Porsche
Panamera
Frav srl Via Filzi ,75 36051 Creazzo (VI) tel: 0444 520890 Fax 0444 340900 E-mail: info.porsche@frav.it www.carreraservice.it
L’attesa berlina/coupe’ marchiata Porsche finalmente è arrivata: l’abbiamo anticipata in tutti i modi possibili, tra rendering e foto spia ma adesso è giunto il momento delle prime foto ufficiali, della data precisa della sua commercializzazione. Ora possiamo apprezzare la Panamera, il cui nome deriva dalla mitica corsa di durata (25000 km) lungo la costa pacifica del continente americano, da ogni angolazione, fino nei dettagli. I motori saranno un V6 aspirato da circa 300 cavalli e due V8, uno aspirato e uno biturbo da 400 e 500 cavalli ma solo questi ultimi due saranno disponibili al lancio. Trazione posteriore o integrale con Porsche Traction Management (PTM), cambio manuale a 6 marce o l’apprezzatissimo PDK a 7 rapporti. La Panamera sarà anche ibrida, ovvero con motore elettrico. Le batterie saranno posizionate nel vano bagagli, il motore elettrico (con frizione indipendente) starà tra il propulsore a benzina e la trasmissione, ed un sofisticato sistema di gestione elettronica costituirà il “cervello” in grado di far lavorare indipendentemente il solo motore elettrico, l’unita’ a benzina oppure, straordinariamente, le due propulsioni combinate, il tutto in relazione alle condizioni di guida. In tal modo, si passa dalla modalità elettrica ad “emissioni zero” alle classiche prestazioni sportive Porsche, che non devono assolutamente mancare. Entro fine dell’estate Panamera sarà a Vicenza nel Centro Assistenza Porsche Vicenza, nato dalla partnership strategica tra Frav e la storica officina Carrera Service. Qui potrà essere ammirata e provata. Mentre è fin d’ora possibile prenotare uno dei 20.000 esemplari che usciranno dallo stabilimento Porsche di Leipzig, anche se scegliere oggi una Panamara non è facile dato che la si può personalizzare fin nei minimi dettagli. Dal punto di vista stilistico Porsche Panamera si rifà alle curve morbide dell’eterna 911. Ciò non le impedisce di raggiungere la ragguardevole lunghezza di 4.90 metri con un interasse tra la ruota anteriore e posteriore pari a circa 2.90 metri, a conferma della buona abitabilità anche per quattro adulti, garantita oltretutto dall’altezza fissata ad 1.45 m. Le parole del Dr. Wendelin Wiedeking, presidente di Porsche AG, lasciano intendere la grande fiducia riposta nel progetto Panamera: “Abbiamo impiegato molto tempo per prendere questa decisione. Ma ora siamo sicuri di una cosa: la Panamera è l’auto giusta per Porsche, e possiede il tipico DNA di una genuina Sport Car. In termini di performance, design e comportamento dinamico rispecchia gli elevati standard Porsche”. Il Centro Assistenza Porsche Vicenza, già premiato con il prestigioso “After Sales Excellence Award 2008”, vi saprà seguire nella scelta di quest’auto fantastica. Per gli amanti del marchio di Stoccarda, il Centro Assistenza Porsche è la riposta più completa: dalla manutenzione ordinaria e straordinaria agli interventi di carrozzeria, dal cambio di pneumatici fino alla realizzazione di assetti speciali per l’uso sportivo; non mancano inoltre servizi esclusivi come il noleggio a breve e lungo termine o la disponibilità di una vettura sostitutiva per i clienti dell’assistenza. A questo si affianca una consulenza preziosa per la scelta di un usato di qualità e garantito.
Unichimica srl
Via Roma, 292 36040 Torri di Quartesolo (Vl) e-mail: info@unichimica.it - http://www.unichimica.it
editoriale
Citazioni sportive
A
di Luigi Borgo
desso che è finita la campagna elettorale, mi piace citare questo pensiero di Brodskij: non chiedete ai politici i loro programmi, chiedete quali libri compongono la loro biblioteca. Una nostra lettrice mi fa notare che nei giornali di provincia ci sono più citazioni che in quelli nazionali. Qualche tempo fa avrei risposto che gli articoli o nascono dalla cronaca o dalle letture e poiché la cronaca in provincia, e per fortuna, è quella che è, sicuramente le letture sono più stimolanti per raffazzonare uno straccio di pensiero. Adesso, però, occorre una risposta più articolata, adesso che il presidente Obama si è schierato, tra lo stupore di chi crede che la modernità sia un treno in corsa che non si possa in alcun modo fermare, a favore del vecchio libro contro Internet. Un mossa spiazzante dal più riformista dei presidenti! Ma come? Se Internet è il futuro! Se l’editore del Washington Post ha già detto che tra meno di 5 anni non ci sarà più la versione su carta ma solo quella on line. Se faremo tutti i nostri commerci in rete. Tanti non hanno compreso il ragionamento del presidente. Ad eccezione degli sportivi che, invece, non si sono stupiti per nulla. Nessuno di noi ha mai pensato che si volesse fermare il progresso, ci mancherebbe. Obama ha semplicemente ribadito una distinzione di fondo nota a chiunque faccia sport. Il libro appartiene al meraviglioso mondo delle pratiche unidimensionali. Chi vuole conoscere il senso di un dato libro non ha altro modo di leggerlo per intero. Esattamente come accade nello sport. Chi aspira a vincere oppure semplicemente a mantenersi in forma non può che dedicarsi con dedizione, impegno e fatica alla ripetizione infinita del gesto tecnico, il quale oltre ad essere l’unica via possibile è anche l’esercizio fisico più alto, proprio come la lettura impegnata e integrale è l’esercizio intellettivo più formativo. Internet, invece, offre il suo sapere in modo pluridimensionale. Dà, senza educare. Informa, senza insegnare. Una dimostrazione è nelle citazioni. Per averne una, non è necessario leggere il testo per intero, sottolineandone i passi più significativi e memorizzarli, basta semplicemente inserire le parole chiavi e la citazione viene da sé. Il motore di ricerca sostituisce la nostra lettura; l’intelligenza artificiale opera al posto della nostra intelligenza. E’ però un sapere visto dal buco della serratura, riconoscibilissimo come il vino che sa da tappo o i piedi che puzzano: non bisogna essere degli esperti per accorgersene. Ecco, alla nostra lettrice ricordo che noi siamo sportivi e quello che facciamo, magari non è un granché ma lo facciamo per davvero, citazioni comprese.
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SSIMO
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ciclismo Guido Lanaro equitazione Michele Toldo golf Sergio Vellar hockey Cristian Ponza maratona Gianni Garbin montainbike Marco Canistri motocross Valeria Vianello nuoto Giuseppe Martini orienteering Paolo Mutterle pallavolo Enzo Casarotto parapendio Luca Basso
Direzione commerciale Laura Danzo Agente Aldo Ronconi Segreteria Giuliana Lucato
pattinaggio artistico Giuliano Crosara rally Demitri Brunello rugby Giuliano Piccininno scherma Giuliano Piccininno sci Luigi Borgo sci nordico Sergio Vellar sub Antonio Rosso tennis Chiara Guiotto triathlon Martina Dogana tuffi Michele Verzi vela Alessandro Lotto
skiroll
di Armando Bonaguro foto di: Flavio Becchis
Emanuele Sbabo, l’alpino paracadutista di Poleo è il Campione del Mondo di Skiroll
E
manuele Sbabo, in forza al 4° reggimento alpini paracadutisti di Bolzano, è detentore della World Cup 2008 di Skiroll. Cresciuto in una famiglia di sportivi, il papà Toni, grande appassionato di montagna e per molti anni volontario del soccorso alpino di Schio, Emiliano, il fratello maggiore, anche lui un bravo atleta, che si distingue sia nel fondo d’inverno, sia con gli skiroll, nel suo palmares vanta dei piazzamenti di tutto rispetto nelle gare Fisi, tra cui spicca un secondo posto nel campionato italiano assieme al fratello Emanuele. Il più piccolo, Gabriele (piccolo per modo di dire, a me darà un bel mezzo metro in statura), che con degli esempi così in famiglia, sicuramente farà bene in qualche disciplina sportiva (lo speriamo vivamente!). Senza dimenticare la mamma che in una famiglia così spumeggiante di sicuro di corse ne farà tutti i santi giorni… e l’amico di famiglia (ideatore del risotto di capra) “Pieretto”, che fu il primo allenatore di Emmanuele.
La stagione 2009 di skiroll è quasi ai cancelletti partenza, a dire il vero la prima gara di coppa Italia si è svolta sul lungomare triestino, davanti alla suggestiva piazza dell’Unità d’ Italia. All’interno della 16sima manifestazione della Bavisela, con la sua 14° regata senza confini, 9° bavisela young, 6° 100 x 1000, 11° bavisela bike, 2° motoincontro, 3° trofeo waterthlon, 5° skiroll città di Trieste, 16° bavisela. Dopo le entusiasmanti qualifiche delle varie categorie dai più giovani ai meno giovani, a disputarsi le finali per i tre posti del podio sono i nostri atleti veneti Emanuele Sbabo, il carabiniere di Poleo Roberto Ferracin, in servizio a Baselga di Piné (spero tanto che il suo comandante capisca che ha per le mani un altro grande campione delle gare sprint). Il terzo atleta è Alessio Berlanda, anche lui figlio d’arte, chi è nell’ambiente del fondo di sicuro conosce papà Silvano Berlanda, collaboratore e commentatore all’interno della trasmissione “Mondo sci”.
Alessio Berlanda è l’attuale detentore del titolo di campione mondiale sprint conquistato a Oroslavje in Croazia, in occasione dei precedenti mondiali. Quest’anno saranno disputati a Piglio (Frosinone) nel mese di settembre, dall’otto al tredici. La finale sprint per il primo posto assoluto vede, come sempre succede, i nostri due migliori rappresentanti di questa entusiasmante disciplina. E qui apro una parentesi a favore del nostro quarto atleta, anche lui fortissimo nelle gare sprint, il triestino David Bogatec, che ha dovuto per forza maggiore tralasciare lo skiroll per laurearsi in ingegneria. E veniamo al nostro campione Emanuele, che è attualmente bicampione europeo. Un titolo conquistato in coppia con Alfio di Gregorio, pluricampione mondiale, vincitore di tantissime gare di coppa del mondo. Il secondo titolo campione assoluto di sprint vinto davanti al suo amico (rivale nelle competizioni) Alessio, in occasione
della world cup svoltasi il 5-6 settembre 2008 a Torino. Palmares del nostro campione di Poleo due titolo europei 2008. Otto volte sul podio nelle gare di coppa del mondo, ottenendo due primi posti, sudati e vinti con caparbietà. Primo posto in Germania, 30 Km ad inseguimento, primo posto nell’ultima gara a Salonicco il 21 settembre in Grecia. Il 2 novembre 2008 presentando la coppa di cristallo conquistata a Salonicco, in occasione della serata organizzata dalla emittente televisiva TCA, all’interno della trasmissione Mondo Sci, Emanuele si è presentato in divisa da alpino paracadutista, catalizzando l’attenzione di tutti. Ha vissuto davanti ad una platea televisiva le stesse emozioni che aveva quando, al rientro dalla Grecia, era stato ricevuto dal comandante delle truppe alpine Generale Bruno Patti, che, come era stato pubblicato anche dall’Ansa, si era complimentato con lui elogiando la sua prestazione sportiva, che fa onore al reggimento e all’Italia.
È stato riconosciuto al giovane militare veneto, altoatesino di adozione, che la sua stagione agonistica è stata favolosa, sensazionale, assolutamente brillante. Sempre impegnato sugli sci “stretti”, a rappresentare il reggimento paracadutisti, supportato dai suoi commilitoni atleti, il CMS Michel Marchi (per lo sci di fondo), il CM Roberto Manzo (sempre per il fondo), il CM Daniela Cappelletti (per la corsa in montagna, classificata seconda in coppa Europa per la disciplina ciaspole invernali), il CM Monica Zamboni (sempre per lo sci di fondo, dove ha portato a casa numerose vittorie), il maresciallo Franco Pittino (per la disciplina dello scialpino). Emanuele, tramite il gruppo sportivo, ha preso parte alle maggiori manifestazioni agonistiche sia a carattere militare che civile, ottenendo risultati di rilievo. Maestro di sci di fondo, non sa nulla o quasi di calcio, ma quello che a lui più importa è avere nella sua casa la coppa di cristallo conquistata
con grandissimo impegno. Grazie Emanuele, e un sincero augurio di ripetere e di provare grandissime emozioni insieme a tutta la squadra nazionale italiana di skiroll e un grandissimo augurio da tutto lo staff tecnico di cui sono fiero di fare parte, a partire dal segretario nazionale. Leandro Napoli, Flavio Becchis, Pierre Tyssot, Pierluigi Papa, Matteo Sironi, Enrico Coucurde, Claudio Marchetto, Stefano Corradin, e il sottoscritto Armando Bonaguro.
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patrocinio e il contributo ella Regione Veneto
alpini
Primissima Valdagno accolse gli Alpini d’Italia
Questo libro, curato dal Centro Studi della Sezione nell’80° della fondazione, ricostruisce in modo puntuale la lunga tradizione che lega la Città di Valdagno e tutta la Valle dell’Agno al Corpo degli Alpini.
Primissima Valdagno accolse gli Alpini d’Italia Storia secolare di valore alpino nella Valle dell’Agno in tempo di guerra e in tempo di pace.
1929
1929
2009
2009
Associazione Nazionale Alpini Sezione di Valdagno nell’80° anniversario della fondazione
Come poche altre cittĂ d’Italia, Valdagno è stata “primissimaâ€? ad accogliere, giĂ nel 1875, a 3 soli anni dall’istituzione del Corpo degli Alpini, la 22a Compagnia e da allora non è mai venuta meno nella condivisione dei valori alpini: prima nell’offrire i suoi ďŹ gli nella guerra d’Africa, nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale e prima, ancora oggi, nel prestare la propria preziosa opera di solidarietĂ civile. Di questa storia secolare, di questo suo essere “primissimaâ€?, gli alpini della Sezione di Valdagno sono orgogliosi testimoni e questo libro nasce dal loro impegno a ricordare ma anche dalla loro volontĂ di mantenere vivo e forte quello spirito di alta idealitĂ alpina che ha contraddistinto da sempre l’alpino della Valle dell’Agno.
La copertina del libro curato dal Centro Studi della Sezione in occasione dell’ottantesimo della fondazione.
Buon compleanno
Alpini!
Ricorre l’ottantesimo anniversario della fondazione della Sezione Alpini della Valle dell’Agno. Una storia lunga e gloriosa che ha visto gli alpini sempre grandi protagonisti nella vita della valle. Prezioso è stato anche il loro impegno nella realizzazione di alcune opere sportive, come la pista ciclabile o il mantenimento di alcuni sentieri alpini. Abbiamo incontrato il presidente Nazario Campi per esprimergli il nostro sportivo grazie LOGO — PDF
di Chiara Guiotto
R
icorrono quest'anno gli 80 anni dalla fondazione dell'A.N.A. Sezione di Valdagno e per l'occasione è stato realizzato un grande libro che racconta, attraverso notizie, immagini, avvenimenti e personaggi storici, la vita di coloro che per decenni hanno scritto la storia del nostro paese. Una bibliografia che testimonia quanto è stato costruito e vissuto in 80 anni di arduo dovere. “Trasmettere la storia - precisa il Presidente della Sezione di Valdagno, Nazario Campi - è un dovere di chi oggi guida questa associazione. Leggere la storia, invece, è un dovere della comunità e con questo libro ne ha ora la possibilità”. “Il vostro operato - ha dichiarato il Presidente Nazionale, Corrado Perona - merita un riconoscimento importante tanta è stata la vostra dedizione all'associazione attraverso il cammino sicuro e l'interpretazione corretta dei dettami associativi. La decisione di realizzare un libro che illustri la storia sezionale e di gruppo - prosegue il signor Perona - è motivo di grande soddisfazione soprattutto perché racconta la vita dei protagonisti che sono gli Alpini”.
Se nominiamo gli alpini non possiamo che parlare dei giovani, il cuore dell'associazione, il futuro del gruppo. Sta a loro, e certamente non è cosa semplice, trasferire i sani e onesti valori degli alpini. I nostri alpini hanno così pensato di festeggiare l'80° anniversario dalla fondazione della Sezione di Valdagno organizzando una manifestazione che è durata quattro giorni dall'11 al 14 giugno scorsi per le vie del paese di Valdagno, baricentro dell'intera sezione che abbraccia tutti i comuni della vallata dell'Agno. Durante i quattro giorni di attività e appuntamenti dedicati agli alpini è stato presentato il libro che ricorda la storia di questa associazione, i numerosi lavori svolti ogni anno e le persone che hanno collaborato a far diventare grande questa associazione. Per nominarne alcune non ci dobbiamo dimenticare degli aiuti portati alle sfortunate popolazioni dell'Abruzzo, dell'attività di volontariato in Italia e all'estero, e dell'intenso lavoro dei gruppi che operano all'interno dei sette comuni di appartenenza (Recoaro, Valdagno, Altissimo, Cornedo, Brogliano, Castelgomberto e Trissino). Un team sempre pronto ad unire le forze per realizzare progetti di carattere sezionale
come la costruzione della sede sezionale nel 1994, del sentiero storico all'Alpe di Campogrosso a 1500 metri nel 1995, della struttura polivalente “Gino Soldà” inaugurata nel 2000. “Ma quello che ci impegna maggiormente - precisa Nazario Campi - è una rete di convenzioni e accordi che lega gli alpini alle comunità locali e alle parrocchie attraverso il continuo e oscuro lavoro di tanti alpini che sistemano chiesette, zone verdi, cimiteri, sentieri ed una serie di altre piccole ma utili attività tutte legate alla comunità dove questi alpini vivono. Una particolare attenzione - conclude Campi - è rivolta sempre alle persone più deboli e alla tutela del territorio”. E' il cappello da alpino che li contraddistingue, è l'anima del combattente che testimonia la dedizione e l'umana passione dell'intera sezione di Valdagno. Ma quanti sono gli alpini presenti in vallata? Attualmente la Sezione di Valdagno è composta da 22 Gruppi con 2625 soci ordinari e 626 amici degli alpini con un aumento costante di nuovi soci alpini: negli ultimi dieci anni c'è stato un incremento degli iscritti del 20% (più il 2% solo nell'ultimo anno). Viva gli alpini! Gli alpini della sezione di Valdagno aspettano tutti voi, simpatizzanti e amici della montagna presso la “Casetta dei Nani” in Corso Italia 63 a Valdagno. Per chi volesse visitare il sito basta andare su www.ana-valdagno.it,www. ana-valdagno.it.
escursionismo
CIME
DIMENTICATE Riscopriamo vecchi itinerari Bella Lastra Salbanara
PICCOLE DOLOMITI IL NEGOZIO BELLUZZO NB1 SPORT (SPAGNAGO DI CORNEDO), IN COLLABORAZIONE CON LA GUIDA ALPINA FRANCO SPANEVELLO, PROPONE LE SEGUENTI USCITE: 1. DOMENICA 5 LUGLIO
Passo del Capriolo
ESCURSIONE FACILE
2. DOMENICA 12 LUGLIO
ferrata del Gramolon
MEDIA DIFFICOLTA
3. DOMENICA 19 LUGLIO
via Lupi grigi sulla Salbanara
ALPINISMO MEDIO
4. DOMENICA 26 LUGLIO
versante ovest della Salbanara
ESCURSIONISMO IMPEGNATIVO
N.B. INFORMAZIONI E ADESIONI PRESSO IL NEGOZIO (TEL: 0445/430270)
L’
di F. S.
itinerario che andremo a descrivere, sulla catena delle 3 Croci (Piccole Dolomiti), ci condurrà sulla cima della Bella Lasta e della Salbanara. Per questo itinerario non serve essere alpinisti ma degli escursionisti esperti, abituati a muoversi in difficoltà di I° (della scala U.I.A.A.). Senza, ovviamente, l’uso della corda. Gli inesperti o i ragazzi devono invece essere accompagnati da persone competenti, quantomeno nell’uso della corda. Innanzitutto ci si deve portare sulla mulattiera d’arroccamento, indifferentemente dal versante della Valle dell’Agno o da quello della Valle del Chiampo attraverso uno dei vari, conosciutissimi sentieri che serviranno anche per la fase di ritorno. Sarà indifferente raggiungere prima la cima della Salbanara o della Bella Lasta. Nella relazione da noi fatta, tuttavia, la prima ad essere raggiunta sarà quest’ultima, la Bel-
la Lasta. Dalla mulattiera d’arroccamento, nei presi di Bocchetta Bassa, si prosegue ancora per circa 3 minuti in direzione nord e raggiunto un muretto a secco di color grigio e privo di vegetazione, labili tracce, sulla destra, ci portano sulla cresta ovest della Bella Lasta da dove l’evidente itinerario sale alla cima. Dalla predetta cima ci si porta indietro per circa 20 mt. dove un mugoso ed erboso canalino (attenzione perché scivoloso) scende direttamente alla mulattiera d’arroccamento. Si prosegue ancora in direzione nord e prima della grande frana, sulla destra, labili tracce ci inoltrano in un boschetto e dopo aver superato un breve sentiero verso destra, un canalino porta alla cima. Il ritorno dalla cima verso la mulattiera d’arroccamento può eventualmente essere fatto in maniera diretta senza cioè compiere il sopra citato breve traverso.
vela
Fimon da record
Alla terza prova il Campionato di Vela del lago di Fimon. Una gara spettacolare e veloce vinta da Paolo Frison su Finn che segna il nuovo record del bacino di gara: 33’ e 45”
D
omenica 31 Maggio 2009 s’è corsa la 3° Regata. Con un gagliardo vento di bora sui 15/20 nodi e gli usuali colpi di vento tipici del lago, i regatanti hanno fatto una bellissima gara. Il percorso a bastone di circa 1,2 Km da percorrere quattro volte, ha duramente impegnato tutti gli 11 equipaggi, che con buona tecnica e precisi bordeggi hanno partecipato alla manifestazione. Nonostante il fortissimo vento di NE s’è verificata un’unica scuffia, risolta in breve, a dimostrazione del buon livello dei partecipanti. Partenza regolare alle 14.40. Il primo classificato ha finito la gara in 33’ 45” facendo segnare il nuovo record. La prossima regata, la 4°, sarà corsa domenica 28 Giugno alle 14.30. Il Campionato di Vela del lago di Fimon si compone di almeno 6 regate. I quattro migliori risultati determineranno il vincitore.
Classifica 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11°
Frison Paolo con il Finn Maragò Stefano con il Laser a 5” Pittis Enrico/Xodo Beatrice con il 470 Pilati Claudio/Magaraggia Valentino con il 470 Zanandrea Lucio/Xodo Fabio con lo Strale De Tobi Michael/Dalla Valle con il 470 Frison Federico con l'Europe Viola Lorenzo/ De Gobbi Alessandro con l'Alpa FJ Mantovani Giovanni/Lunardi Tiziana con la Maretta Monti Stefano e Maria con il FJ Maran O./Signore M. con il 470, ftm.
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caccia
A due passi dal cielo
Il camoscio, le sue origini e il suo habitat di Dorino Stocchero
F
ra tutte le montagne europee, la catena alpina è stata quella che maggiormente ha subito l’impatto ambientale esercitato dall’uomo a partire dalle epoche più antiche. In un paesaggio ormai tanto diverso da quello delle origini, un agile bovide arrampicatore di montagna, il camoscio, ha saputo però adattarsi e sopravvivere grazie anche alla protezione offertagli da parchi e riserve naturali e successivamente anche al di fuori delle suddette aree protette, con la programmazione di una corretta gestione. Sulle Alpi l’attività umana ha lasciato e continua a lasciare tali e tanti segni che, a buona giustizia, si potrebbero ormai definire “montagne addomesticate” visto che le comunità biologiche sono state profondamente alterate nel corso dei millenni. In tale contesto il camoscio ha saputo adattarsi superando vicissitudini ambientali e storiche che a volte hanno visto una riduzione vertiginosa dei contingenti numerici della specie. Oggi il camoscio alpino è presente sull’intera catena montuosa, dove le sue colonie prosperano numerose grazie alla protezione creata nel secolo scorso dai parchi e riserve naturali. Dal punto di vista della sistematica i camosci sono gli unici rappresentanti europei della famiglia di rupicaprini, un gruppo della sottofamiglia dei caprini, specializzato per la vita a media e alta
quota e ampiamente distribuito nella regione oloartica. Ai rupicaprini appartengono alcuni fra i più sconosciuti e affascinanti ungulati che popolano le montagne tropicali del medio e dell’estremo Oriente. Diffusi dalla Penisola Iberica al Caucaso i camosci si rivelano ungulati delle montagne europee, dove preferiscono frequentare le aree forestate interrotte da pareti rocciose e scoscese e da praterie d’altitudine. Sono tipici abitatori dei boschi di tipo alpino dai quali risalgono verso quote maggiori, per esempio d’estate, quan-
do si spostano al limite inferiore delle nevi perenni alla ricerca dei pascoli più freschi. Probabilmente in assenza della pressione umana sarebbe possibile osservare la diffusione di questi animali anche a quote meno elevate di quelle attuali. Anche le informazioni paleontologiche desumibili dalla distribuzione fossile dei resti di camoscio indicano questo ungulato come strettamente dipendente da ambienti di alta quota, a differenza dello stambecco (capra ibex) che durante le glaciazioni quaternarie era sceso dai rilievi superiori fino alle zone pedemontane.
Il camoscio, invece, sembra essere rimasto confinato in territori rocciosi, che scendevano raramente al di sotto dei 600 metri di altitudine. L’adattamento del camoscio alla vita nell’ambiente montano appare evidente se si esamina la struttura morfologica dei piedi, formati da due zoccoli piuttosto morbidi con le suole plantari caratterizzate da una plasticità confrontabile con quella della gomma e facilmente adattabili ad ogni asperità della roccia. Le punte però sono molto dure e vengono usate soprattutto nelle salite per fare presa sulle pietre e le parti dello
zoccolo mobili consentono agli animali di appoggiarsi stabilmente su otto punti anche sui terreni ripidi. L’Italia è interessata dalla diffusione di due specie di camoscio: quella delle alpi (rupicapra-rupicapra-rupicapra) diffusa sull’intero Arco Alpino, di cui si stima una popolazione di circa 90.000 unità, e il più esclusivo camoscio appenninico (rupicapra-pirenaica-ornata) sopravvissuto solamente con un unico contingente in un ridottissimo areale dell’Appennino Centrale, la cui popolazione è stimata attualmente in non più di 500 capi ed è essenzialmente confinata all’interno del
Parco Nazionale d’Abruzzo. Proprio in ragione della sua ridottissima presenza è stato classificato come “vulnerabile” dall’I.U.C.N. (International Union for the Conservation of Nature) inoltre è inserito nella legge quadro vigente tra le specie particolarmente protette. Gli studi paleontogici biometrici genetici ed eco-etologici condotti nell’ultimo ventennio dall’etologo Sandro Lovari del Dipartimento di Biologia Evolutiva dell’Università di Siena, anche in collaborazione con altri specialisti italiani, hanno dimostrato le strette affinità della
popolazione superstite dell’Appennino Centrale con quelle dei Pirenei e della Cordigliera Cantabrica. Probabilmente, nel corso dell’ultima glaciazione, un’ondata di camosci di tipo alpino è giunta dall’Asia a colonizzare le montagne europee dove già vivevano le popolazioni della specie pyrennaica. Il camoscio alpino (rupicapra-rupicaprarupicapra) è diffuso su tutto l’Arco delle Prealpi vicentine con una popolazione stimata sui 1500 capi. La specie è cacciabile secondo i piani di prelievo selettivi.
L uomo che
trenini
'
amava i trenini
Inaugurata a Schio la “Sala Razzoli” dedicata all’ex Prefetto di Roma, Aligi Razzoli, raffinato collezionista di trenini e fondatore delle Fiamme Oro, il Gruppo Sportivo della Polizia di Stato
L’
di Enzo Casarotto
Associazione FAV che sta per Ferromodellisti Alto Vicentino in occasione del ventennale dalla sua fondazione, completa un percorso meraviglioso e da oggi oltre ad un plastico di quasi 100 metri quadri che comprende un paesaggio in scala 1:87, quattrocento metri di binari, 4 stazioni, la “sala regia”, si fregia di una sala mostra con oltre 1000 modelli di treni in miniatura che dal dopoguerra ai giorni nostri dimostrano l’evoluzione di questo mezzo di trasporto. Questa collezione è di “Aligi Razzoli” già Prefetto a Roma con incarico di vice capo vicario della Polizia di Stato scomparso proprio a Schio nel 2003. Lo stimato ufficiale, per non disperdere il patrimonio raccolto grazie alla sua passione, ha deciso di donare proprio
al Comune di Schio l’intera collezione e l’Amministrazione Comunale ha affidato tale lascito per la sua custodia e la conservazione al gruppo FAV. La Sala Razzoli si trova all’interno dell’Istituto “La Casa” in Via Baratto 39, a Schio ed il presidente Giampietro Gazzola (0445.510288), con i suoi 50 soci, ha deciso di aprire al pubblico il plastico e la mostra nei giorni di lunedì e venerdì (dalle 21 alle 23) e la domenica mattina (previo appuntamento telefonico) per poter condividere questo capolavoro con gli appassionati, i collezionisti ma anche con i tanti cittadini curiosi di ammirare questo posto davvero speciale. All’inaugurazione del 16 maggio 2009, sono intervenuti oltre al Sindaco Luigi Dalla Via e la signora Giuditta Scalabrini cu-
gina di Aligi Razzoli, moltissimi ufficiali della Polizia di Stato, l’ex Prefetto di Roma e attuale segretario di Stato Carlo Mosca, una rappresentanza delle Fiamme Oro, il Corpo sportivo della Polizia di Stato voluto proprio da Aligi Razzoli oltre ad una nutrita schiera di rappresentanti del mondo istituzionale, politico e imprenditoriale. Presente anche un socio onorario “speciale”: l’attore e regista Marco Paolini. L’Associazione FAV ha pubblicato anche un volumetto, a disposizione dei visitatori, che illustra la storia dell’associazione. A proposito: è uno dei plastici ferroviari più grandi d’Italia. Partenza regolare alle 14.40. Il primo classificato ha finito la gara in 33’ 45” facendo segnare il nuovo record.
corsa
Mitica
9 colli
Corrado Buzzolan conquista un eccellente 28° posto in una delle corse più dure del mondo, impiegando 30 ore, 5 minuti e 5 secondi per coprire i 202 km di gara
I
di Roberta Dalla Vecchia
l pettorale n.74, come il numero della sua azienda (Studio74 Software House), ha portato fortuna al supermaratoneta Corrado Buzzolan, vicepresidente “Categoria Grafici” dell’Associazione Artigiani della provincia di Vicenza, che sabato 23 e domenica 24 maggio scorso ha partecipato alla gara dei 202 Km piazzandosi al 28° posto col tempo di 30h 05’ 05”. Dei 110 iscritti solo 34 uomini sono giunti al traguardo; nessuna donna ha tagliato l’arrivo. La temperatura media di giorno è stata di 33°, una sofferenza aggiuntiva ai molti km di corsa. La Nove Colli Running, assieme alla Spartathlon (la Atene-Sparta di 246 Km) e alla Badwater (l’attraversamento della
Valle della Morte in America) è una delle 3 gare più dure che esistano al mondo. Praticamente un insieme di 5 maratone continue, rese ancora più difficili dai tre cancelli di eliminazione il 1° a 57,6 km in 7,30 ore, il 2° a 101,2 km in 14 ore, il 3° a 158 km in 23 ore. Una gara internazionale alla quale solo pochi si iscrivono e ancora meno arrivano al traguardo, iscrivendo, così, il proprio nome nel prestigioso club dei finisher. Tanti gli italiani ma anche molti francesi e tedeschi; tutti preparatissimi. Per un atleta di lunghe distanze è un’esperienza devastante ma un sogno da realizzare almeno una volta nella vita. Ne sanno qualcosa i numerosi atleti che, anche dopo 3/4 tentativi, non sono ancora riusciti ad arrivare a Cesenatico, punto di partenza e arrivo. Corrado, dopo aver intrapreso, la scorsa stagione, la famosa supermaratona del Passatore di 100 km, ha portato a termine questo sogno, grazie al coinvolgimento del perso-
nal trainer Antonio Pasqualotto, titolare del negozio sportivo Puro Sport di Zanè. Ad accompagnarlo e a dargli supporto tecnico in questa avventura due concittadini di Santorso, Luca Dalla Vecchia e Ivano Dal Ben, quest’ultimo atleta fondista, senza i quali non avrebbe avuto il risultato ottenuto. Il segreto per tagliare il traguardo? Lo chiediamo a lui che risponde: “Bisogna essere in pace con se stessi, “avere testa”, pianificare bene il percorso percorrendolo in anticipo, essere accompagnati, non partire troppo velocemente e tenere sotto controllo i battiti cardiaci. È allora spontanea la domanda se, dopo questa super impresa, non pensi alla Spartathon. Corrado ci fa un sorriso, dice un “vedremo” carico di possibilità. Per un atleta che ha iniziato a correre seriamente 3 anni fa e che ha 45 anni, arrivare alla Atene-Sparta sarebbe un altro fantastico risultato da mettere nella bacheca delle cose più belle che si possono fare nella vita.
pattinaggio artistico
Uno stormo danzante
di Nicola Ciatti
I giovani atleti della rinomata società trissinese New Age Two hanno raccolto risultati al di là di ogni aspettativa in una stagione in crescendo grazie ai ritmi di un nuovo e coinvolgente accompagnamento musicale, lo “Stormo”
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ono giovani ma dentro hanno una carica di entusiasmo e passione veramente travolgente. Hanno stupito tutto e tutti raccogliendo risultati che vanno al di là di ogni più rosea aspettativa o ottimistica previsione. E quando scendono in pista sanno coinvolgere il pubblico come pochi altri gruppi sanno fare. Stiamo parlando degli atleti del “New Age Two”, il Grande Gruppo del Pattinaggio Artistico Trissino che ha rappresentato la storica società trissinese in una stagione, quella 2008-09, che verrà ricordata come assolutamente positiva. Dopo i successi a livello internazionale conquistati dal gruppo storico del “New Age”, il cui apice nell’ultimo periodo è stato il terzo posto ai Mondiali di Taiwan nel 2008 e che nel 2002 a Wuppertal in Germania ha vinto i campionati mondiali, la società del presidente Massimiliano Voltolina ha deciso di far tirare un po’ il fiato a questi atleti che hanno portato in alto il nome di Trissino nel mondo, puntando invece su un Grande Gruppo formato da ragazze e ragazzi molto giovani, dai 13 ai 19 anni. Un gruppo piuttosto variegato, composto da atleti in rappresentanza della Polisportiva Valdagno, del Pattinaggio Artistico Trissino e del Pattinaggio Artistico Costabissara. Una vera e propria scommessa, visto che per la stragrande maggioranza dei ragazzi si trattava della prima vera esperienza a carattere agonistico, ma che a conti fatti può essere considerata vinta in pieno. E’ stato infatti un crescendo rossiniano quello compiuto in quest’annata dal New Age Two, che sotto la sapiente guida di un tecnico di spessore come Damiano De Felice e con la preziosa collaborazione di Linda Dal Fiume ha saputo raccogliere risultati ed ampi consensi in tutte le gare disputate.
Il nome del disco di gara proposto è stato “Stormo”, e sia i costumi che la musica proposti hanno saputo offrire un contorno eccellente alle esibizioni degli atleti, che col passare del tempo, tra duri allenamenti ed esibizioni di vario genere hanno migliorato giorno per giorno e i risultati sono stati dalla loro parte. Il primo vero esame superato è stato l’8° posto conquistato al Pala Mare di Carole in occasione dei campionati regionali Fihp, con l’ultimo posto a disposizione che ha spalancato le porte per un’insperata, almeno alla vigilia, qualificazione per i campionati italiani Fihp. Proprio in quest’occasione, al Palazzetto dello Sport di Verona, i ragazzi trissinesi hanno offerto una prestazione talmente positiva che è valsa loro il 6° posto assoluto a livello italiano. Per il presidente Voltolina quest’ultimo risultato ha rappresentato una grandissima soddisfazione conquistata un gruppo completamente nuovo: un sesto posto che sarà di buon auspicio per il futuro. Con un pizzico di fortuna in più non sarebbe nemmeno stato un’utopia pensare ad una clamorosa qualificazione per gli Europei di Reggio Emilia, ma siamo sicuri che questi ragazzi avranno tutto il tempo di rifarsi e l’anno prossimo vorranno ripresentarsi al via più carichi che mai e determinati ad arrivare sempre più in alto e, perché no, ripercorrere le orme dei loro compagni più esperti del “New Age”. Ultimo risultato, in ordine rigorosamente cronologico, il 3° posto conquistato ai campionati provinciali Aics disputato a Castelgomberto e Zanè. Insomma, un’annata che resterà senza dubbio nei ricordi delle ragazze, dei tecnici e della società come estremamente positiva e particolarmente formativa, che soprattutto ha confermato come per la società trissinese il futuro è assicurato…
Lo sport che fa bene
L’estate sportiva di “Non mi l’Agno”: un calendario ricco di eventi per promuovere il benessere psicofisico e dire no alle dipendenze
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di Giulio Centomo
i chiama “Non mi l’Agno” ed è un calendario di manifestazioni estive che si ripropone per il quarto anno sotto la brillante guida dell’equipe Creattivamente della Cooperativa Studio Progetto, senza dimenticare l’importante appoggio del Comune di Valdagno e della Regione Veneto. Il progetto Creattivamente, all’interno del quale trova spazio “Non mi l’Agno” insieme a “Zerograd” (progetto di prevenzione all’abuso di alcool), affonda le radici molti anni fa, grazie ai fondi regionali destinati alla lotta alla droga ed alle dipendenze. Anno dopo anno le idee sono state affinate nel segno di un’attenta promozione del benessere attraverso l’organizzazione di eventi che coinvolgessero in prima persona ragazze, ragazzi, giovani e meno. E l’impegno è stato premiato. Quest’anno, infatti, il progetto presentato ha ottenuto il primo posto nella graduatoria regionale in risposta al bando “Giovani produttori di significati” inserito nella Legge regionale 29/88 “Iniziative e coordinamento delle attività a favore dei giovani”. Lo sport domina anche questa edizione di “Non mi l’Agno”, numerose sono state infatti le proposte fatte attraverso una gara di idee che anche quest’anno ha visto sempre in aumento il numero dei partecipanti. “Nel segno dello sport – commentano gli organizzatori – e di
tutte le altre attività, vogliamo passare un messaggio importantissimo. Non occorre ricorrere agli “aiuti artificiali” per divertirsi, ma basta prendere in mano carta e penna e liberare la propria creatività. I risultati sono sotto i nostri occhi. Più di 90 appuntamenti in due mesi, un numero di giovani, gruppi informali e non, associazioni, ecc. che partecipano con entusiasmo ad ogni fase e che portano con loro nuovi amici, nuove idee, nuovi progetti perchè ogni anno il nostro calendario sia ancora più ricco e bello del precedente”. C’è spazio per tutti, ma proprio per tutti! Dalla ginnastica all’aria aperta nello splendido contesto del Parco della Favorita al corso di funky e hip-hop per bambini nella magica ambientazione del Parco di villa Serena. Dagli incontri di cricket al corso di beach-volley, passando per mille e uno tornei, ping-pong, basket, kayak e una super camminata a suon di musica. Un programma tutto da scoprire, da giugno fino a fine luglio, l’estate valdagnese si movimenta sotto lo sguardo vi-
gile di Agnoman, il paladino della vallata. Tutto il calendario è frutto di un grande lavoro, coordinato dall’Equipe Creattivamente della Cooperativa Studio Progetto, ma soprattutto vivacizzato e caricato di energia grazie al fondamentale apporto di tutti quelli che hanno deciso di tirar fuori qualche sogno dal cassetto e di proporlo. Come ogni anno ci sarà da vederne delle belle, ci si divertirà per tutta l’estate a ritmo di musica, sport, cultura e attività per bambini. Cosa aspettate? Tutti possono prendere parte agli eventi perché l’importante non è solo partecipare, ma anche divertirsi... e di divertimento “Non mi l’Agno” ne riserva sempre moltissimo!
ciclismo femminile
FORZA RAGAZZE!
Continua alla grande la stagione agonistica di ciclismo femminile del G.S. CMB Cycle Woman del presidente Mario Dalla Guardia
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di Martina Dogana
l G. S. CMB Cycle Woman è, come dice il nome, una squadra di ciclismo riservata alle categorie femminili, in particolare alle esordienti e alle allieve. Il team ha sede a Santorso e, non fosse per il fatto che le atlete sono tutte ragazze, non ha nulla di diverso da qualsiasi squadra di ciclismo, tanto nella struttura dell’organico quanto nell’organizzazione degli allenamenti e delle corse. È sicuramente il team più vincente in campo provinciale e si difende alla grande anche in regione e in ambito nazionale, per la gioia del presidente Mario Dalla Guarda e del suo vice Carlo Baciliero, sempre presenti sui campi gara per sostenere le loro giovani cicliste. Le ragazze, allenate dal DT Claudio Turcato e dai suoi aiutanti Claudio Eberle e Giuseppe Maistro, quest’anno sono tutte vicentine. In totale sono 15, suddivise per anni: categoria Esordienti 1 anno, quindi nate nel 1996: Claudia Broccardo, Chiara Buonadimani, Erica Marconato e MariaVittoria Sperotto; categoria Esordienti 2 anno, quindi nate nel 1995: Nicole Dal Santo, Anna For-
milan, Nikolina Kojic, Federica Pasin; categoria Allieve 1 anno, quindi nate nel 1994: Ketty Bidese, Rosanna Fontana, Valeria Fontana, Michela Pavin, Jessica Schiavo; categoria Allieve 2 anno, quindi nate nel 1993: Giulia Pironato, Cristina Prebianca. La loro stagione agonistica 2009 si è aperta all’inizio della primavera, anzi per alcune ancora in inverno, con gare di ciclocross e su pista. A riguardo bisogna ricordare i risultati di Nicole Dal Santo che ha vinto il campionato regionale di ciclocross e il campionato provinciale di velocità e corsa a punti su pista, e quelli di Michela Pavin e Giulia Pironato campionesse provinciali su pista rispettivamente nella corsa a punti e nella velocità. È stato però nel mese di maggio che l’attività su strada è entrata nel vivo. Il 17 e 24 maggio nelle due tappe del campionato triveneto organizzate proprio dal CMB Cycle Woman abbiamo potuto vedere le ragazze in azione sulle ”nostre” strade dell’Alto Vicentino prima a Santorso e la settimana seguente a San Vito di Leguzzano. Sono state due gare con moltissime concorrenti (circa 300 nella prima, poco meno nella seconda)
provenienti da tutto il Triveneto e anche da fuori e per questo molto combattute visti anche i percorsi selettivi. La manifestazione del 24 maggio a San Vito di Leguzzano era valida come Campionato Provinciale ed è stata comunque una gara dai toni internazionali per la presenza della nazionale austriaca e da varie rappresentative dalle altre Regioni. Sul traguardo posto ai piedi della Chiesa di San Vito le ragazze del CMB hanno fatto incetta di titoli provinciali, lasciando praticamente a bocca asciutta tutte le altre compagini vicentine. Infatti si sono laureate campionesse provinciali per la categoria esordienti 1 anno la scledense Maria Vittoria Sperotto, per la categoria esordienti 2 anno Nicole Dal Santo di Zanè, per la categoria allieve la sandricense Jessica Schiavo tra l’altro al rientro dopo una delicata operazione. Non poteva sicuramente andare meglio! Le ragazze ora si preparano per i prossimi obiettivi, il Campionato Regionale che si terrà a Rubano in provincia di Padova il 28 giugno e il Campionato Italiano a Sardonico in Trentino. Che aggiungere se non un grosso in bocca al lupo da parte di Sportivissimo a queste ragazze sportive e vincenti…
hockey
Campioni
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Italia
di Carlo Nieddu
on la vittoria dello scudetto di hockey su pista under 13, il team biancoceleste si è dimostrato la squadra più forte d’Italia. Nei giorni 30-31 maggio e 1-2 giugno si è disputato a Modena il campionato italiano 2009. Alberto e Tommaso Marchesini, Andrea Finetto, Alessandro Pittari, Davide Spagnolo, Filippo Zambon, Giovanni Fioraso, Giulio Nardon, Luca Nieddu, Marco Mandarini , Mattia Tognolo, Matteo Rando e Tommaso Silamoni Cecchetto, allenati dal tecnico Mau-
È scritto una volta, ma va letto, anzi gridato “alla Martellini” almeno altre due: cronaca entusiastica della conquista del secondo titolo italiano dell’Hochey Valdagno under 13
ro Zini. Questi sono i nomi dei ragazzi che per il secondo anno consecutivo portano a casa il titolo di CAMPIONI D’ITALIA UNDER 13‌. Lo scudetto tricolore resterà cucito sul petto della loro maglia per tutto il 2009 e buona parte del 2010. Meritata la vittoria per tutti i sacrifici fatti dai ragazzi, dall’allenatore Mauro Zini, dai dirigenti Mauro Marchesini e Massimo Finetto e naturalmente dai genitori. L’avventura inizia il sabato 30 maggio al Palaroller di Modena per la prima partita contro il Matera vinta senza difficoltà per 8 a 0. Lo spirito è alto. Il giorno seguente dopo la levataccia per il trasferimento da Valdagno a Modena i ragazzi devono confrontarsi con una delle squadre piÚ forti del campionato, il Follonica. C’è della tensione negli sguardi dei giocatori valdagnesi, l’allenatore Mauro Zini propone ai suoi atleti una tattica di gioco insolita nel suo genere che li porterà a vincere per 8 reti a 0.
Stupore tra gli avversari, noi negli spalti esultiamo con cori da stadio, trombe e striscioni bianchi azzurri, i colori della nostra squadra. Anche per oggi un ottimo bottino (in totale 16 reti fatte senza subirne una). Rientriamo in hotel per far riposare i ragazzi. La sera stessa azzardiamo, portando i ragazzi a cena in un localino dove manicaretti ci attendevano‌ Al terzo giorno le cose si complicano con l’incontro con il Breganze, che dalle prime battute riesce a ingannare la nostra difesa e, per lo stupore del nostro portiere Luca, a segnare un goal. A questo punto la porta del Valdagno si chiude con la serranda, la difesa non si perde d’animo e protegge la porta con i denti. Dal centro campo iniziano molteplici tentativi di portare la partita a parità ‌. Alla fine il Valdagno avrà la meglio con 2 reti a 1. Esultiamo dalla gioia per aver contrastato un’ottima squadra. In serata per le semifinali ci dobbiamo confrontare con una squadra che nell’altro
girone era arrivata seconda, non per questo meno forte, il Trissino. Squadra molto ben preparata e un portiere bravissimo che per nostra fortuna non riesce a parare 2 goal molto ben piazzati. Siamo in finale, le lacrime ci scendono per l’emozione. E’ un momento super, magico. Attendiamo il risultato dell’altra semifinalista per sapere contro chi dovranno giocare i nostri ragazzi. Arriva il comunicato‌ Il confronto sarà con il fortissimo Follonica. A cena facciamo un po’ di festa per sollevare i nostri ragazzi dallo stress di questi giorni. Sono molto stanchi e c’è anche qualche contuso, ma niente paura. Roberta mamma di Alberto e Tommaso Marchesini ha con sÊ un olio miracoloso, riesce pure a fare la massaggiatrice e a rimettere in piedi Luca (portiere) che ha una spalla molto dolorante, e Tommaso Silamoni (attaccante) che non riusciva piÚ a muovere una gamba. L’ultima notte all’hotel in pochi riescono a dormire, chissà perchÊ?!
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Alle 6.30, l’allenatore decide di svegliare i ragazzi che si presentano davanti a noi molto affaticati, stanchi e chi più ne ha più ne metta. Forse qualche dubbio per il buon successo ci sfiora, sappiamo che dall’altra parte troveremo una squadra differente dei giorni precedenti, pronta a tutto pur di prendersi lo scudetto non solo con i denti, ma anche con le unghie. Ore 9.00, si comincia l’ultima sfida. Negli spalti tutti noi siamo pronti a supportare la nostra piccola, grande squadra. I ragazzi non riescono ad ingranare. A fatica tengono la palla, sono confusi, gli avversari sembrano indemoniati, sono più forti del previsto e segnano il primo goal. Alla fine del primo round riusciamo a pareggiare, nel secondo tempo il Valdagno ribalta il risultato portandosi in vantaggio, sembra fatta. I tiri insidiosi parati dal portiere valdagnese sembrano proiettili, ma per una nostra svista arriva il pareggio, non ci sono parole per descrivere lo stato d’animo. Negli spalti cerchiamo di risollevare i nostri giocatori. A 34 secondi dalla fine Tommaso Marchesini riesce a prendere la pallina e portarsi da solo davanti alla porta avversaria e con un tiro da manuale segna il goal della vittoria. Dagli spalti tra lacrime di gioia si grida a squarciagola CAMPIONI D’ITALIA!!!!!!! CAMPIONI D’ITALIA!!!!!!! CAMPIONI D’ITALIA!!!!!!! Non ci sembra vero. I ragazzi si riconfermano Campioni d’Italia. Nelle 5 partite del campionato, i neo campioni hanno segnato 23 goal subendone 3. BRAVI RAGAZZI!!!!! SIETE I PIU’ FORTI D’ITALIA!!!!!!!!!!!!!! Dopo le premiazioni, ad attenderli a Valdagno, c’è l’amico e sponsor della squadra Marco Corà, il Sindaco Alberto Neri con l’assessore allo sport Alessandro Marchesini per rendere omaggio e congratularsi con i campioni d’Italia. Il Presidente dell’Hockey Valdagno Dino Repele con tutta la direzione ha organizzato il rinfresco per festeggiare i ragazzi e con il supporto della tifoseria della squadra maggiore e i genitori, nonni tutti continuano la festa. Un GRAZIE va a tutti quelli che hanno creduto in questa squadra, in particolare alla ditta PRESTIGE Italia s.r.l. di Trissino e la ditta ZINECO s.r.l. zincature di Castelgomberto, che hanno contribuito alle spese della trasferta. Con il loro contributo, sono riusciti a far sì che i ragazzi alloggiassero a Modena senza stancarli per le lunghe trasferte. L’amico Giovanni Coaro della SNACK AND GO di Thiene, che con i suoi tramezzini e panini imbottiti ha allietato le merende dei campioncini valdagnesi e a PLINIO che ha offerto le bibite, ottime per dare refrigerio nelle giornate calde di Modena. Grazie a tutti per averci creduto e un grazie particolare va ai genitori che con i loro sforzi appoggiano i nostri ragazzi a continuare in questo sport nonostante le difficoltà di percorso. Grazie al tecnico Mauro Zini, per aver riportato per il secondo anno consecutivo questa squadra alle finali. Su 80 partite disputate, 78 sono state vinte e 2 pareggiate. Meglio di così! Grazie a Massimo Finetto e Mauro Marchesini per la logistica della squadra e un grazie va a tutti i tifosi, in particolar modo a Massimo Marchesini che da anni ci sostiene con il suo tifo.
TECNOLOGIA QUALITÀ La Termidraulica Bedin Leonardo è in grado di proporre nuove tecnologie rivolte al risparmio energetico tra le quali sistemi innovativi per impianti solari termici e fotovoltaici. IMPIANTO SOLARE TERMICO La tecnica solare è una scelta più che mai attuale, una forma di energia pulita ed ecologica all’insegna del risparmio, confermata anche dal fatto che il numero di coloro che decidono di installare un impianto solare è in continuo aumento. Le motivazioni che portano a scegliere un impianto solare sono molte: è una fonte inesauribile di energia perché sfrutta i raggi del sole, gratuiti e disponibili ovunque, e li trasforma in calore; è un sistema collaudato perché la tecnologia ha maturato affidabilità e garantisce il risparmio energetico nel corso degli anni; è un impianto ecologico perché non produce nessuna emissione di gas inquinanti o fastidiosi rumoni BONUS FISCALI 55% IMPIANTI FOTOVOLTAICI Per produrre energia elettrica rispettando l’ambiente. Una delle principali cause del cambiamento climatico del pianeta è il crescente utilizzo di fonti non rinnovabili (petrolio, carbone, gas...) per produrre energia. Grazie agli incentivi e alle tariffe speciali, messe a disposizione dal governo, è possibile produrre energia elettrica da pannelli solari fotovoltaici, avendone anche un vantaggio economico. Nello specifico con il “CONTO ENERGIA” il Gestore dei Servizi Elettrici può acquistare energia prodotta da impianti con pannelli solari ad una tariffa incentivante, di valore quasi triplo rispetto al prezzo di vendita dell’elettricità normalmente erogata. Il sistema garantisce una convenzione sicura, della durata di vent’anni per chi installa pannelli fotovoltaici e produce energia. Inoltre gli elevati incentivi permettono di rientrare facilmente della spesa iniziale che, una volta ammortizzata, permette di guadagnare. Per l’investimento iniziale alcune banche propongono prestiti a condizioni agevolate, studiati appositamente per lo sviluppo dell’energia solare.
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Facci, l attaccante
ciclismo
generoso
Mauro Facci (Quick Step) con 550 km in fuga vince al Giro del Centenario la classifica degli attaccanti
È
un Giro d’Italia da incorniciare quello del Centenario per Mauro Facci il ventisettenne di Santorso che in più occasioni è riuscito a mettersi in evidenza e a ritagliarsi quel ruolo che fa di lui uno dei protagonisti del Giro anche se gli è mancata la soddisfazione della vittoria di tappa. Considerato che solo sei società delle ventiquattro squadre iscritte al Giro hanno avuto il piacere di vincere, la prestazione di Mauro Facci può essere considerata più che soddisfacente. Facci è professionista dal settembre 2002, per due anni ha fatto il gregario al campione del mondo Paolo Bettini, ha vinto lo scorso anno una gara in Belgio ed è sotto contratto con la Quick Step fino al 2010. Il suo Giro inizia subito con l’attacco assieme a Palumbo, Ignatiev e Schròder che gli permette nella terza tappa, la Grado-Valdobbiadene di conquistare la maglia verde degli scalatori scollinando per primo sul Combai proprio nel giorno del suo compleanno, e di transitare il giorno seguente sulle strade di casa (la mitica Rosina di Valle San Floriano di Marostica) con sulle spalle il simbolo sponsorizzato Mediolanum. “E’ stato un Giro – afferma Mauro – che mi ha dato la possibilità di fare esperienza e che ha dimostrato che vado forte anche nella terza settimana. Ho potuto mettermi in luce attaccando in molte occasioni da lontano e ciò mi ha permesso di vincere la classifica “Cervélo” che premia gli attaccanti più generosi: in tutto ho fatto 550 km in fuga oltre agli altri allunghi che nella classifica non sono stati conteggiati perché c’erano più di 10 atleti al comando. – Cosa ti resta dopo questo Giro? “Tante sensazioni bellissime; ho provato a vincere una tappa ma le fughe di Valdobbiadene, Chiavenna, Faenza, del Blockhaus e del Vesubio non sono andate a buon fine. Mi soddisfa anche il settimo posto di Faenza. Con la squadra ci siamo messi in evidenza con qualche piazzamento di Alan Devis e abbiamo vinto la maglia bianca dei giovani con Seeldrayers. Forse i complimenti di Bettini ricevuti dopo la tappa di Valdobbiadene sono stati la
di Enzo Casarotto foto di Euro Grotto cosa più bella assieme alla maglia verde indossata in Veneto. E’ stato un Giro spettacolare sotto l’aspetto paesaggistico che nell’anno Centenario ha attraversato città importanti quali Venezia, Firenze, Roma (non capita spesso di passare davanti al Colosseo e a San Pietro…) però per le mie caratteristiche, il Giro con le montagne nell’ultima settimana, avrebbe messo ancora più in evidenza le mie doti. È stato comunque un bel ritorno d’immagine; per noi italiani è la miglior vetrina e ho ricevuto i complimenti da tanti tifosi che prima non mi conoscevano e io comincio a credere di più nelle mie doti e nelle mie possibilità. Sicuramente, il prossimo anno, nella terza settimana, con un Giro di tipo tradizionale, saprò fare ancora meglio”. – Il giorno più bello? “A Valdobbiadene, tra l’altro, non ho mai visto tanta gente come lì”. – La dedica? “Alla mia famiglia a papà Lino, a mamma Mirella e alla sorella Marina che mi hanno sempre sostenuto e a tutte quelle persone che hanno sempre creduto in me”. Ora per lui l’impegno con il Giro d’Olanda, il campionato italiano, una pausa nel mese di Luglio e poi un finale di stagione che costringerà i suoi ds. Bramati e Gualcilena a ritagliargli uno spazio che al Giro ha dimostrato ampiamente di meritare.
moto d’epoca
16° Motoraduno dell’Orso 2009: un successo annunciato firmato Moto Club Santorso. Si replica il 20 settembre con il primo “Vespa-raduno”.
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di Enzo Casarotto
uasi cinquecento centauri molti dei quali in compagnia, si sono presentati a Santorso ai piedi del Summano per il 16° motoraduno regionale dell’Orso patrocinato dall’Amministrazione comunale orsiana e organizzato dal Moto club Santorso con il presidente Stefano Ciscato a coordinare assieme ai 12 consiglieri del gruppo l’intero evento. Sono stati tre giorni appassionanti nel primo fine settimana di giugno che hanno seguito l’impegno del 12 marzo che a Zanè ha visto oltre 500 centauri partecipare al motoraduno di primavera (con l’esposizione delle miti-
che Laverda) e che precede l’altro impegno previsto per il 20 settembre con l’esordio in assoluto per il moto club Santorso del “motoraduno delle vespe”. Il moto club Santorso che vanta 200 scritti, ha ottenuto nel 2005 la stella di Bronzo dal CONI per le sue innumerevoli attività e la sua capacità di aggregazione di persone anche molto diverse tra di loro. La sedicesima edizione del motoraduno dell’Orso ha ampiamente soddisfatto i partecipanti che hanno gradito i 60 km del motogiro, l’ospitalità dell’Oasi Rossi e prima del pranzo, lo spuntino consumato in prossimità del vivaio Dalle Rive di Zugliano. Tra i numerosi ospiti anche Paolone Dal Soglio con la sua Yamaha del 1985 ne approfitta ogni anno per stare con gli amici appassionati dei motori. Molte le moto “datate” rispolverate per l’occasione e tanta ammirazione hanno ottenuto i numerosi personaggi caratteristici in carovana; la musica poi e la buona cucina hanno fatto il resto con i centauri che hanno già confermato la loro presenza anche per l’edizione del prossimo anno.
Silenziosi come i
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Indice Foto 1: ricerche archeologiche nelle acque della laguna di Venezia negli anni ’70 con l’utilizzo di un autorespiratore ad ossigeno.
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2: un manifesto, tra i molti realizzati per i films realizzati sulle gesta degli incursori italiani. 3: l’apparecchio ARO attuale, di una ditta che lo commercializza. 4: un ARO nella sua veste commerciale (da “l’enciclopedia del sub”). 5: schema di funzionamento di un apparecchio ARO. 6: l’ARO usato dagli incursori della Decima Flottiglia Mas. 7: l’ARO usato dagli incursori della Decima Flottiglia Mas (Museo Storico Navale di Venezia).
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pesci N
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Immersioni con miscele: gli autorespiratori ad ossigeno
di Antonio Rosso
ella subacquea un’immersione eseguita con un autorespiratore ad ossigeno rientra tra le immersioni con “miscele” in quanto questo termine viene usato per indicare l’utilizzo di un gas o una miscela di gas diversi dall’aria. La complessità e la potenziale pericolosità dell’immersione con l’ossigeno impone che per un impiego in sicurezza è indispensabile essere sommozzatori allenati, esperti e aver seguito uno specifico corso. L’ARO, acronimo di AutoRespiratore ad Ossigeno, è un respiratore autonomo che basa il suo funzionamento sulla depurazione e sul completo riutilizzo del gas espirato. È sostanzialmente costituito da un sacco in gomma (sacco polmone) che contiene un filtro pieno di calce sodata per assorbire l’anidride carbonica espirata collegato con una piccola bombola di ossigeno (di solito 2 litri a 150 atm); il filtro è collegato alla bocca del subacqueo attraverso un tubo corrugato ed un boccaglio, per cui l’aria espirata passa nel filtro, viene depurata dall’anidride carbonica e reinspirata. È interessante sottolineare che, non essendoci emissione di gas all’esterno, l’autonomia non è funzione della profondità, ma solo dell’effettiva quantità di ossigeno
utilizzato. Si può arrivare anche a oltre 4 ore di permanenza in acqua pur tenendo conto che parte del gas viene perso per i “lavaggi”. Ogni mezz’ora bisogna, infatti, svuotare il sacco per togliere dal circuito l’azoto emesso dai tessuti e contenuto come impurità nell’ossigeno stesso. Può essere munito di maschera gran facciale che, a differenza della normale maschera, evita, in caso di incidente, l’asfissia da annegamento o l’ingresso d’acqua nelle vie respiratorie. Permette, inoltre, usando semplici accorgimenti di parlarsi con sufficiente chiarezza a distanza di qualche metro. Le varie parti dell’autorespiratore ad ossigeno sono collegate tra di loro da raccordi che ne consentono il montaggio e lo smontaggio. È indispensabile usare calce sodata efficiente e il sacco, prima dell’uso, va sottoposto ad una prova che dimostri l’assenza di infiltrazioni d’acqua. A questo scopo lo si gonfia, non troppo, di aria atmosferica e lo si immerge verificando che non fuoriescano bolle. Si può anche aprire il rubinetto della bombola per verificarne i raccordi. L’ARO ha il vantaggio dell’elevata autonomia, nessuna emissione di bolle, assoluta silenziosità e limitato ingombro. Sostituisce bombole,
erogatori e giubbetto equilibratore. Purtroppo ha numerosi e pesanti svantaggi: non può essere usato a profondità maggiori di 10 metri, 6 metri per sicurezza, a causa della tossicità dell’ossigeno a queste pressioni. Un errato utilizzo o l’esaurimento della calce sodata possono portare a grossi problemi per anossia (carenza di ossigeno), iperossia (eccesso di ossigeno), ipercapnia (anidride carbonica elevata) che provocano perdita di coscienza. L’apparecchio richiede, infine, un lungo ed accurato montaggio e smontaggio prima e dopo l’immersione ed è costoso come acquisto ed esercizio, non solo per l’ossigeno, quanto per la calce sodata, che va cambiata ad ogni immersione. In ogni caso chi l’ha usato ricorda per sempre il silenzio delle immersioni e la sensazione di essere stato considerato, dagli abitanti del mare, proprio come uno di loro. Imparare ad usare l’autorespiratore ad ossigeno è, tuttavia, semplice e ci sono numerose Federazioni sportive nel vicentino che hanno istruttori preparati e club attrezzati. Il corso di specializzazione dura da uno a due mesi ed è richiesto il possesso di un brevetto di terzo grado FIPSAS od equivalente.
Quando era un segreto militare La sua progettazione risale al 1876 dall’ingegno di Henry Fleuss, poi sviluppato sia dall’azienda germanica Draeger che dall’americano Charles “Swede” Momsen e dal britannico sir Robert Davis che nel 1911 costruisce il primo autorespiratore ad ossigeno semplificato. Nel 1922 la Siebe-Gorman lo immette sul mercato Studiato come apparecchio di respirazione per il soccorso nelle miniere invase da gas asfissianti, l’ARO si dimostrò subito utile sia in campo subacqueo che sui sommergibili. Dal primo prototipo nacquero altri tipi perfezionati che entrarono a far parte delle principali marine militari. L’ARO si adattava benissimo agli scopi bellici per il ridotto ingombro, lunga autonomia e per la sua silenziosità dovuta all’assenza di bolle al boccaglio. In Italia arriva negli anni Trenta dopo averne acquistato il diritto di fabbricazione. Nel
1936 gli ufficiali del Genio Navale, Tesei e Toschi ne studiano l’utilizzazione a scopo bellico offensivo fornendolo in dotazione agli equipaggi dei «Maiali», che erano dei siluri pilotati, a testata mobile esplosiva. Gli autorespiratori avevano la maschera incorporata ed erano dotati di una coppia di bombole a lunga autonomia. Nei mezzi leggeri, i cosiddetti «Gamma», vi era un solo operatore che effettuava l’avvicinamento,
pinneggiando, di solito, in superficie. Era l’operatore stesso che rimorchiava l’esplosivo, opportunamente alleggerito e s’immergeva solo in prossimità dell’obiettivo. Necessitando di una autonomia minore era dotato di una bombola più piccola in modo da avere un ingombro minimo. Le imprese degli assaltatori italiani delle due specialità appartengono alla storia: una per tutte, l’impresa di Luigi Durand de la Penne con altri cinque compagni della Decima Flottiglia Mas che il 19 dicembre 1941 affondarono nel porto di Alessandria due corazzate, la Valiant e la Queen Elizabeth ed una petroliera. Terminato il conflitto e rimosso il segreto militare è stato commercializzato, così come è accaduto anche per le pinne ed altre attrezzature, come attrezzatura sportiva.
l’esplosione della corazzata inglese Valiant nel porto di Alessandria. Da un quadro del pittore Rudolf Claudus.
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Campioni
Il Centro Subacqueo Nord Italia di Vicenza è per la prima volta Campione italiano di tiro al bersaglio subacqueo.
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i campionati italiani di tiro al bersaglio subacqueo, tenutisi a Lignano Sabbiadoro, la squadra del Club Subacqueo Nord Italia si è aggiudicata la medaglia d’oro nella staffetta a squadre, conquistando così per la prima volta il titolo di Campioni d’Italia. La squadra era composta, in ordine alfabetico, da Luca Didoni, Loris Maculan Franco Riato. Con 1987 punti, nonostante i 63 di penalizzazione, hanno superato il CSA di Ortigia (Siracusa) al secondo posto con 1966 punti e il Nuoto Sub 2000 sempre di Siracusa, terzo con 1930 punti. Ha completato il successo del club vicentino, la conquista della medaglia di bronzo di Federico Gasparon nella gara di apnea dinamica con attrezzi, 1° categoria maschile.
La squadra del CSNI, Loris Maculan, Franco Riato, Luca Didoni Il podio con al centro la squadra del Centro Subacqueo Nord Italia
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Un cielo
calcio a5
bluamaranto
Nella finalissima di Spinea contro la Fenice, i ragazzi di Mauro Gonzato ottengono una vittoria di misura, 1-0, con rete decisiva di Diego D’Alessandro che mette la ciliegina su una stagione da incorniciare: adesso è C1!
I
l cielo si è colorato di bluamaranto! La Star Deco Cornedo ha messo la classica ciliegina sulla torta di un’annata da incorniciare, è andata a vincere per 1-0 sul terreno di gioco della Fenice nella finalissima play off, e ha staccato così il biglietto per la storica promozione in Serie C1. Un risultato meritato e fortemente voluto da un gruppo che per tutto l’anno ha dimostrato grande compattezza, unione d’intenti e tanta determinazione nel puntare in alto. Davanti ad un pubblico record anche lontano dal Paladegasperi, la truppa di Mauro Gonzato ha offerto l’ennesima prova di grande carattere, dimostrandosi solida, forte e matura per festeggiare il conseguimento di un risultato storico. È stato un gol del “Puntero” Dieguito D’Alessandro a metà ripresa a consegnare di fatto il successo ai vicentini, che a fine gara si sono lasciati andare ad una festa infinita… In un incontro così tattico, era di certo un episodio che poteva far propendere l’ago della bilancia da un verso o dall’altro. A metà ripresa è arrivata infatti la rete che risulte-
di Nicola Ciatti rà decisiva: combinazione veloce dei giocatori bluamaranto e Diego D’Alessandro conferma il suo momento magico mettendo a segno la rete che fa esplodere di gioia i circa 100 fedelissimi sostenitori bluamaranto che anche a Spinea si sono fatti sentire durante tutto l’arco della partita. Nel finale la Fenice decide di giocarsi il tutto per tutto, e negli ultimi sei minuti gioca la carta del portiere di movimento. A questo punto diventa assoluto protagonista della sfida con i lagunari il portiere vicentino Giacomo Ceranto, che compie almeno quattro interventi decisivi che salvano il risultato e mettono in ghiaccio la vittoria. Il fischio finale dei due arbitri sancisce la promozione della Star Deco Cornedo nel campionato di Serie C1, e scatena l’entusiasmo di tutto l’ambiente bluamaranto. Giocatori a far festa assieme a tecnici, dirigenti, preparatori e tifosi: immagini che difficilmente verranno dimenticate! Ma la festa è solamente appena iniziata e siamo sicuri che durerà tutta l’estate…
Hocus Pocus ...e lo spettacolo inizi
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uanti tra noi alla fatidica domanda “Cosa vuoi fare da grande?” almeno una volta hanno risposto “Il Mago!”? Il 7 giugno il Palacampagnola di Schio si è trasformato in un grande cilindro magico, dal quale sono usciti conigli, stelle, carte e tanti altri giochi di magia. L’Accademia di fine anno della Fortitudo Schio 1875, si sa, è sempre un grande spettacolo ma quest’anno erano più di 350 i bambini e i ragazzi dei corsi di ginnastica generale che, alternandosi agli atleti dell’agonismo hanno offerto uno spettacolo, è proprio il caso di dirlo, “magico” al folto pubblico presente. Dalle stelline dei corsi prescolari (4-5 anni) alle sfere magiche delle ragazze dei corsi delle medie uno spettacolo di luci e di co-
di Martina Ferrero lori inframezzato dalle splendide streghe dell’agonismo. Bacchette magiche che volteggiavano alla sbarra e carte “animate” che piroettavano in aria con leggerezza. E ancora polvere magica, cubi, cerchi, fiori coloratissimi che si muovevano con grazia ed eleganza tra le acrobazie proprie della ginnastica. Eh sì, questo è davvero uno sport affascinante che non finisce mai di stupire, emozionare, divertire. Una dedica finale a tutti i bambini dell’Abruzzo che in questo momento non possono fare sport a causa della distruzione del terremoto. E sulle note di “Domani 21 aprile 2009”, con tutti gli atleti e gli istruttori sul campo un emozionante girotondo ha salutato il pubblico.
ginnastica
real recoaro oaro
Real Recoaro
un successo annunciato
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di Francesco Pretto
stagione finita mi sembra giusto esprimere la soddisfazione per il comportamento, l’impegno, l’entusiasmo ed abnegazione che tutti gli appartenenti all’Associazione Sportiva Real Recoaro hanno profuso nel corso di questa stagione sportiva, specialmente per le squadre che hanno ben figurato nell’ultimo campionato, sia nel settore volley, con la conquista del titolo provinciale under 16 A.I.C.S. e la successiva qualificazione alle finali regionali, sia nel calcio con l’acceso alla fase finale del campionato A.I.C.S. Ogni anno è sempre più difficile affrontare, a certi livelli, gli impegni . I costi per espletare al meglio le varie attività sono in continua evoluzione e viceversa sono in netto calo i contributi
degli sponsor e simpatizzanti. Ogni anno si deve far fronte a situazioni che impongono sempre più un mio personale impegno affinché la stagione possa proseguire nel migliore dei modi. Per l’anno in corso ho cercato di abbinare risparmio = qualità e posso essere soddisfatto delle scelte effettuate che fanno si che questa Società possa affrontare con tranquillità i prossimi appuntamenti. Approfitto di questa occasione per ringraziare quanti in questo anno mi sono stati vicini ed hanno fattivamente collaborato con il sottoscritto. Mi preme sottolineare l’apporto dato dal vice presidente sig. Spanevello Giordano, da tutti i consiglieri, dal responsabile del settore volley sig. Stocchero Davide, dal responsabile del settore calcio sig. Albanese Alberto e da tutti i collaboratori che a vario titolo, hanno voluto fortemente la crescita del REAL. Un ringraziamento va anche a tutto lo staff tecnico, che per il settore volley vede ancora riconfermato per la prossima stagione il sig. Caneva Giorgio, visto l’eccellente comportamento di questa stagione, da parte delle sue squadre (OPEN ed UNDER 16) , al quale vanno ad aggiungersi gli allenatori del settore giovanile sig.na Zaupa Elisa per l’under 13 e Massignani Annarosa per il minivolley . Per il settore calcio, un ringraziamento particolare va dato al mister sig. Spagnolo
Lelio che ha condotto la squadra per parte della stagione ed al nuovo mister sig. Pozza Giorgio. Infine mi preme sottolineare il lavoro svolto dai nostri consiglieri Frizzo Anna e Pretto Laura per la riuscita delle attività extrasportive, culminate con la splendida festa REAL, dove i ragazzi mi hanno consegnato una targa ricordo che mi ha ripagato sicuramente, sotto l’aspetto emotivo, del lavoro svolto per Loro. Spero di non dimenticare nessuno, anche perché la Società ha bisogno dell’aiuto di tutti e in special modo dei tifosi che, sono convinto, saranno molto più numerosi sui vari campi dove il REAL sarà presente. Da questo anno abbiamo anche una sede tutta nostra messaci a disposizione dal Comune, che ringraziamo, in via Vittorio Emanuele n. 6, 3° piano. Un grazie sentito va anche ai nostri sponsor per il sostegno che ci hanno dato e che continueranno a darci, anche perché senza di Loro sareb-
be difficile se non impossibile rimanere a questi livelli. Mi preme aggiungere che si può sicuramente esser certi che nulla, anche per la prossima stagione, è stato lasciato al caso, anche perché, l’Associazione Sportiva Real Recoaro è intenzionata a dare spazio a tutte le proposte, sia esse siano sportive o culturali che, sia a livello di associazioni o personali, possano portare ad un contributo che permetta di allargare le possibilità di scelta dei nostri giovani. Chiunque abbia proposte serie di collaborazione può contattare il numero 3393696315, oppure recarsi presso la nostra sede in via Vittorio Emanuele. A questo punto pare evidente che le prospettive per una ulteriore crescita della Società REAL RECOARO ci sono tutte, per cui non ci rimane che tifare ed augurare alla Società ed a tutte le squadre impegnate di ben figurare nel corso della prossima stagione .
FRATELLI CAMPOSILVAN SNC DISTRIBUZIONE BEVANDE
Vai sempre a tutta birra
VIA BELLA VENEZIA 52 36076 - RECOARO MILLE - VICENZA TEL 0445 75044 - FAX 0445 75438 E- MAIL: CAMPOSILVAN@TIN.IT
Quando le sinergie funzionano
Tecchio e Lucatello, il binomio vincente
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igliola Tecchio, atleta di Sovizzo parteciperà ai campionati mondiali di nuoto dal 17 luglio al 2 agosto nella specialità dei 50 stile libero. L’atleta sebbene tesserata alla società romana “Canottiere Aniene” per motivi prettamente strategici (fa parte della staffetta primatista italiana con la Veneta Pellegrni ) si allena da sempre alla piscina comunale di Creazzo sotto la guida esperta di Alberto Burlina, In virtu’ di una prestazione maiuscola agli ultimi Campionati Italiani Assoluti di Pescara , Gigliola ha stabilito la migliore prestazione stagionale italiana ( terza all time ) nei 50 sl ottenendo cosi’ una storica ed incredibile convocazione agli attesissimi Campionati Mondiali di ROMA 2009 in programma a fine luglio. La Leosport, società gestore dell’impianto, ha dato la possibilità all’atleta di allenarsi nell’ambiente che l’ha vista muovere le prime bracciate mettendo a disposizione lo
staff e lo spazio d’acqua. La mitica Gigliola rappresenterà inoltre l’Italia ai giochi del Mediterraneo di fine giugno e parteciperà alle universali di Belgrado in programma dal 5 luglio.Martino Lucatello atleta della Leosport ha recentemente conquistato alla COPPA COM.EN di Belgrado con la NAZIONALE GIOVANILE il 3 ° posto nei 100 farfalla e il 3° posto nella staffetta 4x100 stile libero. Il quindicenne di Arzignano nato Swimming Why Not si allena a Creazzo ormai da due stagioni e fa parte di questa società composta da atleti provenienti da Lonigo, Villafranca, MONTECCHIO MAGGIORE, Creazzo e altri comuni del circondario VICENTINO. Lo staff tecnico di prima scelta ( Alberto Burlina e Anna Vallarsa). L’ampia disponibilità di spazio d’acqua per la pratica agonistica sono il perfetto mix che direttori degli impianti ( Gianesini, Ferro, Pegoraro ) lungimiranti e competenti hanno messo a disposizione degli atleti.
di Giuseppe Martini
nuoto uoto
Danilo Pagani
Gentleman Driver
di Demitri Brunello
Di solito scrivo di piloti conosciuti, dalla consolidata esperienza corsaiola, questa volta, però, vi presento un pilota poco conosciuto che da collezionista dell’automobilismo sportivo, a 52 anni ha cominciato a fare sul serio: storia di Danilo, pilota e gentiluomo.
Danilo Pagani/ Giorgio Santagiuliana, rally Campagnolo 2009, FIAT 131 abarth
rally
D
anilo Pagani nasce ad Arzignano il 30 marzo 1957 dove risiede con la sua bella famiglia, la moglie Daniela e le due figlie Giulia e Veronica. Di mestiere fa l’imprenditore e nell’ambiente è considerato uno tosto, tanto che il suo amico Piero non esita a dire che tutto quello che Danilo tocca diventa oro. E’ titolare dell’azienda Linea Flesh, prodotti tecnici per industrie alimentari della grande distribuzione. La sua passione per i rally è una storia antica, coltivata fin da giovane, quando andava a vedere con gli amici le macchine che correvano il Campagnolo, il San Martino di Castrozza, il Rally delle 2 Valli e tanti altri ancora. Nel 2004 si avvicina cautamente all’ambiente corsaiolo, acquistando una
Un cappuccino e
131 abarth stradale e cominciando a fare qualche traverso su gare di regolarità. Poi lo scorso anno gli viene un flash e prepara con l’appoggio della Carrozzeria Dal Maso di Arzignano (Piero e Gigi) il 131 e inizia a correre veramente nei rally storici. Il suo miglior risultato è un 2° posto di categoria al rally Campagnolo 2009. Decisamente un buon risultato per un quasi esordiente. La passione per le corse, dicevo, è veramente grande in Danilo. Da anni è collezionista di auto storiche da rally. Ho avuto la possibilità di visitare il suo box e ammirare i suoi gioielli: una Lancia 037 rossa stradale in perfetto stato, quasi fosse nuova; un Escort 2000 gr.2; una A112 abarth 58 hp e poi nella vicina taverna Danilo possiede un vero e proprio
15 domande
con Danilo Pagani
Come lo prendi il cappuccino? Caldo 2 di zucchero un bicchiere di acqua gasata ogni mattina alle 6.30
museo di modellini, più di cento, di auto da corsa in scala di tutti i tipi. Oltre a ciò ha foto originali dei campioni di rally, un manichino con la tuta di Schumacher e tantissime altri oggetti inerenti all’automobilismo sportivo. Danilo, con l’occasione, vuole ringraziare chi lo sostiene in questa sua grande passione: il Team Bassano, Piero e Gigi della carrozzeria Dal Maso, i suoi navigatori Lorenzo Disconzi, Giorgio Santagiuliana e Mauro Magnaguagno e noi di Sportivissimo. Il programma di Danilo per il 2009 è ricco di appuntamenti: sarà a Brescia per la mitica 1000 Miglia, quindi a San Marino per il Leggend rally e, infine, a Bassano per il rally storico. Forza Danilo, un bel trofeo è quello che ancora manca alla tua collezione.
1)- Hobby o passatempo: Viaggi e collezionista di modellini 1/43 di auto 2)- Auto di tutti i giorni: Audi A6 Avant bianca 3)- Orologio di tutti i giorni: Rolex Daitona acciaio e Lacoste 4)- Musica preferita: Musica italiana mi piace Eros Ramazzotti 5)- Segno zodiacale: Ariete 6)- Ultima vacanza dove e con chi: A Cuba con la moglie e alcuni parenti 7)- Vino preferito: Rosso mosso Bonarda 8)- Se ti attraversa la strada un gatto nero, cosa fai: Mi tocco le palle 9)- Qualche tatuaggio: Per il momento no, prima o poi ne faccio uno 10)- Comico che ti piace: Antonio Albanese 11)- Lingua straniera: Non parlo nessuna lingua, ma mi faccio capire in tutte le lingue ovunque 12)- Cosa leggi: Panorama, tutte le riviste di rally, quotidiano il Giornale di Vicenza 13)- Un pregio e un difetto: Pregio, Porto sempre a termine ogni cosa / testardo Difetto, Russo la notte e a volte prendo in giro gli amici 14)- Altri sport: Sciare, da giovane ho vinto qualche gara 15)- Un sogno nel cassetto: Vincere al superenalotto e buttare in strada tutto il magazzino per fare spazio in capannone e riempirlo di auto da rally, Lancia S4 037 ufficiale Stratos, Metro Mg6, Audi 4 corta ecc
La mente e il corpo Abbiamo incontrato il Maestro Marco Vigolo che ci ha offerto le sue interessantissime conoscenze sulle reazioni del nostro corpo e della nostra mente durante la fase del pre-gara
S
di Massimo Neresini
empre più volentieri incontro il Maestro Marco Vigolo perché assieme a lui riesco ad affrontare il mondo delle Arti Marziali sia dal punto di vista tecnico che filosofico senza incontrare alcun attrito sul quale sia il sistema o la pratica più efficace e valida da seguire. Apparteniamo a due mondi diversi ma che appartengono alla stessa galassia e assieme riusciamo a portare avanti un messaggio comune: giovani e meno giovani c’è sempre un momento per avvicinarsi a queste Arti che formano la persona e non semplicemente il fisico. In questo articolo riporto delle riflessioni del Maestro Vigolo e mie sull’importanza della mente sull’azione e la tecnica applicata alle Arti Marziali, soprattutto quando si deve affrontare l’ansia di un combattimento o di una gara.
Mente e Corpo, organismo fisico e psico. Non è proprio chiaro a tutti che l’uno non può prescindere dall’altro e viceversa, anzi i vecchi saggi orientali dicono: “la mente guida, il corpo esegue” il cui significato ci sembra così semplice… eppure per molti sembra proprio essere il contrario. Si cerca così freneticamente di curare il proprio corpo in tutti i modi, fitness, massaggi, lampade body-building ecc. e solo pochi danno ascolto ai saggi orientali per vivere decisamente meglio! Dal punto di vista occidentale noi vorremmo spiegare i meccanismi, ed ai perché vorremmo trovare sempre la soluzione, ma nel rapporto mente-corpo i meccanismi che regolano questo intreccio sono ancora molto misteriosi e nonostante le scienze moderne occidentali abbiano risolto mol-
ti quesiti, sembrano aprirsi sempre più porte e sempre più domande. Qualunque prestazione fisica è pesantemente influenzata dallo stato mentale che può portare ad un blocco totale o ad una prestazione formidabile. Tra questi due estremi sfumano tutta una sere di situazioni e risultati che sarebbe bello potessimo riuscire ad inserire in un grande sistema matematico, una specie di grande equazione, per trovare l’incognita cioè lo stato ottimale, la giusta preparazione fisico-mentale per poter affrontare qualsiasi situazione, dal combattimento alla prestazione singola. In attesa di questo “miracolo” che probabilmente resterà fantasia, il Maestro e l’Istruttore devono essere un po’ psicologi un po’ preparatori dello stato mentale e cercare di aiutare gli atleti, a prescindere
arti marziali
dalla preparazione fisica e tecnica, a costruire un percorso personale per guidarli diritti all’obiettivo, senza distrazioni… imparare una tecnica e poi dimenticarla perché l’abitudine nell’eseguirla la rende sempre più perfetta. Pensate che una tigre quando attacca una preda pensi al modo in cui deve attaccare? Tutto diventa “automatico”, non c’è bisogno di pensare e così deve essere. Purtroppo noi non siamo una “tigre” e ci troviamo immersi in mille problemi quotidiani; così che la nostra mente non è più libera ma aggrovigliata nei pensieri del lavoro, della famiglia, della “morosa” dei rapporti con gli altri e tutto questo, in particolare nelle attività che riguardano le Arti Marziali, è deleterio e spesso ti porta a non ottenere il risultato voluto o a fallire un obiettivo al quale
l’atleta aveva dedicato un “duro lavoro”. Parliamo quindi sempre di Maestro e “Psicologo” (l’ho messo tra virgolette perché lo Psicologo può anche essere più semplicemente lo stesso Maestro che ha seguito un percorso formativo particolare). Questo è sicuramente premiante per chi vive in prima persona i problemi fisici e mentali del combattente di Arti Marziali dove il problema psicologico si integra costantemente con quello tecnico. In quasi tutte le discipline agonistiche si fa ricorso da tempo al supporto dello psicologo ma il livello emotivo che si registra nelle discipline da combattimento è quasi sempre molto più forte e le ragioni sono ovvie: si combatte contro il peggior nemico dell’uomo, un altro uomo, e lo scontro non è mediato da attrezzi, tempi o misure, è diretto! Il
metodo ideale per la cura, il controllo e il potenziamento della preparazione mentale dell’atleta passa sicuramente attraverso la collaborazione tra lo psicologo e l’insegnante tecnico. Questo però, può accadere solo in grandi società sportive, con grandi mezzi economici o ad atleti entrati comunque in importanti circuiti professionali. Ma il più delle volte le società sportive non possono permettersi una consulenza dello psicologo e tanto meno uno a tempo pieno. Dovremmo comunque poter dare ai Maestri ed agli Istruttori tecnici gli strumenti per poter intervenire nei molteplici aspetti mentali dell’agonista per individuare i problemi e, possibilmente, aiutarlo a risolverli. Logico che il Maestro non può sostituire lo psicologo come del resto non può sostituire il medico o il dietologo,
deve invece dare semplici consigli, spesso estremamente efficaci, che derivano dalla sua esperienza diretta e conoscenza dell’allievo. D’altronde sappiamo bene che la maggior parte delle piccole società sportive funzionino come una grande famiglia dove, con pochi mezzi a disposizione, si cerca di risolvere tutto in casa. Il concetto non è sbagliato, purché il Maestro o l’Istruttore non resti del tutto isolato ma si aggiorni continuamente cercando di sfruttare tutte le possibilità per migliorare il suo operato nei confronti dei propri atleti. Uno dei principali problemi che investono la maggior parte degli atleti è l’errata interpretazione dell’ “agitazione” pregara. A livello organico nei momenti che precedono la competizione avviene una “preparazione” a quello che è valutato un “evento eccezionale”, un evento che esce quindi dalla normale routine e per il quale è richiesto un impegno superiore al normale. I metodi usati dal nostro corpo per prepararsi all’evento sono semplici: aumento del ritmo cardiaco e della frequenza respiratoria, secrezione di endorfine e adrenalina. Una maggiore frequenza cardiaca consentirà di trasportare più sangue ai tessuti e quindi più glicogeno, il carburante dei muscoli. Una maggior frequenza respiratoria consentirà un maggior scambio gassoso a livello polmonare con conseguente maggior trasporto di ossigeno ai tessuti, necessario alla combustione del glicogeno. L’adrenalina velocizzerà la risposta nervo-motoria e le endorfine innalzeranno la soglia del dolore. Questi cambiamenti interni vengono spesso imputati alla “paura” e ritenuti erroneamente negativi. Questa cattiva interpretazione causa preoccupazione nell’atleta e la risposta dell’apparato organico si amplifica (se la preoccupazione è maggiore, l’impegno sarà ancora più arduo e l’agitazione aumenta) innescando un processo a circuito chiuso che può ar-
rivare anche alla caduta netta di pressione con eventuale svenimento.Viceversa la presa di coscienza dei processi che accadono nel nostro corpo nei momenti che precedono la competizione ci deve confortare, è una specie di “pronti… via!”. Ovviamente la semplice consapevolezza non basta per trarne il massimo vantaggio né ad annullare del tutto quel senso di disagio e “paura”. Occorre scoprire, attraverso l’esperienza, che è semplicemente così che il nostro corpo si prepara. L’esperienza di gare e pratica ci porterebbe ugualmente a superare questi problemi, ma in quanto tempo? ...e quanti non riuscendo a superare la fase iniziale mollando prima? Il Maestro deve così poter aiutare il suo allievo, dallo studio dell’aspetto psicologico dell’atleta e dalla sua personale esperienza, ad accorciare il tempo necessario ad affrontare il suo avversario senza impedimenti di carattere mentale, per dare così il massimo. ESERCIZI PROPOSTI: Ci sono moltissimi esercizi e metodi per la preparazione psico-fisica pre-gara, il Maestro Vigolo di seguito ci illustra un sistema che lui applica ai suoi atleti che devono affrontare gare impegnative con scontri molto duri, dove la consapevolezza e la concentrazione sono fondamentali. Per quanto riguarda l’ansia pre-gara ci
sono due esercizi molto semplici che possono aiutare a controllare l’”agitazione”, riportandola a livelli accettabili o addirittura trasformarla in migliore resa per l’atleta. Questi esercizi possono essere fatti anche a bordo ring o quadrato di gara. 1-La respirazione. La fase di “INSPIRAZIONE” è di per sé eccitante mentre la fase di “ESPIRAZIONE” è rilassante. Sfruttando questa conoscenza possiamo respirare compiendo atti inspiratori lunghi e profondi ed espirando velocemente: questo ci innalzerà rapidamente il ritmo cardiaco e di conseguenza l’eccitazione. Viceversa, con brevi inspirazioni e lunghe e profonde espirazioni il ritmo cardiaco diminuirà con migliore rilassamento. 2-Il pensiero. Il processo di elaborazione del pensiero è in antitesi con l’ampliamento della percezione: se noi cerchiamo di aumentare al massimo la percezione sensoriale smetteremo di pensare e viceversa. Ne consegue che, essendo l’ansia pre-gara derivata da un processo di elaborazione del pensiero, ovviamente riferito alla prestazione o incontro imminente, potremmo fortemente attenuarla semplicemente espandendo l’attenzione verso l’ambiente che ci circonda in modo totalitario attraverso i cinque sensi. Chi è interessato ad approfondire questi metodi di consapevolezza e gestione dell’ansia può consultare il metodo “Gestione della mente” messo a punto in vent’anni di studio dal Direttore Tecnico nazionale di Shoot Boxe M° Patrizio Rizzoli in stretta collaborazione con i migliori specialisti della facoltà di Psicologia dell’Università di Pisa. Tale sistema è fruibile non solo nell’applicazione e pratica delle Arti Marziali e soprattutto nei combattimenti, ma anche in qualunque altro sport sia individuale che di squadra, nonché in tutte quelle occasioni che nella quotidianità incontriamo .
Nella regione Veneto gli esercizi basilari di “Gestione della mente” vengono praticati ed allenati presso i corsi diretti dal Tecnico Regionale FIKB settore Shootboxe M° Marco Vigolo (cintura nera 3°Dan di Jujitsu) nella palestra Moving Center a Cornedo Vicentino. Per maggiori info: M° Marco Vigolo tel. 335 8451834 “mailto:team.vigolo@libero.it” teamvigolo@libero.it Ai miei lettori, come sempre, auguro di trovare la consapevolezza che l’ansia, l’agitazione e la paura fanno parte integrante del nostro sistema difensivo o preparatorio e saperle “gestire” risulta fondamentale. Grazie a tutti e… imparate a respirare.
ITALIA POON ZE’ TEAM Domenica 14 giugno a Selvazzano Dentro (PD) presso la Palestra Ceron Tencarola si è svolta una importante gara di Kung Fu, Tai Chi Chuan e Wushu nell’ambito del 1° trofeo Festa dello Sport con competizione di forme e combattimento. Ancora una volta gli Atleti della A.S. Italia Poon Zè Team delle palestre di Vicenza, Valdagno e Schio, guidati dal Maestro G. Bon si sono distinti per qualità delle prestazioni vincendo praticamente in tutte le categorie e consentendo alla Scuola di conquistare la Coppa per Società. Alla grande piccoli e grandi atleti del Poon Zè non ho parole… bastano i fatti a dire tutto.
Grandissimo Pegaso A Riccione il team cornedese si riconferma vincitore della Coppa Italia C. La formazione composta da Giuliano Dall’Igna, Cristiano Frigo, Marco D’Adam, Riccardo Cirillo, guidata da coach Bertoldo è riuscita a bissare il successo dello scorso anno battendo nell’ordine le formazioni di Padova, Milano, Cosenza e avendo la meglio in finale su Bari con il punteggio di 119 a 89
squash
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di Brenno Zuccarello
ragazzi del Pegaso di Cornedo hanno bissato il successo della scorsa stagione conquistando nuovamente il gradino più alto del podio nelle finali nazionali della Coppa Italia a Squadre disputatesi questo week end nel centro federale di Riccione. Giuliano Dall’Igna, Cristiano Frigo, Marco D’Adam e Riccardo Cirillo, guidati da coach Bertoldo, hanno dominato il torneo avendo agevolmente la meglio di Padova, Milano, Cosenza e Bari. Troppo forte ed equilibrato il quartetto vicentino per poter essere impensierito dalle formazioni rivali. Il giovane Marco D’Adam, in particolare, è stato autore di una serie di prove maiuscole (non ultimo il perentorio 45 a 18 rifilato al pur solido Antuofermo in finale) che hanno portato in dote ai compagni di squadra un rassicurante margine di punti da gestire.
Vicenza, riesce così a bissare il successo dello scorso anno, confermandosi una delle realtà più vincenti e floride d’Italia. I nostri portacolori hanno vinto in finale con la formazione “B” di Bari composta da Michele Antuofermo, Lorenzo Fortunato, Colucci e Pier Francesco Magarelli. Una formazione solida ed agguerrita, quella barese, che però si è dovuta arrendere dallo strapotere vicentino. In particolare del giovane D’Adam che ha riscattato una stagione in chiaroscuro trascinando la squadra alla vittoria nonostante la sconfitta subita da Giuliano contro il forte giovane C1 Colucci, ampiamente recuperata anche da Cristiano Frigo vincente su Magarelli con un perentorio 45 a 30. Questi i risultati della finale: Squash Club Pegaso Cornedo batte Squash
Center “B” Bari 119 a 89. 3° D’Adam vs Antuofermo 45-18 1° Dall’Igna vs Colucci 29-41 2° Frigo vs Magarelli 45-30 Alla squadra vicentina vanno i complimenti di tutto il movimento veneto, non solo per il fantastico risultato di questo fine settimana, ma per lo splendido lavoro condotto da Bertoldo e dai suoi ragazzi durante l’intera stagione che ha portato, come sempre, ad una lunga serie di soddisfazioni anche a livello nazionale. Al week end riccionese ha preso parte anche una formazione del Padova 2001 composta da Alfredo Franco, Mattia Boniardi e Max Stellato, che. uscita dal tabellone principale ad opera dei cugini vicentini, ha conquistato l’11esima piazza finale su un totale di 22 formazioni partecipanti.
Hot challenge Dopo un inizio di stagione molto piovoso che ha fatto saltare i primi due appuntamenti, è iniziato finalmente il Dreambikes MX Challenge UISP ed è subito bagarre
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di Monica Voltolina
opo le prime tre tappe ravvicinate 17/05 Foresto (VE), 25/05 Cervarese (PD) e 02/06 Montecchio Maggiore (VI), si iniziano a individuare le capacità dei vari piloti tra i quali spicca Alessandro Carrozzo che si aggiudica le prime due gare. Alle sue spalle le posizioni sono in continuo mutamento con Michele Rigo, Alessandro Maraffon e Luca Bortolan. Nella tappa di Montecchio Maggiore i giochi sono cambiati: sul circuito “di casa” Luca Franchetti di MCR Team dopo un inizio un po’ travagliato, con una moto finalmente a punto per le sue caratteristiche di guida, riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità aggiudicandosi il secondo gradino del podio. Particolarmente avvincente gara 2 dove, dopo una lotta agguerrita tra Luca Franchetti e il milanese Carrozzo, il nostro pilota vicentino riesce a spuntarla tagliando il traguardo alle spalle di un imprendibile Andrea Tedesco, pilota professionista; un buon risultato è stato ottenuto anche da Carlo Grotto, quinto di giornata, e un particolare merito va all’unica donna in gara Giada Vezzù. La classifica generale provvisoria del Chellenge vede Carrozzo seguito da Rigo, Maraffon e Bortolan, Cracco, Bellon e Franchetti. Il 07/06 il campionato Italiano FMI motard è arrivato a Pomposa (FE). Le giovani leve dell’MCR Team crescono mettendosi in evidenza nella categoria a loro riservata: la boy motard per ragazzi da 10 a 14 anni. Sul circuito ferrarese a noi favorevole, il tenace Gianmaria Castagna è riuscito a dare il meglio di sé arrivando a staccare dei tempi che sono riusciti a impensierire lo staff del solitamente imprendibile Alessio Finello. Ottimo il risultato anche del piccolo Alex Pellattiero (10 anni) che si aggiudica la sesta piazza del podio. Il monomarca Mobster Challenge procede a gonfie vele schierando anche in questa giornata un bel numero di partecipanti. La quadra MCR, il team più numeroso presente in campionato, propone ben 5 piloti in questa categoria: Simone Valentini, Stefano Gennaro, Manuel Pelanda, Francesco Furlan e Michele Gollin. Anche in questo appuntamento Simone Valentini si riconferma il pilota da battere aggiudicandosi pole, gara 1 e gara 2; im-
mancabili i complimenti per tutti i suoi compagni di squadra! Nella stock amatori MCR schiera due nuovi piloti Andrea Tegon e Michel Zattera con buoni risultati alla loro prima gara e balza in testa alla classifica provvisoria di campionato con Edoardo Santoro che si aggiudica pole, gara 1 e gara 2 spuntandola per pochi metri su un velocissimo Federico Piccinato. In attesa delle prossime avvincenti gare, Mcr Team ringrazia tutti i suoi piloti che portano i colori del team nel mondo pit bike e gli organizzatori dei vari campionati che avvicinano sempre più persone a questo piccolo/grande sport.
pit bike
benessere bene
la forza
della mente
Il potenziamento mentale per migliorare le performance dello sportivo
P
di Marika Perli
uò la nostra mente essere l’artefice della differenza in una performance sportiva a dispetto di una medesima preparazione: fisica, tecnica e tattica? Se da una parte siamo tutti pronti a riconoscere alla mente un ruolo principe nel fare la differenza sul risultato finale di una gara o partita, in realtà , ben poche sono le società , gli allenatori
e gli atleti che “investono” per potenziare gli aspetti della mente, per conoscere e dedicare del tempo a quelle che potrebbero essere anche alcune semplici attività e tecniche che aiutano ad ottenere una migliore prestazione e a ridurre alcune interferenze che si frappongono fra atleta e risultato, come l’ansia, lo stress, l’affaticamento etc. Sicuramente quello delle immagini mentali o visualizzazioni, sia guidate da terzi che auto generate, è uno degli strumenti più conosciuti. Probabilmente perché chiudere gli occhi ed “immaginare” è un’attività che fin da bambini riesce con facilità anche se spesso, proprio per l’immediatezza con cui riusciamo a farlo, ci fa perdere di vista quale sia l’aspetto “potenziante” che essa offre. Sono ormai molti gli anni che ci separano dai primi sorprendenti studi su ciò che accade nella nostra mente nel momento in cui creiamo delle scene immaginate vividamente, cioè con ingredienti che non sono solo visivi, ma anche auditivi (suoni o parole) e cinestesici-emozionali (caldo, freddo, sudore, fatica, entusiasmo, gioire, toccare, etc). È infatti ampiamente dimostrato che il nostro cervello non riconosce la realtà dalla fantasia: le aree cerebrali che si attivano nel momento in cui immaginiamo vividamente un’esperienza o la viviamo realmente sono molto simili. Quale può essere l’importan-
za di tutto ciò? E quale può essere l’applicazione nello sport e non solo? L’aspetto interessante si può notare quando l’atleta visualizzando alcuni momenti della gara o della partita può “ripulire” la sua prestazione da variabili di disturbo che incontrerà nella realtà. Ad esempio l’ansia pre-gara è sicuramente invalidante per alcuni atleti: se nei giorni precedenti l’incontro l’atleta in un luogo tranquillo, comodamente seduto o sdraiato, si visualizza calmo e sereno, grintoso e determinato nelle fasi di inizio partita e immagina il campo dove scenderà, sentendo l’erba o il pavimento sotto i piedi, magari le urla dei tifosi o il fischio d’inizio, ascolterà il proprio respiro lento e profondo, è come se “istruisse” il cervello ai comportamenti “adeguati” da tenere in quel contesto. Quando ci troveremo realmente in quella situazione il nostro cervello dirà: “Ah, questa situazione.. me la ricordo è dove posso essere calmo e sereno pronto a dare il massimo.” Non importa se poi il campo non è esattamente quello in cui scenderà l’atleta (ipotizziamo che lui non conosca lo scenario esatto dove eseguirà la sua gara), ma il suo cervello ha la capacità di iper-estendere i comportamenti. Quando vediamo la maniglia di una porta diversa da quelle che abbiamo visto fino a quel momento riusciamo ad aprirla ugualmente senza farci destabi-
lizzare dalla novità. Per fortuna il cervello generalizza molto bene le abilità apprese a nuove situazioni! Gli studi dimostrano che nella visualizzazione c’è anche un’attivazione neurofisiologica a livello muscolare simile, anche se in quantità minore, a quando noi compiamo un movimento o un gesto atletico realmente e questo diventa utile nei recuperi fisici da infortunio e nell’ottimizzazione e perfezionamento di un movimento. Se l’atleta, nei periodi di riposo forzato, visualizza l’arto infortunato che compie dei movimenti o una completa attività fisica di tutto il corpo, osservando nelle immagini se stesso durante l’allenamento, sentendo lo sforzo, la fatica (più vicino alla realtà riesce ad essere, più è potente) avrà dei vantaggi sul recupero fisico rispetto al solo rimanere a riposo. Sì può inoltre rendere preciso un gesto atletico, magari utilizzando delle immagini mentalmente visualizzate in una sorta di moviola, dove eseguiamo quello specifico gesto a rallentatore, perfezionato in ogni suo passaggio, per arrivare man mano a velocizzarlo e ad eseguirlo sempre più “perfetto” alla velocità corretta. I semplici esercizi qui descritti sono solo alcune delle tecniche di visualizzazione che possiamo utilizzare e come molti degli argomenti che riguardano la mente e l’uomo sono vasti ed affascinanti, ma come si usa dire: Chi ben comincia…
lettere Potete scrivere al Senatore Alberto Filippi inviando le vostre e-mail a: sportivissimo@mediafactorynet.it
Quando arriva la crisi di Alberto Filippi Gentile senatore, sono una mamma di uno sportivo quasi professionista che sta dedicando con impegno la propria vita allo sport. In questi ultimi tempi ha cominciato, cosa che non aveva mai fatto prima, a parlarmi dei suoi problemi con il coach, con alcuni compagni di squadra e, da ultimo, a confessarmi di non essere più sicuro delle sue capacità, di dubitare di poter arrivare dove ha sempre sognato di arrivare. All’inizio ho pensato che fosse stanchezza. Come lo fa lui, lo sport, è più di un lavoro. Ma adesso temo che si tratti di una crisi più complessa. Forse dovrei consigliargli di staccare, almeno per un po’; forse sarebbe opportuno che cominciasse ad elaborare un futuro diverso da quello sportivo che ha sempre sognato?
La ringrazio, C.
Cara C., no, io non ti consiglio di suggerirgli un futuro diverso da quello che ha sempre sognato, e non credo che staccare possa fargli bene, se non per una notte di buon sonno o al più per una vacanza di qualche giorno. Se tuo figlio è arrivato in alto nel suo sport al punto di essere “quasi un professionista”, significa che è un atleta di valore e di talento. Non si arriva ai livelli di semiprofessionista oggi in Italia, se non si hanno certi numeri. Questo significa che il sogno di vita di tuo figlio è qualcosa di più di una giovanile ambizione e che può davvero realizzarsi. Tutti coloro che hanno avuto successo hanno dovuto lottare. Mi viene in mente la Rowling che ha scritto Henry Potter in uno stato di profonda crisi personale: era senza lavoro, aveva appena divorziato, aveva un figlio piccolo, viveva con i soldi prestati da un’amica e quando inviò il libro agli editori ricevette 12 rifiuti ma, ecco la cosa decisiva, il prodotto c’era ed era buono e alla fine ha avuto il successo che conosciamo. Credo che tuo figlio abbia già dimostrato di saperci fare, forse gli manca l’ultimo passo per la completa maturazione o forse, come tutti, deve accettare l’idea di doversi sempre migliorare. Un tizio ha detto che il vero talento è la tenacia a migliorarsi. Comunque sia, da madre attenta come sei, se la crisi non dovesse passare nel giro di qualche giorno, allora, prima di gettare al vento anni d’impegno, è il caso di rivolgersi a un buon psicologo dello sport.
Con affetto, Alberto Filippi.
Le vostre lettere possono essere lette anche nel sito: albertofilippi.it