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Nuova vita per il ponte della Priula

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NUOVA VITA PER IL PONTE DELLA PRIULA

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IN VENETO, LUNGO LA S.S. 13 “PONTEBBANA”, SONO STATI REALIZZATI I LAVORI DI RESTAURO CONSERVATIVO, DI CONSOLIDAMENTO FONDAZIONALE E DI ADEGUAMENTO DIMENSIONALE DELLO STORICO PONTE SUL PIAVE

Gli interventi sono iniziati a Maggio 2018 e hanno richiesto l’interdizione al traffico sul ponte storico. In concomitanza con l’avvio dei lavori, è stato infatti aperto al traffico il percorso alternativo che ha consentito di dirottare la circolazione dal ponte storico al tracciato provvisorio costruito a monte nell’alveo del Piave, realizzato appositamente per permettere la continuità del collegamento fra le sponde del fiume e quindi fra i comuni di Susegana e di Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso.

UN’OPERA DEL PASSATO

Il ponte storico della Priula è una infrastruttura dei primi del Novecento della lunghezza di 432 m, composta da 20 campate ad arco. Le indagini periodiche condotte da ANAS hanno messo in luce la necessità di intervenire sulla struttura che è interessata dall’erosione dell’alveo del fiume, tramite la sistemazione, in particolare, delle pile, degli archi e dei parapetti laterali che presentavano un naturale degrado. L’investimento complessivo per l’intero corpo degli interventi ammonta ad un totale di circa 9,3 milioni, di cui 1,3 per la realizzazione della viabilità alternativa. In occasione dell’inaugurazione, avvenuta lo scorso 21 Giugno, il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e l’AD di ANAS Massimo Simonini hanno espresso la loro soddisfazione. “A seguito di un iter progettuale attento, complesso e soprattutto rispettoso dei valori che questo manufatto rappresenta in termini culturali e architettonici per la gente trevigiana e veneta - ha evidenziato il Governatore Zaia - e dopo l’impegnativo lavoro di restauro conservativo e di consolidamento, il ponte della Priula ci viene restituito più robusto ed efficiente di prima. Regione, ANAS, Sovrintendenze, Progettisti e Tecnici di vari Enti sono stati chiamati a portare a termine un intervento nel quale era indispensabile conciliare le moderne tecnologie e la necessità di elevare gli standard di sicurezza viabilistica e strutturale dell’opera con le caratteristiche storiche del ponte: possiamo dire di aver raggiunto l’obiettivo”. “A due mesi dall’ultimo sopralluogo - ha spiegato poi l’AD di ANAS, Massimo Simonini - torniamo sull’imponente ponte della Priula per la cerimonia di riapertura di questa infrastruttura storica tanto maestosa quanto necessaria a garantire i collegamenti sul territorio. L’intervento di restauro svolto dai nostri Tecnici e dalle Maestranze rappresenta pienamente l’impegno di ANAS nello sviluppo della connettività del Paese, con gran-

1. Il ponte della Priula sulla S.S. 13 (Archivio storico di ANAS SpA)

de attenzione alla manutenzione e al potenziamento della rete stradale. Il nostro obiettivo è di sviluppare la mobilità del Paese, perché questo significa aumentarne la competitività, migliorando l’accessibilità ai territori e la sicurezza del viaggio”. L’importante intervento preparatorio di bonifica bellica dell’area di cantiere ha inoltre portato alla luce ben 81 ordigni bellici di varie tipologie richiedendo, con la fase di definizione dei materiali di restauro concordata con la Soprintendenza della Provincia di Treviso, un tempo di lavoro di circa 410 giorni. Ulteriori 630 sono stati necessari per i primi interventi di consolidamento delle fondazioni e per realizzare la viabilità provvisoria, interessata a fine Ottobre 2018 e a inizio Aprile 2019 dalla piena del fiume Piave e per il cui ripristino ANAS ha messo in campo tempestivamente risorse e Personale al fine di riaprire il tracciato in alveo nei tempi tecnici più brevi possibili.

L’ADEGUAMENTO DIMENSIONALE

Nell’ambito del progetto di adeguamento dimensionale - le cui attività sono completate e per il quale è stato previsto un tempo di lavoro di 215 giorni - è stato realizzato l’allargamento complessivo della sede stradale di circa 3,20 m con uno sbalzo di 1,60 m da entrambi i lati del ponte. La nuova sezione è quindi composta da due corsie di 3,75 m, oltre che da banchine e barriere laterali. L’impalcato è inoltre completato da una pista ciclabile laterale per ogni senso di marcia ed è stato riposizionato il parapetto originario, appositamente restaurato, costituito da elementi metallici intervallati da pilastrini in calcestruzzo armato. L’intervento ha previsto anche la demolizione dell’esistente sede stradale e la realizzazione di una struttura mista in acciaio e calcestruzzo finalizzata ad aumentare il livello di resistenza dell’intera struttura.

I LAVORI DI CONSOLIDAMENTO

Per quanto riguarda il consolidamento, sono state rinforzate le pile mediante la realizzazione di colonne armate con l’iniezione nel terreno di materiale cementizio tramite la tecnologia jet-grouting. Per quanto concerne il rafforzamento delle fondazioni del ponte sono stati eseguiti interventi di cerchiatura per mezzo del posizionamento di micropali alla base di cinque pile, mentre per le restanti pile sono state poste in opera delle gabbionate opportunamente dimensionate. L’installazione di nuovi isolatori oleodinamici finalizzati ad assorbire e dissipare l’eventuale picco di energia generato da una scossa tellurica ha inoltre consentito di migliorare il comportamento sismico della struttura. Per l’occasione, la Redazione ha intervistato l’Ing. Umberto Vassallo, Responsabile del Centro di Manutenzione A dell’Area Compartimentale del Veneto e Direttore dei Lavori del ponte della Priula.

“Strade & Autostrade”: “Perché si è reso necessario l’intervento? Era programmato o si sono verificate criticità?”. “Umberto Vassallo”: “La struttura del ponte della Priula, su progetto dell’Ing. Eugenio Miozzi, risale ai primi del Novecento. Il ponte ha una forte valenza storica e architettonica e rappresenta un nodo viario fondamentale per la viabilità della regione. Pertanto la sua manutenzione complessiva è prioritaria. Le approfondite indagini tecniche fatte sul posto per valutare lo stato dell’opera avevano constatato le buone condizioni statiche della struttura, ma anche un avanzato stato di degrado localizzato. In seguito ad alcuni prelievi di ghiaia avvenuti nel tempo, oltretutto, è stato registrato un progressivo abbassamento del letto del fiume con diminuzione del volume di terreno che si trova a ridosso delle pile. Pertanto le fondazioni, non godendo della protezione del materiale inerte, risultavano esposte al deflusso dell’acqua del fiume. Le correnti del subalveo hanno poi aumentato il pericolo di scalzamento delle pile, un fenomeno erosivo che, nel lungo periodo, avrebbe potuto ridurre la capacità portante della fondazione. Tutti questi motivi hanno reso necessario, ovviamente, il consolidamento fondazionale, il restauro e l’adeguamento della struttura attraverso un importante intervento di manutenzione programmata”.

“S&A”: “Com’è stato articolato l’intervento e quali fasi si sono succedute?”. “UV”: “L’intervento prevedeva una fase preliminare propedeutica alle lavorazioni sul ponte storico costituita da un’estesa campagna di bonifica dagli ordigni bellici su tutta l’area interessata dai lavori.

PONTI STORICI

2. Una foto dei lavori sullo storico ponte

La struttura tecnica del ponte della Priula

Il ponte è lungo complessivamente 432 m ed è composto da archi multipli per un totale di 20 arcate, sostenute rispettivamente da 16 pile, due spalle e tre pile-spalle. Le strutture verticali di supporto dividono le 20 campate in quattro gruppi di campate ciascuno. Le arcate sono in calcestruzzo armato mentre le pile sono formate da blocchi di conglomerato cementizio non armato. Le fondazioni furono realizzate con cassoni in calcestruzzo armato autoaffondanti, che si spingono sino a 8 m sotto l’alveo del fiume. L’impalcato stradale originario era in calcestruzzo armato con una larghezza della carreggiata di 8 m. Due marciapiedi larghi 0,80 m portavano la larghezza totale a 9,60 m. Il ponte, inoltre, era sprovvisto di un’adeguata pista ciclopedonale.

ponti& viadotti

Sono stati rinvenuti 81 ordigni risalenti alla prima e alla seconda guerra mondiale, oltre ai resti dei pali di legno del ponte preesistente risalenti al XIX secolo. Concluse le bonifiche, abbiamo provveduto alla realizzazione della viabilità provvisoria, tramite un by-pass al ponte e costituita da due rilevati formati all’interno del greto del fiume Piave e un ponte Bailey (una tipologia di ponte, d’origine militare, che prende il nome dal suo ideatore, l’Ingegnere britannico Donald Bailey) lungo 120 m, sorretto da due pile provvisorie e suddiviso in tre campate da 40 m ciascuna. Una volta realizzata la viabilità alternativa e resa funzionale per il traffico, il ponte storico è stato chiuso per 13 mesi per permettere i lavori: il consolidamento delle fondazioni mediante corone di micropali, delle elevazioni mediante jet-grouting, la rimozione della pavimentazione, della soletta del ponte e dei parapetti storici, opportunamente conservati e restaurati. Successivamente è stato posato un nuovo impalcato in acciaio costituito da tre travi correnti sul quale è stata realizzata la soletta collaborante in calcestruzzo armato. Il nuovo impalcato si inserisce all’interno del ponte storico, interamente svuotato dalle solette originarie, e fuoriesce rispetto ad esso di 1,60 m per lato per alloggiare una doppia pista ciclopedonale. L’impalcato è stato così posizionato su nuovi appoggi e isolatori oleodinamici per migliorare la sicurezza antisismica. Per concludere, sono stati posizionati i parapetti restaurati, le barriere stradali e la nuova pavimentazione stradale e ciclabile. Contemporaneamente sono stati restaurati tutti i prospetti, le elevazioni e le arcate del ponte storico con la costante assistenza della Soprintendenza dei Beni Culturali. Una volta riaperto al traffico il ponte, abbiamo provveduto a demolire la viabilità provvisoria e a ripristinare lo stato dei luoghi ante operam”.

“S&A”: “Sono stati adottati accorgimenti particolari?”. “UV”: “Si è trattato di un intervento molto specialistico perché abbiamo dovuto sia provvedere al restauro conservativo di un’opera monumentale, intervenendo per preservarne l’aspetto storico e simbolico che il ponte della Priula rappresenta per il territorio, sia provvedere a un ripristino statico complessivo dell’opera. Il nostro obiettivo era dualistico e complesso: conciliare i moderni standard di sicurezza con le caratteristiche storico-tipologiche del ponte realizzate all’epoca di costruzione e per il quale è stato riconosciuto l’interesse culturale attraverso un provvedimento della Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Veneto”.

“S&A”: “La storicità del ponte ha in qualche modo influito sulla scelta dei materiali e sulla tipologia di intervento?”. “UV”: “Il ponte della Priula, costruito agli inizi del Novecento, è stato fortemente danneggiato nel corso della prima e della seconda guerra mondiale. Pensiamo alle estenuanti battaglie lungo il Piave. Il suo forte valore storico e simbolico ha avuto un ruolo importante nella redazione del progetto di manutenzione. Inoltre, secondo la Normativa vigente, tutti i lavori di restauro e di ripristino statico previsti sono stati vagliati e condivisi con la Soprintendenza dei Beni culturali: dalla scelta dei materiali alla modalità di applicazione fino alle scelte estetiche. Infine, durante l’esecuzione dei lavori, il ritrovamento dei numerosi ordigni bellici e dei pali di legno del ponte preesistente, hanno rappresentato una straordinaria occasione di confronto con la Storia recente e meno recente del territorio della marca trevigiana”.

“S&A”: “Quanto è durato l’intervento?”. “UV”: “I lavori sono iniziati a Marzo 2017 e il ponte è stato riaperto al traffico il 30 Giugno 2019: pertanto, sono durati 27 mesi anche se la fase preliminare di realizzazione della viabilità provvisoria è stata interessata, come detto, da numerosi ritrovamenti bellici e storici che hanno rallentato l’andamento dei lavori. I lavori effettivi sul ponte storico sono durati 13 mesi da quando è stato chiuso al traffico. Inoltre, il 29 Ottobre 2018 è stata registrata una piena eccezionale del fiume Piave di circa 3.000 m3/s che ha

4. Dall’alto verso il basso, il ponte ferroviario, il ponte della Priula e il ponte della viabilità provvisoria (Photo credit: “La Tribuna di Treviso” / Daniele Maccagnan)

5. Il nuovo ponte

3. Una suggestiva veduta aerea del ponte Bailey temporaneo (Photo credit: “La Tribuna di Treviso” / Daniele Maccagnan)

fatto scattare il piano di evacuazione delle aree di cantiere e la conseguente interruzione della viabilità provvisoria. I rilevati sono stati erosi mentre il ponte Bailey è rimasto intatto. Questo scenario era stato previsto nel progetto e richiesto dal genio Civile secondo una prescrizione in termini di tempi di ritorno al fine di far defluire il fiume e non creare un effetto diga. In quell’occasione, la viabilità è stata ripristinata in otto giorni”.

“S&A”: “Sono previsti interventi similari per altre strutture?”. “UV”: “Nel territorio del comune di Pederobba (TV), lungo la S.P. 2, si trova un ponte molto simile denominato Vidor e costruito dal medesimo Progettista, l’Ing. Eugenio Miozzi, che potrebbe essere interessato da un intervento simile”. n

Ringraziamenti

La Redazione ringrazia l’Ing. Umberto Vassallo per il contributo tecnico fornito. PONTI STORICI

ANAS ed Enti Locali: il ponte di Vidor

In sinergia con gli Enti locali e in particolare con la Provincia di Treviso, ANAS ha anche avviato la campagna di indagine sulla struttura del ponte di Vidor, nel comune di Pederobba, lungo la S.P. 2 “Erizzo”. L’impegno di ANAS a supportare la Provincia di Treviso nell’analisi della struttura e nei successivi interventi necessari al risanamento del ponte storico sono stati avviati ad Ottobre 2018 con una prima ispezione visiva condotta sulle pile e sull’impalcato del ponte, della lunghezza di 380 m e la cui costruzione risale ai primi anni del Novecento. Tale indagine ha consentito ai Tecnici una prima analisi delle criticità strutturali segnalate a più riprese dagli stessi Enti locali. La nuova fase di studio programmata da ANAS ha previsto la posa in opera di circa 40 borchie metalliche, che a fine Maggio 2019 sono state installate sui cordoli laterali dell’impalcato del ponte, in corrispondenza delle pile, e sulle spalle laterali. Ultimata la posa degli elementi metallici, i Tecnici hanno raccolto, tramite una prima misurazione, i dati utili a definire lo stato di fatto della struttura del ponte. La raccolta dei dati è stata effettuata con una strumentazione digitale in grado di misurare le variazioni di quota dei punti di controllo con precisione submillimetrica. Nei prossimi mesi la misurazione sarà ripetuta a più riprese, sempre in orario notturno e con la sospensione temporanea del traffico, per arrivare a definire, tramite l’analisi di tutti i dati raccolti, il comportamento delle singole parti che compongono l’infrastruttura (spalle, pile, impalcato) e quindi lo stato generale del ponte. Tale indagine sarà utile anche a determinare gli interventi necessari per il risanamento dell’infrastruttura storica.

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