Gennaio 2011

Page 1

Sound and Music - NovitĂ discografiche GENNAIO 2011

Hindemith Power Il grande violista inglese da alle stampe il terzo ed ultimo capitolo della musica di Hindemith dedicata alla viola. Un’opera fondamenteale per conoscere un repertorio tanto bello quanto sconosciuto

CDA67774


Columns - GENNAIO 2011

In questo numero… Hyperion CPO Chandos LSO Audite Testament Wigmore Hall Live Supraphon Linn Records Tactus Audio Fidelity Audio Wave JVC XRCD OMR Pure Pleasure Premium Stockfisch Speakers Corner

2 4 6 9 9 11 12 12 13 14 15 16 17 17 18 19 20 21

Presto in arrivo

22

Più premiati

23

Prima scelta

7

AA.VV. INTERMEZZI DA OPERTE

BBC Philharmonic Orchestra Giannandrea Noseda

JACOBUS CLEMENS NON PAPA REQUIEM E MOTTETTI PENITENZIALI

The Brabant Ensemble, Stephen Rice CDA67848 (CD alto prezzo)

J. Clemens non Papa: Requiem; Tristitia et anxietas; Vae tibi Babylon et Syria; Erravi sicut ovis; De profundis; Vox in Rama; Peccantem me quotidie; Heu mihi, Domine Considerato tra i massimi specialisti della polifonia sacra del XVI secolo, il Brabant Ensemble diretto da Stephen Rice dedica questo nuovo disco alle celebrazioni più commoventi della liturgia cattolica, con la Missa pro defunctis e una suggestiva serie di mottetti di carattere penitenziale di Jacobus Clemens Non Papa, un compositore che, a dispetto del suo grandissimo talento, non gode ancora della considerazione che meriterebbe tra il pubblico moderno. Accanto a una solennità composta e ieratica, in queste opere è possibile ravvisare un’espressione commossa e un’emotività molto spontanea. Nonostante la grande popolarità goduta dall’autore presso i suoi contemporanei, la maggior parte di queste opere non è mai stata registrata in precedenza e viene presentata in questo disco in prima mondiale. Nonostante questo disinteresse, ascoltando le opere di Clemens Non Papa non si può evitare di rimanere conquistati dalla loro bellezza e dalla loro opulenza armonica, che si distacca nettamente dalle stucchevoli costruzioni armoniche scritte da molti autori contemporanei ben più famosi. Con le sue interpretazioni fresche e spontanee, il Brabant Ensemble si propone di riportare questa splendida musica al pubblico più vasto possibile. Il Brabant Ensemble su HYPERION: PIERRE MOULU MISSA ALMA REDEMPTORIS MATER. MISSUS EST GABRIEL

CHAN10634

CDA67761 (CD alto prezzo) GRAMOPHONE EDITOR’S CHOICE

2


Columns - GENNAIO 2011 PAUL HINDEMITH

FLOR PEETERS

INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA

– VOLUME 3

Lawrence Power, viola BBC Scottish Symphony Orchestra, David Atherton CDA67774 (CD alto prezzo)

Già disponibili: INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA – VOLUME 1 Lawrence Power, viola Simon Crawford-Phillips, pianoforte CDA67721 (CD alto prezzo) INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA

D’Arcy Trinkwon, organo Marcussen della Tonbridge School Chapel CDA67825 (CD alto prezzo)

P. Hindemith: Konzertmusik op. 48; Der Schwanendreher; Trauermusik; Kammermusik n. 5 op. 36 n. 4 La strepitosa integrale della produzione per viola di Paul Hindemith raggiunge questo mese il terzo e ultimo volume, con un disco interamente dedicato alle opere per viola e orchestra. Nei primi due volumi le interpretazioni brillanti ed eloquenti di Power hanno tolto ogni possibile dubbio sull’assoluta infondatezza della fama di “compositore ostico” di cui gode ancora oggi Hindemith, mettendone in luce l’eccezionale ricchezza melodica, l’intenso lirismo e la profonda drammaticità. Il programma di questo disco comprende l’unico concerto per viola e orchestra a cui il compositore austriaco diede nome, “Der Schwabnendreher”, basato su antichi canti popolari tedeschi. Hindemith spiegò che scrivendo quest’opera aveva immaginato il solista come un violinista girovago, che si unisce al pranzo di un gruppo di amici eseguendo per loro le musiche che aveva imparato nel corso dei suoi interminabili viaggi, aggiungendo una serie di abbellimenti improvvisati. Il programma di questo disco comprende anche una delle opere più famose di Hindemith, la Trauermusik, scritta per una trasmissione radiofonica della BBC andata in onda il giorno dopo la morte di re Giorgio V. Si tratta di un fulgido esempio di “opera di circostanza”, la cui sincera ispirazione trascende di molto l’occasione per cui venne scritta e la inserisce di fatto nel grande repertorio del Novecento storico. Molto vicina sotto il profilo emozionale a quest’opera è la parte più riflessiva dell’opera Mathis der Maler, un lamento eloquente e dall’incedere solenne, pervaso da un intimismo di grande suggestione.

Lawrence Power, viola CDA67769 (CD alto prezzo)

OPERE PER ORGANO

– VOLUME 2

F. Peeters: Concert Piece op. 52a; Aria op. 51; Suite modale op. 43; Variationen und Finale über ein altflämisches Lied op. 20; Nun sei willkommen, Jesus, lieber Herr op. 39 n. 3; Maria sollte nach Bethlehem gehn op. 39 n. 5; Élégie op. 38; Toccata, fugue et hymne sur Ave maris stella op. 28; Lied to the Flowers op. 66 n. 3; Lied to the Sun op. 66 n. 5 Educato secondo i principi che venivano impartiti nelle chiese cattoliche, Peeters rimase legato per tutta la sua vita al canto gregoriano e alle modalità medievali, un fatto che appare evidente in tutte le sue opere. Alcuni musicologi hanno descritto i lavori della sua ultima fase creativa con il termine “neoclassico”, per via della loro scrittura essenzialmente polifonica, che pone grande enfasi sulla semplicità, sulla trasparenza e su strutture lineari, espressive e dalle sfumature quanto mai incisive. Peeters fu un contemporaneo quasi esatto di Maurice Duruflé, che condivise la sua grande passione per il canto gregoriano e la scrittura modale. Tuttavia, se Duruflé tratteggiò con lo stile modale suggestivi paesaggi impressionistici, Peeters inserì spesso nelle sue opere contorni più accentuati e colori più accesi, proponendosi come una sorta di Van Gogh rispetto al Monet di Duruflé. Questo disco propone una vasta silloge delle opere per organo di Peeters, spaziando dalle opere di ampio respiro che eseguiva nel corso dei suoi concerti ad alcuni dei suoi innumerevoli preludi corali. L’ampia e raffinata produzione di Peeters è caratterizzata da un grado di contrasti e di fantasia che non teme rivali. «D’Arcy Trinkwon è un maestro del fraseggio e la sensibilità che sfoggia in tutte le sue interpretazioni gli ha consentito di dare nuova vita alle grandi opere romantiche per organo» (Münchener Merkur, Monaco di Baviera, Germania). AA.VV. SALVE REGINA, CANTATE E MOTTETTI

James Bowman, controtenore; Deborah York, soprano; Crispian Steele-Perkins, tromba naturale The King’s Consort, Robert King CDH55354 (CD medio prezzo)

3


Columns - GENNAIO 2011 D. Scarlatti: Salve Regina in la maggiore A. Scarlatti: Su le sponde del Tebro; Infirmata vulnerata; O di Betlemme altera J.A. Hasse: Salve Regina Nel corso del XVIII secolo la cantata per voce e basso continuo o strumento obbligato era considerato il genere più impegnativo a cui potesse dedicarsi un compositore. Il programma di questo disco comprende tre pagine scelte dalle oltre 800 cantate scritte da Alessandro Scarlatti, due con accompagnamento del basso continuo e una con una parte per tromba naturale, che viene eseguita da un Crispian Steele-Perkins in grandissimo spolvero. Oltre a queste tre opere il King’s Consort esegue il Salve Regina di Domenico Scarlatti – sesto figlio di Alessandro – e di Johann Adolf Hasse, allievo del grande maestro palermitano. L’opera di Hasse presenta uno stile inconfondibilmente operistico, che appare evidente soprattutto nella scrittura fiorita delle parti vocali e strumentali, un fatto che spinse anche Domenico Scarlatti ad accantonare lo stile austero del padre in favore di toni più estroversi. «Dobbiamo fare alla Hyperion le più sincere congratulazioni per il fantasioso programma di questo disco, che tra le altre cose comprende anche diverse opere in prima registrazione mondiale. Un disco davvero consigliabile sotto tutti i punti di vista […] che vi garantirà anche dopo parecchio tempo un ascolto piacevolissimo» (BBC Music Magazine).

AUGUST KLUGHARDT OPERE ORCHESTRALI

Mirjam Tschopp, violino Anhaltische Philharmonie Dessau, Golo Berg CPO777465 (CD alto prezzo)

A. Klughardt: Concerto per violino e orchestra op. 68; Sinfonia n. 3 op. 37 August Klughardt si colloca a pieno diritto nella schiera dei Draeseke, degli Herzogenberg, dei Raff e dei Reinecke, compositori che seppero creare uno stile persona4

le che non si limitava a imitare pedestremente le correnti artistiche più in voga dell’epoca. Come sanno i numerosi appassionati che conoscono il catalogo CPO, sono proprio queste le caratteristiche che piacciono di più a Burkhard Schmilgun, direttore artistico dell’etichetta tedesca, che nel corso degli ultimi anni ci ha permesso di scoprire un’infinità di splendide opere di autori ingiustamente dimenticati. Ma ora veniamo al protagonista di questo splendido disco: nato a Dessau nel 1847, Klughardt trascorse gran parte della sua carriera come direttore dell’orchestra di corte della sua città natale, dove nel 1893 diresse tutto l’Anello del Nibelungo di Richard Wagner, compositore per il quale provava un’ammirazione sconfinata. Nonostante questo, la sua produzione risente dell’influenza wagneriana assai meno di quanto sarebbe lecito aspettarsi. In particolare, la sua Terza Sinfonia si colloca nel solco della tradizione di Schubert e del Classicismo viennese ed è pervasa da un’incontenibile vitalità. Il Concerto per violino e orchestra rappresenta una scoperta di grande importanza e viene eseguito con slancio appassionato da Mirjam Tschopp, accompagnata da una eccellente Anhaltische Philharmonie Dessau diretta con polso e molto buon gusto da un ispirato Golo Berg. GEORG PHILIPP TELEMANN 15:11 Solisti, R. Kantorei, Das K. Konzert, Hermann Max KAPITÄNSMUSIK TVWV

CPO777386 (2 CD alto prezzo)

Nel corso del XVII secolo Amburgo fu una città tranquilla e relativamente sicura. Dopo l’attacco delle truppe danesi del 1666 nessuno osò più mettere a rischio la prosperità di quella che era diventata la città anseatica più ricca della Germania. Questo fatto consentì alle autorità cittadine di non avere eccessive preoccupazioni circa la difesa della città, pur mantenendo una guardia civica nella quale tutti gli abitanti di Amburgo dovevano prestare servizio per qualche tempo. Gli ufficiali di questa milizia avevano il grado di capitani e – quando la città non era impegnata in azioni militari – ogni anno veniva organizzato in loro onore un sontuoso banchetto conosciuto con il nome di convivium. Questo evento prevedeva anche un intrattenimento musicale, diviso in un oratorio sacro e in una cantata profana. Queste opere celebrative erano conosciute con il nome di Kapitänsmusiken e Georg Philipp Telemann ne compose ben 36. Purtroppo, di questa vasta produzione ci sono pervenuti solo nove lavori, tuttavia anche un rapido ascolto


Columns - GENNAIO 2011 consente di eliminare da queste opere l’etichetta di “lavori celebrativi” che gli era stata conferita con troppa superficialità. Per Telemann le Kapitänsmusiken costituirono infatti un utilissimo ambito di sperimentazione e gli offrirono la possibilità di sfoggiare la straordinaria ecletticità del suo stile compositivo. Come sempre, Hermann Max si dimostra un interprete raffinato e molto attento alla prassi d’epoca e uno dei più grandi paladini di Telemann. CARL STAMITZ SINFONIE

L’arte del mondo, Werner Ehrhardt CPO777526 (CD alto prezzo)

C. Stamitz: Sinfonia op. 15 n. 3; Sinfonia Kai 38; Sinfonia op. 15 n. 2; Sinfonia Kai 34 La chasse Nato a Mannheim nel 1745, Carl Stamitz fu il primogenito di Johann Stamitz, compositore di origine boema passato alla storia per aver fondato la celebre Scuola di Mannheim. Carl iniziò a studiare musica con suo padre in tenerissima età, al punto che nel 1761 era già entrato a far parte dell’orchestra di corte di Mannheim, che all’epoca era ritenuta la formazione orchestrali migliore d’Europa. Nove anni più tardi, il venticinquenne Carl abbandonò l’orchestra per cercare fortuna come concertista e si esibì con grande successo in tutte le principali capitali europee. Questi convulsi anni di viaggio terminarono alla fine del XVIII secolo, quando al compositore venne offerta una cattedra all’università di Jena, città dove nel 1801 sarebbe morto all’età di 56 anni. Nonostante la sua vita in perenne movimento, Carl Stamitz godette di una grande considerazione tra i musicisti del tempo, che in più di un’occasione ne lodarono il talento, definendolo l’incarnazione della sensibilità, in quanto «la vibrante emozionalità del suo cuore si era espressa pienamente nella sua musica». Un autore, quindi, di grande interesse, che ci viene proposto dall’ensemble di strumenti originali L’arte del mondo – per l’occasione al debutto nel catalogo CPO – diretto da un ispirato Werner Ehrhardt. BERNHARD MOLIQUE INTEGRALE DEI QUARTETTI PER ARCHI

– VOLUME 3

Mannheimer Streichquartett CPO777336 (CD medio prezzo)

B. Molique: Quartetto per archi n. 1 op. 16; Quartetto per archi n. 2 op. 17

Il terzo volume dell’integrale dei quartetti per archi di Bernhard Molique varata dalla CPO conferma l’altissimo livello dei lavori del compositore di Norimberga, che sotto l’aspetto stilistico si collocano a metà strada tra il Classicismo e il Romanticismo. Concepito nella serena e gradevole tonalità di sol maggiore, il Quartetto n. 1 op. 16 rivela non solo una attraente cordialità e toni serenamente aristocratici – evocando in più di un’occasione la figura del padre del quartetto per archi, Franz Joseph Haydn – ma anche una vitalità leggera e animata, che trova piena espressione in modulazioni inattese e in una serie di melodie molto espressive, la cui intensa vena malinconica non scade mai in un sentimentalismo di facciata. Il Quartetto n. 2 op. 17 presenta invece tratti assai più virili, iniziando con un tema ottimistico e pervaso da una incontenibile carica vitale. In questo nuovo disco il Mannheimer Streichquartett conferma di essere una formazione cameristica di grande caratura, capace di – come ha scritto il critico della rivista tedesca FonoForum recensendo il primo volume – «esaltare le opere che esegue con una luce radiosa». MIECZYSLAW WEINBERG OPERE PER PIANOFORTE

Elisaveta Blumina, pianoforte CPO777517 (CD medio prezzo)

M. Weinberg: Quaderno dei fanciulli n. 1 op. 16; Quaderno dei fanciulli n. 2 op. 19; Quaderno dei fanciulli n. 3 op. 23; Sonata n. 1 op. 5 Sebbene Mieczyslaw Weinberg abbia composto la sua prima sonata per pianoforte all’età di soli vent’anni, quest’opera è pervasa da una profondità emozionale e da una padronanza tecniche davvero sorprendenti per un ragazzo di questa età. Scritti tra il 1944 e il 1945 con il titolo di Quaderno dei fanciulli, i suoi tre album di miniature pianistiche furono dedicati a sua figlia Viktoria (che allora contava 12 anni) e vennero pubblicati a Mosca nel 1947. Una sorprendente profondità espressività, un incedere serioso, qualche spunto drammatico e soprattutto una scrittura tutt’altro che agevole sotto l’aspetto tecnico distinguono in maniera inequivocabile queste 5


Columns - GENNAIO 2011 opere di Weinberg non solo dalle pagine ispirate al mondo infantile di Schumann (come le Kinderszenen e l’Album für die Jugend), dagli album per fanciulli di Ciaikovsky, Shostakovich e dalle Immagini infantili di Aram Khachaturian, ma anche dalle pagine programmatiche dedicate ai bambini come La stanza dei bambini di Mussorgsky. Questi brani molto complessi sotto l’aspetto musicale e ricchi di contrasti sono eseguiti con sensibilità e assoluta padronanza tecnica da Elisaveta Blumina, una pianista di San Pietroburgo che, a dispetto della giovane età, si è già messa in grandissima evidenza per le sue magistrali interpretazioni delle principali opere del repertorio contemporaneo. Segnatevi il suo nome, perché ne risentiremo parlare presto. WILHELM FRIEDEMANN BACH INTEGRALE DELLE OPERE PER ORGANO

Friedhelm Flamme, organo Hillebrand della Münsterkirche St. Alexandri zu Einbeck (Germania) CPO777527 (SACD alto prezzo)

W. Friedemann Bach: Fantasia Falck 19; Otto Fughe Falck 31 1-8; Sette Preludi corali Falck 38 1-4; Fuga Falck 37; Fuga Falck 33; Fuga Falck 32; Sette Preludi corali Falck 38, 5-7; Fantasia Falck 15 Primogenito di Johann Sebastian Bach, Wilhelm Friedemann è oggi considerato di gran lunga il compositore più dotato tra i quattro figli del sommo Cantor lipsiense che intrapresero la carriera musicale, ma anche ai suoi tempi godette di una grande considerazione, al punto da venire definito l’organista di maggiore talento della sua generazione. Date queste premesse, è davvero difficile non stupirsi del fatto che di un compositore di questo livello ci sia pervenuta solo una manciata di opere per organo, un ciclo di otto fughe, una raccolta di sette preludi corali e qualche breve lavoro isolato. Questo fatto apparentemente illogico trova spiegazione in alcune testimonianze coeve, secondo cui le interpretazioni di Wilhelm Friedemann erano basate più che altro su una incontenibile vena improvvisativa. Caratterizzate da una scrittura estremamente libera, le sue ampie fantasie dimostrano lo straordinario talento improvvisativo di Wilhelm Friedemann, i sette arrangiamenti di corali denotano uno stile ancora legato all’austera polifonia di Pachelbel, mentre le otto fughe «per clavicembalo o organo» sembrano essere il frutto di un ardito tentativo di far coesistere la monumentale scrittura polifonica con il linguaggio musicale – a seconda dei casi galante o empfindsam (sensibile) – proprio dei compositori che iniziarono a mettersi in luce verso la metà del XVIII secolo. Un nuovo trionfo per il grande organista Friedhelm Flamme e per la CPO. 6

GABRIEL PIERNÉ OPERE PER PIANOFORTE E ORCHESTRA

Jean-Efflam Bavouzet, pianoforte BBC Philharmonic Orchestra, Juanjo Mena CHAN10633 (CD alto prezzo)

G. Pierné: Concerto per pianoforte e orchestra op. 12; Ramuntcho – Suite n. 1; Ramuntcho – Suite n. 2; Divertissements sur un thème pastoral op. 49; Marche des petits soldats de plomb Sebbene oggi il suo nome sia quasi caduto nell’oblio, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo Gabriel Pierné fu uno dei compositori più apprezzati di Parigi e uno dei membri più influenti del panorama musicale francese, al punto che poco dopo la sua morte gli fu addirittura intitolata una piazza di Parigi. Allievo di César Franck e di Jules Massenet, Pierné scrisse musica intrisa di una straordinaria vena melodica e tutte le sue opere sono pervase da una luce caratteristica e da una verve inconfondibilmente francese. Strutturato secondo il collaudato schema in tre movimenti, il Concerto in do minore per pianoforte e orchestra venne portato a termine nel 1886. Le suites per il Ramuntcho sono collazioni di brani orchestrali scritti da Pierné nel 1908 per l’omonima commedia di Pierre Loti. La storia avventurosa del contrabbandiere basco offrì a Pierné la possibilità di arricchire la sua partitura con i ritmi e i colori della vibrante tradizione popolare basca. Se le ampie ouverture delle due suites sono considerate tra le opere più riuscite di Pierné, va detto che anche altri movimenti – come il vivace Fandango e la Rapsodia basca che conclude il lavoro – si collocano tra i brani più belli dell’epoca sia sotto il profilo della linea melodica sia sotto l’aspetto dei colori orchestrali. In ogni caso, l’opera che ha garantito la fama postuma del compositore francese è la Marche des petits soldats de plomb, un brano che ha goduto di una buona fama fino a non molto tempo fa e che viene riportato a nuova vita in questo disco magistralmente interpretato da Jean-Efflam Bavouzet. RICHARD STRAUSS INTERMEZZO

Solisti, Glyndebourne Festival Chorus, London Philharmonic Orchestra, Sir John Pritchard CHAN3174 (2 CD alto prezzo)


AA.VV. INTERMEZZI DA OPERE BBC Philharmonic Orchestra Gianandrea Noseda

PRIMA SCELTA

i migliori a prezzo speciale

€ 14,90

CHAN10634

(prezzo consigliato - fino al 28.02.2011)

G. Verdi: La Traviata, Preludio al terzo atto R. Leoncavallo: Pagliacci, Intermezzo G. Puccini: Edgar, Preludio al primo atto; Edgar, Preludio al terzo atto; Suor Angelica, Intermezzo; Manon Lescaut, Intermezzo E. Wolf-Ferrari: I Quattro Rusteghi, Intermezzo; I gioielli della Madonna, Intermezzo P. Mascagni: L’Amico Fritz, Intermezzo A. Ponchielli: La Gioconda, Danza delle Ore F. Cilea: Adriana Lecouvreur, Intermezzo U. Giordano: Siberia, Preludio; Fedora, Intermezzo A. Catalani: La Wally, Intermezzo del terzo atto; La Wally, Intermezzo del quarto atto; Loreley, Danza delle ninfe dell’acqua La maggior parte degli intermezzi presentati in questo disco sono interludi orchestrali di celebri opere italiane del XIX e del XX secolo, che di solito avevano la funzione di collegare tra loro i diversi atti. Questi lavori molto suggestivi furono concepiti non solo per creare l’atmosfera giusta per le successive vicende dell’opera, ma anche per offrire agli spettatori una breve pausa nel dipanarsi degli eventi. A questa fattispecie fa eccezione la celebre Danza delle ore della Gioconda di Amilcare Ponchielli, che aveva il compito di proporre al pubblico un gradevole spettacolo di balletto e (non di rado) di far ascoltare alcune delle melodie più belle dell’opera. La Danza delle ore di Ponchielli assurse a fama mondiale grazie al film Fantasia di Walt Disney e da allora è diventata uno dei brani più famosi del repertorio operistico. Oltre al capolavoro del compositore di Paderno Fasolaro, questo disco propone una ricca silloge di lavori, che spazia dal meraviglioso Preludio al terzo atto della Traviata di Giuseppe Verdi, uno dei brani più famosi e amati del genere, agli affascinanti intermezzi dei Gioielli della Madonna e dei Quattro Rusteghi di Ermanno Wolf-Ferrari. Il programma è completato dai romantici intermezzi dei grandi maestri del Verismo italiano Ruggero Leoncavallo, Giacomo Puccini, Umberto Giordano e Francesco Cilea e da alcune pagine non meno belle di Alfredo Catalani, un repertorio in cui Gianandrea Noseda si trova a proprio agio come pochissimi altri direttori. Alla testa della BBC Philharmonic Orchestra Noseda ha realizzato per la Chandos numerose registrazioni esaltate dalla stampa specializzata di tutto il mondo per la loro brillantezza e la loro sublime musicalità e in questo disco il direttore milanese raggiunge con la sua vasta competenza in ambito sia operistico sia sinfonico uno dei vertici più alti della sua luminosa carriera.


Columns - GENNAIO 2011 Eseguito per la prima volta nel 1924, Intermezzo è basato su un episodio della vita coniugale turbolenta ma duratura di Strauss e di sua moglie Pauline. La vicenda ruota intorno al personaggio di una moglie che – sentendosi triste e trascurata a causa dei continui impegni artistici del marito compositore – decide di cercare consolazione al di fuori delle pareti domestiche.La fusione tra brani cantati e sezioni parlate appare evidente soprattutto nel modo in cui Strauss riesce a far coesistere le effusioni liriche, lo Sprechgesang, le espressioni salaci dei servi e il linguaggio ricercato dei loro datori di lavoro, che nel loro insieme costituiscono un’eccellente caratterizzazione sostenuta da una musica di rara bellezza, che illumina puntualmente i passi più importanti dell’azione. Quest’opera tratteggia un quadro al tempo stesso tagliente e affettuoso della vita matrimoniale, facendo ricorso a tutte le trovate tipiche delle opere comiche come equivoci, confusioni di nomi e telegrammi intercettati. Pauline Strauss non riuscì a vedere il lato umoristico dell’opera di suo marito, seguita in questo dal pubblico dell’epoca, che giudicò queste assai poco velate “scene da un matrimonio” di gusto quanto meno dubbio. Dopo la morte di Strauss, Intermezzo vide crescere la sua popolarità in maniera esponenziale e questo splendido allestimento andato in scena a Glyndebourne con Elisabeth Söderström nel ruolo della protagonista contribuì ad aumentarne la fama non solo nel Regno Unito ma in ogni parte del mondo. WOLFGANG AMADEUS MOZART OPERE CAMERISTICHE

The Hermitage Trio CHAN10635 (CD alto prezzo)

W.A. Mozart: Preludio e Fuga KV.404a n. 4 (da Bach); Preludio e Fuga KV.404a n. 5 (da Bach); Divertimento KV.563 Questo splendido disco della Chandos presenta tre opere per trio d’archi di Mozart tuttora virtualmente sconosciute, il Divertimento K.563 e due delle sei fughe precedute da preludi lenti K.404a, che il grande Salisburghese scrisse su temi di Johann Sebastian Bach. Il Divertimento K.563 venne scritto nel 1788, lo stesso anno in cui videro la luce la Sinfonia K.543, la Sin8

fonia K.550 e la Sinfonia K.550 Jupiter. In questo bellissimo lavoro di Mozart tutti e tre gli strumenti eseguono passaggi virtuosistici, una caratteristica che lo allontana dalla tipologia del divertimento classico, per farlo rientrare nel novero di opere dai contenuti assai più profondi. Anche se oggi non si è ancora detta la parola definitiva sulla paternità dei sei Preludi e Fughe KV.404a, i musicologi sembrano concordi nell’attribuirli a Mozart. Protagonista assoluto di questo disco è l’Hermitage String Trio, che molti addetti ai lavori considerano tra le migliori formazioni cameristiche in circolazione. EDWARD GREGSON – VOLUME 3 Guy Johnston, violoncello; Peter Moore, trombone BBC Concert Orchestra, Bramwell Tovey INTEGRALE DEI CONCERTI

CHAN10627 (CD alto prezzo)

Edward Gregson (1945): Concerto per trombone e orchestra; A Song for Chris: Cello Concerto; Music for Chamber Orchestra; Two Pictures for String Orchestra Il profondo interesse che Gregson ha sempre nutrito nei confronti del genere concertistico si manifestò fin dalla più tenera età e il fatto di essere nato e cresciuto in una famiglia legata all’Esercito della Salvezza contribuisce a spiegare il ruolo decisivo che le fanfare di ottoni inglesi hanno sempre rivestito nelle sue opere. Questo fatto lo condusse a vivere esperienze musicali quanto mai diverse: «da un lato mi capitava di eseguire musica scritta da eccellenti compositori di opere per banda e dall’altro mi trovavo assorbito nei capolavori di Bartók, Prokofiev, Hindemith, Webern, Stravinsky, Shostakovich, Tippett e altri protagonisti della storia della musica del XX secolo». Il programma di questo disco ruota intorno al Concerto per trombone e orchestra. Gregson ha definito la parte solistica di questo concerto «virtuosistica, nel senso che sfrutta al massimo tutti i mezzi tecnici ed espressivi dello strumento, mettendo nello stesso tempo in evidenza l’afflato lirico del trombone». L’ultima opera scritta da Gregson – A Song for Chris, un concerto per violoncello e orchestra da camera commissionatogli dalla Manchester Camerata – è stata eseguita per la prima volta nel 2007 in occasione del Royal Northern College of Music International Cello Festival. In questo splendido disco la parte solistica è eseguita da Guy Johnston, che nel 2000 è stato votato dalla BBC Young Musician of the Year e in seguito è stato insignito di numerosi riconoscimenti di grande prestigio.


Columns - GENNAIO 2011 AA.VV. THE PURCELL LEGACY

Philippa Hyde, soprano The Parley of Instruments, Peter Holman CHAN0776 (CD alto prezzo)

G.B. Draghi (ca 16401708): Where art thou, God of Dreams? (Romulus and Hersilia; 1682); Sonata in sol minore Henry Purcell: Sonata in sol minore Z780; Tell me, some pitying angel Z196 R. Courteville: Creep softly, purling streams N. Matteis: Suite in re minore W. Croft: For rural and sincerer joys G.F. Händel: Venus and Adonis HWV85 J. Weldon: Suite in re minore J.C. Pepusch: Sonata Smallcoal N.F. Haym: Have mercy on me, O God Verso la fine del XVII secolo la musica inglese attraversò una fase di rapidi e profondi cambiamenti. In particolare, in questo periodo l’influenza della musica italiana crebbe in maniera esponenziale grazie all’opera di compositori come Giovanni Battista Draghi, Nicola Francesco Haym e Nicola Matteis. Il programma di questo affascinante disco propone una serie di lavori di Henry Purcell, John Weldon e William Croft, dai quali è possibile rendersi conto di come questi compositori reagirono alla nouvelle vague italiana e seppero inserire gli elementi principali del nuovo stile nelle loro opere. Scritto nello stile di una cantata italiana, il brano Tell me, some pitying angel dimostra con quanta maestria Purcell sapeva padroneggiare l’allora innovativo stile italiano. Questo attraente cocktail di elementi inglesi e italiani appare evidente nelle opere di molti compositori europei attivi in Inghilterra, che presentano alcuni tratti dello stile e dei generi propri della tradizione musicale britannica. Uno dei primi esempi di questa tendenza è costituito dalla Triosonata di Giovanni Battista Draghi. Secondo il parere di diversi musicologi, quest’opera sarebbe stata composta secondo il modello della consort music inglese dell’epoca e i suoi movimenti brevi e dal carattere contrastante si collocano agli antipodi delle sonate che venivano scritte dai compositori attivi in Italia in quel periodo. Le opere presentate in questo disco sono eseguite da The Parley of Instruments, una formazione di strumenti originali fondata da Peter Holman che nel corso degli anni si è collocata tra i gruppi più autorevoli specializzati nel repertorio rinascimentale e barocco, come dimostrano le numerose eccellenti registrazioni effettuate per la Hyperion.

CARL NIELSEN SINFONIE N. 4 E N. 5 London Symphony Orchestra, Sir Colin Davis LSO0694 (SACD basso prezzo)

Sebbene abbia dato un titolo a quattro delle sue sei sinfonie, il compositore danese Carl Nielsen non si espresse mai chiaramente sulla loro fonte di ispirazione. Nonostante questo, Nielsen fu senza dubbio uno dei sinfonisti più importanti vissuti tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo e la sua musica continua ad affascinare i pubblici moderni con un calibrato mix di energia e di lirismo. Questo nuovo disco della LSO Live ci consente di apprezzare l’affascinante lettura di Sir Colin Davis, uno dei massimi interpreti di questo repertorio, come si può notare dalle recensioni entusiastiche che hanno salutato la sua magistrale integrale delle sinfonie di Sibelius. «Las superba interpretazione di Davis possiede tutta l’energia e la vitalità richiesta da questa musica» (Sunday Times) «La musica di Nielsen sembra essere stata scritta su misura per la London Symphony Orchestra, in quanto le vigorose sonorità e il temperamento brillante dell’orchestra londinese esaltano nel modo migliore gli spunti virtuosistici e la dinamica visceralità delle sinfonie del compositore danese. Da parte sua, Davis si pone perfettamente in linea con i conflitti espressivi di chiara matrice beethoveniana di queste due sinfonie. La direzione di Davis possiede la vitalità giusta per una sinfonia soprannominata L’inestinguibile» (Financial Times).

FELIX MENDELSSOHN TRII PER ARCHI E PIANOFORTE

Swiss Piano Trio AUD92550 (SACD alto prezzo)

F. Mendelssohn: Trio n. 1 per archi e pianoforte op. 49; Trio n. 2 per archi e pianoforte op. 66 9


Columns - GENNAIO 2011 Questo disco dedicato ai trii per archi e pianoforte di Felix Mendelssohn segna l’inizio di una collaborazione tra la Audite e lo Swiss Trio, che tra qualche mese proseguirà con il primo volume della integrale dei trii di Robert Schumann. Composti tra il 1839 e il 1845, i trii per archi e pianoforte di Mendelssohn sono considerati con le opere analoghe di Beethoven e di Schubert tra i più grandi capolavori della letteratura cameristica del XIX secolo. In questi lavori di Mendelssohn Schumann vide il definitivo superamento delle contraddizioni che caratterizzarono l’ambiente musicale tedesco verso la metà dell’Ottocento, vale a dire i conflitti tra lirismo e drammaticità, tra intimismo e virtuosismo e infine tra lo sforzo di comunicare con il pubblico più vasto possibile e l’esigenza di esprimere anche i recessi più tormentati dell’anima del compositore. In entrambi i suoi trii Mendelssohn riesce a stregare gli ascoltatori con un’invenzione melodica sinuosa e ricca di spunti morbidi, una gradevole vitalità ritmica, un’apprezzabile originalità formale e – soprattutto – un fluire melodico ininterrotto, che sembra anticipare le successive opere di Max Reger. LEOS JANÁCEK INTEGRALE DEI QUARTETTI PER ARCHI

Mandelring Quartett AUD92545 (SACD alto prezzo)

Leos Janácek (18541928): Quartetto per archi n. 1; Quartetto per archi n. 2 Lettere intime (versione con viola); Quartetto per archi n. 2 Lettere intime (versione con viola d’amore) Capolavori dell’ultima fase della parabola creativa di Leos Janácek, i due quartetti per archi costituiscono i vertici assoluti del repertorio cameristico fiorito nel primo dopoguerra. Janácek portò a termine i suoi quartetti rispettivamente nel 1923 e nel 1928 e diede loro due titoli molto eloquenti. Il titolo “Sonata a Kreutzer” con cui venne battezzato il primo si riferisce all’omonimo racconto di Leon Tolstoi, nella quale l’energia emozionale sprigionata dalla musica viene ritenuta responsabile di una tragedia coniugale. Se questo lavoro venne dedicato più o meno segretamente a Kamila Stösslová, la donna amata da Janácek nei suoi ultimi anni di vita, il sottotitolo del 10

Quartetto n. 2 (“Lettere intime”) si rivolge in maniera più esplicita alla stessa dedicataria. Il compositore moravo volle sottolineare ulteriormente i sentimenti che provava per la Stösslová inserendo nell’organico uno strumento che avesse anche nel suo nome il termine amore. A proposito di questo quartetto, Janácek scrisse: «Il tessuto musicale di quest’opera sarà tenuto insieme da uno strumento molto particolare, la viola d’amour». Purtroppo, per motivi di ordine pratico Janácek fu costretto a rinunciare alla viola d’amore e a ripiegare su una viola normale. In questo splendido disco della Audite il violista Gunter Teuffel e il Mandelring Quartett eseguono la ricostruzione della versione originale di questo quartetto, proponendolo sia con la viola d’amore sia con la viola moderna. ROBERT SCHUMANN OPERE PER PIANOFORTE

Hideyo Harada, pianoforte AUD92577 (SACD alto prezzo)

R. Schumann: Fantasia in do maggiore op. 17; Kreisleriana op. 16; Arabeske op. 18 Dopo il grande successo ottenuto dai SACD dedicate alle opere di Grieg (AUD92555) e di Ciaikovsky e Rachmaninov (AUD92569), la pianista giapponese Hideyo Harada propone un programma interamente schumanniano, per celebrare il 200° anniversario della nascita del compositore di Zwickau. Anche in un’interpretazione assolutamente coerente, le opere pianistiche di Schumann presentano parecchi misteri e offrono all’esecutore un ventaglio di possibilità espressive pressoché infinito. In questa nuova incisione, la Harada ci offre la possibilità di ascoltare un’interpretazione rigorosa e molto personale di tre pietre miliari della letteratura romantica. In particolare, la pianista giapponese tratteggia con la dovuta plasticità le caratteristiche salienti di uno dei periodi più importanti della carriera di Schumann, la scrittura ampia e dai tratti quasi narrativi basata su netti contrasti e su numerosi piccoli dettagli chiaramente differenziati, la tipica fluidità dei tempi e i contorni ben definiti della musica. La stretta relazione con la letteratura romantica (evidente soprattutto in Kreisleriana), le strutture ampie e ariose ereditate dal Classicismo viennese (Fantasia in do maggiore) e alcuni elementi che sembrano profetizzare l’arte astratta (Arabeske) contribuiscono ad accentuare i vasti orizzonti che Schumann vide spalancarsi davanti ai suoi occhi quando, tra il 1836 e il 1838, scrisse queste tre splendide opere.


Columns - GENNAIO 2011

TESTAMENT KLEMPERER DIRIGE LA SINFONIA N. 7 DI BRUCKNER Wiener Symphoniker, Otto Klemperer

sky, Sviatoslav Richter affermò senza mezzi termini: «Van Cliburn è un vero pianista, al contrario di tutti gli altri». Questa nuova uscita della Testament – la terza dedicata al grande pianista texano – propone due dei concerti per pianoforte e orchestra più famosi del repertorio ottocentesco con la partecipazione della Chicago Symphony Orchestra diretta dal grandissimo Fritz Reiner. Van Cliburn su TESTAMENT:

TES1459 (CD prezzo speciale)

AA.VV. La Testament arricchisce il proprio vasto catalogo dedicato a Otto Klemperer con una magistrale lettura della Settima Sinfonia di Anton Bruckner, uno dei cavalli di battaglia del grande direttore tedesco. Registrata dal vivo nel 1958, questa edizione della Settima venne accolta dalla critica specializzata come una delle edizioni più illuminanti e più commoventi del capolavoro del compositore di Linz. VAN CLIBURN INTERPRETA BRAHMS E SCHUMANN Van Cliburn, pianoforte Chicago Symphony Orchestra, Fritz Reiner, direttore TES1460 (2 CD prezzo speciale)

J. Brahms: Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra op. 83 R. Schumann: Concerto per pianoforte e orchestra op. 54 Il 1958 fu un anno di importanza fondamentale non solo per la storia dei concorsi pianistici ma addirittura per la storia dell’interpretazione. Infatti in quell’anno il governo dell’Unione Sovietica indisse la prima edizione del Concorso Ciaikovsky per celebrare il talento dei propri musicisti. In questo modo i vertici dell’Unione Sovietica intendevano dimostrare che nell’ambito del pianismo romantico il paese non conosceva rivali, potendo vantare una incredibile batteria di virtuosi che da Anton Rubinstein era germogliata in Richter e Gilels. Nessuno poteva aspettarsi che la vittoria sarebbe andata a un ventiquattrenne texano biondo e allampanato di nome Van Cliburn. Di fronte alla sua magistrale interpretazione del Concerto di Ciaikov-

IL CONCERTO AL CONCORSO CIAIKOVSKY DI MOSCA

Orchestra Filarmonica di Mosca, Kirill Kondrashin TES1440 (CD alto prezzo) AA.VV. VAN CLIBURN IN CONCERTO

TES1445 (2 CD alto prezzo) L’HUNGARIAN QUARTET ESEGUE BEETHOVEN E BARTÓK Hungarian Quartet TES1461 (2 CD prezzo speciale)

L. van Beethoven: Quartetto per archi n. 8 op. 59 n. 2 Razumovsky; Quartetto per archi n. 9 op. 59 n. 3 Razumovsky B. Bartók: Quartetto per archi n. 5; Quartetto per archi n. 6 Il nome Hungarian Quartet fu portato da due grandi formazioni di Budapest attive nei primi tre quarti del XX secolo. Guidato dal carismatico Imre Waldbauer, il primo Hungarian Quartet fu costituito nel 1918 per eseguire la produzione cameristica di Béla Bartók, Zoltán Kodály e Leó Weiner, i tre compositori che tennero alta per decenni la bandiera della musica e della cultura ungheresi. Il primo Hungarian Quartet si esibì in tutte le principali sale da concerto europee e i suoi membri furono considerati tra i musicisti più importanti e carismatici dell’epoca. Purtroppo, questa formazione non ci ha lasciato nessun disco in grado di testimoniarne l’arte. Nel 1935 i violinisti Sándor Végh e Peter Szervánsky, il violista Dénes Koromzay e il violoncellista Vilmos Palotai diedero vita al New Hungarian Quartet tuttavia, a causa di seri attriti venutisi a creare tra i due violinisti, Szervánsky venne ben presto sostituito da László Halmos. Questa nuova uscita della Testament ci offre la possibilità di ascoltare questo quartetto nelle opere di due degli autori a cui legarono maggiormente la loro carriera, Beethoven e Bartók. 11


Columns - GENNAIO 2011 AA.VV. THE MAGIC BOW

Michael Rabin, violino The Hollywood Bowl Symphony Orchestra, Felix Slatkin TESLP8510 (LP da 180 grammi)

AA.VV. N. Paganini: Moto perpetuo F. Kreisler: The Old Refrain; Caprice viennois N. RimskyKorsakov: Il volo del calabrone C. SaintSaëns: Introduzione e Rondò capriccioso G.I. Dinicu: Hora staccato J. Massenet: Méditation da Thaïs P. Sarasate: Zigeunerweisen Questo splendido disco ci offre una testimonianza dell’arte di Michael Rabin, violinista americano di origine romena nato nel 1936 a New York in una famiglia di musicisti. Su consiglio del grande Jascha Heifetz, il giovanissimo Michael iniziò a studiare con Ivan Galamian e a 15 anni fece il suo debutto alla Carnegie Hall eseguendo il Concerto in re maggiore di Paganini con la New York Philharmonic Orchestra diretta da Dimitri Mitropoulos. Purtroppo, quando la strada del successo sembrava ormai spianata, Rabin iniziò ad accusare preoccupanti disturbi di carattere neurologico e il 19 gennaio del 1972 morì a causa di una banale caduta in casa, lasciandoci un numero di registrazioni limitato ma di altissimo livello. Il programma di questo disco propone una serie di spettacolari brani dai quali traspare tutto il virtuosismo e la musicalità di un artista che se fosse vissuto di più avrebbe sicuramente segnato in maniera indelebile la storia del violinismo internazionale.

OPERE VOCALI

Iestyn Davies, controtenore Ensemble Guadagni WHLive0038 (CD medio prezzo)

D. Buxtehude: Jubilate Domino BuxWV64 H. Purcell: Gentle Shepherds, you that know Z464; What a sad fate is mine Z428a; An Evening Hymn – Now that the sun hath veiled his light J. Blow: As on his deathbed gasping Strephon lay G.F. Händel: Nove arie tedesche Questo splendido disco rappresenta il primo frutto della collaborazione tra il controtenore Iestyn Davies e l’Ensemble Guadagni, una formazione di strumenti originali comprendente alcuni dei migliori specialisti del repertorio barocco in circolazione. Il programma si apre con una cantata di Dietrich Buxtehude dai toni meravigliosamente festosi e si chiude con As on his deathbed gasping Strephon lay di John Blow, un brano molto divertente che narra il pentimento in extremis del conte di Rochester, un famoso libertino vissuto nella seconda metà del XVII secolo. Il piatto forte di questo disco è però rappresentato dalle nove Arie tedesche di Georg Friedrich Händel, che l’autore del Messiah scrisse negli anni Venti del XVIII secolo su versi che esprimono la «terrena contemplazione di Dio» del suo vecchio amico Barthold Heinrich Brockes. Recensendo la performance di Davies nella Partenope di Händel andata in scena alla New York City Opera, il critico del New York Times scrisse: «La star vocale della serata [ ] Un controtenore dal timbro luminoso e molto morbido».

ANTONÍN DVORÁK INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLONCELLO

Tomáš Jamník, violoncello Orchestra Sinfonica della Radio di Praga, Tomáš Netopil SU4034 (2 CD medio prezzo)

12


Columns - GENNAIO 2011 A. Dvorák: Concerto n. 2 per violoncello e orchestra op. 104; La calma del bosco op. 68 n. 5; Rondò per violoncello e orchestra op. 94; Concerto n. 1 per violoncello e orchestra Dvorák e il violoncello? Beh, certo: dopo tutto il suo Concerto in si minore op. 104 è una delle opere per violoncello più presenti in discografia. Il compositore boemo ne nutriva una stima sconfinata: «Ho appena finito di scrivere un nuovo concerto per violoncello e orchestra e sono certo che supererà di gran lunga i due lavori che ho scritto in precedenza […] Certo, i giudizi degli autori non sono mai completamente affidabili, tuttavia devo confessarti di essere terribilmente soddisfatto di quest’opera e credo proprio di non sbagliarmi». In ogni caso, oltre al Concerto op. 104 Dvorák compose diverse altre opere per violoncello che meritano di essere prese in seria considerazione. Oltre a due piccole pagine pervase da un’atmosfera molto suggestiva (Rondò e La calma del bosco), questo ambito della produzione di Dvorák comprende il Concerto n. 1 per violoncello e orchestra, un’opera virtualmente sconosciuta, la cui versione per violoncello e pianoforte fu orchestrata dal celebre studioso Jarmil Burghauser, che si attenne allo stile utilizzato da Dvorák nelle sue prime sinfonie. Questo interessantissimo cofanetto doppio della Supraphon vede protagonista Tomáš Jamník, uno dei violoncellisti più dotati della giovane generazione. Al fianco di Jamník si mette in grande evidenza Tomáš Netopil, un direttore in vertiginosa ascesa che ha avuto l’onore di calcare il podio dei mitici Berliner Philharmoniker in occasione del concerto organizzato per celebrare la scomparsa di Sir Charles Mackerras, per l’occasione alla testa di un’Orchestra Sinfonica della Radio di Praga in forma smagliante. ANTONÍN REICHENAUER OPERE ORCHESTRALI

Sergio Azzolini, fagotto barocco; Xenie Löffler, oboe barocco; Lenka Torgersen, violino barocco Collegium 1704, Václav Luks SU4035 (CD alto prezzo)

A. Reichenauer: Concerto in do maggiore per fagotto, archi e basso continuo; Concerto in si bemolle maggiore per oboe, fagotto, archi e basso continuo; Concerto in do minore per violino, archi e basso continuo; Concerto in sol maggiore per oboe, archi e basso continuo; Concerto in sol minore per fagotto, archi e basso continuo; Ouverture in si bemolle maggiore per due oboi, fagotto, archi e basso continuo

A differenza del gran numero di opere sacre dei compositori boemi attivi nei primi settant’anni del XVIII secolo giunte sino ai giorni nostri, il patrimonio strumentale di questi musicisti è andato quasi completamente perduto. In questo ambito il corpus più significativo è costituito dalle circa venti opere di Antonín Reichenauer, un musicista della cappella del conte Morzin che successe a Johann Friedrich Fasch. Il livello decisamente alto di questa formazione strumentale trova conferma nei contatti regolari che il conte Morzin mantenne con Antonio Vivaldi, al quale offrì il remunerativo incarico di “maestro di musica in Italia”. A questo munifico datore di lavoro il Prete Rosso dedicò diverse opere di grande importanza, tra cui il Cimento dell’armonia e dell’inventione op. 8, comprendente le Quattro Stagioni. La straordinaria bellezza dei virtuosistici concerti di Reichenauer è sottolineata da una scrittura quanto mai impegnativa sotto l’aspetto tecnico, che aveva lo scopo di mettere in mostra il talento delle prime parti della cappella musicale del conte Morzin. Dopo la morte del loro autore, queste opere caddero rapidamente nel dimenticatoio, anche per colpa di molti musicisti che le ritenevano troppo difficili da eseguire. Ovviamente questo non è il caso del mago di Sergio Azzolini e degli altri musicisti che hanno preso parte alla registrazione di questo disco. Accompagnati dal Collegium 1704, un gruppo di strumenti originali che si è messo in bella evidenza grazie a una serie di dischi dedicati a Jan Dismas Zelenka, Azzolini, la Löffler e la Torgersen eseguono i concerti di Reichenauer con il mix di vivacità e di energia che questa musica richiede.

THOMAS ARNE ARTAXERXES

The Classical Opera Company, Ian Page LINNCKD358 (2 SACD a prezzo speciale)

Passato alla storia quasi esclusivamente per essere l’autore dell’inno patriottico Rule Britannia contenuto nell’opera Alfred, Thomas Augustine Arne fu uno dei compositori più in vista nella Londra della seconda metà del XVIII secolo, suscitando commenti ammirati anche in colleghi assai 13


Columns - GENNAIO 2011 poco propensi alla lode come Mozart e Haydn, e la sua opera più famosa, l’Artaxerxes, calcò le scene dei teatri londinesi dal 1762, anno della sua prima rappresentazione, fino agli anni Trenta dell’Ottocento, una longevità più unica che rara per l’epoca, che gli consentì di reggere il confronto anche con il mitico Messiah di Händel. Per celebrare il terzo centenario della nascita di Arne, la Linn presenta la prima versione veramente completa dell’Artaxerxes, con la ricostruzione del Finale realizzata da Duncan Druce, nell’interpretazione della Classical Opera Company diretta da Ian Page. Sebbene sia eseguita molto raramente, quest’opera presenta una serie di melodie ben note ai melomani più preparati, tra cui la celebre aria “The soldier tir’d”, eseguita più volte dalla compianta Dama Joan Sutherland. Solisti: Christopher Ainslie, Elizabeth Watts, Caitlin Hulcup, Andrew Staples, Rebecca Bottone, Daniel Norman, JOHANN SEBASTIAN BACH SONATE E PARTITE PER VIOLINO SOLO

Pavlo Beznosiuk, violino LINNCKD366 (2 SACD a prezzo speciale)

J.S. Bach: Sonata n. 1 BWV 1001; Partita n. 2 BWV 1004; Sonata n. 3 BWV 1005; Partita n. 1 BWV 1002; Sonata n. 2 BWV 1003; Partita n. 3 BWV 1006 Unanimemente considerate tra i vertici assoluti della letteratura per violino solo, le Sonate e Partite di Johann Sebastian Bach costituiscono una sfida molto impegnativa sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto il profilo intellettuale, che solo un musicista dotato di una vastissima preparazione culturale e di un virtuosismo fuori da comune può affrontare con la dovuta tranquillità. Queste qualità sono presenti in abbondanza in Pavlo Beznosiuk, che in questo cofanetto doppio si accosta ai capolavori di Bach con il giusto mix di vitalità e di introspezione. Una versione destinata a collocarsi ai vertici della pur vasta discografia del sommo Cantor lipsiense. PHILIPPE ROGIER OPERE SACRE

Magnificat, His Majestys Sagbutts and Cornetts, P. Cave LINNCKD348 (SACD alto prezzo)

P. Rogier: Domine Dominus noster; Missa Domine Dominus noster; Regina caeli; Laudate Dominum; Missa Domine in virtute tua; Videntes stellam Magi; Verbum caro factum est G. Pierluigi da Palestrina: Domine in virtute tua 14

Per celebrare il 450° anniversario della nascita di Philippe Rogier, la Linn – votata di recente Etichetta dell’Anno dalla prestigiosa rivista inglese Gramophone – propone uno splendido disco comprendente la prima registrazione mondiale di tre opere del grande compositore fiammingo riscoperte di recente. Rispetto a molti altri lavori caduti nell’oblio, la Missa Domine in virtute tua e i mottetti Domine Dominus noster e Laudate Dominum meritano di essere riportate sotto la luce dei riflettori grazie a una scrittura di straordinaria ricchezza, che nei passaggi più elaborati conta ben dodici parti vocali accompagnate da un ensemble di cornetti e di tromboni sostenuto dall’organo e impreziosito dall’arpa. Protagonisti assoluti di questo disco sono l’ensemble Magnificat, una delle migliori formazioni specializzate nel repertorio vocale del Rinascimento guidata con polso sicuro da un ispirato Philip Cave, e His Majestys Sagbutts and Cornett, gruppo a cui dobbiamo alcune delle registrazioni più autorevoli dedicate agli autori del XVI e del XVII secolo, molte delle quali disponibili nel catalogo Hyperion. Philippe Rogier nei cataloghi distribuiti da Sound and Music: PHILIPPE ROGIER MISSA EGO SUM QUI SUM. MOTTETTI

King’s College London Choir, David Trendell CDA67807 (CD alto prezzo)

RICHARD WAGNER TRASCRIZIONI PER ORGANO

Giulio Mercati, organo TC812301 (CD alto prezzo)

R. Wagner: Preludio al primo atto (Tristano e Isotta); Lied an den Abendstern (Tannhäuser); Preludio al primo atto (Lohengrin); Gebet der Elisabeth (Tannhäuser); Karfreitagszauber (Parsifal); Preludio al primo atto (I maestri cantori di Norimberga) La Tactus inaugura una nuova collana in collaborazione con il Centro Studi Lauretani che va ad arricchire ulterior-


Columns - GENNAIO 2011 mente il suo già vasto catalogo organistico. Per il primo volume l’etichetta bolognese fa un piccolo strappo alla regola che la vuole interessata esclusivamente al repertorio italiano, presentando una silloge di celebri pagine wagneriane arrangiate per organo da Edwin Henry Lemare (18661934), un organista inglese autore di una serie di brillantissime trascrizioni che Christopher Herrick ha fatto conoscere al grande pubblico nella collana Organ Fireworks pubblicata dalla Hyperion. Come si legge nelle interessanti note di copertina firmate dal protagonista di questo disco, Giulio Mercati, «le trascrizioni organistiche di Lemare costituiscono una chiara manifestazione del più esasperato virtuosismo tardo ottocentesco, messo tuttavia al servizio dell’espressione musicale». Per rendere nel modo migliore la funambolica scrittura di questi spettacolari lavori, Mercati compie veri e propri miracoli, proponendo lati inediti e molto affascinanti di Wagner, che sapranno conquistare anche gli estimatori più integralisti del grande compositore di Lipsia.

DEEP PURPLE IN ROCK

Deep Purple AFZ051 (CD Gold alto prezzo)

Speed King; Bloodsucker; Child in Time; Flight of the Rat; Into the Fire; Living Wreck; Hard Lovin’ Man Nel 1970, quando l’heavy metal era ancora agli albori, i Deep Purple misero insieme sonorità robuste e un piglio ricco di energia, determinando il successo planetario del nuovo genere. Uno degli album che contribuirono maggiormente alla definitiva affermazione dell’heavy metal fu il dirompente In Rock, quarto album realizzato in studio dai Deep Purple. Questo album scatenò l’entusiasmo di un pubblico vastissimo soprattutto grazie agli irresistibili riff della chitarra di Ritchie Blackmore e ai vigorosi ghirigori dell’organo di Jon Lord. Il disco si apre con la versione lunga (cinque minuti e 55 secondi) inedita e completamente rimasterizzata di “Speed King”, che aggredisce immediatamente l’ascoltatore con un rock durissimo, dal timbro roco e dall’incedere sfrenato. Questo disco contiene anche la mitica versione di dieci minuti del classicissimo “Child in Time”.

YES 90125 Yes AFZ063 (CD Gold alto prezzo)

Owner of a Lonely Heart; Hold On; It Can Happen; Changes; Cinema; Leave It; Our Song; City of Love; Hearts Nel 1983, grazie all’uscita di 90125, gli Yes misero a segno uno dei ritorni più spettacolari e pubblicizzati della storia del rock. Questo album mise a rumore gli appassionati di tutto il mondo per il radicale cambiamento di stile della band americana, che abbandonò il suo caratteristico progressive rock sinfonico degli anni Settanta in favore di un pop dai toni inconfondibilmente anni Ottanta. Il brano più famoso di 90125 è “Owner of a Lonely Heart”, che come singolo si insediò stabilmente al primo posto delle classifiche americane e spinse l’album nella Top 5, dando un contributo determinante a vendere oltre tre milioni di copie nel corso delle 53 settimane di permanenza nella hit-parade, che lo resero l’album di maggior successo degli Yes. Tra gli altri brani di questo disco entrati nella Top 10 meritano di essere citati “Hold On”, “It Can Happen”, “Leave It”, “Changes” e “Cinema”, che nel 1984 si aggiudicò un Grammy Award come miglior brano rock strumentale. STYX GRAND ILLUSION

AFZ067 (CD Gold alto prezzo)

The Grand Illusion; Fooling Yourself (The Angry Young Men); Superstars; Come Sail Away; Miss America; Man in the Wilderness; Castle Walls; The Grand Finale Grazie a un perfetto mix tra melodiosità pop ed energia rock, The Grand Illusion è considerato il massimo capolavoro discografico degli Styx, una band di grande talento che seppe far coesistere in maniera molto efficace ballate dai toni delicati e brani di rock duro. L’insieme di queste caratteristiche consentì agli Styx di entrare nell’empireo delle band più famose degli anni Ottanta e The Grand Illusion fu il primo disco 15


Columns - GENNAIO 2011 della band a ottenere il Disco di Platino. Il programma di questo disco ruota intorno a “Fooling Yourself” e a “Come Sail Away”, unanimemente considerata la canzone più emblematica degli Styx. Approdato al sesto posto della classifica di Billboard, questo album consente di apprezzare tutte le qualità migliori degli Styx, tra cui una magistrale tecnica strumentale, una vocalità molto coinvolgente, testi di grande impatto e arrangiamenti di rara bellezza. Da notare che The Grand Illusion fu il settimo album registrato in studio degli Styx e venne pubblicato il 7 luglio del 1977 (7/7/77).

Artista estremamente eclettica, Laura Nyro ha saputo far coesistere armoniosamente il jazz con il pop, il country con il varietà di Broadway e il gospel. Time and Love ha dato un contributo fondamentale per fare entrare Laura Nyro nell’empireo delle cantanti-cantautrici. Tra i sedici brani di questo leggendario album meritano di essere citati “When I Die”, Wedding Bell Blues”, “Eli’s Comin’”, “Stoney End”, “Stone Soul Picnic” e “Up on the Roof”. Un album e una artista per tutte le stagioni.

ASIA ASIA

AFZ068 (CD Gold alto prezzo)

DONALD BYRD Heat of the Moment; Only Time Will Tell; Sole Survivor; One Step Closer; Time Again; Wildest Dreams; Without You; Cutting Fine; Here Comes the Feeling Questo disco è considerato uno degli album d’esordio migliori della storia del rock grazie a un programma pervaso da una esplosiva energia, che gli permise di mantenere per ben nove settimane il primo posto delle hit-parade statunitensi, mentre “Heat of the Moment”, “Sole Survivor” e “Only Time Will Tell” raggiunsero rispettivamente il quarto, il decimo e il diciassettesimo posto delle classifiche, rimanendo per moltissimo tempo nella Top 40. Questi strepitosi risultati si tradussero per Asia in una nomination ai Grammy Award come Migliore Nuova Artista dell’Anno e nel titolo di Album dell’Anno per la prestigiosa rivista specializzata Billboard. LAURA NYRO TIME AND LOVE

AFZ085 (CD Gold alto prezzo)

Sweet Blindness; Wedding Bell Blues; And When I Die; Blowin’ Away; Eli’s Comin’; Goodbye Joe; Stoney End; It’s Gonna Take a Miracle; Stoned Soul Picnic; Lu; Save the Country; When I Was a Freeport and You Were the Main Drag; Blackpatch; Time and Love; Sexy Mama; Up on the Roof 16

THE CAT WALK

Donald Byrd, tromba; Pepper Adams, sax baritono; Duke Pearson, pianoforte; Laymon Jackson, basso; Philly Joe Jones, batteria JVCAW0009 (XRCD24 alto prezzo)

Say You’re Mine; Duke’s Mixture; Each Time I Think Of You; The Cat Walk; Cute; Hello Bright Sunflower Donald Byrd ha avuto una carriera interessante ed estremamente prolifica. Sia quando registrava jam session per la Prestige negli anni Cinquanta, sia quando raggiunse l’agognato successo commerciale negli anni Settanta con album a metà strada tra il funk e il R&B, Byrd seppe rimanere sulla cresta dell’onda di un mare musicale in perenne ebollizione. Il gruppo migliore della sua carriera fu quello che diresse con Pepper Adams tra il 1958 e il 1962. L’intesa tra la tromba di Byrd e il sax baritono di Adams, la loro spiccata personalità e i lampi di genio che si sprigionavano nel corso delle loro esibizioni si rivelarono molto utili per la carriera di entrambi. Secondo molti addetti ai lavori, The Cat Walk rappresenta il frutto migliore della loro collaborazione, anche grazie alle prove maiuscole offerte dal pianista Duke Pearson (che continuò a suonare con Byrd fino alla fine degli anni Sessanta), dal bassista Laymon Jackson e dal batterista Philly Joe Jones. I quattro brani originali di Pearson (uno dei quali scritto con Byrd), degnamente affiancati da “Hello Bright Sunflower” e da “Dukes Mixture” consentono di rendersi pienamente conto del grande talento di questo gruppo. Questo punto di svolta nelle carriere di Donald Byrd, Pepper Adams e Duke Pearson ci viene ora offerto dalla JVC nello splendore dello XRCD per la gioia di tutti gli audiofili amanti del jazz di alto livello.


Columns - GENNAIO 2011 HORACE SILVER THE CAPE VERDEAN BLUES

Horace Silver, pianoforte; Joe Henderson, sax tenore; Woody Shaw, tromba; J.J. Johnson, trombone; Bob Cranshaw, basso; Roger Humphries, batteria JVCAW0010 (XRCD24 alto prezzo)

The Cape Verdean Blues; The African Queen; Pretty Eyes; Nutville; Bonita; Mo’ Joe Il 1965 fu un anno da incorniciare per Horace Silver. Nei dodici mesi di quell’anno il suo “Song for My Father” balzò ai vertici delle hit-parade, venne costituito un quintetto destinato a far parlare molto di sé ed ebbe l’opportunità di avere nel disco che stava realizzando per la Blue Note una guest star d’eccezione, lo strepitoso trombonista J.J. Johnson. In The Cape Verdean Blues Johnson si trovò a far parte di una delle band migliori di Silver, che poteva contare sul grandissimo talento di due musicisti in vertiginosa ascesa come il tenorsassofonista Joe Henderson e il giovane trombettista Woody Shaw. Questi due fenomeni spinsero Silver a eseguire alcuni strepitosi assoli, mentre i brani scritti dal pianista consentirono a Henderson e a Shaw di privilegiare la linea melodica e un’espressione quanto mai intensa. Tra i brani in programma, “The Cape Verdean Blues” rende omaggio alle isole dell’Africa occidentale in cui nacque il padre di Silver, “Pretty Eyes” è il primo valzer scritto da Silver e “Nutville” è un brano tanto complesso quanto affascinante. Secondo l’unanime giudizio degli addetti ai lavori, The Cape Verdean Blues è uno degli album più ispirati e interessanti della lunga e straordinaria carriera di Horace Silver.

Pubblicato dalla JVC per celebrare il terzo centenario della nascita di Giovanni Battista Pergolesi, questo disco vede I Musici eseguire una splendida silloge di opere di Geminiani, Pergolesi, Vivaldi e Durante. Nel 1952 dodici giovani e promettenti musicisti italiani – per la maggior parte romani e diplomati all’Accademia di Santa Cecilia – costituirono un’orchestra da camera formata da sei violini, due viole, due violoncelli, un contrabbasso e un clavicembalo. Questi musicisti scelsero come nome del loro complesso I Musici e decisero fin dall’inizio di suonare senza direttore, allo scopo di creare tra loro un rapporto egualitario, anche in materia di scelte interpretative e di repertorio. Dopo aver ascoltato una loro esibizione negli studi della RAI nel 1952, Arturo Toscanini ne esaltò la prova di fronte ai numerosi giornalisti e critici presenti, dedicando al gruppo una sua fotografia con la dedica: «Bravi, bravissimi… no! La musica non muore». Con il passare degli anni i musicisti sono cambiati, i membri fondatori si sono ritirati uno dopo l’altro ma – con i giovani talenti che ne hanno preso il posto – c’è sempre stato un gruppo di musicisti storici a garantire la continuità della tradizione dell’orchestra. L’ottima registrazione di Giulio Cesare Ricci effettuata con l’utilizzo di microfoni a valvole Neumann U47, U48, e M.49 nella Casa della Spiritualità S.Teresa a Viterbo, fa da ottimo starting point per la re masterizzazione seguita negli studi della JVC Mastering Center in Giappone.. Un CD di grande musica che grazie ad una tecnologia senza pari ne restituisce intatto il suo grande fascino.

PATRICIA BARBER MYTHOLOGIES

MFSL2-318 (2 LP da 180 grammi)

AA.VV. CONCERTI E FOLLIE ALL’EPOCA DI PERGOLESI

I Musici JVCXRNT007 (XRCD24 alto prezzo)

F. Geminiani: Concerto Grosso n. 12 per archi e cembalo La Follia G.B. Pergolesi: Concerto in si bemolle maggiore per violino, archi e basso continuo A. Vivaldi: Concerto per due violoncelli, archi e basso continuo RV.531; Concerto per violino, archi e basso continuo RV.208 Grosso Mogul F. Durante: Concerto n. 8 per archi La pazzia

The Moon; Morpheus; Pygmalion; Hunger; Icarus (for Nina Simone); Orpheus/ Sonnet; Persephone; Narcissus; Whiteworld / Oedipus; Phaethon; The Hours Album jazz del tutto sui generis, il sorprendente Mythologies di Patricia 17


Columns - GENNAIO 2011 Barber consentì alla celebre pianista americana di vincere il Guggenheim Fellowship, prima cantautrice a essere insignita di questo prestigioso riconoscimento. Uscito nel 2006 dopo un lavoro di preparazione insolitamente lungo, questo album al tempo stesso ambizioso e sofisticato non conosce paragoni in nessun genere, riportando magicamente in vita undici personaggi mitologici tratti dalle celebri Metamorfosi di Ovidio, uno dei massimi capolavori della letteratura latina. Nel complesso, si tratta di un disco che piacerà sicuramente sia agli appassionati del jazz d’autore sia a chi ha ancora nel cuore gli studi liceali. FOREIGNER FOREIGNER

MFSL1-338 (LP da 180 grammi)

Feels Like the First Time; Cold as Ice; Starrider; Headknocker; The Damage Is Done; Long, Long Way from Home; Woman Oh Woman; At War with the World; Fool for You Anyway; I Need You È quasi impossibile trattenere l’emozione al pensiero dei grandi concerti rock degli anni Settanta. Infatti, chi vi ha preso parte non può aver dimenticato il senso di libertà che vi si respirava, i cori oceanici che salivano al cielo e i vigorosi assoli di chitarra che hanno fatto da colonna sonora a esperienze esaltanti, primi amori e – più semplicemente – un rock destinato a superare l’esame del tempo. Pochi album sono in grado di rievocare questi ricordi meglio di Foreigner, il disco d’esordio della omonima band anglo-americana guidata da Mick Jones pubblicato nel 1977, che con i suoi irresistibili riff di chitarra, il suo coinvolgente stile vocale, la sua incontenibile ritmica e i suoi splendidi testi vinse ben cinque Dischi di Platino. Per parafrasare Shakespeare, questa è la materia di cui è fatto il rock e la OMR è orgogliosa di riproporlo ai fan del grande rock con la straordinaria qualità sonora del suo vinile da 180 grammi.

ART PEPPER THE COMPLETE ART PEPPER AT RONNIE SCOTT’S

1980 A. Pepper, sax contralto e clarinetto; M. Leviev, pianoforte; T. Dumas, basso; C. Burnett, batteria PPAN012 (7 LP da 180 grammi)

Nel giugno del 1980 Art Pepper e il suo trio vennero ingaggiati per una serie di esibizioni che avrebbero dovuto tenersi nelle ultime due settimane di quel mese presso il Ronnie Scott’s. Questo evento si rivelò un successo strepitoso fin dalla prevendita dei biglietti. Il grande fervore che si venne a creare nella comunità dei jazzofili londinesi fece anche balenare l’idea di registrare questo straordinario quartetto prima della fine dei concerti, un progetto che venne realizzato dalla Mole Jazz, un negozio di dischi situato in King’s Cross. La Mole Jazz era stata fondata da tre grandi appassionati di jazz che volevano creare un negozio interamente dedicato al jazz, con un vastissimo assortimento di dischi sia nuovi sia di seconda mano. Le session di Art Pepper e del suo trio furono le prime registrazioni in assoluto effettuate dalla Mole Jazz, che le pubblicò in Blues for the Fisherman e l’anno successivo in True Blues. Per diversi anni questi due album sono stati pressoché introvabili, un vero peccato a cui pone oggi rimedio la Pure Pleasure. I master sono stati fortunosamente riscoperti presso Laurie Pepper, la vedova del grande Art, che non li aveva mai ascoltati in precedenza. Una volta entrata in possesso di questi tesori di inestimabile valore, la Pure Pleasure li ha fatti accuratamernte rimasterizzare da Ray Staff e poi pubblicati in sette LP contenenti gli otto brani originali dei dischi della Mole Jazz, aggiungendovi altri 17 track del tutto inediti e le presentazioni di ogni brano dello stesso Pepper. Da non perdere. NINA SIMONE AT CARNEGIE HALL

N. Simone, pianoforte e voce; A. Schackman, chitarra; P. Orlando, chitarra; L. Ackinson, basso; M. Joe, batteria PPSCP455 (LP da 180 grammi)

Black Swan; Theme From Samson and Delilah; If You Knew; Theme From Sayonara; The Twelfth Of Never; Will I Find My Love Today; The Other Woman / Cotton Eyed Joe 18


Columns - GENNAIO 2011 Registrato dal vivo di fronte a un pubblico tanto strabocchevole quanto entusiasta presso la Carnegie Hall di New York, questo imperdibile album comprende tre brani ispirati al grande schermo: “Black Swan”, tratto dal film e dal musical The Medium, il tema di Camille Saint-Saëns che aveva accompagnato l’epico Samson and Delilah diretto nel 1949 dal grande Cecil De Mille, nel quale la Simone si accompagnava al pianoforte ripercorrendo le orme degli innumerevoli mostri sacri della classica che la avevano preceduta sul palcoscenico della Carnegie Hall, e il tema scritto da Irving Berlin per Sayonara, un film con Marlon Brando girato nel 1957, di cui la Simone fa rivivere con incredibile realismo lo spirito giapponese. Da queste scelte si può avanzare l’ipotesi che Nina amasse molto il cinema; in fin dei conti, il suo nome d’arte deriva in parte dalla grande ammirazione che provava per le pellicole dell’attrice francese Simone Signoret. Tra i brani migliori di quest’album meritano di essere citati “If You Knew” (che accanto a Nina vede protagonisti alcuni membri della band di Malcolm Dodd), “The Twelfth of Never” e “Will I Find My Love Today”.

PREMIUM AA.VV. BEST AUDIOPHILE VOICES ON LP

– VOL. 2

Artisti vari PRLP27840 (LP da 180 grammi)

Desperado (Emi Fujita); Fields Of Gold (Eva Cassidy); Better Be Home Soon (Andrea Zonn); I Left My Heart In San Francisco (Jean Frye Sidwell); Do That To Me One More Time (Jheena Lodwick); Fly Away (Corinne May); The Ole Devil Called Love (Etta Jones); Can’t Take My Eyes Off You (Sofia Petersson); Both Sides Now (Jeanette Lindstrom e Steve Dobrogosz); Stay (Alison Krauss); Someone To Watch Over Me (Susannah McCorkle); My Foolish Heart (Salena Jones); In A Sentimental Mood (Jacqui Dankworth); When I Fall In Love (Claire Martin); Cry Me A River (Tania Maria) Dopo il grandissimo successo ottenuto nelle versioni CD e XRCD, la Premium pubblica il secondo volume di Best Audiophile Voices su LP da 180 grammi. Il programma di questo

disco propone una splendida selezione di brani noti e meno noti eseguiti da alcune delle migliori cantanti in circolazione, da Eva Cassidy ad Alison Krauss e da Salena Jones alla grande Claire Martin. Come prevedibile, la straordinaria qualità sonora della registrazione consente di apprezzare anche le più piccole nuances di ogni cantante e dei gruppi che le accompagnano, offrendo un ascolto di incredibile realismo. Da non perdere specialmente per coloro che hanno apprezzato il primo volume della serie. ONDEKOZA DOTOU BANRI

JVCHQ698

Ondekoza è un gruppo di musicisti giapponesi formatosi nel 1969 facenti parte di un più grande movimento di riscoperta della musica folk giapponesi. Una delle chiavi del successo del gruppo furono gli arrangiamenti delle melodie e degli stili tradizionali in brani con uno stile originale per legati alla tradizione. In lingua giapponese Ondekoza significa gruppo di demoni dei tamburi e questo riflette la musica per taiko che contraddistingue il gruppo. Questo CD era stato disponibile in versione XRCD qualche anno orsono, ora considerato il livello eccelso della registrazione viene riproposto in questa versione HQCD che è un’altra frontiera del CD. Per l’ascolto di questo formato non sono necessari apparecchi speciali, basta inserire il CD nella nostra meccanica (sia essa CD che SACD) e godere della bellezza di questa musica, che se anche distante dai nostri stilemi può essere apprezzata e goduta anche in occidente. AA.VV. LE GRAND TANGO – MUSICA PER CELLO E PIANO

Zhao Jing, violoncello K.Matsumoto, piano JVCHQ735

Il programma comprende sonate per violoncello e piano di Chopin Shostacovich e Astor Piazzolla. Anche questo titolo è stato stampato su HQCD e masterizzato dalla JVC utilizzando il sistema K2. Una splendida silloge di grandi sonate per piano e cello eseguita da due astri nascenti tra i musicisti cinesi tra 19


Columns - GENNAIO 2011 cui spicca Zhao Jing che ha suonato al Teatro Alla Scalasotto la direzione di Claudio Abbado, in Giappone sotto la guida di Rostropovich e di Seiji Ozawa.

SEBASTIAN STERNAL TRIO PARIS

Sebastian Sternal Trio SFLP8068 (LP da 180 grammi)

BEOGA LIVE AT STOCKFISCH STUDIO

Beoga SFLP8053 (LP da 180 grammi)

SFSA4053 (SACD alto prezzo)

Trolleyed; Factory Girl; Prelude Polkas; Please Don’t Talk; A Delicate Thing Beoga (termine traducibile con ‘vivacità’) è un gruppo originario della County Antrim, nell’Irlanda settentrionale, che esegue musica strettamente legata alla tradizione irlandese. Nonostante questo, i cinque componenti di questo gruppo non si tirano mai indietro quando si presenta l’occasione di inserire nella loro musica elementi di altri generi, dai taglienti riff blues alle rivisitazioni jazz di Astor Piazzolla, alla grossolana vitalità dei jamboree di New Orleans, senza comunque perdere mai di vista i ritmi tradizionali della loro musica. Da tutto questo deriva uno stile profondamente tradizionale, con un grande gusto per il divertimento e la sperimentazione. Come ha scritto in una recente recensione il critico dell’Irish Times: «Dotati di un notevole talento individuale e di una ispirazione collettiva, i cinque componenti del gruppo Beoga si esprimono in un linguaggio chiamato musica con un’eloquenza e una proprietà che susciterebbero invidia anche nei migliori linguisti». Beoga è sinonimo di world music irlandese e il suo ardito percorso pionieristico basato su una fresca energia creativa gli ha consentito di conquistare il cuore di schiere sempre più folte di appassionati e anche un gran numero di addetti ai lavori, come si può capire dal giudizio espresso dal critico dell’Irish Music Magazine, secondo il quale Beoga sarebbe «la punta di diamante della new wave irlandese». Un disco di rapinosa bellezza, che non mancherà di conquistarvi. 20

Place Dauphine; Prélude; Les mains d’Elsa; Panama; Caravelle; Custine; Les adieux La Stockfisch è orgogliosa di accogliere nel proprio prestigioso catalogo un nuovo interessantissimo trio jazz, guidato da Sebastian Sternal, un pianista di grande talento che nel 2007 si trasferì a Parigi per un anno per studiare presso il Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse e rese omaggio alla Ville Lumière con una serie di brani di rara bellezza. Il Sebastian Sternal Trio – che comprende anche il contrabbassista Sebastian Klose e il percussionista Axel Pape – viene affiancato in questo disco dalla bravissima Anne-Marie Jean, una cantante parigina dalla voce estremamente versatile e duttile che contribuisce a rendere ancora più autentico questo ritratto in musica della capitale francese. Questo titolo è disponibile anche su SACD multicanale (SFSA4068). DENNIS KOLEN NORTHEIM | GOLDMINE D. Kolen, voce, chitarra, arpa blues e basso; F. Lagendijk, pianoforte, fender rhodes, hammond b3 e mellotron; W. Zeedijk, basso elettrico e voce; J. van den Nieuwenhuizen, batteria e percussioni; B. Kossowska, arpa blues; B. Brockhausen, sax, flauto e percussioni; L. Morris, voce; W. Bolimowski, violino e arrangiamento d’archi; Z. Bolimowski, violino; O. Labach, viola; L. Chaubard, violoncello; P. Funk, dobro; S. van Samson, hang; Hans-Jörg Maucksch, basso SFSA4059 (SACD alto prezzo)

The Shape of Things; Seaside Rendezvous; The Ties That Bind; For Cloud Dog and Jane; Stand Inside Love; Stay with Me; Hey California; She Knows Me So Well; The Boy in the Photograph; Halfway to Heaven; Your Goodnight Blues Dennis Kolen è un giovane cantautore originario di Rotterdam. Gli olandesi sono


Columns - GENNAIO 2011 tradizionalmente considerati grandi viaggiatori e ovunque il destino li abbia voluti – su un vascello nel bel mezzo di un oceano tempestoso tre secoli fa o su un fuoristrada ai confini del mondo oggi – hanno sempre dato prova di essere dotati di un grande coraggio. Dennis Kolen ha avuto il coraggio di credere nella Stockfisch Records e da questa collaborazione è scaturito questo bellissimo disco. Kolen è cresciuto ascoltando i vinili della collezione di suo padre, che comprendeva i più grandi successi di Jackson Browne, James Taylor e Paul Simon, cantanti che hanno influenzato profondamente gli orizzonti musicali del giovane Dennis. Crescendo, Dennis ha cominciato ad apprezzare anche i musicisti della West Coast che fecero furore negli anni Settanta come gli Eagles, Poco, Crosby, Stills & Nash. Il risultato di questo eclettico percorso artistico viene presentato in questo splendido SACD, che vede protagonista un cantante dalla voce straordinariamente espressiva, che non teme il confronto nemmeno con grandissimi del calibro dei Beatles e di Joni Mitchell. Come dice il titolo, questo disco è davvero una miniera d’oro. CARL CLEVES E PARISSA BOUAS OUT OF AUSTRALIA

P. Bouas, voce, chitarra, shruti box, percussioni, cachichi; C. Cleves, voce e chitarra; L. Morris, voce; P. Funk, dobro; D.k Jung, chitarra; L. Chaubard, violoncello; C. Struck, corno inglese; B. Brockhausen, tambura, arpa ebraica, swarmandal, mbira, hulusi; L. Hansen, basso SFSA4060 (SACD alto prezzo)

The Bethlehem Bell Ringer; Graceful; Zeco; Into the Light; House of Sorrow Gli australiani Carl Cleves e Parissa Bouas godono di una ragguardevole fama nella loro patria. Le tre parole di cui si compone il titolo del loro nuovo disco pubblicato dalla Stockfisch Records, Out of Australia, presentano un’evidente somiglianza con il celebre film Out of Africa (La mia Africa) e non bisogna di certo essere esperti linguisti per capire che l’espressione “out of” fa riferimento a un intenso legame emotivo con un paese. Questo fatto appare del tutto evidente ascoltando i brani contenuti in questo splendido SACD. L’angelica voce di Parissa vi darà l’impressione di un ammaliante invito di una sirena o di una ninfa dei boschi della mitologia greca, mentre il timbro ruvido e affascinante e la chitarra di Carl costituiscono la prova più evidente che gli angeli conoscono molto bene la tradizione popolare celtica. Un disco di sorprendente bellezza.

OSCAR PETERSON & NELSON RIDDLE The Trio & The Orchestra SCVER8562 (LP da 180 grammi)

Frank Sinatra una volta definì Nelson Riddle il più grande arrangiatore del mondo. Bene voi potreste essere capaci di citarne un altro paio che potreste mettere al sua stesso livello o anche ad un livello superiore; ma questo non ha effetto sullo stile e sull’eleganza del suo swing che poteva infondere anche alla più cruda delle composizioni. La sua collaborazione con il virtuoso del piano Oscar Peterson – che mai mancava di suonare un pezzo se poteva sfoggiare la maestria che sgorgava dalle sue dita – era chiaramente positiva specialmente nei brani lenti: le melodie sono più riconoscibili, il risoluto senso del ritmo è ancora più sostenuto e la sua immaginazione è vieppiù sollecitata. Questo album è un potpourri di evergreens composti da Duke Ellington, Thelonious Monk, sino a Kurt Weill; splendida la versione di “Someday My Prince Will Come” dove il swing si sviluppa in maniera meravigliosa, ed il classico di Benny Goodman “Goodbye” che dona un finale indimenticabile a questa elaborata registrazione del 1963.

21


Columns - GENNAIO 2011

Presto in arrivo per tutti i più esigenti audiofili i sei Super Audio CD più ricercati del momento direttamente dal Giappone le ristampe Deutsche Grammophon, Decca, Emi della Esoteric

JEAN SIBELIUS

A. DVORÁK - J. BRAHMS

SINFONIA N. 1. KARELIA SUITE

OPERE ORCHESTRALI

Wiener Philharmoniker, C. Kleiber

Wiener Philharmoniker, L. Maazel

Wiener Philharmoniker, H. von Karajan

ESS90018 (SACD alto prezzo)

ESS90020 (SACD alto prezzo)

ESS90036 (SACD alto prezzo)

PIOTR ILIC CIAIKOVSKY

FRANZ LEHÁR

JOHANNES BRAHMS

SINFONIE N. 4, 5 E

LA VEDOVA ALLEGRA

CONCERTO PER VIOLINO E ORCHESTRA OP. 77

Z. Kelemen, T. Stratas, R. Kollo, Chor der Deutschen Oper Berlin, Berliner Philharmoniker, H. von Karajan

D. Oistrakh, violino The Cleveland Orchestra, G. Szell

JOHANNES BRAHMS SINFONIA N. 4

6

Orchestra Filarmonica di Leningrado, E. Mravinsky ESS90037-8 (2 SACD alto prezzo)

ESS90039-40 (2 SACD alto prezzo)

22

ESS90044 (SACD alto prezzo)


Columns - GENNAIO 2011

I più premiati I dischi del catalogo Sound and Music che hanno ricevuto i più prestigiosi premi nazionali e internazionali GRAMOPHONE Editor’s Choice NOVEMBRE 2010

Brahms

Karen Geoghegan

Verdi

THE COMPLETE VARATIONS

SUONA MOZART ROSSINI E ALTRI

OTELLO

CDA67777

CHAN10613

LSO0700

GRAMOPHONE Editor’s Choice DICEMBRE 2010

Elgar

Lutoslawski

Schubert

CONCERTO PER VIOLINO

MUSICA ORCHESTRALE

DUETTI PER PIANO

CHANSA5083

CHANSA5082

CDA67665

Diapason d’Or Novembre 2010

Foerster INTEGRALE DEI QUARTETTI

SU4050

Diapason d’Or Dicembre 2010

Bavouzet

SUONA RAVEL, DEBUSSY, MASSENET

CHANSA5084

Flagstad INTERPRETA WAGNER E STRASS

AUD23416 23


Sound and Music Columns - GENNAIO 2011


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.