’universo d’investimento dell’MSCI Europe. Indicato a chi cerca un’esposizione regionale con un forte orientamento verso le aziende di piccole dimensioni.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Eu Mid-Cap Equal weighted

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 12.500

12.000

11.500

11.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,25%

10.500

10.000

DATA DI LANCIO 16/01/2015

9.500

LUG 17

LUG 16

FEB 15

3

LUG 15

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO

L’ETF permette di selezionare una tipologia di titoli specifica nei principali indici azionari e quindi di diversificare il proprio portafoglio di investimento.

Rischio di concentrazione su un unico fattore. Eventi significativi che coinvolgono le società.

TICKER IESZ / CODICE ISIN IE00BQN1KC32 / CODICE REUTERS IESZ.MI / CODICE BLOOMBERG IESZ IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 194


CAPITOLO

iShares Edge MSCI USA MultiFactor UCITS ETF Ha l’obiettivo di realizzare un rendimento sugli investimenti attraverso una combinazione di crescita del capitale e reddito degli attivi del fondo, che rispecchia il rendimento dell’indice di riferimento MSCI Usa Diversified Multiple-Factor.

3

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

DATA DI LANCIO 04/09/2015

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Usa Diversified Multiple-Factor

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 13.000

12.500

12.000

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,35%

11.500

11.000

10.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

10.000

9.500

3

LUG 17

LUG 16

OTT 15

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.

Grazie all’approccio multifattoriale, l’ETF consente di esporsi a quattro fattori di stile (Momentum, Size, Qualità, Valore) e di prendere posizione su di un numero elevato di titoli azionari.

Rischio legato all'andamento dei quattro fattori di stile.

TICKER IFSU / CODICE ISIN IE00BZ0PKS76 / CODICE REUTERS IFSU.MI / CODICE BLOOMBERG IFSU IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 195


CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI World MultiFactor UCITS ETF Ha l’obiettivo di realizzare un rendimento sugli investimenti attraverso una combinazione di crescita del capitale e reddito degli attivi del fondo, che rispecchia il rendimento dell’indice di riferimento MSCI World Diversified Multiple-Factor.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

DATA DI LANCIO 04/09/2015

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI World Diversified Multiple-Factor

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 12.500

12.000

11.500

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,50%

11.000

10.500

10.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

9.500

LUG 17

SET 15

3

LUG 16

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario.

Grazie all’approccio multifattoriale, l’ETF consente di esporsi a quattro fattori di stile (Momentum, Size, Qualità, Valore) e di prendere posizione su di un numero elevato di titoli azionari.

Rischio legato all'andamento dei quattro fattori di stile.

TICKER IFSW / CODICE ISIN IE00BZ0PKT83 / CODICE REUTERS IFSW.MI / CODICE BLOOMBERG IFSW IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 196


CAPITOLO

3

iShares Edge MSCI World Size Factor UCITS ETF Punta a replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice composto dalle società a bassa capitalizzazione dell’universo di investimento dell’Indice MSCI World. Adatto quindi a chi cerca un investimento in società globali con capitalizzazione più contenuta.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

DATA DI LANCIO 03/10/2014

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI World Mid-Cap Equally Weighted

TIPO REPLICA Fisica

ANDAMENTO STORICO 15.000 14.500 14.000 13.500

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

TER (COSTO ANNUO) 0,30%

13.000 12.500 12.000 11.500

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

11.000 10.500

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO

L’ETF permette di selezionare una tipologia di titoli specifica nei principali indici azionari e quindi di diversificare il proprio portafoglio di investimento.

Può essere influenzato dall’andamento quotidiano del mercato azionario. Concentrazione su un fattore, quindi più esposto a movimenti a esso correlati.

TICKER IWSZ / CODICE ISIN IE00BP3QZD73 / CODICE REUTERS IWSZ.MI / CODICE BLOOMBERG IWSZ IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 197


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares EURO STOXX UCITS ETF (DE) Offre l’esposizione a un’ampia gamma di società dei Paesi sviluppati dell’Eurozona e la possibilità di un investimento in società a grande, media e bassa capitalizzazione. L’esposizione è dunque di tipo regionale.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO EURO STOXX

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

ANDAMENTO STORICO 22.000 21.000 20.000 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000 14.000

DATA DI LANCIO 03/05/2005

13.000 12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico in Europa.

L’ETF offre in un’unica soluzione la possibilità di diversificare il proprio portafoglio azionario, prendendo posizione su un insieme variegato di titoli dell’Area Euro.

Notizie significative che coinvolgono le società presenti nell’indice.

TICKER EXSI / CODICE ISIN DE000A0D8Q07 / CODICE REUTERS STOXXEEX.MI / CODICE BLOOMBERG SXXEEX IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 198


CAPITOLO

3

iShares FTSE MIB UCITS ETF (Dist) L’ETF consente l’investimento sui titoli più rappresentativi del mercato azionario italiano. L’indice sottostante, il FTSE Mib, contiene i 40 titoli a maggiore capitalizzazione della Borsa di Milano.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO FTSE MIB

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,35%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

ANDAMENTO STORICO 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000 14.000 13.000

DATA DI LANCIO 6/07/2007

12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO L’indice sottostante è particolarmente esposto all’andamento del settore bancario.

OBIETTIVO Diversificazione /Integrazione reddito

L’ETF consente un investimento focalizzato su un singolo mercato e prevede la disribuzione di dividendi con cadenza semestrale.

Esposizione alla fiducia degli investitori nei confronti del Paese, espressa dallo spread BTP/Bund.

TICKER IMIB / CODICE ISIN IE00B1XNH568 / CODICE REUTERS IMIB.MI / CODICE BLOOMBERG IMIB IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 199


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares MSCI AC Far East ex-Japan UCITS ETF Consente un investimento diversificato sui mercati azionari dei Paesi sviluppati ed emergenti dell’Asia orientale, Giappone escluso. Si rivolge a chi vuole puntare sulle più significative e dinamiche società del Far East e distribuisce un dividendo a cadenza trimestrale.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI AC Far East ex-Japan Index SM

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 15.000

14.000

13.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,74%

12.000

11.000

DATA DI LANCIO 28/10/2005

10.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO Eventuale peggioramento della congiuntura internazionale.

L’ETF consente di inserire nel portafoglio azionario l’esposizione a una specifica area geografica, con un approccio improntato alla diversificazione.

Società quotate in valute diverse dall’euro, quindi rischio cambio.

TICKER IFFF / CODICE ISIN IE00B0M63730 / CODICE REUTERS IFFF.MI / CODICE BLOOMBERG IFFF IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 200


CAPITOLO

3

iShares MSCI Eastern Europe Capped UCITS ETF L’ETF permette di assumere esposizione ai mercati azionari emergenti dell’Europa dell’est attraverso le loro società più rappresentative. L’indice sottostante l’ETF comprende 50 società di Polonia, Repubblica Ceca, Russia e Ungheria. Il Paese più rappresentato è la Russia, il settore quello energetico. Nessun titolo può avere un peso superiore al 10% del totale e la somma delle società con un peso compreso tra il 5% e il 10% non può superare il 40%.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Eastern Europe 10/40

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

ANDAMENTO STORICO 13.000

12.000

11.000

10.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

TER (COSTO ANNUO) 0,74%

9.000

8.000

7.000

DATA DI LANCIO 4/11/2005

6.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

5.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO

L’ETF consente di assumere un’esposizione azionaria concentrata su una specifica area geografica.

Esposizione all’andamento del ciclo economico internazionale. Esposizione alle fluttuazioni del cambio tra l’euro e le valute in cui sono espressi i valori di Borsa delle società nel fondo.

TICKER IEER / CODICE ISIN IE00B0M63953 / CODICE REUTERS IEER.MI / CODICE BLOOMBERG IEER IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 201


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares MSCI Japan EUR Hedged UCITS ETF L’ETF mira a replicare l’andamento di un indice composto da circa 300 società giapponesi. Consente dunque un’esposizione diversificata alle aziende nipponiche, beneficiando inoltre della copertura del rischio di cambio.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Japan 100% Hedged to EUR

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 23.000 22.000 21.000 20.000 19.000 18.000 17.000

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,64%

16.000 15.000 14.000 13.000 12.000

DATA DI LANCIO 30/9/2010

11.000 10.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

L’ETF si presenta adatto a chi voglia ottenere un’esposizione su un singolo Paese.

FATTORI DI RISCHIO Esposizione agli eventi economici e politici del Giappone. Esposizione all’andamento dell’economia dei pincipali partner commerciali (Usa e Cina) e dei mercati azionari internazionali.

TICKER IJPE / CODICE ISIN IE00B42Z5J44 / CODICE REUTERS IJPE.MI / CODICE BLOOMBERG IJPE IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 202


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares MSCI Japan UCITS ETF (Dist) L’ETF mira a replicare l’andamento di un indice composto da circa 300 società giapponesi. Consente dunque un’esposizione diversificata alle aziende nipponiche.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO MSCI Japan

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,59%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Semestrale

ANDAMENTO STORICO 16.000

15.000

14.000

13.000

12.000

11.000

DATA DI LANCIO 01/10/2004

10.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

9.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

FATTORI DI RISCHIO Esposizione agli eventi economici e politici del Giappone.

OBIETTIVO Diversificazione / Integrazione reddito

L’ETF si presenta adatto a chi voglia guadagnare un’esposizione su un singolo Paese. L’ETF distribuisce inoltre dividendi ogni sei mesi.

Esposizione alle economie dei principali partner commerciali. Rischio di cambio Euro/Yen.

TICKER IJPN / CODICE ISIN IE00B02KXH56 / CODICE REUTERS IJPN.MI / CODICE BLOOMBERG IJPN IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 203


PRODOTTO BILLIONAIRE* CAPITOLO

3

iShares STOXX Europe 600 UCITS ETF (DE) Consente un’esposizione a un’ampia gamma di società dei Paesi sviluppati in Europa e, dunque, un investimento in società a grande, media e bassa capitalizzazione. Indicato a chi è interessato a questa specifica esposizione regionale.

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO STOXX Europe 600

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Distribuzione

TER (COSTO ANNUO) 0,20%

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Trimestrale

ANDAMENTO STORICO 19.000 18.000 17.000 16.000 15.000 14.000 13.000

DATA DI LANCIO 13/02/2004

12.000 11.000

3

LUG 17

LUG 16

LUG 15

LUG 14

LUG 13

LUG 12

10.000

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO Esposizione al potenziale rallentamento del ciclo economico in Europa.

L’ETF offre in un’unica soluzione la possibilità di diversificare il proprio portafoglio azionario, prendendo posizione su un insieme variegato di titoli europei.

Esposizione alla ciclicità dei mercati azionari globali.

TICKER EXSA / CODICE ISIN DE0002635307 / CODICE REUTERS STOXXIEX.MI / CODICE BLOOMBERG SXXPIEX IM *ETF con patrimonio superiore al miliardo di dollari EXPERIENCE THE FUTURE / 204


CAPITOLO

3

iShares FTSE Italia Mid-Small Cap UCITS ETF Il fondo cerca di replicare la performance di un indice composto da oltre 150 società italiane a piccola e media capitalizzazione quotate sulla Borsa Italiana, tradizionalmente di più difficile accesso. L’indice è costruito per riflettere i requisiti della nuova legge italiana sui vantaggi fiscali legati ai “Piani Individuali di Risparmio” (PIR).

OBIETTIVO Diversificazione

CARTA D’IDENTITÀ DELL’ETF ASSET CLASS Azionario

TIPO REPLICA Fisica

INDICE DI RIFERIMENTO FTSE Italia MidSmall Cap PIR

UTILIZZO DEI DIVIDENDI Accumulazione

ANDAMENTO STORICO 11.000

10.800

10.600

10.400

FREQUENZA DEI DIVIDENDI Nessuna

TER (COSTO ANNUO) 0,33%

10.200

10.000

DATA DI LANCIO 31/08/2017

9.800

3

NOV 17

OTT 17

SET 17

9.600

4

2

5

1

6 7

Profilo di rischio e rendimento (PARAMETRO KIID)

OBIETTIVO Diversificazione

FATTORI DI RISCHIO Le società Mid e Small Cap hanno un livello elevato di sensibilità al mercato domestico. Le azioni di società di dimensioni più ridotte evidenziano generalmente variazioni di prezzo maggiori.

L'ETF permette di diversificare il portafoglio d'investimento con una componente specializzata a livello dimensionale. Gli investitori possono inoltre ottenere un’esposizione completa al mercato azionario italiano abbinando titoli a piccola e media capitalizzazione con quelli di grandi dimensioni.

TICKER IPIR / CODICE ISIN IE00BF5LJ058 / CODICE REUTERS IPIR.MI / CODICE BLOOMBERG IPIR IM

EXPERIENCE THE FUTURE / 205


EXPERIENCE THE FUTURE / 206


DISCLAIMER

I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuri, e non devono essere l’unico fattore preso in considerazione nella scelta di un investimento. Il valore dell’investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso. Il capitale investito non è garantito. Un investimento è soggetto al rischio di perdita del capitale investito. Le fluttuazioni dei tassi di cambio possono influire negativamente sul valore, sul prezzo o sul rendimento dei prodotti o degli investimenti esteri sottostanti. Le fluttuazioni di valore possono essere ampie nel caso di prodotti esposti ad alta volatilità e nonostante l’intenzione di realizzare l’obiettivo di investimento dei singoli fondi, non vi è alcuna garanzia che tali obiettivi vengano raggiunti. Per gli investitori in Italia Le Società e i Fondi sono OICR esteri armonizzati aventi natura di Exchange Traded Funds (ETF) e ammesso alla commercializzazione in Italia nei confronti dei soli investitori qualificati. La pubblicazione del documento di quotazione relativo agli ETF non comporta alcun giudizio della Consob sull'opportunità dell'investimento proposto. I Prospetti, i Documenti con le informazioni chiave per gli investitori (“KIID”), i Documenti di quotazione sono pubblicati sul sito web www. iShares.com (dove sono altresì pubblicati l’ultimo bilancio annuale certificato e l’ultima relazione semestrale non certificata). Qualsiasi decisione di investimento deve essere basata unicamente sulle informazioni contenute nel Prospetto, nel KIID e nell’ultima versione disponibile della relazione e bilancio annuale certificato o della relazione e bilancio semestrale non certificata. È necessario che gli investitori leggano i rischi specifici del comparto in cui intendono investire, riportati nel Prospetto, nel KIID e nel Documento di quotazione. Per informazioni dettagliate sugli oneri e sulle commissioni applicabili si rimanda al Prospetto, ai KIID e al Documento di quotazione dei singoli comparti dei Fondi/ delle Società. Restrizioni agli investimenti Il presente documento non è destinato - e non deve essere inteso come messaggio promozionale rivolto - a persone residenti negli Stati Uniti, in Canada o in qualsiasi provincia o territorio appartenente agli Stati Uniti o al Canada, né a soggetti residenti in paesi in cui le azioni delle Società/Fondi non sono autorizzate o registrate per la distribuzione o in cui il Prospetto non è stato depositato presso le competenti autorità locali. Le azioni delle Società/Fondi non possono essere acquistate, appartenere o essere detenute da un piano ERISA. Rischi Le azioni dei Fondi e delle Società possono non essere adatte a tutti i tipi di investitori. BlackRock Advisors (UK) Limited non garantisce i rendimenti delle azioni. 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Avvertenza relativa all'indice “Bloomberg®”, “Bloomberg Commodity (Total Return Index)” sono marchi di servizio di Bloomberg L.P. e sono stati concessi in licenza d’uso per scopi specifici da BlackRock. Bloomberg Finance L.P., le sue affiliate (collettivamente, “Bloomberg”), UBS UBS Securities LLC e le sue affiliate (collettivamente “UBS”) non sono affiliate a BlackRock Asset Management Deutschland AG e Bloomberg e UBS non approvano, supportano, rivedono o raccomandano iShares Diversified Commodity Swap UCITS ETF (DE). BLOOMBERG e Bloomberg Commodity (Total Return Index) sono marchi commerciali e/o di servizio registrati e di proprietà di Bloomberg Finance L.P. concessi in licenza d’uso per scopi specifici da BlackRock Asset Management Deutschland AG. Né Bloomberg né UBS garantisce la tempestività, accuratezza o completezza dei dati o informazioni relativi a Bloomberg Commodity (Total Return Index). Bloomberg® è un marchio commerciale e di servizio di Bloomberg Finance L.P. 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Né Bloomberg né Barclays garantiscono la tempestività, accuratezza o completezza dei dati o delle informazioni relativi agli 'Bloomberg Barclays US Floating Rate Note < 5 Years Index', 'Bloomberg Barclays U.S. Intermediate Credit Bond Index (Total Return)', 'Bloomberg Barclays US Government Inflation-Linked Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Aggregate Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Corporate 1-5 Year Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Corporate ex Financials 1-5 Year Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Corporate ex Financials Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro-Aggregate: Financials Index', 'Bloomberg Barclays EUR Corporate Interest Rate Hedged Index', 'Bloomberg Barclays Euro Short Treasury (0-12 Months) Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 10-15 yr Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 1-3 Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 30 Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 5 Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 3-7 Year Term Index', 'Bloomber Barclays Euro Government Bond 5-7yr Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 10

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Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Inflation Linked Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Aggregate Corporate Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Emerging Markets Asia Local Currency Govt Country Capped Index', 'Bloomberg Barclays Global Corporate ex EM Fallen Angels 3% Issuer Capped Index', 'Bloomberg Barclays France Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Germany Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Global Government AAA-AA Capped Bond Index', 'Bloomberg Barclays Global Aggregate Corporate Index (EUR hedged)', 'Bloomberg Barclays Global Aggregate Corporate Bond Index', 'Bloomberg Barclays Italy Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Spain Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays US Aggregate Bond Index' e 'Barclays US Mortgage Backed Securities Index'. Bloomberg e Barclays declinano qualsivoglia responsabilità nei confronti dei Consulenti dei Fondi BlackRock, delle rispettive affiliate, degli investitori negli ETF iShares o di altre terze parti con riferimento all’utilizzo o alla correttezza degli 'Bloomberg Barclays US Floating Rate Note < 5 Years Index', 'Bloomberg Barclays U.S. Intermediate Credit Bond Index (Total Return)', 'Bloomberg Barclays US Government Inflation-Linked Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Aggregate Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Corporate 1-5 Year Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Corporate ex Financials 1-5 Year Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Corporate ex Financials Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro-Aggregate: Financials Index', 'Bloomberg Barclays EUR Corporate Interest Rate Hedged Index', 'Bloomberg Barclays Euro Short Treasury (0-12 Months) Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 10-15 yr Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 1-3 Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 30 Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 5 Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 3-7 Year Term Index', 'Bloomber Barclays Euro Government Bond 5-7yr Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Bond 10 Year Term Index', 'Bloomberg Barclays Euro Government Inflation Linked Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Aggregate Corporate Bond Index', 'Bloomberg Barclays Euro Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Emerging Markets Asia Local Currency Govt Country Capped Index', 'Bloomberg Barclays Global Corporate ex EM Fallen Angels 3% Issuer Capped Index', 'Bloomberg Barclays France Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Germany Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Global Government AAA-AA Capped Bond Index', 'Bloomberg Barclays Global Aggregate Corporate Index (EUR hedged)', 'Bloomberg Barclays Global Aggregate Corporate Bond Index', 'Bloomberg Barclays Italy Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays Spain Treasury Bond Index', 'Bloomberg Barclays US Aggregate Bond Index' e 'Barclays US Mortgage Backed Securities Index' o di qualsivoglia dato ivi incluso. Il fondo o i titoli di cui al presente documento non sono sponsorizzati, approvati né promossi da MSCI ESG Research, Bloomberg o Barclays, le quali non si assumono alcuna responsabilità in relazione a tali fondi o titoli o al relativo indice di riferimento. Il Prospetto informativo contiene una descrizione più dettagliata del rapporto limitato che MSCI ESG Research, Bloomberg e Barclays intrattengono con BlackRock e i fondi ad essa collegati. DAX®, eb.rexx® e MDAX® sono marchi registrati di Deutsche Börse AG. 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per scopi specifici a BlackRock Advisors (UK) Limited. Dow Jones, CME Indexes, SAM e le rispettive affiliate non hanno rapporti con i [licenziatari], se non quello di rendere disponibile per l’uso il “Dow Jones Sustainability World Enlarged Index ex Alcohol, Tobacco, Gambling, Armaments, Firearms and Adult Entertainment SM and Dow Jones Sustainability Europe Enlarged Index ex Alcohol, Tobacco, Gambling, Armaments, Firearms and Adult Entertainment SM”(l’“Indice”) e i rispettivi marchi di servizio, in relazione a iShares.” FTSE®' è un marchio commerciale registrato in comproprietà da London Stock Exchange plc (‘la Borsa di Londra’) e Financial Times Limited ('FT') utilizzato su licenza da FTSE International Limited ('FTSE'). 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FTSE®" è un marchio di London Stock Exchange plc e Financial Times Limited, "MIB" è un marchio di Borsa Italiana SpA ("Borsa Italiana") ed entrambi sono utilizzati in licenza da FTSE International Limited ("FTSE"). L'Indice FTSE MIB è calcolato da FTSE in collaborazione con Borsa Italiana. Né FTSE né i suoi licenzianti né Borsa Italiana sponsorizzano, avallano o promuovono L'ETF iShares, né sono in alcun modo collegati al fondo o si assumono alcuna responsabilità rispetto all'emissione, operatività e negoziazione dello stesso. Tutti i diritti d'autore nell'ambito dei valori degli indici e dell'elenco dei costituenti appartengono a FTSE. BlackRock Advisors (UK) Limited ha ottenuto in concessione da FTSE il pieno utilizzo di tali diritti d'autore per la creazione di questo prodotto. 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Morgan fornisce informazioni di carattere finanziario, economico o sugli investimenti alla comunità finanziaria. J.P. Morgan calcola e gestisce gli indici J.P. Morgan EMBISM Global Core Index, J.P. Morgan Emerging Markets Bond Index Plus, J.P. Morgan Emerging Markets Bond Index Global ed Emerging Markets Bond Index Global Diversified. L’aggiunta e la rimozione di titoli dagli indici obbligazionari dei mercati emergenti non riflettono in alcun modo l’opinione relativa alla validità di investimento nel titolo stesso. Markit iBoxx è un marchio commerciale registrato da Markit Indices Limited concesso in licenza d’uso a BlackRock Advisors (UK) Limited. Markit Indices Limited non approva, autorizza o raccomanda BlackRock Advisors (UK) Limited né iShares plc. Markit Indices Limited non sponsorizza, approva o vende questi prodotti e non rilascia alcuna dichiarazione circa l’idoneità degli investimenti nei prodotti.

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fondi iShares non sono sponsorizzati, approvati o promossi da MSCI, la quale ricusa qualsiasi responsabilità in relazione a tali fondi o a qualsiasi indice su cui tali fondi si basano. Il Prospetto informativo contiene una descrizione più dettagliata del rapporto limitato tra MSCI e BlackRock Advisors (UK) Limited e i fondi ad essa collegati. 'Nasdaq®', 'Nasdaq-100®' e 'Nasdaq-100 Index®' sono marchi commerciali di Nasdaq Stock Market Inc. (denominata, collettivamente con le proprie consociate, 'le Aziende') concessi in licenza d’uso a BlackRock Asset Management Deutschland AG. Le Aziende non emettono, approvano, vendono o promuovono il fondo iShares NASDAQ-100® (DE) e non rilasciano alcuna garanzia e ricusano qualsiasi responsabilità in relazione al Prodotto. Nasdaq®, Nasdaq 100 sono marchi registrati da NASDAQ OMX Group, Inc. (definito di seguito « la Società » con le sue affiliate) ed è concesso in licenza a BlackRock Fund Management Company (Ireland) Limited . La Società non ha responsabilità in merito alla legalità o sostenibilità del prodotto. Il prodotto non è emesso, sottoscritto, venduto o promosso dalla Società. Quest’ultima non emette garanzia e non ha responsabilità riguardanti il prodotto. “Standard & Poor’s®” e “S&P®” sono marchi registrati e'S&P Commodity Producers Agribusiness Index', 'S&P 500', 'S&P 500 Minimum Volatility', 'S&P Emerging Markets Infrastructure Index', 'S&P Global Clean Energy', 'S&P Global Timber & Forestry', 'S&P Global Water', 'S&P Commodity Producers Gold', 'S&P Listed Private Equity', 'S&P Commodity Producers Oil and Gas', 'S&P 500 Capped 35/20 Consumer Discretionary Index', 'S&P 500 Capped 35/20 Consumer Staples Index', 'S&P 500 Capped 35/20 Energy Index', 'S&P 500 Capped 35/20 Financials Index', 'S&P 500 Capped 35/20 Health Care Index', 'S&P 500 Capped 35/20 Industrials Index', 'S&P 500 Capped 35/20 Information Technology Index', 'S&P 500 Capped 35/20 Materials Index', 'S&P 500 Capped 35/20 Utilities Index' e 'S&P SmallCap 600' sono marchi di Standard & Poor’s Financial Services LLC, concessi in licenza d’uso per scopi specifici da BlackRock Fund Advisors o dalle relative consociate. iShares® è un marchio registrato di BlackRock Fund Advisors o delle relative consociate.Gli ETF iShares non sono sponsorizzati, approvati, commercializzati o promossi da S&P; S&P non rilascia alcuna dichiarazione circa la convenienza degli investimenti nel prodotto. iShares® e BlackRock® sono marchi commerciali registrati di BlackRock, Inc. o di società controllate negli Stati Uniti e in altre parti del mondo. © 2017 BlackRock Advisors (UK) Limited. Numero di iscrizione al registro delle imprese 00796793. Tutti i diritti riservati. Le telefonate possono essere controllate o registrate. © 2017 BlackRock, Inc. Tutti i diritti riservati. BLACKROCK, BLACKROCK SOLUTIONS, iSHARES, BUILD ON BLACKROCK, SO WHAT DO I DO WITH MY MONEY e il logo i stilizzato sono marchi registrati o non registrati di BlackRock, Inc. o societa’ consociate o affiliate negli Stati Uniti o altrove. Tutti gli altri marchi appartengono ai rispettivi proprietari.

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WANT TO KNOW MORE? HEAD OF ITALY

EMANUELE BELLINGERI

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WEALT H C LI E NT S

MARCO TABANELLA

ANDREA FAVERO, CFA

ANDREA SERIO

marco.tabanella@blackrock.com +39 02 91 597 017

andrea.favero@blackrock.com +39 02 91 597 028

andrea.serio@blackrock.com +39 02 91 597 007

Head of Wealth and Retail Clients iShares Italy, BlackRock

Relationship Manager iShares Italy, BlackRock

Relationship Manager iShares Italy, BlackRock

A S S ET M A NAGE M E NT C L IE N T S

GIANCARLO SANDRIN, CFA

CHIARA SOLAZZO

VERONICA GIACOMELLI

giancarlo.sandrin@blackrock.com +39 02 91 597 031

chiara.solazzo@blackrock.com +39 02 91 597 040

veronica.giacomelli@blackrock.com +39 02 91 597 096

Head of Asset Management Clients iShares Italy, BlackRock

Relationship Manager iShares Italy, BlackRock

Relationship Manager iShares Italy, BlackRock

INSTITUTIONAL CLIENTS

MA R K E T IN G

ENRICO CAMERINI

DANIELA BALLABIO Head of Marketing iShares Italy, BlackRock

VALERIA PANSERA

Head of Institutional Clients iShares Italy, BlackRock enrico.camerini@blackrock.com +39 02 91 597 039

daniela.ballabio@blackrock.com +39 02 91 597 038

valeria.pansera@blackrock.com +39 02 91 597 065

Marketing iShares Italy, BlackRock

EMAIL: iShares_italy@blackrock.com - NUMERO VERDE: 800/898085

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EXPERIENCE THE FUTURE RETHINK THE PASSIVE Editore: Blue Financial Communication S.p.A. Sede legale e redazione: Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Coordinamento editoriale: Marco Barlassina Progetto grafico: Massimiliano Vecchio, Emanuele Sirtori Contributo tecnico/editoriale: NoRisk Hanno collaborato: Alessio Bragadini, Ettore Mieli, Maria Paulucci, Daniel Settembre Stampa: TEP Arti Grafiche Srl – Strada di Cortemaggiore, 50 - 29100 Piacenza (PC) Pubblicazione chiusa in redazione il 29 settembre 2017

Il presente documento ha finalità puramente informativa e pubblicitaria e le informazioni in esso riportate non devono essere considerate un’offerta di acquisto o di vendita né una sollecitazione all’investimento in alcuno strumento finanziario citato. Le informazioni fornite non intendono rappresentare raccomandazioni di investimento. Il Documento è stato preparato da Blue Financial Communication S.p.A. (l’editore), sede legale Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano, in completa autonomia e riflette quindi esclusivamente le opinioni e le valutazioni dell’editore stesso. Il Documento è destinato al pubblico indistinto e non può essere riprodotto o pubblicato, nemmeno in parte, senza la preventiva autorizzazione scritta da Blue Financial Communication S.p.A. Qualsiasi informazione, opinione, valutazione e previsione contenuta nel presente Documento è stata ottenuta da fonti che l’editore ritiene attendibili, ma della cui accuratezza e precisione l’editore non potrà essere ritenuto responsabile né si assume responsabilità alcuna per le conseguenze finanziarie, fiscali o di altra natura che potrebbero derivare dall’utilizzo di tali informazioni. Le società del gruppo BlackRock e gli ETF iShares non possono essere ritenuti responsabili dell’accuratezza e correttezza dei contenuti del presente Documento. Le opinioni espresse nel presente Documento impegnano soltanto i rispettivi autori e pertanto non necessariamente riflettono quelle delle società del gruppo BlackRock e degli ETF iShares. L’Editore ha un rapporto di affari con il gruppo BlackRock, in quanto la presente pubblicazione è stata realizzata con la sponsorizzazione di BlackRock. L’Editore è soggetto al codice di condotta e alle norme di autoregolamentazione dell’ordine dei giornalisti (www.odg.it). I rendimenti passati non possono considerarsi indicativi dei risultati futuri. PRIMA DELL’INVESTIMENTO LEGGERE IL PROSPETTO, IL KIID E IL DOCUMENTO DI QUOTAZIONE DISPONIBILE SU www.ishares.it e sul sito di Borsa Italiana. Qualsiasi decisione di investimento deve essere basata unicamento sulle informazioni contenute nel Prospetto, nel KIID e nell’ultima versione disponibile della relazione e bilancio annuale certificato dalla relazione e bilancio semestrale non certificata di ciascun ETF. È necessario che gli investitori leggano i rischi specifici dell’ETF in cui intendono investire, riportati nel Prospetto, nel KIID e nel Documento di quotazione. Gli ETF hanno l’obiettivo di replicare l’andamento del proprio Indice di riferimento, a tal fine, sono stati stipulati accordi di licenza d’uso con le società provider degli indici, le quali tuttavia non sponsorizzano né garantiscono gli ETF iShares. Non vi è alcuna garanzia che gli obiettivi di investimento siano realizzati. Tutti gli investimenti comportano dei rischi e non vi è la garanzia di restituzione del capitale investito. iShares® e BlackRock® sono marchi commerciali registrati di BlackRock, Inc. o di società controllate negli Stati Uniti e in altre parti del mondo.

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