Perché questo libro
Ci siamo trovati spesso a fotografare in ambienti sacri, anche perché in Italia la grande maggioranza dei beni artistici è custodita proprio nei luoghi di culto.
Dal punto di vista della storia dell’arte la chiesa è un organismo complesso e stratificato, in cui sono condensati secoli di vicende storiche e religiose.
Abbiamo raccolto in questo libretto qualche suggerimento sulla gestione della documentazione fotografica e qualche esempio tratto da nostre campagne fotografiche.
PRIMA PARTE
Fotografare per interpretare e documentare
• Documentare
Costituire una traccia visibile per lo studioso, per il credente, per le generazioni future, di ciò che la Chiesa custodisce. La tecnica digitale consente di essere molto poco invasivi durante le riprese fotografiche, ricorrendo il più possibile alla luce ambiente.
• Interpretare
Fotografare significa comunque interpretare l'opera d'arte. Lo scopo principale è quello di creare immagini che siano utili allo studioso, ma ovviamente il fotografo interviene con la sua sensibilità ed il suo bagaglio tecnico e culturale per restituire la sua visione dell'opera d'arte.
• Archiviare
La gestione di un Archivio comprende la catalogazione, la conservazione dei files digitali in alta risoluzione e la eventuale condivisione controllata (convegni, editoria ecc.).
La fotografia e la storia dell'arte
La fotografia dei beni culturali presenta una grande varietà di tecniche fotografiche. Si va dalla ripresa di Architettura in esterni alla riproduzione di dipinti, dalla scultura agli oggetti sacri, ai paramenti. In senso lato anche i riti della settimana santa o le processioni sacre possono essere considerati beni culturali. Bisogna anche dire che ci sono diversi livelli possibili di interpretazione fotografica.
La riproduzioni di dipinti deve essere eseguita secondo regole ben precise che lasciano poco spazio all'interpretazione. All'estremo opposto la scultura può essere inquadrata ed illuminata in una grandissima varietà di modi. Il punto è non sovrapporre la visione del fotografo a quella dell'artista che ha creato la scultura.
"L'idea che ogni opera d'arte è dominata da
una determinata legge formale interna, che si dischiude allo sguardo, solo quando questo vede l'opera non altrimenti che come questa vuole essere vista"*. Questa frase di Heinrich
Wölfflin può essere di monito e di accompagnamento a chi si accinga a fotografare le opere d'arte.
Il criterio che noi seguiamo deriva dalla pratica di seguire gli studiosi di storia dell'arte sul campo e quindi valutare ogni tipo di informazione che possa essere utile alla loro ricerca.
Riprese ravvicinate con il tele possono aiutare a cogliere particolari invisibili ad occhio nudo, anche per le scarse condizioni di illuminazione in cui in genere si trovano le opere nella chiesa.
La scelta di prospettive simili con cui fotogra-
feremo per esempio i due diversi angeli capoaltare di un altare barocco consentiranno di controntare i due modelli e stabilire relazioni.
Riprese grandangolari aiuteranno a cogliere l'insieme di un interno o di un esterno, sintetizzando in un unico scatto moltissime informazioni relative alla posizione dei vari elementi ed alle relazioni spaziali tra di loro.
(*) Heinrich Wölfflin, 1896-1897, Wie man Skulpturen Aufnehmen Soll, in “Zeitschrift für bildende Kunst”, VII, 1896, pp. 224-228; VIII, 1897, pp. 294-297; tr. it. Heinrich Wölfflin, Fotografare la scultura, a cura di Benedetta Cestelli Guidi, Mantova, Tre Lune, 2008
Oggetti diversi, trattamenti fotografici diversi
• Architettura
Fotografia di spazi esterni e interni, con obbiettivi spesso grandangolari, correzione delle linee cadenti e bilanciamento del contrasto. Si utilizza quasi sempre la luce ambiente per sfruttare l'effetto visivo delle fonti di luce (finestroni, rosoni).
• Pittura
Riprese di originali bidimensionali, spesso posti in luoghi difficili da illuminare. Possibilmente in asse con il soggetto, quando non è possibile si cerca di limitare la distorsione allontanandosi. Si usa quando possibile la luce ambiente, altrimenti bisogna ricorrere all'illuminazione artificiale.
• Scultura
Ripresa di soggetti tridimensionali, in cui bisogna porre particolare attenzione al punto di vista. Generalmente si lavora in luce ambiente, anche perché spesso le opere sono posizionate in maniera non casuale rispetto all'illuminazione esistente.
• Altri oggetti
I beni ecclesiastici possono comprendere oggetti di qualsiasi tipo, ad esempio calici, crocifissi,
paramenti sacri, ex-voto, monete, ecc. Ogni tipologia di oggetto richiede un approccio fotografico diverso: per ottenere risultati omogenei bisogna ricorrere a metodi spesso completamente diversi.
Requisiti tecnici
Spesso la Chiesa possiede fotografie di varia provenienza, magari non realizzate da professionisti. Prima di inserire un file nell'Archivio della Chiesa è bene porsi qualche domanda.
La "dimensione" è solo un aspetto della questione. Il parametro del peso è fuorviante, bisognerebbe tenere conto solo delle dimensioni (base per altezza) in pixels originari (quelli generati cioè dalla reflex o dal dorso digitali, non interpolati - non sottoposti cioè ad un ingrandimento mediante software).
Comunque il lato lungo del file non dovrebbe essere inferiore a 5.000 px (la maggior parte delle reflex professionali hanno un lato lungo oltre questa dimensione). Ma questo non basta.
L'inquadratura è significativa? infatti se ritaglio troppo un file, per ottenere una inquadratura migliore, la qualità calerà in maniera drastica.
Il dettaglio è soddisfacente se lo visualizzo al
100% con un programma specifico per foto -
grafia (Photoshop o Lightroom)?
La resa dei colori è più difficile da valutare, conviene visionare i files insieme ad un pro -
fessionista possibilmente su un monitor calibrato.
A sinistra: Francesco Santulli - San Michele - Chiesa del Purgatorio di Gravina di Puglia (BA) - olio su tela
A destra: particolare dello stesso file al 100%
Castellaneta (TA), Cattedrale, soffitto ligneo. Fotografia prodotta dalla giunzione di più files. Nel riquadro un dettaglio del file.
Bari - Chiesa di San Giacomo - altare maggiore - con arredo
Antonio e Roberto Tartaglione
Bari - Chiesa di San Giacomo - altare maggiore - senza arredo
Il lavoro sul campo
A volte è necessario intervenire sugli arredi mobili per consentire una migliore lettura dei manufatti (altari, pavimentazioni).
Il fotografo professionista chiederà di spostare e rimettere a posto, con l’aiuto del sacrestano o di un confratello, tutti gli oggetti che possono interferire visivamente.
Taranto (TA), Cappellone di San Cataldo
Lo stesso senza le panche, ora è leggibile il disegno del pavimento
Bari, Chiesa di San Giacomo, si spoglia l'altare
L'inquadratura
La vostra Chiesa è stata magari fotografata tante volte in maniera casuale. Il fotografo specializzato in beni culturali cerca di ragionare su ogni inquadratura perché la scelta del punto di vista e della distanza fa parte del linguaggio della fotografia.
A volte sarà necessario alzarsi, altre volte abbassarsi. A volte ci viene chiesto di cercare la firma del pittore che può essere seminascosta dal riquadro della cornice.
La Mira Colore, l'oggetto più fotografato di tutti i tempi !
Durante le riprese si cerca sempre di piazzarsi nei punti più "giusti", anche quando questo comporta difficoltà logistiche
La messa in sequenza
Spesso ricorriamo alla ripresa in sequenza per consentire allo studioso di valutare i rapporti spaziali tra le varie opere presenti nella Chiesa oppure di avere vari punti di vi-
sta che, per oggetti tridimensionali come le sculture, è indispensabile.
a sinistra una sequenza realizzata nella Chiesa di Santa Maria Achiropita a Rossano Calabro (CS). In questa pagina l'altare maggiore della Chiesa di San Francesco a Maddaloni (CE), un angelo capoaltare. Osservare l'incrocio dei piedi nelle due inquadrature a sinistra.
La distanza
Non basta ingrandire il file, e questo non solo per la ovvia considerazione che più si ingrandisce il file più diminuisce la definizione dell'immagine.
Il motivo principale è che la distanza dall’oggetto cambia la prospettiva ed il nostro occhio – e soprattutto il nostro cervello – se ne accorge. Inoltre in base alla distanza spesso è necessario variare l’altezza del punto macchina.
Campo e controcampo
Come nel linguaggio cinematografico il controcampo a volte è indispensabile per aver un altro punto di vista, opposto e simmetrico al primo.
In questo caso l'incredibile lavoro sulla pianta del piede di un Angelo capoaltare dell'altare maggiore della Cattedrale di Mesagne è visibile solo con questa operazione.
a sinistra un campo e controcampo di un Angelo capoaltare a Francavilla Fontana (BR) a destra la stessa operazione realizzata nella
Mesagne (BR) - Collegiata - particolare dell'Angelo capoaltare
Chiesa di San Francesco ad Andria (BT)
Quando non c’è luce
In fotografia è quasi impossibile che non ci sia luce, è solo una questione di avere la giusta attrezzatura e la pazienza per affrontare le diverse situazioni. La quantità di luce non è ormai più un problema, specialmente con le reflex di nuova generazione.
Ci troviamo nella Chiesa di San Domenico a Gioia del Colle (BA). Il quadro della Madonna del Rosario era stato spesso fotografato così come lo vedete a sx, a destra la ripresa da noi realizzata nel corso di una campagna fotografica svolatasi nel 2015.
Per avere un risultato come questo abbiamo dovuto rimuovere gli ostacoli visivi che impedivano una corretta visione della tela. Inoltre era impossibile un giusto posizionamento delle luci, per cui abbiamo deciso di ricorrere ad una doppia esposizione. Nella pagina seguente potete vedere le due esposizioni ottenuti con l'ausilio di illuminazione artificiale, qui a sinistra il risultato finale.
Spesso il posizionamento dei dipinti rende difficile una corretta ripresa in luce ambiente.
Chiesa di Sant'Antonio a Gioia del Colle (BA). A sinistra la cappella in cui è posizionato il dipinto. La luce ambiente (finestrone) crea un riflesso frontale che rende il dipinto illeggibile. La cappella è anche stretta per cui non si possono disporre le luci con la giusta angolazione. Abbiamo fatto ricorso alla dop -
pia esposizione, giuntando poi i due files per eliminare i riflessi laterali visibili nella foto in alto. La qualità ottenuta permette di leggere lo spartito retto dall'Angelo (a dx).
Un caso limite
Per fotografare la più grande tela mai dipinta abbiamo sfruttato le possibilità offerte dalla tecnologia digitale. Una riproduzione del ge -
nere è impossibile senza la possibilità di giuntare i vari files, compensando le differenze di illuminazione dovute alle differenti fonti di
illuminazione presenti nell'ambiente.
Maddaloni (CE) ex Convento di San Francesco soffitto telato del 1756 (autore Giovanni Fusaro)
dimensioni della tela: mt. 64,50 x 9,52
I files ad alta definizione consentono allo studioso una attenta lettura dei dettagli (a sin e nella pagina seguente). In basso una vista della stanza che ospita ora il Convitto Nazionale Statale "Giordano Bruno" , la più antica istituzione scolastica pubblica della Provincia di Caserta
Possibilità di intervento
La tecnologia digitale ci consente interventi non invasivi sulle immagini ai fini di migliorarne la leggibilità.
esempio di intervento digitale per rendere meglio leggibile questo olio su tavola
Castellaneta (TA), Cattedrale, particolare del soffitto ligneo.
In questo caso la tenda verde posta dietro l'altare è un elemento di disturbo rispetto alla lettura del bellissimo Angelo capoaltare.
Esistono varie possibilità per attenuare questo inconveniente.
Ferrandina (MT), Chiesa Matrice, altare maggiore.
La Chiesa di Santa Maria
Achiropita a Rossano Calabro (CS). L'inquadratura presentava piccoli elementi di disturbo, eliminati con un intervento non invasivo.
La Chiesa di Santa Maria Achiropita a Rossano Calabro (CS). Questa è l'inquadratura originale.
Il bianco e nero può rendere meglio il modellato della scultura in marmo senza l'interferenza dell'ingiallimento dovuto al tempo. Il contrasto può essere aumentato per aumentare la leggibilità e la forza dell'immagine
A sx, angelo capoaltare nella Chiesa Matrice di Ferrandina (MT) - a dx particolare del ciborio dello stesso altare
SECONDA PARTE Esempi
ESTERNI
L’esterno di un edificio è probabilmente la cosa più difficile da fotografare. Bisogna scegliere il momento dell’anno, l’ora della giornata, il tempo atmosferico, e sperare che non ci siano parcheggi selvaggi.
La giusta distanza dalla facciata è estremamente importante, ma difficile da realizzare, per ostacoli di tutti i generi che rendono problematico il posizionamento della macchina fotografica.
A volte la presenza di persone (in questo caso turisti) aiuta a rendere la scala del monumento.
La Cattedrale di Foggia (FG)
pagina a fianco
a sinistra, Cattedrale di Brindisi (BR)
a destra, Concattedrale di Monopoli (BA)
La Cattedrale di Martina Franca (TA).
Dopo una attesa che ci è sembrata interminabile, la macchina parcheggiata in divieto di sosta è stata finalmente spostata
Foggia (FG) le cappelle della Via Crucis (le "Croci")
La Chiesa del Purgatorio a Matera (MT)
La Cattedrale di Giovinazzo (BA)
Castellaneta (TA) Cattedrale, interno
INTERNI
L'interno di una Chiesa, visto nel suo insieme, è indispensabile sia per la documentazione dell'opera che per collocare negli spazi relativi tutti i manufatti presenti all'interno.
È necessario utilizzare un obbiettivo grandangolare e raddrizzare le linee cadenti.
Il punto di ripresa può essere un leggermente sollevato, evitando comunque un altezza eccessiva che renderebbe la visione troppo straniante.
Barletta (BT), Chiesa del Monte di Pietà visione dalla galleria del coro
pagina seguente
a sinistra
Castellaneta (TA), Cattedrale, Altare maggiore
a destra
Brindisi (BR), Duomo, cappella laterale
L'ALTARE
L' altare è spesso un insieme affascinante di opere d'arte che comprendono praticamente quasi tutte le tecniche possibili e immaginabili.
A volte l'arredo che viene sovrapposto è di qualità molto diversa da quello del manufatto, quindi la sua rimozione rende possibile una migliore lettura.
Quando ciò non è possibile bisogna cercare di inquadrare in maniera tale da rendere meno invasiva la presenza di oggetti estranei.
Scorrano (LE) Chiesa Matrice
Nelle due pagine seguenti: Poggiardo (LE), Chiesa Matrice di San Salvatore, altare laterale e particolari
in questa pagina e nella precedente: Bari (BA) Chiesa di San Giacomo, altare maggiore, dettaglio
Per realizzare questa foto è stato necessario piazzare il treppiede sull'altare.
È stato così possibile leggere il bellissimo intarsio marmoreo della predella dell'altare e dei gradini
PAVIMENTAZIONE
A volte il pavimento originale si è conservato, ma per poterlo apprezzare è necessario togliere o spostare le panche.
A sinistra e nelle due pagine seguenti: Bari, Chiesa di San Giacomo, particolare del pavimento secentesco
ORGANI E CORI
Abbiamo realizzato nel 2016 una campagna
fotografica specifica relativa ad organi e cori dal 500 al 600.
Pubblicate in:
Isabella di Liddo, "L’ Arte dell’intaglio: arredi
lignei tra XVII e XVIII secolo in Italia meridionale”, Schena Editore, Fasano (BR) 2016
Mesagne (BR), Cattedrale, organo
nelle pagine seguenti: Gallipoli, Cattedrale, coro ligneo
Manduria (TA) San Leonardo, pulpito
Alessano (LE), Collegiata, organo di Joseph Gallo, 1778
Gallipoli (LE), Chiesa del Crocefisso, Statua Lignea di San Michele Arcangelo
SCULTURA LIGNEA
Abbiamo realizzato nel 2009 una campagna
fotografica specifica relativa alla scultura
lignea, lavorando sia in Chiesa che nei Musei
Diocesani, a volte con l’ausilio di un fondo nero per isolare meglio il soggetto.
Pubblicate in:
Isabella Di Liddo “La circolazione della scultura
lignea barocca nel Mediterraneo: Napoli, la Puglia, la Spagna” - De Luca Editore, Roma 2009.
Bisceglie (BT) Museo Diocesano
Bisceglie (BT) Museo Diocesano
Bisceglie (BT) Museo Diocesano
Bisceglie (BT) Museo Diocesano
SCULTURA IN MARMO E PIETRA
Le Chiese sono ricche di episodi scultorei, destinati ad ornare componenti architettoniche necessarie al culto (altari, fonti battesimali, acquasantiere). In particolare gli altari in marmo realizzati tra seicento e settecento sono spesso ricchi di veri e propri capolavori scultorei.
Abbiamo lavorato per una interessante campagna fotografica destinata ad illustrare il
volume di Domenica Pasculli Ferrara "L' Arte dei Marmorari nell'Italia Meridionale", De Luca Editore, Roma, 2015, che ci ha permesso di avvicinarci a tanti bellissimi esempi di scultura.
Martina Franca (TA) Basilica, fonte battesimale, variando di pochi centimetri il punto di vista si ottengono due letture diverse
Foggia, Cattedrale, angelo capoaltare dx, retro con data e firma di Giuseppe Sammartino. Pagina seguente: i due angeli capoaltare
Martina Franca (TA), Basilica, Giuseppe Sammartino, Madonna con Bambino (altare maggiore)
DIPINTI SU TELA E TAVOLA
I dipinti, sia su tela che su tavola, sono difficili da riprodurre correttamente in location, per difficoltà dovute alla luce, agli spazi, alla posizione dei dipinti stessi.
Francesco De Mura, Ultima Cena (1755) olio su tela, Cappella del SS. Sacramento, Concattedrale di Monopol (BA). Per avere un'idea del posizionamento di questa tela voltate pagina
Cappella del SS. Sacramento, Concattedrale di Monopol (BA), con la grande tela di Francesco De Mura (1755) "L'ultima cena". A destra particolare del Cristo. L'opera di De Mura è posta a circa 8 metri di altezza e fotografarla non è stato facile.
Gravina (BA), Chiesa del Purgatorio - pala d'altare di Francesco Guarino - al centro la Madonna del Suffragio (olio su tela)
Gravina (BA), Chiesa del Purgatorio - Francesco Santulli:
Immacolata Concezione
Gravina (BA), Chiesa del Purgatorio - Francesco Santulli: San Michele
Gravina (BA), Chiesa del Purgatorio - Francesco GuarinoEcce Homo
Gravina (BA), Chiesa del Purgatorio - Francesco GuarinoMadonna con Bambino
Castellaneta (TA), particolare del soffitto ligneo, olio su tavola
Scuola Napoletana, Approdo della Madonna della Madia nel porto di Monopoli, prima del restauro
Scuola Napoletana, Approdo della Madonna della Madia nel porto di Monopoli, dopo il restauro
Vincenzo Fato, l'arrivo della icona della Madonna della Madia (1788) prima e dopo il restauro - Monopoli - Concattedrale.
Due grandi tele conservate nella Concattedrale di Monopoli sono state recentemente restaurate, come è stato possibile osservare nelle pagine precedenti.
Avere una documentazione completa delle opere d'arte conservate è molto importante, specialmente in vista di restauri. Abbiamo fotografato queste tele prima e dopo il restauro, in maniera tale da rendere possibile il confronto.
AFFRESCHI
Lavorare sugli affreschi, in Puglia e Basilicata, significa soprattutto entrare nel mondo affascinante delle Chiese rupestri.
in questa e nelle due pagine successive: San Vito dei Normanni (BR) - Chiesa rupestre di San Biagio
A volte gli affreschi sono sistemati in posizioni impossibili, a causa delle varie vicende storiche che si sono susseguite nei secoli ed hanno modificato la struttura dei luoghi.
Per questo affresco di Giovanni Todisco nella Chiesa di Santa Maria della Neve a Laurenzana (PZ), posizionato in una specie di corridoio, abbiamo dovuto ricorrere ad un montaggio di varie inquadrature per evitare il più possibile l'utilizzo del grandangolo.
Qui a sinistra una veduta della Chiesa trasformata in cappella cimiteriale.
Una parte della sequenza realizzata, con molte sovrapposizioni.
Nella pagina successiva il risultato del montaggio.
Dalla Mostra del 2010 presso Palazzo Simi, attuale sede del Centro Operativo per l'Archeologia di Bari: "Ambra per Agamennone. Indigeni e Miceni tra Adriatico, Ionio ed Egeo", uno degli oggetti in mostra, in lamina di oro lavorata a sbalzo.
OGGETTI SACRI
Molti oggetti sacri conservati nelle sagrestie o nei musei diocesani hanno bisogno di cure particolari per essere fotografati. Si tratta infatti di oggetti molto diversi tra di loro come candelieri e calici in metalli preziosi, paramenti sacri ricamati a mano, ex-voto, volumi miniati e così via. Dal punto di vista fotografico si tratta di trattamenti completamente diversi. A volte ci è capitato di realizzare fotografie di oggetti sacri in occasione di mostre temporanee, per la realizzazione di cataloghi o di altro materiale di comunicazione.
Dalla Mostra "Le Arti del Silenzio" 2011, Università degli Studi di Bari, Palazzo degli affreschi, paramenti sacri custoditi presso la Basilica di Bari.
Vetro raffigurante San Nicola che in carcere riceve la Mitra Vescovile
Vetro con pitture di Michele Montrone raffigurante scene della vita del Santo
Nel 2011 abbiamo fotografato per conto della Banca Popolare di Bari alcuni contenitori destinati a conservare la preziosa manna
La Madonna della Madia è venerata nella Concattedrale di Monopoli (BA). Abbiamo avuto il privilegio di fotografare l’icona e la riza d’argento che a volte la ricopre (pagina a sin.), così come il magnifico stendardo ottocentesco ricamato a mano (pagina a destra). Tre oggetti e superfici completamente diversi fotografati in maniera adeguata ad ogni superfice per ottenere un risultato omogeneo.
IL MUSEO DIOCESANO
Il Museo Diocesano è spesso il compendio di tutta la storia dei beni artistici della Diocesi
Può essere utile avere una documentazione fotografica che riguardi non solo gli oggetti ma anche le sale di esposizione.
a sinistra e nella pagina successiva, una sala del Museo Diocesano di Troia (FG).
A pg. 132 una veduta del Museo Diocesano di Ascoli Satriano (FG).
I RITI
La spiritualità dei riti religiosi è veramente coinvolgente, anche per i non credenti. I Riti Cristiani hanno dei riferimenti visivi in tutta la storia dell'arte religiosa. Spesso documentiamo questi momenti per il nostro archivio. Stiamo anche seguendo la Chiesa Russa di Bari che celebra nella Basilica le due ricorrenze annuali dedicate a San Nicola secondo il calendario Giuliano.
A sinistra, un momento del rito ortodosso celebrato nella Basilica di San Nicola il 21 maggio 2015 - a pagina 136, la settimana Santa a Francavilla Fontana (BR) - a pg 137 l'uscita dell'effige di San Nicola durante le celebrazioni della Chiesa Cattolica.
NON SOLO ARTE SACRA
Ovviamente ci occupiamo anche di arte e architettura a 360°, lavorando con studiosi ed architetti per documentare e studiare il patrimonio culturale del nostro territorio.
Pubblicazioni
Le immagini che illustrano questo volume sono state realizzate nell’ambito di campagne fotografiche realizzate per editori, studiosi o enti. Di seguito una lista delle principali pubblicazioni e campagne fotografiche cui abbiamo contribuito.
• Livia Semerari
Una vicenda urbana
Fasano (BR), Schena ,1990
• Clara Gelao (a cura di)
Acquisizioni e restauri 1972-1992
Galatina, Congedo, 1992
• Valentino Pace (a cura di)
Kunstdenkmaeler Italien / Apulien Basilicata
Kalabrien
Darmstadt, Wissenshaftliche Buchgesellshaft ,1994
• Christine Farese Sperken (a cura di)
La collezione Grieco
Bari, Dedalo ,1987
• Pina Belli D’Elia (a cura di)
Icone di Puglia e Basilicata dal medioevo al settecento
Milano, Mazzotta ,1988
• Clara Gelao (a cura di)
Confraternite: arte e devozione in Puglia dal
‘400 al ‘700
Napoli, Electa Napoli ,1994
• V. Cazzato, M.Fagiolo, M. Pasculli Ferrara
Atlante del barocco in Italia: Terra di Bari e Capitanata
Roma, De Luca ,1996
• Giuseppe Appella (a cura di)
Raffaele Spizzico
Roma, Edizioni della Cometa,1997
• Mimma Pasculli Ferrara (a cura di)
Itinerari in Puglia tra arte e spiritualità Roma, De Luca, 2000
• Isabella Di Liddo
La circolazione della scultura lignea barocca nel Mediterraneo.
Roma, De Luca, 2009
• Mimma Pasculli Ferrara
L’ Arte dei Marmorari nell’Italia Meridionale
Roma, De Luca, 2013
• Mimma Pasculli Ferrara, Poggiardo. La chiesa del SS. Salvatore ed i suoi
capolavori: Corrado Giaquinto.
Fasano, Schena Editore, 2013
• Michele Pirrelli
Per la Cattedrale Barocca di Monopoli
Fasano, Schena Editore, 2014
• Isabella Di Liddo
L’ Arte dell’intaglio: arredi lignei tra XVII e XVIII
secolo in Italia meridionale
Fasano, Schena Editore 2017
CAMPAGNE FOTOGRAFICHE PER ARCHIVIO
Affreschi altomedioevali nelle chiese rupestri in Puglia 1993
(ora in Getty Images / Mondadori Portfolio)
utilizzate tra l'altro in:
Carlo Bertelli (a cura di)
La Pittura in Italia: L'alto Medioevo
Mondadori Electa Milano, 1994
Archivio Alinari
Campagna fotografica
Dipinti ad olio conservati nella Pinacoteca
Provinciale di Bari
Dipinti della Collezione De Nittis nel Museo
Civico di Barletta (BT) 1997
Arte – Musica -Teatro a Bari
La Chiesa di San Giacomo ed il suo arredo barocco in Mostra – (a cura di Mimma Pasculli)
2016 Le Chiese di Gioia del Colle (BA) a cura del Centro Ricerche Storia Religiosa in Puglia
2015-2016
Presentazione
I fratelli Antonio e Roberto Tartaglione sono fotografi professionisti dal 1983. Collaborano con Case Editrici ed Archivi Fotografici sia locali che nazionali. Sono collaboratori per la Puglia di Mondadori Portfolio.
Hanno organizzato e realizzato campagne fotografiche per la Pinacoteca Provinciale di Bari, I Fratelli Alinari, la Electa/Mondadori, le edizioni Cometa, la De Luca Editori d’Arte. Hanno fornito consulenza fotografica per la catalogazione del fondo monete antiche del Museo Archeologico di Bari. In preparazione una campagna fotografica per la Nardini Editore (Firenze). Collaborano con le riviste "Bell'Italia" e "In Viaggio" (Cairo Editore, Milano) www.tartaglione.com
Si occupano di editoria e comunicazione aziendale.
Hanno realizzato campagne fotografiche per: Pinacoteca Provinciale di Bari, Fratelli Alinari, Electa Elemond, Edizioni Cometa, De Luca Editore, Nardini Editore.
Da otto anni lavorano alla realizzazione di un archivio fotografico dedicato ai beni immateriali ed al territorio di Puglia e Basilicata. Collaborano abitualmente con Mondadori Portfolio e Cairo Editore.
www.tartaglione.com
www.fotografianpuglia.org
di Antonio e Roberto Tartaglione
Antonio Tartaglione
nato a Roma il 14/08/1957. Laureato in Storia dell’Arte nel 1981 presso l’Università degli Studi di Bari. Vive e lavora a Bari come fotografo professionista dal 1983 insieme al fratello Roberto.
Roberto Tartaglione
nato a Cagliari il 25/07/1962, comincia a fotografare durante i suoi viaggi in Europa, occupandosi di ritratto. Vive e lavora a Bari come fotografo professionista dal 1983 insieme al fratello Antonio.