Il paradigma della sostenibilità ... in edilizia

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perfetti.robertino@gmail.com Via G. Garibaldi, 4 62100 Macerata dott. Robertino Perfetti

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#ecologicamente www.spazioambiente.org

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C’e solo una fabbrica a impatto zero. L’energia che usa deriva al 100% dal sole. Produce legno, utilizza come materie prime l’anidride carbonica e le sostanze nutritive della terra. I suoi rifiuti sono l’ossigeno e le foglie, che cadute a terra rientrano nel ciclo diventando humus.

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C’e solo una fabbrica a impatto zero. L’energia che usa deriva al 100% dal sole. Produce legno, utilizza come materie prime l’anidride carbonica e le sostanze nutritive della terra. I suoi rifiuti sono l’ossigeno e le foglie, che cadute a terra rientrano nel ciclo diventando humus.

E’ l’albero. Gabriele Centazzo, presidente Valcucine

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Sostenibilità?

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• Sostenibilità ambientale: questo aspetto è legato alla tutela dell’ambiente. Molto spesso questo, per le aziende, si traduce in una riduzione dell’impatto ambientale nelle fasi produttive e nell’attenzione sul consumo delle risorse naturali. • Sostenibilità sociale: la sostenibilità riguarda anche la società e le persone. Le aziende realizzano la sostenibilità sociale garantendo giustizia e uguaglianza nel trattamento dei dipendenti, bandendo ogni forma di discriminazione. Significa creare delle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro e instillare un senso di appartenenza in chi lavora. • Sostenibilità economica: La sostenibilità economica è la capacità creare valore attraverso la produzione di oggetti o servizi in grado di migliorare la vita delle persone, unendo gli aspetti economico-finanziari alle sopracitate dimensioni di sostenibilità sociale e ambientale. La capacità di un sistema economico di generare una crescita duratura degli indicatori economici, attraverso la creazione di reddito e lavoro per il sostentamento delle popolazioni e attraverso un'efficace combinazione delle risorse.

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Che cosa significa Sviluppo Sostenibile? Lo sviluppo sostenibile è il progresso economico che permette di migliorare le condizioni di vita delle persone senza compromettere le risorse per le generazioni future, cioè senza danneggiare l’ambiente. L’ambiente è l’insieme degli elementi (i paesaggi, le piante, gli animali, le acque, i suoli, l’aria) che sono alla base della vita sulla Terra. Perché si conservino nel tempo e possano servire anche alla vita delle generazioni future è importante rispettarli e proteggerli. E’ perciò fondamentale tener presente tutto questo quando si avviano nuove attività economiche: alcune di esse, anche se sembrano migliorare oggi la vita della gente, possono rendere il mondo meno vivibile nel futuro.

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Definizione di Sviluppo Sostenibile?

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Linguaggio in transizione dott. Robertino Perfetti


https://www.un.org/sustainabledevelopment/sustainable-development-goals/

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Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è l’insieme degli obiettivi che l’ONU si propone di raggiungere per salvaguardare il pianeta e per un mondo più giusto. E’ un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. https://www.unric.org/it/agenda-2030

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L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, adottata dai leader mondiali nel 2015, costituisce il nuovo quadro di sviluppo sostenibile globale e stabilisce 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS). Essa ingloba 17 Obiettivi in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. https://unric.org/it/agenda-2030 L'impegno si incentra su eliminare la povertà e conseguire uno sviluppo sostenibile entro il 2030 a livello mondiale, garantendo che nessuno rimanga escluso. Gli OSS puntano a un equilibrio fra le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: l'elemento economico, quello sociale e quello ambientale. Forniscono obiettivi concreti per i prossimi 15 anni, incentrati, tra l’altro, su: •la dignità umana •la stabilità regionale e mondiale •un pianeta sano •società eque e resistenti •la prosperità economica. Gli obiettivi contribuiscono a promuovere la convergenza tra i paesi dell’UE, all’interno delle società e con il resto del mondo. dott. Robertino Perfetti

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Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030

https://asvis.it/goal-e-target-obiettivi-e-traguardi-per-il-2030/ dott. Robertino Perfetti

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Consapevole dell'interconnessione tra povertà, salute, economia e ambiente, ci impegniamo per una transizione giusta ed equa verso economie sostenibili, lasciando nessuno dietro, pur tenendo conto dei diversi livelli di sviluppo e capacità di Paesi. Incoraggiamo la fornitura di risorse finanziarie, tecnologiche e di sviluppo delle competenze a sostegno dei paesi in via di sviluppo soprattutto ai paesi meno sviluppati, facendo il meglio utilizzo dei quadri di governance esistenti e lavorare per identificare nuovi e innovative soluzioni. Richiamando i principi della Dichiarazione di Rio e riconoscendo che abbiamo di fronte diverse sfide, rafforzeremo la nostra cooperazione internazionale verso una sostenibilità dello sviluppo.

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La componente “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” prevede investimenti e si articola in tre linee progettuali d’investimento: 1. Efficientamento edifici pubblici – Investimenti di Euro 1,23 miliardi o

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Investimento 1.1: Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica. Il piano mira ad intervenire su circa 195 edifici scolastici, per un totale di oltre 410 mila mq Investimento 1.2: Efficientamento degli edifici giudiziari. La misura si pone l’obiettivo di intervenire su 45 edifici entro la metà del 2026 efficientando 280.000 mq Riforma 1: Semplificazione e accelerazione delle procedure per la realizzazione di interventi per l’efficientamento energetico

2. Efficientamento energetico e sismico edilizia residenziale privata e pubblica – Investimenti di Euro 10,3 miliardi attraverso o

Investimento 2.1: Ecobonus e Sismabonus fino al 110% per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici. Si stima che gli investimenti consentiranno la ristrutturazione di circa 50.000 edifici/anno, per una superficie totale di 20 milioni di mq/anno.

3. Sistemi di teleriscaldamento Investimento 3.1: Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento

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E la sostenibilità in edilizia? Per “edilizia sostenibile” si intende un concetto di sviluppo in grado di tenere conto, fin dalle prime fasi del progetto, delle risorse naturali e dell’ambiente circostante. Costruire un edificio sostenibile vuol dire adottare soluzioni progettuali, costruttive e impiantistiche in grado di contenere le dispersioni energetiche garantendo comunque alti standard di efficienza.

green building dott. Robertino Perfetti

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Nella prima conferenza internazionale sull’Edilizia Sostenibile (Sustainable Construction) nel 1994, Charles Kibert enunciava la teoria delle 5R che mette in relazione tra loro pianificazione, progetto, costruzione, gestione e dismissione dell’edificio con le risorse (energia, acqua, materiali, suolo). > Riduci: quantità di materiali, energia, acqua, emissioni inquinanti. > Riusa: suolo, edifici, materiali. > Ricicla: acqua, energia, materiali. > Ricostruisci: su suoli già utilizzati, strutture già esistenti. > Ristruttura o Restaura: aree, edifici, componenti edilizi.

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Un edificio, per essere sostenibile, può quindi essere costruito con qualsiasi tecnica o metodologia (con leggero, alto o basso apporto tecnologico) ma deve rispettare questi principi: conservare-preservare-salvaguardare l’energia > riducendo o azzerando i consumi di energie fossili e non rinnovabili; > limitando o azzerando l’inquinamento atmosferico; > diminuendo drasticamente i costi di gestione dell’edificio.

utilizzare il clima come parametro di progetto e di forma > ponendo attenzione ai microclimi e alla forma del sito - l’edificio è figlio del contesto e la forma è l’orma che il clima imprime alle costruzioni; > ponendo attenzione alla forma, all’orientamento e alla distribuzione interna degli edifici; > ponendo attenzione all’ombra portata sugli edifici circostanti; > ponendo attenzione alla formazione di venti locali; > progettando adeguatamente l’involucro edilizio: attacco a terra, elevazioni, copertura; > adottando soluzioni impiantistiche capaci di sfruttare al massimo le risorse naturali; > usando risorse rinnovabili come sole e vento.

rispettare e utilizzare il sito > ponendo attenzione all’ambiente circostante e alle relazioni che l’edificio intesse con esso; > evitando il degrado e il consumo del territorio; > limitando l’impatto su flora, fauna ed equilibri ecologici e agendo in sinergia con essi; > ponendo attenzione all’impatto sull’incremento del traffico dei nuovi insediamenti; > essendo consapevoli che ogni offesa alla natura provoca un danno al paesaggio, all’economia e alla società.

limitare l’uso di risorse nuove > costruendo o recuperando con un dispendio minimo in costi ed energia; > pensando all’intero ciclo di vita dell’edificio ancora in fase progettuale, dalla costruzione sino a quando l’edificio smetterà la sua funzione; > pensando che la materia utilizzata per la costruzione è presa in prestito dalla natura e come tale va restituita reinserendola nei cicli biologici ed ecologici; > usando in modo appropriato le risorse e preservandole senza consumare suolo; > riqualificando gli edifici esistenti.

mettere al centro le esigenze dei fruitori > il fruitore deve avere un ruolo nella progettazione (progettazione partecipata); > il fruitore deve avere un ruolo chiaro nell’uso dell’edificio; > va assicurato il diritto a respirare aria pulita scegliendo prodotti salubri.

progettare, facendo sintesi e riassunto dei punti precedenti > l’organismo edilizio deve essere considerato sia nella sua totalità sia per il rapporto che intesse con l’intorno ricordando che l’insieme è più della somma delle parti singole; > il luogo, l’edificio, la forma e il clima sono quindi elementi fondamentali ed interrelati tra loro.

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Sostenibilità attivo o passiva? Che cos’è una casa passiva Si parla di “edifici passivi” dalla fine degli anni ’70 e la Passivhaus nasce in Germania nel 1988, quando venne creato un apposito protocollo. In generale, comunque, con “casa passiva” si indica un edificio che è costruito in modo tale da non necessitare di sistemi attivi tradizionali, come una caldaia, per la climatizzazione degli ambienti interni, ma senza rinunciare al comfort interno. Per costruire una casa passiva è fondamentale studiare in ogni dettaglio la progettazione della stessa, scegliendo accuratamente aspetti come l’orientamento, la forma, le strutture e i materiali da utilizzare.

https://www.infobuildenergia.it/approfondimenti/bioedilizia-e-risparmio-energetico-dalla-casa-passiva-alla-casa-attiva/


Sostenibilità attivo o passiva? Che cos’è una casa attiva Una casa attiva, come si intuisce dallo stesso nome, è un edificio in grado di produrre più energia rispetto a quanto sia necessario per assicurare il suo funzionamento. Si può dire che la casa attiva faccia un passo in più rispetto a quella passiva, andando oltre l’obiettivo di risparmiare più energia possibile durante la fase di vita. Tutta l’energia prodotta in eccesso durante il funzionamento dell’edificio, infatti, arriva in qualche modo a compensare l’energia prodotta per la costruzione della casa.

https://www.infobuildenergia.it/approfondimenti/bioedilizia-e-risparmio-energetico-dalla-casa-passiva-alla-casa-attiva/


I protocolli di sostenibilità ambientale ed energetica Diversi sono i sistemi di valutazione e certificazione che si sono sin qui sviluppati, ognuno dei quali adotta diverse metodologie e livelli di complessità: Itaca, Itaca semplificato (PAT), BREAM, SB100, LEED.

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Il Brand Greenvisa si presenta come un nuovo “marchio” di sostenibilità ambientale, studiato per rispondere alle esigenze di un mercato ed una clientela sempre più attenta all’implementazione delle politiche “green”. dott. Robertino Perfetti

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Il Brand Greenvisa si presenta come un nuovo “marchio” di sostenibilità ambientale, studiato per rispondere alle esigenze di un mercato ed una clientela sempre più attenta all’implementazione delle politiche “green”. dott. Robertino Perfetti

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Le certificazione di prodotto

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Sono i requisiti ambientali, definiti dal DM 11/10/2017, richiesti per interventi di nuove costruzioni, ristrutturazioni e manutenzioni in edifici pubblici e per accedere al Superbonus come previsto dalla normativa vigente. Essere conforme ai CAM. I prodotti che garantiscono il rispetto dei Criteri Ambientali Minimi hanno:

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La Dichiarazione, creata su base volontaria, deve essere predisposta facendo riferimento all’analisi del ciclo di vita del prodotto basata su uno studio LCA (Life Cycle Assessment), che definisce il consumo di risorse (materiali, acqua, energia) e gli impatti sull’ambiente circostante nelle varie fasi del ciclo di vita del prodotto. Le fasi minime considerate vanno dall’estrazione delle materie prime, il loro trasporto al sito di produzione e la produzione stessa (si dice "dalla culla al cancello"), oppure fino alla dismissione del prodotto stesso (si dice "dalla culla alla tomba").

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La carbon footprint è una misura che esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, un’organizzazione o un servizio. In conformità al Protocollo di Kyoto, i gas ad effetto serra da includere sono: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido d’azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFCs), esafluoruro di zolfo (SF6) e perfluorocarburi (PFCs). La tCO2e (tonnellate di CO2 equivalente) permette di esprimere l’effetto serra prodotto da questi gas in riferimento all’effetto serra prodotto dalla CO2, considerato pari a 1 (ad esempio il metano ha un potenziale serra 25 volte superiore rispetto alla CO2, e per questo una tonnellata di metano viene contabilizzata come 25 tonnellate di CO2 equivalente). La misurazione della carbon footprint di un prodotto o di un processo richiede in particolare l’individuazione e la quantificazione dei consumi di materie prime e di energia nelle fasi selezionate del ciclo di vita dello stesso.

La ISO 14067 è stata pubblicata nel 2018 e definisce i principi, i requisiti e le linee guida per la quantificazione e il reporting della CFP (Carbon Footprint di prodotto), basandosi sugli standard internazionali di riferimento per gli studi LCA (Life Cycle Assessment) (ISO 14040 e ISO 14044). dott. Robertino Perfetti

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Il Certificato Cradle to Cradle®, è ad oggi lo standard per definire la qualità e la sicurezza, dei prodotti realizzati per l’economia circolare I cinque principali valori di sostenibilità: 1.Salubrità dei materiali – per ogni prodotto, sono identificati tutti gli elementi che lo compongono. Sono catalogati, tutti gli elementi chimici e le materie pericolose, anche a basse concentrazioni. In presenza di legno, si segnalano anche la foresta di provenienza e rischio ambientale. 2.Indice di Riutilizzo – viene valutata la reintroduzione dei materiali nel ciclo produttivo, al termine della vita del prodotto. 3.Sostenibilità sociale – con cui si verificano le basi etiche dei processi produttivi. 4.Impatto idrico – parametro che verifica la corretta gestione, qualità e smaltimento delle acque di scarico. 5.Impatto energetico – indice che deve essere composto almeno al 50% da energie di origine sostenibile. I principi sui quali si fonda la Cradle to Cradle®, sono: 1.Residuo = Nutrimento, cioè gli elementi di cui è costituito un prodotto possono essere riciclati e riutilizzati come “nutrienti” in un’altra catena di produzione, all’interno di cicli infiniti di riutilizzo; 2.Energia: l’approccio Cradle to Cradle® richiede necessariamente l’utilizzo di energia rinnovabile, che sostituisca quella di origine fossile, al fine di compensare le emissioni di CO2; 3.Diversità: le aziende devono impegnarsi sul fronte della giustizia sociale, ambientale e nella protezione della biodiversità. dott. Robertino Perfetti

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Certificazione emissioni VOC secondo UNI EN ISO 16000-9:2006 VOC o COV, acronimo inglese di Volatile Organic Compounds, ossia Composti Organici Volatili. I composti organici volatili sono una classe che comprende composti chimici differenti, caratterizzati da una facile vaporizzazione a temperatura ambiente ed in grado di reagire dando vita a composti inquinanti.

ReMade in Italy è la certificazione accreditata della verifica del contenuto di riciclato e di sottoprodotti in un materiale o prodotto (anche multimateriale). E’ uno schema di tracciabilità, conforme al Codice Appalti e ai CAM (Criteri ambientali minimi).

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Perché è necessario un nuovo “paradigma” anche in edilizia? Secondo il rapporto della Global Alliance for Buildings and Construction presentato alla COP25 di Madrid nel 2019, edifici, abitazioni e settore dell’edilizia sono responsabili del 39% di tutte le emissioni globali di anidride carbonica nel mondo. il 10 per cento di queste emissioni sono embodied carbon, quindi legate alla produzione dei materiali da costruzione E pesano per il 36% dell’intero consumo energetico globale, per il 50% delle estrazioni di materie prime e per il consumo di un terzo dell’acqua potabile.

https://www.worldgbc.org/news-media/2019-global-status-report-buildings-andconstruction dott. Robertino Perfetti

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Il settore dell'edilizia è responsabile del consumo di circa il 50% di materie prime estratte che a livello mondiale equivale a oltre 42 miliardi di tonnellate di materiali consumati in un anno. Nel contempo è anche responsabile di un terzo del totale dei rifiuti prodotti; in Italia il 41,3% di tutti i rifiuti speciali sono gli scarti provenienti dal settore edile. La produzione totale di rifiuti da operazioni di costruzione e demolizione, escluse le terre e rocce e i fanghi di dragaggio, si attesta a circa 52,1 milioni di tonnellate (+13,6% rispetto al 2018, corrispondente a oltre 6,2 milioni di tonnellate), mentre il recupero complessivo di materia raggiunge 40,7 milioni di tonnellate (+14,6% pari a quasi 5,2 milioni di tonnellate). La percentuale di recupero dei rifiuti da operazioni di demolizione e costruzione si attesta, quindi, nel 2019 al 78,1%, al di sopra dell’obiettivo del 70% fissato dalla Direttiva 2008/98/CE per il 2020 (Figura 3.5.1*). I quantitativi di rifiuti avviati a operazioni di colmatazione si attestano a circa 171 mila tonnellate. Fonte: ISPRA

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DECOSTRUIZIONE SELETTIVA La prassi di riferimento UNI/PdR/75:2020 Pubblicata dall’UNI il 3 febbraio 2020, la prassi di riferimento definisce una metodologia operativa per la decostruzione selettiva che favorisca il recupero (riciclo e riuso) dei rifiuti prodotti in un’attività di cantiere.

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La progettazione dell’intervento di decostruzione consiste in prima analisi nella identificazione delle modalità di smantellamento e di separazione dei materiali che andranno a costituire un database quale elenco organico dei materiali, in termini qualitativi e quantitativi, includendo anche le schede di sicurezza dei prodotti e dei materiali utilizzati, che saranno oggetto di riuso, riciclo o smaltimento. La prassi mira inoltre a garantire l’istituzione di sistemi di cernita dei rifiuti da costruzione e demolizione almeno per legno, frazioni minerali (cemento, mattoni, piastrelle e ceramica, pietre), metalli, vetro, plastica e gesso. I rifiuti da demolizione e costruzione (C&D) rappresentano oltre un terzo di tutti i rifiuti prodotti in Europa. Migliorarne la gestione ed il recupero è la chiave sostenibile per un’edilizia circolare

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Economia circolare

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ECONOMIA CIRCOLARE Produzione e consumi finalizzati ad estendere il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo (SOTTOPRODOTTI, RIUTILIZZO). Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione (RIFIUTO), i materiali di cui è composto vengono reintrodotti (END OF WASTE), ove possibile, nel ciclo economico (RIDUZIONE UTILIZZO MATERIA PRIMA VERGINE); in questo modo si possono riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore VALORE dott. Robertino Perfetti

http://www.europarl.europa.eu

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Articolo 184 – ter

D.lgs. 152/06

Cessazione della qualifica di rifiuto 1. Un rifiuto cessa di essere tale, quando è stato sottoposto a un'operazione di recupero, incluso il riciclaggio, e soddisfi i criteri specifici, da adottare nel rispetto delle seguenti condizioni: a) la sostanza o l'oggetto sono destinati a essere utilizzati per scopi specifici; b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; c) la sostanza o l'oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; d) l'utilizzo della sostanza o dell'oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull'ambiente o sulla salute umana dott. Robertino Perfetti

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END OF WASTE: Regolamenti UE 

Regolamento del Consiglio europeo 333/2011/UE: rottami metallici (ferro, acciaio, alluminio)

 Regolamento del Consiglio europeo 1179/2012/UE: rottami di vetro

 Regolamento del Consiglio europeo 715/2013/UE: rottami di rame

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Italia: DOPO la Sentenza del Consiglio di Stato 28 febbraio 2018 n. 1229 

DM. 28 marzo 2018, n. 69 Regole tecniche sulla cessazione della qualifica di rifiuto di conglomerato bituminoso

DM. 15 maggio 2019, n. 62 Regolamento che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto da prodotti assorbenti per la persona (PAP)

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DECRETO 31 MARZO 2020 N. 78 – GOMMA VULCANIZZATA DERIVANTE DA PFU

Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto della gomma vulcanizzata derivante da pneumatici fuori uso, ai sensi dell'articolo 184-ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

DECRETO 22 SETTEMBRE 2020 N.188 – CARTA E CARTONE

Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto da carta e cartone, ai sensi dell'articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

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I criteri ESG e la filiera dell'edilizia, un binomio possibile! misurare gli investimenti sostenibili in edilizia e nella rigenerazione urbana.

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ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance e si riferisce a tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento. Questo approccio deriva dal concetto di “Triple Bottom Line”, noto anche come “Persone, Pianeta e Profitti” (PPP), introdotto negli anni ’90 e secondo cui le aziende non dovrebbero concentrarsi solo sui “Profitti”, ma su ciascuna delle tre “P”, che sono altrettanto importanti per la sostenibilità di qualsiasi impresa commerciale. Questo concetto si è evoluto nei fattori ESG, che oggi sono il caposaldo dell’Investimento sostenibile e responsabile (Sustainable and Responsible Investing, SRI). I criteri ambientali esaminano il modo in cui un’azienda contribuisce alle sfide ambientali (ad esempio rifiuti, inquinamento, emissioni di gas a effetto serra, deforestazione e cambiamenti climatici) e le sue performance in tal senso. I criteri sociali analizzano il modo in cui l’impresa tratta le persone (ad esempio, la gestione del capitale umano, la diversità e le pari opportunità, le condizioni di lavoro, la salute e la sicurezza e la vendita abusiva di prodotti), mentre i criteri di governance valutano il modo in cui un’azienda è amministrata (ad esempio, remunerazione dei dirigenti, strategia e pratiche fiscali, corruzione e abuso d’ufficio, diversità e struttura del consiglio).

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“Orientare il mercato dell’edilizia in direzione della sostenibilità misurata e certificata secondo i protocolli energetico-ambientali rating system come quelli della famiglia LEED-GBC, appare oggi l’unica scelta possibile, anche al fine di allinearsi alle richieste della nuova tassonomia finanziaria e agli obblighi di rendicontazione ambientale richiesta dal Next Generation EU.” Marco Mari, presidente GBC Italia

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Non illudiamoci di vedere i risultati presto, abbiamo l’enorme responsabilità di agire per le prossime generazioni, non per noi stessi. Ancora non abbiamo visto tutte le ripercussioni dei comportamenti degli ultimi due secoli.

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Tel. 0733 264420 Via G. Garibaldi, 4 62100 Macerata

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