L A V E R I TÀ
Vi prego
C
on l’avvento dei social, del populismo e di un certo tipo di televisione in cui si inveisce uno contro l’altro sotto lo sguardo compiaciuto dei conduttori, la verità è ormai un orpello nei dibattiti che dovrebbero arricchirci. Recentemente siamo giunti alla teoria delle due verità per cui non esisterebbe un’unica verità, ma ben due anche in contraddizione tra loro. Siamo lontani dai concetti pirandelliani di Uno, nessuno e centomila, e molto più vicini al trumpismo che è giunto fino a noi, come i jeans e la Coca Cola. I fanatici del complottismo e gli esperti di medicina si sono subito laureati in scienze politiche per affrontare da strateghi il tema della guerra. In tutto questo la politica, avvelenata dalle fake news, e dalle doppie verità ci dà conferma che alcune erano state generate dall’estero al fine di avere in Paesi strategici partiti politici “amici”, da usare al bisogno. Insomma, se un tempo l’URSS finanziava alcuni partiti in Paesi come l’Italia, oggi li supporta anche con un sostegno mediatico alimentando fake news atte a far collassare l’unità nazionale, ma soprattutto la coesione tra Paesi Europei e Nato. Un disegno di cui solo adesso si scopre la finalità, dopo l’invasione dell’Ucraina. Lo stesso aumento delle materie prime, avvenuto ben prima dell’invasione Ucraina dimostra che il piano era stato preparato da tempo puntando al tallone d’Achille di Paesi come la Germania e l’Italia. Dopo una prima condanna generale da parte di tutta l’opinione pubblica italiana all’invasione Russia, le maschere sono cadute.
Casualmente i partiti che prima del conflitto erano ritenuti “filo russi” si sono appropriati di tesi pacifiste improbabili, per cui l’Ucraina è ritenuta una vittima, cui però non vanno date le armi. Si appellano ad una trattativa in cui qualcuno, non si sa bene chi, dovrebbe prendere con la forza Putin e Zelensky per metterli seduti ad un tavolo a trattare. Nel frattempo, gli Ucraini, a cui non daremmo le armi, si vedrebbero invadere le loro città, uccidere i propri civili e soldati, inermi. Accanto a loro ci sono i bolscevichi nostalgici di Lenin che hanno ancora un amore profondo per la Russia che li spinge a sposare teorie secondo cui Putin ha invaso l’Ucraina per liberarla dai neonazisti o perché è stata provocata dall’allargamento della NATO che in realtà non è altro che un’alleanza difensiva fatta di Paesi che si muovono solo con il voto unanime di tutti i membri. Pensare che Paesi come l’Inghilterra o la Turchia siano servi dell’America che in qualche modo guida o meglio “è la NATO”, mi risulta davvero illogico e fazioso. Io, come uno dei simboli del partito comunista italiano, Enrico Berlinguer, mi sento “più sicuro sotto l’ombrello protettivo della NATO” e non ho dubbi da che parte stare. Sono con il popolo ucraino dove la comunità LGBTQ+ non è perseguitata, al punto che la gestazione per altri è consentita anche alle coppie omosessuali. Diversamente dalla Russia che con le parole del patriarca Kirill ha definito la guerra all’Ucraina “una guerra all’Occidente e alle sue parate gay”. Sono con il popolo ucraino che vuole vivere libero e secondo la cultura occidentale.
Alessio Virgili Presidente AITGL Associazione italiana turismo LGBTQ+
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C O N T R O E D I T O R I A L E