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I Orobie Skyraid, buona la prima
Giuditta Turini, prima classificata Pubblico in attesa al rifugio Baroni al Brunone Luca Arrigoni, vincitore della prima edizione
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OROBIE SKYRAID, BUON(ISSIM)A LA PRIMA
Il nostro report dell'“edizione uno” e l’intervista all’organizzatore Mario Poletti. Tra gli sponsor, oltre a tante aziende bergamasche, Scott e Mico
di Tatiana Bertera
C’era una volta un uomo che aveva un sogno e ora, quel sogno, è diventato realtà. L’uomo si chiama Mario Poletti e il sogno Orobie Skyraid. Una gara tutta orobica che è andata in scena sabato 24 luglio sull’impegnativo tracciato che, da Ardesio in Val Seriana, ha portato i concorrenti fino a Valbondione, toccando i rifugi Alpe Corte, Laghi Gemelli, Calvi, Baroni al Brunone e Coca. Migliaia i supporters intervenuti per seguire i 650 atleti nell’epica impresa di 58 km e 3.800 metri di dislivello positivo, in uno dei contesti più severi e selvaggi dell’intero arco delle prealpi Orobie. Scommessa vinta per Mario Poletti e lo staff di FlyUp Sport, organizzatori della competizione.
La nostra rivista ha preso parte alla competizione mettendosi alla prova sul percorso, schierando sulla linea di partenza una sua giornalista. Per questa ragione ci sentiamo di poter dare un parere oggettivo sul tracciato e sugli aspetti organizzativi. Di seguito le nostre impressioni, alle quali segue una chiacchierata con l’organizzatore Mario Poletti.
Il percorso, in prevalenza tecnico, permette una corsa sostenuta solo in alcuni tratti. La gara attraversa alcuni dei punti più belli e panoramici delle Orobie, soprattutto nella seconda parte che dal rifugio Calvi porta fino al Coca. Ideale per chi ha gambe svelte e allenate, si tratta di una skymarathon da non sottovalutare e della quale è anche possibile innamorarsi. I cancelli orari sono severi ma certo non impossibili da superare: come abbiamo già detto è una competizione di grande soddisfazione per runner ben allenati e non alle prime esperienze. Molto sentita dalla popolazione locale, che si è letteralmente riversata in diversi punti del tracciato (compresi quelli più difficili da raggiungere) per sostenere gli atleti in gara, Orobie Skyraid promette di essere uno degli appuntamenti trail più attesi della provincia di Bergamo e non solo.
Il detentore del record delle Orobie, organizzatore della gara, ci racconta i retroscena e ipotizza i miglioramenti per la prossima edizione
Facciamo un bilancio della gara. Come è andata questa prima edizione? Oserei dire alla grande. Le Orobie sono tornate alla ribalta e questo è evidente sia dal riscontro del pubblico sia da quello dei concorrenti. Lo sforzo dell’organizzazione è stato enorme in tutti i sensi: a livello mentale, pratico e organizzativo, economico… Ma i risultati sono evidenti. Sei soddisfatto del percorso? Prevedi di modificare qualcosa per il 2022?
Confermo la mia soddisfazione. A oggi non prevediamo modifiche per quanto riguarda il percorso.
Quanti atleti in partenza e quanti non hanno tagliato il traguardo? Quali sono state le principali cause di ritiro? Su 650 iscritti, i partenti sono stati 590. I ritirati sono stati circa una cinquantina: 10 non hanno passato il cancello orario dei Laghi Gemelli, 7/8 quello del rifugio Calvi e circa 30 quello del rifugio Baroni al Brunone. La gara era impegnativa, lo si sapeva, e da regolamento si raccomandava la massima preparazione sia a livello fisico sia a livello di autogestione, in quanto il percorso è davvero impegnativo. Il meteo è stato clemente. Quale sarebbe stato il piano B in caso di maltempo? Vero. Il meteo ci ha aiutati. In una competizione come questa è fondamentale avere a disposizione l’elicottero, sia per eventuali soccorsi che per spostare le squadre, infine per portare il necessario per il ristoro nei punti meno agevoli come il Passo di Valsecca. Un grossissimo lavoro è stato fatto da Marco Astori del Soccorso Alpino e Padana Emergenza Onlus, che hanno cooordinato le loro squadre alla perfezione. Il Piano B sarebbe stato (e sarà in futuro) una variazione di percorso dal rifugio Calvi in poi. Nello specifico si tratterebbe di far transitare gli atleti da Passo Portula e raggiungere il traguardo a Valbondione dalla ciclabile che parte da Gromo San Marino.
Avevi preventivato l’arrivo del primo atleta in sei ore e mezza circa. Un errore di valutazione o credi che il tempo fatto da Arrigoni possa essere migliorato? E al femminile invece? Le mie previsioni sono state rispettate da Arrigoni fino a che è transitato al Brunone. Sul sentiero basso che porta al Coca ha rallentato un poco, forse anche perché sapeva di avere grande vantaggio sul secondo. Il tempo di Mario Poletti Luca, che ha condotto la gara dall’inizio alla fine, può sicuramente essere ulteriormente migliorato. Da oggi al prossimo anno andremo a lavorare per una edizione dal sapore internazionale, con la partecipazione di atleti e campioni anche dall’estero. Al femminile le previsioni sono state rispettate. Hai ricevuto critiche costruttive e che prenderai in considerazione per migliorare la seconda edizione? Sono arrivate segnalazioni su qualche problema relativo ai ristori. Abbiamo già preso provvedimenti per il prossimo anno. Sul sito orobieskyraid.it abbiamo pubblicato una scheda che gli atleti possono compilare liberamente al fine di dare suggerimenti per il 2022. Oltre alle critiche, comunque utili e costruttive, sono arrivati tantissimi complimenti. Quanto gli sponsor sono stati importanti e cosa hanno fatto per la realizzazione di Orobie Skyraid? Senza l’aiuto degli sponsor una gara così sarebbe impensabile, in quanto i costi sono stati davvero alti, al 99% aziende bergamasche leader nei loro settori e che ringraziamo una per una.