Speleologia n. 74 - giugno 2016

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RECENSIONI

trentina di specie presenti in Friuli Venezia Giulia. È la prima tappa di un’azione di public awareness con cui la Regione Autonoma intende condividere con la cittadinanza i dati – e la loro importanza dal punto di vista della Conservazione – derivanti da un monitoraggio pluriennale che, tra il 2013 ed il 2015, ha iniziato a far luce in Friuli Venezia Giulia su questo misconosciuto patrimonio di biodiversità. È anche possibile consultarla on-line all’indirizzo: https://www.researchgate.net/ publication/297757659_Ali_nella_notte.

Ali nella Notte

“U

n insieme di immagini e suggestioni capaci di stimolare – ci auguriamo – la più inerte fantasia, con la speranza di far innamorare qualcuno. Perchè... il rispetto è figlio dell’amore e nipote della conoscenza. La scienza può venir dopo.” Sono queste le parole con cui i curatori della pubblicazione, Lapini e Dorigo, introducono la bellissima pubblicazione a carattere didattico-divulgativo dedicata ad un gruppo di animali, i Chirotteri, non propriamente al centro degli interessi collettivi. Edito dal Museo Friulano di Storia Naturale e presentato in occasione del Darwin Day 2016, presso la Sala Ajace del Comune di Udine, questo volume offre al lettore una panoramica su biologia ed ecologia della

Ali nella Notte, immagini e suggestioni dai pipistrelli del Friuli Venezia Giulia / L. Lapini e L. Dorigo. Museo Friulano di Storia Naturale, Udine, 2015, 88 p., ISBN 978-88-88192-59-8.

Sagada ’85

Abisso Ancona

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“…

rima che cadessero nell’oblio, bene ha fatto la redazione di Speleologia Veneta a riunire in un unica monografia tutti i dati della spedizione Sagada ’85. È vero, da allora sono passati trent’anni ma, nonostante i vari resoconti pubblicati al tempo (vedi anche Speleologia n. 13), molti dati rimanevano ancora inediti e così pure i ricordi di alcuni protagonisti. Sagada ’85, condotta nell’isola di Luzon nel nord delle Filippine, fu un’esperienza davvero emblematica per la speleologia italiana poiché, fatto salvo il Circolo Speleologico Romano, fino a metà degli anni ’80 ancora nessuno pensava che la speleologia extraeuropea potesse divenire un programma abituale di attività. E forse non è un caso che da quel lontano 1985 si consolidò la fortunata saga delle spedizioni italiane in Filippine (e non solo), e che tutt’ora proseguono. Sagada ’85 va considerato anche come un modello a cui ispirarsi per l’organizzazione di viaggi in terre lontane. Il contenuto dell’Allegato numero 8 ci dà alcuni indizi in questo senso. Oltre ai consueti contributi: descrizione delle grotte esplorate, note sulla geomorfologia del carso, diario di campo, bibliografia, eccetera, vengono esposti chiaramente anche i passaggi burocratici che hanno portano alla realizzazione della spedizione dove, in particolare, non si dimentica l’importanza dei rapporti con le comunità locali; elemento quasi sempre determinante per la buona riuscita del progetto. Ed è proprio l’incontro con l’altro che caratterizza Sagada ‘85, tant’è che fra gli obiettivi della spedizione ebbero grande evidenza le ricerche culturali attorno gli igorot, gruppo autoctono noto per la tradizione delle “hanging coffins”, casse da morto (… occupate) appese alle pareti o impilate all’interno delle grotte affinché i defunti non vengano disturbati. Gli igorot hanno un’altra particolarità, fino a tempi non troppo lontani (le testimonianze sono dirette), erano cacciatori di teste; in spedizione a nessuno quindi sarebbe venuto in mente di curiosare attorno al caro estinto. Inquadrata la cornice, il “bottino” speleologico portato a casa diventa quasi un dettaglio: qualche decina di nuove cavità e non so più quanti chilometri rilevati e qui finalmente pubblicati.

vedevo già i compagni in cima allo scivolo che mi salutavano e mi incitavano a fare gli ultimi metri. Il lampo di un flash immortalò il mio arrivo. Abbracciavo chiunque mi venisse incontro, pacche sulle spalle, grida e commenti di gioia riempivano la Sala del Trono. Ormai eravamo consapevoli di essere entrati nella storia”. Con queste parole Fabio Sturba racconta l’uscita dal pozzo Ancona, mentre 100 metri più in basso da una manciata d’ore era “nata” la Grotta Grande del Vento. Preceduto da Maurizio Bolognini, Sturba toccò per secondo la base di quell’immenso salone da cui ebbe inizio una delle più belle pagine della speleologia italiana; un’esplorazione che per certi aspetti non è mai più avvenuta. Certo, grotte ben più estese e più fonde sono state esplorate da allora, ma è innegabile che la scoperta della Grotta Grande lasciò un segno indelebile nella geografia ipogea del nostro Paese. Più di un motivo concorre a questo speciale primato e il clamore della grotta turistica non è il principale. Con stile agile e spontaneo la cronaca di quegli eventi è tornata in superficie dagli appunti autobiografici di uno dei protagonisti principali. Nel preludio alla grande scoperta, le prime pagine del libro aprono al rito iniziatico di un gruppo di ragazzi che, per non annoiarsi, decide di esplorare il territorio attorno casa. A quel punto l’incontro con le grotte è breve e quello casuale con dei veri speleologi pure: le attrezzature, la magia dell’acetilene, i loro racconti… è fatta! Il viaggio può iniziare. Lettori incanutiti troveranno qui tangibile la speleologia degli anni ’60, con quello stile un po’ frugale che marcava i tempi delle tute stracciate. Tempi ormai lontani e forse anche per questo indimenticabili. Originale e indovinata l’idea di aprire il libro con una serie di immagini storiche e di terminare il racconto solo alla terza esplorazione, quando la sorpresa della scoperta cede il posto alla “quotidianità” delle esplorazioni. Divertente anche quella di trascrivere in appendice i dialoghi registrati del collegamento telefonico avvenuto fra il gruppo in manovra sul pozzo Ancona e Maurizio Bolognini mentre scendeva in scaletta l’Abisso. Era il 10 ottobre 1971.

Michele SIVELLI

Michele SIVELLI

Sagada ’85 / Antonio De Vivo, Adriano Menin, Guido Rossi. Federazione Speleologica Veneta, Marcon (VE). Speleologia Veneta - Allegato scientifico, n. 8 (2015), 192 p., ISBN 9788897583202.

Abisso Ancona - cronaca di una scoperta / Fabio Sturba. Marcelli editore, Ancona, 169 p., ISBN 9788894093032, € 15,00.

Speleologia 74 giugno 2016


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