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Personalità… scarrabile
Un progetto d’eccezione, quello concepito per il modello KT250, ribattezzato per l’occasione con l’acronimo SAC (Stand Alone Crane). Autonomia operativa al massimo grado per una gru che può “scendere” dal camion e lavorare al top della potenza in ogni situazione
Che ne dite di una gru su camion che, in completa autonomia, può “lasciare” il proprio mezzo di allestimento per lavorare con la più grande libertà di movimento in ogni contesto operativo, soprattutto se è richiesto un sollevamento all’interno di fabbriche o capannoni? Straordinario, no? Ma quella di cui parliamo nelle righe che seguono non è semplicemente un’idea. È diventata una realizzazione vera e propria, nel pensiero e nelle mani tecnologiche di Idrogru.
La novità, rivelata da Roberto Vezzelli - titolare della storica azienda di Modena specializzata nel progetto, nella realizzazione e nell’allestimento di gru telescopiche su camion - consiste nell’autentica rivoluzione “di un modello che abbiamo reso
Una tigre (elettrica) nel motore
Il powerpack elettrico a batterie al litio brushless (senza spazzole) da 50 kW, applicato alla KT250 SAC, costituisce un’evoluzione ulteriore nel campo dei motori elettrici.
“È un modulo che conferisce minore resistenza meccanica e un maggior grado di affidabilità e autonomia, a fronte di una minima necessità di manutenzione - specifica completamente scarrabile, nello specifico la nostra gru KT250, il top della gamma Idrogru, ribattezzato per l’occasione con l’acronimo SAC (Stand Alone Crane). La richiesta di un nuovo cliente estero che opera nell’industria era quella di poter entrare all’interno di aree coperte dagli spazi angusti, ‘scarrare’, ossia far scendere la gru dal camion e portarla a lavorare in completa autonomia, impiegando un powerpack applicato da 50 kW, con batterie al litio. L’applicazione per cui è stata richiesta questa modalità di allestimento riguarda il sollevamento di manufatti pesanti (come le presse di grandi dimensioni, per intenderci). Questi manufatti possono essere collocati su un semirimorchio che successivamente può insediarsi sotto gli stabilizzatori della gru. Quindi, i componenti da movimentare possono essere sollevati dalla gru stessa in totale flessibilità e sicurezza operativa, con una soluzione che ne ottimizza la portata (considerando la posizione del semirimorchio, perfettamente in asse con la stabilizzazione della gru, e la possibilità di traslare il manufatto sul semirimorchio il più possibile vicino alla ralla di rotazione)”. La gru è installata sull’autocarro con un sistema composto da una doppia coppia di perni e di cunei, per essere poi retro-traslata in modalità scarrabile tramite un cilindro idraulico. “Lo stesso modello KT250, in assetto Stand Alone, contempla un suo diagramma di portate specifico - precisa Vezzelli - Può caricare comunque fino a 23,5 ton di zavorra e questa facoltà risulta come ottima compensazione all’assenza dell'autocarro come base operativa e di contrappeso. Un’altra opzione tra le tante suggerite per questa gru scarrabile - opzione che verrà se- guita sempre dal cliente che ne ha richiesto il progetto - è quella di essere collocata a bordo di un SPMT (Self Propelled Modular Transporter) dalla propulsione ibrida diesel-elettrica. “Calcolando la portata massima consentita a bordo dell’SPMT, la gru praticamente si trasforma in una sorta di Pick & Carry in grado di movimentare carichi fino a 1520 ton - ci spiega Vezzelli - Le potenzialità di allestimento veloce di un’Idrogru SAC ne fanno, praticamente, un vero e proprio Transformer a misura dei mezzi più diversificati e dei contesti di intervento più vari, complessi e di difficile accessibilità”.
Roberto Vezzelli - Anche in questo caso, abbiamo introdotto un’elettronica avanzata a questo motore elettrico a batterie al litio, con un apposito software di gestione dello stesso powerpack. I 50 kW di potenza danno all’operatore la garanzia di poter lavorare con la gru per sei ore consecutive, a carica completa. Senza dimenticare che c’è sempre la possibilità di effettuare il biberonaggio delle batterie, attraverso il collegamento alla rete elettrica, mentre la gru è in piena attività”.
Altro dettaglio fondamentale, indicativo del mercato attuale, riguarda il fatto che la gru è stata richiesta e progettata per il cliente senza la cabina. “Tutte le funzioni della macchina sono state implementate su un radiocomando Scanreco, sviluppando un software apposito con funzioni supplementari - sottolinea Vezzelli - Queste funzioni avanzate comprendono, ad esempio, la visualizzazione sul display del sistema di telecamere applicate alla KT250, adibito tra l’altro al controllo del movimento dell’argano”. Come avrete capito, Idrogru ha portato la gru telescopica su camion a un livello ulteriore di emancipazione, frutto del confronto assiduo con il cliente più sofisticato ed esigente, oltre che della ricerca continua che contraddistingue il costruttore emiliano. La stessa ricerca che all’ultimo Bauma ha conquistato gli addetti ai lavori internazionali, con richieste di gru senza cabina in modalità scarrabile, dopo un’anteprima presentata a Monaco, insieme ai più recenti progressi sull’elettrificazione dei modelli. “Sono proprio i risultati della nostra ricerca interna ad averci fatto ‘esordire’ su un mercato interessante per noi come quello francese, a fronte di una prima richiesta da parte di un nuovo cliente, con altri ordini in arrivo dalla Germania. La nostra evoluzione paga sempre in termini di autorevolezza nel settore, all’estero come in Italia, dove lo sviluppo delle dinamiche legate all’Industria 4.0 ci ha meritato il successo in un’ampia platea di noleggiatori e specialisti del sollevamento”.