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noi ragazzi dello zoo dello sport
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di Luigi Borgo
egli anni ’90, una campagna pubblicitaria per Benetton Sport System firmata da Oliviero Toscani fu un clamoroso insuccesso. Nel momento di maggior notorietà del duo industrial-artistico, quella pubblicità “sportiva” fu bloccata e non uscì mai sui giornali italiani. Se la si cerca oggi su Internet, non la si trova. Se la si cerca sulle tante pubblicazioni che studiano quello che è stato il fenomeno di comunicazione pubblicitaria più eclatante degli anni Novanta, neppure. Scomparsa! Era scandalosa, come il bacio tra la giovane suora e il giovane prete? Era provocatoria, come i tre cuori umani identici anche se di tre uomini dal diverso colore della pelle, scura, gialla e bianca? Era di denuncia politica, come l’abbraccio tra il giovane israeliano e il giovane palestinese? Di polemica, come il giovane morente di HIV attorniato dai parenti con il volto della passione del Cristo? L’immagine era di uno scarpone da sci vicino a una siringa e la frase diceva: “sport dipendenza”. La pubblicità uscì in Germania, ma in Italia no. Evidentemente il nesso sport-siringa-dipendenza, quindi droga, era nell’Italia cattolica, nell’Italia divisa tra nord e sud, nell’Italia politicamente e socialmente indifferente più inaccettabile dell’espressione di sentimento tra due religiosi, dell’immagine che mostrava agli italiani razzisti come i cuori umani sono tutti oggettivamente uguali, del pacifismo duro e puro dei giovani idealisti, infine più blasfema del dire che la passione del Cristo oggi è la passione dei malati di Hiv e delle loro famiglie. Eppure quella pubblicità rivolta agli sportivi voleva esprimere un’idea semplice: dopo aver provato materiali così prestazionali, non riuscirai più a farne senza. Tutto qua. In sostanza era la pubblicità meno scandalosa, provocatoria, irriverente di Toscani-Benetton. Ma l’aver usato la siringa fu un errore. Ci furono subito quelli che vi videro il doping. Ovvio, il doping non c’entrava nulla, ma tanto valse a farla scartare. Invece quella pubblicità, di là da quello che voleva esprimere, diceva una cosa vera. Lo sport crea dipendenza. Più se ne fa e più se ne farebbe. Appena s’inizia, si esagera subito con le dosi. Ci sono quelli che stanno male se non fanno il loro allenamento quotidiano, e anche quando sono stanchi o non ne hanno la minima voglia, devono farlo comunque. Temono che, stando fermi qualche giorno, svanisca quello che con fatica sono riusciti a fare. E poi vogliono crescere, migliorarsi sempre, non sono mai soddisfatti. Domani si dovrà sempre essere migliori di oggi. E allora via ad accumulare ore su ore, magari trascurando il lavoro, la famiglia, perfino la cura di altri loro interessi. Il rischio della dipendenza da sport è che si viva chiusi nel mondo della propria disciplina, interessandosi solo a ciò che la riguarda, diventando dei monaci sopra una bici, un paio di sci, attorno a un pallone, avulsi da tutti e da tutto. Però c’è un rischio anche peggiore: dalla dipendenza per il proprio sport si può passare all’overdose e da un momento all’altro mollare tutto e smettere per sempre. E questo è un rischio tipico del nostro modo occidentale di considerare l’impegno - non solo quello sportivo ma anche quello lavorativo - come performance, come crescita continua, mentre in culture come quella giapponese l’impegno non è volto al risultato in sé ma al mantenimento più a lungo possibile di una condizione che si ritiene ottimale. Vince, insomma, non chi continua a migliorarsi, ma chi non peggiora mai.
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a l l e S n i e r p sem
Emanuele Sella, il campione di ciclismo di Vicenza, cresciuto sui Berici, oggi vive ai piedi del Grappa; lo abbiamo incontrato per conoscere da vicino un fuoriclasse del ciclismo
I
telecronisti Rai che seguono il ciclismo sono bravissimi. Vengono da una scuola illustre, quella del mitico Adriano De Zan. Oggi Cassani & C. sono capaci di raccontarci le imprese dei campioni della bici con grande efficacia. Nel 2008, quando Emanuele Sella ha centrato due fantastiche vittorie, anche loro, come tutti noi vicentini, si entusiasmarono della grinta e dell’agilità in salita del campione berico, e cominciarono a chiamarlo “el salbaneo”, che è quel folletto dei nostri boschi, capace di muoversi come un lampo da essere inafferrabile. Nessuno, infatti, riusciva a prendere Emanuele in quel Giro del 2008. Solo i grandi campioni hanno l’onore di avere un soprannome: Coppi, detto il campionissimo; Merckx, il cannibale; Ulrich, il kaiser, Indurain, el Miguelon; Chiappucci, il diablo; Pantani, il pirata; Cipollini, re leone.
Averlo potuto conoscere da vicino, Emanuele, è un campione un vero e un ragazzo con la testa a posto, per nulla montato, disponibile e affabile come me l’aveva descritto il nostro reciproco amico, Gero, a cui devo la cortesia di avermelo fatto incontrare. Fare di cognome “Sella” è stato un destino? Veramente un caso, avevo iniziato con il calcio, ero bravino, niente di che, poi mi hanno fatto provare con la bici. La passione è scattata subito. Ero predisposto fin da piccolo. Con il mio fisico leggero sulle salite facevo meno fatica degli altri e in pianura, come si dice, avevo motore. Che ciclista sei? Sono uno scalatore, anche se sono considerato un ciclista completo; forse ho qualche limite nelle cronometro. Le tue misure? Peso 55 chili per un’altezza di 166 cm. Bisogna allenarsi in salita per andare
forte in salita? Non necessariamente. Io ho un programma di allenamento per la salita che prevede sedute in piano. Quanti chilometri fai all’anno? 35.000 in media! E da quanti anni fai tutti questi chilometri? Sono professionista da 8 anni. Prima da dilettante ne facevo un po’ di meno, circa 30 mila. Sono stato dilettante per 4 anni. Li segni, i chilometri che fai? Certo, adesso ne ho più di 25 mila. Per fare un giro d’Italia, quanti ce ne vogliono? Circa 15 mila. Esci tutti i giorni? Se piove no, ma se piove per tre giorni, al terzo esco. Cioè, quando non piove, sempre? Sì. La tua più bella gara? Tutte quelle che ho vinto, anche se l’emozione più grande l’ho vissuta
al mio primo giro nel 2004, quando ho fatto il passo Manghen a tutta per andare a vincere a Pampeago, dopo 50 km di fuga. Ma con tutti questi chilometri, non sei mai stanco? Sono sempre stanco; una stanchezza strana, ogni giorno diversa: qualche volta solo apparente e, infatti, dopo i primi chilometri vado alla grande, altre volte una stanchezza che prende la testa e allora non vado proprio. Quest’anno hai iniziato bene e poi… Ho corso tanto all’inizio di stagione. Volevo fare bene: ho vinto una gara importante, la Coppi e Bartali, aggiudicandomi anche una tappa. E poi sono arrivato secondo nel giro del Trentino, dell’Appennino e della Sardegna. Alla partenza del Giro d’Italia avevo fatto già fatto 52 gare, troppe per un giro duro come quello di quest’anno.
vicenza 5 di Luigi Borgo
Come ti trovi nella tua squadra? Bene, l’Androni Giocattoli non è una squadra protour, ma siamo bene organizzati. Il gruppo è affiatato e abbiamo vinto molto, siamo in testa al campionato italiano a squadre che permette alla squadra vincitrice di iscriversi di diritto al prossimo Giro d’Italia. Quanto è difficile per un giovane entrare nel ciclismo professionistico? Quando sono entrato io, forse, era più duro, il livello era più alto, però c’erano più soldi, più sponsor. Oggi la selezione viene più dalle ristrettezze economiche del mercato che dalla strada. Lo si vede per esempio dalla nazionalità dei campioni. Ai miei tempi il grande ciclismo parlava italiano, mentre oggi è spagnolo, francese, americano... australiano. Hai 30 anni, il tuo futuro? Sempre in sella, non mi chiamo forse così?
vicenza 6
A
il Vicenza a Gallio
Per il sesto anno consecutivo il ritiro dei biancorossi si terrà nella splendida cornice dell’altopiano di Asiago
poco più di un mese e mezzo dall’ultima gara ufficiale disputata comincia il precampionato del nuovo Vicenza calcio targato Silvio Baldini. Il tecnico toscano, succeduto sulla panchina a Rolando Maran, ha confermato la durata e la location previste per il ritiro estivo della squadra biancorossa a Gallio, divenuto un appuntamento ormai classico nell’estate Asiaghese. Il raduno della squadra è previsto per lunedì 18 luglio a Vicenza con immediato trasfeimento sull’altipiano e permanenza che si protrarrà fino alla mattina del 6 agosto. I giocatori e tutto lo staff tecnico e dirigenziale alloggeranno presso
di Fabio Landi l’Hotel Gaarten di Gallio. Gli allenamenti si svolgeranno presso l’adiacente campo sportivo comunale, rimesso a nuovo per l’occasione. Il ritiro di Gallio ospiterà anche due amichevoli: la prima il pomeriggio del 24 luglio contro la formazione locale, la seconda domenica 31 luglio contro la GISS che schiererà una selezione di giocatori professionisti svincolati. Al termine di quest’ultima gara la squadra prenderà parte all’annuale raduno di auto storiche organizzato nel centro di Gallio. Per i tifosi ed il pubblico sarà possibile assistere alle quotidiane sessioni di allenamento acquistando in loco un biglietto al prezzo di 5 euro mentre per le due gare amichevoli il prezzo d’acqui-
sto salirà a 10 euro. Per quanto riguarda gli impegni ufficiali l’esordio ufficiale è previsto per il 14 agosto, quando la squadra scenderà in campo nel secondo turno preliminare di Coppa Italia (in gara unica); in caso superamento del turno il 21 agosto sarà la volta del terzo turno preliminare di coppa Italia, sempre in partita secca. Poi il 27 agosto l’attesissimo debutto in campionato. Con un mercato ancora tutto da decifrare la formazione berica si avvia a disputare la sua undicesima stagione consecutiva nella cadetteria. Nonostanti i pochi innesti apportati fino a questo momento il direttore sportivo Cristallini ha più volte assicurato che fino alla chiusura del mercato la società si muoverà a caccia di potenziali occasioni, anche se probabilmente sarà necessario rimpolpare le casse societarie con qualche cessione eccellente. I tifosi si augurano che il sacrificato non sia il beniamino Elvis Abbruscato, le cui 19 reti nella passata stagione hanno avuto un ruolo cruciale per la salvezza dei biancorossi. L’articolo dedicato agli arbitri di Schio intitolato “una nuova casa per i fischietti scledensi” pubblicato nel numero 56 di Sportivissimo è di Fabio Landi.
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vicenza 8
C
the hurricanes
Il football americano nel Vicentino
di Antonio Rosso foto archivio Hurricanes
he a Vicenza ci fosse una squadra di Football americano lo avevamo saputo anche grazie a Sportivissimo, un anno fa, ma non se n’era più sentito parlare. Abbiamo così pensato di andare ad intervistare il presidente ed il suo vice, due giovani dirigenti giocatori: classe 1977 e 1986 rispettivamente. Ci tengono subito a chiarire che anche se nell’immaginario collettivo il football americano è uno sport violento, d’impatto, duro; nella realtà non lo è. E’ uno sport eterogeneo, adatto a fisici diversi. Non ci sono preclusioni per alcuno: atleti veloci, atleti pesanti, alti, bassi, ognuno può trovare il suo ruolo, importante essere determinati. Infatti chi partecipa alle fasi di attacco deve avere caratteristiche completamente diverse dal team che opera in difesa. Proprio per avere la migliore squadra in campo, per ogni sequenza di gioco, e per coprire i vari ruoli e i numerosi schemi tattici predisposti, sono necessari i 60 atleti che compongono la squadra. Come è andata la stagione? Il campionato italiano, serie B, girone nord-est a cui abbiamo partecipato si è appena concluso. Siamo contenti della stagione appena trascorsa. Siamo sempre stati sconfitti, ma
difendendoci e attaccando spesso alla pari. In alcune partite, abbiamo anche sfiorato la vittoria. Peccato che alcuni errori si siano rivelati fatali. Quali altre squadre ci sono a Vicenza e nel Triveneto? Gli Hurricanes sono l’unica squadra di football americano in tutta la provincia. Gli atleti che la compongono vengono da Vicenza, e da numerose località della provincia (Arzignano, Valdagno, Creazzo, Montecchio, Cornedo, Bassano), ma anche da Verona e Trento. Alla squadra appartengono anche tre militari della Caserma Ederle. Nel Triveneto ci sono numerose squadre: in A1 milita il Bolzano, in A2 il Venezia, Verona (due squadre), Trieste (2 squadre), Udine, Padova. In B, assieme a noi, milita il Castelfranco. Quante persone seguono le vostre partite? Le partite sono seguite da un numeroso pubblico, oltre 200 spettatori con punte di 300-350. Ad ogni partita casalinga gli spalti dello stadio del Laghetto sono sempre gremiti. Trattandosi di uno sport americano, come sono i rapporti con i militari della Caserma Ederle? Molto buoni. Ci sono i militari che giocano con
noi e abbiamo avuto degli incontri con i comandanti della base per concretizzare delle gare di allenamento tra noi e loro e per gettare le basi su un’idea che abbiamo: un quadrangolare tra gli Hurricanes, una squadra esterna e le due squadre militari che ci sono nella base. Purtroppo questo richiede una pianificazione ed una agibilità delle strutture di gioco che deve ancora concretizzarsi. Attività estiva? Nessuna, purtroppo, per la ragione sopra detta. Non siamo mai riusciti a concretizzare nessuna iniziativa estiva perche non vi è la disponibilità di un adeguato campo sportivo. Ad esempio, sono già due anni che dobbiamo rifiutare gli incontri tra la nostra squadra ed alcuni college universitari americani, in trasferta in Italia, perché non disponibile un campo di gioco. Ovviamente i giocatori universitari sono andati in altre città: Trieste, Roma per citarne un paio. Se un giovane volesse avvicinarsi a questo sport cosa dovrebbe fare? Se desidera partecipare attivamente può mettersi in contatto con noi. Ci si allena 2-3 volte alla settimana, alla sera. Qualora desiderasse leggere qualcosa sul Football americano, riviste specializzate non ce ne sono; suggeriamo “Il pro-
fessionista” di John Grisham, in cui i protagonisti sono i Panthers Parma che questo mese hanno vinto il Superbowl italiano per il secondo anno. Rai sport tratta di football americano tutti i giovedì sera alle 22.00 nelle sintesi. A Vicenza se ne parla talvolta su TVA Sport. Per il prossimo anno quali attività? Si ricomincerà a settembre, sempre nel campionato di B, con la stessa squadra di quest’anno. Tuttavia non sappiamo ancora dove. Finora abbiamo giocato le partite allo stadio Laghetto, mentre per gli allenamenti abbiamo usato il campo S. Paolo, in via Goldoni a Vicenza. Il prossimo anno potenzieremo anche il settore giovanile dai 13 ai 18 anni.
Desideri? Più che un desiderio, una necessità: avere un punto di riferimento fisso o programmato, possibilmente comunale, in modo da poterci organizzare e non vivere alla giornata Concludendo, gli Hurricanes sono giovani, nati da soli due anni ed hanno tutto il tempo per crescere. Chiedono, tuttavia, uno spazio per poter fare sport e, data la loro peculiarità di sportivi, potrebbero essere un ponte verso l’esterno. Vicenza ne avrebbe proprio bisogno. Se si vuole far conoscere una città e stimolarne la vocazione turistica, le attività sportive sono sempre state uno dei veicoli pubblicitari migliori.
Chi sono gli Hurricanes
La società nasce nell’estate del 2009 e trova concretezza la prima domenica di agosto 2009 con oltre 40 presenze (ed oltre 40 gradi!) in via Ca da Mosto da un’idea di Alessandro Beggio e Vincenzo Carbone, rispettivamente Presidente e Vicepresidente. Prendono vita gli HURRICANES Vicenza. In pochi mesi, 70 associati, tra giocatori e dirigenti di prima squadra, giovanile, e flag. La squadra vanta un coaching staff di qualità, composto da allenatori preparati, coadiuvati da ex giocatori di grande esperienza. Gli Hurricanes sono affiliati alla FIDAF (Federazione Italiana di American Football) e partecipano al Campionato Italiano Football a 9. Per informazioni http:// www.hurricanes.it - info@hurricanes.it. oppure, direttamente al Presidente, al 339 5979596.
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Valdagno si muove
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di Giulio Centomo
ell’estate valdagnese, fitta di eventi per tutti i gusti, non potevano mancare le proposte sportive. Ha preso il via sabato 9 luglio il corso gratuito di fitness al Parco La Favorita. Appuntamento ogni sabato di agosto e settembre, dalle 10 alle 11.30, presso l’area fitness installata lo scorso anno, con la dott.ssa Valeria Mecenero, personal trainer e responsabile del corso. Il 16 luglio si è tenuta la prima uscita gratuita notturna all’insegna del nordic walking. Ad accompagnare gli interessati c’erano gli istruttori della Scuola Italiana Nordic Walking. Occasione da non perdere per avvicinarsi a questa speciale attività o per incrementare la propria abilità nella “camminata nordica”. I bastoncini saranno forniti gratuitamente e si replicherà a fine agosto e a metà settembre. Domenica 17 luglio hanno inaugurato anche le uscite in mountain bike lungo i sentieri segnalati sul sito www.gpsvaldagno.com, a cura del gruppo escursionistico amatoriale “Orticamica”. Anche in questo caso le uscite saranno riproposte a metà agosto, fine agosto e metà settembre. Attenzione! L’uso del casco e di un abbigliamento adeguato è obbligatorio! «L’obiettivo di questi appuntamenti – spiega l’assessore allo sport del Comune di Valdagno, Alessandro Grainer - è quello di avvicinare più persone possibili alla pratica di attività motorie. Se anche uno solo tra i partecipanti a queste iniziative si orienterà verso uno stile di vita più attivo e quindi sano, il nostro obiettivo sarà comunque raggiunto. Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno dato il loro prezioso contributo per la realizzazione e la buona riuscita del progetto.» Valdagno si muove 2011 Il gruppo di lavoro dell’Assessorato allo Sport, l’Associazione “Valdagno Sport” e tutte le società che hanno deciso di aderire, organizzeranno durante l’ultimo week-end di agosto l’evento “Valdagno si muove 2011”. Non sarà la classica vetrina del-
Le proposte sportive per l’estate
le società sportive, ma un modo per le stesse di collaborare per un obiettivo comune, che vuole essere quello di avvicinare più persone possibili al mondo dello sport. Durante l’evento ci sarà spazio per esibizioni di attività non presenti o poco presenti in città, come il cricket o il mountain board. E poi spazio per attività collettive come pedalate, escursioni in mountain-bike, escursioni di nordic walking. In programma, domenica mattina, la marcia podistica non competitiva “1° Memorial Dario Savi”, per ricordare quello che è stato il “papà sportivo” di molti valdagnesi e che ci ha lasciati pochi mesi fa.
Nei giorni di sabato e domenica inoltre, Valdagno verrà divisa in quattro zone e le squadre sportive delle stesse si affronteranno in un quadrangolare che comprenderà sport tradizionali come calcio, pallavolo e pallacanestro e giochi popolari. Ad ogni squadra verrà abbinata una organizzazione di volontariato alla quale verrà devoluto il premio in denaro offerto da Banca San Giorgio e Valle Agno. Infine non potrà mancare lo stand gastronomico che funzionerà durante tutta la manifestazione. Le colline valdagnesi a portata di GPS È in piena funzione il nuovo sito www.gpsvaldagno.com, il portale curato dall’Assessora-
to allo Sport e al Tempo Libero del Comune di Valdagno, grazie al contributo fondamentale di bikers e runners locali. Proprio questi hanno permesso la mappatura GPS di numerosi percorsi percorribili in mountain-bike, a piedi o a cavallo. Sul sito potrete trovare le mappe dei percorsi con profilo altimetrico allegato ed è possibile scaricare le tracce da inserire nel proprio GPS e poi... non vi resta che partire! Cinque i percorsi che potrete trovare per ora: Valli del Pasubio-Malunga; Val del Boia-Ciocchi; Val del Boia; Staro Mille-Raute-Parlati; Sette Roccoli-Faedo. Buono sport e buona estate a tutti!
nel nome dei giovani e del calcio
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Molti giovani abbandonano il calcio: troppa ricerca del risultato e poca attenzione al gioco, al divertimento, alla crescita sportiva: riflessioni appassionate di un mister educatore
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egli ultimi dieci anni tantissimi settori giovanili del calcio nella provincia di Vicenza, hanno gestito le proprie squadre ponendosi due principali obiettivi: 1. il risultato che deve essere a tutti costi; 2. la ricerca nei propri vivai del “ fenomeno calcistico” del futuro. L’ostinazione di voler primeggiare sempre e la ricerca del massimo della performance in tutte le occasioni, si sono rivelati negativamente fatali. Questo atteggiamento ha comportato infatti un alto numero di abbandoni da parte dei giovani dello sport di squadra in particolare nei settori giovanili del calcio. Questi malposti principi sportivi hanno causato negli ultimi anni un fiasco social-sportivo! Così i tecnici per raggiungere risultati a tutti i costi hanno fatto, per esempio, giocare sempre gli stessi giocatori in quasi tutte le partite togliendo agli altri ragazzi il diritto di giocare. I giovani calciatori a parer mio devono avere la possibilità di giocare, di sentirsi partecipi e di divertirsi senza il timore di essere allontanati perché non bravi. Oggi si assiste ad un fatto senza precedenti cioè molte società per mancanza di giocatori, sono costrette a fondersi con altre per formare le squadra del proprio settore giovanile, senza contare la scomparsa, negli ultimi anni, di moltissime società. Ciò potrebbe essere dovuto ad “annate con poche nascite” o alla concorrenza di altri sport! Personalmente credo che questa situazione sia riconducibile al frequente numero di abbandoni dell’attività sportiva da parte di giocatori che si ritrovano a fare i conti con l’unico obiettivo della vittoria a tutti i costi e che deve essere raggiunta con tutti i mezzi. Il giovane giocatore se non gioca e prova piacere si annoia e smette. La competizione è portata così a livelli insopportabili e troppo esasperati. Si rischiano di trascurare nel giocatore la capacità di sopportazione e di rielaborazione della sconfitta che viene invece vissuta come totale fallimento, dimenticando che il giovane calciatore ha come unico vero obiettivo il voler giocare, il voler sentirsi parte e partecipe del gruppo. In questi anni i mister hanno colpevolmente trascurato l’insegnamento alla corretta educazione prediligendo, invece, la pura competizione. Tutto ciò ha comportato un fallimento educativo nell’avviamento dei giovani al calcio e come detto sopra l’abbandono da parte di tantissimi giovani del calcio stesso. Il voler ignorare che il calcio sia prima di tutto un gioco e per giunta divertente e coinvolgente ha fatto dimenticare che il bambino gareggia per natura e il suo fine quindi non è solo la vittoria ma il gioco stesso… “Non vengo più perché giocano sempre gli stessi!’’ frase che
di E. L.
ho sentito dai ragazzi troppe volte! Non posso non riconoscere che gli allenatori hanno grandi responsabilità in questo fallimento… troppi tecnici e pochi mister preparati sensibili e capaci. Il calcio è una metafora della vita: si vince e si perde come succede nella vita… questo è il suo insegnamento più profondo. Non ci si deve scoraggiare o avere paura del risultato; non conta quanto si perde ma l’importante è giocare e mettere il giovane giocatore nelle condizione di continuare a giocare. Penso che ci sia bisogno di cambiare rotta, di riscoprire il valore educativo e formativo della competizione, dello sport: una buona educazione e formazione al gioco di squadra fanno sì che i risultati e la competizione stessa diventino occasione di crescita dove lo spirito competitivo si trasforma in uno stimolo necessario e positivo ma non unico e predominante! Sono d’accordo con chi afferma: “la competizione è un impareggiabile forma di dialogo e di comunicazione con se stessi e con gli altri avversari e compagni…’’ non ho mai conosciuto un giocatore che andasse in campo per perdere!!!!! Questa educazione alla “buona e sana competizione” è responsabilità del mister che ha l’importante compito di accompagnare la crescita del giovane giocatore, in un clima disteso, stimolante e positivo aldilà dei risultati. Troppo spesso ci si dimentica dell’aspetto ludico, del divertimento fine a se stesso, della socializzazione che il gioco del calcio invece favorisce e porta con sé. Forse è da queste premesse che si deve ripartire per rimettere al centro il giocatore e il suo desiderio “di giocare”. Il mister deve accompagnare il ragazzo nella crescita calcistica e umana ma con equilibrio e serenità, ricordando sempre che se lo sport è vissuto come divertimento e passione, si raggiunge il più alto impegno. Mi permetto un ultima considerazione, noto con tristezza che il livello di preparazione dei mister, si è abbassato molto di qualità negli ultimi anni… c’è poca predisposizione allo studio, all’aggiornamento, al confronto, al coraggio, alla creatività... Ci sono troppi ‘Tecnici’ superficiali e pochi allenatori veramente preparati! Io penso che nei settori giovanili dobbiamo curare maggiormente la “relazione educativa” intesa come rapporto interpersonale con i ragazzi. Tutti vogliamo che il giovane calciatore migliori, cresca calcisticamente in modo appropriato e sereno, e per ottenere dei cambiamenti, dei miglioramenti, l’allenatore deve avere nel suo metodo di lavoro INTENZIONI EDUCATCATIVE SEMPRE
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Martina di Francia
di Martina Dogana
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’ Ironman è una gara lunghissima in cui ti possono succedere tante cose, ti passano per la testa mille pensieri e mille emozioni, la fatica aumenta ma scavando a fondo trovi anche le energie che pensi di non avere...questo in sintesi il mio Ironman France 2011 di domenica 26 giugno 2011 a Nizza. La partenza era alle 6.30 ed è stata subito una guerra! Il nuoto infatti è stato peggio di un incontro di boxe con 2600 concorrenti agitati dall’adrenalina accumulata nei mesi e mesi di preparazione. Ho preso tantissime botte e non sono mai riuscita a prendere il mio ritmo, però sono uscita in terza posizione in poco più di 57’ che per me è un buon tempo. Sono partita in bici decisa ma i primi 100km sono stati un calvario: avevo tanto male alla pancia e alla schiena, in salita non riuscivo ad alzarmi sui pedali e mi hanno superato praticamente tutte le altre Pro. Ovviamente mi sono scoraggiata e in più di un’occasione ho pensato di mollare e fermarmi. Però avevo promesso la medaglia ad Adriano (mio suocero!) e sapevo che sulla Promenade des Anglais dove si sarebbe svolta la corsa finale c’era tutto il mio Fan Club. E poi a casa erano tutti davanti al pc per seguire la gara dal sito ufficiale e non potevo deluderli... ho tenuto duro, pedalata dopo pedalata è passata anche la crisi e ho recuperato qualche posizione, merito soprattutto di una discesa a regola d’arte (l’importanza di conoscere le strade e non rischiare la vita in curva ai 60km/h) Dopo una bici eterna (5h39m) finalmente ho posato la bici in 9° posizione e ho iniziato a correre la maratona finale con la testa libera. Il gap dalla testa della gara era di 22’ ma la gara era ancora lunga. Ho provato a partire forte, rischiando di scoppiare ma volevo provare ad entrare almeno nelle prime 5. Mi sono concentrata sulla mia corsa senza pensare a nient’altro: “corri, bevi, mangia, bagnati, corri e soffia!”...solo questo pensavo mentre i miei amici si accendevano in un tifo scatenato. Pian pianino ho cominciato a rimontare posizioni. All’inizio dell’ultimo dei 4 giri ero quarta con la terza a meno di 2’ e la seconda a circa 5’. Ho continuato a spingere cercando quelle energie che pensavo di non avere più. Il tifo di tutti gli spettatori e dei volontari mi ha aiutato tantissimo e sono riuscita prendere e superare prima la francese Johanna Daumas e poi la tedesca Britta Martin e mantenere questa bellissima seconda posizione fino al traguardo dove mi aspettava la vincitrice Silvia Felt! Il secondo posto qui a Nizza era l’unico che mi mancava dopo i due terzi posti del 2006 e del 2009 e il primo posto del 2008...non mi posso certo lamentare!
Strepitoso secondo posto di Martina Dogana nell’IRONMAN FRANCE – NIZZA; cronaca in diretta di una rimonta super
...tu chiamale, se vuoi, emozioni
recoaro 13
di Francesco Preto
Fine di una stagione super per il volley Real Recoaro che anche quest’anno ha dimostrato il suo valore nei vari campionati AICS, malgrado la piccola realtà dove opera.
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erzi provinciali nell’Under 18, Quarti provinciali nell’Under 14, Terzi provinciali nell’Under 13 ed assoluti protagonisti in tutti i raduni del mini volley, quanto basta per affermare che questa Società è sicuramente al top dello sport recoarese. Sicuramente questi risultati non sono casuali, bensì frutto del lavoro
dello staff tecnico che ha avuto il merito di saper gestire ed allenare le nostre ragazze e cogliere dei risultati importanti, anche contro squadre sulla carta più quotate. Il nostro motto è creare emozioni e sono convinto che in questa stagione sportiva ne abbiamo create parecchie. Devo ringraziare per l’ottimo lavoro svolto, in primis dal responsabile e coordinatore del settore volley il sig. Davide Stocchero ed a seguire Alessandro Busellato per l’Open, Giorgio Caneva per l’Under 18, Elisa Zaupa per l’Under 14, Stefano Canale per l’Under 13 ed infine Jenny Busellato per il mini volley. La nostra voglia di migliorare non si ferma qui, visto che la società ha ben tre dei nostri allenatori che stanno frequentando il corso allenatori FIPAV al fine di poter migliorare il loro bagaglio tecnico, che sarà poi messo a disposizione delle varie squadre, assicurandone un salto di qualità. Ringrazio infine chi a vario titolo ha contribuito a questa stagione di successo. Come non ricordare l’importante lavoro svolto dagli arbitri e segnapunti fondamentali per svolgere le varie partite che in questa stagione sportiva sono state moltissime.
Un ringraziamento particolare ai nostri sponsor e sostenitori che anche quest’anno con il Loro sostegno hanno permesso di presentare le varie squadre, sui vari campi, in maniera ottimale da un punto di vista anche di immagine. Concludo la parte dedicata al volley, raccontandovi un sogno che ho fatto: Ho visto una piastra polivalente vicino all’oratorio di Recoaro Terme, con una bellissima copertura in legno, totalmente chiusa ai lati, illuminata a giorno, riscaldata, con una splendida pavimentazione di lucido parquet e le mie ragazze che volteggiavano felici sotto una bellissima rete nuova, incitate dal pubblico seduto comodamente in tribuna……poi mi sono svegliato. Questo sogno l’ho raccontato al nostro Assessore allo Sport, a buon intenditor…. Mi ha risposto che a volte i sogni si avverano, speriamo!! perché le nostre ragazze hanno dimostrato di meritarselo. Ma come sapete il Real Recoaro non è solo Volley: abbiamo con noi un folto gruppo di marciatori coordinati dal responsabile del settore marce Antonio Lovato che si sta adoperando per la realizzazione della V edizione della marcia “ Le Contrà
De Recoaro Terme “ programmata per il 14 AGOSTO 2011, marcia che richiede un grosso sforzo organizzativo, viste le 2000 presenze dello scorso anno e le previsioni per quest’anno, ma conoscendo la forza e la grande voglia di appartenenza al Real Recoaro da parte dei nostri marciatori, non ho dubbi che anche questa edizione sarà un successo. Si prevede, tempo permettendo, la presenza di circa 3000 persone, che dopo la chiamata di marzo risulta essere la manifestazione più importante della nostra cittadina. Ringrazio Antonio Lovato e suoi collaboratori per quanto stanno facendo per la riuscita della manifestazione.. Volley, marcia ed altre attività connesse, mi portano a pensare senza paura di smentite, che il Real Recoaro ha assunto in questa ultimi anni, un’importanza fondamentale per la nostra cittadina. Un cordiale saluto a tutti i nostri simpatizzanti e sostenitori ed un ringraziamento all’Amministrazione Comunale per il riconoscimento dato, per meriti sportivi, alla nostra Associazione nel mese di giugno ed al Patrocinio per la nostra marcia.
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foto subacquee in quota foto subacquee di Stefano Scortegagna
C
di Antonio Rosso
i voleva una mostra fotografica realizzata da un gruppo di Asiago per rivedere, in una esposizione pubblica, fotografie subacquee realizzate da subacquei vicentini. Invitato il 1° luglio dai promotori, all’inaugurazione della prima mostra fotografica del Club Fotografico Altopiano 7 Comuni dal titolo “Emozioni dietro l’obiettivo: i fotografi raccontano la magia dietro uno scatto”, con piacevole sorpresa ho notato a destra dell’ingresso un pannello con otto scatti subacquei. Le foto erano tutte opere di uno stesso autore, una vecchia conoscenza di Sportivissimo: Stefano Scortegagna, istruttore subacqueo, che da numerosi anni si è dedicato a questa specializzazione, ora anch’egli socio del club. La mostra è stata allestita presso la sede della Comunità Montana, ad Asiago ed è stata costruita per realizzare un percorso dentro la fotografia illustrandone le potenzialità. Fotografia, quindi, non solo come documento, ma come arte e strumento espressivo che, attraverso tecniche e stili diversi, raccontasse le emozioni di un unico istante. Il percorso, così sviluppatosi, ha spaziato dalla fotografia naturalistica alle immagini sportive, dalla fotografia subacquea ai ritratti, passando attraverso visioni oniriche, paesaggi e macro-fotografie. Stefano Scortegagna ha realizzato le immagini subacquee con una apparecchiatura digitale, Canon G11, scafandrata, attrezzata con un grandangolo ed una coppia di flash. Ci racconta che, per le riprese a distanza ravvicinata, è stato importante averla equipaggiata con flash dai bracci più lunghi del normale in modo da poter avere la luce in posizione ottimale sia per poter usare diaframmi chiusi per la massima profondità di campo sia per dare al soggetto la giusta dose di contrasto esponendo in parziale controluce. Le foto, esposte in un solo pannello e raggruppate tra loro, hanno interessato molti visitatori che si sono soffermati ad esaminarle da vicino. Tutte le foto sono state scattate a distanza ravvicinata, nelle Filippine, e hanno presentato come soggetti crostacei e pesci. La
Stefano Scortegagna firma un’importante mostra di fotografia subacquea a Asiago
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Stefano Scortegagna scelta è stata soggettiva, senza alcun tema da svolgere. Tre foto raffiguravano gamberetti Periclimenes e Bubble Coral Shrimp, comuni nelle acque dell’indo-pacifico. Uno scatto aveva come soggetto un crostaceo della specie Odontodactilus scyllarus, la versione tropicale della nostra “canocia”, che vive nelle scogliere coralline. Non potevano mancare i crostacei nudibranchi: è stata esposta una foto del Chromodoris Kune’s che vive nell’oceano Indo-pacifico mentre ha
completato la serie dei crostacei il granchio Quadrella maculosa dell’Oceano Indiano. La serie delle otto foto è stata chiusa da due istantanee di pesci tropicali, l’Amphiprion perideraion ed il Synchiropus splendidus diffusi nelle lagune e barriere coralline del Pacifico orientale, forse più conosciuti come pesce pagliaccio rosa, il primo e come pesce mandarino, il secondo. Abbandonato per un istante Stefano, abbiamo cercato il presidente di questo club nato da neppure un anno, ma che
conta circa quaranta soci per conoscere le prossime attività. Roberto Rossi, davanti all’ottimo buffet, ha confermato che quest’estate hanno già in cantiere una mostra dal 22 luglio al 5 agosto presso la Sala Consiliare del Comune di Roana ed una serata interamente dedicata alle immagini più belle dell’Altopiano, il 31 luglio, nella sala Grillo Parlante, ad Asiago. Nel futuro dell’Associazione, ha proseguito Roberta Strazzabosco, vi sono, inoltre, progetti di diversa natura che
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Eleonora d’oro
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Dal 02 al 06 luglio 2011 presso il Palaevangelisti di Perugia si sono svolti i Campionati Italiani Assoluti FIHP pattinaggio a rotelle per la specialità di Coppie Artistico e specialità di Singolo per la categoria Jeunesse: la sclendese Eleonora Mora in coppia con il bolognese Alessandro Amadesi vincono la medaglia d’oro del titolo italiano.
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er il secondo anno consecutivo la scledense Eleonora Moro in coppia con il bolognese Alessandro Amadesi è salita sul gradino più alto del podio conquistando la medaglia d’ oro nella specialità. L’ avvicinamento a questo importante avvenimento non è stato privo di difficoltà per entrambi gli atleti a causa di qualche infortunio e di piccoli problemi di salute che alternativamente hanno creato non poche difficoltà per i loro allenamenti. Ma una volta superato tutto hanno saputo con impegno e costanza portare a termine il loro programma di allenamento. Forse determinante per l’ ottimo risultato è stato il cambio della musica e della coreografia del Programma Lungo (una musica molto coinvolgente tratta dalla colonna sonora del film Tron Legacy) . Il banco di prova ( in tutti i sensi ) è stato il campionato italiano UISP svoltosi a Bologna quindici giorni prima del campionato italiano FIHP; primo impatto con il pubblico e soprattutto con i giudici, risultato: buona impressione sia per difficoltà che per coreografia . Hanno conquistato anche quest’anno il titolo italiano UISP. Questo risultato ha dato loro la carica giusta per la successiva gara FIHP. La gara non è stata priva di emozioni: secondi dopo lo Short Progam (anche quest’ anno la coppia Luca Lucaroni Giulia Pascolini ha dato del filo da torcere ) hanno però saputo eseguire il Programma Lungo con eleganza e velocità e proporre delle difficoltà sia singole che di coppia ad alto livello. Risultato finale: Eleonora Moro, Alessandro Amadesi Campioni Italiani! Eleonora ha ben saputo figurare anche nella specialità di singolo: quarto posto in combinata e nono posto in libero. Alessandro è anche quest’ anno campione italiano di singolo. Un sentito ringraziamento va agli allenatori di singolo: Michela Castellan, Michele Terruzzi. All’ Allenatrice di coppia Maria Rita Zenobi. Ai Coreografi: Gabriele Quirini e Boris Mazziero (coreografie dello short e long program di coppia) perché senza di loro questo risultato non si sarebbe potuto raggiungere. In bocca al lupo per i loro prossimi impegni: Campionati Europei che si svolgeranno a Friburgo la prima settimana di settembre. spaziano dall´organizzazione di corsi di fotografia e postproduzione agli incontri con fotografi professionisti, dall´organizzazione di concorsi e mostre ad eventuali iniziative o collaborazioni editoriali. Il tempo di scambiare altre due parole, di augurarci che la foto subacquea non venga dimenticata, poi tutti di corsa a farsi fare la foto di gruppo. Per informazioni: www.clubfotograficoaltopiano.it
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ta di Dopo la fatale cadu lla il tema de Wouter Weylandts, rgomento sicurezza è stato l’a d’Italia iro più importante del G ne 2011 edizio
È
un argomento attualissimo la sicurezza nel mondo del ciclismo e il tema, dopo quanto successo a Wouter Weylandts all’inizio del Giro d’Italia 2011, è diventato uno degli argomenti più approfonditi tra gli appassionati delle due ruote. Già, finalmente se ne parla anche se il più delle volte la parola, a parte qualche caso sporadico (ne citiamo qualcuno tanto per far onore a chi alla sicurezza tiene oltremodo: Martina Dogana, Sara Fortuna, Renato Larentis, Egiziano Villani, Stefano Tronca che in vari modi hanno dimostrato la loro vicinanza a ciclismosicuro.it), non è seguita da reali impegni concreti che dimostrino la voglia di cambiare le cose. Mi spiego meglio: rispetto al volume degli appassionati di ciclismo, avere poco più di 500 iscritti sul sito ciclismosicuro.it dedicato a Thomas, Nicola e Tommaso, sono poca cosa rispetto al potenziale movimento delle due ruote e ancora meno se lo scopo del sito è informare gli utenti della strada su quanto prevede l’articolo n.9 del codice della strada. Si va comunque avanti nel progetto e questa è una riflessione che faccio a titolo personale dopo l’impegno intrapreso dal 30 dicembre 2010 e cioè parlare di sicurezza al mondo del ciclismo e non solo. Anche nei quattro giorni in cui ho assistito alle tappe del Giro 2011,
ho cercato di veicolare il messaggio sulla sicurezza e il mio impegno e quello di Stefano Retis, è stato premiato da Alessandra De Stefano che nel processo alla tappa della Rai, in occasione della crono Belluno-Nevegal, ha presentato l’iniziativa di ciclismosicuro.it invitando il pubblico della Rai a sostenere l’iniziativa sorta dopo la morte in gara di Thomas Casarotto. In un Giro d’Italia dominato da Contador e che nel finale ha cancellato anche il Crostis nella tappa dello Zoncolan deludendo gli appassionanti del Friuli, e che ha visto l’abbandono annunciato dei velocisti, nonostante tutto, il tema della sicurezza è stato uno degli argomenti più postivi dell’edizione del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia e a tal proposito sono stati molti i personaggi che si sono prestati e che al microfono di ciclismosicuro. it hanno riservato le loro attenzioni sul tema. Delle tante testimonianza ve ne presentiamo qualcuna iniziando da quella del Direttore del Giro Angelo Zomegnan , passando per Beppe Conti, lo sciatore Christof Innerhofer, Auro Bulbarelli, Marino Bartoletti e concludendo con Gianni Motta. Angelo Zomegnan. “La nostra attenzione per la sicurezza degli atleti è costante e non soltanto sporadicamente sia per le strutture, sia per le strade, sia per i suggerimenti da dare ma la sicurezza è figlia anche della “cultura”
dei Team manager, dei direttori sportivi e della scolarizzazione dei ragazzini in giovane et;à senza tutti questi elementi messi in fila non si potrà mai avere una gara sicura”. – E nella categorie giovanili e inferiori? “E’ li dove bisogna lavorare perché voglio dire il professionista è professionista e noi riteniamo di essere professionisti del nostro lavoro e quindi nell’affrontare e cercare di risolvere i problemi della sicurezza ma è la scolarizzazione dei ragazzini piccoli e degli organizzatori delle corse piccole che sono importanti”. – Ora bisogna fare un ulteriore passo modificando il Codice della Strada…. “Ma no! Basta il buon senso, non c’è bisogno, il Codice della strada c’è si di che bisogna viaggiare a destra e viaggiano tutti a sinistra, si dice che i freni sono obbligatori e le città sono piene di biciclette senza freni, si dice che bisogna mettere il giubbetto catarifrangente, il casco non ce l’ha nessuno… è una questione di educazione non di Codice Civile, non c’è scritto da nessuna
parte che non bisogna andare a rubare, non si deve rubare. Punto!” - Forse però bisogna divulgare ciò che prevede l’articolo 9. “Le corse bisogna farle in sicurezza, le corse della categorie minori devono essere fatte nei circuiti chiusi al traffico. Punto”. “Speriamo che serva molto per tutti quelli che vanno in bicicletta – esordisce Beppe Conti opinionista del Processo alla Tappa di Alessandra de Stefano – che si ricordino che ci vuole il casco, che ci vuole attenzione e come ha detto anche Eddy Merckx in una di queste trasmissioni, bisogna anche saper frenare quando è il caso, i corridori devono anche loro non prendere rischi eccessivi, io ho visto dei giovani che rischiano troppo e quindi anche di questo bisogna tenerne conto, devono essere loro, poi ci devono essere tutte le misure di sicurezza degli automobilisti, di tutti e bisogna rispettare i ciclisti però anche i ciclisti alla loro volta devono andare più cauti”. – Le buone notizie non fanno mai testo, fa testo che nei 5 giorni di coma di Thomas l’o-
pinione pubblica ne parli, poi il fatto di Lamezia in cui sono stati falciati ben otto corridori insieme, adesso c’è una buona notizia, con ciclismosicuro. it e con altre iniziative si riesce ad entrare nel merito, manca anche una conoscenza dell’articolo n.9 per i neo patentati, finora non si fa nulla per informare i giovani sul tema, a loro che in futuro saranno automobilisti. “Sarebbe molto importante questo, molto importante proprio per i neo patentati che sono loro i primi che devono rendersi conto e io spero che tutto quello che sta accadendo, faccia riflettere gli automobilisti e faccia riflettere tutti: un momento di riflessione è sufficiente e quando si vedono i ciclisti bisogna fare molta, molta attenzione”. - La stampa ricopre un ruolo importante e anche di Beppe Conti il sito ciclismosicuro.it ha bisogno. “Ma io sono ben lieto di fare qualcosa perché anch’io ho corso in bicicletta e ha corso anche mio figlio, vado in bicicletta quando posso e mi sento più che mai parte in causa e da parte mia c’è tutta la buona volontà per fare qualcosa di bello”.
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di Enzo Casarotto
a z z e r u c i s un giro in -La sicurezza anche nello sci è fondamentale per garantire il grande spettacolo del Circo Bianco. “La sicurezza è sempre molto fondamentale - afferma Christof Innerhofer Campione del Mondo di Super G; Medaglia d’argento Supercombinata; Medaglia di Bronzo discesa libera - purtroppo ogni tanto è così che deve succedere qualcosa per migliorare sulla sicurezza, certamente può succedere sempre qualcosa e sicuramente c’è bisogno di fortuna come sempre nella vita però ogni tanto ci sono delle cose che si possono migliorare prima che succeda, da noi prima delle gare facciamo la ricognizione del percorso e vediamo se c’è qualche situazione particolare di pericolo poi anche il grande capo della Coppa del Mondo ha qualche orecchio aperto. Se veramente c’è qualcosa che non ci piace poi si discute e si cerca di risolvere questo problema”. – Hai fatto lo sci perché è troppo duro andare in
bici soprattutto in salita? “Certamente io non sono un ciclista e quindi per me le salite sono faticose però anche noi sciatori dobbiamo allenarci tanti, ci alleniamo 5 ore al giorno e sicuramente la nostra fatica è diversa ma ne facciamo tanta anche noi”. La sicurezza è importante su tutti i fronti non ultimo per l’attività minore e giovanile, la Rai ha iniziato a parlarne ma non bisogna fermarsi ai 25 giorni del Giro. “Condivido senz’altro questo pensiero– sostiene Auro Bulbarelli - e amplierei il discorso alla sicurezza sulle strade per la gente che va in bicicletta e non solo che corre in bicicletta. Noi come Rai in questo Giro d’Italia abbiamo promosso una campagna relativa alla sicurezza a pedali in cui hanno aderito tutti i più forti corridori del Mondo, sono delle norme, degli accorgimenti che sia gli automobilisti che i ciclisti devono seguire e qui ripeto lo slogan: andare in bicicletta è bellissimo ma va fatto in sicurezza”. - Noi di ciclismosicuro.
it sosteniamo che siano i grandi personaggi che ci possono veicolare alla grande platea la richiesta di sicurezza che fanno tutti dai cicloamatori alle squadre che svolgono attività giovanile; ci può aiutare in questo? “Io per quel che posso vi aiuto senz’altro, l’unico appello che mi sento di divulgare personalmente è quello che ci vuole rispetto nei ciclisti sia corridori che normale appassionati ma ci vuole rispetto anche nei confronti degli automobilisti perché spesso s’incontrano sulla strada gruppi di ciclisti che occupano buona parte della carreggiata e giustamente gli automobilisti si arrabbiano quindi ci vuole conoscenza delle regole e rispetto reciproco”. Marino Bartoletti è in Rai uno dei personaggi più sensibili anche rispetto al tema della sicurezza. “Io mi rivolgo da cicloamatore ai cicloamatori, ogni tanto ci lamentiamo perché gli altri non ci portano rispetto però dobbiamo essere i primi noi a meritare questo rispetto e a portare rispetto agli altri, lo so che è molto
bello fare questi gruppi fra 40-50 amici affiancati fra di loro, ricordiamoci che sulla strada c’è un Codice stradale da rispettare che va oltre ai nostri entusiasmi, se ci comportiamo bene abbiamo il diritto che anche gli altri si comportino bene con noi. Il diritto!”. – Dopo il fatto di Thomas Casarotto e quanto successo a Lamezia, il tema della sicurezza deve essere primaria. “Si la sicurezza deve essere primaria come dimostra questo Giro sfortunatissimo per quanto riguarda la sicurezza perché quello che è accaduto nell’unico giorno in cui la sicurezza era fuori discussione; quando si è fatto veramente qualcosa per la sicurezza tipo il Crostis poi non si è voluto gareggiare, insomma sono tante contraddizioni però la sicurezza deve essere la precondizione fondamentale perché questo sport abbia la sua finalità”. – Qual è il suo messaggio? “Il messaggio è: si va in bicicletta per divertirsi ragazzi, le corse le facciamo fare agli altri!”. “Guarda che comunque quando si è in gara i corridori sono sempre al
limite – afferma Gianni Motta che il Giro lo ha vinto nel 1966 - ci sono sempre state le cadute, io non riesco a capire come mai ci sono così pochi casi mortali per il rischio che corriamo noi ma non solo quando si corre ma anche quando siamo in allenamento perché è bastata una svista che entri in una buca e ti salta via il manubrio e quando si cade non si sa mai dove si va a sbattere e purtroppo qualcuno ci rimane dentro ma guarda che questo lo dico pensando che prima o poi può darsi, mi auguro di no, che succeda anche a me”. – La Rai ha iniziato con gli spot ed è importante continuare. “Prima di tutto bisogna stare attenti quando si va in bicicletta di non infastidire troppo gli automobilisti ma comunque certi automobilisti dovrebbero avere un po’ più di rispetto per noi perché bene o male siamo gente che è in cerca di salute e vorrei che chi fa sport e non solo il ciclista, dovrebbe essere un po’ più rispettato perché chi fa sport prima di tutto è una brava persona”. – In Italia su questi argomenti manca il “buon senso”. “Sicuro, io che giro abbastanza con dei gruppi in bicicletta, vai in certi paesi che manco suonano per passarti e neanche ti fanno degli scherzi, noi purtroppo in Italia troviamo degli autisti e dei camionisti che hanno fretta di lavorare che ti stringono dentro per dirti che gli fai fastidio quindi a volte non ti toccano e ti va bene ma qualche volta ti toccano e ti tirano sotto e non è che ci sia troppa cultura rispetto a noi ciclisti”. La sicurezza nonostante tutto e grazie anche agli spot della Rai ha finalmente avuto il suo momento importante; ora bisogna continuare su questo filone e non sentirsi appagati per quanto fatto finora.
schioCRONACA DI VALDAGNO ironman 20
di più non si poteva fare
Il Famila Nuoto Schio dà una grande prova di sé contro i colossi del nuoto nazionale
N
on è bastato per tutti, ma proprio per tutti i nuotatori scledensi, migliorare il proprio personale, non è bastato ottenere un oro con Matteo Greselin nei 100 m stile libero (52”15), non sono bastati un argento, quello di Filippo Gasparin nei 400 m misti (4’47”18) ed i quat-tro bronzi di Marta Fontana nei 100 m rana (1’16”24), ancora di Gasparin nei 1500 m stile libero (16’57”19), di Nicola Retis nei 100 m delfino (57”22) e della Staffetta 4 x 100 m stile libero maschile con Nicola Retis, Denis Savio, Jacopo Sambo e Matteo Greselin (3’36”54) per andare oltre il 5° posto nella finale 2011 del Campionato Nazionale di serie “C” vinta dalla Veneto Banca Montebelluna che ha preceduto Nottoli Nuoto e Centro Nuoto Torino. Non demerito ma la consapevolezza di avere dato il massimo ed il giusto
di Franco Decchino riconoscimento alla forza espressa dagli avversari sabato 11 giugno a Montebelluna (TV), palcoscenico di questo importante evento nazionale. Uno dei 3 concentramenti, gli altri sono stati Roma e Pesaro, dove si sono confrontate le 24 squadre partecipanti e dove il 1° di ogni girone passerà alla serie B, il 2° ed il 3° rimar-ranno di diritto in serie C anche per la prossima stagione, mentre le altre 15 squadre do-vranno rimettersi in gioco con il migliaio di squadre italiane associate alla FIN per rientrare nelle “Top 40” iscritte nelle serie A, B e C. Un ritorno, dopo l’assenza della scorsa edizione, a questa importante manifestazione na-zionale che ne vedeva la costante presenza dall’edizione 2006 e che ha visto Famila Schio Nuoto come unica squadra vicentina qualificata nella fase eliminatoria. Siamo orgogliosi che una piccola realtà come Famila Schio Nuoto sia riuscita a
confermasi tra società rappresentative di città molto più grandi e quindi con un bacino di atleti da cui at-tingere molto più ampio del nostro o tra quelle, ormai molto diffuse, nate come frutto di fusione di vari impianti, ma senza una precisa identità territoriale, con squadre ottenute selezionando i migliori atleti dalle diverse piscine associate, sì, siamo proprio orgogliosi della nostra storia e del nostro percorso. Girone di ferro quello toccato agli scledensi dove grossi gruppi, che vantano presenze na-zionali come il Centro Nuoto Torino con Loris Facci, il Nottoli Nuoto, per non parlare della squadra ospite il Veneto Banca Montebelluna con Federico Colbertaldo, già in partenza avevano tutte le carte in regola per ipotecare i primi 3 posti. Sulla carta Famila Schio Nuoto, Team Insubrika, Gorizia Mediacom Nuoto e Leosport (1ª squadra riserva recuperata per defezione di una squadra clas-
sificata) rimanevano poche possibilità di scalzare le avversarie dalle prime posizioni. Forfait per l’8 squadra qualificata, il President Bologna, che ha disertato la manifestazione. Come detto l’impegno profuso dalla selezione scledense formata da 15 elementi messi in acqua dal responsabile tecnico Manuel Borga e dall’allenatore in seconda Lorenzo Dec-chino, composta da Alessandra Abbenite, dalle sorelle Anna, Giulia e Marta Fontana, da Michela Pietribiasi, Giulia Tomiello e Chiara Retis per le femmine e da Filippo Gasparin, Matteo Greselin, Giovanni Mioni, Nicola Retis, Denis Savio, Jacopo Sambo, Marco Alberto Sartori e da Matteo Zampese per i maschi, è stato grande e questo attenua l’amarezza del risultato finale. Il meglio che il nuoto scledense potesse esprimere sulle 4 specialità e staffette con l’inseri-mento della matricola Anna Fontana,
per la prima volta impegnata in una competizione nazionale. Nelle 4 stagioni che hanno visto la presenza di Famila Schio Nuoto in serie C dal 2006, eccetto il 3° posto ottenuto a Pesaro nel 2007 e che l’ha riconfermata per la Stagione 2008, la società scledense è giunta 4ª a Trieste nel 2006 e 6ª nella finale di Schio del 2009 dovendo quindi rimettersi in gioco sempre con successo e quindi i nuotatori giallorossi non si spaventano e sono pronti a fare una grande “Coppa Brema” il prossimo dicembre. Le comunque lusinghiere prestazioni segnate a Montebelluna fanno ben sperare nel proseguo stagionale in vista poi degli importanti appuntamenti regionali e nazionali di luglio ed agosto quali i Campionati Regionali di Categoria ed Assoluti ed i Campionati Italiani Assoluti e di Categoria.
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L
’arrampicata libera, conosciuta anche come freeclimbing, si propone la salita di tratti di parete con il solo impiego delle capacità del proprio corpo e senza utilizzare nella progressione mezzi artificiali. Clessidre e spuntoni di roccia, sassi incastrati, chiodi normali, nut e friend, nell’arrampicata libera vengono in-
fatti impiegati al solo scopo di garantire la sicurezza della cordata. Fra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80, al fine del superamento di difficoltà arrampicatorie sempre maggiori, dall’arrampicata libera è nata l’arrampicata sportiva, ovvero la salita di una parete o di un breve tratto di parete, in completa arrampicata libera, ma con l’impiego di protezioni fisse sicure, inamovibili, mutuate dall’edilizia e solitamen-
te infisse calandosi dall’alto. Inizialmente vennero utilizzati chiodi ad espansione (spit) e successivamente protezioni ancor più affidabili come tasselli ad autoespansione e tasselli resinati. L’arrampicata sportiva, sviluppatasi inizialmente soprattutto in particolare sulle falesia francesi, con l’avvento delle gare di arrrampicata (all’inizio su roccia ed in seguito su pareti artificiali di resina sintetica con prese di varie forme), con gli anni ’90 è divenuta a
tutti gli effetti una disciplina sportiva, con le proprie regole “sportive”, modalità di salita e tecniche di preparazione fisica e mentale al fine del raggiungimento di una prestazione. All’arrampicata sportiva si è subito affiancato il bouldering, ovvero l’arrampicata sui massi, una disciplina conosciuta già ai primi anni del ’900, che ha trovato in Francia, a Fontainebleau, la propria culla. La Francia è stata la “culla” dell’arrampicata sportiva e le autorità pre-
” n o t e n a M l E “ e quelli d
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di Augusto Angriman e Davide Zavagnin poste allo sport e all’educazione ne hanno compreso sin da subito l’enorme importanza formativa per i ragazzi (questa disciplina sportiva favorisce il potenziamento di schemi motori di base, stimola positivamente la componente cognitiva, favorisce il controllo e la gestione delle emozioni e l’assunzione di responsabilità verso se stessi e gli altri) e per questo è stata sostenuta e praticata. Anche in Gran Bretagna, l’arrampicata aveva trovato da lungo tempo una propria collocazione con
una pratica abbastanza diffusa e schiere di appassionati sulle falesie, alcune salite con soli mezzi classici, altre con le prime protezioni fisse e inamovibili. Negli altri paesi della cerchia alpina (Svizzera, Germania, Austria, Italia), maggiormente inclini all’alpinismo, l’arrampicata sportiva è stata per un certo periodo mischiata e un po’ confusa con l’arrampicata libera, ma già a metà degli anni ’80 aveva trovato una propria dimensione e dignità, al punto da divenire uno sport molto praticato dalle giovani generazio-
ni. Tuttavia, la realtà italiana, un po’ chiusa e per certi versi troppo condizionata dall’errata convinzione che l’arrampicata fosse una sorta di alpinismo “in versione minimalista”, ha faticato un po’ a comprenderne l’essenza “sportiva” e i princìpi su cui essa si basa, ovvero quello di sport e di “prestazione sportiva”. Ma alla fine, seppur con qualche ritardo, anche in Italia l’arrampicata sportiva e il bouldering hanno mietuto con il tempo grandi consensi non solo tra i giovani, ma anche tra qualche “vecchio” alpinista. A
questo hanno contribuito anche i successi sportivi in campo nazionale ed internazionale degli atleti della nazionale, fra i quali Dino Lagni, campione del mondo a Birmingham nel 1999 e campione italiano 2001, Lisa Benetti, campionessa italiana nel 2001, Davide Zavagnin, atleta azzurro, con ottimi risultati nelle competizioni nazionali e tra i primi al mondo ad aver salito un 8b a vista. Attualmente, arrampicata sportiva su parete artificiale e su pannello boulder rappresentano una bellissima realtà del panorama verticale mondiale e il CIO (Comitato
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Olimpico Internazionale) ne hanno già previsto la partecipazione ai Giochi Olimpici. A Schio e in Val Leogra, feconde terre di alpinisti e arrampicatori, poste alla base delle pareti del Pasubio e delle Piccole Dolomiti, non poteva mancare un’associazione di arrampicata sportiva che raccogliesse il desiderio dei giovani di partecipare alle gare di arrampicata: Dino Lagni, Lisa Benetti e Davide Zavagnin, fin dal 1995 hanno fondato l’associazione di atleti di arrampicata sportiva e boulder “El Maneton”, iscritta alla F.A.S.I. (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana, associata al CONI), con i propri Istruttori Federali (Dino Lagni, Lisa Benetti, Donatella Lagioni). Questa associazione ha avuto un positivo impatto sulla realtà dell’arrampicata vicentina, al punto che i suoi atleti sono stati spesso al vertice delle classifiche nazionali. Ma l’aspetto più qualificante è stata la di-
sponibilità di Dino e Lisa a dedicarsi all’insegnamento dell’arrampicata ai più giovani (e non solo) e, con la realizzazione nel 2008 assieme a Davide della Palestra boulder di arrampicata “Monkey Island”, questo progetto sembra aver trovato la propria giusta dimensione e collocazione. I risultati non si sono fatti attendere, tant’è che nel 2010 l’associazione ha avuto 20 iscritti nel gruppo “Giovani”, di cui 12 ragazzi under 12 (cioè con meno di 12 anni). Lisa e Dino, Istruttori Federali, hanno gestito 8 corsi base di arrampicata per bambini e ragazzi, che hanno poi partecipato ad attività agonistiche Regionali e Nazionali di arrampicata sportiva in tutte le categorie. In particolare, nell’anno 2010, con i propri ragazzi “El Maneton” è stato presente a tutte le 4 tappe del Trofeo Regione Veneto giovanile under 12 con 11 atleti e a tutte le 5 tappe del Trofeo Regione Veneto giovanile under 20 con
7 atleti, ottenendo risultati di tutto rilievo: primo posto al Trofeo Regione Veneto giovanile per Davide Leonardi nella categoria under 8 e primo anche per il fratello, l’under 10 Alessandro, secondo posto per l’under 12 per Matteo Dal Maso e primo per l’under 20 Rocco Micheletto nello stesso trofeo. Non sono poi mancati i successi in campo nazionale, con il secondo posto al Campionato Italiano giovanile under 10 di Alessandro Leonardi nella specialità LEAD (difficoltà con corda) e il quarto posto nella specialità boulder. L’atleta Francesco Sartore è sempre salito sul podio, anche se per un soffio, è rimasto escluso dal Campionato italiano e così è accaduto per la bravissima Lisa Montanaro, prima delle escluse per i play off. Luca Marzari, salito recentemente alla ribalta delle cronache dell’arrampicata con la salita di due impegnativi “8a” a Lumignano Classica (Passo Falso e El Somaro) è giunto terzo ai
play off under 18. Ma la cosa più importante è che il Maneton è composto da un bellissimo gruppo di ragazzi che, pur non partecipando alle gare, sono comunque motivatissimi ed esaltano al meglio l’aspetto più importante, ossia quello ludico e di gruppo. Grazie anche a questi successi e all’entusiasmo del gruppo giovanile, nell’anno in corso, il 2011, “El Maneton” ha avuto un incremento notevole di iscrizioni, che attualmente hanno raggiunto il numero di 40 iscritti al gruppo giovanile, di cui 27 sono under 12. Sono già stati svolti presso la palestra di riferimento, Monkey Island, ben quattro Corsi base di arrampicata per Bambini, che hanno goduto anche di alcune uscite in altri centri di arrampicata indoor, per apprendere la salita di itinerari di arrampicata con corda. Inoltre, l’associazione ha organizzato la prova Regionale Veneto under 20 a Valdagno, in collaborazione con
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l’associazione “I Sogati” di Valdagno. “El Maneton” ha partecipato con ben 19 atleti a tutte le 6 tappe del Trofeo Regione Veneto giovanile under 12 e con 8 atleti a tutte le 4 tappe del Trofeo Regione Veneto giovanile under 20. I risultati hanno confermato la bontà dell’impianto didattico messo in atto dall’associazione, con il primo posto al Trofeo Regione Veneto giovanile under 8 di Irene Lagni, il primo posto al Trofeo Regione Veneto giovanile under 10 di Davide Leonardi, il primo posto al Trofeo Regione Veneto giovanile under 12 di Alessandro Leonardi, il primo posto al Trofeo Regione Veneto giovanile under 14 di Giorgio Bendazzoli e il primo posto al Trofeo Regione Veneto giovanile under 16 di Camilla Bendazzoli, il secondo posto specialità boulder e il terzo posto nella specialità difficoltà al campionato Italiano giovanile per Giorgio Bendazzoli, la partecipazione al campionato Italiano giovanile con 5 atleti. Siamo infine fieri di confermare che Simone Salvagnin, nostro atleta affetto da retinite pigmentosa, una malattia degenerativa della retina che porta alla quasi totale cecità, è stato selezionato per i mondiali paraclimb di Arco che si disputeranno a luglio. Ma i risultati sportivi nulla sarebbero se non si accompagnassero ad una crescita psicologica, sociale ed educativa dei ragazzi. Insomma, una bella realtà quella de “El Maneton”, affiancata da partner che ne sostengono concretamente l’attività come il negozio Valli Sport di Schio con cui si è instaurato e consolidato negli ultimi anni uno stretto rapporto di collaborazione. (www.elmaneton.com)
X festa del cacciatore di montagna
laghi
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A Laghi la decima edizione della GARA DI TIRO CON LA CARABINA “Circuito Armi e Tiro TROFEO BAILO”
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di Dorino Stocchero opo nove edizioni l’associazione Faunambiente ha organizzato quest’anno la decima Festa del Cacciatore di Montagna – Gara di Tiro riservata ai cacciatori che utilizzano fucili a canna rigata e che rientra nel circuito Armi e Tiro. La gara si è svolta nei giorni 11 e 12 giugno 2011 in località Lunardelli nello splendido comune di Laghi dal paesaggio assai caratteristico per la presenza di due suggestivi laghetti, incastonati tra le magnifiche montagne del Pasubio e del monte Maggio. Potevano partecipare alla gara tutti i cacciatori muniti di idoneo porto di fucile e assicurazione validi, ogni cacciatore doveva prendere visione del regolamento esposto sul campo dall’organizzazione e rispettarlo. Il regolamento era adottato in sintonia alle direttive fissate da Armi e Tiro. Le categorie erano suddivise in: Open, Sport, Ex Ordinanza, Cacciatori, Master e Faunambiente-Uncza-Fidc. Nella categoria Armi e Tiro Cacciatori, Master, Faunambiente-Uncza-Fidc e Open erano ammesse le armi standard a canna rigata e le caratteristiche tecniche delle armi dovevano essere le medesime con le quali i fucili e le carabine avevano ottenuto l’inserimento nel Catalogo Nazionale delle Armi. Nella categoria Ex Ordinanza erano ammesse tutte le armi antecedenti all’anno di produzione 1945 prive di ottica purché di serie, con l’obbligo di essere esclusivamente in configurazione originale come erano in dotazione agli eserciti regolari nazionali ed esteri (erano escluse quelle impiegate da forze speciali e/o di polizia) con scatto in due tempi non inferiore a Kg 1,5. Infine nella categoria Sport erano ammesse armi legalmente detenute aventi
calibro, peso ed ottica senza limitazioni. I calibri ammessi erano quelli consentiti dall’attuale legislazione sulla detenzione e il porto d’armi (carabine, combinati e basculanti). Le ottiche dovevano avere al massimo otto ingrandimenti con bloccaggio obbligatorio a tale valore per i cannocchiali con ingrandimenti variabili . A tutti i partecipanti della categoria Ex Ordinanza era consentito sparare otto colpi su un unico barilotto mentre a tutti i partecipanti delle altre categorie era consentito sparare cinque colpi su barilotti numerati dal n°1 al n°5, più i tiri di prova su apposito barilotto contrassegnato con la lettera “P”; il tempo massimo a disposizione di tutti i tiratori era di 8 minuti e i bersagli erano posti a circa 150 metri dal punto di tiro. Le piazzole di tiro, numerate e coperte, erano costituite da tavoli e tutte le categorie sparavano appoggiandosi su sacchetti di sabbia forniti dall’organizzazione. Il risultato dei centri era misurato a punti. La gara, nonostante le condizioni atmosferiche incerte con qualche piovasco, ha avuto un grande successo anche per la massiccia partecipazione dei tiratori provenienti, oltre che dalla Provincia di Vicenza, anche e sopratutto da altre Province e Regioni. L’edizione ha avuto una perfetta realizzazione grazie all’ottima organizzazione della gara, promossa dai collaboratori di Faunambiente e da tutte quelle persone che collaborano e sostengono l’associazione nel mantenere viva una passione che ha ragione di esistere solo se guidata dalla responsabilità e da una grande attenzione alla gestione dell’ambiente e della fauna selvatica. Le classifiche sono risultate come di seguito elencato:
Con il numero di mouche (centro bersaglio) uguali, si procede alla valutazione dei restanti tiri misurati in millimetri dal centro bersaglio per stabilire la classifica. Più vicini essi sono al centro del bersaglio migliore è la posizione in classifica. A fine manifestazione i primi cinque tiratori classificati in ogni singola categoria sono stati premiati con ricchi premi.
CATEGORIA CACCIATORI
26
1.
LORENZ LUCIANO
PUNTI 50 CON 2 MOUCHE
2.
LISSA LEOPOLDO
PUNTI 50 CON 1 MOUCHE
3.
LONGHI MARINO
PUNTI 49 CON 2 MOUCHE
4.
MATTEUZZI STEFANO
PUNTI 49 CON 1 MOUCHE
5.
RIZZATO FLAVIO
PUNTI 49 CON 1 MOUCHE
CATEGORIA SPORT 1.
SALVADOR FRANCESCO
PUNTI 50 CON 5 MOUCHE
2.
D’ASSIE ELIO
PUNTI 50 CON 4 MOUCHE
3.
TESCARO MARILIANO
PUNTI 50 CON 4 MOUCHE
4.
DA PIAN ROBERTO
PUNTI 50 CON 4 MOUCHE
5.
VANZELLA FRANCESCO
PUNTI 50 CON 4 MOUCHE
CATEGORIA FAUNAMBIENTE 1.
LORENZ LUCIANO
PUNTI TOTALI 50 CON 2 MOUCHE
2.
NICOLUSSI FERDINANDO
PUNTI TOTALI 49 CON 1 MOUCHE
3.
CORA’ FRANCESCO
PUNTI TOTALI 48 CON 1 MOUCHE
4.
BRUNELLO GIOVANNI
PUNTI TOTALI 48 CON 1 MOUCHE
5.
FABRIS ORAZIO
PUNTI TOTALI 48 CON 0 MOUCHE
CATEGORIA EX ORDINANZA 1
TAMIAZZO DARIO
PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE
2.
DAL MOLIN SILVIO
PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE
3.
OSTI ANGELO
PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE
4.
BRUSCHETTA PAOLO
PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE
5.
BENETTI G. TESEO
PUNTI TOTALI 50 CON 5 MOUCHE
CATEGORIA MASTER 1.
PIAZZA VIRGILIO
PUNTI TOTALI 50 CON 2 MOUCHE (gara non dichiarata armi e tiro)
2.
NICOLUSSI FERDINANDO
PUNTI TOTALI 50 CON 1 MOUCHE (dichiarata armi e tiro)
3.
D’ASSIE ELIO
PUNTI TOTALI 50 CON 1 MOUCHE (dichiarata armi e tiro)
4.
SCHIVO DOMENICO
PUNTI TOTALI 50 CON 0 MOUCHE (dichiarata armi e tiro)
5.
DA PIAN ROBERTO
PUNTI TOTALI 49 CON 1 MOUCHE (dichiarata armi e tiro)
CATEGORIA OPEN 1.
SCHIVO DOMENICO
PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE (dichiarata armi e tiro)
2.
TOCCHIO FAUSTO
PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE (non dichiarata armi e tiro)
3.
D’ASSIE ELIO
PUNTI TOTALI 50 CON 3 MOUCHE (dichiarata armi e tiro)
4.
TESCARO MARILIANO
PUNTI TOTALI 50 CON 3MOUCHE (non dichiarata. armi e tiro)
5.
SCARATO GRAZIELLA
PUNTI TOTALI 50 CON MOUCHE (dichiarata armi e tiro)
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di Enzo Casarotto
E’ un’impresa leggendaria quella che ha compiuto il trentenne valligiano Paolo Aste che dal 15 al 25 giugno ha partecipato alla Raam 2011 che è la gara ciclistica più impegnativa al mondo. Si tratta di attraversare dalla costa del pacifico a quella dell’Atlantico in bicicletta rispettando una tabella minima che ti esclude dalla competizione in caso di forte ritardo cercando di concludere la traversata entro i 12 giorni previsti dagli organizzatori. Anche quest’anno dei 58 partenti, solo in 18 hanno concluso la prova. In tutte le 30 edizioni della Raam, solo 300 sono stati gli atleti in grado di concludere la massacrante prova. Per preparare tale evento Paolo Aste con tanti sacrifici e altrettanta determinazione si è confrontato in precedenza nel 2009 con la Raadmarathon in Svizzera (720 km.) chiudendo al 15esimo posto e nel 2010, i suoi impegni lo hanno visto trionfare sia al campionato italiano che in quello europeo della 24 in Mtb vincendo gli appuntamenti di Val Rendena e di Roma con la partentesi della Race Arround Slovenia (5° assoluto nel 1230 km. di gara con 20.000 metri di dislivello percorsi in 53 ore sotto un diluvio che ha portato al traguardo in quell’occasione solamente 16 concorrenti. Paolo Aste oltre alla tanta fatica, in questa esperienza americana, ha potuto ammirare paesaggi straordinari partendo dalla California, attraversando l’Arizona verso l’Utah (Monument Valley) al Colorado con tre passi superiori ai 3000 metri da scalare; poi l’Arkansas, il Kansas (e siamo a metà percorso…) quindi il Missouri, Illinois (a due terzi di gara), l’Indiana, l’Ohio, la Pensylvenia per chiudere con il Maryland. Tra il Kansas e il Missouri ha incontrato anche un tornado che prontamente la sua equipe ha filmato come del resto tutte le fasi salienti dell’impresa. Per la cronaca il primo concorrente a chiudere l’evento nel 2011 è stato Cristoph Strasser l’austriaco che ha impiegato 8 giorni, 8 ore e 6’. E’ il momento di sentire il protagonista assoluto dell’impresa, il trentenne Paolo Aste: “Siamo andati oltre le più rosse aspettative, l’idea era di chiudere la mia prima esperienza in meno di 11 giorni e invece siamo arrivati alla fine in meno di 10 giorni; è stata un’esperienza fantastica, si è corso con un clima molto diverso dal nostro senza umidità ma il caldo torrido introno ai 48-50 gradi in una cornice di paesaggi spettacolari che saranno sempre nei miei ricordi. Una gran bella gara!” – Avevi previsto tutto ciò, ci racconti… “E’ andato veramente bene, ho sofferto un po’ di sonno soprattutto negli ultimi giorni però lo staff e il coach Mauro sono stati bravissimi e mi hanno seguito al meglio e sono stati giorni fatti bene”. – Con quale aggettivo definiresti questa impresa? “E’ difficile riassumere tutto quello che ho provato in gara: tutti dicono che è una gara “folle”, tutti dicono che è la gara più folle al mondo e desso posso dirlo anch’io, la voglia di arrivare sovrasta comunque ogni tipo di fatica e pedalare 505 km. al giorno sei costretto a cercare anche le forze che non hai”. – Sei all’esordio e quindi nessuno ha puntato si di te, ma se ci
Paolo o n a c i r e l’am
fosse il seguito… le puntate sbancherebbero la posta. “Abbiamo fatto un tempo stratosferico è ho ottenuto il record assoluto per quanto riguarda gli esordienti battendo con 9 giorni e 21 ore battendo di due ore il precedente record e anche in questo caso qualcuno dovrà impegnarsi a fondo per sostituire il mio nome sull’albo d’oro della RAAM”. E’ andato tutto oltre le aspettative e il mio fisico ha retto alla grande senza mai un problema con 10 giorni andati lisci come l’olio con gli unici disturbi dovuti alla prolungata permanenza in sella e negli ultimi giorni un gonfiore ai piedi, per il resto, grazie anche alle bici che mi ha preparato il team Bonetti che ringrazio, non ho avuto alcun problema”. – A proposito di ringraziamenti a chi vanno? “L’impresa è della squadra perché mi hanno gestito alla grande e mi hanno dato una serenità in tutte le occasioni, a parte la fatica, è stato un divertimento più che una gara”. – Ora ti senti più superman? “Diciamo che qui da noi questo tipo di gare è un po’ sconosciuto mentre in America, in Slovenia, in
di Paolo La “folle” impresa ast del Aste: il coast to co no, 4800 continente america aliere di km con tappe giorn il tempo di più di 500 km. Con Paolo Aste ’ 19 e re o 21 i, rn io 9g r fa segnare il miglio rdiente risultato per un eso ! in 30 anni di storia
Austria, in Svizzera c’è un’altra visibilità anche perché queste nazioni hanno più specialisti, In più occasioni si sono avvicinati a me tifosi che volevano l’autografo sulla mia foto e con un sorriso ed un ringraziamento si proseguiva per la tappa del giorno seguente e anche questi episodi ti fanno piacere. Non è cambiato assolutamente nulla, sono solo soddisfatto per aver capito che ho superato un bel traguardo e che per ora questo è il mio limite che diventa un punto di partenza per la prossima avventura”. – Già, hai in mente qualcosa? “… dopo qualche attimo di pausa… vedremo, le richieste per ripeterla ci sono, però intanto godiamoci questa soddisfazione, poi ci penserò anche perché non c’è solo la RAAM in un paese lontano c’è qualcosa che mi lusinga ma è presto per parlarne”. Un ringraziamento alla cicli Bonetti che mi ha messo a disposizione due fuoriserie (soprattutto quella in titanio) era come viaggiare in business Class, sono stati veramente bravi, un grazie va anche ad Alexander e a tutti quelli che hanno collaborato”. – Ora dovrai fare l’ambasciatore della RAAM. “La RAAM non ha eguali non è facile parlarne perché le emozioni che vivi durante l’attraversamento dell’America le puoi vivere solo li, giorno per giorno, attimo dopo attimo, io con la fortuna di essere seguito da un super team, mi sono anche divertito al massimo e ho avuto la serenità massima di archiviare la fatica molto tempestivamente”. E’ questa una tappa intermedia perché con il fisico ed il motore che si ritrova, unito ad una grande dedizione ed impegno nell’allenarsi costantemente, per lui di sicuro nel 2012 saremo a raccontare l’ennesima impresa che in questo momento è nei programmi ma non si può ancora svelare… Il percorso della Raam: da Ocean Side (Los Angeles – California) a Annapolis (Maryland) per un totale di 3 mila miglia pari a 4800 km. (media giornaliera di oltre 500 km.) Paolo Aste ha impiegato 9 giorni, 21 ore e 19’ per completare il percorso giungendo al termine della sua impresa al 7° posto e ottenendo il record per quanto
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riguarda gli esordienti superando di 2 ore il precedente limite che resisteva dal 2003 entrando così di diritto al primo posto in questa graduatoria. Lo staff: A supportare le esigenze del ciclista dall’Italia si sono mosse altre 9 persone: Mauro Farabegoli (capo squadra), Alberto Salgarolo, Andrea Braghittoni, Carlo Corrà, Enrico Maria Grondini, Francesco Sami, Marino Balzani, Stefano Pento, Vincenzo D’Altri e con Massimiliano Dall’Ara responsabile del sito www.paoloaste. it ha aggiornato il portale che dalla propria sede. Lo sponsor: Cicli F.lli Bonetti – Campo San Martino (PD) e Alexander Confezioni di Gatteo (FC).
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bici e corsa
a società Asd Schio Bike presieduta da Edoardo Sandri, reduce dalla partecipazione al Giro d’Italia in veste di responsabile della sicurezza per i Vigili del Fuoco vicentini, ha dato spazio nel 2011 ad una nuova disciplina sportiva: il running e grazie alla collaborazione con la “Valli Sport”, che ha fortemente appoggiato l’iniziativa, anche sotto il profilo economico, è stato possibile iscrivere il nuovo gruppo di atletica alla FIDAL. La nuova Polisportiva (ciclismo e running), che conta già al suo attivo oltre 160 iscritti, abbrac-
cia la filosofia dello sport a 360 gradi: c’è spazio sia per l’attività agonistica che per i momenti di aggregazione e convivialità, crede nello sport come sano stile di vita e collabora fattivamente con l’amministrazione comunale di Schio per promuovere progetti rivolti alla formazione e all’educazione sportiva di bambini e adulti partecipando ad iniziative quali “Più bici per Schio” e “Gioco sport”. La squadra agonistica è impegnata in circuiti di rilevanza regionale e nazionale quali la “Serenissima Coppa Veneto” per il mountain bike, lo “Challenge
Grazie a “Valli Sport” la Schio Bike si sdoppia: nasce il gruppo running.
Giordana” per il ciclismo su strada e i trofei “Terre Alte” e “Scalatore d’Oro” per il settore running. Gli atleti della Schio Bike hanno ottenuto anche importanti risultati con i ciclisti Renato Fochesato (1° nella Coppa Veneto), Paolo Nervo, Sergio e Giancarlo Storti, Eddy Boscoscuro, Marco Manzardo e Maurizio Negroponte, e con i podisti Maria Pia Chemello, Maurizio Novello, Ivan Vallarsa, Vitaliano Sartori, Giuliano De Pretto che hanno ottenuto ottimi piazzamenti nei due trofei e nelle gare nazionali a cui hanno partecipato. Per il gruppo è importante
di Enzo Casarotto
anche l’attività ricreativa rivolta a tutti i soci e alle loro famiglie, ricca di uscite domenicali su percorsi che permettono di fruire appieno delle bellezze paesaggistiche delle montagne locali e non solo. Tra le iniziative il G.S. Schio Bike ha in cantiere per fine anno l’organizzazione di una gara di ciclocross, valida quale prova del Giro del Veneto di specialità, e di una corsa campestre. Un segnale concreto, quest’ultimo, per dare sempre maggiore credito alla neofita disciplina del “Running Schio Bike Valli Sport”.
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2^ festa dello sportivo Tutto pronto a Santorso per la festa dello sportivo che si terrà domenica 4 settembre
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opo il successo dello scorso anno, prenderà il via la 2^ Festa dello Sportivo, un momento di socializzazione e inclusione in cui condividere i valori dello sport, riconoscere le diversità fisiche tra individui e le differenze valoriali che assumono le discipline nelle diverse culture che attraversano il nostro territorio. Quest’anno infatti la Festa dello Sportivo di Santorso troverà la sua collocazione all’interno della 17^ Giornata della Solidarietà un appuntamento ormai consolidato per il territorio vicentino. “La giornata della Solidarietà è un’occasione per approfondire le tematiche legate alla solidarietà, al sociale, al volontariato e per valorizzare le diverse esperienze sul territorio – afferma l’Assessore alla cultura Alessandra Bonotto - la manifestazione rappresenta oramai da tempo, per il numero di realtà coinvolte e l’interesse crescente che gli Enti locali hanno dimostrato, uno degli eventi di spicco nel Vicentino sulle tematiche della solidarietà”. Negli anni la festa si è caratterizzata per avere un filo conduttore, l’edizione 2011 della manifestazione avrà come titolo “Straordinariamente abili” e vuole dar parola a tutte quelle situazioni straordinarie in cui la disabilità ha fatto emergere delle abilità stra-ordinarie con particolare attenzione a sportivi eccezionali. La domenica 4 settembre infatti, prima di iniziare con i tornei della Festa dello sportivo è prevista una tavola rotonda con alcuni personaggi sportivi che hanno dimostrato delle abilità davvero straordinarie per cui tra gli altri saranno presenti: Silvana Valente pluricampionessa, argento alle Paraolimpiadi di Sydney del
di Enzo Casarotto 2000 bronzo nel ciclismo su tandem già campionessa mondiale nel ’98. Poi mountain bike, sci di fondo, escursionismo, pratica tante e diversità attività, fino alle prime piccole scalate. Gianmaria Dal Maistro e Tommaso Balasso atleti paralimpici. Plurimedagliati che recentemente hanno realizzato un libro fotografico “SCIE” che racconta la straordinaria storia di TOM&JERRY. Una storia di amicizia, passione, determinazione e sacrifici attraverso un anno di fotografie, dalla preparazione atletica ai successi della Paralimpiade di Vancouver 2010. “L’iniziativa si pone diversi obiettivi – sostiene l’Assessore allo sport di Santorso Elena Zavegnin - quello di realizzare un’iniziativa promozionale mirata alla socializzazione e alla promozione del benessere psicofisico; quello di fare dello sport un elemento comunitario, capace di costruire e rafforzare relazioni e quello di far conoscere atleti con abilità e doti davvero straordinarie ecco perché la Festa dello Sportivo s’inserisce all’interno della Giornata della Solidarietà “Straordinariamente abili. Uno sguardo particolare viene dato alla pluralità degli sport presenti all’interno dell’iniziativa; a fianco degli sport più praticati – come il calcio, la pallavolo tennis e il basket – saranno infatti inseriti nel tabellone delle discipline anche il ciclismo\ gimcana, il gioco delle bocce e le acrobazie della Ginnastica artistica”. L’scrizione ai tornei è gratuita ma obbligatoria; ci si può iscrivere il giorno stesso, domenica 4 settembre dalle ore 11.00 in poi o via e-mail scaricando il modulo dal sito internet: www.comune.santorso.vi.it
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Questo Il programma: Venerdì 2 settembre - 20.30 salone conferenze Oasi Rossi Incontro con l’autore Umberto D’Anna presentazione del libro “In un cerchio di vita” Sabato 3 settembre Prati Cooperativa Nuovi Orizzonti dalle 16.00 Apertura chioschi cooperative/associazioni Contest musicale - a cura di Soundoors ore 21.00 Concerto conclusivo Domenica 4 settembre Prati della Cooperativa Nuovi Orizzonti ore 10.00 S. Messa - con la partecipazione del Coro Voci bianche Santorso ore 11.00 apertura chioschi Cooperative Apertura iscrizioni - Festa dello sportivo Tornei e Giochi sportivi per bambini e ragazzi dai 6 ai 19 anni ore 11.00 Tavola rotonda con testimonianze di atleti straordinari: Silvana Valente Tom e Gerry (Gianmaria Dal Maistro e Tommaso Balasso) dalle 14.30 Tornei e Giochi sportivi per bambini e ragazzi – Festa dello sportivo con tornei di pallavolo, basket, calcio, bocce, montain bike, bici da corsa, tennis e ginnastica artistica. dalle 15.00 Laboratori per bambini e ragazzi a cura dei Musei della Rete Giornata della Rete museale Ore 18.30 Dimostrazione di Basket in carrozzina Associazione H81 Ore 20.30 Spettacolo teatrale TARGATO H – con David Anzalone Diego Longano – Paolo Severini Spettacolo comico in cui si tratta il tema dell’handicap.
trofeo internazionale di kata
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Infortuni e avversità non fermano il Fuji San Judo sempre più forte nel Kata
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er il secondo anno consecutivo il Fuji San Judo si aggiudica il Trofeo Internazionele di kata di Pordenone con il Kodokan Goshin jutsu (Kata di autodifesa, forma e tecniche) La coppia formata da Giulio Dalla Costa ed Alberto Lagni, ha dato una interpretazione magistrale del kata sebbene abbiano avuto pochissimo tempo per provarlo, in quanto Giulio è subentrato a Daniela, all’ultimo momento dovuto all’infortunio al ginocchio durante una gara di combattimento. La competizione non è stata priva di emozioni e preoccupazioni, infatti durante le fasi di riscaldamento Alberto si infortunava una spalla, e lo svolgimento del loro Kata è stato incerto fino all’ultimo momento, quando radunate tutte le forze possibili la coppia ha deciso di eseguire comunque il Kata. Nonostante il dolore di Alberto e la ovvia preoccupazione di Giulio, la concentrazione è sempre stata al massimo. La coppia ha eseguito la serie di tecniche in modo eccellente, vincendo il trofeo. Un’altra coppia di elevato valore tecnico composta da Michele Dal Cortivo e Davide Fabris ha conquistato uno strepitoso secondo posto al trofeo internazionale di Pederobba con il Nage No Kata. Anche questa gara non è stata priva di suspance, Davide quel giorno non si sentiva bene,il viaggio verso Pederobba è stato parecchio tribolato con numerose soste. Al momento della gara comunque è emerso tutto il valore di questi due atleti, che eseguendo le loro serie di tecniche in maniera eccellente, si sono aggiudicati il secondo posto,a pochissimi punti dalla medaglia d’oro. Grazie a questi risultati il movimento del Kata all’interno del Dojo sta prendendo sempre più piede,con nuove coppie che si approcciano. Le ambizioni sono grandi, con il valore dimostrato, sognare in grande non è poi così proibitivo. Anche gli atleti di combattimento nelle competizioni affrontate sono quasi sempre
di Massimo Neresini andati al podio, quest’anno in particolar modo il settore femminile si è distinto. Il trofeo di Pederobba ha visto la partecipazione di Daniela ed Emanuele,saliti entrambi, sul terzo gradino del podio per le loro rispettive categorie. Il proseguire della stagione ha portato buoni piazzamenti ai piedi del podio. Al trofeo città murata di Cittadella ci si aspettava una riscossa, con la partecipazione di otto atleti dagli esordienti B ai cadetti. Dal settore maschile ci si aspettava dei risultati entusiasmanti, come dalle passate edizioni, purtroppo i podi non sono arrivati. Nonostante gli atleti abbiano combattuto con molto impegno il podio lo si è solamente sfiorato. Il settore femminile invece con Giorgia ed Anna nella categoria esordienti B fini hanno conquistato uno splendido secondo e terzo posto. Nella categoria under 23, Daniela con estremo coraggio, determinazione, ha conquistato un favoloso terzo posto, nonostante l’infortunio al ginocchio patito nel secondo combattimento. Maestri e compagni di Dojo rivolgono a Daniela un un caloroso augurio di pronta guarigione. Bravo anche Jsham che al suo ritorno alle competizioni dopo un lungo periodo di inattività nella categoria seniores Sebbene abbia combattuto con buona volontà, tecnica e coraggio, il podio gli è sfuggito, forse è mancata un po’ di fortuna. Un ringraziamento particolare ai Maestri Francesco e Massimo che oltre che essere degli ottimi insegnanti con la loro passione e preziosi consigli, riescono a trasmettere fiducia, coraggio, concentrazione, “ed il non mollare mai” di fronte alle avversità che in uno sport come questo capita a volte di incontrare. Buone vacanze a tutti e arrivederci a settembre, quando vi racconterò il mio viaggio nella Cina del grande Taiji Quian.
Domenica 9 ottobre a Valdagno l’Associazione Sportiva Dilettantistica Geko Bike organizza la competizione finale “Mediofondo Geko Bike”. La gara lunga 35 Km che si districherà lungo i territori montuosi della vallata, decreterà il Campione assoluto Blubike!
A
di Chiara Guiotto
ttività, corsi, brevetti, manifestazioni. La Geko Bike non si ferma mai: quest’anno ha deciso di impegnarsi nell’organizzazione di una gara di mountain bike che non si tratta di una semplice competizione bensì il gran finale del circuito Blubike Superchallenge MBT. La società sportiva valdagnese stupisce ancora e secondo gli addetti ai lavori di sicuro si distinguerà per un coordinamento impeccabile. Sono già parecchi mesi che la macchina organizzativa è in moto e le linee guida sono già tutte ben delineate. La “Mediofondo Geko Bike”, questo è il nome della competizione, sarà disputata il 9 ottobre a Valdagno e si prevede un flusso di atleti davvero consistente. In questa fase organizzativa preliminare il consiglio direttivo si sta impegnando molto: “Stiamo curando ogni piccolo aspetto con la massima attenzione -ha dichiarato Marco Cracco- Presidente della Geko Bike. Si tratta di una manifestazione decisiva per gli atleti che hanno disputato tutte le altre tappe del Circuito; qui si giocheranno il tutto e per tutto. Motivo per cui ogni cosa deve essere gestita in modo perfetto e noi ce la stiamo mettendo tutta affinché questo avvenga”. Il Superchallenge si svolge in 11 tappe disputate nel territorio Veneto di cui l’ultima quest’anno sarà organizzata dalla Geko Bike sulle zone montuose della vallata dell’Agno. Aperte a tutti i tesserati FCI, le prove sono come di consueto suddivise per categorie e la lunghezza dei percorsi è, ad eccezione di alcune tappe, compresa tra un minimo di 25 Km e un massimo di 35 Km. Ogni atleta per ciascuna gara disputata raccoglie dei punti che saranno sommati al termine delle dieci prove con il seguente criterio: i punti per la classifica finale vengono assegnati ai primi 30 di ogni categoria, 40 al primo, 37 al secondo, 35 al terzo, 33 al quarto, 31 al quinto, 29 al sesto e quindi
f inale blubike a scalare di un punto fino al 30° classificato. Ad ogni partecipante inoltre verrà assegnato 1 punto. Hanno diritto al premio finale gli atleti che hanno partecipato ad almeno 6 prove. Per quanto riguarda gli scarti, non verranno conteggiate le due gare con il minor punteggio ed è obbligatorio partecipare all’ultima tappa per essere ammessi alla classifica finale. Oltre ai premi individuali per categoria e al trofeo per il vincitore assoluto Blubike, al termine della “Mediofondo Geko Bike” saranno premiate anche le prime 5 società con i 5 tempi migliori ottenuti dai primi 5 atleti della squadra di appartenenza, calcolando i tempi su tutte le prove senza scarti.
valdagno 33 Informazioni utili Categorie: Debuttanti, Primavera, Cadetti, Junior, Super A, Super B, Senior, Veterani, Gentleman. Ciascuna categoria anche per le donne; Località di partenza e arrivo: Pala Soldà, Valdagno Lunghezza percorso: 35 km Partenza gara: ore 10:00 Iscrizioni: obbligatorie tramite e-mail o fax entro venerdì 7 ottobre Contatti: cell. 347.0057392 fax 0445.431492 email: gekobike@westbike.it Per ulteriori informazioni: www.gekobike. org www.superchallenge.it Al termine della manifestazione un ricco stand gastronomico sarà realizzato e offerto a tutti i partecipanti in collaborazione con alcune attività commerciali locali.
lettere
Potete scrivere al Senatore Alberto Filippi inviando le vostre e-mail a: sportivissimo@mediafactorynet.it
tempo di sport Caro Senatore, sono stato al mare, dove vado da sempre, e ho notato che tutti si sono messi a correre. La mattina presto oppure verso il tardo pomeriggio, tutti corrono. Dieci anni fa, non incontravo nessuno mentre correvo lungo la battigia o sul marciapiede dell’arenile, mentre oggi è quasi difficile passare. Ci sono persone di tutte le età e molte donne, alcune delle quali con un fisico che non fa immaginare trascorsi da atleta. Cosa è successo che in così poco tempo i costumi delle persone sono tanto cambiati? Non mi sembra che di fronte a questo evidente cambiamento sociale ci sia stato un altrettanto evidente mutamento da parte dei media o della scuola nella diffusione della cultura della pratica sportiva. Che ne pensa? Distinti saluti e complimenti, Francesco T.
Le vostre lettere possono essere lette anche nel sito: albertofilippi.it
Caro Francesco, quando correvi tu, dieci e più anni fa, per le persone che ti vedevano farlo, tu eri uno sportivo, cioè un atleta che si allenava in vista di qualche gara che avresti dovuto fare da lì a qualche mese e, capitava anche a me quando mi vedevano correre, c’era sempre qualcuno che ti chiedeva per quale disciplina e evento ti stavi preparando. Correre e basta per tenersi in forma non era pensabile. La corsa al mare era sempre finalizzata a una gara, una gara importante, se ti allenavi anche nei week end o in vacanza. Oggi invece tutti corrono per stare bene e questa è una gran cosa. Tu mi chiedi che cosa è successo, quali persuasori più o meno occulti si siano messi in moto per far capire come lo sport faccia star meglio le persone. Non te lo so dire e francamente non mi sono accorto che tv o giornali o altri abbiano fatto particolari campagne per la promozione dello sport come fonte di benessere, né tanto meno la scuola mi sembra abbia cambiato i suoi storici modelli d’insegnare l’educazione fisica, tuttavia è vero, la società è cambiata, lo sport è sempre più praticato come divertimento, come pratica antistress, come via per una vita più sana. A chi il merito? Forse allo sport stesso, all’evidenza della sua forza vitale che prima o poi affascina e coinvolge tutti. Tanti saluti e un augurio di buone vacanze a te e a tutti i lettori di Sportivissimo, Alberto
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