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Il tratto salentino della ciclovia dell’Acquedotto Pugliese

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IL TRATTO SALENTINO

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DELLA CICLOVIA DELL’ACQUEDOTTO PUGLIESE

L’ACQUEDOTTO PUGLIESE RAPPRESENTA ANCORA OGGI, A OLTRE UN SECOLO DALLA SUA REALIZZAZIONE, UNA DELLE MAGGIORI INFRASTRUTTURE DI APPROVVIGIONAMENTO IDRICO POTABILE DEL MONDO: GRAZIE A UNA CAPILLARE RETE DI CONDOTTE, DISTRIBUISCE LE ACQUE DALL’APPENNINO IRPINO A BUONA PARTE DEL TERRITORIO PUGLIESE

Il compendio costituito dal canale principale, da Caposele (AV) al nodo idraulico di Monte Fellone (BR) e dal Grande Sifone Leccese - da Monte Fellone a Santa Maria di Leuca (LE) - costituisce un itinerario che, attraversando Campania, Basilicata e Puglia, mette in relazione i fascinosi e poco valorizzati territori dell’Alta Irpinia, del Vulture Melfese, dell’Alta Murgia, della Valle d’Itria, della Terra d’Arneo e dell’entroterra salentino; ognuno caratterizzato da paesaggi unici e peculiarità storico-culturali. La ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, che percorrerà questo territorio seguendo il filo conduttore dell’acquedotto, dei suoi manufatti e dei suoi elementi di archeologia industriale, ambisce ad incentivare il turismo sostenibile, a valorizzare e identificare un territorio vocato alla sostenibilità ed alla conservazione di un ricco patrimonio storico-culturale (Figura 1). Nel tratto pugliese, la ciclovia, che rientra nel Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche istituito con Legge di Stabilità 2016, può essere suddivisa nei tronchi settentrionale e meridionale, separati fra loro dal nodo idraulico di Monte Fellone. Nel primo, l’itinerario cicloturistico può sovrapporsi alla strada di servizio che per scopi manutentivi corre sopra il canale principale; nel secondo, mancando la continuità della strada di servizio, la ciclovia deve svilupparsi su un tracciato di nuova definizione. Gli autori, incaricati da ASSET (Agenzia regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio), su mandato della Regione Puglia, hanno redatto il progetto di fattibilità tecnica ed economica del tratto meridionale o jonico-salentino, che è attualmente in fase di esame da parte del Ministero delle Infrastrutture. La sua stesura, svolta in linea con le indicazioni dell’all. 4 al DM 29/11/2018 “Progettazione e realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche”, si è così sviluppata: ricognizione del territorio, definizione di alternative di tracciato, scelta dell’alternativa migliore tramite analisi multicriteria, approfondimento progettuale della soluzione scelta. In prima battuta, due gruppi di rilevatori in bicicletta hanno percorso il territorio per oltre 400 km, individuando i possibili tracciati. Successivamente, in collaborazione con la Regione Puglia, sono stati svolti incontri con i Comuni attraversati, l’Acquedotto Pugliese SpA, il Consorzio di Bonifica di Arneo, i Rappresentanti del “Coordinamento dal Basso per la ciclovia dell’Acquedotto Pugliese” e di FIAB Puglia e Basilicata. Sono quindi state elaborate le tre alternative progettuali, poi confrontate con la metodologia dell’analisi multicriteria in

1. Il tracciato della ciclovia dell’Acquedotto Pugliese

CICLOVIE

2. La ciclovia su strada esistente con limitazioni di accesso

modo da perseguire il miglior compromesso tra gli standard di progettazione di cui al suddetto all. 4 (minor consumo di territorio, facilità di inserimento e attrattività). L’alternativa progettuale è figlia delle caratteristiche del territorio salentino che, oltre alla viabilità di servizio e al sedime già predisposto per essere convertito in ciclovia dell’Acquedotto del Sinni III lotto, dispone di una fitta rete di viabilità locali pavimentate, il cui traffico veicolare è nullo o molto basso (< 50 veicoli/die). Si tratta di “ciclabili naturali” utilizzabili dalla ciclovia senza la realizzazione di opere civili importanti. Per questo motivo il tracciato di progetto fa ampio ricorso all’istituzione di strade di tipo F bis (Itinerari Ciclopedonali, inseriti dalla legge 01/08/2003 nell’art. 2 del Codice della Strada - D.Lgs. 285/92) coadiuvate da misure tecniche per la tutela dell’utenza, definite usando come riferimento il lavoro di diversi Autori fra i quali il Dott. Claudio Pedroni, componente dell’Area Tecnica FIAB. Se per le strade di servizio l’inquadramento giuridico già ne limita il transito ai soli mezzi di servizio dell’Ente gestore, per le strade rurali, aventi già oggi funzione di mero collegamento dei fondi agricoli, è necessario introdurre la limitazione dell’accesso ai soli frontisti con limite di velocità a 30 km/ora oltre ad altri accorgimenti progettuali (Figura 2). Nelle poche situazioni in cui non è stato possibile limitare il traffico ai soli frontisti, si è ricorso alla sola istituzione del limite a 30 km/ora. Diversa è la situazione nei tessuti urbani storici, spesso caratterizzati da strade di ridotta larghezza (anche inferiore a 5 m), dove è impossibile realizzare piste ciclabili in sede propria. In questi casi si è prevista l’adozione di soluzioni di maggiore flessibilità accompagnate da interventi di moderazione del traffico e/o di riordino urbano, quali l’istituzione di aree ZTL (Figura 3). Laddove si prevedono tratti di nuova costruzione, è stato adottato lo standard ottimo dell’all. 4 prevedendo una larghezza di 3,5 m con fondo pavimentato. Per garantire la sicurezza del cicloturista anche nelle intersezioni, si è prevista l’adozione di avvisi luminosi attivabili al passaggio del ciclista, nonché varie soluzioni di riordino della carreggiata stradale e di moderazione del traffico con l’adozione di segnaletica specifica. Il tracciato principale del tronco salentino, lungo 157 km, ha origine a Monte Fellone. Da qui si dirige verso Grottaglie toccando la centrale idroelettrica di Battaglia. Attraversato lo storico quartiere delle ceramiche con tratte in sede propria, si collega alla stazione ferroviaria per l’intermodalità treno + bici e si prosegue verso Sud fino a costeggiare il lago Pappadai e il Santuario della Madonna della Grazie. Superato San Marzano, su strade rurali si raggiunge Manduria e la stazione ferroviaria dove dopo circa 43 km si conclude il primo tronco. Da qui, tramite la strada di servizio del Consorzio dell’Arneo e quindi lungo il sedime dell’Acquedotto del Sinni (terzo lotto), toccato il serbatoio di Zanzara, si scende verso Nardò dove si conclude il secondo tronco di 48 km.

4. L’interconnessione con la rete ciclabile turistica

3. La ciclovia in ambito urbano su strade a ridotta larghezza 5. L’interconnessione con la rete ferroviaria nazionale e regionale

ambiente &territorio

6. I segnali di indicazione dell’itinerario ciclabile

7. La fontana in stile storico dell’Acquedotto Pugliese

Dopo Nardò e il suo torrino pensile urbano, si tocca il Serbatoio di Seclì e l’impianto storico di sollevamento di Galatone e attraverso distese di ulivi e dolci saliscendi si arriva al serbatoio di Parabita e da qui a Ruffano. Si prosegue verso Specchia e il Villaggio di Cardigliano. Fra campi di ulivi si raggiunge Montesardo e Solignano e con tratti in promiscuo nella campagna si giunge all’ultimo tratto in sede propria che apre la visione al Santuario di Santa Maria di Leuca, al faro, alla cascata monumentale e al mare. Inoltre, sono previsti 32 km di diramazioni che garantiscono un facile accesso ai molti punti di attrazione del territorio e aumentano l’interconnessione sia con il sistema ferroviario (Figura 5), sia con la rete cicloturistica esistente e futura (Figura 4), e con le reti ciclabili locali. La percezione dell’itinerario durante la percorrenza sarà garantita dall’adozione di elementi di facile lettura e riconoscibilità che rimangono invariati da Spinazzola a Leuca, riproponendo lo stesso logo e la stessa segnaletica di indicazione turistica. Inoltre, alcuni elementi caratterizzanti si ripeteranno lungo il tracciato quali i cippi chilometrici, le fontane storiche AQP (previste in ogni area di sosta) (Figura 7), una segnaletica di direzione specificatamente dedicata al ciclista (Figura 6), pittogrammi sulla carreggiata. Questi ultimi, nei tratti in promiscuo, in associazione con la segnaletica da codice della strada, costituiranno per l’automobilista occasionale un ulteriore elemento di moderazione della marcia. E ancora, gli elementi archetipici del paesaggio e dell’acquedotto sono stilizzati e riproposti in funzione del cicloturista. Il lungo tubo d’acqua che attraversa la regione si reinterpreta come un ciclodotto ombreggiato (Figura 8A); le torri di AQP sono d’ispirazione per altane, belvedere e aree sosta attrezzate (Figura 8B). Il percorso dell’acqua sale così in superficie e diviene una ciclovia costellata di landmarks realizzati in Cor-Ten e acciaio zincato, materiali che da un lato si amalgamano con i colori della terra e della pietra, dall’altro omaggiano la memoria industriale di questa storica infrastruttura. Per concludere, sono previste aree di sosta attrezzate ogni 10 km circa, preferibilmente in presenza di alberature. Sono progettate prevedendo la minor manutenzione possibile ed architettonicamente in linea con i ciclodotti e le altane. Ognuna è costituita da due aiuole circolari intersecate fra loro, con all’interno una pavimentazione in ghiaia delimitata da una filetta in Cor-Ten. In questo modo, si generano spazi con una doppia funzione: una parte attrezzata per pic-nic, che si ritrova in ogni sosta, e una zona gioco/relax con attrezzature variabili. Altri elementi invarianti sono l’ombra (alberi esistenti o pino domestico), il pannello di informazioni turistiche e i cicloposteggi. n

8A e 8B. Elementi di valorizzazione architettonica: il ciclodotto (8A) e l’altana panoramica (8B)

(1) Ingegnere, Supervisore Tecnico del Settore Infrastrutture viarie e Idraulica di Enser Srl, Progettista e Responsabile integrazione prestazioni specialistiche del progetto di fattibilità tecnico-economica della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese (2) Ingegnere, Progettista del Settore Infrastrutture viarie e Idraulica di Enser Srl (3) Architetto, Progettista di Fahre Associati (4) Geologo, Direttore Tecnico di GeaProgetti

DATI TECNICI

Stazione Appaltante: ASSET (Agenzia regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio) Commissario Asset: Ing. Raffaele Sannicandro RUP Asset: Ing. Giuseppe Garofalo

Ente Capofila progetto ciclovia turistica nazionale dell’Acque-

dotto Pugliese: Regione Puglia, Dipartimento Mobilità, Qualità Urbana, Opere pubbliche, Ecologia e Paesaggio, Sezione Mobilità Sostenibile e Vigilanza del Trasporto Pubblico Locale Dirigente: Ing. Irene di Tria RUP Progetto Ciclovia: Raffaele Sforza Gruppo di progettazione: Enser Srl (Capogruppo), Geaprogetti, Enrico Guaitoli Panini e Irene Esposito Architetti Associati, Ante Quem e Studio Fontana & Lotti Responsabile integrazione prestazioni specialistiche: Ing. Daniele Mingozzi Gruppo di progettazione: Geol. Loris Venturini, Arch. Irene Esposito, Ing. Marco Mainardi, Ing. Beatrice Giorgi, Ing. Giuseppe Crescenzo, Dott. Marco Destro, Dott. Claudio Calastri, Dott. Chiara Maccani, Arch. Martina Massari, Dott. Andrea Mastrangelo, Arch. Enrico Guaitoli Panini, Arch. Cecilia Carattoni e Ing. Giorgia Mancinelli

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