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Verso le emissioni zero per una Green Mobility

ambiente&territorio A cura della Redazione

TRA PRESENTE E FUTURO, DAL LABORATORIO ALLA STRADA, I NUOVI ORIZZONTI DELL’ENERGIA E DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE: IL MONDO DELLA RICERCA, DELL’INDUSTRIA E DELLE ISTITUZIONI ANTICIPA LE TECNOLOGIE CHE VERRANNO E LE SOLUZIONI PIÙ AVANZATE PER RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE

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VERSO LA DECARBONIZZAZIONE DEL TRASPORTO MERCI

Con l’obiettivo di dare impulso alla decarbonizzazione del trasporto merci su strada in Europa è nata di recente la European Clean Trucking Alliance, Associazione di cui faranno parte spedizionieri, Società di logistica, beni di consumo e vendita al dettaglio, trasportatori e ONG. I 18 membri fondatori - grandi Aziende che impiegano nel complesso oltre 1,6 milioni di persone con ricavi globali per più di 325 miliardi di Euro, tra cui Ikea, Deutsche Post, Dhl Group, Unilever, Nestlé e Michelin - intendono sollecitare con questa iniziativa le istituzioni europee a investire nel passaggio a moda-

1. (photo credit: www.clean-trucking.eu) lità di trasporto con minor impatto ambientale, in un momento segnato dalla pandemia da Coronavirus. L’obiettivo per l’immediato futuro è quello dei tir a emissioni zero, all’interno di un quadro di riduzione della CO2 e dell’inquinamento atmosferico che rappresenterebbe un importante passo avanti nel programma del Green Deal europeo. Nel concreto, si tratta di ridurre l’impatto di 6,6 milioni di mezzi pesanti che trasportano più dei tre quarti di tutte le merci movimentate via terra in Europa, e che sono all’origine del 22% delle emissioni di CO2 del trasporto su strada nel suo complesso. L’intervento è reso ancora più urgente dal fatto che il settore dovrebbe raddoppiare il volume della sua attività entro il 2050. Se in ambito urbano il processo di cambiamento è già avviato, la sfida dei prossimi anni sarà quella di adottare soluzioni sostenibili anche nel trasporto pesante su strada con lunghe tratte di percorrenza. In quest’ottica, sarà fondamentale la cooperazione tra Aziende e politica.

CAMION A IDROGENO E LA PIÙ GRANDE RETE DI DISTRIBUZIONE AL MONDO

La scorsa estate, proprio mentre Tesla diventava la prima Casa automobilistica al mondo per valore di mercato, dopo la fusione con VectolQ è stata quotata a Wall Street la Compagnia Nikola Motor Company, fondata nel 2015 e con sede a Phoenix, in Arizona. Focalizzata sulla mobilità a idrogeno, Nikola si propone fin dalla scelta del nome come una concorrente dell’azienda di Elon Musk. Al momento non risultano ancora veicoli venduti, ma i preordini corrispondenti a oltre 10 miliardi di Dollari di entrate potenziali dovrebbero garantire una piena competitivi-

MOBILITÀ SOSTENIBILE

2. (photo credit: www.nikolamotor.com)

tà entro due anni. In parallelo, Nikola intende anche proporsi come distributore, con una rete di stazioni di idrogeno in grado di coprire il territorio statunitense e diventare così la più vasta a livello mondiale. Il modello di business è quello dell’integrazione verticale, basata su un’offerta che comprende la stazione di idrogeno (col vantaggio competitivo della produzione in loco senza costi di trasporto), il combustibile, il camion e la manutenzione. In virtù del peso minore dei mezzi rispetto a quelli basati su combustibili tradizionali, Nikola prevede di affiancare i pickup all’offerta iniziale basata sui soli camion, puntando sul vantaggio del minor tempo di ricarica rispetto alle batterie e sul costo inferiore dell’energia: l’Azienda utilizza infatti l’elettricità proveniente dalle linee federali di trasmissione ad alta tensione, e acquista energia green direttamente dagli impianti eolici o solari. Nel nostro continente è stata già stretta una partnership per la commercializzazione tra Nikola e CNH-Iveco.

COVID-19: LA PANDEMIA ALLONTANA GLI ITALIANI DAI MEZZI PUBBLICI

Da “Covid-19 Will Shape Urban Mobility”, un report di Boston Consulting Group (BCG) riguardante l’impatto dell’emergenza sanitaria sulle scelte in materia di spostamenti urbani, risulta un generale allontanamento degli italiani dal trasporto pubblico in favore di auto e bici private. Nello studio sono state analizzate le abitudini di cinquemila abitanti delle maggiori città degli Stati Uniti, della Cina e dell’Europa occidentale (Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito). Il caso italiano ha evidenziato un calo del 37% nell’uso di trasporti pubblici dopo il lockdown, sostituiti non solo dall’auto ma anche da spostamenti a piedi e soprattutto in bicicletta: nei prossimi 12-18 mesi un quarto dei residenti nelle aree urbane farà un uso maggiore di questo mezzo. Dopo un crollo di quasi tutti i mezzi di trasporto nell’ordine del 60% in Europa, USA e Cina in periodo di lockdown, la riapertura ha coinciso dunque con un cambio di abitudini marcato rispetto allo scenario precedente all’emergenza, con un uso piuttosto limitato anche di forme di mobilità condivisa come il car sharing. Gli scenari potenziali previsti da BCG nel medio termine sono due: la conferma della mobilità privata come scelta prevalente o un ritorno in massa ai mezzi pubblici. Il secondo viene ritenuto il più probabile, ma sarà decisiva in questo senso l’offerta in termini di sanificazione e altre misure di sicurezza da parte delle Aziende di trasporto.

ACCORDO TRA ENI E ASSTRA PER UNA MOBILITÀ SOSTENIBILE

In linea con gli obiettivi 2050 del New Green Deal europeo, nasce un’alleanza tra Eni e ASSTRA (Associazione nazionale delle Aziende di trasporto pubblico locale in Italia), volta a puntare sulla mobilità sostenibile e sulla decarbonizzazione. L’accordo di collaborazione, sottoscritto la scorsa estate, prevede la realizzazione di studi congiunti basati sulla condivisione dei rispettivi know-how e la partecipazione reciproca a tavoli di lavoro tematici, fino alla promozione di un position paper congiunto, in grado di evidenziare le varie opportunità energetiche, tecnologiche e organizzative disponibili. Questa linea programmatica passa dall’integrazione del trasporto pubblico con forme di sharing mobility, dall’uso di biolubrificanti e biocarburanti e dall’applicazione dell’approccio di Life Cycle Assessment (LCA) e “Well to Wheel” nella valutazione dell’impatto emissivo delle varie soluzioni di mobilità. Verrà valutata da Eni e ASSTRA anche l’opportunità di avviare sperimentazioni sulla mobilità a idrogeno. Nell’ambito dell’intesa, e in conformità con il suo approccio olistico, verranno promosse iniziative di formazione per le Imprese associate e per gli utenti del trasporto pubblico, allo scopo di diffondere una cultura della circolarità e una maggior sensibilità ambientale e sociale in termini di scelte relative alla mobilità.

LA NUOVA “BIKE LANE” NEL CENTRO DI MILANO

Hanno preso avvio a fine Agosto i lavori per la realizzazione della pista ciclabile lungo la Cerchia dei Navigli di Milano: una “bike lane” nel tratto della circonvallazione interna, che interessa Via Francesco Sforza all’altezza di Via San Barnaba, Via Visconti di Modrone, Via San Damiano, Via Senato e Via Pontaccio sino all’incrocio con Via Mercato e Corso Garibaldi, per un percorso complessivo di 2,6 km. Le attività riguardano in questa fase il tratto settentrionale del percorso, non interessato dai cantieri della metropolitana M4, e sono cominciate da Via Visconti di Modrone, senza alcuna interruzione di viabilità prevista. L’obiettivo del Comune con questo progetto è quello di rendere percorribile la Cerchia dei Navigli in condizioni di sicurezza dai ciclisti in entrambi i sensi di marcia e senza soluzioni di continuità. In senso antiorario verranno connessi tutti i tratti esistenti, mentre in senso orario verrà eliminato il cordolo della corsia preferenziale, in modo da allargarla di un metro e inserirvi la corsia ciclabile, con l’utilizzo della sola segnaletica. n

3. (photo credit: www.guidatorino.com)

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