Soul Running #1

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PERIODICITA’ TRIMESTRALE - NUMERO 1 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2011 - Euro 5.00

Soul

RUNNING

Alex Bellini - Coast to Coast Mario Poletti VS Marco De Gasperi Gross & Gross ITW Cesar Rosales - Huascaran tutto d’un fiato Connie Zamernik - Patagonia experience TDG People 2011 In esclusiva l’unico e reale Test trail shoes 2012


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Chi: Alex Bellini Dove: nei pressidella US44, a Devil Elbow, Missouri. Click: Mauro Talamonti

PORTFOLIO

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Durante la LA-NY Footrace 2011. 5139 km percorsi in 70 giorni. Negli stati centrali il dislivello è nullo per centinaia di chilometri. Lo sguardo cerca un punto di riferimento all’orizzonte per spingere il corpo ma soprattutto la mente ad andare avanti.


“Sul filo di creste rosse alte fino ad 80 mt, vento caldo. Intorno l’infinito” . Edizione 2010 della 100Km of Namib Desert.

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PORTFOLIO

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Dove: Namibia Click: Mauro Cottone


“Sabbia finissima, nera, impalpabile. Si vola come su un enorme nevaio color pece, lungo i ripidi canaloni dell’Etna durante la Lafuma Sicily Volcano Trail”

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Chi: Agne Puckaite Dove: Etna Click: Peppe D’Urso


PORTFOLIO

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editoriale

Una sola certezza: La passione.

Genesi di un progetto. Evoluzione, dubbi ed involuzione di uno psico-runner di montagna

Comportamento etico, politicamente corretto, onestà intellettuale, fair

e porta a creare senza pensarci troppo, non sono pezzi di incoscienza,

play. Tante sono le volte che ho sentito usare impropriamente queste

sono solo parte essenziale di noi. La parte che odiamo et amiamo

parole che non sono più sicuro del loro esatto significato e nemmeno so

ma che innegabilemente ci rende unici. la passione ci rende unici.

se mi piacciono o non mi piacciono, per dirla alla Facebook. A volte la

Questo magazine è unico. Nel bene e nel male. Nelle pagine che

mia amata e reiterata incoerenza mi fa somigliare al Principe di Machia-

seguono troverete prinicipalmente uomini e donne e le loro storie.

velli, a volte mi scopro paladino del fair play ed inorridisco dei miei stessi

Le storie che più rappresentano cìò che questo magazine vuole diven-

pensieri. A volte primo a tutti i costi a volte ultimo con dignità..

tare: un contenitore/laboratorio dove le idee arrivano per farne nascere altre. Uomini come Alex Bellini e Cesar, donne come Connie speriamo

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Sarà il momento politico, sarà che corro ma non sono quasi mai in

vi possano ispirare come hanno affascinato noi e guidarvi attraverso la

gara ....e forse ci vorrei essere...sarà un po’ tutto ma a me piace così.

vostra passione al concepimento di nuovi obiettivi. Vogliamo diventare

Si può dire che “corro alla giornata” , cerco già di programmare tutto:

il vostro spunto creativo.

il mio lavoro, la mia famiglia, le vacanze, i risparmi......anche la passione va programmata?

Nella nostra volatilità abbiamo voluto zavorraci ben saldi a terra con

Che etica c’è nel praticare il running con uno

un pizzico di concretezza: oltre 30 pagine di Test Prodotto, ovviamente

spirito freeride? Esiste un codice di identifica-

reale, io stesso con Andrea Pizzi e Roberto Terazzi (che imparerete a

zione per un’impresa, così da definirla libera da

conoscere in queste pagine) e l’aiuto dei fratelli Gross, abbiamo messo

schemi? Certo che se definisco qualcosa come

i nostri piedi e le nostre gambe al vostro servizio per potervi dare l’en-

freeride, la incasello in una griglia. E’ corretto?

nesimo spunto del tutto personale, ma vero, per guidarvi nella scelta

Insomma cosa stiamo pubblicando sul nostro

dell’unico attrezzo davvero fondamentale per un soul runner: la scarpa!

magazine? Così è sorta la necessità di definire

Un servizio che è solo un incipit. In fase di lavorazione con un nutrito

cos’è freeride nella corsa e questa è la definizione

pool di esperti, vi è infatti un Trade Magazine che troverete in tutti i

più vicina a ciò che in queste pagine abbiamo voluto

negozi specializzati da marzo in poi. Un vademecum corso e scritto

esprimere: osservare, individuare e correre, essere

per voi..... e per noi!

liberi di correre perseguendo un’unica meta: la nostra passione. A quel punto la prestazione è spontanea.

Criticate con gentilezza ma criticate (anche senza gentilezza) ascol-

Tutto ciò che troverete di interessante o meno qui dentro e nato così.

teremo tutto con attenzione per crescere. Già! Perchè questo pez-

Un giorno. Tanto tempo fa o domani. E’ nato perchè doveva nascere,

zettino di passione non rimarrà solo. Tanti correranno ancora con

perchè era dentro a tutti coloro che hanno voluto scrivere, fotografare,

noi dal prossimo anno. A Marzo ci rivedremo, ma ci riconoscerete?

correre con noi. La magnifica incoerenza, il disordine NON sapiente-

Sappiamo essere molto diversi.

mente calcolato, la voglia di fare e di esserci che brucia dentro sempre

Davide Orlandi


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SOMMARIO

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R UBRICHE

FOCUS

14 18 20 22

34 Prova a Prenderli - Gross Bross 37 Le regole di Connie 40 Di corsa dove nasce il mondo 44 Tor People

Cover story - KJB Run for Free - Andrea Pizzi Psico Runner - Valentina Flenda Libri - Alex Bellini

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

Test Trail Shoes 2011/2012 Total Mt 314.800 - Total D+ 28.283 - TOTAL Time 62h 22 min 3 paesi europei - 25 Trail Shoes testate realmente per voi 19 aziende produttrici coinvolte. 5 “Test Runners” TEST RUNNERS

Questi i numeri del primo “try for you” dedicato al trail.

ROBERTO TERAZZI ANNEMARIE GROSS ANDREA PIZZI ULRICH GROSS DAVIDE ORLANDI

INTERVISTE

EXTRA

25 Alex Bellini - 4 Chiacchere in libertà 28 Urban Zemmer - Urban Legend 30 Mario Poletti VS Marco De Gasperi 42 Cesar Rosales - Huascaran tutto d’un fiato

58 Test Trail Shoes 2011/2012 85 Mr Rubber 89 Core


“QUESTA E’ LA PRIMA VOLTA CHE HO UN FEELING CON LA CORSA PIU’ EFFICIENTE E PERFORMANTE”

MARCO DE GASPERI inn ner Sie erre-Zinal a 20 011 Winner Ju Jungf Jungf gfrra au uM Marathon thon 2010 6-ti -t me world champi mp pion in mou oun ntain ain ru runn nnin nn ng

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KJB

Kilian Jornet Burgada è indiscutibilmente il numero uno per quanto riguarda skyrunning e sci alpinismo. Catalano di nascita e francese di adozione, ha il Monte Bianco come terreno di allenamento e le montagne di tutto il Mondo come parco giochi. Ha appena concluso trionfando una sua personale sfida: vincere 5 gare in 5 continenti diversi.

SR - Com’è incominciato tutto? La tua passione per la montagna

SR - Hai fatto un sacco di record. Cosa ti spinge in questa direzione?

e la corsa?

La vittoria, la soddisfazione personale, la fama? Oppure più

KJB- Quando ero piccolo vivevo con i miei genitori e mia sorella nei

semplicemente cerchi di spingere più in là e tuoi limiti e nient’altro?

Pirenei Catalani, nella località sciistica di Lles de Cerdanya.

KJB - Non lo faccio per essere famoso, non mi interessa.

E’ lì che io e mia sorella abbiamo iniziato a fare sci di fondo e ad

Paradossalmente vincere in montagna poi mi allontana dalla montagna

andare in montagna. Così è scoppiato l’amore per l’outdoor e la voglia

stessa. Cosa mi spinge? La scoperta delle montagne, delle culture e di

di fare questi sport per puro piacere.

me stesso. Proprio per questo devi spingere al massimo i tuoi limiti per sapere chi sei veramente.

SR - E’ tutta una questione di testa! Quanto conta la forza mentale

THE COVER STORY

14

nelle tue performance sia in gara che in allenamento?

SR - C’è un record che vorresti battere?

KJB - La mente è fondamentale, se sei motivato allora ti alleni bene e

KJB - Certo, ce ne sono tanti! Ma voglio procedere per gradi, quando

il tuo fisico reagisce migliorando...se la tua mente dice “tu puoi!” allora

sono pronto per tentare lo faccio sapere, mai prima.

ci provi, prendi dei rischi e alla fine puoi anche vincere. E’ impossibile dire in quale percentuale la mente incida sulle performance perchè

SR - Qual’è la cosa più folle a cui pensi mentre corri?

le variabili sono tante...non solo nella corsa ma anche nella vita.

KJB - Immagino di essere un soldato, o un pellerossa che insegue il suo nemico...e quando la fatica diventa troppa allora mi ritrovo in una

SR - Tu stai correndo sulla Sharp end. Cosa vedi oltre, qual’è il

sorta di bolla dove non ho più nemmeno le forze per pensare.

livello successivo nell’evoluzione di questo sport?

KJB - Andare avanti a questi livelli è davvero difficile. Devo allenarmi,

SR - Ti alleni in modo specifico studiando le tue caratteristiche e

prepararmi duramente e non mollare mai. Qual’è il prossimo passo?

attitudini o semplicemente corrì per correre?

Il trail running e la corsa in montagna stanno cambiando di continuo

KJB - Corro perchè voglio correre! Faccio 45 gare all’anno (ndr alcune

e velocemente per quanto riguarda le distanze, le tecnica, i percorsi...

durano più giorni, fate voi i calcoli...), impossibile per

ci sono tante vie da esplorare...anche se io preferisco gare tecniche e

me pensare a giorni liberi al di fuori delle competizioni.

sempre in montagna.

Cerco di trarre il maggior piacere ogni giorno stando in montagna, seguendo le mie sensazioni.

SR - Hai mai avuto paura di qualcosa? KJB - Il mio maggior timore è non aver più tempo per andare

SR - C’è un posto dove ti senti veramente bene?

in montagna. Quando ci si trova in pericolo e si ha paura

KJB – Casa mia. Chamonix, il Monte Bianco, le Alpi. Sono

l’importante è essere consci delle condizioni, rispettosi e

montagne giovani, in movimento, tecniche e accessibili.

non impauriti per pretendere sempre la decisione migliore.

Hanno un’anima davvero forte.


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INTROSPETTIVA- MENTE Di Andrea Pizzi

RUN FOR FREE

18

E’ sabato mattina. La settimana di lavoro è alle spalle così come il ve-

Raramente mi capita di incontrare qualcuno. Se accade però non c’è

nerdì sera, la serata che preferisco perchè mi fa tornare ai miei ritmi,

mai tempo per scambiare delle parole che vadano oltre un semplice

quelli di casa e quelli della mia famiglia. La sveglia non suona oggi ma

saluto, come se si avesse fretta di andare. Forse è un retaggio del

in ogni caso non si può dormire fino a tardi. Mio figlio di due anni alle

nostro vivere quotidiano? Mi sembra stupido ma è così. Se incontro un

7,30 si fa sentire dalla sua cameretta e al grido di “pappa” io e la mia

altro runner la prima cosa che guardo è con che scarpa sta correndo,

compagna siamo pronti a rispondere alla chiamata. Così si incomincia

non so se è mania personale o una deviazione professionale. Capita di

la giornata. In ogni caso non amo dormire fino a tardi, non mi definisco

vedere gente indossare scarpe improponibili, completamente inadatte

un nottambulo, forse non ho più il fisico per reggere le ore piccole.

per correre sullo sterrato, però vanno avanti lo stesso. Guardo allora

Preferisco non tirar tardi per potermi svegliare presto e godere la gior-

le mie, supertecnologiche e specializzate e mi chiedo: sono davvero

nata. Oltretutto siamo nella mia stagione preferita: l’autunno. Qualcuno

necessarie? Non mi rispondo e continuo a correre. Sali, scendi, de-

mi ha definito crepuscolare perchè amo questa stagione, soprattutto

stra, sinistra, senza un percorso preciso in testa, voglio solo andare.

il mese di novembre, quando le temperature finalmente diminuiscono,

Non sono qui per allenarmi, l’ho fatto per tanti anni e adesso sono

i colori si accendono e i profumi cambiano. Mi

stufo, voglio solo far andare le gambe e l’orolo-

piace perfino l’odore di quella nebbiolina che al

gio mi serve solo per sapere quando dirigermi di

mattino ricopre la superficie del lago, ancor di

nuovo verso casa. La corsa in solitaria mi serve:

più quello dei primi camini accesi. Colazione leg-

fisicamente a giudicare dalle storte e dall’indo-

gera oggi perchè voglio uscire a correre, voglio

lenzimento muscolare forse non è il massimo,

farmi un giro nei boschi dietro casa, quelli con

ma la testa rinasce. Riesco a vedere tutto con

così tanti sentieri che non riesci mai a percorrerli

occhi diversi, la maggior parte delle volte i pro-

una seconda volta. Ma chi li avrà mai tracciati?

blemi diventano più piccoli, forse anche perchè

E perchè? Forse i boscaioli o i fungiat, così chia-

sono un ottimista, e alla fine posso dire di star

miamo i cercatori di funghi dalle mie parti. Non

bene davvero. Con me stesso, con la mia fami-

importa, sono il mio parco giochi. In estate li percorro in mountainbike,

glia, con tutti. Quanti chilometri ho fatto? Fin dove sono andato? So

in questa stagione preferisco correre perchè li posso vivere a una ve-

solo che ho corso, ma anche camminato, per quasi due ore. Il resto

locità diversa, più lenta, e vedere cose che solitamente ti sfuggono di

non importa. Però nello zainetto ho infilato un bel po’ di castagne da

fianco o sotto le ruote. Con la bici è tutto più rapido, con lo sguardo sei

far andare nel pomeriggio sul camino, cosa potrei chiedere di più?

sempre cinque metri avanti per impostare la traiettoria, non c’è tempo per guardarsi attorno. In mountainbike è anche più facile, correndo

Correre. Per alcuni significa mantenersi in forma, per altri dimagrire, altri

invece devi guardare non due ma tre volte dove metti i piedi. Se poi

ancora corrono per scaricare energie e tensioni. Molti corrono per passio-

sono cadute molte foglie il gioco si fa duro, non parliamo di quando

ne, per confrontarsi con sé stessi o con gli amici e avversari. Altri corrono e

ha anche piovuto… e i ricci della castagne che pungono sulle cavi-

basta, forse ce l’hanno scritto nel Dna. Per alcuni, i più fortunati, è un lavo-

glie? Non importa, li perdono anche perchè sono goloso dei loro frutti!

ro. Per qualcuno, purtroppo ancora oggi, correre significa sopravvivere.



Cacciatori di emozioni Di Valentina Flenda

PSICO RUNNER

20

31 luglio 2007, il mio compagno a quattro

esempio per il Tor Des Geants e far parte di tutte

zampe Artù rischia grosso, un uomo di ferro lo

quelle persone che non si fermano a guardare

salva. E’ così che che incontro il triathlon che

ma vivono quelle sensazioni forti che soltanto

mi lascia senza fiato, in tutti i sensi. Senza fiato

una passione può darti. Un’altra disciplina, il

perché ora è il mio uomo di ferro a praticarla.

trail running, diversa ma altrettanto fatta di

Senza fiato perché ci sono stati giorni in cui

uomini e donne di ferro.

soltanto sospendendo il fiato potevo attendere

Assisto ancora una volta da spettatrice alla

il suo arrivo. Il triathlon è uno sport o una

preparazione di una gara da pazzi... e ancora

malattia? Una laurea in psicologia alle spalle, eppure ho passato 12

una volta mi stupisco e resto perplessa: perché lo fanno? Allenamenti

mesi a chiedermelo, osservando con sospetto ogni giornata dedicata

quasi quotidiani, corsa in montagna con dislivelli che nemmeno

alla sua passione: alzarsi alle 5 d’estate, d’inverno con la pioggia, la

pensavo potessero essere fatti camminando... figuriamoci correndo!

nebbia o il sole ed uscire ad allenarsi, correre, tornare a casa fare una

Ma quando hanno finito non parlano mai dello sforzo, della fatica ma

colazione da super eroe e andare al lavoro fresco come una rosa... ma

ti raccontano di come si sono sentiti bene, di quel senso di libertà che

non basta, a mezzo giorno prendere la bici e fare almeno 30 km e di

hanno provato, soli in uno spazio tutto loro dove si ritrovano a contatto

nuovo lavoro e due sere a settimana nuotare.

con la parte di sé più profonda. Vivono la fatica ma l’emozione è così

Mi chiedevo: “ma è umano? Ma è completamente impazzito?” E poi

grande che la dimenticano e il giorno successivo ripartono.

l’ho accompagnato alle gare e ho capito che non era follia... io stessa

Ho scandagliato libri e web alla ricerca di un filo psicologico accademico

da semplice spettatrice ero carica di entusiasmo, agitazione come se

che legasse insieme tutti gli sport, la letteratura è vastissima ma io

fossi io a dover gareggiare, provavo emozioni così forti che spesso ho

sono convinta che queste persone vadano a caccia semplicemente

avuto l’idea e la voglia di farlo anche io il Triathlon.

di emozioni, una caccia aperta a tutti e che tutti praticano alla ricerca

Questa è passione, questa la provano gli umani, questa non è una

di quelle sensazioni che ti fanno sentire bene, appagato, in una sola

malattia....questo è lo sport.

parola “Felice”. Chi corre, fa triathlon, scia o pratica qualsiasi altro

Tre anni dopo la mia vita si imbatte ancora in questo mondo di matti.

sport ha semplicemente trovato una via alternativa, o ulteriore, per

Questa volta è per lavoro ma di nuovo mi appassiono e comincio a

arrivare alla sua meta.

provare ancora quelle emozioni che ti fanno aver voglia di partire, per

psico@soulrunning.it


SALOMONruNNiNg.COM

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“QUANDO TI ALLENI DURAMENTE TUTTO L’ANNO IL CAMbIO DI STAGIONE E DI CLIMA è MOLTO ECCITANTE. ACCENDE NUOVI INTERESSI E NUOVI STIMOLI.” - jONATHAN WYATT, PLURICAMPIONE DEL MONDO MOUNTAIN RUNNING

COPYRIGHT© SALOMON SAS. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. FOTOGRAFO: CHRISTOFFER SjOSTROM. LOCATION: ANNECY-LE-VIEUx, FRANCIA.


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by alex bellini

Perché corriamo, Roberto Weber, Einaudi.

Libro sulle ragioni per un cui un’attività così semplice, povera e dolorosa coinvolge tanta gente in un’epoca dominata dalla sofisticazione. Correre, come dice l’autore, è la strada più rapida che porta da sé a sé. La corsa scava, svuota, prosciuga e restituisce in leggerezza quanto ha rapinato di morbido e sinuoso. La corsa è sottrazione del meraviglioso superfluo che anni di benessere ci hanno regalato. E produce ogni giorno eroi sconosciuti, che si aggiungono alle moltitudini che hanno percorso nel tempo le stesse strade e compiuto gli stessi gesti.

LIBRI

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L’arte di correre, Murakami Haruki, Einaudi. Forse il libro più bello sulla corsa mai scritto, o almeno mai letto. Eccellente riflessione sulla psicologia della corsa, questo libro è da consigliare, oltre a chi ama correre, a chi ama qualsiasi sport o anche a chi ha semplicemente delle passioni. Rappresenta, infatti, il processo attraverso cui si progettano le proprie intenzioni, le proprie passioni. E quindi la fatica della concentrazione, la pazienza della costanza, l’irriducibilità verso l’obiettivo proposto. Quando il corpo è stremato l’unica risorsa diventa quella mentale, una volontà prodigiosa, che accumula tutte le risorse rimaste. “Non sono una persona, sono una pura e semplice macchina. E visto che sono una macchina, non ho bisogno di sentire proprio nulla. Devo solo andare avanti”.


e

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I IL N U O V O TO U R C O N OOR E D T U O M IL F I R IO L IG M NNO! D ’AV V E N T U R A D E L L ’A

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WWW.EOFT.EU/IT 27.10.2011 20:30 Trieste * Cinema Ambasciatori 28.10.2011 20:30 Udine * Auditorium Zanon 29.10.2011 20:30 Pordenone * Auditorium Don Bosco 01.11.2011 20:30 Paese (Treviso) * Cinema Mulitsala Manzoni 02.11.2011 20:30 Torino * Galleria Arte Moderna GAM 03.11.2011 20:30 Brescia * Auditorium Balestrieri 04.11.2011 20:30 Trento * Cinema Nuovo Roma 05.11.2011 20:30 Bolzano * Auditorio Joseph Haydn 06.11.2011 20:00 Bruneck ** Casa Michael Pacher Haus Ogni presentazione inizierà alle ore 20 (Merano, Bressanone, Brunico, Bolzano) 07.11.2011 20:00 Meran ** KIMM, Raiffeisensaal o ore 20.30 (Trieste, Udine, Silea/Treviso). 08.11.2011 20:00 Brixen ** Forum Brixen La prevendita biglietti presso i punti vendita Sportler. Prevendita: 10,/// Alle casse: 12,- /// presso Bigliettii per Clienti Carta Vantaggi Sportler: 8 Euro La prevendita biglietti punti vendita Ulteriori informazioni su www.sportler.com.

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4 chiacchiere in libertà

“Alex Bellini lungo linee d’asfalto tendenti al nulla” LA-NY footrace 2011

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Alex Bellini è uno sportivo estremo e al tempo stesso introspettivo, come lo sono le sue sfide. Chiacchierare con Alex è istintivo, così quando mi decido a tirare fuori il registratore, stiamo già parlando, per cui non c’è un inizio logico. Ci sono persone che parlano di cose fatte e da fare. Di Richard Felderer e Andrea Pizzi - Immagini Mauro Talamonti


Di tutti i progetti che avevamo in mente di fare l’unico che siamo riusciti a portare a termine era correre, che per me era la cosa meno importante, perché non c’è uno sport più noioso della corsa su strada! È limitante. Non volevo correre per il piacere di correre, così come non ho attraversato l’Oceano per il piacere di farlo. È stata una sorta di analisi. A me piace creare delle situazioni e dei contesti nelle quali cercare di conoscermi più approfonditamente. Questo è il concetto che ho del viaggio, dello sport. Alex Bellini si presenta così, è un conversatore serio e interessante. E dopo 5 minuti di chiacchiere informali capisco che devo accendere il registratore di nascosto, per non perdere la magia del “senza filtri”. Riusciamo subito a trovare un’intesa. Ci accomuna il discorso del tramite. L’importante è cercare, esplorare, dentro e fuori. Sport? Io non potrei mai pensare ad un’attività agonistica, sono più introspettivo, trovo la sfida nel sopravvivere a me stesso, alle mie idee e ai miei progetti. Alex Bellini nasce a Edolo, in provincia di Brescia nel 1978, si trasferisce all’Aprica, quindi a Milano poco prima di sposarsi. Da qui muove verso 26

Trieste per due anni, torna all’Aprica e finisce (per adesso) in provincia di Verona. 49 di piede, mani come due badili e fisico asciuttissimo, è sposato con due figlie, una di 22 mesi, altra di 45 giorni. L’ultima è nata quando era ancora negli Stati Uniti per la sua ultima avventura! NO RIMORSE Abbiamo deciso io e mia moglie di non limitarci. E infatti abbiamo vissuto due avventure contemporaneamente! Io in America a correre, lei qui! Siamo convinti che per noi la vita debba essere fatta di ricordi e non di rimpianti. Quello che mi dico è che prima o poi tornerai ad essere un mucchio di carne per vermi, ma finché non ti buttano giù dalla fossa, fai quello che vuoi! Se c’è uno sbaglio che riconosco in molti è quello di programmare la propria vita in funzione “di”. Di quello che le altre persone si aspettano da te, della tua compagna, della tua famiglia. Ovvio che con mia moglie spero di condividere tutto il resto della mia vita, però potrebbe succedere che per qualunque ragione con lei vada a finire male, e in quel momento li, se avrò fatto delle rinunce per lei me lo rinfaccerò, mi dirò “Cazzo, ma io ho fatto questo per te!”. Ecco, qualunque cosa succeda io non voglio trovarmi in questa situazione e non voglio passare per quel sentiero minato che è quello delle rinunce. MY FAMILY La famiglia è importante perché ti permette di creare attorno quella serenità di dire: andiamo, qualunque cosa succeda! No? Io non ho riferimenti di persone che vivono come vivo io. Io ogni mattina mi sveglio e devo inventarmi la maniera per tornare a casa con quattro soldi, ho una famiglia, due figlie! È chiaramente un grosso rischio, ma siamo sereni perché riusciamo a vivere la vita che abbiamo sempre voluto. Questo ci ripaga dei sacrifici che ogni tanto facciamo. 2ND LIFE Io ho rischiato a 19 anni di vivere la vita di un altro, studiavo Scienze Bancarie! Ma mi sono chiesto: “Ma chi sono io? Cosa voglio?” E mi sono accorto che non stavo vivendo la mia vita, quindi ho cambiato strada, ho fatto qualche tentativo finché sono approdato sulla strada che percorro tutt’oggi e che mi gratifica. MY LIFE Non ho un settore, l’unico denominatore comune delle cose che faccio è la ricerca personale. Ogni progetto è una ricerca per scoprire un piccolo pezzettino di me stesso, acquisire conoscenze nuove. Cosa faccio? Boh? Non lo so? Penso di essere il bambino cattivo che va dove gli pare (cit.). Faccio quello che mi va di fare, che per me è l’unica maniera per dare un senso alla mia vita. Compromessi Chiaro! Io DEVO scendere a compromessi. Ho mille stimoli e riesco a vivere veramente con poco o niente. Poi c’è mia moglie che ha delle esigenze che io rispetto. Devi poter dare un futuro alla famiglia! Allora il primo compromesso è fare qualunque cosa non mi costringa a


mettere in pericolo la mia vita o quella della mia famiglia, sia dal punto di vista fisico che economico. Io arrivo fino dove riesco a fare le cose con quel margine di sicurezza fisico mio ed economico degli sponsor, non avendo del mio da investire. Anche questo è un compromesso. Infatti io non faccio esattamente quello che voglio fare, ma riesco a togliermi talmente tante soddisfazioni che va bene così. Per esempio adesso è da due anni che ho un grosso progetto, ma non è ancora il momento e arriverà.” SPEAKER MOTIVAZIONALE Questa è la mia attività, quella che svolgo quando sono “a terra”, fermo. Quando sono via, sono via, sono sulle nuvole, su un altro pianeta! Quest’attività nasce da due esigenze, una prima che è quella di raccontarmi. Dall’altra parte c’è la sensazione di tornare da ogni viaggio un poco più saggio che mi ha spinto a raccontare le mie esperienze ad altre persone che vivono una vita differente dalla mia e che per mille motivi fanno quello che non volevano fare! Ecco, quello che mi dico sempre è che noi abbiamo il diritto di essere felici! Cioè, la felicità non è un regalo, è un obbligo! Io non capisco le persone che stanno dentro i loro clichè mentre non si rendono conto che hanno delle occasioni che si stanno perdendo! Mi viene spesso risposo: “Ciccio, ma io devo portare a casa i soldi!” e non si rendono conto di avere migliaia di strade, di alternative. Spesso solo perché non credono di avere delle altre opportunità. E’ tempo che la gente ritorni a fare quello che gli piace. Uno si sente artista, un’altro scrittore? Fatelo, oggi! Perché? Perché a livello storico questa è una società che forse da un lato fa schifo, ma dall’altro è quella che ti da più opportunità! Ma solo se le sai cogliere. AVVENTURA Quanti contatti ci sono fra la mia vita di “avventuriero” e la vita che vivono persone diverse, che so io? Un imprenditore ad esempio. Per poter essere competitivo e sopravvivere devi avere uno spirito avventuroso, dove l’avventura è intraprendere un viaggio dal risultato incerto! Se nella tua natura c’è di fare business e lavori 16 ore al giorno per farlo, sei contento, è la tua avventura. EGOISMO Io mi sono spesso chiesto se lo sono. Per mia natura cerco sempre i posti più isolati per stare a contatto con me stesso. E prima o poi emerge la domanda “ma che razza di persona sono?”. Una risposta è: si, cazzo, sono egoista! Poi però c’è la voce della coscienza che è anche quella di mia moglie che dice no, paradossalmente è quasi una forma di altruismo! Cercando di soddisfare il mio bisogno di libertà, tornare a casa un po’ più maturato, un po’ più cresciuto, penso di poter essere una persona migliore! E quindi vivere meglio con me e le persone che ho intorno! RINUNCIA Il valore probativo della rinuncia l’ho imparato a 60 miglia da Sidney, dopo aver attraversato l’Oceano ho dovuto rinunciare! Ho avuto pochi secondi, probabilmente sarei morto, non so, ma ho scelto e ho rinunciato. E ho imparato a non soffermarmi sul punteggio finale per un successo! E ti dirò di più! Da quando ho “fallito” ho cominciato a chiedere di più come speaker motivazionale, proprio perché ho imparato e metabolizzato una cosa nuova! A differenza di molti ho portato un esempio molto utile alle persone cui mi rivolgo. Non limitiamoci all’apparenza. Il fallimento può essere relativo, e magari dietro un piccolo fallimento si nasconde un trampolino verso un maggiore successo. Io sono contento: benedico il Signore che mi ha messo di fronte a questa scelta! Se fossi arrivato in fondo con le mie forze avrei qualcosa in meno! Non avrei imparato una cosa. Fai quello che vuoi Quando mia figlia mi parlerà, magari mi chiederà “papà, dov’eri quando sono nata?” E la mia risposta sarà: io ero dov’ero per inseguire qualcosa che era solo mio! Quindi il mio insegnamento è: non fare qualcosa perché credi che questo porti del bene agli altri, è molto complesso spiegarlo senza essere “scorretti”. Ci riprovo, è ovvio che ad ogni decisione corrisponda al tempo stesso una rinuncia, ma se la decisione viene dal tuo cuore, come attraversare gli Stati Uniti di corsa, non c’è niente che ti posa fermare! Certo che non calpesterei i valori della famiglia, ma cerca di capire le priorità, e soprattutto, fai quello che vuoi! Ecco, è questo che direi a mia figlia!

27


URBAN LEGEND!!! URBAN ZEMMER

Di Andrea Pizzi

5 LUGLIO 1970 CAMPIONE DEL MONDO VERTICAL KILOMETER RECORD 33’ 16’’ OBIETTIVO PER IL FUTURO: CONFERMARSI CAMPIONE IL PIÙ A LUNGO POSSIBILE

In una breve pausa lavorativa di Urban ci concediamo una chiacchierata breve ma molto intensa…come le sue imprese. Una persona piacevole, modesta e concreta con un sorriso da prima stentato, per una sana timidezza, poi pieno e sincero. Perchè questa disciplina tra tutte quelle che un appassionato di corsa in montagna può praticare ? 28

Da sempre corro in montagna, perchè la amo, perchè mi ha visto nascere, correre il più velocemente possibile 1000 mt verticali è perfetto per me.....sono sempre davanti!!! Scherza, ma non troppo Urban infatti questi sono i fatti, ma...poi ci guarda serio Ma il vero motivo è la difficoltà ad avere una vita sociale “normale” intraprendendo attività come l’endurance o sky marathon o ultra, gli allenamenti sono infiniti. Io ho un lavoro, una fidanzata....e li voglio mantenere entrambi. Il vertical mi permette di fare ciò che amo, vincere ed avere tempo. Gli allenamenti sono relativamente corti. Qual’è la caratteristica fondamentale di un atleta di vertical? Gambe e testa sono importanti, ma un cardio perfettamente allenato è il vero segreto.....correndo così le

URBA

pulsazioni impazziscono. Qui nella tua magnifica Alpe di Siusi, qual’è il trail che più ami? Il tour completo del Sasso Piatto e Sasso Lungo, anche dopo 30 anni che lo faccio mi emoziona ogni volta in modo diverso Ed il tuo training trail preferito ed allenante? La salita diretta al Sasso Piatto da Saltria .....ci mette poco meno di un’ora.... In bocca al lupo mitico Urban ed a presto. Incontrare Urban è scoprire la semplice e velocissima poesia di una disciplina che ti stupisce per quanto sia a dimensione umana a dispetto di quanto sembri dall’esterno.


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Foto: SAM Laurin Moser, Hartmann Stampfer

PS: Sugli sci da fondo alla scoperta di paesaggi da favola

Natural High Running sull’Alpe di Siusi Correre in libertà. Dimenticare la monotonia della palestra, in piscina o sul solito tracciato nel parco e intraprendere una corsa all’Alpe di Siusi, nel cuore dell’Alto Adige. E’ qui che nasce la voglia di intraprendere una corsa! Aria fresca su medie alture e la sensazione di libertà su questi tracciati di corsa e Nordic Walking unici, sono il luogo ideale per tutti coloro che amano la corsa, dal principiante all’esperto corridore o Nordic Walker. Vari dislivelli nel cuore delle Dolomiti. La particolarità da un punto di vista topografico, dell’ALPE DI SIUSI è rara, se confrontata con le altre regioni alpine. Nell’arco alpino sono poche le regioni alpine che possono definirsi, turisticamente parlando, come regione “dei dislivelli”, ovvero sono presenti profili leggermente ondulati in altitudine. Negli ultimi anni è stato scoperto soprattutto gli effetti che ne aumentano la prestazione del movimento in altitudine. A causa della mancanza di ossigeno nelle altitudini, l’organismo umano è costretto ad adattarsi. I primi a risentirne gli effetti sono la respirazione, il sistema cardio-circolatorio e il sangue. Gli sforzi che il corpo fa per adattarsi ad un’altitudine ideale (pari a 1800 m) grazie ad un allenamento efficace, per il fisico sono una sorta di “eli-

L’Alpe di Siusi, tutta imbiancata nella sua veste invernale, si propone tuttavia soprattutto come autentico paradiso per gli appassionati di sci da fondo e delle escursioni invernali. L’ampiezza apparentemente infinita di questo paesaggio assolato e lievemente collinare interrotto armonicamente da ameni boschetti e circondato dalle Dolomiti (Patrimonio Naturale dell’Umanità) sembra nato apposta per essere scoperto con un’escursione a piedi o sugli sci da fondo. Un fittissimo reticolo di curatissimi sentieri e piste da fondo fa di ogni uscita un’esperienza che non potrebbe essere più bella. A disposizione degli amanti dello sci da fondo, circa 80 km di piste ottimamente preparate anche per lo skating. Eccellente anche la segnaletica grazie ai grandi cartelli che, installati in tutti i punti principali, offrono una panoramica completa delle piste disponibili. Oltre 30 km di sentieri invernali segnati attendono invece gli escursionisti desiderosi di scoprire le bellezze paesaggistiche dell’Alpe in tutta tranquillitá e a contatto diretto con la natura.

sir della giovinezza”. Essi migliorano le prestazione psico-fisiche sulla breve durata e una maggiore capacità di sforzo durante l’allenamento nei luoghi pianeggianti. Una corsa naturale sul terreno. Non c’è di meglio, al fine di alleare la muscolatura delle gambe, che il su e giù dei tracciati nei prati e nei boschi dell’Alpe di Siusi. Grazie anche al terreno ondulato vengono allenate al meglio anche le capacità di coordinazione. La corsa su un terreno morbido e il continuo cambio della lunghezza dei passi costringono anche i muscoli delle gambe meno allenati a coordinarsi nel movimento, cosa che impedisce la formazione di squilibri muscolari e ne influenza la tecnica della corsa in modo positivo. Un corsa sul terreno rinforza anche il sistema cardio-circolatorio. Grazie al continuo cambio d’intensità, il “gioco” con il terreno anche il muscolo del cuore viene allenato in modo ottimale. Questo modo di correre, il più antico è da sfruttare; e il corridore si avvicina sempre più al modo di correre più naturale che ci sia. All’Alpe di Siusi, ogni corridore trova il proprio tracciato individuale e la giusta dose di energia grazie alla scelta individuale dei tracciati segnalati.

Informazioni turistiche Alpe di Siusi Marketing | Via del Paese, 15 Tel. +39 0471 709 600 | Fax +39 0471 704 199 info@alpedisiusi.info | www.alpedisiusi.info


Poletti VS De Gasperi Poletti VS De Gasperi Stesse domande diverse personalità. Sdrammatizziamo l’ambiente con i mitici campioni senza tempo che hanno costruito, passo dopo passo, un’inossidabile carriera sportiva nella corsa in montagna!

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Chi Sei?

Chi Sei?

Mario Poletti, un runner.

Marco De Gasperi, un altro runner amico di Mario Poletti...

Descrivi cos’è per te correre con 3 aggettivi.

Descrivi cos’è per te correre con 3 aggettivi.

Liberta’, Sfogo, Piacere.

Passione, Fatica, Soddisfazione

Corri più veloce tu o l’altro?

Corri più veloce tu o l’altro?

L’altro!

Lui, in macchina pero’...

Montagna e grattacielo emozioni diverse?

Montagna e grattacielo emozioni diverse?

Da una parte vedi il mondo come è nato, dall’altra come è

La montagna e’ vera, il grattacielo e’ solo un’esibizione indoor dello

diventato.

sport che pratichiamo.

Qual’è il tuo trail preferito?

Qual’è il tuo trail preferito?

Indubbiamente l’Orobieskyraid.

Non ne ho ancora corso alcuno, ma per popolarita’ direi che mi

Entrambi avete fatto tanto per la corsa, cosa deve avere un

piacerebbe fare l’UTMB.

progetto perchè tu te ne possa innamorare?

Entrambi avete fatto tanto per la corsa, cosa deve avere un progetto

Deve fare innamorare anche le persone che vi partecipano.

perchè tu te ne possa innamorare?

Qual’è la cosa più grande che ha fatto l’altro?

Deve essere stimolante per aprire vie nuove di sviluppo per la corsa

Vincere la Sierre-Zinal sotto i miei occhi!!

in un’ottica moderna, insomma puntare in alto.

Difetto peggiore dell’altro?

Qual’è la cosa più grande che ha fatto l’altro?

Beve troppo dopo le vittorie!!

Essermi di supporto in molte competizioni quest’anno.

Pregio più grande?

Difetto peggiore dell’altro?

Offre da bere a tutti dopo le vittorie…

Beve troppo anche prima delle mie vittorie (e sconfitte)...

Il tuo mito sportivo?

Pregio più grande?

Nessuno in particolare, ma tutti quelli che per tempo, possibilita’

La generosita’.

e impegno raggiungono il proprio traguardo.

Il tuo mito sportivo? Stimo molto alcuni atleti con cui ho avuto la fortuna di correre assieme e che sono stati degli esempi di grande sportivita’ per me, fra cui il messicano Ricardo Mejia e il neozelandese Jonathan Wyatt.


THE

ALPINE FIT

BLISTERFREE

atleta: simon gietl, pics ©: hansi heckmair

100 %

www.salewa.com


CESAR ROSALES. HUASCARAN TUTTO D’UN FIATO. Correre soli su nevai a 6000 metri per una moltidudine di persone. Questo è pensare in grande. Traduzione a cura di Franco Michieli Immagini by Montura

Mi chiamo Cesar Rosales, ho 29 anni e vivo a Marcarà a 2760 m (Perù, regione di Ancash). Fino a dieci anni fa vivevo nella Cordillera Negra (catena di fronte alla Cordillera Blanca) a 3350 m; la mia famiglia si dedica 32

all’agricoltura, lavorando campi di alta quota. Grazie al padre missionario valtellinese Hugo De Censi, ispiratore del movimento di volontariato Operazione Mato Grosso (OMG) ora sono guida di alta montagna e posso considerarmi una persona responsabile della mia vita.

“Cesar corre con passo sicuro, in scioltezza, sui nevai d’alta quota del Chopicalqui - gruppo Huascaran”


SR sei indubbiamente un atleta formidabile. l’altitudine è la tua dimensione. come affronti gli allenamenti? ti segue un team o fai da solo? CR Sono un andinista e al tempo stesso un atleta. Mi alleno sempre da solo, anche se invito i miei amici a correre, però quasi mai qualcuno è venuto con me, perché ancora da noi manca questa passione di correre in alta quota. Non faccio parte dunque di un team di runners, ma mi piacerebbe molto che si creasse un gruppo con cui mettermi alla prova e confrontare la nostra resistenza. Ho ricevuto però molta ispirazione e consigli per l’allenamento e per le corse sui nevados da un esperto volontario italiano dell’OMG, la guida alpina Valerio Bertoglio, pioniere dell’alpinismo atletico e autore di corse incredibili. Valerio o altri esperti italiani mi hanno sempre seguito nei tentativi di record. In tutte le mie ascensioni di corsa ho vissuto impressioni molto profonde; normalmente le affronto senza pensare molto al cronometro, ma mi concentro sul muovermi in sicurezza, con fiducia nelle mie capacità alpinistiche ma con molto rispetto per la montagna. La corsa del Chopicalqui mi ha dato emozioni più forti delle altre, anche perché mi aspettavo di compierla in un tempo un po’ superiore a quello poi realizzato; l’esperienza raggiunta mi ha aiutato molto a correre con fiducia e serenità. L’aspetto più importante del controllo psicologico riguarda la mia sicurezza. SR come descriversti il tuo rapporto con la natura così intensa e primoridiale dei tuoi monti? CR Prima di cominciare la vita da alpinista non riuscivo a capire perché gli scalatori avventurosi ci tenessero tanto ad andare in montagna: adesso lo so! La natura e la montagna significano molto per me, sono luoghi dove voglio fruire, godere e ammirare l’immensa opera di Dio. SR Operazione Mato Grosso. Cosa rappresenta per te fare parte di una organizzazione così impegnata? E’ importante sentirsi parte di un movimento? Rappresentare idealmente tutti i traguardi che la tua polazione può e deve raggiungere cosa ti fa pensare? CR OMG significa molto per me, perché è un movimento che si preoccupa costantemente di aiutare i più bisognosi, i poveri. Sono orgoglioso di appartenervi. Grazie all’OMG, per mezzo dei volontari italiani, mi è stato permesso di compiere un vero balzo in avanti, diventando guida alpina. In futuro mi piacerebbe realizzare altri record di corsa per dare messaggi positivi e un esempio a tutti i giovani che non sanno che cosa fare della propria vita. SR La prossima meta? CR La mia prossima meta sarà tentare un nuovo record sulla Cordillera Blanca. Ci sono diversi progetti a cui sto pensando, e la scelta dipenderà da quale montagna sarà nelle migliori condizioni: il Huascaran 6768 m partendo dal villaggio di Musho 3000 m, oppure i nevados Copa 6188 m o Tocllaraju 6034 m partendo dal nostro Centro Andinismo Renato Casarotto a Marcarà 2760 m. L’obiettivo è dunque quello di cercare dislivelli più grandi che in passato. SR Abbiamo cambiato idea voliamo noi da te!! Dove ci portresti a correre? Qual’è il tuo trail preferito? Il tuo posto segreto dove vai a correre quando hai bisogno di armonia? CR Molto volentieri se verrete! I miei luoghi preferiti per correre sono nella Cordillera Blanca e nella Negra, non lontano e intorno a Marcarà. Mi piacerebbe portarvi nella zona di Pashpa e Collon, dove parte la valle che conduce al Rifugio Ishinca, sopra i 4000 metri.

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Testo e Immagini Andrea Pizzi

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GR

OS

SB

RO

SS

PROVA A PRENDERLI

Il nome dei fratelli Gross è indissolubilmente legato a quello del Tor des

è la fatica che permette di superare quel limite oltre il quale dolore

Géants fin dalla nascita di questa manifestazione: nel 2010 Ulrich ha

e fastidio spariscono, allora si può anche star bene. «Quando la fatica

vinto in 80 ore, 27 minuti e 13 secondi mentre Anne Marie ha trionfato

diventa troppa» svela Ulrich, «è come entrare in un tunnel in cui mi

tra le donne giungendo al traguardo in quarta posizione assoluta con

sento più leggero, dolore e stanchezza spariscono, non sento più quello

un tempo di 91 ore, 19 minuti e 13 secondi. Quest’anno Ulrich si

che proviene dall’esterno, si va oltre la concentrazione e tutto diventa

è ritirato alle prime tappe, Anne Marie invece ha bissato il successo

più facile. A volte mi succede anche in allenamento». Una specie di

dello scorso anno, ancora quarta assoluta, in 91 ore e 28 minuti. Fare

trance così intensa da far perdere la percezione di ciò che ci sta intorno

quattro chiacchere con loro non è cosa da tutti i giorni perchè non si

e di quello che stiamo facendo: «mi è successo quest’anno al Tor» ci

può farlo seduti davanti a un caffè, bisogna correre e prederli, se si

dice Anne Marie, «sono stata tanto da sola, specie di notte, e a volte

riesce!

mi sono dovuta fermare perchè non avevo più la percezione di dove fossi e di cosa stessi facendo, è un qualcosa di indescrivibile, che va

Per i fratelli Gross correre sembra scritto nel Dna, la loro storia li

oltre la coscienza».

accomuna a tanti sportivi di resistenza e soprattutto di fatica. Per loro correre è un rito quotidiano, non solo una passione, un allenamneto o

Di fatica Ulrich e Anne Marie ne “mangiano” tanta, in gara e in

una gara. La vita di tutti i giorni ruota intorno alla corsa, la vita delle

allenamento, fin da quando erano piccoli e dalla Val Sarentino

loro famiglie è incentrata intorno a questo sport.

scendevano con il padre a Bolzano, 35 chilometri in tutto, a piedi, per fare la spesa. Oggi sono due specialisti nelle gare di ultra

Ed è proprio la fatica è il loro compagno di viaggio. Chiaccherando

endurance, i loro allenamenti durano anche più di dieci ore, sempre

però si intuisce quanto questa sensazione sia vissuta in modo positivo,

insieme, legati da un filo invisibile, anche durante le gare quando a


dividerli sono chilometri e addirittura montagne. Quest’anno Ulrich ha deciso di ritirarsi al Tor des Geants, dopo poche decine di chilometri. All’inizio è stata per lui una decisione facile, poi invece è arrivato il dispiacere, ma è stato giusto così. «Quest’anno ho capito di essere un corridore» ci confessa, «le gambe non andavano come avrei voluto. Ho capito che non solo non avrei vinto ma anche che non avrei potuto correre come avrei voluto fare, correvo il rischio anche di farmi male, non sarebbe stata né una gara né un allenamento per me. E’ stato giusto così». Ulrich allora ha dedicato ogni ora dei giorni seguenti a seguire la sorella, dormendo addirittura meno di lei. L’aspettava ai punti di controllo, le mandava sms, passava ore alla base radio di Aosta per ascoltare le comunicazioni di servizio. C’è un legame speciale tra i due, il fatto di vivere gare e allenamenti sempre insieme li rende quasi una singola entità. Per loro correre è una passione fin da piccoli quando seguivano le orme del fratello maggiore, anche lui esperto delle lunghe distanze tanto da aver corso sulla Muraglia Cinese. Correre è divertimento, sfogo dopo il lavoro, serve a Ulrich anche per riposare e recuperare energie. Si corre perchè si ha voglia di farlo, solo per se stessi. Le gare si fanno per vincere, loro ne sono la testimonianza, ma diventano sempre occasione di confronto positivo con gli altri, dove si corre affianco all’avversario, non contro. Ulrich racconta sempre con piacere le ore trascorse insieme a Marco Gazzola, il vincitore morale del Tor 2011: «mi ha aiutato quando ero in difficoltà, mi ha spronato ad andare avanti. Ci siamo messi d’accordo per alternarci a fare il ritmo. Marco è un grande atleta e un grande uomo». Anne Marie e Ulrich vivono la corsa con uno stile tutto loro, stupisce la naturalezza con cui raccontano di gare a allenamenti di oltre 10 ore al giorno. Due atleti eccezionali che possono realizzare i loro obiettivi agonistici grazie alle loro famiglie che accettano sacrifici, allenamenti e gare in grande serenità perchè correre è divertimento e passione, la loro vita.

Distribuito da Nov.ita srl

www.nov-ita.com Buff Italy

info@nov-ita.com


P H O T O & WORDS

LE REGOLE DI CONNIE

La trochita: 168 km. Vento gelido. Pioggia. Solitudine. Una sola guida: i binari di una ferrovia abbandonata.

Words Cornelia Zamernik Photo by Arc’teryx

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“Sono la Connie. Non utilizzo titoli nella mia vita, sono semplicemente qui per vivere e per affrontare “cose”. Non penso che raggiungendo un determinato livello sportivo si riceva un titolo”.


“Non ho avuto molto tempo per pensare, sono sempre stata occupata con il posizionamento dei miei piedi. Dovevo mantere l’equilibrio e riconoscere i dislivelli prima che potessero sorprendermi loro. Sono stata molto esposta a vento e pioggia, ma i binari sono stati i miei amici e mi hanno indicato la strada. Non ho mai avuto paura e ho sempre saputo che tra le Ande ed il Cile non c’e’ ferrovia, per cui ad Esquel, ai bordi delle montagne sarebbe finito tutto”.

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“La Trochita è Un sogno che non pensavo di poter realizzare, ma che ho raggiunto attraverso la spontaneita’”


C’è posto nell’estremo, per le donne come per gli uomini. I percorsi sono gli stessi che si corra o che si arrampichi. Molte donne cercano pero’ di vendere “la donna” e non l’avventura. Questo e’ banale, semplicistico e non corretto nei confronti degli uomini.

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“ “Non ho mai paura, sono concentrata sulla montagna o sull’avventura che sto vivendo. Non elaboro la mia concentrazione con la paura o con l’adrenalina, ma mi affido alla mia esperienza, accumulata in 15 anni di attivita’. Il motore che mi spinge e’ la voglia di nuovo e la voglia di vivere il nuovo! Quando la situazione diventa veramente dura, non hai il tempo di elaborare nulla, devi semplicemente andare avanti “!


Torri del Paine - foto antoniomantovan.com

end atti mo ere un caf fè

Scen a p do u n r

www.ferrino.it

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di corsa dove Testo Marco Tomasello Immagini Beppe D’Urso

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Il primo ricordo che ho della corsa in montagna

paesaggio circostante. Mentre correndo sulle

non è alquanto piacevole, circa tre volte a

Alpi o le Dolomiti il rischio più grande che si può

settimana mio padre obbligava me e mia

correre è quello di beccarsi un temporale e un

sorella a svegliarci un ora prima del normale

fulmine in testa, correndo su dei vulcani attivi

per andare a correre nei boschi dell’Etna per

bisogna considerare anche il rischio di esplosioni

prepararci atleticamente alla stagione sciistica.

e il conseguente “lapillo” sulla testa. Non potrò

Un’oretta di corsa controvoglia per poi tornare

mai dimenticare l’esperienza che ho vissuto

a casa, doccia superveloce e scuola: una vera

durante l’eruzione dell’Etna nel 2001, quando

tortura! Nonostante tutto con il passare degli

insieme a Beppe ci siamo ritrovati a correre

anni quest’esperienza non mi ha fatto odiare

più veloce di un centometrista giamaicano per

la corsa ma ha preparato la mia mente e il mio

evitare una pioggia di lapilli che cadevano a

fisico a quella che poi sarebbe diventata una

qualche metro da noi o come quando ci siamo

delle mie più grandi passioni. Non mi posso sicuramente definire un

avvicinati troppo ad una colata lavica e ci siamo ritrovati senza le

atleta della corsa in montagna, nonostante la pratichi da diversi anni

suole delle scarpe. Insomma correndo sull’Etna non ci si annoia mai!

sono sempre stato un pò incostante negli allenamenti, più che uno

Sullo Stromboli invece correre guardando le esplosioni è all’ordine del

sport per me correre è sempre stato un modo di sentirmi libero, cercare

giorno, la corsa su Iddu (così viene chiamato il vulcano dai siciliani) è

i miei limiti e scoprire le montagne che avevo intorno. Solitamente si

un esperienza mistica, si sale seguendo il ritmo delle esplosioni invece

preferisce correre nell’ambiente che più ci è congeniale, per alcuni

che quello del tuo cardio, e a rendere questa esperienza ancora più

la strada, per altri i sentieri, in riva al mare, sulle colline, su creste

psichedelica ci pensano i gas che ogni tanto sei costretto a respirare e

esposte in montagna, per me sono stati i vulcani. Correre su un vulcano

ti mandano in debito d’ossigeno. La discesa invece è una vera goduria,

attivo è un’ emozione unica, la difficoltà dell’ascesa, il terreno instabile

900m di dislivello in un pendio di 40° di finissima sabbia vulcanica

e l’orecchio sempre teso per cercare di carpire che cosa succede

che in pochi minuti ti fionda fino in mare. Sull’Etna, quella che noi

sotto i nostri piedi. Già, perché correre su un vulcano attivo significa

siciliani chiamamo “a muntagna”, ho fatto la mia prima esperienza

avvicinarsi (sempre con cautela) a contesti decisamente pericolosi! I

agonistica di corsa in montagna, insieme a mio padre ho partecipato

vulcani sono l’espressione più lampante che viviamo su un pianeta

alla traversata dell’Etna, una gara a staffetta dal versante sud a quello

in continua trasformazione, generano nuove rocce, colate di lava,

nord del vulcano, da lì mi sono cimentato in altre competizioni: la

cenere, lapilli e bombe, esplosioni che possono cambiare l’aspetto del

Red bull Giant of Volcano, il Giro dei parchi d’Italia, la Vesuvio vertical


nasce il mondo kilometer. L’esperienza accumulata in queste gare ha fatto crescere in

terreno è a dir poco variegato: la sabbia vulcanica, la tagliente lava

me la voglia di organizzare una competizione sui vulcani siciliani ma

delle ultime colate e la neve mettono a dura prova le suole degli atleti.

con uno spirito diverso da una corsa prettamente agonistica, volevo

Organizzare questo evento ma soprattutto vedere le facce sorridenti

organizzare un evento che unisse la sensazione di libertà della corsa

ed entusiaste degli atleti a fine corsa che condividevano le mie stesse

con l’adrenalica sensazione di salire su una montagna “viva”.

sensazioni mi ha spinto a ideare un’altra competizione sui vulcani:

Grazie a Gabriele, un altro “malato” di vulcani come me siamo riusciti

l’Etna sky Marathon, una maratona di corsa in montagna lungo le

ad organizzare il primo trail running sui vulcani siciliani: il Sicily Volcano

pendici dell’Etna. Grazie alla partecipazione di atleti del calibro di

Trail. Una corsa di 100km e 4500mt di dislivello in 5 tappe: Vulcano,

Marco Degasperi, Sherpa Dawa Dachhiri, Mario Poletti, Marco Zanchi,

Salina, Stromboli nell’arcipelago Eoliano e le ultime due tappe sull’Etna.

Manuela Brizio e grazie anche al supporto tecnico di un veterano della

Quattro vulcani estremamente diversi l’un l’altro. Vulcano affascina per

corsa in montagna come Giorgio Pesenti siamo riusciti a far diventare

i colori variopinti, il giallo accesso dello zolfo e l’odore delle fumarole.

questo evento la finale del circuito mondiale Mountain Running

Salina è un vulcano spento, è

International Cup che si svolgerà

per questo il più verde di tutti

il 6 novembre sul versante nord

mentre le esplosioni continue

dell’Etna. Queste competizioni

e senza interruzione rendono

mi vedono protagonista in veste

lo

decisamente

di organizzatore e non più di

unico, anche se si sale di

atleta ma rimane sempre un

corsa e si scende come dei

atleta in famiglia che partecipa

razzi planando sulla morbida

a tutti gli eventi che organizzo,

sabbia

frequente

è mio padre Umberto, che alla

ammirare durante la propria

veneranda età di 65 anni non si

ascesa di corsa un esplosione

è perso neanche un’edizione del

di Iddu. L’Etna è il vulcano per

Sicily Volcano Trail. Io ho solo

eccellenza, durante l’ascesa

una gara che sogno di correre:

la vista spazia dai fumanti

la Diagonale de Fous, un raid

crateri sommitali fino alle isole

di 165km e quasi 10000m di

Eolie e la Calabria, mentre il

dislivello positivo che si svolge

Stromboli

nera,

è

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alle Réunion sul Piton de la Fournaise, uno dei vulcani più attivi del nostro pianeta, come dice il nome della gara una cosa da pazzi! Il mare, le esplosioni e la terra che ti trema sotto i piedi, i vapori di zolfo che ti fanno chiudere i polmoni, le rocce dai mille colori, le ripide discese sulla sabbia vulcanica e la tagliente roccia lavica, tante sono le emozioni che si hanno correndo sui vulcani.

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Marco Tomasello è nato 33 anni fa a Catania, lavora come maestro di sci in Francia e guida vulcanologica sullo Stromboli e l’Etna. Assieme ad altri appassionati di corsa in montagna ha creato la Skytribe, un’associazione che organizza competizioni di trail running e corsa in montagna sui vulcani attivi della Sicilia. E’ il direttore tecnico del Sicily Volcano Trail e dell’Etna Sky Marathon. Oltre alla corsa una sua grande passione sono i viaggi, con gli sci a piedi o in bicicletta ha visitato diversi continenti. www.aitnemed.com

www.volcanotrail.it


43

Diablo MAX


TOR A cura di Davide Orlandi Immagini Lorenzo Belfrond

44

“Lo sguardo emblematico di Marco Gazzola rimarrà il simbolo di questa incredibile edizione del Tor des Géants”

People


Il TDG. Una manifestazione, chiamarla solo competizione sarebbe smi-

che con il cuore! C’è il Tor dei valdostani che ti incitano, ti aspettano

nuirla, di un intero territorio che si mostra in tutta la sua potenza.

all’ingresso dei loro paesi a tutte le ore, ti aiutano a sentire meno la

Sembra piccola la Vallèe, vista sulla cartina o spostandosi in macchina:

fatica. Ci sono poi i 500 Tor dei 500 partecipanti. Ognuno in gara con

un po’ di autostrada, qualche tornante e sei ovunque. Ma quando si

se stesso. Ognuno con la sua motivazione. Ognuno con il suo amore

sorpassa La thuile dirigendosi a piedi, per sentieri, verso Cogne ci si

per la montagna. C’è il Tor dei forti, dei professionisti, degli atleti. Ma

perde per 80 km nel magnifico nulla, in mezzo ad una natura forte,

si sono davvero sfidati? la risposta è si, ma con uno spirito differente.

incredibilmente integra. Poi il parco naturale del Mont Avic e la risalita

Correndo con Ulrich Gross (vincitore dell’edizione 2010) per fare i test

da Donnas fino a Gressoney. Gli spazi. Ho sempre lamentato la loro

delle calzature per questo magazine, mi sono reso conto di una realtà

assenza nel mio paese. Ho dovuto ricredermi.

diversa. Mi ha raccontato di quanto aiuto si danno l’uno con l’altro.

Il Tor des Géants. E’ giusto chiamarlo “IL Tor”? Io credo di no, di Tor

Aspettandosi, ripartendo insieme dalle basi vita durante la notte, così

ce ne sono tanti. Uno per ognuna delle persone che lo hanno pensato,

da essere più efficaci in due nelle risalite. Ho visto Ulrich sereno per

realizzato, amato, aiutato o corso.

il suo ritiro, pur pronto a vincere ancora ed ammirato, al contempo,

C’è il Tor di chi lo ha concepito e permesso: La regione Val D’Aosta con

dei vincitori di quest’anno, oltre che della mitica Annemarie (sorella

il suo lungimirante Assessore Aurelio Marguerettaz, che per primo ha

di Ulrich e vincitrice 2010 e 2011). Abbiamo imparato a conoscere

visto e sfruttato al meglio la potenzialità insita nel territorio valdostano

il significato di fair play reale con Marco Gazzola. Ho visto Le Saux,

e nei suoi orgogliosi abitanti. C’è il Tor di chi lo ha organizzato: Ales-

Gabioud (il vincitore), Annemarie Gross e Gazzola stesso, al tavolino

sandra Nicoletti e i tutti i mitici volontari. Ci avete fatto sempre sentire

del bar all’ingresso di via Roma, applaudire, incitare ed accompagnare

sicuri e a casa. Non posso dimenticare, alla base vita di Valgrisanche,

all’arrivo, giorno dopo giorno, tutti i partecipanti, fino all’arrivo dell’ulti-

la magnifica nonnina che sorridente e piena di energia, mi ha servito

mo eroe: Gianni Savoia. Ho visto una regione intera in festa, in trepida-

alle due di notte, prima di ripartire, una pasta in bianco al tavolo. L’ho

zione. Ho visto partecipazione e coinvolgimento. No, non riesco proprio

abbracciata e baciata con sincero affetto. C’è il Tor di chi crede nei

a chiamarla solo gara. Per me è stato amore a prima vista. Per me è

progetti quando ancora devono affermarsi e li aiuta a divenire unici:

“tutta gente del Tor” che nelle prossime pagine prende voce e vi farà

Grivel, Gruppo Tecnica e 4810. Tre aziende che hanno ragionato an-

innamorare della propria esperienza.

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UN PASSO DOPO L’ALTRO di Roberto Terazzi

46

“Come sarà mai possibile percorrere 334.536 metri con un dislivello

di bassi, e di molto bassi... Oggi però ho capito che la risposta è sem-

positivo di quasi 24.000 metri??? Questa domanda mi frullava per la

plicissima, e non l’ho trovata io, è lei che è venuta da me, si è palesata

testa dall’aprile 2010...

in una fantastica camminata di 126 ore 12 minuti e 55 secondi, ed è

Benché spesso provassi a pensarci per trovare una risposta, la so-

molto semplice: percorrendo un metro dopo l’altro, mettendo in fila

luzione non arrivava, anzi la soluzione non era decisamente alla mia

una serie di singoli, semplici, passi. Ok, la serie potrà sembrare un po’

portata, il dubbio, che talvolta ha rischiato di divenire un vero e proprio

lunga, ma alla fine è stato proprio così, il mio Tor si è rivelato una stre-

tormento mi ha accompagnato per lunghi mesi, fatti ovviamente di alti,

pitosa avventura fatta da una serie di singoli passi, tutti meravigliosi,


semplici e perciò tutti alla mia portata, tutti goduti dal primo all’ultimo

al TDG 2011, così senza possibilità di riflettere, prendere o lasciare,

e assaporati nella loro unicità e specificità.

avevo avuto in dono, inaspettatamente, l’opportunità per la vera sfida.

Lunghi mesi a domandarsi quale fosse il modo giusto di allenarsi per

Archiviato definitivamente e senza appello il termine “lavoro” mi sono

una gara così speciale, unica, e poi d’un tratto, domenica 11 settembre

concesso solo meravigliose opportunità per fare tanti passi, ma tanti

alle 10.00 mi sono ritrovato con Davide sotto lo striscione della partenza.”

davvero, con un’unica condizione: godere di ognuno di essi ogni qualvolta avrei “potuto” e non “dovuto” uscire in allenamento

PRE-QUEL

Non mi importava più nulla di tabelle e “lavori”, “ogni singolo passo” è

Aprile 2010 durante la lettura di Meridiani dedicato al TDG edizione

diventato in fretta il mio motto.

“zero” mi venne spontaneo pensare: “Io ce la farei a compiere un’im-

Effettivamente, mi rendo conto sia un po’ semplicistico sostenere che

presa del genere?” Per alcune settimane non ne feci parola con nes-

per completare il Tor des Gèants, sia sufficiente eseguire in ordinata

suno, ma dentro di me il desiderio di mettermi alla prova cresceva

sequenza una serie di singoli passi, e che per compierli bastino i piedi

giorno dopo giorno. Ero reduce dalla partecipazione come volontario ad

e la testa, ma il mio Tor mi piace ricordarlo così. Alla resa dei conti non

uno progetto di ricerca del CNR dal curioso titolo “Lo stress ossidativo

mi sembra di aver fatto nulla di eccezionale, anzi sono convinto di non

negli allenamenti di resistenza”, nel corso del quale avevo avuto la

aver fatto proprio nulla di straordinario.

possibilità di conoscere ricercatori e preparatori atletici. Così decisi di rivolgermi a loro per essere guidato nel cammino di avvicinamento al

SEQUEL

tentativo di iscrizione all’edizione 2010 del TDG. Inutile raccontarvi lo

Il mio Tor, vissuto con la mia testa e i miei piedi a singoli passi, ora

stupore e l’entusiasmo che invasero le persone da me contattate, ed

costituisce una sorta di voragine spazio-temporale nella mia vita, nelle

immediatamente ecco la posta elettronica piena di mail con tabelle con

mie esperienze, nella mia memoria. Tutto quello che è avvenuto prima

la descrizione dei “lavori” da svolgere per una preparazione ottimale.

della partenza mi sembra lontanissimo, ad esempio i minuziosi pre-

“Lavori” è questa proprio la parola che non ha mai trovato la giusta

parativi dello zainetto e del borsone giallo del sabato pomeriggio mi

collocazione nella mia testa abbinata alla mia voglia di avventura.

sembra di averli fatti un secolo fa. Mi piace pensare al borsone giallo

Centinaia di chilometri, obiettivi precisi, miglioramento della mia ca-

con il mio numero di pettorale, anche lui ne ha fatta di strada, con lui

pacità di resistenza, estremizzare la capacità di recupero. Per farla

tutti gli altri borsoni, ognuno con il suo numero, sono stati puntualmen-

breve tre mesi di “lavori” al mare, in pianura e finalmente anche in

te trasportati dall’organizzazione in pulmino da una base vita all’altra,

montagna. Ero preparato fisicamente. Mancava solo l’iscrizione, entro

e nel frattempo io e i miei compagni di avventura viaggiavamo a piedi,

il 20 agosto 2010, ma non mi decidevo a farla, ho più volte compilato

passo dopo passo sui sentieri del Tor. Solo pochi importantissimi ricordi

il form elettronico sul sito del TDG, e poi, chissà perché ho sempre

della mia vita hanno attraversato questa voragine praticamente inden-

cliccato sul comando “Annulla”. Nella mia testa, la paura di non farcela

ni, ovviamente non posso e non voglio raccontarveli qui, ma giusto per

mi ha condizionato a tal punto da non trovare il coraggio di iscrivermi.

darvi una idea sono del tipo “il mio primo bacio” e cose del genere per

L’avevo presa troppo seriamente, era diventato proprio un “lavoro” e

intenderci.

non un’affascinante avventura. Dopo il 20 agosto 2010 ho passato

I giorni, le ore, i minuti e i secondi vissuti lungo i sentieri del Tor e le

delle settimane decisamente buie, il mio morale era indiscutibilmente

persone che ho incontrato hanno avuto per me una bellezza ed una

sotto i piedi. Non ero alla partenza.

intensità tale da far letteralmente evaporare la fatica e da lasciarmi

Basta, nella mia testa il Tor non esisteva più, avrei voluto non aver mai

solo lo stupore e la meraviglia di aver avuto il coraggio di intraprendere

acquistato quel numero di Meridiani!

una avventura del genere. Mi è anche rimasta una convinzione: ognuno è in grado di fare un po’

APRILE 2011 – UN ANNO DOPO - COLPO DI SCENA

di più di quello che è abituato a credere di poter fare. Anche l’impresa

Incolonnato sulla A4 dopo una normale giornata di lavoro, ricevo una

più impegnativa può essere affrontata con umiltà e in serenità, sempli-

telefonata da Davide, che mi annuncia la possibile “nostra” iscrizione

cemente “un passo dopo l’altro”.

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GENTE DEL TOR > GENTE DEL TOR > GENTE DEL “Il Tor des Géants è stata la prima grande competizione

Per prima cosa s’impone una domanda, perché,

sponsorizzata da Tecnica entrando nel trailrunning,

io che sono più un “climber” che un “runner”

quando il TdG era amcora solo un progetto, e ha quindi

ho scelto di fare questa gara? Innanzitutto sono

un posto speciale nel nostro cuore, come il primo

stato colpito dall’alto livello di avventura. C’è un

grande amore.

magico segreto nel TDG che è difficile da capire:

Il Tor des Géants non è una semplice gara di trail:

nonostante la sua lunghezza e gli spaventosi

è soprattutto una eccezionale esperienza umana,

dislivelli, è tutto sommato ragionevole chiuderla

individuale e collettiva. La natura meravigliosa della

in 150h. Forse “ragionevole” è la parola sbagliata,

Valle d’Aosta è un palcoscenico unico al mondo, ma

forse “possibile” o “realistico” sono più adatte, e

la vera differenza la fanno gli attori, che sono i veri “giganti” del TdG:

se la durezza del percorso ti preclude una lunga

i fantastici volontari dell’organizzazione, i runners di ogni livello, età e

corsa all’aria aperta, ti mette nella condizione

provenienza che si ritrovano insieme per una settimana condividendo

di organizzarti una lunghissima camminata. Devi agire con saggezza,

fatica ed emozioni, vivendo insieme ad un’intera comunità che li accoglie

munirti di grande entusiasmo e cameratismo. Quando sei un climber e uno

e li sostiene come se tutti fossero parte di un’unica, grande famiglia. Nel

snowboarder come me, passi un sacco di tempo a riflettere sul tipo di terreno

TdG riescono a convivere la dimensione epica di un’impresa sportiva

e di montagne che dovrai affrontare e ad essere infastidito dal tempo che

straordinaria con la dimensione umana di una “normalità” fatta di amicizia,

sprechi per l’avvicinamento. Con il TDG è diverso, hai il tempo di riscoprire

condivisione, partecipazione aperta a tutti: è forse questa miscela che

i veri “fondamentali” di tutti questi sport: le montagne. Il TDG ha 32 grandi

rende unico il Tor des Géants, e che l’ha fatto diventare in così breve tempo

vette e innumerevoli viste mozzafiato, che camminando lentamente ti fanno

un appuntamento irrinunciabile per la comunità dei trailers”

riscoprire la natura olistica della montagna di cui ti sei innamorato. Un altro plus di questa gara è lo spirito rilassato dei partecipanti. I runners di

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montagna si aiutano e simpatizzano tra di loro. La competizione esiste ma è più a livello personale, non ci sono manifestazioni esteriori di “ego”. Forse è Alessandra Nicoletti Responsabile Organizzazione Tor Des Géants

più facile da capire se vi dico che, in generale, le prime due tappe ti fanno buttare fuori tutto l’ego e completare la gara, piuttosto che vincerla, diventa il traguardo per chiunque. E così ritrovi la magia.

Il Tor des Géants nasce da un sogno, organizzare una corsa di trail-running lungo i sentieri della Valle d'Aosta. Sono diversi anni che organizziamo corse in montagna di lunga distanza e l'idea di far conoscere i sentieri valdostani, le nostre vallate e le nostre montagne è sempre stato uno dei nostri desideri. Il percorso era già pronto: le Alte Vie della Valle d'Aosta. Un vero e proprio viaggio nel cuore della Vallèe, ai piedi di tutti i maggiori 4.000 regionali. Il TDG è la vera espressione dello spirito trail, un'intera regione si riunisce per condividere un'esperienza unica insieme ai corridori. Ogni concorrente viene riconosciuto, dai “montanari” valdostani, come un nuovo amico della montagna stessa. Questo spirito, che forse si era andato perdendo, è ritornato con forza e rappresenta, secondo me, la vera forza del TDG. Da parte mia, vedere la gioia di tutti i partecipanti, corridori o volontari, ogni volta che un atleta taglia il traguardo, è un'emozione immensa. La felicità che si legge negli occhi di tutti, anche a distanza di tempo, nel raccontare la propria esperienza è il regalo più grande che il TDG potesse farmi.

Il Tor non è solo mettersi alla prova, non è solo ricercare dei limiti, è anche e soprattutto vivere intensamente sensazioni nuove e scoprirle ancora più intense di quanto avessi immaginato. E’ però anche la possibilità, rara per uno sportivo dilettante, di incontrarsi alla pari con i campioni di questa attività e scoprirli sorprendentemente veri e lontani dai cliché di quasi tutti gli altri sport. E’ un sogno, un viaggio, una passione. Sono le notti di pioggia e quelle di luna, la solitudine, la solidarietà e la compagnia, le lunghe file di luci nel buio, tutta la valle d’Aosta drogata di entusiasmo, il sonno, la fame, il dolore e la gioia. Insomma, intollerabile non provarci almeno una volta. La cosa più sorprendente di tutte però, è che dopo due giorni ripartiresti per farlo di nuovo.


TOR

VOCI CHE COMPONGONO IL MANIFESTO DI UN MOVIMENTO EPICO, POETICO, NUOVO CHE PUNTA DRITTO E DECISO ALL’ANTICO Durante una delle notti di gara, credo la Il mio orizzonte quotidiano è fatto di

terza, siamo passati sulla dorsale che divide

montagne che influenzano le mie azioni

la Valle d’Aosta dal Piemonte nei pressi del

Mi è capitato di decidere

di fare il

rifugio Coda. C’era una luna piena incredibile.

Mezzalama, senza avere mai fatto una gara

Nonostante fossimo in piena notte, nell’aria

di sci alpinismo, per sfida e perchè il Rosa

tersa sulla sinistra distinguevi gran parte dei

era li. Lo stesso col Tor: Il percorso passa

principali rilievi valdostani: il Monte Rosa,

davanti a casa e la Vecchia e è da sempre nei

il Bianco, l’Emilius, la Tersiva, la Grivola. A

miei occhi eppure non ci ero mai stato. In 5

destra invece era visibile la distesa della

mesi ho cercato di diventare un ultra runner.

pianura: le luci di Biella e poi oltre, all’orizzonte, altre città. Ecco, credo

Chilometri e chilometri in primavera, tutto il percorso ad agosto, passavo

che la magia del Tor des Géants stia qui. In questi attimi che ti porti dietro

e ripassavo dalla Vecchia, pensavo che sarebbe stato bello solamente

per mesi- forse per anni. I giorni dopo la fine del Tor mi è capitato quasi

chiuderlo, il Tor, certo che il fuoco della competizione mi avrebbe per una

tutte le notti di sognare la gara. E’ il segno che le emozioni continuano a

volta lasciato in pace. Invece no, allenandomi in estate con Giancarlo è

turbinare nel profondo delle interiora. Ma più che la gara – in quanto gara

ricomparso, prepotente. Scoprivo ogni giorno ed ogni notte qualcosa di

- quelli che sogno sono i luoghi: infatti nelle visioni oniriche non ci sono

nuovo di me. Avrei corso il mio Tor, non sarei partito solo per finirlo, ma per

quasi mai gli altri – quelli che nella veglia chiamiamo “gli avversari”. Credo

finirlo come volevo, abbastanza presuntuoso da seguire una tabella oraria,

che il Tor sia in gran parte una gara con sé stessi, qualcosa che ti mette

per finire il giorno immaginato. E così è stato, ho camminato veloce in salita

a nudo. E credo che questo valga per quasi tutti, perfino per quelli che la

e corso in discesa ed in piano, mi sono fermato solo a mangiare, non ho

gara la fanno per “vincerla “ e non per “finirla”. Anche loro si confrontano

dormito, ho continuato e per 100 chilometri stavo bene. Un tendine mi ha

con tutto ciò che il Tor ti muove dentro. Delle emozioni che sono andate

fermato; mancava il resto dell’esperienza, ma quello che avevo percorso

smarrite nella dimensione ordinaria della vita: quelle legate ai ritmi naturali

nei mesi passati fino a quel momento è stato così forte da appagarmi,

della vita, al contatto con il freddo, il maltempo, la paura, al rapporto con

almeno per quest’anno. Dopo un mese di riposo completo ho ripreso a

un corpo limitato, mortale e dolorante. Cose che gare più brevi o ambienti

correre, due giorni fa sono salito al Pinter e faceva quasi caldo, oggi è tutto

più circoscritti non possono darti. Rincantucciati in un mondo innaturale ed

bianco di neve Qualche giorno di gelo ed il Lazoney sarà pronto per gli sci

auto-referenziale pensavamo di non avere più limiti, avevamo staccato il cordone ombelicale con la realtà. Qui tutta la tua finitezza ti ritorna addosso brutalmente e la natura ti ricorda la verità: che non sei niente, stupido insetto pieno di te stesso. Non te lo ricordavi più, vero? Eppure non fa così male. Si perde l’ego ma si ritrova un mondo infinito.

Betta e Gioacchino Gobbi titolari di Grivel, la più antica

tutto da scoprire fatto di natura, cultura e tradizione.

fabbrica di materiali di alpinismo, raccontano il loro Tor.

Gioachino: Sono nato a Courmayeur, da sempre per me il

Betta: Abbiamo deciso di essere sponsor del TDG con

posto migliore al mondo. Mi è sembrato importante poter

il cuore! Perché quando l’assessorato al turismo ci ha

condividere le emozioni che vivo ogni giorno. Accanto a

mostrato il progetto, abbiamo visto che l’obiettivo era di

questa parte emozionale, Grivel vive di montagna. Siamo

parlare al mondo della nostra Valle d’Aosta. Grivel, che

i più antichi fabbricanti di materiali d’alpinismo. Dal

esporta in tutti i paesi dove ci sono le montagne, ha sempre esportato

1818! E proprio grazie alla diffusione di questo sport che è nato sotto il

anche il nome del Monte Bianco e si è sempre scontrata con la “cre-

Bianco siamo oggi un’azienda che esporta i suoi prodotti in tutto il mondo.

denza” che fosse un luogo solo francese. Non è vero! Oltretutto il lato

Da qualche anno Grivel ha una nuova sede, un’unità produttiva più gran-

italiano del Bianco è quello con le temperature più miti, dove c’è più

de dove, ai materiali d’alpinismo, abbiamo affiancato la produzione di

sole! Un’ occasione unica di poter parlare finalmente della nostra terra

ogni genere di bastoncino. Il bastone”Tor des Geants” è nato qui, dalla

e di poter spiegare che è un luogo speciale dove ogni valle, anche la

sinergia con i runners locali. In questa sede, dove tutto è prodotto usando

più sconosciuta, ha una sua bellezza ed una sua peculiarità. Un mondo

l’energia del sole! Più ecologici e rispettosi dell’ambiente dove viviamo.

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Lo spettro

paura: la regina dei sentimenti

Di Davide Orlandi

50

11 Settembre 2011. Partiti. Cordoni di folla che applaude. Rido.

questo mi frustra. Piano piano non ascolto più il male, ma rimango ner-

Euforia. Attacca il sentiero. Ritmo buono, veloce, ma non fluido: sarà

voso. Sonno, fame, caldo, ma quanto mi sto lamentando! Mi sto sulle

che mi devo scaldare. Comunque sono allenato, oppure non abbastan-

palle da solo, ma non riesco a farne a meno. Primo pensiero negativo:

za? Primo piccolo dubbio, ma sarà l’emozione e poi fa caldo, stranamen-

non ce la farò. Ristoro. Sto meglio generalmente ma le gambe non

te caldo, umido. Io l’umidità non la sopporto. Voglio spezzare il fiato.

girano come sanno fare, ma salgo ancora e siamo al secondo colle. Ma

Ritmo sempre buono ma ancora meccanico, legnoso. Respiro male,

forse ci siamo allora! in effetti ora c’è una discesa, poi lo spauracchio

altro che spezzare il fiato. Fingo serenità, ma sono nervoso. Spingo

del Loson e poi sono fuori anche dalla seconda tappa. Ma quella che

ancora perchè spesso mi è successo e, quando ho spinto, mi sono

dovrebbe essere il mio punto di forza, dove ho velocità, alta capacità

sbloccato, ma oggi no! Proprio durante la mia impresa! Quella che

di recupero e scioltezza, mi devasta: una discesa infinita che arriva

aspettavo, che ho voluto. Che nervi! Ma continuo pur non trovando

addirittura a deprimermi ed il pensiero di ritiro a fondo valle mi invade

quell’armonia magica tra gambe e fiato che allenta la fatica.

nuovamente, tra l’altro il caldo ora è canicola estiva. Trovo le forze e

Finalmente il primo valico e giù. In discesa, sono sempre stato una

riparto. La salita dovrebbe essere la più dura, la più alta, la più tutto

scheggia, ma non è possibile! Anche qui niente! Mi sento legato. Ri-

ed infatti così sarà. Ritmo lentissimo e lo spettro che corre con me da

storo. Bevo molto. Sudo, gocciolo, sono fradicio. Ma certo! Non c’è

30 ore, ormai è dentro di me. Io e Robi, il mio amico, abbiamo anche

dubbio! E’ questa stramaledetta umidità che non ci dovrebbe essere e

una divergenza, che all’inizio non mi da noia, poi diventa un tarlo che

invece sembra di stare nel Borneo, non in Valle d’Aosta al Tor. Io sono

nella discesa al buio mangia tutte le mie energie mentali. Arrivo a Cogne.

un animale invernale! Continuo e finalmente cambia meteo: vento

Sono solo. E’ quasi mezzanotte, sono nervoso, stanco e arrabbiato con me

freddo, pioggia, tuoni. Credo di essere l’unico che benedice il cam-

stesso con Robi, con la gara, con tutto. Notte, febbre, alta, tremo. E’ finita.

bio. E allora via. Reagisco, o almeno ci provo, ma se per un attimo la

Leggendo queste righe a distanza di un mese è stupefacente vedere quan-

mia testa vede la luce dell’ottimismo, le mie gambe raccontano verità

to sono ancora vive in me quelle sensazioni, ma soprattutto sembra incre-

differenti. E’ sera. Mi lamento anche del percorso, ce l’ho un po’ con

dibile pensare che tutto questo sia stato bellissimo. Masochista? Forse un

tutti, soprattutto con me stesso. Base vita. Sto meglio. Forse. In effetti

po’. Ma ciò che è intenso è sempre fondamentale per crescere ed oggi

non sono affatticato come sembrava. Cos’è stato allora? Emozione?

mi sento bene sono contento del mio fallimento, sono felice di raccontarlo

Si! deve essere stato quello, ci ho pensato troppo. Via allora, alla luce

senza peso, ho scoperto che la gara in sè sarebbe svilente per raccontare il

delle frontali. Si viaggia bene di notte e finalmente sento il mio corpo.

Tor. Il mio Tor è fatto di persone, volti, parole, colori, sentimenti. Il mio Tor è

Primo dei tre colli della seconda tappa. Foto. Discesa. Dolore.

stato tutto tranne che fallimentare. Il mio Tor è stato incredibilmente unico.

NO! Ginocchio destro esterno, dolore forte, punge. Ogni passo punge.

Il mio Tor l’ho concluso quando Robi è arrivato 107 in 120 ore.

Vedi?! Proprio adesso che andavo. E’ dura, non riesco, scendo lento e

Il mio Tor è stato un buon allenamento per quello del prossimo anno.


Correre una gara di ultra trail è proprio una sfida, con gli altri runners tra le montagne ma, prima di tutto, con se stessi. Correre un’ultra trail, infatti, significa saper faticare, saper resistere, ma soprattutto sapersi auto sostentare. Questa è la vera impresa dei Giganti. Bisogna saper scegliere non solo la tattica ma anche la strategia vincente, saper

“Come S.O.S. tentarsi al Tor des Géants”

gestire mente e corpo con la miglior saggezza ed esperienza, ottimizzare l’aspetto della nutrizione oltre che, ovviamente, quello tecnico-logistico. Non bisogna dimenticare l’importanza dell’idratazione: bere regolarmente è indispensabile contro i disturbi digestivi e favorisce il corretto funzionamento dell’organismo. La disidratazione implica un abbassamento rapido della forza muscolare e della capacità di resistenza: una perdita del peso dovuta ad una diminuzione dei liquidi corporei può portare ad una perdita di performance fino al 10%. La lotta contro la disidratazione è una priorità assoluta della gestione

Per limitare il più possibile questo genere

del Tor des Géants: in caso di squilibrio si può avere un aumento della

di disturbi assai diffusi tra i corridori e limitare

temperatura corporea e il corridore, pertanto, deve sapersi idratare

lo stress è consigliabile mangiare in un

preventivamente e costantemente.

ambiente tranquillo, masticare minu-

Il consiglio è quello di bere 150 ml di acqua (in termini pratici mezzo

ziosamente gli alimenti senza fretta e

bicchiere) ogni mezz’ora-quaranta minuti, senza attendere la sensa-

lasciare il punto di ristoro camminando,

zione di sete. L’acqua, infatti, oltre che essere eliminata in maniera

prima di riprendere la corsa. Nei punti di ri-

evidente attraverso le urine, viene consumata dal nostro corpo per

storo è bene anche sapersi orientare nella

favorire il corretto funzionamento muscolare, viene smaltita con la

scelta degli alimenti da assumere: la prima

sudorazione in quantità più o meno consistente e attraverso il vapo-

regola è quella di lasciarsi guidare dall’i-

re acqueo della respirazione. Quando l’organismo è in riserva di liquidi

stinto ma con moderazione, risulta molto

tende a preservare l’acqua e lo stimolo ad espellere liquidi viene meno.

vantaggioso limitare le porzioni e scegliere

Una verifica dello stato di idratazione è il controllo delle urine: se sono

alimenti a basso contenuto di grassi, poi-

troppo scure significa che l’atleta si trova in uno stato di carenza

ché rallenterebbero la digestione richia-

idrica. Per quanto riguarda la miscela è bene alternare borracce di

mando sangue allo stomaco e sottraendolo

sola acqua a borracce di acqua e sali minerali. E’ importante che que-

ai muscoli. In questo caso gli integratori

ste ultime siano piuttosto diluite durante la corsa in modo da facilita-

energetici potrebbero essere d’aiuto du-

re l’assorbimento dei micronutrienti. Una miscela troppo concentrata

rante il percorso: essi contengono tutti gli

potrebbe creare problemi a livello gastrointestinale, oltre che gene-

alimenti necessari ad un’alimentazione

rare ulteriore sensazione di sete. Il manifestarsi di eventuali disturbi

efficace e bilanciata. Qualora la nausea la

digestivi potrebbe esser dovuto, oltre che all’intensità della gara ed

facesse da padrona sull’apparato digerente

allo stress, all’importante volume di liquidi ingeriti e a tratti di gara in

è consigliabile attendere che si attenui e successivamente assumere ali-

forte pendenza corsi velocemente, con conseguente vasocostrizione

menti in forma liquida come, per esempio, minestre leggermente salate o

dell’apparato digestivo. Ecco perché è consigliabile moderare l’an-

bevande gassate tipo cole. Questi sono solo piccoli avvertimenti di cui

datura in questi tratti, evitare di alimentarsi prima di discese lunghe e

far tesoro per imparare a s.o.s.tentarsi in una delle gare più belle ed

impervie e prevedere successivamente delle piccole pause di recupero.

eroiche del mondo dell’ultra trail.

51


MENO UNO

“2857mt Passo Alto prima di scendere verso Valgrisanche, investiti dal temporale”

Di Davide Orlandi

Come vivere meglio il Tor con un problema in meno 52

Affrontare il Tor Des Géants per la prima volta è un’avventura imme-

dovrai usare!) e l’osservazione degli altri, mi diranno cosa scegliere.

diata. Già! Dal minuto zero i dubbi ti si accumulano nel cervello.

Ritiro il pettorale, stringo la mano ad Ulrich Gross, saluto due amici

La gara di otto, dodici. venti ore è una cosa, gestirsi per una

valdostani, mi giro e mi allungano il borsone. Bello. Visibile. PICCOLO!

settimana è un altro sport. Anche solo nell’organizzazione.

Indiscutibilmente piccolo!

Una domanda ti rimbalza per giorni nella testa: cosa mi porto?

Ciò che ritenevo impossibile si realizza con estrema facili-

Mi sono sentito come quattro anni fa in Nepal, non avevo idea di cosa

tà: ci sta praticamente tutto, anche una bella “dose di futile”,

avrei trovato. La prima volta nasconde dentro l’avventura fin da subito.

che non si sa mai! (tanto non lo porto io sulle spalle, una

Da buon milanese fighetto, ormai mi prendo in giro da solo, sono infatti

volta tanto). Qualche ora dopo consegno il suddetto all’orga-

famoso per essermi presentato con il “beauty” anche a quote ed in

nizzazione, che puntuale me lo recapiterà ovunque io mi trovi.

luoghi insospettabili, sai non si sa mai chi puoi incontrare!! Insomma,

Inizio a riflettere sul fatto che per la prima volta in vita mia ho fatto

da buon meneghino, mi trovo a portarmi tutto e di più a Courmayeur

stare tutto in un borsone ed avanzava anche spazio.

e poi, borsone giallo davanti (te lo da l’organizzazione e solo quello

Impossibile! Certamente la roba che ho non basterà. Ne sono certo, ma


“lungo gli infiniti e selvaggi 11km di salita al Loson tra branchi di stambecchi e caprioli, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso”

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“Roberto Terazzi, Soul Running Team By Montura, Finisher del TDG 2011”

sono altrettanto certo che non posso ormai farci nulla. Via! Alla partenza!

e ciclisti fermi e morbidi addosso per il caldo umido, un’impalpabile

Di questa gara ho corso “solo” 102 km in 37 ore (notte, doccia,

giacca e gilet antivento (con quel gilet potrei viverci) che a 3000 mt

pasti, soste e cambi d’abito compresi). Già! Cambi d’abito: in un

sotto la tempesta mi hanno protetto come fossero un enorme piumo-

così breve lasso di tempo il clima è variato in maniera sostanziale

ne, maglie con o senza cerniera, con taschine tattiche per barrette

almeno quattro volte non solo a seconda della quota: dalla par-

od altro ed asciugabili in tempo zero, pantaloni 3/4 sui quali avevo

tenza di Courmayeur umida e calda, al vento gelido del colle Arp,

dubbi in merito all’utilità e mi sono dovuto, come sempre, ricredere,

alla pioggia fredda della discesa in Valgrisa, fino al caldo secco

con il freddo riparano come i lunghi ma sei più libero. Affrontare

di un sole caraibico della salita al Loson del giorno seguente.

queste gare vuole dire affrontare svariati problemi e risolverli o quan-

Avere l’attrezzatura corretta è fondamentale per affrontare un’impresa

tomeno conviverci, che dire, questi intoppi possono essere davvero

come questa. Ed io ero molto dubbioso che in quel misero spazio

tanti, con un in meno in testa viaggi più leggero! Poi c’è chi diventa

potessi avere tutto. Montura, invece, mi ha stupito, non c’è stato un

un finisher e chi no.... ma questo l’abbiamo già detto mi pare!

secondo in cui non avessi tutto il necessario: canotta ipetraspirante

Fighetto milanese


ALPE DI SIUSI RUNNING PARK Di Marcella Magliucci

A pochi passi dal cielo

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Fascino training e competizione si coniugano nello spettacolare Running Park del comprensorio dell’Alpe di Siusi, luogo d’elezione insostituibile per trail runners, maratoneti e scattisti, nonchè teatro del primo Test delle Scarpe di Soul Running. 55


56

Clima, altitudine e conformazione geografica eccezionale fanno

– Istituto austriaco per la costruzione di scuole e impianti sportivi.

dell’Alpe di Siusi un luogo meravigliosamente adatto per un allenamento

Classificati, segnalati e apprezzati dai runners di tutti i livelli, i tracciati

in grado di soddisfare anche i runners più esperti, come nel caso dei

sono divisi in tre categorie: tracciati in piano, adatti ai principianti,

professionisti kenioti che, per il quinto anno consecutivo, hanno scelto

tracciati di difficoltà media con dislivello rivolto soprattutto ai corridori

il comprensorio dell’Alpe di Susi come loro campo di allenamento

di livello avanzato e tracciati difficili, con dislivello soprattutto per

estivo per la stagione 2011. Indiscutibilmente gli atleti più forti del

corridori esperti con esigenze specifiche. Il grado di difficoltà dei

mondo, i corridori kenioti con le loro sessioni di work-out hanno

sentieri è indicato dai colori blu, rosso e nero ed è quindi di facile,

ispirato la nascita, nel 2010, del Running Park Alpe di Siusi, un perfetto

immediata e universale comprensione. Bello, stimolante e molto vario

intreccio di sentieri composto da otto tracciati circolari che si snodano

l’Alpe di Siusi Running Park può contare anche su un ulteriore e

attorno all’Alpe di Siusi e da dodici percorsi che incorniciano i paesi di

insostituibile atout: una posizione unica al mondo che fa si che, otto

Castelrotto, Siusi e Fiè allo Sciliar. Tutti ben bilanciati e perfettamente

dei percorsi proposti, si trovino ad un’altitudine compresa tra 1800

segnalati, con distanze a difficoltà diverse, danno vita a un totale di 180

e 2300 metri e che, i restanti dodici, siano situati tra 900 e 1100

chilometri di parco con sentieri che corrispondono alle direttive dell’Oiss

metri s.l.m: un saliscendi non asfaltato, immerso in un paesaggio


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mozzafiato, dove la severa regolamentazione del traffico contribuisce

di Siusi Running, gara amatoriale in programma il 22 luglio 2012 (data

all’assenza di elementi di disturbo e amplifica il fascino di questo sport.

da confermare). Appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di

Ideale per la maratona, ma altrettanto perfetto per un allenamento che

running, la gara si svolgerà lungo un percorso di 12,7 chilometri che

ha come obiettivo il dislivello, infatti concatenare i circuiti a diverse quote

si snoderà tra saliscendi montani e paesaggi da mille e una notte. I

è automatico, semplice e risulta un training di un’efficacia assoluta per

partecipanti, divisi in categorie maschile e femminile previste dal FIDAL,

runners che si cimentano nelle discipline più disparate: dall’endurance

saranno accompagnati e motivati durante tutta la gara dai professionisti

alle sky race fino al vertical kilometer (il mitico Urban da noi intervistato

kenioti. Un’occasione da non perdere dunque, per conoscere da vicino

nelle pagine precedenti e campione mondiale di questa disciplina, è un

alcuni tra i più grandi atleti del mondo e per innamorarsi perdutamente

local ed è su questi pendii che costruisce quotidianamente le sue vittorie)

di un luogo magico e incontaminato, dove si corre a pochi passi dal cielo.

Da quota 800 metri dell’incatetevole Fiè allo Sciliar fino ai 3000 metri

della cima del Sasso Piatto, tutto è percorribile di corsa. Basta volerlo!

PER INFORMAZIONI:

Con queste caratteristiche uniche, è assolutamente logico che questi

Alpe di Siusi Marketing Soc. ccop. Via del Paese 15 I-39050 Fiè allo

luoghi si confermino il palcoscenico ideale per la V Edizione dell’Alpe

Sciliar - Tel. 0471 709600 – Fax 0471 704199 - www.alpedisiusi.info


Test Trail Shoes 2011/2012 Total Mt 314.800 - Total D+ 28.283 - TOTAL Time 62h 22 min 3 paesi europei - 25 Trail Shoes testate realmente per voi 19 aziende produttrici coinvolte. 5 “Test Runners” TEST RUNNERS

Questi i numeri del primo “try for you” dedicato al trail.

ROBERTO TERAZZI ANNEMARIE GROSS ANDREA PIZZI ULRICH GROSS DAVIDE ORLANDI

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Nelle prossime 38 pagine il magazine cambia volto, per fornire un servizio ad hoc per i lettori e i negozianti. I primi potranno trovare informazioni dettagliate sulle scarpe che vorranno acquistare, i secondi sapranno indirizzare meglio nell’acquisto i loro clienti. Il nostro ambizioso obiettivo è essere utili anche alle aziende che, attraverso i nostri giudizi, a volte anche severi, possano trovare spunti utili al miglioramento della propria gamma, per adattarsi alle molteplici esigenze di un settore in grande evoluzione ed espansione. In quest’ultimo anno si sono moltiplicati i prodotti in quest’ambito, al pari dell’aumento vertiginoso delle gare e degli adepti. Abbiamo provato, quindi, a fare un po’ d’ordine. Questo è solo l’inizio, però, dato che dopo un inverno di corse, dal 15 Marzo 2012, sarà disponibile in tutti i negozi di settore (outdoor, running, montagna, grandi catene) il Trade Mag dedicato alla scarpa “fuoristrada” e a tutte le sue declinazioni. Ci metteremo ai piedi oltre 50 paia di scarpa! Le prime 25 le abbiamo già testate: Un pool di esperti (giornalisti, amateur e professionstii) che si sta rimpinguando in questi giorni, ha lavorato per voi, correndo realmente per quattro mesi, ogni volta che il tempo ed il clima lo hanno permesso, per portare un concreto servizio ai lettori ed alle aziende stesse, che da oggi avranno a disposizione un vero banco di prova e non solo una semplice vetrina. Con un pizzico di coraggio e tanta passione noi proviamo a cambiare le regole. Potrete leggere i nostri giudizi e non trovarvi d’accordo, potremmo avere divergenze, potremmo pensarla diversamente, ma non potrete mai dire che non sono vissuti, veri e incondizionati. Sono le aziende stesse ad avercelo chiesto. Il settore è sano produce ottime scarpe. La professionalità deve essere riconosciuta e riconoscibile e l’unico modo è valutare i prodotti e le loro differenze con distacco. Eccoci, quindi, a presentarvi una carrellata dei modelli 2012 provenienti da più conosciuti produttori, oltre a qualche gradita novità che abbiamo incontrato lungo i sentieri percorsi per testare queste scarpe. Dieci gambe e altrettanti piedi hanno corso e lavorato per creare questa guida, tra queste quattro molto illustri e veloci: Anne Marie e Ulrich Gross sono stati infatti i nostri “test guest star” L’Arco alpino ma non solo, viste le piacevoli digressioni nella Alpi Apuane, lungo l’Appennino ligure, in Svizzera e Germania, è stato lo scenario del test di Soulrunning. “Qualche” centinaia di chilometri e svariate migliaia di metri di dislivello per raccontare le nostre sensazioni, in presa diretta e certamente soggettive, per darvi delle indicazioni il più possibile utili sulla scelta della scarpa da utilizzare in gara o in allenamento. Senza la presunzione di dare dei giudizi assoluti abbiamo semplicemente messo a vostra disposizione la nostra passione e voglia di correre. Troverete le informazioni relative al percorso dove è stato eseguito ciascun test, un’immagine della scarpa e in particolare della sua suola, uno degli aspetti più importanti per un modello da trail. Abbiamo deciso anche di redigere una tabella con tanto di punteggio, da 1 a 5 stellette, per ognuno degli aspetti che abbiamo ritenuto importanti. Orlandi & Pizzi LEGENDA TEST SOUL RUNNING

NB: per comprendere al meglio e utilizzare le nostre valutazioni leggere attentamente la spiegazione che segue ed incrociare sempre i giudizi ed i voti con la descrizione del percorso. così da capire al meglio la risposta di quel preciso attrezzo su quel determinato terreno e poter, quindi, acquistare un po’ più convinti. Grip: quanto la scarpa offre in termini di tenuta sul terreno, sia in salita che in discesa Comfort: non solo comodità nella calzata ma anche quanto la scarpa asseconda la rullata del piede Design: anche l’occhio vuole la sua parte... Stabilità: dipende da quanto il piede è saldo all’interno della scarpa, dalla rigidità torsionale della suola e dal supporto dato alla caviglia Adattabilità al terreno: come la scarpa si deforma per adattarsi al terreno senza influire sulla stabilità. Assorbimento degli urti: fondamentale in discesa e nei tratti dove si corre più velocemente. Non solo a livello del tallone ma anche sull’avampiede per non sentire

le asperità del terreno

Chiusura: caratteristiche della linguetta, passaggio delle stringhe e avvolgimento del collo del piede Traspirabilità: dipende molto dai materiali utilizzati (mesh, Gore Tex...)


ADIDAS KANADIA 4 TR

Un marchio che allo snobismo dei “salotti bene” del trail farà storcere il naso. Adidas? Ma figurati... fa prodotti commerciali. SORPRESA! così non è!! la scarpa si presenta con un look accattivante ed una scelta di colori a dir poco magnifica, ma questo dall’azienda tedesca ce lo aspettavamo; dove stupisce subito è nel grip. La suola permette, infatti, di correre sicuri anche su terreni tecnici, rocciosi, ripidi ed umidi. Favolosa la traspirabilità. La pecca è nella calzata: molto comoda e morbida: troppo! ne va della stabilità e nella eccessiva rigidità dell’intersuola. Comunque il primo esperimento ci piace assai!! benarrivati in montagna! Peso dichiarato: 340 g

Grip

BBBBB

5

BBBB

4

BBBBB

5

stabilità

BBB

3

adattabilità al terreno

BBB

3

assorbimento urti

BBB

3

BBBB

4

BBBBB

5

comfort design

chiusura traspirabilità

FIELD TRIAL

BY Davide Orlandi

Percorso: Fiè allo Sciliar Malga Sessel Sviluppo: 8,6 km D+: 1060 mt D-: 1060 mt Descrizione salita: prima parte asfalto, sentiero e strada bianca nella parte centrale, sentiero tecnico e molto ripido negli ultimi 400 mt di dislivello. Fondo roccioso e bagnato nell’ultima parte Descrizione discesa: prima parte sul sentiero “Dei Ponticelli” molto bagnato e tecnico. Poi sentiero, strada bianca e finale su asfalto Tempo di salita: 1h28’ Tempo di discesa: 42’

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ASICS GEL UPTERRA 2

60

Basta guardare la suola della Gel Upterra2 per immaginare come saranno grip e stabilità il disegno del battistrada e le spessore della gomma rendono questa Asics davvero comoda e attaccata al terreno. La struttura avvolge molto bene il piede e lo tiene stabile al suo interno permettendo un appoggio sempre sicuro: molto particolare il guscio esterno plastico che avvolge il tallone e che, collegato all’ultima asola delle stringhe, chiude perfettamente il piede. Ideale per trail medio lunghi ma anche in quelle gare dove non si cerca una scarpa leggerissima ma comunque performante. Il sistema di copertura dei lacci sopra la linguetta davvero utile ed esteticamente interessante. Peso dichiarato: 300 g

Grip

BBBB

4

comfort

BBBB

4

design

BBBBB

5

stabilità

BBBBB

5

BBB

3

BBBB

4

BBBBB

5

BBB

3

adattabilità al terreno assorbimento urti chiusura traspirabilità

FIELD TRIAL

BY Andrea Pizzi

Percorso: Fiè allo Sciliar Malga Sessel Sviluppo: 8,6 km D+: 1060 mt D-: 1060 mt Descrizione salita: prima parte asfalto, sentiero e strada bianca nella parte centrale, sentiero tecnico e molto ripido negli ultimi 400 mt di dislivello. Fondo roccioso e bagnato nell’ultima parte Descrizione discesa: prima parte sul sentiero “Dei Ponticelli” molto bagnato e tecnico. Poi sentiero, strada bianca e finale su asfalto Tempo di salita: 1h28’ Tempo di discesa: 42’


BROOKS CASCADIA 6

FIELD TRIAL

Percorso: Fiè allo Sciliar Malga Sessel Sviluppo: 8,6 km D+: 1060 mt D-: 1060 mt Descrizione salita: prima parte asfalto, sentiero e strada bianca nella parte centrale, sentiero tecnico e molto ripido negli ultimi 400 mt di dislivello. Fondo roccioso e bagnato nell’ultima parte Descrizione discesa: prima parte sul sentiero “Dei Ponticelli” molto bagnato e tecnico. Poi sentiero, strada bianca e finale su asfalto Tempo di salita: 1h28’ Tempo di discesa: 42’

La Cascadia senza dubbio e’ una scarpa da gara, forse non per lunghissime distanze. Appena calzata si ha la sensazione che il tallone sia poco fasciato e stabilizzato, una scarpa che spinge ad aumentare la velocita’ grazie alla leggerezza e a un buon avvolgimento del collo del piede, dovuto al particolare posizionamento asimmetrico delle asole per i lacci. Il grip buono anche se il disegno non profondo, in caso di fango perde in grip. E’ una scarpa adatta a chi vuole correre veloce in allenamenti o gare non troppo lunghe ed E’ disposto a sacrificare un poco di comfort e sostegno. Buon ammortizzamento a livello del tallone, sulle lunghe distanze si sentono i sassi sotto l’avampiede. Peso dichiarato: 317 g

Grip

BBBB

4

comfort

BBBB

4

design

BBBB

4

BBB

3

BBBB

4

BBB

3

BBBB

4

BBB

3

stabilità adattabilità al terreno assorbimento urti chiusura traspirabilità

BY Andrea Pizzi

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DYNAFIT FELINE GTX

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FIELD TRIAL

Percorso: Da Mittenwald a Carwendel Spitze mt 2385 (Ger) Sviluppo: 9,8 km D+: 1462 mt D-: 1462 mt Descrizione salita: Inizio su strada bianca molto ripida per poi proseguire a zig zag su frana per 300 mt di dislivello, molto ripido. Breve falsopiano seguito da una nuova impennata su ghiaione fino a una lunga galleria nella roccia (freddo polare!). Ultimi 100 metri in salita su roccia con tratti attrezzati con catene fino alle vetta Descrizione discesa: Dopo il primo tratto con attenzione per l’esposizione e la pendenza si lasciano andare le gambe su uno splendido ghiaione, ripido, tecnico e divertentissimo. Ci si ricongiunge infine alla strada bianca. Tempo di salita: 1h50’ Tempo di discesa: 34’

Una marca “nuova” (ovviamente per il settore) che evoca professionalita’ e precisione. E’ nel suo DNA. Ed in effetti non delude affatto questo esordio, anzi! Le Dynafit a guardarle sembrano subito uscire da cio’ che si e’ gia’ visto, proponendo una linea affusolata ed essenziale, non sembrano scarpe da trail. In azione ci si accorge subito che la leggerezza e l’affidabilita’ sono la prima prerogativa: dove metti il piede, sta! La suola Vibra E’ ben studiata. un utile “dentino” proprio sulla punta aiuta e non poco, su erreno infido e instabile. E’ una scarpa per “piedi veloci”, magari non troppo adatta alle lunghissime distanze. La calzata un po’ rigida, tesa.....anche se aiuta nella sensazione di precisione che la scarpa possiede. Peso dichiarato: 300 g

Grip

BBBBB

5

comfort

BBB

3

design

BBB

3

BBBBB

5

BBBB

4

BBB

3

BBBBB

5

BB

2

stabilità

adattabilità al terreno assorbimento urti chiusura traspirabilità

BY Davide Orlandi


HOKA ONE ONE MAFATE

FIELD TRIAL

BY Davide Orlandi

Percorso: Valle Ciamin. Partenza dall’ingresso del Parco Naturale dello Sciliar di San Cipriano fino al Rifugio citta’ di Bergamo mt 2165 Sviluppo: 10 km D+: 950 mt D-: 950 mt Descrizione salita: inizialemente sentiero tecnico e ripido su fondo anche roccioso e presenza di radici. Segue lungo tratto su strada bianca fino all’alpeggio da dove inizia un sentiero piu’ tecnico, ripido e roccioso. Descrizione discesa: Discesa tecnica, veloce e divertente nella prima parte fino alla strada bianca Tempo di salita: 1h17’ Tempo di discesa: 40’

Che dire....dopo aver corso il Tor guardando i talloni di tantissimi stranieri che indossavano le “zeppe” non vedevamo l’ora di testarle!! Effettivamente siamo in odor di innovazione!! prima sensazione: a discapito delle dimensioni sono dei pesi piuma. Subito dopo, inevitabilmente, tutta l’attenzione va alla suola: in salita sia tecnica che facile non sembra avere problemi. La discesa su terreno anche ripido ma facile e regolare e’ la perfezione: voli e non fatichi!! quando il fondo si fa insidioso: rocce e radici, le dimensionii non consentono una velocita’ d’azione alta. il cervello deve recepire che non ha piiu’ il 42 ma un 44 abbondante ed alto. Bisogna affidarsi all’attrezzo passo dopo passo perche’ non sara’ una scarpa velocissima, ma regala soddsifazioni inaspettate. Trust it!! una dritta in esclusiva : una volta usate per un paio di uscite, renderanno molto di piu’. aumenta il grip e si ammorbidisce la suola, aderendo al terreno sempre meglio. Peso dichiarato: 320 g (8)

BBBB

Grip

4

comfort

BBBBB

5

design

BBBBB

5

stabilità

BBBB

4

adattabilità al terreno

BBBB

4

BBBBB

5

BBB

3

BBBB

4

assorbimento urti chiusura traspirabilità

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INOV8 XTALON 212

FIELD TRIAL

Percorso: Da Valbondione (900 mt) al Rifugio Coca (1898 mt) Sviluppo: 2,9 km D+: 1000 D-: 1000 mt Descrizione salita: Teatro da un anno di una gara di vertical kilometer ideata dall’inesauribile Mario Poletti, il percorso sale ripidissimo e diretto fin da subito prima su terreno tecnico e boschivo e poi roccioso e gradinato fino al rifugio. Descrizione discesa: massima attenzione per quanto riguarda la fase discendente specie nei tratti rocciosi, a volte instabili. Articolazioni sempre sollecitate anche dalle gradinature artificali spesso molto alte. Tempo di salita: 1h02’ Tempo di discesa: 38’

Le si prende in mano e si E’ convinti di soffrire per tutto il giorno tanto sono minimali, leggere e con

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una suola inesistente come spessore (2cm sul tallone, da 1 a 0,7 sulla pianta...davvero poco) ed invece NO! Il nome della marca E’ azzeccatissimo: diversa sul serio! Si torce e si piega come una scarapetta da climbing, ma ammortizza come le migliori fra le sue colleghe. Ha un grip aggressivo (meglio alla seconda uscita...l’uso gli fa bene) ed E’ la scarpa piu’ precisa in assoluto. Se si E’ in forma e la velocita’ E’ l’obiettivo, Innovate e’ la scarpa! Ottima! Infine le immancabili note stonate del nostro occhio critico: la leggerezza dei tessuti fa si che i vostri piedi si ricorderanno bene di alcuni sassi volanti (poca protezione) e le gare lunghe non sono certo l’ambiente ideale per questo prodotto (ok l’ammortizzazione incredibile in poco spessore ma i miracoli ancora no). Peso dichiarato: 212 g (8)

BBB

Grip

3

BBBBB

5

BBB

3

BBBB

4

BBB

3

assorbimento urti

BBBBB

5

chiusura

BBBBB

5

BBBB

4

comfort design stabilità

adattabilità al terreno

traspirabilità

BY Davide Orlandi


INOV8 ROCLITE 295

FIELD TRIAL

BY Roberto Terazzii

Percorso: Da Valbondione (900 mt) al Rifugio Coca (1898 mt) Sviluppo: 2,9 km D+: 1000 D-: 1000 mt Descrizione salita: Teatro da un anno di una gara di vertical kilometer ideata dall’inesauribile Mario Poletti, il percorso sale ripidissimo e diretto fin da subito prima su terreno tecnico e boschivo e poi roccioso e gradinato fino al rifugio. Descrizione discesa: massima attenzione per quanto riguarda la fase discendente specie nei tratti rocciosi, a volte instabili. Articolazioni sempre sollecitate anche dalle gradinature artificali spesso molto alte. Tempo di salita: 1h02’ Tempo di discesa: 38’

65 Calzata eccezionale, chiusura tradizionale ben posizionata sul collo del piede e ben protetta dalla linguetta: il piede e’ decisamente sempre al suo posto. Leggere e flessibili sono adatte a salite agili e veloci, la particolare suola garantisce un buon grip, ma non in tutte le condizioni di terreno come per esempio roccia liscia inclinata e zone umide. Pertanto la discesa deve essere affrontata con attenzione, scegliendo bene gli appoggi. Ammortizzazione accettabile. Buona la traspirabilità Peso dichiarato: 295 gr (8)

BBB

Grip

3

comfort

BBBBB

5

design

BBBBB

5

BBBB

4

adattabilità al terreno

BBB

3

assorbimento urti

BBB

3

chiusura

BBBB

4

traspirabilità

BBBB

4

stabilità


LA FUMA SPEEDTRAIL

FIELD TRIAL

BY Davide Orlandi

Percorso: Fiè allo Sciliar Malga Sessel Sviluppo: 8,6 km D+: 1060 mt D-: 1060 mt Descrizione salita: prima parte asfalto, sentiero e strada bianca nella parte centrale, sentiero tecnico e molto ripido negli ultimi 400 mt di dislivello. Fondo roccioso e bagnato nell’ultima parte Descrizione discesa: prima parte sul sentiero “Dei Ponticelli” molto bagnato e tecnico. Poi sentiero, strada bianca e finale su asfalto Tempo di salita: 1h28’ Tempo di discesa: 42

66 La casa francese presenta un prodotto che ruggisce ai piedi fin da subito, Ottimo il grip della suola Vibram, molto ben concepita! Su terreno tecnico permette di divertirsi e godersi le sensazioni positive. Un’ originale chiusura doppia regola la calzata cosi’ che il piede sia fermo e il passo acquisti in precisione. Ottima la traspirabilità Paga qualcosa in rigidita’. meglio, quindi, su percorsi brevi e medi che su lunghe distanze. Peso dichiarato: 250 (5)

BBBBB

5

BBB

3

BB

2

BBBB

4

adattabilità al terreno

BBB

3

assorbimento urti

BBB

3

chiusura

BBB

3

traspirabilità

BBB

3

Grip comfort design stabilità


LA SPORTIVA C-LITE 2.0

FIELD TRIAL

Percorso: Valle Ciamin. Partenza dall’ingresso del Parco Naturale dello Sciliar di San Cipriano fino al Rifugio citta’ di Bergamo mt 2165 Sviluppo: 10 km D+: 950 mt D-: 950 mt Descrizione salita: inizialemente sentiero tecnico e ripido su fondo anche roccioso e presenza di radici. Segue lungo tratto su strada bianca fino all’alpeggio da dove inizia un sentiero piu’ tecnico, ripido e roccioso. Descrizione discesa: Discesa tecnica, veloce e divertente nella prima parte fino alla strada bianca Tempo di salita: 1h17’ Tempo di discesa: 40’

Il grip della C-Lite E’ eccezionale in qualunque condizione, il disegno della tassellatura mantiene la suola sempre pulita anche in caso di fango. Appena calzata si nota che in punta rimane dello spazio vuoto nonostante la calzata sia precisa: vi accorgerete nella lunghe discese quanto questo spazio sia utile per preservare le dita! La ghetta integrata anche se rende difficile l’accesso alla parte inferiore della stringhe fa diventare questa scarpa ideale in caso di condizioni climatiche difficili, leggermente calda in estate. La C-Lite spinge il runner a correre in modo aggressivo, ideale per allenamenti e gare di media lunghezza, anche in condizioni meteo difficili. Peso dichiarato: 290 g

Grip

BBBBB

5

comfort

BBBBB

5

BBBB

4

BBBBB

5

adattabilità al terreno

BBBB

4

assorbimento urti

BBBB

4

chiusura

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4

BBB

3

design stabilità

traspirabilità

BY Andrea Pizzi

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LA SPORTIVA RAPTOR

FIELD TRIAL

Percorso: Rifugio Mezzalama Val d’Ayas Sviluppo: 7,8 km D+: 1400 mt D-: 1400 mt Descrizione salita: Palla piazzetta di Saint Jaques, sede di partenza della storica e rimpianta Mezzalama Skyrace si sale subito decisi lungo il sentiero che porta ai Piani di Verra, tecnico e ripido. Da qui ci si distende su strada bianca per circa un chilometro per poi riguadagnare quota su sentiero facile fino al Lac Bleu, al quale segue un breve falsopiano. Da qui prima per prati e poi sulla cresta della morena il sentiero sale sempre piu’ tecnico e ripido fino al mitico e panoramico Rifugio Mezzalama. Descrizione discesa: Tecnica e impegnativa, richiede attenzione in molti tratti pur rimanendo velocissima e divertente: forse la discesa perfetta! Ndr: un amico valdostano impiegò “comodamente” mezz’ora per scendere... Tempo di salita: 1h48’ Tempo di discesa: 57’

68 Ottime, leggere, reattive, una calzata formidabile. Le due alette in carbonio dietro al tallone bloccano il piede alla perfezione, anche quando non si eccede nello stringere i lacci. Molto bene sui tratti tecnici, il grip E’ ottimo sui tutti i tipi di terreno, la stabilita’ buona, anche se in alcuni casi E’ necessario avere caviglie ben salde. La reattivita’ consente di spingere benissimo nei tratti piu’ scorrevoli, a scapito a volte dell’ammortizzazione. Queste caratteristiche la rendono piu’ adatta a percorsi medio-corti. Buona la traspirabilita’ Peso dichiarato: 325 g

BBBBB

5

BBBB

4

BBB

3

stabilità

BBBB

4

adattabilità al terreno

BBBB

4

BB

2

BBBB

4

BBB

3

Grip comfort design

assorbimento urti chiusura traspirabilità

BY Roberto Terazzi


LA SPORTIVA ELECTRON

FIELD TRIAL

Percorso: Fiè allo Sciliar Malga Sessel Sviluppo: 8,6 km D+: 1060 mt D-: 1060 mt Descrizione salita: prima parte asfalto, sentiero e strada bianca nella parte centrale, sentiero tecnico e molto ripido negli ultimi 400 mt di dislivello. Fondo roccioso e bagnato nell’ultima parte Descrizione discesa: prima parte sul sentiero “Dei Ponticelli” molto bagnato e tecnico. Poi sentiero, strada bianca e finale su asfalto Tempo di salita: 1h28’ Tempo di discesa: 42

Attenzione alla suola!! completamente liscia!! solo morbide onde di gomma devono tenere in equilibrio su bagnato o ripido o roccia liscia....o tutte tre insieme?? si! E lo fanno in maniera eccellente. Stupefacente! Un ottimo grip, quindi, accompagnato da una calzata d’eccezione che avvolge il piede, lo ferma, rendendo il movimento preciso e sicuro sia in salita che in discesa. Calzatura adatta sia a gare miste e veloci che su lunghe distanze. La perfezione, si sa, non e’ di questa terra e se proprio dobbiamo trovare uno spazio per migliorare (l’ennesima sfida che Lasportiva provera’ a vincere??) l’ammortizzazione....qualche sasso si fa sentire ogni tanto, ricordando al runner che non sta correndo la maratona di new york.

Grip

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5

comfort

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5

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3

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5

design stabilità

adattabilità al terreno BBBBB 5 assorbimento urti chiusura traspirabilità

BY Davide Orlandi

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2

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4

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MAMMUT CYCLON DLX MAN

70 Scarpa, quella della casa svizzera, che ha caratteristiche diverse dagli altri prodotti da competizione. Adatta piu’ per sessioni di allenamento, quindi per resistere nel tempo e proteggere il piede, che per volare sui sentieri. E’ una scarpa rigida che in discesa su terreno tecnico e’ lenta ma sicura. Molto buono il grip, non ancora al massimo l’ammortizzazione. Ottima la calzata, comoda ed accogliente grazie anche ai tessuti ed i materiali usati. Sicuramente non eccelle nell’affrontare sky race od altre discipline veloci. molto meglio per le lunghe distanze

Grip comfort design stabilità adattabilità al terreno assorbimento urti chiusura traspirabilità

BBB

3

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2

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FIELD TRIAL

BY Davide Orlandi

Percorso: Da Passo Sella al Rifugio Vicenza passando per il Rifugio Demetz Sviluppo: 8,5 km D+: 922 D-: 922 Descrizione salita: Andata su sentiero di ghiaia e rocce inizialemente facile ma subito dopo ripido e a zig zag fino alla forcella del Rif. Demetz. Segue discesa tecnica su rocce e ghiaione inizialmente molto tecnica e ripida, poi piu’ veloce e divertente fino al Rifugio Vicenza. Descrizione discesa: Ritorno in salita verso il Rifugio Demetz inizialmente corribile e poi decisamente piripido e tecnico, prima su ghiaia e poi su roccia. Discesa dal Demetz al Passo Sella con un primo tratto ripido su sentiero a zig zag, poi piu’veloce e via via piu’ facile da correre. Tempo totale: 1h46’


MONTRAIL MASOCHIST

FIELD TRIAL

BY Annemarie Gross

Percorso: Fiè allo Sciliar Malga Sessel Sviluppo: 8,6 km D+: 1060 mt D-: 1060 mt Descrizione salita: prima parte asfalto, sentiero e strada bianca nella parte centrale, sentiero tecnico e molto ripido negli ultimi 400 mt di dislivello. Fondo roccioso e bagnato nell’ultima parte Descrizione discesa: prima parte sul sentiero “Dei Ponticelli” molto bagnato e tecnico. Poi sentiero, strada bianca e finale su asfalto Tempo di salita: 1h28’ Tempo di discesa: 42

71 A dispetto del nome questa “Masochist” non risulta per niente scomoda, anzi la calzata è buona fin dai primi passi e tutto si traduce in sensazione di grande stabilità. Leggermente rigida e quindi più adatta ad allenamenti lunghi e trai. meno indicata quando si cerca leggerezza e reattività. Non entusiasmante l’assorbimento degli urti dovuto alla rigidità della suola. Ben disegnata la chiusura, permette il giusto avvolgimento del collo del piede anche senza esagerare nella tensione dei lacci. Traspirabilità migliorabile. Peso dichiarato: 306 g

Grip comfort design stabilità adattabilità al terreno assorbimento urti chiusura traspirabilità

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NEW BALANCE MT10GY

FIELD TRIAL

Percorso: Grigna Meridionale mt 2177 dai Piani dei Resinelli (Lecco) per il sentiero “Direttissima” Sviluppo: 4 km D+: 877 mt D-: 877 mt Descrizione salita: Salita decisa ma su terreno non tecnico e con fondo ghiaioso e regolare. Gli ultimi 50 metri sono su roccette dove occorre prestare un po’ di attenzione. Descrizione discesa: Il primo tratto da percorrere con attenzione, poi il sentiero diventa scorrevole per una corsa sciolta e divertente fino all’arrivo. Tempo di salita: 1h28’ Tempo di discesa: 42’

Decisamente minimale. Questa New Balance E’ una scarpa estrema in termini di leggerezza facendo se-

72

gnare oltre 100 g in meno rispetto alle concorrenti. La leggerezza E’ dovuta principalmente al minor materiale impiegato: il piede E’ avvolto da un morbido mesh che rende ottima la traspirabilitA’ e la sensazione di calzata, molto naturale, quasi come essere scalzi. Il contro E’ la mancanza di supporto che sui percorsi sterrati E’ importante. La suola Vibram ha un ottimo grip, l’intersuola ridotta al minimo fa venir meno l’assorbimento degli urti. Utilizzo: ci sentiamo di consigliare questa “Minimus” soprattutto per la salita dove se ne apprezzera’ la leggerezza e dove, vista la scarsa velocita’ si puo’ fare a meno dell’ammortizzazione a livello mediano e del tallone. Non adatta a percosri molto lunghi e tecnici. Peso dichiarato: 201 g

BBBB

4

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1

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5

Grip comfort design stabilità adattabilità al terreno assorbimento urti chiusura traspirabilità

BY Andrea Pizzi


NIKE AIR PEGASUS+ 28 TRAIL

Stiamo parlando di una Pegasus, da sempre uno dei modelli pipolivalenti della linea Nike indicata per appoggi neutri. La versione Trail presenta una struttura esterna a fasce che partendo dal tallone permettono una chiusura precisa e molto avvolgente. La suola morbida, asseconda bene la rullata e offre un assorbimento degli urti molto valido. La notevole morbidezza pero’ fa si che le asperita’ del terreno si sentano parecchio sotto la pianta del piede e che si perda un po’ di rigidita’ sulle sconnesioni, dove ci vorrebbe maggior precisione. In compenso il grip risulta ottimo. Ideale per allenamenti lunghi su terreni non troppo rocciosi e trail invernali: il grip E’ ottimo anche sul bagnato ma con alte temperature la traspirabilità non è il massimo. Peso dichiarato: 331 g

Grip

BBBBB

5

comfort

BBBBB

5

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BBBBB

5

BBBB

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3

design stabilità adattabilità al terreno assorbimento urti chiusura traspirabilità

FIELD TRIAL

BY Andrea Pizzi

Percorso: Fiè llo Sciliar Malga Sessel Sviluppo: 8,6 km D+: 1060 mt D-: 1060 mt Descrizione salita: prima parte asfalto, sentiero e strada bianca nella parte centrale, sentiero tecnico e molto ripido negli ultimi 400 mt di dislivello. Fondo roccioso e bagnato nell’ultima parte Descrizione discesa: prima parte sul sentiero “Dei Ponticelli” molto bagnato e tecnico. Poi sentiero, strada bianca e finale su asfalto Tempo di salita: 1h28’ Tempo di discesa: 42’

73


PEARL IZUMI SYNCRO FUEL TRAIL 2

74

Grazie alla suola decisamente larga la Syncro Fuel offre un’ottima superficie d’appoggio che si traduce in un buon grip. E’ stabile e precisa in discesa, sulle lunghe percorrenze, specie per chi ha il piede sottile, si avverte una leggera mancanza di sostegno in quanto il disegno della pianta e’ largo. Grazie alla particolare linguetta, che partendo dall’intersuola avvolge tutto il piede, la calzata comunque E’ confortevole e precisa. La chiusura E’ comoda nonostante la linguetta sia molto leggera. Discreto l’ammortizzamento sull’avanpiede, meglio a livello del tallone. Non si sentono molto i sassi sotto la suola. Ideale per trail medi o allenamenti medio/lunghi. Peso dichiarato: 309 g

BBBB

4

comfort

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3

design

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4

adattabilità al terreno

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assorbimento urti

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Grip

stabilità

chiusura traspirabilità

FIELD TRIAL

BY Andrea Pizzi

Percorso: Fiè allo Sciliar Malga Sessel Sviluppo: 8,6 km D+: 1060 mt D-: 1060 mt Descrizione salita: prima parte asfalto, sentiero e strada bianca nella parte centrale, sentiero tecnico e molto ripido negli ultimi 400 mt di dislivello. Fondo roccioso e bagnato nell’ultima parte Descrizione discesa: prima parte sul sentiero “Dei Ponticelli” molto bagnato e tecnico. Poi sentiero, strada bianca e finale su asfalto Tempo di salita: 1h28’ Tempo di discesa: 42’


PATAGONIA TSALI STORM

FIELD TRIAL

BY Davide Orlandi

Percorso: Fiè allo Sciliar Malga Sessel Sviluppo: 8,6 km D+: 1060 mt D-: 1060 mt Descrizione salita: prima parte asfalto, sentiero e strada bianca nella parte centrale, sentiero tecnico e molto ripido negli ultimi 400 mt di dislivello. Fondo roccioso e bagnato nell’ultima parte Descrizione discesa: prima parte sul sentiero “Dei Ponticelli” molto bagnato e tecnico. Poi sentiero, strada bianca e finale su asfalto Tempo di salita: 1h28’ Tempo di discesa: 42’

75 Marchio storico, prodotto nuovo. Prima spontanea riflessione “nell’assaggiarlo”: solidità e durata nel tempo. Insomma novità per queste calzature che hanno destinii solitamente più brevi. Patagonia si presenta infatti con tessuti robusti, quasi da trekking per questo modello dal grip più che soddisfacente e dal look sobrio. Scarpa rigida e non molto ammortizzata, non perfetta per gare e velocità ma magnifica per corse “plaisir” dove l’ambiente ed il piacere della corsa fine a se stessa sono gli obiettivi. peso non dichiarato

BBB

3

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BBB

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adattabilità al terreno

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chiusura

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traspirabilità

BBBB

4

Grip comfort design stabilità


SALOMON XT WINGS S LAB4

Tutti abbiamo iniziato a correre in montagna lungo i sentieri con le Salomon ai piedi. Sono anni che macinano chilometri e continuano a stupire e migliorarsi.

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Alla Vista: look aggressivo e colori forti non lasciano dubbi sull’uso che bisogna farne ed eccoci quindi ad affrontare salite tecniche e ripide e discese a capofitto. La scarpa risponde ogni volta che ne hai bisogno. Lasci correre le gambe senza pensieri perche’ sai che lei c’è e che tiene, che è stabile, che si torce ma ti lascia il piede in asse, che aderisce al terreno quanto basta e ti accompagna a casa senza errori. E’ la scarpa perfetta per brevi e medie distanze, “solo” buona per le lunghe; infatti se il tallone è ben ammortizzato non si può dire lo stesso per l’avampiede che subisce i contraccolpi del terreno un po’ troppo (solo alla lunga!!).....insomma abbiamo trovato il pelo nell’uovo!! NB attenzione ai numeri sono leggermente cambiati rispetto agli altri modelli, provare, provare e provare ed inevitabilemente acquistare.

BBBBB

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comfort

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design

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adattabilità al terreno

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Grip

assorbimento urti chiusura traspirabilità

FIELD TRIAL

BY Davide Orlandi

Percorso: Da Compatsch Alpe di Siusi mt 1825 al rifugio Alpe di Tires, via Panorama e Forcella di Tires Sviluppo: 5,7 km D+: 700 mt D-: 700 mt Descrizione salita: Inizialmente su asfalto, poi sentiero su prato con fondo facile e poco pendente che invita alla corsa veloce. Verso la forcella zig zag piu’ ripido e tecnico e con fondo di ghiaia e roccia. descrizione discesa: prima parte ripida , molto veloce e divertente. Plaisir per tutto il resto dato anche dal favoloso panorama Tempo di salita: 48’ Tempo di discesa: 25’


SALOMON S-LABFEELCROSS

FIELD TRIAL

BY Andrea Pizzi

Percorso: Trail delle Terre di Mezzo, Daverio (Va) Sviluppo: 14 km D+: 400 mt D-: 400 mt Descrizione percorso: un susseguirsi di prati e boschi lungo le Prealpi varesine, un continuo saliscendi con pochissimi tratti asfaltati. Fondo sfortunatamente molto asciutto e sabbioso. Tempo di percorrenza: 1h18’

Purtroppo durante il periodo dei nostri test, complice la mancanza assoluta di pioggia, non abbiamo mai trovato le condizioni migliori per provare queste Salomon. Volevamo il fango, quello per cui sono state studiate queste scarpe. Ci siamo dovuti accontentare evitando i percorsi di montagna preferendo invece prati e boschi in veste autunnale. Abbiamo trovato in queste S-Labfeelcross delle ottime compagne di viaggio: molto stabili e avvolgenti sui piedi e con un grip davvero impressionante, soprattutto in discesa quando si può “mollare” davvero in completa sicurezza. Rispetto alle Xt Wings abbiamo notato un minor assorbimento degli urti, specie a livello dell’avanpiede; ma d’altra parte sono state studiate per terreni morbidi e quindi ci può stare. Il disegno dei tacchetti, molto aperto, è formidabile con il fango ma se si corre sui sassi si avvertono molto le asperità sotto la pianta del piede. Ma come già detto non sono pensate per sassi e terreni duri.

BBBBB

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design

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stabilità

BBBBB

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chiusura

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Grip comfort

adattabilità al terreno assorbimento urti

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SAUCONY XODUS 2.0

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FIELD TRIAL

Percorso: Fiè allo Sciliar Malga Sessel Sviluppo: 8,6 km D+: 1060 mt D-: 1060 mt Descrizione salita: prima parte asfalto, sentiero e strada bianca nella parte centrale, sentiero tecnico e molto ripido negli ultimi 400 mt di dislivello. Fondo roccioso e bagnato nell’ultima parte Descrizione discesa: prima parte sul sentiero “Dei Ponticelli” molto bagnato e tecnico. Poi sentiero, strada bianca e finale su asfalto Tempo di salita: 1h28’ Tempo di discesa: 42’

Dalla strada al trail il passo lungo, ma da una casa che ha un DNA tecnico importante ci si aspetta tanto. Saucony non delude. La suola concepita da Vibram E’ aggressiva e performant. con la sua linea affusolata, la scarpa, da subito l’idea di sicurezza e velocità. La calzata è ottima. Da migliorare il peso e la rigidità che la rendono poco versatile e difficile da gestire sulle lunghe distanze. Qualche passo in avanti anche con la traspirabilità aiuterebbe (anche a perdere qualche grammo). In ultimo il look: rimasto sul traguardo (seppur sempre vincente) di qualche maratona cittadina, ma un po’ poco “da rifugio” di montagna. Aggerssiva!! Peso dichiarato: 337 g

Grip

BBBB

4

comfort

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3

adattabilità al terreno

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assorbimento urti

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design

chiusura traspirabilità

BY Davide Orlandi


SCOTT eRIDE GRIP IM

La caratteristica che colpisce di più in assoluto è l’ottimo effetto ammortizzante dovuto al particolare materiale della suola, lo si apprezza moltissimo durante la discesa. Ottimo anche il grip e la stabilità del piede sia per la salita che per la fase discendente, ci si sente sempre sicuri. La calzata è avvolgente, la linguetta sottilissima e la posizione delle asole per i lacci molto alta sul collo del piede, se si stringono troppo possono dare fastidio. Traspirabilità nella media, anche se provate in una giornata molto calda. Peso: non dichiarato

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comfort

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3

design

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adattabilità al terreno

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3

Grip

assorbimento urti chiusura traspirabilità

FIELD TRIAL

BY Roberto Terazzi

Percorso: Monte Resegone dal parcheggio della Funivia dei Piani d’Erna (Lecco) Sviluppo: 9 km D+: 1266 mt D-: 1266 mt Descrizione salita: Dopo una breve discesa per collegarsi al sentiero si risale subito decisi su roccia, radici e scalinato fino a poco dopo l’attacco del canalone Comera dove deviando a sinistra decisi verso la cima si percorrono 350 metri di dislivello su sentiero ripidissimo, instabile e molto tecnico. Giunti in cresta la si scavalca proseguendo sul canalone principale, roccioso, ripido e tecnico fino al Rifugio Azzoni e quindi in vetta. Descrizione discesa: Canaloni, creste e ripidi pendii franosi, instabili e tecnici per i primi 600 metri di dislivello, poi rientrati nel bosco si riesce a correre con piu’facilita’ ma con attenzione per il fondo sconnesso del sentiero. Tempo di salita: 1h33’ Tempo di discesa: 40’

79


SCOTT eRIDE ICE RUNNER

80

La particolare forma dell’intersuola, con il tallone leggermente rialzato, fin da subito fornisce una sensazione di comodità e la rullata del piede risulta naturale e agevolata. Questa Scott E’ studiata per le condizioni invernali: il materiale della suola rende al meglio con freddo e pioggia, la copertura superiore aiuta a tenere il piede caldo e asciutto. Noi però l’abbiamo provata al caldo riscontrando una discreta traspirabilità. Buono il grip. Molto confortevole anche se la copertura superiore può dare un senso di costrizione a chi ha il collo del piede alto. Buono il supporto e l’ammortizzazione. E’ una scarpa da trail che però permette un’ottima corsa anche su strada. Peso: non dichiarato

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5

design

BBB

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stabilità

BBB

3

adattabilità al terreno

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4

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chiusura

BBB

3

traspirabilità

BBB

3

Grip comfort

FIELD TRIAL

BY Andrea Pizzi

Percorso: Percorso: Chamues Chamues –– Chamues Chamues ad ad anello anello via via Val Val Chamuera, Val Pruna, Fuorcla Muragl, Muottas Chamuera, Val Pruna, Fuorcla Muragl, Muottas Muragl, Muragl, Bever. Bever. Engadina Engadina (Svi) (Svi) Sviluppo: 30,6 Sviluppo: 30,6 D+: D+: 1300 1300 mt mt D-: 1300 D-: 1300 mt mt Descrizione Descrizione percorso: percorso: Dal Dal paese paese di di Chamues Chamues si si imbocca la lunga e ripida strada bianca imbocca la lunga e ripida strada bianca che che senza senza difficoltà difficoltà tecniche tecniche porta porta fino fino a a Serlas Serlas ee da lì continua per la magnifica Val da lì continua per la magnifica Val Pruna. Pruna. A A quota quota 2300 2300 si si attraversa attraversa il il torrente torrente ee si si risale risale ripidi ripidi prima prima per per prati prati poi poi su su rocce rocce instabili instabili fino fino a a Fuorcla Muragl, 2891 mt. Fuorcla Muragl, 2891 mt. Discesa Discesa ripidissima ripidissima ee molto molto tecnica tecnica per per rocce rocce ee nevai fino a Lej Muragl. Breve e ripida rimonta nevai fino a Lej Muragl. Breve e ripida rimonta di di 100 100 mt di dislivello per poi correre su fondo facile mt di dislivello per poi correre su fondo facile ee scorrevole scorrevole fino fino a a Bever Bever in in fondo fondo valle. valle. Da Da qui qui strastrada sterrata pianeggiante rientrando a Chamues da sterrata pianeggiante rientrando a Chamues Tempo Tempo totale: totale: 5h40’ 5h40’


TECNICA DIABLO

FIELD TRIAL

BY Davide Orlandi

Percorso: Da Paraggi a Paraggi, percorso ad anello. Cinque Terre Sviluppo: 15 km D+:1300 mt D-: 1300 mt Descrizione percorso: dalla spiaggia si sale su ciottolato spesso ripido, ma regolare, per circa 4 km, si continua su strada bianca fino al Monte di Portofino e Portofino Vetta. Discesa per boschi ripida e tecnica fino a S. Rocco di Camogli. Salita panoramica a mezza costa, facile, su fondo di ghiaia e terriccio fino a Base Zero. Da qui discesa tecnica, ripida e molto bagnata fino alla spiaggia di S. Fruttuoso. Ultima salita su terreno instabile fino a Pietre Strette per poi ripercorrere in discesa una strada bianca veloce fino a Paraggi Tempo totale: 2h10’

81 uscita marittima per le Diablo, su uno dei percorsi più panoramici e suggestivi del mondo: il promontorio di Portofino (teatro di uno splendido trail novembrino). Il percorso è vario, umido, tecnico, ripido e pieno di salsedine in vari punti. La scarpa ha subito un test senza dubbio probante, rispondendo bene per quanto riguarda l’ammortizzazione e la resa in velocità, nonostante le dimensioni. Migliore il Grip rispetto alle Inferno, peggiore invece la calzata che non da una sensazione di sicurezza su terreno tecnico. Ottima la scelta di colori e valido il design che seguendo il profilo della suola fa capire subito per cosa sono state concepite : gareggiare!

BBB

3

comfort

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4

design

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4

stabilità

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3

adattabilità al terreno

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3

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3

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4

Grip

assorbimento urti chiusura traspirabilità


TECNICA INFERNO

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FIELD TRIAL

Percorso: Da Forte dei Marmi a Pania della Croce 1858, passando per il Passo Croce Sviluppo: 75 km totali di cui 47 in bicicletta e 28 di corsa D+: 2466 mt totali di cui 1100 in bici e i restanti a piedi D-: 2466 mt totali di cui 1100 in bici e i restanti a piedi Descrizione salita: sentiero con fondo facile e regolare, successivamente ripido, abbastanza tecnico e roccioso fino alla cima. Descrizione discesa: Discesa tecnica nella prima parte e piu’ veloce nel finale Tempo di salita: 2h20’ di bici, 3h15’ a piedi Tempo di discesa: 2h a piedi, 1h5’ di bici

Uscita impegnativa ed alternativa per testare le Inferno: MTB + Trail fino ad una delle cime più belle delle Apuane. Tanti chilometri per apprezzare leggerezza, ammortizzazione, calzata avvolgente e stabile, di una delle novità del mercato. Gruppo Tecnica si affaccia in uno scenario nuovo, portando subito nuova brezza. Preservare le artcolazioni con l’abbondante strato che separa dal terreno il piede, senza perdere nulla in velocità d’azione. Questo l’obiettivo raggiunto da questo modello che pecca un po’ di precisione (non si può avere tutto!!). Migliorabile il grip su bagnato. NB la particolare conformazione della suola ad arco invita alla corsa veloce : “se ne hai le godi ancora di più”

BBB

3

BBBBB

5

design

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4

stabilità

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4

adattabilità al terreno

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4

assorbimento urti

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4

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5

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4

Grip comfort

chiusura traspirabilità

BY Davide Orlandi


THE NORTH FACE DOUBLE TRACK GTX XCR

La Double Track E’ una scarpa che si dimostra subito più adatta a lunghe marce piuttosto che alla corsa: peso e struttura la rendono molto protettiva, anche dall’acqua grazie alla membrana in Gore Tex Xcr. Confortevole nella camminata e abbastanza rigida. Il grip in salita non si è dimostrato eccellente, molto meglio in discesa. Se si decide di correre si trova una scarpa con un buon assorbimento degli urti ma poco elastica nell’assecondare la rullata del piede, piuttosto rigida e di conseguenza poco performante. Questa North Face è consigliata per passaggiate, anche a buon ritmo, allenamenti lunghi invernali e avvicinamenti in montagna. Peso dichiarato: 340 g

Grip

BBB

3

comfort

BBB

3

design

BBB

3

BBBB

4

BBB

3

BBBB

4

chiusura

BBB

3

traspirabilità

BBB

3

stabilità adattabilità al terreno assorbimento urti

FIELD TRIAL

BY Andrea Pizzi

Percorso: Da Compatsch Alpe di Siusi mt 1825 al rifugio Alpe di Tires, via Panorama e Forcella di Tires Sviluppo: 5,7 km D+: 700 mt D-: 700 mt Descrizione salita: Inizialmente su asfalto, poi sentiero su prato con fondo facile e poco pendente che invita alla corsa veloce. Verso la forcella zig zag piu’ ripido non tecnico e con fondo di ghiaia e roccia. Descrizione discesa: Stesso itinerario percorso all’andata. Disceca piacevole e veloce, e tecnica nella prima parte. poi vero plaisir. Tempo di salita: 48’ Tempo di discesa: 25’

83


>

senza danni

Correre a lungo

Durante una gara, un allenamento o più semplicemente una lunga

un aumento della temperatura che induce rilassamento muscolare,

escursione il numero degli appoggi a terra dei nostri piedi sono

aumenta la vasodilatazione e il flusso sanguigno con conseguente

tantissimi. Ogni contatto con il terreno rappresenta un urto che

miglior apporto di ossigeno e sostanze nutritive.

inevitabilmente, attraverso le strutture moscolo-tendinee e ossee, si trasferisce come un’onda a tutto il corpo.

In una gara come il Tor des Geants l’infiammazione muscolare e tendinea è un problema in cui si incorre con grande facilità, evitarlo può

84

Immaginate correre i 330 km del Tor des Geants, con i suoi 24.000 metri

siginificare la differenza tra un ritiro e il poter terminare l’intero percorso.

di dislivello, quasi interamente sterrati: la stanchezza si accumula, sonno

Il nostro Roberto Terazzi ha concluso il suo Tor, alla prima partecipazione,

e recupero diventano un lusso, si corre, si cammina e i dolori a piedi,

in poco più di 126 ore: la stanchezza fisica e le pochissime ore di

gambe e schiena diventano compagni di viaggio con cui convivere.

sonno sono stati i suoi compagni di viaggio. Durante l’intero percorso

Durante questa nostra esperienza abbiamo avuto l’opportunità di testare

Roberto ha utilizzato la soletta Noene all’interno della calzatura da

sotto i nostri piedi le nuove solette Noene con tecnologia Nexus. Per chi

corsa, grazie al ridotto spessore non ha inciso sulla calzata: «per me

non conoscesse il materiale si tratta di un elastomero in grado di neutra-

è stata una prima volta, non ho mai utilizzato questo tipo di solette

lizzare, anche con solo 1 mm di spessore, il 98% delle onde d’urto che

anche se ne avevo già sentito parlare», racconta Roberto,

provengono dall’appoggio del piede a terra. Tutto ciò si tramuta

«solitamente non utilizzo mai un nuovo prodotto in gara ma il timore

ovviamente in un maggior comfort ma soprattutto in una forte riduzione dei

di incorrere in dolori o infortuni mi ha convinto. Oltre a ciò il ridotto

microtraumi che inevitabilmente, specie in corse così lunghe, si traducono

spessore della soletta non cambiava la calzata nella scarpa.

in infiammazioni osteo articolari, tendiniti e persino fratture da fatica.

Devo dire che durante il percorso ho avvertito spesso stanchezza muscolare, nulla può evitare tutto ciò, niente a cui non si possa

La nuova soletta Optimum Footpad è arricchita dalla fibra Nexus

rimediare con un po’ di riposo. Però non ho mai accusato fastidi e

Es, un filato contenente micro polveri metalliche che produce una

indolenzimenti ai piedi o ai tendini; anche la schiena, punto debole

naturale e costante emissione infrarossa. Questa benifica radiazione,

spesso per molti atleti, non mi ha mai creato problemi, nemmeno durante

da sempre utilizzata a scopo terapeutico, è in grado di determinare

i giorni successivi alla gara, quando solitamente vengono fuori i dolori».


Sono Mr Rubber e risolvo problemi Dritto al cuore della scarpa

Nino Flenda

Chi sei e nome della tua azienda:

Qual’è il migliore nel rapporto costi benefici?

Mi chiamo Nino Flenda e sono il Ceo della Rubber&Plastic Foams,

Nei rispettivi campi d’impiego – suola, intersuola e sottopiede ana-

affiliata italiana della Rubber and Plastics Corporate Usa. La nostra

tomico - i polimeri sopra citati detengono un positivo rapporto costo/

compagnia è leader nel settore dei semilavorati in schiume espanse

beneficio.

reticolate a celle chiuse e gomma espansa cellulare. Si presentano sot-

Quanto incide la presenza o meno di questi/o materiali sul costo del

toforma di rotoli e lastre, realizzati in differenti polimeri di base come

prodotto finito?

Xlpe-Eva Copolymer, Epdm e Cr, usati nel settore della calzatura.

Indubbiamente è una componente di costo molto importante.

Quali sono le parti che compongono una suola di una scarpa da

Il materiale viene sempre usato nella giusta quantità dalle aziende?

running o trail running moderna?

Assolutamente si poichè è parte integrante dell’attivita di produzione,

Una suola da running moderna è composta da: suola in poliuretano

stiamo parlando sempre di materia prima.

(Vibram per esempio), intersuola in eva, tomaia in sintetico (Fabrics),

Fa davvero la differenza usare o meno questi materiali?

sottopiede anatomico in Xlpe/Foam - Eva Copolymer e materiali anti-

Certamente perchè una scelta sbagliata di uno di questi componen-

shock come il nostro prodotto Extrastop, la cui caratteristica è quella di

ti può generare problemi tecnici del manufatto sopratutto a livello di

assorbire gli urti al 98 % di valore dissipato

prestazione tecnica. Utilizzare una densità di materiali non idonea per

Quali sono i materiali più utilizzati oggi per la intersuola?

l’applicazione del sottopiede anatomico può determinare dei problemi

Copolimero di Eva espanso o gomme sintetiche

tecnici legati al livello di resistenza sia alla lacerazione che alla com-

Tutti li usano, ma nel modo giusto? O solo per seguire la tendenza?

pressione, oltre che flessione a cui il sottopiede sarà sottoposto duran-

I produttori di scarpe da running utilizzano questi materiali in modo

te la corsa. Sorprese per il futuro? (materiali nuovi e nuovi impieghi)

tutto sommato corretto. Potrei però dire che pur essendoci un’ampia

Il campo dei semilavorati espansi è molto vasto, la ricerca e lo svilup-

offerta di validi materiali non sempre i produttori scelgono materiali

po legati a questi materiali sono in continuo movimento, i rumors di

“corretti”, questo dipendente dal livello dei prezzi dei semilavorati oltre

mercato dicono che a breve ci sarà qualche cosa di nuovo.

che dai costi di produzione che determinano il grado di competitività

Aspettiamo e vediamo.

dell’impresa. Quale di questi materiali è il migliore rispetto alla sua funzione?

Nino Flenda

Indubbiamente il Poliuretano, il Polietilene e l’Etilene vinile acetato garan-

Ceo at rubber&plastic foams

tiscono un alto livello qualitativo e di garanzia per i manufatti in oggetto.

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PANTALONI ERGONOMICI DA CORSA 3/4 E LUNGHI BY 48.10

48.10 VESTE L’ITALIA. I materiali più evoluti e performanti, modellati per chi la montagna la divora correndo, danno vita ai capi della collezione TRAIL RUNNING di 48.10; il marchio specializzato in abbigliamento per la montagna e già apprezzato da tutti gli atleti del Tor des Géants, sarà, a partire da oggi, anche il fornitore della squadra Nazionale di Sky Running, giovane disciplina sportiva sempre più popolare. I migliori atleti italiani infatti indosseranno durante le gare (gara d’esordio il 04/11/11 a Valencia in Spagna) i capi studiati appositamente per esaltare al massimo le loro prestazioni, grazie alla combinazione di tessuti altamente tecnologici.


lat. N 46°3’19,95’’ long E 10°0’28,83’’ h 1892 D+ 1000 mt “a cura del Soulrunning Team”

Un’estate che non vuole finire, un amico, attrezzatura nel borsone (quello del Tor che ormai è un optional del mio sporchissimo 4X4), una veloce scorsa in internet la sera prima per vedere dove dirigersi. la scelta non è mai facile, i parametri sono cambiati da due anni fa quando non ero ancora padre, infatti per non perdersi neanche un attimo per stare con Giacomo ottimizzo tutto, ho persino creato una tabella: Raggiungibilità 1h30’ max (compresa previsione traffico) - Dislivello max 1500 mt - Sviluppo max 12 km Indice di gradimento (ovviamente mio personale) che si divide in due: voglia di esplorazione o attacco nostalgico per luoghi d’elezioni dei miei pellegrinaggi montani del passato. La mia odiata e amata Milano da questo punto di vista aiuta, in un raggio di un’ora d’auto trovi PIUMINO A GILET 48.10

tutto quello che cerchi, anche verso sud! La scelta questa volta è caduta sul Rifugio Coca, me ne ha parlato il Poletti che ha organizzato una gara di vertical kilometer, proprio quest’anno. Tra l’altro da testare ci sono oggi i capi da trail running di 48.10, andiamo quindi a provarli a casa loro nella “bergamaschissima” Valle Seriana. Sentiero perfetto per un vertical, da subito fa capire che oggi si allena la fase cardio! si sale e si scende sempre su ripido e tecnico, il sentiero non molla mai! E se la voglia d’estate non finisce in bassa valle a Valbondione dove ci sono sole e 22°, in quota le cime reclamano la giusta stagione e in un’ora di corsa ci ritroviamo sottozero con vento forte e nevischio. Beh! così i capi d’abbigliamento li testiamo tutti! Corriamo infatti con ciclisti io e lunghi Robi ed entrambi ci troviamo molto bene per la morbidezza del tessuto e, nel caso di quelli lunghi, un’inserto di tessuto nell’incavo del ginocchio che rende davvero aderente e comodo il pantalone. Maglie tecniche di buon livello. Ottimi i piumini fatti a gilet, aderenti ed esteticamente magnifici. Efficaci (credetemi era il primo vento freddo della stagione) le giacche anti vento. E poi impariamo dai francesi che giudicano anche i vini in base al rapporto qualità prezzo, infatti l’azienda bergamasca mantiene questo coefficiente ad un livello davvero ottimale rendendo molto appetibile il prodotto. Bravi! Devo un saluto all’accogliente Rifugio Coca ed al suo gestore Fabrizio, simpatico, giovane e pieno di iniziative, ci invita anche a fare una serata da loro in primavera per raccontare un po’ di esperienze. Non macheremo! Dimenticavo: nella mia personalissima scala di valutazione ecco i voti del Coca. Lo so che siamo in tanti con il più bel problema del mondo e magari vi sarà utile : Raggiungibilità 1h30’ - Dislivello 1000 mt - Sviluppo 3km - Indice di gradimento 8 Cari mamme e papà runner a pranzo sarete già a casa, doccia e giochi con il vostro campione per tutto il pomeriggio.

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E SEI SEMPRE IN PISTA, COME DA PROGRAMMA.

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SUUNTO QUEST L’aria aperta è la tua palestra. Che tu ti stia allenando per una gara o semplicemente per diletto,hai bisogno di un orologio su cui puoi contare. Con il Suunto Quest, puoi personalizzare e scaricare i tuoi programmi di allenamento. Monitorizza la tua velocità, frequenza cardiaca, distanza, cadenza della corsa e giri in tempo reale. E condividi, pianifica e analizza i tuoi risultati su movescount.com. il tutto concentrato in un orologio dal design robusto che puoi indossare ogni giorno. La tua vita all’aria aperta sarà sempre in pista. Vieni a conoscere la Trail Running Community su www.movescount.com


Attrezzatura – Salomon

Salomon – Maglia e pantaloni Exo Slab Studiati in collaborazione con gli atleti del team Salomon la maglia e il pantalone Exo sono pensati per fornire un sostegno alla muscolatura durante l’attività, migliorando così la circolazione sanguigna e la postura. La maglia è realizzata in tessuto Exo Sensifit Stability in grado di sostenere la muscolatura e aiutare la respirazione sotto sforzo. Confortevole anche grazie alla cuciture piatte e al materiale Softshell. Ideale l’abbinamento con il pantalone realizzato in materiale Exo Sensifit Motion che durante la corsa facilita il lavoro muscolare e attiva la circolazione. Ideali anche per il recupero dopo lo sforzo. Gli inserti riflettenti rendono visibili anche in condizioni di scarsa luminosità. www.salomon.com

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Frequenza cardiaca, altitudine e calorie consumate in tempo reale. Ma la caratteristica più interessante di questo Suunto è la misurazione dell’Epoc (consumo di ossigeno post esercizio): fornisce un’indicazione del recupero post esercizio e dell’effetto reale dell’allenamento sulla nostra forma fisica.

Suunto – Orologio t6d

La fascia cardio Dual comfort bell è inclusa. Opzionale il sensore per avere i dati in

tempo reale relativi a velocità e distanza. Sulla piattaforma Movescount.com è possibile visualizzare, analizzare e archiviare tutte le informazioni relative agli allenamenti. www.suunto.com – www.movescount.com

Dynafit – Zaino X4 Performance Con questo prodotto Dynafit reinventa lo zaino da trail running con un prodotto estremamente tecnico e funzionale con 12 litri di capienza e soli 340 grammi di peso. Si trasforma rapidamente in marsupio con la parte superiore che scompare in una tasca, la sua forma ergonomica lo fa aderire alla schiena per il massimo comfort. Con due protaborraccia, di cui uno romovibile sullo spallaccio, e la predisposizione per la sacca idrica facilita il trasposto dei liquidi fondamentali per l’idratazione durante lo sforzo, anche durante le competizioni o gli allenamenti più lunghi. www.dynafit.it


Attrezzature Buff – Headband In doppio strato di Coolmax ExtremePerformance la bandana Buff trasferisce

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Suunto Buff Dynafit Salice

rapidamente il sudore dalla fronte offrendo una grande traspirabilità. Molto utile durante l’attività sportiva non solo per il sudore ma anche per proteggere dal vento e dai raggi Uv (protezione del 95%). La fibra con cui è realizzata offre dei tempi di asciugatura molto ridotti rispetto alla microfibra tradizionale www.buff.eu

Agisko Energy Gel è un gel energetico a base di una particolare miscela (AGISKO FUEL) di carboidrati e MCT (Trigliceridi a Catena Media). L a sua particolare ed esclusiva composizione è stata realizzata per un unico scopo: essere il migliore integratore energetico sul mercato e contribuire a migliorare le prestazioni di chi lo utilizza. Agisk Agisko Energy Gel contiene (Agisko Fuel), una miscela di carboidrati di alta qualità e di diverso tipo che non provoca variazioni delle curva glicemica e quindi non induce l’effetto di fatica “apparente”.

Grazie alla sua composizione Agisko Gel permette una durata dell'apporto energetico circa doppia rispetto a quella offerta dai prodotti concorrenti. AGISKO ENERGY GEL è il gel energetico con il miglior rapporto peso/calorie: 128Kcal con solo 37gr. di peso. Molti Atleti di livello hanno scelto Agisko Energy Gel: Giuliano Cavallo (Nazionale Italiana Ultra Trail): "Ho scelto Agisko Energy Gel perchè è l'unico in grado di fornirmi tutta l'energia di cui ho bisogno nelle mie imprese. Durante un Ultra Trail assumo un

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gel ogni ora, alternandolo ad una barretta Spirubar".

Nel nuovo modello 004 di Salice il disegno del telaio e della lente sono studiati per assicurare una calzata stabile anche quando si corre. I terminali e il nasello in gomma antiscivolo e il sistema di ventilazione garantiscono il comfort necessario per potersi concentrare solo sulla corsa. La grafica tricolore indica l’orgoglio dell’azienda comasca di realizzare questo prodotto interamente in Italia. Lo 004 è disponibile con lenti specchiate Raimbow, fotocromatiche Chromolex in tre colori o polarizzate Polar Flex, le più adatte per la corsa in montagna. La confezione comprende un paio di lenti intercambiabili trasparenti e un panno in microfibra. www.saliceocchiali.it

E' stato testato ed utilizzato con successo in condizioni estreme. Ben pochi altri prodotti hanno superato dei test così difficili.

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IMPORTATORE: DLS srl - Paderno Dugnano (MI) Tel +39 02 910 84 559 - info@noeneinitalia.com


Soul Running S.P.M. Publishing srl Via Conservatorio 30, 20122, Milano Direttore Editoriale Richard Felderer richard@soulrunning.it Direttore Responsabile Marcella Magliucci marcella@soulrunning.it Art director Chiara Fabbri art@chiarafabbri.com Redazione Davide Orlandi davide@soulrunning.it Andrea Pizzi andrea@soulrunning.it Valentina Flenda velentina@soulrunning.it Hanno collaborato Roberto Terazzi, Pietro Trabucchi, Nino Flenda, Andrea Gallo, Anne Marie Gross, Ulrich Gross, Stevie Haston, Betta Gobbi, Gioacchino Gobbi, Alessandra Nicoletti, GIANNI SAVOIA. Fotografi Richard Felderer, Mauro Talamonti, Mauro Cottone, Peppe D’Urso, Lorenzo Belfrond

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COLOPHON

Foto di copertina Fotografo: Monica Dalmasso soggetto: Kilian Jornet Burgada Concessionaria di Pubblicità Overlook Media srl Via Lentasio 7, 20122, Milano Tel. +39 (0)2 92887150 - Fax. +39 (0)2 92887169 Stampato in Italia da Graficasette Srl www.graficasette.it Distribuzione per L’Italia: Pieroni Distribuzione srl Viale Vittorio Veneto 28 – 20124 Milano Tel. 02 632461

When: 15 marzo 2012 What: il primo, l’unico e vero Running Trade Mag Who: un tester team composto da 10 runners, uomini, donne, professionisti e non Where: in tutti i migliori negozi di running e di montagna 27 produttori Oltre 50 paia di scarpe testate davvero! Terreno di gioco: gli sterrati dell’Arco alpino Stay Tuned!

PERIODICITA’ TRIMESTRALE NUMERO 1 - NOVEMBRE 2011 530 25 OTTOBRE 2011


Alpstation Milano S.r.l. Via Mantova, 21 20135 Milano Tel. 02 54122800 Fax. 02 55199187 milano@alpstation.it http://alpstationmilano.com Orari di apertura: LunedĂŹ dalle 15.00 alle 19.30 dal MartedĂŹ al Sabato orario continuato dalle 10.00 alle 19.30


SEMBRA CHE STIATE CORRENDO. SENTITE CHE STATE VOLANDO. Un sistema avanzato per raggiungere nuovi livelli di prestazione. La collezione The North FaceÂŽ Performance elimina qualsiasi distrazione provocata dal fastidio del calore e del sudore cosĂŹ siete sempre freschi, asciutti e concentrati sulla corsa.

http://eu.thenorthface.com/tnf-eu-en/running-page Hal Koerner - Tracy Garneau, Patagonia, Argentina. Photo: Tim Kemple


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