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Così vicini... Così lontani
• toMMaSo borGHiNi
In principio ci fu Alessandro Birindelli che aveva rmato un precontratto con i viola (per sua stessa postuma ammissione), ma che poi fu ceduto alla Juventus perché, guarda caso, Fiorentina ed Empoli non trovarono l’accordo economico. Era il lontano 1997, uno dei tanti segnali di un rapporto fra i due club, soprattutto in chiave mercato, mai realmente decollato, al di là delle parole u ciali di stima reciproca. Da allora nella Fiorentina sono passati tanti presidenti e tre proprietà, nell’Empoli c’è sempre stato Fabrizio Corsi, presidente della società azzurra addirittura dal 31 maggio 1991. E pensare che allora, con l’Empoli in Serie C1, la soluzione – Corsi pareva temporanea e invece... Sono trascorsi oltre trent’anni, con dichiarazioni d’intenti, dall’una e dall’altra parte, sulla opportunità di stringere un solido legame di collaborazione, tra due società che rappresentano città distanti fra loro appena 30 chilometri. Parole rimaste spesso sulla carta. Qualche operazione è andata in porto sì, Saponara e Terracciano, per esempio, fanno parte oggi del gruppo di Vincenzo Italiano e sono di “origine” empolese. Vecino, Dragowski, Zurkowski e Terzic furo- no prestati dai viola ai cugini. Ma molti dei talenti cresciuti o rilanciatisi in azzurro che, nel corso degli anni, sono stati regolarmente accostati alla Fiorentina sul mercato (da Di Natale, passan- do per Rugani, Mario Rui, Zielinski e Ricci), alla ne per una ragione o per l’altra, hanno trovato una sistemazione diversa. In via u ciale si è sempre parlato di soluzioni economicamente più vantaggiose.
Della serie: “Il campanilismo non c’entra niente!”. Eppure il sospetto che alla radice ci possa essere qualcosa che abbia a che fare con il Campanile resta. Uno degli ultimi a ari sfumati, davvero clamoroso, risale al 2019: il mancato deposito da parte della Fio- tratto di Traorè, nonostante l’annuncio u ciale dell’avvenuto acquisto per 12 milioni nella sessione di gennaio. Un caso avvolto dal mistero (si parlò di problemi legati alle visite mediche) e che lasciò esterrefatto il presidente Corsi. Anche con l’approdo alla presidenza della Fiorentina di Rocco Commisso, dopo le iniziali buone intenzioni manifestate pubblicamente dai due club, la situazione pare di nuovo essere precipitata. Una rottura scaturita nel corso dell’ultima estate quando, secondo radiomercato, la tavola era apparecchiata per il ritorno di Zurkowski a Empoli e il passaggio di Bajrami in viola. Poi il tentativo della Fiorentina di assicurarsi anche il gioiellino azzurro Parisi, inserendo nell’operazione pure Terzic. Incastro seccamente ri utato dall’Empoli, con il conseguente irrigidimento del club di Commisso. Un nulla di fatto che ha riportato freddezza nelle relazioni diplomatiche. Per non parlare delle due tifoserie i cui rapporti, dall’iniziale curiosità di parte viola della metà degli anni anni ‘80 per una piccola realtà che si a acciava alla crescente antipatia reciproca, sfogata spesso a colpi di sfottò e ironia. Con la Fiesole che, qualche anno fa, srotolò uno striscione emblematico: “Ma quale derby di regione, per voi nessuna considerazione”. E i tifosi azzurri, in tempi di Calciopoli e di penalizzazione per i gigliati, che replicarono con la scritta: “E ci corre più punti che Kilometri”. E che dire del mitico lenzuolo esposto al Castellani da alcuni ragazzi viola: “Ma lo stadio Ke l’avete preso all’Ikea?”, premiato da Cristiano Militello con lo Scudetto dello Striscione. O della “apocalittica” chiusura del noto locale Jaiss e del santone che sarebbe servito ai viola più di Santana? Pezzi di memoria di una lunga s da che oppone il Capoluogo ai “Cugini di campagna”, tra sciami di motorini sulla FiPiLi e sgambetti impertinenti quanto dolorosi. Una storia in nita, insomma, che conferma quanto sia di cile instaurare uno stabile e duraturo rapporto di buon vicinato fra due sodalizi calcistici così vicini geogra camente, ma di fatto così diversi e lontani.