N° 21 GIUGNO 2012
Semestrale
AIAU ONLUS Semestrale di AIAU ONLUS - N° 21, giugno 2012 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. I, comma 2, DCB Firenze I - Autorizzazione Tribunale di Firenze n° 5046 del 02/04/2001
Semestrale gratuito per gli iscritti // 8€ al pubblico
PERChé ogni uomo nasce bambino
▸ Adozioni internazionali "Questione della genitorialità adottiva" di C. Bogliolo
p.9
"Una famiglia allargata interna" di A.M. Bacherini
p.16
▸ Progetti "Sostegno a distanza" a cura di T. Nencini
p.29
Rivista semestrale di
{ n* 21 / Giugno 2012 } Direttore responsabile Maria antonietta artesi Comitato di Redazione Luminita popp Anna maria bacherini tommaso nencini Hanno collaborato a questo numero corrado bogliolo anna maria bacherini cristina rossetti e antonia colombo Cura dei testi tommaso nencini Progetto Grafico Stefania pizzichi scuola internazionale di comics - firenze
Redazione // Sede legale Segreteria nazionale e di coordinamento Via Martelli, 8 - 50129 Firenze tel ▸ 055 268 682 / fax ▸ 055 219 695 infoaiau@aiau.it / www.aiau.it Abbonamento annuale Per gli iscritti AIAU: è gratuito. Per i non iscritti: €8,00 tramite versamento su c/c postale n. 23965502, intestato a AIAU ONLUS - Via Martelli, 8 - 50129 Firenze (causale: Abbonamento annuale Soffia so') Editing Firenze Stampa info@firenzestampa.com / www.firenzestampa.com ~ Un ringraziamento particolare agli illustratori digitali di www.vectorstock.com e www.vecteezy.com ~
EDITORIALE ~ di Tommaso Nencini › Vice Presidente AIAU ONLUS ~
Possiamo
dire
la
damentale per costruire e far crescere positiva-
nostra associa-
che
mente in lui ciò che può essere concretamente
zione sta crescendo. La nostra sede di Segrate
definito “famiglia allargata” e che può far vivere
ha organizzato a Milano, con il patrocinio della
armonicamente, senza conflittualità, espe-
Provincia di Milano e del Consiglio Regionale
rienze correlate sia ai genitori naturali che a
della Lombardia, una nuova edizione del con-
quelli adottivi. Importantissimo e di estremo
vegno di formazione ed informazione sui temi
interesse l'apporto dato da Cristina Rossetti e
dell'adozione, svoltosi a maggio nella Sala
da Antonia Colombo psicologhe ed assistenti
Convegni di Banca Intesa Sanpaolo. Le rela-
sociali del Centro Adozioni Il Cerchio dell'ASL
zioni di Milano, pubblicate in questo numero,
Mi 1, con il quale descrivono il lavoro svolto
hanno trattato vari ed importanti aspetti
negli incontri di gruppo ai quali partecipano
legati all'adozione: il desiderio di sapere da
le famiglie nel periodo successivo all'adozione
dove veniamo ed in generale conoscere le
e relativi, perciò, alla costruzione ed al conso-
nostre proprie radici, sentimento universal-
lidamento dei delicati ed importantissimi rap-
mente diffuso, presente in ciascuno di noi ed
porti interni alla nuova famiglia. Ugualmente
ancor più vivo, quasi sempre, nei figli adottati;
importanti e preziosi per la riuscita di questo
l'apporto di conoscenze, per i componenti di
incontro, gli interventi e testimonianze delle
famiglie che adottano bambini non piccolis-
famiglie. A questi contiamo di dedicare spazio
simi, relative al bagaglio culturale del paese
nel prossimo numero della rivista. Prosegue
di origine, posseduto, in modo più o meno
l'attività della nostra associazione in Etiopia,
ampio, da chi entra a far parte della nuova
Ucraina, Ungheria e Moldavia nonché nei paesi
famiglia con proprie esperienze già vissute ed
del Centro America ed in Armenia con pro-
elaborate, che gli appartengono e possono
getti di sussidiarietà volti a ridurre i fenomeni
quindi essere comunicate. Ancora, al di là del
di abbandono minorile. Inoltre il nostro Ente
desiderio di conoscenza delle proprie origini,
ha dato avvio al progetto "SAD", il sostegno a
le immagini ed i ricordi dei genitori, o del geni-
distanza, in Etiopia ed in Romania. Troverete
tore, naturali, che fanno parte del vissuto di
informazioni più dettagliate sui nostri pro-
un figlio che viene adottato, ed il conseguente
getti e su tutte le nostre iniziative accedendo
rapporto tra quelli e le figure dei "nuovi" geni-
al sito web www.aiau.it. Insieme alla nostra
tori. L'apporto di questi ultimi può essere fon-
Presidente, un grande saluto a tutti voi.
INDICE n° 21 ~ Giugno 2012
Adozioni Internazionali 8
Presentazione convegno di Milano a cura di Tommaso Nencini
9
La questione della genitorialità adottiva di Corrado Bogliolo
16
Una famiglia allargata interna di Anna Maria Bacherini
21
Mamma, da dove vengo? di Cristina Rossetti e Antonia Colombo
PROGETTI 29
Sostegno a distanza Ufficio Progetti
appuntamenti 30
Scarperia a cura di Tommaso Nencini
15
Sostienici donando il tuo 5x1000! Ufficio Progetti
Quando rivolgi lo sguardo alla tua vita, le più grandi gioie sono quelle della famiglia. J. Brothers
Soffia so'
Presentazione
convegno
di milano
L’11
maggio scorso si è svolto a Milano, nella
Sala di Banca Intesa Sanpaolo, il Convegno di formazione ed informazione “Genitore è chi genitore fa”, promosso dalla sede di Segrate della nostra associazione
e
patrocinato
dal Consiglio Regionale della Lombardia, Provincia di Milano e Banca Intesa Sanpaolo. Varie relazioni tenute da psicologi che abitualmente collaborano con AIAU Onlus e Assistenti sociali, le testimonianze dei genitori adottivi presenti, ed i vari interventi, hanno contribuito allo sviluppo di svariati temi di grande interesse. Tra questi, il riconoscimento, l’accettazione e la valorizzazione degli apporti di culture diverse dalla nostra, che spesso sono insiti nel rapporto adottivo, le domande poste dai figli lungo il percorso adottivo e le conseguenti e adeguate risposte, e, in generale, gli eventi che caratterizzano il percorso di crescita del rapporto genitori - figli adottati. Ringraziamo gli Enti e le Imprese che hanno contribuito alla realizzazione di questo evento, tutti coloro che vi hanno partecipato ed in particolare le famiglie e quanti hanno dato il proprio apporto e contribuito al dibattito ed, in particolare: A. Maria Bacherini, Corrado
e informazione.tenutosi a Milano.
8
Bogliolo, Cristina Rossetti e Locandina del convegnodi formazione
Antonia Colombo, Ornella Arena e la famiglia Burbi Cacciagli.
Adozioni Internazionali
La questione della genitorialità adottiva
❯ L'AUTORE
Psichiatra, Psicoterapeuta. Direttore Istituto Psicoterapia Relazionale (Pisa - Rimini). Professore a c. Psicopatologia, Univ. di Firenze, Psicoterapia familiare, Univ. di Pisa.
~ di Corrado Bogliolo ~ La costruzione del patto adottivo implica una particolare cura della differenza che non è semplice accettazione, ma riconoscimento e valorizzazione dell’originalità di cui il figlio è portatore. ~ Scabini e Cigoli, 2000 ~
Buona parte delle coppie occiden-
il quale, in tempi più o meno
dubbi sulle proprie capacità,
tali contemporanee tende a pre-
rapidi, riesce a convincere l'al-
o alla obbiettività di fare una
definire le proprie aspettative e a
tro.
accade
scelta matura nel rendere fat-
depositarle sul bambino che verrà.
che la rivelazione all’altro del
tuale l’ipotesi di una adozione.
Non solo, ma anche a decidere di
proprio desiderio di adottare è
Ma nella maggior parte di
far nascere un figlio nel preciso
immediatamente accolta con
questi casi, dopo qualche rilut-
momento in cui lo desiderano.
entusiasmo, accompagnato da
tanza, il partner accoglie l’idea,
gioia e senso di liberazione e la
se ne appropria rapidamente e
sensazione di essere stati pia-
si allea con serena solidarietà.
Di fronte a questa (apparen-
cevolmente anticipati.
Più
temente) disincantata predi-
Può anche accadere che uno
coppia,
sposizione alla genitorialità, al
possa avere delle incertezze
scelta
contrario, di fronte all’impos-
iniziali, o riserve di vario tipo:
uno stato di vulnerabilità: è
sibilità generativa, possono
con richieste di rinvio, oppure
preceduta dalla consapevo-
affiorare gli aspetti arcaici
esprimere
adesioni
lezza dolorosa della infertilità,
di questo desiderio, oltre a
passive, fatte più per far pia-
che ha distrutto previsioni
quello di dare a un bambino
cere all'altro che non per un
e attese. Ne è conseguito
solo una casa e dei genitori. La
desiderio personale. Queste
l’abbandono di un progetto
scelta comincia a maturare più
incertezze sono quasi sempre
interno, sino ad allora vissuto
spesso in uno dei due partner
legate, direi logicamente, a dei
come un normale diritto.
Vagetti Finzi S, 1977
Comunemente
delle
specificamente,
nella
quasi
sempre
la
adottiva
emerge
in
9
Soffia so' In molti casi la spinta verso
Il nuovo ruolo è cercato, vissuto
minali, timore, paura, una
l’adozione compare come una
con soddisfazione, con impe-
certa ansia su di sé, sul bam-
iniziale idea indistinta, impro-
gno, fonte d’intensa gratifica-
bino, sul futuro. Da quel
babile. Idea che gradualmente
zione. Nonostante i pregiudizi,
momento inizia il loro nuovo
si farà strada e maturerà come
i luoghi comuni, se osserviamo
ciclo di vita, che comporta
scelta. Altre volte irrompe
il mondo dalla parte di due
un
improvvisamente
come
radicale
cambiamento
un
persone che per la prima volta
dell'immagine personale, di
momento creativo, piacevol-
adottano un bambino, non
coppia, di famiglia. La coppia
mente condiviso: una specie
ci possono essere riserve nel
si trasforma in triade e si apre
di intuizione primaria, che
definire
esperienza
alla dinamica genitori-figli, i
pervade i due partner. Spesso,
come qualcosa di unico ed irri-
loro genitori diventano nonni.
ed in modo insospettato, coin-
petibile:1 il primo incontro
Anche se l’inizio fattuale della
cide con un loro desiderio e
è uno dei momenti più intensi.
adozione si colloca in quel
bisogno, ed è capace di dare un
L’essere ora, di fatto, mamma,
momento della storia della
senso compiuto alla voglia di
o papà, irrompe in modo
coppia e del bambino, quello
“costruirsi come famiglia”, che
anche esaltante. L’emozione,
del primo incontro, la costru-
si esprime con tutte le com-
spesso,
inconteni-
zione del legame genitoriale
ponenti della spinta naturale,
bile. Tutto quello che ne ani-
proseguirà ben oltre l’arrivo del
spontanea, di dare un seguito
mava la fantasia durante la
bambino stesso. Certamente
alla propria vita. Possibilità
lunga attesa, diviene realtà
ogni volta sussistono delle
che sino a quel momento era
concreta, da vedere, toccare.
componenti
stata negata.
Nello stesso tempo, assieme
come il lutto del bambino
Tutti i genitori adottivi sanno
alla gioia, si affacciano, subli-
(rispetto ai genitori biologici
questa
sembra
da
affrontare,
che prima di arrivare a “quel momento”,
hanno
dovuto
affrontare stress, paure, tensioni prolungate: esperienze prima
sconosciute,
certa-
mente diverse da quelle che sperimentano i genitori biologici. Emerge un nuovo universo di vissuti, in assenza della attesa “fisica”: nelle adozioni si è chiamati ad assumere un ruolo del tutto speciale, anche se programmato. Nella esperienza personale di una madre, o di un padre adottivo, tutto si svolge all’insegna di una consapevolezza gioiosa, nel piacere di dar vita al nido.
10
Massimo Camiolo, partendo da lontano, dice che, alle origini, la procreazione, oltre che una spinta naturale alla prosecuzione della specie, era la conseguenza di atti predatori maschili. Successivamente che, per secoli, avveniva nella ignoranza della fertilità femminile. In tempi relativamente recenti i figli servivano a garantire “le braccia” per il sostentamento della famiglia; solo in epoca moderna è andato consolidandosi il concetto di riproduzione, inteso come atto cosciente del voler estendere se stessi nel futuro o, più in concreto, del desiderio di avere un erede. Espresse nella postfazione al libro di Michele Augurio, “L’adozione tra ragione e sentimento” (ETS, Pisa, 2007). 1
Adozioni Internazionali che lo hanno in qualche modo
l’incontro
scono-
Il passaggio dalla “rappresen-
“abbandonato”),
anche
sciuti, che si presentano come
tazione” alla relazione “reale”
quello della coppia, privata
mamma e papà e propongono
col bambino, che è già un
della possibilità di avere un
una relazione affettiva cui si
momento importante nel con-
figlio naturale. La specificità
troverà “assegnato”. Il modo
figurarsi
e l’originalità della famiglia
con cui riuscirà a elaborare la
naturale, diviene assai delicato
adottiva si esprime nella inte-
perdita, influenzerà il suo per-
in quella adottiva. La mancata
grazione di storie diverse, di
corso di sviluppo. Nei giorni
distinzione tra bambino imma-
cui una, quella dei genitori, è
dell’adozione ci si aspetta l’e-
ginato e bambino reale può
segnata dalla modificazione
mergere, più o meno precoce,
lasciare emergere intempestivi
del proprio progetto di vita; l’al-
di legami di attaccamento tra
problemi. La sfida per i geni-
tra è quella di un bambino che
lui e questi nuovi care givers.
tori consiste essenzialmente
ma
con
due
della
genitorialità
ha subìto un'interruzione dei
nell’essere capaci di costru-
propri legami di attaccamento,
ire un legame genitoriale, un
pur
quale
patto, in assenza di un legame
dovrà riorganizzarsi entrando
precocissimi,
di consanguineità, che com-
in
2
prende la storia del figlio. La
Da parte sua il bambino ha
scelta di accogliere un bambino
un passato, a volte brevis-
come figlio obbliga i partner a
simo, altre più lungo, una pre-
riprogettare il percorso di cop-
cedente appartenenza fami-
pia: talvolta è la prima, impre-
liare interrotta da un evento
vista, occasione di verifica della
una
nuova
il
famiglia.
traumatico, l’abbandono. Nel
La fase dell’iniziale percorso adot-
reciproca disponibilità al con-
suo tragitto adottivo si sus-
tivo è stata indicata da Bramanti
fronto e della valutazione in
seguono: lo strappo (varia-
(1998) come la transizione alla geni-
comune delle proprie speranze
bile per età e circostanze) dai
torialità adottiva, che non sempre
e incertezze. è il momento per
primi legami di attaccamento
è facile. Si configura una sorta di
la creazione con-divisa, quello
e i periodi di accoglienza in
“patto”, che per poter essere costrut-
spazio emotivo che è indispen-
strutture destinate a bambini.
tivo, deve tener conto delle storie e
sabile per affrontare il viaggio
Ne deriva solitamente una
dei mondi culturali: è indispensabile
dell'adozione. Proprio in questo
profonda solitudine, non sem-
elaborare le reciproche mancanze, e
momento si aprirà la dimen-
pre facile da superare. Infine,
incanalarle in un comune progetto.
sione del proiettarsi nel futuro,
in modo inatteso, giunge poi
Scabini e Cigoli, 2000
d’immaginare i dettagli della organizzazione della vita familiare “dal momento che d’ora in
I vissuti e le motivazioni delle coppie che intendono adottare sono rigorosamente affrontate nella fase di informazione e formazione preadottiva da parte delle organizzazioni a questo preposte. 2
poi saremo in tre”. Talora l’incontro avviene quando la frustrazione per la non generatività non è stata del tutto elaborata. L’adozione non deve essere un banale conforto al frustrato
11
Soffia so'
desiderio di genitorialità, o una
del bambino, quale che sia la
logica si fonda sulla continuità.
“compensazione di bisogni”.
sua età, si mantengono in qual-
Quella adottiva si costruisce su
è, soprattutto, la realizzazione
che modo presenti in lui, talora
progetti. Qualcuno ha voluto
di un luogo di “accoglienza”
in forme esplicite, consapevoli,
equiparare
per un bambino, ove si dà vita
talaltra sepolti nelle memo-
naturale a quella adottiva. Si
alla condivisione affettiva, alla
rie rimosse o dolorosamente
intendeva, con assimilazione,
la
genitorialità
protezione, ai modelli comuni-
negate. Nello stesso tempo nei
di favorire una sicurezza: ma in
cativi che qualificano, infatti, il
genitori restano vive le rispet-
realtà si distorcevano le obiet-
passaggio da diade a triade.
tive storie, comprese le circo-
tive differenze tra le due dimen-
Le parti in gioco non possono
stanze che hanno determinato
sioni genitoriali: col rischio di
configurarsi come se fossero,
ab initio il desiderio di genito-
scotomizzare, o negare la sto-
rispettivamente, “dei sostituti”
rialità ed anche i modi con cui
ria, con conseguenze dannose
di ciò che è stato perduto o che
hanno interagito con le fami-
per il figlio adottato. La fami-
non si è mai avuto: si tratta di
glie d’origine. 4 Il rispetto per la
glia adottiva si definisce, come
una nuova storia, con tutta
storia precedente di un bam-
struttura affettiva umana, non
la sua novità ed originalità,
bino adottato è pertanto una
diversa rispetto ad una “fami-
che la distingue dalle storie
delle qualità maggiormente
glia”; le differenze stanno nel
precedenti.3 Mentre si va con-
auspicabili in un processo adot-
come questa famiglia “evolve e
figurando il legame d’attac-
tivo, ma senza che l’“informa-
si trasforma” col graduale pro-
camento, le individualità e le
zione” precoce del suo passato
cesso di costruzione di un’au-
rispettive storie mantengono
debba diventare un passaggio
tonomia psichica da parte del
la loro autonomia. I precedenti
vincolante. La genitorialità bio-
sottosistema figlio.
Una critica frequente a questi genitori è di aver pensato, nella scelta adottiva, al figlio come ad un "sostituto" di quello che non hanno avuto. 3
Rispetto alla famiglia d’origine, solitamente i figli che adottano rendono partecipi i loro genitori della scelta adottiva. È gratificante condividere il progetto adottivo come un evento che porta la famiglia allargata ad accogliere un bambino come figlio, o nipote. Consente la condivisione di una scelta e prepara l'accoglienza da parte del sistema parentale. Il sostegno della famiglia estesa, compreso il gruppo di amici di riferimento, è un fattore che influisce in modo determinante sul buon andamento dell'adozione.
4
12
Adozioni Internazionali Incertezze
Sia pur in rari casi, può comparire nelle madri adottive un'improvvisa incapacità di far fronte ai compiti quotidiani, dai più semplici ai più complessi. È questo il caso del disturbo Stress Post Adottivo, evento imprevisto del ciclo di vita. La mamma si sente disorientata, inizia a pensare di essere incapace, che c'è qualcosa che non funziona in lei, ed ha paura del mondo in cui dovrà crescere il proprio figlio. La Depressione Post Adozione può assumere intensità diverse. Uno degli errori più significativi, in questi casi, è di ritenere che si tratti di un disturbo del genitore, anziché della conseguenza di un life event. Ne possono seguire interventi inappropriati, come quello di mettere in discussione l'adozione, aprendo una ferita insanabile sia al bambino, sia alla famiglia. 5
C’è luogo comune, riferito al futuro distacco dei figli dalla famiglia, secondo il quale “il processo
di
costruzione
di
un’autonomia da parte di un figlio, passa anche attraverso la rielaborazione del paradigma culturale avuto in eredità”. Queste asserzioni, importanti,
Chi sono io per questo bambino?
e che hanno a che fare con gli
… Quale relazione ho con lui … Sto
studi sulla transgeneraziona-
svolgendo adeguatamente il mio
lità, si svolgono in un territorio
ruolo di genitore? … Sarò in grado
diverso da quello delle fami-
di farlo in futuro? … O di accom-
glie che adottano un bambino
pagnarlo nella sua crescita? … Di
di etnia diversa dalla propria.
amarlo quanto lui ha bisogno di
Peraltro è proprio qui che aleg-
essere amato?
giano i fantasmi legati all’ere-
Questi stati d’animo possono
ditarietà, all’originaria appar-
persino insinuarsi nella mente
tenenza del figlio. Perdura
già in occasione del viaggio nel
ancor’oggi il dibattito sulle pro-
paese d'origine; sono disagi
spettive dei figli di genitori bio-
tanto spiacevoli quanto di breve
logici rispetto a quelli adottivi. È
durata e gli adottivi abitual-
vero, come accennavo all’inizio,
mente superano il momento e
che di fronte alle esperienze di
affrontano la loro “rivoluzione
grande
emozionale
relazionale”.5 L’adozione entra
che caratterizzano l’adozione,
a far parte della storia familiare:
queste non di rado si accom-
sorprendentemente ne emer-
pagnano, anche nei cosiddetti
gono famiglie che ritengono di
“naturali”, a dubbi e paure.
avere qualcosa in più rispetto
Nella coppia adottiva è nor-
ad altre, non in senso idealiz-
male che questa esperienza,
zante, ma attraverso una presa
sia pur positiva, si accompagni
di coscienza comune. In questa
anche ad incertezze, a dubbi
situazione il figlio, supportato
fastidiosi: fantasie ansiogene e
dai genitori, riesce nell’intento
timori che non si aspettavano.
di mettere insieme le proprie
A volte emergono preoccupa-
parti scisse e dare un senso alla
zioni sulla propria adeguatezza:
propria storia.
portata
13
Soffia so' La famiglia adottiva si trova semmai a dover superare il rischio di due fattori molto rischiosi: da una parte l’assimilazione del figlio adottato alla condizione di figlio biologico, il che nega la sua peculiare condizione, dall’altra l’accentuazione della differenza che, vissuta come estraneità e diversità, che porta al fallimento del la sua integrazione.
Ovviamente, come già detto, i progetti adottivi prevedono dei contatti preadottivi e postadottivi con le coppie. Anche se la maggior parte di queste non ne ha bisogno, rimane una prevenzione necessaria. 6
Scabini, Cigoli, 2000 6
Conclusione
Per finire citerò una pagina di Livia Pomodoro (Presidente del Tribunale di
L’adozione è un incontro di un passato che va
Milano e del Tribunale per i Minorenni
ad intrecciarsi col presente, per proiettarsi nel
della stessa città), che, nella pre-
futuro. L’incontro di due storie - bambino/neo
sentazione dello stesso libro, scrive:
genitori - che diventano un’unica storia; pos-
“Adottivo è il figlio, voluto e sperato,
siamo aggiungere che è anche l’incontro tra
che rinasce nel momento della sua
un’intensa e spontanea percezione di genitoria-
nuova accoglienza.” Specifica che
lità, e una vita nata da altri. Per questa ragione
rinasce col suo bagaglio di sofferenze,
ci troviamo di fronte ad un’accoglienza che ha
dolori,
bisogno di essere capita, sentita, ascoltata,
al suo bisogno di amore… e poi: …
come premessa per sentire l’altro come parte
“Un’adozione vera è la totale fusione
di sé. Si costruisce un processo di appartenenza
tra il bisogno di genitorialità e il biso-
che va al di là della scelta sociale.
gno d’amore di un bambino così com’è,
interrogativi,
riconducibili
con il suo ineliminabile sacchetto di esperienze già vissute” … Infatti, un primo compito di sviluppo per
♡♥♡
i genitori potrebbe essere così sintetiz-
14
zato: rinnovare la storia delle generazioni
Un bambino che va capito, con i suoi silenzi
facendo diventare familiare un’origine
e le sue paure, … Una storia forse triste e
diversa. Il bambino, infatti, entra nella
talora drammatica… che è giunta fino a noi
trama delle relazioni familiari modifican-
e che ci interroga sul suo futuro. Un bam-
dola profondamente. Il secondo com-
bino che pone di fronte a responsabilità
pito è definito da Scabini e Cigoli (2000)
gravi. Per questo le coppie che chiedono
“mediazione con il sociale”. Tocca, infatti,
l’adozione inizieranno un cammino arduo
ai genitori dare supporto al figlio adottivo
e complesso, per giungere a quell’abbrac-
affinché si inserisca a pieno titolo nel tes-
cio che hanno tanto desiderato. In que-
suto sociale; ciò richiede d’altronde un’ac-
sto senso possono aver bisogno di aiuto,
coglienza da parte della società stessa.
prima e dopo l’adozione.
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Soffia so'
Una famiglia allargata interna ~ di Anna Maria Bacherini ~ Qualche tempo fa la madre adottiva di una figlia ormai adulta mi disse: «Se dentro i genitori adottivi non c’è la percezione e l'accettazione della presenza, nella mente del figlio, anche dei genitori biologici, come a formare una famiglia allargata interna, la vita coi figli adottati è difficile da affrontare».
❯ L'AUTRICE Psicologa, Psicoterapeuta della coppia e della famiglia. Didatta I.P.R. Pisa, Docente Facoltà di Scienze Politiche Università di Firenze, Responsabile Equipe Psicologia A.I.A.U. Onlus.
16
Vorrei
vedono al loro centro il rapporto con i genitori adottivi. Tuttavia quasi tutti i bambini, quando vengono a sapere di essere stati adottati, desiderano, e insistono, di avere notizie sui genitori biologici e sulle circostanze della loro adozione. Questa curiosità nei confronti dei genitori natu-
dire bre-
rali, e più in generale intorno
ve m e nte
alle proprie origini, non deve
di come gli adottati percepi-
essere considerata un indica-
scono la loro posizione filiale,
tore di problematiche psicolo-
e di chi individuano come geni-
giche, ma bensì una esigenza
tori. Numerosi studi condotti
del tutto normale e, anzi, legit-
in vari paesi (ad esempio quelli
tima. I neo-genitori dovreb-
di Keefer e Schooler, 2000)
bero ricordare che anche se
sostengono che i meccanismi
questi loro figli spesso non
di identificazione, e lo svilup-
chiedono esplicitamente di
parsi di un rapporto di lealtà
conoscere i loro genitori
Adozioni Internazionali biologici o non ne parlano, non significa affatto
Un genitore adottivo deve saper intuire, ed
che se ne siano dimenticati o che non ci pensino.
essere pronto ad affrontare argomenti come
In occasione di un incontro con una coppia,
questi, sia pur delicati, senza pericolosi rinvii.
ho chiesto a Simone, il loro figlio adottivo di 9
Roberta, di 15 anni, adottata all’età di un
anni, se pensava mai ai suoi genitori biologici.
anno, mi ha detto: «Mio padre e mia madre
Il ragazzino ha lasciato di stucco i suoi genitori
mi dissero che ero stata adottata quando ero
quando ha risposto con tranquillità: «Certo, ci
molto piccola. Poi però non se ne parlò più,
penso anche adesso, ci penso continuamente».
come se la questione fosse stata chiarita una
Un’altra bambina, Vania, di 8 anni, adottata
volta per tutte. Crescendo mi sono resa conto
in Ucraina all’età di 14 mesi e splendidamente
che essere figlia adottiva significa che i tuoi
inserita nel suo nucleo familiare, alla domanda:
genitori non sono i tuoi “veri” genitori, che sei
«… ma tu che pensi della donna che ti ha
diversa geneticamente dai tuoi fratelli, che
tenuto nella pancia?», quasi impulsivamente
hai degli altri genitori da qualche parte. Avrei
ha risposto: «… vorrei sapere come è il suo viso,
avuto tante domande da fare, ma non osavo
perché mi ha lasciato e dove è adesso!». I suoi
perché capivo che per loro era un argomento
genitori erano convinti che fosse ormai psi-
tabù, qualcosa che li faceva entrare in ansia».
cologicamente lontana dal suo passato, e da
I genitori adottivi devono sapere che rac-
certi desideri, dal momento che non ne aveva
cogliere informazioni sulle proprie origini
mai fatto cenno, e visto che era stata adottata
non significa automaticamente voler ricon-
quando era piccolissima. Invece un bambino di
giungersi con i parenti biologici. Durante un
quella età può mostrare una apparente indif-
incontro con un gruppo di genitori adottivi,
ferenza su questioni importanti riguardanti la
una coppia molto pacatamente ha detto:
sua vita, specie se avverte che in casa non si
«La serenità degli adulti è il primo requisito.
è propensi a parlarne, ma il suo pensiero non
Se siamo tranquilli rispetto alla presenza
cessa di porsi domande sulla sua origine. Per
emotiva dei genitori biologici, la nostra
la verità questo genere di comportamenti,
tranquillità si trasmetterà a nostro figlio.
nei quali le domande ritenute importanti
Se, al contrario, consideriamo la questione
non vengono poste, non sono tipici solo dei
difficile o imbarazzante anche lui avrà l’i-
figli adottivi: anche i bambini che vivono con
dentica sensazione».Ritengo tuttavia sia
i genitori naturali, non di rado evitano di sol-
fondamentale che nel dare informazioni al
levare argomenti che potrebbero dare fastidio
bambino sulle sue origini vengano rispet-
“ai grandi”. Così finiscono per tenersi dentro
tati i suoi stadi di sviluppo. Alcune omissioni
una serie di domande, oppure si costruiscono
o semplificazioni sono necessarie quando
delle risposte che possono avere poco e nulla a
il bambino è ancora piccolo, ma quelle
che vedere con la realtà dei fatti, rischiando di
stesse esclusioni, o semplificazioni, pos-
minacciare il loro sviluppo psicoemotivo.
sono deludere un bambino più grande.
17
Soffia so' Il metodo più corretto da
madre adottiva mi ha inter-
stavo nella pancia tua e non te
seguire è quello di non dire bugie
rogato sulla correttezza del
lo ricordi». E la madre rispose:
ma semplicemente attendere che la
proprio comportamento rac-
«Giulia, io ti ho aspettato tanto,
realtà sia narrabile. Intendo dire
contandomi questo episodio.
molto più di nove mesi come le
che deve essere previsto un
Giulia, all’età di 6 anni, men-
altre mamme, ma non sei stata
disvelamento graduale, il quale
tre era sola con lei, improvvi-
nella mia pancia, e non posso
dovrà avvenire con estrema
samente le disse: «Mamma,
dirti bugie!». Ha ricevuto la mia
delicatezza, specie quando i
tu dici le bugie, perché mi hai
pena approvazione e i compli-
figli sembrano voler negare
sempre detto che io non sono
menti per la felice prontezza
di essere stati adottati. Una
nata dalla tua pancia e invece io
della sua risposta.
L’abbandono Un altro tema ricorrente si sintetizza nella domanda: “Perché sono stato abbandonato?”. Raramente può essere data una risposta soddisfacente. Ogni tentativo di risposta, anche se storicamente corretta, non può essere sufficiente a superare i dubbi e la curiosità di un bambino, specie se dietro di essi si cela la lacerazione delle sicurezze, la frantumazione della garanzia vitale dell’attaccamento. È una domanda che va ben oltre il semplice desiderio di conoscere le proprie origini. È evidente che l’abbandono è una ferita, qualche volta indelebile. Ha a che fare con un sentimento profondo che coinvolge l’immagine di sé. In modo inconsapevole, si può radicare come la prova di un rifiuto subito “perché non si era persona degna di amore” e, quindi, di appartenere a quella famiglia, a quei genitori. Possiamo immaginare una sorta di sua convinzione profonda, come se il bambino pensasse: “… se sono stato abbandonato, la ragione è che nessuno, i miei genitori naturali per primi, pensava che valesse la pena occuparsi di me”. L’apertura di un legame affettivo, induttore di sicurezza, e di dialogo intenso ed aperto tra il figlio e i genitori, che si sviluppi come una consuetudine duratura, può favorire un migliore assorbimento del trauma dell’abbandono.
18
Adozioni Internazionali
A proposito
dello stadio di sviluppo men-
rale, nessun bambino può
di famiglia interna
tale che avevano raggiunto
trarre giovamento dalla idea di
all’inizio del rapporto adot-
avere nel contempo 2 padri e 2
Kaes (2002) sottolinea l’im-
tivo. È però importante sapere
madri. Gli sarà invece di aiuto,
portanza di riconoscersi come
che il bambino, e poi l’adole-
e più accettabile, una visione
appartenenti
qualcosa,
scente adottivo, per costruire
cronologica della sua storia:
qualcuno da cui si è avuto,
a
il proprio sé, il proprio senso
pensare cioè che “c’erano dei
appunto, origine. È necessario
di identità, i propri oggetti
genitori prima, e dopo e per
che i genitori adottivi parteci-
interni, la rappresentazione
sempre ci sono questi genitori
pino alla costruzione di questo
delle immagini dei genitori, è
adottivi”. Il tutto presentato
mondo interiore che dovrà,
chiamato ad una operazione
come una sorta di passaggio
come è in ogni rapporto geni-
indubbiamente più complessa
sufficientemente
tori-figli, appartenere a tutti i
rispetto ad un figlio naturale.
di testimone. In questo senso
partecipanti della nuova fami-
Prima di ogni altra cosa deve
mi sento di dissentire dalle
glia. Non deve fra l’altro essere
affrontare la necessità di dare
formulazioni “mamma di pan-
dimenticato che favorire l’inte-
un senso ai suoi nuovi oggetti
cia e mamma di cuore” come
resse, la curiosità e il desiderio
fondamentali, i genitori adot-
due cose coesistenti: a ben
di conoscere il paese che ha
tivi, e, per farlo, dovrà saper
guardare segnalano un doppio
dato i natali al bambino, è da
integrare nel proprio sé le rap-
abbandono: una non ti ha tenuto
considerare
importante
presentazioni di questi com-
nella pancia, l’altra non ti ha tenuto
rassicurazione-
binate con quelle, sia pure in
nel cuore. Un neonato allon-
accettazione dell’intera sua
modo fantasmatico, di quelli
tanato dalla madre naturale,
storia. Ma non è la rivelazione,
naturali. Un figlio adottivo ha
prova
e quindi la conoscenza sto-
senza dubbio un particolare
come chiunque si separi dalla
rica, il fatto determinante per
bisogno di essere rassicurato
persona a cui è più legato ma è
la costruzione della propria
sulla gerarchia degli affetti;
in grado di affezionarsi pronta-
identità di questi bambini. A
però è altrettanto corretto
mente a un care giver che se ne
questo contribuisce, in molti
non incorrere in altri errori: se
prenda cura sin dai primi giorni
casi, anche un recupero della
è importante non negare l’im-
di vita, e questo risulta rassicu-
memoria; questo a seconda
portanza del genitore natu-
rante per i genitori adottivi.
segnale
♡ ☺ ♡
di
un
armonioso
dolore
esattamente
In definitiva, occorre riconoscere l’esistenza di un legame primitivo tra il bambino e la donna che lo ha partorito e, anche se a volte è doloroso, non bisogna aver timore della realtà. Il bambino abbandonato in genere è in possesso delle risorse necessarie che gli consentono di stabilire nuovi legami, di uguale importanza, in grado di colmare la perdita e di consentire l’elaborazione e la riparazione della profonda ferita provocata dal fallimento iniziale. Tutto questo rende tanto delicato, quanto straordinariamente importante, il vincolo adottivo, laddove si dimostra all’altezza di riprendere, riannodare, rammendare il processo di sviluppo dell’affettività del bambino.
19
La famiglia è un collegamento con il nostro passato e un ponte verso il nostro futuro. A. Haley
Adozioni Internazionali
Mamma, da dove vengo?
❯ LE AUTRICI Psicologa e assistente sociale del Centro Adozioni "Il Cerchio" dell'ASL Mi 1.
~ di Cristina Rossetti e Antonia Colombo ~ necessitano di essere aiutati a costruire la nuova appartenenza familiare, ma anche a “tenere dentro” parti del loro passato. Ogni bambino, appena atterrato in Italia, si trova ad affrontare un nuovo ed importante viaggio: quello della integrazione della propria identità biologica, del rispetto delle proprie origini
Quando
all’interno della nuova realtà sangue
non
è
acqua...”.
familiare per la costruzione di
Siamo consapevoli che l'ado-
un autentico legame di appar-
la vostra associazione ha con-
zione, tra le altre, implica per-
tenenza. Con questo inter-
tattato la nostra responsabile
ciò pure questa sfida: dare un
vento siamo qui a presentarvi
per invitarci a intervenire a
significato soggettivo e per-
la modalità che il nostro servi-
questo convegno, centrato su
sonale alla mancanza di un
zio "Il Cerchio Centro Adozioni"
adozione e pregiudizio biolo-
legame biologico innegabile.
ha concertato negli anni pro-
gico, abbiamo iniziato ad inter-
Poi il nostro pensiero è volato
prio per affiancare la nuova
rogarci su come poter condivi-
ad una bambina cambogiana
famiglia in questo viaggio,
dere con voi le riflessioni del
da noi seguita, Loan, che pochi
sostenendola nel conciliare
nostro servizio su questo tema
giorni prima aveva chiesto alla
il passato biologico dei figli
partendo anche dalla ambi-
mamma: «I bambini nascono
adottati, così tanto evidente
valente considerazione che
dalle pance, io sono arrivata
anche nella testa dei bam-
ancora oggi la nostra società
con un aeroplano... Ma allora
bini che sanno di essere nati
riserva all'adozione. Se esiste
mamma, da dove vengo?»
altrove ed esplicitato anche
un generale consenso, per-
ben esplicitando il suo desi-
attraverso domande del tipo:
mane anche una prima con-
derio di conoscere cosa e chi
“mamma, da dove vengo?”,
vinzione che “avere un figlio
ci fosse stato “prima dell’ae-
con la realtà presente, con
biologico sia meglio”: “buon
roplano”.Come ben sapete, i
l'obiettivo di creare le pre-
sangue non mente...”, “il
bambini adottivi, come Loan,
messe per un futuro sereno.
21
Soffia so' Ma entriamo nello specifico.
→Perché si è scelto il lavoro
→ Brevemente, cosa concre-
di gruppo?
tamente il nostro servizio
▶ Il gruppo permette la condi-
propone nel post adozione?
visione di esperienze, di vissuti
Dopo
Italia,
con altre coppie che si tro-
proponiamo alle famiglie di
l’ingresso
vano nella stessa condizione.
essere seguite non solo indi-
La possibilità di rispecchiarsi
vidualmente (colloqui, visite
nell'altro permette di abbas-
domiciliari...) ma anche in
sare le difese, di riconoscere
una dimensione di condivi-
le difficoltà e le proprie paure
sione attraverso la partecipa-
che, attraverso la condivisione,
zione al gruppo di sostegno
vengono rese più tollerabili;
ai
genitori.
in
Quest’ultimo,
▶ offre la possibilità di creare
in continuità con le temati-
nuovi rapporti di conoscenza/
che affrontate già durante il
amicizia
momento formativo e quello
aiuto, di sostegno reciproco e
dell’indagine, si snoda in sei
di confronto;
incontri che si pongono l’o-
▶ di fronte ad un problema
biettivo di offrire un ulte-
comune diventa una risorsa
riore momento di profonda
nel trovare nuove soluzioni
riflessione alla luce dell’inse-
▶ favorisce la creazione di uno
rimento del bambino nella
spazio non giudicante di pen-
nuova famiglia, dando parti-
siero creativo;
colare attenzione alla stesura
▶ il gruppo permette di espli-
del racconto della nascita
citare aspettative, emozioni,
adottiva.
dubbi, timori, senza negare
che
diventano
di
anche le difficoltà e i nuovi → Come è organizzato?
equilibri che si sono ricostituiti.
Ve lo raccontiamo. È un percorso di gruppo proposto ai geni-
Ma non è solo lavoro di gruppo,
tori adottivi che già da qualche mese hanno accolto nella loro
è anche traduzione pratica del
famiglia il figlio adottivo. Nel corso degli anni abbiamo ritenuto
metodo esperienziale, tale per
utile creare dei gruppi omogenei rispetto all' età dei bambini. Il
cui “si apprende coinvolgendo,
percorso è articolato in sei incontri a cadenza mensile di circa
e si coinvolge aumentando
2,30-3 ore l’uno, sempre condotti da due operatori, in genere
l’apprendimento”. Infatti chi
uno psicologo ed un assistente sociale; è prevista anche la
conduce ha l’obiettivo non
presenza di un osservatore (solitamente un tirocinante o spe-
solo di abbozzare soluzioni ai
cializzando) con il compito di effettuare la registrazione degli
problemi, ma di coinvolgere,
interventi, verbali e non, dei partecipanti al gruppo (spunto per
ascoltare, far emergere vissuti,
future puntualizzazioni). Sono previste verifiche in itinere dopo
sensazioni, ed emozioni.
ogni incontro, da parte dei conduttori.
22
Adozioni Internazionali → E chi partecipa?
→ Come?
Chi partecipa è sempre coinvolto, porta la sua
Da verità narrabile a romanzo
esperienza, le sue emozioni, presta un ascolto
familiare, e poi a narrativa
attivo. Ecco, nel dettaglio, il contenuto degli
familiare… questa la prima
incontri! A conclusione del percorso viene orga-
evoluzione. Nel 1995, quando
nizzata una merenda, momento conviviale cui
la storia dei nostri gruppi di
partecipano le famiglie al completo: è l’occasione
sostegno "… e io dov’ero?”
per far incontrare i bambini, presenze vivifiche e
è iniziata, l'obiettivo era la
non simboliche, che toccano con mano come la
costruzione della verità nar-
loro adozione non sia una realtà isolata. Ma non
rabile,
finisce qui… Dopo un anno dall’ultimo incontro
zione del ruolo genitoriale. La
è previsto un ulteriore momento in cui tutto il
costruzione della storia adot-
gruppo si ritrova per un confronto, con partico-
tiva partiva dall’esplicitazione
lare attenzione alla comunicazione della storia.
della perdita della genitoria-
favorendo
l’assun-
lità da parte di “chi ha fatto il → Cosa abbiamo osservato in questi dieci anni di attività?
bambino”, per rinuncia, inca-
Nel corso di questi anni si è rilevato un sempre maggior coin-
pacità o impossibilità, e dalla
volgimento dei genitori adottivi nel lavoro di gruppo. Si sono
complementare acquisizione
costruite relazioni durature nel tempo che hanno portato ad
di genitorialità da parte di chi
un continuo confronto e ad un sostegno reciproco, ed alla con-
aveva scelto l’adozione come
divisione anche tra i bambini di storie comuni. L'incontro con
un altro modo per avere un
il piccolo infatti si potrebbe definire “un incastro combinato”:
figlio. L’idea di una verità nar-
non tutto poi va magicamente... la sfida è riuscire a passare dal
rabile, una verità solo ogget-
bambino ideale al bambino reale e, allo stesso modo, dal geni-
tiva, seppur filtrata dall’adulto
tore ideale al genitore reale: «Non pensavo di essere così...», ci
con una valenza riparativa,
raccontano sovente i novelli mamma e papà sull'espletamento
ha lasciato spazio alla valoriz-
dei loro ruoli genitoriali... Sono proprio queste le riflessioni di
zazione della comprensione
gruppo che spesso favoriscono la costruzione dell’identità
empatica di quanto accaduto.
genitoriale e rendono più spontaneo l’approccio da parte dei
è il romanzo familiare, in cui è
bambini alla propria storia.
il significato emozionale degli → I bambini crescono
eventi comunicati ad essere
Anche Loan crescerà, e con lei
fondamentale,
le sue domande... che neces-
la loro descrizione! è diven-
sariamente dovranno trovar
tato quindi centrale, anche
risposte sempre “meno gene-
in assenza di informazioni,
rali e generiche, ma empati-
il
che e peculiari”! Alla stessa
delle cause dell’abbandono,
stregua, nel corso degli anni,
il fatidico PERCHÉ! Non ci si
pure la nostra modalità di
può più trincerare dietro un
affiancamento e di supporto
semplicistico “non lo so”; per
alle famiglie è cresciuta.
rispondere alla domanda
lavoro
non
tanto
sull’elaborazione
23
Soffia so' del bambino sul perché sono stato abbandonato è necessario costruire una storia credibile. E allora, vi chiederete, come si costruisce una storia credibile? È necessario coniugare le rappresentazioni ide-
La famiglia è l'associazione istituita dalla natura per provvedere alle necessità dell'uomo. citazione di Aristotele
ali ai dati di realtà. Per capire come si arriva ad attraversare tutto questo è necessario fare
sai in Vietnam…”. Ecco, è qui che entrano in gioco le alte risorse
un grande passo indietro e pro-
che dobbiamo attivare nei nostri genitori adottivi e che contem-
vare a cogliere come e quando si
plano proprio risposte di questa qualità. Insomma, in alternativa
diventa genitori… partendo sì
al drastico “non so”, si lascia aperta la possibilità di immaginare,
dalle rappresentazioni ideali,
insieme, sia dando un significato… all’abbandono, che prospet-
dalle sensazioni ed emozioni
tando un passato da restituire al bambino. La nostra esperienza
anche del bambino, a latere
ci pone ora una nuova sfida: trovare all’interno del gruppo una
delle quali però è necessario
chiave interpretativa che si incentri sulla modalità con cui parlare
aiutare i genitori a “coprire i
al bambino delle sue origini. I neogenitori sono invitati a confron-
buchi… a individuare le parti
tarsi approfonditamente con l’immagine e con le fantasie che
mancanti”.
Esemplificative
hanno sui genitori biologici del loro bambino, per giungere ad
a questo riguardo sono le
una sorta di pacificazione con tali figure, anche se è difficile
diversificate richieste dei figli
entrare in relazione empatica con storie tanto complesse e cul-
adottivi ai propri genitori. A:
turalmente differenti, tanto più come genitori. è utile superare i
«Raccontami
della
miti e le contrapposizioni, non è accettabile pensare che “la mia
notte in cui sono nato» (Jamie
legittimità di genitore adottivo passi attraverso l'azzeramento
Lee Curtis) è possibile rispon-
del genitore biologico”. “Cosa penso di chi ha abbandonato mio
dere: “giochiamo che rinasci?”.
figlio?” “Bho...”. E non ci si può più trincerare dietro ad un diplo-
O ancora alla domanda: “cosa
matico non so niente... devo trovare una risposta perchè prima o
mangiavo da piccola piccola?”:
poi qualcuno (mio figlio!) me lo chiederà. Il modello che propo-
“probabilmente nel tuo bibe-
niamo, quindi, ben lungi dall’attribuzione di colpe, parte dal pre-
ron c’era anche amido di riso,
supposto che l'elaborazione dell'incapacità di svolgere tal ruolo,
ancora
da parte dei genitori biologici, diviene necessaria al fine di una buona e futura competenza trans-generazionale. Detto in pratica... Cambiano anche le parole. Lo sforzo di creare una maggior vicinanza con i genitori biologici, si traduce ad esempio anche nel modo di denominare la madre biologica, non più “donna”, “signora”, “persona che ha fatto il bambino”, come precedentemente si suggeriva, ma partendo proprio dalle parole stesse che il bambino sceglie: “mamma Etiopia”, “mamma Irina”... ”mamma vecchia”... senza temerle.Le parole “per dirlo” sono così importanti proprio perchè i bimbi adottivi hanno storie altre,
24
Adozioni Internazionali confusive e deprivate, specificatamente a quel livello più ancestrale in cui ha origine il linguaggio delle emozioni. In questa prospettiva, si sottolinea l’intreccio tra la storia del bambino e quella dei genitori: due storie che si incrociano in modo complementare, da subito! “Se sono in grado di parlarti di me stessa, posso anche raccontarti la tua storia”.In tal modo, a nostro avviso, la storia favorisce la costruzione dell’appartenenza del bambino al nuovo nucleo familiare in cui, a differenza del passato, si attri-
→
buisce maggior peso alla dimensione della continuità. Si privile-
permette:
gia il dialogo sulla storia passata del bambino, sui suoi genitori
▶ al bambino di avere a
biologici, aspetti che entrano a far parte della famiglia adottiva
disposizione reali, concrete e
e che conducono ad un cammino di elaborazione che si com-
immediatamente condivisibili
pie percorrendo le tappe evolutive. Anche noi siamo cresciuti:
informazioni sul suo luogo
siamo passati dal considerare unicamente l’inserimento del pic-
d’origine;
colo nella nostra cultura, al valorizzare la conoscenza e l’accogli-
▶ ai genitori di portare den-
mento della cultura di origine: ogni bambino arriva con un baga-
tro di sé il figlio senza dimen-
glio che deve poter essere aperto, esplorato, integrato e anche
ticare che la sua identità
trasformato dalle “nuove altre cose...” che ci mettiamo dentro.
poggia su più appartenenze:
Il legame biologico con il paese di origine ha un suo ineludibile
nazionali,
spessore, senza per questo confrontarlo gerarchicamente con
di genere, linguistiche, reli-
quello adottivo! è proprio in questa prospettiva di continuità
giose, culturali proprie del
che si pone la sempre maggior attenzione al mantenimento di
paese da cui proviene; con-
un legame con il paese d’origine in un’ottica interculturale...
sapevolezza
e nei gruppi viene proposta una Scheda Paese che aiuta i geni-
spinger li ver so una co n -
tori a sentirsi più vicini al mondo da cui proviene il loro figlio e a
taminazione…
trasmettergli un’immagine del suo paese da poter condividere,
Come confermato anche dalle
anche al di fuori dell’ambito familiare.
statistiche, l’età dei bambini
La
“Scheda
locali,
che
Paese”
familiari,
dovrebbe affettiva.
che vengono accolti in Italia è sempre più alta e questo comporta che i bambini siano consapevoli della loro identità culturale fatta di abitudini, usanze, lingua, memorie, modi di vedere la vita e le relazioni, con il loro modo di
comunicare.
Occorre
quindi adottare anche odori, sapori, suoni, colori del paese di origine del bambino... certi canali vengono percepiti
25
Soffia so' anche senza bisogno della
piccoli, diventano essi stessi protagonisti, non solo fruitori pas-
mediazione
parole!
sivi del racconto di mamma e papà. È grazie alle nostre coppie,
Principalmente, poi, i bambini
ai nostri bambini, all’esperienza fatta nei gruppi, al confronto
portano i loro ricordi, hanno
con i colleghi, alla condivisione con le famiglie, alla formazione
bisogno di confrontarsi e di
continua, che ci sentiamo vivifici ed in continuo “movimento”.
delle
parlarne con i genitori che li aiutano,
attraverso
un'au-
→ La meta?
tentica condivisione emotiva,
Essere in grado di non negare
a superare i vissuti negativi
le differenze, ma storicizzarle
legati a vicende spesso trau-
in un incontro genitore-figlio
matiche, ad accoglierli e a
dentro la dimensione affet-
dar loro... significati altri, alla
tivo-cognitiva: senza le emo-
luce dell’avvenuta adozione.
zioni non sapremmo entrare
Non si parla più soltanto di
in relazione con gli altri!
romanzo familiare ma di narrativa familiare, un percorso
→ “Con quali compagni di viaggio ci chiederete?”
di costruzione della storia che
Negli ultimi tempi abbiamo compreso l'importanza di aprirsi ad
vede coinvolti, quali soggetti
uno sguardo antropologico sui processi di costruzione della
attivi, tutti i membri della
famiglia adottiva, ai riti di passaggio e al tema della multi-
famiglia. Quando si costruisce
culturalità-interculturalità. Ci stiamo sempre più spingendo
la narrativa familiare non si
a lavorare dentro percorsi che affrontano il tema delle identità
usano solo i ricordi, ma si recu-
culturali, consapevoli di essere solo all’inizio di un cammino
pera nel luogo della memoria
verso una reale transcultura, che porti alla promozione di un
anche la capacità di leggere
meticciamento di identità culturali. Ci prepariamo, ci inter-
ed attivare emozioni. Per noi
roghiamo, ci emozioniamo... anche se siamo consapevoli che
“sentire con” è fondamen-
abbiamo necessità di approfondire ulteriormente sia alcune
tale ed è possibile farlo solo
specifiche tematiche inerenti le condizioni socioambientali
quando le storie sono narra-
dei diversi paesi, sia i differenti concetti culturali di famiglia, di
bili e condivisibili. Per questo,
abbandono e di adozione stessa, oltre agli usuali stereotipi...
a partire dalla costituzione dei gruppi grandi (cioè di genitori dei bambini con un’età superiore ai 5 anni), si è posta in evidenza la partecipazione dei bambini alla costruzione della storia e sono gli stessi bambini (prima quasi omertosi...) a dare il loro diretto contributo; magari, ad esempio riuscendo a disegnare la madre biologica o l’istituto dove erano stati da
26
→ Nel futuro? La meta che ci prospettiamo ci vede e ci vedrà impegnati nel migliorare ulteriormente la nostra offerta ed il nostro appoggio concreto alle famiglie adottive perchè, se è entusiasmante lavorare in questo
♡♥♡
campo (crescere un bambino
è il quesito del “mamma da dove vengo?!” (passato) ma, con-
in ogni caso è una meravigliosa
temporaneamente anche del “papà, dove vado?” (futuro) che
avventura, unica e irripetibile),
ci fa focalizzare sul sostegno, ma soprattutto sul rispetto per
non
dimenticare
l'altro in sé: genitore, figlio, operatore o altro che sia. Un legame
che è davvero faticoso e com-
adottivo è “per sempre”, è un'esperienza incommensurabile, ma
plesso non semplicisticamente
noi tutti possiamo solo ben indicare, ai nostri futuri giovani figli
fare, ma quotidianamente
adulti, una strada, lasciando che scelgano anche di percorrerla
essere un genitore adottivo!
“a modo proprio”.
dobbiamo
27
La famiglia è la patria del cuore. G. Mazzini
Sostegno a distanza Lo scopo del sostegno a
▶ I bambini che sosteniamo
l’accesso ai canali di istru-
distanza è quello di fornire ad
In questo momento, la nostra
zione, ai controlli periodici sul
un bambino un “piccolo” aiuto
campagna ha lo scopo di
proprio stato di salute, com-
economico, costante e dura-
sostenere a distanza bam-
prese le vaccinazioni, oltre alla
turo nel tempo, grazie al quale
bini di nazionalità etiopica
possibilità di nutrirsi. La quota
potranno sostenersi le spese
e rumena, di età compresa
annuale è pari ad € 300,00,
necessarie alla sua istruzione,
tra zero e 18 anni, con spe-
somma che potrà essere ver-
alle sue cure mediche e al suo
ciali necessità. L’intervento,
sata a mezzo bonifico banca-
nutrimento. Con meno di un
infatti, è diretto a sostenere
rio, a cadenza semestrale o
euro al giorno, infatti, sarà
bambini orfani dei genitori,
annuale. L’obiettivo del pro-
possibile garantire al bam-
affetti da particolari malat-
getto “SAD“ è quello di fornire
bino abbinato la possibilità di
tie, appartenenti a famiglie
un aiuto continuativo ai bam-
poter vivere un’ esistenza più
monoparentali e, in generale,
bini. È per questo che A.I.A.U.
dignitosa, rimanendo però nel
tutti coloro che si trovano in
Onlus consiglia di mantenere
proprio Paese e continuando
situazioni
particolarmente
il sostegno almeno per tre
a vivere con la propria fami-
disagiate. Nel breve periodo,
anni. Tuttavia, sarà possibile
glia. I bambini che entrano
A.I.A.U. Onlus è intenzionata
interrompere il sostegno in
a far parte del progetto SAD
ad estendere il SAD anche in
qualunque
verranno
altre parti del mondo.
pur con un congruo anticipo,
costantemente
seguiti, sul posto, da nostri
momento,
sep-
in modo da poter abbinare il
fidati incaricati, ma anche dai
▶ Che cosa prevede il soste-
servizi sociali locali in colla-
gno a distanza e che cosa
borazione con le competenti
riusciamo
autorità, i quali, oltre ad indi-
bambino
I nostri bambini ti aspet-
viduare i bambini che hanno
Attraverso il contributo ver-
tano. Per fare ciò basta
la necessità di essere aiutati,
sato dal sostenitore si offrirà
poco, meno di un euro al
si occuperanno di gestire la
un supporto alla famiglia o alla
giorno! Aderisci anche tu!
distribuzione dei contributi
comunità ove il bambino abbi-
versati, il corretto utilizzo
nato vive. Grazie a tale soste-
degli aiuti e il costante svolgi-
gno, si verranno a garantire le
mento delle attività connesse.
sue necessità primarie, come
ad
offrire
bambino ad altro sostenitore.
al
→ Per info: www.aiau.it
Soffia so'
Attività e incontri Per sostenere e valorizzare le competenze della famiglia, per favorire la crescita positiva delle bambine e dei bambini, per una migliore comprensione delle relazioni interpersonali, per il diritto di ogni individuo della vita quotidiana.
Scarperia Lo scorso 27 maggio si è svolta la tradizionale festa dell'Infiorata, patrocinata dal Comune di Scarperia e dalla Pro Loco, che ha visto cimentarsi gruppi di artisti in gara con le proprie composizioni floreali, lungo il corso principale della cittadina toscana. Come ogni anno, AIAU Onlus era presente a fianco di questa manifestazione, che costituisce sempre occasione di incontro tra le famiglie che hanno adottato con la nostra associazione e per noi preziosa opportunità per farci conoscere. Quest'anno abbiamo avuto anche la graditissima presenza di una rappresentanza del Consolato d'Etiopia in Roma, che è stata nostra ospite ed ha avuto l'opportunità di visitare la nostra sede di Firenze ed intervenire alla festa, intrattenendosi a lungo con le famiglie presenti durante tale manifestazione. La festa è stata allietata da spettacoli musicali e da animatori, alla presenza di numerosi bambini, felici di festeggiare con noi la nostra Associazione.
30
€
Per sostenerci: → c/c. postale 23965502 → c/c. banc. IBAN IT I7E 010 0502 8010 0000 0000 164
→ attraverso Paypal dal nostro sito web www.aiau.it
Soffia so'
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