Il giudice delle donne - Poscritto

Page 1

Poscritto

Avvertenze per la navigazione (più qualche ringraziamento) Ci sono lettrici e lettori, scrive Philip Roth, ai quali interessa scoprire dove finisce la storia «vera», i fatti documentati, e dove comincia la libera invenzione. Per parte mia, credo che non si tratti solo di una curiosità (più che legittima), ma anche di un gioco fra chi narra e chi legge. Un piacere, un divertimento in più, che la scrittura e la lettura possono offrire a chi vi si presta. È dunque a queste lettrici e a questi lettori curiosi che mi rivolgo, per svelare o, meglio, per offrire alcuni piccoli «assaggi» di come, in questo romanzo, ho mescolato la verità alla finzione. Non sto parlando dello «sfondo» storico o della cronologia dei fatti, che devono aderire di necessità a quanto narrato, ma di cose più impalpabili. Di suggestioni che mi sono venute dai libri letti o dai vecchi giornali e dai documenti che ho consultato (le tante e indispensabili «fonti storiche»). Oppure di semplici domande, che mi sono fatta durante il lavoro di ricerca e che poi si sono trasformate in racconto. Per esempio. Mentre leggevo il libro di Marco Severini (Dieci donne – Storia delle prime elettrici italiane, liberilibri, Macerata 2012), mi sono chiesta perché mai le dieci maestre, dopo aver compiuto il gesto coraggioso di chiedere l’iscrizione alle liste elettorali, poi non si siano presentate in tribunale. 249

CUTRUFELLI_Il giudice delle donne.indd 249

14/01/16 14:57


E perché la parola «elettrice» non compare sul cartellino anagrafico di tutt’e dieci, ma solo di alcune. E qual era, nel gruppo, il ruolo effettivo di Luigia Matteucci, l’unica, a quanto pare, che avesse un rapporto diretto con la politica per via del marito, sindaco socialista di Montemarciano. Sulle idee e sulle attività di Enrico Matteucci, all’epoca figura rilevante, hanno scritto in molti, ma niente si sa dei suoi reali rapporti con la moglie: come sostiene Tracy Chevalier, «solo il narratore può ficcare il naso in certe cose». E io ho ficcato il naso. A volte basta poco per immaginare una situazione. E a me è bastato leggere una nota di Luigi Lacchè, che parla delle «titubanze» delle commissioni elettorali di Montemarciano e di Senigallia ad accettare l’iscrizione delle dieci maestre, per tracciare un possibile itinerario ed entrare nella sala di un consiglio comunale (L. Lacchè, La sentenza Mortara e il voto politico alle donne, in Donne e diritti – Dalla sentenza Mortara del 1906 alla prima avvocata italiana, a cura di N. Sbano, Il Mulino, Bologna 2004). Insomma questo romanzo è, per l’appunto, un «romanzo», opera di finzione, e tuttavia è anche un intreccio, una tessitura di storie o di spunti narrativi pescati durante il lavoro di documentazione: gli scrittori, ha detto qualcuno, sono come gazze ladre che rubano tutto ciò che luccica... E la realtà, i fatti, le cose realmente accadute, sono molto luccicanti. Per continuare ancora un po’ con gli esempi: sono «veri» i trentatré duelli combattuti dal direttore dell’Ordine per difendere l’onorabilità del suo giornale. È «vera» la guerra tra lo zuccherificio e i bagni di Senigallia. È «vera» la targa in onore di Giordano Bruno, murata dal sindaco di Montemarciano davanti alla chiesa per fare un dispetto al parroco: Peppone e don Camillo vengono da lontano... E qui mi fermo, anche se potrei continuare per molte pagine ancora. Ma sto scrivendo un poscritto, non un saggio. E lo scrivo, in sostanza, per ringraziare alcune autrici e alcuni autori per le «pietre luccicanti» che mi hanno regalato. Oltre a quelli già citati, mi sono stati particolarmente utili i libri 250

CUTRUFELLI_Il giudice delle donne.indd 250

14/01/16 14:57


di Alessandro Baldelli (La tregua amministrativa di Senigallia, 1905-1910, affinità elettive, Ancona 2008), di Augusta Palombarini (Storie magistrali – Maestre marchigiane tra Otto e Novecento, Eum, Macerata 2010) e la raccolta di saggi sull’Expo del 1906 a cura di autori vari (A.A.V.V., Milano e l’Esposizione internazionale del 1906 – La rappresentazione della modernità, Franco Angeli, Milano 2008). Per quanto riguarda la storia del suffragismo italiano, sono troppi i libri importanti per farne l’elenco. Mi limito a ringraziare Giulia Galeotti (Storia del voto alle donne in Italia, biblink, Roma 2006), specialmente per le note su Rosa Genoni. E mi sembra opportuno, a questo punto, ricordare l’ammonimento di Anna Rossi Doria (Diventare cittadine – Il voto alle donne in Italia, Giunti, Firenze 1996) a proposito del rapporto tra donne e cittadinanza: un rapporto difficile, che la conquista del diritto di voto non ha risolto e che, malgrado tutto, continua a essere conflittuale. Voglio ringraziare inoltre Marisa Rodano, per le sue segnalazioni affettuose, e Vittoria Tola che mi ha procurato un libro prezioso e introvabile sull’emigrazione marchigiana (Paola Cecchini, Terra promessa – Il sogno argentino, edizioni del Consiglio Regionale delle Marche). Come sempre, grazie alla biblioteca della Fondazione Basso (in particolare, a Maurizio Locusta) e alla libreria Fahrenheit di Campo dei Fiori: ogni volta che entro in quel luogo, riacquisto fiducia nel futuro dei libri. E per finire con un ulteriore tocco di speranza, citerò una frase di Lodovico Mortara, grande e autentico riformatore (quando divenne ministro della Giustizia, poco prima di essere epurato da Mussolini, fu lui ad abolire la vergogna secolare della cosiddetta «autorizzazione maritale», introdotta dal codice napoleonico, ripresa dal nostro codice civile del 1865, e da allora necessaria, fra l’altro, per comparire in giudizio). Come tutti i riformatori, Mortara era anche un inguaribile ottimista e lo testimonia, per l’appunto, la frase che pronunciò nel 1888, in apertura del suo corso di diritto costituzionale 251

CUTRUFELLI_Il giudice delle donne.indd 251

14/01/16 14:57


all’università di Pisa. In quell’occasione disse: «La forza materiale fu signora del passato, la forza dell’intelligenza dominerà l’avvenire. Il presente è il campo in cui si combatte la loro lotta». Speriamo che sia davvero così e che, prima o poi, arrivi anche l’avvenire.

CUTRUFELLI_Il giudice delle donne.indd 252

14/01/16 14:57


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.