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utiLi o dANNosi? I SOCIAL NETWORK NELLE SITUAZIONI DI CRISI DALL'ATTENTATO DI BOSTON AL TORNADO IN OKLAHOMA
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da Casa è meglio IL TELELAVORO È UNA SCELTA “GREEN” E A MISURA D’UOMO. MA IN ITALIA DEVE FARE I CONTI CON IL DIGITAL DIVIDE 20
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victoriapeckham
iappropriarsi del proprio Purtroppo, però, la strada da fare è tempo, concepire il lavoro a ancora lunga. misura d’uomo, rinnovare l’interesse verso la propria professione L’AMBIENTE RINGRAZIA e aumentare la produttività. Il tutto, Nonostante le difficoltà nell’ambicon un risparmio in termini econoto del telelavoro siano innegabili e mici e ambientali non da poco. Ecco causate da più fattori, è altrettanto come, in poche righe, si potrebbero indubbio come lo sviluppo di una riassumere le finalità del telelavoro, delocalizzazione dell’attività profesinteso come la possibilità di lavorare L’impatto ambientale del telelavoro da casa propria, sfruttando le tecnoè stimato in migliaia di tonnellate logie telematiche di C02 in meno nell’atmosfera odierne. Ma è davvero così in un’Italia dove il Digital Divide impera ancosionale porti innumerevoli vantaggi. ra sulle infrastrutture tecnologiche? Soprattutto se può essere gestita da Prospettive, idee e piani d’azione casa. Oltre a una maggiore libertà per consentire agli italiani di sfruttain termini di tempo e gestione delre al massimo la tecnologia sono allo la propria vita, gli aspetti economistudio dell’Agenda Digitale Italiana, ci e ambientali non passano certo il cui provvedimento Crescita 2.0, inosservati e i miglioramenti in enapprovato dal Consiglio dei Ministri trambi i campi sarebbero immediati. nel 2012, mostra tutte le misure per Ridimensionando o eliminando gli l’applicazione concreta dell’ADI. spostamenti casa-lavoro, si ridur- V
Un’azienda che promuova anche solo in parte il telelavoro, può aspettarsi un risparmio economico ingente per il mantenimento delle postazioni di lavoro. 21
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I CONTI IN TASCA Senza l’obbligo di spostamenti in auto, la probabilità di essere vittime o causa d’incidenti stradali calerebbe in modo direttamente proporzionale ai chilometri risparmiati. Può sembrare un discorso un po’ cinico, ma tutto questo avrebbe un ritorno anche sotto il profilo economico. Riportando un dato fornito semVenendo meno la necessità di pre dallo studio di spostarsi da casa a lavoro, si evita lo Unindustria, il costo sociale degli incistress quotidiano delle metropoli denti stradali nella città di Roma per studio che ha come oggetto il telel’anno campione 2009 è stato stimalavoro, realizzato da Unindustria in to in circa 968 milioni di euro (fonte collaborazione con l’Università di Tor Cittalia 2009 ndr). Considerando che Vergata e la Federmanager-CIDA, il traffico pendolare può essere valusupponendo che un pendolare pertato nel 60% del totale, diminuendolo corra 31 Km al giorno e che l’8% dell’8% sempre in virtù dei telelavopratichi il telelavoro per almeno 115 ratori, si avrebbe un risparmio netgiorni all’anno, si eviterebbe all’atto di 46,5 milioni di euro l’anno. Il mosfera di assorbire ben 3.063 tonritorno economico non andrebbe nellate di CO2. solo a vantaggio del lavoratore, ma
Il pendolarismo è tra le cause maggiori del congestionamento urbano. Stimando un aumento del telelavoro, il traffico subirebbe un brusco calo. 22
epSos.de
rebbero sensibilmente i consumi di carburante e delle parti deteriorabili dell’auto. Senza poi contare il relax nel non dover affrontare quotidianamente lo stress delle città metropolitane. È sul traffico dovuto al pendolarismo, che il risparmio in termini di emissioni nocive si farebbe ancora più sentire. Secondo uno
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Bidgee
Per la stesura della fibra ottica è necessario che i provider di telefonia investano in nuovi scavi per l’interramento delle linee cablate.
anche delle aziende. Unindustria, ad esempio, ha calcolato che se una grande impresa di almeno 300 dipendenti concedesse ad almeno il 10% di lavorare da casa per la metà dell’orario concordato, potrebbe risparmiare circa 594.000 euro l’anno. Stima che tuttavia non tiene conto della formazione del personale e dell’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche.
portata di doppino. Sì, perché è il famoso “ultimo miglio” a contraddistinguere maggiormente l’Italia dal resto d’Europa. La così detta rete d’accesso su cavo telefonico in rame, che collega le centrali telefoniche alle abitazioni, di solito è troppo vecchia e malridotta per supportare collegamenti ad alta velocità come si deve. Poco importa che la centra-
l’Agenda Digitale Italiana contiene LIMITI TECNICI la road map per ridimensionare ed Partendo dallo stato dell’arte, il eliminare del tutto il Digital Divide professionista che lavora da casa e deve mantenere un collegamento le sia dotata degli ultimi ritrovati per costante con i propri committenti, il trasferimento a 20 Mega al secondovrebbe contare sulla fibra ottido. Se il doppino è obsoleto, scarsaca. Solo così avrebbe la garanzia di mente schermato e magari ossidato, sfruttare una linea veloce, nuova e sarà già un miracolo raggiungere i affidabile. In tutti gli altri casi, ADSL 6 Mega. Fatta salva la stabilità delcompresa, le problematiche sono a la portante, che purtroppo non V 23
Sebastian Bergmann
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Yahoo! è una delle aziende americane che ha investito di più nel telelavoro.
sempre consente collegamenti affidabili. Pur stando in centro città, quindi, non sarà certo difficile scoprire che il famigerato Digital Divide è proprio dietro l’angolo.
un rapporto di lavoro con un’impresa, è legalmente riconosciuto ed è entrato a far parte di diversi contratti collettivi di lavoro. Questo dal 2004, quando i maggiori sindacati e le associazioni di categoria si sono riuniti per recepire l’accordo europeo del 2002. Pertanto viene da domandarsi cos’è che spaventi l’imprenditore ita-
POCO ENTUSIASMO IN ITALIA In altre realtà, come gli Stati Uniti, il telelavoro coinvolge milioni di persone, soprattutto nel settore dell’InforL’asimmetria delle ADSL porta con mation Technology. In Italia, invece, le sé un brusco calo delle prestazioni cose vanno a riin upload a favore del download lento. Il Professor Patrizio Di Nicola, docente di Sociologia dell'organizliano. Secondo Di Nicola è proprio zazione presso l'Università di Roma «l’assenza di regole e di potenziali La Sapienza, aiuta a capire come uno problemi giuslavoristici che l’adoziodei freni del telelavoro sia dovuto ne del telelavoro potrebbe comporanche alla mentalità. «Il telelavoro tare». Infatti, il professore spiega che non si diffonde soprattutto per cause «L’accordo europeo del 2002 è stato culturali e organizzative: moltissimi un po’ subito dalle aziende, in quanmanager hanno paura di innovare». to è noto che la UE all’inizio del 2000 Eppure il telelavoro svolto come ataveva lanciato un diktat: o le aziende tività subordinata a un contratto o a e i sindacati arrivavano a una auto24
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regolamentazione o la Commissione avrebbe legiferato in materia di telelavoro. Ciò ha fatto sì che l’accordo fosse per alcuni versi poco innovativo, visto che si limitava a recepire le sperimentazioni fatte sino a quel momento, specialmente dalle imprese maggiori». Tuttavia sembra sia stato un bene, perché «una volta che è stato firmato l’accordo nazionale nel 2004, sono nate molte sperimentazioni ed esperienze positive».
è un’attività che deve sottostare alla disciplina vigente in merito a salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Ciò si traduce in un rispetto delle regole imposte dagli organi competenti, con conseguente assunzione di responsabilità da parte del datore di lavoro che ne risponde in caso di problemi. L’INPS ha giustamente previsto una serie di caratteristiche che disegnano l’ambiente in cui il telelavoratore può svolgere la propria professione. La stanza adibita all’attività deve quindi rientrare in determinati standard, che saranno sottoposti a controllo da parte del responsabile della sicurezza dell’azienda. Tanto per fare alcuni esempi, l’ambiente in cui si lavora deve avere superficie, volume e arredamento adeguati a ospitare il computer e le attrezzature necessarie. Gli impianti devono essere certificati e la casa munita di documento di V
DavidMartynHunt
GLI ASPETTI LEGALI Supponendo di avere un ottimo collegamento al Web, una buona infrastruttura hardware e un datore che permetta di lavorare da casa, ci sono altri aspetti da prendere in considerazione. Primo tra tutti quello della sicurezza degli ambienti professionali, che rappresenta forse uno dei problemi più importanti e delicati. Il telelavoro in regime di dipendenza
La stanza dove si lavora deve rientrare nelle norme stabilite per la sicurezza sui luoghi di lavoro. 25
Chris Gladis
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QUALE CONTROLLO? Altra questione spinosa è quella relativa al controllo a distanza dei dipendenti. Come evitare che il lavoratore lontano dall’ufficio si conceda un ritmo di lavoro troppo blando? Certo, sul mercato esistono software che consentono di raggiungere l’obiettivo, ma il loro utilizzo ha sollevato spesso qualche perplessità in tema di rispetto della privacy. Senza contare che il tema è anche regolato dallo Statuto dei lavoratori, che vieta il telecontrollo a distanza. Il Professor Patrizio Di Nicola ha le idee chiare in merito: «Nessuna legge può eliminare il diritto/dovere dell’azienda o della pubblica amministrazione di controllare che il lavoratore svolga il lavoro per cui è retribuito. Ma ogni controllo deve essere rispettoso della privacy. Cosa direbbe l’opinione pubblica se un’azienda mettesse delle telecamere nei bagni per essere sicuri che il lavoratore non ci va a fumare? Ma se mette un rilevatore di fumo il controllo diventa accettabile.
Il telecontrollo, in Italia, è vietato per legge. Ma esistono alternative software per garantire la presenza del lavoratore.
abitabilità. Illuminazione, rumore e microclima rilevati nella stanza dove si lavora devono poi adattarsi ad appositi parametri. Lo stesso dicasi per sedie e scrivanie, che devono rispondere ai criteri ergonomici previsti per gli uffici. Tutte regole dettate sia dal buon senso sia dalle norSe il telelavoro è svolto in regime mative, ma che nel nostro paese rapdi attività subordinata, non bastano presentano un uluna scrivania e un portatile t e r i o re o s t a c o l o . Nella pratica, infatti, capita spesso che siano proprio Ovviamente nel caso del telelavoro le abitazioni dei lavoratori a non cambiano le forme del controllo delavere i requisiti necessari per essere la prestazione. Anziché di presenze "promosse" a luogo di lavoro. Ad e orari, badge e tornelli bisogna raesempio perché manca la certificagionare di carichi di lavoro e di worzione dell’impianto elettrico, che in kflow: quel che conta non è l’orario teoria sarebbe obbligatoria ma neldel lavoro, ma il risultato che si ottiela pratica viene ancora vista come ne. Il controllo per obiettivi è quello una “spesa inutile”. Un brutto vizio più adatto per chi lavora fuori della che si finisce per pagare. sede aziendale». 26