Spulciando in biblioteca on questo festeggio i miei primi 10 numeri di collaborazione alla rubrica. Penso che per me sia un onore ed un divertimento, anche se non sempre si tratta di una passeggiata. E’ difficile soprattutto decidere, talvolta a malincuore, cosa lasciare da parte. Non a caso, assieme ad elogi, ho ricevuto inevitabilmente anche lamentele e critiche delle quali, qualsiasi sia la motivazione, devo tener conto. Ringrazio tutti voi e la redazione per la continua fiducia nel mio lavoro. Max
Begato, a circa 350 metri di quota. Considerata grotta storica viste le descrizioni risalenti ai primi del ’900, è rimasta inviolata fino al sifone terminale, dopo circa 100 metri di condotta. L’interesse nasce nel maggio 2000 quando si constata che il sifone terminale si può attaccare. Dopo varie peripezie di tubi e pompe, di fanghi e livelli dell’acqua che si alzano pericolosamente, i nostri riescono a passare, esplorando circa una settantina di metri nuovi e fermandosi di fronte ad un’arrampicata rimandata al futuro… Oltre il sifone, la condotta diventa transitabile, tra concrezioni e splendide vaschette, sempre in presenza del corso d’acqua. Bella la foto storica del 1930, le foto a colori, il rilievo ed il posizionamento su C.T.R..
Spedire le riviste da recensire al mio indirizzo:
L’importanza di un geologo in gruppo si fa sentire, perché le osservazioni sulla ricerca in questa zona, da anni meta del campo estivo, danno informazioni nuove e molto interessanti ed i lavori acquistano maggiore spessore scientifico. Il rilievo delle principali famiglie di diaclasi messo a confronto con le direzioni dei rami dell’A. Ferro di Cavallo, ha orientato le esplorazioni dei buchi rilevati in superficie. La carta pubblicata a pag. 31 dimostra l’utilità di questo lavoro, assieme al riposizionamento con GPS di tutte le cavità della zona. G. De Astis dedica due pagine alla descrizione delle fasi esplorative del Ferro di Cavallo, che da quest’anno diventa abisso ricco di possibilità esplorative, frutto di una ricerca che dura da un buon triennio. La topografia pubblicata non è completamente aggiornata, ma basta per capire: a circa 100 metri di profondità e dopo il ritrovamento di gallerie, una grande forra con fiume che scorre aspetta le impronte che i genovesi lasceranno nel prossimo campo. Attendiamo con grande curiosità: il Biecai comincia a svelarsi….
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Massimo Pozzo Piazza Pontida n.36 24122 Bergamo E-mail: maxpozzo@tiscalinet.it
IN SCIÖ FÕNDO Bollettino dell’A.S. Genovese “San Giorgio” N. 5 – anno 2003 Il numero si apre con l’editoriale del presidente M. Gabuti che spiega l’evoluzione del gruppo negli ultimi anni, orientato sempre più su progetti definiti ed obiettivi precisi. Come succede in altre realtà, concentrarsi sulla ricerca rischia di far allontanare chi è più interessato a programmi meno impegnativi, ma l’A.S. San Giorgio è ancora un piccolo gruppo con grandi programmi, ed in questa direzione ha effettuato delle scelte. Il programma di attività svolta e da svolgere è comunque intensissimo ed i risultati cominciano veramente ad arrivare… “piano e bene” diceva qualcuno….
AA.VV.: “Ultimo fango alla Dragunea” La tana della Dragunea (Li 6 GE), si apre sulle alture di Genova, in località Forte
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AA.VV.: “Marguareis – Biecai 2002”
G. De Astis: “I bombardamenti a Tora Bora” Un’altra area di ricerca del San Giorgio è la zona della Foce di Monte Cavallo (Toscana – MS) L’abisso più noto in zona è il Watanka (svil. 1,5 km circa; -270 m – vedi Talp. N.2, giugno ’90, pag.15-18), e Ossiba (-200 m circa), mentre a circa 1 km di distanza si apre l’Abisso Olivifer (1215 m). Mentre parte del gruppo si concentra sul riarmo di Watanka, nel Canale dei Pradacetti, a 980 m di quota, inizia la disostruzione pesante di due fessure ventose situate in posizione strategica, in mezzo ai due abissi sopracitati. In contemporanea, anche la ristrutturazione di un bivacco dedicato a Luisa Corna. Dopo lavori ciclopici finalmente si passa e si esplora Tora Bora, una frattura verticale di circa 50 metri che per ora offre poche
opportunità di prosecuzione. Oltre a Watanka, è in programma anche una rivisitazione di Ossiba.
Q. 4000 Annuario della sezione di Erba del CAI - Anno 2004 L’annuario degli erbesi è sempre puntuale, visto che si tratta di una pubblicazione di attività sezionale, ma ciò che ha maggiore rilevanza sono i “numeri esplorativi”, certo legati al fatto di condurre ricerche in due delle più potenti aree carsiche lombarde: il Massiccio delle Grigne (LC) ed il Pian del Tivano (CO). Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita vorticosa delle cavità in esplorazione in queste zone, frutto di collaborazione con i gruppi lombardi più attivi. Per capirlo basta citare i circa 20 chilometri nuovi di Ingresso Fornitori (Tivano), ed i –900 metri di Kinder Brioschi in Grigna Settentrionale. L’anno in corso purtroppo è stato segnato dalla scomparsa del presidente Marco Bomman, che lascia in eredità passione, impegno, volontà e amore per la montagna e l’amicizia. Un esempio che rimarrà comunque sempre vivo nei cuori di chi lo ha conosciuto.
D. Montrasio: “Black …in! (Grigna)” L’autore, conosciuto come Lontra, ci regala una chicca “spirituale” tratta dal serbatoio di emozioni che spesso precedono una discesa a grandi profondità. <<Laggiù ci si dovrebbe andare una volta sola perché poi è una spirale… e la spirale ti travolge e non ti lascia più>>. Si riferisce al week end in cui ha deciso di unirsi al gruppo che ha toccato i –800 m in Kinder Brioschi. Analizza tutti gli stati d’animo della sua decisione, pur sapendo che la via del ritorno sarà tutt’altra cosa rispetto allo scorrere della corda nel discensore. Ma resistere alla tentazione è quasi impossibile, anche perché negli occhi dei compagni c’è la medesima curiosità che spinge ad andare…
A. Merazzi: “Aggiornameto e revisione catastale 2003-2004” Fa seguito al mistico racconto di Lontra, l’aggiornamento catastale di uno dei due