FABIO CARNIOL Polizze su misura Offerta Helvetia per tutelare i patrimoni
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DICEMBRE 2017 Italia 5,00 euro Anno 3 - N° 12 - Dicembre 2017 Periodicità : mensile Prima immissione: 19/12/2017
Mensile - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MI
EDITORIAL Un anno alla grande
ANDREA GIACOBINO
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aumentare fino al 27%, con la crescita di consapevolezza dei clienti sul reale valore aggiunto del servizio. I vantaggi di un modello di consulenza evoluta sono molteplici: passare da una logica di prodotto a una logica di servizio, favorire l’evoluzione del portafoglio dei clienti e infine promuovere una sempre maggiore visione olistica del patrimonio e della pianificazione finanziaria del cliente. Se a questo si aggiunge la graduale evoluzione verso forme di architettura aperta, o meglio di “architettura guidata”, i clienti avranno accesso a un universo di strategie di investimento e geografie sempre più ampio, beneficiando di una maggiore competizione fra le fabbriche prodotto. Ad esempio, lo sviluppo dei prodotti alternativi, e dei cosiddetti private asset (private debt, private equity, fondi real estate, ecc…), rappresenta un’altra importante opportunità offerta dal mercato per ottimizzare l’allocazione di portafoglio dei clienti. L’Italia, infatti, parte da una quota di 0,2% in investimenti alternativi rispetto al 3-4% in altri mercati sviluppati, dove alcuni dei player più avanzati investono più del 20% delle masse in queste asset class, soprattutto negli Stati Uniti. Così una maggiore qualificazione del servizio di consulenza potrà favorire l’inserimento in portafoglio di prodotti funzionali alla diversificazione degli investimenti e consentire al cliente di cogliere tutte le opportunità offerte dal mercato.
PRIVATE
Il 2017 si chiude alla grande per il private banking e wealth management italiano. Lo scorso 22 novembre PRIVATE, che al secondo anno di pubblicazioni è già diventato punto di riferimento dell’industria, ha assegnato a Milano i PRIVATE BANKING AWARDS ai protagonisti di un settore che negli ultimi dodici mesi ha riservato importanti novità. Il deal fra il gruppo Ersel e Banca Albertini Syz, l’acquisizione della svizzera Morval da parte di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking, di Banca Leonardo da parte di Indosuez Wealth Management del Crédit Agricole e l’operazione di Banca Patrimoni (Sella) sul ramo delle gestioni di Schroders Italy Sim sono indizi di una grande vitalità. Mentre molta attenzione è riservata al decollo della nuova divisione di private banking che è nata in Mediobanca dopo la scomparsa di Banca Esperia. Il 2018 si apre con l’arrivo di Mifid 2. In Italia è largamente diffuso il servizio di consulenza base, a cui è riconducibile il 50% delle masse in gestione presso le strutture private. Tuttavia, gli operatori private in Italia hanno predisposto, in fase di adeguamento alla direttiva, uno o più modelli di consulenza evoluta a pagamento in grado di promuovere lo sviluppo del modello di offerta e servizio al cliente. Nel nostro Paese, a oggi, solo il 12% delle masse è gestito con un modello di consulenza evoluta. Tale dato a livello globale è pari al 19% ed è atteso che possa
12 www.privatebankingweb.com anno 3 - numero 12 mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°187 dell’11 giugno 2015 Casa editrice Blue Financial Communication Spa Via Melchiorre Gioia, 55 - 20124 Milano Tel. (+39) 02.30.32.11.1 - Fax (+39) 02.30.32.11.80 info@bluefinancialcommunication.com
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Editore Denis Masetti masetti@bluefinancialcommunication.com Direttore editoriale Alessandro Rossi rossi@bluefinancialcommunication.com Direttore responsabile Andrea Giacobino giacobino@bluefinancialcommunication.com Redazione di Milano Luigi dell’Olio dellolio@bluefinancialcommunication.com Marta Citacov marta.citacov@gmail.com
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Redazione di Londra Anaïs Borri borri@bluefinancialcommunication.com Rajeevan Sukumaran rajee@bluefinancialcommunication.com Opinioni Clara Arata, Roberto Cannataro, Marco Cipolla, Ray Dalio, Angelo Deiana, Roberto Falzoni, Marcello Gualtieri, Paolo Martini, Claudio Morpurgo, Monica Regazzi, Alessandro Scalici, Luca Zitiello Hanno collaborato Rosaria Barrile, Rosamaria Coniglio, Sara Mortarini, Chiara Merico, Susanna Tanzi, Francesca Vercesi Graphic design Massimiliano Vecchio vecchio@bluefinancialcommunication.com Pubblicità Michele Gamba gamba@bluefinancialcommunication.com Mob. (+39) 393.95.010.95 Ufficio abbonamenti abbonamenti@bluefinancialcommunication.com Tel. (+39) 02.30.32.11.1 Stampa TEP Arti Grafiche Srl Strada di Cortemaggiore, 50 - 29100 - Piacenza (PC) Tel. 0523.504918 - Fax. 0523.516045 Distributore esclusivo per l’Italia MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano Foto di copertina by Laila Pozzo
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Il costo di ciascun arretrato è di 10,00 euro
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È un’iniziativa
THE MEDIA & DIGITAL COMPANY www.bluefinancialcommunication.com
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CO N TE NT S
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MARKETS
OPINIONS
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I vincitori dei PB Awards
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È ora di cambiare
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Vincenti e perdenti del 2018
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A real idea of meritocracy
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Polizze per paperoni
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Ripresa col fiatone
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Cambi di poltrone
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L’ora dei finanziamenti alternativi
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Golfo chiama Italia
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Valute virtuali, ma non troppo
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Paul de Leusse sotto la lente
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Equilibrio con l’acido-base
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Idd in pillole
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Stretching e mobilità
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Vinacci ad alta velocità
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Nuove sfide per la professione
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Crescita a doppia cifra per Fideuram Ispb
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Puntuali si nasce
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Dinastia dei Lego
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A growing industry
104 Premi da tarare
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LIFESTYLE
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Banca Ifigest punta sulla piattaforma aperta
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Il Natale è di moda
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Toys for boys
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Banque SYZ guarda ai mercati emergenti
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L’eleganza del fumo
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Mercati, navigazione insidiosa
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Non solo bollicine
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Soluzioni tailor made
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Il trono di Forbes
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Fondi come family office
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Mifid 2, nuovi scenari
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Materie prime per osare
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Investimenti senza tempo
100 Le ragazze di Dior 102 L’eccellenza del Toscano
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PRIVATE
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PRIVATE
I vincitori dei PB Awards L’edizione 2017 ha visto 16 riconoscimenti ai protagonisti del mercato italiano Aletti e Bnp Paribas premiate rispettivamente come migliore banca nazionale e internazionale DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
ECCO I MANAGER CHE HANNO RITIRATO I PREMI
1 BANKER DONNA Manuela D’Onofrio Cordusio Wealth Management Sim 2 DIGITAL FOCUS Carlo Giausa FinecoBank 3 PRIVATE INSURANCE Fabio Carniol Helvetia Vita 4 PRIVATE EQUITY Paolo Martini Azimut Capital Management 5 SOCIALLY RESPONSIBLE INVESTING Marco Cipolla Selectra Management Company 6 AVVOCATO Claudio Morpurgo Morpurgo e Associati 7 INNOVAZIONE NEL BUSINESS MODEL Gianpietro Giuffrida BNL-BNP Paribas private banking 8 INNOVAZIONE NELLA CUSTOMER EXPERIENCE Raffaele Levi Fideuram ISPB 9 INNOVAZIONE NEL WEALTH MANAGEMENT Andrea Ragaini Banca Generali
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PRIVATE
Nella prestigiosa cornice di Palazzo Mezzanotte, a Milano, sede di Borsa Italiana, mercoledì 22 novembre sono stati assegnati i PRIVATE Banking Awards 2017 davanti a una platea di oltre 300 manager del settore. Un evento ideato da Blue Financial Communication, società quotata all’Aim ed editrice tra gli
altri di questo giornale (oltre che di Bluerating e Forbes), per premiare i protagonisti del mercato italiano nel corso dell’ultimo anno. La serata è stata realizzata anche grazie al contributo degli sponsor: Accenture, Alfa Romeo, BexB, Banca Generali, Bnl Bnp Paribas, Helvetia e Tim.
10 DEAL Guido Giubergia Gruppo Ersel 11 INVESTIMENTI ALTERNATIVI Lucio De Gasperis Mediolanum gestione fondi 12 HEDGE FUND Guido Brera Kairos 13 BANKER INTERNAZIONALE Fabio Innocenzi Ubs Italia 14 BANKER ITALIANO Riccardo Barbarini Ubi Banca 15 BANCA INTERNAZIONALE Marco Tarantola BNL-BNP Paribas private banking 16 BANCA ITALIANA Maurizio Zancanaro Banca Aletti
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OPINIONISTS & CONTRIBUTORS
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MONICA REGAZZI
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LUCA ZITIELLO
Ceo di Homepal, una start up attiva nel mercato immobiliare. In precedenza è stata partner & managing director di The Boston Consulting Group, dove seguiva il private banking. pag. 20
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PRIVATE
Fondatore dello studio legale Zitiello e Associati, collabora con diverse riviste scrivendo articoli sui mercati finanziari. È autore di libri e di numerose pubblicazioni sull’intermediazione finanziaria. pag. 40
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RAY DALIO
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ROBERTO FALZONI
Fondatore di Bridgewater Associates, uno dei più grandi hedge fund al mondo, ha iniziato l’attività di investitore all’età di 12 anni. Con un patrimonio stimato da Forbes intorno ai 17 miliardi, è molto attivo nella filantropia. pag. 22
Nome storico della finanza svizzera specializzata nella gestione dei grandi patrimoni, è presidente di Dukre Asset Management, con sede a Ginevra. Ha fondato Denarius Conseils & Gestion. pag. 56
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MARCELLO GUALTIERI
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CLARA ARATA
Socio fondatore e componente del consiglio direttivo dell’Associazione Duchini-Studio del pensiero Economico, è docente di Economia Politica all’Università di Torino. pag. 36
Figlia di gioiellieri piemontesi, ha una consolidata esperienza nel settore. Dal 2015 è membro del collegio lombardo Periti esperti e consulenti di Milano, sezione gioielli e preziosi. pag. 90
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PAOLO MARTINI
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CLAUDIO MORPURGO
Laureato in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica di Milano, è amministratore delegato di Azimut Capital Management Sgr e co-direttore generale di Azimut Holding. pag. 38
Uno dei più noti avvocati del lavoro italiani, guida lo studio Morpurgo e Associati. Oltre ad assistere grandi realtà nazionali e internazionali, vanta una competenza specialistica nel settore del credito. pag. 104
MARKETS
2018, vincenti & perdenti USA L’amministrazione Trump potrebbe rivedere gli accordi in materia di commercio, stimoli fiscali e alleanze militari.
NIGERIA
BRASILE Nel corso dell’ultimo anno il Paese si è tirato fuori dalla recessione, ma gli scandali politici ricorrenti minacciano di compromettere la crescita futura.
Nessun dato
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PRIVATE
Reddito pro-capite nelle diverse aree del mondo
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0-2mila dollari 2-10mila dollari 10-40mila dollari +di 40mila dollari
Le quotazioni del petrolio hanno ripreso quota in autunno dopo che nel 2016 erano stati toccati i livelli minimi da 27 anni. La sopravvalutazione valutaria potrebbe però frenare gli investimenti dall’estero.
MARKETS REPORT
GRAN BRETAGNA L’esito referendario apre le porte alla separazione dall’Europa a partire da marzo 2019. Uno scenario che potrebbe generare ripercussioni negative nel corso del 2018.
ITALIA Le divisioni nei principali schieramenti possono creare le condizioni per un’affermazione dei movimenti populisti ed euroscettici alle prossime elezioni generali, in programma entro maggio.
CINA La rielezione del presidente Xi Jinping a ottobre va in direzione della continuità. Nel nuovo anno Pechino potrebbe puntare su misure impopolari, come la chiusura degli stabilimenti industriali inefficienti.
AUSTRALIA
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Fonte: Fondo Monetario Internazionale, elaborazione Bloomberg Businessweek
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Il governo sarà impegnato a combattere la bolla del mercato immobiliare. In arrivo una stretta ai finanziamenti facili, soprattutto quelli a tasso variabile.
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PRIVATE
INTERVIEW
INTERVIEW FABIO CARNIOL
Polizze per paperoni Helvetia cavalca l’interesse dei clienti private verso le soluzioni assicurative Focus sugli accordi di bancassurance e sull’offerta multiramo DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
Quanto al mercato italiano, l’ultimo rapporto di Aipb segnala la costante crescita delle soluzioni assicurative: alla fine del primo semestre 2017 hanno raggiunto il 17% di tutti gli asset under management del settore e addirittura il 20,4% a considerare le sole banche universali. Per quel che riguarda la raccolta netta, poi, nella prima metà dell’anno è cresciuta dell’1,8%, un decimale sotto il risultato messo a segno dalla raccolta gestita, ma nettamente meglio della raccolta diretta (+0,8%) e di quella amministrata (-1,2%). Come si spiega tanto interesse per le polizze? I clienti del private banking hanno l’esigenza primaria di tutelare il valore reale del patrimonio accumulato nel tempo. Da qui l’interesse spiccato soprattutto verso le soluzioni multiramo, che alla
Finalmente tra gli italiani sta crescendo la consapevolezza di dover pensare al proprio futuro, dato che la copertura statale è destinata a diventare sempre più magra
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Cominciamo da voi: quali sono i numeri di Helvetia? Siamo il secondo gruppo assicurativo con casa madre elvetica per dimensione, attivo dal 1858 sia nel business vita che nel danni, con circa 6.500 dipendenti, 5 milioni di clienti e un fatturato che lo scorso anno si è attestato intorno a 8,5 miliardi di franchi. Con sede principale a San Gallo e quotata al Six Swiss Exchange, Helvetia è presente in Svizzera, Germania, Austria, Francia, Spagna e Italia (dal 1948). Nella Penisola vi sono circa 500 dipendenti, 600 agenzie e 25
banche partner, per una raccolta che nel 2016 si è attestata a quasi un miliardo di euro. Standard & Poor’s ci ha appena confermato un rating A con outlook stabile, uno dei migliori nel settore.
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“Il primo obiettivo per chi ha accumulato un patrimonio importante è tutelarlo, preservarne il valore reale nel tempo. Ed è proprio questo che deve tenere a mente chi è chiamato a gestirne il denaro”. Fabio Carniol, amministratore delegato di Helvetia Vita e Chiara Assicurazioni, compagnie del gruppo Helvetia in Italia, spiega la crescita delle soluzioni assicurative nel mercato del private banking. Un trend destinato a rafforzarsi di pari passo con l’addensarsi di nuove nubi sui mercati finanziari.
INTERVIEW
metà dello scorso anno costituivano il 14% di quanto investito nei prodotti assicurativi e dodici mesi dopo sono balzate al 22%. Viene apprezzata la natura ibrida di queste soluzioni che combinano la gestione assicurativo tradizionale, con una garanzia sul capitale, e le unit linked, per ottenere un’esposizione ai mercati.
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Come cavalcate questo trend? All’inizio di quest’anno abbiamo lanciato Helvetia Multiselection, che consente di scegliere tra oltre 100 Oicr della piattaforma AllFunds, assicurando la diversificazione sia a livello di asset class, che geografica e di stili d’investimento. Per rispondere ai diversi profili di clientela, offriamo la possibilità di scegliere se destinare alla gestione separata “Remunera Più” il 10, il 20 o il 30% del portafoglio, con la restante parte che viene coperta dalle unit linked, con la possibilità di investire nel paniere di Oicr presenti nell’offerta, definendo un profilo di rischio dell’investimento adeguato alle aspettative della clientela, nonché di modificare l’asset allocation liberamente e in qualsiasi momento, seppur nei limiti contrattualmente previsti. Si tratta di un prodotto a vita intera con un premio unico di 150mila euro ed eventuali premi aggiuntivi da 50mila euro. La distribuzione è affidata attualmente ai private banker del Banco Desio e della Banca Popolare di Spoleto, ma
Distribuiamo i nostri prodotti di protezione e investimento anche attraverso gli agenti assicurativi: possiamo contare su una rete radicata nel territorio nazionale e stiamo dialogando con altri team che gestiscono grandi patrimoni di imprenditori stiamo definendo nuovi accordi con altre banche e reti di promotori finanziari. Quali sono le altre novità della casa? Sta andando molto bene anche la raccolta della linea Helvetia Multidirection, che si compone di quattro prodotti a premio unico con possibilità di versamenti aggiuntivi, che, grazie alla struttura multiramo, consentono di investire i premi simultaneamente in una linea di investimento di tipo unit linked, rappresentata per ciascun prodotto da un unico fondo interno, e in una linea di investimento in gestione separata. Ogni fondo viene gestito su delega di Helvetia Vita da un
asset manager esterno nel rispetto di un preciso budget di rischio. I rispettivi premi sono investibili in quote fisse predeterminate: il 60% nel fondo interno e il 40% nella gestione separata “Remunera più”, che nel 2016 ha offerto un rendimento del 3,40%. Tutti i prodotti sono a vita intera e prevedono il versamento di un premio unico di importo almeno pari a 5.000 euro con possibilità di effettuare versamenti aggiuntivi ciascuno di importo almeno pari a 2.500 euro. Trascorsi 12 mesi, è possibile richiedere il riscatto sia parziale che totale dei contratti. Questo prodotto, che ha caratteristiche già conformi alla normativa Mifid 2, è distribuito dalla Banca di Piacenza, ma presto sarà offerto anche dalla Banca Popolare Pugliese, dalla Banca di Cambiano e da altre banche regionali con cui stiamo sottoscrivendo accordi. Il gruppo Banco Desio, che distribuisce da anni con grande successo il nostro prodotto Multiflex, lancerà presto una nostra nuova soluzione multiramo per il target retail ed affluent. Segnalo infine che stiamo definendo un accordo con Cassa Lombarda per il lancio di un prodotto multiramo ad hoc dedicato alla loro rete di private banker. Aggiungo che a breve lanceremo il nuovo Pir multiramo Pir.It. Sembra di capire che puntate con forza sul canale bancario… Finalmente tra gli italiani sta
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Prodotti assicurativi
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Fonte: Aipb
crescendo la consapevolezza di dover investire i propri risparmi in modo diversificato, visti i bassi rendimenti offerti dai titoli di Stato. Le banche non possono perdere questo treno, perché la consulenza è un’occasione fondamentale per analizzare a fondo le esigenze dei clienti e offrire soluzioni adeguate al loro profilo di rischio. Per noi, gli sportelli – con la loro presenza capillare – sono uno strumento per farci conoscere da un pubblico vasto, ma vogliamo rafforzare le nostre relazioni con reti di consulenti finanziari. In quest’ottica puntiamo a sottoscrivere nuovi accordi e molta carne è già al fuoco. Guardate agli istituti di credito anche per il ramo danni? Sì, alla luce della sottoassicurazione di molti italiani – famiglie e imprese – su questo versante. Chiara Assicurazioni, che fa parte
del gruppo Helvetia, ha un catalogo di prodotti molto completo, che riscuote un forte gradimento da parte di oltre venti banche partner. E gli agenti che ruolo hanno? Ovviamente distribuiamo i nostri prodotti anche attraverso la nostra rete di agenti plurimandatari. In particolare, distribuiscono con successo il prodotto multiramo Helvetia MultiAttiva, che ha caratteristiche simili a quelle di MultiDirection. Crediamo inoltre che l’area della protezione offra agli agenti delle grandi opportunità perché consente di combinare coperture vita con quelle danni, in un’ottica di consulenza al cliente. Gli agenti, inoltre, sono molto bravi nel proporre soluzioni a premi ricorrenti e piani di previdenza complementare.
Quando incide il segmento private banking sul vostro giro d’affari? Rappresenta già una quota molto importante, ma vogliamo crescere ancora. Grazie a una divisione specializzata, possiamo proporre anche soluzioni per i collezionisti di opere d’arte e per i proprietari di dimore storiche, case di pregio, strumenti musicali di valore e auto d’epoca. In questo segmento siamo tra i leader mondiali.
La sede di San Gallo
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La maggior parte delle banche che ha citato è di natura territoriale. Cercate di coprire gli spazi in cui non arrivano i grandi gruppi? Nelle banche territoriali il prodotto può ancora dare valore all’offerta complessiva. Al di là di quello che si sente dire spesso, le dimensioni non sono un discrimine per fare business in maniera redditizia in ambito bancario. Ci sono realtà locali molto ben gestite, che godono di un elevato livello di fiducia presso la clientela. In questo campo facciamo tesoro dell’esperienza maturata in Svizzera attraverso la consolidata partnership con le 280 casse rurali del gruppo Raiffeisen.
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Evoluzione composizione AuM per tipologia di raccolta
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Efg si rafforza in Asia Puntano con decisione sull’Asia le mosse di Efg. La società con headquarter a Zurigo ha nominato Fong Seng Tee, presidente dell’advisory board per il continente giallo. L’organismo si occuperà di delineare le strategie per crescere nell’area mondiale a maggiore tasso di sviluppo del private banking.
Collardi passa a Pictet
A metà del prossimo anno Boris Collardi (nella foto) lascerà la carica di chief executive officer di Julius Baer per passare in Pictet, dove avrà la responsabilità del global wealth management business. Un ruolo che condividerà con il managing partner Rémy Best. “Diamo il benvenuto a un manager di riconosciuta fama come Collardi”, spiega in una nota il senior managing partner, Nicolas Pictet. “Lo scenario del wealth management non è mai stato così promettente come ora”. Negli otto anni in cui è stata guidata da Collardi, Jiulius Baer ha raddoppiato le proprie dimensioni nonostante la tempesta che si è abbattuta sul mercato a seguito del venir meno del segreto bancario. Nel corso del 2016 il manager ha guadagnato 6,5 milioni di franchi, circa 300 mila in più rispetto all’anno precedente, su un totale
di 18,4 milioni ricevuti dal top management. Mediobanca battezza il private È Angelo Viganò (nella foto) il timoniere di Mediobanca Private Banking, la nuova divisione della storica banca d’investimento, appena nata dopo il completamento dell’integrazione di Banca Esperia nella capogruppo. “Con Mediobanca Private Banking intendiamo diventare la Private&Investment Bank di riferimento in Italia”, ha spiegato Viganò. L’obiettivo è raggiungere gli imprenditori italiani e rispondere a tutte le esigenze delle loro società e, “conoscendoli da vicino attraverso l’attività del private banker, arrivare ad anticiparle”. Inoltre Piazzetta Cuccia rafforza la divisione di wealth management con l’ingresso di Frank Goasguen che guiderà Mediobanca Alternative Asset Management. Farad Group, Barthélémy è il nuovo ad Cambio al vertice per Farad Group: Philippe Barthélémy è il nuovo amministratore delegato. Succede al fondatore del gruppo e principale stakeholder Marco Caldana, che mantiene la carica di presidente e assume il ruolo di responsabile dello sviluppo del business.
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Golfo chiama Italia Il Bahrain invita le aziende della Penisola a insediarsi nel paese arabo Tasse basse e posizione geografica strategica i plus dell’offerta DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
“Insediarsi nel nostro territorio significa puntare su un’economia in forte crescita, con un sistema normativo affidabile e in una posizione geografica strategica per espandersi in Medio Oriente”. Khalid Al Rumaihi è chief executive officer del Bahrain Economic Development Board, agenzia pubblica che mira ad attirare investimenti nel Paese che si configura come un arcipelago, le cui acque territoriali confinano a Ovest con l’Arabia Saudita e Sud con il Qatar. Lo abbiamo incontrato in occasione del Business Forum Italia-Arabia, organizzato a Milano da Promos.
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Perché proprio le aziende italiane? Il Bahrain ha solidi legami commerciali con l’Italia sin dai primi anni ’70. Nel corso del tempo, le leadership politiche dei due Paesi hanno giocato un ruolo importante nello sviluppare e rafforzare questi legami. Attualmente nel nostro Paese hanno sede 182 imprese commerciali italiane operanti nei più svariati settori: dalla manifattura alla logistica, dal commercio alle costruzioni, fino al turismo.
Mettiamoci nei panni di un imprenditore italiano: guarda con interesse all’espansione internazionale, ma al contempo è preoccupato da un mercato che percepisce come distante… Siamo in Italia proprio per far conoscere il sistema-Paese. Il Bahrain è cresciuto nei decenni per la forza del petrolio, ma ormai da diverso tempo ha avviato una profonda trasformazione del suo modello economico, sviluppando settori come la finanza, l’industria e i commerci. Investire da noi, per altro, vuol dire avere accesso a tutta l’area mediorientale, un bacino che ogni anno sviluppa business per 1.500 miliardi di dollari, che diventeranno 2mila entro il 2020. Il Bahrain offre accesso diretto all’Arabia Saudita, il più grande mercato singolo del Golfo, che è sempre più integrato sotto il profilo doganale e commerciale. Quali sono le tutele per gli investitori e qual è il clima con il quale deve fare i conti chi fa business? Le classifiche internazionali dicono che siamo tra le economie più
Khalid Al Rumaihi
INTERVIEW
libere della regione: in quasi tutti i settori è consentita la proprietà straniera al 100% e il regime fiscale è fortemente attraente: le aziende straniere non pagano tasse sugli utili. Aggiungo che il Bahrain è al primo posto nel Golfo per qualità del capitale umano, con una forte presenza di expatriates (quasi il 50%), che hanno scelto di lavorare da noi perché vi hanno trovato le condizioni ideali per crescere. Guardando allo scenario macro, il Pil lo scorso anno è cresciuto al ritmo del 3% e quest’anno è atteso un progresso analogo.
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Può indicarci gli investimenti più importanti del momento, quelli su cui puntate maggiormentea coinvolgere investitori provenienti dall’estero? Ci sono tanti progetti in corso. Nel campo delle infrastrutture, sono in programma lavori per 32 miliardi di dollari, in ambiti che vanno dai trasporti all’edilizia residenziale, dalla manifattura dall’energia, dalla salute all’educazione. Nel solo settore del turismo sono previsti oltre 10 miliardi di investimenti nei prossimi 5 anni, in particolare nella hotellerie di lusso. Senza dimenticare le infrastrutture immateriali: abbiamo creato un hub per le startup, che possono contare sull’assistenza di esperti in varie discipline per crescere, su fiscalità zero e sulla regolamentazione dell’equity e del debt crowdfunding, che favorisce uno sviluppo sano del mercato. PRIVATE
In quasi tutti i settori è consentita la proprietà straniera al 100% e le aziende estere non pagano imposte sugli utili
OPINION
È ora di cambiare Le tecnologie migliorano la raccolta di informazioni sulla clientela private Machine learning e intelligenza artificiale, soluzioni per fare la differenza DI MONICA REGAZZI / @MoniRegazzi
Abbiamo parlato nei mesi scorsi di introdurre nuovi “customer journey”, vale a dire nuove esperienze per il cliente più in linea con quella digitale che è ormai abituato a vivere in tutti i settori della vita quotidiana.
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Innovazioni It Credo che il momento per iniziare questo cambiamento radicale e fare un passo in avanti nell’applicazione di nuove tecnologie e nell’esperienza del cliente non sia mai stato più opportuno: raccolta intelligente di milioni di informazioni, riconoscimento di percorsi abituali, identificazione precoce di problemi di processo e automazione attraverso la robotica, combinati con intelligenza artificiale e “machine-learning”, sono sufficientemente avanzati per consentire tale cambiamento. E possono fornire risultati concreti, inclusi miglioramenti sia nella qualità che negli economics, in 6-12 mesi. Inoltre, una volta partiti gli algoritmi di intelligenza artificiale, si automigliorano nel tempo. La complessità delle interazioni con i clienti, le approvazioni, l’asset allocation e l’execution possono quindi essere migliorate. Le tecnologie di ultima
generazione consentiranno la raccolta completamente automatizzata delle informazioni rilevanti, che oggi viene eseguita in gran parte manualmente. La machine impara dal comportamento passato sia del dipendente che del cliente, nonché dai risultati precedenti. Di conseguenza, la complessità viene molto ridimensionata, e i gestori potranno concentrarsi solo sulle richieste non standard, che saranno quindi gestite molto più velocemente. Nuovi servizi in arrivo Molti operatori di private banking intendono implementare nuove tecnologie e creare nuovi percorsi per i clienti. Inoltre gli operatori stanno lavorando sulle competenze di intelligenza artificiale, di machinelearning, di robotica. Si prevede un aumento dell’utilizzo di big data e piattaforme di analisi evolute, basate su gestione di database centralizzati per la raccolta dei dati. Al fine di abilitare, assicurare e mantenere un vero approccio endto-end all’esperienza del cliente, occorre anche allineare le strutture organizzative, implementando
modalità “agile” di lavoro con solide metodologie e team interdisciplinari. Nello stesso modo, attrarre, sviluppare e trattenere i talenti digitali chiave sta diventando una priorità sempre più importante. Si tratta di introdurre nuove competenze di tipo tecnologico, ma anche imprenditoriale: questo dovrebbe assicurare un miglioramento della qualità in tempi rapidi ma anche l’inizio di una trasformazione culturale senza precedenti.
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* Il maggiore asset manager europeo per totale di masse in gestione (AUM) - Fonte IPE “Top 400 asset managers” pubblicato in giugno 2017 e basato sugli AUM a dicembre 2016. Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Il presente documento contiene informazioni inerenti ad Amundi Funds Protect 90 (il “Comparto”), un comparto della SICAV Amundi Funds (la “SICAV”), organismo di investimento collettivo in valori mobiliari a comparti multipli di diritto lussemburghese che ha nominato Amundi Luxembourg SA, appartenente al gruppo Amundi, quale propria Società di gestione. L’obiettivo del Comparto è partecipare all’andamento dei mercati finanziari con una protezione del capitale parziale e permanente, beneficiando di una protezione quotidiana che costituisce il 90% del valore patrimoniale netto massimo registrato dalla data di lancio del Comparto. La protezione viene prestata da Amundi S.A. (di seguito “Soggetto Garante”) ed è assicurata per un periodo contrattuale iniziale di cinque anni (a partire dalla data di lancio del comparto). In seguito, la protezione viene rinnovata automaticamente per periodi contrattuali di un anno. La convenzione stipulata con il Soggetto Garante non costituisce garanzia di integrale restituzione del capitale iniziale. I potenziali investitori devono esaminare se i rischi annessi all’investimento siano appropriati alla propria situazione, e devono altresì accertarsi di aver compreso interamente il presente documento. In caso di dubbi, si raccomanda di consultare un consulente finanziario al fine di determinare se l’investimento sia appropriato. I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri. Il presente documento non rappresenta un’offerta a comprare né una sollecitazione a vendere. Esso non è rivolto ad alcuna “U.S. Person” come definita nel Securities Act of 1933 e nel Prospetto. Prima dell’adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare prima della sottoscrizione, e il Prospetto, disponibile gratuitamente, unitamente alle ultime relazioni annuali e semestrali e allo statuto, presso le sedi dei soggetti collocatori, nonché sul sito internet www.amundi.it. |
OPINION
A real idea of meritocracy The key to Bridgewater’s success is to valorise talented collaborators The first rule is: put their honest thoughts on the table for everyone to see BY RAY DALIO*
I’m often asked what the keys to Bridgewater’s success have been. The answer is in the principles laid out in my new book, which I believe anyone can follow to produce exceptional success in whatever they’re going after. While there are many principles for handling many different types of situations, I want to convey the most important, overarching ones here. In one long sentence, our success occurred because we created a real idea meritocracy in which the goal was to have meaningful work and meaningful relationships and the way we went after them was through radical truthfulness and radical transparency. Let’s look at these words individually so we are clear on what they mean.
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PRIVATE
Three point To have a real idea meritocracy, people need to do three things: 1) Put their honest thoughts on the table for everyone to see, 2) Have thoughtful disagreements in which there are reasonable backand-forths in which people evolve their thinking to come up with better decisions than they could come up with individually, and
(Abbiamo lasciato il testo in inglese per cogliere le sfumature del contenuto n.d.r.)
3) If disagreements remain, have agreed upon protocols that get people past them in ideameritocratic ways.While an idea meritocracy doesn’t have to operate exactly in any particular way, it does have to by and large follow those three steps. Our principles Meaningful Work. By that I mean work that people get absorbed in, are excited about, and find that working collectively on becomes a common
mission so that producing GREAT results is thrilling. Radical Truthfulness. By that I mean not filtering one’s thoughts and one’s questions, especially about problems and weaknesses. It makes sense because it’s only by talking about these things openly that one can come up with paths for dealing with them effectively. Radical Transparency. By that I mean giving mostly everyone the ability to see mostly everything. To give people anything less would deny
Numerous studies have shown that, beyond meeting basic needs, there is little to no correlation between one’s happiness and the amount of money one has
OPINION
Happiness vs money Think about some of life’s most challenging times. I bet it is as true for you as it has been for me that going through them with people you cared about, who cared about you, and who were working as hard as you were for the same mission was incredibly rewarding. As hard as they were, we look back on some of these challenging times as our finest moments. For most people, being part of a great community on a shared mission is even more rewarding than money. Numerous studies have shown that, beyond meeting basic needs, there is little to no correlation between one’s happiness and the
amount of money one has, yet there is a strong correlation between one’s happiness and whether one is part of a community. The important thing is not to worry about how to do any of these things precisely. The important thing is to ask yourself whether you want to work in an idea meritocracy or not. Which environment would you rather be in: Three questions One where people express their views, whatever they are, openly, or one where they’re hidden or suppressed? One where you get to learn firsthand what’s going on or one where you rely on the characterizations (or worse, spin) of others? One where the best ideas win out, regardless of where they come from, or one where the “best idea” is whatever the boss decides? If you feel the need to work in a real idea meritocracy strongly enough, you will find the way to make it happen. If you run your organization, the book provides a framework that you can modify to suit your needs. If you’re working for others and have less of an opportunity to shape your organization, you can advocate for one where you are or find some form of idea meritocracy that suits you elsewhere. It’s up to you to make that happen, and I hope Principles will help you do it.
*Chairman and chief investment officer of Bridgewater Associates
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Ray Dalio
eventually wouldn’t want to operate any other way. While operating this way might sound inefficient, it is actually extremely efficient. In fact, it is much less efficient to work in an organization in which most people don’t know what their colleagues are really thinking. Also, when people can’t be totally open, they can’t be themselves. As Harvard developmental psychologist Bob Kegan, who has studied Bridgewater, likes to say, “in most companies people are doing two jobs: their actual job and the job of managing others’ impressions of how they’re doing their job.” For us, that’s terrible. We’ve found that bringing everything to the surface 1) removes the need to try to look good and 2) eliminates time required to guess what people are thinking.
PRIVATE
them what they need to form their own opinions about what’s happening around them. It would make them vulnerable to others’ spin and exclude them from the idea-meritocracy. Radical transparency reduces both harmful office politics and bad behavior because these things tend to take place behind closed doors rather than out in the open. What it’s like. Most people initially find this process exciting and uncomfortable. While they typically appreciate it intellectually, they also typically are initially challenged by it emotionally because it requires them to separate themselves from their ego’s attachment to being right and try to see what they have a hard time seeing. A small minority get it and love it from the start, a slightly larger minority can’t stand it and leave the company, and the majority stick with it, get better at it with time, and
LEGEND DI LUIGI DELL’OLIO
PAUL DE LEUSSE “Shaping Indosuez 2020” è il nome del progetto lanciato da Paul de Leusse, dal settembre del 2016 chief executive officer di Indosuez Wealth Management. L’obiettivo indicato dal manager francese è trasformare in profondità la società del gruppo Crédit Agricole dedicata alla gestione dei grandi patrimoni, agendo su vari aspetti dello sviluppo in ambito digitale e industriale.
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“Non si tratta solo di un rebranding, ma di un vero e proprio cambiamento culturale”, ha sottolineato de Leusse. Aggiungendo che “diventa fondamentale superare il concetto di private bank per abbracciare quello di wealth management”. Foto di: Jean Chiscano
LEGEND PAUL DE LEUSSE
La carriera in CA Famiglia Nato nel 1972 a Parigi, è sposato e ha tre figli. Ha conseguito il diploma dell’École Polytechnique nel 1995 e la laurea in Ingegneria civile presso l’École des Ponts et Chaussées nel 1997.
Gli esordi Ha iniziato a lavorare nel settore della consulenza aziendale. Ha lavorato con responsabilità crescenti in Mercer Oliver Wyman, per poi passare come partner associato in Bain & Company.
È entrato a far parte del gruppo Crédit Agricole nel 2009, come direttore della strategie. Nel 2011 è stato nominato direttore finanziario di Crédit Agricole Cib, per poi diventarne deputy ceo.
Acquisizioni A novembre Indosuez Wealth Management ha acquisito Banca Leonardo, specializzata nella gestione dei grandi patrimoni. L’operazione fa seguito all’acquisizione dei portafogli clienti di Hsbc a Monaco e delle attività di wealth management di Crédit Industriel et Commercial (Cic) in Asia.
Focus sull’efficienza
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La priorità resta comunque la crescita organica, con l’intenzione di rafforzare la presenza internazionale. Microfinanza La clientela di Indosuez WM è È consigliere di amministrazione diversificata e internazionale: Trasparenza e presidente del comitato etico Hobby il 46% della clientela è europea, De Leusse ha imposto l’uscita della Fondazione Grameen Crédit La passione per i giardini mentre il 54% è non europea. dal perimetro di clientela Agricole, fondata nel 2008 è il riflesso della sua filosofia di tutti coloro che detengono da Muhammad Yunus, premio di vita: per prosperare patrimoni in paesi che rifiutano in ogni stagione e proiettarsi Nobel per la Pace. lo scambio automatico nel lungo termine, bisogna saper di informazioni. coltivare il proprio giardino giorno per giorno.
PRIVATE WORD
DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
Cambio di prospettiva Cos’è
Si tratta della nuova direttiva sulla distribuzione assicurativa. Stabilisce una serie di obblighi di trasparenza a tutela dell’investitore.
Nuova burocrazia
Tra i nuovi documenti previsti vi sono la raccomandazione personalizzata, che indica l’idoneità del prodotto rispetto al sottoscrittore, e il documento informativo per i prodotti non vita.
Mifid
L’Insurance Distribution Directive è anche nota come la “Mifid delle assicurazioni”, dato che ricalca i principi sanciti per la distribuzione dei prodotti finanziari.
IDD
La principale novità è il passaggio dal concetto di intermediari fin qui adottato a quello di distributori, con un maggiore carico di responsabilità.
Quando
Dovrà entrare in vigore in tutti gli stati membri entro il 23 febbraio 2018, a distanza di oltre tredici anni dalla direttiva attualmente in vigore (n. 2008/92/CE).
Gli ambiti Informativa
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Prima di firmare, all’investitore devono essere forniti dettagli in merito ai soggetti che vendono i prodotti assicurativi e sul compenso percepito.
Disciplina tre ambiti: requisiti professionali e organizzativi, obblighi di informazione e norme di comportamento e requisiti in relazione ai prodotti di investimento assicurativi.
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Ad alta velocità Vinacci racconta le esperienze da banker e nella società Con una grande passione per le auto storiche DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
Aneddoti sulle grandi banche italiane, visione sull’evoluzione del settore finanziario, impegno per sostenere i giovani imprenditori. E poi, ancora, racconti di vita e passioni. C’è tutto questo nel colloquio con Giancarlo Vinacci, protagonista della finanza nazionale negli ultimi 30 anni e da qualche mese assessore allo Sviluppo economico del Comune di Genova. Iniziamo dagli esordi: come nasce l’idea di lavorare in banca? Poco dopo il diploma, alla fine degli anni Settanta, vengo selezionato da Bnl tra i profili ad alto potenziale. Così accedo a un corso interno e dopo quattro anni mi trovo già a ricoprire una carica dirigenziale, con la possibilità di seguire sia il versante impieghi e raccolta, sia quello dei servizi.
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Una decina di anni dopo arriva lo sbarco in Mediobanca… Sì, l’epoca del massimo splendore di Enrico Cuccia, con dirigenti di primo piano Gerardo Braggiotti e Maurizio Romiti. Pochi mesi e mi mandano presso il partner francese Lazard per studiare il lancio della
banca retail di Piazzetta Cuccia, quella che poi sarebbe divenuta CheBanca! Cosa ha imparato dall’esperienza con Cuccia & co? In primo luogo la moderazione nell’utilizzo delle parole e il valore della riservatezza nei rapporti con la clientela. Le cito un aneddoto: se qualcuno faceva una fotocopia, era tenuto a registrarne gli estremi, con tanto di motivazioni. Arrivato nella banca più prestigiosa del Paese, si sarebbe potuto fermare. E invece… Invece mi si presenta una nuova opportunità in Rolo Banca, con l’offerta di seguire tutto il NordOvest del Paese. All’epoca le banche erano sedute con le braccia conserte ad aspettare i clienti; con il mio team cambiamo le regole e iniziamo la conquista dei correntisti e degli investitori dai concorrenti. Merito anche della mia idea di puntare su strumenti all’epoca remunerativi e facili da liquidare come i certificati di deposito. Si crea un clima molto positivo: lavoriamo tanto, ma con grandi soddisfazioni. Il gruppo
Giancarlo Vinacci
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Ho capito che la vita mi aveva dato tanto e che era giunto il momento di donare qualcosa di mio: non avendo ďŹ gli, il pensiero è andato subito a Genova, dove sono nato
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Nell’attuale impegno come assessore, lavoro per ripopolare Genova, attrarre talenti, startupper, creativi decide di passarci alcune risorse ritenute non più strategiche e noi, previa formazione, li trasformiamo nei fiori all’occhiello per redditività. Come è arrivata la decisione di passare dalle banche a un’azienda? A dire il vero c’è una tappa intermedia con il passaggio a Woolwich, specializzata nel comparto dei mutui. Quindi l’istituto viene rilevato da Barclays e io passo a curare lo startup di Pirelli Re, con la responsabilità sui prodotti finanziari. Dopo quattro anni particolarmente intensi, ricevo la chiamata di Ennio Doris, che mi chiede di andare a curare il lancio del private banking in Mediolanum e cambio ancora. Anche l’esperienza di Basiglio è stata per me molto positiva e mi ha permesso di seguire da vicino lo sviluppo del mercato dei mutui, che poi ho consolidato contribuendo alla nascita di Mediofimaa, federazione degli agenti immobiliari legata a Confcommercio.
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La passione che mette nelle cose che fa è il tratto comune alle diverse esperienze professionali
che ha avuto. In tutto ciò come si inquadra la scelta di dedicarsi alla politica? Un anno e mezzo fa ho avuto un serio problema di salute, che mi ha spinto a una profonda riflessione. Ho capito che la vita mi aveva dato tanto e che ora giunto il momento di donare qualcosa di mio: non avendo figli, il pensiero è andato subito a Genova, la mia città. Sono stato chiamato a ricoprire il ruolo di assessore allo Sviluppo economico e ho accettato con entusiasmo. Dal rigore dei numeri agli arzigogoli della politica. È stato uno shock? Sicuramente sono due mondi molto diversi, ma anche in questo caso si tratta di coordinare team di persone e di programmare nuove iniziative. Genova è una città con una grandissima tradizione: qui sono nate le banche e le assicurazioni e il blu dei jeans è il colore della tela dei camalli genovesi. Non siamo la città del ferro, o meglio lo siamo stati per una breve parentesi, ma il tratto distintivo del territorio è la creatività, la propensione ad accogliere persone e sviluppare comunità. Però negli ultimi 20 anni il capoluogo ligure ha perso molti abitanti… È il tema che mi sta a cuore più di tutti: ripopolare Genova, attrarre talenti, startupper, creativi per far crescere il benessere dei territori. Mi è stato affidato un budget
importante per attirare risorse e competenze e sono impegnato a utilizzarlo al meglio. Quali sono le sue passioni? Su tutte, le auto storiche. Sono legato in particolare alla Mercedes Pagoda del 1965 con cui ho fatto la Roma-Cartagine. Possiedo anche una Jaguar E-type…quella di Diabolik per intenderci…con cui ha vinto il rally Mare-Monti 2017. Tirando le fila di tutte queste esperienze, qual è il suo rapporto con il denaro? Nei mesi che hanno preceduto la prima guerra del Golfo ho venduto un appartamento al centro di Milano e investito in Borsa buona parte della somma incassata, generando una pesante minusvalenza. Da allora, investo poco in ambito finanziario, ma mi piace molto puntare sulle startup, aiutare i giovani a sviluppare proprie idee. Da qualche mese, infine, sono al lavoro per il lancio di una nuova banca. Tanti dicono che in Italia abbiamo troppi istituti di credito e lei lavora per lanciarne un altro? Non si tratterà di una banca chiamata a impiegare denaro, ma a raccoglierlo. Andremo a contattare i venditori di immobili che incassano denaro, e uno su tre lo lascia in banca, per offrirgli dei prodotti finanziari innovativi. Tra qualche tempo ne potrò parlare in maniera più approfondita.
BANK
Crescita a doppia cifra Fideuram Ispb archivia i primi nove mesi in crescita del 10% a 211,7 miliardi di aum Così la società si conferma al terzo posto per profittabilità in Europa DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
Scatto in avanti per Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking, che a settembre ha messo a segno l’aumento più importante registrato finora. Al termine dei primi nove mesi del 2017 le masse amministrate erano pari a 211,7 miliardi di euro, in crescita di 13,7 miliardi euro rispetto al 31 dicembre 2016 e di quasi 20 miliardi di euro rispetto al 30 settembre 2016. Si conferma così come la terza realtà più profittevole d’Europa, dietro solo a Ubs e Credit Suisse.
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Sprint della raccolta Ai risultati hanno contribuito sia l’andamento della raccolta netta, che con i suoi 10,3 miliardi di euro ha registrato un incremento del 74% rispetto allo stesso periodo del 2016, sia alla buona performance di mercato dei patrimoni. La componente di risparmio gestito, pari a 147,5 miliardi, rappresenta il 70% delle masse amministrate. Al 30 settembre 2017 le masse amministrate in regime di consulenza a pagamento ammontavano a 37,6 miliardi di euro (34,1 miliardi alla fine del 2016, +10%), circa il 18% delle masse totali. La crescita non è solo nei numeri, ma anche nella qualità:
Paolo Molesini
BANK ITALY
Massimo Soggia, nella “top 10” dei private banker Fideuram, taglia il traguardo dei 30 anni di servizio. All’interno del gruppo di banker che ha reso possibile gli ultimi risultati da record vi sono professionisti di lungo corso come Soggia (nella foto, al centro). Con 30 anni di carriera professionale alle spalle, coordina un team di cui fanno parte il figlio Alessio, laureato alla Bocconi, che insieme al padre gestisce il portafoglio clienti, e la moglie Daniela, con esperienza ventennale nel settore bancario e dal 2001 in Fideuram, che si occupa della parte prettamente amministrativa. Come nasce professionalmente? Il mio percorso lavorativo è iniziato nel 1974 con primo impiego presso il Banco di Roma, nella sede di Milano, ed è proseguito poi presso la filiale di Verbania. Oggi, a distanza di 31 anni, gli stessi imprenditori e professionisti che mi hanno seguito rappresentano parte di una clientela prestigiosa, che ho saputo fidelizzare con la mia dedizione alla professione. Come funziona la sua “squadra”? A supporto della nostra attività di consulenza abbiamo creato un network di professionisti in ambito legale, fiscale, immobiliare e successorio. Gli uffici centrali di Fideuram ci supportano nel lavoro, sollevandoci dalle attività amministrative sempre più numerose e permettendoci di essere sempre focalizzati sulla clientela. Qual è stata la reazione dei clienti di fronte a questo modello di servizio? Oltre ai benefici derivanti dalle differenti preparazioni di ognuno di noi, i clienti percepiscano la volontà di creare una continuità di rapporto che va al di là della mia figura. Gratificazione, orgoglio e prestigio: con queste parole mi piace descrivere la possibilità di operare con un team di professionisti “di famiglia”. A mio parere, poi, noi della vecchia scuola dobbiamo infatti necessariamente avvalerci di professionisti giovani e preparati, capaci di integrare le nostre competenze creando quindi valore aggiunto, e permettendo di facilitare il collegamento con le nuove generazioni. 33
Bene le assicurazioni La raccolta netta in fondi comuni ha invertito rotta: con un incremento di 7,1 miliardi di euro va più che a compensare il flusso negativo dei primi nove mesi del 2016 di circa 1,6 miliardi per un totale di 5,5 miliardi di euro. Solida performance anche nel comparto assicurativo e in quello delle gestioni patrimoniali, che hanno registrato rispettivamente 2,2 miliardi e 0,9 miliardi di euro di raccolta netta. L’utile netto consolidato si è attestato 662 milioni di euro, in crescita di 77 milioni di euro (+13%) rispetto ai primi nove mesi del 2016 mentre il rapporto cost/income è sceso al 28% rispetto al 30% di un anno fa. “In vista dell’applicazione della Mifid 2, l’ottimo cost/income può fornirci un vantaggio relativo importante nell’eventualità di un impatto sui margini. Trimestre dopo trimestre, prosegue la nostra crescita, in termini di nuova clientela, raccolta e generazione di utile, stabilendo ogni volta nuovi record”, dichiara Paolo Molesini, amministratore delegato e direttore generale della società. “La forza dei nostri risultati - conclude sta nella loro continuità, coerenza con il livello di servizio e sostenibilità”.
Lavoro di squadra
PRIVATE
i primi nove mesi dell’esercizio hanno mostrato un mix della raccolta decisamente più favorevole rispetto allo stesso periodo del 2016, con la componente di risparmio gestito che ha segnato una eccellente performance (8,7 miliardi) a fronte di una raccolta netta di risparmio amministrato di 1,5 miliardi di euro.
BANKER
Piattaforma aperta Banca Ifigest punta sulla personalizzazione del servizio Cosmelli (responsabile pb): “L’indipendenza è un valore per la clientela” DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
Francesco Cosmelli
Banca Ifigest è un gruppo indipendente completo, con una Fiduciaria capace di fare anche il lavoro di un family office separato, con un’ampia scelta di soluzioni assicurative, e con una Sgr (Soprarno). Parla Francesco Cosmelli, responsabile del private banking.
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PRIVATE
Come si struttura la divisione che guida? Siamo una banca di gestione, non intendiamo diventare né una banca d’investimento, con il problema di gestire un infinito numero di potenziali conflitti di interesse, né una banca commerciale, in quanto la solidità dell’istituto non deve essere mai messa in dubbio. L’organizzazione è quella tipica di una struttura indipendente, che non ha prodotti da vendere bensì servizi di investimento da offrire. La divisione si articola in due specifiche direzioni: una di private banking e l’altra di clientela istituzionale anche se i servizi che offriamo sono sempre più convergenti, perché le esigenze di redditività costanti e con un controllo della volatilità di portafoglio siano comuni a tutti i nostri clienti.
BANKER ITALY
il controllo della volatilità ha sempre un ruolo fondamentale. Quanti professionisti compongono il team? Il gruppo di gestione è formato da dodici persone con professionalità complementari che si radunano tutte le mattine per un confronto informale di idee, mentre il comitato di gestione ha una cadenza settimanale. Intorno ad esso gravitano 75 banker che aiutano i clienti nell’impostazione dei singoli portafogli più attinente al loro stesso profilo. Tutto ciò è reso possibile grazie a un software di gestione molto articolato, che consente un controllo accurato e costante di tutte le componenti dei portafogli, anche in caso di richieste di personalizzazione. Molto importante è la tecnologia sviluppata dal gruppo di gestione nell’organizzare le infinite informazioni provenienti dal mercato. In questo modo, i gestori
sono facilitati nelle loro scelte e possono dedicare maggiore tempo alla conoscenza diretta delle società in cui investire, sia dal punto di vista di credito sia da un punto di vista di creazione di valore. Quali sono i vostri tratti caratteristici? Siamo un gruppo indipendente completo, con una fiduciaria capace di fare anche il lavoro di un family office separato, con una variegata scelta di soluzioni assicurative e infine con una sgr (Soprarno) che ha una continuità di performance eccellenti. Inoltre la nostra clientela dispone di un’ampia scelta di soluzioni di investimento sulla base di una piattaforma aperta e indipendente, dove le personalizzazioni sono possibili, ma ben controllate; il tutto con il contributo di un gruppo coeso di gestione. Quali sono le sue passioni? La mia indole è stata influenzata fortemente dalle prime esperienze presso una delle più importanti banche americane, dove il lavoro in team è una componente essenziale per il successo nel nostro campo. In questa logica, il mio ruolo è da un lato di saper ascoltare e dall’altro di collegare il mondo dei gestori, tramite i private banker, al mondo dei clienti. Le mie più grandi passioni sportive sono lo sci e la vela, adoro viaggiare, ma le cose più importanti restano la famiglia e gli amici storici, con i quali mi piace condividere il tempo libero. 35
Abbiamo superato il concetto di divisione fra fondi obbligazionari e azionari proponendo linee di gestione differenziate, in base a limiti di volatilità definiti
PRIVATE
Quali sono i servizi principali che offrite? Sono le gestioni patrimoniali, la raccolta ordini con o senza consulenza e il collocamento fondi. Le linee di gestione si raggruppano secondo quattro stili differenti: linee a benchmark, a ritorno assoluto, Gpf a controllo di volatilità e linee cosiddette “reddituali”. La clientela, storicamente, si suddivideva tra le prime due categorie, con la seconda che ha sempre avuto un’importanza maggiore in quanto i nostri clienti hanno contato sulla nostra capacità di generare performance in tutte le situazioni di mercato. Negli ultimi due anni abbiamo sviluppato il terzo e quarto stile: per il terzo abbiamo superato il concetto storico di divisione fra fondi obbligazionari e fondi azionari, proponendo delle linee di gestione differenziate in base a limiti di volatilità definiti, in linea con la propensione al rischio di ogni singolo cliente. Questo è un nuovo modo di presentare delle linee Gpf, che ci è consentito dalla vastissima scelta di fondi derivante dall’avere Fundstore, piattaforma digitale all’interno del gruppo (150 case per un numero pari a 6000 fondi). Per quanto riguarda il quarto e ultimo stile, quello reddituale, ci prefiggiamo il compito di sostituire le storiche linee monetarie, obbligazionarie e bilanciate a basso rischio con portafogli in grado di generare redditi costanti nel tempo, unendo così un’ampia diversificazione nel reddito fisso a titoli azionari ad alto dividendo seguendo un modello dove
OPINION
Ripresa col fiatone La spinta maggiore alla crescita nazionale arriva da fattori esogeni La fine della presidenza Draghi alla Bce farà male al nostro Paese DI MARCELLO GUALTIERI / @marce_gualtieri
L’economia italiana conosce da tempo una ripresa moderata ma duratura e un miglioramento della situazione dell’occupazione. Ci si interroga sulla natura di questa fase positiva al fine di capire quali misure prendere per sfruttarne appieno lo slancio.
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Il Pil non decolla Prima di addentrarci nell’esame di questa fase della congiuntura, bisogna ricordare che siamo ancora ben lontani dalla situazione pre-crisi, visto che mancano ancora cinque punti percentuali per ritornare al Pil del 2007, che stabilmente e da oltre 18 anni continuiamo a sottoperformare rispetto alla media dell’Ue e dell’Eurozona, e che la disoccupazione è notevolmente al di sopra di quella delle economie con le quali ci confrontiamo. Non c’è dunque da stare allegri (come ci ricordano quei cattivoni della Ue), tuttavia è innegabile che la fase è di indubbia ripresa. Sull’interpretazione dei dati positivi gli economisti hanno opinioni differenti. C’è chi ritiene che si tratti di una ripresa congiunturale, cioè determinata dal buon
andamento generale dell’economia internazionale; c’è chi ritiene che sia una ripresa strutturale, vale a dire determinata da cause interne al nostro sistema economico, infine c’è chi ritiene che la ripresa sia “esogena” cioè totalmente dipendente da fattori esterni all’Italia. Sono visioni totalmente differenti e probabilmente influenzate da passioni politiche, ma tentare una sintesi oggettiva è possibile. Fattore tassi bassi È evidente che la buona congiuntura internazionale influenza positivamente la nostra economia fortemente orientata all’export. La componente strutturale, cioè interna sembra francamente minimale, forse legata ai benefici effetti conseguenti al pacchetto di stimoli per l’innovazione tecnologica, comunemente noti come Industria 4.0. La maggior parte della ripresa ritengo che sia ascrivibile a componenti esogene, cioè esterne all’Italia. Il riferimento è al lungo periodo di tassi bassissimi di cui ha beneficiato il nostro pesante debito pubblico (siamo
arrivati a 2.300 miliardi) grazie alla politica economica ultraespansiva portati avanti dalla Bce a guida Mario Draghi, che ha anche condotto sapientemente il tasso di cambio euro/dollaro su valori più aderenti alla realtà e più favorevoli al nostro export. Se questa sintesi è valida, il prossimo cambio della guarda all’Eurotower (dove arriverà un tedesco) e la fine della stagione dei tassi zero, non sarà foriera di buone prospettive per il 2018.
OPINION
Finanziamenti alternativi Le piattaforme che disintermediano le banche sono in costante crescita anche in Italia Un’opportunità per i private banker più capaci per fare davvero la differenza DI PAOLO MARTINI /
paolomartini73
ad accedere a forme più semplici, snelle e in alcuni casi economiche di finanziamento.
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Siamo talmente abituati a ragionare seguendo rigidi schemi che alle volte non ci accorgiamo che il nostro settore, soprattutto grazie all’analisi veloce di informazioni accessibili a basso costo, è già cambiato. Con un po’ di buona volontà e sana curiosità e il giusto partner accanto oggi è possibile aiutare i medi/piccoli imprenditori (che rappresentano tuttora il tessuto industriale italiano)
Prestiti p2p Dopo aver parlato di equity crowfunding come formula di investimento, approfondiamo il tema del peer to peer lending (o p2p) che a fronte della raccolta di risorse finanziarie da parte di un’impresa, propone agli investitori una remunerazione del capitale. Una vera rivoluzione nell’accesso al credito in grado di connettere in tempi rapidi domanda e offerta di capitale grazie a piattaforme web specializzate che semplificano i processi velocizzando i tempi di erogazione con opportunità reciproche per investitori e aziende. I numeri forniti da P2PlendindItalia. it, la prima piattaforma digitale in lingua italiana dedicata esclusivamente al p2p lending, ci offrono l’immagine di un settore in piena salute e rapida crescita. I prestiti erogati tramite piattaforme web nel terzo trimestre dell’anno sono pari a 40 milioni di euro, il 136% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, portando
l’importo erogato da inizio anno a 105 milioni e a oltre 200 milioni dal 2015, anno di avvio del mercato. Di questi 200 milioni, 109,5 sono relativi alle 4 principali piattaforme dedicate ai prestiti alle imprese che sempre più trovano nel web una fonte di finanziamento alternativa a quella bancaria. Stiamo ancora parlando di cifre molto limitate ma sono segnali che passi in avanti sono stati fatti. Nuove frontiere Se prima della crisi le aziende italiane erano quasi del tutto dipendenti dal sistema bancario, oggi lo sono un po’ meno, grazie alla crescita di strumenti come venture capital, crowdfunding, minibond, private equity, che hanno fatto salire l’ammontare del credito non bancario in Italia a 35 miliardi di euro. Le forme alternative di finanziamento rappresentano una grandissima potenzialità, di cui i private banker devono avere al più presto padronanza per essere in grado di fornire ai propri clienti imprenditori una consulenza evoluta e al passo con i cambiamenti epocali che stiamo vivendo.
La buona gestione di un fondo possiede le stesse virtù di un elefante: prudenza, consapevolezza e lungimiranza. Queste caratteristiche, assieme a un’attenta selezione delle diverse asset class nel portafoglio, sono alla base delle strategie a lungo termine. Scopri le qualità dei fondi bilanciati di ETHENEA.
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Per informazioni dettagliate sulle opportunità e i rischi di un investimento nei fondi si rimanda al prospetto e al KIID (Informazioni Chiave per gli Investitori) nella versione di volta in volta vigente disponibili gratuitamente, unitamente al regolamento di gestione e alla relazione annuale e semestrale di ciascun fondo, sul sito internet della società di gestione ETHENEA Independent Investors S.A., ethenea.com. Prima dell’adesione leggere il prospetto.
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Virtuali, ma non troppo Bitcoin & co stanno assumendo una popolarità crescente sul mercato È il momento di definire, e quindi regolamentare, il settore per evitare abusi DI LUCA ZITIELLO*
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La diffusione delle valute virtuali, di cui il Bitcoin è la più conosciuta, è un fenomeno di cui sta, man mano, prendendo atto la regolamentazione e ora anche la prima giurisprudenza. I latini dicevano “ex facto oritur ius” (il diritto nasce dal fatto). Ciò è ancor più vero per il diritto finanziario, in cui la regolamentazione di settore ha sempre fatto molta fatica a star dietro alla forza innovativa del mercato e la riconduzione di questa ai principi generali più tradizionali
è comunque risultata ancora più difficile. Antiriciclaggio Una delle prime normative a prendere atto del fenomeno valute virtuali, e in qualche modo anche a legittimarlo, è stata quella sull’antiriciclaggio, che prende spunto da elementi fattuali. Il d.lgs. 25 maggio 2017, n. 90, che ha recepito in Italia la IV direttiva antiriciclaggio, definisce per la prima volta i prestatori di servizi
relativi all’utilizzo di valuta virtuale come quelli che forniscono servizi funzionali all’utilizzo, allo scambio, alla conservazione di valuta virtuale e alla loro conversione da ovvero in valute aventi corso legale. Secondo questa normativa la valuta virtuale è la rappresentazione digitale di valore, non emessa da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi e trasferita, archiviata
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e negoziata elettronicamente. È interessante notare come i prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale vengono ricondotti nella categoria degli operatori non finanziari limitatamente allo svolgimento dell’attività di conversione delle valute virtuali in quelle aventi corso legale. Rischi da calibrare Degna di nota è la recente sentenza del Tribunale di Verona, del 24 gennaio 2017, secondo cui la
Il quadro del Tuf Si prenda in considerazione la disciplina del Tuf e dei servizi di investimento. Differentemente da quanto affermato dal Tribunale scaligero, non sembra che la valuta virtuale possa essere qualificata di per sé come strumento finanziario. Indipendentemente dal fatto che questa possa essere considerata vera e propria valuta oppure moneta, è plausibile ritenere che possa essere inquadrata come prodotto finanziario che, ai sensi del Tuf, è tutto ciò che possa costituire ogni altra forma di investimento di natura finanziaria. Normalmente, infatti, le valute virtuali, come ad esempio il bitcoin, non sono viste solo come modalità di pagamento quanto e, in molti casi soprattutto, come una forma di investimento, considerato che chi acquista o vende bitcoin lo fa sperando nel possibile aumento o diminuzione del valore intrinseco e quindi come forma di
Chiamata per il legislatore Da ultimo va considerato che, pur ritenendo la non assimilabilità della valuta virtuale di per sé alla categoria degli strumenti finanziari, resta il fatto che l’operatività potrebbe, in alcuni casi, ricadere nell’ambito degli strumenti finanziari derivati soprattutto in quelli in cui si operi per differenziali e non ci sia la consegna fisica del bene sottostante. Anche riconducendo la valuta virtuale a una merce, ossia a una commodity, questo richiamerebbe l’applicazione della definizione degli strumenti finanziari di cui i contratti derivati fanno parte. E, di conseguenza, anche la disciplina dei servizi di investimento, andando così a incidere su profili di riserva dell’attività. È necessario che la rapida diffusione del fenomeno vada di pari passo con una chiara definizione regolamentare delle modalità operative.
*Luca Zitiello, fondatore dello studio legale Zitiello e Associati, è autore di libri e di numerose pubblicazioni in tema di intermediazione finanziaria
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Il diritto finanziario ha sempre faticato a tenere il passo delle innovazioni
investimento del denaro. La possibile qualificazione come prodotto finanziario trascinerebbe però con sé l’applicazione della disciplina sull’offerta al pubblico e quindi quella sul prospetto informativo, nonché sulla trasparenza della documentazione di offerta.
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compravendita di valute virtuali, qualificabili alla stregua degli strumenti finanziari, è un’operazione definibile ad alto rischio per il risparmiatore e soggiace agli obblighi di informativa precontrattuale, così come stabilito dagli artt. 67 e seguenti del codice del consumo, trattandosi di commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori. Ora, il punto è proprio la corretta qualificazione giuridica della valuta virtuale e analizzare la ricaduta sulle varie regolamentazioni riconnesse.
BANK
Rotta sugli emergenti In Italia Banque SYZ si appresta a concludere il connubio con Albertini Ora il focus è su nuove opportunità in America Latina e in Africa DI ROSARIA BARRILE / @rosariabarrile
Creare una banca privata diversa dalle altre presenti sul mercato, in grado di rispondere alle aspettative degli investitori senza alcun conflitto di interessi e in virtù di un rapporto fiduciario con il cliente. È la mission affidata a Banque SYZ al momento della sua nascita, nel lontano gennaio 1996, ad opera dei fondatori Eric Syz, Alfredo Piacentini e Paolo Luban. In questi anni l’obiettivo è stato perseguito attraverso uno stile d’investimento moderno e innovativo, basato sulle tecniche solitamente appannaggio della gestione istituzionale.
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Sviluppo internazionale L’attuale azionista di maggioranza e ceo è Eric Syz, che ha preso le redini del gruppo dopo l’uscita degli altri due cofondatori a giugno del 2014. Lo sviluppo internazionale del gruppo SYZ prende avvio nelle piazze finanziarie più importanti nel 1999, con la costituzione a Nassau di SYZ Bank & Trust, mentre vengono aperti in Svizzera di uffici a Lugano e a Locarno. Da allora inizia ad entrare nelle piazze finanziarie più importanti: nel luglio del 2001 è la volta del Lussemburgo, e poi di
Londra nell’agosto del 2001. Nel 2002 entra nel nostro Paese associandosi al gruppo italiano Albertini per creare a Milano la società di gestione Albertini SYZ, che assumerà la forma giuridica di banca a novembre del 2003 con il nome di Banca Albertini SYZ. Deal con Ersel Nel 2013, SYZ assume il controllo della Banca Albertini SYZ, ma la presenza diretta nella nostra Penisola dura soli pochi anni: nel 2018 Ersel andrà ad acquistare la quota di maggioranza della storica casa milanese, rilevando dal gruppo SYZ il 64,3% delle azioni attualmente in mano al gruppo bancario svizzero, mentre Alberto Albertini manterrà l’attuale quota del 35,7%. Ma non si tratta di un addio vero e proprio al nostro Paese dal momento che il gruppo resterà a Milano con la filiale di SYZ Asset Management. A spiegare il senso della cessione, è lo stesso Syz: “Con questa operazione, perseguiamo l’obiettivo di svolgere la nostra attività di private banking direttamente dalla Svizzera attraverso Banque SYZ,
la società detenuta al 100% dal nostro gruppo. Con essa siamo già attivi in tutta Europa, America Latina e in alcune zone in Africa e continueremo ad investire per crescere in queste regioni del mondo”. Numeri in ripresa Nel 2016 SYZ ha iniziato a raccogliere i frutti degli investimenti realizzati nei tre anni precedenti. Dopo un esercizio 2015 segnato dai costi straordinari generati dall’outsourcing delle attività operative e all’acquisizione di Royal Bank of Canada (Suisse) SA, lo scorso anno il gruppo ha visto aumentare il suo reddito operativo del 16,8% nel 2016 per raggiungere 216,6 milioni di franchi svizzeri (contro i 185,5 milioni del 2015). Il rialzo deriva in gran parte dalla forte crescita del reddito delle commissioni e prestazioni di servizi, oltre che dai buoni risultati delle operazioni di trading. Per l’esercizio 2016, il gruppo ha registrato una ripresa del suo reddito operativo, che raggiunge così i 4 milioni di franchi svizzeri contro la perdita operativa di 37,7
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Da ďŹ ne novembre, i clienti della banca svizzera vengono accolti in uno spazio progettato come un museo d’arte contemporanea, in cui sono esposti alcuni pezzi della collezione dei coniugi Syz
BANK
milioni nel 2015. Considerati i ricavi straordinari, l’utile netto consolidato ha raggiunto quota 9 milioni. Ricerca di nuovi mercati L’acquisizione della filiale svizzera di Royal Bank of Canada, nel 2015, non solo ha permesso a Banque SYZ di integrare la top 20 delle banche private svizzere e di entrare a far parte degli attori del consolidamento sulla piazza finanziaria, ma le ha anche consentito di estendere le sue attività a nuove aree geografiche in forte crescita, come l’Africa e l’America latina. Il calo è dovuto alla voluntary disclosure messa in atto in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, oltre che al venir meno di una quota di clientela conquistata con l’acquisizione della filiale svizzera della Royal Bank of Canada e al deconsolidamento degli importi gestiti da N+1 SYZ, la joint-venture spagnola la cui partecipazione detenuta da SYZ è stata riscattata nel maggio 2016 dal suo partner N+1.
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Sede d’autore Dopo 20 anni di permanenza in Rue du Rhône, avendo bisogno di spazi più ampi, la banca si è trasferita in una nuova sede. Da fine novembre i clienti di Banque Syz vengono accolti in uno spazio progettato come un museo d’arte contemporanea, in cui sono esposti alcuni pezzi della collezione dei coniugi Syz. Si tratta della nuova sede ginevrina situata a Quai des
Eric Syz, fondatore di Banque SYZ
Bergues 1, un edificio costruito agli inizi del ’900 e completamente ristrutturato: i visitatori vengono ricevuti in un atrio spazioso, immersi in un giardino di sculture e opere d’arte. La parte centrale dell’edificio, che riceve la luce attraverso un lucernario, consente di ammirare i sei piani su cui sono esposti oltre 300 opere e mobili di design appartenenti alla collezione. In questo spazio si alternano lungo le pareti, proprio come in un museo, le opere di alcuni dei più importanti artisti contemporanei, come Roman Signer, John Armleder, Wade Guyton, Cindy Sherman, John Baldessari, Louise Lawler, Sturtevant
e Rosemarie Trockel. A organizzare l’esposizione è stato Nicolas Trembley, curatore della collezione, che ha voluto unire diverse tipologie d’arte, come la pittura, la fotografia e il disegno, affiancando opere astratte e figurative. Nel nuovo edificio sono allestite 215 postazioni di lavoro distribuite su una superficie totale di 3.678,5 m2, di cui 2.441 m2 dedicati agli uffici. In questa sede sono riunite le funzioni trasversali del gruppo e il front office di Banque SYZ. Il rimanente dei 300 collaboratori di Ginevra, è distribuito tra gli uffici di Rue du Rhône, Rue du Commerce e Rue Neuve du Molard.
C’è solidità nella consistenza. Threadneedle (Lux) Global Multi Asset Income Fund. Consistenza è avere un approccio collaudato e solido come una roccia. Il Fondo punta a generare una cedola annua investendo in azioni e obbligazioni globali e costruendo attivamente il portafoglio per adattarlo alle mutevoli condizioni di mercato. Scopri come le nostre competenze a livello globale, la capacità di adattarsi e le solide risorse possono contribuire al successo dei tuoi investimenti.
1 anno
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Cedola 2015
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Performance lorde in valuta base USD annualizzate al 30.06.2017. Cedola lorda 2015 e 2016 della classe DUP in USD (ISIN LU1129921117). Data di lancio del fondo 4 Novembre 2014.
columbiathreadneedle.it/GMAI Informazioni importanti. Il rendimento previsto è solo un obiettivo, il cui raggiungimento non può essere garantito. Le performance passate non sono garanzia dei risultati futuri. Il valore degli investimenti e il reddito non sono garantiti e possono diminuire o aumentare e SRVVRQR HVVHUH LQƃXHQ]DWL GDOOH ƃXWWXD]LRQL GHL FDPEL 4XHVWR VLJQLƂFD FKH XQ LQYHVWLWRUH SRWUHEEH QRQ UHFXSHUDUH OpLPSRUWR LQYHVWLWR 7KUHDGQHHGOH /X[ Å XQD VRFLHW½ GpLQYHVWLPHQWR D FDSLWDOH YDULDELOH 6RFLÆWÆ GpLQYHVWLVVHPHQW ½ FDSLWDO YDULDEOH R q6,&$9r FRVWLWXLWD DL VHQVL GHOOD QRUPDWLYD YLJHQWH QHO *UDQGXFDWR GL /XVVHPEXUJR /D 6,&$9 HPHWWH ULPERUVD HG HIIHWWXD FRQYHUVLRQL GL D]LRQL GL GLYHUVH FODVVL TXRWDWH VXOOD %RUVD 9DORUL GL /XVVHPEXUJR /D VRFLHW½ GL JHVWLRQH GHOOD 6,&$9 Å 7KUHDGQHHGOH 0DQDJHPHQW /X[HPERXUJ 6 $ FKH VL DYYDOH GHOOD FRQVXOHQ]D GL 7KUHDGQHHGOH $VVHW 0DQDJHPHQW /WG H R GL DOWUL VXE FRQVXOHQWL VHOH]LRQDWL /D 6,&$9 Å UHJLVWUDWDLQ ,WDOLD ,O SUHVHQWH PDWHULDOH Å UHDOL]]DWR D VFRSL SXUDPHQWH LQIRUPDWLYL H QRQ FRVWLWXLVFH XQpRIIHUWD R XQD VROOHFLWD]LRQH DOOpDFTXLVWR R DOOD YHQGLWD GL TXDOVLYRJOLD WLWROR R DOWUR VWUXPHQWR ƂQDQ]LDULR QÆ DOOD IRUQLWXUD GL VHUYL]L R FRQVXOHQ]D LQ PDWHULD GL LQYHVWLPHQWL 6L LQYLWDQR JOL LQYHVWLWRUL D OHJJHUH LO 3URVSHWWR LQIRUPDWLYR SULPD GL LQYHVWLUH /H VRWWRVFUL]LRQL GL XQ )RQGR SRVVRQR HVVHUH HIIHWWXDWH XQLFDPHQWH VXOOD EDVH GHO 3URVSHWWR LQIRUPDWLYR H GHO 'RFXPHQWR FRQWHQHQWH OH LQIRUPD]LRQL FKLDYH SHU JOL LQYHVWLWRUL SLÖ UHFHQWL QRQFKÆ GHOOH XOWLPH UHOD]LRQL DQQXDOL R VHPHVWUDOL FKH VRQR GLVSRQLELOL JUDWXLWDPHQWH VX ULFKLHVWD H GHL WHUPLQL H GHOOH FRQGL]LRQL DSSOLFDELOL 3HU XOWHULRUL LQIRUPD]LRQL VXL ULVFKL DVVRFLDWL DJOL LQYHVWLPHQWL LQ TXDOVLDVL IRQGR H LQ SDUWLFRODUH QHO SUHVHQWH )RQGR VL ULPDQGD DOOD VH]LRQH q)DWWRUL GL ULVFKLRr GHO 3URVSHWWR LQIRUPDWLYR 7KUHDGQHHGOH 0DQDJHPHQW /X[HPERXUJ 6 $ 5HJLVWUDWD SUHVVR LO 5HJLVWUH GH &RPPHUFH HW GHV 6RFLHWHV /XVVHPEXUJR QXPHUR GL LVFUL]LRQH % UXH GH OD 9DOOÆH / /XVVHPEXUJR *UDQGXFDWR GL /XVVHPEXUJR &ROXPELD 7KUHDGQHHGOH ,QYHVWPHQWV Å LO PDUFKLR JOREDOH GL JUXSSR GHOOH VRFLHW½ &ROXPELD H 7KUHDGQHHGOH FROXPELDWKUHDGQHHGOH LW _ - B3ULYDWH
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Re dei mattoncini I Kristiansen, la famiglia che ha inventato i Lego Ora l’azienda è alla ricerca di un nuovo posizionamento DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
Only the best is good enough. Solo il meglio è buono abbastanza. È stato questo il leit motiv che ha dato il ritmo alla vita di Ole Kirk Kristiansen, l’ideatore della Lego, nato in Danimarca il 7 aprile del 1891 (spentosi l’11 marzo 1958), il geniale falegname che, nel 1932, ha inventato i mattoncini assemblabili più famosi e venduti nel mondo.
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Ricchezza da record Mai avrebbe potuto immaginare, Ole, che grazie alla sua invenzione l’attuale capostipite Kjeld Kirk Kristiansen sarebbe diventato il 65esimo uomo più ricco del mondo, con un patrimonio che Forbes stima a 12,5 miliardi di dollari. Dopo Ole, infatti, gli eredi hanno deciso di tenere stretto e saldo il controllo del celebre marchio fino al corposo riassetto di fine 2016. E arriviamo a oggi. Kjeld Kirk Kristiansen, pronipote di Ole Kirk Kristiansen, forte del 75% del capitale di Lego (37,9 miliardi di corone, ovvero 5 miliardi di euro di fatturato), ha deciso di licenziare l’indiano di nascita ma di nazionalità inglese Bali Padda, 61 anni, l’amministratore delegato
nominato sette mesi prima, per sostituirlo con Niels Christiansen, ex McKinsey e manager rampante di Danfoss, multinazionale scandinava delle caldaie, di dieci anni più giovane. Cambio di timoniere Quest’ultimo, operativo dal 1° ottobre 2017, al di là dell’età, è cresciuto nel business di una grande azienda a controllo familiare e questo è indice di una certa affinità, anche nel modo di gestire gli affari. Si è espresso così Jørgen Vig Knudstorp, attuale presidente del consiglio di amministrazione del gruppo Lego, di cui è stato il quarto amministratore delegato (prima di Padda) e la prima persona estranea alla famiglia del fondatore a raggiungere il vertice aziendale: “Niels è un leader capace che ha portati in Danfoss risultati eccellenti, avendo saputo trasformare il gruppo in un’azienda leader del settore tecnologico. Ha esperienza nei mercati internazionali e nella digitalizzazione”. E si spera proprio sia la figura giusta per ridare slancio a una realtà che sta vivendo la concorrenza del
Da sinistra a destra: Thomas Kirk Kristiansen, Kjeld Kirk Kristiansen e Jørgen Vig Knudstorp
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Adesso l’obiettivo è snellire la società che negli ultimi cinque anni ha assunto troppi dipendenti e si è fatta eccessivamente complessa dal punto di vista organizzativo
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web e la debolezza delle economie occidentali. La prima semestrale 2017 del gruppo Lego, infatti, se paragonata a quella dell’anno precedente, ha il segno meno davanti: ricavi giù del 5%, un utile operativo a -6% e i profitti netti a -3%.
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Organizzazione più piccola L’obiettivo, ora, è snellire la società che negli ultimi cinque anni, grazie a risultati a doppia cifra che vengono soprattutto dal buon andamento dei mercati emergenti, ha assunto troppi dipendenti e si è fatta eccessivamente complessa dal punto di vista organizzativo. Knudstorp ha fatto sapere: “Negli ultimi anni abbiamo reso l’organizzazione più complessa e questo ci rende più difficile una crescita ulteriore. Di conseguenza, dobbiamo ridisegnare l’intero gruppo. Costruiremo quindi un’organizzazione più piccola e meno complessa di quella attuale, semplificando il nostro modello di business per abbassare i costi”. Come conseguenza dei piani, il gruppo Lego punta a ridurre la forza lavoro complessiva di circa l’8% (circa 1.400 posizioni). Attualmente impiega circa 18.200 persone. L’altra leva su cui il gruppo intende puntare è di investire di più nel marketing e nello sviluppo dei prodotti per dare ai clienti (i bambini perlopiù) la Lego play experience attraverso Lego System in Play. La società, seconda per fatturato solo all’americana Mattel, si appresta quindi ad affrontare una nuova stagione dopo
i successi (e le difficoltà) che ne hanno segnato la storia.
Alcune immagini dell’inaugurazione di Lego House in Danimarca. Nella foto in alto Kjeld Kirk Kristiansen insieme alla principessa ereditaria Mary Elizabeth.
Focus sul cinema Si è buttata sul cinema, con il lancio a livello mondiale di “Lego ninja”, ha fatto incursione nel mondo della fiction e viaggia nell’e-commerce grazie agli accordi di licensing relativi a Harry Potter, Guerre Stellari e Batman, ai videogiochi e allo streaming di Toy Story, Lego Batman o dei Pirati dei Caraibi. Intanto in Danimarca dal 28 settembre esiste la casa del Lego, la Lego House, 25 milioni di
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Kjeld Kirk Kristiansen insieme al ceo di Lego group Jørgen Vig Knudstorp (a sinistra) e al General Manager della Lego House Jesper Vilstrup
mattoncini, proprio accanto alla visitatissima Legoland: 12mila metri quadri sviluppati su un’altezza di 23 metri a Billund, non lontano dalla falegnameria di nonno Ole che negli anni ’30, per compensare la crisi dei mobili, aveva deciso di dedicarsi ai giocattoli di legno. Ora Jesper Vilstrup, general manager della nuova house, tiene a precisare che non è un doppione. Qui vogliamo ospitare la vera essenza del concept LEGO (scritto maiuscolo perché è un marchio registrato, oltre che un bene nazionale). Un posto speciale dove gli appassionati possono immergersi nell’universo dei mattoncini e vivere l’esperienza del gioco.
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Nuovi materiali In casa Lego, poi, i mattoncini di plastica rigida stanno per andare in pensione, sostituiti dai nuovi
materiali, indeformabili e più flessibili. A seguire, il lancio di Lego Brand, il marchio che farà da volano per la diversificazione del business su nuovi terreni, più virtuali che fisici. Internet, del resto, ha cambiato le regole del gioco anche nel mondo dei giocattoli. E questo significa sviluppare il mercato della connettività. Inanto, grazie a un investimento di 6 miliardi di corone danesi (circa 800 milioni di euro) e due parchi eolici offshore, Lego Group ha raggiunto l’obiettivo di un approvvigionamento energetico al 100% da fonti rinnovabili. Per festeggiare, ha costruito la più grande turbina a vento di mattoncini Lego, si è aggiudicata un titolo Guinness World Records e ha sfidato i bambini in tutto il mondo a inventare creativamente nuove soluzioni di energia rinnovabile. Dalle mostre alle inaugurazioni nelle
città, intanto, lo storico marchio continua a far parlare di sé. Partnership locali Lo scorso 25 novembre si è inaugurato infatti il Lego Certified Store nel pieno centro di Torino, in Via Roma 367. Il punto vendita è il dodicesimo di una serie di negozi gestiti da Percassi, che ha in programma di aprirne degli altri su tutto il territorio nazionale nel corso dei prossimi anni. Il Lego Store torinese, con i suoi 320 mq disposti su due piani, è il più grande in Italia. Torino sarà rappresentata nel negozio grazie a una riproduzione della Mole Antonelliana in scala 1:87 dal peso di oltre 19 Kg, realizzata con oltre 18mila mattoncini, progettata in sei mesi di lavoro e assemblata in 90 ore. E questo è solo uno dei tasselli che l’azienda ha in mente di fissare per lasciare gli appassionati senza fiato.
LA CILIEGINA SULLA TORTA PERFORMANCE DALLA DATA DI LANCIO RISPETTO1 ALL’INDICE MSCI EMERGING MARKETS (NET TR) 250
150
OUTCOME #03
100 50 0
Giu 17
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Nov 16
Apr 16
Ago 16
Genn 16
Giu 15
Ott 15
Mar 15
Nov 14
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Ago 14
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Hermes Global Emerging Markets Fund
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Ago 10
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Ott 09
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Rendimento cumulativo (%)
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MSCI Emerging Markets (Net TR) Index
Il nostro investimento su un produttore cinese di latticini leader del settore, impegnato sul miglioramento della governance e dell’operatività che ha portato a un radicale innalzamento della qualità dei suoi prodotti, oltre che a un aumento del prezzo delle sue azioni nel lungo termine.2
I rendimenti passati non sono indicativi di risultati futuri. Il valore degli investimenti può subire oscillazioni al rialzo come al ribasso, ed è possibile che gli investitori non recuperino l’importo originariamente investito.
Hermes Global Emerging Markets Fund Hermes ritiene che i cambiamenti strutturali dell’economia mondiale stiano trasformando i mercati emergenti; saranno vincenti le aziende che puntano su efficacia e sostenibilità. Grazie al nostro approccio top-down e bottom-up siamo in grado di individuare la società che hanno tutte le carte in regola per trarre vantaggio da questo contesto mutevole. Inoltre, le nostre analisi di investimento integrano totalmente le dimensioni ESG, permettendo di ottenere una visione più globale dei rischi e delle opportunità. Questo approccio ha consentito di generare delle performance da primo quartile e superiori al benchmark su 3 e 5 anni e dal lancio del fondo.3 ATTRAVERSO IL NOSTRO APPROCCIO OLISTICO, MIRIAMO A GENERARE DELLE PERFORMANCE ECCELLENTI E AD AGIRE RESPONSABILMENTE, CONTRIBUENDO AL TEMPO STESSO AL MIGLIORAMENTO DELLA VITA DI MOLTE PERSONE
Contatto +44 (0)20 7702 0888 Website www.hermes-investment.com Destinato unicamente a investitori professionali. 1 Lancio del fondo: 09/12/2008. 2 Bloomberg dal 31/03/12 (data in cui il team ha aperto la posizione) al 30/06/17. 3 Morningstar al 31/03/17. Morningstar Rating al 30/06/17. Fonte: Performance complessive Hermes al 30/06/17, azioni di classe F Acc. in USD, al netto di tutti i costi e delle commissioni di gestione, dalla partenza il 20/09/2013. Azioni di classe Z Acc. in sterline del track record precedente convertite in USD, commissioni e valute corrette dal lancio del fondo, al netto di tutti i costi. L’indice di riferimento è l’MSCI Emerging Markets (Net TR). Gli investimenti all’estero possono risentire dell’andamento dei tassi di cambio. Gli investimenti nei mercati emergenti tendono ad essere più volatili rispetto a quelli nei mercati maturi e il valore di un investimento può variare nettamente al rialzo come al ribasso. Pubblicato e approvato da Hermes Investment Management Limited, che è autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority. Sede legale: Lloyds Chambers, 1 Portsoken Street, Londra E1 8HZ. Le conversazioni telefoniche possono essere registrate per finalità di controllo qualità.
REPORT
A growing industry “Art & Finance� report highlights the main trends and developments in the market There is an increasing emphasis on a more holistic wealth management model
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BY DELOITTE
(A b b ia mo la s cia to il tes to in ingles e p er co gliere le s f uma ture d el co nte n u t o n . d . r. )
REPORT ART & FINANCE
With more wealth expected to be allocated to art and other passion assets in the next 10 years, coupled with a complex and uncertain global art market, a more sophisticated and dynamic approach to managing art-related wealth is required in the future.
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Mumok (Museum Moderner Kunst) Vienna
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The world’s ultra-high-net-worth individual population grew by 3.5 percent in 2016
Increase in sales The world’s ultra-high-net-worth individual (UHNWI) population grew by 3.5 percent in 2016, a recovery from a sharp fall in 2015, according to a recent wealth report. The total number of ultrawealthy individuals is predicted to rise 43 percent by 2026. About 37 percent of wealth managers surveyed in a recent report by Knight Frank said that their clients already had a number of luxury investments, such as art, wine, and classic cars. A total of 47 percent of these managers said that these types of investments had become more popular in recent years. Total auction sales at Sotheby’s, Christie’s, and Phillips were compared to the same period last year; the overall art market sentiment remains more cautious over the next 12 months. The increase in sales comes on the back of a global art market slowdown between the second half of 2015 and throughout 2016. Experts signal a more upbeat outlook for 2017–2018. Based on the responses of experts surveyed by ArtTactic in June 2017, 62 percent believe that the US contemporary art market will go up in the next
REPORT
Global UHNWI Art & Collectibles wealth 2016 to 2026 estimates US$ 1.622 billion in 2016 to US$ 2.706 billion in 2016 EUROPE 24% market share 2016 2,4% market share 2026
RUSSIA & CIS US$33bn (2016) US$64bn (2026) 5.3% market share 2016 5.2% market share 2026
US$519bn (2026) US$883bn (2026) US$336bn (2016)
US$776bn (2026)
US$578bn (2016)
MIDDLE EAST US$86.4bn (2016) US$140bn (2026) 5.3% market share 2016 5.2% market share 2026
US$338bn (2016)
NORD AMERICA 36% market share 2016 33% market share 2026
ASIA 21% market share 2016 29% market share 2026
US$117bn (2026) US$74.6bn (2016)
LATIN AMERICA 5% market share 2016 4% market share 2026
AFRICA US$12.7bn (2016) US$20bn (2026) 0.8% market share 2016 0.7% market share 2026
Source: Deloitte Luxemborg & ArtTactic Art & Finance report 2017
12 months (versus 47 percent in January 2016).
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PRIVATE
Brexit is a problem Much of London’s relative success following the Brexit vote last year can be linked to the decline in sterling, motivating buyers from outside Europe to exchange rate. However, 38 percent think that the market will come down in the next 12 months (up from nine percent in January 2016). European art market outlook looks positive: 36 percent of the experts surveyed believe that the European contemporary art market will see a positive development in the next 12 months (up from only 14 percent in
January 2016). The direction of the Chinese contemporary art market in 2017/2018 signals that the market is getting more positive compared to 2016. 32 percent believe that the Chinese contemporary art market will go up in the next 12 months (versus 26 percent in January 2016). Slowdown in the Southeast of Asia Modern and contemporary Southeast Asian art saw a 29.7 percent year-on-year decrease in sales in 2016. This suggest that the downward pressure on this market could continue into the second half of the year. Only 17 percent of the experts surveyed believe the market will go up in the next 12 months
(down from 40 percent in January 2016). The Russian art market sees a positive start to auction sales in 2017, but experts remain cautious about its outlook: Despite a positive start to the year, only 19 percent of the experts surveyed by ArtTactic in June 2017 (up from 16 percent in January 2016) believed that the Russian art market would see a positive growth trend this year. A new convergence This year’s management is part of a long-term industry trend, particularly as the wealth management industry moves toward a more holistic asset management model. Stronger motivation
REPORT ART & FINANCE
A lifestyle product For the third time since the launch of the survey in 2011, the social value associated with buying art was the primary motivation among art collectors according to art professionals (85 percent of the art professionals surveyed said so, up from 80 percent in 2016 and 72 percent in 2014). This suggesting that art is increasingly viewed by art professionals and collectors as a “lifestyle” product and investment. Estate planning is viewed as the most important art and wealth management service by wealth managers, art professionals, and collectors. With a massive transfer of wealth from baby boomers to millennials about to occur, art and
estate planning is likely to become an increasingly important area for the wealth management industry. Valuation services A high number (84 percent) of private banks also provided valuation services for their clients, with 67 percent providing this through a third party. Findings from this year’s survey show that 69 percent of the wealth managers surveyed said they expected their clients to want to include art and other collectible assets in their wealth reports. Emotional reasons A large majority (86 percent) of art professionals said that their clients buy art and collectibles for emotional reasons (passionate about collecting), but also focus on investment value; this was up from 79 percent in 2016. 54 percent of wealth managers (up from 51 percent in 2016 and the highest reading since the survey was launched in 2011) increasingly see art as a way to safeguard value. For the third time since the launch of the survey in 2011, the social value associated with buying art was the primary motivation among art collectors according to art professionals (85 percent of the art professionals surveyed said so, up from 80 percent in 2016 and 72 percent in 2014). This suggesting that art is increasingly viewed by art professionals and collectors as a “lifestyle” product and investment. 55
More investments to art An average of 44 percent of wealth managers reported that increasing focus and resources would be dedicated to art and wealth management services in the coming 12 months, up from 38 percent in 2016. This is the highest reading since the launch of the survey in 2011, and is supported by a positive trajectory for all art-related
products and services. Art-related wealth to be included in wealth reporting: Findings from this year’s survey show that 69 percent of the wealth managers surveyed said they expected their clients to want to include art and other collectible assets in their wealth reports. Collecting art with a view to investment: A large majority (86 percent) of art professionals said that their clients buy art and collectibles for emotional reasons (passionate about collecting), but also focus on investment value; this was up from 79 percent in 2016. 54 percent of wealth managers (up from 51 percent in 2016 and the highest reading since the survey was launched in 2011) increasingly see art as a way to safeguard value.
PRIVATE
to include art within wealth management: 88 percent of wealth managers surveyed this year say that they think art and collectibles should be included as part of the array of wealth management solutions. A more holistic approach to wealth management drives interest in art and collectible wealth. With an wealth allocated to art and collectibles in 2026, wealth managers are forced to take a more holistic approach to the way they work with their clients’ assets. This year’s wealth managers believe that the move toward a holistic wealth management model is the strongest argument for including art and collectibles in a wealth management service range. Art-related services to their clients: 64 percent of wealth managers surveyed related to art and collectibles, including entertainment and client hospitality. Client pressure on wealth managers: 55 percent of wealth managers said that clients were increasingly asking their private bankers and wealth managers to help with art-related issues (up from 48 percent in 2016).
HEDGE
Navigazione insidiosa Dopo il buon andamento nel 2017, sui mercati finanziari tornano i rischi La volatilità è destinata a salire e potrebbe essere un’opportunità per gli “alternativi” DI ROBERTO FALZONI /
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facile. Questo atterraggio morbido tanto strombazzato potrebbe in realtà essere molto più traumatico, caratterizzato da pericolosi vuoti d’aria. Avete mai provato a sgonfiare un palloncino con un ago?
Tassi, stretta in arrivo Infatti le politiche delle banche centrali che hanno sostenuto e spinto le valutazioni dei principali attivi (obbligazioni e azioni), rischiano di cambiare. Il ritorno alla normalità non sarà un cammino
Prepararsi per tempo La manipolazione che ha creato prezzi non reali in molti attivi potrebbe creare degli aggiustamenti violenti e improvvisi. Ne sa qualcosa la banca centrale svizzera, che ha sospeso la difesa del livello di 1,20
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PRIVATE
Se il 2017 è stato finora un anno positivo e tranquillo con poca volatilità e mercati in costante rialzo (con solo qualche piccola scossa), il 2018 si presenta con molte incognite e insidie.
nel cambio tra euro e franco e in pochi minuti ha visto il prezzo scendere del 30%. I gestori e gli investitori devono quindi prepararsi per tempo e prendere le giuste precauzioni per non ritrovarsi ad assumere decisioni difficili nei momenti peggiori. Meglio diversificare La soluzione per affrontare questa situazione è una maggiore diversificazione del portafoglio di base nelle diversi classi di attivi,
HEDGE
L’ora dei long/short Per i fondi long/short, l’indicazione è di puntare su mercati emergenti e high yield, che saranno mercati molto volatili. E i long/short ci appaiano indicati anche per la componente azionaria, nella quale inserire anche i fondi specializzati in certe aree geografiche o
Performance annuale *rendimento primi 11 mesi
2017
6,93%*
2016
4,58%
2015
2,13%
2014
5,06%
2013
9,28%
2012
7,37%
2011
-1.73
2010
11,56%
2009
21,32%
2008
-9,74
2007
13,56%
2006
13,82%
2005
11,30%
2004
10,20%
2003
21,29%
settoriali, i market neutral e i trader discrezionali a breve termine. Meglio essere prudenti, invece, verso i value player e quelli che si basano su analisi fondamentali e a lungo termine. Tra gli alternativi puri, da una parte conviene puntare sui fondi che ci permettano di approffitare delle grandi dislocation dei mercati come global macro e Cta (short term discretionary), che avranno però performance volatili, dall’altra fondi totalmente non correlati ai mercati come asset lending, trade finance lending, npl e magari statistical arbitrage. I fondi multi strategy potrebbero essere la ciliegina sulla torta. 57
valute e metalli preziosi e nei diversi gestori e prodotti. Il mondo degli alternativi offrirà molte possibilità di scelta attraverso vari gestori in ogni classe di attivi e stile di gestione, che avranno a disposizione tutti gli strumenti per difendersi e approfittare al meglio di ogni situazione. In effetti la possibilità di essere long o short sui differenti mercati diventa un elemento essenziale per creare valore e proteggersi da movimenti avversi.
Per questo punteremmo a un portafoglio composto quasi esclusivamente da fondi alternativi, diversificato in ogni classe di attivi, dal reddito fisso al mercato azionario. Inoltre l’indicazione è anche di mantenere un’allocazione di attivi bilanciata (33% circa reddito fisso, 33% azionario, 33% alternativi puri). Nel reddito fisso sceglierei fondi che hanno la possibilità di essere net short duration, unconstrained, che sono specializzati in spread trading, non direzionali, che utilizzano le valute straniere come element di ricerca di performance.
EUREKAHEDGE FUND INDEX
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La soluzione per affrontare questa situazione è una maggiore diversificazione del portafoglio
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Soluzioni tailor made Il Family Business Advisory di UBI punta su un’offerta personalizzata per i paperoni Dalla tutela del patrimonio alla pianificazione fino al passaggio generazionale DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
Assistere le aziende dei clienti nei processi di sviluppo, favorire l’accesso al mercato e contribuire all’eventuale passaggio generazionale. Sono alcuni dei servizi offerti dal Family Business Advisory di UBI Top Private, come racconta il responsabile Massimo Lodi.
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PRIVATE
Il servizio compie dieci anni dal lancio. Si può tracciare un bilancio? La domanda da parte della clientela
per l’advisory familiare è in forte crescita. Negli ultimi anni è cresciuta la complessità del mercato e si sono create nuove esigenze di assistenza che non abbracciano solo l’ambito degli investimenti. A cosa si riferisce in particolare? Prendiamo l’ambito della pianificazione successoria. Uno studio del Consiglio nazionale del Notariato segnala che solo nel 18% dei casi è presente un testamento, che garantisce quindi una
successione ordinata. Il che è ancora più preoccupante se si considera che il 53% degli imprenditori italiani ha più di 60 anni. E la questione non riguarda solo i piccoli, dato che il 68% delle aziende italiane con più di 50 dipendenti è di tipo familiare, così come anche i primi 69 dei 150 gruppi industriali. Chiudo con i numeri, ricordando che – secondo uno studio della Commissione europea – non più del 15% delle aziende italiane arriva alla terza generazione.
INTERVIEW
Oltre al passaggio generazionale, di cosa si occupa questa divisione? Il Family Business Advisory propone possibili soluzioni per i clienti-imprenditori: dal perseguire la continuità aziendale attraverso regole e meccanismi trasparenti e condivisi, al fine di garantire gli equilibri sia aziendali, che familiari, sino al supporto specialistico per la gestione di società anche estere con l’utilizzo di tutti gli strumenti presenti sul mercato interno e internazionale. È il caso delle intestazioni fiduciarie, così come di holding, srl con diritti particolari, polizze assicurative, patti di famiglia, fondi patrimoniali nonché servizi di
La banca si è dotata di professionisti con expertise diversificate trust. Il tutto in collaborazione con la divisione corporate e investment banking del gruppo. Questa struttura supporta le aziende nei processi di sviluppo affiancando la famiglia nella ricerca della soluzione più adatta a favorire i percorsi di crescita/razionalizzazione del proprio patrimonio investito in azienda (acquisizioni, apertura del capitale a investitori industriali o istituzionali, cessione di quote, accesso ai mercati dei capitali) e fornendo, ove necessario, supporto finanziario con le proprie competenze specialistiche
(acquisition finance, leveraged finance, strutturazione operazioni in pool e così via). Alla fine sceglie comunque il cliente… Siamo in grado di assistere il cliente nella sua scelta, di realizzare materialmente la soluzione più adatta alle sue esigenze. Forniamo un servizio consulenziale, dialoghiamo con lui alla ricerca della migliore soluzione per il suo caso specifico, ma poi le decisioni finali spettano in ogni caso al cliente. 59
Molti imprenditori hanno però il proprio commercialista o avvocato di fiducia: non si rischiano sovrapposizioni? Assolutamente no. Non ci sostituiamo ai professionisti dell’imprenditorecliente. Piuttosto offriamo quelle competenze aggiuntive che possono servire caso per caso, puntando a una collaborazione tra tutte le parti in causa.
Massimo Lodi
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Quali servizi offrite in questo ambito? La banca si è dotata di professionisti interni ed esterni con expertise diversificate: dal corporate finance al capital market, dal notaio all’avvocato, al commercialista. Spesso sono necessari team dotati di competenze composite per gestire le situazioni più delicate e arrivare a soluzioni adeguate.
LIFESTYLE COVER
IL NATALE È DI MODA Dal panettone al pandoro con zucchero a velo, fino ai raffinati cioccolatini Il meglio dei dolci per le feste si veste di rosso ed è firmato Giorgio Armani DI MARTA CITACOV - HA COLLABORATO ROSAMARIA CONIGLIO / @7Martix
TRADIZIONE GRIFFATA La collezione di Armani Dolci per il Natale 2017: oltre al pandoro, il panettone artigianale (anche allo zafferano) e i cioccolatini.
Oltre alle variazioni come il pandoro e la veneziana, non sono da trascurare le scatole di raffinate praline di cioccolato, con ripieni variegati (superlativo quello al marron glacé). Info e shop online: armanidolci.com 61
non a caso, è da sempre un obiettivo primario per Giorgio Armani. Che quest’anno, accanto al classico panettone artigianale, lancia per la prima volta un’edizione limitata allo zafferano, disponibile solo nella boutique di Milano oppure online.
PRIVATE
Un omaggio alla tradizione, con la firma prestigiosa del Re della moda, ambasciatore dello stile italiano nel mondo. Per rendere il regalo più classico del Natale un presente di stile. Peraltro buonissimo. L’eccellenza delle materie prime,
FASHION
A TOUCH OF RED Dallo smoking classico, con i suoi accessori, fino ai calzini porta fortuna Tutto si tinge di rosso per inaugurare il nuovo anno addobbati a festa
LARDINI Giacca smoking destrutturata monobottone con revers a lancia (lardini.it)
COR SINE LABE DOLI Papillon in seta e ceramica (corsinelabedoli.com)
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PRIVATE
Dalle tavole imbandite ai colori degli addobbi, fino al tipico costume di Babbo Natale. Il rosso è il colore che riscalda questo mese di festa, influenzando anche il gusto dei pezzi più eleganti della moda maschile. Come lo
smoking in velluto che è diventato un vero must have da red carpet. Anche cravatte e papillon in seta con micro fantasie o brand d’avanguardia che utilizzano materiali insoliti come la ceramica, accessori di alta pelletteria, calzature
e status symbol maschili come il cappello si tingono di questa nuance che è addirittura entrata nell’uso comune di tutti i giorni. Un tocco di rosso è d’obbligo, non necessariamente soltanto nei giorni di festa.
LIFESTYLE FASHION
DORIA Cappello in feltro (doria1905.com).
GALLO I calzini porta fortuna (theartofgallo.it).
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JIMMY CHOO Slipper da sera in velluto (jimmychoo.com).
PRIVATE
BOTTEGA VENETA Sciarpa in seta con motivi ton-sur-ton (sopra). In basso, portafogli con tintura sfumata e lavorazione a canestro tipica della Maison (bottega veneta.com).
DREAMS
TOYS FOR BOYS Giocattoli - anche serissimi - da uomini. Oggetti ludici, ma anche strumenti Per esaudire i desideri maschili quotidiani, dando spazio a vezzo e utilità
RIESE&MULLERCON Bicicletta mountain bike elettrica con batterie Bosch (r-m.de).
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PRIVATE
Quale momento migliore per avere il pretesto di fare un regalo? Per una volta, quest’anno, bando al buonismo e pensiamo a noi stessi. Realizzando un desiderio segreto e concedendoci un lusso tutto maschile. Che si tratti di un gadget per il tempo libero, di un gioiello da sfoggiare o di un accessorio bello quanto utile. Ecco allora l’ultimo
modello di mountain bike ibrida, per fare le salite più ripide con l’aiuto della pedalata assistita: ruote importanti per percorsi sempre più difficili. Gli sci? Il top di gamma è addirittura personalizzabile, oltre che elegante e - dettaglio non trascurabile - studiato per garantire massima velocità e prestazioni elevate. Nuovi strumenti per la
memoria: dall’alta tecnologia della nuova GoPro per immortalare momenti dinamici, alla Moleskine di nuova generazione che riporta tutti gli appunti scritti a mano sul device. E quando dovremo tornare alla routine di ogni giorno, tra ufficio e viaggi di lavoro, meglio farlo con un tocco di classe, come la cartella porta documenti in pelle.
LIFESTYLE DREAMS
GOPRO L’ultima frontiera della GoPro si chiama Hero6 e permette di fare video in 4k. Stabilizzatore avanzato, zoom tattile e foto hdr (it.gopro.com).
MOLESKINE Moleskine smart set: riporta sul device in automatico tutto quello che viene scritto sulle sue pagine (it.moleskine.com).
FISCHER Sci linea Brilliant di Fischer, personalizzabili con le proprie iniziali o persino con una fotografia (fischersports.com).
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BALLY La borsa in pelle da lavoro che può essere usata anche come bagaglio da weekend super chic, in pelle (bally.it). PRIVATE
TIFFANY&CO. Gemelli della collezione Paloma’s Caliper (dal nome di una parte del motore delle auto) in acciaio e titanio nero, di Paloma Picasso (tiffany.it).
CLUBS
L’ELEGANZA DEL FUMO In controtendenza, per chi non rientra nella schiera dei detrattori di sigari e affini E anche per i cultori di un rituale che rimane appannaggio di un certo stile maschile
IL MEGLIO Sopra e sotto, alcuni kit di sigari cubani con posacenere Noli. A sinistra, una vetrina di pipe Castello esposte nella tabaccheria Noli di Milano.
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PRIVATE
Diciamolo: ormai chi fuma è ghettizzato. Ma c'è ancora un mondo che si riconosce nel fumo. Quello di classe, però. Fatto di oggetti di pregio come le pipe Castello, marchio made in Italy celebre nel mondo, creato nel 1947 da Carlo Scotti e tuttora realizzate a mano. O dei sigari di lusso, obbligatoriamente cubani.
Per chi ama questo mondo che davvero sta andando in cenere, vale la pena una visita alla bottega storica della Galleria di Milano, la tabaccheria Noli. Qui, anche per fare un regalo, oltre alla selezione di pipe Castello è possibile trovare una serie di edizioni limitate di scatole di sigari con i posacenere personalizzati (nolipipe.it).
TREND
NON SOLO BOLLICINE Champagne e spumante per i brindisi delle feste sono assolutamente di rigore Per i palati più sofisticati, liquori eccelsi da centellinare a tarda sera dopo i cenoni
CUORE SARDO A Serdiana, in Sardegna, nasce Tagliamare, il primo spumante sardo da uve Nuragus vinificato con metodo charmat. Il risultato è un prodotto pregiato dal colore giallo con riflessi tendenti al verde, perlage fine, all’olfatto note eleganti di pesca noce, pere e agrumi.
TRITTICO Il cofanetto in edizione limitata di Perrier-Jouët contiene due bottiglie di champagne Grand Brut e una di Blason Rosé e rappresenta una foresta tropicale che invade Miami, città che ospita la Fiera Internazionale Design Miami di cui Perrier-Jouët è partner.
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Il brindisi di mezzanotte per tradizione vede riempire i calici di champagne in tutte le parti del mondo. Il vino più pregiato è di buon auspicio a Capodanno e perfetto per festeggiare un obiettivo raggiunto o un’occasione speciale. In fin dei conti, c’è sempre una buona scusa per bere delle buone bollicine, proprio come diceva
Napoleone: “Champagne! Quando vinci meriti lo champagne, quando perdi ne hai bisogno”. Francese di origine, in realtà esistono anche champagne italiani che tengono alta la bandiera dei nostri vigneti. Ma la notte è lunga e dopo mezzanotte si cambiano i bicchieri per lasciarsi andare tra cocktails e spirits on the rock.
SOLO 20 Il catalano Jaume Plensa firma la nuova edizione limitata a 20 esemplari del Coffret Ruinart Blanc de Blancs, calligrafato “Jaume Plensa per Ruinart”. Le sue lettere incastonate, che danno forma alla scultura, lasciano sottilmente passare la luce per suggerire l’anima della bottiglia
LIFESTYLE TREND
AGAVE MESSICANA Dal 1998, la tequila prermium artigianale di agave blu distillata. Il nome vuol dire sperone, quello del gallo da combattimento (simbolo messicano di forza e coraggio) sull’etichetta.
47 SCIMMIE Il Monkey 47 è l’esclusivo fatto a mano che riposa in antiche anfore di terracotta per 100 giorni: un processo che esalta i suoi 47 ingredienti, il profumo di ginepro e le note pepate. Sull’anello metallico è incisa la scritta “Unum ex pluribus”, promessa di esclusività e rarità.
ROSSO LEGGENDA Il cantante John Legend, ambasciatore della campagna (Belvedere) Red, ha scelto di collaborare con Esther Mahlangu, celebre artista sudafricano, per questa edizione limitata della Vodka Belvedere, figlia di un progetto di beneficenza finalizzato alla raccolta fondi per la lotta all’Aids.
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CUBANO VERO Havana Club Unión, il primo rum cubano creato appositamente per essere assaporato insieme al ricco e corposo aroma di un buon sigaro cubano, creato dal maestro Ronero di Havana Club Asbel Morales con il più rinomato master habano sommelier di Cuba, Fernando Fernandez Milián. PRIVATE
DIPLOMATICAMENTE Una valigetta metallica con finiture dorate custodisce una bottiglia di Diplomático Reserva Exclusiva. Per veri intenditori, un rum unico ed equilibrato, dagli accenni avvolgenti di caramello, arancia, sciroppo d’acero e liquirizia.
GOURMET
CAVIALE ITALIANO Perle nere, cibo di lusso, con la caratteristica di nascere nel nostro Paese Sono le uova degli storioni allevati nel Ticino da Ars Italica Caviar
LA STORIA Leggenda vuole che Leonardo Da Vinci, vedendo uno storione del Ticino, abbia avuto l’idea di donare le sue preziose uova racchiuse in uno scrigno incastonato di pietre e gemme a Beatrice d’Este, durante il suo banchetto nuziale con Ludovico Sforza detto il Moro.
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Chi ha detto che il caviale debba affondare le sue origini solo nella cultura culinaria russa o in quella iraniana? Questo pregiato alimento dalle qualità straordinarie è avvezzo a stare sulle tavole più esclusive d’Italia fin dal Quattordicesimo secolo e oggi più che mai possiamo
I SEGRETI La garanzia di un buon caviale dipende dall’uovo estratto, che deve essere non ancora maturo e in grado di resistere alla pressione osmotica del sale. Il gusto eccezionale di queste perle nere è ancora più intenso se accostato a determinate pietanze come risotti, cruditè di pesce o l’uovo per i palati più fini.
gustare questo prodotto tutto italiano grazie all’impegno quotidiano di Ars Italica Caviar e all’esperienza delle famiglie Mandelli e Giovannini, complici in quest’avventura di gourmet made in Italy che con passione alleva gli storioni in un ambiente
assolutamente naturale nella zona del fiume Ticino, raccogliendo al momento giusto le uova migliori. Il risultato? Tre diverse specialità di eccellente caviale provenienti da altrettante specie di storione: caviale Oscietra, Da Vinci e Sevruga. (R. C.)
LOCMAN ITALY
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MONTECRISTO AUTOMATIC Cronografo con movimento meccanico automatico S.I.O. (Scuola Italiana di Orologeria). Titanio e acciaio. Vetro zaffiro. Impermeabile fino a 10 atm.
WELLNESS
SCENT OF A MAN I profumi maschili con nuovi packaging, edizioni limitate, flaconi speciali Ecco le fragranze virili di cui non si potrà fare a meno il prossimo anno
SALVATORE FERRAGAMO Una scatola di metallo con il logo, all’interno eau de toilette da 100 ml oltre a shampoo&shower gel e after shave balm in tubo.
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Uno dei regali più gettonati è sempre il profumo. Quello maschile, per attirare ulteriormente il pubblico, si rifà il look in occasione delle feste. Dalle fragranze più note, a volte rivisitate nel design dei flaconi, alle
novità olfattive che promettono di conquistare nuovi adepti. C’è chi punta sul packaging, con confezioni regalo in edizione limitata, e chi invece inventa addirittura oggetti da collezione, come la palla di neve della
confezione natalizia di Le Male, il profumo di Jean-Paul Gaultier che è diventato un’icona. L’importante è stupire, certo. Ma anche non sbagliare. E con un profumo, si sa, non si sbaglia mai.
LIFESTYLE WELLNESS TREND
HERMES / Terre d’Hermès è una fragranza virile, speziata, di grande successo. Flacone serigrafato in questa edizione speciale. VALENTINO / Effetto borchie e metallo dorato per Noir Absolu. PRADA / L’Homme ha un flacone asimmetrico, con la mezzaluna coperta di pelle. DIOR / Un grande ritorno in total dark per Sauvage, Eau de Toilette di culto.
CARON / Pour un homme, un profumo che ha fatto la storia e continua a farla nel mondo delle fragranze maschili. CHANEL / Eau de parfum della collezione Les Exclusifs, Sycomore ha note legnose di indiscutibile forza virile.
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JEAN-PAUL GAULTIER / Il più originale flacone natalizio: una palla di neve con all’interno Le Male, uno dei più amati profumi maschili creati dal designer francese.
E-LIVING
CHRISTMAS SOUND Il top della tecnologia di ultima generazione, con il fascino del gusto retrò A Natale anche il suono diventa “più buono”. E punta tutto sul design
JAMO DS7 SYSTEM Speaker con subwoofer 8” power, dotato di tecnologia bluetooth per essere controllato comodamente con un qualsiasi device (Jamo.com).
TEAC TN300 La fedeltà musicale di un vinile con l’alta qualità del suono digitale. La scelta giusta per i più accaniti phonolovers (teac-audio.eucom).
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A Natale è tutto più rosso. Se il colore non è il vostro preferito, ma la qualità del suono è un pallino, resterete comunque conquistati dal non plus ultra della tecnologia, unita a un look vintage-retrò, di questi capolavori della riproduzione musicale. Con la garanzia di suoni sempre più nitidi e un design nuovo
e seducente: belli come sculture senza tempo e all’avanguardia nelle prestazioni. What else? Dal giradischi essenziale alle cuffie wireless, passando per il sistema di casse bluetooth. Per creare la colonna sonora perfetta delle festività di fine 2017. Non solo con le canzoni di Natale... (R.C.)
SENNHEISER GSP 350 Non le solite cuffie, ma uno strumento in grado di trasferire un suono super realista grazie al sistema Dolby Surround 7.1 , mentre il memory foam permette un utilizzo di quest’oggetto ancora più semplice. (en-us.sennheiser.com).
L’EDITORE CHE NON MOLLA • LADY AIM E LADY STARTUP • COLPA DI ZIO PAPERONE
DICEMBRE, DIC C EMBRE, R 2017 20 0 17
IN ALLEGATO dd
I MILIONARI DELLA CONSOLLE
@100
LE PENNE PIÙ PAGATE DEL MONDO
PERSONAGGI I PERS P R ONAGGI PIÙ INFLUENTI NEL MONDO
UN UFFICIO DA 20 MILIARDI DI DOLLARI
LUSSO DIGITALE PROTAGONISTI E PROGETTI DELL’E-COMMERCE
FEDERICO MARCHETTI FONDATORE DI YOOX BY WAYNE MASER
IL NUMERO 2 È IN EDICOLA A 3,90€
INTERVIEW
Tre carte per emergere Banca Aletti punta su relazione, personalizzazione e flessibilità Venuti: “Le competenze non bastano più per differenziarsi nel mercato” DI LUIGI DELL’OLIO / @LuigidellOlio
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“Skill e competenze tecniche sono connaturate alla figura stessa di chi si occupa di private banking. Sono fondamentali per offrire alla clientela un servizio adeguato, ma non è più su questo terreno che si può fare la differenza”. Gianfranco Venuti, responsabile Investimenti e Wealth Management di Banca Aletti–Gruppo Banco Bpm, parte da questa premessa nel delineare il nuovo scenario che si va configurando nel mercato italiano.
Il private banking italiano è in grande fermento tra aggregazioni, nuovi servizi e competizione per reclutare le migliori risorse. Cosa succede, si è capito che servono nuove competenze per affrontare l’evoluzione del mercato? Possedere competenze elevate è indispensabile per fare bene nella gestione dei grandi patrimoni, elemento imprescindibile e quasi implicito nella figura stessa del banker. Non è dunque qui che si
può immaginare di fare la differenza. I concetti vincenti sono piuttosto relazione, personalizzazione e flessibilità. E come vengono declinate queste caratteristiche? Il tratto distintivo del private banking rispetto ad altri segmenti del fare banca è la relazione personale, che significa seguire continua a pag. 78 >
INTERVIEW
il cliente in modo continuativo, assecondando e, se possibile, anticipando le sue esigenze. La relazione professionale si porta dietro la personalizzazione, che deve riguardare sia i prodotti offerti, che le modalità di servizio. Il tutto con un approccio flessibile, al di là delle standardizzazioni. Si riferisce all’incertezza dei mercati finanziari, e quindi alla necessità di cavalcare il ritorno della volatilità? Non solo a quello, ma alla modalità in cui viene svolta l’attività di private banking. Il mercato evolve costantemente. Per fare davvero la differenza è fondamentale avere la capacità di adattarsi alle situazioni che cambiano. Non troverà nessuno che dica di non avere a mente questa necessità, ma metterla in pratica è tutt’altro che semplice: occorrono organizzazione ed esperienza adeguate alle necessità.
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In particolare come siete organizzati per affrontare questo scenario? Negli anni abbiamo sviluppato una grande capacità di fare gestione di patrimoni e l’integrazione tra le strutture private che un tempo appartenevano separatamente a Bpm e Banco Popolare è stata condotta con l’obiettivo di far emergere le migliori competenze e modalità organizzative. Così Banca Aletti è in grado di muoversi in maniera flessibile sia mediante un’offerta solida e articolata di
Gianfranco Venuti
gestioni patrimoniali, che tramite la piattaforma aperta, che ci consente di selezionare di volta in volta le migliori capability presenti sul mercato dell’asset management. E lo stesso facciamo nel campo dell’insurance, potendo contare sulla collaborazione con aziende nazionali e internazionali a seconda della specifica esigenza del cliente. Chiudiamo con una domanda di rito di questi tempi. Il mercato è dinanzi a uno spartiacque, con il debutto della Mifid 2 che promette di rimettere in discussione le posizioni a lungo consolidate, spingendo il settore della distribuzione a una maggiore trasparenza, che dovrebbe portare
a una compressione dei margini. Come vi siete preparati? Innanzitutto va sottolineato che la Direttiva non arriva all’improvviso, ma è il frutto di un lungo percorso fatto dalla normativa comunitaria negli ultimi anni. Per quanto ci riguarda, non vi saranno stravolgimenti: Mifid 2 conferma quanto facciamo già, quindi continuità di relazione, personalizzazione e flessibilità. Il principale obiettivo era, e oggi diventa ancora più evidente, allineare l’interesse della distribuzione a quello degli investitori. Non ci sono alternative per creare una relazione di reciproca soddisfazione, destinata a durare nel tempo.
OPINION
Stretching e mobilità Perché, quando e come farlo, in modo che produca gli effetti sperati Il metodo è strettamente legato alle scadenze programmate e gli obiettivi DI ALESSANDRO SCALICI*
computer) molte volte richiedono la contrazione di uno o più muscoli senza però necessariamente attivarne poi gli antagonisti, accumulando quindi tensione e rigidità. Se non ci preoccuperemo di ridare la giusta lunghezza muscolare, ripristinando quindi la corretta mobilità, finiremo col perderla. Questo fenomeno generato prevalentemente dal tessuto connettivo che è in continua rigenerazione e che stabilizza e dà forma alla nostra struttura, rischia di diventare una “fissazione o retrazione”.
Perché fare stretching? Iniziamo col dire che è natura dei nostri muscoli quella di accorciarsi, e che il loro allungamento è compiuto esclusivamente ad opera dei muscoli antagonisti ai primi. Giusto per dare un esempio, il bicipite del braccio si allunga quando il tricipite, suo antagonista, si contrae.
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Evitare le contrazioni Gli allenamenti, o i movimenti che compiamo, le posture protratte per troppo tempo (ore in macchina o al
Le tempistiche Quando fare stretching? È stato dimostrato che un eccessivo allungamento appena prima di una performance sportiva può portare ad una diminuzione della prestazione (forza), e che uno stretching molto intenso, deformando e sti-rando i tessuti, può metterli in condizione di maggior vulnerabilità nell’immediato. Cosa significa questo? Prima di una competizione o di una partita o un gesto atletico in generale, fate un buon riscaldamento e un po’
di allungamento senza forzare né protrarre per troppo tempo. Dopo l’attività fate la stessa cosa, un po’ di stretching ma senza esagerare. Lontano dalla prestazione invece, quando i muscoli sono a riposo, una seduta dedicata al riequilibrio posturale è l’ideale. Semplice esercizio è lo sdraiarsi a terra con le gambe tese e a squadra contro il muro, collo ben allungato e piedi a martello. Importantissimo è il ruolo della respirazione, il momento di maggiore allungamento deve essere sempre effettuato durante l’espirazione. Come sempre, raccomando di rivolgersi a professionisti, almeno per una prima formazione di base.
*Specializzato in personal training, gestisce la palestra Universo a Milano
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Fondi come family office Controlfida rafforza le strategie per il controllo dei rischi, attraverso soluzioni innovative Nelle scelte d’investimento conta la flessibilità per fronteggiare uno scenario complicato
Fabio Brambilla
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Proteggere i patrimoni nel tempo, in primis dalle distorsioni e dalle incognite dei mercati. Su questa linea il family office svizzero Controlfida ha costruito il proprio successo, che da poco ha varcato la soglia del quarantesimo compleanno, con delle dinamiche di investimento
caratteristiche che hanno trovato ampio seguito anche nel risparmio attraverso la distribuzione di primarie reti di private banking e consulenti. L’entusiasmo dei mercati, infatti, negli ultimi mesi non ha fatto abbassare la guardia considerando le criticità dai potenziali interventi
delle banche centrali, le tensioni geo-politiche e i dubbi sui consumi. “Il quadro macro globale è positivo con una crescita che si sta irrobustendo in quasi tutte le principali aree geografiche, ma non dobbiamo dimenticare che i focolai destabilizzanti restano dietro l’angolo
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I nodi politici però anche in questi Paesi stanno tornando alla ribalta e sulle banche si parla di misure più rigide da parte della Bce... Parigi ha il consenso e la squadra per tirare le riforme e l’asse con una Merkel probabilmente indebolita nella posizione egemone dal voto di settembre favorirà la reciprocità di interessi. Ci piacciono settori difensivi come il farmaceutico e i titoli legati alla salute o il realestate tedesco, che ha una passato storico diverso dal resto d’Europa. Allo stesso modo si
conferma d’interesse anche il segmento dei semiconduttori che con l’automazione nel mondo delle 4 ruote sta vivendo una seconda giovinezza. Voi prima che asset manager siete un riferimento per le grandi famiglie col vostro family office. Cosa vi stanno chiedendo in questa fase? L’obiettivo nei grandi patrimoni è sempre la protezione da potenziali shock improvvisi e la conservazione del capitale. Per questo abbiamo sviluppato negli anni forti competenze nel controllo dei rischi, in primis della volatilità. Anche se in questo momento quest’ultima risulta straordinariamente bassa, la validità delle strategie opzionarie che abbiamo sviluppato si dimostra valida per far dormire sonni tranquilli ai nostri clienti. Non rincorriamo dunque le mode nelle gestioni di fondi ma ci concentriamo sulle opportunità di cogliere i vantaggi dei mercati azionari, ma stando attenti attraverso lo strumento delle opzioni a ridurre le incognite legate a potenziali scossoni. Per quanto riguarda le
obbligazioni invece da un paio d’anni siamo molto cauti su queste assetclass. Crediamo ci sia un eccesso di entusiasmo sui prezzi a causa di tassi arbitrariamente troppo bassi per effetto delle banche centrali. Preferiamo sostituire questa componente con fondi a rendimento assoluto, o magari affiancarli con gestioni attive libere da costrizioni sulla curva dei tassi. Nelle vostre gestioni su cosa state puntando? Che strategie avete in programma? Il nostro fondo Defensive si dimostra un’ottima componente di diversificazione in chiave difensiva poiché in grado di monetizzare i rischi di volatilità se questa dovesse normalizzarsi. Ma oltre a ciò, lo scenario di investimento impone grande flessibilità nelle strategie. Per questo abbiamo rafforzato gli strumenti dove possiamo vantare una forte capacità ed esperienze: il nostro fondo EVolution, che sfrutta l’esperienza dei nostri gestori sulle strategie delle opzioni, e il fondo Aglaia che si caratterizza per i tratti innovativi. Questo si muove attraverso un algoritmo proprietario utilizzando anche sistemi di intelligenza artificiale che aiuteranno a tracciare i trend di volatilità e le strategie con le opzioni. Si tratta di fondi Ucits che hanno come obiettivo portare alla famiglie e clienti private nuove strategie decorrelate dall’andamento dei mercati che prima erano appannaggio solo dei grandi family office. 83
Che situazione vedete sui mercati? Il terzo trimestre che ci siamo lasciati alle spalle verrà ricordato per le anomalie di bassissima volatilità che forse rispecchia un’eccessiva fiducia nei mercati, nonché le distorsioni provocate da lunghi anni di politiche accomodanti dalle banche centrali. In questo clima, infatti, eventuali notizie negative potrebbero essere interpretate in modo più compulsivo anche alla luce del fatto che le Borse si trovano quasi tutte sui massimi e i listini procedono con graduali rialzi. In questo clima continuiamo a ravvisare spunti interessanti sull’azionario, dove preferiamo l’Europa agli Stati Uniti, e in particolare Paesi che stanno puntando su un certo rilancio industriale come Francia e Germania.
Continuiamo a ravvisare spunti interessanti sul mercato azionario, dove preferiamo l’Europa
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come hanno dimostrato le elezioni tedesche e le spinte separatiste catalane” spiega Fabio Brambilla, partner di Controlfida.
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Si aprono nuovi scenari Con la Mifid 2 aumenterà la trasparenza sui costi dei prodotti del risparmio gestito La direttiva porterà gli asset manager a ripensare i loro modelli DI CHIARA MERICO
La Mifid 2 cambierà le carte in tavola nel settore della consulenza e della gestione del risparmio. Ne abbiamo parlato con Marco Tabanella, head of wealth/retail segment di iShares Italy.
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Qual è la vostra visione sullo scenario di mercato della consulenza finanziaria nel segmento private? Due driver principali impatterano il mercato della consulenza finanziaria nei prossimi anni. Il primo, guidato in particolare da Mifid 2, è l’aumento della trasparenza nella struttura dei costi dei prodotti del risparmio gestito. Questa maggiore consapevolezza potrebbe portare a una progressiva contrazione dei livelli di pricing applicati ai prodotti stessi. Non necessariamente tutto ciò si tradurrà in una riduzione dei margini, se i distributori sapranno ripensare la propria offerta, aumentando progressivamente la componente di prodotti a più basso costo. Il combinato di suitability e product governance produrrà da un lato un aumento generalizzato del cost to serve, subordinato a una maggiore integrazione verticale tra fabbriche prodotto e distributori, ma
dall’altro anche un focus sui processi interni di fund selection. In questo contesto ci aspettiamo una maggiore convergenza tra i diversi portafogli proposti dagli home office nei vari servizi o prodotti. L’altro driver è il ruolo crescente della consulenza anche sui canali affluent, rispetto al tradizionale collocamento, facilitato potenzialmente dal supporto di servizi digitali e dallo sfuttamento su più ampia scala delle competenze di investimento dei canali private. Il potenziale degli Etf è ancora inespresso in Italia (mediamente rappresentano l’1% del portafoglio private), frenato finora da logiche distributive penalizzanti.
Ci aspettiamo una normalizzazione anche per il mercato italiano. Qual è la vostra strategia? Nei prossimi anni sarà importante fornire prodotti di risparmio gestito sempre più efficienti, ma anche aiutare distributori e consulenti nella loro offerta di servizi di consulenza. Intermediari e consulenti dovranno saper tradurre bisogni più complessi in specifici e più sofisticati profili di rischio-rendimento. Con questo obiettivo, negli ultimi anni abbiamo fatto progredire la nostra offerta. Abbiamo affiancato alla gamma di Etf e fondi passivi un’offerta di portafogli modello costruita sui bisogni e resa disponibile a tutti i nostri clienti professionali. Si tratta di un’offerta incentrata fondamentalmente su crescita del capitale e produzione di income, ma che stiamo facendo evolvere in bisogni più specifici, come gli investimenti Esg e tematici. Abbiamo in progetto di mettere a disposizione dei singoli consulenti tutte le nostre capacità sul mondo dei prodotti indicizzati attraverso un’unica piattaforma di servizi digitali e strumenti di analisi e diagnosi di portafoglio.
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Materie prime per osare Arion Investment Management ha lanciato l’Arion Raptor Commodities Fund Tarricone (managing director): “Un’asset class che merita di essere riscoperta” DI FRANCESCA VERCESI / @frvercesi
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Negli ultimi tempi si è assistito a un progressivo ritiro delle grandi banche dal mondo delle commodity. Tra i fattori all’origine del declino dei profitti ci sono le normative sempre più severe e le performance deludenti. Nel primo semestre hanno pesato anche le condizioni di mercato sfavorevoli, tanto che gli utili sono scesi al livello più basso dal 2006 a causa della debolezza del settore dell’energia, in particolare del gas naturale, legata a sua volta alla minore volatilità dei prezzi, all’attività ridotta dei clienti e a risultati inferiori alle aspettative per il trading. La negoziazione di materie prime, infatti, ha visto i profitti delle grandi banche crollare nella prima metà del 2017 ai minimi da oltre dieci anni: appena 1,3 miliardi di dollari per i 12 colossi del credito di Europa e Stati Uniti, il 41% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e circa
un quarto rispetto al 2011. Ed ecco che sul mercato c’è chi vuole riempire questo spazio. È il caso di Arion Investment Management, boutique londinese di gestione specializzata in commodity, che ha appena lanciato una nuova strategia contenuta nell’Arion Raptor Commodities Fund, domiciliato a Malta. La struttura del fondo è piuttosto sofisticata e deriva dal background del team di investimento: Darius Tabatabai ha iniziato la sua carriera in Ubs come trader di opzioni, ha militato poi in Merrill Lynch come global head trader per i metalli e prima ancora in Crédit Suisse come head trader dei metalli preziosi. E anche il fondatore e managing director di Arion Investment Management, Gerardo Tarricone, ha una lunga storia sulle commodity dato che ha fondato Cuprum Twenty Nine Ltd, società focalizzata sul trading di strategie in commodity,
perlopiù all’interno dell’arbitraggio dei metalli industriali. Un fondo alternativo sulle commodity. Perché ora? Da un punto di vista di asset allocation, investitori istituzionali, Hnwi e family office hanno iniziato a guardare di nuovo ai fondi che investono sulle commodity per diversificare il loro portafoglio. Sul lato operativo, il mercato delle materie prime offre una delle più grandi opportunità di investimento degli ultimi anni, dopo la crisi finanziaria. L’uscita forzata delle banche e degli asset manager più grandi dal settore materie prime, o soltanto un ridimensionamento in alcuni casi, ha creato un vuoto nel mercato che Arion Investment Management ha intenzione di sfruttare per generare extra-performance. Oltre alle banche, inoltre, anche grosse
INTERVIEW
A che tipologia di investitori guardate? Agli Hnwi, ai family office e agli investitori istituzionali. Qual è il vostro approccio alla gestione? È più “what if” che non direzionale, cerchiamo di sfruttare le dinamiche di pricing o momenti particolari di mercato per generare alpha. Intendiamo dare un accesso agli investitori al segmento delle
di poter raggiungere performance di tutto rispetto. L’approccio alla gestione è statistico, la liquidità del fondo è settimanale. La nostra idea è che non possiamo permetterci di fare trade troppo illiquidi o di incappare in drawdown severi. In altre parole, gli stop loss sono molto stretti, sono piuttosto hard stop loss. Progetti? Il fondo è stato lanciato a novembre. La nostra idea è di lanciare altri fondi, sempre andando a sfruttare strategie di nicchia. Puntiamo poi a lanciare il business negli Stati Uniti e in Asia.
Londra, base di partenza Arion Investment Management Limited è una società di gestione focalizzata sull’investimento in commodity e basata a Londra. Nata a fine 2016, ha ricevuto le necessarie approvazioni dalla Fca (Financial Conduct Authority) a inizio 2017. Il gruppo è nato dall’iniziativa di Gerardo Tarricone (nella foto a lato). Tarricone, che ha una lunga storia professionale nel settore del trading di commodity tanto da aver fondato una sua società, la Cuprum Twenty Nine Ltd, intendeva tornare a Londra dopo aver avuto successo con la sua impresa e, insieme a Darius Tabatabai, ha pensato di lanciare un asset manager. Così è nato il gruppo che a oggi conta su cinque persone, ha appena
lanciato l’Arion Raptor Commodities Fund e punta a costruire altre strategie di nicchia. Nei nei prossimi mesi potrebbero arrivare ancora un paio di persone. Oltre a Tarricone e al portfolio manager Tabatabai, ci sono Tancredi Cordero di Montezemolo nel ruolo di responsabile del business development, Ian A. Fridlington come responsabile operations e risk management e James Purdie nel ruolo di head of investor relations. 87
Cosa avete in programma? Dopo aver gestito, negli ultimi due anni, un managed account che ha fatto registrare consistenti ritorni a due cifre, ora abbiamo lanciato il nostro primo fondo aperto ad investitori esterni, il Raptor Commodities Fund. Questo adotta una strategia relative-value per dare esposizione alle materie prime, con un’attenzione particolare al settore dei metalli preziosi e industriali che sta offrendo, in questa fase del mercato, grandi opportunità. Abbiamo in programma il lancio di ulteriori strategie nei prossimi mesi, gestite da portfolio manager di altissimo livello. Tali strategie saranno accessibili attraverso fondi e conti gestiti.
commodity, mantenendo un profilo di rischio più contenuto rispetto alle strategie tradizionali. La parte direzionale, che facciamo tramite opzioni liquide, viene messa in atto dopo aver espresso il potenziale da relative value. Il portafoglio sarà molto concentrato: in un periodo tipo ci sono circa una dozzina di trade che potrebbero comportare anche più posizioni. L’idea è di avere vari temi di investimento e poi spacchettarli. Il nostro vantaggio risiede nel fatto di essere capaci di cogliere le opportunità. Focalizzandoci sulla struttura di trade e sulla gestione del rischio crediamo
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istituzioni e market maker hanno tolto la liquidità da questa asset class. Ci sono tanti fattori macro sulle commodity e, con la dovuta preparazione e gestione del rischio, ci possono essere molte opportunità di investimento.
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Equilibrio con l’acido-base Le fibre idrosolubili svolgono un ruolo fondamentale nella dieta dell’uomo Frutta e verdura sono fondamentali. In alternativa, selezionare gli integratori DI ROBERTO CANNATARO /
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ovvero quella di fibre, soprattutto le idrosolubili.
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Si parla molto di diete, alimenti, integratori, persino acqua basificante…..ma ne abbiamo realmente bisogno? E, soprattutto, hanno una base scientifica? La risposta è sì, ma solo perché queste operazioni vanno a colmare una carenza ormai sempre più diffusa nella nostra alimentazione,
Regole alimentari In effetti, se la nostra alimentazione fosse corretta e variata, non avrebbe bisogno di troppe aggiunte, men che meno di basificare l’acqua che beviamo. È vero però che molti utilizzando questi approcci riferiscono di sentirsi meglio, allora dove sta la verità? È lo stesso motivo per il quale chi utilizza un approccio vegetariano ha dei benefici. In effetti basterebbe aprire per esempio un buon libro di fisiologia come il Conti (riferimento in molte delle facoltà di medicina italiane), dove si potrebbe leggere che una dieta prevalentemente a base di proteine (senza distinzione tra animali e vegetali) tende ad acidificare. Di contro, una dieta prevalentemente a base di vegetali tende a basificare. È evidente che un equilibrio tra le due consente un equilibrio acido-base che non necessita di ulteriori aggiunte. Metri di misurazione C’è da dire anche che l’acidificazione non è a carico del sangue, come spesso si dice. Si può valutare invece
il pH urinario, che è fisiologicamente acido. Dunque l’indicazione nutrizionale sarebbe di assumere cinque porzioni al giorno tra frutta e verdura. Chi riesce a rispettare questa pratica? Purtroppo non è semplice riuscirci, specialmente passando molto tempo fuori da casa. Ovviamente lo stress non può che rendere le cose peggiori…Da sottolineare come i centrifugati, e in minor ragione gli estratti, fanno perdere parte del contenuto in fibre. Molto meglio la vecchia spremuta. D’altra parte, se l’alternativa è non assumerne, ben vengano centrifugati ed estratti. Soluzioni da evitare Infine, da evitare il sottoporsi a una pratica molto diffuse: acqua calda e limone per basificare. Mi chiedo: come fa un alimento che contiene un acido (citrico nella fattispecie) a rendere basica una soluzione? Discorso diverso è per il citrato, ovvero lo ione corrispondente dell’acido citrico che è una base forte: quello potrebbe essere un integratore da considerare (citrato di potassio o magnesio, da evitare quello di sodio) se non si riesce a seguire la regola delle cinque porzioni.
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Investimenti senza tempo Sono sempre piĂš i detentori di grandi patrimoni che puntano su asset alternativi Una scelta che combina la passione per il buon gusto con la ricerca del rendimento
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DI CLARA ARATA*
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Gioielli rari e preziosi Per il mondo delle pietre ci sono valutazioni tecniche, esami gemmologici, che consentono di qualificare con ottima approssimazione la qualità delle gemme e quindi il loro valore, oltre ovviamente alla firma, magari di una maison storica, che fa schizzare il prezzo alle stelle. Unicità, estro
e bellezza sono caratteristiche essenziali per gioielli di valore assoluto. Così l’alta gioielleria dona sensazioni uniche perché unisce la possibilità di scegliere il meglio tra quanto creato dalla natura nel corso dei millenni insieme alla fantasia impareggiabile di esperti orafi. Nella fattispecie c’è grande vitalità del settore alle aste, grazie ad un ricambio generazionale che sta creando mobilità di beni. Spiccano le grandi firme sia italiane che straniere, così come nell’ambito delle grandi marche di orologi che hanno raggiunto livelli fino a pochi anni fa impensabili, in particolare per quanto riguarda i pezzi unici. Al mondo delle aste, per quanto riguarda i preziosi rari, interessano in particolare diamanti di grande caratura certificati e valutati ai corretti e competitivi prezzi di mercato, o ancora le perle naturali, le pietre di colore, i rubini e gli zaffiri naturali, corredati da certificati che attestino il non trattamento delle pietre. Per questo è consigliabile l’acquisto alle aste, che mettono a garanzia della bontà degli oggetti in vendita la loro expertise. 91
Orologi di pregio Per quanto riguarda gli orologi le credenziali sono in primis la rarità, il marchio, le condizioni, le eventuali riparazioni e sostituzioni di pezzi (un esemplare completamente originale ha un valore molto più alto di uno che è stato modificato), la provenienza. Le complicazioni meccaniche e le molteplici funzioni degli orologi d’eccellenza restano, oggi più che mai, oggetto di un collezionismo affascinato da questi straordinari oggetti di misurazione del tempo in opera dai più rinomati maîtres orologiai.
Per il mondo delle pietre ci sono valutazioni tecniche, esami gemmologici, che consentono di valutare la qualità
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Gioielli preziosi e orologi rari sono il genere d’acquisto che può durare nel tempo e offrire ai collezionisti grandi soddisfazioni economiche. Valutabili con criteri più netti rispetto alle opere d’arte, sono contesi dai mercanti alle aste e vantano una nutrita platea di amanti in tutto il mondo, in grado di trasformare velocemente il loro valore in valuta. Chi li eredita e li vuole alienare, chi li ricerca con bramosia, chi ne fa un acquisto consapevole per diversificare.
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Patek Philippe orologio da polso in acciaio, automatico, datario firmato Patek Philippe sul quadrante ref. 3800/1 modello Nautilus epoca: anni ‘80 del XX secolo. Stima: 15.000/18.000 euro Clara Arata
L’asta di Gioielli e Orologi di Finarte, del 5 dicembre 2017 a Milano, ha promosso gran parte dell’immenso “heritage” della gioielleria italiana degli ultimi 50 anni, come radici e testimoni dei valori della produzione odierna, valori d’eccellenza, di know how, di qualità, di artigianalità, unicità, creatività ed innovazione. In catalogo vi erano pezzi di gioielleria prêt-a-porter o importanti di firme italiane come Mario Buccellati, Bulgari, Frascarolo, Gabriella Rivalta, Vhernier, Pomellato, Damiani, Salvini, E.Serafini, Illario, Lunati, Villa, Chantecler. Oltre alle grandi marche estere: Cartier, Tatiana Fabergè, Carvin French, Tiffany & Co. Importanti diamanti di grandi carature e pietre montate di colore certificate, oltre a pezzi di gioielleria d’epoca di fine ’800 e degli anni Decò, ’20-’30 e ’40 arricchiscono l’offerta.
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*capo dipartimento gioielli e orologi Finarte
Anello in platino con diamante ct 13,70 ca. solitario a otto griffes Stima: 75.000/95.000 euro
Paio di orecchini in diamanti e perle, Mario Buccellati. Stima: 22.000/24.000 euro
Importante anello in smeraldo colombiano, Villa, Milano. In platino con smeraldo colombiano naturale, taglio ottagonale a gradini ct 11,38 ca. Stima: 100.000/130.000 euro
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Alla prova di Mifid 2 Arriva il momento di confrontarsi con la nuova direttiva sui prodotti finanziari Una sfida per la consulenza, che deve fare i conti con margini sotto pressione DI ANGELO DEIANA / @AngeloDeianaTW
Il 3 gennaio 2018, con l’arrivo della Mifid 2, si aprirà una fase di orizzonti incerti nel private banking e in tutta la consulenza finanziaria. È per questo che siamo consapevoli di essere in una stagione di domande e non di risposte. Passo indietro? Gli unici dati reali credibili in nostro possesso sono quelli prodotti dalla Rdr (Retail Distribution Review, la Mifid britannica), che ha già portato a un netto ritorno alle architetture chiuse. E questa tendenza la stiamo già scontando nel nostro Paese, con diversi grandi intermediari che stanno tornando a focalizzarsi sui prodotti della casa.
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Advisory innovativa E, dunque, la domanda fondamentale è chiedersi se, in questo ambito, ci siano spazi di efficientamento delle reti di consulenza e delle reti private. Che si tratti del Ter (Total Expense Ratio), delle “digital strategies”, dei “robo-advisor” o dei Panama/ Paradise Papers, siamo convinti che, nel breve, rimangano pochi spazi di recupero di margini sul conto
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Nulla di scontato Ma anche il modello fee-only dovrà evolversi. La domanda è una sola: siamo tutti convinti che il cliente, una volta metabolizzato il Ter (da marzo 2019 in poi), continuerà a pagare fee che a noi sembrano anche basse in questo momento? Pagare una percentuale sugli asset vorrebbe dire che un cliente da 30 milioni di euro potrebbe pagare circa 300mila euro se la fee fosse (solo) dell’1%. Ma, anche se fossero solo 30mila euro su 3 milioni, la situazione non cambierebbe molto. Forse
Nuove sfide Per farsi pagare tali percentuali sarà necessario fare di più. Molto di più. Ecco perché sarà sempre più difficile capire cosa distinguerà in futuro un private banker da un consulente finanziario piuttosto che da un gestore affluent o da un consulente fee-only. Un futuro incerto anche perché, nell’era di GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple), chi detiene i dati del cliente genera profitto qualsiasi cosa riesca a fargli acquistare ponendosi come piattaforma unica del cliente stesso. Evoluzione della professione Siamo destinati a un orizzonte ipertecnologico in cui sarà affidato alle macchine il nostro destino? Non credo che sia questo il futuro prossimo venturo. Ci sarà sempre un intermediario perché i soft skills saranno, nel medio periodo, insostituibili. Personal branding, marketing relazionale, reputation management, gurerrilla marketing e molto altro intercetteranno tanti bisogni del cliente dei prossimi 3-5 anni. Il banker del futuro, allora, sarà un professionista con forti competenze finanziarie, ma che saprà affiancare capacità di analisi dei dati e un cervello “open minded” nei confronti delle esigenze dei clienti più sofisticati. Con la prospettiva di arrivare (quasi) a pensare come lui… 95
economico dell’industry del private banking, allo stato attuale delle cose. C’è bisogno di un cambiamento profondo. Il nostro mondo che si deve orientare verso un processo di advisory basato anche sul modello fee-only (ma non solo). Il meccanismo è chiaro: quando l’investitore capirà che l’advisory la paga comunque perché è quasi sempre “embedded” nel costo dei prodotti, tenderà a creare una relazione prioritaria verso i consulenti “all-in”, banche o professionisti che siano.
si comprerà una Ferrari o una Lamborghini. Oppure, con quelle cifre, tutte e due.
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Il banker del futuro dovrà avere forti competenze finanziarie, ma saprà anche affiancare capacità di analisi dei dati e un cervello open minded per le esigenze dei clienti più sofisticati
TOP LIFE
Il trono di Forbes Tra le donne al vertice c’è Walton di WalMart, davanti a Mars e Powell Jobs Hanno patrimoni miliardari ma distanti da quelli dei primi tra gli uomini DI SARA MORTARINI
FORBES 400
PAPERONI
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Hanno accumulato un patrimonio miliardario grazie alla loro attività, legata in molti casi al mondo della tecnologia, e ora si tengono saldamente in testa alla classifica delle persone più ricche degli Stati Uniti. I “soliti noti”, consacrati dalla lista annuale dei “Forbes 400”, sono Bill Gates, fondatore di Microsoft, con 89 miliardi di dollari, Jeff Bezos, patron di Amazon, con 81,5 miliardi di dollari e Warren Buffett, che con la sua Berkshire Hathaway vanta un patrimonio di 78 miliardi di dollari. E le donne? In testa c’è Alice Walton, unica figlia femmina del fondatore di Wal-Mart, Sam Walton, con un patrimonio stimato di 38,2 miliardi di dollari. Alle sue spalle Jacqueline Mars (25,5 miliardi), che possiede un terzo dell’omonimo produttori di dolciumi. A chiudere il posto Laurene Powell Jobs, vedova di Steve Jobs, fondatore di Apple (19,4 miliardi).
Tim Cook e Laurene Powell Jobs
TOP LIFE
USA
NETFLIX Il co-fondatore e ceo di Netflix sale per la prima volta sull’Olimpo dei più ricchi d’America. Reed Hastings è infatti tra le 22 new entry della lista 2017 dei “Forbes 400”, a cui quest’anno si accedeva soltanto con un patrimonio minimo di 2 miliardi di dollari. Laureato in matematica nel 1983, il 57enne Hastings ha militato nel Corpo di Pace in Swaziland (Africa) prima di prendere un master a Stanford in intelligenza artificiale. Ha iniziato a lavorare al progetto di Netflix nel 1997, quando il successo della piattaforma di film e serie tv in streaming era a dir poco inimmaginabile. Oggi può contare su un patrimonio di 2,2 miliardi di dollari, grazie al quale si è collocato al 359esimo posto della prestigiosa classifica. Reed Hastings Federica Mogherini
RANKING
POTENTI DEL MONDO
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C’è anche un’italiana tra le venti donne più potenti al mondo, citate nella classifica annuale di Forbes. Tra le 13 rappresentanti del Vecchio Continente (contro le 48 americane e le 23 asiatiche), compare Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Ecco chi sono le quattro donne più potenti al mondo nel 2017: Angela Merkel (cancelliere tedesco), Theresa May (premier britannico), Melinda Gates (co-presidente della Fondazione Bill e Melinda Gates) e Sheryl Sandberg (chief operating officer di Facebook).
BRAINPOWER
Puntuali si nasce Spesso si tratta di un denominatore di efficienza e quindi di successo nel lavoro La scienza svela che non tutti siamo capaci di percepire il tempo con esattezza DI ANAÏS BORRI
In media sottostimiamo del
40%
il tempo necessario per completare un’azione
Ogni lavoratore italiano perde circa
10 minuti
al giorno per colpa della non puntualità altrui
1,5% è la perdita annua di Pil stimata per colpa dei ritardatari al lavoro in Italia
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Tutte le persone di successo condividono una caratteristica: il senso d’urgenza. Avere l’impressione costante che il tempo stringe porta a una maggiore produttività ed è legato a una buona puntualità. Essere puntuale è ovviamente un comportamento che viene ricompensato nel mondo lavorativo ma anche in tutti gli ambienti sociali, e chi non lo rispetta viene spesso punito. Sapendo questo, perché certe persone sono comunque sempre in ritardo? Secondo Jeffrey Conte, ricercatore in psicologia alla San Diego State University, puntuali o ritardatari
si nasce. Secondo i suoi studi le persone possono essere divise in due tipi di personalità che percepiscono il tempo in modo molto diverso. Il tipo A può misurare il tempo passato con grande esattezza e anche con un po’ di anticipo, mentre il tipo B tende sempre a sottovalutarlo. Questo significa che i ritardatari cronici non si rendono conto del tempo che scorre nel compiere un attività e quindi finiscono per prendere del ritardo nei loro altri compiti. Curiosamente, in media questi ultimi sono più ottimisti e tendono a fare multitasking invece di dedicarsi a
un’attività alla volta. Il tipo A, pur essendo più propenso allo stress e al pessimismo, è chiaramente avvantaggiato nell’ascensione sociale e professionale. Però se fate parte del gruppo sfortunato ci sono modi di rimediare. Per esempio, dividendo un compito in tante semplici azioni si può stimare meglio il tempo voluto per finirlo e concentrandosi su un’attività per volta si può aumentare la produttività. Ovviamente ci sono tanti fattori culturali e sociali che incidono sul comportamento, ma avendone una maggiore consapevolezza si può cominciare a migliorare.
AWARDS
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PRIVATE BANKING P SUMMIT
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DI SUSANNA TANZI / @susannatanzi
CAMPAGNE VINCENTI
Le ragazze di Dior
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Cara Delevingne
Modella, scrittrice, attrice e ora anche nuovo volto per la linea skin care “Capture Youth” di Dior. Tra le icone più irriverenti della sua generazione, Cara Delevingne piace per il “fascino insolente”, confermano dalla Maison. Ha recitato accanto a Will Smith in Suicide Squad, è stata protagonista con Rihanna nel film Valerian e la città dei mille pianeti di Luc Besson e in Tulip Fever diretta da Justin Chadwick. Inglese di buona famiglia, Cara ha pubblicato un libro dedicato alle adolescenti che si vedono brutte. Confermata anche la veterana Jennifer Lawrence, Oscar per Il lato positivo, da anni testimonial e protagonista delle campagne Dior.
Jennifer Lawrence
PRIVATE VIP
MOTORI
Volante d’oro ambientali più estreme. Il telaio di alluminio si alleggerisce di 26 chili rispetto alla DB9. Da 0 a 100 in 4,1 secondi, questa sportiva raggiunge i 300 km/h grazie al motore 4 litri V8 bi-turbo di origine MercedesAmg che eroga 510 CV, accoppiato al cambio automatico a 8 rapporti. Per mettersi al volante (riscaldato) servono 199mila euro. 101
La capote elettrica in tela ha 8 strati per migliorare l’isolamento acustico interno e la protezione dai raggi solari e si apre in 14 secondi, anche in marcia, fino ai 50 km/h. Un test molto rigido ha sottoposto la capote a 100mila cicli di apertura e chiusura (circa 10 anni di utilizzo) in 30 giorni di tempo, all’interno di una camera climatica che simula le condizioni
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Arriverà a primavera la scoperta più avanzata del costruttore di Gaydon, oggi di proprietà del fondo italiano di private equity Investindustrial della famiglia Bonomi, che ne detiene la maggioranza. L’Aston Martin DB11 Volante, versione cabriolet dell’omonima coupé protagonista dell’ultimo 007, perde il tetto ma mantiene l’abitacolo a 4 posti (2+2).
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Sopra da sinistra: Claudio Brachino, Gaetano Maccaferri, Lorenza Pardi ed Enrico Mannucci
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Due secoli di eccellenza italiana non vanno in fumo E il sigaro Toscano festeggia diventando un libro
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Due secoli che non vanno in fumo, ma diventano carta. È stato presentato a Milano “Sigari Toscano”, il volume, edito da Rizzoli e curato da Enrico Mannucci, che celebra la storia del sigaro e della sua terra d’origine. In occasione dei duecento anni dei sigari a marchio Toscano – che ricorreranno nel 2018 – dal 16 novembre nelle librerie è possibile trovare la monografia interamente dedicata a un brand Made in Italy famoso e apprezzato in tutto il mondo. “Dopo duecento anni, il sigaro Toscano necessitava di un punto fermo per ripercorrere, attraverso immagini e parole, la propria storia”, ha dichiarato
Gaetano Maccaferri, presidente dell’omonimo gruppo industriale che controlla Manifatture Sigaro Toscano. “Abbiamo deciso di pubblicare questo volume per consentire a tutti di immergersi totalmente nel mondo del Toscano”. Sfogliando il libro curato da Mannucci si apprezza un mestiere tramandato nei decenni e che continua a fare dell’artigianalità il suo punto di forza. Una tradizione che inizia dalla coltivazione del tabacco da parte degli agricoltori e arriva al sapiente lavoro delle sigaraie che trasformano le foglie in sigari unici. Una tradizione che oggi si sposa con l’innovazione tecnologica per migliorare il processo produttivo
e garantire la migliore qualità in tutti i passaggi, dalla fermentazione al confezionamento alla stagionatura. “Dietro a ogni singolo sigaro Toscano c’è sempre la mano, lo sguardo, l’abilità dei lavoratori della filiera del tabacco – ha proseguito Maccaferri – e forse il segreto di tale longevità sta proprio nell’aver saputo coniugare l’innovazione con il rispetto di una tradizione iniziata 200 anni fa: il tabacco ‘inzuppato’ da un improvviso acquazzone agostano venne comunque utilizzato e svelò un gusto del tutto nuovo, eccezionale e unico, che si rivelò un successo immediato, diventando il sigaro degli italiani di tutte le categorie sociali”.
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Premi da tarare Dalle stock option alle stock grant, crescono gli incentivi finanziari ai manager Gli interventi possono rivelarsi utili se si evitano soluzioni troppo generiche DI CLAUDIO MORPURGO*
Strumenti finanziari, stock option, warrant sono diventati oramai termini di uso comune. Il manager finanziario “vive” sempre più spesso di questi strumenti che costituiscono oramai una parte essenziale e diffusa della sua compensation. Nel rispetto delle regole del settore non vi è dubbio, infatti, che uno degli aspetti negoziali più importanti da disciplinare nella relazioni tra realtà del credito e risorse chiave sia proprio rappresentato da questi variegati strumenti di equity.
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Evoluzione di mercato Essi riflettono il cambiamento del mondo del lavoro, oltre che il passaggio dal tradizionale assetto delle realtà aziendali old style a contesti maggiormente sfidanti in quanto hanno una duplice finalità: favorire la fidelizzazione delle risorse con ruoli essenziali incentivandone la permanenza nell’azienda e rendere maggiormente variabile e flessibile il loro pacchetto remunerativo. A pensarci bene, quando sono costruiti adeguatamente, e non sono mere dichiarazioni di intenti, i piani legati all’introduzione di strumenti finanziari segnano la vera linea di
demarcazione tra società virtuose e contesti societari, di contro, “sorpassati”, dato che permettono di dare valenza remunerativa a situazioni quali la meritocrazia (premiando le performance, tanto individuali che collettive), la corretta gestione del capitale umano (identificando le risorse chiave e il loro effettivo ruolo nel business, nonché coinvolgendole in condizioni di retention) e la trasparenza (correlando il vantaggio economico per il management ad un oggettivo dato di mercato). Strade diversificate Quando si parla di strumenti finanziari ci si riferisce comunque a multiformi assetti giuridico/ finanziari. Tra questi, in Italia è - e rimane - lo stock option plan la variante più diffusa. Giuridicamente altro non sono che una modalità con cui le società attribuiscono al proprio personale strategico (dipendenti, ma pure collaboratori coordinati, agenti, consulenti, reti di promotori) azioni proprie o del gruppo di appartenenza. Tuttavia, di piani azionari ne esistono di varia natura ed è sempre bene averlo presente:
dal tradizionale stock option plan con il quale al manager vengono assegnate opzioni a sottoscrivere o ad acquistare, in futuro e periodicamente, azioni della società a un prezzo predeterminato o anche gratuitamente, si passa al cosiddetto stock grant plan che prevede l’assegnazione gratuita dei titoli al verificarsi di determinate condizioni, sino al stock purchase plan con cui al manager è garantita la facoltà di acquistare immediatamente azioni della società a un prezzo fisso, in genere di favore e dilazionato nel tempo, così utilizzando parte della propria compensation. In tutti questi modelli vi è un aspetto comune: il beneficio attribuito non ha concreto valore al momento dell’attribuzione, ma lo acquista eventualmente solo in futuro. Cambia la prospettiva In sostanza, è come se fosse un investitore di capitale (che però nulla investe se non la propria quotidiana attività) che non ha certezza sul valore del proprio beneficio dato che lo stesso è una sorta di ammontare variabile in funzione dell’andamento del titolo nel periodo di esercizio
JOB & BANK Claudio Morpurgo
esercitate decadono, la limitazione all’esercizio delle opzioni in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Se gli strumenti finanziari sono sempre più all’ordine del giorno una riflessione conclusiva si impone: non vanno mai standardizzati ma devono essere personalizzati in
base alle specifiche esigenze del contesto societario e del mercato di riferimento.
*Partner dello studio di giuslavoristi Morpurgo e Associati
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Pacchetti personalizzati Questa è la struttura base di un piano di stock option, che in ogni caso dovrà poi essere disciplinato nei particolari dallo specifico regolamento che le società sono tenute a perfezionare per definire le specifiche condizioni, quali ad esempio l’aumento di capitale a servizio del piano, o le condizioni a cui far fronte agli impegni presi con il piano con titoli già detenuti, la possibile o meno cedibilità delle opzioni, il subordinare l’esercizio delle opzioni al raggiungimento di determinate performance (individuali o aziendali), la previsione di un periodo massimo di vita del piano allo scadere del quale le opzioni maturate e non
I piani legati all’introduzione di strumenti finanziari segnano la vera linea di demarcazione tra società virtuose e contesti societari “sorpassati”,
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dello stesso. Nell’ambito di un piano di stock option si susseguono operativamente vari step. Il primo è l’attribuzione del diritto di opzione in cui il beneficiario riceve un diritto a divenire azionista della società datrice di lavoro o di altra società appartenente al medesimo gruppo. In questo step avviene anche la fissazione del prezzo di esercizio, il vesting period, ovvero il periodo di maturazione intercorrente dall’offerta dell’opzione al termine iniziale per la sua esercitabilità che, a sua volta, può essere diluita nel tempo. Infine c’è l’exercising, cioè la data in cui viene effettivamente esercitato il diritto di opzione e in cui l’azione viene quindi effettivamente acquisita alle condizioni fissate nella fase del granting.
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Gestori di terze parti La crisi del 2008 ha imposto una profonda trasformazione al mercato dei fondi Per SELECTRA, un’opportunità economico-gestionale per gli asset manager DI MARCO CIPOLLA
Nel panorama del risparmio gestito, e più in particolare nel mondo dei fondi di investimento, gli investitori hanno cominciato a preoccuparsi della governance dei fondi solo a seguito delle spiacevoli sorprese risultanti dalla crisi finanziaria globale del 2008/09. Tra queste il crollo del valore dei fondi, il ritardo nel pagamento dei riscatti, la sospensione dei diritti di riscatto, fino ad arrivare all’insolvenza del fondo o al fallimento del gestore stesso. Molti investitori, istituzionali ma non solo, si sono resi conto che i differenti prestatori di servizio, in particolare il gestore e i direttori, responsabili della gestione e supervisione dell’attività del fondo, avrebbero dovuto prevedere una serie di azioni atte a mitigare l’impatto della crisi.
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Regolamentazioni differenti A livello mondiale, i vari paesi hanno risposto in modo diverso alle conseguenze della crisi al fine di prevenire una seconda crisi finanziaria globale. La maggior parte ha adottato una nuova legislazione che mira a regolamentare tutti gli aspetti dei mercati finanziari,
comprese le attività dei gestori, dei direttori di fondi e altri fornitori di servizi. Altri, hanno deciso di regolamentare ulteriormente le attività dei fondi stessi. Infine, molti hanno finito per regolamentare il settore dei fondi di investimento indirettamente attraverso operazioni bancarie, derivati, imposte e altre iniziative normative specifiche. Si può discutere sul merito e il calcolo del rischio/rendimento di queste varie iniziative normative e private, ma, in ultima analisi, risulta chiaro che l’industria dei fondi si è sviluppata in un ambiente a oggi molto più complesso. Ed è proprio in questo contesto che il ruolo della società di gestione per terze parti si sta evolvendo. Al servizio di terzi Il concetto di società di gestione per terze parti ha le sue origini nel mondo Ucits: ogni Oicvm (diverso da quello autogestito) richiede la presenza di una società di gestione (Management Company, o “ManCo”) per gestire il fondo. Il gestore degli investimenti, in qualità di sponsor del fondo (ossia un gestore patrimoniale istituzionale,
un investitore, un gestore di fondi), può agire esso stesso da ManCo (Sgr) o delegare come fornitore di servizi una ManCo per terze parti (Third party ManCo). La direttiva Ucits richiede che la ManCo gestisca legalmente il fondo, ma normalmente la gestione del portafoglio e/o la gestione del rischio vengono delegate al responsabile degli investimenti scelto dallo sponsor mentre le attività di amministrazione e custodia sono affidate ad un amministratore e custode esterno. La ManCo può anche delegare la commercializzazione a un distributore globale o una rete di sub-distribuzione. Il modello tradizionale di third party ManCo si concentra maggiormente sul monitoraggio delle operazioni delegate del fondo e sulla conformità con le normative da parte dei vari fornitori di servizi, piuttosto che sulla gestione quotidiana di portafoglio del fondo stesso. Va ricordato che, anche se la ManCo può delegare varie funzioni relative ai fondi, ne mantiene comunque la responsabilità legale ultima. L’effetto di un incremento del livello
FOCUS
L’industria del risparmio gestito oggi deve fare i conti con una regolamentazione piÚ articolata del passato
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Marco Cipolla, director di Farad Group e partner di Selectra Management Company
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Numero ManCo / AIFIM
250 200 150 100 50 0 2004
2005
2006
2007 2008
2009
2010
#UCITS ManCo
2011
2012
2013 2014
2015 2016
#AIFM
Fonte: CSSF
di regolamentazione a valle della crisi finanziaria globale, unitamente alla regolamentazione del mondo dei fondi alternativi (con il ruolo di ManCo Aifm) similarmente a quanto già in essere da decenni nel mondo Ucits, ha fatto sì che le third party ManCo rafforzassero la loro struttura organizzativa, evolvendo in alcuni casi da letterbox a società di gestione con una sostanza operativa.
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Evoluzione del settore Tale regolamentazione richiede la dimostrazione di una solida competenza sia nell’ambito della gestione di portafogli sia in quello della gestione del rischio, nonostante queste possano essere delegate. Se il modello tradizionale di third party ManCo era generalmente composto da ex compliance officer, revisori e amministratori di fondi, cioè professionalità meno
avvezze a lavorare con un gestore di fondi, l’attuale esoscheletro di una third party ManCo è una struttura complessa di professionisti ed eccellenze operative con un unico comune denominatore: una profonda e specifica conoscenza dell’industria dei fondi. In particolare: • Gestore degli investimenti. Manager con un solido background di gestione di portafoglio e del rischio, nelle diverse asset class coordinate dalla ManCo (azioni, obbligazioni, ma anche private equity, real estate e infrastrutture), al fine di poter interloquire con il gestore degli investimenti e monitorarne la sua attività a tutela degli investitori. • Struttura operativa a supporto del fondo, che non si limiti alla supervisione regolamentare e di compliance, ma che fornisca un
effettivo supporto esecutivo al gestore degli investimenti, con indubbi vantaggi operativi (oltre che di carattere economico e fiscale). • Operating memorandum alla base dei processi quotidiani di funzionamento del fondo, che non si limitino a riunioni trimestrali (di consiglio) o mensili (con i prestatori di servizio), ma che avvengano in maniera continua come richiesto dall’operatività del fondo specifico. • Approccio problem solving. La third party ManCo ha il vantaggio di agire per una molteplicità di fondi. Questo aspetto le permette di beneficiare di una conoscenza approfondita delle problematiche che impattano l’attività del fondo, anticipandole e prevenendole. • Ruolo chiave nell’ecosistema di funzionamento del fondo. La ManCo coordina l’attività di tutti i prestatori di servizio (banca depositaria, amministrazione centrale, distributore, revisore, etc.), risultando essere un hub dei flussi operativi, di supervisione e di controllo. Nuove frontiere Le third party ManCo diventano così la nuova frontiera della delega operativa nell’industria dei fondi di investimento, similarmente al concetto di outsourcing del front, middle e back office. Tale ruolo continua a pag. 110 >
OPINION
non mira comunque a sostituirsi al gestore degli investimenti, ma a lavorare al suo fianco per rafforzarne il modello operativo con una proposta indipendente che crei valore aggiunto. All’interno di questo modello, il Granducato di Lussemburgo rappresenta una conferma nel panorama dell’industria dei fondi, rafforzando il suo ruolo attuale di secondo centro mondiale dopo gli Stati Uniti, e primo in Europa, anche grazie alla crescita del settore delle ManCo per terze parti. In un’istantanea: a novembre 2017, 319 ManCo Ucits (di cui 124 SuperManCo NDR: anche con licenza Aifm) sono autorizzate nel Lussemburgo, coprendo un mercato dei fondi che ha superato i 4.000 miliardi di euro in gestione al 30 settembre 2017. Una crescita, sia nelle masse gestite sia nel numero delle ManCo, che rispecchia il quadro sopra descritto di sempre maggior domanda di tali servizi. Anche il numero di addetti ha superato le 4.000 unità a fine 2016, con una crescita media del 7% annuo negli ultimi 10 anni. In questo panorama l’Italia rappresenta l’8% delle masse in gestione, con una crescente richiesta di prodotti alternativi lussemburghesi da offrire a investitori istituzionali, soprattutto nel private equity, real estate e private debt.
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Migliorare la governance La third party ManCo dovrebbe essere considerata non solo come un
Fondi nel Lussemburgo - AUM per Paese di origine
BE IT
LU
NL
DK
Altri 2,1% 2,0% 4,2% 2,3% 6,2%
8,5% FR
20,6%
8,6%
US
13,6% CH
17,3% 14,5% GB DE
Valori in miliardi di euro
US GB DE CH
832,08 700,42 583,95 550,21
FR IT BE NL
346,64 342,97 170,98 94,49
LU DK BE ALTRI
84,93 80,13 170,98 250,35
Totale 4,037,14
Fonte: FARAD Group
altro strumento per la governance dei fondi, ma come uno strumento migliore, poiché fornisce valore aggiunto operativo al gestore degli investimenti/sponsor e, in definitiva, un maggiore comfort per gli investitori e le autorità di vigilanza. Ovviamente il ruolo di queste società non potrà evitare la prossima crisi finanziaria globale,
ma continuerà a rivestire una funzione importante per garantire che un fondo operi in conformità con le normative applicabili e le informazioni fornite ai suoi investitori, così come un’opportunità economicogestionale importante per i promotori e gestori di fondi di investimento.
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