Igor, un giorno da champions

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#INSIEMESIAMOPIÙFORTI

Fondatore RENATO CASALBORE Sabato 18 maggio 2019

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IGOR

Paola Egonu, 20 anni (SANTI)

UN GIORNO

DA CHAMPIONS


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SPECIALE IGOR/CHAMPIONS LEAGUE

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«IN CAMPO PER LA STORIA»

PICCININI E I RICORDI DEL MONDIALE VINTO A BERLINO «FU UNA GRANDE SVOLTA» DIEGO DE PONTI Tornare sul luogo del delitto. Può capitare ad un campionessa del mondo. A Berlino Francesca Piccinini nel 2002 c’era ed entrò nella storia del volley femminile con tutta la nazionale di allora. Oggi è il capitano dell’Igor Volley che cerca, contro Conegliano, un’altro risultato storico nella fianle di Champions League. Che emozioni prova a tornare a Berlino dove ha vinto l’unico Mondiale della nazionale femminile?

«Diciassette anni fa, in quel palazzetto, abbiamo scritto la pagina più importan-

“testa” che avevamo, ribaltammo i pronostici e realizzammo un’impresa incredibile». Sei Coppe dei Campioni/ Champions. Che cosa significherebbe per lei la settima?

«Significherebbe regalare a Novara, che la insegue da quasi vent’anni, la sua prima Champions League. Ho sempre detto che tra i tanti trofei che ho vinto le “prime volte” hanno sempre avuto un sapore e un valore speciale e devo dire che questa possibilità è uno stimolo importante. Non solo, dopo la finale Scudetto persa, voglia-

IL SIGNIFICATO

Un successo con Conegliano significherebbe regalare a Novara una coppa che insegue da vent’anni. Le prime volte sono per me uno stimolo importante

il resto, in due anni abbiamo avuto un cammino eccezionale. E’ giusto anche rendere merito a un avversario che ha fatto a sua volta cose eccellenti e che ha meritato sul campo la vittoria. Cosa è mancato nelle tre gare della finale scudetto? Cosa non ha funzionato? « In primo luogo le sconfittepesanti patite nei primi quattro set disputati nella serie: con l’equilibrio che c’è tra le due formazioni, non potevamo permetterci di entrare nel confronto con quattro set di ritardo e invece è quello che è successo e lo abbiamo pagato caro. L’altro aspetta ri-

«SOGNAVO DI GIOCARE UNA FINALE COSÌ»

te e gloriosa della pallavolo femminile italiana. In quell’occasione abbiamo dato una svolta all’intero movimento femminile. Per questo tornare a Berlino e in quel palazzetto è per me importante, sognavo di arrivarci fin dal giorno in cui è stata ufficializzata la sede della finale». C’è uno dei suoi successi che potrebbe essere una buona chiave di lettura per affrontare la finale con Conegliano?

«Lo stimolo più grande ce lo deve dare quanto fatto da Casalmaggiore tre anni fa, quando con una partita praticamente perfetta, in cui mettemmo in campo ogni briciolo di cuore e

mo chiudere una stagione di alto livello con un sorriso e non con la delusione di una sconfitta». Dopo la sconfitta nella finale scudetto, Novara è sfavorita?

«Il nostro dualismo con Conegliano in questi due anni ha portato vittorie e sconfitte a entrambe le formazioni. Credo che non sia possibile a priori parlare di squadrafavorita e squadra sfavorita. Dico chesì, sarebbe bello ribaltare sul campo questi pronostici». Novara poteva ottenere di più dal duello con l’Imoco?

«Certo, il rammarico è quello di aver perso le due finali Scudetto perché, per

IL MODELLO

Dobbiamo imparare da quanto fece Casalmaggiore tre anni fa. Allora mettemo in campo ogni briciolo di cuore e testa per ribaltare il pronostico e fare l’impresa

guarda quanto accaduto dal secondo set di gara due in poi, quando l’equilibrio è stato totale: pochi dettagli gestiti meglio e avremmo potuto ottenere molto di più. Spero ci sia servito da lezione in vista della Champions League». Aver perso lo scudetto vi può condizionare o darvi ancora più energia?

«Questo gruppo ha dimostrato di essere condizionato sempre e rigorosamente in maniera positiva dalle delusioni e sono convinta che anche in questa occasione sarà così. Cosa ci vorrà per prendersi la Champions?

«Una prestazione al limite

Francesca Piccinini, 40 anni, è la giocatrice simbolo della pallavolo femminile italiana degli ultimi 20 anni. In carriera ha vinto tra gli altri trofei sei Champions League (CEV.EU)

della perfezione, per intenderci sul livello di quella disputata a Istanbul nell’andata della semifinale con il Vakifbank». Lei ha sedotto Novara pronosticando uno scudetto storico che è arrivato, ora si tratta di esaudire un’altra promessa oppure già essere i finale è un grande traguardo?

«Arrivare in finale è sempre un grande traguardo ed è giusto partire da questo presupposto, anche considerando il livello della Champions League e delle avversarie che non sono riuscite ad arrivare in fondo. Penso al Vakifbank, che abbiamo eliminato dopo due titoli continentali e mondiali consecutivi. Ora, però, ci giochiamo la possibilità di fare la storia ed è un’occasione che non capita facilmente». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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SPECIALE IGOR

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CHAMPIONS LEAGUE

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LA CAVALCATA DI COPPA

IGOR NOVARA DA RECORD NELLA FASE A GIRONI: SEI SUCCESSI PER 3-0. NON ERA RIUSCITO A NESSUNO POI UN QUARTO FACILE CONTRO LE TEDESCHE DELLO STOCCARDA E LA SFIDA STRATOSFERICA CON IL VAKIF

Lauren Carlini, 24 anni, ha preso il posto della Skorupa in regia (CEV.EU)

La centrale Stefana Veljkovic, 29 anni, campionessa del mondo con la Serbia, che ha realizzato in coppa 26 muri vincenti (SANTI)

Michelle Hackley-Bartsch, 29 anni, alla prima stagione con la Igor. In Champions League ha realizzato 113 punti (SANTI)

Al termine della semifinale con il Vakif esplode la gioia di Paola Egonu, 20 anni, dopo aver risolto le sorti del match (SANTI) Cristina Chirichella, 25 anni, punto fermo del muro della Igor Volley Novara (CEV.EU)

Massimo Barbolini, 54 anni, a colloquio con le sue giocatrici durante un match (CEV.EU)

Francesca Piccinini, 40 anni, e il capitano della squadra del Budowlani Lodz a colloquio con la terna arbitrale (CEV.EU)

emozioni...

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CON LO SPORT AZZURRO UN RAPPORTO SPECIALE

DOLCE BERLINO CAPITALE D’ITALIA

Qui la Nazionale femminile ha conquistato il suo unico e storico Mondiale Qui il movimento del pallone ha celebrato il suo 4º trionfo iridato nel 2006 DIEGO DE PONTI Berlino capitale d’Italia, di quella Italia capace di tingere d’azzurro il cielo. Succederà anche oggi al termine della sfida tra Novara e Conegliano. E si potrebbe poi ripetere con la finale maschile che vede impegnata Civitanova contro Kazan. Una giornata storica che, però, è solo l’ultima perla di un rapporto privilegiato tra i successi sportivi

CITTÀ-STATO MOTORE DELL’UNIONE

UNA STORIA CHE SI RIPETE NEL TEMPO. LA SCINTILLA SCATTÒ NEL 1936 CON L’ORO OLIMPICO NEL CALCIO Fabio Cannavaro, oggi 45 anni, con la coppa del mondo nel 2006 (ANSA) più belli delle nostra compagini e la capitale tedesca. Qui l’Italia del volley femminile ha conquistato il suo unico Mondiale. Domenica 15 settembre 2002. Una data e un luogo leggendari per la pallavolo italiana: la nostra Nazionale femminile si laura Campione del Mondo per la prima volta nella storia. Di quella fantastica spedizione faceva parte Francesca Piccinini. La toscana oggi è uno dei punti fermi dell’Igor Nova-

ra. Le ragazze dell’Italvolley di coach Marco Bonitta conclusero l’avventura del Mondiale in Germania nella maniera più bella possibile. Si issarono sul tetto del mondo, domando gli Stati Uniti per 3-2. Un trionfo che sancì la piena maturazione del volley femminile italiano, un movinento che fino quel giorno aveva vissuto di luce riflessa, la luce della genrerazione dei fenomeni e delle sue strepitose vittorie. Ma a quel

gruppo è sempre mancato il successo nel torneo olimpico. Un tabù che, il prossimo anno, la nuova generazione di atlete azzurre proverà ad assalire con la forza e l’esperienza acquisita in Giappone con l’argento mondiale. Di quel gruppo in campo Berlino oggi ci saranno Cristina Chirichella, Paola Egonu, Anna Danesi, Monica De Gennaro, Miriam Sylla. Insomma Berlino come antipasto dei prossimi due

Berlinoè la maggiore città e anche un Bundesland della Germania, quindi una “città-stato”. E’ uno dei più importanti centri politici, culturali, scientifici, fieristici d’Europa. Dopo Londra, il 2º comune più popoloso dell’Unione europea.

anni dell’Italvolley. E la finale tutta italiana è la riprova che il moviemnto italiano è protagonista di una crescita prepotente. La finale di Champions di oggi certifica questo stato di grazia. CIELO NOSTRO

Cielo nostro quello di Berlino. Sotto questo cielo l’Italia dello sport azzurro ha conquistato una delle vittorie più importanti e tra le più inattese. Il 9 luglio del

2006 l’Italia conquistò il suo quarto mondiale di calcio. «Abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene» urlava Fabio Caressa; «Il cielo è azzurro sopra Berlino» rispondeva Marco Civoli. Fabio Grosso segnò l’ultimo rigore della serie contro la Francia ed esplosela festa; le strade di tutta la penisola si riempirono di gente. Eppure la spedizione azzurra in Germania era partita sotto una pessima stella: era scoppiato lo scandalo di Calciopoli, che trascinò dietro di sé polemiche e veleni per molti anni a seguire; i calciatori sembrano spaesati; il commissario tecnico Marcello Lippi molto nervoso. Corsi e ricorsi del nostro sport. Anche in Spagna, nel 1982, la Nazionale era assediata da polemiche e incomprensioni. E il risultato fu una vittoria. L’ALTRO CENTRO

Berlino è legata ad un altro successo. Quello delle Olimpiadi del 1936. Unico oro italiano nel torneo olimpico. Era l’Italia di Vittorio Pozzo, dei GUF, della propaganda del regime. Tuttavia quel 15 agosto, quando Annibale Frossi segnò il gol della vittoria contro l’Austria fu un successo di tutto il Paese. Erano altri tempi, era un altra Italia. Oggi il cielo sopra Berlino sarà di nuovo azzurro.

Federica Stufi, 31 anni, qualità dalla panchina (CEV.EU) SEI SUCCESSI PER 3-0 NELLA FASE A GIRONI: UN RECORD

MARCIA TRIONFALE E IL BRIVIDO VAKIF Una corsa tutta d’un fiato. Il cammino dell’Igor Gorgonzola Novara nella Champions League 2018/19 rasenta il bello e la perfezione. Per l’autorevolezza di certe vittorie e per quel giusto pizzico di brivido che è indispensabile per dare gusto anche alla più bella avventura. Quella dell’Igor è stata una corsa spedita fino alla semifinale. Poi un grande brivido che però, alla fine, ha spalancato le porte della finale di Champions League per la prima volta nella storia della società. Le azzurre di Massimo Barbolini hanno affrontato, nella fase a girone Cannes, Budowlani Lodz e Minchanka Minsk. Con sei successi per 3-0 le azzurre hanno realizzato un’impresa mai riuscita prima da quando è in vigore la nuova formula della competizione. Ai quarti Paola Egonu e compagne hanno affrontato lo Stoccarda andando a vincere fuori casa 3-1 e poi 3-2 in casa. In semifinale arriva lo scontro verità contro il VakifBank, campione d’Europa e del Mondo in carica. La Igor Volley fa il capolavoro ad Istanbul. Le azzure mettono a segno uno strepitoso 3-0. Per passare il turno bastano due set vinti in casa ma l’Igor si complica la vita. E affiorano i fantasmi dell’anno prima e della beffa firmata Galatasaray. Le turche arrivano a Novara con l’intenzione di ribaltare tutti i pronostici e si spingono fino al 3-1 che rimettte tutto in gioco. Si va al golden set e il VakifBank sente odore di impresa. Le ragazze di Giovanni Guidetti si spingono con i punti di Zhu Thing fino a 14-12. Ad un punto dal disastro si catena Paola Egonu che va al servizio e ribalta le sorti del match. Con 16-14 Novara conquista questa storica finale contro Conegliano. D.D.P. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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«LA COPPA PER IL PAPÀ»

Sansonna alla sua prima finale : «Mio padre ha chiesto che porti il trofeo in sfilata a Canosa. Ogni promessa è un debito. Siamo forti ma per vincere bisogna saper soffrire quando gira storta» Stefania Sansonna, 36 anni, in carriera ha vinto tre campionati, l’ultimo con l’Igor Novara nel 2017, primo scudetto della compagine novarese. Per l’Igor e per il libero è la prima finale di Champions

PIERO GIANNICO Giocherà a 36 anni la prima finale di Coppa Campioni della sua vita con l'entusiasmo di una ragazza e il carisma della giocatrice esperta. Stefania Sansonna non è solo il libero dell'Igor Gorgonzola Novara ma anche la donna simbolo di una pallavolo legata ai valori della lealtà, famiglia e del sacrificio. Da quando è alla corte di Suor Giovanni e patron Fabio Leonardi, il ministro della Difesa azzurro ha vinto 1 scudetto, 2 coppe Italia e 1 supercoppa italiana. Ma qual è il segreto per vincere la Champions League?

«Avere un approccio alla partita importante, testa sgombera da tutto e cancellare la serie delle finali scudetto contro Conegliano». Cosa è successo in quelle partite?

«Abbiamo iniziato a giocare da Gara3 e non possiamo dare due partite di

(SANTI)

«QUESTA NON È UNA PARTIA, È LA PARTITA. CANCELLIAMO LA FINALE SCUDETTO DALLA MENTE»

vantaggio ad una corazzata come l'Imoco. Sono convinta che noi siamo forti, ma per vincere devi mettere la palla a terra, saper soffrire anche quando non gira la partita come vorresti. Noi siamo un grande gruppo, e abbiamo tutte le carte in regola perfare questa impresa».

do mi ricapiterà di giocare una finale del genere, ma a Berlino quando scenderò in campo sarà il resoconto di una carriera, iniziata in serie D nel 1994 con la mitica Polisportiva Popolare Canosa».

Come sta vivendo l'attesa di questa partita?

«Da Gianni la tecnica e la tattica, con Marco mi sono divertita a giocare e a vincere, mentre con Massimo

«Questa non è una partita, ma la partita. Non so quan-

TRATTAMENTI TERMICI DEI METALLI

HEAT TREATMENT

Caprara, Fenoglio e Barbolini. Da loro cosa ha imparato?

mi sono completata come pallavolista». A Berlino come immagina la sfida a distanza con De Gennaro?

«Sarà un faccia a faccia stimolante. Lei come me sente il peso e il valore della maglia che portiamo addosso. Comunque andrà l'Italia della pallavolo avrà al primo e secondo posto due liberi italiani. E scusate se è poco».

Ha recuperato dalla lesione all'unità muscolare dell'anca?

«Il mio recupero da record passa da due fattori. In primis penso che gli infortuni siano uno strumento per migliorarsi, ma senza il mio staff medico e la mia testardaggine non sarebbe stato possibile. Il mio grazie ai dottori Mirko Poli, Federico Giarda, Maurizio Fasano, l’infermiera Stefania Bodini, il Fisio Alessio Botteghi. A loro tutta la mia gratitudine. Un ringraziamento particolare a Giuseppe Gueli PerformanceAdvisor e Personal coach di numerosi giocatori di calcio di serie A, Premier League, Bundesliga ed MLS che mi ha fatto scoprire un mondo rendendomi più forte e sicura». Citiamo Marzullo, si faccia una domanda e si dia una risposta?

«Non ho tempo per pensare, so solo che mio padre vuole che porti la Coppa Campioni in sfilata a Canosa di Puglia. E ogni promessa è debito».

SABATO 18 MAGGIO 2019 IL PROGRAMMA

LA DIRETTA DALLE 16 SU DAZN (p.gia.) La Max Schmeling Halle di Berlino è pronta ad accogliere le finali di Champions League maschili e femminili. Oggi nell’impianto berlinese, oltre alla corsa per l’oro tutta italiana al femminile tra Igor Gorgonzola Novara e Imoco Volley Conegliano (ore 16 diretta Dazn), in campo anche gli uomini con la Cucine Lube Civitanova che affronta lo Zenit Kazan (ore 19 diretta Dazn). Già in altre due occasioni, la finale di Champions League femminile aveva avuto protagoniste due italiane: nel 2001 quando Modena superò 3-0 Reggio Calabria, nel 2005 quando Bergamo s’impose 3-0 su Novara (l’allora Asystel). Due i precedenti tra Novara e Conegliano in Coppa Campioni, nella fase a gironi della scorsa stagione, con una vittoria per parte. La squadra vincitrice incasserà la somma di 400 mila euro.

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