MAURIZIO ZANCANARO Tra corporate e private sinergie vincenti per Banca Aletti
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APRILE 2018 Italia 5,00 euro Anno 4 - N° 4 - Aprile 2018 Periodicità : mensile Prima immissione: 12/4/2018
Mensile - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI
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(1) Fonte: ranking IPE “Top 400 asset managers” pubblicato in giugno 2017 e sulla base del patrimonio gestito a fi ne dicembre 2016. Messaggio pubblicitario con fi nalità promozionali. Il presente documento contiene informazioni inerenti a CPR Invest - Global Disruptive Opportunities (di seguito il “Fondo”), un comparto della SICAV CPR Invest, autorizzato in Lussemburgo, sottoposto alla vigilanza della Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF) ed offerto in Italia in conformità alle applicabili disposizioni tempo per tempo vigenti. Le informazioni contenute nel presente documento non costituiscono offerta al pubblico di strumenti fi nanziari né una raccomandazione riguardante strumenti fi nanziari. Si raccomanda ai potenziali investitori di consultare un consulente finanziario al fi ne di esaminare se i rischi annessi all’investimento siano appropriati alla propria situazione. Il Fondo è gestito da CPR Asset Management, una società del gruppo Amundi, autorizzata in Francia e regolamentata dall’Autorité des Marchés Financiers (AMF). Prima dell’adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione, e il Prospetto che, unitamente alle ultime relazioni annuali e semestrali, è disponibile gratuitamente e su richiesta scritta presso l’indirizzo postale di CPR Asset Management 90 boulevard Pasteur, CS 61595, 75730 Paris Cedex 15 - Francia, oppure su www.cpr-am.com e www.amundi.it. Il Fondo non off re una garanzia di rendimento positivo o di restituzione del capitale iniziale. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il presente documento non è rivolto ai cittadini o residenti degli Stati Uniti d’America o a qualsiasi “U.S. Person” come defi nita nel SEC Regulation S ai sensi del US Securities Act of 1933, nell’avviso legale riportato sui siti web www.cpr-am.com e www.amundi.it e/o nel Prospetto. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite da Amundi Asset Management, società anonima con capitale di 1.086.262.605 € - Società di gestione del portafoglio approvata dell’AMF N° GP 04000036 Sede legale: 90 boulevard Pasteur, 75015 Parigi, Francia - 437 574 452 RCS Parigi. |
EDITORIAL 40 punti base
ANDREA GIACOBINO
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clienti. La tecnologia ha mercificato molti di questi e la tendenza è in aumento. In un settore come quello della gestione patrimoniale, sempre più tecnologico, il valore del servizio come consulente non sta più soltanto nell’accesso e nella gestione degli investimenti. Sono ormai lontani i tempi in cui gli investitori avevano bisogno di un advisor altamente qualificato per eseguire un ordine in una sala operativa. Portafogli decentemente progettati di investimenti a basso costo sono infatti oggi facilmente raggiungibili con un solo clic. L’alfa degli advisor non è quindi più associata alla gestione del portafoglio di investimenti. La sola domanda che tutte le aziende di wealth management dovrebbero invece porsi è questa: come adattarsi ad un ambiente imprenditoriale in cui i costi degli investimenti sono valutati (o in direzione di) 40 punti base? Tre sono le opzioni: 1. tagliare i costi in modo massiccio; 2. scalare in modo significativo l’attività e 3. reinventare il modello di business. Le prime due scelte sono ben avviate da molti operatori. Le aziende hanno infatti tagliato i costi in modo continuo per gran parte degli ultimi due decenni e la gestione dei costi resta al centro dell’attenzione; mentre il consolidamento dell’attività è già in atto. La vera opportunità di crescita per l’industria della gestione patrimoniale è invece la re-invenzione dell’intero modello di business della consulenza.
PRIVATE
Il mondo della gestione patrimoniale oggi è a malapena riconoscibile rispetto a pochi anni fa e il ritmo del cambiamento sta accelerando. Viviamo adesso in un sistema altamente regolamentato e abilitato alla tecnologia con una base di clienti/investitori alle prese con un importante cambiamento demografico: siamo dunque in presenza di una dirompente tempesta perfetta. Tutti questi cambiamenti stanno infatti esercitando una notevole pressione su entrate e margini e la redditività ha subito un duro colpo, mettendo in discussione la sopravvivenza stessa di molte imprese. L’industria della consulenza deve quindi trovare nuovi modi per fare soldi. Non è più sufficiente aggiungere ulteriori prodotti o modificare l’approccio ai costi o ancora disporre di più capitale per il reclutamento di professionisti top. Tutti questi “aggiustamenti” aziendali hanno avuto e avranno un impatto comunque limitato sull’espansione dei margini. Parlando alla conferenza di TD Ameritrade LINC all’inizio di quest’anno, Don Bennyhoff, senior strategist per gli investimenti di Vanguard, ha preannunciato: “Il futuro è 40 punti base”. Che si sia d’accordo o meno con il numero 40, è difficile negare le pressioni che portano in quella direzione, a partire da quelle sui costi di molti dei servizi che i consulenti forniscono quotidianamente ai loro
04 www.privatebankingweb.com anno 4 - numero 04 mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°187 dell’11 giugno 2015 Casa editrice Blue Financial Communication Spa Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Tel. (+39) 02.30.32.11.1 - Fax (+39) 02.30.32.11.80 info@bluefinancialcommunication.com Editore Denis Masetti masetti@bluefinancialcommunication.com
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Direttore editoriale Alessandro Rossi rossi@bluefinancialcommunication.com Direttore responsabile Andrea Giacobino giacobino@bluefinancialcommunication.com Redazione di Milano Luigi dell’Olio dellolio@bluefinancialcommunication.com Marta Citacov marta.citacov@gmail.com Redazione di Londra Anaïs Borri borri@bluefinancialcommunication.com Rajeevan Sukumaran rajee@bluefinancialcommunication.com
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Opinioni Roberto Cannataro, Alessandro Cuomo, Angelo Deiana, Roberto Falzoni, Valeria Ferrero, Denis Gada, Marcello Gualtieri, Giorgio Libotte, Simona Maggi, Claudi Morpurgo, Monica Regazzi, Alessandro Scalici, Luca Zitiello, Alessia Zorloni Hanno collaborato Rosaria Barrile, Rosamaria Coniglio, Chiara Merico, Sara Mortarini, Giacomo Nicolella Maschietti, Susanna Tanzi, Francesca Vercesi
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Graphic design Massimiliano Vecchio vecchio@bluefinancialcommunication.com Pubblicità Michele Gamba gamba@bluefinancialcommunication.com Mob. (+39) 393.95.010.95 Ufficio abbonamenti abbonamenti@bluefinancialcommunication.com Tel. (+39) 02.30.32.11.1 Stampa TEP Arti Grafiche Srl Strada di Cortemaggiore, 50 - 29100 - Piacenza (PC) Tel. 0523.504918 - Fax. 0523.516045 Distributore esclusivo per l’Italia MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano Il costo di ciascun arretrato è di 10,00 euro
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PRIVATE
È un’iniziativa
THE MEDIA & DIGITAL COMPANY www.bluefinancialcommunication.com
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CO N TE NT S
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MARKETS
OPINIONS
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The rise of private markets
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Customer experience 2.0
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I giganti del pb italiano
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La sfida dei dazi
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Banca Aletti, futuro nelle radici
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Rivoluzione privacy in azienda
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Private assicurato
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Wealth advisory tricolore
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Kroll, informazioni d’oro
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La forma è sostanza
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La nuova sfida di Periti
78
Red power
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Solomon sotto la lente
81
Il vip vende casa
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Arc punta sulla fiduciaria digitale
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Ricchi e infelici
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I cambi di poltrone
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Robot revolution
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Il riassicuratore ama l’Italia
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Tesori del Novecento
40
L’indice della paura
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Il private italiano è in gran forma
46
La famiglia del packaging
100 Sentinelle digitali
INVESTMENTS
LIFESTYLE
34
Comoi sostiene l’export
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Allenamento funzionale
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Focus on alternative assets
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Valentino e la pace
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Vertis a caccia di occasioni
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Rubinacci, gentleman d’oggi
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Sui mercati si naviga a vista
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Mustang Bullitt
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Meglio la cedola
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E-bike del presente
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Diversificazione mirata
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Milano capitale del mobile
101 La volatilità non fa paura
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Svizzera stellata
102 Il dato è tratto
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Turani per Morellato
104 Flessibilità anti volatilità
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Martelletti caldi
106 Liquidità che rende
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Charity di moda
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PRIVATE
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OPINIONISTS & CONTRIBUTORS
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GIORGIO LIBOTTE
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SIMONA MAGGI
Partner di McKinsey & Company. Coordina il supporto ai fondi di private equity in Italia ed è responsabile della Wealth Management Survey a livello europeo. pag. 10
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PRIVATE
Direttore scientifico dell’Associazione Italiana Private Banking, realizza costantemente ricerche sull’evoluzione del mercato della gestione dei grandi patrimoni. pag. 56
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FABIO CARNIOL
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ROBERTO FALZONI
Amministratore delegato di Helvetia Vita e Chiara Assicurazioni, gruppo Helvetia, in passato è stato country managing director Italia di Towers Watson. pag. 20
Nome storico della finanza svizzera specializzata nella gestione dei grandi patrimoni, è presidente di Dukre Asset Management, con sede a Ginevra. Ha fondato Denarius Conseils & Gestion. pag. 58
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MARCELLO GUALTIERI
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LUCA ZITIELLO
Socio fondatore e componente del consiglio direttivo dell’Associazione Duchini-Studio del pensiero Economico, è docente di Economia Politica all’Università di Torino. pag. 44
Fondatore dello studio legale Zitiello e Associati, collabora con diverse riviste scrivendo articoli sui mercati finanziari. È autore di libri e di numerose pubblicazioni sull’intermediazione finanziaria. pag. 60
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CLAUDIO MORPURGO
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ALESSIA ZORLONI
Uno dei più noti avvocati del lavoro italiani, guida lo studio Morpurgo e Associati. Oltre ad assistere grandi realtà nazionali e internazionali, vanta una competenza specialistica nel settore del credito. pag. 50
Direttore del master in Art Market Management all’Università Iulm, è of counsel nel dipartimento di Art Law dello studio CBA, dove si occupa di gestione e valorizzazione dei patrimoni artistici. pag. 86
OPINION
Customer experience 2.0 La qualità nei servizi alla clientela destinata a fare sempre più la differenza Non basta adottare nuove tecnologie, ma occorre rivedere il modo di lavorare DI MONICA REGAZZI / @MoniRegazzi
sono nella posizione di trasformare le proprie attività e valorizzare completamente le esperienze dei clienti in modo digitale. Tuttavia, possono lavorare step by step, utilizzando soluzioni digitali pronte all’uso come trampolino di lancio. Divario crescente Il divario tra i player che hanno sfruttato il digitale in modo efficace a proprio vantaggio e quelli che non si sono ancora mossi si prevede si
Cinque step di crescita Occorre quindi agire in cinque direzioni per migliorare l’esperienza del cliente: determinare e collegare strettamente queste attività con la strategia generale dell’istituto; posizionare proattivamente le basi per il cambiamento digitale; identificare i bisogni dei clienti e ciò che essi apprezzano, definire i bisogni in termini di dati e piattaforme It necessari per l’iniziativa; focalizzare l’attenzione sull’unicità del processo; nello stesso tempo, comprendere le implicazioni di un percorso endto-end del cliente; infine definire le prossime iterazioni e sviluppare metodi di lavoro agili per scalare l’apprendimento e la trasformazione che porta a un cambiamento culturale duraturo. 9
Segmentazione del mercato Gli operatori di private banking partono da situazioni molto diverse tra loro: i grandi player di solito hanno la potenza di fuoco per distinguersi, ma spesso le operations complesse, la legacy dei sistemi IT molto rigidi, una visione molto verticale dei processi e la naturale resistenza al cambiamento generano gravi inefficienze nella progettazione e nell’esecuzione di nuove proposizioni digitali. I gestori di patrimoni di medie dimensioni, nel complesso, sembrano essere in una posizione più favorevole rispetto ai loro pari più grandi: in genere dispongono di fondi sufficienti per gli investimenti e meno vincoli. Infine i più piccoli spesso non
allargherà nei prossimi anni. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che le capacità digitali già implementate e avviate con successo possono essere sfruttate per realizzare la nuova customer journey nel prossimo futuro. Questo crescente divario potrebbe anche tradursi in un’accelerazione di attività di fusione e acquisizione.
PRIVATE
Analizzando la possibile evoluzione della customer journey e le best practice osservate a livello internazionale, emergono quattro momenti principali da ridefinire nell’esperienza del cliente: fase di accoglienza; definizione e scelta dell’asset allocation; monitoraggio mercati e notifiche di eventi e azioni correttive; reportistica e risk management dei portafogli.
MARKETS
The rise of private markets In 2017 asset managers raised a record sum of $750 billion More and more investors are attracted by the potential for alpha DI GIORGIO LIBOTTE*
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PRIVATE
Private markets (PM) had another strong year in 2017: global fundraising and assets under management (AUM) reached record highs, despite managers once again faced mild difficulties to deploy
(A b b ia mo la s cia to il tes to in ingles e p er co gliere le s f uma ture d e l c o n t e n u t o n . d . r. )
capital as deal count fell, multiples went up, and dry powder increased for its ninth consecutive year. In the McKinsey report “The rise and rise of private markets”, that analyzes 2017 performance with the full
year’s data across five asset classes – private equity, infrastructure, private debt, natural resources, and real estate – examining capital flows and deployment, we review dynamics between Limited Partners (LPs) and
MARKETS Giorgio Libotte
way in terms of institutionalization, and have proven they are capable of deploying large mandates. Europe grew at 30% On the other hand, concerning deployment, the industry faced some mild headwinds investing its capital in 2017. Though the private equity deal volume of $1.3 trillion was comparable to 2016’s activity, deal count dropped for the second year in a row by 8%, to around 8,000. In two related effects, the average deal size grew by 25%, from $126 million in 2016 to $157 million in 2017; and managers accrued yet more dry powder, now estimated at a record $1.8 trillion. Private markets’ AUM - which includes both committed capital, dry powder and asset appreciation - surpassed $5 trillion in 2017, up 8% year-on-year. Going deeper on the specific geographical areas, for PE deal volume, Asia led the charge: it jumped 96%, to $110 billion.
Two models of development As the sector continues to grow in 2018, there needs to be a renewed emphasis on process. LPs and GPs of all sizes will require discipline in every part of their business – on sourcing deals, diligence, portfolio company transformation, and talent – and they will need to consider new ideas. Before long, GPs may find themselves having to choose between two models: managers capable of deploying capital at scale, and specialists operating at a smaller scale. For the first group, capital will continue to pour in, but what counts as an attractive deal may shift given that asset classes like private equity are not infinitely scalable— at least not with historical levels of performance. For the second group, a strategic decision is at hand: get bigger or stay the course. Both options can be successful if firms clearly identify how they are differentiated and execute their strategies with the necessary rigor.
*Partner at McKinsey & Company
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A true record of capital flows Regarding capital flows, private asset managers raised nearly $750 billion globally in 2017, a true record and an extension of the cycle that began 8 years ago. Private equity and debt enjoyed large increases, by 11% and 10% respectively, while other (typically smaller) asset classes fell: natural resources by 5%, and infrastructure by 4%. It was the second year of double-digit growth for private equity. At a regional level, the PE fundraising growth was 2% in Europe, 18% in North America, and 9% in Asia, while PM fundraising grew by 10% in Europe, 3% in North America, and fell by 2% in Asia. Within this tide of capital, one trend stands out: the surge of megafunds of more than $5 billion, especially in the United States, and particularly in buyouts. Megafunds now account for 15% of total fundraising, up from 7% in 2016, and exceeding their previous peak of 14% in 2007. For comparison, fundraising in middle-market buyouts – for funds of $500 million to $1 billion – grew by 7 percent, a healthy rate after years of solid growth. The renewed interest in biggest funds and biggest firms is because they have delivered great performance, have been leading the
Europe grew impressively at 30%; while North American deal volume barely budged, rising 1% to $641 billion. Regarding deal count, every region suffered. In the U.S., deal count dropped by 6%, continuing a decline that began in 2015. Europe experienced a sharper decline, with deals falling 11%; Asia fell slightly by 4%.
PRIVATE
General Partners (GPs), and identify several emerging trends, including LPs beginning to form deeper and more strategic relationships with a smaller set of managers.
MARKETS
Giganti del pb italiano CRESCITA PER I GRANDI OPERATORI DEL MERCATO NAZIONALE
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PRIVATE
RILEVAZIONI AL 31 DICEMBRE 2017, DATI IN EURO
MARKETS REPORT
FIDEURAM INTESA SANPAOLO PB 214,2 MILIARDI DI AUM 871 MILIONI DI UTILE NETTO 5.950 PRIVATE BANKER
CORDUSIO (SOCIETÀ UHNWI DEL GRUPPO UNICREDIT) 25,2 MILIARDI DI AUM +3 MILIARDI IN UN ANNO DI AUM 3.500 CLIENTI BANCA ALETTI - GRUPPO BANCO BPM 39,3 MILIARDI DI AUM 20 MILIONI DI UTILE NETTO 555 DIPENDENTI
UBI TOP PRIVATE 36 MILIARDI CIRCA DI VOLUMI TOTALI 82 CENTRI 280 PRIVATE RELATIONSHIP MANAGER
BANCA GENERALI 55,7 MILIARDI DI AUM 204,1 MILIONI DI UTILE NETTO 1.912 NUMERO DEI BANKER
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PRIVATE
Fonti: dati aziendali, elaborazione PRIVATE
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PRIVATE
INTERVIEW
INTERVIEW MAURIZIO ZANCANARO
Futuro nelle radici Banca Aletti punta sulla convergenza tra private e corporate banking Zancanaro riconfermato nella carica di amministratore delegato DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
Abbiamo chiuso l’esercizio 2017 con asset in gestione per 39,3 miliardi di euro e 20 milioni di utile netto, frutto del lavoro di 275 private banker operativi in 51 centri presenti in tutte le regioni italiane
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A che punto è la nuova Banca Aletti? Buona parte del lavoro è stata già completata. Nel corso del 2017 è
stata integrata la struttura private di Bpm, dalla quale abbiamo ereditato circa 6mila clienti e masse in gestione per 6 miliardi di euro, e ora stiamo procedendo con lo scorporo della parte di global market in Akros, individuato dalla capogruppo come il riferimento di tutte le attività di corporate & investment banking. Di pari passo procediamo con il trasferimento in Banca Aletti di tutta la clientela con patrimoni sopra il milione di euro finora seguita dal retail del gruppo: stiamo parlando di circa 12 miliardi di euro complessivi. Prosegue inoltre la formazione dei banker e l’aggiunta di un ulteriore tassello, cioè la creazione in Aletti di una rete di consulenti finanziari, con caratteristiche innovative e dedicata alla clientela private, che nasce dalla valorizzazione del gruppo di consulenti finanziari oggi attivi in Banca Popolare di Milano e Banca Akros. Chiuderemo l’intero processo entro la fine del 2018, impiegando quindi due anni complessivi a fronte dei cinque solitamente necessari per operazioni così complesse.
PRIVATE
“Non ho mai creduto alle formule magiche, piuttosto ho sempre cercato di tenere fede al ruolo tradizionale della banca, quello di partner del cliente, in uno sforzo continuo di allineamento tra gli interessi”. Maurizio Zancanaro, riconfermato amministratore delegato di Banca Aletti, realtà che accorpa tutte le attività di private banking e wealth management del gruppo Banco Bpm, sembra quasi schermirsi quando è chiamato a fare il punto sul processo di integrazione tra le private bank un tempo appartenenti a Banco Popolare e Bpm. Un lavoro che ha richiesto grandi sforzi per favorire la convergenza tra persone, professionalità e approcci al lavoro, che ha già prodotto importanti sinergie. Tanto che la fusione è diventato un benchmark per tutto il settore bancario nazionale, che inevitabilmente dovrà consolidarsi nel prossimo futuro per fronteggiare uno scenario di costi e livelli di patrimonializzazione crescenti.
INTERVIEW
Nell’immagine un dettaglio della sala operativa di Banca Aletti.
Lavoriamo in parallelo con la struttura di corporate banking del gruppo, in modo da creare sinergie e offrire un pacchetto completo a chi ci sceglie
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PRIVATE
Quali sono i numeri oggi e in chiave prospettica? Abbiamo chiuso il 2017 con asset in gestione per 39,3 miliardi di euro e 20 milioni di utile netto (che sarebbero stati 33,9 milioni al netto della componente non ricorrente relativa alla svalutazione dell’avviamento), frutto del lavoro di 275 private banker operativi in
51 centri lungo tutta la Penisola. L’obiettivo è arrivare nell’arco di un triennio a 50 miliardi di aum, accelerando di pari passo sul fronte della profittabilità. Dieci miliardi in più di aum non si possono generare solo concentrando nella vostra struttura tutti i clienti del gruppo
con oltre un milione di euro. Sono in vista nuove acquisizioni e/o il lancio di una massiccia campagna di reclutamento tra i private banker? Né l’uno, né l’altro. Oggi il mercato torna a premiare chi fa banca in maniera sostenibile, senza inseguire continua a pag. 18 >
C’è solidità nella consistenza. THREADNEEDLE (LUX) GLOBAL MULTI ASSET INCOME FUND. Consistenza è avere un approccio collaudato e solido come una roccia. Il Fondo punta a generare una cedola annua investendo in azioni e obbligazioni globali e costruendo attivamente il portafoglio per adattarlo alle mutevoli condizioni di mercato. Scopri come le nostre competenze a livello globale, la capacità di adattarsi e le solide risorse possono contribuire al successo dei tuoi investimenti. Performance annualizzate nette
2017
11.68%
2016
5.50%
Dividendo storico annuo
2015
2.39%
2017
5.81%
2016
6.79%
2015
6.48%
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columbiathreadneedle.it/GMAI Informazioni importanti. Š 2018 Morningstar, Inc. Tutti i diritti riservati. Le informazioni qui contenute: (1) sono di proprietĂ di Morningstar e/o dei suoi fornitori di contenuti; (2) non possono essere copiate o distribuite; e (3) non è garantito che siano accurate, complete o tempestive. NĂŠ Morningstar nĂŠ i suoi fornitori di contenuti sono responsabili per eventuali danni o perdite derivanti dall’uso di tali informazioni. La performance passata non è garanzia di risultati futuri. Prima della sottoscrizione, leggere il Prospetto e le Informazioni Chiave per gli Investitori (KIID). /H SHUIRUPDQFH SDVVDWH QRQ VRQR JDUDQ]LD GHL ULVXOWDWL IXWXUL H YL Ă… LO ULVFKLR GL SHUGHUH LO FDSLWDOH LQYHVWLWR ,O YDORUH GHJOL LQYHVWLPHQWL H LO UHGGLWR QRQ VRQR JDUDQWLWL SRVVRQR GLPLQXLUH R DXPHQWDUH H SRVVRQR HVVHUH LQĆƒ XHQ]DWL GDOOH Ćƒ XWWXD]LRQL GHL FDPEL 4XHVWR VLJQLĆ‚ FD FKH un investitore potrebbe non recuperare l’importo investito. Threadneedle (Lux) Global Multi Asset Income è un comparto di Threadneedle (Lux), societĂ d’investimento a capitale variabile (SociĂŠtĂŠ d’investissement Ă capital variable, o “SICAVâ€?) costituita ai sensi della normativa YLJHQWH QHO *UDQGXFDWR GL /XVVHPEXUJR /D VRFLHW½ GL JHVWLRQH GHOOD 6,&$9 Ă… 7KUHDGQHHGOH 0DQDJHPHQW /X[HPERXUJ 6 $ FKH VL DYYDOH GHOOD FRQVXOHQ]D GL 7KUHDGQHHGOH $VVHW PDQDJHPHQW /WG H R GL DOWUL VXE FRQVXOHQWL VHOH]LRQDWL 4XHVWR PDWHULDOH Ă… VROR LQIRUPDWLYR H QRQ FRVWLWXLVFH XQpRIIHUWD R XQD VROOHFLWD]LRQH GL XQ RUGLQH GL DFTXLVWR R YHQGLWD GL WLWROL R DOWUL VWUXPHQWL Ć‚ QDQ]LDUL R SHU IRUQLUH FRQVXOHQ]D R VHUYL]L GL LQYHVWLPHQWR /H VRWWRVFUL]LRQL SRVVRQR HVVHUH HIIHWWXDWH VROR VXOOD EDVH GHO 3URVSHWWR H GHOOH ,QIRUPD]LRQL &KLDYH SHU JOL ,QYHVWLWRUL ulteriori informazioni sono contenute nelle ultime relazioni annuali o semestrali e nello statuto della Sicav. I suddetti documenti sono disponibili in italiano e possono essere ottenuti gratuitamente sul sito internet www.columbiathreadneedle.it nella sezioni ‘Documenti Legali’. Prima della sottoscrizione occorre consultare la sezione ‘Fattori di rischio’del Prospetto per tutti i rischi derivanti dall’investimento in qualsiasi comparto della Sicav e in particolare in questo comparto. Threadneedle Management Luxembourg S.A. è registrata presso il Registre de Commerce et des Societes (Lussemburgo), numero di iscrizione B 110242 44, rue de la VallĂŠe, L-2661 Lussemburgo, Granducato di Lussemburgo. Columbia Threadneedle Investments è il marchio globale di gruppo delle societĂ Columbia e Threadneedle.Per ulteriori informazioni si rinvia al sito. columbiathreadneedle.it 03.18 | J27604_Pri
INTERVIEW
il profitto di breve, ma ponendosi in un ruolo di partnership continuativa con la clientela, allineando gli interessi delle parti. Questa è la cultura che ha sempre caratterizzato Banca Aletti, contraddistinto il percorso di crescita negli anni, non abbiamo alcuna intenzione di rinnegarla. Detto questo, siamo pronti ad affrontare le sfide che il mercato proporrà anche in termini di offerta, di qualificazione della relazione con il cliente e di garanzia di professionalità.
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PRIVATE
Nell’immagine un particolare di una sala riunioni della società.
Esclude del tutto nuovi arrivi tra i banker? Alcune integrazioni della struttura esistente vi saranno nelle aree in cui siamo più scoperti, ma cercando con attenzione professionisti disposti a sposare il nostro credo. Ho sempre detto che non ci interessano i mercenari: chi cambia casacca solo per soldi, tendenzialmente avrà un ridotto attaccamento alla nuova realtà e molto probabilmente sarà portatore di tensioni nel nuovo team di lavoro. Senza considerare le ricadute sui conti aziendali, e quindi sulle strategie, a cominciare dalle commissioni applicate alla clientela. Se un private banker chiede il 4% delle masse da lui gestite per cambiare società, quest’ultima dovrà guadagnare almeno il 6% per giustificare il reclutamento. Se consideriamo la situazione dei mercati, soprattutto sul fronte dei tassi, non vi sono altre strade che
INTERVIEW MAURIZIO ZANCANARO
Allargando lo sguardo all’industria italiana del private banking nel suo insieme, quali novità si attende sul fronte dei prodotti e servizi? Più che novità particolari, vedo un ritorno alle origini, con un focus particolare sulla gestione patrimoniale, che è il cuore pulsante del private banking. Quindi una consulenza a 360 gradi verso il cliente imprenditore e la sua famiglia, senza limitarsi a offrire solo un ventaglio di prodotti preconfezionati tra i quali poter scegliere. Anche se l’advisory costa e quindi non genera grandi margini, almeno per ora... Dipende da come la si fa. Se assisto un imprenditore nella vendita della sua azienda, vi sono molte possibilità che poi lo stesso
affiderà a Banca Aletti almeno una parte della liquidità incassata per cercare insieme nuove modalità di investimento. Per questo lavoriamo in parallelo con la struttura di corporate e con Banca Akros, che
vedrà concentrate tutte le attività di investment banking del gruppo, in modo da creare sinergie e offrire un pacchetto completo a chi ci sceglie. È un servizio che non tutti possono offrire ed è una delle regioni per cui alcune banche straniere soffrono nel mercato italiano del private banking: occorre essere in grado di assistere il cliente negli investimenti, ma anche concedergli fidi in caso di necessità. È un processo di dare-avere virtuoso. Lavorando in questo modo, non ci sono limiti a quello che possiamo fare avendo in casa tutte le competenze necessarie, da quelle fiscali agli esperti in passaggio generazionale, dalla fiduciaria, alla banca di diritto svizzero. Aletti Fiduciaria, che conta masse per un 1,5 miliardi di euro e circa 1.500 mandati, si focalizza sulle situazioni più complesse come il passaggio di testimone in azienda, i trust e le successioni testamentarie che implicano asset corposi e molto diversificati. Non ultima infine, la possibilità di diversificare gli investimenti in un Paese AAA, riconosciuto a livello internazionale, grazie a Banca Aletti Suisse, con sede a Lugano, che offre opportunità di diversificazione valutaria alla clientela italiana. Un’altra opportunità per intercettare le differenti esigenze. Anche in questo caso la filosofia è la stessa: si lavora in team, in modo da assicurare tutte le competenze necessarie del caso. Così cresciamo come banca e cresce anche il cliente. 19
Anche perché la Mifid 2 introduce maggiore trasparenza sui costi... E ben venga, così finalmente si farà selezione nel mercato. Non mi attendo scossoni a breve, dato che l’informativa sui costi arriverà ai clienti a fine anno, ma nel medio termine - cioè tra due o tre anni sono certo che la direttiva aiuterà a calmierare il mercato, trasferendo valore verso le società che hanno una politica commissionale non oppressiva nei confronti di chi investe.
Dalla nuova direttiva Mifid 2 non mi attendo grandi scossoni nel breve termine, dato che l’informativa sui costi arriverà ai clienti alla fine di quest’anno, ma nel medio termine sono certo che la direttiva aiuterà a calmierare il mercato, limitando l’attuale campagna acquisti di banker e facendo selezione tra gli operatori
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alzare le fee e non è una cosa che intendiamo fare.
OPINION
Private assicurato Sempre più spesso le polizze entrano nell’offerta di wealth management Aipb segnala che i prodotti multiramo valgono il 23% del portafoglio DI FABIO CARNIOL*
Secondo i dati Aipb, oltre il 17% della ricchezza finanziaria dei clienti con patrimoni elevati è investito in polizze vita, tra le quali il peso dei prodotti multiramo ha superato il 23%. Il successo di tali prodotti, che consentono al cliente di investire sia in fondi unit-linked, che in gestioni separate assicurative, deriva dal fatto che tali gestioni - che negli ultimi 5 anni hanno avuto un rendimento lordo stabile, mediamente pari al 3,7%, e garantiscono la restituzione del capitale - riducono sensibilmente il profilo di rischio complessivo dell’investimento. I prodotti multiramo, inoltre, si qualificano come assicurativi a tutti gli effetti, poiché prevedono il trasferimento del rischio d’investimento alla compagnia e non consentono di disinvestire durante il primo anno di durata dell’investimento.
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Rischi sotto controllo A ciò si aggiunga che la compagnia si assume anche un rischio demografico, poiché in caso di morte dell’assicurato viene liquidato il capitale maturato maggiorato di una percentuale indicata in polizza. Di conseguenza, il cliente non
rischia di perdere tutti i vantaggi legali e fiscali riconosciuti dalla normativa: le somme dovute dall’assicuratore non rientrano nell’attivo ereditario ai fini dell’imposta di successione e non sono pignorabili, né sequestrabili nei limiti previsti dalla legge. I prodotti unit-linked “classici”, non abbinati a una gestione separata, espongono invece il cliente a un rischio di riqualificazione, cioè che i vantaggi sopra indicati non siano riconosciuti perché la polizza viene considerata un prodotto speculativo, visto che non vi è un significativo trasferimento del rischio alla compagnia. Se la polizza unit-linked è sottoscritta con una compagnia estera che opera in libertà di prestazione, la possibilità che sia considerata un prodotto speculativo e venga quindi riqualificata è altrettanto concreta. Fisco leggero A livello fiscale, le polizze vita sottoscritte con una compagnia di diritto italiano consentono di beneficiare dell’esenzione dall’imposta di successione, del differimento dell’imposta
sul risultato, dell’applicazione dell’imposta sostitutiva massima del 26% solo in caso di realizzo del differenziale positivo fra capitale pagato dalla compagnia e premi versati (a esclusione della parte di premio destinato alla copertura del rischio morte) e, infine, della tassazione per cassa (non sul maturato). La compagnia di diritto italiano inoltre opera come sostituto d’imposta senza nessun adempimento per il cliente. I prodotti multiramo consentono inoltre di beneficiare di ulteriori vantaggi: l’esenzione dall’imposta di bollo per la quota investita nella gestione separata e la possibilità di compensare i profitti dei fondi in attivo (tipicamente la gestione separata) con quelli dei fondi in perdita. Un mix di componenti Helvetia Vita, compagnia di diritto italiano del gruppo assicurativo Helvetia, sta puntando con convinzione sui prodotti multiramo, che abbinano nello stesso contratto una componente tradizionale, legata alla gestione separata con
OPINION
caratterizza per un profilo di rischio e un holding period. Vanno poi considerati alcuni prodotti ad hoc lanciati con alcuni partner, a cui viene delegata la gestione dei fondi unit-linked.
volatilità dei rendimenti molto bassa e con un minimo garantito, e una componente unit-linked, collegata a uno o più fondi interni o esterni al bilancio della compagnia con diversi profili di rischio, tali da consentire al cliente di beneficiare degli andamenti favorevoli dei mercati finanziari. È il caso di MultiSelection, nuovo prodotto multiramo destinato prevalentemente al segmento del private banking, che consente di investire fino al 30% del premio in una gestione separata assicurativa e la parte rimanente in un paniere di fondi di investimento esterni, scelti
dal cliente fra oltre cinquanta Oicr gestiti dai migliori asset manager nazionali ed internazionali. Un secondo prodotto innovativo è MultiDirection, che comprende diverse soluzioni multiramo, ciascuna delle quali consente al cliente di investire il 40% del premio in una gestione separata e la parte rimanente in un fondo interno di tipo unit-linked, la cui gestione è delegata a un asset manager esterno che investe in modo flessibile nel rispetto di un preciso budget di rischio. Ogni soluzione è data da un mix fisso di gestione separata (40%) e fondo interno (60%) e si
*Amministratore delegato Helvetia Vita e Chiara Assicurazioni, Gruppo Helvetia
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Fabio Carniol
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Le somme dovute dalla compagnia non rientrano nell’attivo ereditario ai fini dell’imposta di successione e non sono pignorabili, né sequestrabili
Arte sotto tutela Altro tema di grande interesse per il mondo del wealth management è l’assicurazione delle opere d’arte, degli immobili di pregio e delle auto d’epoca, che rappresentano forme di investimento tipiche della clientela facoltosa. Secondo recenti indagini condotte da Aipb, oltre il 60% dei collezionisti d’arte ha bisogno di consulenza assicurativa e il 41% sarebbe lieto di riceverla dalla banca di fiducia. Il 27% di tali clienti dichiara di essere interessato a investire in arte nel prossimo biennio. Helvetia, che opera da decenni nel settore dell’art insurance, ha propri prodotti specifici in questo ambito. In tale campo è fondamentale la presenza di personale altamente specializzato, in grado di valutare l’opera, di analizzare i rischi a cui è esposta e di formulare una proposta personalizzata di tipo all risk, fornendo consulenza anche in materia di prevenzione (ad esempio il rischio di trasporto) e curando in modo specifico la gestione di eventuali sinistri.
INTERVIEW
Informazioni d’oro Kroll è specializzata nella business intelligence Un’attività fondamentale nelle operazioni di m&a DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
“Volendo semplificare al massimo, possiamo dire che il nostro business consiste nel reperire e poi mettere a disposizione del cliente le informazioni che non emergono dai dati presenti in data room” e che possono risultare cruciali per il proprio business e in occasione di operazioni straordinarie. Marianna Vintiadis, responsabile Sud Europa di Kroll, indica così il principale ambito di attività che è chiamato a svolgere il gruppo specializzato in soluzioni per la gestione del rischio quando il mandato arriva da una banca o da un fondo d’investimento. Si tratta solo di uno dei campi di azione del colosso con headquarter a Manhattan, che conta 35 uffici dislocati in 20 paesi e un migliaio di professionisti. “L’ultimo numero considera solo i dipendenti, ma la vera forza è nel network, esteso a tutti i livelli”, precisa la top manager. Quanto all’Italia, la sede a Milano, a pochi passi dalla stazione centrale, con un team composto da una decina di persone, tutte di grande esperienza.
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In un mercato come quello attuale caratterizzato da una
sovrabbondanza di informazioni, tanto che si assiste al boom di big data e analytics, cosa manca alle aziende? Le tecnologie hanno indubbiamente ampliato le opportunità di accesso alle informazioni, ma restano ancora degli spazi che non vengono presidiati dai vecchi, così come dai nuovi canali di comunicazione digitale. Ad esempio? Prendiamo il caso di un’azienda o di una banca che intenda fare un’acquisizione. A disposizione avrà, come tutti, i bilanci pubblici e poi potrà accedere a una serie di documenti secondo quanto previsto dalla legge, oltre alla conoscenza del settore se l’operazione è compiuta tra realtà concorrenti. Ma difficilmente potrà avere un quadro completo dei rischi che possono essere di diverso tipo, di carattere economico, di perdita delle risorse chiave, di protezione dei dati, così come ambientali. Perché arrivate laddove non arrivano gli altri? Oltre all’esperienza in questo business che è molto particolare,
Se a rivolgersi a noi è un fondo d’investimento offriamo consulenza anche per inquadrare i rischi di mercato, insieme ai suggerimenti su come affrontarli
INTERVIEW 23
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Marianna Vintiadis
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Nuovo “padrone” per il gruppo A metà marzo la quota di controllo di Kroll è passata di mano. Corporate Risk Holdings ha ceduto il testimone a Duff & Phelps, società di advisory che consente ai clienti di proteggere, recuperare e massimizzare valore. Fondata nel 1972, Kroll è attiva su vari filoni di business: gestione della compliance, risoluzione delle controversie, riduzione del rischio di frode e delle minacce alla sicurezza. Attraverso l’integrazione di Kroll, Duff & Phelps estenderà inoltre la sua presenza nel mondo, in particolare in Europa e America Latina. L’organizzazione integrata di Duff & Phelps e Kroll potrà contrare su circa 3.500 dipendenti in 28 Paesi. Noah Gottdiener (nella foto), chief executive officer di Duff & Phelps, ha presentato così la ratio dell’operazione: “L’integrazione tra queste due società leader espanderà in misura significativa la nostra operatività globale e amplierà la nostra offerta ai clienti creando grandi opportunità per i nostri colleghi. I due gruppi hanno cultura comune e una storia costruita ponendo il cliente al primo posto”.
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possiamo azionare un network di contatti straordinario, costruito nei decenni. La combinazione di questi due elementi ci consente non solo di raccogliere informazioni concrete, ma anche di leggerle e metterle a disposizione del cliente in modo che possa offrirgli un contributo concreto in termini di business. Aggiungo un’altra riflessione. Se a rivolgersi a noi è un fondo d’investimento come può essere chi opera nel private equity, che generalmente acquista quote di aziende di svariati settori, non ha una competenza settoriale. In questi casi offriamo consulenza anche per inquadrare i rischi di mercato, insieme ai suggerimenti su come affrontarli. E il lavoro prosegue
spesso anche dopo la conclusione della transazione. Perché? L’ingresso di investitori istituzionali in azienda spesso è seguito da scosse di assestamento nell’organizzazione. Possono ad esempio esservi dei dipendenti che si sentono poco valorizzati dai nuovi proprietari e per questa ragione mettono in campo azioni che mettono a rischio l’integrità delle aziende. Come vengono definite le vostre fee? Nel caso in cui sia necessaria una raccolta e un’elaborazione di informazioni sommarie, stiliamo un preventivo basato sul numero presumibile di ore di
lavoro necessarie, basandoci sugli esempi passati. Se invece è prevista un’attività di investigazione forense prevediamo tariffe tagliate su misura del singolo mandato, misurate in base alle giornate di lavoro necessarie. Chiudiamo con uno sguardo al mercato. Quali sono oggi i rischi emergenti? Dal nostro Global Fraud & Risk Report 2017/2018 emerge il peso crescente degli attacchi informatici. Gli obiettivi sono stati principalmente i dati dei clienti di una compagnia (39%), seguiti da quelli della stessa azienda colpita e dei suoi dipendenti (36%). Occorrono politiche più attente in azienda.
BANKER
Curiosità per crescere Periti è tra i manager emergenti del private banking italiano La nuova sfida in Deutsche Bank e la passione per il lavoro di squadra DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
A febbraio Eugenio Periti è approdato alla guida del private banking di Deutsche Bank, oggi parte integrante della nuova struttura di business Advisory Clients, che fa convergere su un’unica piattaforma i consulenti finanziari di Finanza & Futuro, i private banker e i business banker. Di origini emiliane, sposato con due figli, proviene dal Monte dei Paschi di Siena. Qual era il suo rapporto con il denaro a 20 anni e come è cambiato? A 20 anni di solito pensi poco ai soldi. Almeno ai miei tempi, a quell’età i bisogni erano abbastanza basici. I primi stipendi li ho investiti in un paio di scarpe inglesi, un orologio e 5 milioni di vecchie lire in Bot. In un certo senso, per me, allora il risparmio gestito era una sorta di “perfetto sconosciuto”.
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Come è cambiata la professione rispetto a quando ha iniziato lei? Sono entrato in Credem, dove tra il 1996 e il 2001 ho ricoperto i primi incarichi di responsabilità. Ho un ricordo formidabile di quegli
Alle persone con le quali lavoro quotidianamente cerco di trasmettere soprattutto la mia passione per quello che faccio e per le cose in cui credo anni: la convergenza verso l’euro, i primi balzi in avanti del risparmio gestito, l’era della new economy. Insomma, vivere quegli eventi è stata un’esperienza unica, entusiasmante e davvero istruttiva. Oggi il mercato si è fatto molto più articolato e complesso. Qual è il suo stile di leadership? Innanzitutto cerco di trasmettere alle persone con le quali lavoro la mia passione in quello che faccio e in cui credo. Sono fortemente orientato al raggiungimento dei risultati e presto grande attenzione alla qualità,
fino ai più piccoli dettagli. Per questo mi impegno affinché anche il team sviluppi la stessa spinta al raggiungimento degli obiettivi. Quali sono gli aspetti che apprezza di più della sua professione? Il fatto che in questo settore vi sia ancora molto da fare e le sfide derivanti dall’avere un target di riferimento particolarmente esigente come la clientela private. Come è cambiato il mercato rispetto a quando ha iniziato? La clientela private oggi è sicuramente molto più esigente, finanziariamente preparata e tecnologicamente evoluta. Di conseguenza, si aspetta un servizio di consulenza globale e integrata. Ecco perché i clienti oggi cercano consulenti più competenti non solo in materia finanziaria; cercano piuttosto interlocutori qualificati che siano anche capaci sia di costruire con loro relazioni durature nel tempo, basate su valori come la fiducia e la collaborazione, oltre che in grado di essere un punto di riferimento per l’intera famiglia.
BANKER ITALY Eugenio Periti
nostro business la sfida è in atto e per questo la visione, le competenze e la capacità di evolvere faranno la differenza.
Nella vita mai dire... Tutto è già stato fatto. Abbiamo davanti a noi occasioni straordinarie di crescita, anche in termini di sistema Paese. In particolare, nel
Un pregio e un difetto? Sul primo versante, la determinazione: non mi arrendo mai. Quanto al secondo aspetto, ammetto di essere permaloso. 27
mi sento di dare è quello di avere lungimiranza, curiosità e nessun timore di esplorare nuove aree di bisogni propri e dei propri clienti.
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Che cosa suggerirebbe ai giovani private banker di oggi? Di non dimenticare l’importanza della formazione e dell’ampliamento delle proprie competenze: in un mondo in continua evoluzione e dove i cambiamenti sono sempre più veloci è fondamentale avere competenze solide e al passo con i tempi. Un altro suggerimento che
LEGEND DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
Investment banker di lungo corso, David M. Solomon si candida a diventare il probabile successore di Lloyd Blankfein alla guida di Goldman Sachs quando quest’ultimo lascerà il vertice della banca che guida dal 2006. L’ipotesi è iniziata a circolare all’indomani delle dimissioni di Harvey M. Schwartz, da presidente e direttore operativo, decisione che diventerà effettiva il 20 aprile. Cariche che passano a Solomon. Per verificare i pronostici tuttavia non manca molto: la successione “al trono” della finanza potrebbe avvenire già entro la fine dell’anno.
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Come probabile futuro ceo di Goldman Sachs potrebbe ritrovarsi a dover fin da subito adottare un piano per far crescere i ricavi di 5 miliardi all’anno entro il 2020.
La sede di Goldman Sachs a New York.
LEGEND DAVID MICHAEL SOLOMON
Biografia Nasce nel 1962 a Hartsdale (New York). Suo padre Alan è vice presidente di una piccola casa editrice e sua madre Sandra è specializzata in audiologia.
Carriera Dopo un periodo in Bear Stearns, entra in Goldman Sachs nel 1999. Guida la divisione di investment Studi bank dal 2006 al 2016 Cresce a Scarsdale facendone aumentare e si laurea in Scienze politiche Compenso i ricavi del 70%. presso l’Hamilton College Da documenti dalla Sec a Clinton (New York). è emerso che il suo stipendio base Ai tempi del college entra è di 1,85 milioni di dollari, nella squadra di rugby. esclusi bonus e azioni.
Patrimonio Vini per passione Instagram Sul suo account @djsolmusic è possibile ascoltare il suo remix di “Don’t Stop Believing” dei Fleetwood Mac, ripreso poi dalla radio americana SiriusXM.
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Music & party Appassionato di musica dance elettronica, partecipa alle feste dei più rinomati club di New York e Miami in veste di disc jockey con il nome Dj D-Sol.
Collezionista di vini, nel 2016 ha subito un furto del valore di oltre un milione di dollari di bottiglie pregiate da parte del suo ex assistente personale.
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Sposato nel 1989 all’età di 27 anni con Mary Elizabeth Coffey, dispone di un patrimonio netto stimato di 60 milioni di dollari a gennaio del 2018.
TRUSTEE
Obiettivo millennial La prima fiduciaria completamente digitale nasce all’interno del gruppo Arc Una sfida lanciata per conquistare la clientela più giovane DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
Fondata a luglio del 2017 da Angelo Lazzari, ceo del gruppo Arc, FD Fiduciaria Digitale si è presentata ufficialmente al mercato solo poche settimane fa come la prima struttura, autorizzata dal ministero dello Sviluppo Economico, in grado di offrire i servizi tipici di amministrazione e custodia dei valori mobiliari in maniera completamente digitale. Una realtà con sede a Bergamo e uno staff di circa 22 risorse. Nonostante non abbia ancora un track record e debba quindi ancora dimostrare sul campo la solidità del suo business model, le innovazioni contenute nella sua proposta potrebbero avere degli effetti disruptive sul modo in cui fino a oggi sono stati offerti i servizi tipici di una fiduciaria. A illustrarne il funzionamento è Patrizio Lattanzi, amministratore delegato di FD Fiduciaria Digitale.
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Qual è il vostro modello di servizio? Come tutte le fiduciarie, svolgiamo attività di amministrazione e custodia dei valori mobiliari ma lo facciamo utilizzando una piattaforma tecnologica che ci consente di
completare tutto il processo dal contatto con il cliente, alla ricezione delle istruzioni, fino alla firma dei documenti - in maniera completamente digitalizzata. La piattaforma tecnologica alla base della nostra proposta si basa sulla videofirma e il riconoscimento a distanza: in altre parole, è un sistema che, nel totale rispetto delle compliance, combina i sistemi di video riconoscimento a distanza e la firma elettronica per l’apposizione a distanza della firma sul contratto per garantire al cliente un servizio rapido, comodo da usare e sicuro da ogni punto di vista. Le video call tra cliente e operatore non solo infatti avvengono esclusivamente per il tramite della nostra piattaforma ma sono registrate e custodite in server proprietari. Non vi è il rischio che la digitalizzazione riduca il livello di personalizzazione e riservatezza tipico del servizio? Noi riteniamo che nel nostro modello sia invece possibile il contrario. In pratica il cliente può scegliere sempre dove, come e quando accedere al servizio. Per
collegarsi con un operatore fissa un appuntamento tramite videocall a cui poi parteciperà semplicemente collegandosi dal dispositivo per lui più comodo. L’utilizzo di processi digitalizzati amplifica poi ulteriormente l’aspetto della riservatezza perché non occorre recarsi fisicamente presso un luogo fisico ed è possibile rivolgersi allo stesso operatore oppure sceglierne uno diverso ad ogni videocall. Come avviene quindi lo scambio di informazioni tra voi e il cliente? Avviene sempre tramite la piattaforma, dalla fase di riconoscimento del cliente e dall’acquisizione dei documenti di identità alla gestione del rapporto in quanto tale. Abbiamo eliminato il problema dell’invio della documentazione cartacea: grazie all’uso di sistemi di document management tutti i documenti necessari al cliente vengono caricati sulla piattaforma. In questo modo il cliente può sempre leggere con calma prima di firmare tutte le informazioni disponibili su un determinato prodotto o servizio e consultarlo tutte le volte che vuole. Allo stesso modo il
TRUSTEE Patrizio Lattanzi
Non escludiamo in futuro di poter portare alcuni servizi anche presso una fascia di clientela con disponibilità inferiori ai 500mila euro
Qual è il vostro cliente di riferimento? I nostri clienti sono quelli
tradizionalmente serviti dalle fiduciarie, e quindi affluent e Hnwi (da un minimo di 500mila euro ndr), ma non escludiamo in futuro di poter portare alcuni servizi anche presso una fascia di clientela con disponibilità inferiori, dato che tra i nostri plus rientra anche il fatto di avere una commissione flat di 600 euro all’anno. Sicuramente la nostra proposta però va nella direzione dei bisogni dei millennials di oggi e quindi dei clienti di domani, abituati ad avere lo smartphone sempre in tasca, a pagare e ad acquistare in mobilità. E quindi, in futuro, anche a scegliere i propri investimenti senza dover andare in banca. 31
Cosa significa essere una fiduciaria indipendente e nativamente digitale? La tecnologia e l’indipendenza sono nel nostro Dna. Siamo nati all’interno del gruppo ARC che è a sua volta un nativo digitale. La
sua caratteristica principale è di aver interpretato la trasformazione digitale come l’opportunità di offrire ai clienti le soluzioni finanziarie che desiderano. La tecnologia deve essere guidata dai bisogni e ha un valore nel momento in cui ne facilita la risposta. L’indipendenza ci permette di operare senza conflitti di interesse e con una struttura di costi molto trasparente. Amministriamo il patrimonio affidatoci a un costo fisso annuale a prescindere dall’ammontare delle somme gestite per conto del cliente.
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cliente può inviarci documentazione e corrispondenza, inclusa quella relativa alle indicazioni di voto in assemblea, senza doverla consegnare a mano con un notevole risparmio di tempo e procedure. Ma no è l’unico vantaggio la digitalizzazione permette al cliente di effettuare un costante monitoraggio sugli investimenti e sfruttare l’efficienza della compensazione fiscale.
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Giacobbe cambia casacca Luca Giacobbe entra in Credit Suisse Italy come chief operating officer. È reduce da un’esperienza di dodici anni in UBS, dove ha ricoperto diverse posizioni in ultimo come head of business management per l’area Italia e Spagna. Nello specifico Giacobbe ha seguito l’integrazione della piattaforma Santander. Risponderà a Stefano Vecchi, alla guida di Credit Suisse Italy.
Pironti oltre l’Italia
J.P. Morgan Private Bank ha affidato a Riccardo Pironti (nella foto) la responsabilità dei mercati della Scandinavia e dell’Olanda. Pironti continuerà comunque a ricoprire la carica di responsabile dell’Italia, che guida da 16 anni.
Allianz Bank FA: Pietrafesa al timone Paola Pietrafesa (nella foto) è il nuovo amministratore delegato di Allianz Bank Financial Advisors. Prende il posto di Giacomo Campora, passato a guidare il gruppo Allianz in Italia. Si tratta di una promozione interna dato che Pietrafesa era già direttore generale della banca, carica che conserva.
Nardelli passa in Finnat Paolo Nardelli (nella foto) entra in Banca Finnat come senior private banker. Arriva da Banca Albertini Syz, dove è sbarcato dopo un’esperienza nel gruppo Credem.
D’Angella rafforza il team di Indosuez Maria Pia D’Angella (nella foto) entra nel team di Indosuez Wealth Management Italia con la carica di senior wealth manager. A lei viene affidato lo sviluppo del business del wealth management, con riporto diretto al direttore generale Luca Caramaschi. D’Angella proviene da Deutsche Bank Spa, dove ha ricoperto il doppio ruolo di senior wealth manager e team head nell’ambito della divisione Asset & Wealth Management dal 2006. Precedentemente era stata in Citi Bank come financial controller.
Voccola in Ardian A partire da agosto Mark Voccola entrerà a far parte di Ardian, società d’investimento statunitense. Il suo ruolo sarà managing director di Ardian Infrastructure. Voccola ha una vasta esperienza nel settore energetico.
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Finanza per le imprese Comoi Sim lancia il fondo che investe sui crediti aziendali finalizzati all’export Zoncada (ad): “Opportunità per chi cerca flussi cedolari intorno al 6%” DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
“La finanza alternativa offre opportunità interessanti sia per gli investitori che per l’economia reale” così si esprime Sergio Zoncada, amministratore delegato di Comoi Sim, società del gruppo omonimo che tra le altre cose opera come arranger nei finanziamenti di grandi opere infrastrutturali e ha uffici a Milano, Roma, in Svizzera e in Lussemburgo. Una lunga carriera nel settore della finanza, la sua, che tra le altre cose lo ha visto guidare il private banking di Banque Bruxelles Lambert e svolgere il ruolo di ad di Eurogest. È l’occasione per fare il punto sull’evoluzione del mercato e sulla nuova iniziativa di business.
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A dieci anni dallo scoppio della crisi finanziaria a che punto siamo? In una situazione a mio avviso molto delicata. La ripresa economica c’è, questo è fuor di dubbio, ma si regge sull’azione delle banche centrali che assicurano tassi bassissimi. Con il risultato però che la maggior parte dei rendimenti cedolari sono negativi in termini reali. Una situazione che crea non poche
difficoltà agli investitori, imponendo loro nuove scelte. Non resta che puntare su investimenti esotici... Parlerei più che altro di investimenti alternativi che sono una categoria già nota al mercato e che offrono agli investitori istituzionali la possibilità di estrarre valore dall’economia reale. Nella famiglia degli alternativi rientrano sia fondi che operazioni di private placement che, se opportunamente strutturate, sono in grado di divenire asset con caratteristiche tali da incrociare l’appetito per il rischio degli investitori e la richiesta di finanza di medio termine da parte delle imprese. Oggi è su questo che si gioca una partita rilevante per l’intera economia non solo ovviamente nel nostro Paese, anche se in Italia la penetrazione di queste opportunità di investimento avviene con una velocità diversa rispetto ad altri paesi. Qualche esempio concreto… Il nostro fondo sui crediti aziendali finalizzati all’export, le operazioni per opere infrastrutturali sia in
Italia che all’estero, tutti strumenti che hanno un impatto altissimo in termini di leva per il mondo imprenditoriale. Peraltro sia pmi che grandi imprese, pur con dimensioni diverse, hanno bisogno e cercano tali opportunità perché costituiscono una reale alternativa per la crescita. E i rendimenti che si generano? Sono interessanti perché al di sopra dei benchmark dei titoli di Stato con una struttura di garanzie sui rischi potenziali sottostanti che consente agli investitori di classare adeguatamente tali operazioni tra i loro criteri di investimento, che, mi creda, in alcuni casi sono particolarmente stringenti e selettivi. Chiudiamo con due battute su di lei. Quali sono le sue passioni e come incidono sul lavoro? Ho sempre avuto una grande passione per la finanza, per cui mi reputo particolarmente fortunato a lavorare nel settore. Mi piace condividere i progetti con tutto il team e vedere crescere i collaboratori. Cerco di farlo con l’esempio del lavoro quotidiano più che attraverso le parole.
INTERVIEW
Le tappe
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Sergio Zoncada
PRIVATE
Comoi è nata nel 1985 con l’attività di private banking, fino al big bang del 2007-08 che ha imposto un ripensamento di tutto il settore finanziario. “Di colpo vi è stato un crollo della liquidità in circolo sui mercati”, ricorda Zoncada, “e da quel momento è partito un processo radicale di trasformazione che sta riportando la finanza alla sua missione originaria, il sostegno all’economia reale”.
BANK
Il riassicuratore ama l’Italia Barents Re ha da poco siglato un accordo con Banca del Fucino Segno che il gruppo di Panama vede opportunità nel nostro Paese DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
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PRIVATE
Una vista di Panana City dove ha sede l’headquarter di Barents Re.
BANK INTERNATIONAL
I nomi al vertice Il board of director è composto da otto professionisti di grande profilo
sia manageriale sia finanziaria, tutti uomini. Nel dettaglio, il chairman è Gerardo Garcia, director sono Dirk Bormann, Klaus Bultmann, Robert Koffler, Juan M. De La Sierra Urquijo, Roberto Alfaro (che nel corso del tempo ha anche ricoperto i ruoli di ministro del Commercio e ambasciatore di Panama presso le Nazioni Unite, l’Italia e il Vaticano). Roberto Brenes è un secretary e ha più di 30 anni di esperienza maturata nei mercati finanziari panamensi. Per altro è stato il primo presidente della National Securities Commission, nonché presidente della Panama National Bank e fondatore della Borsa di Panama. Infine il tesoriere è Ricardo Cazorla, banchiere la cui esperienza precedente nel settore bancario internazionale comprende - tra le altre - posizioni di vice president presso la Chase Manhattan Bank NA a Panama, vice president di Bladex, Foreign Trade Bank of 37
Catena di controllo opaca Gli azionisti del riassicuratore sono probabilmente noti alle authority, ma non sono noti pubblicamente e al mercato. Si sa che Barents nasce nel 1996 come gruppo di riassicurazione leader indipendente e che oggi ha una presenza consolidata in Europa, Medio Oriente, America Latina, Nord Africa e Asia. Per dovere di cronaca, ha uffici rappresentativi e operativi a Londra e Parigi, Mosca e Beirut mentre Madrid, Milano, Parigi, Roma e Beirut fanno parte del Barents Risk Management network. Ha anche un hub a Miami. Barents Re Reinsurance Company opera come controllata di Standard Capital Shareholdings.
Gerardo Garcia
PRIVATE
Che sia perché nasce sulla riassicurazione delle attività cargomarittime del canale di Panama o che sia per avere una fiscalità più leggera, sta di fatto che la società Barents Re ha sede a Panama City, ha un’altra sussidiaria in Lussemburgo e molte delle sue attività negli Stati Uniti. Un gruppo presente in quattro continenti e 70 Paesi, che nel 2016 (è stato possibile reperire solo dati parziali e non aggiornati) ha registrato utili per 19,4 milioni di dollari, la metà del 2015, con un patrimonio netto salito da 382,1 a 416,97 milioni.
BANK
America Latina e vice president di Credicorp Bank. Business diversificati Il gruppo è operativo su vari ambiti, tra cui quella di fornire coperture riassicurative alle compagnie che vogliono emettere bond nei settori dell’edilizia, dell’ingegneria e dei servizi, sia per le opere pubbliche sia private, nella regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), in America Latina e Asia. Fornisce inoltre copertura per la riassicurazione delle linee di credito offerte da istituzioni finanziarie e attività commerciali su base globale, esclusi Usa e Canada. “Forniamo copertura per banche commerciali, banche islamiche, agenti di cambio, gestori di investimento, borse, gestori di fondi di private equity, banche centrali e banche di investimento. Per le attività commerciali, siamo specializzati in D&O di aziende pubbliche (escluse quelle quotate negli Stati Uniti) e private in una vasta gamma di settori industriali. Forniamo anche coperture assicurative per i grandi lavori di costruzione in ambito immobiliare, per le attività legate ai cargo via mare e in ambito sanità”, fanno sapere.
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PRIVATE
Interesse per la Penisola Il gruppo è da un po’ che punta l’Italia delle società finanziarie che gestiscono la ricchezza private o comunque l’Italia delle banche più piccole. In Italia, infatti, la società panamense si era fatta avanti a fine 2017 per l’acquisto
A sinistra: Giancarlo Innocenzi Botti. A destra: Giuseppe Di Paola, dg Banca del Fucino.
DATI
BILANCIO
2016
PROVENIENZA GEOGRAFICA DEI RICAVI: PATRIMONIO NETTO
416,97
MILIONI DI DOLLARI EUROPA: 67%, LATINO AMERICA 14%, MIDDLE EAST 10%, ASIA 9%
di Intermobiliare (procedura poi vinta dal fondo Attestor). Barents in Italia è rappresentato da Giancarlo Innocenzi Botti, già sottosegretario alle Comunicazioni per Forza Italia nel governo Berlusconi, ex dirigente di Mediaset e poi amministratore delegato della Titanus e di Odeon TV. È anche presidente di Invitalia e attivo in attività di lobbying. Barents aveva già dialogato in passato con il fondo di risoluzione per CariChieti e con il fondo Interbancario per San Miniato. E dopo tutti questi tentativi, la volontà di entrare in Italia passando dalla porta dei grandi patrimoni non si è fermata. Accordo con i Torlonia Il 29 marzo scorso ha siglato un memorandum of understanding per l’ingresso in Banca del Fucino, che prevede un aumento di capitale di 50 milioni di euro
e il deconsolidamento dell’intero portafoglio di 300 milioni di crediti deteriorati. La ricapitalizzazione dovrebbe essere sostenuta in gran parte da Barents, con la famiglia dei Torlonia - fondatrice delle private bank laziale - che sottoscriverà una quota importante. I Torlonia erano già intervenuti nel 2016 per sostenere Banca del Fucino con un versamento a fondo perduto da 30 milioni di euro. Il nuovo rafforzamento da 50 milioni è stato reso necessario dalle ispezioni condotte lo scorso anno da Bankitalia, che inizialmente hanno spinto la famiglia a tentare il rafforzamento in proprio. L’expertise e il radicamento dell’istituto saranno fondamentali per partecipare al risiko del settore con un ruolo aggregante: tra le prospettive indicate tra le parti vi è anche la possibile quotazione in Borsa.
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PRIVATE WORD
DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
Soglie Cos’è
Il Cboe Volatility Index, noto con l’acronimo Vix, rileva le aspettative del mercato sulla volatilità delle opzioni dell’indice S&P 500, che racchiude le principali aziende di Wall Street.
Indice della paura
Il Vix è così soprannominato perché tende a schizzare verso l’alto soprattutto (ma non necessariamente) nelle fasi in cui gli investitori temono forti correzioni al ribasso.
Il ruolo delle opzioni
Le opzioni sono strumenti derivati che danno il diritto al titolare di comprare o vendere (“call” nel primo caso, “put” nel secondo) un titolo a un prezzo prefissato entro un certo periodo di tempo.
VIX
Valori del Vix più alti di 30 segnalano la stima di elevata volatilità in arrivo, mentre al di sotto di quota 20 indicano un sentiment rilassato tra gli operatori del mercato.
Valori estremi
Il Vix ha superato gli 80 punti nell’ottobre del 2008 (in piena crisi Lehman Brothers), per poi stabilizzarsi dopo l’intervento delle banche centrali e restare sotto i 30 punti (salvo brevi fiammate) negli anni a seguire.
Le critiche
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Le crisi dei mercati finanziari sono tanto più violente, quanto meno attese. Ecco perché alcuni esperti criticano l’affidabilità dell’indicatore. Warren Buffett ricorda: “Con la bassa marea si vede chi non indossa il costume da bagno”.
Calcolo probabilistico
Trattandosi di una stima sui prezzi futuri, l’indice misura una probabilità, non una certezza. Anche se va ricordato che la volatilità implicita è un parametro tenuto in considerazione nelle decisioni di investimento.
REPORT
Focus on alternative assets Institutional investors prefer infrastructures and private debt The prospect of interest rate rises pose new challenges for the industry
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BY PREQIN
(Abbiamo las cia to il tes to in ingles e p er co gliere le s f uma ture d el co ntenuto n. d . r.)
REPORT
there is less margin for error and many investors reported concerns that performance could fall across private capital funds in future. Fees remain a priority Similarly, while the performance of hedge funds as an asset class was much improved in 2017, performance and fees remain investors’ top priorities for the asset class. Looking ahead, the prospect of future interest rate rises and the unwinding of central bank stimulus policies pose new challenges for the alternatives industry, as the low-yield environment which has helped to encourage investment in alternative assets may begin to change. However, the institutional investors Preqin surveyed remain committed to alternatives as part of their portfolios, with the majority planning to maintain or increase their allocation over the longer term across all alternative asset classes. 43
Less margin for error In this report, we present the results of our survey of over 550 investors, carried out in December 2017, in which investors were asked for their views on the state of the industry and outlook for the future. As investors go into 2018, sentiment with respect to alternatives remains noticeably positive, with the majority of respondents reporting that their return expectations had been met or exceeded over the past year. Even hedge funds, which have faced negative sentiment in recent years from investors concerned about performance and high fees, saw a notable improvement in both returns and investor sentiment over the course of 2017. Nevertheless, investors have a number of concerns about alternative assets, particularly in relation to asset valuations and fund performance. With large amounts of dry powder now held by private capital fund managers and high multiples being paid for assets,
Hedge funds, which have faced negative sentiment in recent years, saw a notable improvement in both returns and sentiment
PRIVATE
The alternative assets industry has gone from strength to strength in recent years as institutional investors have allocated heavily to alternatives, driven by their search for diversiďŹ cation and improved returns in a low-yield environment. As investors become more sophisticated in their understanding of these investments, the industry continues to evolve and new challenges and opportunities emerge.
OPINION
La sfida dei dazi Trump sta traducendo in azioni concrete il programma America First Si attende una risposta dal Vecchio Continente, che però è diviso DI MARCELLO GUALTIERI / @marce_gualtieri
Donald Trump spinge con forza il suo progetto “America first”. Dopo l’approvazione di una riforma fiscale con chiaro sapore di dumping, ha già firmato l’applicazione di dazi unilaterali alle importazioni di acciaio (25%) e alluminio (10%). Il solo acciaio che la Ue esporta negli Usa è pari a 5 miliardi (l’Italia 700 milioni). Nel mirino sono già entrate le auto e tutto lascia prevedere una nuova stagione di protezionismi, da cui l’Italia ha tutto da perdere.
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Matassa intricata La questione è terribilmente complessa. Prendiamo il caso della Germania: esporta negli Usa acciaio e automobili, ma nel contempo produce negli Usa molte automobili che vende in Europa: applicando dazi europei sulle produzioni made in Usa, come ritorsione o come arma di pressione, la Germania verrebbe penalizzata due volte, e con la Germania a soffrirne sarebbe tutta la Ue. E così via. Le storia ci insegna che le guerre commerciali non hanno vincitori, ma creano solo danni per tutti, ma questo non sembra interessare Trump, che
procede con il suo progetto, giusto o sbagliato che sia.
di secondo livello, un perfetto sconosciuto per i cittadini europei.
Europa, batti un colpo Sul commercio internazionale l’Unione Europea ha la competenza esclusiva, e dovrebbe contrapporre al progetto “America first” una strategia politica, industriale e commerciale comune di cui però non si intravedono neanche gli accenni. Inoltre, manca alle istituzioni europee la legittimazione popolare di cui invece è forte il Presidente Usa: il confronto è Trump versus Juncker; ovvero un presidente di uno Stato federale, forte di una elezione diretta, con un popolo che si sente una nazione, versus un presidente senza uno Stato, scelto con una elezione
Le divergenze non aiutano Si intensificano inoltre i segnali di insofferenza trasversale tra i vari popoli europei nei confronti delle istituzioni Ue. Al gruppo dei Paesi del patto di Visegrad, (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia), si sono aggiunti, altri 8 Paesi del nord Europa (Olanda, Irlanda, Danimarca, Svezia, Finlandia, Estonia, Lituania e Lettonia) che non hanno voglia di condividere il peso di economie poco in regola con i conti, Italia in primis. Difficile dargli torto. Piuttosto che litigare come i polli di Renzo, come italiani dovremmo occuparci di questi problemi.
A sinistra: Jean-Claude Juncker. A destra: Donald Trump.
DINASTY
Geni del packaging I Rausing guidano Tetra Pak, multinazionale svedese degli imballaggi per alimenti Oggi al comando c’è la terza generazione, che punta tutto sui mercati emergenti DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
Questa è la storia di una dinastia familiare che, giunta alla terza generazione, ha rivoluzionato il modo di conservare e trasportare gli alimenti, garantendone lunga durata e protezione degli agenti esterni. Loro sono i Rausing e l’azienda è la Tetra Pak, multinazionale che è stata fondata in Svezia all’inizio degli anni ’50 il cui primo prodotto è stato un contenitore del latte di forma tetraedrica in cartoncino, inventato per sostituire le bottiglie di vetro del latte fresco. L’intuizione permise di ridurre gli spazi, i rischi di rottura e ottenne subito un successo che spinse l’azienda a ricercare soluzioni tecnologiche sempre nuove. Adesso vale quasi 12 miliardi di euro, ha 24mila dipendenti, serve più di 190 Paesi e fa parte, insieme a Sidel e DeLaval, del colosso Tetra Laval.
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Oltre un secolo di storia Tutto è cominciato con Ruben Andersson (in seguito Rausing), figlio dei piccoli imprenditori August Andersson e Mathilda Fredrika Svensson, nato nel 1895 a Raus, Helsingborg. Ruben ha studiato alla Stockholm School
Il gruppo attualmente vale quasi 12 miliardi di euro, ha 24mila dipendenti e serve più di 190 Paesi
DINASTY
nuovi impianti di imballaggio in Russia e in Cina, ne ha costruiti di nuovi in India e Pakistan. I nuovi impianti nel sub-continente indiano forniscono la crescente domanda in Medio Oriente. L’aumento del consumo di latte nei mercati emergenti ha particolarmente riguardato il latte Uht, facilitando il trasporto e la sicurezza alimentare, aspetto favorevole per Tetra Pak i cui pacchetti asettici rappresentano i due terzi delle vendite. Il prodotto più popolare è il Tetra Brik Aseptic, best-seller dagli anni ’70.
Presenza globale Tetra Pak opera a livello globale attraverso 40 società, filiali di Tetra Pak International SA. A causa del basso costo relativo dei suoi prodotti finiti, i mercati emergenti sono stati sin dall’inizio molto rilevanti per il gruppo. E lo stesso avviene oggi. L’aumento dei livelli di reddito di questi mercati ha permesso un consumo più elevato di alimenti ricchi di proteine come i latticini e Tetra Pak continua gli investimenti negli emergenti. Dopo aver investito quasi 500 milioni di euro in
Politica ecologista e controversie Negli ultimi anni la società ha progettato una forte campagna di responsabilità sociale d’impresa. Ha pubblicato una serie di obiettivi di sostenibilità, che includevano il mantenimento dei livelli di emissioni di Co2 allo stesso livello fino al 2020 e l’aumento del riciclaggio del 100%. Inoltre ha fatto sapere che aumenterà l’uso di carta certificata Forest Stewardship Council al 100% nel 2020. Ma non mancano le critiche dato che i cartoni Tetra Pak sono più difficili
Accuse di monopolio La società è stata occasionalmente oggetto di controversie, in particolare per quanto riguarda la sua posizione di quasi monopolio su alcuni mercati. La sua fusione con la società francese di produzione di PET Sidel nel 2001 ha attirato accuse anticoncorrenziali da parte della Commissione europea ma poi la Corte di giustizia europea si è pronunciata a favore di Tetra Laval. Nel 2004, Tetra Pak è stata accusata di usare il suo quasi monopolio in Cina, dove deteneva il 95% del mercato degli imballaggi in cartone asettico. E nello stesso anno, quando su Parmalat c’è stato il grande scandalo, culminato nell’arresto del proprietario Calisto Tanzi, Tetra Pak è stata accusata di aver effettuato pagamenti a Tanzi e alla sua famiglia e a una società delle Isole Cayman appartenenti a Parmalat. Tetra Pak ha riconosciuto di aver effettuato pagamenti a Parmalat ma ha dichiarato che erano stati effettuati come sconti per sovvenzionare operazioni di marketing, come da prassi. 47
of Economics and Business Administration e alla Columbia University. La Tetra Pak è stata creata nel 1951 come sussidiaria della Åkerlund & Rausing, azienda di cartoni alimentari e l’anno successivo viene lanciato il primo contenitore Tetra Classic e, più tardi, seguito nel 1963 dal Tetra Brik, un contenitore di forma rettangolare rivestito al suo interno con un materiale impenetrabile dalle sostanze in forma liquida. Poi tutto è andato in mano a Gad Rausing, uno dei due figli, e a cascata ai suoi tre figli: Finn, Jörn e Kirsten.
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Sopra a sinistra: Ruben Rausing con i suoi collaboratori.
da riciclare rispetto ai barattoli di latta e alle bottiglie di vetro. La difficoltà sta nel fatto che il processo richiede specifici impianti di riciclaggio che non sono facilmente accessibili e che, se non riciclati, finiscono nelle discariche. Tetra Pak ha dichiarato che sta lavorando a joint venture con i governi locali di tutto il mondo per aumentare il numero di impianti di riciclaggio.
BANK
Salute di ferro Il Private Banking Index chiude il 2017 a quota 115,05 punti Segno di un mercato nazionale che continua a crescere DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
Il mercato italiano del private banking gode di ottima salute. A sintetizzarne la situazione è il Private Banking Index lanciato nel 2015 dall’Osservatorio LIUC – Banca Generali con base quota 100. Nel 2016 il dato è cresciuto a 108,36 punti e nel 2017 a 115,05.
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Variabili in gioco L’attività di studio dell’Osservatorio ha da sempre posto l’accento sulla complessità dell’industria del private banking, caratterizzata da numerose variabili in grado di costituire determinanti fondamentali per comprenderne l’andamento. Lo studio ha portato a identificare tre componenti rilevanti per il settore: l’andamento del mercato, prendendo in considerazione per esempio le masse gestite, la clientela potenziale e i prodotti offerti; l’evoluzione del contesto socioeconomico di riferimento, ovvero del nostro Paese (considerando, ad esempio, lo stock di ricchezza delle famiglie italiane, l’andamento del prodotto interno lordo e l’evoluzione della concentrazione del reddito in ambito domestico); l’andamento dei mercati regolamentati
domestici (analizzato attraverso l’andamento del principale Indice di Borsa, nonché di alcuni cluster di imprese creati ad hoc dall’Osservatorio). Cresce l’offerta Con riferimento all’industria del private banking, il numero di potenziali clienti (misurato in famiglie “private”) permane sostanzialmente stabile, risultando dunque una variabile scarsamente influente, mentre un buon impatto sull’andamento dell’indicatore giunge dal numero di servizi offerti dai player attivi sul mercato. Questa evidenza appare coerente con la crescente rilevanza strategica attribuita ai servizi innovativi di consulenza e di supporto, nonché all’introduzione sul mercato di strumenti alternativi
di investimento. Notevole, infine, l’effetto prodotto dalla crescita del peso relativo degli investimenti alternativi sul totale degli investimenti e dall’evoluzione delle masse gestite (il comparto è ormai prossimo a gestire nel nostro Paese quasi 800 miliardi di euro). Un elemento contraddittorio è costituito, invece, dalle performance dei mercati regolamentati: il principale indice di Borsa, infatti, a fronte di un’annata eccellente, si riporta in linea ed, anzi, sovraperforma il valore del 2015 (anno zero dell’indicatore), offrendo un contributo positivo al Private Banking Index; al contrario, i cluster di imprese creati ad hoc dall’Osservatorio e relativi al settore del private banking e dei beni di lusso registrano una ripresa solo parziale.
Finnat punta sui paperoni Banca Finnat ha presentato il nuovo piano industriale al 2020 che, tra le altre cose, prevede un incremento delle masse da 15,7 miliardi del 2017 a 17,9 miliardi e una crescita della raccolta gestita attraverso l’inserimento di nuovi private banker (passeranno da 43 a 67) con seniority medio-alta. La società della famiglia Nattino punta anche sull’attività di consulenza corporate.
JOB & BANK
Rivoluzione privacy Al via il nuovo Regolamento europeo sul trattamento dei dati personali Sanzioni fino al 4% del fatturato per le aziende che non si adeguano DI CLAUDIO MORPURGO*
Parlare di privacy non è un mero slogan. Questa particolare materia - che è andata di pari passo con la sempre maggiore digitalizzazione - è in continua evoluzione e richiede adempimenti per il datore di lavoro sempre più pressanti.
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PRIVATE
Claudio Morpurgo
Regole condivise nell’Ue Basti pensare che il 25 maggio 2016 è entrato formalmente in vigore il nuovo Regolamento Europeo 2016/679 in materia di dati personali che andrà a uniformare nell’Unione Europea la legislazione sul diritto alla privacy e l’utilizzo dei dati personali, che fino a ora era parcellizzata dalle specifiche disposizioni degli Stati membri. Il regolamento dovrà essere applicato in tutto il territorio dell’Unione Europea entro il 25 maggio prossimo. Dovranno essere implementate numerose modifiche. Basti pensare che fino a oggi in Europa l’applicazione della legge sulla privacy è avvenuta in base al luogo in cui il titolare del trattamento ha il proprio stabilimento principale. Con la nuova normativa viene invece introdotto il principio dell’applicazione del diritto dell’Unione Europea anche
JOB & BANK
tuttavia il regolamento introduce alcune specifiche nuove. Nello specifico, l’informativa – che dovrà essere scritta - dovrà essere coincisa, ma facilmente intellegibile, nonché contenere informazioni in tema di identità e dati di contatto del titolare e/o del suo rappresentante, le finalità e la base giuridica del trattamento, gli eventuali destinatati dei dati, l’eventuale trasferimento in paesi extra Eea o organizzazione internazionale, il periodo di conservazione dei dati o il criterio utilizzato per determinare tale periodo e così via. Qualora il titolare decida, poi, di usare i dati personali per una finalità diversa da quella per cui sono stati raccolti, dovrà fornire all’interessato le informazioni in merito al nuovo trattamento. Arriva il professionista ad hoc Tornando alle novità, è prevista l’introduzione della figura del responsabile della protezione dei dati con compiti informativi, consulenziali e di cooperazione. In caso di inadempimento, scatta una sanzione amministrazione fino a 10 milioni di euro o fino al 2% del fatturato mondiale annuo dell’esercizio precedente.
Sarà possibile per lo stesso gruppo di società nominare un unico responsabile, a condizione che lo stesso sia facilmente raggiungibile da ciascuna società del gruppo. Questi potrà essere un dipendente del titolare del trattamento o un suo consulente esterno e dovrà riferire direttamente ai vertici della società titolare del trattamento, senza intermediazioni e con grande autonomia e indipendenza. Il regolamento prevede, ancora, una specifica normativa in caso di disciplina dei trasferimenti in paesi extra Eea e conferma il diritto al risarcimento per danni materiali e immateriali causati dalla violazione del regolamento. Le sanzioni potranno arrivare fino a 10 milioni di euro o – in alcuni casi specificatamente indicati - fino al 4% del fatturato mondiale totale annuo dell’esercizio precedente.
*Claudio Morpurgo guida Morpurgo e Associati, studio legale specializzato nella materia giuslavoristica, spesso impegnato nel settore del credito.
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Maggiori incombenze Inoltre cambieranno gli adempimenti e le responsabilità del titolare e del responsabile del trattamento sui quali graverà l’identificazione e la responsabilità su quali siano le migliori misure organizzative e tecniche da implementare per la protezione dei dati trattati. Lo stesso responsabile del trattamento dovrà essere designato dal titolare esclusivamente per iscritto (dettagliando la natura della prestazione) e, nel caso di cotitolari, sarà necessario determinare mediante un accordo le rispettive responsabilità in merito all’osservanza degli obblighi derivanti dal Regolamento. Mentre rimangano sostanzialmente invariati i principi da applicarsi ai trattamenti dei dati personali che, come nel vigente Codice Privacy, dovranno essere trattati in modo lecito, corretto e trasparente, nonché per finalità determinate, esplicite e legittime, aggiornati e pertinenti alle finalità per le quali sono stati raccolti. Un trattamento potrà, allora, dirsi lecito qualora l’interessato abbia espresso il consenso al trattamento o lo stesso sia necessario. Come ora, il titolare dovrà fornire all’interessato un’informativa;
Viene resa obbligatoria l’informativa ai dipendenti. Il documento dovrà essere conciso, ma facilmente intellegibile
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ai trattamenti di dati personali non svolti nella Ue, quando il trattamento è relativo all’offerta di beni o servizi a cittadini Ue o è tale da comportare il monitoraggio dei loro comportamenti.
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A caccia di occasioni Vertis investe sulle Pmi, con un focus particolare sul settore manifatturiero Dopo il Mezzogiorno, l’orizzonte si allarga all’intera Penisola DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
La napoletana Vertis, presente da 4 anni con propri uffici anche a Milano, è tra le poche società di private equity e venture capital con il cuore nel Mezzogiorno. Con un portafoglio molto diversificato, composto da 25 partecipate provenienti da settori che vanno dall’intelligenza artificiale ai video virali, dalle macchine per il packaging agli interni per aerei, la società guidata dall’amministratore delegato Amedeo Giurazza opera attraverso cinque fondi d’investimento mobiliari chiusi per un totale di 151 milioni di euro di capitale gestito. Mentre i primi due fondi di private equity e il primo di venture capital gestiti da Vertis operano esclusivamente in realtà localizzate nel Sud Italia, dal 2017 la società è attiva su tutto il territorio nazionale con il lancio di altri due fondi.
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Qual è il vostro approccio all’investimento? Assumiamo partecipazioni in progetti di ricerca, spin-off, startup e Pmi, coprendo l’intero ciclo di vita aziendale. Il private equity investe nelle imprese con prospettive
di crescita ambiziose basate su opportunità di mercato chiare e identificabili, puntando soprattutto sulla qualità degli imprenditori, mentre il venture capital affianca aziende e progetti basati su nuove tecnologie che rivoluzioneranno i mercati globali nei prossimi anni. La dimensione degli investimenti varia a seconda che si tratti di operazioni di private equity o di venture capital. Nel primo caso, si va da 3 a 10 milioni di euro, nel secondo da 1 a 4 milioni. Ovviamente questi importi possono aumentare coinvolgendo altri coinvestitori. Quali sono i criteri di selezione delle aziende? Il processo di investimento del fondo è suddiviso in tre fasi: primo screen, analisi approfondita e due diligence. I criteri variano a seconda della tipologia di deal. Nel private equity, dove le aziende hanno una storia alle spalle, assumono rilevanza i key financial, in particolare i parametri relativi alla marginalità e all’indebitamento. L’action plan, il mercato in cui opera la potenziale target e i manager vanno
a completare le principali aree oggetto di valutazione di un dossier. Nel venture capital, invece, dato lo stadio “early” delle aziende target, il piano di sviluppo prospettico, le capacità e la dedication del team, l’innovazione del servizio o del prodotto offerto sono gli aspetti fondamentali per la realizzazione di un potenziale investimento. Un cenno alle operazioni più recenti? Nel corso degli ultimi 18 mesi sono stati effettuati diversi follow-on sulle partecipate del fondo di venture capital, mentre con i fondi di private equity sono stati realizzati due deal, attraverso operazioni di leveraged buy-out, dove sono state acquisite la maggioranze di eccellenze del made in Italy, operative nell’industria del food e del packaging. In che modo riuscite a creare valore? Uno dei principali problemi delle medie imprese italiane è legato alla scarsa managerializzazione. Il nostro obiettivo, dopo l’ingresso nell’azienda, è di adeguare la governance inserendo figure
PRIVATE EQUITY
Assumiamo partecipazioni in progetti di ricerca, spin-off, startup e Pmi, coprendo l’intero ciclo di vita aziendale
professionali che affianchino il management in un percorso di sviluppo attraverso l’efficientamento dei processi aziendali e la definizione delle linee strategiche da perseguire. Il know-how acquisito negli anni dai componenti di Vertis e la rete professionale con i principali attori del mondo finanziario e industriale rappresenta un plus decisivo per lo sviluppo delle partecipate.
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Amedeo Giuraza
A livello di settori, quali ritenete essere i più promettenti in questo momento e perché? La nostra nazione ha sempre avuto un ruolo preponderante a livello globale nell’industria manifatturiera. Il passaggio all’Industria 4.0 è uno step fondamentale nella nostra crescita economica dato che rafforza la posizione dell’Italia tra i leader mondiali. Per noi l’Industria 4.0 rappresenta una grande opportunità e le imprese che sapranno innovare vedranno crescere il proprio ruolo nel mercato.
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Spazio alle nuove aziende
Attraverso operazioni di leveraged buy-out sono state acquisite le maggioranze di eccellenze del made in Italy, operative nell’industria del food e del packaging
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PRIVATE
Quali caratteristiche hanno le imprese più aperte all’ingresso di un fondo di private equity? Le società più disponibili ad avere un fondo come socio sono quelle che dispongono di un management con una mentalità più “aperta”, che si lasciano affiancare dai componenti del fondo o dalle persone di riferimento, condividendo le informazioni e il percorso da intraprendere negli anni successivi, al fine di accelerare la crescita e, di conseguenza, incrementare il valore
dell’azienda. Le più interessanti opportunità, a nostro avviso, potranno arrivare dalle imprese che hanno un fatturato compreso nella fascia 20-50 milioni di euro, operanti in settori innovativi e che investono continuamente in R&D e formazione del personale. Cosa attendersi dalla nuova interpretazione del carried interest come reddito da capitale? La recente indicazione del legislatore rende l’Italia sicuramente più
Nel secondo semestre del 2017 Vertis ha lanciato due nuovi fondi di venture capital, “Vertis Venture 2 Scaleup” e “Vertis Venture 3 Technology Transfer”, attualmente ancora in fase di fund raising. Il primo supporta le migliori imprese innovative italiane, che hanno superato la cosiddetta “death valley” e che necessitano di capitali per la crescita nei mercati internazionali, mentre il secondo è il primo, e attualmente unico, Fondo di trasferimento tecnologico nel quale ha investito la piattaforma ITAtech, iniziativa congiunta di Cassa Depositi e Prestiti e Fondo Europeo per gli Investimenti dedicata al finanziamento dei processi di trasferimento tecnologico, per valorizzare la proprietà intellettuale della ricerca pubblica e accademica italiane a partire dalla fase di proof of concept.
appetibile per i gestori esteri in merito al profilo fiscale. In particolare, in questo periodo storico, a seguito della Brexit, vengono incentivati i gestori presenti in Gran Bretagna, che hanno intenzione di mantenere il passaporto europeo per i propri fondi, a considerare il nostro Paese come eventuale nuova sede. I settori che potrebbero beneficiare maggiormente dell’apporto di capitali esteri sono quelli relativi all’Ict, consumer e beni e servizi industriali.
OPINION
Allenamento funzionale Migliorare le abilità per compiere azioni multiarticolari è fondamentale Occorre però evitare il fai-da-te e affidarsi a consulenti di riconosciuta professionalità DI ALESSANDRO SCALICI*
Mettere ordine nei movimenti Però mentre un atleta in genere impiega pochissimo tempo per adattarsi a un allenamento funzionale, facendo sue tecniche e schemi motori, la persona “normale” si muove in maniera più disordinata e scomposta. Un altro aspetto che spesso viene sottovalutato è l’individualità del soggetto che si sta allenando.
Ognuno di noi, nel corso della vita, si porta dietro traumi e/o atteggiamenti posturali che ci caratterizzano. Concludendo, valuto benissimo l’allenamento funzionale. Ma, dato che il mio approccio è sempre olistico e multi-fattoriale, vi invito a rivolgersi a professionisti in grado di seguirvi in maniera individuale e specifica almeno nelle prime fasi. Un piccolo investimento vi farà risparmiare tempo e traumi.
*Specializzato in personal training, gestisce la palestra Universo a Milano - www.universofitness.it
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Schemi complessi Per allenamento funzionale si intende l’attività incentrata sul miglioramento delle abilità che dobbiamo mettere in gioco per compiere azioni o gesti complessi e multiarticolari, vicini ai movimenti che teoricamente dobbiamo compiere nel quotidiano, come piegamenti, balzi, trazioni e spinte. Spesso utilizzando il proprio peso corporeo o piccoli attrezzi come palle più o meno pesanti, corde o bastoni. Rispetto ai tradizionali allenamenti specifici come l’allenamento con i pesi, incentrato sulla ripetizione di movimenti semplici e con r.o.m. (range of motion) limitato, o agli allenamenti per migliorare l’equilibrio, il functional training
comporta la realizzazione di schemi motori complessi. Quindi potrebbe essere un valido supporto nella preparazione atletica, nel raggiungimento del famoso wellness, come allenamento per giovani e non.
PRIVATE
Prima di cominciare un’analisi sulla bontà o meno del functional training è bene chiarire qualche aspetto. Spesso viene confuso con il cugino crossfit, marchio registrato di una tipologia di allenamento con regole e schemi. Entrambe le specialità sono incentrate su movimenti multiarticolari, ma il primo è, volendo utilizzare un linguaggio digitale, la versione open source.
OPINION
Wealth advisory tricolore Lo scenario favorevole dei mercati crea le condizioni per un’evoluzione della consulenza Non è più possibile limitare l’orizzonte ai soli investimenti di carattere finanziario DI SIMONA MAGGI* - VALERIA FERRERO**
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PRIVATE
Un’economia in ripresa è la migliore premessa perché il servizio di wealth advisory messo a punto negli anni dagli operatori di private banking attiri l’attenzione di un numero crescente di clienti. Il contesto macroeconomico migliora in tutti i Paesi europei e trasversalmente nei diversi settori industriali riportando il tasso di occupazione al livello precrisi del 2008. Anche l’Italia cresce a un buon ritmo nel 2017, anche se il Pil reale non recupera ancora i valori pre-crisi e vede aumentare il divario
rispetto alla Francia, Germania e Spagna. La crescita si conferma comunque solida e favorisce il mercato del lavoro portando un aumento del tasso di occupazione e una riduzione della disoccupazione. Meno risparmi Per quanto riguarda le condizioni economiche delle famiglie italiane, la formazione di risparmio è più bassa rispetto al passato ma la ricchezza ha visto aumentare il suo valore di 675 miliardi di euro da fine 2011
a settembre 2017, prevalentemente grazie alle performance positive degli investimenti finanziari effettuati. La bassa redditività delle obbligazioni, l’andamento positivo dei mercati e la crescente attenzione delle famiglie italiane verso la diversificazione e la gestione del rischio hanno reso i fondi comuni e le polizze le scelte privilegiate di investimento degli ultimi anni. Inoltre, il successo inaspettato dei Pir ha dimostrato l’apprezzamento da parte delle famiglie italiane
OPINION
Interesse degli internazionali A ulteriore conferma di un’economia in ripresa, l’Italia torna ad attrarre investitori industriali. L’anno scorso sono state firmate in Italia 255 acquisizioni da parte di investitori stranieri, più che raddoppiate in 4 anni, per un valore di 20 miliardi di euro e a prezzi considerevoli, se confrontati con quelli registrati nelle operazioni di m&a degli ultimi 10 anni. Dati che mostrano quindi un’Italia che ha recuperato l’interesse degli investitori finanziari e industriali del resto del mondo. Nuovo scenario competitivo Risulta evidente come mai l’attuale scenario economico finanziario dell’Italia offra le migliori condizioni possibili a un private banker che desideri affrontare con i suoi clienti il tema del futuro e offrire quindi un servizio di wealth advisory. Partendo dal fatto che l’obiettivo principale del private banking è aiutare a preservare e a fare crescere la ricchezza finanziaria privata dei clienti grazie a un’ampia gamma di servizi e prodotti in grado di soddisfare le giuste attese di rendimento, offrire un servizio aggiuntivo di wealth advisory significa prima di tutto convincere i clienti dell’utilità di fare assieme un passo oltre l’ottimizzazione del portafoglio finanziario e prendere in esame, guardando al futuro, l’intero
patrimonio nelle sue componenti immobiliari, reali e finanziarie. Parlare di futuro con il cliente private richiede coraggio e autorevolezza poiché comporta saper formulare consigli utili e saper identificare i rischi da evitare, per esempio in relazione a scelte d’investimento fatte in passato legate a interessi personali, a precauzioni che è necessario prendere per assecondare o indirizzare gli obiettivi di vita dei famigliari, a scelte importanti che non possono essere rimandate ulteriormente per la crescita o la cessione delle aziende di proprietà. La wealth advisory non può quindi essere fatta da un professionista isolato, tanto più che le famiglie italiane sono abituate a diversificare oltre agli investimenti anche le relazioni fiduciarie. Sebbene le survey sulle famiglie private mostrino come la capacità del referente dedicato di soddisfare pienamente le attese della clientela derivi prioritariamente dal suo livello di propositività, dalla disponibilità a dedicare tempo e a supportare le decisioni, dallo spiegare le implicazioni delle scelte effettuate valutando assieme, anche a posteriori, la coerenza con le esigenze di partenza, resta infatti innegabile l’abitudine tutta italiana di diversificare le relazioni fiduciarie attraverso scelte di multibancarizzazione o la ricerca di second opinion sulle offerte ricevute. *Direttore scientifico di Aipb **Presidente gruppo di lavoro Aipb
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dell’utilizzo della leva fiscale a favore di chi investe nel futuro dell’economia italiana. Questo successo, pari a una raccolta di 11 miliardi di euro nel 2017 e una previsione di ulteriori 60 nei prossimi quattro anni, ha favorito un salutare amento delle operazioni di quotazione delle Pmi italiane nel 2017, un trend positivo mai registrato prima che sta proseguendo nel 2018 con un numero crescente di aziende in lista per la quotazione all’Aim e una significativa attenzione
verso il provvedimento allo studio di credito d’imposta a favore della quotazione.
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L’Italia torna ad attrarre investitori industriali Lo scorso anno sono state firmate 255 acquisizioni da parte di operatori stranieri
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Si naviga a vista Finita la lunga fase rialzista dei mercati finanziari, si procede a strappi Opportunità di recupero per gli alternativi reduci da drawdown DI ROBERTO FALZONI /
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Volatilità in aumento, mercati azionari in fase di correzione, tassi in risalita, minaccia di guerre commerciali e rischi geopolitici consigliano prudenza per i nostri portafogli, ma le prospettive per i gestori alternativi restano buone. Chi resta fermo è perduto Dopo mesi di rialzi ininterrotti, con bassa volatilità e in risk off, il mese di febbraio ci ha riportato alla dura realtà del mercato, dove non ci si può mai addormentare sugli allori. Come in passato, pochi si sono salvati dalla correzione delle scorse settimane. Il mercato americano, che si era ripreso alla grande dal precedente calo, è ripiombato sui minimi della correzione di febbraio trascinandosi dietro tutti gli altri mercati che oltrettutto purtroppo non avevano che cominciato una timida ripresa. In particolare le borse europee e giapponesi, che soffrono per la forza relativa delle rispettive monete, sono crollate ai minimi dell’anno e a meno 15-20% dai massimi.
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PRIVATE
I nodi della geopolitica Il rialzo dei tassi d’interesse è continuato negli Usa, con il nuovo
A destra Jerome Powell durante la cerimonia di insediamento come nuovo presidente della Federal Reserve.
Il rialzo dei tassi d’interesse è continuato negli Usa, con il nuovo presidente della Fed che anche in futuro proseguirà sulla strada della normalizzazione
HEDGE
di Trump puntano su massicci investimenti e tagli di tasse, che a breve termine provocheranno deficit di bilancio importanti e quindi offerta supplementare di titoli di stato. Le tensioni mondiali a livello commerciale, con gli Usa pronti a tutto o quasi per raddrizzare la loro bilancia commerciale pesantemente negativa soprattutto verso la Cina, accusata non senza ragione di politiche di dumping, non aiutano certo il clima a livello internazionale. Non dimentichiamoci infine dei risultati elettorali in Italia e delle preoccupazioni di Bruxelles sulle possibili conseguenze per l’Unione europea di eventuali politiche economiche italiane di rottura. Concentrarsi sui fondamentali La situazione di fondo a livello economico resta però molto positiva: la ripresa economica
sincronizzata si rafforza e i conti aziendali continuano a migliorare. In questo panorama la nostra posizione rimane costruttiva e quindi approfitteremmo delle fasi di grosse correzioni o di draw down dei nostri manager preferiti per aumentare le posizioni. Infatti molti manager possono attraversare momenti di underperformance o di mercati che non si adattano alle loro strategie o stili di investimento, ma alla lunga la qualità paga. A livello di strategie preferiamo restare sui long short equity, sui market neutral, i global macro ed evitare i long short fixed income, così come gli emerging markets e i global balanced. Un’attenzione particolare ai gestori specializzati su valute e cta, strategie d’investimento che sono poco correlate alle altre, nonché ai mercati in generale.
FONDI ALTERNATIVI CON PERFORMANCE NEGATIVE DA INIZIO 2018, CON UN BUON POTENZIALE DI RECUPERO SECONDO L’ANALISI DI DENARIUS Tipo
Prodotto
2018 YTD*
BDL Rempart Europe C Mimosa Capital SICAV Azvalor International Natixis International Funds -Loomis Sayles Short Term Alken Fund - Absolute Return Europe Classe I H2O Multiequities R C Hadron Alpha Select Fund Euro
-1,89% -3,40% -1,30% -1,21% -8,23% -2,17%
Reddito fisso
Muzinich Short duration High Yield Fund Hedged Euro acc. H2O Multiemerging debt R Muzinich Long/short Credit Yield Fund Hedged Euro Acc. Nordea I - European High Yield Bond Fund BP Eur
-0,61% 0,45% -0,74% -0,96%
GM / CTA
Masayume Reflex - Classe I-
-8,63%
Fonte: Denarius - Conseils & Gestion SA
*al 26 marzo
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Azionari
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presidente della Fed che anche in futuro proseguirà sulla strada della normalizzazione. La progressiva riduzione del bilancio della Fed toglie dal mercato quello che per molti degli ultimi anni è stato il grande compratore di titoli pubblici americani. Questo in un momento in cui le politiche economiche
OPINION
La forma è sostanza Sentenza della Cassazione sui contratti tra banca e investitore Previste ricadute positive per le banche. Ma resta qualche punto aperto DI LUCA ZITIELLO*
I reali effetti sul contenzioso di questa decisione saranno importanti: sia su quello pendente sia su quello futuro
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La Corte di Cassazione, con l’attesissima sentenza n. 898 del 16 gennaio 2018, resa a Sezione Unite, è intervenuta sul tema del contratto tra banca e cliente per la prestazione dei servizi di investimento stabilendo che il requisito della forma scritta è rispettato con la sola sottoscrizione dell’investitore, non essendo necessaria la firma dell’intermediario
il cui consenso può essere dedotto da comportamenti concludenti, come l’esecuzione del contratto stesso. Fine della disputa trentennale In realtà la questione della forma del contratto per la prestazione dei servizi di investimento è molto
risalente nel tempo, essendo nata con la l. n. 1/1991, in cui si sanciva l’obbligo di forma scritta del contratto tra intermediari abilitati e clienti, senza però disciplinare le conseguenze della violazione dell’obbligo di forma così da alimentare dubbi interpretativi. Alcuni sostenevano la nullità assoluta del contratto riconoscendo la legittimazione attiva ad agire
OPINION
Conflittualità diffusa Il d.lgs. n. 415/1996, “cosiddetto Eurosim”, qualificò la nullità come relativa, restringendo al cliente la possibilità di esperire l’azione di nullità. Da allora, nonostante le successive riforme, come il Tuf e la Mifid, si è continuato a discutere su quali fossero gli effetti della mancata consegna al cliente da parte della banca della copia firmata del contratto. Per anni quindi i risparmiatori, nel caso di perdite sugli investimenti effettuati, hanno fatto causa alle banche e,
per attaccare le singole operazioni, hanno contestato la regolare conclusione del contratto quadro per difetto di forma, sostenendo che, dalla mancata sottoscrizione dello stesso da parte della banca, derivasse la nullità per difetto di forma e, con essa, l’obbligo di restituzione delle somme investite nelle operazioni oggetto di contenzioso. Un pronunciamento che fa scuola L’intervento della Corte di Cassazione a Sezioni Unite riconosce che, per la validità del contratto, è sufficiente la sola sottoscrizione del contratto da parte dell’investitore, stabilendo il principio del cosiddetto “contratto monofirma”. Gli effetti sul contenzioso di questa decisione saranno molto importanti: sia su quello pendente, se si considera che i giudici di primo grado, di appello e le sezioni della Cassazione, aderendo a questo indirizzo, dovrebbero riconoscere la validità dei contratti
Restano punti aperti Bisogna in ogni caso osservare che la Suprema Corte, nel principio di diritto espresso in sentenza e nella parte motiva, prevede che il rispetto della forma scritta è realizzato con la sottoscrizione del contratto da parte dell’investitore e con la consegna di una copia o di un esemplare del contratto all’investitore in modo da realizzare appieno la funzione informativa del contratto stesso. È da augurarsi che il rispetto dell’obbligo di consegna e le modalità di prova dello stesso in giudizio non offrano ulteriori spunti di discussione e di incertezza in modo da non trasformare questa vicenda in una never ending story.
*Luca Zitiello, fondatore dello studio legale Zitiello Associati, è autore di libri e di numerose pubblicazioni in tema di intermediazione finanziaria.
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a chiunque ne avesse interesse, altri propendevano per la nullità relativa riservando al solo cliente la possibilità di azione in giudizio, altri ancora consideravano la mancata consegna al cliente della copia firmata del contratto da parte della banca come una violazione di regole di comportamento con la sola conseguenza del risarcimento del danno.
PRIVATE
Luca Zitiello
quadro respingendo gli addebiti dei risparmiatori, sia su quello futuro, che dovrebbe scemare dal punto di vista quantitativo. Viene infatti meno un’arma micidiale, come l’azione di nullità, così che gli avvocati dei risparmiatori, in alternativa, dovranno attaccare le singole operazioni sostenendo il mancato rispetto delle regole di condotta e chiedendo il risarcimento del danno, peraltro con il rito ordinario invece di quello sommario, sicuramente più veloce.
LIFESTYLE COVER
VALENTINO E LA PACE Per la prima volta, Bruxelles ha scelto di premiare la moda italiana Il peace dress dello stilista per la Guerra del Golfo è stato dichiarato simbolo DI MARTA CITACOV / @7Martix HA COLLABORATO ROSAMARIA CONIGLIO
SOPRA, IL PEACE DRESS DISEGNATO DA VALENTINO DURANTE LA GUERRA DEL GOLFO, NEL 1991. A SINISTRA, LO STILISTA.
messaggio universale di speranza. Disegnato nel 1991, il vestito è valso allo stilista il premio “Man of fashion and Peace”. Sono passati 27 anni, a dimostrazione del fatto che la moda non sempre è effimera. 63
Questa volta il pretesto è eticosociale e il premio arriva dal Parlamento Ue: l’abito icona di Valentino Garavani che invoca la pace in 14 lingue diverse è stato identificato come simbolo ufficiale,
PRIVATE
Un riconoscimento fuori dall’ordinario per uno degli dei dell’Olimpo nell’ambito dell’alta moda, quella che ha sempre attirato l’attenzione con abiti da favola o provocazioni anticonformiste.
FASHION
GENTLEMAN D’OGGI Rubinacci porta la tradizione sartoriale della celebre famiglia partenopea nel futuro Fra dandy d’antan e trendy d’avanguardia, è simbolo del bespoke contemporaneo
Napoletanità A sinistra, Luca Rubinacci fuori dalla sua boutique. Sopra, il libro dedicato a suo nonno. In basso a sinistra, un’etichetta personalizzata. A destra, il golfo di Napoli.
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Erede della tradizione della sartoria napoletana inaugurata da suo nonno Gennaro, Luca Rubinacci, 37 anni, è il direttore creativo della Sartoria Rubinacci. Elegantissimo, mescola sapientemente elementi classici sartoriali a tendenze avant-garde.
La scelta dei tessuti, i colori sgargianti, i dettagli sempre curatissimi anche nella collezione ready-to-wear hanno permesso ai suoi abiti di conquistare un pubblico che va oltre gli affezionati dello stile canonico. Giovani neodandy che fanno del vestire maschile
un vezzo verosimile e godibile ogni giorno. Con il padre Mariano, Luca gestisce con entusiasmo la fusione fra la tradizione sartoriale pura e la necessità di modernità. L’esempio più eclatante? Lo smoking “Pigiama” (marianorubinacci.net).
LIFESTYLE FASHION
ESTROVERSO E ORIGINALE Alcuni scatti che ritraggono Luca Rubinacci con indosso i suoi abiti. Uno stile che trascende il classico, virandolo su un più moderno e attuale concetto di eleganza. Fra tessuti vintage, fodere colorate, pochette e cravatte sgargianti e cappelli. L’abito, anche a tre pezzi, svecchiato e inserito nell’oggi. Tanto da conquistare un pubblico di giovanissimi dandy metropolitani, dai 18 anni in su.
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Luca Rubinacci ritratto con il padre Mariano, erede della Sartoria Rubinacci fondata da Gennaro a Napoli. Come direttore creativo del brand, Luca è riuscito a rendere l’abito sartoriale attraente e fruibile anche per un pubblico giovane di gentiluomini eleganti.
MOTORS
MUSTANG BULLITT Un’edizione limitata della più mitica delle Ford arriva in Europa La “hero car” presentata al Salone di Ginevra celebra i 50 anni dell’originale
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PRIVATE
Sono passati cinquant’anni da quando sul grande schermo arrivò uno degli inseguimenti indimenticabili della storia del cinema: quasi dieci minuti in cui Steve McQueen, al volante di una
fastback Mustang GT, si lanciava alla caccia di due sicari per le strade di San Francisco. La pellicola era Bullitt, 1968. Per festeggiare l’anniversario, Ford ha messo sul mercato (in edizione limitata)
una Bullitt che diventa “hero car” contemporanea. Presentata dal figlio di Steve Chad, e dai nipoti Chase e Madison, è già entrata nel mito. Con il suo motore potente e la sua linea aggressiva (ford.com).
LIFESTYLE MOTORS 67
PRIVATE
Motore V8 5.0, 464 CV, 529 Nm di coppia. Quadro strumenti Lcd da 12”, sedili Recaro in pelle, volante riscaldato in pelle, sistema audio premium B&O Play da 1.000 watt. Due tonalità, la Shadow Black eDark Highlands. La prima Mustang Bullitt è stata batuta all’asta per 300 mila dollari.
E-LIVING
E-BIKE DEL PRESENTE Dopo il successo della limited edition, MotoMorini lancia 4 nuovi modelli Innovazione del made in Italy per le due ruote, già disponibile online
CITY Grigio piombo, pneumatici da 28”, portapacchi e borse in pelle.
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La gamma di e-bike lanciata da MotoMorini con un’edizione limitata si arricchisce di 4 nuovi modelli: City, Gravel, Sport e Urban. Quelli con pedalata assistita by MotoMorini, assemblati a mano
in Italia utilizzando tecnologie garantite da brevetti italiani, sono un’eccellenza di innovazione e stile insieme. Il motore “all in one” nascosto nel mozzo, firmato Vittoria con tecnologia Zeus, batterie agli
ioni di litio e il telaio antifurto in alluminio con il rivoluzionario Frame Block: sono solo alcune delle caratteristiche vincenti della gamma. In vendita anche online: motomorini.eu/ebike.
LIFESTYLE E-LIVING
SPORT E URBAN Sopra e in basso a destra, la versione Urban del modello Sport, il piĂš aggressivo, con ruote stile mountain bike, senza parafanghi. La Urban ha lo stesso telaio, ma si distingue per le manopole e la sella rosse.
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GRAVEL A sinistra, coerente con lo stile della City, il modello Gravel monta un manubrio piĂš sportivo.
DESIGN
SALONE DI BELLEZZA Dal 17 al 22 aprile Milano sarà al centro del design mondiale Le scelte di PRIVATE tra gli eventi della fiera più interessante del settore
STARLIGHT - HENGE Luce e stella, lampada e opera d’arte: in fusione di bronzo effetto anticato, formata da bracci sagomati a “Y” disposti su due livelli, anche nella versione chandelier (henge07.com)
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PRIMA VOLTA L’edizione numero 57 della manifestazione sancisce anche l’avvento de Il Manifesto: una dichiarazione d’intenti che delinea le nuove prospettive sul futuro del design.
Duemila espositori e un flusso di oltre 300mila visitatori sono i numeri che descrivono la portata dell’evento che, ormai, rappresenta in assoluto la data più importante nel calendario milanese. Il Salone del Mobile, presentato dal Sindaco Giuseppe Sala con Claudio Luti, presidente dell’evento, e ospiti eccellenti come il designer Fabio
Novembre, quest’anno ha varato il suo Manifesto. Un documento programmatico che sancisce la forza degli intenti di una fiera che è ben di più, un appuntamento internazionale che punta il focus sul meglio del mondo, tra gli spazi espositivi di Rho e le infinite location del Fuorisalone in ogni angolo della città (salonemilano.it).
LIFESTYLE DESIGN
LOUIS VUITTON “Objets Nomades”, il viaggio di nomadi contemporanei. 13 designer internazionali per una collezione in edizione limitata. A destra, del duo di creativi Yael Mer e Shay Alkalay, mensole in alluminio e frassino (legno usato per i bauli Vuitton) che richiamano gli origami. A sinistra, Fernando & Humberto Campana con il loro “Cocoon”, baccello traforato sospeso da un gancio in ottone giapponese (eu.louisvuitton.com).
TORSION TABLE - MARIO BELLINI - NATUZZI Dal vincitore di 8 Compassi d’Oro, Mario Bellini, un imponente tavolo rotondo, con piano in vetro extrachiaro da due metri di diametro. A sostegno un intreccio di sei petali di massello d’ulivo (natuzzi.it).
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MARTINELLI LUCE, 50 ANNI DI COBRA Disegnata nel 1968 da Elio Martinelli, fondatore dell’azienda, la lampada Cobra compie 50 anni ed Emiliana Martinelli ha voluto festeggiare chiedendo a 23 designer di fama interanzionale di disegnarne una texture. Le interpretazioni verranno esposte alla Triennale durate il Salone del Mobile, nel contesto di una mostra retrospettiva su Elio Martinelli, uno dei personaggi che hanno fatto la storia degli oggetti di luce italiani. Cobra, la lampada di molti film, dimostra la propria immarcescibile attualità e una versatilità che non la fa invecchiare mai. Gli autori, dall'alto a sinistra: Donia Maaoui, Alessandro Guerriero, Studio Lucchi e Biserni. Sotto, da sinistra: Karim Rashid, Paolo Orlandini e la stessa Emiliana con la texture Scorpius, in omaggio al segno zodiacale di suo padre. martinelliluce.it
DESIGN
VISIONNAIRE 2018 Il “Respiro” è il fil rouge che caratteriza le collezioni di quest’anno Ricerca di equilibrio tra materia e forma, tra passato e contemporaneo
AURORA, STEVE LEUNG Consolle con tre cassetti in legno rivestita in lamiera di acciaio inox satinato. Marmo con intarsi, gambe in fusione di alluminio.
“Lo spazio è il respiro dell’arte” (Frank Loyd Wright). Sinonimo di rinnovamento e trasformazione, il “Respiro” è il fil rouge di Visionnaire per il 2018. Ricerca di equilibrio tra materia e forma, tra passato e contemporaneità. Sopra, a sinistra, “One to One Plus” di
Armando Bruno, collezione di specchi; a destra, “Taylor Dual” di Giuseppe Viganò, divano componibile. Accanto a destra, “Kobol” di Alessandro La Spada, consolle lavabo doppio in acciaio satinato, marmo, legno scanalato. visionnaire-home.com
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ETHAN CHANDELIER Parte della collezione Lightings, un lampadario dalle forme anni Settanta in cristallo e metallo dorato.
HYPERION RUG, A. LA SPADA Alessandro La Spada firma il tappeto taftato a mano in bamboo silk e lana neozelandese. Placca ovale con incisione logo Visionnaire.
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TREND
CASUAL SU MISURA Dalla Maison d’eccellenza delle calzature, un focus sul viaggio con pochi pezzi Un omaggio “active” all’eleganza, che si plasma sulle diverse funzioni d’uso
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Si chiama B-Way la linea di accessori in nylon "Scritto" con dettagli in pelle “Venezia” firmata Berluti: la giacca all season per piogge inattese, la borsa Evasion, la sneaker Fast Track sono tre esempi che dimostrano il carattere sportivo di questi complementi. Il lusso si plasma dunque sulle necessità quotidiane, per consentire agli appassionati di
FAST TRACK Comfort ispirato allo stile alpino degli stivali Brunico e Greta Garbo per la sneaker sportiva che unisce il nylon alla pelle Venezia o Glazed Calf. Soletta removibile in memory foam e protezione imbottita del tallone in nylon Scritto.
materiali eccellenti anche la versatilità “travel”. Non a caso, tra i sette accessori figurano anche il beauty case e lo zaino da viaggio, oltre all'unico pezzo che francamente non avremmo voluto vedere a firma della Maison: un marsupio! Ma, si sa, le nuove generazioni a volte indulgono in errori di stile che pensavamo di aver archiviato definitivamente...
GOURMET
SVIZZERA STELLATA Al via la dodicesima edizione del festival elvetico di alta gastronomia Quest’anno un assaggio delle tradizioni culinarie d’oltreoceano
CHEF CELEBRI A sinistra, il tristellato Norbert Niederkofler. Accanto,Rico Zandonella (2 stelle) con un suo piatto. In basso, l’indiano Anand Gaggan e una sua proposta.
LOCATION DA SOGNO Sopra, Fiore di Pietra, in cima al Monte Generoso. Sotto, da sinistra: Villa Principe Leopoldo e il ristorante Ciani Lugano.
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Dieci grandi stelle della cucina internazionale per dieci prestigiose location del Canton Ticino, accompagnati da eccellenti etichette vinicole locali. India, Giappone, Maldive, Francia, Spagna, Slovenia, Germania, Italia e, naturalmente,
Svizzera, nel festival “San Pellegrino Sapori Ticino”che da aprile a giugno vedrà chef di fama aprire le loro cloche nei ristoranti più celebri del territorio, nascosti tra luoghi suggestivi di questo paese, sede inattesa degli appuntamenti. (R.C.)
OPINION
Red power La rapa rossa o barbabietola è ricca tra gli altri di vitamina C e carotenoidi Contorno ideale per il basso contenuto calorico e la spinta energetica DI ROBERTO CANNATARO /
roberto-cannataro-rd-79a70938
È sempre più frequente leggere o ascoltare analisi sull’efficacia della dieta mediterranea, ma spesso si considerano prodotti o alimenti che non hanno molto di Mediterraneo: basti pensare al pomodoro, che senza mettere in dubbio le qualità nutrizionali, ha avuto origine in America ed è stato introdotto in Europa dopo i viaggi di Colombo.
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Benefici nutrizionali Mi piace invece sottolineare i benefici nutrizionali di un alimento presente sin dall’antichità nel Mediterraneo, un ortaggio spesso trascurato come la rapa rossa o barbabietola. Un alimento noto soprattutto per la sua capacità di fornire zucchero. Il suo tubero è di un rosso intenso e questo dovrebbe dire già tantissimo. Si potrebbe
parlare di un vero super food, molto di più di altri tanto pubblicizzati. Non a caso era utilizzata sia nell’antica Grecia che a Roma, non solo come alimento, ma come farmaco vero e proprio. Farmaco naturale È ricca infatti di vitamina C e carotenoidi (ottimi antiossidanti), contiene ferro e anche quasi 200mg di potassio. In più, il colore rosso intenso assicura la presenza di polifenoli (in particolare la bataina), il che aumenta enormemente il potere antiossidante, dunque con affetto anti aging, prevenzione dei tumori e gestione dello stress. Tutto qui? No, anche se già questo, aggiunto al fatto che pur essendo un tubero non ha un elevato contenuto calorico (la metà
delle patate ad esempio), sarebbe sufficiente. C’è un asso nella manica: la presenza di nitrati, sostanze che, in presenza anche di vitamina C e altri antiossidanti (abbiamo visto quanto la rapa ne sia ricca), sono fonte di ossido nitrico, definita da molti la molecola della vita. Infatti ha effetto benefico sull’ossigenazione e sull’azione dei globuli rossi, rigenerando i tessuti specie in seguito a infortuni. Dunque il consiglio è di consumare la rapa rossa cotta o cruda, magari come contorno al posto delle patate oppure aggiungerla nei centrifugati o estratti in modo da dare un boost fisico o mentale. Piccola curiosità: dagli studi sulla rapa rossa è nato il sildenafil, molecola attiva del Viagra.
TOP LIFE
Profumo di mare I posti per chi vuole godersi un bagno all’interno di scenari incantevoli Quattro mete tra le più suggestive che si possono trovare in Italia DI SARA MORTARINI
SPIAGGE
ISOLE E NON SOLO Archiviata l’ondata di gelo che ha attraversato l’Italia da Nord a Sud, la voglia d’estate torna a farsi sentire: in effetti è tempo di pensare alle vacanze in arrivo tra qualche mese. Per farvi sognare a occhi aperti, proponiamo di seguito una classifica – presa in prestito dal portale Tripadvisor – delle spiagge più belle per l’estate 2018. Senza la pretesa di essere esaustivi, e limitando l’analisi alla nostra Penisola, ecco allora una carrellata di luoghi dove potrete trovare sole, sabbia bianca e acque cristalline a volontà. Una nota di metodo: la classifica è stata stilata da TripAdvisor sulla base della qualità e della quantità di recensioni e del punteggio attribuito dai viaggiatori alle spiagge negli ultimi 12 mesi.
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SPIAGGIA LA PELOSA, STINTINO (SARDEGNA)
SPIAGGIA DEI CONIGLI, LAMPEDUSA (SICILIA)
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CALA GOLORITZE, BAUNEI (SARDEGNA)
SPIAGGIA ‘A LINGUATA, TROPEA (CALABRIA)
TOP LIFE Chelsea Handler
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CHELSEA HANDLER VENDE CASA
JESSICA BIEL E JUSTIN TIMBERLAKE TRASLOCANO A SOHO Gli attori Jessica Biel e Justin Timberlake hanno deciso di vendere la loro casa di Soho dopo averne comprata una più grande a poca distanza. Il prezzo richiesto dalla coppia per la proprietà, acquistata dal 37enne Timberlake nel 2010 per 6,5 milioni di dollari, è di 7,9 milioni di dollari. La casa ha una superficie di circa 240 metri quadri, con un balcone che le corre intorno, tre camere da letto e tre bagni, soffitti alti e un camino. Parte del complesso di Soho Mews, è dotata di portineria 24 ore su 24, giardino comune e centro fitness. Biel e Timberlake si sono spostati in una nuova casa (pagata circa 20 milioni di dollari) situata in un comdominio di lusso costruito in una ex fabbrica, che ospita numerose altre celebrity tra cui Jennifer Lawrence, Blake Lively e Meg Ryan.
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In alto da sinistra: Justin Timberlake e Jessica Biel. Nel riquadro un’immagine del quartiere Soho a New York.
Chelsea Handler, conduttrice tv, ma anche comica, attrice e scrittrice, ha messo in vendita la sua casa di Bel Air per 11,5 milioni di dollari. La villa si estende su un terreno di oltre 600 metri quadrati, dove trova spazio un grande parco con tavoli da ping pong, piscina, cucina all’aperto e un forno a legna. All’interno, la casa è dotata di sei camere da letto (una delle quali comprende un’area fitness), sei bagni, una grande sala da pranzo con camino, una cucina con isola e una cabina armadio. La distribuzione attuale degli spazi è frutto di una profonda ristrutturazione voluta da Handler quando ha comprato la casa nel 2010 (al momento dell’acquisto l’aveva pagata 5,9 milioni di dollari).
BRAINPOWER
Ricchi e infelici Accumulare troppo denaro può far male alle nostre esistenze Uno studio individua il giusto equilibrio per star bene DI ANAÏS BORRI
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PRIVATE
Il denaro fa davvero la felicità? La risposta è chiara: si, ma solo se è speso per avere più tempo libero da dedicare ad attività che ci appassionano oppure per sostenere una persona o una causa che ci sta a cuore. Un nuovo studio condotto dal Dipartimento di Scienze Psicologiche della Purdue University (Usa) racconta qualcosa in più: superata una certa soglia, essere troppo ricchi pare diminuire la felicità. Lo studio pubblicato su Nature Human Behaviour individua la soglia critica: nella media, il reddito ideale per essere contenti è di 95mila dollari all’anno (circa 80mila euro). Per stare sereni, sembrerebbe che bastino anche solo
IL REDDITO IDEALE PER ESSERE CONTENTI È DI
95.000 DOLLARI ALL’ANNO tra 48mila e 60mila euro all’anno. Ovviamente, queste aspettative cambiano in base al Paese: il reddito ideale più alto è atteso in Australia e in Nuova Zelanda, mentre quello più basso in America Latina e nei Caraibi. Per definire i massimali i ricercatori si sono serviti dei dati raccolti dalla società di consulenza Gallup World, che ha mappato oltre 1,7 milioni di persone dai 15 anni in su in 164 Paesi. Lo studio
ha anche provato a spiegare perché quando si supera la soglia, si è meno contenti. I soldi rendono felici se soddisfano necessità primarie, come avere una casa e fare fronte alle spese. Raggiunte queste, il rischio è di entrare in una spirale di bisogni indotti e superflui che non favoriscono la serenità. Si vuole avere sempre di più, sempre meglio, e aumenta lo stress legato al mantenimento di uno stile di vita lussuoso o di una posizione nella classe sociale. Per chi è “troppo ricco”, la soluzione sarebbe di dare in beneficenza i ricavi superiori alla soglia, un atto scientificamente provato come salutare per il benessere mentale.
FINTECH
Robot revolution Chatbots, machine learning and blockchain have a disrupting impact Traditional players are called to innovate in order to surrender DI DENNIS GADA*
( Abbiamo lasciato il tes to in ingles e p er co gliere le s f uma ture d el co ntenuto n. d . r. )
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PRIVATE
Fintech is the buzzword within the banking industry. It refers to the use of technology across all financial services functions. For instance, the simple task of replacing paper-based processes with software and applications is an example of fintech at work. Previously, fintech was mainly used for back-office functions by leveraging software to help bank personnel handle accounts, execute transactions, manage customer databases,
etc. Today, however, fintech has transformed how banks operate. Drivers of the fintech power Mobility has had a big role to play in the fintech revolution. The penetration of smartphones provided consumers with an easier way to interact with banks and gain real-time views into their bank accounts. Inevitably, as mobile apps grew in sophistication, so did customer demand for
intuitive banking services. Today, digital transformation within banks coupled with mobility has transformed the very nature of banking. Customers no longer have to contend with long queues and wait times to deposit money, conduct trades or even request a check book. Chatbots are bits of software that use natural language processing and machine learning to continuously learn from human interactions.
FINTECH
In the EU alone, nearly 9.100 bank branches were shut down by the end of 2016, owing to higher adoption of electronic payments learning-driven statistical modeling and process automation can transform AML operations by infusing new efficiencies. Biometrics for stronger security As banking shifts from being a branch-specific activity to one that permeates all digital channels (mobile, social and online), the importance of having several brickand-mortar bank offices decreases. In fact, studies show that the adoption of omni-channel banking is driving several banks to reduce the number and size of their branch offices. In the European Union alone, nearly 9100 bank branches were shut down by the end of 2016 owing to higher adoption of electronic payments and online/mobile banking. There is a lot of interest in finding ways
*Regional head for financial services at Infosys, articolo tratto da Finextra.com
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Software for customer service Identifying fraudulent transactions is the main goal of anti-money laundering departments. For most banks, this involves a combination of software and people. Security software generates alerts on the possibility of a fraudulent transaction or a virus attack. Then, it is up to human investigators to determine whether the transaction or attack is a false positive or a real threat. With the increasing sophistication of attacks, this timeconsuming process can cost banks millions of dollars, loss of data and customer confidence, and negative brand reputation. According to McKinsey, the adoption of data aggregation platforms, machine
Dennis Gada
to use biometrics such as vocal patterns, irises, thumbprints, facial recognition, to add an extra layer of authentication for transactions. Cryptocurrencies are taking the banking world by storm by providing users with faster and cheaper ways to transact. The distributed ledger system of blockchain leverages stringent controls enabling smart contracts and auditable data. According to NASDAQ, the most notable application of blockchain will be in how it transforms payments for banks as well as customers by reducing the cost and time taken to transfer money. Additionally, by building inherent trust, blockchain provides the perfect trading platform for securities exchanges. Mobility, smartphones and online payment apps coupled with the demand for secure and personalised banking experiences are giving new impetus to the adoption of financial technology within the financial services industry. Retail banks are being upstaged by new fintech players that offer customers all of this and more, making it imperative for traditional banks to make strategic investments in innovative technologies. This will help them upgrade their operations and deliver seamless services for higher customer retention.
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This is becoming a popular tool for banks to streamline customer-facing interactions such as handling queries or directing customers to relevant departments. For instance, one of Japan’s leading banks is rolling out a chatbot that will help customers find relevant information on their website. Some chatbots can even provide investment advice such as Erica, the Bank of America’s chatbot. Robots, such as the one used by UBS, scan customer emails for trading instructions and execute these autonomously, reducing the time taken from 45 minutes to two minutes. The use of these chatbots not only improves customer satisfaction and reduces costs but also frees agents in call centres to focus on value addition.
ART
Tesori del Novecento Palazzo Bartolini Salimbeni accoglie la collezione di Casamonti Una ricca carrellata di opere d’eccellenza del periodo contemporaneo
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DI ALESSIA ZORLONI
ART Alberto Savinio, Les Prisonniers, IIème version (1931) olio su tela.
Da Sironi a Kapoor Collezionista sin da giovane, Casamonti ha cominciato a mettere assieme la sua collezione promuovendo prima l’arte del Novecento per arrivare poi a scoprire, tra i primi, artisti quali Lucio Fontana e Alighiero Boetti. “Ho investito in Fontana e Boetti quando ancora in pochi ci credevano”, racconta il gallerista, “per questo ho sempre inaugurato le mie gallerie con mostre di Fontana, rendendo omaggio a un artista in
cui ho sempre creduto, premiato oggi dalla critica e dal mercato dell’arte”. La collezione di opere d’arte, italiane e straniere, si articola in due grandi nuclei tematici: il primo considera opere di artisti agli esordi del Novecento sino ai primi anni Sessanta. Il secondo parte dagli anni Sessanta e arriva fino ai giorni nostri con autori come Tony Cragg e Anish Kapoor. Il primo nucleo sarà esposto dal 24 marzo 2018 sino alla primavera del ’19, dove saranno visibili, tra le altre, le opere di Sironi, Severini, Marini, Morandi, de Chirico, Picasso, Klee, Chagall, Ernst, Kandinsky, Burri, Klein e Fontana. I dipinti e le sculture esposte sono il frutto di anni di ricerche che attraversano tutto il ventesimo secolo. “Ci sono quadri importanti, ma anche opere che hanno un valore affettivo, come il ritratto che Rosai fece a mio padre nel 1952 quando io avevo solo 12 anni”. La gestione Per gestire e animare questo spazio culturale è stata costituita l’Associazione per l’Arte e la Cultura, denominata “Collezione 87
Lo spazio espositivo L’antica dimora, capolavoro architettonico rinascimentale a opera di Baccio d’Agnolo, accoglierà un’ampia selezione di opere, non destinate alla vendita, della collezione personale di Roberto Casamonti, titolare della celebre galleria Tornabuoni Arte. La collezione nasce da anni di ricerche e testimonia la lunga attività del gallerista nel mondo dell’arte. Lo storico edificio si affaccia sulla via Tornabuoni, in una location di eccezione, tra il Museo Ferragamo e Palazzo Strozzi. “Quando ho visto questo spazio mi sono innamorato” ci spiega il gallerista, “è stato un segno del destino perché la mia prima galleria l’ho aperta proprio lì a 50 metri”.
La mostra, in corso fino alla prossima primavera, è frutto di anni di ricerca da parte del noto gallerista
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Dal 24 marzo Firenze ha un nuovo luogo dedicato all’arte moderna e contemporanea in uno spazio collocato al Piano Nobile di Palazzo Bartolini Salimbeni.
ART
Sopra: Le Corbusier, Taureau (1960), collage e inchiostro di china su carta. In alto a destra la facciata del palazzo Bartolini Salimbeni e sotto Roberto Casamonti.
Mercato in crescita
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Secondo l’Art Basel and UBS Global Art Market Report, nel corso del 2017 il mercato mondiale dell’arte è cresciuto del 12%, raggiungendo una cifra stimata di 63,7 miliardi di dollari. Si è quindi prodotta un’inversione di tendenza dopo due anni di declino. La Cina supera di poco il Regno Unito come secondo il mercato. Gli Stati Uniti rimangono leader e tornano a crescere con un balzo delle vendite su base annua del 16%.
Roberto Casamonti” con l’obiettivo di organizzare mostre ed eventi multidisciplinari finalizzati a valorizzare l’arte moderna e contemporanea. “La nascita dell’Associazione sancisce il punto di arrivo di una tradizione di famiglia”, spiega Casamonti, che ha ereditato la passione per l’arte dal padre, collezionista di arte italiana del Novecento. Lo spazio è diretto da Sonia Zampini, storica dell’arte e da anni collaboratrice della galleria Tornabuoni Arte, e avrà come curatore scientifico Bruno Corà. La collezione, si appresta a qualificarsi come una delle maggiori raccolte d’arte moderna e contemporanea aperte al pubblico esistenti in Italia.
ART
Guida agli acquisti Le indicazioni dell’esperto per investire in opere pittoriche o sculture Nel mercato italiano è in atto un processo di polarizzazione DI GIACOMO NICOLELLA MASCHIETTI
Le grandi case d’asta internazionali sono focalizzate sulla fascia alta Restano spazi nelle nicchie
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In questa pagina: Jan Vermeer, La lattaia, Rijksmuseum, Amsterdam. Nella pagina a lato Fabio Massimo Bertolo.
Mergers and acquisitions anche nel mondo dell’arte, chi l’avrebbe mai detto. Giusto pochi mesi fa Finarte ha deciso di acquistare la piccola, ma profittevole Minerva Auctions (4,9 milioni nel semestre con +12% sull’anno precedente), e la progressiva fusione in atto tra le due case d’asta è un segnale chiaro della futura vocazione internazionale del nuovo gruppo. L’amministratore delegato della società è Fabio Massimo Bertolo (che ricopre il medesimo ruolo in Finarte). Presidente della nuova realtà è Rosario Bifulco, mentre nel consiglio di amministrazione è entrato anche Francesco Multi. Secondo il recente report di Artprice, il mercato globale dell’arte sta vivendo un momento positivo. Eppure si sta verificando un enorme scollamento tra i big spender e le altre fasce del mercato. Che idea si è fatto in merito? La risposta globalmente è positiva, le case d’asta internazionali stanno seguendo la strategia di posizionarsi medio alti. Parlo di Sotheby’s, Christie’s, Phillips. Il loro scopo oggi
ART AUCTION
Fascia media addio. Esistono ancora clienti interessati ai lotti sotto i 50mila euro? Ha senso
Avete recentemente aperto il dipartimento dedicato all’automotive, quanto conta la settorialità per una casa d’aste? La struttura di una casa d’aste è formata da uno staff di persone adattabile ad ogni situazione. Bid office, client service, promozione e marketing. Aggiungere un nuovo tassello ha un costo contenuto e non strutturale. I costi vivi sono già distribuiti, il responsabile di dipartimento di fatto guadagna in commissioni. Dunque una maggiore diversificazione corrisponde nuovi possibili ricavi. La differenza la fa la capacità dell’esperto di attrarre compratori, specialmente esteri. Chi si occupa di libri antichi in Italia sa che si tratta di un segmento. Il lotto
più caro dell’anno della nostra azienda è stato un libro antico, il “Sidereus Nuncius” di Galileo Galilei (Venezia 1610), venduto a 400mila euro da una stima di 200-250mila euro. Il mercato delle aste italiano si attesta sui 250 milioni di euro, spalmati sui vari player. C’è possibilità che cresca ancora? L’Italia è un paese con risorse quasi infinite dal punto di vista dei tesori che si celano nelle collezioni private. Questo esperimento sulle automobili di pregio che faremo con un’asta a maggio - prima della MilleMiglia - non è un azzardo. Si tratta di un segmento in crescita e di grandissime potenzialità. Penso ai 23 milioni di euro di fatturato per una vendita di auto da RM a Parigi, e le macchine erano in gran parte italiane. Si possono produrre risultati straordinari. Possiamo agevolmente ipotizzare risultati da 4-5 milioni a vendita. Lo stesso vale per i vini. Pandolfini e Bolaffi sono stati i più sperimentali. Cosa consiglia a chi desidera diversificare attraverso l’arte i propri investimenti? Quali le regole per non rimanere scottati? Innanzitutto farsi seguire da un advisor. I direttori di dipartimento delle case d’asta oggi sono molto vicini al private banking, che sempre più spesso propone ai suoi clienti un investimento in arte. Si individuano i settori di maggiore interesse, senza esclusive, si decide il budget del plafond e poi si opera. 91
Minerva, Wannenes, è spiegabile solo in quest’ottica: si è dato spazio alle potenzialità del mercato. La vitalità si vede a vari livelli.
impegnarsi in un acquisto in questo segmento? Se si guarda agli indici di crescita, come detto la risposta è più che positiva, ma non può prescindere da una passione personale. In tanti anni di attività ho capito che alcuni segmenti del mercato calmierati dalla crisi offrono possibilità ottime. I dipinti antichi ad esempio. Di grande classe, alta epoca e qualità si acquistano sotto i 50mila ed è un investimento sicuro perché non posso immaginare un futuro senza l’arte antica. Le quotazioni non sono salite alle stelle come nel contemporaneo, idem dicasi per la fotografia. Abbiamo fotografi di casa nostra già ben riconosciuti sul mercato estero in vendita a prezzi ancora concorrenziali.
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è solo il segmento alto, quello che conferisce maggiori ricavi. Questo ha reso possibile per tutti gli altri una grande crescita. Solo dieci anni fa quando Christie’s ha chiuso una serie di dipartimenti in Italia il mercato era praticamente tutto nelle loro mani. La crescita esponenziale de Il Ponte, Pandolfini, Finarte,
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DI SUSANNA TANZI / @susannatanzi
NEO-TESTIMONIAL
Perfette per Morellato Tre giovani amiche si raccontano attraverso attimi e momenti speciali che condividono insieme. Gli sguardi complici e i sorrisi freschi sono di Gabrielle Caunesil (modella parigina), Paola Turani (influencer italiana) e Alba Rico Navarro (attrice spagnola), le nuove testimonial della campagna worldwide di Morellato, che prendono il posto di Michelle Hunziker nello spot per la P/E 2018. A fare da sfondo, la collezione di gioielli “Perfetta”, dedicata all’estate. Il protagonista maschile per le collezioni di gioielli dedicate all’uomo è invece Stefano Sala, social ambassador del brand.
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Paola Turani
PRIVATE VIP In alto: Femme entendant de la musiche di Joan Mirò del 1945. A destra: Lamborghini Huracàn RWD.
ASTE
Martelletti caldi Mould, Sotheby’s senior director – head of European wine Department, raccoglierà fondi che verranno devoluti all’istituzione ospite, il Victoria & Albert Museum di Londra. Torna invece il 12 maggio, al Grimaldi Forum di Monaco, RM Sotheby’s: saranno battute all’asta auto leggendarie, tra cui la Lamborghini Huracàn RWD di Papa Francesco, esemplare unico firmato dal Pontefice, il cui ricavato andrà in beneficenza. 93
di Willem de Kooning del 1976 ($8.000.000-12.000.000). Il 23 maggio, a Londra, protagoniste di un’asta benefica le speciali bottiglie create da William Kentridge per Ornellaia 2015 “Il Carisma” – Vendemmia d’Artista. L’artista sudafricano ha personalizzato una serie limitata di 111 bottiglie e disegnato un’etichetta esclusiva di cui si troverà un esemplare in ogni cassa del pregiato vino rosso. Durante la cena di gala, Stephen
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Maggio di fuoco per il mondo delle aste. A NY, Christie’s mette in vendita la Joan e Preston Tisch Collection, una collezione d’arte moderna del valore di oltre 80 milioni di dollari. Tra cui le prime sculture di Alberto Giacometti e Henry Moore, tele di Helen Frankenthaler, Fernard Léger, Pablo Picasso. Fra i top lot annunciati, Femme entendant de la musiche di Joan Mirò del 1945 ($10.000.00015.000.000) e Untitled XVIII
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Da sinistra: Antoniette Costa e Kristina Romanova.
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Orient Express accende la magia
CHARITY
La modella che aiuta le modelle
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Una rete di supporto per chi subisce abusi e molestie nell’industria della moda, che metta insieme legali e psicologi che diano l’aiuto necessario, del tutto gratuito. Questa la mission di Humans of Fashion Fondation, Ong fortemente voluta dalla modella Kristina Romanova e dall’avvocatessa Antonietta Costa, insieme per tutelare giovanissime modelle, ma anche tutti coloro che ruotano intorno al colorato (e spesso non del tutto trasparente) mondo delle passerelle.
“Assassinio sull’Orient Express” è stato prima un grande giallo di Agatha Christie, poi un successo cinematografico attraverso due film e ora è anche il nome di un accendino lussuoso in edizione limitata. Il prodotto è del celebre marchio S.T. Dupont che, forte di 145 anni di storia, lo propone in una confezione che ricorda una piccola valigia. Nel prezioso contenitore c’è un accendino “Ligne 2”, uno strumento di scrittura (stilografica, roller o penna a sfera) e infine un tagliacarte in bronzo, simbolo di quell’oggetto al centro del caso di omicidio risolto brillantemente dal detective Hercule Poirot. Prezzo: 1.730 euro.
ASSET
Meglio la cedola Columbia Threadneedle scommette sui fondi che prevedono entrate periodiche Una decisione conseguente alle minacce che incombono sui mercati DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
netta dell’11,68%, con un flusso cedolare annuo pari al 5,8%. Il comparto mira a un rendimento cedolare annuo del 5%, attraverso una cedola trimestrale.
Maya Bhandari
Lo scenario macro resta favorevole, con la crescita economica internazionale che va consolidandosi, ma sui mercati incombono diverse minacce. Per questa ragione, spiega Maya Bhandari, gestore del Threadneedle (Lux) Global Multi Asset Income Fund, è il momento di puntare sui fondi a cedola.
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Cosa caratterizza questo comparto rispetto ad altre soluzioni a cedola? Per quanto ci riguarda, possiamo rivendicare un team di esperti multiasset di grande valore. Come dimostrano i risultati: nel 2017 il fondo ha registrato una performance
Quali sono le strategie seguite? Investiamo dinamicamente tra titoli azionari e obbligazionari, per cogliere le migliori opportunità che si presentano sui mercati, cercando anche di mettere al riparo gli asset quando appaiono minacce all’orizzonte. Detto della gestione attiva, cosa vi spinge a modificare l’asset allocation? Le ragioni possono essere due: se cambia la nostra previsione di rendimento oppure se riteniamo che le valutazioni abbiano raggiunto un livello adeguato. Cosa pensa dell’attuale quadro economico? Le prospettive economiche globali per i prossimi 12 mesi appaiono solide, con un ventaglio di indicatori economici favorevoli più ampio di quanto osservato in oltre un decennio. E le performance azionarie
negli ultimi 12 mesi sono state in gran parte influenzate da queste buone notizie e dal loro impatto sugli utili societari. Quali sono invece i rischi all’orizzonte? Ne vediamo quattro: il quadro emergente di un inasprimento sincronizzato della politica monetaria dopo un decennio di intensa espansione; le condizioni tese sui mercati del lavoro e l’aumento dei salari reali che, in assenza di un aumento della produttività, vanno a erodere direttamente i margini societari; l’eccesso di euforia, specialmente nelle valutazioni dei titoli di Stato ma anche in alcuni mercati azionari; e il rischio geopolitico. Quindi quali sono le vostre preferenze? Manteniamo un’esposizione al rischio nei portafogli, seppure in chiave selettiva, in piazze azionarie come il Giappone, i mercati emergenti asiatici e l’Europa, dove il favorevole quadro macroeconomico reflazionistico globale non è adeguatamente scontato nelle quotazioni.
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Diversificazione mirata Per Axa Investment Managers è l’ora di soluzioni con ampia libertà di scelta Preferenza all’azionario, ma con scelte opportunistiche nelle altre asset class DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
flessibilità e in base alle condizioni di mercato può investire da zero fino al 100% del suo patrimonio in azioni di paesi sviluppati ed emergenti. Inoltre fa ricorso ad investimenti in obbligazioni, governative e a spread, con l’obiettivo di controllare il suo profilo di rischio coerentemente con le condizioni di mercato. Il fondo, che ha una gestione attiva anche nei cambi, può salire fino al 20% nel debito del mercato emergente e fino al 10% nell’high yield. Nel 2015, per esempio, abbiamo aumentato fino all’80% l’allocazione azionaria poiché eravamo convinti che i timori nei confronti del petrolio fossero eccessivi e nel 2016, con l’incertezza scaturita dalla Brexit, abbiamo ridotto l’esposizione al 35%.
Qual è la strategia del fondo? Cerchiamo di cogliere il potenziale dei mercati in rialzo e di mitigare le perdite nei momenti di correzione, con un’allocazione flessibile e dinamica in azioni, obbligazioni e cambi. Un’ampia diversificazione ci facilita l’accesso alle opportunità globali più interessanti, al fine di generare rendimento nei diversi cicli di mercato. Il Fondo gode di ampia
Quali sono le vostre aspettative per quest’anno? L’inizio del 2018 è stato contrassegnato dal ritorno della volatilità, ma il fenomeno non è nuovo: anche nel 2015-2016 abbiamo sperimentato condizioni di mercato difficili. Inoltre, quest’anno la crescita globale potrebbe raggiungere il picco e le misure di Qe potrebbero esaurirsi. Per il 2018
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Taglia il traguardo dei suoi primi cinque anni il fondo AXA WF Global Optimal Income, nato con l’obiettivo di offrire un’esposizione ai mercati azionari globali, generare total return con un approccio flessibile e multi-asset, mitigando al tempo stesso il drawdown nelle fasi di ribasso. Questa flessibilità, unita alla capacità di identificare i trend del mercato, le correlazioni e i rischi, come spiega Serge Pizem, lead portfolio manager della gamma Optimal Income di Axa Investment Managers, ha permesso di generare una performance del 49,32% dal lancio e di ottenere un posizionamento nel primo decile a 1, 3 e 5 anni, nel ranking di Morningstar.
rimaniamo piuttosto positivi vista la crescita sincronizzata in tutto il mondo, per questo ci posizioniamo al 60% sull’azionario. Continueremo a investire in trend che avranno un impatto strutturale nel lungo periodo e ci focalizzeremo su titoli di aziende le cui strategie ci sembrano sostenibili per il futuro. Già da diversi anni deteniamo in portafoglio azioni di società leader nel settore tecnologico, come ASML, produttore di macchinari per semiconduttori, oppure società attive nella cyber-security, ad esempio Check Point Software Technologies. Quanto è importante l’approccio total return per il fondo? Abbiamo deciso di adottare questa strategia sulla scia della crisi delle dot. com per soddisfare le esigenze degli investitori che cercano il potenziale di rialzo dei mercati azionari in un ambiente controllato dal rischio. Ciò non significa che la strategia fornirà sempre risultati positivi in ogni momento, ma il nostro approccio non vincolato e total return fornisce un’alternativa convincente ai puri investimenti azionari e mira a fornire un posizionamento dinamico in titoli
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di alta qualità e un posizionamento difensivo nel reddito fisso titoli di emittenti solidi, pur attenuando l’impatto di eventuali correzioni eccessive sui mercati azionari.
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Dopo anni di Qe, quasi tutte le valutazioni delle attività finanziarie sono costose Occorre scavare per cercare opportunità
I mercati azionari hanno celebrato i massimi di sempre: quanto è reale il pericolo di correzioni importanti? Quali strumenti utilizzate per proteggere la performance? Dopo anni di Qe, quasi tutte le valutazioni delle attività finanziarie sono necessariamente costose. Pertanto, è probabile che valutazioni elevate pongano un tetto ai rendimenti attesi anche se il forte contesto macroeconomico ciclico dovrebbe continuare a sostenere gli utili, deprimere i tassi di default e rafforzare le finanze pubbliche. Di conseguenza, il sentiment di mercato rimane favorevole alla crescita. In questo contesto, rimaniamo vigili nel valutare le opportunità tra le asset class e continuiamo a puntare sulla qualità nel processo di selezione dei titoli. Combiniamo l’allocazione in azioni con l’esposizione agli strumenti di fixed income, inclusi emergenti e high yield, con l’obiettivo di ottenere una crescita costante e mitigare la volatilità del mercato. Una parte marginale è investita in obbligazioni convertibili e crediti strutturati (generalmente il 2% -3% del totale delle attività) che possono offrire diversificazione e di mitigazione del rischio, mentre non investiamo in fondi di hedge fund e private equity.
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Sentinelle digitali UBI Top Private punta su una nuova concezione del professionista dedicato La relazione personale sposa l’It per anticipare le esigenze dei clienti DI VITO ANDREOLA
UBI Top Private, la divisione specializzata nel mercato private di UBI Banca, si posizione tra i principali operatori di mercato con circa 36 miliardi di euro di volumi gestiti da 300 professionisti presenti sul territorio nazionale. A colloquio con il responsabile Riccardo Barbarini sulle prospettive del mercato e della società.
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Il private banking è in continuo fermento, con nuovi operatori che si affacciano sul mercato e player storici che si riorganizzano, gli uni e gli altri attratti dall’ingente patrimonio finanziario degli italiani e dal fatto che il 40% della clientela potenziale è ancora gestito da strutture tradizionali. Come vi muovete in questo scenario? Effettivamente il settore è in rapida evoluzione. Ci relazioniamo con una clientela sempre più sofisticata, con esigenze diversificate e complesse, con una regolamentazione sempre più stringente (Mifid2) e con un vorticoso sviluppo delle tecnologie. Sono spinte che richiedono adattamenti ed evoluzioni continue dei modelli di servizio e, di conseguenza, importanti
investimenti: la dimensione dei player sarà fondamentale. Come rispondete a questi cambiamenti? Siamo partiti da un presupposto: innovare nella tradizione. Puntiamo su modelli di servizio personalizzati, sviluppati per soddisfare esigenze diversificate sia per fasce di patrimonio, sia per tipologia di clientela: tutto questo, aiutati da una forte componente di sviluppo tecnologico. La parola d’ordine è semplificare la vita al nostro cliente mantenendo l’eccellenza dei nostri servizi: semplificazione e soluzioni in risposta a esigenze sempre più complesse. Come si tengono insieme le due cose? Il nostro private relationship manager è l’evoluzione della tradizionale figura del private banker: un problem solver in grado di supportare a 360° gradi il cliente anche grazie a competenze specialistiche presenti in UBI Top Private e nel gruppo UBI Banca. Stiamo investendo molto in tecnologia e digitalizzazione oltre che in formazione e nuovi servizi, un
supporto naturale per raggiungere la semplificazione nel rapporto garantendo tempestività, trasparenza, sicurezza e meno carta. Abbiamo dotato tutti i nostri professionisti di strumenti avanzati in grado di garantirne ovunque l’operatività mentre sofisticati sistemi di controllo consentono di informare in tempo reale i clienti su performance e rischio: sentinelle automatiche personalizzate in grado di segnalare ogni variazione rispetto eventuali limiti predefiniti con il cliente. Riccardo Barbarini
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La volatilità non fa paura Secondo M&G Investments le migliori opportunità sono nell’equity L’asset manager inglese annuncia novità nel settore del private banking DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
Quali sono le asset class e le aree geografiche meglio posizionate a vostro avviso? Crescita economica diffusa e sincronizzata, rafforzamento degli utili societari e valutazioni ragionevoli in molti mercati come Europa e Asia, sono i fattori chiave che ci portano a mantenere una preferenza per l’azionario. Se l’Eurozona presenta oggi le opportunità migliori,
Chiudiamo con voi: quali sono le ultime novità? Dalla collaborazione con Intesa Sanpaolo Private Banking, è nato da poco Ailis M&G Collection, un fondo di fondi pensato per offrire un’asset allocation dinamica grazie all’expertise dei nostri gestori multiasset. Il lancio si inserisce nella strategia di M&G di crescere nello sviluppo di soluzioni tailor made con i nostri partner distributori in Italia. Lo scorso agosto la nostra holding Prudential plc ha annunciato l’intenzione di unire i suoi business complementari M&G Investments e Prudential UK & Europe per dar vita a M&G Prudential, una società internazionale leader nel settore dei risparmi e degli investimenti. La nuova M&G Prudential,
Matteo Astolfi
come annunciato a marzo, sarà prossimamente scorporata da Prudential plc per diventare una realtà indipendente, quotata sulla borsa di Londra, con l’obiettivo di offrire una più completa gamma di prodotti ai clienti in Europa, UK, Asia e Americhe. 101
Con il ritorno della volatilità quali strategie d’investimento seguire? Un approccio attivo e flessibile è fondamentale per individuare in chiave tattica le opportunità di acquisto che il ritorno della volatilità può aprire sul mercato. La filosofia del nostro team Multi Asset si basa sull’identificare, per poi sfruttare a proprio vantaggio, gli “episodi” che si verificano quando le reazioni emotive degli investitori a flussi di notizie di breve termine causano un disallineamento temporaneo nei prezzi degli asset.
troviamo valore anche in alcuni settori degli Stati Uniti, come quello bancario e biotecnologico, e in selezionati mercati emergenti. Sul fronte fixed income, i titoli periferici con scadenze lunghe presentano uno spread ragionevole, così come le obbligazioni investment grade nelle aree non distorte dagli acquisti della Bce.
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Le strategie d’investimento e le novità societarie. A colloquio con Matteo Astolfi, country head Italy & Greece di M&G Investments.
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Il dato è tratto Oggi nel business vince chi è in grado di gestire le informazioni digitali Chropuvka (Gsam): “L’intervento umano resterà comunque decisivo” DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
Secondo uno studio di Ibm, il 90% dei dati esistenti a livello globale è stato creato negli ultimi due anni. Di pari passo cresce la capacità di estrarre informazioni utili, grazie ai progressi del machine learning. Questi trend hanno conseguenze anche nel settore del risparmio gestito, come racconta Gary Chropuvka, co-head del team Quantitative Investment Strategies (Qis) di Goldman Sachs Asset Management (Gsam). Cosa cambia per l’economia? Faccio qualche esempio: gli investitori possono avvalersi dell’elaborazione del linguaggio naturale per analizzare i transcript delle comunicazioni sui risultati societari. Interpretando il tono degli
analisti, cerchiamo di comprendere la loro view. Un altro esempio è l’agricoltura di precisione, che usa attrezzature ad alta tecnologia, servizi cloud e analisi dei dati per ottimizzare la produzione. A cosa guardate quando analizzate una società? Consideriamo quattro fattori: valutazione e redditività (guidate dai fondamentali), temi/trend e sentiment (guidati dal momentum). Puntiamo a individuare società interessanti, facendo leva sui vantaggi offerti dai Big Data, che significa anticipare le informazioni prima che siano scontate dal mercato. Di una società guardiamo anche la disponibilità di fonti di dati non
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Gary Chropuvka
tradizionali come il traffico web, le richieste di brevetti e le immagini satellitari. Inoltre, poniamo molta attenzione sia ai costi di transazione, che al rischio. Le decisioni di investimento potrebbero essere assunte da un algoritmo: arriveremo a rendere superflua la supervisione umana? Le professioni dovranno adattarsi al nuovo scenario. Per quanto riguarda gli investimenti, il giudizio umano sarà sempre necessario. L’investimento è al tempo stesso scienza di dati e tecnologia, combinati con il giudizio fondamentale. In che senso? Alcuni sviluppi geopolitici o catastrofi naturali determinano movimenti di mercato, dovuti più ai maggiori timori degli investitori e all’incertezza che ai cambiamenti nei fondamentali. Sono questi i casi in cui il giudizio umano e l’esperienza professionale ricoprono un ruolo chiave. In aggiunta, nei settori interessati da profondi cambiamenti, è essenziale che anche i gestori si adattino, individuando nuove aree e idee d’investimento.
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Flessibilità anti volatilità I clienti private mirano a ottenere la massima diversificazione di portafoglio Alfieri (JP Morgan AM): “È l’ora di puntare su alternativi liquidi e multi asset” DI CHIARA MERICO
Alternativi liquidi, obbligazionari e multi asset flessibili sono gli strumenti a cui la clientela private ricorre per diversificare i portafogli, raggiungere gli obiettivi di lungo termine e soddisfare le esigenze più sofisticate, soprattutto in un contesto di mercato che è cambiato. Per Lorenzo Alfieri, country head di J.P. Morgan Asset Management per l’Italia, nel 2018 gli investitori dovranno affrontare una fase un po’ più complessa rispetto a quella del 2017. Complici la volatilità dei mercati innescata dal sell off di inizio febbraio, le eventuali conseguenze sulla crescita a livello globale delle politiche protezionistiche americane e le ricadute sulle decisioni in termini di politica monetaria della Federal Reserve e della Bce.
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Quanto conta la diversificazione? In questo scenario una corretta diversificazione tra le asset class, guardando anche al mondo degli alternativi, preferibilmente attraverso soluzioni liquide, rappresenta il modo migliore per navigare in un periodo in cui la volatilità sarà più alta. Da un lato è necessario
permettere al gestore di essere molto flessibile e dinamico, dall’altro il portafoglio dovrà essere ben diversificato, perchè se è vero che tra le varie asset class esistono delle opportunità, è altrettanto vero che il loro grado di volatilità aumenterà. In che modo quindi la clientela private può raggiungere l’obiettivo della corretta diversificazione? Da una parte il cliente private ha la necessità di dedicare una parte core del suo patrimonio finanziario a investimenti di medio-lungo termine e, al fine di costruire un portafoglio equilibrato, guarda all’utilizzo di fondi flessibili multi-asset e di fondi obbligazionari flessibili. Lorenzo Alfieri
Non bisogna però dimenticare che questa tipologia di clientela ha delle esigenze un po’ più sofisticate e, quindi, oltre alle soluzioni core, essa ricorre anche ad altre tipologie di prodotti che consentono il posizionamento in mercati importanti, come ad esempio i fondi long/short sull’azionario Usa o sull’azionario europeo, nonché soluzioni di investimento di tipo bilanciato tramite cui posizionarsi sui mercati emergenti, al fine di dedicare una parte del patrimonio ad aree che presentano tassi di crescita superiori e quindi, potenzialmente, opportunità di rendimento più importanti. Nell’ambito dei fondi alternativi quali sono le soluzioni migliori? La tipologia dei cosiddetti alternativi liquidi, che J.P. Morgan Asset Management propone sotto la forma di fondi Ucits con liquidità giornaliera, rappresenta sicuramente una soluzione più sofisticata che sottintende un orizzonte temporale più lungo e consente al cliente di accentuare di più la diversificazione, anche in virtù delle dimensioni del patrimonio da lui posseduto.
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Liquidità che rende AcomeA Breve Termine punta sull’obbligazionario globale Ricerca di opportunità anche tra le emissioni degli emergenti DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
positivo è a 3 anni e 10 mesi. Se si guarda ai bond con rating AAA, bisogna spostarsi a 5 anni e 5 mesi per avere un ritorno positivo. È il ritratto di un mondo alla rovescia in cui le famiglie italiane, tradizionalmente avverse al rischio, si rifugiano sempre di più nei depositi bancari con rendimenti nulli o negativi.
Alberto Foà
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Remunerare la liquidità a breve termine è diventato un rebus per il risparmio gestito e soprattutto per i patrimoni private. Il motivo è abbastanza semplice: il massiccio programma di acquisti condotto dalla Bce ha praticamente eroso i rendimenti dei titoli di stato governativi dell’area euro. La prima scadenza associata a uno yield
Antidoto contro i tassi a zero Stando a quanto rivela l’ultimo Bollettino della Banca d’Italia, la liquidità parcheggiata sui conti correnti è arrivata alla cifra record di 1.350 miliardi di euro. “Se questo è il menu offerto dall’area euro, noi preferiamo sederci a un’altra tavola”, sostiene Alberto Foà, presidente e gestore obbligazionario di AcomeA sgr. E avverte: “Oggi il rischio è molto più alto laddove i rendimenti sono negativi”. L’antidoto contro i tassi zero proposto dalla boutique milanese è il fondo AcomeA Breve Termine, che ha masse in gestione per circa 500 milioni ed è gestito da Foà in persona. “Per andare alla ricerca di rendimenti positivi, occorre assumere un’ottica globale anche riguardo alle scadenze più
brevi”, afferma. Il fondo ha la possibilità di diversificare su tutte le aree geografiche, mantenendo inalterato il vincolo di duration (36 mesi) e coprendo i rischi valutari. Target di investitori AcomeA Breve Termine risponde alle esigenze di investitori individuali e tesorerie di aziende che hanno un orizzonte temporale di almeno 12/18 mesi per la gestione della liquidità. E inoltre, lo speciale trattamento fiscale dei fondi comuni riservato alle imprese può rivelarsi un beneficio non da poco. Emergenti, Paesi Arabi e non solo, sono le aree in cui Foà intravede opportunità di investimento nei tratti brevi delle curve. Analisi che spesso e volentieri gli hanno dato ragione viste le performance del fondo AcomeA Breve Termine: negli ultimi 5 anni, il rendimento è del 15,46% contro il 4,55% del benchmark e il 3,46% della media di categoria. Infine, uno sguardo ai costi che si mostrano particolarmente vantaggiosi anche in ottica di Mifid 2: 0,60% di commissioni di gestione, nessun costo di ingresso né di commissioni di performance.
MERCATI EMERGENTI
LE OPPORTUNITÀ EMERGONO QUANDO ESPERIENZA E COMPETENZA SI INCONTRANO Spinte da una nuova rivoluzione tecnologica, le economie emergenti stanno trasformando e guidando settori come la robotica, l’intelligenza artificiale e l’information technology. Grazie ai nostri team di esperti globali e ad una vasta presenza locale, siamo in grado di ricercare e cogliere le opportunità d’investimento più interessanti offerte da queste innovazioni per i nostri portafogli. Per saperne di più www.franklintempleton.it/mercati-emergenti
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