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Un calcio al calcio
D
di Luigi Borgo
ue cose, lasciatemi esagerare, ha detto il nostro premier Monti, per cui sono stato felice di aver pagato l’Imu – l’ho detto, sto esagerando. La prima, dopo l’ennesimo scandalo scommesse nel calcio italico, è stata di proporre la sospensione del campionato di serie A e B per i prossimi 3 o 4 anni; la seconda, ve la dico dopo, tanto è entusiasmante la prima: farsi 3 o 4 anni con la tv che trasmette il calcio delle serie inferiori, i meeting di atletica e di ginnastica, le gare di sci e i concorsi ippici in prima serata facendo riscoprire tutti quegli sport che ormai, scomparsi dal video, stavano scomparendo anche dai cuori dei nostri giovani, è di per sé una proposta allettante, anche se, nel nostro ragionamento, va letta soprattutto come una proposta di speranza. Fermare questo calcio qui, corrotto, malavitoso, profondamente immorale nel suo giro mastodontico di denaro facile, sarebbe un atto di altissimo valore simbolico per quel risanamento morale dell’Italia intera, che è l’unica via per il nostro risanamento economico. Perché il calcio è il nostro sport nazionale, figlio e specchio dei nostri peggiori costumi nazionali. Fermarlo è dire basta a trent’anni di calcio scommesse ma è anche iniziare a dire basta a trent’anni di politica corrotta, di furbi e ladri al potere, d’infiniti e colossali sperperi pubblici. Qualcuno dirà, ma come? Proprio adesso che gli Azzurri hanno fatto una così bella figura ai campionati Europei impartendo una superba lezione di calcio a quegli spocchiosi dei tedeschi? Sì, a maggior ragione adesso sarebbe opportuno fermarlo, perché in quella vittoria lì c’è un altro nostro atavico difetto nazionale, che va rimosso: cominciare a fare bene a tempo quasi scaduto. Abbiamo battuto, con merito, i primi della classe, dopo aver rischiato, per demerito, l’eliminazione al primo turno. Così capitò anche ai Mondiali del ’82, quando pareggiammo con il modesto Camerum e poi battemmo le fortissime Argentina, Brasile e Germania. La storia è sempre la stessa: cominciamo a giocare bene solo quando ci sentiamo spacciati. La nostra forza è la forza della disperazione, ma chi vince così non è mai credibile. Già al prossimo incontro, venuta meno la motivazione della lotta per la sopravvivenza, ce le faremo suonare dalla prima squadraccia che capita. Fermare il calcio italiano vorrebbe dire basta con le truffe, con le partite comprate ma fermarlo all’indomani della bella prestazione agli Europei significherebbe aggiungere un significato in più: porre fine alla mentalità balorda d’impegnarsi solo quando si è sull’orlo dell’abisso. Fermare questo calcio qui potrebbe essere un modo convincente per esprimere un segnale di speranza affinché anche la politica all’italiana, fatta di corruzione quanto di rimendi disperati all’ultima spiaggia, che non ci rendono affatto un Paese dall’economia credibile, possa un giorno finire. E qui siamo alla seconda grande frase che ha detto Monti, di cui gli sono, senza esagerazione questa volta, grato. Parlando con il presidente degli Stati Uniti Obama, Monti ha cercato di fargli capire che, se per gli anglosassoni l’economia è una disciplina che si nutre di astratti modelli matematici che spesso comportano una spietata logica speculativa fine a se stessa, per i tedeschi l’economia è ancora una disciplina subordinata alla filosofia morale, ovvero alla legge suprema del bene, secondo la quale i soldi arrivano perché e dove si produce bene. Maggiore è la qualità, maggiore è il risultato economico, o se non maggiore, sicuramente, è più duraturo e stabile. Kant più che Machiavelli, ovvero il ben fatto sul furbescamente fatto. E qui si chiude il cerchio, perché questa è anche la legge dello sport: è forte e credibile chi gioca bene sempre e non solo nelle partite decisive.
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SSIMO
SPORTI
dentro lo scudetto 4
del secondo titolo ta uis nq co la to vis ha e ch ord rec da ne Voci ed emozioni di una stagio
Paolo Centomo, presidente
Quella che abbiamo appena vissuto come Hockey Valdagno è stata una stagione da record compresa la vittoria in campionato a Bassano che mancava da oltre vent’anni. Da quarti in regular season abbiamo vinto lo scudetto, un’impresa eccezionale. Io ho sempre creduto che potessimo centrare il Tricolore, lo dicevo già a novembre anche a fine stagione regolare quando qualche dubbio sull’esito finale stava minando le mie certezze. Invece la squadra ha disputato playoff e Final Eight vincendo e giocando un hockey bello da vedere. Riavvolgendo il nastro di questo meraviglioso film, a inizio stagione abbiamo deciso di cambiare allenatore. Non era l’uomo giusto per noi, si doveva invertire la rotta perché i risultati non arrivavano e alcune scelte fatte nella fase finale della Coppa Italia avevano destato
più di una perplessità. Abbiamo girato pagina scegliendo un uomo, Franco Vanzo, di poche parole e tanti fatti. All’inizio la squadra ha risentito del passaggio che, inevitabilmente, come tutti gli scossoni, necessita di una fase di assestamento. Bisogna lavorare in modo diverso, capire cosa vuole il mister, creare un amalgama. Per un certo periodo abbiamo avuto risultati strepitosi con squadre forti e deludenti con le cosiddette piccole. Poi la stagione è girata, si è creata un’alchimia in spogliatoio che ha reso il Valdagno inarrestabile. Il tutto in concomitanza con gli infortuni di Rigo e Cocco oltre a un Nicolia da tempo alle prese con un malanno al polso. In una situazione del genere che appariva molto complicata si sono tirati fuori i denti. Grandi prestazioni compresa un’Eurolega vissuta da protagonisti e nella quale se ci fosse stato più tempo per recuperare fisicamente dopo la vittoria ai quarti con il Benfica avremmo potuto far ancora meglio. La squadra con il Liceo La Coruña in semifinale era ancora stanca e non si è potuta esprimere al massimo per tutta la partita. Per quanto riguarda lo Scudetto ho capito che avremmo vinto quando con il golden goal di De Oro abbiamo espugnato Lodi eliminando in due partite i primi della regular season. Senza Dario Rigo è stato una volta di più fon-
damentale l’apporto dato da Carlos Nicolia che in difesa si è dimostrato devastante garantendo equilibrio e sicurezza. Dedico lo scudetto alla dirigenza, ai miei compagni di viaggio Dino Repele, Checco Lorenzi e Cristian Ponza, all’allenatore Franco Vanzo e alla squadra che hanno sempre creduto in questa impresa. Un grande abbraccio a tutta la nostra tifoseria che meritava davvero questo regalo.
Franco Vanzo, allenatore
Ho sempre creduto che il Valdagno avrebbe fatto molto bene in questo campionato. L’anno scorso non allenavo per scelta, avevo avuto offerte non stimolanti e, visto che ho la fortuna di avere un lavoro e di non vivere di hockey, quando ho deciso di accettare la guida tecnica del Valdagno l’ho fatto perché volevo provare a vincere qualcosa e sapevo che la squadra aveva i mezzi
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italiano dell’Hockey Valdagno
per farcela. Sono arrivato in una società seria con giocatori importanti. Lo stimolo è stato grande, abbastanza da farmi percorrere 120 chilometri ad allenamento. Insomma, io ci credevo fin dall’inizio. A novembre, al mio arrivo, il clima era teso e mancava la tranquillità necessaria. La mia esperienza e il mio carattere mi hanno portato a ragionare con tranquillità. Nello specifico mi sono concentrato prima sulla difesa, dopo sui movimenti davanti e nel cercare le posizioni in pista. Quando arrivi ad allenare giocatori evoluti come quelli del Valdagno non ha senso insegnare tecnica, bisogna mettere assieme la squadra, capire le situazioni e il carattere dei vari atleti, fare più lo psicologo che allenare. L’obiettivo era creare un gruppo perché non si può pensare di vincere un campionato con un calendario fitto di impegni come avviene ai playoff con soli 5 giocatori. Per questo è importante sti-
molare l’intera rosa durante gli allenamenti, in pista si devono fare molti cambi, lo hanno capito tutti, non puoi vincere se resti in campo 50 minuti. Certo, poi è innegabile che i singoli fanno la differenza ma questo Scudetto è di tutti perché tutti devono fare il proprio ruolo senza interferire in quello degli altri e così è stato. Vorrei fare una menzione. Valdagno è una delle piazze più belle d’Italia come pubblico. Quando abbiamo vinto il campionato mi sono messo in un angolo e mi sono venute a salutare e fare i complimenti tifosi di una certa età, gente che seguiva il Valdagno anche nei tempi sicuramente meno esaltanti della A2. Questa per me è una grossa gratificazione, mi rende felice. I tifosi comunque sono sempre stati vicini alla squadra anche nei momenti difficili. Voglio ringraziarli tutti. Un aneddoto. Dopo le partite sono solito fermarmi a prendere una birra. Anche dopo qualche
sconfitta l’accoglienza era sempre la stessa, immutata la fiducia, gli stessi sguardi: è un qualcosa che mi ha colpito molto. A mio avviso non c’è stato un momento preciso nel quale la stagione è girata, è stata una progressione inarrestabile ma è innegabile che a Porto nella vittoriosa trasferta di Eurolega si è vista la potenzialità della squadra, è stato un momento importante. Ci tengo a sottolineare e a ringraziare tre giocatori che nell’ultimo periodo hanno dimostrato grande professionalità giocando con una situazione particolare. È vero che sono professionisti ma non tutti avrebbero fatto così. Qualcuno avrebbe tirato indietro la stecca, loro no, ci hanno messo il cuore. Questa Scudetto lo dedico al pubblico e alla mia famiglia che è fondamentale. Pensate che anche la scelta di venire ad allenare il Valdagno è stata messa ai voti, fortunatamente hanno prevalso i sì.
Carlos Nicolia Quando è partita la stagione l’ambiente attorno all’hockey era grigio, il clima non era dei migliori. All’inizio abbiamo avuto alti e bassi. Con Vanzo è arrivato un allenatore che pensava a noi come giocatori: era quello che voleva il gruppo. Vanzo ha parlato poco e lavorato tanto, l’opposto del suo predecessore. A mio avviso la vittoria al Palalido contro il Lodi, il 7 a 0, rappresenta la svolta della stagione così come il golden goal di De Oro a Lodi è stato fondamentale: quasi un verdetto anzitempo. Abbiamo capito che se difendevamo bene potevamo fare grandi cose. Poi ci sono stati gli infortuni ma ognuno ha fatto il
suo. Noi ci credevamo e ci siamo messi a disposizione. Le cose più belle dell’annata sono state l’affetto della gente che si è manifestato in modo vigoroso la scorsa estate con la famosa protesta e il goal del 7 a 4 in gara4 contro il Viareggio. Rappresentano il bene che mi vogliono i tifosi e la vittoria del campionato. Personalmente mi fa piacere ricordare il goal del 2 a 0 in gara 3 a Viareggio, una rete bella e decisiva che ha messo gli avversari in una situazione non facile. Dedico la vittoria a Celina, l’unica persona che sa come vivo l’hockey e sopporta le mie giornate fatte di silenzi in momenti particolari della stagione. Senza di lei non avrei fatto così bene a Valdagno. Appena finita l’ultima partita sono andato subito da lei e il piccolo Cristiano per ringraziarla e condividere con loro la gioia.
Dario Rigo, capitano La stagione è stata molto buona, cominciata bene con la conquista della Supercoppa e finita con lo Scudetto. All’inizio c’è stato qualche alto e basso ma il Valdagno si era profondamente rinnovato quindi era necessario un periodo per amalgamare i vecchi con i nuovi. Poi con il cambio dell’allenatore si è ripartiti con un nuovo modo di intendere l’hockey. Ai playoff ci siamo espressi alla grande mostrando tutte le nostre qualità. Abbiamo perso soltanto solo due partite in modo rocambolesco, si potevano vincere.
Anche in Eurolega la stagione è stata ottima. Da parte mia ho dato tutto quello che avevo. Un po’ di rammarico c’è per non essere stato in campo nel finale di stagione ma con la testa e il cuore ero in pista. Vanzo e io abbiamo voluto che stessi in panchina per far parte del gruppo, per essere vicino ai compagni anche non potendo giocare. Ho dato una mano. Mi sento lo Scudetto cucito addosso, certo è il primo anno che guardo dalla panchina. Un bel ricordo è il goal con il Bassano in gara3, una rete liberatoria. Dedico lo Scudetto a mia moglie che mi ha sopportato soprattutto in quest’ultimo periodo nel quale non scendendo in pista veniva a mancarmi un’importante valvola di sfogo.
Gaston De Oro, il Tonchi Quando sono arrivato a Valdagno era chiaro che la squadra fosse stata costruita per vincere. Poi all’inizio ci sono stati dei problemi ma pian piano ho trovato la tranquillità, il mio ruolo, mi sono ambientato e qualcosa è cambiato a livello di testa. Devo ringraziare Nicolia e Oviedo per avermi dato una mano nei mesi invernali quan-
do sembrava che le cose non dovessero andare per il verso giusto. Via via ho acquisito sempre maggiore consapevolezza nei miei mezzi e sia nella Final Eight che ai playoff ho potuto dare un apporto importante alla squadra. Questa stagione mi ha riservato grandissime soddisfazioni. Su tutte, segnare 5 goal ai quarti di finale di Eurolega contro una squadrone come il Benfica e poi il golden goal a Lodi. Dedico la vittoria a mia mamma Emilia, alle mie sorelle e ai ragazzi della squadra.
Massimo Tataranni All’inizio ci davano per favoriti, ma poi ci sono stati problemi culminati con il cambio dell’allenatore. Penso che dopo il pareggio di Prato quasi tutti pensavano fossimo spacciati ma il gruppo era unito. Eravamo a posto sia fisicamente
che sotto l’aspetto della tranquillità. Non abbiamo mai mollato perché è stato giusto tener duro per il bene del gruppo. L’ultimo secondo della partita di sabato è stata una cosa fantastica. Dedico la vittoria a Pamela, la mia ragazza, e a mio nipote Kevin ha due anni e mezzo ed è un vero e proprio portafortuna visto che, da quando è nato, ho vinto tantissimo.
Diego Nicoletti La vittoria ottenuta in trasferta con il Porto ci ha dato fiducia e consapevolezza. È stato il momento chiave della stagione anche dal punto di vista personale: capisci che se giochi alla pari con il Porto puoi fare bene con tutti. Terminata la stagione al quarto posto, ad essere onesti ci credevo ma la vedevo dura vincere, non era mai successo anche perché di solito la prima della regular season arriva in finale: siamo stati davvero bravi. Le miei prestazioni migliori sono state in casa contro il Porto con due goal il sabato e il martedì successivo sempre al Palalido con il Viareggio quando ho messo a segno il goal del 2 a 2. Dedico la vittoria alla fidanzata e a me stesso perché sono arrivato a questo traguardo lavorando tanto e superando difficoltà.
Francesco Rossi È stata una stagione da ricordare. Un anno di crescita sia tecnica che tattica che sotto l’aspetto della personalità. Ho imparato tanto dai campioni con i quali mi sono allenato. Il mio goal più bello è stato quello al Benfica. Parlando di squadra la partita della svolta è stato il 7 a 0 interno con il Lodi. Durante l’anno c’è stato qualche periodo no, ad esempio le tre sconfitte consecutive in marzo. Alla fine della regular season il gruppo ci credeva ma in pochi avrebbero scommesso su di noi. Dedico la vittoria alla mia famiglia, in particolare a mio nonno Giuseppe, morto a dicembre, al quale ero molto legato ed era il mio primo tifoso.
Juan Oviedo La squadra c’è sempre stata, abbiamo vinto la Supercoppa. Poi durante la stagione ci sono stati tanti infortuni ma il Valdagno è cresciuto nonostante tutto. Importante il 7 a 0 con il Lodi anche perché per un portiere non prendere goal è un qualcosa che fa sempre piacere. La squadra ha avuto un approccio positivo nella parte finale della stagione e ha saputo dare il massimo. Dedico la vittoria alla famiglia e a quei tifosi che non hanno mollato mai.
Eddy Randon Io ho sempre pensato che contavano i playoff. Era importante essere in forma in quella parte di stagione. Sento lo Scudetto molto mio perché sono riuscito a dare una mano alla squadra. Sono sempre stato a disposizione e pronto a scendere in pista. Il goal al Lodi in gara2 di semifinale è stato bello perché fatto in una partita decisiva, una grande soddisfazione per chi come me ne fa pochi. Il gruppo c’è sempre stato e si è compattato nella fase cruciale della stagione. La squadra è stata bella da vedere, un crescendo inarrestabile. La sfortuna ha fermato Dario e Mattia e tutti hanno dato ancora di più. Dedico lo scudetto a me e mia moglie, tra hockey e lavoro ci vediamo con il contagocce.
Riccardo Gnata Stagione altalenante ma strepitosa ai playoff: andavamo il doppio degli altri. Forse la partita pareggiata a Prato è stata quella decisiva, di svolta perché ha dato una bella sveglia a tutti noi. Con il Bassano non si poteva uscire, ero certo che si sarebbe andati avanti, non ce lo saremmo mai perdonato anche per i nostri tifosi che ci tengono in modo particolare al derby. Fondamentale vincere gara2 a Lodi. Tornare a giocare là non sarebbe stato semplice, il golden goal del Tonchi è stato decisivo. Dedico la vittoria alla mia ragazza.
Mattia Cocco Durante la stagione non trovavo bene una collocazione in pista, ho fatto un po’ di fatica. Poi con l’inizio dei playoff mi sono ritrovato e ho iniziato a giocare bene. Negli occhi ho la vittoria interna con il Porto, il goal di Tataranni all’ultimo secondo che ribadisce in rete dopo che io stesso avevo appena concluso verso la porta. Certo anche il 7 a 0 con il Lodi è stata una grande impresa, mi sono espresso su alti livelli. Dopo purtroppo c’è stato l’infortunio alla caviglia, ho fatto di tutto per tornare in pista il prima possibile. Ringrazio il nostro preparatore atletico Alessandro Dal Monte e la fisioterapista Greta Lorenzi. C’era una gran voglia di vincere, il gruppo è stato veramente fantastico. Nell’ultima partita con il Viareggio il pubblico è stato eccezionale, per me valdagnese doc un’emozione indescrivibile, da pelle d’oca. Non avevo neanche il coraggio di guardare la curva e le tribune. Personalmente ho fatto ricorso a tutte le scaramanzie possibile pur di vincere questo scudetto. Non mi sono tagliato la barba, “se c’è la barba è un’altra partita”, coinvolgendo mano amano anche i compagni. Inoltre prima di ogni match c’era l’immancabile foto sul divano con mamma, nonna e Tonchi a dormire o fare finta.
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Si torna in alto
Il basket vicentino riparte dalla serie D con una nuova società, la “Pallacanestro Vicenza 2012” di Antonio Rosso
compare il marchio della Pallacanestro Araceli. In compenso nasce a Vicenza una nuova società, la “Pallacanestro Vicenza 2012”. Ciò è la conseguenza di uno scambio di categorie tra l’Araceli ed i padovani dell’Ardens Silvestrini, società satellite della Virtus Padova. I Vicentini cedono la Promozione in cambio della serie D. Conseguenza di quanto sopra il fatto che la società vicentina cambi nome e diventi, per scelta “Pallacanestro Vicenza 2012” in omaggio all’omonima
Foto archivio Araceli
squadra, ovviamente senza l’anno, che nel maggio del 2000, dopo aver vinto i play off per la promozione in A2 cedette i diritti alla Snaidero Udine e chiuse la sua attività. Lo staff societario della nuova società sarà composto da Luigi Beltrame, Presidente, con Riccardo Canilli, vicepresidente, playmaker della Pallacanestro Vicenza di fine anni ‘70, inizio anni ’80. Saranno affiancati da Lino Mascellaro, dirigente responsabile, atleta del vivaio vicentino e giocatore nella massima categoria a Milano, Cagliari e Bre-
scia. Il direttivo è completato da Adriano Andriolo, direttore sportivo, Antonio Buglione responsabile del settore giovanile, da Renzo Stella, Marco Sinicato e Pierluigi Vinci mentre Andrea Tona sarà segretario e Sandro Zocca tesoriere. Bruno Badinotti svolgerà funzioni di direttore tecnico mentre la serie D sarà affidata a Massimiliano Giugni che ha raggiunto la finale Play Off nella scorsa stagione. A sentire i nuovi dirigenti le ambizioni non mancano. Obiettivo della Pallacanestro Vicenza 2012
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è, infatti, di porsi come società di riferimento del panorama cestistico cittadino collaborando e dialogando con tutte le società mantenendo intatte le autonomie di ciascuna. Per far questo, la Pallacanestro Vicenza 2012 porrà particolare attenzione allo sviluppo del settore giovanile affidato a Michela Voltan, responsabile minibasket e progetto scuola, dialogando con le istituzioni e la scuola, in particolare, per avviare molti bambini e ragazzi a questo sport e, un giorno, magari, farli approdare in prima squadra.
Pizza Mondiale a Recoaro
È
stata giudicata tra le pizze più buone del mondo la pizza alla fioreta di Fabio Storti, vera specialità del territorio recoarese. Nell’ultimo campionato mondiale per pizzaioli, disputatosi nel mese di aprile a Salsomaggiore, la giuria internazionale ha premiato con un significativo 11 posto la pizza alla fioreta di Fabio Storti. Un affermazione importante per la nostra tradizione culinaria che mostra di sapersi reinventare in modo vincente anche su piatti giovani come la pizza. La pizza alla fioreta assieme a tante altre specialità del territorio recoarese come la carne salda di propria produzione e le bruschette preparate con il pane fatto in casa, possono essere gustate Da Geramia, il locale di Fabio e Alessandro Storti. Un locale davvero suggestivo, composto da un’ampia terrazza esterna con vista panoramica sul torrente Agno e sul monte Spitz, 2 locali interni sviluppati su due piani ed inoltre una caratteristica cantina adibita per feste ed eventi speciali. Il tutto immerso in uno spettacolare contrasto d’arredo tra legno e sasso che rende l’ambiente caldo e confortevole. La capienza è di 120 posti. Aperto 7 giorni su 7 sia a pranzo che a cena, Pizzeria-Ristorante Da Geremia vi aspetta!! Ogni venerdì sera MUSICA LIVE!
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Michela e Filippo tricolori
L
e soddisfazioni arrivano copiose dal mondo delle due ruote a livello giovanile e negli ultimi tempi a salire sul gradino più alto del podio nazionale sono stati due talenti alto vicentini in due specialità diametralmente opposte ma altrettanto tecniche e ciò dimostra il valore assoluto del vivaio berico delle due ruote con tante società dedite alla cura delle varie discipline soprattutto quelle tecniche e formative con dirigenti lungimi-
ranti che da anni s’impegnano per valorizzare i giovani ciclisti nostrani. Il primo ad indossare la maglia tricolore del 2012 è stato Filippo Zana, il tredicenne di Piovene Rocchette al primo anno esordienti accasato con la società di Antonino Cannata, la scuola di ciclismo Piovene Rocchette cicli Rampon. Zana si è imposto in Abruzzo, a Pineto Lido nella gara di ciclocross del campionato italiano esordienti del primo anno. A completare il podio in questa rassegna c’è da segnalare anche la buona
Il ciclismo vicentino festeggia due
prestazione del suo compagno di squadra Mattia Raccani che solo dopo una foratura in prossimità dell’arrivo ha dovuto lasciare il secondo gradino del podio a Giulio Galli (Elba Bike Scott) ottenendo comunque una medaglia di bronzo meritatissima e di valore assoluto. E’ di questi giorni invece la vittoria di Michela Pavin (Vecchia Fonata) nel campionato italiano Omnium in pista a Montichiari riservato alla categoria donne juniores in una gara che comprendeva 6 prove in due gior-
ni: questi nello specifico i suoi piazzamenti che le hanno valso il tricolore sulla lombarda Lisa Gamba (Jusport Gorla Minore) e su Francesca Pattaro portacolori della Lievore Breganze Artuso legnami: 6^ nella corsa a punti; 2^ nell’eliminazione, nello scratch, nei 500 metri, 6^ nel giro lanciato con la vittoria nell’inseguimento sui 2 km. con partenza da fermo. La bionda di San Vito di Leguzzano ha iniziato la sua giovane carriera sportiva pedalare con la scuola di ciclismo Altovicentino, il so-
schio
maglie tricolori con Filippo Zana e Michela Pavin
11 di Enzo Casarotto
dalizio di Santorso che come la Scuola di ciclismo Piovene grazie ai suoi preparatissimi tecnici si dedica all’insegnamento delle specialità tecniche utili ai ragazzi per affinare il proprio bagaglio che li farà emergere anche nel settore strada com’è accaduto quest’anno a Michela Pavin che ha vinto 3 volte su strada e il tricolore in pista. Oltre alla tanta passione dei due ragazzi premiati con il tricolore, c’è un impegno e una costanza non di poco conto e il futuro può riservare loro ancora grosse
soddisfazioni. Zana è stato convocato con la maglia della rappresentativa regionale veneta ai campionati italiani del 1° luglio a Pieve di Soligo e non si sa mai che il giovane talento non sappia ripetere quanto fatto nel 2005 da Marco Zenari (tricolore per lui) suo compagno di club a Piovene nelle giovanili qualche anno fa. Michele Pavin invece è in pianta stabile nel gruppo delle donne juniores curate dal C.t. Edoardo Salvoldi in maglia azzurra con l’obiettivo stagionale del campionato europeo della
pista ormai alle porte programmato in Portogallo nel primo fine settimana di luglio. Per concludere l’attività giovanile del 2012 propone proprio a Santomio di Malo con l’organizzazione del Torre Vicenza Pink Bike di Claudio Parise, il campionato italiano riservato alle ragazze esordienti del primo e del secondo anno con due gare distinte e per le allieve su un tracciato impegnativo che spazia da Santomio ad Isola Vicentina. Si corre il 1° luglio e questo è il premio per il lavoro
svolto dalle società vicentine e dai loro tecnici che negli anni hanno visto protagoniste dopo Tatiana Guderzo anche Marta Tagliaferro, Elena Berlato, Giada Balzan, Susanna Zorzi e in tempi più recenti, Claudia Broccardo, Maria Vittoria Sperotto, Nicole Dal Santo, Silvia Grotto, Michela Pavin e Katia Ragusa (che è giunta seconda alle spalle di Silvia Persico della Valcar nella crono tricolore di Caldonazzo nella settimana tricolore 2012 tra le allieve) quest’ultime promesse del ciclismo in rosa.
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La grande corsa TRANS D’HAVET è il nome della Ultramaratona delle Piccole Dolomiti che si disputerà il 28 luglio prossimo: 50 miglia da fare tutte di corsa sulle nostre montagne: una cosa da grandi!
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rende il via il 28 luglio 2012 da Piovene Rocchette (VI) la prima edizione della Trans d’Havet, ultramaratona delle Piccole Dolomiti, un’idea nata da un sogno che anno dopo anno ha preso sempre più forma. A capo del gruppo di trail runners che hanno deciso di far conoscere un tracciato di grande fascino e impegno al grande pubblico appassionato di questa disciplina troviamo Enrico Pollini, già organizzatore della Ultrabericus. La macchina organizzativa conta un folto numero di gruppi e associazioni coinvolti, dal Gruppo
Sportivo Alpini di Vicenza, che di Giulio Centomo metterà in campo le risorse logistiche in dotazione all’Associazione Nazionale Alpini della sezione di Vicenza (protezione civile, radioamatori, soccorso, logistica), ai Comuni attraversati dal tracciato, continuando con le unità del Soccorso Alpino, la Croce Rossa e le associazioni podistiche locali. Il tutto al fine di garantire un adeguato livello di sicurezza a tutti i concorrenti. La manifestazione, preceduta da una sorta di “Edizione 0” tenutasi lo scorso anno per sperimentare il tracciato, comprenderà un percorso Ultra Trail di 80 km e
5500 m di dislivello positivo e un percorso Trail di 40 km e 2500 m di dislivello positivo. È inoltre valida per il Campionato Italiano Ultra Trail IUTA 2012 media distanza, nonché candidata per il Campionato Mondiale Ultratrail IAU 2013 con quella che sarà l’edizione numero due. Una gara che fa gola a molti e a cui già numerosi si stanno iscrivendo, fino al raggiungimento del numero limite previsto dal regolamento di 400 atleti per la Ultra Trail e di 150 per la Trail. «Questa è un’occasione stupenda per la Città di Valdagno – commenta l’assessore allo sport, Alessandro Grainer - sia per rinverdire i fasti di una tradizione podistica di prim’ordine, sia per promuovere la città con il suo territorio. Per questo abbiamo appoggiato questa iniziativa, che si presenta come un progetto importante, di più anni, con grandi obiettivi per il futuro. Vedremo passare sotto il traguardo atleti di livello mondiale e atleti locali che vogliono in un certo senso fare, da valdagnesi, la storia della Trans d’Havet.» Si parte con il tracciato UltraTrail da Piovene Rocchette e
dirigendosi verso le Prealpi vicentine occidentali, passando per il monte Summano, il Novegno, il monte Alba, la strada delle 52 Gallerie del Pasubio, il gruppo del Sengio Alto, il gruppo del Carega, il gruppo delle Tre Croci, la cima di Marana, per concludersi con la discesa su Valdagno. Il percorso Trail, di lunghezza dimezzata, invece inizia sul Pian delle Fugazze. Gli atleti, allacciate le scarpe e raccolta ogni energia, scatteranno alla mezzanotte di venerdì 27 luglio da Piovene Rocchette con arrivi scaglionati a Valdagno previsti nella mattinata di sabato per i top runners, nel pomeriggio per il centro del gruppo ed in serata per gli ultimi, con tempo massimo previsto di ventitré ore. La gara Trail partirà invece alle 8.00 di sabato 28 luglio per concludersi, sempre a Valdagno, intorno a mezzogiorno per i top runners ed a seguire gli altri. In attesa della partenza tutte le informazioni per interessati e appassionati sono disponibili all’indirizzo: www.transdhavet.it.
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Cronache sportive
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unto di riferimento della sezione mountain bike dell’Associazione sportiva Geko Bike di Cornedo, ironman agguerrito e istruttore SIMB di 2° livello è Filippo Dal Maso, da quest’anno il coordinatore di tutti gli atleti che partecipano alle competizioni e vogliono essere seguiti in tutto e per tutto. Il presidente Cracco ha deciso di affidare questo incarico, visto il notevole incremento di iscritti, proprio
a Dal Maso, certo che avesse le capacità di gestire l’intero gruppo di atleti della mountain bike: iscrizioni alle gare, tesseramenti, visite mediche, ma anche supporto per eventuali esigenze e problematiche logistiche che spesso infastidiscono gli atleti. Filippo è anche un ottimo consigliere per gli aspetti tecnici e gli allenamenti vista la sua enorme professionalità di atleta che traspare dal suo importante palmares di risultati. Per tenere sempre aggiornati atleti e sponsor su attività e
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risultati, Dal Maso realizza periodicamente un giornalino online e tiene aggiornato il nuovo sito Internet www.gekobike.jimdo. com e i vari social network come facebook, caricando regolarmente news e foto delle gare. Il team di atleti quest’anno ha partecipato ai due circuiti più conosciuti e validi del Veneto, la Coppa Veneto e il Lessinia Tour. Sei le gare della Coppa Veneto (Tre Valli di Tregnago, Granfondo Paolo Pezzo, Prosecchissima, Divinus Bike, Granfondo dei cimbri e
nota
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sConto
di Chiara Guiotto
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il Campionato Italiano Marathon a Schio che sarà a fine giugno), cinque i bikers della Geko che vi hanno partecipato ottenendo dei buoni risultati: Alberto Savegnago, Nereo Perin, Denys Fin, Luca Rasia e Renato Cecchetto; quest’ultimo ha dimostrato di possedere un’ottima forma fisica raggiungendo la top ten in tutte le fasi del circuito nella sua categoria. Ricordiamo che Cecchetto ha tutte le carte in regola per vincere il Campionato Italiano Cross Country il 24 giugno a Milano.
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Al Lessinia Tour hanno invece partecipato Filippo Dal Maso, Vito Nicoli, il presidente Marco Cracco e l’instancabile Renato Cecchetto. Eccellente 2° posto nella categoria Master di Cecchetto, sia alla Granfondo Marathon del Durello, sia alla Soave Bike e un incredibile 1° posto di categoria alla Lessinia Legend nella distanza “Classic” da 40 km. Sempre al Lessinia Legend Dal Maso ha guadagnato il 14° posto assoluto e il 1° di categoria Master, mentre alla
Granfondo Marathon del Durello sua l’11° posizione assoluta. Lessinia Tour a parte, Dal Maso lo scorso Aprile ha partecipato al Nirvana Raid di Lecco, orientato sulle lunghe distanze guadagnando la 4° posizione assoluta. La Geko Bike non è solo competizioni; da anni ormai prosegue l’attività di insegnamento della disciplina della bicicletta presso le Scuole Medie di Cornedo Vicentino con prove pratiche, uscite guidate, l’ultima
in occasione della festa di fine anno scolastico a fine maggio. Anche quest’anno la consueta manifestazione “Bimbi in bici” sia a Cornedo che a Valdagno ha riscosso molto successo, come pure la prova di mountain bike su circuito lungo la pista ciclabile tra Cornedo e Brogliano durante la Festa dello Sport di Cornedo e la partecipazione alla Festa della Montagna a Recoaro 1000. Obiettivi e programmi futuri? Lo abbiamo chiesto a Filippo Dal Maso. “Certamente con-
tinuare ad organizzare i corsi formativi presso le scuole, impegno a cui la Geko Bike tiene molto -ha esordito Dal Maso- Il 15 luglio è prevista l’uscita guidata in Folgaria: un percorso medio di circa 60 km che avrà anche l’obiettivo di mettere in pratica tecniche e argomenti trattati durante il corso SIMB lo scorso aprile. Giri sempre diversi, spunti nuovi e divertimento per tutti i bikers, anche i meno esperti: l’ingrediente che non manca mai è il divertimento e lo sport sano”.
1ª Coppa alpebike
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Una grande sfida per scalatori all’ombra della sisilla
rande soddisfazione in casa ALPEBIKE RACING per il successo riportato dalla prima edizione della COPPA ALPEBIKE , gara in salita per cicloamatori tesserati che ha messo duramente alla prova tutti gli specialisti della montagna pervenuti a Recoaro Terme sabato 23 giugno nonostante le iniziali cattive condizioni del tempo. Scalatori giunti fin quì anche dal vicino Friuli pronti a giocarsi la Coppa sugli 11 km. dell’arcigna salita cha da Recoaro porta al rifugio CAMPOGROSSO
con pendenze che raggiungono anche il 18%, già teatro gli scorsi anni di un epico arrivo del giro d’Italia dilettanti. Maiuscola prova del 25enne Veronese Andrea Pontalto ( New un~ Sossano) ( campione Italiano della montagna Cadetti e fresco vincitore del percorso medio alla g.f. Eddy Merckx ) che ,in fuga fin dal primo km. di salita andava a vincere in solitaria stabilendo il nuovo record di scalata in 37’ e 43” distaccando così di 2’ e 39” Vicari Moreno (Colli Berici) , di 2 e 57” il friulano Ciot Fabio ( team Professional ) . Buon 4° lo scalatore di casa Mascella Diego
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( Geko Bike ) a 4’ e 34” che precedeva SantinoAmore compagno di squadra del vincitore, giunto a 5’ e 14”. Prima donna al traguardo Agosti Miriam ( Restena Bike ) che con un ragguardevole tempo di scalata di 56’ e 09” precedeva Pontarin Vivian (Carving club Schio) salita in 59’ e 35”. Degna di nota la maiuscola prestazione di Guido Lanaro ( del Carvin club Schio) che oltre a fare l’allenatore di Sci alpino, si cimenta con successo anche nel ciclismo amatoriale. Tempo di scalata di Guido 47’
e 05” battuto nei Super Gentleman A per soli 27” da Rudatis Gianni (Turnover sport). Tenace come sempre Cornale Raffaele (Team ALPEBIKE ) veterano e maestro di sci Recoarese 34° assoluto in 48’ e 41”. Ecco i vincitori per categoria con il tempo di scalata. Cadetti.. ..... Pontalto Andrea (New Une) 37,43. Junior ....... Amore Santi no ( New Une) 42,58 . Senior ......... Ciot Fabio (Team Professional ) 40,40 . Veterani.. ...... Vicari Moreno ( Colli Berici) 40,23 Gentieman .......... Paliadin
Uvio ( New Une) 44,50. Super Gentleman A ..... Rudatis Gianni (Turnover Sport) 46,38. Super Gentleman B ......... Zanandrea Giuseppe (Team ECOR Schio) 48,29. Donna B ........... Agosti Miriam ( Restena Bike ) 56,09. Donna A ........... Pontarin Vivian ( Carving club Schio) 59,35. La manifestazione è stata organizzata in collaboarazione con MINI BAR CAFFE’ RECOARO, RIFUGIO CAMPOGROSSO e www.girodei60.it . Si ringraziano i SUPPORTER che hanno contribuito
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alla buona riusctta. ALiCOM s.r.l. , FIZIK, FARMACIA BORGO , BOLZON cicli , SPORTIVISSIMO la rivista dello Sport Vicentino, DERSUT caffè, CLM Ceola Lavoarzioni Meccaniche, Silvano Fioreria Pompe Funebri ,Rifugio PICCOLE DOLOMITI alla Guardia, ORSATO ricevimenti e Banchetti , Banca San Giorgio Quinto e Valle Agno e DESPAR RECOARO TERME.
Altissimo bike
Conosciamo l’Atletico Mesenei, un’associazione dalle mille attività nel nome dello sport e del divertimento. Novità 2012: una giornata in mountain bike lungo i magnifici sentieri di Crespadoro - Altissimo
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ato nell’ormai lontano 2006 con il semplice obiettivo di organizzare tornei di calcio amatoriali durante l’estate, oggi l’Atletico Mesenei è diventato un’associazione sportiva AICS che propone, co-
di Chiara Guiotto ordina e offre ai giovani delle località di Altissimo e Crespadoro ma anche delle vallate limitrofe del Chiampo e dell’Agno, numerose attività sportive per unire sport e divertimento. L’associazione prende il nome dalla contrada Meceneri di Crespadoro proprio a dimostrare di voler essere un luogo di
ritrovo per i giovani appassionati di sport. Con gli anni è nata la squadra di calcio e una manifestazione denominata Blackstone che ogni anno nel mese di giugno a Crespadoro abbina il rugby e la baech volley durante il giorno, a serate di musica la sera. Ma non è finita qui perché nel 2010 anche una squa-
dra di pallavolo ha iniziato a militare nei campionati AICS e quest’anno pure il team del pallone ha esordito nelle competizioni. La novità del 2012, che in realtà ha iniziato a frullare nelle menti di molti dei soci dell’Atletico Mesenei già durante l’estate scorsa, è la bici, sia mountain bike che su strada. “Perché non organizziamo uscite in mountain bike?” Si sono detti alcuni dei fondatori e soci dell’Atletico l’estate scorsa. Detto, fatto. Campo d’Albero, Lago di Garda e addirittura il Passo dello Stelvio: sono queste alcune delle mete raggiunte dal gruppo di bikers composto da una ventina di ragazzi appassionati delle due ruote. Ma gli organizzatori non erano ancora del tutto soddisfatti tanto che hanno deciso di organizzare una manifestazione in mountain bike attorno al loro territorio, tra Altissimo e Crespadoro. Ormai ci siamo, la 1° edizione è alle porte: domenica 8 luglio alle ore 9:00 sarà tagliato il nastro alla “Giornata in mountain bike 2012”. Il percorso si districa attorno ai vecchi sentieri di una volta e le contrade storiche. Una ventina i chilometri da percorrere, adatti ad atleti esperti soprattutto per la presenza, quasi totale, di sentieri impegnativi e discese difficili. “Di asfalto ce n’è gran poco -ha commentato uno degli organizzatori nonché socio fondatore dell’Atletico Mesenei Monchelato Luca- Solo un paio di chilometri, ciò che serve per collegare i vari sentieri”. “Durante il percorso gli atleti potranno usufruire di assistenza tecnica e di un sostanzioso ristoro -ha proseguito l’amico e organizzatore, nonché cugino, Cristian Tezza- In caso di pioggia la manifestazione si svolgerà ugualmente. Un ringraziamento ai comuni di Crespadoro e Altissimo per il patrocinio,
in particolare a quello di Crespadoro per l’aiuto nell’organizzazione, alla Protezione Civile e ai gruppi di volontari che offriranno la loro assistenza durante la manifestazione. E un grazie soprattutto al nostro presidente Matteo Disconzi con il quale abbiamo ideato questa manifestazione che si aggiunge al fitto calendario di appuntamenti sportivi che Crespadoro offre durante l’estate -conclude Tezza”.
Dati tecnici:
Partenza e arrivo: Piazza del MunicipioCrespadoro Lunghezza percorso: 20 km Partecipanti: esperti di mountain bike, dai 14 anni in su Apertura iscrizioni: ore 8:00 Partenza manifestazione: ore 9:00 Costo: 12 euro, pranzo incluso
Percorso e difficoltà: poco dopo la partenza in località Perari gli atleti affronteranno una salita impegnativa, seguita da un sentiero altrettanto difficoltoso tra le contrade Repele e Cocco. Il giro si sposta verso il tratto che passa lungo la parte più alta, per intendersi sotto il monte Marana, lungo il crinale raggiungendo la Contrada Castagna a quota 1200 m. Dopo le fatiche in salita, arrivano i tratti i discesa, tecnici soprattutto ai Meceneri e ai Valletta. Dislivello: quasi 1000 metri Premi: pacchi gara con prodotti della tradizione locale offerti dai commercianti
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vicenza 20
noi cittadini dell’acqua
di Antonio Rosso Foto di Antonio Rosso e Giorgio Merighi
La subacquea vicentina vuole il salto di qualità. Incontro con il dirigente del Ministero per i Beni culturali, dott. Alessandro Asta
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a subacquei a cittadini dell’acqua. A Vicenza il primo progetto in Italia Il 25 maggio si è tenuto presso il Centro Comunitario della Madonna della Pace alla Stanga, Vicenza, un incontro tra gli istruttori ed i dirigenti delle didattiche subacquee vicentine ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto. A rappresentare le Istituzioni, il dott. Alessandro Asta, funzionario archeologo referente per l’archeologia subacquea e il sottoscritto, in qualità di Ispettore Onorario per la tutela dei Beni Archeologici delle acque della provincia di Vicenza. Presenti le didattiche FIPSAS, PADI e SSI, che coprono oltre l’80% dei brevettati nel Vicentino. Dopo una presentazione con slides degli ambiti operativi dell’archeologia nei vari ambienti subacquei e le possibili tipologie di reperti reperibili in immersione, è iniziata con i dirigenti e gli istruttori presenti una valutazione delle possibili collaborazioni. Si è così ipotizzata la possibilità di iniziare ad inserire la salvaguardia del patrimonio archeologico subacqueo come tema fisso nelle lezioni teoriche ne-
cessarie per acquisire i vari brevetti. Non tutti i subacquei conoscono la legislazione vigente e sanno, ad esempio, come comportarsi se vengono a contatto con elementi particolari siano relitti, reperti archeologici o esemplari di fauna e flora marina protetta. Questo è tanto più vero quando si accede ad un brevetto di specializzazione o a corsi tecnici, con miscele. La salvaguardia dell’ambiente subacqueo non può essere compito delle sole istituzioni: il patrimonio subacqueo va difeso e salvaguardato anche dagli stessi fruitori che, di quel patrimonio, devono avere la consapevolezza di esserne partecipi. Un subacqueo viene a contatto con realtà di ogni tipo: conoscere e sapere come comportarsi può fare la differenza fra essere spettatori o attori. Ovviamente questo primo nucleo d’istruttori verrà supportato e dotato di idonei strumenti operativi che verranno meglio definiti in prossimi incontri. Ciò permetterà di creare una modalità operativa comune tra le diverse didattiche e diffusa trasversalmente. Parallelamente i presenti hanno auspicato, e si sono reciprocamente impegnati, a creare, in questo campo, nuove modalità d’aggregazione. Info: antonio. rosso@archeosub.it - cell. 349 8780066
Il primo gruppo di istruttori a cui rivolgersi Schio: Schio Sub, Roberta Pozzer, Schenato Andrea - didattiche PADI e SSI Cavazzale: Dimensione Blu, Giacomello Andrea - PADI Vicenza: Gruppo Subacqueo Vicentino, Marangoni Guido - FIPSAS Vicenza: Centro Subacqueo Nord Italia, Decio Bazzoni - FIPSAS Vicenza: Associazione Scuba Tribe, Cristina Nicolato - PADI Valdagno: Valdagno sub, Bevilacqua Agostino, Borghesi Claudio, Gianesini Raffaele - FIPSAS
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in sella al mito
vicenza 21
Il 2 luglio Vicenza ha ospitato la prima tappa della Milano-Taranto 2012 di Moto d’epoca: è stata una giornata indimenticabile per tutti i moto club berici. di Enzo Casarotto
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a rievocazione storica della prima e più famosa gara motoristica stradale al mondo per moto approda a Vicenza il 2 luglio 2012 grazie alla mediazione e all’interessamento di Emiliano Barban. Vicenza ospita in piazza dei Signori l’epilogo della prima tappa della Milano-Taranto, quella che porterà i centauri ed il loro seguito di circa 400 persone dall’idroscalo di Milano alla città del Palladio. L’orario d’arrivo nella città berica è previsto dalle 10,30 alle ore 13,00 e moltissimi sono gli appassionati che giungeranno anche da fuori per ammirare le moto d’epoca che hanno annunciato la loro presenza agli organizzatori. La Milano-Taranto fa tappa a Vicenza per ricordare il 75° anno dalla 1^ edizione: dopo i primi anni la gara è stata sospesa per gli eventi bellici e in se-
guito ripresa per essere poi annullata definitivamente nel ‘56 a causa del famoso incidente in cui morirono una decina di persone durante la “Mille Miglia”: da allora le gare stradali furono bandite e da qui iniziarono le rievocazioni storiche. A dare un grande impulso alla ripresa di questa gara nell’immediato dopoguerra, furono proprio le moto vicentine e precisamente la Laverda e la Ceccato, moto costruite con materiali robusti, di bassa cilindrata, di basso consumo e costo: ecco spiegato perché la Milano-Taranto fa tappa a Vicenza. Emiliano Barban, in qualità di delegato provinciale della Federazione Motociclistica Italiana e vice presidente del Coni Provinciale, ha fatto sì che questi “cimeli” potessero attraversare il territorio veneto, tra Recoaro (dov’è prevista una breve sosta), Valdagno, Cornedo, Tris-
sino, Arzignano, Montorso, con un controllo orario nel centro di Montebello per poi attraversare Alte passando davanti alla Ceccato e all’interno della Cantina “Colli Vicentini “ dove verrà effettuato un controllo-timbro per poi proseguire superando la FIAMM e dopo aver attraversato il centro di Montecchio, con una sosta per la foto davanti a Villa Cordellina, per concludere la tappa a Vicenza in piazza dei Signori. La manifestazione è di rilevanza nazionale ed internazionale e il passaggio è una vetrina di notevole importanza anche per il Coni, per il Comune di Vicenza oltre che per la FMI, essendo questa manifestazione motoristica inserita tra i tre più importanti eventi sportivi dell’anno. La rievocazione storica diventa anche un pretesto oltre che per far conoscere le bellezze del territorio, per far degustare
a tutti gli ospiti le ricette vicentine a chilometro zero con l’assaggio di prodotti quali la sopressa vicentina d.o.p., il formaggio, il baccalà della “ Confraternita del baccalà”, qualche dolce particolare e i rinomati vini delle “Cantine dei Colli Vicentini”. All’indomani (3 luglio) la carovana motoristica riprenderà la marcia verso il sud e dalle 8,00 da Campo Marzio i motociclisti raggiungeranno la riviera berica con controllo-timbro in prossimità de “La Rotonda” villa Palladiana senza paragoni al mondo. Tra i partecipanti, provenienti da tutto il territorio nazionale, ci saranno trentacinque vicentini con le loro storiche moto Laverda, Gilera, Parilla, Mondial, BMW ecc.. Al via anche un cospicuo gruppo di stranieri, provenienti da America, Australia, Austria, Olanda, Spagna, Portogallo, Germania, Belgio, Inghilterra
e perfino dal Giappone. L’ospitalità vicentina prevede anche una tappa per la visita al Teatro Olimpico e una serata di Gala con la cena in Fiera. Per concludere, una menzione va per il Moto club Ducati di Vicenza, per il Moto club Caldogno e per il Moto club Montecchio Brendola per l’organizzazione della tappa, oltre ai tanti appassionati degli altri Moto club impegnati lungo il percorso per garantire la viabilità, hanno reso possibile l’arrivo in città di un evento che rimarrà impresso indelebilmente nei ricordi degli appassionati berici delle due ruote e dei suoi numerosi ospiti. Per dovere di cronaca è il Veteran Moto club “San Martino” di San Martino in Colle (PG) ad organizzare dal 1° al 7 luglio la 26^ edizione della Milano – Taranto 2012.
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Festa del Cacciatore di Montagna
XI Festa del Cacciatore di Montagna - Gara di tiro con la carabina “Circuito Armi e Tiro Trofeo Bailo ”
D
opo dieci edizioni l’associazione Faunambiente in collaborazione con il circolo U.N.C.Z.A. montagne vicentine, ha organizzato quest’anno l’undicesima Festa del Cacciatore di Montagna – Gara di Tiro riservata ai cacciatori che utilizzano fucili a canna rigata e che rientra nel circuito armi e tiro. La gara si è svolta nei giorni 9 e 10 giugno 2012 in località Lunardelli nello splendido comune di Laghi in un luogo con due suggestivi laghetti e dalle magnifiche montagne che lo circondano. Potevano partecipare alla gara tutti i cacciatori muniti di idoneo porto di fucile e assicurazione validi, ogni cacciatore doveva prendere visione e al rispetto del regolamento esposto sul campo dall’organizzazione. Il regolamento era adottato in sintonia alle direttive fissate da
armi e tiro. Le categorie erano suddivise in: Open, Sport, Ex Ordinanza, Cacciatori, Master e FaunambienteUncza-Fidc. Nella categoria armi e tiro Cacciatori, Master, FaunambienteUncza-Fidc e Open erano ammesse le armi standard a canna rigata e le caratteristiche tecniche delle armi dovevano essere le medesime con le quali i fucili e le carabine avevano ottenuto l’inserimento nel Catalogo Nazionale delle Armi. Nella categoria Ex Ordinanza erano ammesse tutte le armi antecedenti all’anno 1945 prive di ottica purché di serie, con l’obbligo di essere esclusivamente in configurazione originale come erano in dotazione agli eserciti regolari nazionali ed esteri (erano escluse quelle impiegate da forze speciali e/o di polizia) con scatto in due tempi non inferiore a Kg 1,5. Infine nella categoria Sport erano
ammesse armi legalmente detenute aventi calibro, peso ed ottica senza limitazioni. I calibri ammessi erano quelli consentiti dall’attuale legislazione sulla detenzione e il porto d’armi (carabine, combinati e basculanti). Le ottiche dovevano avere al massimo otto ingrandimenti con bloccaggio obbligatorio a tale valore per i cannocchiali con ingrandimenti variabili. A tutti i partecipanti della categoria Ex Ordinanza era consentito sparare otto colpi su unico barilotto mentre a tutti i partecipanti delle altre categorie era consentito sparare cinque colpi su barilotti numerati dal n°1 al n°5, più i tiri di prova su apposito barilotto contrassegnato con la lettera “P” (prova); il tempo massimo a disposizione di tutti i tiratori era di otto minuti e i bersagli erano posti a circa 150 metri dal punto di tiro. Le piazzole di tiro, numerate e coperte, erano costituite da tavoli
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e tutte le categorie sparavano appoggiandosi su sacchetti di sabbia forniti dall’organizzazione. Il risultato dei centri era misurato a punti. La gara nonostante le condizioni atmosferiche incerte con qualche piovasco, ha avuto un grande successo anche per la massiccia partecipazione dei tiratori provenienti, oltre che dalla Provincia di Vicenza, anche e sopratutto da altre Province e Regioni. L’edizione ha avuto una perfetta realizzazione grazie all’ottima organizzazione della gara, promossa dal direttivo di Faunambiente e tutte quelle persone che collaborano e sostengono nel mantenere viva una passione che ha ragione di esistere solo se guidata dalla responsabilità e da una grande attenzione alla gestione dell’ambiente e della fauna selvatica. Le classifiche sono risultate come di seguito elencato:
vicenza 23
Categoria Cacciatori
Categoria Ex Ordinanza
1. TESCARO MARILIANO
PUNTI TOTALI 50 CON 2 MOUCHE
1 TAMIAZZO DARIO
2. LISSA LEOPOLDO
PUNTI TOTALI 50 CON 2 MOUCHE
2. DAL MOLIN SILVIO
PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE
3. GUERINI ALESSANDRO
PUNTI TOTALI 50 CON 1 MOUCHE
3. CAMAZZOLA FRANCESCO
PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE
4. BASEOTTOMAURIZIO
PUNTI TOTALI 50 CON 1 MOUCHE
4. OSTI ANGELO
PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE
5. FORNER GIORGIO
PUNTI TOTALI 50 CON 0 MOUCHE
5. FILIPPIN LUCIANO
PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE
6. BAU’ SAMUEL
PUNTI TOTALI 50 CON 0 MOUCHE
6. PIETROBON RICCARDO
PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE
7. LUDOVISI GRAZIANO
PUNTI TOTALI 50 CON 0 MOUCHE
7. D’ASSIE ELIO
PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE
Categoria Sport
PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE
Categoria Master
1. DA PIAN GIORGIO
PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE
1. MONTESEL OMAR
PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE
2. D’ASSIE ELIO
PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE
2. DA PIAN ROBERTO
PUNTI TOTALI 50 CON 0 MOUCHE
3. DA PIAN ROBERTO
PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE
3. PIAZZA VIRGILIO
PUNTI TOTALI 49 CON 2 MOUCHE
4. TESCARO MARILIANO
PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE
4. D’ASSIE ELIO
PUNTI TOTALI 49 CON 0 MOUCHE
5. SALVADOR NICOLA
PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE
5. CASERINI BRUNO
PUNTI TOTALI 49 CON 0 MOUCHE
6. SALVADOR FRANCESCO
PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE
6. MATTEUZZI STEFANO
PUNTI TOTALI 49 CON 0 MOUCHE
7. VANZELLA ENRICO
PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE
7. NICOLUSSI FERDINANDO
PUNTI TOTALI 47CON 0 MOUCHE
Categoria Faunambiente U.N.C.Z.A.
Categoria Open
1 CORA’ FRANCESCO
PUNTI TOTALI 48 CON 3 MOUCHE
1. RASON TARCISIO
PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE
2. BRUNELLO GIOVANNI
PUNTI TOTALI 48 CON 1 MOUCHE
2. NICOLUSSI FERDINANDO
PUNTI TOTALI 50 CON 4 MOUCHE
3. STEFANI GIUSEPPE
PUNTI TOTALI 48 CON 0 MOUCHE
3. SALVADOR FRANCESCO
PUNTI TOTALI 50 CON4MOUCHE
4. LORENZ LUCIANO
PUNTI TOTALI 47 CON 1 MOUCHE
4. DA PIAN GIORGIO
PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE
5. NICOLUSSI FERDINANDO
PUNTI TOTALI 46 CON 1 MOUCHE
5. DA RE ALBERTO
PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE
6. MENEGUZZO ORFEO
PUNTI TOTALI 46 CON 1 MOUCHE
6. TESCARI MARILIANO
PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE
7. BERTOLDI ANTONIO
PUNTI TOTALI 45 CON 2 MOUCHE
7. DRAGONI MATTEO
PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE
Con il numero di mouche uguali, 5° e 4°tiro misurati in millimetri a parità di punti differenziano la classifica. A fine manifestazione i primi sette tiratori classificati in ogni singola categoria sono stati premiati con ricchi premi.
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di Franco Decchino
econdo posto per il Famila Schio Nuoto (214 punti), preceduta dal vittorioso Plain Team Veneto (576) e seguita a ruota dal Mirano Nuoto (213), dall’Hydros (212), dal Bentegodi (184), da R.N. Trento (173), da Ranazzurra (130) e dalla Leosport (110). Questa la classifica finale a squadre, compilata con
i punti assegnati alle prime 8 posizioni nella sola classifica Assoluta prevista per i 400 m stile libero e 200 m misti ed in quelle per categoria nelle altre specialità, dell’11ª edizione del “Trofeo Città di Schio”. Un successo sia sportivo che organizzativo in una manifestazione che solo il maltempo, che la settimana precedente aveva interessato il nord Ita-
lia e previsto in arrivo già dal pomeriggio della domenica, avrebbe potuto intaccare ma che almeno in parte così non è stato e nei giorni 19 e 20 maggio, presso la vasca scoperta da 50 m ad otto corsie degli impianti della Campagnola, organizzata dall’ASD Schio Nuoto sotto l’egida della FIN C.R. Veneto e con il patrocinio del Comune di Schio, è
andata in atto una 2 giorni di grande sport. “Trofeo Città di Schio” divenuto un appuntamento classico per il nuoto nazionale e che per il Veneto, dove sicuramente è tra le più importante manifestazioni in vasca da 50 m per atleti partecipanti, segna anche l’inizio della stagione in vasca lunga.
Il grande nuoto a onSdochpoio sto
con un ottimo sec Grande successo al Trofeo Città di Schio, per il Famila Schio Nuoto Appuntamento che negli anni ha saputo raccogliere sempre più adesioni solidali alle motivazioni che hanno fatto nascere questa manifestazione. Sempre in aumento infatti sono state anno per anno le partecipazioni di società ed atleti e tra questi, nelle sue prime 10 edizioni, hanno messo il loro nome nell’elenco delle migliori prestazioni della manifestazione Atleti nazionali ed olimpionici del calibro di Cristian Galenda, Mirko ed Elena Gemo, Rudy Goldin, Klaus Lanzarini, Laura Letrari, Francesca Segat, Renata Fabiola Spagnolo ed Alessandro Terrin per citare i più conosciuti. Anche in questa edizione importanti i nomi di nazionali sia a livello giovanile che assoluto presenti come Alice Carpanese del Plain Team Veneto, Paolo Facchinelli di Azzurra ‘91, Matteo Furlan del Plain Team Veneto, Cristiano Giacomuni della romana La-
rus Nuoto, Martino Lucatello della Leosport, Nicolo’ Ossola del GS Forestale/Azzurra ‘91, Luca Pizzini del Bentegodi, Rachele Qualla dell’Unione Nuoto Friuli, Renata Fabiola Spagnolo del Plain Team Veneto e Gigliola Tecchio della Canottieri Aniene. Questo per poter elevare il livello tecnico dell’evento e presentare al pubblico un avveniento sportivo degno di questo nome, pubblico presente sempre numeroso nella capienti tribune approntate dal Comune di Schio. Anche i numeri di questa 11ª edizione sono stati conferma dell’importanza che questo evento sportivo si è guadagnato edizione dopo edizione, con l’adesione di 590 atleti in rappresentanza di 34 società tra le più importanti e blasonate del Veneto come il Plain Team Veneto, l’Hydros e la Fondazione Bentegodi, del Trentino Alto Adige con in primo piano la R.N. Trento, del Friuli Venezia Giulia con in primis il Gymnasium Pordenone, della
Lombardia con la Geas Nuoto ed il Team Lombardia e del Lazio con Aniene e Larus. Aniene, Larus e Plain Team Veneto che ricordiamo essersi classificate rispettivamente al 1°, 3° e 5° posto nel Campionato Italiano a Squadre serie “A” 2011. Con il solo stop del 2009 per lo sconvolgimento al calendario gare nazionali dovuto ai mondiali di Roma, la manifestazione da un inizio a carattere regionale, da alcuni anni è passata all’ambito interregionale cambiando dal 2008 anche la connotazione originaria, aperta anche alle categorie “Esordienti”, con la formula che vede gare riservate a “Ragazzi”, “Juniores” ed “Unica” disputate in 2 giornate anziché in 3 come in origine, con gli Atleti impegnati Sabato pomeriggio e tutta la giornata di Domenica. Per Famila Schio Nuoto posizione sul podio che vale una vittoria, visto che a precedere la squadra di casa è stata la “corazzata” del Plain Team Veneto, irraggiungibile per tutti.
Un 2° posto che per i padroni di casa, certificato dal cronometraggio elettronico curato dal la F.I.Cr. di Venezia, è scaturito dai seguenti risultati : A livello “Assoluti” dall’Argento di Matteo Zampese nei 200 m rana (2’29”71) e dai Bronzi di Marta Fontana nei 50 m rana (34”32) e della Staffetta mista 4 x 50 m misti composta da Filippo Gasparin, Marta Fontana, Anna Fontana e Jacopo Sambo (1’58”79). Sempre nella classifica “Assoluti” preziosi inoltre i piazzamenti ottenuti tra il 4° e l’8° posto validi per il punteggio finale, il 4° posto di Marta Fontana nei 100 e 200 m rana, di Filippo Gasparin nei 200 m misti e di Matteo Zampese nei 50 m rana. Il 6° di Giulia Fontana nei 200 m delfino, di Filippo Gasparin nei 200 m delfino e di Matteo Zampese nei 100 m rana. Il 7° di Alessandra Abbenite nei 200 m misti e di Matteo Zampese nei 200 m misti per finire con l’8° piazzamento di Anna Fontana nei 200 m delfino e di Filippo Gasparin nei
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100 m delfino e nei 100 m dorso. A cui si vanno ad aggiungere i punti per i vari podi e piazzamenti di “Categoria” con gli ori di Anna Fontana, Giulia Fontana, Marta Fontana, Giovanni Mioni, Marco Alberto Sartori e Matteo Zampese, gli argenti di Anna Fontana, Giulia Fontana, Marta Fontana, Filippo Gasparin, Giovanni Mioni, Anna Vissa e Matteo Zampese ed i bronzi di Filippo Gasparin e dai piazzamenti di Alessandra Abbenite, Anna Fontana, Giulia Fontana, Marta Fontana, Filip po Gasparin, Tobia Masetto, Giovanni Mioni, Alberto Recher, Jacopo Sambo, Marco Alberto Sartori, Anna Vis-
sa e Matteo Zampese. Dal lato prettamente sportivo, tutti gli atleti hanno onorato la presenza al Trofeo dando il massimo delle loro capacità e segnando in molte occasioni tempi di tutto rilievo. Scontate le migliori prestazioni assolute maschile e femminile ottenute dal nazionale di nuoto di fondo Matteo Furlan nei 400 m stile libero e dalla nazionale ed olimpionica Alice Carpanese nei 400 m stile libero, entrambi del Plain Team Veneto, gratificate con un pre mio in denaro, contributo degli sponsor che hanno sostenuto la manifestazione, come pu re premiati gli Allenatori delle
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prime 3 società classificate. A premiare gli atleti a podio e le squadre nella classifica del Trofeo, l’Assessore allo Sport del Comune di Schio Proff. Gabriele Terragin ed i vertici societari. Speaker della manifestazione è stata Federica Barsanti di “The Voice”, associazione di speaker professionisti, che per il 2° anno è stata scelta dall’organizzazione del Trofeo per presentare la manifestazione con dovizia di particolari tecnici sui vari partecipanti e sul nuoto in generale. Gratificato anche “l’importante” sforzo organizzativo sostenuto dal Comitato organizzatore, reso possibile dall’opera volontaria
dei genitori degli atleti, dal contributo degli sponsor e riconosciuto dal nutrito pubblico intervenuto. Un consuntivo, dunque, che ha pienamente soddisfatto la dirigenza societaria e tutti quanti hanno contribuito alla realizzazione di questo importante evento sportivo.
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tre punto testo di Diego De Marchi
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ta per diventare un must, l’evento è sempre più atteso... con il caldo torna la voglia di uscire, di correre, di saltare, di arrampicarsi, di arrotolarsi ...e torna KrapInvaders!!! Lo scorso anno “KRAP INVADERS Freestyle Festival” ha visto la partecipazione di oltre 150 atleti, 60 artisti, 20 ospiti internazionali e più di 10.000 agli spettatori, tra cittadini e visitatori, hanno assistito alle attività del festival. Ancor più successo sul web: ben 40.000 le visite complessive ai video-report dell’evento, e più di 3000 nella pagina KraP su Facebook!!! Tutte cifre che i ragazzi che organizzano puntano a sfondare con l’evento dei prossimi giorni. Il programma di quest’anno è veramente infarcito di ogni stramberia del freestyle, per cui se siete interessati vi dirottiamo immediatamente al sito ufficiale: www.krapinvaders.com. Di seguito un breve elenco suddiviso per discipline.
PARKOUR/FREERUNNING
Già a partire da giovedì è previsto l’arrivo dei primi tra i più di 100 atleti iscritti da tutta Italia. Anche quest’anno è stellare la presenza di ospiti stranieri: Stas from LATVIA, Shevchenko Alexandra, Shade e Vlad from RUSSIA, Team Speeders from Belgium Team Jiyo from DENMARK, GT Crew from GEORGIA e a questi se ne aggiungeranno sicuramente altri. Venerdì uscita in autobus in contrà Pria (Arsiero) per l’ormai classico cocktail di freestyle, relax e tuffi dalle sponde del torrente Astico, completamente immersi nella natura. Sabato e domenica free training nella mega struttura in area Campagnola. Iscrizioni e costi sul sito dell’evento.
SKATEBOARD
Per il terzo anno consecutivo arriva il “KRAP INVADERS SKATE CONTEST”, anche se il campionato del triveneto quest’anno non verrà disputato, il contest si svolgerà ugualmente, ci saranno invece delle strutture in più, per dare un pò di style al “vecchio” skatepark di Schio... Allo Skatepark “Le Fontane” di Schio di fronte all’ITIS “De Pretto”: Sabato pomeriggio gara under 16 con iscrizione gratuita Domenica pomeriggio gara over 16 (iscrizione 5 €).
zero DIRT ZONE
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Una buona parte dell’area campagnola (aperta al pubblico sabato e domenica pomeriggio) sarà dedicata a diverse discipline, fra cui alcune novità di quest’anno: per BMX, e Mountainbike saranno creati dei salti in terra e legno per le evoluzioni su due ruote; sabato free training, domenica gara over 16. Interamente gestita dall’associazione I6W9, la sezione Mountainboard prevede tra l’altro l’uscita su una strada sterrata di quasi 2km nella località di Santorso, completamente a disposizione dei riders, che potranno scendere svariate volte grazie ad un pulmino a disposizione per la risalita del percorso. Sabato e domenica free training in area campagnola. Sempre sabato e domenica dalle 14.30 alle 19.30 nello spazio di fronte alle piscine dedicato al Trial Bike, costruito con gomme di camion pannellate, bancali e tronchi, gli istruttori KRAP saranno a disposizione per affiancare neofiti e non, creando delle linee divertenti da provare con la bici. Ognuno potrà utilizzare la propria bicicletta, in mancanza di questa si potrà noleggiarne una in loco ad un prezzo contenuto. Novità dell’edizione 2012: Downhill, ossia discesa in bici. Sabato in due sessioni (mattina e pomeriggio) un istruttore qualificato seguirà i riders per tutto il percorso nelle località montane di Schio e dintorni, dando consigli e spiegando tecniche di discesa. Anche qui a disposizione un pulmino di 9 posti con portabici professionale a traino, adibito a riportare le persone all’inizio del percorso. Altra novità l’area dedicata all’Arrampicata, costruita dal negozio di articoli sportivi Vallisport, la parete sarà attrezzata in vari livelli di difficoltà. Durante i giorni dell’evento sarà gestita dal gruppo di scalatori “Le guide”, che accompagneranno bambini ragazzi e adulti a provare la scalata in sicurezza. Aperto sabato e domenica dalle 14.30 alle 19.30, dai 6 anni in su. Dopo l’esperienza divertentissima dello scorso anno, non poteva mancare un’area tutta dedicata ai bambini (dai 4 ai 14 anni) con numerose
attrazioni tra cui lo scivolo d’acqua, trampolini elastici, scivoli gonfiabili e per i più coraggiosi, la parete di arrampicata! Aperto sabato e domenica dalle ore 14.30, ingresso a 3€ per un giorno, 5€ per due giorni. Allora, che dite? Noi vi stiamo aspettando, date prima un’occhiata al sito ufficiale per info, iscrizioni, prezzi ed eventuali aggiornamenti: www.krapinvaders.com E per concludere, vi lascio con una risposta. La risposta che l’anno scorso mi diede Gaetan Bouillet (Belgio) quando gli chiesi “Cosa significa il Parkour per te?”. Ritengo che, sebbene fosse una domanda rivolta al parkour, la risposta che ne è uscita si potrebbe tranquillamente coniugare ad ogni altra singola disciplina freestyle che farà parte del festival: “Il parkour è per me più di un semplice sport. Ha tutti i vantaggi dello sport, come l’adrenalina, l’esercizio fisico, un sacco di persone che condividono lo stesso spirito, esplorando e conoscendo il proprio corpo, sfidandosi, e allenandosi insieme. Nella vita, la gente fa sempre quello che la società dice loro. Il modo di vivere di ognuno è già costruito, si può fare quello che si vuole quando si prende una strada, ma si “deve” sempre rimanere all’interno di essa. Possiamo vederlo anche con la città. La gente è dominata dalla struttura della città. Segue le strade, le vie, diviene passiva e sedentaria, obesa. Nel parkour, si impara a prendere altre vie, essere creativi e giocare con l’ambiente, rispettandolo e conoscendo i propri limiti. Impari che nulla è pianificato in anticipo, e che si può sempre trovare una soluzione per passare attraverso, sopra o arrivare a una soluzione, un obiettivo.” Merci Get, e...ci vediamo tutti al festival!!!
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Passione moto I Il Moto Club Poleo apre la stagione motociclistica 2012. di Enzo Casarotto
l MotoclubPoleo ha già tagliato il traguardo degli “anta”, ma non li dimostra. La sua costituzione risale agli anni cinquanta essendo iscritto alla F.M.I. con la matricola 119. Il primo atto stagionale che ha aperto l’anno motoristico è stata l’assemblea ordinaria con molti soci presenti a dare il loro contributo per l’occasione. Nonostante la pioggia, i più veraci si sono presentati con i loro mezzi storici, tirati a lucido. Le gocce d’acqua con il loro luccichio, le rendevano ancora più belle. Il Presidente dello storico gruppo scledense è Roberto Savio con Alberto Casasola il vice ed Ezio Marrone il segretario che è servita a tracciare il consuntivo del 2011 e a tracciare le linee guida per l’anno in corso. “ Il 2012 per sarà un anno molto impegnativo - ha sottolineato il presidente Savio – in cui saremo impegnati nell’organizzazione della settima edizione del motogiro denominato “GIRINGIRO” già inserito nel calendario Regionale F.M.I. e condizioni meteo permettendo, ci aspettiamo il pienone”. Dopo l’assemblea vissuta in modo costruttivo dai presenti, è stato deposta una corona fiori al cippo dei caduti, per onorarne la memoria e in conclusione, nell’ampio salone del Circolo Arci, sede del moto club Poleo, è stato degustato un ricco buffet per i soci e simpatizzanti. Il brindisi di augurio ha chiuso la parte ufficiale per continuare con la parte conviviale per il pranzo sociale. Per chi fosse interessato, il Direttivo è in sede presente ogni primo martedì del mese a partire dalle ore 20,30. Per concludere, a tutti gli appassionati delle due ruote, felici cavalcate e tanta prudenza dal direttivo del Motoclub Poleo.
Moto show a Trissino
Alla FESTA DELLO SPORT TRISSINESE riuscitissima la presenza delle moto grazie allo staff della MCR Race Team che ha predisposto addirittura un mini circuito per l’esibizione di pit bike e motard
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l comune di Trissino, in occasione della seguitissima festa dello sport, ha offerto, per la prima volta nella storia della manifestazione, uno spazio di visibilità anche agli sport motoristici, affidandone l’organizzazione all’associazione sportiva trissinese MCR Race Team. Grande è stato il favore del pubblico che è corso in buon numero per assistere alle evoluzioni dei piloti di pit bike e motard che si confrontavano nel mini circuito appositamente predisposto. Come sui campi di gara MCR, infatti, ha allestito una piccola hospitality con gazebi e carrelli portamoto attrezzati, schierando, oltre alle moto dei piloti partecipanti, le ultime tre creazioni nate dalla collaborazione tra la preparazione tecnica di MCR e l’arte aerografica di NS Aerografie: una Yamaha R6 preparata da pista con carene personalizzate presentata in anteprima alla fiera Mondo Motori di Vicenza; una Honda CBR 1000 appena “sfornata” e consegnata al pilota proprio durante la manifestazione che ha potuto solo in quel momento scoprirne definitivamente le modifiche e le personalizzazioni apportate e un meraviglioso casco dedicato al grande SIC con due sue foto aerografate sul retro. Durante la giornata di esibizioni una buona folla di curiosi e appassionati ha potuto osservare le attività che il team rivive anche durante le giornate di gara o di allenamento: il divertimento e l’impegno dei piloti volto a spingersi sempre alla ricerca del limite della staccata o della traiettoria da seguire, del traverso o dell’impennata per “giocare” con la moto; le cadute più o meno rovinose (immancabili...) ma
di Monica Voltolina anche tanto affiatamento nei “box” tra piloti e staff nel raccontarsi e nel deridersi a vicenda per qualche prodezza o errore commesso. Il fatto che ha più stupito il pubblico presente alle varie sezioni di prova dei piloti pit bike è stato che pochi immaginavano che ci si potesse divertire tanto con quelle “piccole moto” e che non fosse affatto semplice utilizzare il loro nascosto potenziale. Un pilota abituale di moto stradale da pista ha provato a fare alcuni giri di pista con una pit e… dopo aver constatato a sue spese che non è affatto semplice spingerle al massimo ed evitare nel contempo di cadere, ha fatto i complimenti ai piloti del team! Giovani e meno giovani hanno quindi capito che se a qualcuno piace il motard o il cross ma non ha le possibilità o vuole iniziare il cammino per accedere alle “sorelle maggiori” può provare le pit bike: impegno per imparare a “girare” forte, velocità, competizione e rischio del pericolo non mancano di certo! MCR Race team, dopo il successo di pubblico riscontrato durante la Festa dello Sport Trissinese, si augura di aver lasciato un piccolo ma importante segno di cosa significhi essere motociclisti race, motociclisti appassionati che corrono in pista e non sulle nostre strade sempre più trafficate e pericolose, che si sfidano cercando sempre la velocità ma anche la sicurezza; che fanno gruppo e instaurano amicizie autentiche, che, esattamente come gli altri sport, sono alla continua ricerca di sostegni e aiuti per migliorarsi e per far crescere il movimento di appassionati attorno a loro.
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Sempre al top
Tempo di bilanci per il settore maschile della Pallavolo Cornedo che, dopo l’eccezionale annata 2010-2011, aveva il difficile compito di riconfermare quanto di buono si era visto nella passata stagione.
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ome si sa il difficile non è ottenere un buon risultato ma mantenere uno standard qualitativo sopra la media. E allora, anche con un pizzico di orgoglio, lasciateci dire che l’annata 2011-2012 ci ha regalato risultati ed emozioni difficilmente prevedibili a settembre!! Partiamo dalle nostre giovanili che si sono riconfermate una realtà a livello provinciale, riuscendo a mettere anche il naso in regione dove non hanno certo sfigurato. I più grandicelli dell’under 18 hanno dovuto sudare 7 camice in un campionato difficile e con una rosa composta per la maggior parte da atleti che si sono affacciati per la prima volta in questa categoria. Semifinale provinciale sfiorata di un soffio e tutto rimandato alla prossima stagione dove, siamo sicuri, 1 anno di maturazione saprà fare la differenza. Passiamo all’under 16 dove il percorso è stato di quelli da ricordare. Nessuna sconfitta nella regular season, stesso discorso per le semifinali
e ingresso indiscusso alla finale provinciale di categoria contro i pari età del Bassano Volley. Tantissima l’emozione per l’accesso ad una finale storica che però è stata portata a casa dai giovani del vivaio bassanese! Poco male perché il cammino dei nostri non si è fermato qui ma è proseguito con le fasi regionali dove, dopo aver passato il primo turno, è stato sfiorato il passaggio ai quarti di finale. Scendendo ancora di categoria le soddisfazioni non sono certamente di meno. L’under 14 entra di diritto in semifinale provinciale e dopo una vera e propria battaglia, anche questa volta contro il Volley Bassano, non riesce a centrare la finale ma si deve accontentare di un comunque buon terzo posto. A mettere la ciliegina sulla torta ci pensano però i più piccoli dell’under 13. Anche loro centrano la finale provinciale con un percorso praticamente perfetto nella regular season, cedendo solo sotto i colpi dell’Auxilium Schio. È proprio contro i gio-
vani scledensi che la Pallavolo Cornedo si gioca il titolo provinciale. La partita resterà nel cuore dei nostri ragazzi e dei loro genitori per lungo tempo… sotto di 2 set a 1 la finale sembrava essere ad appannaggio degli avversari. E quando i giochi sembravano chiusi è con un motto d’orgoglio che i nostri piccoli leoni riescono a ribaltare il risultato e ad imporsi per 3 a 2! Campioni provinciali e meritato accesso alla fase regionale dalla porta principale!! Passiamo a questo punto alla prima squadra che militava nel campionato cadetto regionale di Serie D, e sottolineiamo il militava! Proprio così, perché dopo un campionato che recita 18 vittorie sulle 20 partite giocate i nostri ragazzi hanno spiccato il volo verso la serie C, massimo campionato regionale. Certamente tanta la soddisfazione per tutta la società, soddisfazione ancora maggiore se si pensa che buona parte della squadra
proviene proprio dal vivaio valligiano. Se poi con il mese di maggio i campionati indoor sono giunti alla fine non si può certo dire che l’attività della Pallavolo Cornedo sia terminata. Prima di tutto largo ai piccoli atleti e atlete del Mini Volley, quest’anno targati Moving Center ( già sponsor tecnico della prima squadra...ancora grazie a Ludovico Battilana!!) che ben si sono comportati nei vari tornei! Tanto movimento e soprattutto tanto divertimento per chi del Volley ne fa una vera passione. Da giugno poi tutto si sposterà ai campi da beach volley dove al mattino partiranno i campus della Pallavolo Cornedo che dureranno fino a fine luglio. Dal primo pomeriggio fino alla sera poi tutti a sudare e a divertirsi giocando a beach. E allora, buona estate e buon divertimento a tutti… arrivederci a settembre!!
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Incontro a Priabona
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La grande Shootboxe a Priabona nello stage di livello mondiale organizzato dal Maestro Marco Vigolo con i campioni Zelg Galesic e Barbara Plazzoli
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i trovo ancora una volta all’appuntamento ormai fisso con l’MMA organizzato presso la Palestra di Priabona dalla Scuola del Maestro Marco Vigolo con il suo allievo e Istruttore di ShootBoxe e MMA Pretto Daniele. All’appuntamento come ogni anno non poteva mancare il “grandissimo” Maestro Zelg Galesic che è ormai in Italia un grande polo di attrazione per tutti i giovani e meno appassionati al ring e alla “gabbia”. Non posso dimenticare il grande lavoro che il Maestro Vigolo fa tutti i giorni per mantenere questo contatto importantissimo per tutti gli sportivi italiani, né tanto meno la grinta dei suoi allievi e istruttori che nella “modesta” Priabona (che non è sicuramente Milano o Roma) riescono ad organizzare, con la serietà organizzativa del Maestro Vigolo, un evento di portata nazionale. Già in diversi articoli vi ho parlato sia di MMA che di ShootBoxe che ovviamente del grande Zelg Galesic e dei suoi grandiosi combattimenti. Quando ci incontriamo ormai sembriamo vecchi amici e per me è un onore vedere che un “grande gladiatore” dei tempi moderni come lui mi fa sentire uno della sua grande famiglia di combattenti. Questa volta allo stage di Priabona c’è anche Barbara Plazzoli, che arriva da Bergamo, dove è nata, e che gode di un palmares di assoluto rispetto con svariati titoli mondiali, europei ed italiani di ShootBoxe e a lei rivolgo un grande saluto a nome di tutti i lettori di Sportivissimo. Mi ha concesso una piccola intervista prima di iniziare lo stage e vi riporterò un riassunto anche dei titoli che le appartengono. Torniamo allo stage e al Maestro Vigolo che mi dice: “...sono molto contento di come vanno le cose quest’anno perché anche oggi abbiamo qui con noi assieme ai grandi Campioni anche Giuseppe Massignani Campione Italiano di ShootBoxe +90 kg, Francesco Sarullo argento ai Campionati Italiani e che fa parte della Nazionale Italiana di ShootBoxe ed altri fortissimi allievi, quindi stiamo creando un grande gruppo veneto che sta crescendo molto e che da grande lustro allo stage di Priabona e ci ripaga delle grandi fatiche che facciamo...” Ci guardiamo un po’ attorno e pur essendoci questi grandi Campioni allo stage non c’è tantissima gente mi sottolinea il Maestro Vigolo. C’è da dire che sono abituato a
vedere e a partecipare ad eventi sportivi cosiddetti “minori” dove ti trovi Grandi Campioni o Maestri di levatura mondiale e poca gente super appassionate che partecipa... ma è così che funziona, ti manca il grande sponsor, non sei parte del giro milionario, non sei in televisione anche se spari una emerita “cazzata”, e così la gente non viene... manca il “pallone”! Però non è male attirare a Priabona dei Campioni e circa una quarantina di appassionati! Io molte volte ne ho visti molti meno per discipline con le “palle” ma senza “palla”! Chi non ha nel sangue la passione vera per questi sport non partecipa e questo che sembra a prima vista una cosa negativa in realtà si trasforma in grande positività quando si inizia a lavorare perché questi pochi appassionati non mollano mai e vogliono sapere, spremere, dare sempre il massimo e così ci sarà un piccolo business ma un grandissimo risultato! Il Maestro Vigolo mi conferma che la sua Scuola va molto bene e che attualmente sta attrezzando la palestra con la cosiddetta “gabbia”, cioè il ring chiuso come una vera e propria gabbia che incute timore. LUI, il campione Zelg Galesic Il grande Zelg Galesic è assolutamente entusiasta che a breve ci si possa allenare nella “gabbia” perché a “lei” ci si deve abituare, si deve entrare con la consapevolezza che li senti a tuo agio e non devi combattere anche contro il timore che naturalmente incute. Zelg ci conferma che la “gabbia” può essere il tuo più grande “amico” o il tuo peggiore “incubo”, per cui ci devi entrare, ti ci devi allenare, deve diventare il tuo luogo, la tua casa, solo così quando entri per combattere sarai rilassato e non contratto dalla paura. Zelg Galesic mi parla del suo ultimo combattimento a New Deli in India contro il Campione Americano della WIC vinto per KO al primo round e per questo grande incontro è stato invitato al mondiale GP negli USA che si concluderà ad Atlantic City alla fine di giugno. La preparazione è sempre dura e la tipica giornata di allenamento di Zelg inizia alle 8 di mattina e fino alle 12 la passa in palestra dove in funzione della preparazione si passa dalla corsa ai pesi e alle macchine che allenano alla resistenza ed alla forza i diversi muscoli. Dopo una pausa di riposo si riparte fino a sera con allenamenti specifici di lotta,
Judo, Jiujitsu, Boxe ma alla fine l’allenamento che mai manca è proprio l’MMA. In Croazia Zelg ha il suo allenatore cardio-fisico che lavora con lui tutti i giorni e poi lavora molto con i suoi allievi sia in KickBoxing che ShootBoxe che MMA, mentre in Inghilterra al London Shoot Figthers si allena proprio sia fisicamente che tecnicamente per il combattimento con una decina di allenatori diversi e specifici per tipologia di tecnica. Così in funzione del combattimento e dell’avversario che si deve incontrare ci si allena direttamente con un trainer specifico per la lotta a terra o per la boxe ecc. Ritornando all’incontro in India vi raccomando andatelo a vedere (basta cliccare su youtube “zelg galesic india”) perché vi rendete conto della potenza che Zelg riesce a sprigionare in pochi secondi. Il combattimento si risolve con un fantastico KO con ginocchiata volante solo dopo circa 30 secondi di combattimento! Io ricordo con lui che non sempre si può vincere ma se uno guarda la determinazione e la volontà allora in Zelg trova il “massimo”. Il grande Zelg mi sottolinea che quando ha un po’ di spazio tra i suoi molteplici impegni si dirige verso l’Italia dove con il Maestro Marco Vigolo ha ormai instaurato un grande rapporto sia di lavoro che di vera amicizia. Ormai sono passati quattro anni dal nostro primo incontro e ci ricordiamo di aver parlato di un progetto di costruire una Squadra di MMA in Italia e questo si sta realizzando proprio qui nella Scuola del Maestro Vigolo in collaborazione con Zelg Galesic. Vi ricordo che in Croazia il Maestro Zelg Galesic ha un sito vicino alla spiaggia dove un appassionato può dedicarsi sia all’allenamento che al rilassamento e alla vacanza, ci sono numeri limitati e se uno vuole partecipare deve rivolgersi al Maestro Vigolo. LEI, la campionessa Barbara Plazzoli Adesso ci troviamo con Barbara che è una Campionessa sia nel ring che nella vita. È una ragazza riservata e semplice come sono proprio tutti i veri campioni. Lei ha cominciato con il Ligth Contact vincendo i Mondiali Dilettanti, poi è passata al Full Contact vincendo sia Europei che Mondiali infine con la Kick Boxing che è più la sua “dimensione” ha vinto un po’ tutto sia a livello Europeo che Mondiale. Barbara vorrebbe buttarsi un po’ anche
nell’MMA anche se è cosciente che ha un grande lavoro da fare, in ogni caso per lei questa non è una novità... il grande lavoro ed i sacrifici sono parte integrante della sua vita agonistica e quindi che arrivi presto qualche splendida soddisfazione per lei anche in questo sport. Barbara si allena a Bergamo con il Maestro Egidio Carsana presso la Palestra di via Tasso. Barbara vuole dire qualcosa ad una ragazza che vorrebbe iniziare la Kick ma magari ha qualche paura: “...è uno sport bellissimo, che insegna come affrontare poi i veri problemi della vita... molto spesso si è chiusi in se stessi o molto timidi e si fa fatica ad affrontare gli altri, ecco allora che uno sport così, che sia ShootBoxe o Kick o MMA, aiutano moltissimo, soprattutto ad essere sicura dei tuoi mezzi... lo stesso vale per coloro
141 match: 126 vinti e 15 persi, a contatto pieno. 2° classificata Europeo dilettanti Full contact - 56 kg (2000) Mosca Campionessa Mondiale dilettanti Full contact - 56 kg (2001) Belgrado Campionessa Europea dilettanti Full contact - 56 kg (2002) Jesolo 2° classificata Mondiale dilettanti Full contact - 56 kg (2003) Parigi Campionessa Europea dilettanti Low kick - 56 kg (2004) Budva 2° classificata Mondiale dilettanti Low kick - 56 kg (2005) Agadir Campionessa Europea dilettanti Low kick - 60 kg (2006) Skopje 2° classificata Mondiale dilettanti Low kick - 60 kg (2007) Belgrado Campionessa Europea dilettanti Low kick - 60 kg (2008) Oporto 2° classificata Mondiale dilettanti Low kick - 60 kg (2009) Villach 2° classificata Sportaccord World Combat Games Low kick - 60 kg (Agosto 2010) Bejing (China) Medaglia di bronzo Europeo Low kick - 60 kg (2010) Baku Campionessa Mondiale pro Full contact - 56 kg (2002) difeso nel 2004 Campionessa Mondiale pro Low
che sono, magari al contrario, un po’ troppo aggressive, allora trovi il modo per scaricare le tensioni e trovare poi la calma e la sicurezza che ti consentono di non essere giudicata male a priori”. In questo sport non c’è cattiveria, c’è una grande determinazione nel ring o nella gabbia, ma poi ci si trova fuori a discutere assieme e magari a bere una birra e parlare del prossimo incontro. Barbara al suo 141° incontro, nel novembre 2010, ha dato l’addio ufficiale all’amato “ring” ma siccome il distacco è stato veramente duro… non si sa mai! Se volete avere qualche suggerimento da una Campinessa non esitate a contattarla a Bergamo nella Palestra di via Tasso dove si allena. Ecco alcuni dei suoi maggiori successi, non li metto tutti perché avrei bisogno di una pagina solo per lei:
Kick - 60 kg (2006) difeso nel 2007 Campionessa italiana pugilato dilettanti 2006 - 57 kg Campionessa italiana Low kick dal 2004 al 2010 Campionessa italiana full contact dal 2000 al 2003 Attuale detentrice del titolo mondiale Low Kick Wako Pro - 60 Kg Il Maestro Marco Vigolo per chi è interessato allo sport da combattimento sia ShootBoxe che KickBoxe che Jiujitsu ed MMA lo potete trovare presso la Palestra Moving Center via Monte Ortigara 18 Spagnago di Cornedo Maestro Marco Vigolo DTR Shootboxe FIKBMS Unico esponente e responsabile tecnico Nazionale del Trojan Free Fighter’s (Z.Galesic MMA) Cell.3358451834 teamvigolo@ libero.it www.martialworld.net www.shootboxeberica.it
COPPA ITALIA AICS, secondo posto per la scuola Poon-Zé del Maestro Giuseppe Bon
Lo scorso 9 e 10 giugno a Vicenza si è tenuto il 10° Memorial Giuseppe Papale 15° coppa Italia AICS. La prima Scuola vicentina classificatasi al secondo posto assoluto è stata la Scuola Italia Poon-Zè Team del Maestro Giuseppe Bon che con i suoi allievi ha gareggiato in tutte le competizioni dal Taijiquan al KungFu tradizionale al moderno WuShu portando a casa l’’ambito secondo posto di Società dietro la favorita Chinese WuShu Italy di Pordenone del Maestro Huang Shaosong. Complimenti a tutti gli allievi che hanno partecipato all’evento e costruito assieme questo ennesimo grande risultato.
Tre vicentini alla Vogalonga
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di Antonio Rosso e Giuliano Cambi Foto di Giulia Cambi e Lorenzo Bruni
omenica 27 maggio, trentottesima Vogalonga. Al via per la prima volta tre vicentini. Sono persone normali, non atleti o cultori di voga in qualche società remiera. “La Vogalonga - racconta Giuliano - l’ho conosciuta casualmente, al TG Regionale, anni fa: un breve servizio in cui il moto ondoso dei mezzi a motore veniva domato allegramente da migliaia di vogatori provenienti da tutta Europa e non solo. Quest’anno la decisione! Non ci è voluto molto a coinvolgere mia figlia Giulia e Lorenzo il suo ragazzo. Pur coscienti di avere ottime probabilità di arrivare fuori tempo massimo, abbiamo abbandonato ogni incertezza. E’, inoltre, l’occasione per conoscere Venezia dal suo lato migliore: l’acqua.
Siamo partiti il giorno precedente da Vicenza, in camper e abbiamo passato la notte al Tronchetto, a Venezia. Domenica, sveglia alle 6.00, colazione e varo dell’imbarcazione per raggiungere il Bacino San Marco. Ore 8.30, colpo di cannone, si parte. Siamo a bordo di una canoa gonfiabile da 4,55 metri governata da due pagaie ed un doppio remo.” Giornata nuvolosa ma si apre dopo la partenza con una leggera brezza di vento. I chilometri da percorrere sono trenta: Bacino S. Marco, poi le isole Certosa, Vignole, S. Erasmo fino a Burano, dove inizia il riavvicinamento a Venezia. Mazzorbo, S. Giacomo in Paluo, Murano, per arrivare alla punta della Salute a S. Marco, passando per il rio di Cannaregio ed il Canal Grande.
“Partenza tranquilla, una sosta dopo 8 chilometri, a S. Erasmo, per qualche minuto, poi si riprende fino a Burano dove ci aspetta il posto di ristoro. Sono le 13.00, la sosta si fa lunga e siamo il ritardo. Alle 14.30 arriviamo presso Murano, ma problemi con la corrente, prima, e di tracciato, poi, ci fanno perdere altro tempo. Arriviamo così al ponte dei tre archi, nel rio di Cannaregio alle 16.00, in contemporanea con il colpo di cannone che chiude la manifestazione. Decidiamo di accontentarci, a Venezia ci siamo arrivati. Quali impressioni? Possiamo ora dirlo: la Vogalonga non è una competizione è una festa. Che faticaccia! Ma che indescrivibili emozioni: l’avvicinamento alla partenza in una Venezia letteralmente invasa da equipaggi di ogni tipo e nazio-
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nalità, la gioia e la sfida esplosa come un’eco al colpo di cannone di inizio festa. La laguna con le sue isole e i suoi silenzi interrotti dai ritmi e dalle filastrocche degli equipaggi più numerosi. L’incitamento festoso del pubblico soprattutto dei bambini L’abbraccio del mare che entra in laguna e che con le sue correnti ti aiuta, ti accompagna o ti sfida, ma sempre rispettoso della tua fatica. E’ stata una esperienza unica, inimmaginabile alla vigilia, ma non per questo irripetibile. Ora ci siamo riproposti di ritornare, con l’obbiettivo di arrivare entro il tempo massimo, anche se per ottenere questo risultato saremmo costretti a non farci distrarre dalla ….. Vogalonga.
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Potete scrivere al Senatore Alberto Filippi inviando le vostre e-mail a: sportivissimo@mediafactorynet.it
Europei, quanto ci costano! Caro Senatore, quando, nel passato, scoppiava una guerra, era scontato che tutte le grandi manifestazioni sportive venissero sospese; non era forse il caso, dato che la crisi economica che ci attanaglia è una specie di guerra, non disputare gli Europei di calcio? O, quantomeno, poiché di questa crisi noi siamo le principali cause e vittime, aver tenuto a casa la nostra nazionale e con essa quella greca, quella spagnola, quella portoghese? No soldi, no calcio! Invece, tutte le formazioni dei paesi più colpi dalla crisi sono passate ai quarti. E la finale è stata addirittura Italia – Spagna! L’élite europea del calcio è immune dalle finanze in bancarotta delle nazioni di appartenenza. Curiosa stranezza. O il calcio va senza soldi, come quello dilettantistico che pratichiamo noi, dove chi vince la categoria quasi mai è la squadra più ricca del campionato, oppure il calcio è così stellare che non può essere definito di questa terra né quindi avere i crucci economici che affliggono noi terrestri. A lei la risposta, grazie. Con simpatia, Giuseppe Billia.
Le vostre lettere possono essere lette anche nel sito: albertofilippi.it
Caro Giuseppe, risposta facile: il calcio non è di questa terra ma del pianeta dove i soldi ci sono sempre e tanti. Non certo il calcio dilettantistico, ma il calcio, come lo chiami , tu “stellare”, quello dei livelli più alti. Ecco le cifre di questi Europei. Il montepremi totale era di 196 milioni, da distribuire secondo i vari piazzamenti. 8 milioni sono andati a tutte le squadre partecipanti. Uno in più a chi, pur non essendo passato ai quarti, ha ottenuto il terzo posto nel girone. Chi è arrivato ai quarti, ma è subito uscito, ha preso 10 milioni, chi invece è andato fuori in semifinale ne ha presi 13, Germania e Portogallo, per esempio; la finalista perdente, gli Azzurri, 17,5; la squadra vincitrice, la Spagna, ben 20,5. Inoltre c’è d’aggiungere che vengono assegnati per le partite vinte nella prima fase un milione a vittoria e 500 mila euro per i pareggi. Più ci sono gli sponsor. L’Italia ne aveva 16 per una cifra complessiva di circa 5,5 milioni di euro. Questi sono i soldi che vanno nelle casse della Figc; per i giocatori non si è stilato un capitolo premi. Nel 2008 erano stanziati 200 mila euro a testa, questa volta pare che la cifra sia, data la crisi, attorno ai 170 mila euro. Ma solo in caso di vittoria; per il secondo posto non si sa. Gli Spagnoli e i Tedeschi avevano il montepremi più alti. Ben 300 mila euro a testa per ogni giocatore della squadra vincitrice. Come si sa, ha vinto la Spagna. Se i Tedeschi se li sarebbero potuti permettere, 300 testoni a testa, gli Spagnoli non direi proprio. Ma appunto i soldi nel calcio non finiscono mai. Sportivissimamente, Alberto.
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