preview Sposi magazine 2015

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The haute bride

> Giuseppe Papini

> Maison Signore

Style guide

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Be

tradizione Ă la

PAGE di Daniela Ciranni

Conferma il suo ruolo da protagonista, anche quest'anno, il pizzo. Chic, raffinato, sensuale, prezioso si adatta ad ogni tipo di look. E di donna.

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> Nicole Fashion Group

> Yolan Cris | Barcelona Bridal Week > Annasul Y.

> Raimon Bundó

Raffinati e chic, gli abiti da sposa in pizzo sono la soluzione ideale per le donne che amano essere alla moda ma con un occhio attento alla tradizione. Galeotto fu il vestito indossato dalla duchessa di Cambridge, Kate Middleton, che dopo anni continua ancora ad ispirare le donne di tutto il mondo. Elegante, sofisticato e raffinato, il pizzo ha quell’aria un po’ retrò che, però, da anni ha cambiato il suo status: viene utilizzato, infatti, soprattutto per abiti dal sapore più moderno e leggero, capaci di seguire le linee del corpo. Con il risultato di un look etereo, che trasforma il matrimonio in una vera favola.

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Inside the character

di Paola Pizzo Ph: Andrea Licari

Tessuti preziosi e quasi impalpabili, volumi ampi e corsetti. Gli abiti di Alessandra Rinaudo, stilista di Nicole Fashion Group e volto televisivo del programma «L’Abito dei Sogni» su Real Time, in questo 2015 confermano la ricerca di un romanticismo non «sdolcinato». Perché, proprio come dice lei stessa - che il suo abito da sposa lo ha cucito e disegnato da sé - «le ragazze contemporanee sono principesse moderne che perseguono il sogno».

Ph: Andrea Licari

Interview

A L E S S A N D R A

RINAUDO ago, filo e

Impossibile non cominciare parlando della sua nuova collezione, cosa la caratterizza? «Il mood del prossimo anno è ispirato alla leggerezza e al romanticismo, senza però sottovalutare un necessario tocco contemporaneo. Ho lavorato per creare abiti attuali, ma che raccontino il desiderio di perseguire un sogno che caratterizza le ragazze contemporanee, che io amo definire 'principesse moderne'. Lo sviluppo dei volumi, in questo senso, è stato fondamentale: ho interpretato il romanticismo a volte attraverso volumi importanti delle forme, altre volte con moderne silhouettes a sirena, con pizzi francesi ricamati e floreali». Si ritorna alla naturalezza, una collezione pensata per donne genuine? «Il canone estetico è quello della semplicità. Quando uso un pizzo francese, ad esempio, abbandono i volumi eccessivamente architet-

ROMANT 50SPOSIMAGAZINE


tonici delle gonne: l’abito è puro nella linea e il materiale è protagonista: organze in seta pura, gazar, chiffon e georgette rendono l’abito più confortevole e morbido». Cosa non deve mancare alla donna che va all’altare? «Il velo. Possibilmente che incornici al meglio la figura, crei magia, facendosi leggero e impalpabile». E gli accessori, quali e quanto contano? «L’accessorio è fondamentale per completare l’abito, al punto che se si sbaglia la scelta, si rovina l’intera mise: anche il contrasto va studiato ad arte. Non esiste una regola ferrea, ma personalmente non amo la sposa celata da troppi accessori, che poi rischiano di nasconderne la vera essenza». Pennellate di colore o total white? «Il colore è molto importante, soprattutto nell’abito da sposa che inevitabilmente è tra i soggetti più fotografati della giornata. Posto che il bianco naturale è sempre bellissimo, esistono delle sfumature di colore così delicate che sono in grado di dare quel tocco in più di unicità e bellezza. Da non sottovalutare, ad esempio, tutti quei pastelli delicati che danno l’idea del colore e servono soprattutto a risaltare l'incarnato: si pensi al grigio perla e al dorato in polvere». Nel caso di una sposa che opta per una cerimonia laica, cosa consiglia di indossare? «In quel caso preponderante è la location, con la quale bisogna coordinare lo stile

dell'abito. Non deve mancare l'attenzione alla vestibilità, per un risultato di coerenza che deve esaltare la femminilità ma essere al tempo stesso adatto al contesto». E l’abito corto? «Può essere interessante, se portato bene. Non dico no a priori, soprattutto se la sposa è giovane o al secondo matrimonio». Dunque, quali sono le tendenze sposa per la stagione 2015? «La fashionista potrebbe essere attratta da velature sulla schiena, trasparenze sensuali, effetti vedo-non-vedo eleganti ma iperfemminili». Parliamo un po’ di lei,

come ha iniziato? «Penso di non aver cercato questa professione. È stata lei a trovarmi. La passione è nata giorno dopo giorno, insieme alla maturità, e quando ho deciso la mia strada, mi sono accorta che la stavo già vivendo.

TICISMO SPOSIMAGAZINE51


The haute bride

Hot zone > La Perla

> Promise

> Intimissimi

«Sotto il vestito niente» è il titolo del celebre film del 1985 diretto da Carlo Vanzina ed, in un certo senso, si avvicina al mood di eleganza di una sposa: la lingerie deve essere un tutt’uno con il vestito, non si dovrà dunque né vedere né sentire. Una grande emozione allacciare il reggiseno che, una volta indossato l’abito, sparirà sotto il vestito nuziale e accompagnerà la sposa per tutto il giorno, in uno dei momenti più belli della sua vita. Una lingerie confortevole e pratica che sarà indosso per più di 12 ore e che quindi non dovrà né stringere, diventando una tortura sotto strati e strati di tulle, né cedere.

> Yamamay

Lingerie

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MON AMOUR di Daniela Ciranni

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> Promise

Shaping

Di gran tendenza la biancheria shaping (contenitiva, ndr), la preferita dalle star di Hollywood che la utilizzano per i red carpet perché valorizza i punti di forza del fisico nascondendo al tempo stesso i difetti. Una tipologia di lingerie che regala un aspetto seducente alla sposa, restando impercettibile anche sotto l’abbigliamento più aderente. Dulcis in fundo la prima notte da marito e moglie, l’inizio della vita insieme che non si dimenticherà per il resto dei giorni. Per l’occasione, una lingerie audace che esalta i punti di forza della silhouette, da indossare sotto una vestaglia con maniche a kimono in seta. Una notte in cui si è protagoniste e in cui bisogna sentirsi perfette.

> Lovable

il reggiseno

Il reggiseno dipende dal modello dell’abito: per un corsetto strutturato, si preferisce un reggiseno con coppe imbottite o push-up; per un abito a sottoveste, si predilige senza spalline o con coppe a triangolo; mentre per gli abiti che hanno un’ampia scollatura posteriore, esistono in commercio i reggiseni che si allacciano in vita. Gli slip, invece, non dovranno evidenziare eventuali chili in più e lasciare liberi glutei e fianchi.

> La Perla

il colore

La scelta del colore è la più semplice: non c’è spazio per tonalità accese, ma si dovrà optare per il bianco, per il color carne o champagne. Per un effetto nude assolutamente invisibile sotto l’abito nuziale.

La prima notte

> Promise

Una scelta che dovrà rendere impeccabile la sposa, non lasciando trasparire alcuna cucitura e facendola sentire sicura ad ogni suo passo.

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Inside the character

Interview

Non solo wedding planner. Enzo Miccio, il più celebre organizzatore di matrimoni d’Italia, cambia pelle e debutta nell’Olimpo della moda sposa. Il suo 2014, infatti, è stato segnato dal lancio di una collezione - romantica, chic e femminile - di abiti, scarpe e gioielli per la donna pronta a dirigersi verso l’altare. Ecco, dunque, un’intervista per andare alla scoperta delle ultime tendenze in fatto di matrimoni e stile. Anche se lui non ama seguire un trend, perché altrimenti «i matrimoni risulterebbero molto simili, io invece voglio che siano unici».

UN SOLO FILO CONDUTTORE:

IL BUON

GUSTO

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Ph. Morlotti Studio Ph. Morlotti Studio

Ph. Morlotti Studio

di Alessia Rotolo

Ph. Fabio Nicolaci

Perché il passaggio agli abiti da sposa? «Da anni lavoro a stretto contatto con le spose e conosco tutte le loro esigenze. Ho riscontrato un gusto che si muove nel segno dell’eleganza e della sobrietà e che rispecchia le necessità di molte di loro. Quello che propongo con la mia linea è un perfetto connubio tra sensualità e femminilità, senza mai ostentare quest’ultima». Tessuti preziosi, pizzi valenciennes e rebrodé: che donna vuole raccontare con la sua linea? «Il concetto chiave è buon gusto senza tempo. Il matrimonio è un evento unico nella vita di una coppia, che non prevede repliche. Quello che mi piace proporre è un abito fuori dai trend del momento». Ha lavorato a stretto contatto con centinaia di spose, qual è l’ansia più diffusa? «Quella di non sapere da dove iniziare nei preparativi, la paura di dimenticare qualcosa. Se non ci si avvale di un wedding planner, il consiglio che do è quello di mettere nero su bianco tutto ciò che serve e dopo dare delle priorità. Quindi: prima la data, poi l’elenco degli invitati, la location, il mood delle

nozze, i fiori, i tovagliati e tutti quei dettagli che rendono unico un evento. Assolutamente da non trascurare anche la wedding cake e la musica. Un professionista non può dimenticare dettagli come il light design». Abito e location devono avere un unico filo conduttore? «Assolutamente sì. Se si ha un animo minimal, non si sceglieranno un abito pomposo ed una location barocca. Se si sogna un matrimonio provenzale, l’abito sarà un po’ più romantico e nella location non si potrà trascurare il dettaglio dei fiori. Se, ancora, si decide di sposarsi sulla spiaggia, l’abito della sposa non dovrà avere lo strascico. Ogni elemento deve essere in linea con l’altro. Il matrimonio è come una torta, ci vuole equilibrio di sapori». Quali saranno i trend del 2015 in termini di outfit per la sposa e allestimenti? «Non seguo i trend della moda ma solo i desideri degli sposi, interpretandoli in chiave attuale. Sono sempre in continua ricerca e se mi legassi ad un mood tutti i matrimoni risulterebbero molto simili, io invece voglio che siano unici».


Ph. Fabio Nicolaci

ENZO MICCIO Lui sì che capisce le donne

Consigli per gli invitati ad un matrimonio? «Linee guida sono: non ingioiellarsi eccessivamente e tenere a bada i make up artist e gli hair stylist. Unghie rigorosamente nature o di un colore sobrio. Le donne invitate mai vestite di bianco e mai di nero, neppure la sera; così come sono banditi i pantaloni e scollature e spacchi audaci. Le scarpe in linea con l’abito, le altezze sono 8-10 centimetri, massimo 12 per le più giovani. No assoluto a lustrini durante il giorno e mai borse grandi, piuttosto pochette e clutch. Per l’uomo, invece, niente tessuti lucidi né neri: l’eleganza si esprime al massimo con un tight o mezzo tight per la cerimonia mattutina o con un rigoroso abito grigio o blu notte per il wedding party». Meglio un solo gioiello ma vistoso e di valore o tanti piccoli dettagli? «Dipende dall’abito. Se è semplice, un collier importante va benissimo; se, ad esempio, l’abito è totally embroidered, meglio puntare su piccoli bijoux. La moda è un gioco di equilibri». Come ci stupirà ancora? «Televisivamente parlando, nuove serie dei miei programmi più rappresentativi - tra tutti, «Ma come ti vesti?!» - e nuovi format sempre all’insegna dell’eleganza, con quello spirito irriverente che mi contraddistingue. E poi, chissà che presto o tardi non pensi anche allo sposo». SPOSIMAGAZINE101


Dodici centimetri

Sopra il

CIELO

La scarpa è fondamentale: deve essere alta, comoda e bella. Un mix ormai possibile, per fortuna.

> Alessandra Rinaudo

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> Enzo Miccio

di Daniela Ciranni

Bisogna, quindi, scegliere con cautela le scarpe che vi accompagneranno verso l’altare. L’importante è permettersi centimetri in più soltanto se pensate di saperci camminare con disinvoltura e soprattutto se avete la certezza di non sovrastare lo sposo con la vostra statura. Sì ai tacchi, dunque, perfetti per guadagnare qualche centimetro senza però sentire i piedi in trappola.

beinst Show

> Alessandra Rinaudo

passi verso il futuro marito, il giorno che vi legherà a lui per tutta la vita, vi sembreranno tanti, forse anche troppi. Oltre alla paura per qualche lacrima che scendendo giù rovinerà il make up, il terrore di entrare in chiesa e sentire dolore ai piedi è un pensiero fisso per le future spose. Sarà, infatti, un giorno lungo e ricco di emozioni, durante il quale il comfort è indispensabile, una delle priorità assolute.

> Serrese

> Loriblu

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> Enzo Miccio

> Alessandra Rinaudo


> Penrose

> Menbur | Zalando

> Menbur | Zalando

Ad impreziosire le calzature ci pensano applicazioni di pizzi e fiocchi, Swarovski saggiamente misurati. > Serrese

Di gran tendenza il pizzo, riproposto da tutte le grandi maison. Scarpe impreziosite dal macramè che si impone con il suo effetto romantico e bon ton, regalando alle calzature un’eleganza senza tempo e senza stagione, come i modelli di Alessandra Rinaudo, Enzo Miccio e Pura Lopez. La sposa, che sogna il grande giorno fin da piccola, grazie alle storie ascoltate milioni e milioni di volte sulle ginocchia della propria nonna, non può assolutamente fare a meno dell’effetto vedonon-vedo.

> Loriblu

> Loriblu

> Loriblu

> Enzo Miccio

> Menbur | Zalando

Ripropongono il fiocco - elemento decorativo classico di un matrimonio - tutte le scarpe pensate per donne intraprendenti ma al tempo stesso romantiche e firmate da importanti brand del panorama internazionale. I modelli Menburn sono per tutti i gusti. È possibile scegliere se optare per il fiocco presente nella parte anteriore o posteriore. Non mancano, mai per il giorno del fatidico sì, gli Swarovski che, rispetto agli anni passati, si propongono con più stile ed eleganza. È il caso di quelle disegnate da Penrose e Serrese, ad esempio. Ci sono poi, invece, dettagli che donano luce grazie ad un tocco di raffinatezza, come il modello firmato da Ted Baker.

> Loriblu

> Enzo Miccio

> Pura Lopez | Zalando

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Clothes of a gentleman

> Sartoria Rossi

Best looks

L'abc dello

> Carlo Pignatelli

> Sartoria Rossi

La giacca monopetto è l’Abc del guardaroba sartoriale maschile e si pone al centro di ogni look come pezzo fondamentale da possedere nel proprio armadio, specialmente nel giorno del matrimonio.

The Extra! Exclusive

> Cor Sine Labe Doli

> Lubiam

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> Swarovski

di Vincenzo Parisi

> Cleofe Finati by Archetipo

STILE

> Swarovski


> Musani > Angelo Toma

Per il giorno del «Sì», però, non possono mancare le tonalità accese che declinano il blazer monopetto in blu pastello e blu elettrico. Così, arriva la proposta di un uomo super elegante anche se vestito di nuance diverse dal nero: la giacca monopetto è, in questo caso, con revers a lancia in satin, e richiama elegantemente la fascia in vita. Tutti dettagli che fanno la differenza.

> Sartoria Rossi

> Cleofe Finati by Archetipo

Un uomo dal fascino misterioso è colui che decide di indossarla con disinvoltura, impreziosita da revers a lancia in raso, abbinata al papillon o con un look «oscuro» in rigoroso total black. Ma non solo: la giacca monopetto nera è abbinata anche a più classici plastron e cravatte, con gilet a contrasto nelle nuance del bianco perla. E ancora, non finisce qui. Questo capospalla, infatti, è il perfetto alleato dello smoking, indossabile nei cocktail party più esclusivi e in cerimonie mondane, da moderno «James Bond».

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Inside the character

Interview

E per lo sposo? «L’evoluzione dell’abito da cerimonia ha visto il passaggio da un abito estremamente formale, con canoni ben precisi, a modelli sensibili alla ricerca, ricchi di finiture ed estremamente moderni. Si tratta sempre e comunque di dettagli dosati con discrezione e misura: non abbiamo mai permesso che la moda spostasse il baricentro stilistico della nostra identità. Le tonalità dell’abito da sposo naturalmente variano per ogni collezione, ma le tinte intramontabili sono sempre i grigi, dai perla, passando per i medi, fino a toni anche molto scuri; e poi varie tonalità di blu, dal più acceso al più scuro e tradizionale. Anche il nero per le cerimonie serali, ma con gradi di brillantezza o lucidità differenti, in base alla tipologia di stoffa: una maggior quantità di seta in mischia con la lana rende le superfici brillanti, mentre una mano lucida è ottenuta con trattamenti specifici su pure lane. Effetti particolarmente apprezzati quando l’obiettivo è l’altare. I capi più innovativi presentano ricchezza di dettagli quali rever di raso, piping, fodere in contrasto, bottoni gioiello con cristalli Swarovski, comunque mai eccessivi. Per chi osa di più, proponiamo il tutto nero, nell’abbinamento abito/camicia. In ogni caso, l’abito da cerimonia deve creare un’emozione e interpretare l’unicità dell’evento». Cosa indossa, invece, l’invitato perfetto? «Anche l’invitato perfetto dovrà essere elegantissimo, la proposta del satiné è di grande classe e rispetta il ruolo del protagonista che spetta esclusivamente allo sposo. In qualsiasi caso, sono sempre più convinto che la vera eleganza debba essere impeccabile ma naturale, lussuosa e insieme discreta. Questi connubi danno vita a capi che mai potranno dirsi demodé, perché la vera eleganza sta prima di tutto nella misura. Il significato originario della parola 'eleganza' deriva dal latino 'eligere', quindi l’arte del saper scegliere. Occorre perciò imparare a conoscersi, quindi saper scegliere quello che è più adeguato alla nostra figura, alla nostra personalità, al ruolo che occupiamo nella società e alle circostanze con le quali ci confrontiamo nella quotidianità».

«Il significato originario della parola eleganza deriva dal latino eligere, quindi l’arte del saper scegliere»

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Clothes of a gentleman

Il papillon

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Il dettaglio che fa la differenza... sopratutto se in ceramica. di Vincenzo Parisi

Farfallina o papillon, chiamatelo come volete, l’accessorio emblema del romanticismo si conferma come uno dei dettagli preferiti dai nuovi gentiluomini che amano distinguersi con stile nel giorno del tanto atteso «Sì». È perfetto per cerimonie che si svolgono dall’ora del tramonto alla sera, perché super elegante: molti lo preferiscono per la sua attitudine a ricreare l’immagine di principe nobile. L’assoluto protagonista è il papillon nero: che sia broccato, di velluto o con ricami, poco importa; il dress code per lo sposo impone formalità e rigore. Tremendamente chic in velluto per i mesi invernali. Ma cosa succederebbe se al tessuto sostituissimo materiali decisamente meno comuni? In costante evoluzione, il bizzarro e variopinto mondo della moda conquista altre frontiere e contamina le creazioni di accessori e abiti con nuove tecniche e materie prime inusuali. Ѐ il caso di Cor Sine Labe Doli, brand emergente che ha fatto dei suoi papillon un must have irrinunciabile per gli amanti degli accessori ultra glamour. Quell’accessorio tanto caro ai gentlemen di tutte le epoche adesso si veste di ceramica. Sì, avete capito bene: è proprio questa la caratteristica principale delle creazioni di Cor Sine Labe Doli. Nelle mani di Luigi Arbore e Massimo Mazzilli, creatori del marchio, il tradizionale papillon si trasforma in una vera e propria scultura di ceramica. Insomma, un vero successo tutto made in Italy che fa dell’innovazione e dello stile i suoi punti di forza. Il papillon per Cor Sine Labe Doli «diviene l'accessorio chiave - spiegano i desginer -, che dona un tocco glamour, eccentrico ma raffinato, a un gilet, a una camicia colorata o a un little black dress, come anche ad una semplice e classica polo. L’estro e la manifattura artigianale si fondono per dare vita a un accessorio privo di precedenti - sottolineano -, ma allo stesso tempo con un forte passato stilistico. Il tutto rigorosamente Made in Italy, artigianale e tradizionale».

> Immagini: Cor Sine Labe Doli

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Be fabulous!

Beauty notes È l'anno dei contrasti. La donna sicura opta per nuance decise come bordeaux e blu notte; la più sweety non rinuncia a rosati ed effetti «nude».

#

Trend

like A BEAUTY

> Pupa

2015

QUEEN

di Anna Clara Mucci

> Sephora

Le tendenze trucco 2015 che ci arrivano dalle principali passerelle e dai backstage dell’alta moda, danno risalto ad una donna sempre più sicura e dalla femminilità decisa, mascolina o a volte - in netto contrasto - romantica. Da un lato, abbiamo i colori forti, come viola, bordeaux, fucsia, nero, blu notte, che esprimono rigore e femminilità sicura. Dall’altro, i colori nudi, beige rosati, salmone e albicocca, dedicati alle più eteree, romantiche e discrete. I trend del nuovo anno girano intorno ai riflessi sulla pelle che, a differenza della stagione scorsa, non sono più «frost» o perlati, ma molto più naturali.

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> Sephora

> Sephora


> Pupa

> Marc Jacobs | Sephora

PER LE UNGHIA

> Sephora

> Pupa

> Make Up Forever | Sephora

La pelle naturale rappresenta la base perfetta per giocare con dei glitter, magari color oro, da applicare sugli occhi. Il «cat eye» con eyeliner che allunga lo sguardo, può dare sembianze sensuali da gatta. Gli ombretti rimangono sui toni pastello, preferibilmente pesca e color cipria. Le sopracciglia devono essere spesse e un must di stagione saranno quelle finte, un effetto che si potrebbe ottenere anche con mascara particolarmente potenti e rigorosamente neri.

> Pupa

> Pupa

> Sephora

Lo smalto nude in tutte le sue sfumature di colore - che vanno dal rosa tenue al carne - spopolerà soprattutto nell'autunno/inverno. Gettonatissimo anche quello bianco gesso. Con i classici della manicure autunnale, rosso scuro, rosso fuoco laccato, porpora, bordeaux, rosso mattone cupo, non si sbaglia mai. Il colore di tendenza per eccellenza sarà il sangria. Gli smalti metallizzati, nelle nuances acciaio, oro, argento, verde scuro e grigio, andranno molto di moda in inverno. Blu cobalto e azzurro per le carnagioni chiare. Smalto nero per una manicure elegante e raffinata.

> Pupa

> Pupa

PER GLI OCCHI

> Pupa

> Nars | Sephora

PER LE LABBRA Per labbra da baciare, preparatevi a un’annata di colori caldi, alternati a tonalità nude. Il rosso (scuro tendente al bordeaux) rimane protagonista assoluto del make up labbra, ma anche le sfumature nude sono ben rappresentate. Il vinaccia, ovvero un viola molto scuro tendente al rosso, sarà il colore di tendenza per le serate autunnali e invernali del 2015. Da scegliere ovviamente solo se il resto del make up è molto sobrio! Dall’altro lato, il colore nudo sarà adatto ad un semplice make up da giorno che focalizzi l'attenzione sugli occhi. Se avete un incarnato olivastro e capelli scuri, scegliete il marrone; su castano e biondo, rimane protagonista il rosso arancio!

> Pupa

Il primo aspetto da curare quando ci si appresta a creare il proprio make up, è la scelta di un’ottima base viso. Per essere sicure che il trucco duri per l’intera giornata, è fondamentale applicare un primer opacizzante. Gli altri cosmetici indispensabili per la base viso sono il fondotinta o la bb cream (preferibilmente dalla texture leggera), una cipria in polvere minerale per opacizzare ulteriormente e fissare, e a seguire un blush o un fard (rosa per un effetto romantico o arancio per un tocco glamour) che danno risalto agli zigomi.

> Pupa

PER IL VISO

> Marc Jacobs | Sephora

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> Avallone

Wedding essential

Gioielli per lei

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JEWELS accent

Non solo l'abito. Per stupire basta un «solo gioello». Quello giusto, però... di Daniela Ciranni

> Swarovski

> Recarlo

«Il gioiello deve provocare stupore, non invidia», diceva la regina di eleganza Coco Chanel. Ogni donna dovrebbe tenere ben in mente le parole della stilista francese, soprattutto il giorno del proprio matrimonio. In uno dei momenti più belli e felici della vita di una donna, il risultato finale tra abito ed accessori deve essere ricercato e raffinato. Si deve creare, infatti, sintonia richiamando con i gioielli lo stile del vestito e non sembrando mai eccessive.

> Stroili

È inutile girarci intorno. Il gioiello che deve risaltare il giorno del matrimonio è la fede nuziale. D’oro bianco, rosso, tempestata di diamanti o con uno «soltanto» che brilla al centro, la fede è quel giorno protagonista e il momento dello scambio degli anelli è sicuramente il più emozionante di tutta la cerimonia.

> Salvini

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> Salvini

> Recarlo

> Recarlo

Le fedi nuziali, infatti, simboleggiano l’amore eterno che accompagnerà la coppia di sposi per tutta la vita. Banditi altri anelli, quindi, per lasciare spazio alla vera protagonista della cerimonia. Se si vuole sfoggiare l’anello di fidanzamento, simbolo di amore eterno, l’unica opzione è portarlo nell’anulare destro lasciando libero il sinistro per la fede.

> Chopard

> Swarovski

Dalle passerelle della Bridal Week di New York la «semplicità» è la parola d’ordine: i gioielli più adatti per le spose sono gli orecchini. La scelta per essere impeccabili durante il giorno del matrimonio è limitata: perle o diamanti che faranno risaltare lo sguardo felice e radioso della sposa. Si può decidere di azzardare scegliendo una pietra colorata.

> Stroili

Zaffiri, quarzo rosa o smeraldi che, con la loro eleganza, riescono a sorprendere mantenendo un'allure raffinato. Ogni pietra, però, ha il suo significato: il rubino è simbolo di devozione e rispetto, lo zaffiro di amore duraturo, lo smeraldo simboleggia la speranza, il brillante è vincolo dell’amore eterno. Comunicare attraverso i gioielli non è mai stato così divertente. Stupire gli invitati è la nuova tendenza. Invece del cambio d’abito la moda consiglia di osare indossando gioielli vistosi durante il ricevimento di nozze. Un collier, una collana dalle dimensione maxi con monili antichi, dei bracciali o una parure inaspettata, lasceranno senza parole amici e parenti.

> Radà

> Marco Bicego

> Swarovski > Salvini

> Swarovski

> Chopard

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Be inspired

The-Extras

> Swarovski

> Swarovski

> Swarovski

> Swarovski

Part1

#STONEAGE

Gemme colorate e lucenti. Nel 2015 si torna all'etĂ della pietra. Naturalmente preziosa. Rigorosamente oversize.

> Swarovski

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Wedding essential

L'orologio

> Swarovski

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Un’alternativa alla classica parure composta da collana e orecchini, anche se sembra un accessorio insolito per una sposa, è l’orologio dall’aspetto prezioso ed elegante. Solitamente la sposa evita di indossarne uno perché, almeno quel giorno, non vuole avere nessun tipo di stress provocato dal tempo che scorre e desidera solo godersi al meglio il momento magico. Ma cosa c’è di più importante del contare i minuti per non perdere nemmeno un attimo della

> Just Cavalli

> Didofà

I minuti che separano la sposa dal suo ingresso in chiesa e dall’inizio di una nuova vita con il proprio amato sembrano sempre tanti. Troppi. Sono momenti di ansia ed emozione ed avere al polso un orologio che scandisce il tempo non può che aiutare a mantenere la calma, o almeno a provarci.

> Swarovski

di Daniela Ciranni

futura vita coniugale? Ed ecco, così, che al polso della sposa si materializza un accessorio nuovo per il mondo bridal, che ha come unica regola quella di brillare. Proprio così. Scintillii di luce, brillanti incastonati, pavé di cristalli, l’importante è che, anche il polso della sposa, non passi inosservato. I dettagli del wedding watch devono essere molto accattivanti. In oro bianco, dorato, gold rose o acciaio, i modelli proposti dai brand sono tanti.

> Swarovski

> Just Cavalli

TIME TO love

L'unica regola è brillare. Scegliete voi se con una parure o un inaspettato orologio al polso.

L’unico colore che può essere aggiunto a questa palette è il rosso, tradizionale nuance che si rifà all’amore e alla passione. Si può scegliere tra un orologio firmato Swarovski, Just Cavalli oppure osare con l’orologio «a tema» di Didofà, che ha realizzato un modello con un quadrante che contiene tutti gli elementi di un matrimonio. Why not?


Wedding essential

Gioielli per lui

MAN

> Salvini

Value

Lo sposo moderno è colui che esige gli accessori. di Vincenzo Parisi

> Salvini

Chi ha detto che i gioielli siano solo una prerogativa della sposa? I gioielli possono, anzi devono, essere anche i migliori amici dei ragazzi. Lo sposo moderno esige gli accessori, ricerca la perfezione e ama i dettagli. Principi numero uno nella scelta di quelli giusti sono eleganza e sobrietà. Basta, dunque, seguire alcune semplici regole di stile per sfoggiare un look da far invidia alla futura consorte!

> Swarovski

> Salvatore Ferragamo

> Swarovski

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È il tipico regalo che viene donato dalla sposa, dalla suocera o tramandato da padre in figlio. Insomma, un «gioiello di famiglia» da non trascurare. Ne esistono di tutte le forme e tipologie, ma la scelta giusta deve essere ponderata, non tralasciando aspetti come il colore e il tessuto della camicia, il mood complessivo dell’abito e la scelta degli altri accessori. Da non trascurare, inoltre, la rifinitura: se si preferiscono argentati, optare per soluzioni di stile che richiamino le nuance del metallo e del silver. Swarovski propone dei gemelli assai particolari, dalla forma tridimensionale, declinati nelle nuance dell’oro bianco e nero. Più adatti all’uomo classico, invece, quelli di Ferragamo che pensa ai gemelli come un accessorio dallo stile raffinato e super elegante, impreziositi da pietre, forme iconiche e senza tempo.

L’orologio

È un altro dei classici doni offerti dalla fidanzata prima delle nozze. Anche qui, di rigore, sobrietà e raffinatezza. D’oro bianco o di metallo, purchè non vada in contrasto con i dettagli. Eleganti quelli con cinturino in pelle stampata e tempestati di cristalli di Swarovski, classici ed eleganti gli orologi Ferragamo in oro. E per chi vuole optare per l’orologio da taschino, ciò che conta è che sia un dono di famiglia. > Salvini

I gemelli

Il bracciale

Tocco di classe originale con i preziosi bracciali d’oro bianco firmati

> Swarovski

Cartier, della linea Juste un clou: un sofisticato accessorio dallo stile elegante e dall’allure raffinata, che renderà ogni look speciale.

E sulla cravatta?

I ferma cravatta sono gli accessori più ambiti dallo sposo moderno, che ama i particolari e le scelte di stile raffinate ed eleganti. E anche questi devono essere della stessa rifinitura degli altri gioielli. C’è chi preferisce la spilla: oggetto inusuale ma non desueto, ottima per chi vuole mantenere i toni della sobrietà viste le sue dimensioni ridotte. Un esempio sono quelle alternative di Ferragamo, simbolo iconico della maison.

> Salvatore Ferragamo


Choice editor's

Rivive il decennio degli anni Sessanta. Quello meraviglioso

del primo 45 giri dei Beatles e dell’avvento della rivoluzionaria Pop Art; quello dello sbarco sulla Luna e di

«Colazione da Tiffany»; quello dei vestiti e delle gonne che riducono visibilmente gli orli e delle gambe che si alzano su zeppe mozzafiato. Richiami ad un decennio che tornano, ad esempio, nelle mise di Roberto Cavalli che, per l’estate, punta su look total white impreziositi dalle ricercatissime lavorazioni fiorentine a lui tanto care. E le gambe diventano così, ancora una volta, protagoniste.

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Inside the character

Interview

di Daniela Ciranni

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Interview Myriam: «Luca è il mio realizzatore dei sogni»

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Quando amarsi è

Luca Argentero e Myriam Catania presentano Mia D'Arco

Si cercano continuamente con lo sguardo. Sono complici, nella vita e adesso anche nel lavoro. Disegnano i contorni di una coppia giovane, ironica e divertita dalla vita, ma soprattutto innamorata (in barba ai maligni che nei mesi scorsi avevano detto di una loro crisi, ndr). E in più sono belli, cosa che di certo non guasta. Luca Argentero e Myriam Catania rappresentano oggi - dopo 10 anni insieme, di cui 5 da sposati - quella ventata di positività che ci vuole, in un periodo storico in cui spesso è la disillusione a farla da padrone quando si parla di amore, di coppia, di relazioni. Più «semplicemente», di felicità.

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Lo scorso ottobre, nello showroom «Giglio In» di Palermo, hanno presentato la prima linea di «Mia D’Arco», brand creato proprio dall’attore e dalla moglie insieme alla sorella di lei, Giulia Catania. Accanto ai perfetti padroni di casa Giuseppe e Federico Giglio, il trio ha presentato la nuova collezione realizzata grazie agli stilisti Valerio Lupi Cherubini e Gabriele Litta di studio Dreamonio. Ventidue pezzi tra abiti, borse ed accessori, che hanno come filo conduttore lo stile rock glamour e boheme chic. Elegante ed originale, il brand aspira ad entrare nel circuito dell’alta moda. Pezzo più importante della collezione è la catsuit, una tuta di pelle aderente declinata in tre versioni con dettagli in pizzo e trasparenze che lasciano poco all’immaginazione. Non sono da meno gli accessori must have come l’anello porta sigaretta, la cintura gioiello con giarrettiera, lo zaino che si trasforma in felpa e il palm cuff, un ornamento della mano da indossare sotto le dita. Una collezione che punta sul quasi total black, tranne qualche eccezione cromatica della scala dei grigi, mentre tra i tessuti spicca il cupro, una fibra che sembra velluto, ma anche pelli di razza, seta e squame di alligatore.

Com’è nata l’idea di creare un brand di moda?

Myriam: «Sono un’amante della moda e dell’arte a 360°. Il progetto è nato 10 anni fa con mia sorella Giulia. Abbiamo viaggiato molto facendoci affascinare da idee e tessuti e avevamo in mente tantissimi pezzi da realizzare che, però, per una prima capsule collection erano davvero troppi. Dopo aver fatto una cernita, abbiamo deciso di puntare su pochi pezzi iconici, che rappresentassero al meglio lo spirito e la filosofia della linea. Ci siamo messe alla prova con questa prima linea per vedere come evolverà il progetto. La scelta è semplice, sono quei capi che avrei acquistato ed indossato se fossero stati realizzati da altri brand». Luca: «Non è facile dare vita ad un brand, è davvero impegnativo. Ma da quando abbiamo deciso di far nascere Mia D’Arco non lo abbiamo mai trattato come un hobby, ci siamo posti dei reali obiettivi per dare sfogo alla creatività che è quotidiana a casa nostra. Nello stile del brand di mio non c’è nulla, io ho partecipato soltanto alla fase imprenditoriale, che è quello che so fare». M: «Non è vero che di Luca non c’è nulla in Mia D’Arco. Lui mi ha ispirata tantissimo perché mi ha fatto capire quello che piace ad un uomo. Così, ho pensato a dettagli e particolari che fossero femminili non soltanto per la donna, ma che potessero piacere soprattutto ad un uomo».

Com’è lavorare insieme?

L: «Lavorare insieme è bello, in questo modo riusciamo ad avere del tempo per noi e io sto imparando tanto dal mondo della moda. Non sono un grande amante delle tendenze. Se una giacca o un paio di scarpe mi piacciono, sono capace di indossarli per giorni e anche mesi. Molto spesso (ride cercando gli occhi della moglie, ndr) è lei a decidere cosa devo indossare». M: «Luca è il mio realizzatore dei sogni. Sta permettendo a me e Giulia di dare forma ad un sogno ed è complementare per il nostro progetto».

Insieme da 10 anni e sposati da cinque. Quanto siete gelosi? M: «Io moltissimo». L: «Ma no, non è vero» (guarda Myriam e ride). M: «Però pure tu». L: «Ma no, non è vero». E il sorriso che si scambiano lascia cadere tutti i pettegolezzi che nei mesi scorsi hanno insinuato una crisi tra una delle coppie più belle ed affiatate dello spettacolo.

Che tipo di donna veste Mia D’Arco?

M: «Il brand si ispira a una donna guerriera, elegante, sicura di sé e che ama stare al centro dell’attenzione. La ricerca del nome è stata una lunga. Cercavamo qualcosa che si ispirasse ad un’identità forte, ma che avesse anche una storia nostra. Così abbiamo scelto Mia, un nostro alter ego, un nome internazionale e femminile, che ci è piaciuto sia perché ci rappresenta sia per il suo suono. La donna Mia D’Arco è forte e coraggiosa, proprio come Giovanna D’Arco». SPOSIMAGAZINE233


> Roberto Cavalli

Seasons 2015

From the

RUN

way

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> Roberto Cavalli

> Roberto Cavalli

Protagonisti assoluti sono i capispalla, cappotti e giacche spesso oversize, in nuance che spaziano dai toni del grigio e del blu e si spingono fino a inaspettati mix&match.

> Salvatore Ferragamo

Sicuro, estroso, da guardare. È l’uomo 2015. Incede, dentro e fuori dalla passerella, deciso, sfoggiando capi che puntano tutto sui materiali e le stampe geometriche.

> Ermanno Scervino

> Ermanno Scervino

Incede sicuro. È l'uomo che per il 2015 sfoggia mise all'insegna dell'estro: «tessuto» e «colori» le parole d'ordine.


> Ermanno Scervino > Andrea Pompilio

> Ermanno Scervino

> Ermanno Scervino

> Missoni

Nei casi più estremi, diventano lunghe mantelle nei colori della terra. E a proposito delle tinte, in passerella si è visto proprio di tutto: dal giallo canarino all’arancione shocking, fino a verdi quasi metallizzati, celeste e blu elettrico. Il tutto rigorosamente applicato a tessuti pregiati, lane e cotoni di qualità, oltre che alle più moderne fibre sperimentali come il neoprene. Come si diceva? Ah sì, nel 2015 va di scena l’uomo che non deve chiedere mai. Sul serio.

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Take note!

New essential

wedding

THEME

Dalla stagione al colore, dalla tradizione al ritorno al futuro, le nozze vanno personalizzate. Scegliendo un tema, il vostro. di Antonella Giovinco

C’è chi il matrimonio lo sogna sin da bambino e lo vuole classico e tradizionale. C’è chi invece cerca l’idea diversa, nuova, spiritosa e originale e si trova a caccia di un tema, che dia anima alla festa e, perché no, coinvolga anche gli invitati.

Il tema stagionale

Fiori, frutti, natura: non c’è che l’imbarazzo della scelta. L’ispirazione primaverile o autunnale, in spiaggia o in montagna: quello legato alle stagioni è senza dubbio uno dei temi più ricorrenti e comuni a cui fare riferimento. E così i protagonisti possono essere fiori, uccellini, prati e bomboniere green fatte di semi o piccole piantine in vaso.

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Il tema d’antan

L’idea di viaggiare nel tempo, anche solo per un giorno, con un’atmosfera vintage e ispirata a un’epoca diversa: gli anni Cinquanta o Sessanta, i Venti o Trenta. Una sposa Fifties avrà rossetto e smalto rosso, eyeliner impeccabile, perle e onde vintage, gonna a ruota e open toe col fiocco. Sulla tavola Coca Cola in bottigliette di vetro e milkshake con cannucce millerighe. E ovviamente una macchina d’epoca a portar via gli sposi. Un gusto retrò che potrà creare un effetto nostalgia che coinvolgerà tutti gli invitati. Idem con gli anni del Charleston e le atmosfere rigorose d’inizio secolo.

Per veri romantici e nerd

Un film, un libro, una favola a cui si è affezionati. Per i più romantici (da «Via col Vento» a «Romeo e Giulietta») e sognatori («Cenerentola», «Alice nel paese delle meraviglie»), senza tralasciare i più nerd (gotico, Star Trek, super eroi, Tim Burton).

Wedding in technicolor

Altra scelta gettonatissima è quella legata ai colori: verde menta, pesca, malva, gold e chi più ne ha più ne metta. Dal blu al rosso, non c’è sfumatura che non possa diventare protagonista se interpretata con stile: dall’abito alle decorazioni, dai fiori al cibo. E perché non stabilire un dress code anche per gli invitati che potranno sbizzarrirsi sul tema?

Nozze con… passione

E infine gli hobby. Quelli degli sposi, che magari ne hanno qualcuno in comune che li ha fatti incontrare. Come andare in bicicletta. E allora le due ruote possono diventare protagoniste, dalla grafica per le partecipazioni all’allestimento dei luoghi della cerimonia, coi cestini portafiori o porta bomboniere. Oltre a condurre gli sposi, al posto della surclassata automobile. E chi non vuole prendersi sul serio neanche il giorno delle nozze può puntare sui giochi: quiz o cruciverba per intrattenere gli invitati, da completare rispondendo a delle domande sugli sposi. O una grande caccia al tesoro, con indizi mascherati su cuori di carta handmade. E poi tavoli con giochi da tavolo, mazzi di carte e angoli dedicati a biliardo, calcetto, bocce, limbo. Fate il vostro gioco!

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Inside the character

Interview

LUI, L'AMORE E IL FUTURO:

TUTTO IN UN PIATTO Scriveva Guy de Maupassant che «le parole nere sulla carta bianca sono l’anima messa a nudo». Bisogna solo sostituire la carta con un piatto e l’inchiostro con il cibo e si può dire lo stesso per Bruno Barbieri, giudice dei programmi televisivi «Masterchef» e «Masterchef Junior» in onda su Sky; chef che vanta sette stelle Michelin, conquistate lavorando in quattro ristoranti diversi. È la sua cucina, infatti, a raccontare il suo Io, a svelarne l’anima a chi decide di soffermarsi ad assaporarla. Alla base del suo successo non possono che esserci Bologna e la nonna, ma per il futuro vuole «essere libero di sperimentare quei prodotti che non avrei mai pensato esistessero».

Bruno

di Paola Pizzo

BARBIERI

I suoi hanno sempre un'anima o qualche volta, magari in casa sua, riesce a cucinare qualcosa semplicemente per metterla in pancia? «Non potrei mai cucinare così. Ho sempre detto ai mie allievi ‘dentro questo piatto ci deve essere il tuo Io’ ed è questo il mio rapporto con il cibo: di estremo rispetto».

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Quando assaggia un piatto, il suo giudizio segue l'emozione o è più attento a tecnica e sapore? In fondo, è pur sempre il giudice più puntiglioso e implacabile della cucina di «Masterchef». «Il mio giudizio, così come la creazione del piatto, segue tutti e tre i criteri: dev’essere tutto insieme, farmi ‘vedere’ e quindi emozionarmi. Implaca-

bile io? No, sono solo una persona esigente, do e pretendo».

lì, con la nuova edizione del programma, ci saranno dei grandi potenziali chef».

A proposito, è più facile giudicare grandi o piccini? Non si è mai sentito in colpa nel «cassare» il piatto di uno degli junior masterchef? «Masterchef e Masterchef Junior sono due esperienze molto belle, ma comunque molto diverse. Entrambe, però, mi permettono di fare una delle cose che più mi piace: essere alla continua ricerca di talenti. Ci sono molti bambini che sono già dei veri talenti in erba, colgono al volo i suggerimenti e li mettono in pratica subito: sognare di diventare qualcuno, un grande chef, è bello! Poi ci sono i grandi e sono certo che anche

Momento «pettegolezzo»: meglio Joe o Linda Bastianich? «…Meglio Bruno Barbieri!». Facciamo un passo indietro, torniamo alle sue origini: il Bologna calcio, i tortellini e le donne della sua vita (nonna, mamma e sorella, ndr). Cosa rappresentano per lei? «Tantissimo. Le donne della mia vita mi hanno insegnato moltissimo, grazie a loro ho imparato il valore del cibo. Mia nonna è stata fondamentale per me. Il Bologna calcio è una passione e i tortellini sono il mio essere bolognese».


Il piatto che avrebbe voluto inventare? «Di piatti ne avrei voluti inventare moltissimi e vorrei inventarne tanti altri. Scegliere, onestamente, mi è impossibile». E quello, invece, che ha creato lei e di cui va più fiero? «Ogni piatto rappresenta una tappa del mio percorso, della mia ricerca». Sul suo blog ho letto il commento di una fan che le chiedeva qual fosse il «piatto perfetto, quello orgasmico che ne vorresti all’infinito» (testuali). Le ha mai risposto? «Ci sto ancora pensando! Però quel messaggio è uno dei molti che ho ricevuto da quando ho iniziato l’avventura del blog www.brunobarbierichef.it. Devo dire che il blog è un’esperienza pazzesca: l’aver creato un luogo, anche se virtuale, dove raccolgo diverse testimonianze di eccellenza, mi ha permesso di essere vicino a molte persone. Mi scrivono in tantissimi e l’unica pecca è che devono pazientare per ricevere le risposte, ma prima o poi arrivano». Parliamo un po' d'amore. Quanto conta la cucina in un rapporto di coppia? «Conta moltissimo. Credo che per aver un buon rapporto sia fondamentale aver cura di se stessi, amarsi e coccolarsi: solo così si riesce ad amare anche la persona che si ha vicino. E la cucina è cura di sé e dell’altro, bisogna amare il proprio corpo per poter stare bene con se stessi e il cibo ha un ruolo fondamentale». Quindi, si può davvero conquistare una persona cucinando? E lei, è un grande seduttore? «Certo che si può! Seduttore io? Ci pensano i miei piatti».

«Tutti i prodotti di qualità. Quelli che raccontano la storia della gente che lavora per coltivarli, che sono importanti sia per la salute che per la soddisfazione del palato». Restando in tema ingredienti, che idea ha della cucina siciliana? «Gli ingredienti siciliani hanno la fortuna di crescere in una terra, in una regione che produce materie prime di altissima qualità. In Sicilia si impara a cucinare in casa, con la tradizione della famiglia». È lo chef italiano con il maggior numero di stelle Michelin insieme a Gualtiero Marchesi, quando tornerà ai fornelli di un suo ristorante? «La mia vita è tutta un progetto. Nei trent’anni di lavoro in cucina ho rinunciato a molte cose e adesso voglio fare tutto ciò che non ho fatto prima. Sicuramente continuerò a viaggiare, mi impegnerò nella ricerca di materie prime di nicchia e di ottima qualità, voglio essere libero di sperimentare quei prodotti che non avrei mai pensato esistessero. Insomma, dopo tutte le trasmissioni, il libro “Via Emilia via da casa”, mi aspettano ancora mille emozioni. Poi, chi lo sa…».

Se dovesse descrivere l'amore con un piatto, quali ingredienti userebbe? SPOSIMAGAZINE347


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#ChefRubio

6. Díaccordo, messaggio ricevuto. A quello di un amico?

1. Chef per amore, quindi. Niente succede per caso allora? «Tutte le cose che si fanno con convinzione si fanno per scelta. La cucina, insieme con il rugby, era una delle mie tante passioni, ma si è rivelata la più grande».

2. Come si è trasformata da passione a mestiere? «Prima c’è stata la curiosità e la voglia di scoprire e imparare dagli errori. Poi, dalle cene con gli amici al ritrovarsi dentro una cucina il passo è stato breve».

3. Cucina e viaggi. E tatuaggi. Un’altra passione? «Non direi. Tatuarmi mi è venuto, mi viene e mi verrà sempre naturale. È una delle arti figurative che ritengo più interessante e forse mi affascina perché permanente: tutti i tatuaggi che ho hanno un significato e sono una specie di reminder per me stesso»

4. Fidanzato? «No».

5. Immagina il tuo matrimonio, cosa cucineresti? «Il mio? Meglio quello di un altro».

«Cercherei di rendere tutto il meno formale possibile, mantenendo comunque alto il livello, non solo delle materie prime. La vera qualità, infatti, è sapere come trattarle. Vorrei che fosse dinamico: ospiti in piedi e magari anche all'aperto, in un bel giardino, con dei punti d'appoggio sparsi per il prato. Le tavolate mi hanno sempre messo tristezza. Di solito ai matrimoni si mangia male, chi mangia gli antipasti poi non ce la fa ad arrivare al primo e tutto diventa un inutile susseguirsi di portate figlie di un’epoca che non c'è più. Immagino tutto in libertà».

7. Andiamo al

menu. Cosa preferisci cucinare?

«Mi piace toccare il cibo e per questo mi piace cucinare tutto: verdure, pesce, carne. Io devo essere parte attiva della preparazione, senza l’aiuto di strumenti».

8. Programmi per il futuro: da grande chef in tv a grande chef in un ristorante super lusso? «Il nome chef lo uso in maniera ironica, ma è una parola che non amo perché vuol dire 'capo'. Io sono semplicemente una persona: non mi piace parlare del mio privato e stare ai fornelli è solo un modo diverso di farmi conoscere, più adatto a me. Ad esempio, adesso ho detto molte più cose a te di quelle che dico a mia madre. Il mio unico obiettivo? Divertirmi e divertire».

Ph: Alessandro De Alberto

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#ChefRoncoroni 1. Parliamo del tuo campo: il banchetto. Come lo faresti?

«Amo molto la campagna e organizzerei un banchetto il più country possibile, decisamente “easy”. Non amo i fronzoli, ma la sostanza. E magari tutti a piedi nudi».

2. Ecco, andiamo alla sostanza: il menu. «Penso ad un grosso barbecue intorno al fuoco e tutto sarebbe a base di carne. Magari da qualche parte piazzerei anche maialini interi che girano su uno spiedo».

3. Solo carne, quindi. Eppure, di solito ai matrimoni va di moda il pesce. «Amo anche il pesce, ma il contesto deve richiederlo. Un menu a base di pesce me lo immagino per un matrimonio sul mare. Rispecchiare il territorio in cui ci si trova per me è fondamentale».

4. Mare, campagna… Non ti piacciono proprio le cerimonie ingessate? «Riunire due famiglie intorno ad un banchetto con meno barriere possibili è la cosa più bella che si possa fare».

5. Nei tuoi ristoranti fai soprattutto street food. PerchÈ?

«Perché lo trovo un modo per essere al passo con i tempi. La crisi ha cambiato il modo in cui le persone si approcciano al cibo: non ci sono più le cene da cinque portate, ma si mangia un panino con le mani. È più divertente e lo si può fare anche con ingredienti di qualità. Io, lo faccio così».

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Ph: Giuseppe Albera

6. Chef per caso o per scelta?

«Nella mia famiglia sono tutti appassionati di cucina. Mia mamma è americana e in passato ha fatto anche la cuoca, aveva un catering. Io? Ho studiato, ma mi piaceva cucinare. E allora, mi ci sono messo. Certo, ho iniziato lavando l'insalata gratis nelle cucine».

7. Una passione. Ne hai altre? «Ne ho tantissime. Una è quella per l'arte del tatuaggio: ognuno dei tatuaggi che ho è servito a segnare sul mio corpo dei momenti della mia vita. Taturami, a volte, è anche un modo per esorcizzare la paura, per liberarmi dal male».

8. Il tuo preferito?

«Li amo tutti e ho sempre prediletto la diversità, ma ne ho uno che è il ritratto del gastronomo Ferdinando Artusi».


#ChefTorretta 7. Con i

tatuaggi non ti sei voluto sbilanciare, ma dicci almeno cosa preferisci cucinare.

1. Nel senso che ti ci sei trovato, tra i fornelli?

«Mi piace moltissimo lavorare il pesce, lo ammetto. Col pesce si possono creare miliardi di cose: si può fare crudo, marinato, come condimento per i primi. E poi, mi riescono molto bene i crostacei».

«No. Nella vita per caso non si fa mai niente, ma è stata una scelta un po' costretta, perché sapevo solo cucinare, non mi è mai interessato né sapevo fare qualcos'altro».

8. Cosa vedresti bene in un banchetto nuziale?

2. Nessun’altra passione?

«L'importante in un matrimonio, secondo me, è fare tutto in movimento. Porzioni di cibo che ti girano intorno, una cosa «confusion»: tutto a rotazione, senza un ordine di primi, secondi, dolci. Io mi sono sposato a luglio e il ricevimento l'ho fatto così. È stato meraviglioso».

«Tante, ma nessun’altra attitudine».

3. E i tatuaggi?

«Ne ho 24. Sono tutti «old school». Racchiudono i ricordi di una vita molto vissuta e tutti, nessuno escluso, nascondono un significato che può essere personale o meno. Hanno, comunque, sempre un senso».

4. Ventiquattro tatuaggi... e uno che ami in particolare? «Sarebbe come chiedere ad un padre chi è il preferito di tanti figli. Li amo tutti, anche se in effetti un posto speciale lo occupa uno fatto dal famoso artista americano Sailor Jerry».

5. Diresti che rispecchiano la tua personalit‡?

«Direi che sono solo una parte di me».

6. E la cucina?

Quanto c'Ë di te nella tua cucina?

«C'è tantissimo: è istintiva, di gusto, minimalista ma molto bella. Ecco, esteticamente diciamo che chi vede i miei piatti non pensa siano stati fatti da me: sono troppo eleganti (ride, ndr)».

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Place to

Discover

sud

rotolando verso

Sotto la «cintura» del mondo.

di Stefania Giuffrè

«Rotolando verso Sud…» cantava una canzone di qualche anno fa. E anche gli sposi potrebbero decidere di rotolare verso Sud per la loro luna di miele.

Ushuaia è il Sud più Sud, l’ultima città ai confini del mondo. Più giù, oltre il 54° parallelo, ci sono solo rocce, mare e ghiacciai. Fondata alla fine dell’Ottocento, per anni rimase sconosciuta: erano gli anni in cui era abitata solo dagli ergastolani del penitenziario poi chiuso dal presidente Peron nel ’47. Furono i carcerati ad iniziare la costruzione del Tren del Fin del Mundo, la ferrovia che ancora oggi conduce al Tierra del Fuego National Park. È la fine del mondo, una distesa di boschi, montagne, ghiacciai e cascate. Da Ushuaia potrete raggiungere, attraversando il Canale di Beagle a bordo di un battello, Capo Horn. Lungo l’escursione potrete ammirare leoni marini, cormorani, pinguini. Arrivare al Sud del mondo è un viaggio nel viaggio. Dall’Italia la prima tappa è Buenos Aires, patria del tango e di Borges, con la sua Plaza de Mayo dove si ritrovano ancora oggi le madri dei desaparecidos, i suoi quartieri tipici come San Telmo e la Boca, i caffè (imperdibile lo storico Cafè Tortoni). Da qui potrete raggiungere Ushuaia in aereo e successivamente spostarvi più a nord, fino al El Calafate e il Perito Moreno, un’enorme parete di ghiaccio lunga 14 chilometri e alta fino a 70 metri sul livello del lago, un vero e proprio spettacolo della natura. Ancora più a nord ovest, Puerto Madryn, cuore della Penisula Valdes dove sorge una delle più belle riserve faunistiche naturali del Sudamerica. Da Puerto Piramide parte il tour delle balene, che da giugno a dicembre vengono a riprodursi in questo golfo.

Buenos Aires

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Ushuaia

Se scegliete direzione Sud, altra meta potrebbero essere Australia o Nuova Zelanda: divisi dal Mar di Tasmania, sono due paesi profondamente diversi. Grande, sconfinato il primo, oltre 7 milioni di chilometri quadrati contro i 267 mila del secondo, composto da due grandi isole principali e tante piccole isole minori. Vasta e con paesaggi molto diversi, l’Australia permette di spaziare dal deserto rosso alla foresta tropicale, dai grattacieli delle metropoli come Sydney e Melbourne alla barriera corallina e alle isole paradisiache.


Nuova Zelanda

In Nuova Zelanda, invece, il paesaggio è selvaggio, la parola d’ordine è natura, spiagge deserte si alternano a fiordi e fiumi. Qui è forte l’identità dei maori, mentre in Australia gli aborigeni sono stati decimati ed emarginati. Nella terra dei canguri, la fauna è ricca, dagli squali ai coccodrilli, mentre in Nuova Zelanda tutti gli animali sono stati «importati». In Australia tappe obbligate sono le grandi metropoli di Sidney e Melbourne. La prima è la più antica città australiana, affacciata sulla baia comprende il nucleo storico di Sidney Cove e quello più moderno di Grande Sidney. Harbour Bridge e la Opera House sono fra gli edifici degni di nota, Bondi Beach la spiaggia frequentata tutto l’anno dai surfisti. Melbourne, città letteraria dell’Unesco, è considerata una delle città più vivibili al mondo. Mappa alla mano, andate alla scoperta dell’Observation Deck-Rialto, del Royal Exibition Building, dei Royal Botanic Gardens. Andando verso Nord, la Gold Coast è il paradiso di chi ama il divertimento e lo sport in riva il mare; Hayman Island è un angolo appartato di grande bellezza naturale sulla soglia della Grande Barriera Corallina; Lizard Island (all’altra estremità della barriera) località esclusiva (massimo 80 ospiti), meta ideale per chi adora le immersioni, spiagge bianche incontaminate e acque turchesi; il paesaggio unico e ancora tutto da scoprire dalla catena delle Bungle Bungle, gigantesche cupole arancioni e nere che si stagliano contro il cielo.

Verso Sud, Greaty Ocean Road è una delle strade più suggestive al mondo, patrimonio dell’umanità, 200 chilometri lungo scogliere mozzafiato per raggiungere le onde di Bells Beach o i Dodici Apostoli, maestosi pilastri di pietra calcarea; Kangaroo Island, per ammirare la natura incontaminata, i leoni marini, i koala, gli uccelli marini, i pinguini. Se optate per la Nuova Zelanda, non potrete che apprezzarla se visitando entrambe le isole. Da Auckland, situata fra due porti e punteggiata di coni vulcanici estinti, andando verso est visiterete la penisola di Coromandel, con la sua foresta pluviale e splendide viste sull’oceano. Sempre da Auckland potrete arrivare a Paihia attraversando foreste, spiagge e paesaggi tipici e verso la Bay of Islands. Sulla strada per Kaitaia le magnifiche baie di Matauri e Tauranga, non lontano le magnifiche spiagge di Doubtless Bay. Da Kaitaia potrete raggiungere la Ninety Mile Beach, la «spiaggia delle novanta miglia». Wellington, la capitale, si visita tranquillamente in una giornata. Verso Sud si giunge a Rotorua, zona di formazione vulcanica ricca di geyser e centro di cultura Maori e da qui, attraverso il Tongariro National Park dove si trova il vulcano Mt. Ruapehu (ancora in piena attività), si giunge a Wellington, la capitale, che si visita tranquillamente in una giornata. Da qua partirete per South Island, l’alternarsi dei sentieri in riva all’oceano di Abel Tasman Park e i ghiacciai di Franz Joseph Glacier, il lago Wakatipu e gli sport estremi di Queenstown, i fiordi (il più famoso Milford Sound), Christchurch, la città universitaria in cui si respira un’atmosfera tipicamente inglese, una natura ricca di pinguini, foche, i tipici pappagalli Kea. Una curiosità è legata alla Nuova Zelanda. Taumatawhakatangihangakoauauotamateapokaiwhenuakitanatahu: in lingua maori significa «la collina dove Tamatea, l’uomo con grandi ginocchia, conquistatore di montagne, mangiatore di terre, viaggiatore oltre terra e mare, suonò il suo flato alla sua amata», due case e una collina che hanno il primato della città con il nome più lungo del mondo, nulla oltre questo insolito primato.

Australia

Sud Africa

E infine, se Sud del mondo deve essere, anche il Sudafrica è una delle mete. Un’esperienza emozionante, che rappresenta la suggestione dell’Africa più vera e il fascino di quella più moderna. Diciassette parchi naturali, numerose riserve, patria dei diamanti (obbligatoria la tappa in miniera), lasciatevi conquistare dal fascino di Cape Town, dall’austerità di Pretoria, dalla vivacità di Johannesburg. La natura non sarà mai avara: dai paesaggi mozzafiato della Whale Coastdove per osservare il passaggio delle balene direttamente da terra, al Parco Kruger dove «incontrare» leoni, gazzelle, zebre e ippopotami; dalle onde di Jeffreys Bay tanto amate dai surfisti alle spiagge della costa del Natal fino al Capo di Buona Speranza che tutti noi abbiamo studiato solo sui libri di storia.

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> Arketipo

Interior&Design

A vista

SPACE open

> Snaidero

Si abbattono i muri, si superano i limiti. Per monolocali «aperti» sul quotidiano.

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di Claudia Schiera

Ambienti grandi, ariosi e liberi da sovrastrutture, muri interni ridotti al minimo e sostituiti da pareti dalla struttura light, come i separé di legno e tessuto, ma anche mobili importanti, dalle forme volutamente eccentriche… Sono questi alcuni degli elementi che connotano una tipologia abitativa e un modo sempre più attuale di vivere la casa. Un sistema che punta su ambienti aperti, «abbatte» ogni limite e libera completamente lo spazio: ecco a voi l’open space. Un grande monolocale aperto sul quotidiano e tutto da vivere.


> Pianca

COME ARREDARLO

Come spesso accade nei loft, gli open space per eccellenza, i pochi elementi verticali presenti all’interno sono mantenuti per delimitare le zone di servizio, come i bagni, e fanno da sfondo ad arredi dalle forme ampie e, in alcuni casi, monumentali. Si tratta di oggetti «scultura» dalle sagome plastiche, come alte librerie, lunghe madie o morbidi divani componibili. Mobili di carattere che il più delle volte si «organizzano» intorno a cucine dalle dimensioni apprezzabili, spesso dotate di articolate isole e pronte ad ospitare ogni genere di convivio. >> > Arketipo

> Febal Casa

> Arflex

> Poltrona Frau

> Arper

Il tutto in un solo perimetro, un ambiente unico dove le funzioni, in particolar modo quelle legate alla zona giorno, si rincorrono e si mischiano con naturalezza. Elemento guida di queste case spesso impreziosite da finestre alte e ampie è la luce, materia principale e ingrediente fondamentale. SPOSIMAGAZINE419


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