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WHAT’S GOING ON
by Sport Press
L’UOMO CHE VERRÀ
Le proposte menswear per l’inverno 2021/22 sono le prime nate interamente durante la pandemia. La moda italiana si interroga sui possibili scenari futuri e sul nuovo concetto di normalità. Tra tessuti soffici come gli abbracci che mancano, iniezioni di cromoterapia e volumi rilassati, una certezza esiste: la formalità diventa fluida, ma non rinuncia all’eleganza
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di Simona Airoldi
Guardare al prossimo inverno è un esercizio di lungimiranza, tenacia e speranza. E anche una necessità. La fashion week dedicata all’universo maschile per la prossima stagione, la prima concepita interamente durante la pandemia, ha preso slancio da Solomeo, piccolo borgo umbro regno di Brunello Cucinelli, maestro di pensiero positivo e di cachemire. Secondo l’imprenditore che ha ospitato l’evento inaugurale della versione online del Pitti Connect, occorre tenere duro ancora qualche mese, anche se il peggio sembra essere passato, nonostante il calo del -18,6% registrato dal menswear nostrano nel 2020. Una visione ottimista, che viene infusa nelle proposte con capi-manifesto dell’artigianalità italiana, baluardo del bello e ben fatto. Le tinte sono neutre e rassicuranti, l’eleganza è fluida e portabile, con tessuti nobili ad avvolgere il corpo e il completo che ritorna finalmente protagonista. Schiaccia il tasto reset Alessandro Sartori con Ermenegildo Zegna, che chiama proprio così la collezione pensata per ridefinire il guardaroba. Il direttore creativo in un fashion film incalzante lo ridisegna a misura d’uomo, con forme che si ammorbidiscono e perdono sempre di più i rigidi contorni di genere. Le sfumature si declinano in monocromo, ma il risultato è potente e vibrante, mai noioso. Si fa trascinatore dalla cromoterapia anche Silvia Venturini Fendi, che in attesa
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Immagini della sfilata Fendi fall-winter 21/22
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A partire dall’alto in senso orario, immagini delle sfilate fw21/22: Etro, due scatti di Ermenegildo Zegna, Brunello Cucinelli, Prada
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del debutto ufficiale di Kim Jones, vernicia di tinte accese come rosso lacca, blu elettrico e giallo illuminante i capispalla del suo défilé virtuale. Il loungewear si mescola con il formale, procedendo per sperimentazioni che possono sembrare quasi azzardate per la storica casa romana, e, invece, sono la risposta materica all’annichilimento della normalità imposto dall’emergenza sanitaria. Tra i pezzi più rappresentativi i piumini-bozzolo e le giacche con i loghi fluo. Voglia di libertà e di rompere le regole alla massima potenza per Kean Etro, che dell’anticonformismo ha sempre fatto cifra stilistica. Capi pensati per viaggiare, se non fisicamente almeno con la fantasia, grazie all’esotico disegno paisley accostato con inaspettata naturalezza a modelli street. Così i blazer damascati si portano insieme a pantaloni da lavoro e sneaker, senza soluzione di continuità tra giorno e sera. Come passerella digitale Prada ha inscenato un non-luogo con pareti in moquette e stanze geometriche, ideato per cancellare qualsiasi senso di temporalità. Miuccia e Raf Simons con “Possible feelings” hanno messo in mostra una riflessione in abito sulla pandemia, rimarcando l’intenzione di non voler dare un significato precostituito alla narrazione. Tutto ruota intorno al concetto di body piece, un elemento che ricorre in quasi tutte le uscite, eletto a totem feticcio dal duo di stilisti: si tratta di un pagliaccetto in maglia, simbolo del vestire confortevole in cui ci rifugiamo da mesi, stratificato in molteplici maniere e finissaggi. Un vestire emotivo, un ritorno quasi all’infanzia, lontano dalle esuberanze, ma pronto a trasformarsi e modularsi per accogliere qualsiasi cosa succederà.