L'animazione delle immagini risale a tempi antichissimi. In Grecia e in Sicilia nei tempi classici si eseguivano spettacoli di marionette per intrattenimento. In tutti i paesi europei si trovano tradizioni di teatro di marionette, burattini e pupi. Nel Medioevo si eseguivano spettacoli religiosi, come le Natività , le Passioni e spettacoli profani, nelle corti e nelle piazze, con figure che combattevano o danzavano, mosse con tecniche diverse. Dal Cinquecento al Settecento l'Italia è stata un centro di irradiazione di spettacoli di marionette e burattini. Nel Seicento, nei teatri per marionette a fili dei palazzi nobiliari, venivano prodotti spettacoli raffinati per un pubblico di invitati. Nel Settecento questi teatri si aprirono a un pubblico pagante. Nell'Ottocento gli spettacoli di marionette si diffusero ai centri minori e a un pubblico di diversa estrazione sociale. Accanto ai più semplici spettacoli di burattini che si svolgevano nelle piazze, ne furono prodotti altri, più complessi, rappresentati anche in locali chiusi, che presentavano tragedie, drammi avventurosi, commedie, numeri di varietà e farse. Nell'Italia meridionale nacquero i pupi, specializzati nel repertorio cavalleresco. I soggetti del teatro delle marionette ricalcano quasi sempre quelli del teatro con attori viventi. Sembra logico dunque ritenere che i soggetti cavallereschi siano stati presenti nel repertorio delle marionette dal Cinquecento, se non prima, alternando con argomenti, di altro genere. Alcune peculiarità proprie dell'opera dei pupi, tuttavia, e cioè la prevalenza assoluta dei soggetti cavallereschi, le corazze metalliche che rendono splendenti e fragorosi i pupi, sembra si siano determinate solo nei primi decenni del secolo scorso, nell'Italia centro-meridionale o in Sicilia. E' proprio a questa trasformazione che ci riferiamo quando diciamo che l'opera dei pupi è nata nell'Ottocento. In tutti questi tipi il movimento si trasmette direttamente dal manovratore alla figura attraverso comandi rigidi.
Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino Piazzetta Antonio Pasqualino 5, 90133 Palermo
Contatti e info: tel: 091328060 fax: 091328276 e-mail: mimap@museomarionettepalermo.it
Sito internet: www.museomarionettepalermo.it
Orari: lunedì-sabato 9.00- 13.00; 14.30-18.30 domenica 10.00-13.00
Il logo del Museo Internazionale delle Marionette di Palermo sono due serpenti che formano una spirale. Questo logo è stato creato dal figlio di Antonio Pasqualino, con l'obbiettivo di rappresentare la saggezza legata alla nostra cultura siciliana. Chiunque visiti la Sicilia, entra immediatamente in contatto con un simbolo che diffonde valori e gesta di un autentico e mitico popolo: la Trinacria. Il simbolo della Trinacria raffigura una testa di donna dalla quale si dipartono tre gambe con le ginocchia piegate, che i greci chiamarono trinacrios, che significa, triangolo. Se osserviamo più da vicino, e con una certa attenzione storica, quel volto arcaico di donna, questa altri non era che la testa di Medusa, una delle tre Gorgonie, che la mitologia riconosce come figlie di Forco e Ceto. Al posto dei capelli, Medusa, aveva serpenti, simbolo di saggezza, intrecciati di spighe, che indicavano, invece, la fertilità; le tre gambe, invece, rinviavano all'incisione posta sugli scudi dei soldati spartani, dalla gamba piegata al ginocchio, che simboleggiava la forza. Oggi, la versione attuale della testa è quella di donna, forse di dea, con un paio di ali ai lati, che indicano l'eternità del tempo nella quale viaggia la sua storia, attorniata da tre spighe di frumento, simbolo di fertilità. Quella del serpente è una figura che ritroviamo spesso nella mitologia, con significati legati al peccato ed all'inganno, così come ci è stata tramandata dalla tradizione giudaicocristiana. Ma, in particolare, nell'antica cultura siciliana, il serpente acquisisce valori positivi, divenendo, per esempio, uno dei simboli di Palermo. Infatti, nel capoluogo della Sicilia, oltre alla famosa aquila, che manifesta sontuosamente la fierezza, altri due sono le allegorie che caratterizzano la città: il cane, che indica la fedeltà, e il serpente, appunto, che rappresenta la prudenza e la saggezza, divenendo, quindi, non più simbolo del male ma, segno legato agli attributi degli dei.
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0,45 Il Bracciale della Saggezza è costituito da due teste di serpente, poiché richiama i due serpenti intrecciati che formano una spirale rappresentati nel logo del Museo Internazionale delle Marionette di Palermo. L'oggetto, raggiunge una lunghezza di oltre e 1m, ed essendo costituito da un'anima in fil di ferro posta all'interno del corpo, è possibile dare al bracciale la forma che più si desidera adeguandosi perfettamente alla forma che gli viene imposta. Il fil di ferro è avvolto nell'imbottitura che a sua volta è stata rivestita con una stoffa verde brillante per similare il colore del serpente. Le teste, invece, sono state realizzate in metallo coloro oro e arricchite con pietre per dare maggior lucentezza al bracciale. Il Bracciale della Saggezza, oltre ad essere simbolo del
Museo Internazionale delle Marionette di Palermo, rappresenta la saggezza legata alla nostra cultura siciliana. Il simbolo della Trinacria, infatti, raffigura una testa di donna dalla quale si dipartono tre gambe con le ginocchia piegate e, osservando con attenzione, quel volto arcaico di donna, questa altri non era che la testa di Medusa, che al posto dei capelli aveva serpenti, simbolo di saggezza, intrecciati di spighe, che indicavano, invece, la fertilità. Il serpente assume vari significati legati al peccato ed all'inganno, così come ci è stata tramandata dalla tradizione giudaicocristiana. Ma, in particolare, nell'antica cultura siciliana, il serpente acquisisce valori positivi, rappresentando la prudenza e la saggezza, divenendo, quindi, non più simbolo del male.