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INTERVISTA Silvia Bragantini

Parva Vis: brividi europei

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JACOPO PELLEGRINI

L’ impegno di questi anni ha dato buon frutto. Un quinto posto ai loro primi campionati Europei è davvero un traguardo importantissimo. Il quartetto della Polisportiva Adige Buon Pastore di San Giovanni Lupatoto è stato protagonista al Campionato Europeo che si è svolto a Lleida in Spagna (nonostante lo ‘stress’ delle norme anti-Covid…), sotto la guida di Monica Coffele e seguito dal coreografo Alessandro Spigai. Negli anni il quartetto è cresciuto notevolmente e ha cambiato alcuni atleti che per diversi motivi hanno lasciato. Sono rimaste invece sempre presenti Silvia Bragantini, Eleonora Perrone e Greta Santellani che hanno fatto davvero la storia delle Parva Vis fin dall’inizio. Al Campionato Europeo si sono presentate quest’anno con Marco Pescatori dell’ASD Pattinaggio Bettini di Brescia, il quale ha dato un valore aggiunto alla formazione. Tra sacrifici immensi per conciliare la vita lavorativa e di studio con la vita sportiva dilettantistica il quartetto ha resistito a tutto ed è stato premiato con la selezione per gli Europei prima, e il bellissimo risultato di Lleida dopo.

Silvia, com’è nata la tua passione per il pattinaggio artistico a rotelle e a che età ha iniziato a praticare questo sport?

Era il 2007 quando ho iniziato, avevo 9 anni e venivo da qualche anno di ginnastica ritmica. Di fronte a dove abito si trovava una pista di pattinaggio e io mi incantavo a guardare le ragazzine della Polisportiva Adige Buon Pastore mentre si allenavano e passavo le giornate ad imitarle dal balcone di casa. Con l’incoraggiamento dei miei genitori ho deciso di fare delle prove e in poco tempo mi sono iscritta. Ricordo che era marzo e si era già a metà della stagione sportiva, infatti sono stata inserita in un gruppo che pattinava già da sei mesi. Spesso le bambine iniziano a pattinare fin da piccole, addirittura a partire dai 3-4 anni, mentre io avevo iniziato “tardi” rispetto alla media.”

Fai parte del quartetto ‘Parva Vis’ dal

2009, anno di fondazione: com’è stato crescere artisticamente e sportivamente insieme alla propria società? “Si, il percorso ‘Parva Vis’ è stato meraviglioso in tutti i suoi anni. È stato divertimento, passione, evoluzione, costanza ma soprattutto crescita sportiva e personale. Se siamo arrivati dove siamo è stato sicuramente grazie alla Polisportiva Adige Buon Pastore che ha sempre creduto in noi, che ci ha dato la possibilità di essere seguite artisticamente e tecnicamente da grandi professionisti del settore e che ci ha sempre accompagnati in questi anni scegliendo il meglio per la nostra carriera.”

Quest’anno siete riuscite a qualificarvi al Campionato Europeo dopo anni di sacrifici e duro lavoro. Che emozioni e sensazioni avete provato lo scorso luglio quando siete scese in pista?

“È stata un’emozione unica, un sogno così sudato e desiderato che ci siamo resi conto che si era davvero avverato solo una volta atterrati in Spagna. Gli ultimi anni si erano susseguiti con una serie di inconvenienti e sfortune e quest’anno sentivamo che sarebbe stato il nostro anno. Venivamo da un 2018 in cui siamo rientrati nei migliori cinque quartetti d’Italia ma ad un soffio dal Campionato Europeo che coinvolge soltanto i primi quattro classificati. Nel 2019 nuovamente quinti classificati al Campionato Italiano, ancora una volta ad un passo dal sogno Europeo. Nel 2020, purtroppo, le competizioni sportive sono rimaste ferme, anche se il Campionato Regionale di febbraio è stato comunque disputato, facendoci guadagnare un terzo posto meritato. Insomma, quest’anno avevamo molte aspettative, voglia di mettersi a confronto ma soprattutto in gioco e voglia di raggiungere quell’obiettivo della qualifica al campionato europeo che ci portavamo dentro da anni. Le emozioni vissute sono state di gioia e grande orgoglio, soprattutto nel sentire il tifo e il sostegno da parte degli altri italiani presenti con le bandiere tricolore strette tra le mani. È stato un momento magico. Ricordo ciò che ci ripetevamo prima di scendere in pista: “La gara è stata il Campionato Italiano, in cui abbiamo ottenuto la qualifica al Campionato Europeo, oggi veniamo solo a ritirare il nostro premio!”. Per noi la vittoria è stata in primis partecipare. In gara siamo

riusciti a dare il meglio di noi ottenendo un prezioso quinto posto (siamo affezionati al quinto posto ormai) su undici partecipanti. È importante non mollare mai, anche quando si pensa di avere tutto contro, resistendo e insistendo i sogni possono diventare realtà.”

Cosa ci può dire delle tue compagne (Greta Santellani, Eleonora Perrone e Marco Pescatori), della vostra allenatrice (Monica Coffele) e del vostro coreografo (Alessandro Spigai)?

“Io, Greta ed Eleonora pattiniamo insieme fin da quando eravamo bambine. Con loro ho iniziato l’avventura della specialità quartetto e siamo le tre atlete che sono sempre rimaste negli anni. Marco è subentrato nel 2020 ed è stato per noi un’importante figura e valore aggiunto. Oltre ad aver contribuito per la sua bravura tecnica ha portato anche un cambiamento ed evoluzione nel nostro quartetto in quanto non avevamo mai pattinato con un uomo all’interno della formazione. È stata una bella esperienza, stimolante e diversa. Monica, invece, è stata un’allenatrice molto determinata e sicura degli obiettivi che con noi voleva raggiungere, ha saputo prendere delle scelte che ci hanno sempre portato in alto e ha fatto in modo che lavorassimo con grandi coreografi di interesse mondiale come Alessandro Spigai. Ale ha saputo costruire su di noi coreografie bellissime, che fossero sempre in linea con il nostro stile e che facessero emergere il nostro migliore lato artistico. Per noi lui è stato una risorsa grandissima, ci ha enormemente arricchiti come pattinatori e non possiamo far altro che essergli grati.”

Come vedi il futuro del pattinaggio artistico in Italia e a livello internazionale?

“Ritengo che il pattinaggio artistico, soprattutto a rotelle, abbia ancora poca visibilità sia in Italia che a livello internazionale, ed è un peccato perché è uno sport meraviglioso, con tantissime specialità. Basti pensare che non è nemmeno considerato a livello olimpico. Spero che in un futuro possa espandersi in nuovi paesi e arrivare a far parte degli sport olimpici.”

Quali saranno gli obiettivi per il vostro futuro?

“Purtroppo, la carriera Parva Vis finisce con il raggiungimento di questo obiettivo europeo. Sono stati dodici anni ricchi di emozioni grandissime, sacrifici ma soprattutto soddisfazioni, che si sono conclusi nel migliore dei modi. Sono grata a tutti i miei compagni e allenatori che in questi anni ci hanno portato dove siamo arrivati, ma ora le nostre strade prenderanno direzioni diverse, ognuno di noi con nuovi obiettivi. Per il momento mi sento arrivata e sento il bisogno di uno stop come atleta rimanendo, però, nell’ambiente nelle vesti di allenatrice e lasciando che questo sport meraviglioso continui ad emozionarmi.”

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