FXP Febbraio Marzo 2012 Numero 2

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editoriale 5 Un incontro “magico” in una giornata di nebbia magia, esoterismo e plagio 8 Bibliografia e recensioni 10 Gli adolescenti e il rischio sette 14 Segregata in una prigione senza sbarre 20 The truman show 22 Il nazismo esoterico 27 Aleister Crowley 29 Scientology 32 La profezia dei Maya 34 “Il nostro amico” 36 Anton Lavey krisis 38 MMT (modern money theory) il quadrato 44 Concorso fotografico 46 “Libertà è partecipazione” società 48 Green Hill. Questa vergogna finirà letteratura 50 Negli occhi delle donne poesie 51 I versi di Paolo teatro 52 Servo di scena scritti corsari 56 Accetta il consiglio... per questa volta cinema 60 The Prestige... tra magia e illusione musica 62 Music Planet chine 67 Troppi funghi allucinogeni o troppo pochi fanno male 74 Mettete un fiore nei vostri cannoni ipse dixit 75 Aforismi e dintorni svago 76 Prof si nasce 78 I giochi di FXP l’oroscopo 80 Nati sotto una buona stella

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un incontro “magico” in una giornata di nebbia

Il saluto di Stefania DIVERTITO. Nuovo Direttore responsabile

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na platea di occhi accesi. Di sorrisi emozionati. Di domande curiose. Voci fiere nel raccontare a una “straniera”, sicuramente un’estranea, cosa significa impegnarsi, a scuola, e oltre l’orario delle lezioni, per raccogliere informazioni, farsi venire idee, cercare le persone più giuste da intervistare. E far combaciare tutto questo con le interrogazioni, i compiti in classe, gli esami di fine anno. È stato un incontro magico, quello che mi ha avvicinato – oserei dire unito – ad Asola. Un pomeriggio di nebbia – l’unico della stagione, almeno così consistente, mi hanno raccontato – una platea di ragazzi, le nostre emozioni così vicine. Ero venuta in città per parlare di amianto, di disastri ambientali, e mi sono trovata a con ragazzi di un’intelligenza vivace, abituati a considerare la propria scuola, la propria provincia, un punto di partenza, dal quale proiettarsi nel mondo. Ci siamo trovati, perché sia loro che io usiamo lo stesso strumento per co-

noscere la vita: le parole. E il giornalismo, in particolare. Mi è piaciuto molto conoscere la storia di Fxp, e ho più volte pensato: “Come mi sarebbe piaciuto avere uno strumento del genere, quando andavo a scuola!” E ora eccomi qua, direttrice di questo giornale. È stato un atto di fiducia, da parte della redazione, propormi di guidare la testata, ed è con onore che accetto l’incarico. Sono fortunata: eredito un giornale già prezioso, già collaudato, di grande qualità. Ringrazio di cuore il professor Antonio Cirigliano da cui metaforicamente prendo la staffetta e che ha fatto un ottimo lavoro. Prima di parlare di futuro, di guardare in avanti, tutti insieme, voglio presentarmi. Sono napoletana, vivo a Roma da 12 anni dove lavoro come giornalista per la testata free press Metro. Mi occupo di cronaca nazionale e di inchieste. È l’ambiente, la mia materia prioritaria di studio. Per l’inchiesta sull’uranio impoverito e le “strane” malattie che hanno colpito i nostri militari di ritorno dalle missioni all’estero, indagine che seguo oramai da 11 anni, nel 2004 ho vinto il premio Cronista dell’anno. Sono un’innamorata del mestiere, soprattutto. E adoro scrivere. Ho scritto quattro libri, tre dei quali su tematiche ambientali, uno sull’uranio impoverito, uno sull’amianto e l’ultimo, che si chiama “Toghe Verdi”, vuole raccontare l’impegno e la battaglia di avvocati di parte civile e di magistrati per ristabilire giustizia in caso di ambiente violato. Cosa c’entro io con Fxp e con Asola? Posso esibire come credenziale quel pomeriggio intenso ma di passaggio ad Asola. Basta? Ebbene sì. Ci sono dei momenti dove i destini si incrociano, dove anche con una semplice chiacchierata in un pomeriggio nebbioso si gettano dei semi in profondità. Si crea-


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no dei legami. Ed è quello che è accaduto. Ci siamo riconosciuti, con i ragazzi. Abbiamo letto nei nostri occhi di avere la stessa passione e siamo pronti adesso a lavorare insieme. Spero di poter essere più presente possibile nella vita del giornale. Spero che il mio contributo possa essere concreto, non solo formale. Spero di rendere ancora migliore il lavoro, di offrire spunti, di poter diventare un riferimento. Metterò a disposizione le mie capacità, la mia esperienza. Eredito il giornale a metà numero, a “timone pronto”, come si dice in gergo. Qui si parla di magia ed esoterismo, sette sata-

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niche e plagi. Mi ha colpito la scelta del tema, ma soprattutto la maturità con la quale è stato analizzato. Ho letto tutti gli articoli prima del “visto, si stampi”. Mi ha colpito la concretezza delle domande, la completezza della disamina. Tanti miei colleghi blasonati non avrebbero fatto di meglio, e non lo dico per piaggeria. Negli anni in cui ho frequentato il master di giornalismo di Urbino, il direttore della scuola, che è il mio mentore, ci ha ripetuto, fino allo sfinimento, che il giornalista è il controllore dei poteri. Questa frase compendia tutto: il ruolo di chi fa questo mestiere, ma anche lo stato d’animo con il quale si deve affrontare ogni argomento, sia per una breve in cronaca che per un’inchiesta giornalistica: essere umile, sapere che l’unico padrone è il lettore (come diceva Indro Montanelli) e saper rompere le scatole, usare quindi la curiosità, non farsi intimorire dall’interlocutore e saper dire all’occorrenza “non ho capito, ripete?”, perché a chi ci legge dobbiamo offrire intelligenza e onestà. In questo numero ho ritrovato questo, ed è il miglior modo di iniziare questa strada, insieme.

Stefania Divertito (Direttore responsabile) (s_divertito@hotmail.com)


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bibliografia e recensioni Per uno sguardo panoramico a cura di Marta SARZI (IVAs)

Gli Adelphi della dissoluzione

Strategie culturali del potere iniziatico di Maurizio BLONDET Editore: Ares

taille, di Lèon Bloy, di Renè Daumal, di Elèmire Zolla, di Massimo Cacciari, di Sergio Quinzio e di Roberto Calasso, nessuno finora ha controargomentato con pari coerenza e rigore. I “critici” si sono limitati ai sospetti e, in qualche caso, agli insulti. Ad essi l’autore risponde nella postfazione con cui il libro, che ha richiesto aggiornamenti avendone il tempo accentuata l’attualità, si offre alla lettura e alla rilettura.

Sette sataniche e occultismo

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scito in prima edizione nel 1994, e più volte ristampato, questo libro questo libro ha fatto scalpore. È mai possibile, molti si sono chiesti, che una casa editrice come l’Adelphi venga indicata come la punta emergente di un iceberg iniziatico che oggi riproporrebbe la gnosi pagana dei secoli antichi? Quella di Blondet non è forse mera dietrologia? In realtà, all’interpretazione consequenziale che l’autore offre del fenomeno neognostico, suffragata da proce e documenti desunti anche dai testi di Reneè Guènon, di Ernst Bernhard, di Simone Weil riletta da Ba-

di Cecilia GATTOTROCCHI Editore: Biblioteca del sapere

gli Stati Uniti negli anni ‘70 come forma estrema di trasgressione e di ribellione. Gli adepti si ornano con croci rovesciate e numeri magici, si fanno tatuare sul corpo i nomi dei diavoli; nel corso dei riti compiono violenze di ogni tipo sotto l’effetto della droga. Alla base delle convinzioni dei satanisti è l’idea che la legge morale e l’etica condivisa siano condizionamenti sociali da abbattere perché d’ostacolo all’esplicazione dei poteri magici di dominio sugli altri

Hitler e il nazismo magico di Giorgio GALLI

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uesto libro analizza sotto molteplici punti di vista i fenomeni legati alle sette sataniche e alla diffusione delle pratiche magiche e occulte. Il satanismo è figlio della modernità, nasce ne-

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Editore: Bur

iltler e il nazismo magico è un saggio di Giorgio Galli. L’autore indaga nella storia della Germania alla ricerca delle influenze esoteriche

che avrebbero influenzato Hitler e la sua più stretta cerchia di collaboratori. Nucleo centrale del saggio è l’individuazione di motivazioni occulte alle scelte decisive del vertice nazista, scelte altrimenti inspiegabili secondo le comuni categorie del logico e dell’umanamente tollerabile. Alla base di tali motivazioni c’è lo scontro tra le forze primordiali avverse del bene e del male, delle quali forze Hitler e il vertice sarebbero degli iniziati. Perché Hitler ha attaccato la Polonia con la convinzione che l’Inghilterra e la Francia non sarebbero intervenute, trasformando così una guerra, che doveva essere limitata, in un conflitto prima europeo e poi mondiale? Domanda inquietante, alla quale gli storici hanno provato a dare risposte cercando di individuare una logica in comportamenti che sembravano del tutto estranei a qualsiasi logica. Giorgio Galli, invece, in questo libro dimostra come alcune radici culturali del nazismo affondino in quegli antichi mondi di conoscenza che erano stati sconfitti, ma non cancellati, dal pensiero scientifico del Cinquecento e del Seicento e dall’Illuminismo.

Plagiata

La mia vita nelle mani di un mago di Claudia V. Editore: Mondadori

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ome può succedere che una donna colta e intelligente cada nella trappola psicologica di un malfattore fino a diventare, giorno dopo giorno, la sua schiava? Claudia era una ragazza giovane e bella, fidanzata e innamorata della musica. Simile probabilmente a tante altre. E come tante altre ha attraversato un momento di difficoltà in seguito alla grave malattia della madre. E’ stato proprio in questa crepa che si è infilato Demos, sedicente mago in contatto col divino, che ha piegato la sua mente a proprio piacimento. Con la scusa di compiere strani rituali, che lui chiamava “le opere”, il mago ha iniziato ad abusare sessualmente di Claudia, costringendola a giochi osceni e contagiandola con il virus dell’Hiv. Questa però è una storia a lieto fine. Grazie all’aiuto delle persone più vicine e soprattutto grazie a un coraggio straordinario (e in effetti assai raro), Claudia è riuscita dopo anni a svegliarsi dal suo incubo, a denunciare il suo oppressore e a ritrovare il sorriso. La lucidità e insie-

me l’intensità emotiva con cui l’autrice racconta le sue vicende danno a questo libro una forza che va oltre le pur importantissime implicazioni sociali. Leggendo le parole di Claudia si viene trascinati nel vortice in apparenza assurdo del plagio e ci si rende conto che cadere vittima di episodi del genere è, al di là di ogni supposizione, drammaticamente possibile.

Io, vescovo esorcista

di Andrea GEMMA Editore: Mondadori

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l male è una realtà concreta, fisica; il diavolo esiste e opera tutti i giorni in mezzo a noi. Molte sono le persone nel nostro Paese che vivono sotto gli influssi del demonio e che Andrea Gemma ha incontrato e, tramite l’esorcismo, liberato. Unico vescovo che pratica abitualmente il ministero dell’esorcismo, Andrea Gemma ha dal 1992 la missione di combattere in prima persona contro le potenze delle tenebre


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gli adolescenti e il rischio sette Intervista allo psicologo Alessandro MELUZZI a cura della REDAZIONE

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gregio dottor Meluzzi, noi ci stiamo occupando in questo numero di FXP del plagio psicologico, ma di recente abbiamo sentito che è stato lanciato l’allarme sette sul web. Secondo lei è davvero reale il rischio che si creino sette che possano adescare un gran numero di adepti? Ma guardi, il problema sicuramente c’è. Probabilmente è un po’ meno diffuso di quello che una certa mediatizzazione tende a proporre. Data la fragilità umana delle persone, dato il contesto di confusione in cui ci troviamo, è abbastanza comprensibile che situazioni che offrono facili legami di attaccamento, rassicurazione, una qualche forma “complementare” di identità, siano così efficaci. Ciò detto, le sette esistono. Non credo però che il fenomeno sia un fenomeno di grandissime dimensioni. E i giovani che dovessero lasciarsi sedurre da queste organizzazioni, che rischi corrono? Hanno il rischio di essere inseriti in un circuito mol-

to negativo sia per quello che riguarda la possibilità della libertà personale di esprimersi, che della possibilità di stabilire legami affettivi autonomi, di provvedere razionalmente ai loro interessi concreti e di pianificare liberalmente la loro vita. Insomma, gli viene annullata la libertà e quindi insieme alla libertà anche la creatività e la capacità di essere autonomi. Naturalmente queste esperienze possono essere temporanee oppure la fragilità delle persone può essere tale da configurarsi come circonvenzione di incapace. Però anche qui direi che queste esperienzesiano nella maggior parte dei casi temporanee, corrispondenti a fasi della vita. Ma se ci sono tutti questi aspetti negativi, come mai tanti adolescenti ne sono così affascinati? A cosa vogliono opporsi oppure cosa vogliono fuggire? Perché sono fragili, perché sono soli, perché hanno bisogno di legami e soprattutto perché hanno bisogno di identità. Quindi di rispondere a

quell’eterna domanda “Da dove vengo, dove vado e perché?”, alla quale i contesti abituali tendono a dare risposte di solito piuttosto labili mentre al contrario questo tipo di legami “fusionali” e totalizzanti tendono a dare risposte semplicistiche, ma pervasive. I genitori che segnali devono cogliere per capire se il loro figlio si è avvicinato a queste organizzazioni? Sicuramente tutte queste organizzazioni hanno bisogno di simbologia anche abbastanza fantasiosa per organizzarsi, quindi ci sono in genere immagini, libri, oggetti, segnali di riconoscimento. Alcuni di questi sono più inquietanti come quelli delle sette sataniche, altri possono apparire più rassicuranti come quello di Scientology o di altre associazioni di questo tipo; però si tratta sempre di qualcosa di folcloristico; e poi ci sono tutti dei segnali come il cambiamento di abitudini, delle relazioni e del carattere, come nel caso delle droghe, perché poi questa dipendenza asso-

miglia molto a quella da sostanze chimiche e qualche volta ci si accompagna anche, come nel caso delle sette sataniche. Ci sono allora dei segnali di cambiamento dell’umore, del carattere in termini di chiusura fino ad arrivare quasi ad una specie di isolamento che dall’esterno appare autismo mentre è una chiusura difensiva. Per la manipolazione si servono quindi di libri, immagini, oggetti, simboli… Lei crede che il dilagare (per usare un termine esagerato) di sette può

Nato a Napoli il 9 ottobre 1955. Maturità classica liceo statale V. Alfieri di Torino. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Torino nel 1980 (cum Laude). Specializzato in Psichiatria all’Università di Torino nel 1984 (cum Laude). Baccalaureato in Filosofia e Mistica presso il Pontificio Ateneo S.Anselmo di Roma nel 2002. (Magna cum laude). Iscritto all’Albo degli Psicologi della Regione Piemonte, elenco psicoterapeuti, e come psicoterapeuta medico all’elenco dell’Ordine dei Medici di Torino. Docente di Genetica del

essere la conseguenza di un rifiuto che si sta creando verso la religione, cardine tradizionale delle nostre società? Certamente queste sette strizzano l’occhio con forza al tema del sacro e quindi inevitabilmente anche del religioso, occupando uno spazio mentale che prima ancora di essere mentale è uno spazio dell’ anima. Come diceva G. K. Chesterton, “quando un uomo cessa di credere in Dio, non è che crede più in nulla, ma crede in tutto” e quindi vaga confusamente alla ricerca di idoli vari o di idoli atti-

vi del nostro tempo come il potere, il denaro, le condizioni sociali oppure alla scienza che rappresenta un idolo essa stessa quando pretende con la ideologia scientifica di offrire una risposta a tutte le domande dell’uomo, oppure come dire, fenomeni che noi chiamiamo irrazionali ma comunque misticheggianti che ci rappresentano l’aspetto di sacro rovesciato come peraltro viene anche esplicitamente nel caso delle sette sataniche. Lei ha affermato che giovani che percepiscono una forte solitudi-

Comportamento Umano (Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica – Università di Siena) e di Salute Mentale Università di Torino (Corso di laurea in Scienze Infermieristiche). Direttore Scientifico della Scuola Superiore di Umanizzazione della Me-

dicina. Consulente del Comune di Torino per il Settore Minori non accompagnati e a rischio. Presidente della Cooperativa Sociale “Agape Madre dell’Accoglienza” Onlus – Comunità di Albugnano (At) e Torino per il trattamento della disabilità mentale e della marginalità sociale. Direttore Sanitario di Comunità Psichiatriche accreditate S.S.N. a Calamandrana (At) e Castelrocchero (At), e Coordinatore Psicoterapeutico comunità per minori a rischio e patologici. “Agape” di Castelboglione (At), Cavagnolo (To) e Montiglio (At).


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ne e che sono in cerca di identità si avvicinano a queste sette. In passato succedeva che invece questi giovani fossero aiutati dalle loro realtà Parrocchiali e sociali. Come mai la Chiesa fatica a mantenere questo ruolo? La Chiesa fa una grande fatica a proporre dei codici di linguaggio adeguati ai bisogni dei giovani del nostro tempo e probabilmente questo fa parte anche di una (2.05) scarsa abilità di inculturare il messaggio del Vangelo in modo più efficace nel presente. Ma al di là di questo credo che ci sia anche una certa prevalenza del male collegata anche alla capacità di proporre delle mitologie d’accatto che poi sono funzionali anche alla soddisfazione di bisogni elementari come quelli ti tipo sessuale, di scarico dell’ aggressività o di presa di potere mentre il messaggio della buona novella evangelica è un messaggio più evolutivo ma che richiede naturalmente anche uno sforzo in più per migliorarsi. Probabilmente questa fascinazione del male fa parte di un appiattimento verso il basso che si riscontra in tanti altri aspetti della nostra società. Il Plagio, appropriazione indebita della liber-

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tà altrui, dal 1981 non è più considerato un reato vero e proprio. Lei cosa ne pensa? In Italia abbiamo centinaia di leggi, codici e regolamenti. Ogni qualvolta tentiamo di risolvere un problema pensiamo di fare leggi nuove che ci diano nuove soluzioni. Il reato di plagio fu tolto perché, da un punto di vista giurico, difficile da sostenere in una società di diritto positivo. Credo invece che qui il problema sia più complesso, sia un problema di tipo educativo che chiama in causa le famiglie, gli educatori, la scuola, ma anche il funzionamento stesso del mondo e della società. Questo problema rappresenta un sintomo, più che una malattia. La malattia stessa sta nell’ incapacità di trasmettere in modo efficace valori di autonomia, di libertà e anche di crescita. Credo quindi che introdurre un reato in più, una legge in più, una punizione in più, sia veramente banale e di scarso risultato. Esistono comunque leggi, come il reato di circonvenzione di incapace, che consentono di sanzionare gli aspetti più visibili di questo problema. Bisogna tener presente che dove sono state varate leggi troppo stringenti sul tema delle sette, si fi-

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nisce, come in Francia col poter perseguire legalmente anche la vocazione per un monastero di clausura cistercense dato che così, dal punto di vista delle leggi dello Stato, non c’è più alcuna differenza tra diventare monaco di clausura ed entrare in una setta. Il credente vede come dono di Dio il fatto che una persona decida di alienare tutti i suoi beni, di entrare in luogo dove resta chiuso, non può uscire, non può avere rapporti sessuali, ma lo stato che non distingue “Dio da Mammona” non trova alcuna differenza tra ciò e l’ingresso in una setta. In questo caso è molto pericoloso chiedere l’aiuto dello Stato. Lei crede che il problema delle Sette sia davvero così diffuso? Il problema è presente, così come ce ne sono tanti altri. È un problema che tende a rendersi molto visibile perché ha anche un suo intrinseco folclore. Tocca molte persone, ma per fortuna le tocca spesso in maniera transitoria, per un breve periodo della vita. I più fragili, deboli e vulnerabili qualche volta ne rimangono imprigionati faticando ad uscirne e quindi in quel caso risulta difficile capire cosa realmente si possa fare. Ci sono molte famiglie

disperate per questa ragione alle quali bisogna dare una risposta. Lei ritiene che il riconoscimento legale verso organizzazioni come Scientology (negli Stati Uniti equiparata alla stregua di una religione) sia possibile in Italia? Gli Italiani, come tutti i latini sono un po’ più scettici e un po’ meno creduloni. Nel mondo anglosassone d’altra parte c’è una certa facilità alla proliferazione di sette perché è mancato il collante della cultura cattolica che bene o

male per tanti secoli ha fornito una certa omogeneità di risposta alle domande di spiritualità. L’ America nasce proprio dal pluralismo religioso e dalla pluralità di offerte e allora in questo caso dalla chiesa riformata anglicana, dalla chiesa cattolica dal mondo ebraico andando attraverso i vari gruppi evangelici o verso gruppi di spiritualità orientali si sfuma in una gamma di offerte religiose che poi in America arriva facilmente anche a Scientology o ad altre situazioni simili anche perché la società è abituata

ad avere una grande pluralità di offerte in questo campo. Non credo che tale fenomeno sia in America incontrollato e incontrollabile perché poi negli esseri umani c’è ad un certo punto anche una capacità di resipiscenza e una capacità di valutare criticamente ciò che è meglio e ciò che è peggio per sé. Professor Meluzzi, la ringrazio moltissimo per la sua disponibilità e l’aspettiamo nella nostra scuola per un incontro su queste o altre tematiche. A presto... Grazie a voi.


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segregata in una prigione senza sbarre Intervista a Claudia V. autrice del libro Plagiata a cura di Alice GHIROLDI (IICri)

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ome può succedere che una donna colta e intelligente cada nella trappola psicologica di un malfattore fino a diventare, giorno dopo giorno, la sua schiava?” Sono queste le parole fredde e pungenti con cui Claudia vuole cominciare a raccontare la sua storia, un incubo protrattosi nel tempo e durato dieci interminabili anni. Il suo libro dettagliato, che non lascia trapelare nessun dubbio e non dà spazio a nessun tipo di immaginazione è una denuncia di chi, dopo tanto tempo, ha trovato la forza di continuare a vivere, nonostante il male colmato. Anno 1998. Claudia, ragazza di 21 anni, si è appena lasciata con il suo ragazzo storico e Jacopo, un amico, contatta un mago per cercare di tirarle su il morale e consolarla. Ma lei non sa a chi e a che cosa va incontro. Demos, sedicente mago di vent’anni più grande di lei la accoglie come una figlia minore, assicurandole un sostegno morale che le potrà far tornare il sorriso. Ma questo sorriso svanirà presto e rifiorirà faticosamente solo dopo tantissi-

uno dei tanti casi ai lettori per sensibilizzare la gente a tenere gli occhi ben aperti, a diffidare da qualunque tentazione occulta che spesso ci viene proposta tramite Internet, canale ormai aperto a tutti (e purtroppo anche ai più piccoli e forse anche

ai più deboli), a non chiudersi a riccio quando si riscontra un eventuale plagio e a non aver paura di confessare a una persona fidata le proprie difficoltà o i propri timori. Credo che questo sia un messaggio che gli adulti vogliano comunicarci, per

prevenire eventuali rischi. Quindi, quando i nostri genitori o i nostri professori predicano per ore e ci dicono di non fidarsi mai degli sconosciuti, ritengoche la sappiano veramente lunga e che facciano ciò solo per tentare di difenderci.

che all’origine di quel dolore in tutti gli episodi c’è sempre la negazione della libertà. Lei afferma che nel momento in cui è stata plagiata era in una fase particolare della sua vita, il mago sapeva di questa sua condizione? Si riferisce alla malattia di mia madre? Sì, ne era a conoscenza. Oggi mi è facile immaginare che Jacopo gli avesse già riportato la mia situazione prima ancora che lo incontrassi la prima volta. Comunque, nel corso del tempo, io stessa gliene parlavo, perché era un dolore difficile da sostenere e avevo bisogno di parlarne… ed ero convinta che Demos mi volesse aiutare, non mi rendevo conto che usava anche questo dolore per tenermi legata a sé. I manipolatori trovano accesso più facile verso chi vive periodi in cui si è più vulnerabili, anche se ritengo che la cosiddetta vulnerabilità in realtà fa parte del flusso della vita ed è un comune a tutti, prima

o poi, per le più varie ragioni. Che cosa l’ha convinta ad affidarsi completamente a lui? Tutto ciò che ha usato per portarmi a quel punto. Non si tratta di un solo fattore, ma molti elementi che agiscono in contemporanea hanno fatto sì che abbassassi le mie difese. Demos aveva la capacità di farmi sentire compresa e perfino di dare sollievo alle mie angosce, ma alternava queste fasi di empatia con altre in cui mi accusava di essere “sbagliata”, perfino di essere donna, fino all’umiliazione e alle minacce. Non potendo reagire, finivo col sentirmi una nullità ed ero terrorizzata dalle sue intimidazioni. Tutto ciò avveniva mentre mi stava isolando e mettendo contro la famiglia e gli amici. Non dialogavo più con loro. Chi plagia riesce a far distorcere alla vittima la visione della realtà con un lavoro incessante chiamato “indottrinamento” per annientare i punti fermi

intervista

mo tempo. Infatti questa ragazza viene completamente “spogliata” della sua personalità e dei suoi pensieri, per dipendere dalle suggestioni di quest’uomo dagli umori altalenanti. Un uomo ambiguo, che dichiara di essere il corpo con il quale il Padre può manifestarsi nelle sue sedute. Queste sedute, essenzialmente riti a sfondo sessuale, perseguiteranno Claudia fino all’esasperazione. Fortunatamente le persone accanto a lei si accorgeranno di questi anormali comportamenti della ragazza e la aiuteranno a ritrovare se stessa. Perché scrivere un articolo su un caso di plagio psico-fisico quando si può trattare benissimo di altri argomenti? Ho voluto esporre

Il plagio, un gesto che in tanti hanno vissuto sulla propria pelle, ma di cui pochi hanno il coraggio di parlarne. Una di loro è Claudia, una ventenne che racconta del suo incontro con Demos, sedicente mago che pone fine alla sua libertà e a qualsiasi scelta lei voglia prendere. Si è appena conclusa una lunga storia d’amore, quando Claudia si affida a quest’uomo nettamente più grande di lei e diventa “vittima di se stessa” escludendo dalla sua vita chiunque possa aiutarla. Purtroppo questa esperienza le chiuderà le porte dell’amore, in quanto contrae l’HIV durante le opere, ovvero rapporti sessuali, con i quali, secondo l’infame, la faranno ritornare serena. Ecco un assaggio di quest’esperienza cupa e assolutamente da non trascurare..

Gentilissima Claudia, dal suo libro abbiamo appreso che i contatti con il mago Demos sono stati mediati da Jacopo. Quali rapporti esistevano tra Demos e Jacopo? Si conoscevano già, infatti fu Jacopo a consigliarmi di recarmi da Demos. Da come me ne parlava, sembrava che Jacopo avesse una grande considerazione di lui. Alcuni dei capitoli del suo libro sono indicati come “flash”, ricordi istantanei; tra questi qual è quello che le procura più dolore? Si tratta di ricordi che erano molto vivi al momento in cui li scrissi, erano episodi molto dolorosi rimasti intatti per molto tempo dentro di me, che premevano per uscire. Li ho espressi così come li sentivo, senza il bisogno di collegarli tra loro. Quello che li accomuna è il dolore, appunto, e non me la sento di doverne scegliere uno in base all’intensità di questo sentimento, posso però aggiungere


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o i valori che si avevano prima e sostituendoli con quelli che fanno comodo al “leader”. D’altronde è questo il plagio: perdere ogni senso critico senza esserne consapevoli. C’è una frase nel mio libro che racchiude in un’immagine quello che tento di spiegare: “mi ha preso per mano e a piccoli passi mi ha fatto scendere i gradini che conducono all’inferno” Nel momento in cui ha avuto i primi contatti con il mago, qualcuno a lei vicino si è accorto della sua condizione psicologica? Ha ricevuto qualche aiuto? Psicologicamente era un periodo di sofferenza e anche di insofferenza ad una situazione che purtroppo non si poteva cambiare. D’altra parte tutti in famiglia la stavamo sperimentando, per la malattia di mia madre. Perciò era facile attribuire la mia condizione psicologica a questo e non ad altro. Credo che tutti noi in quegli anni ci sentivamo allo stesso tempo indispensabili e impotenti, ma dovevamo far fronte alla necessità che c’era, giorno per giorno, e di questa sofferenza tra noi parlavamo poco o niente. A nessuno di noi era passato per la mente, ad esempio, di farci seguire psicologicamente; non ce n’era nemmeno il tempo.

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Claudia V. durante un’intervista televisiva C’è stato un momento in cui lei lucidamente, pienamente ha realizzato di essere vittima di un plagio psicologico e come ha trovato la forza di liberarsene? Come ho raccontato nel libro, vari passaggi hanno portato ad allontanarmi da lui, la mia liberazione non è avvenuta improvvisamente. Solo dopo un lungo periodo di distanza ho compreso pienamente cosa mi aveva fatto e fino a che punto gli avevo creduto. La forza l’ho sentita quando ho deciso di denunciarlo. Quale consiglio darebbe ai giovani particolarmente esposti, a causa di internet, a tali pericoli? Semplicemente di essere consapevoli dell’uso che se ne fa. Sono la nostra attenzione e la nostra coscienza a dover essere allenate. Sarebbe utile anche tenere a mente che la maggior parte delle volte ci si introduce in queste situazioni senza avere ben chiaro cosa si sta facendo, con chi si sta par-

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lando. Internet può essere un modo per camuffarsi ancora meglio per questi personaggi e proporsi con una facciata che nulla ha a che vedere con il loro vero intento: quello di sfruttare sotto tutti i punti di vista. Solitamente non si va a cercare le sètte, ma sono loro che ti vengono incontro, o attraverso il suggerimento di una persona di cui ti fidi (come è accaduto a me), o perché si sottovaluta la loro potenzialità di persuasione e magari si è attirati da chi propone soluzioni a situazioni difficili. Nel suo libro lei afferma che il mago le ha “spillato” circa cento milioni di lire. Tale cifra è da considerarsi un’eccezione oppure rientra nella norma? Nei vari casi di truffa si parla delle cifre più disparate. C’è chi ci perde la casa e i risparmi di una vita. E non credo che quest’ultima sia un’eccezione. Il problema è che ancora oggi si tende a leggere questo dato come misura di colpevolezza della vittima, non come gravità di colpevolezza di colui che porta a un tale livello di assoggettamento. Quali tecniche ha usato per plagiarla? tra queste qual è stata quella che ha avuto un maggiore effetto su di lei? Sono efficaci tutte le tecniche usate contemporaneamente: l’isolamen-

to, l’allontanamento dagli affetti più vicini e la conseguente chiusura al dialogo nei confronti di tutti. La rottura di un dialogo interiore. La tecnica del “love bombing”, che consiste nel far sentire empatia e comprensione per carpire fiducia, conduce al passo successivo delle minacce e delle accuse, che portano senso di inadeguatezza e senso di colpa. Il senso di colpa che si prova pervade tutto l’essere: ci si sente in colpa per il solo fatto di esistere, senza riuscire a focalizzare un motivo specifico… e tutto ciò porta a confusione. La confusione e lo sfinimento, uniti all’umiliazione, portano a non avere la forza di contraddire nulla di ciò che viene comandato. Le persone plagiate non possono rendersi conto di questi meccanismi mentre ne sono sopraffatte e per questo motivo non possono chiedere aiuto; semplicemente perché non possono accorgersi di essere manovrate, diffidano di tutto il mondo attorno e l’unica persona in cui credono è, purtroppo, colui che li sta plagiando. Prima di quello che le è successo, aveva mai assistito o visto in televisione dei casi di plagio? Se sì, come mai tali casi non le sono serviti da deterrenti? Non credo di aver visto qualcosa in tv. Si par-

la di vent’anni fa (quando è iniziata la storia) e comunque il plagio non era sentito come motivo di preoccupazione da me e dalla mia famiglia, ma nemmeno in altri contesti, come la scuola, sentivo questa preoccupazione. Mi era capitato di ascoltare storie di guaritori che avevano risolto dei “malocchi” o “fatture”, che avevano guarito da verruche o dal “fuoco di S. Antonio” delle persone che andavano da lui per farsi “segnare” (si diceva così…) e sentivo parlare positivamente di questi avvenimenti, come una soluzione a dei casi difficili che non guarivano con la medicina. Queste storie naturalmente avvengono dappertutto e sono sicura che ognuno di noi ne ha sentito parlare; si tratta di storie popolari, ma l’ho accennato per dire che c’è un terreno fertile sotto l’apparente quotidianità, e quando in questo terreno ci lavora il personaggio più pericoloso, questi approfitta anche di tali storie popolari per infiltrarsi in delle crepe (spesso di dolore) e farsi spazio nelle vite degli altri. Per quano riguarda il plagio credo si pensasse di un fenomeno riservato alle grandi situazioni settarie perlopiù provenienti dagli altri continenti (es:. Scientology, Hare Krisna…), quindi scenari geograficamente lontani. Si

pensava, come oggi credono in molti, che queste realtà non possono riguardare noi e chi ci sta vicino, ma soltanto i creduloni o gli esaltati, che chi entra in una setta sa davvero cosa sta facendo, che se capitasse a noi ci accorgeremmo subito del pericolo. Ed è anche questa la forza che hanno le sètte e chi ne è a capo: sanno che il loro potere è subdolo, sanno che il pericolo in questo senso viene percepito distante e soprattutto sanno che non sono identificabili facilmente e condannabili dal reato di plagio, tuttora mancante dal nostro ordinamento. Io a ventun’anni avevo la sensazione tipica di quell’età, di essere cioè al riparo da molte cose. Non pensavo di dovermi difendere da qualcuno che volesse manipolarmi, né pensavo di essere manipolabile. Cosa le ha dato la forza di liberarsi dal mago? Come ho spiegato sopra, la forza di liberarmi non ce l’avevo. La forza l’ho sentita invece quando ho deciso di denunciarlo, perché una volta che avevo compreso cosa mi era successo, ero sicura che se non avessi fatto quel passo per fermarlo, lui avrebbe continuato a fare del male ad altri, come aveva sempre fatto e come infatti stava ancora facendo al momento del suo arresto durante le indagini (dopo sei mesi dall’arresto è sta-


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to scarcerato per decorrenza dei termini). Per quale reato il mago è stato condannato? Secondo lei la legislazione italiana in materia è adeguata? I reati che hanno portato alla condanna di 15 anni di reclusione con le sentenze di primo grado e di appello sono: violenza sessuale continuata, detenzione di materiale pedopornografico, truffa aggravata. C’è stato anche il ricorso in Cassazione, ma la Corte ha rimandato la sentenza in Corte d’appello e deve essere fissata una data per un’altra udienza. No, non credo che la legislazione italiana in materia sia adeguata, perché il reato di plagio è tutt’ora assente dal sistema giuridico italiano. La legge antiplagio esisteva, ma è stata annullata dalla Corte Costituzionale nel 1981 per indeterminatezza, con la raccomandazione però di riformulare un testo più adeguato. Attualmente c’è il ddl 569 da vari anni in iter di discussione, ma vista la precedenza che si dà ad altri argomenti e dato il susseguirsi delle legislature, non si giunge mai al punto e i tempi per avere questa legge si allungano. Intanto, naturalmente, le sètte di ogni genere si sono avvantaggiate di questo vuoto normativo trentennale fiorendo sul nostro terri-

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torio in maniera capillare, per quanto subdola. D’altra parte, pur riconoscendo che una condanna a 15 anni di carcere è una sentenza esemplare per casi come il mio, considero anche che Demos ha agito allo stesso modo con altre persone che non lo hanno denunciato (pur avendo testimoniato in tribunale e quindi contribuendo in questo modo ad avere giustizia), e questo rende la misura di quanto scarse siano le denunce in casi di plagio. Per completezza di informazione, aggiungo che attualmente Demos non si trova in carcere perchè il processo non è ancora concluso. Bisogna tenere presente che la mancanza di una legge, unita ad altri fattori come la paura di minacce, il senso di vergogna, il timore di non essere creduti, l’esposizione economica che si affronta per un processo e l’incognita sui tempi dello stesso, scoraggia non poco le vittime dal denunciare. Ritengo quindi che lo Stato, attraverso la legge, dovrebbe invece incoraggiare alla denuncia di questi casi e garantire un processo in tempi ragionevoli, anche perché la denuncia è un atto che acquisisce il senso di utilità sociale. Lei va nelle scuole a parlare di questa esperienza. Qual è il valore di questa testimonianza? Sono stata solo una vol-

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ta a contatto con i ragazzi di un istituto superiore. In quella circostanza c’è stato molto interesse da parte dei ragazzi e, dai loro commenti successivi, ho notato il ridimensionamento dei preconcetti più comuni, cioè il credere che il plagio sia un fenomeno distante, che riguarda persone scarsamente dotate d’intelletto e che per sètte si intendano solo quelle sataniche (al contrario, per sètte si intende ogni contesto nel quale non è concesso di esercitare ed esprimere liberamente la propria volontà e isola dal resto del mondo). Penso sia particolarmente importante parlare ai ragazzi perché l’adolescenza è un’età strategica in cui si formano la personalità, il pensiero, le idee, i propri valori… e il racconto di esperienze di altri è sempre un arricchimento reciproco e per loro è un modo per acquisire più strumenti di valutazione mentre si affacciano a sperimentare la vita. Per quanto mi riguarda, ho deciso di portare la mia testimonianza sperando che potesse esentare qualcuno dal dover sperimentare qualcosa di simile a quello che ho vissuto io. Credo che il valore di ogni testimonianza (la mia, come le altre) stia proprio nella condivisione. Cosa suggerisce alle famiglie, agli insegnan-

ti che potessero trovarsi ad affrontare casi simili al suo? Il primo consiglio è quello di non agire d’impulso per evitare di allontanare ancor di più la persona che si vuole aiutare. Purtroppo non è facile riconoscere subito quando una persona è a rischio di plagio. Se si nota nella persona una chiusura al dialogo, discorsi monotematici, risposte evasive, cambiamento di umore repentino, abbandono dell’interesse per le cose che prima l’ appassionavano, isolamento, questi possono essere alcuni segnali di una situazione in

atto. Ma dato che si è impreparati a gestire questi casi, innanzitutto bisogna cercare di non essere soli, quindi consiglio di fare una rete tra amici, insegnanti, famiglia, e anche di contattare le associazioni che si occupano di questi casi (ce ne sono diverse in Italia, alcuni riferimenti sono nel mio sito www. claudiav.it) che possono supportare e affiancare anche nel dialogo con le forze dell’ordine, quindi di raccogliere quante più informazioni possibile sul genere di personaggio o sètta che sta circuendo la persona (tenendo presen-

te che chi è plagiato è obbligato a riferire qualsiasi cosa al suo “leader”). Infine, penso che la cosa migliore sia fare prevenzione, cioè fornire dati e strumenti per riconoscere situazioni di rischio aprendo dibattiti sul tema, farne oggetto di dialogo con gli insegnanti e i genitori, a scuola e in famiglia. Se lei in futuro dovesse rincontrare Demos, cosa gli direbbe? Assolutamente Nulla. Nel salutarla la ringraziamo moltissimo per la sua disponibilità e per il valore della sua testimonianza. Grazie a voi...


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the truman show

solo un film, o manifesto di una realtà occulta? a cura di Andrea MANISCALCO (IVBs)

Molti conoscono il “The Truman Show” come una semplice pellicola da sala di fine anni Novanta. In realtà esso fornisce un interessante spunto di ri-

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olti avranno sicuramente visto o perlomeno sentito parlare del film critico dei reality show, “The Truman Show” con Jim Carrey. Certo, dalla televisione o da una sala cinematografica non renderà più di tanto l’idea, forse influenzati dal fatto che comunque si stia semplicemente guardando un film drammatico dall’azione rilassante. Ma proviamo a rovesciare il contesto Truman Show in macro. Ossia proviamo a immaginarci se la realtà in cui viviamo fosse mossa da un burattinaio che controlla tutte le sue mario-

flessione su chi veramente è il regista e architetto della nostra realtà. Un Dio ultraterreno, dunque, o qualcuno di molto più vicino a noi?

nette e perché no, decide anche per loro. Un qualcuno o un qualcosa che prende in poche parole, il posto di Christoph, il regista del Truman Show. Inquietante no? eppure... Esiste nostro malgrado, un’associazione dai caratteri quanto meno settari, dove si fondono gioco di potere, occulto e iniziazione, che si propone di fare questo. Questa pseudoassociazione, setta o associazione filosofica, che dir si voglia, è la tanto dibattuta Massoneria moderna. L’obiettivo finale, di questa associazione, è sostanzialmente quello di diventare un vero

e proprio “motore immobile” che muove la realtà, e le marionette che la popolano. Vogliono insomma avere il controllo su tutto e su tutti, diventando i nuovi registi del contesto in cui viviamo. La domanda però sorge spontanea, ma come può una setta avere il controllo del mondo, sostituirsi, in poche parole, a Dio, sempre ammesso che ne esista uno? Molti sicuramente risponderanno che trattandosi probabilmente del solito gruppo di esaltati, il problema non esiste. Altri probabilmente diranno che essendoci tante sette al mondo, non sarà

Massoneria: è un ordine iniziatico che ha come fine ultimo il “perfezionamento dell’umanità”. All’origine la Massoneria è portatrice di uguaglianza, fratellanza e democrazia mantenendo comunque sempre il carattere dell’occulto che può avere varie interpretazioni. In Europa le logge massoniche sono molte ma gli Stati Uniti e la Gran Bretagna detengono il primato mondiale per numero di logge presenti. I caratteri che ne fanno parlere sono la matrice occulta e soprattutto il fatto che abbiano avuto un ruolo influente in tutti i più grandi e importanti cambiamenti storici.

di certo questa a rovinare la realtà. Ma questi forse non sanno che tra questi esaltati fanno parte i grandi potenti del mondo: leader di paesi ricchi, banchieri, proprietari di grandi multinazionali e comunque i cosiddetti appartenenti ai poteri-forti. Persone insomma che contano e che sono “qualcuno” sulla scena mondiale, e quindi riuscirebbero più di chiunque altro a gettare le basi per un disegno massonico. L’aspetto più controverso infatti è proprio questo, il fatto che a fare parte di questi gruppi massonici siano dei potenti che quindi hanno già in mano qualcosa, e quel qualcosa lo vogliono ingrandire sempre di più per arrivare al potere assoluto. Ma cosa fa davvero paura della Massoneria, lasciando stare che vi partecipino dei potenti? A farci davvero paura della Massoneria è il suo carattere occulto, la sua segretezza e quindi la sua poca trasparenza d’azione. Questo club di potenti si riunisce infatti più volte all’anno in una località del tutto segreta e inaccessibile ai giornalisti o ai curiosi. Il Trilateral e il Bilderberg sono due esempi concreti di queste riunioni segrete, dove non sono ammessi organi di stampa e non è ammesso rivelare, da parte dei membri, le decisioni prese su uno o più argomenti di matrice internazionale. Diciamolo! Quando poi c’è la variante

della segretezza e dell’occulto, le persone, i popoli, sono sempre più assetati di sapere cosa accade veramente in quelle riunioni, la gente ha bisogno insomma di trasparenza quando in quelle associazioni magari ne fanno parte i capi del loro paese. Nell’immaginario collettivo si è quindi instaurata un’idea marcatamente negativa su questi summit. Molti studiosi dell’argomento attribuiscono queste riunioni massoniche alle teorie del complotto: una grande cospirazione mondiale mirata alla formazione di un Nuovo Ordine Mondiale, ossia un ordine finalizzato a favorire banche, multinazionali, poteri-forti e le grandi potenze mondiali. E come ci riescono? Semplice! Creando delle lobby come Federal Reserve e Goldman Sachs, ovvero dei gruppi di pressione in grado di provocare crisi economiche, lacerare gli stati meno industrializzati e mirando la democrazia e la libertà civile di ogni uomo, a costo di dare sempre più soldi ai soliti potenti che fanno girare il mondo. Nell’indice delle cospirazioni delle massonerie moderne, figura oggi anche il noto social network Facebook. Si pensa che ad alcuni summit sia stato invitato anche Mark Zukenberg, fondatore del celeberrimo social network, per mettere appunto delle tecnologie mirate al controllo

sempre più invasivo delle persone iscritte. Guarda caso anche le multinazionali telefoniche sono sempre le più gettonate ad andare a questi summit. Adesso ci sono facebook e i telefonini, domani magari ci sarà un microchip che controllerà e misurerà ogni passo che facciamo durante il giorno, e ci farà muovere come vorranno i “Christoph della situazione”. A l’occhione sulla piramide interessa questo, oltre ovviamente a fare lobbing su determinate persone o aziende piuttosto che altre; così il lavoro di pressione diventa più semplice, o addirittura nullo visto che i polli li controllano loro. Molti non ci crederanno, forse perché non vogliono crederci o forse perché ancora scettici sull’argomento, ma le persone che ne parlano iniziano ad essere veramente tante e quando qualcuno tenta di pubblicare qualcosa sull’argomento su qualche organo importante, guarda caso viene subito minacciato da alcuni inviati di questi potenti. Con l’informazione si può combattere questo scempio che porterà probabilmente i nostri figli o nipoti forse tra 50 o 100 anni a non essere più umani pensanti ma marionette mosse da chi vuole giocare a fare il supplente di Dio. Siamo dunque ancora convinti che “The Truman Show” sia solo un semplice film?


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il nazismo esoterico Una pagina di storia poco conosciuta

a cura di Daniela ANDALONI e Francesca VIOLA (VAs)

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iamo abituati a studiare la storia sui manuali scolastici, limitandoci a una conoscenza superficiale degli eventi e dando per buono tutto quello che ci viene proposto dagli storici. In realtà anche la storiografia classica ha due limiti principali; il primo è un limite di metodo: lo storico infatti basa il proprio lavoro sulla ricerca e

analisi di fonti autentiche ma laddove un’ipotesi interpretativa non viene accompagnata da documenti e prove materiali è destinata a rimanere solamente un’ipotesi; il secondo è un limite di contenuto e ha a che fare con le interpretazioni ormai consolidate e standardizzate dei vari eventi. La situazione però si complica nel momento in cui si

affianca alla storia l’esoterismo. Le culture esoteriche infatti, per loro natura, non lasciano nessuna traccia o documento facendo sì che ogni parte “occulta” della storia venga lasciata da parte. In realtà l’esoterismo dimora dentro la storia, arrivando in certi periodi ad influenzarla, e gli esempi in cui esoterismo, politica e storia si intrecciano

sono sempre più numerosi: solo limitandoci alla storia europea possiamo citare Cartesio e i circoli occultistici dei Rosa Croce, i maghi rinascimentali che influenzarono le culture europee, gli alchimisti ebraici e praghesi e i loro strettissimi rapporti con Rodolfo II d’Asburgo (imperatore del sacro romano impero dal 1576 al 1611), le società occulte e i loro nessi con la Rivoluzione Francese, la stregoneria femminile e infine il nazismo. Anche nel caso del nazismo infatti possiamo parlare di un lato nascosto basato sulla passione per l’esoterismo e la magia. Se dunque la versione ufficiale ci racconta che il nazismo sia nato nella Hofbräuhaus, famosa birreria di Monaco, per comprendere meglio l’origine del partito di Hitler è necessario guardare più a fondo, verso un’associazione segreta: la “Società Thule”. La Thule derivava dalla German Orden, una setta votata allo studio delle radici storiche tedesche. Nel 1918 tale setta, localizzata a Monaco, assunse il nuovo nome nel tentativo di sfuggire alle ostilità di elementi socialisti e filorepubblicani che avevano individuato nel German Orden il fulcro dell’estrema destra nazionalista. Ad occuparsi di tale transizione fu Rudolf Von Sebottendorff, che

traghettò l’esoterismo etnonazionalista dalla vecchia alla nuova società. Quando il 2 marzo 1920 venne fondato ufficialmente il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei lavoratori (NSDAP), Hitler collaborò per la formazione del suo programma con Anton Drexler, membro dell’Order, mentre l’adozione della svastica come simbolo del partito venne suggerita da alcuni soci della Thule. Insomma il gruppo dirigente del neonato partito tedesco si identifica quasi totalmente con i membri della Società Thule. All’origine del Partito Nazista e nella successiva fase politico-elettorale che sfocerà nella conquista del potere non sembra che l’impostazione esoterica della Società Thule lasci emergere la sua influenza. Hitler infatti punta alla conquista del potere tramite vie legali, attraverso precisi metodi di propaganda. In questa prima fase il gruppo di Thule rimane nell’ombra, anche se continua a sostenere Hitler nella sua marcia verso il potere. Anche una volta giunto al governo della Germania, il Führer manterrà un programma d’impostazione laico, privo di qualunque contenuto esoterico, ma appena ne avrà la possibilità onorerà il suo background esoterico, a partire dalle leggi razziali

di Norimberga del 1935. L’espansione territoriale del Terzo Reich attuata da Hitler sembra sia stata in sintonia con due esigenze: la prima è di tipo politico avvero quella di annullare la vergogna del trattato di Versailles, riscattare la Germania dalla sconfitta della Prima Guerra Mondiale e ritornare a imporla come potenza europea; la seconda è di tipo culturale, innovata in profondità da contenuti e sentimenti esoterici e consiste nel tradurre in conquiste concrete i dettami fondamentali della mitologia nazionalsocialista. Dal marzo del 1935 al marzo del 1939 Hitler continuò ad attuare scelte tattiche molto rischiose che nonostante tutto lo portano a grandi successi militari. A questo proposito lo stesso Fuhrer confida ai suoi collaboratori “di muoversi con la sicurezza di un sonnambulo, con la magica scioltezza di un uomo che cammina in stato di trance sul coppo di un tetto eppure non casca mai, come se una mano invisibile sostenesse il suo cammino”. C’è chi sostiene che Hitler si sentisse scelto da forze superiori che lo guidassero nelle sue scelte per riscattare la razza ariana, che fosse sostenuto e consigliato dagli Dei. Ovviamente non si sa con esattezza quanto sia realistica tale ipo-


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tesi; ciò che è sicuro è che a un certo punto il fiuto “magico” di Hitler perde colpi. Hitler appare sempre più incerto e insicuro, soprattutto nelle decisioni militari che risultano sempre più sbagliate. Probabilmente vedendo i continui esiti negativi della guerra si era reso conto di aver sovrastimato il suo potenziale intuitivo. E non è un caso se la crisi interiore di Hitler vada a coincidere con un punto di svolta della guerra; da questo momento l’Hitler-messia, l’Hitler-medium, l’Hitler persuasore, lascerà il posto al semplice Hitler-uomo, sempre più schiacciato dal peso delle responsabilità e sempre più insicuro sulle scelte da prendere. Dall’estate del 1943 al giorno della sua morte saranno veramente pochi i fuochi dell’antico Hitler esoterico. Tutti sanno che il programma politico di Hitler e del nazismo erano alimentati soprattutto da tre cose: nazionalismo, anti-comunismo e antisemitismo. Ma dietro tutto questo c’era anche dell’altro, a cominciare da una strana ideologia che, mischiando mitologia nordica, razzismo ed esoterismo, alimentava un sogno: quello di arrivare a dominare il mondo. Ma, ancora più dei milioni di voti raccolti o dello stesso Hitler, fu un uomo a tra-

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sformare questo sogno folle del nazismo e della Thule in quello che oggi sappiamo e studiamo. Si chiamava Heinrich Himmler, capo delle SS a partire dalla fine degli anni Venti. Himmler, nel castello di Wewelburg, in Westfalia, nella Germania settentrionale, volle creare la struttura che avrebbe dovuto contribuire a dar vita al Reich Millenario. Mentre la Storia, tra persecuzioni, violenze e colpi di mano militari, correva verso la Seconda guerra mondiale, a Wewelburg si sviluppava una realtà parallela, fatta di riti magici, meditazioni, ricerche scientifiche e filosofiche. Tutto affidato ad un gruppo di persone convinte di aver dato vita ad un vero e proprio ordine cavalleresco religioso: l’Ordine Nero delle SS, corpo di élite che aveva il compito di proteggere Hitler. Le SS vennero strutturate come un ordine militare e spirituale che prendeva a prestito spunti e velleità ascetiche, tanto dai medioevali Cavalieri Teutonici quanto dalla Compagnia di Gesù. Wewelburg per un breve periodo di tempo fu anche una sede di ricerca scientifica; qui infatti aveva sede una particolarissima Accademia di studi scientifici voluta dallo stesso Himmler: si chiamava “Ahnenerbe” ed aveva lo scopo di trovare le pro-

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ve scientifiche, storiche e archeologiche, dell’origine ariana dei tedeschi. Dall’Asia all’America Latina, dall’Antartide all’Africa ma anche in varie zone della stessa Europa, uomini specializzati vagarono alla ricerca di conferme dell’esistenza del mitico popolo degli Ariani, la razza pura da cui discendevano i Germani. In questa ricerca di testi antichi, i nazisti arrivarono anche nella terra dei Faraoni. Nel febbraio 1941 la celebre Afrika Korps tedesca, comandata dal generale Erwin Rommel, arrivò in Africa settentrionale per dar man forte alle armate italiane in lotta con gli inglesi. Ma, si dice, che la spedizione di Rommel aveva forse anche un altro scopo, tutt’altro che militare. C’era, infatti, da appoggiare una missione segreta che consisteva nell’entrare nella Grande Piramide di Cheope e verificare, se era vero quanto era stato riferito pochi mesi prima ad Hitler. Qualcuno aveva infatti convinto Hitler, che nella Grande Piramide, esattamente nella camera della regina, erano conservati da tempo immemorabile i “I libri segreti di Toth”, antichi papiri su cui erano riportate formule e istruzioni risalenti ad una civiltà pre-egiziana. Una civiltà subito identificata con Atlantide. Ma chi era Toth? Per gli

egizi questo dio era lo scriba divino, colui che negli inferi teneva il conto dei peccati dei morti. Da qui anche l’identificazione di Toth col dio della scrittura, della parola, del pensiero. Secondo la tradizione, i suoi poteri lo resero un mago temibile e quindi anche il protettore della magia. Un rapporto che si è riprodotto nel tempo: infatti per i greci Toth era il Dio Hermes, poi divenuto in età classica e poi nel Rinascimento quell’Ermete Trismegisto, il cosiddetto “Tre volte saggio”, considerato il padre di tutta la tradizione esoterica occidentale. Oltre alle SS e al legame strettissimo con l’Egitto dei Faraoni, un evento che presenta caratteristiche esoteriche e misteriose è quello del “Volo di Hess”. Per prima cosa è necessario presentare Rudolph Hess. Egli era il vice di Hitler, colui che mentre si trovava in carcere con il futuro leader del nazismo, lo aiutò a scrivere l’opera più importante per la Germania nazista, il Mein Kampf. Lo storico statunitense William Lawrence Shirer, in Storia del Terzo Reich, scrisse che Rudolph Hess era il secondo di Hitler, “l’uomo di fiducia a lui sicuramente più vicino” , tanto da meritarsi il soprannome di Vetreter, ov-

vero “vicario”. L’avvenimento clamoroso e misterioso si verificò il 10 maggio del 1941, quando Hess volò da solo in Scozia per raggiungere il castello del duca di Hamilton nel Lanarkshire. Si paracadutò direttamente sul suolo britannico, cercando uno dei maggiori esponenti del cosiddetto “Partito della Pace”, nato nel 1914, ossia il duca di Hamilton. Il “Partito della Pace” era un gruppo di pressione politica, di orientamento dell’opinione pubblica che si sforzava di trovare un compromesso con la Germania. Infatti i membri di questo gruppo erano politici che non vedevano la necessità di uno scontro diretto con lo stato tedesco. Questa organizzazione si ripresentò anche nel secondo conflitto mondiale, sostenendo un rapporto basato su compromessi con la Germania nazista. Il duca di Hamilton faceva quindi parte di questo gruppo, ed è per questo, probabilmente, che Hess tentò di mettersi in contatto con lui. Bisogna sottolineare che dietro al volo in Scozia del “vicario” del Fuhrer, si nasconde una precisa interpretazione hitleriana. Giorgio Galli, noto storico che si è occupatodell’aspetto esoterico collegato al nazismo, spiega come il tentativo falli-

Giorgio Galli è un politologo ed è stato un docente universitario italiano. Laureato in giurisprudenza, docente di Storia delle dottrine politiche presso l’ Università degli Studi di Milano, è uno dei più affermati politologi italiani. La sua produzione di storico è orientata prevalentemente alla storia contemporanea italiana, in particolare al secondo dopoguerra. In molteplici scritti ha esplorato con acutezza e rigore scientifico temi di carattere sociologico, ponendo particolare attenzione alla relazione tra storia ufficiale ed esoterismo.

Una lunga e appassionante intervista a uno dei più brillanti e anticonformisti studiosi italiani, che non disdegna di lanciare nuove suggestioni, di indicare nuovi ambiti storici e culturali da esplorare. Come fa notare saggiamente Sanvito nella prefazione, si tratta di guardare allo studio della Storia e della Politica senza paraocchi, con la curiosità di chi non ha paura di illuminare anche gli angoli più bui.


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to di Hess debba essere letto non in chiave di antagonismo bensì di convergenza e di collaborazione. Infatti, lo scopo di Hess era quello di mettersi in contatto con il “Partito della Pace” e, più precisamente, con gli esponenti dell’esoterismo inglese. Infatti, come spesso accade, i circoli esoterici tedeschi avevano collegamenti con analoghi gruppi di altri Paesi, soprattutto quelli inglesi. E a quei circoli Hess contava, secondo alcuni studiosi, di rivolgersi per ottenere una pace con la

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Gran Bretagna. Il motivo per cui fu scelto questo determinato momento storico risiede nel fatto che il Terzo Reich voleva evitare un conflitto con l’Unione Sovietica e L’Inghilterra contemporaneamente. Galli afferma anche che non c’è alcun dubbio che “tutto il vertice esoterico del nazionalsocialismo appoggia l’iniziativa di Hess. Forse non ne conosce appieno la dinamica, i tempi e i dettagli operativi, ma la condivide nei suoi obiettivi di fondo”. (La svastica e le streghe 2009). Il tentativo di Rudolph

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Hess si dimostrò vano in quanto venne consegnato all’esercito britannico e successivamente imprigionato. Certamente questi pochi esempi fanno pensare e creano un retroscena ancora più oscuro e misterioso di una delle pagine più nere della storia moderna. Se la scienza e il progresso sembravano aver abbattuto le barriere della superstizione e della magia, la scoperta dell’importanza che occupava a neanche un secolo di distanza da noi potrebbe sollevare un dubbio anche sul presente?

aleister crowley

Fai ciò che vuoi sarà la tua legge… a cura di Bruno TRATTA (VAs)

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rtista, critico, pensatore, mistico e occultista questo era Edward Alexander Crowley . Ritenuto da alcuni il padre del Satanismo moderno, Crowley è sicuramente il primo pensatore che ha tentato di creare quella religione magica in grado di innalzare l’occultismo da debole superstizione ad affermato credo. Nasce nel Warwickshire nell’ottobre del 1875 in una famiglia Cristiana evangelica; Il padre ,fabbricante di birra, era anche autore di testi per la divulgazione del credo evangelico. Nonostante il clima fortemente religioso e oppressivo Edward matura nel corso della sua crescita un pensiero indipendente e in controtendenza rispetto all’epoca. A 23 anni Crowley entra a far parte dell’Hermetic Order of the Golden Dawn dove può studiare i testi di occultismo più celebri dell’epoca dei quali criticherà i contenuti come “inesattezze e ciarlatanerie”. Nel 1907,sicuramente più consapevole e informato sull’occulto, inizia a comporre gli Holy books of

Thelema, ovvero i testi sacri del culto di Thelema quella religione da lui fortemente sostenuta tanto da vedere in ogni manifestazione della natura l’intervento di esseri superiori quasi dmoniaci. Dalle accuse di essere il fondatore del Satanismo che in quell’anno lo vedono coinvolto Crowley si discolpa sostenendo l’inscindibile binomio DioSatana: non accettando la presenza di Dio, dunque, si esclude quella di Satana; tuttavia da un’accurata lettura degli scritti e del diario del pensatore inglese si scoprono chiare influenze pagane come la partecipazione a riti esoterico-sessuali ai quali lo scrittore stesso partecipava e in età più avanzata addirittura officiava. Nei primi anni venti si tra-

sferisce a Cefalù e dopo aver preso in affitto una villa ivi crea la leggendaria Abbazia di Thélema. Fu proprio in Sicilia che Crowley, dalla propria proclamazione di essere «l’uomo più cattivo che sia mai esistito», diviene «uomo perverso»: il suo soggiorno è ricco di scandali poiché segue uno stile di vita inaccettabile per gli abitanti del luogo che ben presto cominciano a diffondere voci diffamatorie e illazioni riguardo la comunità di persone con cui vive. Tra le varie accuse mai verificate li si accusa di praticare cerimonie magiche che comportano il sacrificio di bambini. Sicuramente più fondate sono le voci che lo vedono coinvolto in riti esoterici spesso sessuali dei quali non si accertò mai la veridicità a causa dell’illegalità di scrivere e pubblicare libri che riferivano di tali riti. Con l’avvento del fascismo, fu espulso dall’Italia da Benito Mussolini nell’aprile del 1923, ufficialmente per sospette attività antifasciste, in realtà a causa di ciò che si diceva accadesse all’interno del suo tempio.


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Dopo il soggiorno italiano si trasferisce in Portogallo dove si stabilisce per quasi tutto il resto della sua vita senza dare troppo scandalo di sè vivendo in condizioni modeste con la sua compagna. Nell’aprile 1945 accetta nel proprio ordine Lafayette Ron Hubbard. Tuttavia dopo un periodo di vivace collaborazione Hubbard comincia a distanziarsi parecchio dall’ideologia comune (arrivando a fondare dianetics e scientology) e questo porta Crowley a disprezzarlo e a giudicar-

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lo un ciarlatano arrivando a definirlo «zoticone rubasoldi» in una lettera. Hubbard sosterrà in più occasioni di essere stato un grande amico personale di Crowley, tuttavia la citata lettera sembra provare il contrario e smentire le affermazioni di Hubbard. Aleister Crowley muore ad Hastings la notte del 1 dicembre 1947 all’età di 72 anni. Nel corso della sua vita aveva fatto largo uso di eroina ma aveva smesso iniziando ad assumere ingenti quantità di morfina al fine di curare asma e bronchite. Il

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suo ultimo dottore, un medico di nome Thomson, morì il giorno dopo di lui e questo ha permesso ai giornali di speculare sull’eventualità che Crowley avesse lanciato una maledizione sul medico. Sicuramente una figura molto controversa e ambigua che nel corso della vita ha creato e consolidato quel credo su cui si sono basate tutte le più grandi sette moderne per la loro fondazione. Che oggi Aleister Crowley si possa considerare un vero proprio satanista è una questione ancora aperta.

scientology

La pseudoreligione che va contro i diritti umani a cura di Benedetta RAVAGNA (IVAs)

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cientology nasce nel 1954 dalle idee dell’americano L. Ron Hubbard che fondano la religione e secondo le quali l’uomo può raggiungere una completa e sicura comprensione della sua vera natura spirituale e della relazione con se stesso, con la famiglia, con i gruppi, con l’umanità, con tutte le forme di vita, con l’universo materiale, con l’universo spirituale e con l’Essere Supremo. Scientology è costituita da un corpo di conoscenza che deriva da alcune verità fondamentali. Le principali fra queste sono: L’uomo è un essere spirituale immortale. La sua esperienza si estende ben al di là di una singola vita. Le sue capacità sono illimitate, anche se non attualmente conosciute. Stando a queste tre affermazioni, questa pseudoreligione afferma che l’uomo sia fondamentalmente buono e che attraverso se stesso e gli altri individui possa raggiungere l’illuminazione individuale e la libertà spirituale. Il problema però non consiste nel credere

L. Ron Hubbard. Fondatore di Scientology in queste capacità illimitate dell’uomo, ma è piuttosto come Scientology “aiuti” i suoi seguaci a svilupparle. Migliaia infatti sono le testimonianze di ex Scientologisti che raccontano la cattiveria e la falsità di questa setta ,che pur esprimendo la sua fiducia nell’uomo e nei diritti che lo riguardano, compie atti meschini con il solo scopo di guadagnare un sacco di soldi. Il metodo “letale” di Scientology è quello di danneggiare e modificare la psicologia delle persone che scoprono questo mondo a sé dove tutto sembra portare alla felicità. I poveri individui che si trovano coinvolti

in questa situazione vengono plagiati e indottrinati da persone appartenenti ai livelli più alti della setta che controllano i pensieri e l’informazione. Gli Scientologisti vengono minacciati e isolati per far sì che non parlino e non si confrontino con ex membri e/o assistenti di uscita dal culto, e vengono loro dati da leggere trattati che dicono che verranno rapiti, drogati, violentati e abusati fisicamente dai “deprogrammatori”. Nel 2000 uno stato federale della Germania accusò scientology di gestire un campo punitivo disumano a Copenaghen all’interno del quale i disobbedienti venivano sottoposti a pressioni fisiche e psicologiche e allontanati dai loro cari; il caso però fu archiviato perché la Danimarca tollerava questa pseudoreligione. Moltissime altre sono le persone che confermano i maltrattamenti da parte dei “maestri” nei confronti di coloro che non accettavano più la sottomissione psicologica e sociale. Nel 2009 una ragazza di Torino (città in cui si trova una delle sedi italiane


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più importanti di scientology) ha rivelato, in un articolo al quotidiano “La Stampa”, di essere stata maltrattata e minacciata dagli adepti perché tentò di rifiutarsi di consegnare loro tutti i suoi beni. La congregazione, infatti, riesce ad avere un così grande successo in tutto il mondo anche grazie all’enorme quantità di soldi che ruba alle persone che entrano a farne parte. In prima cosa chiedono una somma esorbitante per pagare “l’istruzione” che danno, poi per tutti i vari corsi che dovrebbero portare alla salvezza spirituale; contestualmente, invece, pretendono addirittura che gli venga consegnato l’intero stipendio che l’ iniziato guadagna. La cosa veramente agghiacciante è che nonostante queste azioni vadano a contraddire nettamente le “tre verità”fondamentali

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del movimento settario, le persone raggirate sono sempre tantissime e che di fronte a numerose difficoltà si abbandonano all’illusione di poter essere più felici e libere. Ovviamente chiunque si opponga al gruppo (o al regime) è un nemico - un infedele, un miscredente o un Soppressivo. Perciò qualsiasi crudeltà contro un tale tipo di nemico non solo viene condonata, ma viene richiesta e premiata. Chi è dispo-

sto ad accantonare la propria umanità e a diventare uno strumento freddo, fanatico e crudele del “maggior bene” salirà fino ai vertici del potere. Chi si intromette diventa un “nemico”, e viene distrutto. Ciò porta a pensare che questo fanatismo così sentito sia la base di una specie di associazione criminale che agisce di nascosto ma con violenza, non preoccupandosi minimamente dei diritti umani che per prima fa credere di rispettare. Per questo è molto difficile per un ex membro riuscire a confessare pubblicamente cosa gli succedeva in quella società segreta basata sul maltrattamento e sulle menzogne. Molte persone e molte associazioni stanno portando avanti una lunga battaglia per far cessare definitivamente l’ attività di questa associazione perché oltre ad essere costituita da laTom Cruise. Gran Ministro dri, priva le persone della voglia di vivedel culto di re e dei rapporti inScientology staurati durante tutta una vita. Vale veramente la pena perdere tutto ciò che ci circonda e che amiamo per abbandonarsi a una fantasia creata da fanatici delinquenti? Occhio ragazzi, perchè i seguaci di Scientology lavorano alacremente alla ricerca di nuovi adepti.


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la profezia dei maya Nuovi millenarismi nell’età dei consumi a cura di Emanuele SBALCHIERO (IVAs)

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uante le profezie coli astronomici precisi di carattere apoed articolati. La stranezza calittico che nel sta nel fatto che gli autocorso della storia hanno ri di questi sofisticati calturbato l’intera umanicoli non sono gli affermatà incutendo ansia e terti scienziati della NASA rore a chiunque ne fosse ma quelli forse un po’ più a conoscenza? Quante le antiquati e rudimentaprevisioni di eventi catali dell’antico popolo censtrofici messe in cirtroamericano dei Maya. colazione da Questi per l’appunbizzarri vegto sono una pogenti o da polazione indialtri indivigena stanziata dui fanapiù di duemitici? Innula anni orsomerevoli. no nella zona Il Pianedell’odierno ta Terra Messico, nella infatti dupenisola dello rante la sua Calendario solare Yucatàn. millenaria esiLa loro dei Maya stenza si è visto sfulunga stomare davanti a sé una ria durò fino al 1540 d.c cinquantina delle ipotequando, dopo quattordisi di quei profeti di svenci anni di dura resistenza, tura che tanto avevano questa secolare popolaannunciato la sua immizione dovette arrendersi nente fine, e il tanto tesotto i colpi dell’esercito muto giudizio universale conquistatore spagnolo è stato dunque abituato guidato dal comandana subire continue postici- te spagnolo Francisco Pipazioni. Ancora una volzarro. Tornando al discorta oggi, nel 2012, all’inizio so precedente, verrebbe del terzo millennio dopo legittimo chiedersi quaCristo, l’umanità si trova le sia il punto d’incontro a fare i conti con un’altra tra la civiltà precolombiasituazione del genere. In na in questione e le proquesto caso però non ab- fezie apocalittiche trattabiamo a che fare con falte. In effetti i Maya sono si profeti o veggenti imda sempre stati riconoprovvisati ma con una sciuti e ricordati proprio dettagliata serie di calper le loro grandissime

capacità in campo astronomico e scientifico, e molti di loro, soprattutto i sacerdoti, erano dotti studiosi e conoscitori dei fenomeni celesti macroscopici. Ancora oggi i dati, le tabelle, le osservazioni e i calcoli che ci sono pervenuti suscitano fascino, meraviglia e stupore per la loro rigorosa complessità e accuratezza se si pensa che risalgono ad un’epoca in cui gli strumenti, le attrezzature e le nozioni tecnicoscientifiche per svolgere un simile lavoro erano praticamente pari a zero. Il misterioso velo che avvolge la civiltà Maya, si concentra soprattutto sulla redazione del “Lungo Computo”. Quest’ultimo era uno dei tre sistemi da loro utilizzati per tenere il conto del passare degli anni e dello scorrere del tempo, una sorta di calendario della modesta durata di 5125 anni. Bisogna aggiungere inoltre che secondo la loro visione del mondo il tempo era suddiviso ciclicamente in diversi periodi o ere. Il calendario del lungo computo termina con la data del 21 Dicembre 2012, giorno del solstizio d’inverno. Niente di strano se si conside-

ra la ciclicità del tempo, la quale porterebbe a pensare all’inizio di un nuovo periodo. L’anomalia che in questi ultimi anni ha lasciato spiazzati i diversi studiosi della cultura Maya e con loro una buona parte della popolazione mondiale, è l’assenza di un ulteriore calendario dopo il Lungo Computo. Secondo l’opinione di questi studiosi il prossimo 21 Dicembre sarebbe la data della fine di tutti i tempi. È quasi inutile spiegare quale sia stato l’effetto mediatico conseguente ad una tale “scoperta”. L’apocalisse del 2012 è diventata un vero e proprio tormentone. In televisione sono numerosissime le puntate di trasmissioni a stampo scientifico (o pseudo-scientifico) dedicate a questo argomento, senza contare le innumerevoli pagine web, i forum e i siti creati appositamente. Questa profe-

zia ha stimolato anche la fantasia di scrittori e registi come Roland Emmerich che ha realizzato un film intitolato appunto “duemiladodici” in cui la componente tragico-catastrofica è portata all’ennesima potenza. Ma al di là dell’ondata pessimistica messa in circolazione dai media, che hanno sfruttato il fenomeno a loro vantaggio per fini di lucro ideando i propri programmi appositamente per catturare l’attenzione degli ascoltatori poco critici, cosa ne pensano i veri esperti? Consultando il sito ufficiale della NASA (www. nasa.gov) si possono trovare diversi articoli dedicati a questo tema. In effetti, gli scienziati della NASA e della National Academy of Science hanno previsto quesi in concomitanza con la profezia Maya un evento astronomico legato all’attività del sole. Sarebbe possibi-

le infatti che l’attività solare (che ogni undici anni raggiunge ciclicamente il suo picco massimo) sia tale da generare una tempesta solare in direzione della terra. Assolutamente nulla di preoccupante se si pensa che tali tempeste si verificano regolarmente. Se poi questa dovesse essere di maggiori proporzioni la peggiore delle conseguenze sarebbe un temporaneo blackout delle apparecchiature elettriche. Nulla di catastrofico, nessuno scenario apocalittico e tento meno nessun giudizio universale! Il professor Francis Reddy, astronomo del dipartimento Goddard Space Flight Center della NASA afferma a proposito: “Godetevi il solstizio con tutti i mezzi disponibili e non lasciate che allineamenti, brillamenti solari, potenziali impatti o presunte profezie di fine del mondo vi siano d’intralcio”.

Penisola dello Yucatan. Piramide Maya di Chichen Itza


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“Il nostro amico” La vera storia di Rasputin a cura di Stefano SOLAZZI (IIIAs)

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l nostro amico”. Così, la zarina Alessandra nelle lettere inviate al marito impegnato nella guerra definiva il “contadino” giunto alla corte di Nicola II e che per molti anni avrebbe esercitato la sua oscura, misteriosa e fatale influenza sulla casata imperiale e,in maniera significativa, anche sui destini politici della Russia. Ma chi era Rasputin? Grigorij Efimovič Rasputin nacque il 10 gennaio 1869 a Pokrovskoe, un piccolo villaggio siberiano nella provincia di Tobol’sk. Figlio di Efim Jakovlevič e Anna Vasil’evna condusse i primi anni della sua vita senza allontanarsi dal suo piccolo mondo rurale, alternando il lavoro dei campi all’allevamento di cavalli e all’attività di cocchiere; il padre, infatti, sosteneva che “le scuole rendessero gli uomini immorali e allontanassero dalla religione”. La storia “visionaria” cominciò con una disgrazia, infatti assieme al fratello Misha, finì in fiume gelido, ma riuscì comunque a salvare se stesso e il fra-

tello; Rasputin contrasse una grave forma di polmonite ma guarì, il fratello, invece ne morì dopo qualche settimana. Ma proprio mentre Rasputin era malato, durante un attaccato di febbre, ebbe una visione: secondo le sue parole la Vergine gli apparve e guarì; si dice che sia per questo che cominciò ad interessarsi alla religione e al mondo degli “starec”, quest’ultimo una sorta di monaco/profeta vagante che veniva ben accolto nei villaggi russi. In questo periodo venne in contatto con esponenti di una setta non ortodossa considerata illegale: i “chilisty”. La visione di questa confraternita è particolare:

“l’uomo può purificarsi dal peccato solo abbandonandosi totalmente e attraverso conseguente pentimento, ascendere alla catarsi (cerimonia di purificazione utilizzato in alcune concezioni religiose e riti magici)”. In questo credo erotico si fondono quindi religiosità e fisicità; come vedremo Rasputin, utilizzando queste teorie che mirano alla salvezza spirituale, riuscirà ad insidiare alcune donne della corte zarista. Con il passare del tempo la fama di Rasputin comincerà a diffondersi fino ad arrivare alla famiglia dello zar, dove il figlio della zarina Alessandra, Alessio, è affetto da emofilia e attraversa una grave crisi. Nessun dottore sembra trovare una cura per il piccolo, ma alle orecchie dell’imperatrice giunse proprio il nome di Rasputin, la cui fama di “purificatore” non era sconosciuta. Già dal primo contatto si dice che Rasputin riuscì ad arrestare con la forza della persuasione e della preghiera gli effetti della malattia, da quel giorno

si creerà un legame fortissimo, alcuni dicono ambiguo, tra il guaritore e la zarina; lei quindi riponeva in lui una grande considerazione. Durante la grande guerra la zarina regnava al posto del marito, vincolato al fronte, e Rasputin, essendo in una posizione privilegiata grazie al consenso di Alessandra, cominciò ad interferire nell’amministrazione della nazione, al punto di diventare uno dei capri espiatori per le continue sconfitte dell’esercito russo, considerato da molti una sorta di Primo Ministro ombra

del governo. Ma com’è possibile che le personalità più importanti di una potenza, avendo in mano il futuro della nazione, si concedessero il lusso di farsi convincere dai fantomatici poteri taumaturgici di un monaco-contadino? Infatti la nomina di alcuni ministri avvenne proprio in suo favore e nell’adempimento del progetto per condurre la Russia alla pace. Quando l’alta borghesia e aristocrazia russe si accorsero che questo starec cominciò a sconfinare nella sfera politica e quando

parve che la famiglia imperiale dipendesse da lui anche per le decisioni più importanti, decisero di fermarlo. Rasputin rifiutò più volte ingenti somme di denaro proposte il cambio nel suo allontanamento dalla Corona, quindi la scelta ricadde sul complotto omicida. Rasputin fu ucciso da un gruppo di congiurati nella reggia Jusupov il 29 dicembre 1916, si dice che dopo un primo tentativo di avvelenamento a cui resistette fu freddato a colpi di pistola e gettato in un canale.


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Anton LaVey

I vaneggiamenti di uno pseudo filosofo a cura di Alberto VISANI (IIIAs)

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eccato che la stupidità non sia dolorosa.” In questa unica frase è riassunto il principio che Anton S. LaVey ha messo come base della sua Chiesa di Satana e, in generale, della sua concezione del mondo e del satanismo. Ma chi era esattamente Anton Szandor LaVey, e quali erano e sono tuttora i principi e la filosofia su cui si fonda il suo satanismo e la sua chiesa? Howard S. LaVey (il suo nome all’anagrafe) nacque a Chicago, in una famiglia di origine ebraica, l’undici aprile del 1930. In seguito, però, la famiglia si è spostata in California, precisamente nei pressi di San Francisco: sui suoi primi anni non si sa nulla di certo, a parte che mostrava una incredibile bravura a suonare la tastiera e che, prima della fondazione della chiesa di Satana, suonasse come organista in alcuni locali di San Francisco. Nel 1951 LaVey, affascinato dalle teorie occultiste elaborate da Aleister Crowley, si unisce all’ordine iniziatico Ordo Templi Orientis, di cui ha fatto anche parte lo stesso Crowley. Nel 1961, però, inizia lentamente a staccarsi dalle idee dell’ordine e, fonderà il Magic Circle, nucleo di

origine della Chiesa di Satana, che cambierà il suo nome in quello attuale nel 1966. La visione moderna di LaVey del Satanismo, nonostante da molti sia considerata come una vera e propria religione, è in realtà una pseudofilosofia e concezione del mondo che ne pone al centro l’uomo ed eleva a divinità l’individuo. Essa prende ispirazione dalle opere letterarie di Nietzsche(in particolare “Così parlò Zarathustra”), di Machiavelli, del già citato Aleister Crowley e della filosofa oggettivista Ayn Rand, nella quale Satana diventa il simbolo, come dice LaVey, “dell’amore di tutto ciò che è terreno e la negazione del Cristo debole e pallido sulla croce”. Questa visione, inoltre, vieta anche una serie di colpe detti “i nove peccati satanici” delle quali al primo posto vi è la stupidita umana, seguita da altri peccati mi-

nori come l’esibizionismo, l’autoinganno, la conformazione al gregge, la mancanza di prospettive, l’orgoglio controproducente. Infine, la chiesa di Satana ha come segno il simbolo del Baphomet, antica divinità pagana della cui venerazione furono accusati anche i Templari (la stella a cinque punte con inscritta una capra al suo interno, circoscritta in due cerchi concentrici). Questi principi (e il simbolo della chiesa) sono riportati nella Bibbia di Satana, opera scritta dall’esoterista nel 1969, seguita dal libro The Satanic Rituals nel ’72, dove sono spiegati alcuni culti della setta. Per tutti gli anni sessanta, la Chiesa di Satana gode di una certa notorietà e simpatia da parte dei media ma, negli anni settanta, si verifica uno scisma nella chiesa: infatti Michael Aquino, braccio destro di LaVey, e altri sacerdoti iniziano a considerare Satana come un entità reale e a organizzare la chiesa secondo i canoni di una chiesa tradizionale. Ciò porterà, nel ’75, alla formazione del Tempio di Set, la maggiore società occulta iniziatica che segue la corrente del satanismo occultista (LaVey e adepti seguono invece la cosiddetta corrente del satanismo razionalista).

Negli anni ’80, a causa delle stragi da parte della Manson Family, della quale Susan Atkins, una dei responsabili della strage Tate-LaBlanca, ha affermato di averne fatto parte prima di entrare nella Family,affermando inoltre che, LaVey e gli adepti più vicini avrebbero venerato il demonio come un entità reale, mentre le teorie riportate nella sua bibbia fossero solo un mezzo per trasmettere una forma di satanismo più gradevole per le masse, l’organizzazione subisce un brusco calo di popolarità, costringendo LaVey a ridimensionare le attività pubbliche

della chiesa. Negli anni la chiesa è stata in grado di ampliare il suo numero di adepti a causa del fascino che il culto ha creato, secondo Peter H. Gilmore, nuovo capo dell’organizzazione a partire dal 2002. Infatti, Anton è morto nel 1994 a causa di un attacco cardiaco. La Chiesa di Satana, nella sua storia, ha attirato anche molti personaggi del mondo dello spettacolo e della musica come per esempio, seppur per breve tempo, il rocker Brian H. Warner, meglio conosciuto come Marilyn Manson. Nonostante il fascino che potrebbe emanare, però,

questa organizzazione presenta molte contraddizioni e incoerenze nelle sue basi teoriche: infatti se si mettesse come valore assoluto il culto dell’individuo nel suo valore etico-religioso, risulterebbe impossibile non essere esibizionisti e orgogliosi di se stessi! Il pensiero della chiesa di Satana e del suo creatore quindi non è altro che un unione di filosofie edoniste e individualiste, reinterpretate in chiave pseudo-religiosa, ma che comunque, proprio a causa dell’ individualismo e isolamento che causano alla persona coinvolta, non potranno mai condurla alla felicità.


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MMT (Modern Money Theory) Per recuperare sovranità monetaria e democrazia reale a cura di Fabrizio COPERTINO (Filosofia e Storia)

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er ironia della sorte – ma forse non è un caso – laddove l’Occidente, con i suoi valori spirituali (democrazia, razionalità, capacità critica, diritto ecc…), è nato, sta anche morendo. In Grecia, infatti, la situazione non solo è grave, ma tragica; la classe media non esiste praticamente più, il divario tra ricchi (sempre più opulenti e pochi) e poveri (sempre più disperati e tanti) aumenta di giorno in giorno; nel paese di Socrate e Platone la gente comune trova difficoltà ad accedere persino ai beni di prima necessità, negli ospedali iniziano a scarseggiare i medicinali poiché le aziende farmaceutiche ne hanno interrotto la diffusione in base al fatto che la sanità pubblica non è in grado di pagare. Quando l’ex Primo ministro ellenico ha paventato la possibilità di un’uscita dal sistema della moneta unica, le minacce di Francia e Germania – funzionali agli interessi di coloro che da tale manovra avrebbero perso ingenti introiti – hanno portato alla caduta di quel governo e alla

nomina del solito banchiere. La Grecia è il paradigma di ciò che ci aspetta: lo scivolamento graduale, ma irreversibile verso condizioni di vita materiale da terzo mondo, con una diffusa proletarizzazione delle classi medie volta a creare una nuova divisione del lavoro, da una parte un Nordeuropa ricco e destinato alla crescita ed un Sudeuropa (non è un caso che la crisi colpisca in maniera enormemente più dura paesi come Italia, Grecia, Spagna e Portogallo) destinato a rivestire il ruolo di serbatoio di manodopera a basso costo; il prezzo di questo disegno – che nasce da lontano – sarà pagato dalle famiglie, dai giovani e dagli anziani, ossia da quegli elementi della società che rappresentando la vera ricchezza e dignità di una nazione dovrebbero invece essere protetti da uno Stato degno di questo nome. Purtroppo non possiamo sperare nelle attuali forze politiche. L’acquiescenza, la genuflessione del Parlamento ai dictat prima di Trichet e Draghi ed ora

di Monti è imbarazzante, mentre le poche forze all’opposizione “abbaiano” esclusivamente in base a meri calcoli elettorali o, come nel caso della Lega, per riacquistare una verginità perduta, perché se davvero i leader del Carroccio avessero avuto a cuore il futuro del nostro paese si sarebbero opposti, al disegno di cui sopra, quando davvero tale critica avrebbe avuto una possibilità di successo; invece, quando sono stati firmati i trattati di Mastricht e di Lisbona– tra l’altro profondamente anticostituzionali e che per essere varati in alcuni paesi europei hanno avuto bisogno addirittura di un voto più volte reiterato – gli amici della Lega erano lì a presenziare a quelle firme. Dieci anni fa i tromboni del pensiero unico cantavano le lodi della moneta unica, costringendoci ad abbandonare una moneta che aveva accompagnato e sostenuto per decenni la crescita e il benessere del nostro paese (ma la lira era una moneta sovrana, mentre l’Euro è una moneta senza sovranità, prigioniera

dei capricci della grande speculazione internazionale). Ci hanno fatto credere che le cose sarebbero andate sempre meglio, che il sol dell’avvenire sarebbe sorto ad illuminare il nostro futuro; e noi, abituati ad informarci, o meglio, a disinformarci tramite i soli canali ufficiali – quando ovviamente non siamo impegnati a lasciarci distrarre da fiction e reality televisi o dal sacrosanto campionato di calcio – abbiamo creduto loro, come un enorme gregge belante. A dire il vero, c’era qualcuno che urlava nel deserto indifferente dell’informazione per metterci in guardia dal pericolo (uno di questi era il compianto prof. Auriti – cfr. su internet), ma senza possibilità di intervenire in maniera significata su un’opinione pubblica manipolata ad arte. Aimhè, il risveglio è stato amaro; quella moneta che doveva migliorare la nostra condizione sta invece distruggendo la nostra economia, la nostra società e le nostre esistenze. Ciò che infastidisce è inoltre l’atteggiamento di questo governo, la spocchia e l’aria di onnipotenza con cui il Presidente del Consiglio e i suoi ministri si presentano al paese, come se fossero gli unici a capi-

ALCUNI AUTOREVOLI ESPONENTI DELLA MMT

ma sulla gestione degli investimenti sociali ed etici al Living And Learning Communities di Denver. È’ ricercatore associato con “The Economists for Peace and Security” e col Levy Economics Institute Bard College di New York. E’ editorialista del blog New Economic Perspectives della Modern Money Theory School of Economics.

Stephanie Kelton

è professoressa associata di economia presso l’University of Missouri-Kansas City USA. Ideatrice e direttrice del blog New Economic Perspectives della Modern Money Theory School of Economics. Il suo campo di ricerca specialistica comprende le operazioni della Federal Reserve, la politica fiscale, la politica di spesa statale, lo Stato Sociale, la finanza internazionale e la politica dell’occupazione.

Marshall Auerback

ha oltre 28 anni di esperienza nel management degli investimenti. È membro del program-

Michael Hudson, USA,

è presidente dell’Istituto per lo Studio delle Tendenze Economiche a Lungo Termine (ISLET). è analista finanziario di Wall Street. È ricercatore e professore emerito di Economia presso l’University del Missouri, Kansas City. È’ autore dei saggi: “SuperImperialism: The Economic Strategy of American Empire” (1968 & 2003), “Trade, Development and Foreign Debt” (1992 & 2009) e “The Myth of Aid” (1971). È consigliere economico di vari governi, tra cui l’Islanda, la Lettonia e la Cina, in materia di finanza e diritto tributario.


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re qualcosa di economia, gli unici a potersi districare nel complesso e trascendente mondo della finanza; ma, a dire il vero, ad alzare le tasse, ad attaccare pensionati e lavoratori, sono capaci un po’ tutti, mentre i veri responsabili del tracollo finanziario nazionale ed internazionale non sono stati minimamente toccati, se non con provvedimenti di pura facciata: un governo forte con i deboli e debole con i forti. Un governo che colpisce con il pugno di ferro il paese reale (quello che lavora, produce, consuma) e poi si reca umilmente nella City di Londra a chiedere udienza e magnanimità ai mercati (leggi grandi speculatori finanziari). La strategia mediatica con cui si indottrina l’opinione pubblica è sofistacata, potente, organizzata, ma facile da smascherare: ci prospettano la crisi come una sorta di cataclisma naturale, uno tzunami o un uragano nato da imprevedibili congiunture metereologiche, di cui nessuno è davvero responsabile ma contro cui tutti dobbiamo fare la nostra parte, con inevitabili, seppur pesanti, sacrifici. Lo dobbiamo fare per i nostri figli, ci dicono, per dargli un futuro,

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ma tra dieci anni, o forse meno, l’unica possibilità che avranno le generazioni a venire, sarà quello della miseria o di una epocale emigrazione di massa simile a quelle che l’Europa e l’Italia hanno già conosciuto nel XIX secolo. La situazione è così drammatica e complessa, continuano a dirci, che solo degli abili e illuminati tecnocrati possono affrontarla, propinandoci però le solite ricette neoliberiste di austerità, le quali, invece, sono le uniche responsabili, a partire dagli anni ’70, del baratro in cui stiamo per sprofondare. Vogliono farci credere, in definitiva, che queste medicine così amare siano le sole in grado di guarire il grande malato. Ma guarda caso i fatti non stanno proprio così. Esistono teorie di politica economica alternative, fondate da un punto di vista scientifico che, ovviamente, non passano per i canali ufficiali né vengono discusse nei talk show, dottrine che pongono al centro del loro sistema l’uomo con la sua dignità ma che vengono viste come fumo negl’occhi dagli ambienti accademici come quelli bocconiani. Ci riferiamo alle teorie neokeynesiane (non ci dimentichiamo che

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sono state proprio le teorie keynesiane a risollevare l’economia statunitense e mondiale dalla terribile crisi del ’29), tra le quali quella che ha già dimostrato la sua efficacia pratica e quindi la sua validità teorica, prende il nome di MMT (Modern Money Theory). Questi economisti, che tra difficoltà ed ostacoli innumerovoli, a volte rischiando anche per la propria incolumità personale, hanno salvato e ridato speranza all’Argentina. Il paese Sudamericano è l’emblema del disastro finanziario; agli inizi del Duemila ha vissuto l’inferno del default, generato dalle strategie monetarie imposte da organismi sovranazionali come l’FMI: mesi drammatici con scontri sociali, povertà diffusa, senza alcuna prospettiva per il futuro. Oggi l’Argentina viaggia con tassi di crescita che sono secondi solo a quelli della Cina, il tessuto sociale si sta lentamente ricomponendo e la gente torna a guardare al domani con fiducia. Come è avvenuto questo inatteso miracolo? Proprio grazie all’adozione di questo nuovo paradigma economico. L’Argentina (ma non solo, basti pensare alla rivoluzione democratica islandese) è la dimostrazio-

ne in corpore vili che una soluzione diversa e più umana esiste, e se noi, una volta acquisita questa consapevolezza, non facciamo niente, rimanendo comodamente seduti sulle nostre poltrone a guardare l’ultimo reality televisivo, vuol dire che meritiamo di essere schiavi e che coloro che ci negano il futuro per continuare a fagocitare il mondo, hanno il diritto di farlo. Non molti sanno che, a fine febbraio, avrà luogo in Italia un summit epocale. Nel nostro paese, così denigrato e sottova-

lutato a livello internazionale, si prepara una rivoluzione culturale senza precedenti; si sono dati appuntamento, infatti, i maggiori rappresentanti della MMT per spiegare i capisaldi della loro dottrina economica, unica àncora di salvezza per il nostro paese. Nel giro di pochi giorni un incontro destinato a fallire o a risolversi in un convegno di nicchia, è diventato una realtà che inizia a disturbare il potere costituito. L’organizzatore dell’evento è Paolo Barnard, co-fondatore di Report, un intellettuale che

ha coraggiosamente rinunciando ad una fulgida carriera giornalistica per seguire onestamente e caparbiamente la verità e il bene comune. Probabilmente, quando leggerete questo articolo non ci sarà più il tempo di iscriversi al summit, ma è comunque doveroso informarsi, dato che solo la conoscenza, come premessa di un’azione fondata e non velleitaria, può restituirci la dignità che ci hanno tolto e il futuro su cui altrimenti si addenseranno sempre di più le nubi della disperazione.



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concorso fotografico Ecco l’ordine dei primi classificati

a cura di Silvia TONINI (VBs) ed Enrico TONINELLI (VAs)

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iao ragazzi, in questo numero di FXP vi mostriamo le tre foto che si sono classificate ai primi tre posti nel primo giro del nostro concorso fotografico. Ci scusiamo per non aver mostrato le foto a tutti, ma per ragioni logistiche abbiamo preferito scegliere sei classi campione dove ogni studente ha votato la sua preferita. Purtroppo la partecipazione non è stata numerosa per questo nel prossimo giro abbiamo scelto il tema “Albe &

Tramonti” forse più appetibile e stimolante. Molto probabilmente affiggeremo più di un manifesto a scuola per assicurare una maggiore informazione ed assicurare così un maggior numero di partecipanti. Sperando in almeno cinque fotografie per il prossimo numero (cinque è il numero minimo sotto il quale saremo obbligati ad abolire il progetto), vi auguro buon divertimento nella ricerca dell’alba o del tramonto perfetto (che, consiglio sempre, suggestivo, ma soprattutto

Aurora ZALTIERI Il sorriso sincero di un bambino

originale) Ricordo che le foto vanno inviate entro e non oltre il 5 marzo 2012 a redazionefxp@iisfalcone.gov.it e devono contenere le seguenti informazioni allegate: nome del fotografo e classe data dello scatto luogo dello scatto titolo (importantissimo!) N.B. Come sempre vogliamo sottolineare che la foto deve essere ESCLUSIVA, ovvero su internet non deve trovarsi una foto simile a quella inviata, pena il rifiuto della stessa.

Giulia TONINELLI Sorridi alla vita

Francesca GRISAFI Chi sa ridere è padrone del mondo scattata il 3 gennaio 2012 in Val di Fassa


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“Libertà è partecipazione” Facciamo sentire la nostra voce

A cura di Veronica CATALANO Letizia DOSSENA (IVAs)

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onsulta Provinciale degli Studenti. Pronunciato ad alta voce dà l’impressione di essere qualcosa di importante. Eppure chi sa della sua esistenza non riesce a darne una definizione precisa e sicura, mentre per molti costituisce ancora un mistero. Tutti gli anni al momento delle elezioni ci si chiede che cosa sia e a cosa serva, ma spesso non si trova la risposta e si lascia perdere. È importante, invece, che gli studenti sappiano di essere rappresentati anche a livello provinciale, un ambito ben più ampio della realtà circoscritta dell’istituto. La Consulta Pro-

vinciale degli Studenti (C.P.S.) è, infatti, un organismo istituzionale di rappresentanza studentesca su base provinciale il cui compito principale è garantire il più ampio confronto fra gli istituti di istruzione secondaria e assicurare il dialogo fra studenti, enti locali e amministrazione pubblica. Nella provincia di Mantova, al contrario di altri territori, la CPS ha poca visibilità fra gli studenti, forse a causa della vastità dell’area che le compete. Attualmente gli istituti della provincia di Mantova costituiscono di fatto realtà pressoché autonome, situazione contraria agli obiettivi che si do-

vrebbe porre ogni consulta. L’intenzione della consulta degli studenti da poco rinnovata è quindi quella di stabilire una maggiore coesione fra i vari istituti del territorio promuovendo iniziative a cui possano partecipare la maggior parte degli studenti della provincia. A questo scopo è stata proposta anche l’ambiziosa organizzazione di un’assemblea provinciale studentesca, accanto ai progetti ai quali la consulta si dedica ormai tradizionalmente come l’annuale Giornata dell’acqua. Infatti dopo l’elezione di presidente e vicepresidente, rispettivamente Michele Bossoli

(Liceo Linguistico Virgilio) e Veronica Barbi (Istituto G. Romano), la CPS di Mantova si è subito messa all’opera incontrando l’Assessore provinciale con delega all’Istruzione Francesca Zaltieri e costituendo diverse commissioni, riferite all’ambito dello sport, dell’organizzazione eventi, della legalità, dei trasporti scolastici, della cultura e dell’arte, per meglio suddividere e organizzare il lavoro. Le idee a cui la Consulta Provinciale di Mantova sta lavorando sono quindi numerose, con la speranza che gli istituti e gli studenti contraccambino l’impegno e l’entusiasmo dei rappresentanti. Ma creare legami più solidi fra i vari istituti della provincia è solo una parte di un progetto più am-

pio, cioè rendere più consapevoli gli studenti di quanto sia importante essere partecipi della vita scolastica. È ormai consuetudine che all’interno degli istituti di quasi tutta la provincia ci sia un’insignificante concorrenza per essere eletti rappresentanti, soprattutto per quanto riguarda la consulta; addirittura alcune scuole non sono rappresentate a livello provinciale perché nessun candidato si è presentato. Già da qualche anno la CPS prende atto di questi dati, ma il motivo per cui il ruolo di rappresentante incuta tanto timore è ancora incomprensibile. Per non privare gli studenti di Mantova di un importante organo rappresentativo è necessario, quindi, far riemergere l’importan-

CPS . Organismo di rappresentanza studentesca su base provinciale istituito dal Presidente della Repubblica nel 1996. Concretamente è costituito da due studenti per ogni istituto secondario di secondo grado della provincia che vengono eletti dai compagni della scuola di appartenenza e restano in carica per due anni. Ogni consulta elegge al suo interno un presidente che partecipa alle conferenze regionali e al Consiglio nazionale dei Presidenti delle Consulte provinciali, organo consultivo del Ministro dell’Istruzione e sede permanente di confronto e di rappresentanza degli studenti a livello nazionale. I compiti delle Consulte Provinciali sono creare

za di un ruolo attivo degli studenti all’interno non solo della scuola, ma anche della società, ai cui occhi i giovani appaiono, attualmente, alquanto svalutati. In questo senso la Consulta Provinciale degli Studenti è un’importantissima opportunità per far sentire la voce degli studenti fuori dalle mura scolastiche, per far vedere chi siamo, cosa vogliamo, quanto valiamo. Almeno in linea di principio la scuola dovrebbe essere degli studenti e per gli studenti che quindi non possono non interessarsene e rinunciare ad esserne partecipi attivamente. Come cantava Giorgio Gaber, infatti, “libertà non è star sopra un albero, libertà è partecipazione”.

una rete fra le diverse scuole della provincia, realizzando progetti che coinvolgano il più ampio numero di istituti possibili, formulare proposte che superino la dimensione del singolo Istituto, stipulare accordi con enti locali, associazioni e organizzazioni del mondo del lavoro, confrontarsi con l’USP e gli organi collegiali territoriali competenti circa questioni attinenti le problematiche studentesche. Numerosi pareri delle CPS sono stati, negli anni, accolti dal Ministero; ad esempio riguardo alcune modifiche sullo statuto delle studentesse e degli studenti, l’autonomia scolastica, le modifiche degli organi collegiali e il progetto di rappresentanza studentesca nazionale.


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green hill. questa vergogna finirà migliaia di beagle da salvare a cura di Andrea BERGAMASCHI (ICri)

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reen Hill alla fine chiuderà, la Commissione affari sociali ha approvato la norma che emenda la legge comunitaria per vietare l’allevamento di animali da laboratorio in Italia. L’emendamento dovrebbe arrivare in aula per fine gennaio. Sono queste le parole di Michela Vittoria Brambilla, ex ministro del turismo indaffarata a non dare tregua a Green Hill, Marshall Farm e rispettivi protettori. “2 dicembre 2011 - inizio sciopero della fame per la chiusura di Green Hill e la liberazione dei cani “. Recita così lo slogan degli otto animalisti convinti in sciopero della fame. La potesta del 2 dicembre

è stato solo l’ultima delle tante contro il canilelager di Montichiari (Brescia) che da giorni occupa la ribalta nazionale. Le vittime sono ben 2500 esemplari di beagle chiusi in file e file di gabbie sottoposte a luci artificiali e a un sistema di areazione che non lascia spazio a vera aria o a luce naturale. Queste sono le gravi condizioni in cui cresono questi cani, prima di essere caricati su furgoni e destinati al terrore dei laboratori. Da anni l’allevamento di Montichiari è stato acquistato da una nota azienda americana, Marshall Farm, i cui cani sono addirittura uno standard di varietà. I clienti sono laboratori

universitari, aziende farmaceutiche e centri di sperimentazione rinomati. L’utilizzo degli animali nella ricerca scentifica costituisce ancora un aspetto di cui industrie e istituzioni parlano mal volentieri, ma forse una speranza c’è: Questa vergogna nazionale deve finire , conclude l’ex ministro. Non intendiamo arrenderci. Invitiamo, anzi, tutti i cittadini a scendere in piazza con noi, perchè andremo avanti finchè Green Hill non chiuderà, hanno precisato gli attivisti che oramai presidiano costantemente il municipio di Montichiari e la cui lotta continua senza sosta.

Per Green Hill gli animali sono solamente merce. 2500 beagle tenuti in condizioni vergognose e destinati alla vivisezione: cani nati per morire, ma questa vergogna nazionale finirà


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negli occhi delle donne

i versi di paolo

L’ultima proposta della casa editrice GILGAMESH di Asola a cura della REDAZIONE

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amore per la conoscenza del filosofo del Cogito passa anche attraverso gli occhi delle donne. Serve o locandiere, regine o ammaliatrici “professioniste”: ogni donna porta con sé un segreto che è all’origine del suo fascino peculiare, ma le cui implicazioni vanno ben al di là dell’attrazione fisica. Cartesio non solo lo sapeva, ma di questo segreto aveva anche scoperto la sede: per l’appunto, gli occhi. Occhi di velluto, occhi di ladra, occhi di gatta, occhi di nostalgia. Sono molti gli occhi femminili su cui si concentra l’attenzione di Cartesio, e ogni paio d’occhi sembra scandi-

Gilgamesh Edizioni Fausto BERTOLINI Negli occhi delle donne Vita sentimentale di Cartesio collana: ANUNNAKI genere: Narrativa (romanzo) pagine: 200 prezzo: € 10,00 mese di pubblicazione: novembre 2011 ISBN 978-88-97469-05-6

re una stagione della sua vita. In questa biografia romanzata del grande francese ripercorriamo in parallelo le sue “avventure filosofiche” e quelle amorose, le dotte discussioni con Keplero e i pericolosi convegni notturni con la belle Odille, la rivelazione davanti allo specchio del Cogito ergo sum e il rapporto speciale tra l’anziano Descartes e la giovane “regina filosofa” Cristina di Svezia. Ne emerge un quadro assolutamente coerente del fondatore del pensiero moderno; un uomo la cui brama di conoscenza, che si declina nei modi più diversi, è sempre e comunque amore per la vita in ogni sua forma.

Fausto Bertolini nasce a Pegognaga (MN) nel 1944. Laurea in filosofia. Master in psicologia del profondo. Dopo i corsi di regia come auditore presso l’Accademia di arte drammatica del “Piccolo Teatro” di Milano, diretto da Giorgio Strehler, e presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, si dedica alla regia teatrale, televisiva e cinematografica. Ha diretto per la RAI diversi servizi e documentari. È stato assistente di Fellini (Il Casanova) e di Bertolucci (Novecento). Con Mursia ha pubblicato L’angelo sulla credenza e L’amor non è polenta.

A Te Che … Tu che mi hai incantato di bellezza e che con dolcezza respiri, ricordandomi la fine brezza del mare, che, poco alla volta, mette nostalgia e cullandomi tra le sue correnti calde, piano piano mi porta via. E con quei tuoi occhi, color nocciola, che mi han dal primo istante ammaliato il cuore mi hai rapito e da allora non avrei più voluto lasciarti sola. È grazie a te se ho scritto queste parole, tu, che con la tua voce fina e un sottofondo di cornamusa, mi ispiri dolcemente, quasi fossi la mia musa. A te, che mi hai fatto innamorare. Paolo Botturi (IIIAs)

La Madonna del Dosso Questa è una festa, che entra nel cuore antica e modesta, ma con grande ardore ci son mortaretti e botti tonanti che i pargoletti fan felici e urlanti. E i mortaristi? Che fine hanno fatto? Lor son la sul dosso a compiere l’atto. Il 3-5-7 è il loro segnale, che fa scaturire il botto iniziale. Poi tutti a mangiare insieme ai parenti, con agnoli in brodo e trippe bollenti. Inoltre alle 6 quando già scende il gelo tre rombi di tuono rimbombano in cielo e così che la festa parea ormai finita in cielo si innalza una scintilla di vita. Fuochi colorati, verdi, gialli, rossi e blu Che durano un’ora o forse anche più Questa è la festa che il popolo ha mosso Ave a te, Madonna del Dosso. Paolo Botturi (IIIAs)


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servo di scena

Nemmeno un conflitto mondiale può annullare e sconfiggere la forza vitale del teatro a cura di Valeria PACCHIONI, Marta PARENTI e Francesca SAVIOLA (VAs)

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a debuttato, nell’autunno 2011, per la regia di Franco Branciaroli, una nuova produzione del CTB Teatro Stabile di Brescia e del Teatro de gli Incamminati: Servo di scena. Si tratta di uno dei più celebri testi teatrali di Ronald Harwood, che curò anche l’adattamento cinematografico dell’omonimo film di culto di Peter Yates. Regista e attore principale nel ruolo di Sir è Franco Branciaroli, accompagnato da un commovente e ironico servo di scena, interpretato da Tommaso Cardarelli. Viene a crearsi sul palco nel corso della rappresentazione un appassionato omaggio al teatro ed alla sua gente, in modo incondizionato; esplicato e reso dal rapporto centrale dell’opera quello tra Sir e il suo servo di scena. Il sipario si apre e la narrazione inizia: è il 1940 e Londra è segnata da un’epoca di conflitto. La città cerca nel miglior modo possibile, di rimanere in piedi e di non farsi schiacciare dai combattimenti estenuanti. E così che i pub e i ristoranti, come ogni locale londinese, lottano per dare voce alla loro protesta, fin-

ché una bomba non li mette a tacere. Siamo di fronte ad un quadro malinconico che ci mostra una capitale disposta a fare ogni cosa per conservare la ruotine abituale prima dell’avvento della guerra. Così anche il teatro continua a vivere a dispetto dei bombardamenti nazisti. E Shakespeare diviene non solo poeta di un intero popolo, ma anche il suo profeta, e il teatro il suo tempio. Il servo di scena racconta la storia di una di queste compagnie eroiche e spericolate e del suo vecchio capocomico, un non meglio identificato “Sir”, attore shakespeariano un tempo osannato dalle folle e dalla critica. Un’epoca in declino che fa da cornice al tramonto di un grande attore, che deve ormai la sua sopravvivenza alle cure premurose e costanti di Norman, il suo modesto servo di scena. Omaggio all’Inghilterra e a Shakespeare, Il servo di scena è soprattutto un inno al teatro, alla sua capacità di resistere in tempi ardui, alla sua insostituibilità. Nella figura del servo Norman trapela la ragione profonda della sua forza interiore che gli permette di resistere agli avvenimenti sfavorevoli.

Il teatro è invincibile perché non ha padroni, non cerca ricompense, e così come solo l’affetto senza riserve e a senso unico di Norman nei confronti di Sir, è invincibile perché la ragione profonda della sua esistenza sta nella sua gratuità. Perciò sa pronunciare le parole più importanti e profonde con ironia e senza perdere il sorriso. Il servo di scena ne è la dimostrazione. Le vicende che si snodano, tra camerini e palcoscenico in questa insolita compagnia, creano davanti ai nostri occhi una sublime e semplice metafora della vita del teatro, di ogni tempo. Accanto ai due protagonisti si muovono tutte le altre figure della compagnia, in un sublime gioco di specchi dove attori recitano il teatro: dalla moglie di Sir appesantita dall’età, Milady, interpretata da Lisa Galantini, alla direttrice di scena innamorata segretamente di Sir, Madge, da Melania Giglio, agli attori della compagnia, i pochi anziani che la guerra ha lasciato in patria: Daniele Griggio e Giorgio Lanza, e la giovanissima attrice in carriera interpretata infatti dalla debuttante assoluta Valentina Violo.

Intervista agli ATTORI

Per la realizzazione dello spettacolo, vi siete attenuti maggiormente al testo dell’opera teatrale di Harwood o alla sceneggiatura del film dello stesso autore? DANIELE GRIGGIO ( Goeffrey): Il testo dello spettacolo è quello della versione teatrale, ma abbiamo “rubato” parecchio dal film. TOMMASO CARDARELLI (Norman): per il nostro spettacolo é stato fondamentale e costante il riferimento al film, con la volontà di partire proprio dalle atmosfere del film, per farle nostre e successivamente personalizzare sia per la recitazione che per la scenografia. I due attori principali, nel film, sono così bravi e ricchi di spunti che ci é sembrato quasi un peccato, non fare nostro il concetto di “arte come imitazione” ovviamente nel

senso alto del termine, per poi, una volta presa ispirazione apportare il proprio estro artistico e personale. Da qui sono quindi nati personaggi inevitabilmente simili ma nettamente diversi da quelli del film. Anche perché il linguaggio teatrale é differente da quello del cinema, usa un altro tipo di espressività, un altro uso del corpo. LISA GALANTINI (Milady): Diciamo che abbiamo un mix delle due versioni. Il film è stata una fonte di ispirazione indiscutibile , ma nella piece alcuni personaggi, come il mio, sono molto più presenti, hanno un numero maggiore di scene e magari sono anche differenti. Più colpissi, diciamo, e anche più interessanti dal punto di vista attoriale direi. Milady, nel film, è una moglie devota, nella piece teatrale al contrario è una donna stanca: un’attrice senza il

suo “fuoco sacro” che vuole una vita più tranquilla, più elegante. Vi sono grandi differenze nell’approccio dell’attore con un pubblico di studenti rispetto ad un pubblico esperto o comunque che frequenta abitualmente l’ambiente teatrale? D. G. : Il mio lavoro è sempre lo stesso qualunque sia il pubblico. Ma ovviamente le reazioni allo spettacolo cambiano a seconda del pubblico e anche da città a città. Con i giovani dipende dal loro grado di abitudine al Teatro. Tra gli adulti e i ragazzi c’è una differenza ovvia di partecipazione allo spettacolo. I giovani sono più sinceri e calorosi nell’esprimere il proprio consenso o dissenso e sottolineano con reazioni ciò che più appartiene al loro mondo, alla loro età. I Giovani sono meno “trattenuti” de-


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gli Adulti nella loro partecipazione emotiva allo spettacolo. T. C. : Non particolarmente, per quanto mi riguarda il pubblico é eterogeneo per definizione. Dal palco é interessante “sentire” la diversa percezione e ricezione dello spettacolo, e delle singole battute. Ciò dipende ovviamente dal testo che si propone, ma per questo in particolare é stato piacevole percepire una forte ricettività ed un forte entusiasmo da parte di un pubblico giovane rispetto a quello più adulto e formale. Io ne sono felice perché mi piace molto il pubblico giovane come voi. L. G.: Sì infatti, quando gli studenti scelgono di venire a teatro di sera e non prendono lo spettacolo come un’occasione per saltare le lezioni sono il pubblico migliore: entusiasta, curioso e presente come se fossero sul palco con noi a recitare. Bello. Il teatro come via di fuga dalla realtà e forma di protesta non violenta, può essere adattato ai giorni nostri? D. G.: Il teatro non è MAI una via di fuga! Quando mai? Al contrario è un “rapporto” con la realtà. Qualunque sia lo spettacolo parla sempre dell’uomo e della sua vita, delle sue emozioni e stimola una riflessione. Il pub, la discoteca e il cazzeggio con gli amici sono vie di fuga, non il teatro. Il teatro è l’unica forma di spettacolo che prevede l’In-

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Servo di Scena

di Ronald Harwood traduzione di Masolino D’Amico con: Franco Branciaroli, Tommaso Cardarelli, Lisa Galantini, Melania Giglio, Daniele Griggio, Giorgio Lanza Valentina Violo regia di Franco Branciaroli scene e costumi di Margherita Palli luci di Gigi Saccomandi

contro tra due esseri umani: l’attore e il pubblico. E il loro rapporto è senza filtri, diretto. Un atto d’amore! E l’amore è sempre rivoluzionario. Ciò che succede al Teatro Valle di Roma da mesi è un esempio di “protesta adattata ai giorni nostri”. T. C.: Il teatro per me non é una fuga dalla realtà, anzi credo il contrario; é lo specchio dei tempi, aiuta a riflettere sulla realtà e a confrontare il tempo passato con il nostro per cercarne un futuro. Più che a fuggire dalla realtà é uno strumento di riflessione per capirla. L`aspetto politico del teatro é intrinseco, ma non lo definirei una forma non violenta. Il teatro non é necessariamente una protesta, é uno specchio per guardarsi dentro singolarmente e pubblicamente.

L. G.: Il bisogno dell’uomo di sognare, raccontare e ascoltare storie è atavico: è intrinseco il quello che siamo. E come ogni cosa anche il teatro può avere un valore politico. Bhe, in realtà il teatro può essere fortemente politico! Sempre che esso abbia un pubblico molto presente. Che metodo interpretativo avete utilizzato per immedesimarvi nei vostri ruoli? D. G.: L’Attore racconta sempre una parte di se nascosto dalla maschera del personaggio. Il mio personaggio Geoffrey è stato molto “facile” da trovare. Quante volte un attore nella sua carriera si trova o si sente inadeguato e in soggezione verso il Maestro. A me è successo quando ho conosciuto Gassman. Ecco mi sono ricordato di com’ero in quell’occasione e ho cercato di “recitarla”. In più, Geoffrey mi commuove, mi piace molto. Perché è l’Antieroe per eccellenza, il perdente, il mediocre, ma buono e semplice. Il mondo è pieno di Geoffrey! T. C.: Personalmente ho studiato il personaggio del film, e ho seguito fidandomi in pieno, le indicazioni registiche. Sono dimagrito 8 chi-

li, per imparare a muovermi in un certo modo, cercando costantemente una delicatezza che non coincidesse mai con una eccessiva caricatura, ma che rendesse comunque la percezione costante di una nevrosi, diciamo una nota stonata, nell’animo del personaggio. Quella stessa nota che si rivela nella scena finale. L. G.: Il mio ruolo è scritto per una donna più grande, stanca, anche fisicamente di fare quella vita. Io ho concentrato la mia attenzione su un aspetto del suo sentire che fosse più consono alla mia fisicità e alla mia età. Una donna delusa dall’aver perso l’occasione di un gran-

de successo. Lei sacrifica il diventare una famosa attrice di cinema, per seguire il suo uomo. Una scelta inappagata nel caso di Milady. Come vive il Servo di scena, ma anche la direttrice di scena, il rapporto a senso unico con Sir? D. G.: Con Amore e Dedizione assoluta! Quella che si deve ai Grandi! T. C.: Il rapporto con Sir per il servo lo si può paragonare alla dicotomia bianco/nero: agli opposti che si completano. Il servo senza il Sir non ha senso alcuno ed é condannato a sparire, a crollare, come infatti crolla nel finale. Norman lo sa benis-

simo ed é per questo che per tutto lo spettacolo lotta affinché lo spettacolo vada in scena... non é quindi un amore appassionato quello del servo per Sir, ma un amore per se stesso, per sopravvivere e dare senso ad una vita che sarebbe probabilmente condannata alla mediocrità. Un modo per sentirsi vivi. Ecco cosa é Sir per Norman secondo Ronald (Harwood, autore dell’opera teatrale n.d.r.): pura necessita di sopravvivere, l’unico barlume di speranza per non crollare. Una forma di amore malata e completamente diversa da quella devota di Madge, e da quella disillusa di Milady.


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Accetta il consiglio… per questa volta Quando le coincidenze sono davvero strane a cura di Angelo BADINELLI (ex studente)

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a scena, probabilmente, è la tipica scena che si vive su un pullman: viaggio di parecchie ore, noia infinita e per ammazzare il tempo viene proposto un film. Stavo tornando da Berlino. (Il motivo della mia, e non solo, permanenza nella capitale tedesca, è stato un bellissimo incontro ecumenico di preghiera, tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012). Stavo, quindi, tornando da Berlino e, dopo la sosta per la cena, arriva il momento fatale. Vengono proposti tre film: “Io, robot”, “The Big Kahuna” e “Wasabi”. Vista la mia ignoranza cinematografica, io ho votato per tutti e tre i film perché, alla fine, non avrei guardato film alcuno. Il “referendum” viene vinto da “The Big Kahuna”, diretto da John Swanbeck e interpretato da Kevin Spacey, film che forse sì, l’avevo già sentito da qualche parte, ma di aver visto una recensione, una pubblicità o qualcosa di simile, beh, quello niente. Guardo i primi tredici minuti circa e poi, lasciando perdere il film, parlo cono degli amici sul pullman, anche loro interessati quanto me alla visione. Questo quadro si protrae per circa due ore, fino a quando non mi “risveglio”

repentinamente. Subisco una sorta di illuminazione. Infatti, mentre vengono dati i titoli di coda, sento una voce in inglese che declama, su base musicale, una serie di consigli da fratello maggiore. Qualcuno banale, qualcuno ironico, qualcuno molto bello e commovente. Consigli che fanno da morale al film. Il mio risveglio si vede anche nel mio comportamento: scatto improvviso per andare davanti allo schermo televisivo per leggere i sottotitoli in italiano. E avviene la doppia illuminazione: riconosco quella canzone un po’ strana che, tra l’altro, è già strano considerarla tale. Ma la cosa più strana è che, poco dopo, apro il portafoglio dalla parte “profana”, estraggo un foglietto spiegazzato e inizio a legger-

lo in santa pace. Su quel foglio, che tengo gelosamente, c’è proprio quella canzone. Appena tornato a casa, navigo in internet alla ricerca di qualche informazione in più sul film. Scopro così che, molto semplicemente, The Big Kahuna narra la storia di tre venditori di tre età diverse, chiusi in un anonimo albergo in attesa dell’occasione della vita. E la voce che si sente nei titoli di coda è quella di Baz Luhrman, il regista di “Moulin Rouge”, e che il testo, che ha avuto molto successo negli States e in Inghilterra, è un decalogo per i laureandi scritto da una giornalista del “Chicago Tribune”. Ma ritorniamo sul pullman. Mi avviene la terza ed ultima illuminazione: so benissimo che la canzone è stato un singolo in Italia circa dieci anni fa, con la voce di Giorgio Lopez, il fratello di Massimo e voce italiana del sergente Garcia. Ma so, anche, che colui che ha lanciato il disco è stato Linus. Non quello dei fumetti, ma il direttore artistico di Radio DeeJay, quello che conduce DeeJay chiama Italia con Nicola Savino, quello che corre le maratone e io corro grazie a lui, quello che è fratello di DJ Albertino, quello che scrive i libri.

Infatti proprio nel suo libro “E qualcosa rimane” avevo già letto qualcosa sulla canzone. Vi propongo il testo. Ripeto: ci sono consigli banali, spiritosi, ma ce ne sono anche di molto belli e commuoventi. Vi consiglio di leggere questa canzone e di fare vostra qualche frase, come ho fatto io. E, perché no, accettate il consiglio… per questa volta.

Accetta il consiglio… per questa volta (P. Di Molfetta – G. Lesko’ – A Farolfi – M. Bardella) Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava. Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica. I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t’erano mai passate per la mente. Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio. Fa’ una cosa, ogni giorno che sei spaventato... canta.

Non esser crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo. Lavati i denti. Non perder tempo con l’invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente dimmi come si fa. Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti conto. Rilassati. Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno. Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant’anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro. Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi. Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E’ il più grande strumento che potrai mai avere.

Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno. Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo. Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno. Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perche più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane. Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca. Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca. Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant’anni sembreranno di un 85nne. Sii cauto nell’accettare consigli, mal sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga. Ma accetta il consiglio... per questa volta



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the prestige...tra magia e illusioni

Grandi attori e un regista d’eccezione per un film “magico” a cura di Giulia TONINELLI (IAs)

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uomo va al di là di ciò che può afferrare.” L’impossibile porta le persone a migliorarsi per raggiungere un obiettivo. Ma porta i maghi e i prestigiatori a sfidarlo, e afferrare ciò che non riescono a prendere. Ecco quello che porta Robert Angier, prestigiatore di grande successo a misurarsi continuamente con l’acerrimo nemico Alfred Borden sul set di un film in cui la magia non è magia, la scienza non è scienza e il prestigio ha segreti che non possono essere svelati. Dalla brillante mente Christophen Nolan, promettente e acclamato regista è nata l’idea di uno scon-

tro tra illusioni e illusionisti nel film The Prestige. E da qui, da una semplice idea di magia e inganno nascono i personaggi di Angier e Borden, il miglior illusionista in circolazione e un animale da palcoscenico senza rivali. Due personaggi degni di due grandi attori: Hugh Jackman, il Woolvering di X- Men e Christian Bale lo straordinario Batman del Cavaliere Oscuro. Ma non sono solo la regia e gli attori che fanno di The prestige un grande film, è anche l’oscura Londra dell’ XIX secolo e il misto tra Thriller e fantascienza. Una rivalità che ha fatto appassionare migliaia di fan e una storia che nel 2007, anno dell’uscita del film, ha portato magia e occulto nella già abbastanza incantata sala degli Oscar. Questo film è pane per gli amanti della fantascienza ma anche chi considera la fantascienza noiosa resterà folgorato e impressio-

nato da questo film che racchiude diversi generi. Infatti tra ossessioni, incidenti e inganni i due illusionisti un tempo amici e colleghi si odieranno per tutta la vita, senza potersi dare spiegazioni, fino a quando l’ira repressa di Robert Angier, vedovo per colpa di Alfred Borden lo porterà a cercare una vendetta che negli anni aveva ignorato. Un viaggio dall’Europa all’America in cerca di un trucco: il “trasporto umano” in cui anche il fisico statunitense Nikola Tesla avrà un ruolo importante. Suspance e brividi, un finale a sorpresa e enigmatici cambi di scena fanno di questo film un’avventura imperdibile. Un consiglio? Tra gemelli e sosia, sparizioni e ricomparse non perdetevi un solo attimo di questo film, perché Christopher Nolan non lascia scampo, o segui ogni minuto dei sui film, o devi ricominciare da capo!

Ecco un film in cui per due prestigiatori la magia è più che un lavoro. È amore e fama ma anche perdita e sofferenza. Tra grandi attori e un regista d’eccezione The Prestige è più che semplice magia.

Adesso al cinema...

sherlock holmes 2. gioco di ombre.

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el secondo capitolo della saga, una nuova acuta mente criminale, il Professor Moriarty, con una intelligenza pari a quella di Holmes e con una predisposizione al male senza limiti, potrebbe mettere in grande difficoltà il rinomato detective, abilmente interpretato dall’attore Robert Dowin jr. Holmes in una veste comi-

ca e bizzarra come non si era mai vista (anche grazie ad un attore molto comico) e imprevisti inaspettati fanno di questo film un campione di incassi. Un omicidio o un suicidio? Il principe d’Austria viene trovato morto, e la stregoneria non convince il detctive. Ecco il film perfetto per smontare la magia e trovare una logica in ogni cosa.


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music planet

L’esoterismo nella musica: i Beatles a cura di Sebastiano CORRADINI (VAs)

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alve a tutti cari lettori e lettrici di FXP, bentornati all’appuntamento con Music Planet! In questo numero ci occupiamo dell’argomento Esoterismo nella musica, analizzando e cercando di dare una spiegazione ad accuse e minacce rivolte a tanti artisti nel corso della loro carriera circa l’introduzione nelle lore canzoni di frasi o parole rimandanti a pratiche sataniche o esoteriche. L’esempio più famoso che si può analizzare è quello dei Beatles, accusati più volte di appartenere a sette sataniche e di aver volontariamente introdotto messaggi nelle loro canzoni a sfondo violento e esoterico. Fra i vari esempi analizziamo il “The Beatles” o “White Album”, un disco della band pubbli-

cato nel 1962 che suscitò diverso scalpore per l’uso che ne fece il famoso assassino statunitense Charles Manson. Manson, nel proprio delirio criminale, aveva interpretato l’album come una parafrasi del libro dell’Apocalisse di Giovanni, nella convinzione che attraverso i testi dei brani dell’LP i Beatles – che secondo l’omicida incarnavano i Quattro Cavalieri – gli stessero comunicando in forma criptica l’imminente olocausto razziale che avrebbe annientato la popolazione bianca (l’ “Helter Skelter”, traccia dello stesso “White Album”). Niente di tutto questo ha un fondo di verità: l’album contiene perlo più le solite canzoni di

cui i Beatles erano maestri, e nei rari casi in cui di violenza si parla davvero lo si fa in un contesto ironico. È vero tuttavia che il disagio nei rapporti personali allora esistente tra John, Paul, George e Ringo fu proiettato – probabilmente senza intenzione deliberata – nel clima generale del disco, che riecheggia qua e là sonorità angosciose, e dal quale è del tutto assente quello spirito gioioso con cui i Beatles avevano assuefatto i loro fans nei dischi precedenti. In ogni caso, quando il White Album uscì, Charlie rimase enormemente impressionato del fatto che alcune canzoni parlassero di rivoluzione e violenza più o meno negli stessi termini con cui egli aveva sempre predicato. Si dedicò allora ad ascoltare il White Album con ossessiva passione. Nella canzone Helter Skelter ascoltò i versi “ when I get to the bottom I go back to the top of the slide / where I stop and I turn and I go for a ride…” (quando arrivo infondo torno in cima alla dia-

positiva, dove mi fermo e mi giro e vado a fare un giro ... “,), e da questi si convinse che il testo della canzone, anzi dell’intero album, era un messaggio cifrato concernente le modalità della fine del mondo, indirizzato dai Beatles a Cristo (cioè a lui); di qui gli venne l’idea di battezzare Helter Skelter l’intero processo mitologico che dall’ascolto del White Album prendeva forma nella sua mente. Vi proponiamo l’analisi di alcune canzoni dell’album nella visione di Manson: ricordo tuttavia che i possibili motivi esoterici di qui elencati rimangono frutto

del pensiero di un criminale, sfruttati dalla critica degli anni 60 per gettare ombra sul talento musicale dei Beatles. Canzone: Helter Skelter Look out... Helter Skelter... She’s coming down fast... Yes she is. Secondo Paul Watkins, questo she andrebbe riferito all’Helter Skelter; il senso del verso sarebbe dunque “l’esplosione dello scontro razziale è ormai imminente”. Canzone: Rocky Raccoon So one day (Rocky Raccoon) walked into town / Booked himself a room in the local saloon / Rocky Raccoon / Checked into his room / Only to find Gideon’s Bible...

Now Rocky Raccoon / He fell back in his room / Only to find Gideon’s Bible / Gideon checked out / And he left it no doubt / To help with good Rocky’s revival. Nelle intenzioni dei Beatles, Rocky Raccoon era solo una parodia delle canzoni del vecchio West, così come Honey Pie faceva il verso alle canzoncine inglesi degli anni venti. Ma Charlie lesse in “Raccoon” il termine dialettale “coon”,che significa “negro”, e dal testo della canzone (che ho citato solo in parte) ricostruì la parabola della gente nera nello Helter Skelter, dalla presa del potere allo smarrimento e al pentimento


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finali. Canzone: I Will - And when at last I find you / Your song will fill the air / Sing it loud so I can hear you / Make it easy to be near you… Canzone: Honey Pie - Oh, honey pie, my position is tragic / Come and show me the magic / Of your Hollywood song. I Beatles sanno che Gesù è tornato sulla Terra, si è reincarnato in Charlie e si trova a Los Angeles. Vogliono sapere se Egli ha ricevuto il loro messaggio riguardo all’Helter Skelter, e si aspettano che Egli pubblichi un album destinato a proseguire l’opera del White Album. Canzone: Honey Pie - Oh, honey pie, you are driving me frantic / Sail across the Atlantic / To be where you belong! Lo invitano quindi a recarsi in Inghilterra per realizzare l’album insieme a loro; dopo aver compreso questo, Charlie provò per molti giorni a contattarli per telefono, ma non ci riuscì. Canzone: Yer Blues - Yes, I’m lonely; wanna die/ Yes, I’m lonely; wanna die/ If I ain’t dead already/ Girl, you know the reason why! In questi versi Charlie lesse la disperazione dei Beatles perchè non ricevevano notizie da Gesù. Si chiese per quale ragione non riuscisse a mettersi in contatto con loro, e la trovò nella canzone Glass Onion: I told you ‘bout the fool on the hill /

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I tell you, man, he’s living there still… The fool on the hill era chiaramente il Maharishi Mahesh Yogi, l’allora guru dei Beatles ; questi era un falso profeta, e stava tramando – per tramite di un campo di energie negative - affinché i Beatles non potessero incontrare Charlie/Gesù di persona. Canzone: Revolution 1 You say you want a revolution / Well you know / We all want to change the world.. ./ But when you talk about destruction / Don’t you know that you can count me out (in)… You say you got a real solution / Well you know / We’d all love to see the plan… Non riuscendo a contattare Charlie di persona, i Beatles lo implorano perlomeno di indicare loro la via per sfuggire alle devastazioni. Lo invitano a pubblicare anche senza di loro il suo album, le cui canzoni saranno “il piano” contenente istruzioni subliminali indirizzate a tutte le parti coinvolte nell’Helter Skelter. Canzone: Revolution 9 – È un pezzo di musica d’avanguardia, sprovvisto di testi. Era il preferito di Charlie, che dai suoi suoni e rumori trasse un gran numero di indicazioni. Sentì il crepitare delle mitragliatrici, il grugnire dei maiali e un comando – RISE ! - e sentì anche i Beatles che mormoravano: Charlie, Charlie, send us a telegram! In seguito, dall’ascolto

di Revolution 9, comprese anche che la ripetizione number 9, number 9, number 9 era un richiamo al capitolo nove dell’Apocalisse (in inglese, Revelation: 9). Dal disco, la sua attenzione si spostò alla lettura del testo biblico ; ecco di seguito alcuni frammenti della sua esegesi. Apocalisse 9: 1 : Il Quinto Angelo suonò la tromba, e vidi una stella che dal cielo era caduta sulla Terra. All’angelo fu data la chiave del pozzo dell’abisso. È assai curioso come i precedenti commentatori dell’Helter Skelter si siano arenati quando si tratta di stabilire l’identità del Quinto Angelo nell’interpretazione mansoniana. Secondo alcuni, Charlie lo avrebbe identificato in Stuart Sutcliffe, il membro dei Beatles morto ad Amburgo in giovanissima età quando il gruppo ancora non si chiamava così; a molti altri, però, egli avrebbe confidato che il Quinto Angelo, ovvero il quinto Beatle, era lui stesso. A tutti sfugge che in quel capitolo gli Angeli sono sei, più un settimo nel seguente ; quindi c’è posto per Sutcliffe, per Charlie e anche per colui che più di entrambi avrebbe avuto diritto al titolo di “quinto Beatle”: Pete Best, il batterista che fu poi sostituito da Ringo.


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Sand Creek - 1864




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mettete un fiore nei vostri cannoni

aforismi e dintorni

Contro tutte le guerre, anche e soprattutto quelle che, sotto l’eufemistica dicitura di missioni di pace, vedono impeganti i nostri militari

Le citazioni più eloquenti, scelte per voi da FXP a cura della REDAZIONE

Non è la forza delle passioni (rara, in fondo, come il genio) che conduce al male; quanto l’ottusità dell’intelligenza. Il male, prima di tutto, è questione d’intelligenza. E a poter leggere dentro le anime dannate, la cosa più da stupirci sarebbe, credo, di trovarle così semplici, irriflesse, infantili, fra i loro balocchi di morte. (Emilio Cecchi)

Vanessa PIOVANI (VAss)

Non è necessario credere in una fonte sovrannaturale del male: gli uomini da soli sono perfettamente capaci di qualsiasi malvagità. (Joseph Conrad)

Manisha PARMAR (VAss)

Noi uomini siamo in generale fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi; sopportiamo, non rassegnati ma stupidi, il colmo di ciò che da principio avevamo chiamato insopportabile. (Alessandro Manzoni) Sappiate anche che non v’è nulla di più comune del fare il male per il piacere di farlo. (Prosper Mérimée) Ci sono mille che menan colpi d’accetta ai rami del male per uno che colpisce risolutamente alle radici. (Henry David Thoreau)

Vi sono uomini che non hanno mai ucciso, eppure sono mille volte più cattivi di chi ha assassinato sei persone. (Fedor Dostoevskij) La cattiveria è rara, la maggior parte degli uomini si occupa troppo di se stessa per essere malvagia. (Friedrich Nietzsche) Il mondo è diventato così malvagio che gli scriccioli riescono a predare persino lì dove le aquile non oserebbero appollaiarsi. (Shakespeare) La superstizione è la religione degli spiriti deboli. (Edmund Burke) La superstizione reca in sé qualche immagine della pusillanimità. (Michel Eyquem) Nessuno è più superstizioso degli scettici. (Lev Trockij) L’ingegno può coesistere con le superstizioni più grossolane. (Paul Valéry) Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene. (Denis Diderot) Dapprincipio l’uomo desidera il nuovo, poi con instancabile applicazione cerca l’utile, da ultimo

brama il bene, che lo eleva e gli dà valore. (J. Wolfgang Goethe) Quelli che fanno il bene, lo fanno all’ingrosso: quand’hanno provata quella soddisfazione, n’hanno abbastanza, e non si voglion seccare a star dietro a tutte le conseguenze; ma coloro che hanno quel gusto di fare il male, ci mettono più diligenza, ci stanno dietro fino alla fine, non prendono mai requie, perché hanno quel canchero che li rode. (Alessandro Manzoni) Vi sono in ogni uomo, in ogni ora, due postulazioni simultanee, una verso Dio, l’altra verso Satana. (Charles Baudelaire) Allora il serpente disse alla donna: “No, voi non morrete, anzi, Dio sa che il giorno in cui ne mangerete, vi si apriranno gli occhi e sarete come Dio, conoscitori del bene e del male”. (Genesi) Nessun uomo ha fatto il dono gratuito della propria libertà in vista del ben pubblico: questa chimera non esiste che ne’ romanzi: se fosse possibile, ciascuno di noi vorrebbe che i patti che legano gli altri, non ci legassero. (Cesare Beccaria)


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Prof si nasce

Individua il tuo insegnante tra questi innocenti pargoli

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a cura di Cristina AGAZZI (Matematica e Fisica)

bbene sì, anche i docenti e gli ATA del Falcone non sono sempre stati dei seri signori o delle distinte signore con l’unico scopo nella vita di torturare poveri studenti indifesi con verifiche impossibili, interrogazioni devastanti o rimproveri per il disordine lasciato nelle aule! Anche loro sono stati teneri tesorini della mamma o pestiferi monelli che spazientivano, ma rubavano il cuore ai papà…Sappiamo che non ci crederete e per provarvelo i segugi del nostro FXP sono andati alla ricerca di testimonianze inoppugnabili di

questa inimmaginabile verità! Sta a voi lettori indovinare a chi appartengono le foto che compariranno da questo numero in poi sul nostro magazine! Potete organizzare scommesse clandestine nelle classi: la soluzione del mistero sarà ogni volta rimandata all’edizione successiva. Divertitevi e sorridete insieme a questi ex bambini che con tutto il loro cuore e il loro impegno, i loro errori e il loro affetto, cercano di accompagnarvi per un tratto del percorso difficile, misterioso e appassionante verso quella che chiamano “età adulta”.

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i giochi di fxp

cruciverba h

a cura di Giulia BELLINI e Giuditta LANZI (IIIAs)

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ORIZZONTALI: 1. Parte della nave - 6. Feroce distruzione - 12. Odiato, detestato - 14. Sferraglia in città - 15. Che hanno aspetto bituminoso - 17. L’io dei latini - 18. Iniziali della Izzo regista e doppiatrice - 19. È giunto nei primi dieci - 21. Nota acqua minerale e località termale francese - 25. Lo paga il colpevole - 27. Lo sono mezzi come i carri armati - 30. Kennedy, il senatore del Massachusetts - 32. Relativo a cariche e organi ufficiali dello Stato 34. Sistema di governo in cui contano prevalentemente le organizzazioni politiche - 35. Comodità, benessere - 36. Lo stesso che antenati - 37. Faceva coppia con Gian - 38. Preposizione semplice - 40. Anagramma di oneri - 42. Quelli di stato abilitano alla professione - 43. La cittadina sul lago d’Orta dove nacque Gianni Rodari - 45. Sono gemelle di letto - 46. Costituisce l’atmosfera - 48. Per funzionare ha bisogno di un fulcro - 50. Danzatrici indù - 51. Un simpatico extraterrestre. VERTICALI: 1. Prendere parte, essere presente - 2. Lungo fiume della Siberia - 3. L’art di Warhol - 4. Presentito, pronosticato - 5. Come dire conosciutissimi - 6. La firma di Sergio Tofano - 7. Una funzione trigonometrica (abbr.) - 8. Sigla di una provincia lucana - 9. È bene farla se si vuole trovare posto - 10. Inganna Otello - 11. Il fiume di Bottego - 13. Due romani - 16. Ricoprire, cospargere di fiori - 20. In fondo ai corridoi - 22. Estetista specializzato in facce - 23. Imbrogliati come i fili di una matassa - 24. Lo lancia il cow boy - 26. Inventare, progettare - 28. Si porta vestendo di nero - 29. Difetto nervoso - 31. Il nome di Wallach, il “brutto” nel film di Sergio Leone con “il bello” e “il cattivo” - 33. I “canali” milanesi - 38. Uno stato e un lago dell’Africa 39. Con il rouge nella roulette - 41. Come dire bastimento - 44. La West del vecchio cinema - 47. Ci precedono nella recita - 49. La Tatangelo della musica leggera (iniz.).

sudoku

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doppi o consecutivi

In ogni riga e in ogni colonna devono essere presenti una e una sola volta tutti i numeri indicati in ogni schema. Se due caselle sono separate da un pallino blu, devono contenere due numeri uno doppio dell’altro; se due caselle sono separate da un pallino rosso, devono contenere due numeri consecutivi; se tra due caselle non ci sono pallini, i numeri non sono né consecutivi né uno doppio dell’altro. Nota bene: 1 e 2 possono essere separati sia da un pallino rosso che da un pallino blu.

Enigma

Il conte Osvaldo e il conte Filippo hanno a loro servizio un maggiordomo, molto bravo a fare calcoli, ma analfabeta. Una sera decidono di cenare fuori, e per avvisare il maggiordomo (in quel momento assente) di non preparargli la cena, lasciano sul tavolo della cucina questo biglietto: 17 – 5 = 11 33 – 20 = 10 Quando il maggiordomo torna e legge il messaggio, chiude la cucina e va a dormire. Come ha fatto a capire il messaggio?

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nati sotto una buona stella

Alla tua ora di nascita corrisponde un numero; a questo numero devi sommare gli eventuali restanti minuti... (trascrivilo su un foglio) Esempio: ora di nascita 17.10 - per le 17 trovi 990 + 10 = 1000. Attenzione! Per calcolare l’ascendente bisogna prendere in considerazione l’ora solare. Dunque, se il giorno della tua nascita era nel periodo dell’ora legale, devi sottrarre un’ora al conto.

Calcoliamo insieme il nostro ascendente zodiacale a cura di Elisa MILANI e Noemi VOLPI (IIIAs)

L’

ascendente indica il segno zodiacale che si presenta all’orizzonte orientale al momento della nascita. La sua influenza si manifesta soprattutto nel modo in cui ci poniamo nei confronti degli Al tuo mese di nascita corrisponde un numero... (trascrivilo su un foglio)

altri e nell’impressione che gli altri ricavano da noi. In altre parole, l’ascendente è la prima impressione, quindi l’idea che diamo di noi stessi agli altri, in modo particolare a chi ci incontra per la prima volta. Al tuo giorno di nascita corrisponde un numero... (trascrivilo su un foglio)

Ora somma i tre numeri che hai ricavato e consulta la seguente tabella; scoprirai così il tuo ascendente.


FXP - Falcone express anno V - numero 2 - febbraio-marzo 2012 Organo di stampa ufficiale dell’Istituto “Giovanni FALCONE” via Saccole Pignole, 3 - 46041 Asola (Mn) tel. 0376.710423 - 710318 / fax 0376.710425 e-mail: redazionefxp@iisfalcone.gov.it blog: falconexpress.altervista.org Reg. Trib: di Mantova n. 2292/07 del 17/05/2007 Dirigente scolastico: Gianna DI RE

Direttore responsabile Stefania DIVERTITO

Gianluca GORINI Davide SORESINA

Vicedirettore Fabrizio COPERTINO

Fotografia Alice FERRO

Direttore editoriale Benedetta TURCATO

Firme Edizione anno V Cristina AGAZZI Daniela ANDALONI Giulia ANELLI Hasani AZRA Angelo BADINELLI Giulia BELLINI Andrea BERGAMASCHI Veronica BERTANI Michele BERTOLETTI Paolo BOTTURI Veronica CATALANO Fabrizio COPERTINO Sebastiano CORRADINI Letizia DOSSENA Massimiliano GALLI Michelle GALLI Alice GHIROLDI Francesca GROSSI Giuditta LANZI Andrea MANISCALCO Elisa MILANI Paolo MUSONI Luca NOVELLINI Valeria PACCHIONI Marta PARENTI Manisha PARMAR Francesca PASQUALOTTO Andrea PIAZZA Vanessa PIOVANI

Direttore blog Joned SARWAR Direttore marketing Francesco PASINI Vicedirettore marketing Marta PARENTI Redazione Stefania DIVERTITO Fabrizio COPERTINO Agnese BOLZONI Francesco PASINI Michele ROMANI Joned SARWAR Rossana VILLELLA Enrico TONINELLI Benedetta TURCATO Rapporto con il territorio e con le Istituzioni Michele ROMANI Grafica Letizia DOSSENA

Chiara PIVA Benedetta RAVAGNA Michele ROMANI Ermanno Andrea ROSA Joned SARWAR Marta SARZI Francesca SAVIOLA Emanuele SBALCHIERO Stefano SOLAZZI Alessandro SPEZZAFERRI Enrico TONINELLI Giulia TONINELLI Silvia TONINI Bruno TRATTA Rossana VILLELLA Francesca VIOLA Alberto VISANI Noemi VOLPI Hanno contribuito alla realizzazione e alla promozione di FXP Dirigenza Segreteria Personale ATA Provincia di Mantova Responsabile della distribuzione Marko HAJDARI Stampe Arti Grafiche Chiribella SAS Bozzolo (Mn)



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