Soul Running #13 - Luglio 2014

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NUMERO 13 - LUGLIO 2014 - Euro 5.00

Soul

RUNNING

THE SOUL EXPERIENCE Mont Avic: discover it!! Via Francigena Toscana by run Alpe di Siusi Running Expo III Edizione Sibillini International Running Matteo Renda – Fuori dal Tempo




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Quando uomo e natura si mettono d’accordo: la suggestione del “mar giallo” nell’anfiteatro dei Monti Sibillini. Dove: Pian Grande, Castelluccio, Umbria, Italy Click: Andrea Valsecchi

PORTFOLIO

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PORTFOLIO

Sibila e fischia. Forte. Fende il legno antico del trabucco sbiancato dal sale. Spinge, frena, muove e blocca il corridore, a Vieste il re è il vento. Accetta la sfida e perdila con onore. Dove: Vieste, Gargano, Puglia, Italy Click: Davide Orlandi


PORTFOLIO 8


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Corri. Salta. Arrampicati. Ora siediti, respira. Senti l’energia della linea che attraversa l’Europa e buca l’Italia, proprio in quel punto. Dove: Monte Saraceno, Gargano, Puglia, Italy Click: Augusto Mia Battaglia


editoriale

Il mio Tempo Il tempo di tutti si insinua, spesso angosciante, nel mio tempo personale. Il tempo della società civile occhieggia conturbante, fingendo, bene, di essere affascinante. Alza nel cielo, ovunque, il suo canto come le sirene. Tenta come il diavolo. Il mio orologio è, però, scaltro. Ha imparato a far finta di nulla, a distaccarsi senza che gli altri se ne accorgano e sposta il suo raggio d’azione dove più gli piace. Si mimetizza. Io combatto, pur non volendo e perdo piacevolmente la lotta con lui. Mi lascio sconfiggere. Volo via. Lui non fa il doppio gioco. È un alleato fedele, leale. Un amico prezioso, ne sono consapevole, ma lo 10

tradisco spesso, sempre più spesso e mi faccio cullare dal sogno artefatto della comunità. Ma c’è il giorno che il mio cuore, tum tum tum tum entra in risonanza con il mio orologio, tic tac tic tac e allora il mio tempo detta legge, si espande, mi dona illusorie certezze e tanto basta per non smettere mai di aver tempo per i miei sogni. Sogni di bambino a occhi semichiusi dal sole in faccia quando corro nel caldo del sud, sogni di uomo quando corro con gli occhi spalancati e attenti che cercano riferimenti nel buio delle sere di inverno meneghine. Sogni che corrono con me, che mi danno il tempo di vivere, di respirare. Tempo che mi è amico e nemico. Fratello che mi uccide. Avversario che mi stima. Il tempo di raccogliere è arrivato. Il tempo di correre con l’anima, il tempo di Soul Running.

Davide Orlandi

tratto, is d e r o n è un sig me. Il tempo è he dor c o De Andr in b io m iz r a b b a n F u


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SOMMARIO

RUBRICHE

SOUL EXPERIENCES

14 Run for free - Cento sfumature di running 16 Behind the scene - Professione volontario

18 Mont Avic - Riflessi d’alta quota

SPECIAL

EXTRA

26 Via Francigena - The Tuscany Highway 46 Matteo Renda - Fuori dal tempo 52 Intervista doppia - Bernard vs Martin

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Alpe di Siusi Running Expo 2014 Sibillini international I test di Soul Running Soul Shops


NO S H O R TC U T S

Non è il tipo di percorso. Non è il tempo e neppure le tue gambe; i tuoi polmoni o il tuo cuore. Ciò che ti spinge ad andare avanti è la sensazione che il prossimo passo sarà quello decisivo. E’ la sensazione che indipendentemente dalle salite; dalle discese; dalle cadute ciò che conta è una sola cosa: correre senza compromessi

SCOTT-SPORTS.COM © SCOTT SPORTS SA 2014

| Photo: Daniel Geiger

SCOTT ITALIA SRL Tel. +39 035 756000 - infosport@scott-sports.it


RUN FOR FREE

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Cento sfumature di running

di Andrea Pizzi

“Certo che sei proprio fortunato a lavorare nel mondo del running!”.

soli, quelli che devono avere la musica per trovare il ritmo e altri che

Ce lo sentiamo dire sempre più spesso, devo ancora capire se è vero

se non sentono il rumore dei piedi gli gira la testa... Altri ancora a cui

o meno... come tutti i lavori ha i suoi lati positivi e quelli negativi.

non interessa “incasellare” il loro modo di fare running: strada, trail,

Indubbiamente l’opportunità ogni tanto di correre “per lavoro” è una

neve... gare... l’importante è muoversi.

gran fortuna, innegabile. In ogni caso posso tranquillamente affermare che negli ultimi anni ho avuto l’opportunità di conoscere questo

Altra aspetto di questo sport è il viaggiare: ci sono i runner “local”,

sport sotto tutti i punti di vista. E davvero non immaginate quanti

che corrono sempre sullo stesso percorso e fanno sempre e solo

siano! Domanda e offerta, consumatore e aziende, marketing, strate-

le stesse gare, tutti gli anni. E altri invece che non tornano mai sul

gie commerciali, prodotti innovativi, prodotti che falliscono... questo

luogo del delitto... scelgono sempre gare una diversa dall’altra per

forse il lato meno poetico, quello del business. Poi ci sono i runner,

il puro gusto di interpretare il running come scusa per viaggiare,

un mondo che ha talmente tante sfaccettature che, probabilmente,

esplorare e scoprire. Allora si attraversa l’Italia, dalle Alpi al Gargano,

continueremo a scoprirne sempre di nuove nei prossimi anni.

per aggiungere una “tacca” alla serie dei percorsi, per scoprire nuovi

Ma il bello è proprio la varietà!

angoli dello Stivale, dove magari tornare per una vacanza. Perché il

Ci sono gli agonisti, che hanno bisogno di un pettorale per trova-

bello di tutte le attività outdoor è che ti portano a viaggiare e molti lo

re lo stimolo di correre, opposti a coloro che preferiscono scende-

interpretano come una grande opportunità. C’è chi attraversa il nord

re dall’auto, chiudere la portiera e andare, semplicemente, con una

Italia dal Piemonte alle Dolomiti per una gara, la stessa tutti gli anni

bozza di giro in testa che poi lascia spazio a esplorazione e inventiva.

e non si accorge che con gli stessi chilometri di viaggio può arrivare

Runner che cercano il gruppo, runner che preferiscono correre da

in Abruzzo, in Puglia... e... arricchirsi, semplicemente.



Professione volontario

di Mirko Mottin

BEHIND THE SCENE

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Io l’ho fatto... e non una volta sola, anche se la prima volta non si

passione e di pazienza.

scorda mai. E l’ho fatto nei posti più vari.

Qualsiasi sia il tuo ruolo, che tu sia l’addetto al cippaggio in un deter-

Al ristoro finale dopo l’arrivo, sotto zero, per tutta la notte, in cima a

minato punto della corsa, sia che tu sia assegnato a un qualsiasi ristoro

un passo, o per (tante) ore sotto la pioggia vicino a un bivio in mezzo

nel bel mezzo dei chilometri, un sorriso e qualche parola di conforto,

al bosco.

saranno come una puntura di coraggio, come un’iniezione di adrena-

Tu? L’hai mai fatto?

lina per chi, magari in quel momento, ha per la testa cattivi pensieri.

Se sei un trailer, se corri con il cuore, se preferisci, quando arrivi a un

Se poi, fai parte di questo meraviglioso circuito di trailer, durante le

ristoro, fare due chiacchiere tra un bicchiere di coca (meglio la birra)

corse avrai fatto tantissime conoscenze. Alcune più profonde che si

e un pezzo di pane e companatico, con chi è dietro il tavolo, piuttosto

rafforzano gara dopo gara, altre più superficiali, ma che nel momento

che controllare “quanto tempo stai perdendo” nella sosta, prima o poi

del reincontro si riacutizzano in un attimo.

arriverai alla tua “prima volta”!!

E quando sarai dietro al bancone, a riempire bicchieri e l’amico di turno

Quello del volontario alle gare trail, oltre a essere un aiuto essenziale

arriverà sbuffando e strascicando i piedi per la fatica, il tuo saluto e il

per gli organizzatori, è un vero toccasana per chi sta faticando sui

tuo conforto saranno la famosa iniezione per proseguire con più ener-

sentieri.

gia e concludere quella determinata gara.

Sono sicurissimo, se fai parte della categoria appena descritta, che

Sarò un romantico, sarò uno di quelli che ancora si emoziona nel ta-

le facce incontrate lungo il percorso o dietro ai tavoloni imbanditi di

gliare e nel veder tagliare un traguardo tanto sudato, ma mi permetto

“energia” saranno, come lo sono sempre per me quando corro, piace-

di suggerirti per una volta di partecipare al dietro le quinte, sono sicuro

voli intermezzi tra i numerosi passi!

che, dopo averlo fatto, mentre parteciperai alla “tua” nuova gara, ogni

Come in tutti i campi, lavorativi e non, anche qui conta l’esperienza,

volta che incontrerai un volontario lo ringrazierai per il tempo che sta

anche se la sua mancanza la puoi sopperire con una buona dose di

dedicando anche a te.



Riflessi d’alta d’alta quota ouota

Riflessi

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Esistono ancora luoghi, appena fuori dagli itinerari del turismo classico, poco conosciuti e frequentati e che, per questo motivo, hanno ancora tanto da raccontare e far scoprire. Se poi li si può vivere di corsa ancora meglio! di Luca Podetti foto di Andrea Pizzi

Musica consigliata per la lettura di questo articolo

Society — Eddie Vedder


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Partiamo da Milano un mercoledì sera umido e appiccicoso di fine giugno, lasciandoci alle spalle un cielo nero e carico di pioggia con la sensazione che stia davvero per venire giù il Mondo. In meno di due ore, letteralmente scappando dal temporale e fiduciosi nell’assenza di autovelox, ci ritroviamo sui tornanti della valle di Champdepraz, in Val d’Aosta. La strada che sale supera inizialmente un salto roccioso che, visto dal basso con i suoi tornanti, sembra quasi voler scoraggiare il viaggiatore, sembra che la valle voglia in qualche modo difendersi o, quanto meno, fare un pò di “selezione all’ingresso”: si sale solo se realmente si vuole scoprire un posto unico. La strada è perfetta e in un attimo ci si trova in quota, la valle si apre e si scopre un ambiente alpino alquanto diverso dal resto della regione valdostana, decisamente più conservato, puro... si avverte una sensazione di isolamento “positivo”, di pace ma anche di energia, quella della natura, quella che ti fa inevitabilmente venire voglia di correre. E siamo solo a due ore da Milano! In questa valle si trova il Parco Regionale del Mont Avic, l’unico parco 20

regionale della Valle d’Aosta. Dennis Brunod qui ci è nato, cresciuto e si è anche sposato, nella chiesetta del villaggio di Covarey. Chi è Dennis Brunod? Oltre ad aver vinto tantissimo nella corsa in montagna e nello sci alpinismo (non stiamo qui a elencare il suo palmares)


è prima di tutto letteralmente innamorato di questa valle e dei suoi sentieri, su cui si allena tutti i giorni, spesso in compagnia di Franco Collè, altro campione valdostano che non ha bisogno di presentazioni. Sono loro i nostri due accompagnatori, le due “guest star” di questa Soul Experience. La mattina successiva, infatti, puntuali come gli svizzeri, si uniscono a noi per colazione. Dennis, il “campiùn” come lo chiama simpaticamente Franco, è il padrone di casa, conosce a memoria tutti i sentieri percorribili dell’intera area del Mont Avic, li ha mappati uno a uno, solo gli animali del Parco sanno muoversi meglio di lui in questo ambiente... forse... Assieme al “Mondo”, un altro amico che ci ha raggiunto, iniziamo la nostra prima giornata di corsa alla scoperta di questa valle e subito ci imbattiamo nell’ex Miniera di Hèrin, attiva fino agli anni ‘50, da cui si estraevano rame, ferro e zolfo. Il rosso delle rocce intorno alla miniera rappresenta un deciso contrasto cromatico rispetto al bosco che si attraversa salendo da Covarey. Da qui in poi il sentiero sale sempre più ripido verso il crinale del monte Barbeston, fino alla sua cima a 2483 mt: nonostante la fatica riusciamo a divertirci fotografandoci a vicenda e raccontando ognuno le proprie esperienze di corsa in montagna. Gli aneddoti più divertenti però sono quelli di Franco e Dennis che ci raccontano delle loro esperienze passate, e dei loro primi approcci con il mondo del trail running.

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Tra un racconto e l’altro il tempo vola e concludiamo la nostra prima

All’albergo ci aspetta Federica, padrona di casa impeccabile, che ci

giornata affascinati dalla grande varietà dei percorsi che questo anfite-

ha coccolato e viziato durante i momenti di relax dopo la corsa tra la

atro naturale, sormontato dalla cima del Mont Avic, offre ai runner. Non

piscina all’aperto, il centro e il percorso Kneipp dove si cammina in

ci rimane che chiudere la giornata al centro benessere dell’Hotel Parc

acqua fredda su sassi di diverse dimensioni. Dopo una lunga corsa

Mont Avic, il primo running hotel della Vallée.

riporta i tuoi piedi alla vita! Correre in un parco come quello del Mont Avic ricarica il cuore e i polmoni, rilassa la mente dallo stress cittadino,

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Il giorno dopo si riparte per il secondo anello, questa volta sull’altro

rafforza corpo e spirito.

versante della valle, quello costellato da tantissimi laghi. Il cielo terso fa

Correre per me non è solo un modo per tenermi in forma, è un’ oppor-

presagire una giornata con grandi panorami.

tunità per scoprire, e far scoprire il territorio in tutte le su e più svariate forme: natura, storia, turismo...

Quello che facciamo è un vero e proprio tour dei laghi, gli specchi

Di sicuro tornerò molto presto in questo posto meraviglioso, sperduto

d’acqua si susseguono senza soluzione di continuità: dal Lago della

nel nulla, a sole due ore di macchina da Milano. Ho voglia di vedere

Selva al Lago Bianco fino al Gran Lac. In tutti, da diverse angolazioni,

ancora il riflesso di me che corro negli specchi d’acqua del Mont Avic.

si riflette il massiccio del Monte Rosa e più in alto, anche il Cervino. Si vede che fino a poche settimane prima qui c’era ancora neve, siamo ben oltre i 2000 di quota: l’erba è appena spuntata, di un verde acceso e intenso, non ancora “bruciato” dal sole estivo. In alcuni punti resiste qualche accumulo di acqua e bisogna saltare per non bagnarsi i piedi. Forse siamo i primi, se escludiamo Dennis e Franco che qui si allenano quasi tutti i giorni, a salire su questi alpeggi quest’anno. Dal rifugio Barbustel, iniziamo a scendere per tornare al punto di partenza, continuando a goderci il panorama dei 4000 sullo sfondo. Lasciamo i prati per rientrare nel bosco fino a costeggiare una profonda e stretta gola scavata nei millenni dal torrente, che in questo periodo è carico di acqua. Con una scaletta di legno superiamo l’ultimo salto di roccia che ci riporta nella parte bassa della valle, tra le pozze d’acqua in cui le acque del torrente prendono un pò di fiato prima di continuare la loro corsa verso valle.


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Dennis e Franco sono molto legati a questa valle tanto che hanno deciso di farla conoscere al popolo dei runner anche organizzando una gara di trail, anzi due: un percorso da 35 Km e 3000 mt D+ e un altro da 20 Km per 1500 mt D+. Due tracciati sempre corribili e soprattutto panoramici, in particolare il percorso lungo che poterĂ i runner sulle cresta del Barbeston, spartiacque tra la valle del Mont Avic e la Valle d’Aosta. Per maggiori informazioni sulla gara e tutte gli eventi promossi da Dennis e Franco il sito di riferimento è http://polmontavic.altervista.org/ (anche da smart phone con questo qr-code)


Soul Equipment mont Avic 2

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X-Bionic 1. The Trick Running Shirt Short Man Maglia high tech costruita con una speciale tecnologia atta al risparmio energetico durante l’attività. La struttura in maglia (The Trick Tecnology) che corre su tutta la spina dorsale simula il surriscaldamento del corpo. Questo fa si che l’imput della produzione di sudore venga anticipato e la climatizzazione generale ne tragga beneficio, facendo risparmiare preziose energie a tutto il corpo. La termoregolazione è controllata dal Sistema 3D Bionic Sphere che avvolge la fascia centrale, riducendo, appunto, il calore in eccesso. Le Expansion Flex Zone situate intorno all’articolazione delle spalle ottimizzano il movimento delle braccia. Questo stabilizza l’intero organismo, migliorando la postura e la tecnica di corsa ottimizzando la “spesa” energetica e prevenendo gli infortuni. 2. The Trick Running Pants Short Man Oltre alla The Trick Tecnology, questo pantaloncino

high tech, è dotato di tecnologia Thorny Devil. Come spesso succede, la natura ispira l’uomo e questo short ne è la prova. Il Thorny Devil (Moloch Orridus o Diavolo Spinoso) è un piccolo rettile che vive nel deserto. La sua pelle è solcata da minuscoli canalini in grado di recuperare le gocce di rugiada e di convogliarle fino alla bocca. Questa stessa funzione è stata ricreata in questi pants. Gli sweat Collector, situati nelle zone di maggior sudorazione, incanalano l’umidità negli Sweat Trasporter, che, letteralmente, trasportano il sudore in eccesso nelle zone del corpo in cui, evaporando, regala maggior refrigerio e un sensibile risparmio di energia. 3. Running Sky Run 2.0 Un calzino dotato di 14 tecnologie che danno protezione, areazione, rapida asciugatura e minor pressione. Le diverse lavorazioni degli inserti, proteggono nei punti critici come le punte delle dita, del tendine d’Achille e del malleolo. La lavorazione a X stabilizza l’articolazione

della caviglia e la lavorazione, a canali, del tessuto garantisce areazione continua e rapida asciugaura per evitare la formazione di vesciche. 4. Patriot Wallaby Italy Ancora una volta la natura interviene. Il Wallaby è un animale che spesso si lecca gli avambracci creando, con l’evaporazione della saliva, un effetto rinfrescante del sangue e di conseguenza di tutto l’organismo. Stessa tecnologia per questo polsino che, raccoglie il sudore e lo lascia evaporare pian piano, rinfrescando continuamente il sangue. SCARPA 5. Minima Dedicata a percorsi brevi e tecnici, questo medello di Scarpa è adatta a un piede magro e affusolato. Non particolarmente ammortizzata, permette di “sentire” le asperità del terreno e regala ottimo grip e eccellente precisione anche nelle condizioni più difficili. Tomaia traspirante e design sobrio.


ALTIMETRIA

1873m

TEMPO DI CONTATTO CON IL SUOLO

210ms

DISTANZA

21.4km

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The

Tuscany

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Highway 2000 anni di storia in 6 giorni di running lungo la Via Francigena Toscana. Ripercorrendo gli antichi sentieri della via Francigena dal Passo della Cisa fino a Radiocofani. Riscoprire il piacere di corse romantiche e scorci mozzafiato che solo la nostra penisola sa regalare. #soulrunninglovesitaly Foto di Stefano Marta Musica consigliata per la lettura di questo articolo

Woda woda — Liftiba

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La Francigena per te

Tutte le info utili La Via Francigena è un cammino per “pellegrini” di oltre 2200 km, che collega Canterbury a Roma e si adatta perfettamente alla pratica del trail-running. Il lungo tratto (circa 400 km) che attraversano la Toscana è considerato tra i più belli dell’intero percorso. Borghi, dolci colline, strade bianche e sinuosi sentieri vi accompagneranno giorno dopo giorno rendendo rilassante e piacevole l’itinerario. Attraversa meravigliosi centri storici come Lucca, San Giminiano, Monteriggioni e Siena, senza dimenticare i piccoli borghi e i magnifici scorci della Val d’Orcia. Dal 26 ottobre al 2 novembre 2014 potrete correre su questo itinerario accompagnati da una guida d’eccezione: Sylvain Bazin, affermato ultrarunner francese che ha percorso a passa di corsa il Cammino di Santiago di Compostela in Spagna, il pellegrinaggio di Shikoku (degli 88 templi) in Giappone e la Via Francigena integrale da Canterbury a Roma nell’autunno 2013. Programma di viaggio (223km in 6 tappe, D+3700m / D-3400m): Domenica 26 ottobre 2014: Arrivo individuale dei partecipanti a Firenze. Lunedi 27 ottobre 2014: Tappa 1 - San Miniato (21 m) – Gambassi Terme (337 m) 27km / D+550 m / D-240 m Martedi 28 ottobre 2014: Tappa 2 - Gambassi Terme (337 m) – Colle Val d’Elsa (141 m) 32km / D+580 m / D-780 m Mercoledi 29 ottobre 2014: Tappa 3 - Colle Val d’Elsa (141 m) – Siena (322 m) 35km / D+440 m / D-260 m Giovedì 30 ottobre 2014: Tappa 4 - Siena (322 m) – Buonconvento (147 m) 30 km / D+250 m / D-420 m Venerdi 31 ottobre 2014: Tappa 5 - Buonconvento (147 m) – Radicofani (814 m) 53km / D+1440 m / D-800 m Sabato 1 novembre 2014: Tappa 6 - Radicofani (814 m) – Bolsena (350 m) 46km / D+420 m / D-880 m Domenica 2 Novembre 2014: Dopo colazione partenza da Orvieto. Per maggiori informazioni: http://www.mandalatrail.it/via-francigena-toscana-trail#programma Per maggiori informazioni sul percorso della Via Francigena: http://www.viefrancigene.org/it/resource/tour/a-piedi-gran-san-bernardo-roma/

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Tre anni per

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dii!! grand and gr n a gr

grgr gr a a a n n g diventr are nd d an d dii!!

grandi! Musica consigliata per la lettura di questo articolo

di Andrea Pizzi Un evento, una scommessa, nato da un’esigenza precisa, anzi due: quella di Alpe di Siusi Marketing, di far conoscere il proprio comprensorio ai runner e quella delle aziende del settore, di avere un momento dedicato per incontrare i loro dealer, presentare e far testare in anteprima le novità della stagione successiva. Obiettivo centrato! Non lo

Message in a bottle – The Police

diciamo solo noi, lo dicono i numeri: 12 i brand che hanno creduto in questo evento nel “lontano” 2012, cresciuti a 25 nel 2013 fino agli oltre 30 marchi di quest’anno. Nato come evento dedicato ai prodotti trail (scarpe, abbigliamento, accessori), quest’anno apre definitivamente le porte al mondo del running a 360°: l’unico expo di questo genere a livello europeo! L’unica opportunità per i negozianti di incontrare le aziende, confrontandosi sui prodotti, sugli aspetti commerciali, collaborazioni, sinergie... insomma, due giorni di vero business con l’aggiunta di alcuni ingredienti che aiutano a stemperare gli impegni e le esigenze lavorative: una location di montagna di indubbio fascino, un clima di grande relax e alcuni momenti di sana goliardia che aiutano a instaurare e a rinforzare i rapporti tra aziende e dealer. L’Alpe di Siusi Running Expo è diventata una “fiera” irrinunciabile per le aziende, specie in un momento in cui diventa fondamentale ottimizzare il lavoro e i viaggi degli agenti: invece di girare l’Italia per settimane, in due giorni si incontrano la maggior parte dei dealer italiani! Lo dimostra il sempre maggior interesse da parte dei grandi brand ma anche di marchi emergenti, o ancora poco conosciuti, che vedono in questo evento l’opportunità per farsi conoscere e giocare “ad armi pari” con le aziende leader.

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Milano Running Expo 2015 Nel 2015 nascerà un nuovo evento, una nuova grande scommessa: un Expo dedicato, questa volta, al consumatore che potrà vedere e testare tutti i prodotti della nuova stagione in arrivo, proprio in quel periodo, nei negozi specializzati. Ad aprile, Milano diventerà quindi la capitale del running: tre giorni sui sentieri e le strade della Montagnetta di San Siro, la “palestra” dei runner milanesi, per mettere in contatto domanda e offerta, aziende e appassionati. Una grande opportunità per le aziende di raggiungere il consumatore sfruttando una piazza incredibile come Milano, città che negli ultimi anni sta vivendo un vero e proprio boom di praticanti, a ogni livello. Una nuova scommessa per “chiudere il cerchio”: due eventi dove le aziende incontrano prima i negozianti, migliorando così la distribuzione dei prodotti, e successivamente il

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consumatore finale.

Il partner ideale per un evento dedicato al running Il comprensorio dell’Alpe di Siusi rappresenta un luogo ideale per i runner, di ogni grado e preparazione: dai boschi alle creste rocciose del Sasso Piatto ognuno troverà il terreno ideale per dare sfogo alla propria voglia di correre. A ogni quota c’è solo l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda distanze, dislivelli e difficoltà: proprio sui sentieri intorno a Fiè allo Sciliar si snoderanno i percorsi test dell’edizione 2014. Stiamo parlando di una zona conosciuta a livello internazionale come il running park più alto d’Europa come tantissimi atleti, anche di altissimo livello, vengono ad allenarsi. Un comprensorio che ha moltissime strutture ricettive, dall’hotel a quattro stelle al residence, tutte di grande qualità e che, aderendo al club di prodotto Running Hotel (www. runninghotel.it) garantiscono anche quattro servizi dedicati agli appassionati di corsa. Quattro attenzioni nei nostri confronti che guidano inevitabilmente nella scelta quando si deve prenotare la propria vacanza: night laundry, ovvero lasciare i capi tecnici sporchi la sera e ritrovarli lavati il mattino seguente, early breakfast, la colazione anticipata, energy pack lunch da consumare durante la corsa, con prodotti tipici e infine un late check out ovvero la possibilità di fare una doccia al termine dell’allenamento anche il giorno della partenza.


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Shout – Tears For Fears

A distanza di un anno, Soul Runnign torna a calcare i magici sentieri della Sibilla insieme a quattro amici stranieri. Il suo fascino è immutato e continua ad ammaliarci e irretirci tutti. di Andrea Valsecchi foto di Mirko Mottin e Andrea Valsecchi

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A distanza di un anno dalla nostra Soul Experience siamo ritornati a calcare i sentieri dei Monti Sibillini e l’occasione è stata davvero ghiotta. Grazie all’ospitalità e al patrocinio del Comune di Ussita abbiamo invitato quattro nostri amici, quattro giornalisti europei, e li abbiamo accompagnati sulle cime di queste montagne, quattro trail runners esigenti e di ottimo livello venuti a correre in Italia, in un luogo a loro per lo più sconosciuto. Si perché sono pochi gli stranieri che si spingono negli anfratti più reconditi del nostro paese, al di là delle città d’arte umbre o marchigiane, che vengono a conoscere i “tesori” delle vette dell’ Appennino centrale, celato da valli boscose e lunghe gole. Giungere in questa zona del centro Italia non è come un battito di ciglia, ma il viaggio viene ripagato ampiamente da questi splendidi luoghi. Per me e Mirko è stata un’autentica scoperta di un territorio, di cui avevamo solo intuito le potenzialità, compiuta anche attraverso, e grazie, gli occhi, le gambe e alle sensazioni dei nostri amici stranieri che ci hanno inondato di domande su questo magico “parco giochi” dedicato dalla natura e a chi ama il trail. Li comprendo appieno: quando stai correndo su una cresta e il tuo sguardo, seguendo la traccia del sentiero innanzi a te, calcola svariati chilometri di saliscendi senza soluzione di continuità tra pascoli e roccia, quando dietro a uno sperone improvvisamente si apre la magia di Pian Grande, un tappeto ovale di fiori gialli contornato da pendii verdi sistemati come gli spalti di un arena primordiale… beh, le domande arrivano istintive. Dove siamo? Sembra di essere a...


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No, e ne sono sicuro, credo di sapere esattamente ogni risposta. Siamo in un luogo magico che non ha pari in Europa: i Monti Sibillini. Posseggono un’unicità che percepisci immediatamente, che te li fa ricordare nei minimi dettagli quando usi le armi dei ricordi. Un luogo circoscritto, preciso, modellato dal vento in cui la vista può spaziare e cogliere punti di riferimento immediati e armoniosi, che creano una complessità meravigliosa. Un luogo dove la spettacolarità è data dalla semplicità delle forme e dei colori, netti e nitidi. Sono fiero, nel mio piccolo, di avere accompagnato il tedesco Carsten, la spagnola Bea, la portoghese Isabel e il danese Ole alla scoperta di questi sentieri, sulle cime del Monte Bove, sulle creste che lambiscono le rocce a strapiombo di Palazzo Borghese, nelle faggete che dal santuario del Macereto ti conducono a Visso, in mezzo a pascoli dall’intenso verde irlandese e distese di fiori. Abbiamo corso, ci siamo fermati spesso per assaporare le fragranze selvagge della natura del Parco, abbiamo accompagnato con lo sguardo il volteggio di un’aquila reale, ci siamo persi dentro i racconti degli ufficiali della Guardia Forestale, che ci hanno illustrato lo splendido e appassionante lavoro che svolgomo per preservare questi luoghi e i loro abitanti. Due giorni intensi che a ognuno hanno lasciato sensazioni profonde: ho visto occhi lucidi dinnanzi a un panorama, ho sentito elogi sulla “purezza” dei sentieri, ho colto la felicità di chi ama questo sport e lo pratica in un luogo così “perfetto”, ho visto scegliere il “giro più lungo” nonostante la pioggia.


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Due giorni che hanno dato vita a nuove amicizie e che mi hanno fatto riflettere positivamente sulla bellezza che abbiamo in questo Paese. Vivere i luoghi a te cari, o meno conosciuti, al fianco di persone “vere”, incuriosite e interessate, ti rende orgoglioso e ti spinge a cercarne di nuovi. Sono fiero di essere parte di un viaggio che Soul Running ha intrapreso, volto a valorizzare in maniera assoluta e a mostrare al mondo ciò che in Italia abbiamo in abbondanza, e che noi tutti appassionati di trail amiamo: il nostro splendido territorio e la saggezza della gente che lo abita. Stiamo rapidamente creando un network che con entusiasmo porta i trailer europei a conoscere dapprima, e fruire in seguito, porzioni d’Italia che hanno molto da dare sotto ogni aspetto e sono spesso concentrate nel centro sud. I lettori di testate di livello internazionale come Runners’ World Svezia e Polonia, l’anglosassone Trail Magazine, gli spagnoli di Revista Trail, i danesi di Lobe Magasinet, la portoghese Sport Life, i followers elvetici di Fit For Life, i transalpini di Endurance Trail Magazine, conosceranno quest’anno e nei prossimi gli angoli reconditi e affascinanti della nostra Penisola attraverso le foto e i racconti dei loro reporter, che noi di Soul Running ospitiamo volentieri in queste nostre Experience. Puntiamo alla valorizzazione del nostro patrimonio naturale attraverso una disciplina sportiva come il trail che è alla base stessa dell’esistenza umana, la corsa in natura. Esiste da sempre come esistono i luoghi magici in cui praticarlo.

Godetevi i Monti Sibillini!!


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Col suo design ergonomico, stabile et confortevole, il NUOVO zaino Raidlight Trail XP6 lo si dimentica presto di averlo addosso. 2 borraccine da 200ml sul davanti 2 tasche sugli spallacci Tasca sulla cintura per cavo cuffie con spina Jack

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Fuori dal tempo Tre salite. Tre discese. 4500m di dislivello. Musica consigliata per la lettura di questo articolo “ You’re out of touch my baby, My poor discarded baby, I said baby, baby, baby you’re out of time.” ( Jagger/Richards)

Out of time — xxxxx

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Tre salite. Tre discese. 4500m di dislivello. Un’opera d’arte degna del Rinascimento italiano e 2 matti: uno di essi con la “emme” maiuscola, l’altro solo con le sue debolezze e una canzone (OUT OF TIME), una vecchia canzone degli Stones che parla di una donna, ma per fortuna in inglese molte parole non si declinano e quindi, oggi può parlare anche e soprattutto di me. “ You’re out of touch my baby, My poor discarded baby, I said baby, baby, baby you’re out of time.” ( Jagger/Richards) La cosa più importante del trail non è la percentuale di sentiero, come ultimamente qualcuno sembra voler obbligarci a pensare, né un dislivello da camosci improvvisato su sentieri inesistenti e prati allagati che serve unicamente per poter sfoggiare un bollino di riconoscimento di un’organizzazione che forse pensa più a sé stessa che alla diffusione della disciplina. La cosa più importante del trail è il percorso. Esso deve avere una logica, un filo conduttore, deve farti sognare, ti deve trasportare dall’inizio alla fine come sulle ali di un’aquila. Dev’essere talmente coinvolgente da non farti quasi ricordare se stai correndo su un sentiero, su una strada o su un prato. La bellezza dell’ultra trail del Monte Bianco non consiste nei suoi sentieri, né nei quasi 10000m di dislivello; la bellezza dell’UTMB è il Monte Bianco.


SABATO 4 agosto 2012 – ORE 05:52 – SANT’ANNA DI VALDIERI (CN) (1011m)

La partenza è uno di quei momenti che nascondono una magia unica. Non è solo il primo passo, ma piuttosto un salto controcorrente, una vittoria di un piccolo uomo contro una società fatta di stereotipi e luoghi comuni, una società in cui se stai sveglio fino alle tre di notte a bere birra o a guardare una partita di calcio sei “normale” se ti svegli alle quattro del mattino per andare a correre per 70 o 80 Km da solo in montagna sei uno strano, uno che ha del tempo da buttare via. I primi 7 Km sono tutti su strada. Non c’è alternativa. Mi addentro nella vallata cullato dalle verdi fronde degli alberi che, colmi di rugiada mi lasciano sulle braccia una pelle d’oca tutt’altro che sgradita. Forse oggi nessuno è ancora passato di qua, tocca a me dare la sveglia… Una delle cose migliori fatte dall’uomo sono i Parchi Naturali: vietato entrare in macchina, vietato raccogliere questo o quello, divieto di caccia, non si può dar da mangiare o addirittura toccare gli animali, in alcuni posti è perfino vietato l’accesso in mountain bike. Non si può fare praticamente niente ed è giusto così. L’uomo, una volta tanto, è costretto a sentirsi come un intruso, uno che non c’entra niente, un ospite neanche troppo gradito e proprio per questo motivo diventa più rispettoso, è costretto a conquistarsi con la fatica ogni piccola cosa; qui non c’è il digitale, la natura è rimasta analogica, qui c’è solo il Parco Naturale delle Alpi Marittime. La mia cartina è un po’ vecchia e lo chiama ancora Parco Naturale dell’Argentera e anch’io continuo a chiamarlo così. In realtà tutta la mia attrezzatura è un po’ vecchia, mentre ormai anche l’ultimo arrivato tra i trailer che corre si e no 3 gare all’anno da 20-30 Km ha un equipaggiamento di prim’ordine: GPS, zainetto ultra-leggero, completino aderente, giacca in gore-tex, bastoni pieghevoli e l’ultimo modello di scarpe. “ You’re out of touch my baby, My poor unfaithful baby, I said baby, baby, baby you’re out of time.” ( Jagger/Richards) Passo inosservato alle Terme di Valdieri, dove si comincia a fare sul serio e dopo soli 600mD+, mi fermo. Devo fermarmi. Alzo la testa e resto a bocca aperta come un qualsiasi turista che entra nella cappella Sistina per l’ennesima volta e i suoi occhi brillano di emozione come se fosse la prima. Eccolo là, come sempre, il canalone di Lourousa: un eruzione di ghiaccio, una colata di lava bianca che sborda fuori dal colletto Coolidge e con pendenze quasi impossibili da disegnare si tuffa nel vuoto fino a dove l’uomo è riuscito a costruire il vecchio Bivacco Varrone.

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Molti l’hanno scalato con picca e ramponi, altri l’hanno disceso con sci o tavola. Qualcuno è tornato a casa per raccontarlo, qualcuno è rimasto là e non tornerà mai più. Chi non ama la montagna non potrà mai capire e continuerà a dire stupide frasi di circostanza del tipo: “ma cosa c’è andato a fare?” oppure, “eh si sa, il canalone non si fa a settembre, è meglio maggio” o il contrario a seconda della necessità. Chi non ama la montagna non potrà mai pensare come me che non c’è luogo più bello per riposare in pace per sempre, tuttavia il Lourousa, almeno per ora, non fa per me. C’è una sola parola per descrivere il colle del Chiapous (2526m): rocce. È un posto da camosci, da STELLE ALPINE, qui il Monte Stella dà inizio alla meravigliosa “serra dell’Argentera”: più di dieci cime che si susseguono in fila come una classe ordinata di scolari che stanno aspettando impazientemente il suono della campanella; e io, come uno scolaro altrettanto impaziente, affronto la discesa tra una frana da una parte e un paio di corna dall’altra e finalmente mi ritrovo sulla passerella posta sopra l’imponente diga del Chiotas (1978m).

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Non sono particolarmente coraggioso, eppure ogni volta che mi ritrovo qui non riesco a resistere ad affacciarmi di sotto; è una vista che ti spezza in due il fiato, un salto nel vuoto di oltre 400m, un gigantesco scivolo di cemento, un gradino titanico che scende in un colpo solo fino ai 1535m del lago della Rovina. Il vento mi inchioda alla ringhiera non troppo sicura e, per un attimo, nella mia mente c’è soltanto il vuoto, poi però, torno repentinamente alla realtà e scappo il più velocemente possibile da quel luogo, quasi come se fosse maledetto. Al rifugio Genova scambio due parole con un gruppo di escursionisti. Oggi incontrerò molte altre persone, ma, chissà perché, soltanto con queste mi fermo a parlare. Solo in montagna si fanno esperienze del genere dei perfetti sconosciuti con cui entro magicamente in sintonia e che mi fanno ricordare che anche nel secolo dell’indifferenza, della competizione sfrenata e della vittoria ad ogni costo, forse non sono completamente solo. Il bivacco del Baus: è un nome che sa di qualcosa di terribile, di accidentato, di impraticabile, ed è proprio così. Rocce, cespugli, rivoli d’acqua che scendono direttamente dalla montagna più bella che ci sia. Ogni volta sbaglio strada, ogni volta mi ritrovo in un punto diverso, ogni volta prendo il passo come punto di riferimento e incrocio qua e là le vecchie tacche giallo pallido che una volta dovevano essere di un bell’arancione acceso. Per capire perché si chiama passo dei Detriti (3122m) bisogna affacciarsi dall’altra parte; per capire un panorama del genere bisogna venirci; è uno di quei posti dove vorresti restare per sempre, non tornare mai più indietro; ho vissuto in diversi luoghi, ma questo è uno dei pochi in cui mi sento veramente a casa.


Ore 13:34 – Terme di Valdieri (1368m).

Per una persona normale il giro potrebbe anche essere finito qui. Mi basterebbe ripercorrere in discesa la strada asfaltata fino a Sant’Anna, sarebbe un ottimo defaticamento. Sarebbe il giro perfetto: 2700m D+/- intorno alla montagna più bella, intorno all’Argentera. Ma le cose troppo perfette sono a volte banali, cose a cui manca qualcosa; per me qui non finisce nulla, inizia la seconda parte dell’anello: quella intorno al Monte Matto… “ You’re obsolete my baby, my poor old-fashioned baby, I said baby, baby, baby, you’re out of time” ( Jagger/Richards) Come previsto arrivano da sud-ovest le prime nuvole e la fretta di evitarmi un temporale mi fa commettere un errore di una stupidità elementare: non mi alimento a sufficienza e la salita al colle di Valmiana (2922m) non mi perdona e mi presenta un conto salato: 40’ di ritardo sulla tabella di marcia, durante i quali ho cercato di mangiare in continuazione, ma ormai è troppo tardi e anche se le prime gocce e un vento freddo non mi impediscono di godermi tra un tornante e l’altro il vuoto immenso che mi separa dal Matto, quando arrivo in cima il temporale è ormai arrivato. Le pietre sono viscide e insidiose, e nonostante affronti la discesa con prudenza, trovo inspiegabilmente nuove energie, è come se la crisi fosse rimasta inchiodata alla vecchia casermetta del colle, è come se la crisi valesse solo in salita è come se ora ripartissi da qua. Mi ci vogliono ancora una decina di minuti per riuscire ad allungare di nuovo il passo e piano piano mi lascio alle spalle i nuvoloni neri che ciononostante non smetteranno di inseguirmi fino alla fine, ma ormai sono all’asciutto, al rifugio Livio Bianco; i sassi, la parte tecnica sono finiti, il mio amico Diego direbbe che da qui il sentiero ormai è un’autostrada. Un ultimo sguardo al Matto e giù a rotta di collo; nell’ultima parte recupero anche qualche minuto, corro come se non dovessi mai più correre in vita mia, come se mi giocassi la vittoria alla gara più importante del mondo, corro come se non avessi mai corso prima. Incontro un gruppo di ragazzi esausti che probabilmente dormiranno al rifugio; uno di loro mi chiede affannato: “manca tanto?” con il volto ormai sereno sorrido e rispondo più a me stesso che a lui: “ORMAI È FATTA!”

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Questo è uno di quei momenti che vorresti non finisse mai, questo è uno di quei momenti per cui ti alleni tutte quelle ore. Sono ormai un treno in corsa senza freni. Di quell’ultima discesa non ricordo né la fatica, né i dolori alle gambe né il sentiero, ma solo piccole immagini che scorrevano via veloci fuori dal finestrino: il fiume della Meris, gli alberi, la vecchia mulattiera dove ho incontrato quella ragazza che mi ha soltanto sorriso e alla quale io ho soltanto sorriso, i tetti delle case, che mi hanno accolto a braccia aperte, mentre nel silenzio del crepuscolo concludevo la mia avventura. SABATO 4 agosto 2012 – ORE 19:32 – SANT’ANNA DI VALDIERI (CN)

Il paese è esattamente come l’avevo lasciato questa mattina, 13h40’ fa….già quei 40’ di troppo che stoneranno sul mio diario degli allenamenti, quei quaranta minuti rimasti là a Valmiana aggrappati alla mia stupidità e alla mia presunzione, quei quaranta minuti che non potrò mai più riprendermi e che rimarranno per sempre là, a Valmiana. Sant’Anna è silente e quieta, il parcheggio è vuoto come l’avevo trovato stamattina, ma altra gente è venuta, qualcuno è salito al rifugio, qualcuno si è accontentato di una passeggiatina nei boschi, qualcuno ha fatto una capatina sul Matto, ma ora ci sono solo io: sono partito da solo ed ora sono nuovamente solo… 50

“…I said baby, baby, baby, you’re out of time” ( Jagger/Richards)

Matteo Renda Sono nato nel 1978 a Sanremo (IM) e lì ho vissuto i primi 19 anni della mia vita. Ho frequentato l’ISEF a Genova, Montpellier e Milano, dove mi sono diplomato nel 2001, ma, quel che più conta ho conosciuto mia moglie. Nello stesso anno ci siamo sposati e nel 2003, poche settimane dopo la laurea è nata Elena e tre anni dopo, Davide. Il 28 settembre 2009 sono diventato vegetariano e l’anno successivo, quando f inalmente la nostra vita aveva raggiunto una certa stabilità, ce ne siamo andati da Milano, ci siamo licenziati e da allora viviamo a Caraglio (CN). Abbiamo dovuto ricominciare tutto da zero. Mia moglie è supplente ed io mi adatto a fare di tutto, passando da un lavoro all’altro. La nostra vita non ha sicurezze economiche né lavorative, ma la vera certezza viene da noi, dalla nostra determinazione.


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Cébé


INTERVISTA DOPPIA

Bernard Bernard Dematteis

Martin Dematteis

Difetto peggiore di tuo fratello? È troppo incostante nel fare le cose Il pregio più grande? Sa sempre ridere e far ridere gli altri. Quale gara non faresti mai Una gara di nuoto Quale gara faresti per scommessa...magari dopo un bicchiere di troppo...! Credo inizierei un ironman facendomi tirare da una barca nella frazione di nuoto e senza però riuscire a finirlo. Se non corressi che altro sport vorresti praticare? Lo sci alpinismo Senza parlare di corsa, in quale attività sei più forte di tuo fratello? Nei calcoli matematici, io sono abbastanza bravo e veloce, mio fratello una frana. La gara di cui hai il ricordo migliore Certamente il campionato europeo di corsa in montagna dell’anno scorso a Borovets in Bulgaria, li per me é stato un sogno! La gara che vorresti dimenticare Il campionato europeo in Turchia nel 2012, presi un intossicazione alimentare e fu un calvario la gara. La gara che ti ha dato di più da un punto di vista umano In tante gare, praticamente in tutte, ricevo molto da un punto di vista umano ma un emozione forte come vedere gli occhi lucidi di mio padre dopo la vittoria della recente prova di campionato italiano di corsa in montagna a Oncino lo scorso mese vicino a casa nostra, beh forse non l’avevo mai vissuta, dentro lui ho letto l’orgoglio di essere mio e nostro padre... la cosa più bella!

foto DIno Bonelli

24 maggio 1986

foto DIno Bonelli

24 maggio 1986 Tre aggettivi per definire la corsa Più che tre aggettivi preferisco tre sinonimi, scarica di adrenalina, forza, emozione. Un aggettivo per definire te stesso Testardo Due aggettivi per definire tuo fratello Fuori dagli schemi, talentuoso

VS Martin

Tre aggettivi per definire la corsa Dinamica, divertente, esaltante! Un aggettivo per definire te stesso Determinato Due aggettivi per definire tuo fratello Testardo ma con un grande cuore, buono Difetto peggiore di tuo fratello? Si fissa troppo su problemi di poco conto Il pregio più grande? Come detto ha un grande cuore e pensa sempre agli altri. Quale gara non faresti mai Nessuna, sono un agonista e mi diverto in tutte le competizioni Quale gara faresti per scommessa...magari dopo un bicchiere di troppo...! Probabilmente la maratona di New York con solo le mutande indosso Se non corressi che altro sport vorresti praticare? Lo sci di fondo Senza parlare di corsa, in quale attività sei più forte di tuo fratello? Certamente con le ragazze, ci so fare di più io. La gara di cui hai il ricordo migliore Il challenge stellina del 2010 a Susa, ultima prova del campionato italiano di corsa in montagna di quell’anno, lì ho vinto il titolo per la seconda volta, ho vinto anche l’anno successivo ma quello é stato il più bello! La gara che vorresti dimenticare Il campionato europeo di corsa in montagna del 2011, ho preso una “scoppola” pazzesca ed é stata una trasferta davvero difficile. La gara che ti ha dato di più da un punto di vista umano Il vertical alla transvulcania lo scorso 8 maggio, firmavo autografi ai ragazzini dopo la premiazione e mi sentivo Messi o Ronaldo dopo la vittoria della Champions League. Poi abbiam fatto amicizia con una ragazza sulla carrozzina e questo vale più di mille Vittorie!!!

Nel loro ricco palmares, figurano titoli mondiali, europei e italiani di corsa in montagna. In questo 2014, Bernard ha vinto il campionato italiano e quello europeo (individuale e a squadre). Nelle stesse gare, Martin si è classificato rispettivamente secondo e terzo (oro a squadre).


Nippon trail

www.mizuno.eu

di Andrea Pizzi

Peso: 280 grammi (uomo); 235 grammi (donna) - Drop: 12 mm

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I TEST DI SOUL RUNNING

Appena arrivate... già “assaggiate”! Aspettavamo le nuove Kazan curiosi di scoprire il comportamento dell’intersuola U4ic, provata quest’inverno su strada con le Wave Rider 17, anche sullo sterrato. Questo nuovo modello è una scarpa leggera, sensibile, indubbiamente adatta a tracciati veloci, tecnici e percorsi a ritmi elevati, più da sky-running che da ultra-trail. Ottimo ammortizzamento, sia sul posteriore che sull’avampiede, reattiva e performante. La struttura superiore è molto leggera e morbida, lascia parecchio “gioco” alla caviglia, ideale sicuramente per chi ha una buona tecnica di corsa e controllo del piede, meno, invece, per chi cerca una scarpa molto protettiva. La tecnologia XtaticRide rende queste Kazan molto adattabili al terreno e alle sue asperità e permette a tallone e avampiede di muoversi in modo indipendente, con una conseguente maggior fluidità di corsa. Davvero ottimo il grip, grazie al disegno a X dei tasselli, sia su terreni morbidi sia sulle rocce e le radici, umide, dove abbiamo portato queste nuove Mizuno. L’avampiede è ampio: i runner con piede particolarmente magro possono anche provare un mezzo numero in meno per avere più stabilità nei traversi.


Fresh Foam per l’off road

www.newbalance.it

di Andrea Pizzi

I TEST DI SOUL RUNNING

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Peso: 291 grammi; Drop: 4 mm Misure: 7,5 - 13 US

Per il brand di Boston la tecnologia Fresh Foam è la grande novità 2014. Introdotta inizialmente con il modello 980 da strada è stata impiegata anche nella versione trail. Un’intersuola innovativa caratterizzata da una serie di esagoni che, variando nelle loro dimensioni, reagiscono nel modo giusto alle pressioni, differenti nelle varie aree della scarpa. Li troviamo quindi più grossi a livello del tallone e addirittura in rilievo nella parte interna a sostenere il piede. Dove è richiesta maggior flessibilità sono più piccoli e stretti, in questo modo si elimina il materiale dove non serve e lo si concentra dove le sollecitazioni sono maggiori: il risultato è performance e leggerezza. La tomaia è in Air Mesh con rinforzi strutturali in plastica TPU termosaldati oltre a inserti riflettenti per i runner “notturni”. Con il suo differenziale di 4 mm questa 980 è una scarpa molto sensibile e reattiva dotata comunque di una buona ammortizzazione, anche se all’inizio si ha la sensazione che l’appoggio sul tallone abbia una risposta un po’ secca. A livello dell’avampiede l’intersuola ha un profilo che facilita la rullata e soprattutto la spinta. Molto particolare il disegno della suola dotata di tasselli romboidali con un’inclinazione differente, tra parte anteriore e posteriore, per ottimizzare, rispettivamente, trazione e frenata. I tasselli sono molto ravvicinati e tendono a trattenere un po’ il fango, ciononostante il grip è davvero efficace. Buona la sensibilità sul terreno e molto ben ammortizzata sia posteriormente che sull’anteriore. Tiene ben saldo il piede, fasciandolo il giusto, ma lascia comunque un’ottima libertà di movimento per adattare la propria corsa alle variazioni del terreno.


Cerchi la vacanza su misura per i runner?

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Early breakfast: colazione dalle 6.30 in poi per affrontare con energia la giornata. Late check out: possibilità di usufruire di un locale docce per riprendersi dopo una gara. Night laundry: servizio di lavaggio notturno per i tuoi capi sportivi. Energy Pack Lunch: una piccola ma energetica selezione di prodotti D.O.C. adatti agli sportivi.

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Pure Grit, Pure Trail!

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di Andrea Pizzi

I TEST DI SOUL RUNNING

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Marco Rocca, Marketing manager di Brooks Italia, intervistato a febbraio per la nostra Guida TEST ha descritto questa terza edizione della fortunata Pure Grit come “definitiva”. Rispetto alla classicissima Cascadia 9 (alla nona edizione!) la nuova Grit 3 è dedicata a chi cerca una scarpa ancora più leggera (281g uomo e 230g donna), adatta ai runner veloci e che prediligono un appoggio soprattutto di avampiede. La tomaia presenta l’inconfondibile NAV Band che fascia il piede stabilizzando la calzata, caratteristica che si apprezza molto nei traversi. Nonostante il peso contenuto la protezione e il comfort sono in pieno stile Brooks, così come l’ammortizzazione, ottimizzata, grazie al BioMoGo DNA. La corsa di avampiede è facilitata anche dal particolare design del tallone, arrotondato, che va a ritardare il punto di appoggio. Un scarpa reattiva che porta il runner a spingere, anche in salita. Con il suo differenziale da 4 mm e la sua leggerezza è la scarpa ideale per chi vuole affacciarsi al mondo minimal senza rinunciare a protezione e comfort. Grazie al Ballistic Rock Shield il piede rimane protetto dalle asperità del terreno e, anche su distanze lunghe, aiuta ad alleggerire lo stress dovuto ai ripetuti appoggi. Nonostante la struttura leggera è molto confortevole ma soprattutto è un tutt’uno con il piede dando una sensazione di grande sensibilità e controllo del gesto e dell’appoggio. Grip migliorato rispetto alla precedente versione grazie alla suola 3D Lug Configuration, bella sensazione di sicurezza e stabilità anche su fondi morbidi e viscidi, incollata al terreno in condizioni di asciutto.

Peso: 281 grammi (uomo); 230 grammi (donna) - Drop: 4 mm


PENSI AL TRAIL O È IL TRAIL CHE TI FA PENSARE? PureGrit 3 & Cascadia 9 Eccoti, fermo al bivio della decisione più importante: quale sentiero vuoi prendere oggi? Quali sensazioni vuoi fare tue? Quelle garantite dalle Nuove PureGrit 3, superleggere, con un grip pazzesco e un incredibile feeling con il terreno? O quelle delle nostre mitiche Cascadia 9, comode come pochissime, con i famosi 4 inserti Pivot, una garanzia sugli ostacoli più tosti? Non ti serve altro, a te la decisione, donna o uomo fortunato!

©2012 Brooks Sports, Inc.

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Oltre il GPS

www.garmin.com/it

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di Andrea Pizzi

Presentato nel 2013 pensavamo che il Garmin fēnix fosse uno strumento completo, un compagno di viaggio perfetto non solo per il trail ma per tutte le attività outdoor. Sono riusciti a migliorarlo! Il fēnix 2 è definitivo, manca solo che corra al nostro posto... La nuove caratteristiche tecniche sono tante, da un’interfaccia ancora più intuitiva e di rapido utilizzo alla connessione Bluetooth con lo smartphone, per trasmettere live allenamenti e competizioni ma anche ricevere mail e sms. Il fēnix 2 è abbinato alla nuova fascia cardio HRM-Run: dotata di accelerometro misura i tempi di contatto al suolo e la cadenza del passo, informazioni preziose per valutare e migliorare anche la propria tecnica di corsa. Diversi i profili preimpostati che variano in base alla disciplina praticata: non solo trail ma anche snowboard, sci nordico, bici, nuoto... sfruttando una bussola su tre assi, un termometro, l’altimetro e un baro-

metro fornisce una serie di dati per gestire e analizzare successivamente, grazie alla piattaforma Garmin Connect, tutte le attività registrate. Per chi vuole avere feedback relativi al proprio stato di forma il fēnix 2 misura il nostro VO2max e soprattutto valuta e suggerisce il giusto tempo di recupero, per poter impostare nel modo corretto il proprio programma di allenamento. E in caso di nebbia e mal tempo? Si attiva la funzione TrackBack e sul display, con grande precisione, viene mostrato il percorso per il rientro. Lo schermo si legge bene, i tasti si possono utilizzare anche indossando i guanti, è dotato di mappa precaricata di tutto il mondo. La batteria dura fino a 50 ore con il GPS attivato, in modalità orologio arriva a 5 settimane di autonomia! Ben pochi limiti per questo strumento da polso.


Foto di Giampaolo CalzĂ

www.alpstation.it www.montura.it


La dura vita del tester

www.noene-italia.com

I TEST DI SOUL RUNNING

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di Andrea Pizzi

Con i test di questo numero arriviamo a quota 76. Questo è il numero di scarpe che sono passate in redazione quest’anno, e forse non abbiamo ancora finito. Il grosso del lavoro, ovviamente, è stato svolto a febbraio, per la lavorazione delle nostre due Guide TEST, trail e running; tra poco, chiusa la terza edizione del nostro Alpe di Siusi Running Expo, inizieremo già con le novità 2015. Tanti modelli, uno diverso dall’altro per struttura, forma, caratteristiche, risposta... insomma un range di sensazioni e feedback davvero vario ma che ha avuto un unico comune denominatore: le solette Noene. Già dallo scorso anno abbiamo imparato a usarle... esatto: imparato. Nulla di difficile, tutt’altro, si tratta di prendere l’abitudine di inserire, sempre, una soletta da 2 o da 1 mm, in base alle necessità e alla forma della scarpa, e non solo in quelle da running, ma anche in quelle di tutti i giorni. Un’abitudine che tale deve rimanere perché, quella volta che ci si dimentica, si sente subito la differenza.

Calzature diverse per tipologia e natura di utilizzo, un infinito test che però ha dimostrato quanto importante sia l’utilizzo di queste solette, che non modificano in nessun modo la calzata grazie al loro ridotto spessore, lavorano per noi in silenzio e si fanno apprezzare nel tempo. Si passa così da poter risolvere alcuni pro-

blemi allo step successivo, quello che poi fa la differenza: la prevenzione di quelle problematiche non ancora sorte e che inevitabilmente possono presentarsi dopo i prolungati stress di un trail, e non parliamo solo di piedi ma anche di schiena e, in alcuni casi, di spalle e collo, soprattutto nelle lunghe discese.


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400 Grazie al WiFi integrato XTC400 si connette a smartphone e tablet per vedere in diretta, rivedere e condividere imme60 diatamente filmati e foto. Grazie alla App dedicata “Action Connect” si può accedere ad una ampia gamma di settaggi, attivare lo zoom, scattare foto o sequenze di foto. Scelta dagli sportivi ma non solo XTC400 è un compagno ideale per ogni situazione.

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La descrizione della nuova reflex digitale Nikon D3300 si potrebbe racchiudere in queste poche parole: compatta, leggera, semplice e qualitativamente elevata. Ma non le renderemmo dovuta giustizia. Rispetto ai modelli che l’hanno preceduta, una volta presa in mano, risulta più piccola e leggera. Queste caratteristiche permettono di poterla trasportare comodamente all’interno dello zaino, inoltre, le nuove tecnologie applicate, rendono la Nikon D3300 adatta a tutti e a tutti gli usi. Grazie al sensore CMOS da 24,2 megapixel e a una gamma ISO particolarmente ampia (può arrivare fino a 12.800 ISO) gli scatti risultano estremamente nitidi e dettagliati anche in condizioni di scarsa luce, come potrebbero essere le foto che scattiamo all’interno di un bosco durante una gara, o magari durante le prime ore del giorno allo star dell’Ultra trail che ci apprestiamo a seguire. Anche la velocità dello scatto in sequenza “corre” in nostro aiuto. Come le sorelle maggiori, la D3300 arriva a scattare 5 fotogrammi al secondo grazie al processore di elaborazione EXPEED 4. In questo modo potremo catturare anche la più fulminea azione di corsa che stiamo osservando.

La ghiera di selezione, permette di scegliere il modo di scatto desiderato se abbiamo già qualche competenza fotografica, altrimenti, la voce “GUIDE”, illustra passo passo come ottenere un determinato scatto o come elaborare le foto già catturate. La funzione D-Movie, inoltre, consente di realizzare filmati in Full HD con frequenze di fotogrammi fino a 50p/60p con autofocus continuo. Questo, permette registrazioni fluide, nitide e chiare, anche nell’audio, grazie al microfono integrato. Il mirino ottico copre il 95% dell’inquadratura ed è ampio e luminoso per agevolare la realizzazione dello scatto anche con soggetti i movimento a distanze maggiori. Io preferisco fotografare inqunadrando dal mirino ottico, ma lo si può fare anche tramite il monitor LCD da 7,5 cm, che, grazie a una risoluzione a 951k punti, garantisce nitidezza estrema durante la visione delle immagini catturate. Inolte, attraverso il monitor “vediamo” quello che riprendiamo durante la registrazione dei filmati o la realizzazione delle foto panoramiche. Le sue misure: circa 124×98×75,5 mm, pesa solo 410g (senza batteria e card di memoria).

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LA DISTRIBUZIONE DI SOUL RUNNING L’UNICITà CHE CI DISTINGUE! progetto soul shops 2014 Esattamente un anno fa è nato il progetto “Soul Shops”. La distribuzione alternativa e unica di Soul Running nei punti vendita specializzati outdoor e running. Molti di voi nel 2013 e fino a oggi hanno trovato i nostri prodotti, da Soul Running Magazine alla prima guida della collana Free Run – Elba Trail Running, sui banchi o nei reparti running di molti negozi specializzati. Molti di voi hanno acquistato il magazine e sempre di più hanno imparato a conoscerlo e trovarlo a pochi centimetri dagli stessi prodotti di cui tutti noi non possiamo fare a meno!!! Soul Running è lì, dove batte il cuore di ogni runners! E lo sarà ancora di più, con un aumento dei punti vendita, come promesso siamo già in 196 Soul Shops in tutta Italia! Grazie a voi e alla lungimiranza di molti gestori che hanno creduto nella validità di questo nuovo progetto, oggi

acquistare Soul Running nei negozi è una realtà consolidata e lo sarà sempre di più. Abbiamo raggiunto zone del centro e del sud Italia dove la passione palpita e dove sentieri e percorsi meno conosciuti di quelli dell’arco alpino sono lì, pronti ad accogliervi. Dove i nostri followers ci seguono con una passione enorme e noi di Soul Running stiamo concentrando le nostre energie per esserci e rimanere. La lista dei negozi outdoor e running dove siamo presenti è consultabile sul sito www. distanceplus.com nella sezione “dove trovare Soul Running” in Home Page.

Running, sono pronti per essere spediti. E per chi acquista i nostri prodotti presso il nostro gazebo alle gare trail sono previsti anche extra regali by Raidlight! NOVITà: Quest’anno Soul Running ha raddoppiato l’impegno nei test e sono aumentate le uscite che saranno sei, avete capito bene! Oltre alle due Guide Test TRAIL e ROAD sono previsti quattro book magazine in uscita a Maggio, Giugno, Luglio e Novembre.

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Soul Running A cura di: S.P.M. Publishing srl Via F.Sforza 1 – 20122 Milano Direttore Responsabile Marcella Magliucci Art director Mirko Mottin Redazione Davide Orlandi davide@soulrunning.it Andrea Pizzi andrea@soulrunning.it

Mirko Mottin mirko@soulrunning.it andrea valsecchi valsecchi@soulrunning.it Hanno collaborato: Stefano Marta, Luca Podetti, Matteo RENDA.

Advertising S.P.M. Publishing srl Via F.Sforza 1 – 20122 Milano Stampato in Italia da TIPOLITOGRAFIA PAGANI Srl Via DIVISIONE ACQUI, 10-12 lumezzane – bs Registrazione tribunale Milano n. 530 del 25/10/2011

Foto di copertina: basilicata - foto di andrea valsecchi Fotografi Dino Bonelli, Stefano Marta, Luca Podetti.

NUMERO 13 - LUGLIO 2014


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