MASSIMO DORIS
Crescita a 360 gradi Doris: così Banca Mediolanum diventerà leader
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NOVEMBRE 2017 Italia 5,00 euro Anno 3 - N° 11 - Novembre 2017 Periodicità: mensile Prima immissione: 15/11/2017
Mensile - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI
EDITORIAL Il problema? I ricavi
ANDREA GIACOBINO
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L’ultima edizione del Global Private Banking Benchmark racconta però due storie diverse per l’industria mondiale del wealth management. Dalla valutazione dei principali indicatori chiave di performance (Key Performance Indicator o KPI) emerge che le private bank hanno navigato con successo negli sconvolgimenti normativi e politici del 2016, visto
che il loro patrimonio ha registrato una crescita media di quasi il 4%. I risultati, basati sulle informazioni disponibili di oltre 200 protagonisti del wealth management, indicano infatti che il cost income ratio medio dell’industria è sceso al di sotto dell’80% per la prima volta dal 2012, mettendo in evidenza che le società del settore hanno concertato i propri sforzi sulla riduzione dei costi, nonostante le continue pressioni regolatorie esterne. La forte crescita della redditività dell’industria ha però mascherato una difficoltà per le imprese del settore nel migliorare le proprie fonti di ricavi, cresciuti di un modesto 0,04%. Oltre a mettere a segno buoni indicatori di performance nel 2016, i wealth manager sono stati anche in grado di spostare la loro attenzione sulla customer experience. Infatti l’indicatore elaborato da Scorpio Partnership, che misura il livello di coinvolgimento dei clienti (Ces - Client Engagement Score), ha registrato un miglioramento del 5,72%. L’ottenimento di risultati finanziari più favorevoli attraverso una migliore comprensione dei bisogni degli investitori è stato il fattore trainante del miglioramento nel tasso di coinvolgimento del cliente. L’indicatore misura la graduatoria della customer experience complessiva degli investitori classificati Hnwi e Uhnwi e la ricerca evidenzia che c’è una correlazione tra la percezione dei clienti riguardo ad un’azienda di wealth management e il tasso di crescita dei suoi asset.
PRIVATE
Nel 2016 le maggiori 25 private bank incluse nel Global Private Banking Benchmark di Scorpio Partnership hanno gestito 13,3 trilioni di dollari di asset degli investitori classificati come Hnwi (High net worth individuals), raggiungendo una quota di mercato del 63,2%. Dei primi dieci operatori, sette avevano un focus sul mercato nordamericano. Stabile al primo posto del ranking per aum è Ubs, le cui masse in controvalore sono cresciute anno su anno del 3,4%, seguita da Bank of America (+1,5%) e Morgan Stanley (+6,2%); mentre ha perso terreno soprattutto Deutsche Bank, che nella classifica scende di 5 posizioni e perde gestito per quasi il 30%. Al contrario le private bank asiatiche hanno preso slancio, tanto che China Merchants Bank si è distinta nella classifica, dopo aver aggiunto oltre 400 miliardi di yuan di asset under management grazie ai suoi sforzi per acquisire nuovi clienti e per ottimizzare l’offerta. Un altro operatore asiatico, Bank of China, è entrato nella classifica, gestendo oltre 1 trilione di asset nel wealth management e nel private banking.
11 www.privatebankingweb.com anno 3 - numero 11 mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°187 dell’11 giugno 2015 Casa editrice Blue Financial Communication Spa Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Tel. (+39) 02.30.32.11.1 - Fax (+39) 02.30.32.11.80 info@bluefinancialcommunication.com Editore Denis Masetti masetti@bluefinancialcommunication.com
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Direttore editoriale Alessandro Rossi rossi@bluefinancialcommunication.com Direttore responsabile Andrea Giacobino giacobino@bluefinancialcommunication.com Redazione di Milano Luigi dell’Olio dellolio@bluefinancialcommunication.com Marta Citacov marta.citacov@gmail.com Redazione di Londra Anaïs Borri borri@bluefinancialcommunication.com Rajeevan Sukumaran rajee@bluefinancialcommunication.com Opinioni Massimo Arrighi, Sandro Binelli, Roberto Cannataro, Ray Dalio, Angelo Deiana, Roberto Falzoni, Marcello Gualtieri, Giorgio Libotte, Enrco Lucchinetti, Simona Maggi, Claudio Morpurgo Monica Regazzi, Alessandro Scalici, Luca Zitiello
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Hanno collaborato Vito Andreola, Rosaria Barrile, Rosamaria Coniglio, Sara Mortarini, Alessandro Rossi, Susanna Tanzi, Francesca Vercesi Graphic design Massimiliano Vecchio vecchio@bluefinancialcommunication.com
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Pubblicità Michele Gamba gamba@bluefinancialcommunication.com Mob. (+39) 393.95.010.95 Ufficio abbonamenti abbonamenti@bluefinancialcommunication.com Tel. (+39) 02.30.32.11.1 Stampa TEP Arti Grafiche Srl Strada di Cortemaggiore, 50 - 29100 - Piacenza (PC) Tel. 0523.504918 - Fax. 0523.516045 Distributore esclusivo per l’Italia MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano Foto di copertina by Laila Pozzo Il costo di ciascun arretrato è di 10,00 euro
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PRIVATE
È un’iniziativa
THE MEDIA & DIGITAL COMPANY www.bluefinancialcommunication.com
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CO N TE NT S
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MARKETS
OPINIONS
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Family office nel mondo
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Client journeys 2.0
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Private bank a 360 gradi
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Contratti di lavoro personalizzati
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Careers
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Banker, la parte femminile
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Risks are rising
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Assicurazioni alla svolta
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Signori, si cambia
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Un anno di Trump
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Daniel Seth Loeb
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Futuro da scrivere
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Mifid 2 in pillole
104 Field or fad?
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Energia per il lavoro
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Banca Zarattini, boutique d’eccellenza
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Murdoch, sotto a chi tocca
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Ricchezza al raddoppio
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Digitale da sviluppare
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Banca Aletti, la terza via
INVESTMENTS
LIFESTYLE
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Assiteca alza il tiro
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Generazione iPhone
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Oldani, il re della cucina
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Monti da Madonnina
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Vendi e pentiti
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Cappottiamoci
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Piccoli gioielli crescono
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Cronografi sportivi
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Consulenza a tutto tondo
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I vini di Chopard
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Etf a portata di mano
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Prepararsi allo sci
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Servizio di prima classe
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I più influenti del web
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Rotta sui Pir
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Il Rolex biologico
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Soldi al volante
100 Il segreto di Victoria 102 Habanos lounge
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PRIVATE
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PRIVATE Awards in Borsa Tre nominations, sedici categorie: i premi in palio per i principali protagonisti del mercato Seconda edizione: appuntamento a Milano per il 22 novembre presso Palazzo Mezzanotte DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
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PRIVATE
Sedici le categorie in gara per i PRIVATE Banking Awards 2017, evento organizzato da Blue Financial Communication, la società che edita questo giornale. L’appuntamento è per mercoledì 22 novembre alle 18.30 presso Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana (Piazza Affari, 6 a Milano). Nel corso dell’evento, verranno premiati i principali protagonisti del mercato italiano. Una giuria di esperti definirà i profili che maggiormente si sono distinti durante l’anno in corso. La premiazione avverrà durante una cena di gala alla quale parteciperanno oltre 200 top manager delle principali realtà italiane e internazionali. Le categorie sono: Banca Italiana; Banca Internazionale; Banker Italiano; Banker Internazionale; Private Insurance; Hedge Fund; Private Equity; Avvocato; Investimenti Alternativi; Deal; Innovazione nel Business Model; Banker Donna; Digital Focus; Innovazione nel wealth management; Sri (Investimenti Sostenibili) e Innovazione nella customer experience. Sponsor della serata sono Accenture, Alfa Romeo, Banca Generali, Bexb, Bnl-Bnp Paribas PB e Helvetia.
PRIVATE AWARDS
N O M I N A T I O N S
Gli oscar del settore DI DENIS MASETTI
2 Banca internazionale
Bnl-Bnp Paribas Credit Suisse Deutsche Bank Pb 3 Banca italiana
Banca Aletti Banco Desio Banca Euromobiliare 4 Banker donna
Manuela D’Onofrio (Cordusio Wealth Management Sim) Carla Venesio (Banca del Piemonte) Paola Pietrafesa (Allianz Bank)
Cariparma Crédit Agricole FinecoBank IWBank Private Investments 9 Hedge Fund
Ersel Hedge Invest Sgr Kairos 10 Innovazione nel business model
Banca del Fucino Bnl-Bnp Paribas FinecoBank 11 Innovazione
nella customer experience Edmond de Rothschild Fideuram Ispb SCM Sim 12 Innovazione
nel wealth management Banca Albertini Syz Banca Generali Banca Finnat
5 Banker internazionale
Luca Caramaschi (Indosuez Wealth Management) Fabio Innocenzi (Ubs) Paolo Tenderini (Edmond de Rothschild) 6 Banker italiano
Riccardo Barbarini (Ubi Banca) Arturo Nattino (Banca Finnat) Paolo Vistalli (Cassa Lombarda) 7 Deal
Ersel - Banca Albertini Syz Intesa Sanpaolo - Morval Spafid - Fider e Isps
13 Investimenti alternativi
Azimut Banca Leonardo Banca Mediolanum 14 Private equity
Azimut Carlyle York Capital Management 15 Private Insurance
Farad Helvetia Lombard International
Gli Awards sono un riconoscimento alle eccellenze dei servizi rivolti alla clientela più facoltosa, un target cui tutte le più importanti istituzioni finanziarie pongono crescente attenzione. Il private banking italiano ha fatto enormi progressi in termini di qualità dei servizi offerti e il momento è perfetto, vista anche la prossima evoluzione normativa che avverrà dal 2018 con l’avvio della MIfid 2. Banche, assicurazioni, avvocati, associazioni, banker e consulenti saranno al centro dell’attenzione, premiati per la loro capacità di innovare e per i risultati ottenuti. Stiamo parlando di un comparto dalle dimensioni impressionanti: ammontava a ben 763 miliardi di euro nel 2016 il valore delle masse servite dal private banking. Un mondo che continueremo a seguire e affiancare per fornire uno spazio informativo con un complesso di iniziative che combinano i vari media: magazine, online, newsletter ed eventi. I momenti di contatto possono essere di lavoro, ma molto spesso il meglio viene espresso da relazioni che si sviluppano in modo meno formale e più piacevole come l’evento in questione. SPONSOR DELLA SERATA
16 Sri
Banor Sim Candriam Investors Group Selectra Management Company
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Giulia Cipollini (Withers) Stefano Loconte (Loconte & Partners) Claudio Morpurgo (Morpurgo e Associati)
8 Digital Focus
PRIVATE
1 Avvocato
OPINIONISTS & CONTRIBUTORS
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RAY DALIO
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LUCA ZITIELLO
Fondatore di Bridgewater Associates, uno dei più grandi hedge fund al mondo, ha iniziato l’attività di investitore all’età di 12 anni. Con un patrimonio stimato da Forbes intorno ai 17 miliardi, è molto attivo nella filantropia. pag. 18
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PRIVATE
Fondatore dello studio legale Zitiello e Associati, collabora con diverse riviste scrivendo articoli sui mercati finanziari. È autore di libri e di numerose pubblicazioni sull’intermediazione finanziaria. pag. 40
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MONICA REGAZZI
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ENRICO LUCCHINETTI
Ceo di Homepal, una start up attiva nel mercato immobiliare. In precedenza è stata partner & managing director di The Boston Consulting Group, dove seguiva il private banking. pag. 20
In McKinsey & Company dal 2001, ricopre il ruolo di senior partner e affianca le principali istituzioni finanziarie italiane ed europee su tematiche di retail banking e asset management. pag. 52
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MASSIMO ARRIGHI
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ROBERTO FALZONI
Partner di A.T.Kearney nella practice Financial Institutions, vanta pluriennali esperienze ai vertici di importanti realtà del mondo bancario assicurativo e del risparmio gestito. pag. 22
Nome storico della finanza svizzera specializzata nella gestione dei grandi patrimoni, è presidente di Dukre Asset Management, con sede a Ginevra. Ha fondato Denarius Conseils & Gestion. pag. 56
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PAOLO MARTINI
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SANDRO BINELLI
Laureato in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica di Milano, è amministratore delegato di Azimut Capital Management Sgr e co-direttore generale di Azimut Holding. pag. 38
Storico dell’automobile, già organizzatore della Mille Miglia dal 2008 al 2012, è consulente del dipartimento Automotive di Finarte. pag. 90
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Nordea 1 – Global Climate and Environment Fund LU0348926287, BP-EUR nordeafunds@nordea.lu - nordea.it/climatesolutions *Investimento per conto proprio, conformemente alla definizione della direttiva MiFID I comparti citati fanno parte di Nordea 1, SICAV, una società di investimento a capitale variabile (Société d’Investissement à Capital Variable) con sede in Lussemburgo, costituita validamente ed in esistenza in conformità alle leggi in vigore in Lussemburgo e alla direttiva n. 2009/65/CE del 13 luglio 2009. Il presente documento contiene materiale pubblicitario e potrebbe non fornire tutte le informazioni rilevanti rispetto al/i fondo/i presentato/i. Gli investimenti riguardanti i fondi Nordea devono essere effettuati sulla base del Prospetto informativo e del Documentocontenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID), che sono disponibili sul sito internet www.nordea.it, insieme alle relazioni semestrali e annuali, e ad ogni altra documentazione d’offerta. Tale documentazione, sia in inglese che nella lingua locale del mercato in cui la SICAV indicata è autorizzata per la distribuzione, è anche disponibile senza costi presso Nordea Investment Funds S.A., 562, rue de Neudorf, P.O. Box 782, L-2017 Lussemburgo, e in Italia, presso i Soggetti collocatori. L’elenco aggiornato dei soggetti collocatori, raggruppati per categorie omogenee, è messo a disposizione del pubblico senza costi presso gli stessi soggetti collocatori, presso le filiali capoluogo di regione di State Street Bank GmbH – Succursale Italia, BNP Paribas Securities Services, Banca Sella Holding S.p.A., Allfunds Bank S.A. Sucursal de Milan, Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., Société Générale Securities Services S.p.A. e sul sito internet www.nordea.it. Il Prospetto ed il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID) sono stati depositati presso gli archivi Consob. Prima dell’adesione leggere il Prospetto informativo e il KIID. Eventuali richieste di informazioni potranno essere inviate ai Soggetti collocatori. Per ulteriori dettagli sui rischi di investimento associati a questo/i fondo/i, si rimanda al Documento contenente leinformazioni chiave per gli investitori (KIID), disponibile come sopra descritto. Pubblicato da Nordea Investment Funds S.A., 562, rue de Neudorf, P.O. Box 782, L-2017 Luxembourg, che è autorizzata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF) autorità lussemburghese di sorveglianza dei mercati finanziari.
MARKETS
Family office nel mondo
59%
200 MLN DI DOLLARI
633 MLN DI DOLLARI
La media degli asset da investire a disposizione dei family office di piccole dimensioni (fino a 11 professionisti)
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PRIVATE
La media degli asset da investire a disposizione delle strutture di maggiori dimensioni
60% L’incidenza delle dipendenti donne all’interno dei family office
La quota dei manager di sesso maschile all’interno dei family office
MARKETS REPORT
L ’ E V O L U Z I O N E
D E L
S E T T O R E
70%
11
37% 59
MILA DOLLARI Il numero medio di dipendenti di queste strutture
La quota di queste realtà che non offre incentivi a lungo termine allo staff
L’incidenza di strutture alla terza generazione o anche più
La retribuzione media per i membri del board esterni ai family office
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Fonte: Family Office Exchange
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INTERVIEW
INTERVIEW MASSIMO DORIS
Private bank a 360 gradi Crescere nel wealth management è tra le priorità di Mediolanum Doris: dalla banca d’affari ai Pir, strategie per un servizio completo DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
A cosa si riferisce? “Mi riferisco al fatto che abbiamo
Abbiamo intuito subito che nei Piani individuali di risparmio c’era un potenziale enorme e siamo partiti con un’offerta ad hoc mentre altri player erano ancora alle prese con l’analisi dello strumento
Finora i Pir sono stati un successo sul fronte della raccolta e tra gli investitori, con 5,6 miliardi raggiunti nei primi sei mesi dal debutto, ma il numero di aziende che si quotano a Piazza 13
Come nasce l’interesse per l’investment banking all’interno del gruppo? “Il lancio dei Piani individuali di risparmio ha creato una forte discontinuità sul mercato. Da una parte ci sono gli istituti di credito tradizionali che riducono le erogazioni a causa del contesto regolamentare più restrittivo: ratio patrimoniali, Npl... Dall’altra il legislatore che incentiva gli investimenti dei risparmiatori indirizzati verso l’economia reale. Abbiamo voluto cogliere le nuove opportunità immediatamente”.
capito subito l’enorme potenziale dei Pir e siamo partiti mentre altri erano ancora nella fase di analisi dello strumento. Considerato che ogni investitore può creare un solo Pir nella sua vita, avremmo potuto fare raccolta senza grande enfasi e invece abbiamo dichiarato da subito che i 2 miliardi di euro di raccolta stimati dal governo per l’intero 2017 avremmo potuto raggiungerli da soli e ci siamo addirittura dati l’obiettivo di 3 miliardi nei 12 mesi. Questo annuncio ha svegliato i concorrenti e prodotto grandi flussi in entrata. È la dimostrazione che se il mercato cresce, c’è spazio per tutti coloro che hanno una proposta valida. Per quanto ci riguarda, Mediolanum Gestione Fondi è la società di gestione più attiva sull’Aim per cui avevamo l’expertise, combinata con il radicamento territoriale dei bankers, per cavalcare da subito questa novità”.
PRIVATE
“Vogliamo essere al fianco della clientela più facoltosa non solo negli obiettivi d’investimento, ma in tutte le esigenze che riguardano la famiglia e l’impresa”. Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, spiega così la scelta di entrare nel segmento delle banche d’investimento per servire a 360 gradi la clientela private, affiancando le piccole e medie imprese italiane verso lo sbarco sul mercato.
INTERVIEW
Affari resta limitato. Dobbiamo concludere che la nuova normativa finora non ha centrato l’obiettivo di fornire alle Pmi una fonte di finanziamento alternativa al canale bancario? “Mi sembra prematuro arrivare a conclusioni di questo tipo. Le aziende hanno bisogno di tempo per metabolizzare le nuove potenzialità di mercato, riorganizzare la propria struttura e trovare qualcuno che analizzi i bilanci in vista della quotazione. Mi aspetto un’accelerazione delle Ipo con i tempi fisiologici, a partire dal secondo semestre del 2018”. La carenza di analisi per le società quotate all’Aim Milano è indicata dagli addetti ai lavori tra le cause del lento decollo che sta caratterizzando il listino delle Pmi rispetto a iniziative simili avviate in altri Paesi europei… “Ne siamo consapevoli e per questo abbiamo deciso di pensare a una banca d’affari. Creare una governance moderna richiede tempo e consulenza adeguata. Noi che abbiamo una conoscenza diffusa dell’imprenditoria presente sul territorio nazionale e non solo nelle grandi città, possiamo farlo. È un’opportunità di business per il nostro gruppo e al contempo di crescita per il Paese”.
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PRIVATE
Come si inquadra questa novità nelle strategie per il private banking? “Faccio un passo indietro che può
I numeri La rete di professionisti Mediolanum conta 4.300 Family Banker in tutta Italia. Di questi, 480 sono private banker e 29 wealth advisor: un numero che consente di coprire tutto il territorio nazionale in termini di prossimità, in modo da poter affiancare gli imprenditori e le Pmi da vicino. Il portafoglio medio dei family banker ammonta a 15,4 milioni di euro. Nel caso dei private banker si attesta a 36,3 milioni, mentre tra i wealth advisor si arriva a 126 milioni di euro di asset medi per professionista. Per il Gruppo Bancario Mediolanum, comprese le controllate estere, i primi nove mesi del 2017 hanno fatto registrare numeri molto positivi sul fronte della raccolta in fondi e gestioni: al 30 settembre il dato si è attestato a quota 4,4 miliardi di euro, superiore del 54% rispetto al 2016. Una spinta importante arriva dai Piani individuali di risparmio, che da soli hanno assicurato 1,8 miliardi di raccolta.
aiutare a inquadrare meglio il nostro modo di operare. L’idea di affiancare alle attività tradizionali di Banca Mediolanum un servizio di private banking risale al 2005 ed è stata oggetto di una lunga riflessione. Nel 2008 è esplosa la crisi dei mercati
finanziari con lo scandalo Lehman Brothers e noi abbiamo deciso di rimborsare i nostri clienti che avevano sottoscritto polizze aventi tra i sottostanti titoli della banca statunitense. Non eravamo tenuti a farlo, ma la scelta di farci carico
INTERVIEW MASSIMO DORIS
calendario di dodici incontri di infoformazione per gli imprenditori”. Qual è la soglia minima di patrimonio per essere serviti dal pb di Banca Mediolanum? “Non abbiamo una segmentazione netta. Ci sono tre fasce – sopra i 100mila euro, i 500mila e i 2 milioni – ciascuna delle quali può accedere a un determinato livello di servizi. Quella più alta può contare su un vero e proprio servizio di wealth management, che tra le altre cose comprende anche la consulenza per il passaggio generazionale e l’ottimizzazione fiscale”. Questo come impatta sull’attuale struttura del gruppo. Vi sarà una fuoriuscita della rete dei consulenti finanziari con asset in gestione sotto una certa cifra? “La rete di Banca Mediolanum è unica, con una segmentazione in tre fasce: family banker sotto i 25 milioni di patrimonio gestito, private banker fino ai 60 milioni e wealth advisor sopra questo livello. A supporto di private banker e wealth advisor c’è tutta l’organizzazione interna/centrale di Asset & Wealth Management di Mediolanum,
capeggiata da Vittorio Gaudio, con numerosi partner esterni, come Intermonte e Integrae sim.”. Sono previsti percorsi di riqualificazione per questi professionisti alla luce delle novità annunciate? “Possiamo già contare su 28 banker che hanno seguito un master in consulenza finanziaria all’Università Cattolica. Altri 28 lo stanno seguendo ora e ne seguiranno altri. Inoltre abbiamo Mediolanum Corporate University, l’istituto educativo del gruppo, per la formazione interna, ad esempio sul corporate finance”. Quali sono i vostri target? “Oggi abbiamo 480 private banker e 29 wealth advisor, che complessivamente gestiscono circa 17 miliardi di euro. A medio termine arriveremo a 25 miliardi, ma non abbiamo una scadenza precisa: andremo avanti come fatto finora, un passo dopo l’altro. Di pari passo crescerà il team dei consulenti: abbiamo previsto 140-150 inserimenti all’anno, di cui metà tra private banker e wealth advisor”. Tornando alla banca d’affari, costituerete voi una legal entity o ne comprerete una sul mercato? “Stiamo valutando se crearla oppure acquisirne una già presente sul mercato. Nel caso, si tratterebbe di una piccola realtà dato che andrebbe integrata in una struttura già ben consolidata come la nostra”. 15
Ha fatto riferimento alla vostra presenza capillare nel territorio italiano e non solo nelle grandi piazze della penisola. Questo cosa significa, che saranno i banker a portare le aziende in Borsa? “No, ma il family banker è il professionista che meglio conosce l’imprenditore. Parla la sua stessa lingua, se serve anche il dialetto locale. A nostro avviso la prossimità all’imprenditore cliente sarà sempre più una discriminante per avere successo sul mercato. Le persone sul territorio sono affiancate dai nostri specialisti sulle principali tematiche relative a investimenti e corporate banking: abbiamo messo a punto insieme a Confindustria un
Il family banker è il professionista che meglio conosce l’imprenditore
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dei problemi dei nostri clienti ci ha proiettato all’attenzione generale. Quindi sono arrivati il credit crunch e i problemi di patrimonializzazione di molti istituti bancari e noi abbiamo continuato sulla nostra strada, prestando liquidità all’intero sistema bancario mentre altri riducevano la presenza sul mercato italiano. Tutto questo ha fatto aumentare la nostra notorietà e consolidare la reputazione di partner affidabile, con il risultato concreto di attrarre detentori di grandi patrimoni. Quello dei grandi portafogli è un mercato con un enorme potenziale in Italia, ma non è per tutti: occorrono competenze, autorevolezza e una capacità di gestire il cliente-imprenditore a 360 gradi”.
CAREERS
Leone sugli scudi Banca Generali ancora sugli scudi a Londra. La società guidata da Gian Maria Mossa è stata nominata per il secondo anno consecutivo “Best Private Bank in Italy” dalle prestigiose riviste The Banker e PWM (Private Wealth Management) del gruppo Financial Times. La giuria ha premiato il percorso d’eccellenza nello sviluppo, sia nei flussi di raccolta, sia nella capacità di creare valore con una crescita sostenibile a beneficio dei diversi interlocutori.
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Carlyle, cambio ai vertici Kewsong Lee (nella foto in alto) e Glenn A. Youngkin (in basso) diventeranno dal 1° gennaio prossimo co-chief executive officer del colosso del private equity Carlyle in sostituzione dei due fondatori, David Rubenstein e Bill Conway, che hanno deciso di fare un passo indietro nei ruoli operativi e diventeranno co-presidenti.
DEAL 1 Ersel, accordo per Banca Albertini Syz La torinese Ersel ha battuto una folta schiera di concorrenti nella corsa a conquistare Banca Albertini Syz. Le parti hanno firmato un impegno che nei prossimi mesi porterà la società diretta da Guido Giubergia (nella foto in alto) ad acquisire la quota di maggioranza della banca milanese, rilevando da Syz il 64,3% delle azioni, mentre Alberto Albertini manterrà l’attuale quota del 35,7%.
DEAL 2 Banca Leonardo finisce a Indosuez Wm Indosuez Wealth Management (gruppo Crédit Agricole) ha rilevato la maggioranza di Banca Leonardo, fondata da Gerardo Braggiotti e guidata dal chief executive officer
Paul de Leusse (nella foto in basso). Va detto, per inciso, che Braggiotti è cognato di Ariberto Fassati, uomo forte della banca francese in Italia e presidente fra l’altro di Crédit Agricole Cariparma. L’operazione, condotta da CA Indosuez Wealth (Europe), riguarda il 67,67% del capitale che fa capo agli azionisti Gbh (Braggiotti), Exor (Agnelli-Elkann), Eurazeo, Swilux e Torreal. La società francese offrirà poi agli altri azionisti di rilevare le loro quote alle stesse condizioni, in modo da salire al 100% della banca. Da tempo si parlava di possibili compratori per Banca Leonardo e il gruppo francese era considerato tra i potenziali acquirenti, dopo che Giampiero Maioli, senior country officer di Crédit Agricole in Italia, aveva annunciato l’interesse a crescere nella Penisola. L’acquisizione, aggiungendo ulteriori masse in gestione per 5,9 miliardi di euro, consentirà a Indosuez Wealth Management di rafforzare le sue capacità di gestione e di offerta sul mercato italiano, con l’accesso a una clientela composta prevalentemente da High Net Worth Individuals.
OPINION
Risks are rising People adapt to the circumstances they have experienced Then surprise when the future is different than the past BY RAY DALIO*
There are returns, and there are risks. We think of them individually, and then we combine them into a portfolio. We think of returns and opportunities as coming from those things we’d bet on, and we think of risks as the adverse market consequences of us being wrong due to our being out of balance. We start with our balanced beta portfolio, that would most certainly fund our intended uses of the money. Everyone should have their own based on their own projected uses of money, though more generally, it’s our All Weather portfolio. We then create a balanced portfolio of opportunity/alpha bets based on what we think is likely to happen. We then combine them. We bet on the events/outcomes that we think we have an edge in understanding. For events/outcomes where we don’t think we have a particular edge—e.g., political events—we aim to construct our portfolio to be relatively neutral or balanced to those risks.
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PRIVATE
Lower volatility As a rule, periods of lower risk/ volatility tend to lead to periods
of greater risk/volatility. That is reflected in our aggregate market volatility gauge (see the cart), and markets are pricing in volatility to remain low next year too. As a related rule, people adapt to the circumstances they have experienced and are then surprised when the future is different than the past. In other words, most people are inclined to assume that the circumstances they have recently encountered will persist, which leads them to change what they are doing to be consistent with that recently experienced environment. For example, low-volatility periods in which credit is readily available tend to lead people to assume that it’s safe to borrow more, which leads them to lever up their positions, which contributes to greater volatility and hurts them when things change. Uncertain future That appears to be the case now— i.e., prospective risks are now rising and do not appear appropriately priced in because of a) a backward looking at risk and b) corporate leveraging up has been high because interest rates are low relative to
many companies’ projected ROEs and because past risks have been low. The emerging risks appear more political than economic, which makes them especially challenging to price in. Most immediately, during the calm of the August vacation season, we are seeing 1) two confrontational, nationalistic, and militaristic leaders playing chicken with each other, while the world is watching to see which one will be caught bluffing, or if there will be a hellacious war, and 2) the odds
OPINION
Scommessa contro l’Italia
New bets When it comes to assessing political matters (especially global geopolitics like the North Korea
matter), we are very humble. We know that we don’t have a unique insight that we’d choose to bet on. Most importantly, we aim to stay liquid, stay diversified, and not be overly exposed to any particular economic outcomes. We like to hedge our bets, though we are never completely hedged. We can also say that if the above things go badly, it would seem that gold (more than other safe haven assets like the dollar, yen, and treasuries) would benefit, so if you don’t have 5-10%
of your assets in gold as a hedge, we’d suggest that you relook at this. Don’t let traditional biases, rather than an excellent analysis, stand in the way of you doing this (and if you do have an excellent analysis of why you shouldn’t have such an allocation to gold, we’d appreciate you sharing it with us).
*Chairman and chief investment officer of Bridgewater Associates
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of Congress failing to raise the debt ceiling (leading to a technical default, a temporary government shutdown, and increased loss of faith in the effectiveness of our political system) rising. It’s hard to bet on such things, one way or another, so the best that one can do is be neutral to such possibilities.
PRIVATE
We aim to stay liquid, stay diversified, and not to be overly exposed to any particular economic outcome
Ray Dalio (nella foto) non crede alla ripresa di Piazza Affari. Il gestore hedge ha puntato una fiche da 1,4 miliardi di dollari andando short su otto tra i principali titoli di Piazza Affari:cinque banche (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Ubi e Bper) più Enel, Generali e Prysmian. Piccata la reazione del ceo di Ca’ de Sass, Carlo Messina: “Secondo me perderà una significativa opportunità di fare soldi con queste buone azioni italiane”. Il mercato, come sempre, sarà giudice della contesa.
OPINION
Client journeys 2.0 L’accento sul digitale consente di concentrarsi sui servizi con elevata marginalità È fondamentale rinnovare i sistemi It e lavorare con team multidisciplinari DI MONICA REGAZZI / @MoniRegazzi
I nuovi percorsi di navigazione dei clienti attraversano senza soluzione di continuità il front-office (i banker), il mid e il back-office, includendo tutti i punti di contatto digitali e non. Si tratta di un vero cambiamento rispetto agli approcci più tradizionali. Per creare questi nuovi percorsi, tutti i processi, i canali e i punti di interazione devono essere riprogettati e implementati in maniera tale da fornire una nuova (e superiore) esperienza al cliente, principalmente grazie all’utilizzo di nuove tecnologie.
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Focus sul valore L’accento sul digitale dà ai banker e agli esperti di prodotto più tempo e rimuove “alibi”, dando la possibilità di concentrarsi sulle attività a più alto impatto in quanto possono contare su tecnologie che contribuiscono a catturare il comportamento dei clienti e a individuare le offerte personalizzate più adatte per quel cliente in un preciso momento. Gli effetti collaterali dei nuovi customer journey si possono quantificare in riduzione dei tassi di churn dei
clienti, tassi di conversione e crossselling più elevati e l’identificazione e lo sviluppo di nuove linee di ricavo. Inoltre i responsabili del business dovrebbero avere molti più strumenti per comprendere le priorità d’azione, per identificare le aree da cui è possibile estrarre maggior valore, per suggerire nuovi modi di lavorare che consentano di rispondere più rapidamente alle continue sfide proposte dalla regolamentazione. Gli impatti sul conto economico possono essere rilevanti. Alcuni studi internazionali mostrano che è possibile generare incrementi di fatturato pari al 2025% e un recupero di efficienza che può arrivare anche al 30-40%. Tre priorità Il presupposto per la costruzione dei nuovi percorsi per i clienti lungo tutta la catena del valore è la costruzione di una solida base per l’evoluzione digitale. Per creare questo fondamento, ogni operatore dovrebbe: • Sviluppare una comprensione approfondita delle esigenze e dei comportamenti del cliente
in tutti i segmenti e i canali per identificare i momenti più rilevanti per ciascun cliente. • Impostare chiare priorità per modificare i sistemi It esistenti, che sono tipicamente a fine ciclo, in qualcosa che migliori drasticamente l’agilità e il tempo di commercializzazione. Questa iniziativa dovrebbe includere piani per ridurre la presenza di sistemi legacy e aumentare l’uso delle nuove tecnologie. • Sviluppare un modo agile di lavorare con team multidisciplinari in diverse funzioni e che operino su più divisioni di business.
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* Il maggiore asset manager europeo per totale di masse in gestione (AUM) - Fonte IPE “Top 400 asset managers” pubblicato in giugno 2017 e basato sugli AUM a dicembre 2016. Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Il presente documento contiene informazioni inerenti ad Amundi Funds Protect 90 (il “Comparto”), un comparto della SICAV Amundi Funds (la “SICAV”), organismo di investimento collettivo in valori mobiliari a comparti multipli di diritto lussemburghese che ha nominato Amundi Luxembourg SA, appartenente al gruppo Amundi, quale propria Società di gestione. L’obiettivo del Comparto è partecipare all’andamento dei mercati finanziari con una protezione del capitale parziale e permanente, beneficiando di una protezione quotidiana che costituisce il 90% del valore patrimoniale netto massimo registrato dalla data di lancio del Comparto. La protezione viene prestata da Amundi S.A. (di seguito “Soggetto Garante”) ed è assicurata per un periodo contrattuale iniziale di cinque anni (a partire dalla data di lancio del comparto). In seguito, la protezione viene rinnovata automaticamente per periodi contrattuali di un anno. La convenzione stipulata con il Soggetto Garante non costituisce garanzia di integrale restituzione del capitale iniziale. I potenziali investitori devono esaminare se i rischi annessi all’investimento siano appropriati alla propria situazione, e devono altresì accertarsi di aver compreso interamente il presente documento. In caso di dubbi, si raccomanda di consultare un consulente finanziario al fine di determinare se l’investimento sia appropriato. I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri. Il presente documento non rappresenta un’offerta a comprare né una sollecitazione a vendere. Esso non è rivolto ad alcuna “U.S. Person” come definita nel Securities Act of 1933 e nel Prospetto. Prima dell’adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione, e il Prospetto, disponibile gratuitamente, unitamente alle ultime relazioni annuali e semestrali e allo statuto, presso le sedi dei soggetti collocatori, nonché sul sito internet www.amundi.it. |
OPINION
Signori, si cambia Il private banking italiano deve fare i conti con un processo di radicale trasformazione Chi non si attrezza per tempo rischia di finire presto marginalizzato DI MASSIMO ARRIGHI*
Nel prossimo futuro il private banking italiano dovrà fare i conti con l’affermarsi di almeno tre fattori dirompenti che provocheranno alcune perturbazioni per il sistema ma che, se ben gestiti, come spesso accade, permetteranno anche di cogliere qualche opportunità.
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PRIVATE
Passaggio generazionale Il mercato in Italia è cresciuto molto negli ultimi anni, ma puntando sempre allo stesso bacino di clienti senior. All’orizzonte ora si prospetta un cambiamento di scenario rilevante in termini generazionali, che renderà inevitabile un progressivo trasferimento della ricchezza dalle generazioni senior a favore di quelle junior. Questo è un aspetto molto critico per tutti coloro che operano nel settore del risparmio gestito: nel transito di ricchezza è insita infatti una potenziale minaccia, perché non è detto che i giovani vogliano continuare a rivolgersi agli stessi consulenti “di famiglia”. Ormai i cambiamenti sono talmente diffusi e rapidi che c’è da aspettarsi, al contrario, una significativa differenza - quanto a modalità
di servizio - tra le esigenze della nuova generazione e quelle della generazione precedente. Tecnologie digitali Il private banking è tra i settori maggiormente resistenti all’impatto delle nuove tecnologie: fondamentalmente il rapporto fiduciario personale tra cliente e private banker è rimasto lo stesso nel tempo e il digitale non è ancora entrato nella gestione della relazione. Nella finanza sono emerse una serie di innovazioni importanti - come ad esempio il robot (for) advisory – che finora sono rimaste per lo più inutilizzate. Difficile pensare però che nel prossimo futuro non prendano piede. Mifid 2 Dopo numerosi rinvii, all’inizio del 2018 entrerà finalmente in vigore la direttiva, che avrà importanti effetti in termini di maggior trasparenza dei costi della gestione dei risparmi. Ciò comporterà anche una progressiva compressione dei margini del settore, fino ad oggi caratterizzato da un’elevata insensibilità al prezzo del servizio. Se questo è lo scenario,
Il robot for advisory, finora poco diffuso nel Paese, è destinato inevitabilmente a prendere piede
OPINION
ancora di un proprio portafoglio di clienti. Nuove opportunità I giovani consulenti avrebbero anche il vantaggio di essere più aperti a recepire l’innovazione generata dalle nuove tecnologie. Il prospettato passaggio generazionale offre infatti un’opportunità a chi è in grado di coniugare le strategie, con un approccio “nativo” all’utilizzo di strumenti digitali per comunicare con nuove generazioni di clienti. Infine, l’inevitabile compressione dei margini dovuta alla trasparenza richiesta da Mifid 2 potrà essere compensata, almeno in parte, con l’aumento di volumi di risparmio sotto forma di titoli, soprattutto di debito pubblico ma, per una parte importante, anche azionari - che ancora oggi gli italiani detengono in modo diretto e che invece potrebbero essere recuperati e affidati all’advisory. Il “fai da te” negli investimenti, ancora molto diffuso, trova sempre meno spazio. In un regime di tassi bassissimi e mercati finanziari molto collegati e volatili, è difficile trovare opzioni di investimento analoghe ai redditizi titoli di stato del passato. Investire diventa sempre più complesso e richiede sempre maggiori competenze e professionalità: affidarsi alla consulenza di un professionista che aiuti a gestire i risparmi è già oggi una scelta quasi obbligata.
*Partner di A.T. Kearney
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gestire in modo adeguato. Il modello implica l’elaborazione di schemi di remunerazione differenziati, che riconoscano il diverso contributo dei senior banker, detentori della relazione con i clienti, rispetto a quello di colleghi più giovani, che possono apportare competenze specifiche e di valore, ma mancano
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come potrà reagire il settore di fronte a queste potenziali minacce? Una strada è l’inserimento di nuove risorse, giovani ad elevata educazione scolastica e inizialmente posti in affiancamento alle figure più senior, magari con l’assegnazione progressiva di quelle quote di portafoglio che i grandi private banker non riescono a
LEGEND DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
DANIEL SETH LOEB Collezionista, appassionato di yoga e di surf, ama twittare le massime del Dalai Lama mentre accompagna alla porta i manager a suo giudizio incapaci di gestire le società in cui investe. Diretto e senza peli sulla lingua, non ha esitato a criticare pubblicamente Warren Buffett accusandolo di predicare bene e razzolare male quando si tratta di affari. Pronipote di Ruth Handler, che ha inventato la bambola Barbie e fondato la Mattel, rivela presto il suo intuito per gli affari mettendo in piedi al liceo la sua prima società che vende skateboard.
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Nel 1995, dopo aver preso in affitto per mille dollari al mese la sala pesi di David Tepper, fondatore di Appaloosa Management, lancia il suo fondo hedge Third Point.
LEGEND DANIEL SETH LOEB
Rendimento Alla fine del terzo trimestre, il fondo, che vanta un rendimento annuo del 14,5%, Unicredit possiede una quota in Dover Dopo aver investito Corp, società del valore per anni solo negli Stati Uniti di 15 miliardi di dollari. e in Giappone, si è spostato in Europa entrando nel capitale di Unicredit Spa e nella tedesca Eon.
Carriera Dalla metà degli anni ‘80 alla metà degli anni ‘90 ricopre diversi ruoli nel mondo della finanza, partendo dalla società di private equity Warburg Pincus, fino ad arrivare a Citigroup.
Nestlè Third Point, che oggi ha in gestione 16 miliardi di dollari, ha rilevato una quota dell’1,25% della società con un investimento di 3,5 miliardi di dollari.
Yahoo! È stato il primo a svelare le bugie del precedente ceo Scott Thompson circa il suo titolo di studio, favorendo l’ascesa del nuovo ceo Marissa Mayer.
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Famiglia Nato nel 1961 a Santa Monica, è sposato con un’ex insegnante di yoga da cui ha avuto tre figli. Secondo Forbes ha un patrimonio di 3,2 miliardi di dollari.
Studi Frequenta Berkeley, ma si laurea in Economia alla Columbia University di New York. A differenza di altri big della finanza non frequenta alcuna business school.
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Lusso Ha speso 45 milioni di dollari nel 2005 per un attico a New York, dotato di cantina climatizzata per i vini, cuoco personale, cinque bagni e sala video.
PRIVATE WORD
DI ALESSANDRO ROSSI / @amrossi55 (Fonte Pictet)
Target Cos’è
Si tratta della disciplina che regola i servizi finanziari europei.
Costi
I costi devono essere indicati al cliente in modo aggregato: una misura complessiva che rende più immediato e chiaro l’ammontare degli oneri per l’investitore.
Tempistiche
Nel febbraio 2016 Bruxelles è intervenuta per posticipare di un anno l’effettiva applicabilità di Mifid 2. Il limite è ora fissato al 3 gennaio 2018.
MIFID2
I prodotti finanziari devono essere disegnati e circoscritti in relazione a un target ben preciso di esigenze, disposizione al rischio, capacità e competenze finanziarie.
Personale
Il servizio finanziario deve essere garantito da personale che abbia competenze adeguate e conoscenza dei prodotti offerti.
Incentivi Indipendenza
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Le imprese di investimento devono comunicare al cliente se l’offerta di consulenza è fornita da attori indipendenti oppure no.
Le società finanziarie non potranno prevedere meccanismi di remunerazione che potrebbero spingere gli operatori a raccomandare determinati strumenti finanziari piuttosto che quelli più aderenti alle esigenze dei clienti.
Performance Azimut
* Indice Fideuram dei fondi comuni
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+ 191% ca. (1.44%
superiore all’industria*)
250 200 150 100 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
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Il re della cucina Oldani racconta a PRIVATE il suo rapporto con il denaro e i risparmi accumulati Che deďŹ nisce una conseguenza degli obiettivi che ciascuno si pone nella vita
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DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
PRIVATE LEADER
Lei ama dire che la passione per il lavoro fa vivere felici e restare giovani. Ma qual è il suo rapporto con il denaro? È un tramite, un mezzo, non un fine. Non fa la felicità, è vero, ma poterne disporre consente di realizzare i propri progetti. Mi hanno insegnato a rispettarlo e a non sprecarlo perché è frutto del lavoro, e a pagare sempre adeguatamente il lavoro degli altri. 29
Dall’alto: insalata di fragole e basilico, granita di pomelo (foto di: Brambilla Serrani), uno scorcio degli interni del D’O di Cornaredo (foto di: Beppe Raso)
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A lato: Davide Oldani (foto di: Sebastiano Rossi)
Il suo nuovo ristorante, il D’O, ha aperto i battenti a giugno di un anno fa. Davide Oldani, uno degli chef che ha scritto un pezzo della storia della cucina italiana, considera il suo ‘luogo’ un po’ come l’essenza del suo mestiere che viene, innanzitutto, da una passione. E il suo nuovo locale è un progetto che si porta dietro da tempo. “Per un anno ho dedicato al progetto il 90% della mia energia”, ha detto Oldani. Questo luogo, che lui ha voluto come una grande casa, è stato progettato dallo studio Lissoni (Ugo Pennella ha seguito il progetto strutturale e gli architetti sono David Lopez Quincoces e Stefano Castelli) ed è costruito così: il tinello, la cucina a vista, la sala, il salotto e le tende a quadretti. Il tutto in versione minimal. Il nuovo ristorante (il primo D’O è stato fatto nel 2003) è su due piani con affaccio sulla piazza di San Pietro all’Olmo, frazione di Cornaredo, a meno di 20 chilometri da Milano. L’ex allievo di Gualtiero Marchesi ha appena compiuto 50 anni. È il momento per un primo bilancio.
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capitare di alzare la voce, ma cerco di impostare con i miei collaboratori un rapporto di fiducia.
Come nasce la sua passione per la cucina? Volevo fare il calciatore, e quando il mio sogno si è infranto - più che lui a “infrangersi” sono stati tibia e perone - sono ricorso al mio “sogno di scorta” come lo chiamo io: la cucina. Vale sempre la pena averne uno, può salvarti e riservarti bellissime sorprese. È un autodidatta o la sua famiglia lo ha sostenuto? Mi ha sempre sostenuto, soprattutto mi ha insegnato l’impegno e la costanza. Studiavo e come tutti qualche volta sarei rimasto a casa a dormire, ma mia madre mi diceva “dai su, sforzati per oggi… magari domani…”. E domani? Beh, era uguale. Ma, insieme agli stessi doveri, c’era sempre mia madre a spronarmi. Si dice che l’atmosfera della sua cucina sia piuttosto armoniosa. Come gestice i collaboratori? Cerco di tenere un clima calmo, aiuta a lavorare bene. Di certo può
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In questa pagina: due piatti di Davide Oldani. In alto cipolla caramellata, grana padano selezione D’O caldo e freddo. A fianco battuta d’inizio
Cosa è per lei l’eleganza? Un amalgama di cura dei dettagli ed essenzialità; una miscela di estetica e funzionalità. Con l’apertura del nuovo D’O, ho voluto sottolineare ancora meglio questa mia visione dell’estetica: la forma deve esprimere in modo raffinato la sostanza e non prendere il suo posto. Nelle mie scelte cerco sempre di farmi guidare dall’etica dell’estetica e in questo senso per me l’eleganza è una forma di rispetto. Cosa le piace in generale? Il bello. Che sia un oggetto d’arredo, un’opera o un capo di abbigliamento. Ai giovani cosa direbbe? Di capire che prima devono studiare e poi usare il talento. Il mio invito è
a rimanere nel settore, anche se non riescono a diventare cuochi perché c’è un gran bisogno di gente capace nel mondo della ristorazione e della grande distribuzione. Per lei a cosa serve il denaro? A sopravvivere e a realizzare i propri sogni, anzi a potersi permettere di farli avverare. Il denaro arriva da solo. È una conseguenza diretta di quando si fa tutto con grande passione e motivati dalla soddisfazione che ne deriva. Non bisogna mai pensare al denaro in quanto tale, ma agli obiettivi e a come realizzarli. Quali sono i prossimi? Fare sempre meglio il mio lavoro, ma senza privare eccessivamente la mia famiglia della mia presenza e vicinanza. Continuare a testimoniare la grande cucina del nostro Paese, dentro e fuori dall’Italia. Sorprendermi ancora per nuovi incontri umani e professionali. Intendo dedicarmi tanto alla parte di ricerca e sviluppo. Questo non vuol dire che non cucinerò più, ma che passerò più tempo a dare consigli e a formare. Mi sento allenatore-giocatore. Mangia bene? Seguo una dieta a rotazione. Un giorno carne, quello successivo pesce, un giorno sono vegano e un altro non mangio del tutto. Cosa rimpiange? Non ho rimpianti, né rimorsi.
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Energia per il lavoro Greco (Bper) si racconta a PRIVATE, dagli hobby allo stile di leadership Quanto ai clienti, spiega, saranno sempre più attenti e tecnologici DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
Classe 1966, Fabrizio Greco è quello che si può definire un “capitano di lungo corso” del settore. Dopo aver iniziato infatti la sua carriera professionale nell’ambito della consulenza aziendale fa il suo ingresso nel settore bancario. Dal Credito Emiliano a Ersel, ricopre ruoli via via crescenti. Dal primo luglio di quest’anno passa al gruppo Bper, dove assume il timone della direzione wealth e investment management. Greco si racconta a PRIVATE in un rapido scambio di battute. La professione sognata da giovane? Ho sempre pensato che avrei fatto l’avvocato, professione di grande tradizione in famiglia. Il rapporto con il denaro a 20 anni? Né cicala, né formica, non avendo disponibilità economiche significative per pormi il problema di spendere o risparmiare.
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Quali sono stati i primi passi professionali? Dopo una parentesi universitaria, la prima vera esperienza professionale è stata nella consulenza presso Andersen Consulting. La considero
Fabrizio Greco
BANKER ITALY
ancora oggi un’esperienza importante, formativa e molto gratificante.
Amo viaggiare e praticare sport all’aria aperta
Come intende ed esercita il ruolo di leader? Preferisco uno stile partecipativo, sempre però orientato a completare un processo decisionale in tempi opportuni.
Come sono cambiati i clienti negli ultimi anni? Sono molto cambiati a seguito del significativo passaggio generazionale dei patrimoni accumulati a cavallo degli anni ’60-’70. Il cliente oggi ha un grado di cultura finanziaria maggiore e preferisce uno stile di gestione fortemente partecipativo, invece che delegante. Come saranno i clienti private di domani?
Hobby e interessi? Amo viaggiare e praticare sport all’aria aperta. Il mio tempo libero è comunque totalmente dedicato a seguire insieme a mia moglie la crescita dei nostri tre figli.
sono ancora oggi per me preziosi per affrontare le difficoltà della vita. Qual è l’episodio più curioso che le è capitato durante il lavoro? Ai primi tempi, quando ero ancora consulente, ho inavvertitamente bloccato all’interno di uno sportello bancomat tre persone, attaccando il mio pc a corto di alimentazione a una presa di corrente apparentemente inutilizzata.
Quanto ha portato della sua indole privata nella carriera lavorativa? I tratti salienti della mia indole privata mi accompagnano anche sul lavoro: energia positiva, espansività, orientamento al risultato e ... un pizzico di perfezionismo.
Il sogno nel cassetto? Disporre di tempo, energia e qualche disponibilità economica per girare il mondo con mia moglie, una volta che i nostri figli saranno diventati autonomi.
Ha un ricordo professionale e umano che la aiuta ad andare avanti nei momenti difficili? In consulenza ho incontrato una persona speciale, in grado di coniugare perfettamente dedizione sul lavoro attenzione alla crescita della sua numerosa famiglia. Era sempre pronto ad ascoltare e consigliare i più giovani. È scomparso prematuramente, ma il suo esempio e i suoi insegnamenti
In quale città andrebbe a vivere? Ho vissuto per una vita a Milano, città che ho amato profondamente e dove tuttora mi riunisco con la mia famiglia nel weekend. Poi per lavoro ho vissuto otto anni a Torino e da qualche mese sono a Modena: esperienze che mi hanno fatto scoprire città belle e vivibili e a comprendere che nel nostro Paese ci sono opportunità e risorse straordinarie. 33
A che cosa associa il termine esclusivo? È un termine che non amo molto, evoca immagini e situazioni quasi irraggiungibili o irripetibili. Piuttosto, con riferimento al servizio alla clientela private, mi piace pensare all’idea di un servizio dedicato, capace di interpretare, cogliere e se possibile anticipare le esigenze di ciascuno.
Ancora più attenti agli stimoli del contesto che li circonda, fortemente propensi al cambiamento e tecnologicamente molto evoluti.
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E il suo modo di intendere la professione? Mi dedico alla mia attività con grande impegno, passione e interesse: mi ritengo in questo senso fortunato, perché mi piace ciò che faccio.
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Assiteca alza il tiro L’ad Russo: “Caccia a consulenti e private banker che credono nell’autonomia” La Sim punta sul value investing, che privilegia l’analisi fondamentale DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
Assiteca Sim ha recentemente avviato il servizio di gestione di portafogli. Una novità per il gruppo nato dal sodalizio tra Alessandro Falciai, Roberto Russo e Assiteca Spa, società di brokeraggio assicurativo italiano indipendente, quotata in Borsa sul mercato Aim. A parlare delle strategie è l’amministratore delegato Roberto Russo.
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Il patrimonio gestito in Italia ha superato la soglia dei 2.200 miliardi di euro e il dato è destinato a crescere. Come vede il mercato in prossimità di Mifid 2? Fondi comuni e Sicav, fondi di fondi e polizze vita nella versione unit linked governano la raccolta: conflitti di interesse nella negoziazione e distribuzione dei prodotti, scarsa trasparenza nell’allocazione dei titoli sottostanti i prodotti stessi e costi impliciti elevati (turnover di portafoglio, commissioni di performance senza “high-water mark”) rappresentano le problematiche principali che l’industria si appresta ad affrontare in vista dell’imminente entrata in vigore della nuova normativa Mifid 2 che impone a tutti i player del risparmio
gestito maggiori oneri di trasparenza e di compliance. Maggiori costi si riflettono in minori rendimenti per i risparmiatori e spesso si traducono in confronti impietosi con i benchmark di riferimento di numerosi prodotti finanziari. Cosa succederà? L’avvento delle nuove normative (“Mifid 2” in materia di risparmio gestito, “Idd” e “Priips” in tema di prodotti assicurativi) impone maggiori costi in capo alle Sgr, in quanto la rendicontazione dovrà essere molto più accurata e, ad esempio, sarà obbligatorio presentare un rendiconto delle spese preventivo e consuntivo. Questo meccanismo di esplicitazione dei costi aiuterà i risparmiatori a comprendere con maggior chiarezza il profilo di rischio/rendimento sottostante i propri investimenti e si tradurrà, inevitabilmente, in una riduzione generale delle spese in capo ai sottoscrittori di prodotti finanziari, con conseguente contrazione dei margini di guadagno per i produttori e i distributori (tra cui i consulenti finanziari) dei prodotti stessi.
Qual è l’elemento distintivo del vostro processo di investimento? È il value investing, una metodologia basata sull’analisi fondamentale che tiene in forte considerazione la psicologia e la ricerca della razionalità. La società si è data una regola aurea: non raccomandare mai fondi o Sicav (che possono nascondere costi occulti) all’interno dei portafogli ma solo titoli o Etf. In sintesi, il nostro modello di business è basato sulla trasparenza dell’offerta, su una metodologia di investimento chiara e su una struttura dei ricavi estremamente semplice dove la componente delle commissioni di consulenza, di gestione e di raccolta e trasmissioni ordini, unitamente alle commissioni di performance, rappresentano gli unici elementi (trasparenti) di generazione del margine di intermediazione. Chi cercate? All’interno di uno scenario caratterizzato da una radicale trasformazione del mondo del risparmio gestito, ci rivolgiamo a consulenti finanziari e a private banker che desiderino svolgere la professione in modo indipendente.
BANK ITALY
già nominati da alcune primarie compagnie assicurative quali gestori delegati di polizze vita ramo III e ramo V. Il nostro obiettivo è raggiungere entro un anno (fine 2018) un patrimonio gestito compreso tra 100 e 150 milioni di euro, senza considerare l’opportunità offerta dai grandi mandati di investitori istituzionali. Ma parlare di cifre è limitativo, poichè non siamo ancora in grado di valutare le reali potenzialità del mondo Assiteca (broker). Chi seleziona i titoli? Il nostro team di ricerca è composto da quattro analisti concentrati sullo studio delle aziende e da un analista che si occupa di macroeconomia. Tutte le analisi sono interne e, per nostra scelta, non ci serviamo di ricerche di terze parti.
Cerchiamo professionisti che condividano il nostro approccio e la nostra filosofia di investimento e che aspirino a diventare parte integrante dell’azienda in un’ottica di condivisione e crescita reciproca.
Qual è il vostro obiettivo? Con la gestione intendiamo catturare, in qualità di gestori diretti, fondi pensione, fondazioni, casse, il mondo del private banking e i family office; inoltre siamo stati
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Roberto Russo
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Non raccomandiamo mai fondi o Sicav, ma solo titoli ed Etf
Veniamo a lei: quali sono i suoi hobby? Suono il pianoforte da quando ero ragazzo e sono appassionato di musica in generale; amo la lettura, per ragioni di lavoro monopolizzata da tematiche legate all’economia e alla finanza e, da curioso quale sono, mi piace viaggiare, anche se purtroppo sia io, sia mia moglie abbiamo poco tempo per farlo. Sono un grande appassionato di sport, gioco a tennis e a paddle e sono un grandissimo tifoso del Napoli (passione/malattia incurabile dalla nascita) che, quando posso, seguo con vecchi amici in trasferta, vivendo a Milano da 22 anni.
JOB & BANK
Contratti personalizzati Di fronte alla rigidità delle norme sul lavoro, si diffondono gli accordi su misura Risposte necessarie per un mercato che evolve a velocità elevata DI CLAUDIO MORPURGO*
Culturalmente il mondo del lavoro (e del credito, in particolare) sta mutando e, di fronte alla standardizzazione delle discipline collettive, sempre più vince il contratto individuale. Come mai in passato si assiste a un fenomeno di personalizzazione dei contratti individuali di lavoro siano essi subordinati, autonomi o di natura agenziale. Più le risorse diventano strategiche e più diventa opportuno individuare soluzioni creative per regolamentare le relative relazioni.
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Tutele per le aziende Basti ricordare la fase propedeutica in cui si ricercano assetti che per esempio tutelino la veridicità delle dichiarazioni contenute nel curriculum vitae del candidato (prevedendo, in difetto, penali o cause tipizzate di recesso), che assicurino un risarcimento all’azienda nel caso in cui il lavoratore, dopo essersi impegnato in un secondo momento a perfezionare il contratto di lavoro o, ancora, che definiscano la risoluzione del rapporto allorché, differentemente da quanto rappresentato, il lavoratore sia legato da patti di non concorrenza con il suo precedente
datore di lavoro ovvero leda illegittimamente interessi di terzi. Inoltre spesso, per facilitare l’ingresso di risorse in un nuovo contesto lavorativo, vengono inserite clausole che consentano a questi ultimi di liberarsi immediatamente dal precedente impiego potendo contare indirettamente su corrispettivi da erogare in sostituzione dell’indennità sostitutiva del preavviso o di elementi variabili che rischiano di perdere potendo avere, ab origine, la certezza di welcome bonus e di trattamenti garantiti almeno per il primo periodo di lavoro. Il fattore durata Un altro tema che viene con frequenza regolamentato è il fattore durata nell’ambito del rapporto di lavoro: con i patti di retention le parti, nell’interesse comune ovvero di una di esse, si obbligano, per un determinato periodo di tempo e a fronte di un corrispettivo (in denaro, ma pure di altra natura, quali l’erogazione di formazione e la previsione di percorsi di crescita), a non esercitare la facoltà di recesso. In queste ipotesi, dinanzi a un recesso anticipato senza la sussistenza di una
giusta causa o di una impossibilità sopravvenuta della prestazione, scatta un obbligo risarcitorio a favore della parte receduta. Sempre in una prospettiva di fidelizzazione delle risorse chiave, vanno ricordati i patti di prolungamento del preavviso, cioè quelle pattuizioni individuali con le quali è stabilito, a fronte di un vantaggio economico o normativo per il lavoratore, un periodo di preavviso più lungo rispetto a quello indicato dalle discipline collettive. Con la conseguenza che il datore di lavoro, nel caso in cui il lavoratore non rispetti il periodo di preavviso concordato, ha diritto di ottenere l’indennità sostitutiva secondo la sua quantificazione maggiorata. Incentivazione ad hoc Di grande interesse sono anche quelle clausole contrattuali, sempre più sofisticate, che riguardano l’elemento della compensation dato che i sistemi di incentivazione presentano assetti non più a pioggia o meramente discrezionali essendo, finalmente, la diretta conseguenza di modelli che vogliono effettivamente misurare la performance individuale e dei team di lavoro. Si pensi, allora,
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ad articolati strumenti di valutazione delle risorse (oggetto di procedure trasparenti e oggettive), a incentivi - anche a medio e lungo termine sotto forma di piani azionari, di stock options o strumenti finanziari. Non vanno poi dimenticati strumenti premiali/benefit di natura previdenziale, assistenziali o di welfare aziendale, come i piani morte o invalidità, quelli pensionistici integrativi e i piani di assistenza sanitaria. La personalizzazione del rapporto di lavoro concerne anche ambiti ulteriori quali la disciplina della materia della non concorrenza post-contrattuale (i patti di non concorrenza, di divieto di storno, di cooperazione), della riservatezza, nonché delle tutele delle conoscenze e delle informazioni acquisite nel corso del rapporto di lavoro.
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Claudio Morpurgo
*Partner dello studio di giuslavoristi Morpurgo e Associati
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Diventa cruciale la capacità di fornire servizi aggiuntivi che vadano oltre la consulenza sugli investimenti, ad esempio su pianificazione finanziaria, gestione del rischio e successione, in particolare per la fascia alta di mercato
Oltre i vincoli Da quanto detto appare evidente una tendenza che sempre più si sta affermando all’interno del mercato del lavoro. Le parti, con coraggio e fantasia, operano per superare la disciplina vincolistica, tradizionalmente caratteristica in Italia, per ricercare nuove soluzioni che contribuiscano a rendere il contratto di lavoro individuale una regolamentazione su misura, in grado di dare certezza ai rapporti e contenuti innovativi al loro svolgimento.
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La parte femminile Capacità di ascolto, passione e determinazione sono tratti tipici delle donne Aspetti che possono aiutare a svolgere bene la professione di banker DI PAOLO MARTINI /
paolomartini73
Il mondo della consulenza finanziaria vive a volte di stereotipi, come ad esempio la credenza che il settore sia solo appannaggio maschile. Un cliché che potrebbe rischiare di generare un effetto da “profezia che si autoavvera” e sprecare un bacino di ricchezza e potenzialità. Nel corso degli anni ho avuto modo di incontrare un gran numero di consulenti e private banker e mi sento di affermare che le donne che hanno deciso di intraprendere questa carriera si rivelano mediamente più brave dei loro colleghi maschi, arrivando a gestire portafogli di dimensioni davvero importanti.
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Competenze in rosa Le ragioni di questo successo risiedono probabilmente in alcune competenze in cui le donne tipicamente eccellono e che dovrebbero essere alla base della nostra professione, quali ascolto, passione, determinazione, capacità di fare networking, in virtù dell’attenzione dedicata al mantenimento di relazioni interpersonali di qualità, e di ottimizzare la gestione del tempo
Le iscritte all’Albo Ocf, stando al consuntivo 2016, si fermano al 20% del totale e del lavoro, arte spesso femminile necessaria per adempiere ai molteplici ruoli che le donne ricoprono. Harvard Business Review ha pubblicato una ricerca dalla quale emergono per le donne punteggi più alti rispetto agli uomini in 12 su 16 competenze associate alla leadership, tra cui spirito di iniziativa, integrità, predisposizione a ispirare gli altri, a lavorare in squadra e a conseguire gli obiettivi. Poche consulenti Se si guarda ai numeri della consulenza finanziaria si scopre però che al 31 dicembre 2016 le donne rappresentavano solo il 20% del numero totale degli iscritti all’Albo Ocf: una percentuale ancora esigua seppur in crescita di quasi il 5% rispetto all’anno precedente. Negli
Stati Uniti ad esempio si supera il 30%. La nostra professione ha bisogno anche delle idee, del pragmatismo e della sensibilità femminile che non vanno solo a beneficio dei clienti ma, secondo me, dell’intero nostro settore. Per questo spero che nei prossimi anni aumenti la percentuale di donne private banker e consulenti, perché più diversità significa maggiore confronto ed è elemento indispensabile per favorire il pensiero laterale. Se comprenderemo e metteremo in atto questo principio, anche noi banker maschi potremmo trarrne vantaggio.
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Assicurazioni alla svolta Mancano poche settimane al recepimento della direttiva europea Idd Così la distribuzione delle polizze cambierà volto in maniera radicale DI LUCA ZITIELLO*
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La direttiva Idd (Ue 2016/97 del 20 gennaio 2016), che entrerà in vigore il prossimo 23 febbraio, stabilisce nuove regole sulla distribuzione assicurativa. Avvicinando questo comparto alla disciplina e alle regole di condotta fissate dalla Mifid 2
per l’ambito della distribuzione finanziaria. Italia avanti Il nostro Paese è stato antesignano in Europa nell’applicazione delle norme dell’intermediazione
finanziaria alla distribuzione dei prodotti finanziari assicurativi essendo ciò avvenuto fin dal 2006. Con la Legge risparmio e con il decreto Pinza, sulla spinta di noti scandali finanziari, venne modificato il Tuf e introdotto il
ASSET
famoso art.25 bis che rendeva applicabili le norme sui contratti e sulle principali regole di condotta finanziarie alle polizze unit linked e ai contratti assicurativi di capitalizzazione. Non solo. A questo ha fatto seguito un importante indirizzo giurisprudenziale che, in alcuni casi, ha addirittura reso applicabili quelle norme in via retroattiva alla distribuzione di prodotti finanziari assicurativi avvenuta prima del 2006.
europeo che nazionale. In Europa la formazione del quadro normativo non è ancora terminata: basti pensare che sono appena stati messi in pubblica consultazione due importanti regolamenti europei sui doveri informativi e sulla product governance. In Italia è attualmente in discussione alla Camera il disegno di legge delega di recepimento, proveniente dal Senato, a cui poi dovranno seguire il decreto legislativo e i regolamenti di attuazione. Nel testo della legge delega si percorre la strada della ripartizione delle vigilanze: all’Ivass quella sulla ideazione dei prodotti da parte delle compagnie
*Luca Zitiello, fondatore dello studio legale Zitiello e Associati, è autore di libri e di numerose pubblicazioni in tema di intermediazione finanziaria.
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Adozione a rilento Il processo di recepimento della Idd è piuttosto lento sia a livello
Luca Zitiello
Tempi stretti Resta comunque un notevole problema di timing. Il lavoro che il mercato deve compiere per adeguarsi alle nuove regole entro il 23 febbraio 2018 è enorme. E ciò soprattutto nel settore distributivo tradizionale che, storicamente, è rimasto immune dall’applicazione di Mifid 1 e per il quale quindi il passaggio a Idd risulta quindi ancora più arduo. La non completezza del quadro normativo a così poco tempo dal via non fa che moltiplicare le richieste di proroga che, pur condivisibili, non contribuiscono a un quadro di certezza, tenuto conto che, in ogni caso, trattandosi di normativa europea, non sembra credibile l’ipotesi di un rinvio confinato al territorio nazionale.
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La regola del doppio canale Nonostante ciò, viviamo ancora in un regime caratterizzato dal principio del doppio canale, secondo cui, a parità di prodotto distribuito, si applicano regole diverse a seconda che la polizza sia commercializzata da una banca attraverso i propri consulenti finanziari, oppure dal canale tradizionale assicurativo costituito dai broker e dagli agenti assicurativi. Nel primo caso si applicano le regole del Tuf, nel secondo quello del codice delle assicurazioni. Quello che ci si attende dalla implementazione di Mifid 2 e di Idd è proprio il superamento di questo principio di duplicità, ossia finalmente delle regole comuni che valgano per tutti indipendentemente dal tipo di canale distributivo utilizzato per la commercializzazione dello stesso prodotto finanziario assicurativo.
e sulla distribuzione diretta o quella svolta attraverso agenti e broker, alla Consob quella sulla commercializzazione compiuta tramite banche. C’è da augurarsi che però questa suddivisione di vigilanze per sfere di influenza si fondi su un supporto normativo e regolamentare comune che faccia definitivamente superare, quantomeno in tema di norme di condotta applicabili, il regime del doppio canale.
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Boutique d’eccellenza Banca Zarattini di Lugano conserva un profilo esclusivo, ma si apre alle acquisizioni Tre i filoni del business: private banking, asset management e fixed income desk DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
La recente acquisizione di Bim Suisse non esaurisce la voglia di crescita di Banca Zarattini, istituto elvetico con 72 dipendenti, che ha chiuso il terzo trimestre 2017 con asset in gestione per circa 2 miliardi di franchi svizzeri e un Tier 1 al 25,08%.
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Club di imprenditori È una storia recente quella del gruppo Zarattini, ma dal ritmo incalzante. Nasce nel 1985 su iniziativa del fondatore Mario Zarattini, fisico nucleare di formazione, ma interessato all’ambito finanziario. La sua passione e il suo orientamento pioneristico e innovativo danno il via a un processo in continua espansione ed evoluzione, portando la private bank con headquarter a Lugano ad avere il profilo innovativo e internazionale di oggi. Gli imprenditori che il fondatore ha riunito intorno a sé - tra cui Flavio Quaggio, attuale direttore generale - hanno sviluppato una boutique bank che investe tre aree principali di business: private banking, asset management e fixed income desk. Quanto alla prima, l’approccio è
evidente sin dalla presentazione sul sito internet aziendale: “Affidarsi a operatori esperti e prudenti: questo è il Private Banking di Zarattini & Co Bank”. Insomma, prudenza nel solco della tradizione elvetica nella gestione dei grandi portafogli. Presenza internazionale Il gruppo è inoltre presente a Malta, con Zarattini International Ltd., che offre servizi d’investimento e custodian a fondi d’investimento. Tiene a sottolineare Andrea Terzariol, deputy general manager della banca: “La nostra strategia è orientata alla crescita, che può avvenire per linee esterne e interne. Per esempio, l’operazione di closing con Bim Suisse è espressione della nostra attitudine allo sviluppo, all’innovazione e all’incremento dimensionale. L’acquisizione ci permette di consolidare la nostra presenza sul mercato elvetico; mentre con il gruppo Bim l’obiettivo è sviluppare una partnership commerciale strategica”. Terzariol è anche membro del cda di Zarattini international Ltd – Malta ed è vice direttore generale, membro della direzione, responsabile del
BANK INTERNATIONAL
La nostra strategia è orientata alla crescita, che può avvenire per linee esterne e interne. Per esempio, l’operazione di closing con Bim Suisse è espressione della costante attitudine allo sviluppo
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Andrea Terzariol
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private banking di Banca Zarattini & Co SA. Gli interlocutori a cui si rivolge il gruppo sono i clienti facoltosi svizzeri e internazionali a cui si offrono servizi di wealth management. Il gruppo è anche fabbrica di prodotti attraverso fondi di investimento tradizionali, con la sicav di proprietà “Timeo Neutral Sicav”, e alternativi (non performing loans).
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Occhi puntati sull’Italia Con l’operazione Bim cresce l’attenzione nei confronti del nostro Paese. Grazie alla licenza ottenuta da Banca d’Italia, Banca Zarattini & Co. ha infatti la possibilità di offrire i propri servizi bancari in regime di libera prestazione di servizi, senza stabile organizzazione. L’alleanza strategica tra Banca Zarattini & Co. e Bim è una collaborazione cross-border: Bim offrirà i servizi di investimento ai clienti italiani. Queste prestazioni sono basate su un deposito in Svizzera. L’idea è di dotarsi di una forte alleanza e sinergia nell’offerta alla clientela più facoltosa. Nel futuro la banca pensa di replicare lo stesso schema su altre piazze attraverso operazioni di acquisizione totalitaria o di maggioranza e lo sviluppo di partnership strategiche. E Terzariol conclude spiegando: “Le operazioni strategiche che il cda di Banca Zarattini & Co. sta valutando sono diverse e replicare sinergie interessanti come quella con Bim, anche su altre piazze finanziarie,
Vista degli interni della sede di Banca Zarattini
La storia in pillole Il gruppo Zarattini nasce in Italia come Commissionaria in titoli e più tardi viene trasformato in una Società di intermediazione mobiliare (Sim) regolata dall’Autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari (Consob). Nel 1991 viene lanciato Martin Group Ltd., un fondo hedge di diritto British Virgin Islands gestito secondo strategie market neutral. A Lugano nasce Zarattini & Co Bank SA, società fiduciaria dedicata alla gestione di patrimoni privati con tecniche d’investimento alternative, non correlate all’andamento degli indici di Borsa. Nel 2001 la Commissione federale delle banche svizzere accorda a Zarattini & Co Bank la licenza di security dealer (commerciante in valori mobiliari): da questo momento la società intraprende l’iter per ottenere l’autorizzazione bancaria. Nel 2005 Finma (già Commissione federale delle banche svizzere) autorizza la società a esercitare l’attività bancaria. Nel 2011 Zarattini & Co Bank acquisisce il 100% di Banca Euromobiliare (Suisse) da Credito Emiliano e la divisione negoziazione di Prometeo Investment Services SA, investment house specializzata nella consulenza e nell’intermediazione di prodotti finanziari innovativi. Nel 2015 sigla un accordo con Cfo Sim Corporate Family Office per dare vita al progetto Timeo Neutral Sicav, attingendo alle expertise di entrambi i team di gestione e offrendo una gamma di soluzioni più ampia. Sempre dal 2015, il gruppo è presente a Malta, con Zarattini International Ltd., sister company che offre servizi d’investimento e custodia a fondi d’investimento.
è un’ambizione intrinseca del nostro carattere”. Quindi, “cogliere altre opportunità sul mercato attraverso la collaborazione con partner capaci e affidabili è per
noi una delle leve principali per lo sviluppo dell’azienda. Facciamo molto affidamento sulle partnership strategiche, con collaboratori solidi e prestigiosi che crescano con noi”.
Errata corrige Nello scorso numero, per un errore di battitura nell’articolo “Piazzetta molto private”, è stato riportato erroneamente il nome di Angelo Viganò. Ce ne scusiamo con l’interessato e con i lettori.
C’è solidità nella consistenza. Threadneedle (Lux) Global Multi Asset Income Fund. Consistenza è avere un approccio collaudato e solido come una roccia. Il Fondo punta a generare una cedola annua investendo in azioni e obbligazioni globali e costruendo attivamente il portafoglio per adattarlo alle mutevoli condizioni di mercato. Scopri come le nostre competenze a livello globale, la capacità di adattarsi e le solide risorse possono contribuire al successo dei tuoi investimenti.
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Performance lorde in valuta base USD annualizzate al 30.06.2017. Cedola lorda 2015 e 2016 della classe DUP in USD (ISIN LU1129921117). Data di lancio del fondo 4 Novembre 2014.
columbiathreadneedle.it/GMAI Informazioni importanti. Il rendimento previsto è solo un obiettivo, il cui raggiungimento non può essere garantito. Le performance passate non sono garanzia dei risultati futuri. Il valore degli investimenti e il reddito non sono garantiti e possono diminuire o aumentare e SRVVRQR HVVHUH LQƃXHQ]DWL GDOOH ƃXWWXD]LRQL GHL FDPEL 4XHVWR VLJQLƂFD FKH XQ LQYHVWLWRUH SRWUHEEH QRQ UHFXSHUDUH OpLPSRUWR LQYHVWLWR 7KUHDGQHHGOH /X[ Å XQD VRFLHW½ GpLQYHVWLPHQWR D FDSLWDOH YDULDELOH 6RFLÆWÆ GpLQYHVWLVVHPHQW ½ FDSLWDO YDULDEOH R q6,&$9r FRVWLWXLWD DL VHQVL GHOOD QRUPDWLYD YLJHQWH QHO *UDQGXFDWR GL /XVVHPEXUJR /D 6,&$9 HPHWWH ULPERUVD HG HIIHWWXD FRQYHUVLRQL GL D]LRQL GL GLYHUVH FODVVL TXRWDWH VXOOD %RUVD 9DORUL GL /XVVHPEXUJR /D VRFLHW½ GL JHVWLRQH GHOOD 6,&$9 Å 7KUHDGQHHGOH 0DQDJHPHQW /X[HPERXUJ 6 $ FKH VL DYYDOH GHOOD FRQVXOHQ]D GL 7KUHDGQHHGOH $VVHW 0DQDJHPHQW /WG H R GL DOWUL VXE FRQVXOHQWL VHOH]LRQDWL /D 6,&$9 Å UHJLVWUDWDLQ ,WDOLD ,O SUHVHQWH PDWHULDOH Å UHDOL]]DWR D VFRSL SXUDPHQWH LQIRUPDWLYL H QRQ FRVWLWXLVFH XQpRIIHUWD R XQD VROOHFLWD]LRQH DOOpDFTXLVWR R DOOD YHQGLWD GL TXDOVLYRJOLD WLWROR R DOWUR VWUXPHQWR ƂQDQ]LDULR QÆ DOOD IRUQLWXUD GL VHUYL]L R FRQVXOHQ]D LQ PDWHULD GL LQYHVWLPHQWL 6L LQYLWDQR JOL LQYHVWLWRUL D OHJJHUH LO 3URVSHWWR LQIRUPDWLYR SULPD GL LQYHVWLUH /H VRWWRVFUL]LRQL GL XQ )RQGR SRVVRQR HVVHUH HIIHWWXDWH XQLFDPHQWH VXOOD EDVH GHO 3URVSHWWR LQIRUPDWLYR H GHO 'RFXPHQWR FRQWHQHQWH OH LQIRUPD]LRQL FKLDYH SHU JOL LQYHVWLWRUL SLÖ UHFHQWL QRQFKÆ GHOOH XOWLPH UHOD]LRQL DQQXDOL R VHPHVWUDOL FKH VRQR GLVSRQLELOL JUDWXLWDPHQWH VX ULFKLHVWD H GHL WHUPLQL H GHOOH FRQGL]LRQL DSSOLFDELOL 3HU XOWHULRUL LQIRUPD]LRQL VXL ULVFKL DVVRFLDWL DJOL LQYHVWLPHQWL LQ TXDOVLDVL IRQGR H LQ SDUWLFRODUH QHO SUHVHQWH )RQGR VL ULPDQGD DOOD VH]LRQH q)DWWRUL GL ULVFKLRr GHO 3URVSHWWR LQIRUPDWLYR 7KUHDGQHHGOH 0DQDJHPHQW /X[HPERXUJ 6 $ 5HJLVWUDWD SUHVVR LO 5HJLVWUH GH &RPPHUFH HW GHV 6RFLHWHV /XVVHPEXUJR QXPHUR GL LVFUL]LRQH % UXH GH OD 9DOOÆH / /XVVHPEXUJR *UDQGXFDWR GL /XVVHPEXUJR &ROXPELD 7KUHDGQHHGOH ,QYHVWPHQWV Å LO PDUFKLR JOREDOH GL JUXSSR GHOOH VRFLHW½ &ROXPELD H 7KUHDGQHHGOH FROXPELDWKUHDGQHHGOH LW _ - B3ULYDWH
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Rupert Murdoch e la moglie Jerry Hall
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Murdoch, sotto a chi tocca Si è aperta la caccia alla successione dell’86enne capostipite Rupert I figli maschi James e Lachlan in pole, ma la transizione si annuncia complessa DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
Donne, soldi ed eredi Nato l’11 marzo 1931 a Melbourne, Australia, dove i suoi antenati scozzesi erano emigrati, Rupert è figlio di Keith Murdoch, giornalista di guerra ed editore, dal quale ha ereditato alcune testate, tra cui il Sunday Mail e the News. Negli anni ‘70 ha cominciato a comprare giornali americani e a costruire il suo impero, fondando nel 1979 News Corp., la holding che raggruppa le proprietà editoriali. Nel 1985 ha acquistato la 20th Century Fox Film Corp. entrando nel mondo dell’intrattenimento. L’anno dopo ha lanciato il canale tv via cavo Fox. Nel 1989 ha fondato la tv satellitare Sky. Nel 1956 ha sposato in prime
nozze Patricia Booker, da cui è nata la figlia Prudence. Dopo il divorzio ha sposato, nel 1967, Anna Maria Torv Mann, dalla cui unione sono arrivati tre figli, Elisabeth, James e Lachlan. In seguito al divorzio nel 1999, si è sposato con Wendi Deng, vicepresidente di Star Tv. Da quest’ultimo matrimonio sono nate Grace e Chloe. Nel giugno 2013 ha divorziato per la terza volta da Wendi Deng, con cui stava dal 1999, dopo sei mesi di “divergenze irreparabili”. Il 4 marzo 2016 ha sposato la ex di Mick Jagger, la fotomodella Jerry Hall. Il delfino James il “delfino” ha la carica più alta nel gruppo, quella di ad di 21st Century Fox, la società che vale 55 miliardi di dollari a Wall Street e controlla le reti e produzioni tv Fox, gli studi cinematografici e ha una quota del 39% di Sky, l’operatore europeo di tv, internet e telecom. Lachlan è co-presidente con il padre sia di 21st Century Fox sia della seconda società nata dalla scissione dell’impero nel 2013, News Corp, che in Borsa vale 7 miliardi di dollari e pubblica libri e giornali, 47
Il testimone passa di mano Di certo l’uomo che possiede televisioni, cinema e quotidiani negli Stati Uniti, in Europa e in Australia, come Fox, Sky e il Wall Street Journal, ha già cominciato a trasferire una parte dei suoi poteri ai due eredi maschi. Il tycoon, conosciuto come “lo squalo” e con un patrimonio personale stimato intorno ai 13,9 miliardi di dollari, ha sempre avuto legami stretti con la politica, in tutti i Paesi dove operano i suoi giornali e le sue tv. E quasi sempre ha scelto di corteggiare chi stava al potere: si è
schierato a favore della Brexit dalle pagine del quotidiano inglese The Sun e a favore della presidenza di Donald Trump attraverso il canale tv Fox News. E quasi sempre è uscito vincitore dalle sue personali e pubbliche battaglie, a conferma del suo primato di imprenditore dei media più influente al mondo. Ecco che, anche per questo, non è affatto semplice capire quando e come avverrà la successione.
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L’ottantaseienne Rupert Murdoch, il magnate dei media dalle origini australiane a capo di un impero che vale più di 60 miliardi di dollari, tra non molto dovrà cedere lo scettro del comando. Ai nastri di partenza, a coglierne il testimone, ci sono i due figli maschi, James di 44 anni e Lachlan di 46, che già ricoprono molti ruoli chiave nelle aziende di papà, mentre la figlia Elisabeth non appare interessata a un ruolo di comando nelle attività del gruppo. Rupert, intanto, tiene salda la posizione.
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fra i quali il Wall Street Journal e The Sun. Il ceo di News Corp è Robert Thomson, ex direttore del WSJ. Come capo di 21st Century Fox, James sta gestendo la sua prima grande operazione: il rilancio dell’offerta di acquisto del 61% di Sky non ancora posseduto, per 11,7 miliardi di sterline (14,8 miliardi di dollari), per una valutazione complessiva di Sky che arriva a 18,5 miliardi di sterline. Un primo tentativo non era andato a segno nel 2011, a causa dello scoppio dello scandalo delle intercettazioni illegali delle telefonate fatte dai giornalisti di News of the World,
il tabloid londinese pubblicato da News International, sempre del gruppo Murdoch. Non è chiaro se stavolta la scalata avrà successo. Il ricordo dello scandalo del 2011 è ancora fresco: oltre centomila persone hanno firmato una petizione chiedendo al governo britannico di sottoporre l’offerta di acquisto all’autorità britannica di regolamentazione dei media, la Ofcom. Il governo del Regno Unito ha per ora quindi posto un freno alle ambizioni di Fox, annunciando alla Camera dei Comuni la necessità di esaminare ulteriormente tutte le carte. Uno Da sinistra: Lachlan Murdoch, Rupert Murdoch
Sotto: l’ingresso della News Corp a New York
dei più attivi oppositori del clan Murdoch è l’ex leader dei laburisti, Ed Miliband, che cita un rapporto di Ofcom del 2012, sull’opportunità di concedere una licenza tv a Sky. Secondo Miliband, emerge da quel rapporto che Sky può avere la licenza solo se i Murdoch restano azionisti di minoranza e se il James non assume un ruolo esecutivo. James è il più giovane dei tre fratelli e all’inizio non sembrava destinato a lavorare nell’impresa familiare. Ha frequentato Harvard da studente dove ha contribuito alla rivista Harvard Lampoon, facendo un fumetto chiamato Albrecht the Atypical Hun. Ha lasciato prima di laurearsi e ha fondato, con due amici, Rawkus Records: l’etichetta, ubicata tra un ristorante di falafel e un negozio porno nel quartiere Tribeca di New York, si è ritagliata un posto nel folklore hip-hop di Manhattan. News Corp ha finito per acquisire Rawkus. Oggi James è impegnato nelle cause ambientaliste come la moglie Kathryn. E con lei ha sostenuto la candidatura di Hillary Clinton. L’outsider Lachlan, invece, fin da ragazzino era interessato al mondo del padre e ha lavorato come apprendista con i tipografi nei giornali del gruppo. Ma nel 2005 è avvenuta la grande rottura: l’erede ha abbandonato il suo posto a New York al dipartimento tv di News Corp per
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La buona gestione di un fondo possiede le stesse virtù di un elefante: prudenza, consapevolezza e lungimiranza. Queste caratteristiche, assieme a un’attenta selezione delle diverse asset class nel portafoglio, sono alla base delle strategie a lungo termine. Scopri le qualità dei fondi bilanciati di ETHENEA.
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Ethna-AKTIV (A) Inception date: 15.2.2002
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ethenea.com
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Ethna-DEFENSIV (A), (T) Inception date: 2.4.2007
Per informazioni dettagliate sulle opportunità e i rischi di un investimento nei fondi si rimanda al prospetto e al KIID (Informazioni Chiave per gli Investitori) nella versione di volta in volta vigente disponibili gratuitamente, unitamente al regolamento di gestione e alla relazione annuale e semestrale di ciascun fondo, sul sito internet della società di gestione ETHENEA Independent Investors S.A., ethenea.com. Prima dell’adesione leggere il prospetto.
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andare in Australia, probabilmente perché in contrasto con Roger Ailes, l’allora amministratore delegato delle reti Fox. Tornato nel gruppo nel 2015, ora Lachlan vive a Los Angeles e si occupa degli studios. Mentre la sorella maggiore Elisabeth, 49 anni, un tempo la favorita nella corsa al vertice dell’impero, ha vissuto male lo scandalo del 2011, e ha criticato il comportamento del padre e di James. I rapporti tra padre e figlia sono migliorati solo con il suo divorzio, nel 2014, da Matthew Freud, molto amico di Tony Blair, l’ex premier e chiacchierato amante
Wsj chiude Europa e Asia
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Il Wall Street Journal non stamperà più le edizioni per l’Europa e per l’Asia, nell’ambito di una riorganizzazione interna del giornale che prevede un maggiore focus sulle iniziative digitali. Il quotidiano finanziario fa parte del vasto impero mediatico della News Corporation, insieme al New York Post, al britannico Sun, al The Australian, alla tv satellitare Sky e a quella via cavo Fox (con le sue declinazioni tematiche), alla casa di produzione cinematografica 20th Century Fox e a numerosi giornali online.
dell’ormai ex moglie di Rupert, Wendi. Con un tatuaggio tribale sull’avambraccio sinistro, Lachlan non è abbottonato come il tipico dirigente aziendale. Appassionato di fotografia, alpinismo e di attività all’aria aperta, è quello più vicino al padre dal punto di vista caratteriale. Secondo Peter Macourt, l’ex ufficiale operativo della News Corp Australia che ha lavorato a stretto contatto con lui alla fine degli anni ‘90 e all’inizio del 2000, “sono entrambi molto aperti e sono interessati alle opinioni della gente. Con lui la conversazione era sempre bidirezionale e non ha mai avuto un modo dittatoriale di approccio alla gestione”. Tra i due fratelli, che hanno solo 15 mesi di differenza, c’è sempre stata una battaglia competitiva. Fonti vicine alla famiglia hanno però fatto sapere che non ci sono mai stati conflitti insanabili. Continua: “Non sono in perfetta sintonia ma, allo stesso tempo, non sono in guerra. Stanno perlopiù cercando di capire come muoversi al meglio”. Triumvirato pro-tempore La catena di comando oggi è coordinata dai due figli minori e dallo stesso Rupert, che gestisce Fox News da quando Ailes ha dovuto dimettersi lo scorso luglio, accusato di molestie sessuali alle giornaliste. La struttura di comando deve ora resistere agli scossoni dell’industria in cui i Murdoch operano: il crollo della pubblicità sulla carta stampata; la tendenza dei giovani a non
James Murdoch e la moglie Kathryn Hufschmid
abbonarsi più alla tv a pagamento; la competizione di gruppi capaci non solo di produrre, ma anche distribuire contenuti direttamente nelle case degli spettatori, come potrà fare il nuovo colosso AT&TTime Warner, se andrà in porto la vendita del padrone di Hbo, Cnn e Warner Bros alla società telecom. Sta di fatto che Rupert è in ufficio ogni giorno, Natale compreso. Si dice che le decisioni importanti le prendano congiuntamente. Ma la loro dinamica è molto strana, raramente si trovano insieme in un unico posto: Lachlan lavora nello studio Fox di Los Angeles, mentre James è all’edificio che condivide con News Corp a Midtown Manhattan. James starebbe costruendo anche una proprietà in una parte remota del Canada con la propria alimentazione idrica e solare. Quello che non hanno ancora elaborato è una chiara linea di autorità. Si dice nei corridoi.
REPORT
Ricchezza al raddoppio La McKinsey Private Banking Survey stima una crescita a 101mila miliardi di euro nel 2025 A trainare il mercato saranno l’Asia e l’esigenza di un servizio a 360 gradi
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DI ENRICO LUCCHINETTI* / GIORGIO LIBOTTE**
REPORT STUDY
Nuovi mercati Per l’Asia, ad esempio, la crescita prevista sale al 10% annuo: quest’area disporrà entro il 2025 del più ampio bacino di ricchezza, il 29% di quella mondiale, pari a circa 29mila miliardi di euro. A trainare questa espansione sarà la Cina, che rappresenterà il 23% della ricchezza mondiale e il 46% di quella asiatica. Il Nord America scenderà dunque al secondo posto e vedrà ridursi la propria quota dal 30% del 2016 al 26% del 2025, con un valore degli asset stimato a quasi 26mila miliardi di euro. In America Latina e in Europa centrale la crescita si attesterà al 9%.
Italia, +2% nel 2016 Se guardiamo all’Italia, la dinamica registrata nel 2016 non si discosta molto da quella europea in termini di crescita, con un +2% quasi interamente influenzato dall’effetto nuova raccolta, ed è sostanzialmente in linea rispetto agli anni scorsi in termini di redditività, con un margine di profitto costante a 31 punti base. Risultati migliori sono stati riscontrati nel primo semestre del 2017: le nostre stime preliminari mostrano, infatti, che il tasso di crescita in Italia delle masse di private banking in gestione è stato molto positivo, pari a circa il 4-5%, quasi interamente per effetto dei flussi di raccolta. Un trend guidato da varie dinamiche specifiche del mercato italiano, come ad esempio la commercializzazione dei Pir che stanno riscontrando un elevato successo commerciale, anche grazie
Europa in ripresa Per quanto riguarda l’Europa occidentale, invece, la crescita rallenterà con una media annua del 4% e gli asset al 2025 si attesteranno a 16,2 mila miliardi, pari al 16%
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della ricchezza mondiale, in calo rispetto al 19% registrato nel 2016. Per quest’area geografica in particolare, il 2016 è stato un anno sfidante: per la prima volta dal 2009 si è verificata una riduzione del pool di profitti del settore del private banking, dovuta a una limitata crescita delle masse, ferma al 3%, e margini di profitto in riduzione, con 23 punti base nel 2016 contro i 26 dell’anno precedente. Riduzione dovuta a una contrazione dei ricavi, guidata dalla combinazione di bassi tassi di interesse, un limitato contributo dell’attività di trading e un’azione contenuta sui costi.
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Il motore principale sarà la Cina, che tra otto anni rappresenterà il 23% della ricchezza mondiale
L’ultima edizione della ricerca McKinsey Private Banking Survey, effettuata su un campione di circa 200 banche private a livello globale, stima che la ricchezza finanziaria globale della clientela private, ossia gli individui con un patrimonio finanziario superiore al milione di euro, aumenterà quasi del doppio dal 2016 al 2025 passando da 59 mila miliardi a 101mila miliardi di euro. A livello globale, si prevede una crescita media annua degli asset intorno al 6%, in riduzione rispetto all’8% registrato tra il 2008 e il 2015, e con delle differenze geografiche marcate.
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e commissioni. In secondo luogo, diventa cruciale la capacità di fornire servizi aggiuntivi che vadano oltre la consulenza sugli investimenti, ad esempio su pianificazione finanziaria, gestione del rischio e successione, in particolare per la fascia alta di mercato.
Calano i margini degli operatori di private banking
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Fonte: McKinsey Private Banking Survey 2017
alla struttura del prodotto e ai suoi incentivi fiscali. L’effetto performance ha invece giocato un ruolo marginale, anche a causa della limitata esposizione ai mercati azionari della clientela private.
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Contesto più difficile La crescita di questi ultimi mesi non deve però far dimenticare alcune forze di mercato che stanno rendendo più difficile il contesto operativo. Una complessità che interessa tutta l’Europa occidentale, dove i flussi di nuova raccolta saranno più deboli e la crescita dipenderà soprattutto dalla performance degli investimenti degli asset esistenti. I ritorni attesi dei portafogli saranno tuttavia inferiori rispetto al passato, a causa
dell’incertezza economica, dei tassi di interesse che restano bassi e di una asset allocation relativamente conservativa in Europa. Investimenti a lungo termine In questo contesto, per generare valore per il cliente i principali operatori si stanno muovendo su alcune direttive. In primo luogo, si osserva una spinta verso prodotti con un orizzonte di investimento più lungo, ad esempio superiore a 5 anni. Oppure, per la clientela di fascia più alta, verso asset class alternative come credito e fondi che investono in asset meno liquidi. In particolare, tale trend è rilevante in un contesto come quello post Mifid 2 che richiede maggiore trasparenza su costi
Offerte tailor-made A questo si aggiunge un’accelerazione verso la digitalizzazione e la multicanalità: alcuni operatori stanno infatti evolvendo ulteriormente il proprio modello di servizio passando da un approccio tradizionale a uno molto più personalizzato, che tiene conto di comportamenti e preferenze della clientela anziché esclusivamente del loro patrimonio finanziario. Da ultimo, un’attenzione alla gestione dei talenti nelle reti di vendita e alla loro formazione, attraverso la trasmissione in maniera coerente dei valori, della visione, della strategia e della cultura aziendali.
Da sinistra: Enrico Lucchinetti e Giorgio Libotte
*Senior partner di McKinsey & Co. **Associate partner di McKinsey & Co.
HEDGE
Vendi e pentiti I mercati finanziari continuano il loro volo di Icaro Adesso è il momento di passare alla cassa DI ROBERTO FALZONI /
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I rendimenti delle obbligazioni si riducono sempre più, con un numero crescente di emissioni in territorio negativo, e questo influenza inevitabilmente le scelte di allocazione degli investimenti. Una situazione alla quale ha contribuito in maniera decisiva l’orientamento delle banche centrali, da tempo protagoniste di una politica ultraccomodante, che porterà gravi conseguenze nel futuro.
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PRIVATE
Scenario in miglioramento È anche vero che le prospettive dell’economia mondiale stanno migliorando, come evidenziato da vari indicatori economici e di fiducia dei consumatori (a cominciare dal Pil). L’inflazione - almeno in termini nominali - è in ripresa, e il rischio deflazionistico è stato debellato. Tutto quindi lascia pensare che stiamo entrando nella fase della ripresa economica, dove gli attivi azionari sovraperformeranno quelli obbligazionari in maniera rilevante. Oggi però la liquidità depositata in banca costa lo 0,4% annuo, tasso al quale devono aggiungersi le spese bancarie, senza dimenticare il rischio legato alla banca depositaria.
Quindi per l’investitore diventa indispensabile fare scelte ponderate di allocazione delle proprie risorse. Annata doc Il 2017 si sta rivelando a livello di performance dei fondi alternativi, come avevamo ampiamente previsto su queste colonne, un’annata doc. E le strategie di investimento su cui avevamo puntato - come i long/ short equity - ci stanno dando grandi soddisfazioni. È giunto però il momento, dopo dodici mesi ininterrotti di rialzi, di prendere alcuni profitti o proteggere i portafogli. L’acquisto di opzioni put è consigliato: anche grazie alla bassissima volatilità, i loro prezzi sono ai minimi storici. Ci sembra quindi una soluzione molto conveniente. Forse gli hedge fund resisteranno meglio dei gestori tradizionali, ma un “unwinding” di posizioni potrebbe creare dei vuoti d’aria sui mercati ed essere molto pericoloso per qualsiasi gestore. Nove mesi in crescita Nel mese di settembre l’indice degli hedge fund ha guadagnato
HEDGE
Rendimento indici 2017 (fino al 30 ottobre) 23,33%
Euro Stoxx 50
23,72%
JP Morgan Global Bond Index USD Hedged
-0,03%
JP Morgan Global Bond Index EUR non Hedged
-5,62%
HFRX Global Hedge Fund Index
6,54%
HFRX Equityx Hedge Index
9,16%
HFRX Macrcro/CTA Index
0,94%
HFRX Global Hedge Fund EUR Index
4,15%
HFRX EH Equity Market Neutral Index
1,54%
Fonte: Bloomberg
57
lo 0,42%, con una performance dall’inizio dell’anno in crescita del 5,5%. Anche in considerazione dei tassi d’interesse a zero, si può dire che questa classe di attivi è stata un vero motore di performance in un portafoglio diversificato. Dall’inizio dell’anno, inoltre, l’afflusso di nuovi capitali ha raggiunto 83 miliardi di dollari americani, il che porta il totale di attivi gestiti dagli alternativi a quasi 2.400 miliardi. I long /short equity da noi specialmente raccomandati da oltre un anno hanno guadagnato a settembre l’1,46% e sono a +9% da inizio anno. I Cta sono invece il fanalino di coda, avendo perduto l’1,37% in settembre, con un bilancio di -0,76% nei primi nove mesi del 2017. PRIVATE
Le prospettive dell’economia mondiale stanno migliorando, come evidenziato dal Pil e dagli indici di fiducia dei consumatori
MSCI World
OPINION
Digitale da sviluppare L’interesse della clientela italiana per i canali di interazione innovativi è elevato Nuovi servizi e prodotti per recuperare il divario con gli altri Paesi europei DI SIMONA MAGGI*
Una quota marginale, ma crescente di clienti del private banking è preparata e propensa a utilizzare la tecnologia per la finanza. Se si analizzano i touch point sperimentati negli ultimi sei mesi da un campione significativo della
58
PRIVATE
clientela private si può infatti rilevare come i canali a distanza stiano assumendo un ruolo rilevate (internet banking usato dal 73% degli intervistati e consultazioni del sito istituzionale dal 68%), sebbene
i contatti fisici (92%) e telefonici (84%) con il private banker e le visite in filiale rappresentino ancora la scelta più frequente (85%). Tre obiettivi Gli italiani utilizzano già i canali online per effettuare gran parte dei pagamenti e delle transazioni, ma assumono un comportamento più conservativo quando si tratta di acquistare prodotti finanziari più complessi. Se da un lato l’acquisto di prodotti e servizi bancari è meno frequente rispetto ad altri beni, la finalizzazione dello stesso richiede un maggiore coinvolgimento da parte del cliente e un processo decisionale più elaborato. L’effetto dell’online sulle vendite vale oggi circa il 30% dei ricavi delle banche ed è in considerevole aumento. La clientela private, per decidere o documentarsi su prodotti di investimento, utilizza come fonte privilegiata il private banker (79%), ma soprattutto la fascia d’età compresa tra i 35 e i 45 anni, con prevalenza sul genere maschile, vi affianca la lettura della stampa specializzata (52%) e la consultazione di siti di informazione
economico finanziaria (38%). Per quanto riguarda la scelta del canale dove completare l’acquisto vero e proprio, i confronti internazionali mostrano un’Italia in notevole ritardo rispetto agli altri Paesi europei. La differenza è dovuta alla bassa offerta digitale di prodotti e servizi, piuttosto che alla mancanza di interesse. Crescono i social network L’utilizzo della tecnologia in ambito finanziario si concentra prevalentemente su attività di consultazione. È interessante rilevare che il 25% dei clienti private intervistati, in particolare uomini con più di 64 anni, dichiara di frequentare social network. Una riflessione conclusiva riguarda il fatto che le future generazioni di clientela private si aspettano di poter avere un’esperienza multicanale integrata presso la propria banca. Lo sviluppo di un’offerta digitale distintiva basata sulla customer journey andrebbe considerata quindi una priorità. *Direttore scientifico di Aipb
OPINION
Un anno di Trump La riduzione delle imposte, grande promessa della campagna elettorale, non è arrivata La Borsa americana, invece, continua a segnare nuovi record. Fino a quando? DI MARCELLO GUALTIERI / @marce_gualtieri
elettorale di Trump, la riduzione del deficit della bilancia commerciale, non si registrano miglioramenti sostanziali. Il deficit è rimasto stabile intorno ai 42 miliardi al mese.
Occhio ai conti pubblici Il debito pubblico, dopo essere quasi raddoppiato durante la presidenza Obama, era stato bloccato per decreto al di sotto della soglia dei 20 miliardi; a marzo il decreto blocca debito è stato sospeso fino a dicembre per far fronte alle emergenze dell’uragano Harvey; a ottobre il debito pubblico ha quindi sfondato la soglia psicologica dei 20 mila miliardi e altri devastanti uragani si sono succeduti. La Fed guidata dall’obamiana Yellen (in scadenza a febbraio 2018 e chiaramente in uscita) negli ultimi 12 mesi ha rialzato i tassi dello 0,5% (sembra poco, ma in questi anni di tassi zero, è una gran cifra) e ha annunciato la riduzione dell’acquisto di titoli pubblici a partire da ottobre. Vedremo cosa succederà; in ogni caso in questo contesto è difficile immaginare realizzabile la riduzione delle imposte promesse. Anche su un altro dei punti forti della campagna
Bene Wall Street Sul fronte delle notizie positive, Wall Street continua il suo rialzo iniziato nel 2009 e continua a macinare record su record: su questo dato ovviamente concordano tutti, ma è diverso l’atteggiamento, se considerare questi record come segnali di una possibile bolla speculativa o come espressione di un’economia in ottima salute. Sul fronte della disoccupazione è continuato il buon andamento ereditato dall’amministrazione Obama, così come la crescita del Pil si mantiene in linea con quella degli ultimi anni, dati che confermano la buona salute dell’economia americana. Vedremo nei prossimi mesi come si svilupperà la situazione della più grande economia del mondo sotto l’amministrazione del più controverso presidente della storia americana. E se Wall Street non andrà incontro a una correzione. 59
35%. Al momento non è successo nulla, se non l’annuncio che l’imposta sulle società non potrà essere abbassata al 15%, ma al massimo si arriverà al 20%.
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Il 9 novembre 2016 Donald Trump è stato eletto 45° presidente degli Stati Uniti d’America. A distanza di un anno proviamo a fare un primo bilancio della Trumpeconomics. Va detto subito che del suo principale cavallo di battaglia, la riduzione delle imposte, non vi è traccia concreta. In campagna elettorale aveva lanciato una riduzione delle imposte sulle società dal 35% al 15% e per le persone fisiche dal massimo del 39,5% al
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LIFESTYLE COVER
GENERAZIONE IPHONE Steve Jobs ha cambiato le nostre vite rendendo tutto a portata di “touch” A dieci anni dal debutto, esce l’iPhone X. Il futuro secondo Tim Cook, l’ad di Apple DI MARTA CITACOV - HA COLLABORATO ROSAMARIA CONIGLIO / @7Martix
PERFETTO L’anteprima del nuovo iPhone X, presentato a settembre a Cupertino per celebrare il decennale dal debutto dello smartphone Apple. A sinistra, la pila dei modelli passati.
alla fotocamera a 12 megapixel e doppia lente. Ai sensori di ultima generazione, ai filtri “che non si possono ingannare”. Con batteria a ricarica wireless, iPhone X rischia di cambiare, di nuovo, le nostre vite. A partire da 1.190 euro. 61
dall’azienda con headquarter a Cupertino. “Il futuro”. Cook definisce così il “melafonino”. Un futuro che ci riconosce anche se cambiamo trucco o taglio di capelli, se ci facciamo crescere la barba. Grazie
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Sarebbe piaciuto al fondatore di Apple Steve Jobs? Secondo Tim Cook, l’amministratore delegato che ne ha preso il posto dopo la sua scomparsa, sì. iPhone X, che si legge ten (dieci), è il nuovissimo modello presentato in anteprima a settembre
TRAVEL
MONTI DA MADONNINA L’Engadina si conferma meta di personaggi della cultura, della finanza, del jet set milanese Chi conta si ritrova a Celerina. E non esclusivamente per praticare gli sport invernali
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L’Engadina da sempre è la meta esclusiva del gotha italiano, soprattutto milanese. La perla è Celerina, dal fascino discreto e meno inflazionato, lontano dalla mera mondanità e vicino, invece, al rifugio di teste pensanti e potere consolidato. Qui si ritrovano, non solo d'inverno, l’avvocato Cesare Rimini e l’architetto Luigi Caccia
Dominioni, che qui possiede una villa settecentesca, ma anche il finanziere Francesco Micheli. Celerina è avvolta in un’aura unica: non ci sono le notti folli del Dracula di Sankt Moritz, né il maneggio preso di mira dai paparazzi all’inseguimento di Veronica Lario di Zuoz. Qui non si viene da turisti, ma si vive da protagonisti.
UN LUOGO SPECIALE Celerina è un luogo dell’anima. Chi la frequenta rifugge dalla mondanità fine a sé stessa e predilige i “circle of friends” più esclusivi, mai gridati. Piste da sci da sogno, indirizzi per intenditori. Dall’Hotel Arturo (www.hotel-arturo-celerina.ch) al lussoso Cresta Palace (vedi a fianco).
LIFESTYLE TRAVEL 63
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Sopra, il Cresta Palace Hotel, uno dei punti di riferimento di Celerina. Spa a 5 stelle, cucina gourmet, eventi culturali in una cornice Art Nouveau che attrae pubblico d’élite da 110 anni (crestapalace.ch). Sotto, Valentino Garavani, habitué di Celerina. A destra, uno scorcio del Trenino Rosso del Bernina: Celerina è l’ultima fermata prima di Sankt Moritz (bernina-express.com).
FASHION
CAPPOTTIAMOCI Dal cammello doppiopetto classico al loden rivisitato, fino al velluto a coste Variazioni sul capospalla invernale più importante del guardaroba maschile
GUTTERIDGE Due modelli cammello, doppiopetto e monopetto, e un monopetto moderno con tasche oblique e tessuto da abito. Per tutti i gusti del classico. gutteridge.com
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È uno dei dettagli che distinguono un uomo d’inverno: il cappotto. In lana o cachemire, con trattamenti all'avanguardia che lo rendono impermeabile, il cappotto moderno spazia dai modelli tradizionali come il Loden, di origine militare, ma
protagonista di un ritorno alla moda significativo, anche in varianti di colore e di peso, alla gamma dei cammello, mono e doppiopetto, che da sempre sono il simbolo del gentleman che indulge al lusso. Griffe e stilisti non smettono
di inventare nuove forme per il cappotto. Più lungo, più corto - per garantire comfort a chi guida auto e moto - in tessuti inediti o ripescati dalla storia, del costume come il velluto a grandi coste. Purché sia chic, vale tutto.
LIFESTYLE FASHION
L.B.M. LUIGI BIANCHI MANTOVA Un doppiopetto di taglio militare, nella nuova tonalità verde bosco. Grandi tasche e rivolto sulle maniche. lubiam.it
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TAGLIATORE Allungato, doppiopetto con bottoni in cuoio, in prezioso velluto a grandi coste. Il grande revers è un omaggio agli anni Quaranta. tagliatore.com
PRIVATE
SCHNEIDERS SALZBURG Dalla casa del Loden, una proposta in pied-de-poule colorato. Per chi vuole osare un twist sulla tradizione. schneiders.com
DREAMS
LE FRECCE DI BREITLING La maison di orologi da sempre legati al volo ha dato spettacolo nei cieli di Milano In occasione del World Tour è stato presentato il restauro del mitico velivolo DC-3
AEREO LEGGENDARIO Sopra e a sinistra, il mitico DC-3 dello sbarco in Normandia restaurato da Breitling. Sulla scaletta con le hostess: capitano Francisco Agullo, tenente colonnello Luca Tagliaferri e capitano Roger Mills.
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Un evento indimenticabile ha disegnato sul cielo di Milano la prima tappa del World Tour dei nuovi segnatempo della casa svizzera. Un’occasione pensata in grande per sottolineare ancora una volta il legame sempre più forte tra Breitling e il mondo dell’Aeronautica Militare. Ad aprire le danze, il leggendario aeromobile che quest’anno ha
compiuto 77 anni di volo: il DC-3 dello sbarco in Normandia, il cui equipaggio attuale, per tutte le tappe del World Tour, porterà al polso un’edizione limitata di 500 esemplari del famoso Navitimer, in vendita al pubblico da quest’autunno nelle boutique specializzate. Un altro interessante aspetto per tutti gli appassionati del volo è l’impegno
del brand nella tutela del patrimonio dell’aviazione: sono stati infatti oggetto di restauro apparecchi mitici, come il Lockheed Super Constellation e il Douglas DC-3. Quest’ultimo è il bimotore a elica che si alzò in volo per la prima volta nel 1935, anno di inizio dell’avventura Breitling, con i primi cronografi di bordo per l’aviazione. (R.C.)
LIFESTYLE DREAMS 67
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VOLOMION ORARIO Sopra, il DC-3 in volo con una freccia tricolore. Accanto, il modello Navitimer in edizione limitata (500 esemplari in tutto) che Breitling ha lanciato per celebrare il restauro dello storico velivolo. www.breitling.com
DREAMS
CRONOGRAFI SPORTIVI
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Modelli di lusso ispirati a grandi eventi agonistici, discipline di nicchia, enti e istituzioni Gli strumenti del tempo dotati di performance speciali sono “vestiti per vincere”
HUBLOT Creato per i 70 anni della Ferrari, Techframe Ferrari 70 years Tourbillon Chronograph. Cassa in titanio, solo 70 esemplari.
CORUM Admiral Legend 42 Chrono, cassa ottagonale in acciaio, cinturino in gomma, impermeabile fino a 30 atm.
OMEGA Seamaster Planet Ocean 600m “ETNZ” Deep Black con cassa in ceramica e cinturino in gomma intrecciata, creato con i colori della Nuova Zelanda per l’Emirates Team New Zealand alla 35esima Coppa America.
BAUME ET MERCIER Clifton Club, automatico con cassa in acciaio e profili arancioni, ha scelto come brand ambassador il nuotatore Luca Dotto.
ROLEX Yacht-Master II, novità di Basilea. Nato per le regate, ha il celebre calibro 4161 e un’autonomia di 72 ore e cronometro di precisione a +/-2 sec.
DREAMS
I VINI DI CHOPARD Presentati in una cornice magica gli ultimi modelli della nota marca svizzera Orologi di sapore vintage con il meglio della tecnologia contemporanea
VINI PREGIATI E OROLOGI PREZIOSI Una veduta dell’ingresso della tenuta del co-presidente di Chopard, Karl-Friederich Scheufele: Chateau Monestier La Tour, in Dordogna.
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Con la stessa passione con cui si aspetta la maturazione delle uve per selezionare solo le migliori, così nascono i nuovi orologi di casa Chopard: il L.U.C Heritage Grand Cru, cronometro in oro rosa 18 carati e il L.U.C XPS, da sempre esempio di sobrietà e dalla finezza impeccabile, perfetto complemento per qualsiasi dress code.
Un evento senza paragoni in una cornice unica: lo Chateau Monestier La Tour, una tenuta storica in Dordogna nella quale il padrone di casa, Karl-Friedrich Scheufele, copresidente Chopard, ha presentato ai suoi ospiti i nuovi modelli, raccontando con la stessa sensibilità di un sommelier le caratteristiche tecniche degli ultimi gioielli della
marca svizzera. Il Grand Cru è l’unico orologio di forma tonneau dotato di un movimento a carica automatica mediante micro rotore. Invece XPS, versione rotonda declinata in diverse varianti di colore, è caratterizzato da un’inerzia importante che ottimizza l’efficacia e garantisce tra le 58 e le 65 ore di carica. (R.C.)
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EVENTO VIP Un’immagine della giornata dedicata ai modelli di orologi Chopard, presentati allo Chateau Monestier La Tour e chiamati, in onore della tradizione vinicola, Grand Cru. In basso, da sinistra, il modello L.U.C. Heritage Grand Cru e due versioni del modello L.U.C Xps con quadrante blu e cassa in oro bianco e con quadrante bianco e cassa in oro giallo. www.chopard.it
DREAMS
ELEGANZA DA POLSO Materiali preziosi, innovazione tecnologica, un tocco vagamente vintage Sono gli indispensabili alleati del potere. Che si misura ancora con le lancette
JAEGERLECOULTRE Master Chronographe automatico. Cassa da 40mm in acciaio, quadrante argentato, cinturino in pelle.
EBERHARD&Co. Chrono 4 in edizione limitata (solo 130 esemplari) per i 130 anni di Rallylegend, il raduno dei campioni storici di Rally.
PATEK PHILIPPE Ha il suono unico dei timbri cattedrale. Cassa in oro bianco, quadrante in smalto con cifre Breguet in oro. Cinturino in alligatore a squama quadrata.
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VACHERON CONSTANTIN Cassa in oro rosa, cinturino in alligatore. Fibbia ad ardiglione. Dalla collezione Patrimony.
MONTBLANC Omaggio al vintage, dalla collezione 1858, tachimetro con quadrante in bronzo salmone, ispirato allo storico Minerva, in edizione limitata (100 pezzi). Cinturino in alligatore invecchiato con cognac. (1920 x 1080).
GOURMET
CASTELLO INCANTATO Sulle colline del Chianti, un indirizzo segreto per palati sofisticati e amanti del bello Cucina stellata, tartufaia, passeggiate, spa: atmosfere da favola ed eccellenza italiana
CHEF CASTELLANO Sopra, lo chef Giovanni L.Di Pirro. A sinistra, uno dei suoi piatti con tartufo bianco. Sotto, una panoramica del Castello e, in basso, la zona bar con camino.
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Castello del Nero, nel cuore del Chianti, una delle zone più amate d’Italia per le sue eccellenze di gusto. Passeggiando tra i sentieri delle campagne fuori le mura del XII secolo, si possono apprendere i segreti della ricerca del tartufo bianco e gli aneddoti legati alla storia di questa tradizione millenaria
insieme al tartufaio e ai suoi cani da ricerca. Poi, la massima espressione gourmet all’arrivo al ristorante stellato La Torre, guidato dallo Chef Giovanni Luca Di Pirro che ogni mattina rivela piccoli segreti della sua cucina agli ospiti. In questo luogo incantato non mancano piscina e spa. (R.C.)
LA CILIEGINA SULLA TORTA PERFORMANCE DALLA DATA DI LANCIO RISPETTO1 ALL’INDICE MSCI EMERGING MARKETS (NET TR) 250
150
OUTCOME #03
100 50 0
Giu 17
Mar 17
Nov 16
Apr 16
Ago 16
Genn 16
Giu 15
Ott 15
Mar 15
Nov 14
Apr 14
Ago 14
Genn 14
Giu 13
Ott 13
Mar 13
Ago 12
Nov 12
Genn 12
Hermes Global Emerging Markets Fund
Magg 12
Giu 11
Ott 11
Mar 11
Ago 10
Nov 10
Genn 10
Magg 10
Giu 09
Ott 09
Mar 09
-50 Nov 08
Rendimento cumulativo (%)
200
MSCI Emerging Markets (Net TR) Index
Il nostro investimento su un produttore cinese di latticini leader del settore, impegnato sul miglioramento della governance e dell’operatività che ha portato a un radicale innalzamento della qualità dei suoi prodotti, oltre che a un aumento del prezzo delle sue azioni nel lungo termine.2
I rendimenti passati non sono indicativi di risultati futuri. Il valore degli investimenti può subire oscillazioni al rialzo come al ribasso, ed è possibile che gli investitori non recuperino l’importo originariamente investito.
Hermes Global Emerging Markets Fund Hermes ritiene che i cambiamenti strutturali dell’economia mondiale stiano trasformando i mercati emergenti; saranno vincenti le aziende che puntano su efficacia e sostenibilità. Grazie al nostro approccio top-down e bottom-up siamo in grado di individuare la società che hanno tutte le carte in regola per trarre vantaggio da questo contesto mutevole. Inoltre, le nostre analisi di investimento integrano totalmente le dimensioni ESG, permettendo di ottenere una visione più globale dei rischi e delle opportunità. Questo approccio ha consentito di generare delle performance da primo quartile e superiori al benchmark su 3 e 5 anni e dal lancio del fondo.3 ATTRAVERSO IL NOSTRO APPROCCIO OLISTICO, MIRIAMO A GENERARE DELLE PERFORMANCE ECCELLENTI E AD AGIRE RESPONSABILMENTE, CONTRIBUENDO AL TEMPO STESSO AL MIGLIORAMENTO DELLA VITA DI MOLTE PERSONE
Contatto +44 (0)20 7702 0888 Website www.hermes-investment.com Destinato unicamente a investitori professionali. 1 Lancio del fondo: 09/12/2008. 2 Bloomberg dal 31/03/12 (data in cui il team ha aperto la posizione) al 30/06/17. 3 Morningstar al 31/03/17. Morningstar Rating al 30/06/17. Fonte: Performance complessive Hermes al 30/06/17, azioni di classe F Acc. in USD, al netto di tutti i costi e delle commissioni di gestione, dalla partenza il 20/09/2013. Azioni di classe Z Acc. in sterline del track record precedente convertite in USD, commissioni e valute corrette dal lancio del fondo, al netto di tutti i costi. L’indice di riferimento è l’MSCI Emerging Markets (Net TR). Gli investimenti all’estero possono risentire dell’andamento dei tassi di cambio. Gli investimenti nei mercati emergenti tendono ad essere più volatili rispetto a quelli nei mercati maturi e il valore di un investimento può variare nettamente al rialzo come al ribasso. Pubblicato e approvato da Hermes Investment Management Limited, che è autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority. Sede legale: Lloyds Chambers, 1 Portsoken Street, Londra E1 8HZ. Le conversazioni telefoniche possono essere registrate per finalità di controllo qualità.
PRIVATE EQUITY
Piccoli gioielli crescono Assietta Private Equity Sgr punta alle aziende sotto i 30 milioni di euro Le operazioni concluse in otto anni di attività hanno generato un Irr sopra il 25% DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
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PRIVATE
Assietta Private Equity Sgr fa leva sull’indipendenza per puntare su un target preciso di aziende: piccole realità del Nord Italia, leader nelle rispettive nicchie di mercato, con potenzialità di crescita specialmente sui mercati internazionali. Dal 2009 a oggi il management team ha effettuato dieci investimenti e cinque disinvestimenti. Le transazioni completate fino a oggi hanno generato un tasso di ritorno interno (“Irr”) superiore al 25%. A spingere la società che ha sede a Milano verso questo target di aziende con un
fatturato non superiore ai 30 milioni di euro, vi sono diverse ragioni, come spiega Maurizio Atzori, partner e responsabile fund-raising. A cosa si deve il vostro peculiare posizionamento sul mercato? Principalmente a tre considerazioni. Innanzitutto la presenza di molte belle aziende in questo segmento. Poi la scarsità di operatori del private equity interessati a piccole aziende, specialmente quelle con un fatturato intorno ai 10 milioni di euro. Infine il mix di competenze specifiche
dei professionisti senior del nostro team, che permettono di creare valore immediatamente nelle nostre partecipate. A proposito della scarsa attenzione da parte dei competitor in questo segmento, va segnalato che la quantità di lavoro da svolgere per gestire un portafoglio di piccole aziende non è certamente inferiore a quella per le medie aziende, mentre la base commissionale è più ridotta. Questo svantaggio viene compensato dall’abbondanza di opportunità di investimento, dall’assenza di aste e da multipli di ingresso bassi.
PRIVATE EQUITY Maurizio Atzori
Guardiamo solo a società solide e con una proiezione internazionale finanza. Rispetto al miglioramento della gestione aziendale, nei primi due anni interveniamo in modo profondo implementando sistemi di gestione e di controllo, creando una linea manageriale e assumendo personale, mettendo in moto ove necessario processi per la certificazione dei prodotti e quindi gettando le basi per la crescita futura del fatturato e dell’azienda in ogni suo aspetto. In quali settori vedete oggi le maggiori opportunità d’investimento? La nostra preferenza va alle aziende manifatturiere. Guardiamo con interesse diverse tipologie merceologiche, in modo particolare quelle dove le aziende italiane hanno un ruolo di leadership sul
La scorsa primavera avete deliberato l’istituzione del Fondo Assietta IV. Avete già individuato delle target company? Il nostro target di raccolta è di 60 milioni con un hard cap a 70 milioni di euro. Questo ci permetterà di costruire un portafoglio tra i sei e gli otto investimenti, confermando la strategia di investimento adottata sino ad ora. Nel frattempo abbiamo ricevuto commitment per oltre un quarto del nostro obiettivo di raccolta. Tra i sottoscrittori di Assietta IV ci sono già soggetti istituzionali, persone fisiche e family office. A breve chiuderemo anticipatamente il periodo d’investimento del nostro fondo Ape III, che ha già richiamato circa i tre quarti degli impegni d’investimento; gli ulteriori richiami saranno destinati al potenziamento delle aziende già in portafoglio. Anche considerando i recenti incentivi fiscali che detassano i proventi da investimenti nell’economia reale per certe categorie di investitori, siamo molto interessati ad ampliare la nostra platea di sottoscrittori a enti previdenziali e a gestori di fondi Pir. La durata ridotta dei nostri fondi - sei anni invece dei canonici dieci - si coniuga comunque bene con la durata minima di cinque anni voluta dal legislatore per poter usufruire dell’esenzione fiscale. 77
In che modo riuscite a creare valore nelle aziende in cui investite? E qual è il vostro ruolo all’interno delle società? Due caratteristiche frequenti delle nostre aziende target sono da un lato la presenza di un ottimo prodotto e dall’altro la scarsa attenzione per aspetti di buon governo, tematiche Esg e così via. La nostra gestione prevede un forte coinvolgimento. L’investment director di Assietta responsabile della partecipata, ne è anche il presidente con delega alla
mercato: ad esempio l’alimentare, l’industria meccanica fine, il design e il packaging.
PRIVATE
Più nel dettaglio, in quali tipologie di operazioni siete specializzati? Quali sono i criteri di selezione delle aziende? I nostri interventi seguono quasi sempre una logica di buy out, spesso in combinazione con aumenti di capitale. Guardiamo solo a società che, oltre ad avere una situazione patrimoniale sana, abbiano la capacità di generare cassa con uno o più prodotti già affermati sul mercato, una chiara strategia rispetto ai mercati esteri, oppure una potenzialità di espansione all’estero ancora inespressa. Nel valutare un potenziale investimento, è per noi importantissimo avere individuato il manager con le competenze settoriali e manageriali specifiche a cui affideremo il timone. Inoltre, oltre alle normali procedure di due diligence, prima di fare un’acquisizione valutiamo sempre con attenzione come far crescere l’azienda, sia autonomamente che attraverso aggregazioni.
ASSET
Banca Aletti, la terza via La società nata dall’integrazione tra Banco Popolare e BPM sale sul podio del pb italiano L’a.d. Zancanaro: processo in fase avanzata, siamo pronti per le sfide della Mifid 2 DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
“Se volgo lo sguardo all’indietro, resto io stesso stupito del lavoro fatto in soli dieci mesi. Ma in realtà mi interessa più il futuro, che vedo ricco di opportunità per noi”. Maurizio Zancanaro, amministratore delegato di Banca Aletti, fa il punto sull’integrazione tra le realtà di private banking appartenute a Banco Popolare e Bpm, due banche che dopo la fusione hanno dato vita al gruppo Banco BPM.
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Come procede il progetto? In linea con le migliori previsioni. Le strutture si sono integrate in pochi mesi. Nella società che guido sono confluiti tutti gli asset dei clienti private della Banca Popolare di Milano. È stato un grande lavoro che ha visto impegnati a tempo pieno i colleghi banker di Bpm, che hanno completato con successo la migrazione che ha coinvolto circa 6mila clienti e masse in gestione per quasi 6 miliardi di euro. E il progetto prosegue. Il mercato del private banking è molto interessante nel nostro Paese, dove circa un terzo del potenziale è ancora servito da strutture non specializzate. Noi
Amplieremo la nostra capacità di distribuzione e di servizio aggiungendo carte di credito, rid e assegni porteremo in Banca Aletti tutti i clienti con taglio ed esigenze private che ancora sono nel retail del gruppo. Ultimo step sarà l’integrazione in Banca Aletti anche delle attività private di Banca Akros, che a sua volta diventerà il polo dedicato al corporate e investment banking. Quali sono i numeri della nuova Banca Aletti? L’insieme delle iniziative in campo ci consentirà di arrivare alla fine del 2018 con masse in gestione in aumento rispetto ai 40 miliardi di euro attuali. In crescita anche il numero delle unit dedicate al private banking che oggi sono 44, dove operano circa 275 private banker. E non ci fermiamo qui, arricchiremo anche la gamma di offerta.
In quali direzioni? Amplieremo la nostra capacità di distribuzione e di servizio, ad esempio, aggiungendo carte di credito, rid e assegni. In questo modo il cliente private troverà risposte a tutte le sue esigenze e necessità anche in una unit di Banca Aletti, dove il livello di servizio e la qualità del tempo dedicato è quello proprio del private banking. Stiamo infine pensando anche a una rete di promotori finanziari con delle caratteristiche del tutto innovative. Ma è un progetto ancora in itinere, sul quale potrò soffermarmi tra qualche tempo. Detto dei nuovi prodotti in arrivo, come cambia invece la struttura del servizio? Private e corporate sono sempre più prossimi e viaggiano verso una naturale convergenza, secondo la logica che tradizionalmente appartiene al family business. Le faccio un esempio: un imprenditore che oggi necessita di un intervento di finanza straordinaria per la propria impresa vive un momento di discontinuità che rappresenta un’occasione importante anche per il
ASSET
private banking. Il cliente troverà in noi soluzioni specialistiche per le sue esigenze aziendali e personali. Per questa ragione è fondamentale poter offrire un servizio che vada sempre più anche al di là della tradizionale consulenza per gli investimenti. L’organizzazione di Banca Aletti è tale che ogni aspetto del business del cliente private trova soddisfazione. Finita la stagione dell’integrazione andrete a caccia di nuovi private banker? Tendenzialmente preferiamo formarli all’interno perché possa esservi omogeneità di approccio al lavoro. Chi arriva dall’esterno promettendo di portarsi dietro buona parte del proprio portafoglio spesso interpreta la professione con una logica che non consente la creazione di una cultura aziendale comune di lungo periodo.
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Maurizio Zancanaro
PRIVATE
Private e corporate banking viaggiano sempre più verso una convergenza naturale
Quali competenze e qualità personali deve possedere un professionista per crescere all’interno del gruppo? Il terreno di gioco è la specializzazione, lo spirito imprenditoriale, la capacità di lavorare in gruppo. Il settore ha una sfida enorme davanti: farsi pagare per il servizio offerto, come oggi accade quando si chiede una consulenza al medico o all’ingegnere. Servono professionisti capaci e persone integre per affrontare il nuovo scenario che l’evoluzione normativa e Mifid 2 porteranno.
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Consulenza a tutto tondo Farad Group punta su una service delivery platform composta da dipartimenti specializzati Finanza, fondi e assicurazioni i pilastri del business della società lussemburghese DI VITO ANDREOLA
“Siamo una service delivery platform indipendente con dipartimenti specializzati nella finanza, nei fondi e nelle assicurazioni. Un modello che ci consente di offrire un servizio professionale a 360 gradi”. Marco Caldana, fondatore di Farad Group, racconta la strategia della realtà lussemburghese che impiega 52 persone (italiani, belgi, inglesi, francesi, tedeschi, spagnoli, albanesi e lussemburghesi) e si appresta a chiudere il 2017 con un fatturato di 8,4 milioni di euro, contro i 5 milioni del 2016. A cosa si deve questo balzo? Dal mercato ci arrivano due domande: indipendenza, in modo da allineare l’interesse del cliente a quello della società che eroga il servizio, e capacità di fornire uno spettro completo di soluzioni per l’industria finanziaria e in particolare per il private banking. A queste esigenze rispondiamo con una struttura completa e modulare.
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In cosa consiste l’indipendenza? Non siamo legati ad alcun gruppo finanziario. Inoltre operiamo in architettura aperta offrendo
Marco Caldana
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Cosa cambia per voi? Prevediamo il lancio del servizio a
Prevediamo il lancio del servizio a parcella fissa per l’intermediazione assicurativa Alla luce della nuova normativa fiscale, stiamo poi progettando nuove soluzioni per neo residenti in Italia
portfolio advisory, set-up e amministrazione di fondi d’investimento oltre a servizi di brokeraggio e consulenza assicurativa. Abbiamo inoltre sviluppato competenze uniche in tema di finanza a impatto sociale. Dal nostro headquarter in Lussemburgo operiamo in regime di libera prestazione di servizi in Europa e in stabilimento in Italia, a Milano. In vista del prossimo debutto della Mifid 2, riscontriamo un grande interesse per la distribuzione delle nostre gestioni patrimoniali e delle soluzioni di advisory per le banche. Così prevediamo di aprire nel corso del prossimo anno una branch diretta in Italia per l’attività di institutional portfolio management.
parcella fissa per l’intermediazione assicurativa. Alla luce della nuova normativa fiscale, stiamo poi progettando nuove soluzioni per neo residenti in Italia. Altri progetti in cantiere? In ambito di fondi d’investimento, registriamo un notevole aumento della domanda di veicoli più classici (ad esempio le Sicav) ma anche di quelli più innovativi e di rapido set-up. Per questo motivo in ottobre è stata creata Magnetica Sicav-Raif, la quarta piattaforma white label del gruppo dopo quella dedicata ai veicoli Ucits (Selectra Sicav), quella destinata a investimenti ad impatto (European Impact Investing Platform) e la piattaforma di fondi alternativi (Gap- Global
Aifm Platform). Inoltre, ci stiamo occupando della fase di lancio di altre 4 piattaforme Raif che supportiamo con servizi di management company e, entro fine 2017, lanceremo la prima piattaforma dedicata all’emissione di green bond. Infine, stiamo mettendo a punto nuove soluzioni assicurative pensate appositamente per le piccole e medie imprese e offerte nell’ambito del trattamento di fine rapporto e del welfare aziendale. E a livello societario sono attese novità? La crescita si accompagna alla necessità di una nuova dinamica di governance interna, rappresentata dall’ingresso di un nuovo ceo di gruppo nell’ottica di rendere il processo decisionale più dinamico e rispondere alle crescenti esigenze della clientela internazionale. Guardando in prospettiva, rafforzeremo la presenza in Lussemburgo e di pari passo procederemo con l’affiancamento di una presenza locale nei principali mercati di riferimento. È prevista la possibilità di crescere per linee esterne? Anche. Puntiamo infatti a offrire non soltanto singoli servizi, ma la nostra intera piattaforma a soggetti indipendenti che possano usufruire delle sinergie e del network sviluppato da Farad Group con notevoli vantaggi e benefici anche a livello di efficienza e di contenimento dei costi di gestione. 81
Chi è il vostro cliente tipo? Da sempre siamo focalizzati sulla clientela istituzionale: forniamo servizi di asset management,
Oltre alla consulenza finanziaria, anche il settore della distribuzione assicurativa è alla vigilia di grandi cambiamenti, con la direttiva Idd che entrerà in vigore a febbraio.
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al cliente la migliore soluzione possibile senza alcuna influenza da parti terze.
BANKER
Etf a portata di mano In vista della Mifid 2, una guida alla scoperta degli indici passivi Iniziativa di iShares in collaborazione con Blue Financial Communication DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
La Mifid 2 è ormai alle porte e, con l’aumento della trasparenza e la conseguente maggiore attenzione ai costi, potrebbe aprirsi uno scenario più propizio alla collocazione degli Etf all’interno dei portafogli d’investimento. Per non arrivare impreparati a questo appuntamento, iShares ha deciso di sviluppare e divulgare, in collaborazione con Blue Financial Communication, una guida organica, che da un lato intende far conoscere più da vicino il funzionamento dello strumento a tutti i potenziali investitori interessati e, dall’altro, aiutare anche le generazioni attuali e future di private banker a proporre in modo corretto questi prodotti, come spiega a PRIVATE Emanuele Bellingeri, managing director e responsabile per l’Italia di iShares (BlackRock).
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Come è nata l’idea della guida? La Mifid 2 può costituire un elemento di rottura rispetto al passato. Consapevoli di ciò, abbiamo deciso di fornire uno strumento in grado di favorire maggiore consapevolezza circa le opportunità derivanti dalla strategia che fa leva sul passivo.
Non è sostenibile che nei portafogli degli italiani ci sia ancora una quota tanto bassa di passivo; in tutti gli altri Paesi la situazione è molto diversa. Il rischio, non troppo lontano, è che il modello italiano si possa rivelare ben presto obsoleto. Partendo da questa premessa, abbiamo deciso di redigere una guida per contribuire a diffondere una maggiore educazione finanziaria non solo tra i professionisti, ma anche a Emanuele Bellingeri
livello universitario per mettere fin da ora a disposizione degli investitori del futuro le nostre competenze e conoscenze del mercato. Quali implicazioni avrà la nuova normativa sugli strumenti di investimento? La direttiva implica una profonda revisione delle scelte in merito ai prodotti. La guida rappresenta per noi un punto di partenza per un confronto consapevole sull’utilizzo del passivo, discussione che non è più rimandabile. Sicuramente i distributori sono già pronti a incrementare la qualità del servizio in un’ottica di giustificazione dei costi della Mifid 2. Devono però rendersi conto che è necessario lavorare anche sui prodotti utilizzati. La discussione deve ancora cominciare, ma è ineludibile. Noi ci troviamo già un passo avanti e con questa guida vogliamo dare il calcio d’inizio a una partita ancora tutta da giocare. Ora la parola passa agli altri attori del mercato, che ci auguriamo sappiano raccogliere il nostro invito a prendere posizione su un tema strettamente legato alla qualità stessa del servizio erogato a favore degli investitori.
ASSET
Servizio di prima classe L’offerta di Cassa Lombarda punta su personalizzazione, innovazione e performance L’obiettivo è garantire rendimenti tendenzialmente costanti in uno scenario mutevole DI FILIPPO CASOLARI*
Il settore del wealth management sta attraversando un momento di forte trasformazione e di radicale discontinuità sia per fattori di tipo esogeno, come l’imminente entrata in vigore di Mifid 2 e la forte accelerazione dei trend di automazione dei servizi finanziari sia di tipo endogeno, con particolare riferimento allo scenario competitivo e ai livelli di valutazioni ormai raggiunti dalla maggior parte delle principali classi di attivo. Focus sulla clientela In questo contesto di aumentata complessità abbiamo risposto semplificando all’essenziale la nostra mission di banca private specializzata: offrire ai nostri clienti una customer experience eccellente. Partendo da questo
obiettivo abbiamo sviluppato e consolidato un modello di servizio e di offerta che fa leva sul vantaggio competitivo della focalizzazione esclusiva sul segmento private, che ci consente di concentrare energie, competenze e progettualità strategica nel migliorare continuamente il livello dei servizi di private banking.
in senso orizzontale (si estende al patrimonio nel suo complesso, fino a ricomprendere eventuali necessità di finanziamento), più profondo in senso verticale (considera il passaggio generazionale) e multidimensionale sotto il profilo delle opportunità di ottimizzazione fiscale.
Tre priorità Il dna della nostra value proposition di private banking in prima classe è costituito da tre cromosomi fondamentali: personalizzazione, innovazione, performance. La personalizzazione è una condicio sine qua non per l’erogazione di un servizio di standing elevato e il nostro modello di consulenza non è limitato strettamente all’advisory di tipo finanziario, ma è più ampio
Visione del futuro L’innovazione alla quale facciamo riferimento non è tanto e solo quella tecnologica, pur importante, ma che consideriamo una commodity disponibile sul mercato a disposizione di tutti. L’innovazione che fa la differenza è piuttosto quella basata sulla capacità di avere una precisa visione del futuro e di adattare modello organizzativo, processi e asset allocation strategica per anticipare al meglio i sempre più frequenti cambi di paradigma dei mercati finanziari, indotti a loro volta da manovre di politica monetaria senza precedenti nella storia. A titolo di esempio, la più grande sfida che il nostro settore sta fronteggiando è trovare un’alternativa all’obbligazionario
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La più grande sfida che il nostro settore sta fronteggiando è trovare un’alternativa all’obbligazionario governativo, asset class che ormai non assolve più al proprio compito di generare guadagni fissi e sicuri
ASSET
di wealth management, la performance dei portafogli gestiti o in consulenza rappresenta il fattore chiave del livello di servizio complessivo. Non ci può essere qualità senza rendimento. In prospettiva, ottenere performance eccellenti significherà innanzitutto avere la capacità di conseguirle a prescindere dall’andamento dei mercati e con una volatilità costante: concettualmente, abbiamo abolito il benchmark inteso come basket di indici di mercato, e lo abbiamo sostituito con un sistema di obiettivi a ritorno assoluto condizionati a un budget di rischio. Il cliente è al centro, non il mercato.
al rischio di forti perdite in conto capitale in caso di rialzo dei tassi. Performance eccellenti Per quanto possa crescere l’importanza dei servizi accessori
*Vice direttore generale di Cassa Lombarda
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governativo, asset class che ormai non assolve più al proprio compito di generare rendimenti fissi e sicuri con un profilo di bassa volatilità, ma che a fronte di rendimenti negativi certi espone l’investitore
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Filippo Casolari
Integrare nuove competenze Da un punto di vista industriale, l’ambizione della prima classe richiede necessariamente un modello di offerta che sia in grado di integrare competenze interne ed esterne e di valorizzare le partnership strategiche indispensabili per assicurare risultati eccellenti persistenti. Da questo punto di vista stiamo completando un processo di razionalizzazione della nostra gamma di offerta open architecture a una managed architecture, che premierà in particolare case di nicchia di stampo istituzionale specializzate nelle strategie alternative in formato liquido.
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Rotta sui Pir Deutsche Asset Management Italia punta su un fondo con profilo bilanciato L’esposizione verso titoli medium e small cap si aggira intorno al 25% DI VITO ANDREOLA
il nostro fondo, siamo partiti con il collocamento attraverso i canali distributivi del nostro gruppo: le filiali di Deutsche Bank Italia e i consulenti di Finanza&Futuro. Quali sono le principali caratteristiche del prodotto? Parlando di Pir si tende a dare molta enfasi al tema delle small cap, ed è vero che proprio il finanziamento di questa importante tipologia di aziende sta alla base della nascita del nuovo strumento. Nel nostro fondo, la componente di aziende di piccola o media capitalizzazione sarà intorno al 25%, con possibilità di salire al 30%. Andrea Mottarelli
Quali i canali di distribuzione? Tutte le tipologie di canali distributivi, siano essi filiali bancarie, reti di private banking o di promozione finanziaria, stanno offrendo soluzioni Pir compliant alla propria clientela. La forma più utilizzata è quella del fondo, ma stanno nascendo anche prodotti assicurativi come le unit linked. Per quanto riguarda 87
Quali sono i principi che vi hanno guidato nella scelta? Negli ultimi anni la nostra presenza in Italia è fortemente cresciuta, anche attraverso il lancio di soluzioni d’investimento dedicate al mercato italiano. Non potevamo quindi non cogliere l’opportunità di offrire ai nostri clienti un fondo Pir. Devo dire che anche da parte del team di gestione, che è basato a Francoforte, c’è stato da subito un grande supporto al progetto. Dal punto di vista della gestione, infatti, la nuova regolamentazione consente margini di flessibilità sufficienti a costruire un portafoglio diversificato ed efficiente. Con Deutsche Am Multi Asset Pir Fund abbiamo costruito una soluzione d’investimento equilibrata e con un profilo bilanciato, adatta al maggior numero possibile di investitori.
È un target di interesse per la clientela del pb? Assolutamente sì, si tratta di un prodotto per tutte le tipologie di investitori. Parlare di Pir significa parlare di totale esenzione dell’imposta sul capital gain e dell’imposta di successione. Qualcuno considera i limiti d’investimento di 30mila euro annui e di 150mila euro in totale troppo contenuti per potere offrire i Pir a clienti con grandi patrimoni. Effettivamente può essere vero per grandissimi portafogli, ma non per la maggior parte della clientela del private banking, anche grazie al fatto che lo stesso strumento può essere sottoscritto da più membri di un nucleo familiare.
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Sfruttare i vantaggi fiscali della nuova normativa, offrendo al contempo una maggiore diversificazione di portafoglio. Andrea Mottarelli, director e senior relationship manager di Deutsche Am Italia, racconta così la scelta del gruppo tedesco di lanciare un fondo Pir compliant.
BLUE FINANCIAL COMMUNICATION è lieta di annunciare il lancio dell’edizione italiana di FORBES ITALIA, il media brand che da 100 anni è il punto di riferimento per investitori e business leader di tutto il mondo. FORBES ITALIA racconterà le storie dei “movers and shakers” del nostro tempo e degli ambasciatori del made in Italy nel mondo con uno sguardo rivolto alle storie già affermate, senza dimenticare la ricerca dei futuri costruttori di successo. Un nuovo punto di riferimento privilegiato per l’accesso alle informazioni che contano, disponibile in edicola l’ultimo martedì di ogni mese e tutti i giorni online su
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OPINION
Prepararsi allo sci Il tipico sport invernale richiede una preparazione adeguata passo per passo L’alimentazione è fondamentale, anzitutto l’assunzione di proteine DI ALESSANDRO SCALICI*
tavolette o cuscinetti. Si tratta di un lavoro più fine e delicato quindi, ma che risulterà fondamentale. Ricordate lo spot “la potenza è nulla senza il controllo”? Occhio al cibo L’allungamento e lo stretching ci permetteranno di avere movimenti più ampi e fluidi e, nel malaugurato caso di cadute, di non spezzarci come il vetro. Fondamentale per massimizzare i risultati è la componente nutrizionale, che non deve avere carenze soprattutto di carattere proteico, vitaminico e minerale. Come sempre vi raccomando di rivolgervi a professionisti, che possibilmente lavorino in team, creando una sinergia vincente.
*Specializzato in personal training, gestisce la palestra Universo a Milano
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Evitare gli infortuni Quanto alla preparazione atletica, l’obiettivo primario non sarà quello di battere il record del mondo, ma di non metterci in condizioni di potenziale infortunio permettendoci di divertirci per tutta la giornata di sci. Quando devo preparare un atleta, che sia amatore o professionista, devo sempre analizzare il gesto atletico che deve compiere. Nello specifico, dovrò tenere in considerazione la forza esplosiva, quella dello scatto e del cambio di direzione repentino, la forza resistente, cioè quella che utilizziamo per mantenere il controllo degli sci per tutta la durata della discesa, la propriocezione (che è la percezione della posizione del proprio
corpo nello spazio) e l’equilibrio, la capacita di mantenere la posizione attraverso movimenti fini. La forza esplosiva verrà stimolata con poche ripetizioni: possiamo scendere fino a tre o quattro, ma utilizzando carichi di notevole entità. Al contrario la forza resistente verrà stimolata con carichi più contenuti ma per un tempo più lungo, arrivando anche a simulare i tempi di un’effettiva discesa. Gli esercizi da preferire sono quelli multi-articolari, ossia quelli che comportano il coinvolgimento di più distretti muscolari e preferibilmente a corpo libero. A dispetto di quanto verrebbe semplicisticamente da pensare, dobbiamo occuparci di tutto il corpo, e non solo delle gambe, dovremo quindi allenare anche il tronco, l’addome e la schiena. L’equilibrio e la propriocezione sono invece capacità da affinare in scarico, senza pesi o attrezzi, ma utilizzando
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Le temperature cominciano a scendere e mi arrivano le prime richieste di preparazione atletica funzionale agli sport invernali, sci davanti a tutti.
ART
Soldi al volante Le auto rare contano schiere di collezionisti A Brescia asta in concomitanza con la Mille Miglia DI SANDRO BINELLI*
Le aste di automobili rare sono un business in crescita. Nel mondo si stimano transazioni annuali per oltre 1 miliardo di euro. L’Italia è ovviamente un mercato estremamente appetibile per la qualità e la quantità di vetture e collezionisti presenti. L’interesse per le vetture d’epoca va al di là del mondo dei puri collezionisti e il loro acquisto è diventato sempre più spesso una scelta ponderata di investimento.
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Parametri di scelta Le aste di auto sono eventi ai quali è possibile comprare vetture di rilevanza internazionale, oppure semplicemente ammirare vetture prestigiose che è molto difficile incontrare per strada. Per andare sul sicuro all’eventuale investitore è consigliato guardare dove i numeri relativi alla produzione sono stati più bassi. Il mercato è sostanzialmente dominato da produttori italiani, Ferrari in testa, pur con significativi record raggiunti da auto inglesi come Jaguar e Aston Martin, e volumi importanti per Porsche e le tedesche.
Se si considerano i designer l’Italia domina tutti i mercati con Scaglietti, Zagato, Touring e Pininfarina. A dimostrare quanto le auto classiche siano uno dei migliori investimenti possibili, se non il più remunerativo in assoluto, è la società di investimenti Knight Frank, che indica il loro rendimento sui 5 anni nel 111% e sui 10 anni nel 469%. I rendimenti Anche Axa Art ha recentemente pubblicato un approfondito report dedicato al mercato delle Classic Cars, secondo cui la performance dell’investimento, pari al 106% su tre anni e al 267% su sette, supera di gran lunga quella di ogni altra forma di investimento, dai tradizionali beni rifugio (arte, oro e diamanti) alle azioni. Axa ha analizzato dieci anni di transazioni di auto da collezione avvenute nelle case d’asta, ossia 59mila compravendite dal 2006 al 2015. Dall’analisi emerge una costante crescita del numero delle transazioni, dalle 2.972 del 2006 alle 10.148 del 2015, con un +7% tra il 2014 e il 2015, e del relativo fatturato, da 315 milioni di euro nel 2006 a 1.370 milioni
L’investimento nelle quattro ruote ha guadagnato il 267% negli ultimi 7 anni, superando qualsiasi altra forma di asset class
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1955 Alfa Romeo Giulietta sprint Bertone num. di telaio AR149300857, stimata 120mila euro - 150mila euro in asta da Finarte
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nel 2015, con un +38% tra il 2014 e il 2015. L’indagine tuttavia è relativa solo a una parte minoritaria del mercato. Tenendo conto delle transazioni tra privati e delle vendite dei commercianti e restauratori, la
milione. In termini di fatturato per categoria la classifica si inverte e le top car si collocano al primo posto per quota di mercato, grazie agli alti prezzi di aggiudicazione: un esempio storico, anche se forse estremo, è quello della Ferrari 250 GTO Berlinetta del 1962 battuta a New York per oltre 38 milioni di dollari.
In alto a destra: un’immagine della Mille Miglia A sinistra: Sandro Binelli
Appuntamento a maggio La prima asta di automobili di Finarte si terrà presso il Museo Mille Miglia di Brescia lunedì 14 maggio 2018. Si tratta del primo
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dimensione complessiva potrebbe essere di dieci volte superiore al giro d’affari generato dalle sole aste. Le transazioni più numerose riguardano ovviamente le vetture con valore fino a 100mila dollari. Seguono quelle con valore tra 100mila dollari e 1 milione e quindi le auto dal valore superiore al
progetto del neonato Dipartimento di Automotive di Finarte, 50 anni dopo la prima asta di automobili da collezione del 16 dicembre 1967. La vendita si terrà proprio nella settimana della leggendaria competizione bresciana e sarà ispirata al mondo della grande corsa. L’accordo siglato con l’Associazione Museo della Mille Miglia Città di Brescia prevede l’esposizione delle autovetture il sabato, la domenica e il lunedì antecedenti alla corsa. Sarà interessante vedere tutte insieme vetture che corsero la Mille Miglia o eleggibili per la sua rievocazione in cerca di nuovi appassionati. Del resto il collezionista è un custode temporale di questi oggetti, che passano di mano per continuare a scriverne la storia. Già in catalogo la rara Alfa Romeo Giulietta Sprint del 1955 (si veda la foto a pag. 91), il primo lotto svelato a distanza di 200 giorni dall’asta.
*Storico dell’automobile e già organizzatore della Mille Miglia dal 2008 al 2012
22 NOVEMBRE 2017 ORE 18.30 BORSA ITALIANA PIAZZA AFFARI MILANO
Blue Financial Communication organizza la seconda edizione dei PRIVATE BANKING AWARDS. Nella sede di Borsa Italiana saranno assegnati prestigiosi premi durante la serata di gala che si terrà il 22 novembre 2017. LE CATEGORIE DEI PREMI
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Banca Italiana Banca Estera Banker Italiano Banker Straniero Private Insurance Hedge Fund
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Private Equity Avvocato Investimenti Alternativi Deal Innovazione nel Business Model
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Banker Donna Digital Focus Innovazione nel Wealth Management Socially Responsible Investing (Sri) Innovazione nella Customer Experience È un’iniziativa
U n even t o
THE MEDIA & DIGITAL COMPANY
I n co l l a b o razio n e co n
OPINION
Futuro da scrivere L’evoluzione digitale è destinata a cambiare gli equilibri del mercato Per i player tradizionali è necessario il focus sui grandi patrimoni DI ANGELO DEIANA / @AngeloDeianaTW
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Qualcuno l’ha soprannominato “Kodak Moment”. Una profezia apocalittica che vede protagoniste negative le banche, per lo meno nell’attuale configurazione. Vale per il mass market, il primo che sarà impattato dalle innovazioni e della disintermediazione del fintech, ma vale anche per il mondo del wealth management che, in questo momento, rappresenta la vera risorsa di conto economico del nostro sistema bancario e finanziario. Strano, no? Una fase disruptive vicinissima come profetizza
qualcuno, quando invece nel nostro settore, quello del private banking, Settore in crescita Aipb certifica che la crescita netta è importante: anno su anno, è di circa il 5% e si attestano a 763 miliardi di euro i volumi del mercato servito. Eppure anche Capgemini sembra allineata nel suo World Wealth Report 2017, dal quale sembra che l’unico modello vincente del futuro prossimo venturo sia l’“hybrid advice”, ovvero una piattaforma di consulenza interattiva che mixi
competenze di wealth management “umane” con modelli di asset allocation finanziaria puramente digitali. Vincitori e vinti Chi vincerà e chi perderà? Capgemini afferma che l’ibrido sarà vincente ma è altrettanto chiaro che l’impatto di Mifid 2 sul wealth management delle banche o dell’IDD sui prodotti assicurativi, potrebbero generare contrazioni del conto economico e far riflettere sul rapporto cost-income di tali
OPINION
Potenziale inespresso Rimarrà, invece, attrattivo il segmento affluent, in particolare quello degli upper affluent (tra i 200mila e i 500mila euro). Clienti
Servono sempre più reti fatte di persone con competenze significative e portafogli non ancora ottimizzati su cui lavorare, in modo da poter assecondare in maniera adeguata l’evoluzione della domanda che stanno, lo dice la parola stessa, fluendo verso il segmento private perché lavorano molto e producono un reddito che permette processi importanti di patrimonializzazione. Con ulteriori caratteristiche che li rendono ancora più attrattivi: hanno poco tempo perché lavorano e dunque delegano. Last but not least, cercano uno status di
“ricchezza” che ancora non hanno e per il quale sono disposti a pagare. Delega, status e controllo del rischio “wealth”, quello cioè non solo finanziario ma patrimoniale complessivo: questa è la value proposition che gli upper affluent saranno disposti a pagare e che faranno il conto economico delle banche anche private del futuro, smentendo le previsioni catastrofiche di molti scenaristi. Wealth management 4.0 D’altra parte, se è vero che il mondo 4.0 fa morti e feriti in tutti i settori, è anche vero il mondo bancario e finanziario è normalmente il primo ad adattarsi al cambiamento. Poi, chiaramente, sarà solo il mercato a decidere chi sarà vincente e chi perdente. Con una sola sottolineatura: tecnologia o meno, è in corso un periodo di grandi mutazioni del sistema bancario italiano. Il mercato dei private bankers, dei gestori affluent e dei consulenti finanziari non è forse ancora preparato all’avvento del nuovo orizzonte bancario, della Mifid 2, del Fintech e, soprattutto, del wealth management 4.0. Saranno necessarie reti fatte di persone con competenze significative e portafogli non ancora ottimizzati su cui lavorare. In conclusione: è il Wealth Management 4.0 per l’upper affluent la stella polare per le banche che vogliano “sopravvivere” e massimizzare il conto economico nei prossimi anni. 95
Nuovi attori Lo scenario degli altri segmenti di mercato è più concretamente visibile. Sicuramente il “Kodak moment” impatterà il mass market. I prezzi digitali generati dall’avvento delle grandi piattaforme tecnologiche (Google, Apple, Facebook, Amazon) renderà “sottile” il conto economico del segmento retail (la clientela fino a 50K) per effetto dei processi di diversificazione competitiva sia sul lending che sugli investimenti. Non ci sarà storia. Amazon già presta 3 miliardi di dollari “peer to peer” in Usa e Apple sta acquisendo la leadership nei sistemi dei piccoli
pagamenti. Ed è solo l’inizio. Rassegnamoci: il mass market è già perso.
PRIVATE
modelli di business. Che dire? Potrebbe non esserci più la “gallina dalle uova d’oro” che fa felice attualmente tutta la filiera, dai tanti asset manager presenti sul mercato alla pluralità di reti distributive, grandi e piccole che siano. Come finirà ancora non è chiaro. Vinceranno sicuramente i grandi volumi delle reti distributive e la capacità di fare investimenti in piattaforme in grado di garantire una consulenza di qualità alla clientela e mantenere l’inducement. Ma l’evoluzione delle società di advisory indipendente non è scontato. I mercati anglosassoni dimostrano che i volumi non sono tutto quando entra in campo il tema del conflitto di interesse. Ergo: il cliente sarà sempre più consapevole e, dunque, il finale non è ancora scritto.
TOP LIFE
I più influenti del web Forbes incorona Chiara Ferragni, davanti a Julia Engel e Danielle Bernstein Un riconoscimento prestigioso per la blogger italiana della moda DI SARA MORTARINI
INFLUENCER
Chiara Ferragni
TRIONFO PER BLONDE SALAD
Chiara Ferragni Età: 30 Blog: The Blonde Salad Nazionalità: italiana Julia Engel Età: 26 Blog: Gal meets Glam Nazionalità: Usa Danielle Bernstein Età: 25 Blog: We Wore What Nazionalità: Usa
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Gabi Gregg Età: 31 Blog: Gabifresh Nazionalità: Usa
Forbes incorona l’italiana Chiara Ferragni regina tra gli influencer nel mondo della moda internazionale. La rivista americana, che con cadenza trimestrale stila la classifica delle più note star dei social media nei rispettivi ambiti di interesse, si è concentrata di recente su fashion, animali da compagnia e mondo dei genitori. Per ciascuna di queste categorie sono stati eletti trenta “influencer” tra coloro che si sono fatti un nome e una fama grazie al proprio impegno sui social media. La milanese “Blonde Salad” ha conquistato la vetta della classifica in ambito fashion grazie soprattutto all’interesse dell’università di Harvard, che nel 2015 ha “studiato” il suo blog come caso di business di successo. Proprio l’interesse dell’università americana è, secondo Forbes, la prova che la blogger originaria di Cremona non è solo una star dei social, ma un’imprenditrice fatta e finita.
TOP LIFE
USA
KATY PERRY VENDE CASA La cantante americana Katy Perry vende la sua casa di Hollywood per 9,5 milioni di dollari. La proprietà situata su Mulholland Drive, una delle strade più esclusive di Los Angeles, si estende su due acri e mezzo di terreno, su cui trovano spazio un edificio principale in stile mediterraneo, due guest house e un centro fitness. Costruita nel 1954, la villa principale si estende su una superficie di 360 metri quadri in cui trovano spazio quattro camere da letto e sei bagni. Tutto il secondo piano della villa è occupato dall’enorme camera da letto padronale e dal bagno con una grande vasca nel centro. All’esterno si trovano una grande piscina, un barbecue, un giardino con alberi da frutto e un anfiteatro. MILANO
ARRIVA IL RISTORANTE DI ALESSANDRO BORGHESE
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Lo chef Alessandro Borghese, diventato famoso grazie ai suoi programmi tv, apre il suo primo ristorante a Milano, che si chiamerà “AB – Il lusso della semplicità”. Situato nel nuovo quartiere di City Life, in viale Belisario, il ristorante trova spazio in un edificio di Gio Ponti. Fulcro del locale è la grande cucina a vista che riflette la visione dello chef di un’attività sincera e trasparente. Frutto dello studio degli architetti Alfredo Canelli e Giovanni Antonelli, il nuovo spazio unirà in un’unica base operativa il reparto di banqueting e catering, il laboratorio “Pasta Fresca – il lusso della semplicità” e gli uffici di Food Consulting e Progettazione. “Cucinare è un atto d’amore, voglio trasmettere un’emozione, voglio compiacere chi viene a trovarmi e far felici i miei ospiti”, ha detto Alessandro Borghese. PRIVATE
Alessandro Borghese
Katy Perry
BRAINPOWER
Il Rolex biologico Avete mai sofferto di jet lag? È tutta colpa dell’orologio che abbiamo nelle nostre cellule Tre scienziati hanno vinto il Nobel per la Medicina 2017 per averne svelato i misteri DI ANAÏS BORRI
33% la quota della nostra vita passata a dormire
20.000 il numero di neuroni che regolano il nostro orologio biologico
9 milioni la quota d’italiani che soffre di insonnia cronica
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Tutti gli organismi viventi, dalle meduse agli esseri umani, hanno un orologio biologico interno che li aiuta ad anticipare e adattarsi al ritmo della giornata. L’orologio orchestra funzioni critiche come il comportamento, i livelli ormonali, il sonno, la temperatura corporea e il metabolismo. Già nel XVIII secolo, l’astronomo Jean Jacques d’Ortous de Mairan aveva scoperto che questo meccanismo, anche chiamato ritmo circadiano, era indipendente dalla luce solare. Ma fino a poco fa, il suo funzionamento era ancora sconosciuto. Per questo il premio Nobel 2017 per la
Medicina è stato assegnato ai tre esperti che svelarono i misteri dei ritmi circadiani. Nel 1984, Jeffrey Hall, Michael Rosbash e Michael Young riuscirono a isolare il gene del tempo, chiamato Period. Jeffrey Hall e Rosbash hanno poi continuato a scoprire che Per, la proteina codificata dal gene, si accumulava durante la notte e veniva degradata durante il giorno, oscillando su un ciclo di 24 ore. Rimaneva però una domanda: come fa l’orologio a essere sempre preciso? Nel 1994 Young scoprì un secondo gene dell’orologio, ribattezzato Timeless (senza tempo), e poi un
terzo, Doubletime, responsabile dell’adattamento a un ritmo di 24 ore. Grazie a queste scoperte è nata la biologia circadiana, che si è sviluppata come un campo di ricerca vasto e dinamico. Oggi sappiamo anche che disturbare questo ritmo ha effetti negativi sulla nostra salute e può aumentare i rischi di diabete, eventi cardiovascolari, malattie metaboliche e alcuni tipi di cancro. Inoltre, può avere un forte impatto sulla produttività al lavoro. Quindi pensate a rispettare il vostro Rolex interno per mantenere la vostra forma fisica e mentale.
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DI SUSANNA TANZI / @susannatanzi
Alessandra Ambrosio
SHANGHAI
Il segreto di Victoria
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Sarà Shanghai a ospitare l’annuale appuntamento con il Victoria’s Secret Fashion Show, trasmesso in 90 paesi il 28 novembre dalla Cbs e in Italia a metà dicembre. Non una semplice sfilata di intimo sexy, ma uno spettacolo maestoso. A indossare le soffici ali ci sono ancora Bella e Gigi Hadid, insieme con le celestiali veterane Adriana Lima, Alessandra Ambrosio, Behati Prinsloo, Candice Swanepoel, Lily Aldridge, Elsa Hosk, Jasmine Tookes, Josephine Skriver, Lais Ribeiro, Martha Hunt, Romee Strijd, Sara Sampaio, Stella Maxwell e Taylor Hill. Solo una di loro, però, vestirà il Fantasy Bra, costosissimo reggiseno da sogno, che lo scorso anno è stato creato dal gioielliere Eddie Borgo con 9mila pietre preziose (700 ore di lavoro). Grande attesa anche per le new entry, mentre non ha passato le dure selezioni a New York l’italiana Bianca Balti.
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MOTORI
Io, robot Giocano attorno al concetto di “Artificial Intelligence” i nomi dei due nuovi prototipi della casa di Ingolstadt, che racchiudono entrambi la sigla AI: Audi Elaine e Audi Aicon. I due concept, presentati a Francoforte, anticipano le tecnologie di guida autonoma di livello 4 (la macchina è in grado di gestire da sola quasi tutte le situazioni di guida) e 5 (l’auto fa
tutto, proprio tutto, da sola) che equipaggeranno le future produzioni Audi da qui al 2030. Elaine, berlina a metà strada fra un crossover e un coupé, accelera e frena in base al traffico, cambia corsia e si cerca un comodo parcheggio. Aicon, 4 porte visionaria anche nelle linee, percorre in modalità elettrica fino a 800 km, senza volante nè pedali. Umana, troppo umana.
CLUB
Habanos lounge
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Sopra: Audi Aicon A sinistra: Audi Elaine
È stata inaugurata una nuova Habanos Lounge presso l’elegante sede dello Smoking in Roma, club privato per gli amanti degli habanos, in via del Tritone 125, nel cuore della capitale, a due passi da piazza Barberini. Aperta tutti i giorni dalle 15 tranne la domenica, l’esclusiva location offre il servizio bar della buvette interna, dove degustare il sigaro preferito in abbinamento a distillati di alto livello.
OPINION
Field or fad? Working in family business poses new challenges for financial advisers Consultancy can’t be reduced to a series of technical problems BY KPMG
(Abbiamo lasciato il testo in ingles e p er co gliere le s f uma ture d el co ntenuto n. d . r. )
The specialist’s perspective is valuable and provides effective assistance in many aspects
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A lot has happened since the family business field started to emerge as a distinct area of knowledge and practice. It is now accepted that the family business client is a complex economic and emotional system in which the distinct and separate needs of a family, a group of owners and a business all have to be balanced. This makes it impossible
to detach the interests of the family from their business and advise them as if they were separate entities; however, blending these distinct interests poses new challenges for advisers. Until now advisers have mainly examined the needs of a family business client through the lens of a technical specialism. The specialist’s perspective is valuable
and provides effective assistance in many aspects of what a family business needs, but there are also risks with this approach. Are specialisms too narrow? The key question is, can every decision that a family and their continua a pag. 106 >
OPINION
enterprise need to make be reduced to a series of technical problems to which there are proficient specialist answers? Common sense would say that the answer is no, because of the complex interaction in these enterprises between the different needs and greeds of a group of family members and their various enterprising activities. However, this does not deter specialists from trying to reduce complexity by applying their expertise. The following account casts doubt over the belief that advice from different specialists spontaneously coheres into an effective plan for a family enterprise. It is intended to be whimsical but contains some challenging truths.
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The limits of consultancy The clients, husband and wife co-preneurs, seek help from an adviser called Mr. Smith. Their motivation in arranging to meet him is a growing concern that time is marching on and there has not been much planning about how and when they will retire and whether any of the next generation either wants to take over running the business or inherit shares. There are four in the next generation, all of adult age, welleducated and quite sensible and the eldest currently works in the business, although even his parents admit he is not the most talented of their offspring. The parents are worried about treating the family
fairly while also being fair to the enterprise and all its stakeholders. In this type of meeting the client often reveals a lot of information and floats ideas for the future, but in a rather haphazard fashion because there are so many issues to worry about. If Mr. Smith feels slightly overwhelmed and uncertain about how to address the issues that the clients are unloading, and others he can guess at, it is understandable for him to use specialist knowledge to filter the information and identify where he can help. This, however, usually means help in areas where his specialism is relevant. Mr Smith might also believe that showing off an ability to respond quickly will impress the clients. The effect of this approach can be compared to jumping on a train – the clients - that is gathering speed their anxieties about the future - and then trying to help by shovelling in more coal to make the train go faster to a destination. However, if the family enterprise train is headed, metaphorically, over the edge of a cliff just getting there faster is not exactly going to be helpful. The sedative effect So the clients decide to sound out Mrs. Brown, who comes from a different specialism, but sadly for them the process is repeated. She in fact insinuates, “with all due respect” that Mr Smith’s suggestions were unsound due to some recent
technical developments that she tries to explain to the clients before concluding, “you don’t really need to know that.” This helps Mrs Brown display her specialist prowess, although it simultaneously adds to the clients’ confusion and, as a result, their anxiety about the future is now turning into a sense of dread. Mrs. Brown, like Mr. Smith, explains a number of technical options for the future, none of which the clients understand, before signing off with the cheery suggestion that she will write all this down for the clients and they can get back in touch after they have read it and decided what to do. Lots of advice from different specialists recommending different solutions and sometimes even disagreeing over what is the best technical approach could indeed have an unintended sedative effect on clients; the effect may even be soporific. After the sedative wears off, or after awaking, the clients could be excused if they conclude that it is easier to push on with life, push back any concerns about the future and adopt that most popular of succession planning options; do nothing and wait and see what happens. Enterprising families do not need advisers who prefer to work in isolation in their specialist corners, coming out only when they have something technical to say. Nor should families trust advisers who want to compete with each other to become the gatekeeper.
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