OA Organizzazione mostra / Exhibition organization Studio Abba Curata da / Curated by Vito Abba
Assistente esecutiva / Executive assistant Carlotta Marzaioli
Realizzazione catalogo / Catalogue editing Carlotta Marzaioli Testi critici / Critical texts Giampoalo Trotta Traduzioni / Translations Liberty Allen
Progetto Allestimento / Exhibition set up project Danilo Dei Collaboratori / Collaborators Giampaolo Trotta Anna Maria Sperlongano Pubbliche relazioni / Public relations Marzia Cordasco Pagliai Web marketing Fabrizio Pivari
Š 2018 Studio Abba www.studioabba.com
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AC OpenArtCode Florence Salone di Donatello
Basilica di San Lorenzo
Complesso Mediceo Laurenziano Piazza di San Lorenzo, Firenze
18 aprile - 8 maggio 2018 April 18 - May 8 2018
Dal lunedĂŹ al sabato 10.00 - 17.30 (ultimo accesso 17.00) Domenica 13.30 - 17.30 (ultimo accesso 17.00) Monday to Saturday 10am - 5.30pm (last entrance at 5pm) Sunday 1.30pm - 5.30pm (last entrance at 5pm)
www.openartcode.com/florence
10 anni di OpenArtCode Con la mostra di Firenze celebriamo i dieci anni del gruppo OpenArtCode, con molti degli artisti che hanno esposto assieme per la prima volta al Grand Palais di Parigi. Dopo la mostra di Parigi si sono susseguite molte altre mostre in luoghi prestigiosi, la maggior parte delle quali si è ripetuta più volte. Abbiamo esposto a Londra alla gallery@oxo sulle rive del Tamigi; a Shanghai alla Pudong Library e al CEIBS; a Monaco, all’Auditorium Rainier III, a Venezia nel bellissimo Palazzo Cavalli Franchetti sul Canal Grande; alla Gare Maritime di Cannes sulla celebre Croisette accanto al Palazzo del Festival del Cinema; al prestigioso Tokyo Metropolitan Art Museum. Gli artisti OpenArtCode provengono da tanti paesi diversi ed espongono dipinti, sculture, fotografie, arte digitale e installazioni. Le loro radici culturali sono assai diverse, così come la loro provenienza geografica. La qualità delle loro opere ci ha consentito di realizzare mostre di alto livello, ottenendo brillanti risultati. La forza del gruppo OpenArtCode sta nel talento degli artisti e nella capacità di far dialogare tante espressioni diverse, offrendo ai visitatori una variegata ma armonica selezione di opere di grande bellezza. Per gli anni a venire abbiamo già progetti interessanti che ci porteranno anche in altre città importanti, sempre in luoghi d’eccezione come la Basilica di San Lorenzo di Firenze. Qui esponiamo alla presenza dei maestri del Rinascimento e non capita a tutti di esporre in compagnia di Michelangelo, Brunelleschi, Donatello, Vasari e Ammannati. Per questa felice opportunità dobbiamo ringraziare il presidente dell’Opera Medicea Laurenziana, Paolo Padoin e Monsignor Viola, priore della Basilica di San Lorenzo. Accogliere l’arte contemporanea in un luogo così importante è un gesto coraggioso e lungimirante. Voglio ringraziare anche il professor Giampaolo Trotta, che mi ha introdotto diversi anni fa al Complesso Mediceo Laurenziano e che ha accettato di scrivere una breve presentazione critica per ognuno dei 52 artisti che espongono in occasione di OpenArtCode Florence. Nelle pagine che seguono troverete i testi critici del professor Trotta e i riferimenti ai siti web dei singoli artisti dove potrete approfondire la loro conoscenza. Il mio ringraziamento va anche a Carlotta Marzaioli che insieme a me coordina il gruppo OpenArtCode sin dalla prima mostra. È molto piacevole per noi incontrare nuovamente artisti che seguiamo da tanti anni, così come siamo contenti di accogliere chi è entrato a far parte del gruppo di recente. Desidero anche ringraziare altre persone che a vario titolo ci hanno aiutato a promuovere la mostra di Firenze, come Marzia Cordasco e Moreschina Fabbricotti, che generosamente ci hanno introdotto nel pubblico più influente di Firenze. Così come ha fatto generosamente Leontine Streefkerk. William Braemer, che non è soltanto artista, ma anche gallerista e con grande professionalità aiuta OpenArtCode. Concludo esprimendo tutta la mia gratitudine ai fantastici 52 artisti che espongono con noi. È un piacere e un privilegio lavorare con voi. Vito Abba
Ten-year anniversary of OpenArtCode With the Florence exhibition we celebrate the ten-year anniversary of the OpenArtCode group, with many of the artists who exhibited together for the first time at the Grand Palais in Paris. After the Paris exhibition many other shows have been organized in prestigious locations, many have also been repeated several times due to their success. We have exhibited in London at the gallery@oxo on the banks of the River Thames, in the fashionable Southbank area; in Shanghai at the Pudong Library and at CEIBS; in Monte-Carlo at the Rainier III Auditorium, in Venice in the beautiful Palazzo Cavalli Franchetti on the Grand Canal; at the Gare Maritime in Cannes on the famous Croisette next to the Film Festival building; and at the prestigious Tokyo Metropolitan Art Museum. The OpenArtCode artists come from many different countries and exhibit paintings, sculpture, photographs, digital art and installations. Their cultural roots are very different, as well as their geographical origin. The quality of their works has allowed us to create high-level exhibitions, obtaining excellent results. The strength of the OpenArtCode group lies in the quality of the artists’ work and in the ability to create dialogue between many different expressions, offering visitors a varied but harmonious selection of works of great beauty. We already have interesting projects for the future too, which will also take us to other important cities, in unique and impressive locations, such as the Basilica of San Lorenzo in Florence. Here we exhibit in the presence of the masters of the Renaissance and it is not possible for everyone or anyone to exhibit here, in the company of Michelangelo, Brunelleschi, Donatello, Vasari and Ammannati. For this opportunity, we must thank the President of the Opera Medicea Laurenziana, Paolo Padoin and Monsignor Viola, Prior of the Basilica of San Lorenzo. Welcoming contemporary art in such an important building is a courageous and far-sighted gesture. I also want to thank Professor Giampaolo Trotta, who acquainted me with the Mediceo Laurenziano Complex several years ago and who agreed to write a short critical presentation for each of the fifty-two artists exhibiting at OpenArtCode Florence. Over the following pages, you will find the critical texts by Professor Trotta and the websites of each artist, where it is possible to learn more about each of them. My thanks also go to Carlotta Marzaioli who, together with me, coordinates the OpenArtCode group from the very first exhibition. It is wonderful for us to see artists again who we have been following for many years, just as we are happy to welcome those who have recently joined the group. I would also like to thank other people who have assisted us in various ways to promote the Florence show, such as Marzia Cordasco and Moreschina Fabbricotti, who generously introduce us to the most influential Florentine public. As Leontine Streefkerk has also done. My thanks go to William Braemer, who is not only an artist but also a gallery owner, and with great professionalism, has assisted us in this show. I conclude by expressing my gratitude to the 52 artists who exhibit with us. It is a pleasure and a privilege to be working with you. Vito Abba
Colombia
ZARITA ABELLO
Zarita Abelló, colombiana, di Santa Marta, trasforma natura e sogni in tersi acquerelli. Di questa sofisticata tecnica - che non prevede, a differenza dell’olio o dell’acrilico - ripensamenti o varianti dopo la stesura del colore, l’artista è assoluta padrona. Influenzata ed affascinata dal realismo visionario dell’ultimo Albrecht Dürer e da quello fantastico del pittore peruvianocolombiano Armando Villegas (19262013) e dal suo virtuosismo nell’arte del disegno, ha decisamente seguito la rappresentazione del reale. Essa realizza impeccabili ritratti, paesaggi ed affabulanti nature morte con frutti e verdure, ma per lo più immagini di fiori (in vasi o a sé stanti), dalla perfezione che rasenta l’acribia. Guardando i suoi dipinti sembra di sfogliare un erbario di altri tempi, dove poterci perdere tra corolle di fiori, foglie, piccoli insetti o pappagalli, che recano tutto il fascino, il sapore ed i colori dei suoi Caraibi. Questi gradevoli e delicati acquerelli, dalle infinite tonalità in dissolvenza, sono forse anche una conferma di come l’arte non debba oggi necessariamente essere concettuale ed informale, ma può basarsi ancora sulle emozioni e sul sentimento di una volta.
Zarita Abelló, a Colombian artist from Santa Marta, transforms nature and dreams into clear watercolors. The artist is an absolute master of this sophisticated technique, one which does not allow for error or change, as in the case of oil or acrylic painting. Influenced and fascinated by the visionary realism of Albrecht Dürer and the fantastic realism of Peruvian-Colombian painter, Armando Villegas (1926-2013) and his virtuosity in the art of drawing, she without doubt is influenced by the latter’s representation of reality. She creates impeccable portraits, landscapes and rich still lives with fruit and vegetables, but most of all, images of flowers (in vases or just the cut flowers), with a perfection that is without doubt meticulous. Looking at her paintings is like browsing through a herbarium of past times, where you can lose yourself between the corollas of flowers, leaves, small insects or parrots, which are full of all the charm, taste and colors of the Caribbean. These pleasing and delicate watercolors, with infinite fading shades, are perhaps also a confirmation of how art does not necessarily have to be conceptual and informal, but can still be based on the emotions and sentiments of the past.
FLORES DE PAZ Watercolor on canvas 71,5x91,5cm 2017
www.jianjunan.com Canada
JIAN JUN AN
Jian Jun An, di origine cinese residente in Canada, di solida preparazione grafica, ottimo disegnatore, pittore, architetto ed arredatore, pone al centro della sua tecnica proprio l'arte del disegno, che in lui pare quasi naturale istinto, ma questa sorprendente attitudine genera desuete immagini rese per matasse intricate e avvolgentisi su sé stesse di linee sottili e guizzanti, che si avviluppano e si svolgono come in turgide spirali, matrici di corposità e volumetrie senza peso. Un graficismo nettamente di ascendenza orientale, che smaterializza oggetti e persone, mantenendone solamente la forma. Una forma reale sempre più aerea ed impalpabile, fatta di larvate sembianze umane, della stessa materia della quale sono 'shakespearianamente' fatti i sogni e i ricordi. Così le luci di un mattino di primavera o l'aura serale possono divenire i fondali astratti e lirici sui quali vibrano ed aleggiano volti o tremule figure liquefatte e surreali, come di fumo e di nebbia, ma anche spettri e dèmoni di vento e di fuoco, lati oscuri del nostro essere proiettati su una Terra sempre più compromessa dall'Uomo contemporaneo. Una riflessione per tutti coloro che osservano le sue opere.
Jian Jun An, a Canadian resident of Chinese origin, with a solid background in design, is a talented draughtsman, painter, architect and interior decorator, who puts the art of design first and foremost, a seemingly purely natural instinct. Using his extraordinary aptitude, he generates archaic images through the use of intricate skeins that wrap around themselves in thin and darting lines, which envelop and unfold as if in turgid spirals, or in large weightless volumes. He presents a sharp graphic style of oriental ancestry, which dematerializes objects and people, maintaining only their shape. An actual form that becomes more and more airy and impalpable, made up (as in the series Cuba Impressions) of disguised human appearances, of the same matter as those Shakespeare-style dreams and memories. In this way, the light of a spring morning or the evening sunset become the abstract and lyrical backgrounds against which faces, and tremulous, shaky and surreal shapes, vibrate and flutter. These shapes may be smoke and fog, but also ghosts and demons of wind and fire, the dark sides of our being that are projected onto an earth increasingly compromised by today’s society. A reflection for all those who observe his works.
WOMAN UNDER THE BACKLIGHT Acrylic on canvas 121x91cm 2015
http://trondareberge.photoshelter.com/ Norway
TROND ARE BERGE
Il norvegese Trond Are Berge è un fotografo che costruisce le proprie opere sovrapponendo scatti che si confondono e si plasmano in un'unità interiorizzante, dilatando il nostro sguardo alla contemplazione della natura sotto un cielo infinito, che ci avvolge in un manto silente. Paesaggi gelidi come il Vento del Nord, caldi come colate laviche, impressioni di una natura libera e pura, senza confini, dove elementi simbolici si inseriscono senza mai l'uso artificiale di Photoshop e dei suoi virtuali 'livelli'. Volti di donne impresse nel legno di un tronco d'albero delle grandi foreste norvegesi che precipitano nel blu delle acque dei fiordi, fiamme che bruciano su una roccia a picco su un mare al tramonto sono creazioni visionariamente concrete di un'interiorità alla ricerca della vera libertà nella maestosità di una natura primordiale ed invitta.
Norwegian photographer, Trond Are Berge, creates his artworks by superimposing shots so that they blend and mould into an interiorized unity: our gaze is led to contemplate nature under an infinite sky, which envelops us in a silent cloak. The photographer presents us with frozen landscapes thanks to the northern winds or those hot landscapes, scalding like flowing lava: impressions of a free and pure nature without borders, where symbolic elements are inserted. However, he never uses Photoshop and its virtual ‘layers’, for example faces of women, are impressed in the wood of a tree trunk from those great Norwegian forests, that then precipitate into the blue waters of the fjords or burning flames with stones suspended in the air overlooking a sea at sunset. These are the artist’s visionary and concrete creations of an introspective search for the true freedom found in nature’s primordial and invincible majesty.
UNDER THE SURFACE Photograph on acrylic glass 100x100cm 2016
TROND ARE BERGE
IN THE BEGINNING I Photograph on acrylic glass 70x100cm 2017
IN THE BEGINNING II Photograph on acrylic glass 100x100cm 2018
http://evambeumer.kunstinzicht.nl/ The Netherlands
E VA B E U M E R
Eva Beumer, olandese, scultrice, interpreta tale antica disciplina in maniera del tutto originale e personalissima. Infatti, potremmo parlare piuttosto di grafo-sculture o di pitto-sculture, dove la tridimensionalità della scultura si alleggerisce del proprio tradizionale pondus mediante l'uso della carta multistrato e dei cartoni variamente inflessi e ripiegati, con l'inserimento del colore, della corteccia d'albero, dell'argilla, della ceramica o della materia che deriva dal campo grafico e fotografico (tenue trama grigio-nera su candidi fondali). Leggerezza eterea, chiare forme curvilinee e sinusoidali, come di rotoli che si dispiegano, fanno svolgere la realtà quotidiana tramutandola in sogno, modificano la vita in una sua evanescente ombra metaforica, in un suo ricordo. Cortecce e fogli come nel rotolo stesso del grande libro della Vita, impresso da quel labile ed astratto scritturismo marmorizzato residuale per l'impiego di inchiostri cartografici e di stampe fotografiche, dove si può intravedere anche quel che resta di un volto.
Eva Beumer, a Dutch sculptor, interprets this antique artistic discipline in a very original and personal way. In fact, we could speak rather of graphicsculptures or pictorial-sculptures, where the three-dimensionality of the sculpture is simplified from its traditional pondus or gravity, through the artist’s use of multi-layered paper and the diversely bent and folded cardboard. She then inserts color, tree bark, clay, ceramics or other material that originates from the graphic and photographic fields (soft gray-black textures on snowy white backgrounds). Ethereal lightness, clear curvilinear and sinusoidal shapes, like scrolls being unfolded, allow the daily reality to develop, transforming it into a dream-like image. Life is transformed into an evanescent metaphorical shadow, into a recollection. Barks and leaves like the scroll of the great book of Life, are impressed with fleeting and abstract marbled writing and through the cartographic inks and photographic prints, one can also glimpse at, for example, parts of an evocative face.
REMEMBRANCE 1 Multi-layered paper 150x38x25cm 2017
www.eric-blanc.fr France
ERIC BLANC
Éric Blanc è un fotografo francese che, attraverso i suoi scatti, ci introduce in una sorta di misteriosa dimensione immateriale. Figure di donne si vaporizzano in diafane trasparenze entro ambientazioni surreali, si liquefanno in evanescenze liriche su sovraimpressioni di voli di uccelli, di tramonti, di cieli, di pianoforti, di alberi. La donna diviene come metafora dello spirito, come anima che vola alta nei cieli di sonorità sconfinate. Dalla potente connotazione lirica ed onirica, le foto di Blanc sono come una moderna rivisitazione di un romanticismo discreto nei meandri di nebbie e di giardini interiori. Memoria, ricordo, sogno, silenzi e riflessioni avviluppano quelle donne eteree tra note musicali e stelle o marmorizzate e avviluppate su sé stesse entro il loro gelido dolore; donne che si confrontano con i duri macchinari della modernità o con il candore innato che rimane sempre il loro. Una metafora della vita, un omaggio alla donna.
Éric Blanc is a French photographer who, adds an ethereal, mysterious dimension to his photographs. Shapes of women who vaporize into diaphanous transparencies placed in surreal surroundings, or who liquify into lyrical evanescencies above superimposed images of birds in flight, sunsets, skies, pianos and trees. The woman becomes a metaphor of the spirit, like a soul that flies high in the sky with boundless sounds. With their potent lyrical and dreamy connotations, Éric Blanc’s photographs are like a modern revisiting of romanticism, discreet in its meanderings in the fog and secret gardens. Memory, dream, silences and reflections envelop his ethereal women as they wander between musical notes and stars; women who are enveloped in their cold pain, women who are confronted with the harsh machinery of modernity or with an innate pureness, that always remains their essence. Indeed, his photographs are ultimately a metaphor of life and a tribute to women.
BOULEVERSEMENT Photograph on aluminium and dibond 70x84cm 2016
www.williambraemer.com USA / Cuba
WILLIAM BRAEMER
Per parlare in maniera corretta dell'opera artistica di William Braemer, pittore e scultore americano di origine cubana, si deve iniziare da quanto egli stesso ha scritto su di sé: "I like to define my artistic style as Abstract in Nature, coupled with an expressionist quality [...]. My art is my eyes looking into my soul". In questa frase, infatti, stanno già racchiusi tutti gli elementi peculiari del suo fare pittura: l'astrazione innanzi tutto, ma un'astrazione che deriva strettamente dall'osservazione della Natura, vissuta e partecipata in maniera profondamente emotiva e, quindi, dal di dentro, nelle sue folgoranti accensioni. Le sue forme - non forme rappresentano il succo stesso della Natura, unite ad un uso magistrale e violentemente sicuro del colore di ascendenza tropicale. Una visione atemporale, elegiaca e ‘miticamente’ simbolica ed iconica della figurazione trova, invece, un maggior riscontro nella sua opera scultorea, maggiormente legata ad una traccia metaforica: anatomie misteriose vedute come reperti acefali ed archeologici del futuro, rivestite di una nuova pelle fatta di monete americane e altri materiali, per provocare con ironia.
To speak best about the work of American artist William Braemer, sculptor and painter of Cuban origin, one should begin from what he has written about himself: “I like to define my artistic style as Abstract in Nature, coupled with an expressionist quality [...]. My art is my eyes looking into my soul”. In this phrase, he summarizes all the characteristic elements of his painting: abstraction above all, but an abstraction that is derived strictly from the observation of nature, lived in a deeply emotional way and, therefore, from the inside, in its dazzling sparks that provide inspiration. His shapes - or non-shapes - represent the essence of Nature itself, combined with a masterly and violently competent use of the tropical colors. A timeless, elegiac and “mythically” symbolic and iconic vision of figurative art is, on the other hand, clear in William Braemer’s sculptures. These headless bodies, or archaeological finds from the future, can be read both as metaphorical with their mysterious anatomies that are covered with a new skin made of American coins and other materials, but also with a sense of irony and humour.
EPIPHANY Mixed media on canvas 152x122 cm 2017
WILLIAM BRAEMER
DANGEROUS CURVES Mixed media
76x40x36cm 2017
RED VELVET Mixed media
92x40x28cm 2017
http://alexbraverman.smugmug.com/ USA
A L E X B R AV E R M A N
L’artista lituano Alex Braverman interpreta la fotografia in maniera provocatoriamente non convenzionale, vale a dire non come rappresentazione di una realtà così come la vediamo, bensì affermando che essa riguarda tutto ciò che l’occhio umano non può incontrare. Infatti le sue composizioni rappresentano scenari urbani che sostituiscono al paesaggio panoramico e da cartolina, ancora di derivazione ottocentesca, dimensioni esistenziali ricche di simbologia. Le sue foto sono allegorie di un percorso ideale che, pur rigettando la prospettiva centrale classica e lo spazio costruito antropocentrico, trasuda di idealità neoumanistica, dove architetture del passato e simboli di quella contemporanea, membrature, telai e forme si uniscono a disegnare, nel loro decostruttivismo, un unicum formale e cromatico di utopistico equilibrio fuori dal tempo e dallo spazio.
Lithuanian artist Alex Braverman, interprets photography in a provocatively unconventional way that is not a representation of reality as we see it and he himself affirms that his art concerns everything that the human eye cannot meet. Indeed, his compositions represent urban scenes that substitute the panoramic landscape and the postcard, although still with a 19th century feel, creating existential dimensions that are rich in symbology. His photos are allegories of an ideal journey which, even though they reject the classical central prospective and the constructed anthropocentric space, they are full of neo-humanistic idealism, where architecture of the past and contemporary symbols, frameworks, shells and forms are united to design, in their destructivism, a formal chromatic unicum of utopian balance, independent of time and space.
CHICAGO LANDMARK: MARINA CITY THE COBS Limited edition #2 of 5 Photo-collage 90x60cm 2015
A L E X B R AV E R M A N
CHICAGO LANDMARK: JEWELERS BUILDING Limited edition #3 of 5 Photo-collage 90x60cm 2010
CHICAGO LANDMARK: LOYOLA Limited edition #3 of 5 Photo-collage 90x60cm 2013
www.patriciabrintle.com Haiti
PAT R I C I A B R I N T L E
Patricia Brintle, nativa di Haiti, ma residente negli Stati Uniti, mantiene nei suoi quadri tutto il lussureggiante colore della sua terra natale, un colore vivo e violento, assoluto come sotto il sole haitiano, che campisce le forme essenziali dei suoi paesaggi e delle sue figure, talora scomposti come in una geometria postcubista, altre volte ammiccanti all'Espressionismo o all'Impressionismo, altre ancora dissolventisi quasi in un lirismo espressionista astratto. Ma queste forme apparentemente semplici racchiudono profondi simbolismi umani dei quali sono intrise: i grandi temi che scuotono l'umanitĂ tutta, dal problema degli armamenti nucleari, al dramma incancellabile dell'olocausto, agli sconvolgimenti naturali, che hanno segnato e segnano la storia dell'uomo.
Patricia Brintle, a native of Haiti and US resident, presents the luxuriant colors of her native land through her paintings; the colors that are bright and strong, absolute, like those under the Haitian sun. They create the essential shapes of her landscapes and figures that are sometimes broken down to a post-cubism geometry, other times she may allure to the Expressionist or Impressionist movements, or to the dissolving nature of abstract expressionist lyricism. However, these seemingly simple forms contain profound human symbolism: important themes that shake all of humanity: from the problem of nuclear weapons to the indelible drama of the holocaust and to the natural disasters that have marked and still mark, the history of mankind.
THE GLEANERS - AFTER MILLET Acrylic on canvas 122x91cm 2015
www.carpenterfineart.com USA
CAROL CARPENTER
Carol Carpenter, di Baltimora nel Maryland, è tipica esponente di quell'Astrazione lirica od Espressionismo astratto che pone il centro del proprio interesse nello studio del colore e dei suoi benefici effetti sull'uomo. Pennellate vive, decise, quasi violente, assolutamente gestuali, si connettono e si soprammettono sul fondo, trasferendovi tutta la naturale istintività dell'atto creativo della mente e comunicandoci energie e sensazioni che ognuno può liberamente interpretare secondo la sua propria psiche. E proprio nella libertà individuale e nella liberazione dello spirito sta la chiave di lettura di quelle sue macchie che possono in noi suscitare immagini e ricordi sepolti nella mente: da rosso-iridescenti bocci di rosa in un vaso ai colori brillanti di un rutilante bazar mediorientale o di una chiesa rupestre turca, da un bosco giallo dorato autunnale ad uno scorcio marino di un'assolata isola di Santorini, ad un tramonto fra le montagne dell'Arizona. Un'arte positiva, naturale e luministica, che diviene anche cromoterapia per l'inquieto uomo del XXI secolo.
Carol Carpenter, from Baltimore in Maryland, is a typical interpreter of Lyrical Abstraction and Abstract Expressionism, where the center of interest is in the study of color and its beneficial effects on mankind. Her brushstrokes are alive, decisive, even violent and absolutely gestural. They connect and they superimpose on the background, transferring to it all of the natural instincts involved in the creative act of the mind and communicating to us energies and sensations that the viewer can liberally interpret in accordance with his own personal psyche. It is really in this individual freedom and in the liberation of the spirit where the key to reading the artist’s compositions lies, where those colours can produce images and memories buried deep in our minds, from iridescent reds to brilliant colors of a flaming middle eastern bazaar, or of a rocky Turkish church, a golden yellow field tinged by autumn, a glimpse of marine life on the sunny island of Santorini, to a sunset in the rusty canyons of Arizona. Her art is positive, natural and full of light, that could almost be chromotherapy for the modern day man living in the 21st Century.
CAPPADOCIA Acrylic on canvas 91x91cm 2017
www.chacin-art.com Colombia
CHACIN
Carlos Chacin è artista colombiano, ma soprattutto caraibico, nell’accezione ‘universale’ che egli stesso sottende a questo termine: “una posizione ‘filosofica’ verso la vita che ci fa vedere e sentire in un modo diverso, perché nei Caraibi tutte le razze e le culture si uniscono, fornendoci i parametri delle connotazioni ‘ibride’ che si trovano in ciascuno dei segni e dei simboli presenti nelle sue opere”. Così, nelle sue sculture allegoricamente surreali, da protesi dentarie aperte possono uscire collegamenti fatti di parole-fili spinati, viaggi segnati da cunei che si conficcano nell’esistenza, accalappiando valige screpolantisi fatte di terra inaridita, che anelano costantemente alla luce (come sotto l’effetto fototropico del sole sulle piante), come fragili cucchiai di terra in precari equilibri di resistenza in rami di alberelli che vengono metamorfizzati in matite da appunta-lapis aspirano a liberarci dal pragmatismo di una visione ‘razionalista’ univoca, aprendoci ad una miriade di spunti esistenziali sotto l’effetto quasi animistico di differenti culture, proprio come quella sua installazione-”sogno” che depila la nostra vita dai ‘peli’ superflui di lunghi coltelli seghettati.
Carlos Chacin, is a Colombian artist, but above all Caribbean, in the universal understanding and his intention of this term: “being Caribbean is a ‘philosophical’ position towards life that makes us see and feel differently, because in the Caribbean islands, all races and cultures come together, giving us the 'hybrid' features that are found in each of the signs and symbols present in Chacin’s artworks”. He creates allegorically surreal sculptures rich in significance, such as one entitled Impressions, in which he uses dental impressions, jaws that are wide open and stuffed with cement and spiked wire, in a way that stands for journeys marked by wedges that are ‘wedged’ in existence; or in Photrophy in which he uses crumbling suitcases made of baked clay, that yearn constantly for the light (as if under the photo-tropical effect of the sun on plants); or the fragile spoon Freedom held in a precarious balance of resistance. Branches of saplings become ‘metamorphosized’ into pencil sharpeners in Consumation, which aspires to free us from the pragmatism of an univocal 'rationalist' vision, opening the observer up to a myriad of existential insights under the almost animistic effect of different cultures, as one sees in his dream-like installation, entitled Depilated Dreams, which depilates our life of superfluous “hairs” with machete knives.
QUĂ?TATE TU Aluminum wire, wood, thread rods, cement and polyurethane 93x45x30cm 2018
France
JACQUES DEMOTIER
Jacques Demotier è un artista francese che ci introduce in un mondo suo tutto personale, fantasmagorico e fantastico, sospeso tra realtà e sogno. I suoi quadri sono densamente popolati di immagini oniriche e informali nelle quali, però, possiamo riconoscere ricordi realistici di tralci vegetali o di uccelli in volo, tra i quali si annidano volti umani, fiori e cascate di acque azzurre, scorci marini, universi lontani, pianeti, cavalli, mani di donna e tutta una miriade di segni e di simboli come usciti da uno scrigno magico, dallo scrigno dell’inconscio. E questo per farci volare in dimensioni diverse, ricche di allusioni ed illusioni che tramutano la quotidiana esistenza in un Paese delle meraviglie.
French artist Jacques Demotier, introduces us to his own personal phantasmagorical and wonderful world that is suspended between dreams and reality. His paintings are densely populated with oneiric visions and informal images, which we can relate to through realistic depictions of tree branches or birds in flight, which are then mutated into human faces, flowers and waterfalls of blue waters, marine beds, faraway universes, planets, horses, women’s hands and a myriad of symbols; as if they have come in through a magical ‘trap door’: the ‘trap door’ of his unconscious. Demotier makes the viewer move in different dimensions, which are rich in these allusions and illusions, thereby transforming everyday life into a wonderland.
REFLEXION Acrylic on canvas 88x72cm 2015
www.loreeckelberry.com USA
LO R E E C K E L B E R RY
Lore Eckelberry, che ha studio a Los Angeles, declina la sua personale figurazione attraverso un richiamo alla Pop Art, filtrata attraverso l'uso di forme talora desuete del supporto pittorico e mediante l'inserimento di un collage che spesso è tratto da testi scritti di giornali occidentali o in ideogrammi orientali. Il fitto scritturismo dei suoi trittici fatti di tavole da skateboard, in dinamico contrasto con le solarizzazioni delle luci e la saturazione dei colori - resi per campiture omogenee ad effetto ritaglio - evidenziano come l'artista tenda a far evolvere l'arte Pop verso orizzonti non più legati alle icone della società occidentale consumistica, bensì verso sentieri che fanno riflettere sulle mille sfumature della femminilità, pur rimanendo sempre globalmente intelligibili, secondo i dettami che furono, appunto, dell'arte popolare americana degli Anni Sessanta e Settanta. I suoi ritratti, vere esplosioni di colore, tendono a comunicarci personalità di donne orientali ed occidentali tra loro assai diverse, ma unite dal comune denominatore di una gioia di vivere o di una volontà indefessa verso l'affermazione della dignità e la grandezza dell'universo femminile, che l'artista sostiene, muovendosi leggera e dribblando fra le varie realtà come un abile skater nello Street Slalom, che è poi quello della vita stessa.
Lore Eckelberry, with her studio in Los Angeles, presents a personal representation with references to Pop Art, filtered through the use of sometimes archaic forms of pictorial support and through the use of collage that is often taken from texts written in Western newspapers or from oriental ideograms. The dense scripture of the artist’s triptychs, made of skateboards, in dynamic contrast with the solarization of the lights and the saturation of the colors - made with homogeneous textures with a cutout effect - highlight how the artist tends to evolve her Pop art towards horizons that are no longer linked to the icons of Western consumerist society, but towards paths that reflect the many nuances of femininity, while still remaining globally intelligible, according to the dictates that were, in fact, American folk art of 1960’s and ‘70’s. The portraits created by the artist are veritable explosions of color, which often depict Asian and western women, who are all very different from each other, but are united by a common denominator of a joie de vivre, or of a tireless will to express and affirm the dignity and greatness of the female universe, which the artist sustains, lightly moving and dribbling between various realities, as in the able skater in the piece titled Street Slalom.
MEL BLUE Mixed media on skateboard backs 81x101cm 2015
www.enricoembrolistudios.com USA
ENRICO EMBROLI
Il pittore e scultore nordamericano Enrico Embroli è artista poliedrico e complesso, che sviluppa un suo percorso ben individualizzato, pur nella varietà di espressioni. Così, alla serie di geometrizzati profili di paesaggi minimalisti (Linescape series) immersi nella luce diffusa di evanescenze cromatiche (come in Morning Light) si associano la serie dei primitivi, che esplora e scava nell’universo delle umane relazioni, imprimendo forme ancestrali e colori primari. Poi, le sculture colorate delle simboliche navi che solcano i difficili mari della nostra contemporaneità nel loro messaggio etico e di ‘guardiani’, sociale ed umano, dalle lontane ascendenze liriche di una visione della pittura romantica e sociale ottocentesca. Ed ancora, i monocromi estroflessi o chiodati che tridimensionalizzano i suoi quadri concettuali, le sculture ‘mooriane’ di cavalli che si gonfiano in forme a cuore, le risonanze geometriche assolute di puri diedri nello spazio o le fantasie cromatiche di una danza pittorica e cromatica. Tutto ciò, però, in un percorso coerente che mira a scandagliare l’Uomo.
North American painter and sculptor Enrico Embroli, is a versatile artist who has developed his own wellindividualized path through the use of a variety of different mediums. His series of geometrically inspired minimalist landscapes (Linescape series) are immersed in a diffused light of chromatic evanescence (for example in Morning Light) that are associated with the series of primitives that explore the universe of human relationships, impressing ancestral shapes and primary colors. His colorful sculptures of symbolic ships that sail the difficult seas of our contemporaneity offer an ethical message and are like social and human guardians. They have a distant lyrical ancestry with a vision that looks to nineteenth-century romantic and social art. His monochromes give three-dimensionality to his conceptual paintings, the Henry More-like horses bloat into the shape of hearts, the absolute geometric resonance of pure diedrons in space and the chromatic patterns of a pictorial and chromatic dance. In all of his works, one sees a coherent path that attempts to better understand mankind.
PASSION IN PARIS Mixed media 80x90cm 2016
www.facebook.com/Artbyalia USA
ALIA FERNANDEZ
L’opera dell’artista cubano-libanese Alia Fernandez, che vive e lavora in Florida, è un’esplosione di colori vivaci. Il suo talento deriva dalle creazioni di gioielli di suo padre. Le sue cromie acriliche si mescolano e si amalgamano tra loro come a formare astratte colate laviche, nelle quali inserisce perline e i cristalli Swarovski, formanti trame ed arabeschi complessi sovrapposti al fondale, dalle geometrizzate ascendenze fitomorfe. Talora questi suoi fiori purpurei e solari tessono disegni come in stoffe preziose dal profumo d’Oriente innestato nell’accecante luminosità e nei colori dei Tropici. Così, su tali ‘arazzi’ senza tempo, possono volare farfalle luccicanti a rilievo, creando immaginifici riflessi sotto la luce radente e con il variare del punto luminoso e di quello d’osservazione.
The work by Cuban-Lebanese artist, Alia Fernandez, who lives and works in Florida, is an explosion of bright colors. Her artistic talent has passed down from her father’s jewelry creations, where her acrylic shades mix together and become an abstract lava, into which she then places pearls or Swarovski crystals; thereby forming complex plots and arabesques superimposed on the background, with geometrical phytomorphic tendencies. Sometimes these purplish and sunny flowers weave patterns like precious fabrics, as if scented from the Orient and grafted in the blinding brightness and colors of the Tropics. On these so-called timeless ‘tapestries’, one can see shimmering butterflies flying in relief, thus creating imaginative reflections that change in the light and with the viewer’s observation point.
ENCHANTED GARDEN Acrylic on canvas 122x91cm 2017
www.michaelfreitaswood.com USA
MICHAEL FREITAS WOOD
I 'muri' dell'artista americano Michael Freitas-Wood sono griglie geometriche che scandiscono lo spazio attraverso tessiture armoniche, razionali e policrome, definenti visioni astratte come di fiori virtuali, memorie di unità infinitesimali della struttura molecolare, quali atomi, neutroni e protoni. Le sue astrazioni geometriche reinterpretano la materia, il meccanismo dell'universo in forma artistica: un'arte della scienza. Freitas-Wood afferma che la griglia ha avuto un uso nell'arte nei secoli e più recentemente in Mondrian e Agnes Martin. Il colore acrilico e i suoi intonaci definiscono Nuances e reminiscenze Optical e vengono applicati, attraverso queste griglie, su fibre di vetro o su legno. I suoi cubi sono un percorso alla ricerca delle origini del cosmo in cui ci muoviamo. Linee, cerchi ed effetti ottici creano variegate forme di inusitato fascino per l’osservatore.
The “walls” of American artist Michael Freitas-Wood are made up of geometric grids that articulate space through harmonic, rational and polychromatic textures and create abstract visions that are like virtual flowers, memories of an infinitesimal united molecular structure, like those of atoms, neutrons and protons. His geometric abstractions reinterpret matter, the mechanism of the universe in an artistic form: a scientific art. The artist states that the grid has had a use in art for centuries but more recently in the work by Mondrian and Agnes Martin. Acrylic colour mixed with plaster defines the nuances and references to Op Art and is applied through these grids to fiberglass sheets or on wood. His cubes are a journey of searching for the origins of the cosmos in which we move. Lines, circles and optical effects create various forms of unusual interest for the viewer.
NOT FAKE UNDERSTANDING Plaster on fiberglass 86x86cm 2017
www.marybelgallegos.net Mexico
M A RY B E L G A L L E G O S
Marybel Gallegos, artista astrattista messicana, che si ispira ai brillanti colori di Cancun e di Playa del Carmen: il turchese del Mar dei Caraibi, il verde della foresta. Pur impiegando tecniche miste, è l'olio a prevalere perché le dà la maggiore libertà espressiva. Attraverso l'impiego del colore gettato con prepotenza espressiva sulla tela, crea suggestivi altri universi emozionali che vanno oltre il significato del mondo razionale. Macchie cromatiche che riprendono tutta la gestualità di un Pollock o di un Vedova, ma spesso prive della nera oscurità dogmatico-ideologica di quest'ultimo, per dissolversi in una partecipazione di fusione con il mondo tutto. Una felice e luminosa visionarietà caraibica in una festa di colori come in un abito di Arlecchino (simbolo di vita), tanto che, parafrasando il titolo di una sua opera (La vida y el color) possiamo affermare che per la pittrice la vida es color. Anche i suoi monocromi non rappresentano un 'azzeramento' del dipingere, ma una ricerca, tramite differenti nuance gestuali, di profondità o di chiarezza, fino all'oro assoluto alludente alla divinità.
Marybel Gallegos, abstract Mexican artist, is inspired by the bright colors of Cancun and Playa del Carmen with the turquoise Caribbean Sea and the backdrop of the green forest. While the artist uses mixed techniques, it is oil that prevails because it gives her greater freedom of expression. Through the use of color thrown with expressive force on the canvas, she creates other suggestive emotional and spiritual universes, that go beyond the meaning of the rational world. Chromatic stains that capture all the gestures of a Pollock or a Vedova canvas, but often without the dogmaticideological blackness of the latter artist, then dissolve to merge as one in a single world. A happy and bright Caribbean visionary, seen in a party of colors like a Harlequin dress (the symbol of life), so that, paraphrasing the title of one of the artist’s own works (La vida y el color) we can say that for the painter, life is color. Even her monochromes do not represent a 'zeroing' of painting, but a search through different gestural nuances, for depth or clarity, to reach divinity.
DIVERSIDAD Acrylic on canvas 70x130cm 2018
www.agnetagynning.com Sweden
AGNETA GYNNING
Agneta Gynning è una scultrice svedese che impiega svariati materiali, quali bronzo, marmo, vetro e gomma, creando opere dinamiche nelle quali pare abitare l'emozionalità dell'anima in tutte le sue vibrazioni. Dal marmo statuario, imparato a lavorare in Toscana, con tutto il suo classico pondus mantenente reminiscenze di antiche civiltà, alla duttilità dinamica della gomma, che recepisce il fluido movimento del mare e dell'acqua, alle colate liquefatte e poi 'congelate', con tutte le loro fusioni trasparenti o policromamente magmatiche, l'opera dell'artista lancia ponti aerei nello spazio che divengono sentieri dello spirito: così il bronzetto etereo, dalla lontana eco greca od etrusca, il ricordo di una preistorica ed aurorale Mater Matuta od il marmo dai richiami stilistici a Moore e a Modigliani si tramutano, nella sua più recente produzione, in plastiche e filanti, accese cromie di morbido silicone, proiettando il passato in un futuro dello Spirito e della Memoria, nel meraviglioso della vita.
The Swedish sculptor Agneta Gynning uses a variety of materials, such as bronze, marble, glass, and rubber, to create dynamic artworks that seem to be inhabited by the emotional nature of the soul in all its vibrations. From statuary marble, which she learned to work with from her time in Tuscany, with its classical pondus or weightiness, with clear references to antiquity, to the dynamic malleability of rubber that provides fluidity like the sea and water, to the casts that are liquified and then “frozen” with all their transparent or polychromatic magmatic fusions, Agneta’s work looks to the future whilst being paths of the spirit. Thus an ethereal bronze statuette, with its distant Greek or Etruscan references, a memory of a prehistoric and auroral Mater Matuta or the marble with its stylistic nod to Henry Moore and Modigliani, are all transformed and in her most recent production, she uses brightly colored soft ‘stringy’ silicone rubber, to seemingly project the past into a future of the spirit and memory, revealing the extraordinary wonders of life.
THE WINNER Rubber
106x120x45cm 2017
www.carolinagynning.com Sweden
CAROLINA GYNNING
I ritratti di donne dai grandi occhi della svedese Carolina Gynning, pur richiamandosi latamente alla Pop Art americana, se ne discostano sostanzialmente per le implicazioni gestuali di un espressionismo sottolineato dalle demarcazioni di un segno forte e deciso e dai colori assolutamente non rispondenti alla realtà. Attraverso queste polarizzanti ‘finestre dell’anima’, ora dai toni scuri e profondi, ora dalle trasparenze acquose, lo sguardo raffigurato sulla tela si pone in costruttivo dialogo con l’osservatore e le sgocciolature talora dilavano quei lunghi colli modiglianeschi e quei volti ovali, dalle accensioni violentemente emotive. Schematizzazioni figurative che talvolta rasentano la convulsa visionarietà dei Graffiti Writers.
The portraits of women with large eyes by Swedish artist Carolina Gynning, while recalling American Pop Art, also differ substantially due to the gestural implications from an underlying expressionism which is seen in the strong strokes and colors that in no way correspond to reality. Through these polarizing “windows of the soul”, seen in dark and deep tones or in their watery transparencies, the gaze depicted on the canvas stands as a constructive dialogue with the viewer and the drips of paint sometimes dilate the subject’s necks to be long and svelte, as do the oval faces, like those by Modigliani, thereby evoking a startling and emotional response in the viewer. She offers figurative schematizations that can also sometimes border on the convulsive visionary capacity of the Graffiti Writers.
I MADE IT Mixed media on canvas 100x100cm 2018
www.davidharryfineart.com USA
D AV I D H A R RY
Artista americano, David Harry, versatile, poliedrico e totalmente coinvolto nella passione per la propria arte, declina la sua pittura astratta non secondo l'Action Painting pollockiana, bensì quella che è stata definita la sua Anti-Action Painting, vale a dire un modo di dipingere non per getti veloci e schizzi dinamici di vernice sulla tela che poi colano irregolarmente, bensì con lente e calde colature che si stratificano e si soprammettono a formare profondità, velature e nuance. In queste cortine di colore, dove si orchestrano profondità, primi e secondi piani, in queste tessiture di ampie pennellate che tramano orchestrazioni infinite si possono ravvisare - per chi osserva 'oltre' - come petali di seta, stoffe cangianti, voli di uccelli, ghirlande primaverili. Tutto ciò in una perenne ricerca di equilibrio e di armonia musicale, come in un maestoso andante appena mosso, che dilata gli orizzonti della metafora artistica di Harry al sentire condiviso di tutti noi, che possiamo ritrovarci nelle sue opere e nelle sue emozioni, divenenti universali.
American artist, David Harry is versatile, dynamic and totally involved in the passion of art itself. He describes his paintings not as Action Painting in the manner of Pollock, but as Anti-Action Painting, which describes the method of painting, not for the fast jets and dynamic sprays of paint on the canvas that then merge irregularly, but more as slow and warm drips that stratify, one layer on top of another to create a profound and deep effect, glazed and nuanced. In these curtains of color, where depth is orchestrated in the foreground and middle grounds, in these textures of broad brushstrokes that weave infinite orchestrations, it can be seen — for those who look beyond — petals made of silk, iridescent fabrics, birds in flight and spring garlands. All of this in a perennial search for equilibrium and musical harmony, as in a majestic andante just set in motion, which broadens the horizons of Harry’s artistic metaphor so that the viewer feels it too and we find ourselves totally enraptured by his works and emotions through colour.
OPEN EXPRESSION Acrylic on canvas 121x91cm 2017
www.evelynehuet.com France
E V E LY N E H U E T
Evelyne Huet, digital painter francese, esplora il mondo complesso delle umane emozioni attraverso immagini di uomini e di volti ridotti all'essenziale, a forme quasi naif. Ma queste sue icone divengono viatici delle loro emozioni attraverso l'uso del colore espressionista e la caratterizzazione dei loro occhi. Evidentemente, il richiamo concettuale è al Grido esistenziale di Edvard Munch, ma possiamo istaurare anche raffronti con la serie degli Incontri di Virgilio Guidi. In una trama razionale di forme, di linee e di geometrie (altrettanto evidente è la formazione matematica dell'artista, da lei vissuta come dimensione infinitamente onirica), che escludono ogni implicazione soggettiva di pathos, l'artista ricerca e approfondisce quasi freudianamente le emozioni stesse, scandendole e scannerizzandole attraverso una sorta di TAC artistica che impiega come pennello digitale direttamente le sue stesse dita, plasmanti la materia virtuale. Immagini come larve eteree inquietanti, come fantasmi, ectoplasmi o extraterrestri, che si liquefanno e si smaterializzano in dissolvenza, quasi come larve sindoniche o radiografie: vere radiografie dell'interiorità emozionale.
Evelyne Huet, a French digital painter, explores the complex world of human emotions through the images of people and faces reduced to the bare essentials, almost in a naif style. Her iconic images are bearers of their emotions, through the use of expressionistic color and the characterization of their eyes. Clearly, the conceptual reference is directly from Munch’s existential Scream, but comparisons can also be made to Virgilio Guidi’s series entitled Incontri (Meetings). In a rational plot of shapes, lines and geometries (the artist’s mathematical background is evident, which for her was an infinitely oneiric experience), which excludes any subjective implication of pathos, the artist searches for and analyses, almost in a Freudian manner, the emotions themselves. She scans and re-scans them through a sort of artistic CAT scan, where she uses her own fingers as the digital brush, shaping the virtual matter. Images, such as ethereal larvae, ghosts, ectoplasma or even extra-terrestrials, that liquify and then dissolve, almost like shroud-like larvae or x-rays: true x-rays of one’s emotional inner life.
ENVOLE-MOI Digital, diasec and plexiglass 119x84cm 2016
www.sumioinoue.com Japan
SUMIO INOUE
Osservare le opere della serie Silenzioso del giapponese Sumio Inoue è disvelare un sorprendente mondo interiore ricco di emozioni. Le sue fotografie sono letteralmente disegni fatti con la luce: su un supporto cartaceo artigianale grezzo, realizzato a mano dall'artista secondo antiche tradizioni, l'immagine viene impressa con un nero denso e penetrante nella carta, che evapora in rarefazioni indefinite su quel supporto increspato, rugoso, ocra-giallognolo. L’opera sorprende per la sua alta qualità. Guardare le sue immagini è seguire un percorso fotografico-pittorico alle sorgenti della Luce. Le sue istantanee sono realiste, eppure le sue fotografie vogliono essere, comunque e sempre, impressioni interiori che arrivano al cuore delle emozioni. Un viaggio in una dimensione fuori da ogni logica spaziotemporale, dove tutto appare come sospeso nel vuoto, sorretto unicamente da quel filo invisibile che è costituito dal sogno e dal silenzio.
By observing the works in the series Silenzioso, by Japanese artist Sumio Inoue, a fascinating inner world full of emotion, is revealed. His photographs are images made up of light: the photograph is impressed with a dense and penetrating black tone onto uneven paper - handmade by the artist following ancient traditions – which in turn evaporates in undefined rarefaction onto that irregular, wrinkled, creamy-yellowish support. The works surprise for their superlative quality. To observe Sumio’s works is to follow a photographic-pictorial journey to the sources of Light. His images are realistic, yet his photographs always aim to offer inner impressions that reach the heart of the emotions. His works are a voyage into a dimension outside of any logical time-space plane, where everything seems to be suspended in nothingness, sustained only by an invisible thread that is made up of the dream and from silence.
SILENZIOSO #13 Assisi, Italy Photograph printed on handmade rice paper 79x64cm 2004
SUMIO INOUE
SILENZIOSO #16 Mont-Saint-Michel, France Photograph printed on handmade rice paper 79x64cm 2005
SILENZIOSO #77 Mezquita, Cordoba, Spain Photograph printed on handmade rice paper 79x64cm 2013
www.debeeltenis.nl The Netherlands
M A R I A N N E J. J A N S E N
I dipinti, le sculture e le istallazioni dell’artista olandese Marianne Jansen sono strettamente connessi al mondo della danza e del teatro. Come ella stessa afferma, nelle sue opere cerca di catturare il dramma del movimento umano e l’effetto della danza tramite linee sinuose e fluenti. Lavorare su grandi formati le dà la libertà di poter coinvolgere l’atto del disegnare con i suoi stessi movimenti e con tutto il suo corpo. Particolarmente interessata agli aspetti di vulnerabilità dell’uomo, più che all’estetica, si concentra sulle forme che esprimono un sentimento od un pensiero, sui ricordi prima che questi si dissolvano, sulla memoria. Potremmo definire così le sue opere: emozioni in movimento. Significativo il tema simbolico connesso al ballerino siriano Ahmad Joudeh, protagonista di Dance or die (le parole che ha tatuate dietro il suo collo) del giornalista Roozbeh Kaboly. Egli balla - messaggero etereo di pace - in una Siria dilaniata dalla guerra, nell’antico anfiteatro romano a Palmira, deserta, desolata e silente, dopo che la cieca intolleranza ha distrutto templi e colonnati. Le candide figure su cangianti fondali d’Oriente della Jansen - fruscianti velabri di teatrali porte dell’Anima e del Mondo - sono una sua personalissima interpretazione di tale performance, dipinta nell’aria e nel vento, come una feconda danza senza confini.
The paintings, sculptures and installations by Dutch artist Marianne Jansen are closely connected to the world of dance and theater. As she herself affirms, she tried to capture the drama of human movement in her works and the effect of dance through sinuous and fluid lines. By working in large formats, it gives her the freedom to involve her own movements and her whole body in the act of drawing. She concentrates on the vulnerable aspects of humankind, more so than the aesthetic, together with shapes to express a thought or a feeling. She also focuses on memories before they dissolve and on memory in general terms. In this way, we can define her works as emotions in movement. A significant work is connected to Syrian ballet dancer, Ahmad Joudeh, protagonist of Dance or Die by journalist Roozbeh Kaboly. He dances – as an ethereal messenger of peace - in a war-torn Syria, in the ancient Roman amphitheater in Palmira, deserted, desolate and silent, after the blind intolerance that has destroyed temples and colonnades. Jansen’s white figures on shimmering Eastern backgrounds rustling velvet of theatrical doors of the soul and the world - are her personal interpretation of this performance, painted in the air and in the wind, like a fertile dance without borders.
SLICES OF TIME Mixed media 180x150cm 2018
https://goo.gl/IYtlxF Norway
ELLEN JUELL
Gli acrilici di Ellen Juell, artista norvegese, ci catturano con le sue rappresentazioni umane schematizzate, dalle variopinte ed accese pennellate gestuali. Silhouette di volti femminili, figurine tagliate da presenze di bianco come sotto il diafano ricordo di una nevicata che le allontana nel tempo, ombre allungate e senza volto, accese dai colori funamboleschi di vividi arlecchini, si uniscono talvolta a sogni freudiani dalle angoscianti reminiscenze munchiane. Visioni sfumate in una pennellata espressionista, che si tingono di un’emozionalità profonda, come in una danza nella quale si intrecciano passato e presente, proiettandoli ottimisticamente in un futuro della mente e del cuore e comunicandoci, attraverso una catarsi, gioia finale nella quale ognuno può proiettare la propria storia.
The acrylics by Norwegian artist Ellen Juell, enthral the viewer with her schematic representations of human beings, using colorful and bright gestural brushstrokes. Silhouettes of female faces, figures cut out from the white backdrop, as if they are under a diaphanous memory of a snowfall, so that they are removed from any temporal space. Elongated shadows without faces, lit by the acrobatic colors of vivid harlequins come together through Freudian dreams and are sometimes reminiscent of Munch’s distressing images. Visions are shaded with an expressionistic paintbrush that tinge the work with a deep emotionality, like in a dance in which the past and present merge and are projected optimistically in a future of the mind and heart, communicating to us through catharsis, an ultimate joy in which each of us can then project our own story.
THE THREE SISTERS Acrylic on canvas 60x50cm 2018
www.beaniekaman.com USA
BEANIE KAMAN
Le tele di Beanie Kaman, originaria di Hartford nel Connecticut, si rivestono della luce orientale e dei colori saturi della vita, accendendosi nei simboli che nuotano tra le forme astratte o sui monocromi fondali come nel liquido amniotico di un oceano primordiale. Grandi cerchi cosmogonici, piccoli anelli come bolle di ossigeno vitale, segni tribali ancestrali, coclidi e spirali, elementi fitomorfi (come sacre ninfee) nascono su quelle tessiture di strisce variegate di stoffe preziose cucite tra loro a disvelare energie recondite della mente e dello spirito, imprimendo alle opere un soffio esistenziale tra realtà e sogno, fra natura e allegoria, sulle onde di una musicalità ed armonia universali. Visioni come in trasparenza di tele antiche che narrano la storia dell'uomo, tessiture e detessiture dell'anima enfatizzate talora da apporti materici di fili, di mappe urbane che divengono mappe di percorsi interiori disvelanti viaggi luminosamente solari come mandala. Da quelle profondità marine o siderali, le opere assumono una loro personalità ed una loro autonomia di esistenza rispetto all'autrice, così come l'idea e l'amore per essa è cosa 'altra' (a sé stante) rispetto all'ideatore.
The canvases of Beanie Kaman, originally from Hartford Connecticut, are dressed in eastern infused light and the saturated colors one sees in life. They are lit up in the symbols that swim between the abstract forms or on monochromatic depths that are like seabeds, such as in the amniotic fluid of a primordial ocean. Grand cosmogenic circles, little rings like bubbles of vital oxygen, ancestral tribal signs, spirals and cycloids, phytomorphic elements (like sacred nymphs) hidden on the stitching of variating stripes of precious fabric sewn between them to unveil recondite energies of the mind and of the soul, giving an existential breath somewhere between reality and the dream state, to the artworks. Or between nature and allegory, on the waves of a musical and universal harmony. Visions, like a barely existing transparency of an antique canvas that narrate the life of man, stitches and non-stitches of the soul emphasized by material inputs of thread, of urban maps that then turn into interior journeys unveiling solar luminous trips like that of a mandala. From these marine or sidereal depths, these works assume their own personalities and an autonomous existence from their maker, just as the idea and the love for it, is otherly (in itself) with respect to the inventor.
LOLLA PALOOZA Mixed media on linen 193x71cm 2018
www.wonsilkim.com USA
WON SIL KIM
Le opere astratte di Won Sil Kim sono, pur tuttavia, in buona parte influenzate dall’ambiente rurale a Nord di Los Angeles, dove ella vive. Le sensazioni di nebbie mattutine e di incendi, l’odore del concime e dei campi erbosi restano alla base dell’ispirazione dei suoi quadri. L’uso aggiunto di elementi industriali e collage crea una relazione dinamica tra immagine e oggetto. Così, nei suoi paesaggi ‘intuiti’ ritroviamo le sensazioni della cenere, delle terre umide o riarse, dei cespugli bruciati, del mare d’erba, di case rurali e di cieli tersi e tramonti. Il colore gestuale si sovrappone a lacerti di fotografie, una sorta di collage emozionale della memoria. Visionarietà ispirata, in cui la Drip painting dà vitalità e movimento, senso all’esistenza e alla ‘storia’, trasformando le tante piccole ‘storie’ personali, che sopravvivono in quei frammenti fotografici statici rubati al tempo, un dinamico significato universale, sulle onde di una natura in perenne e vitale cambiamento, semplicemente amata.
The abstract works by Won Sil Kim are greatly influenced by the rural environment north of Los Angeles, where she lives. The sensations of morning mists and fires, the smell of compost and grass fields remain the basis of inspiration of her paintings. The added use of industrial elements and collage creates a dynamic relationship between image and object. Thus, in her ‘intuited’ landscapes we find the sensations of the ashes, of damp or parched lands, of burned bushes, of the expanses of grass, of rural houses and of clear skies and sunsets. Gestural color overlaps with fragments of photographs, creating a sort of emotional collage of memory. Inspired visions, in which drip painting gives life and movement to the canvases, meaning to existence and to history, giving the many small, personal stories that survive in those static photographic fragments stolen from time, a dynamic universal meaning, all set against a nature that offers perennial and vital change; one that is simply loved.
BLUE CUT FIRE 4 Collage with acrylic paint 66x58cm 2015
www.labounty.com USA
MARGARET LA BOUNTY
Le storie raccontate da Margaret LaBounty sono frammenti eterei di pittura e di scultura che paiono senza tempo e senza spazio, eterni. Attraverso sensazioni naturali provenienti dai più disparati scenari americani (a partire da quelli delle sue magiche terre del Colorado), ci parlano di ampiezze sterminate e di altezze vertiginose, di profondità abissali e di armonie cosmiche. Mari, terre e cieli si impastano nei suoi pigmenti pittorici o nell'argilla dei suoi totem per disvelarci ricordi ancestrali di civiltà perdute (dove trovano certamente eco quelle dei nativi nordamericani), suoni, profumi e sensazioni che riemergono da un nostro lontanissimo vissuto antropologico. Un naturalismo coinvolgente che non si veste, però, di banale e cartolinesca imitazione della Natura, non emula la fotografia, ma ne coglie il 'succo', cioè l'anima ovvero il senso profondo, mantenendo solamente lacerti della figurazione, immersi in un'armonica tavolozza di colori dove è il colore stesso a scolpire paesaggi e montagne, cieli, foreste, laghi, tramonti, crepuscoli, albe e mari. Qui pulsano gli imput creativi dell'inizio stesso della vita nell'universo e l'osservatore è come invitato, in silenzio, ad ascoltare il canto ed il ritmo della Madre Terra (Anima Mundi), le sue storie da imparare e fare nostre per sempre, in un afflato ciclico eterno.
The stories told by Margaret LaBounty are ethereal fragments of painting and sculpture that appear timeless, eternal and without space. By way of the natural sensations coming from the most diverse American landscapes (starting from those known too well by the artist in ‘her' magical lands of Colorado), they speak of endless widths and vertiginous heights, of profound depths and cosmic harmonies. Oceans, lands and skies are mixed in the pictorial pigments or in the clay of her Totem, to reveal ancient ancestral memories of lost civilizations (where they surely find echoes from the native north Americans), sounds, scents and feelings that re-emerge from our very distant anthropological experience. An engaging naturalism that does not dress itself with a banal and postcardlike imitation of Nature and does not copy photography, but instead truly captures the essence, that is the soul or the deep sense, keeping only fragments of the figuration, immersed in a harmonic palette of colors where it is the color itself that sculpts landscapes and mountains, skies, forests, lakes, sunsets, twilights, dawns and seas. The creative inputs pulse here, since the beginning of the universe and the observer is invited to watch in silence the chant and rhythm of Mother Earth (Anima Mundi); stories that we can learn from and then make our own; in an eternal cyclic inspiration.
ANCIENT HANDS Acrylic on canvas 102x76cm 2018
www.sinaelee.com Canada
SINAE LEE
L'artista coreana Sinae Lee, che vive e lavora in Canada, impiega l'acrilico per trasmetterci impressioni naturali che sono intrise di sentimento. Profondità marine, cieli infiniti, foreste intricate si vestono oniricamente di eterei 'fantasmi' sotto luci al tramonto o nella luce lunare, per intravedere miraggi vitali del proprio inconscio, intuire profumi e suoni dolcissimi, cui lo spettatore può abbandonarsi. Così, il caos può distendersi e ritrovare la sua armonia, il mondo interiore trovare un senso ed un equilibrio con la natura esteriore, dove il volo di gabbiani nella luce lunare può far spaziare nell'infinito i nostri sentimenti ed i nostri più reconditi desideri, in un gesticolante addio sulle note di una sonata di Edvard Grieg.
The Korean artist, Sinae Lee, who lives and works in Canada, employs the medium of acrylic to transmit natural impressions that are imbued with feeling. Deep marine blues, infinite skies, intricate forests are painted in a dream-like manner as ethereal ‘ghosts' under the lights at sunset or in the moonlight, to glimpse vital mirages of her own unconscious, to perceive scents and sweet sounds, in which the viewer can lose oneself. Thus, chaos diminishes and uncoils to rediscover harmony; the inner world can find a sense of balance with the external one, where the flight of seagulls in the moonlight makes our feelings and our innermost desires spread and fly into infinity, all in a gesticulating farewell to the notes of a sonata by Edvard Grieg.
JOURNEY BEYOND Acrylic on canvas 122x92cm 2018
SINAE LEE
JOURNEY TO REMEMBER Acrylic on canvas
Diptych 122x244cm 2017
www.sandramuss.com USA
SANDRA MUSS
Le grandi istallazioni multimediali dell’americana Sandra Muss sono estremamente suggestive e scenografiche. Nei suoi lavori essa scandaglia i misteri del vivere attraverso il disegno magico della luce, filtrandovi le esperienze di viaggio in luoghi lontani e profondamente differenti tra loro. La tecnica dell’olio viene integrata con elementi tipici di quei luoghi stessi, come piume d’uccelli, gusci di tartaruga, fiori, ossa di balena, legno e altro ancora. Tutto ciò contribuisce a rendere il senso del trascorrere del tempo e della mutazione di tutto, quasi un panta rei (tutto scorre) di greca memoria. Le sue opere, così, si trasformano in portali, cioè in passaggi di accesso a quei mondi, dei quali l’artista imprime la loro peculiarità. Quelle porte lignee dai cardini arrugginiti, corrose e dilavate dalla storia, sabbiate dal vento, recano tronchi corrosi ed imbiancati dalla salsedine e dalla luce o fiori essiccati, che conservano ancora il ricordo del sole, e ci fanno meditare su realtà lontanissime in perenne trasformazione, come in un sogno, attraverso sensazioni che creano come profumi nella nostra mente, in un viaggio che si trasforma nella ricerca di senso nel profondo più intimo di noi stessi.
The large, multimedia installations of American artist, Sandra Muss, are extremely suggestive and scenographic. In her works, Sandra investigates the mysteries of life through the magic of light, filtering it through her travel experiences to distant and vastly different places. The oil paint technique is integrated with typical elements from those locations, such as bird’s feathers, tortoise shells, flowers, whale bones, wood and other materials and this all contributes to create a sense of traveling through time and of the mutation of everything, almost a panta rei (everything flows). In this way the artist’s works, act as passages of access to those worlds, with the artist transmitting their peculiarities. Examples of this can be seen in those wooden doors with rusty hinges, corroded and washed away by history and blown by the wind, which are made up of pieces of wood corroded and whitewashed by salt and the light, or dried flowers which still preserve the memory of the sun. These objects allow us to meditate on extremely distant realities that are in perennial transformation, like in a dream where sensations create perfumes in our mind, or in a journey that becomes the search for the meaning of the deepest, most intimate part of ourselves.
PERMUTATIONS EPHEMERAL Mixed media
233x89cm 2016
SANDRA MUSS
PERMUTATIONS QUARRY ANGEL Mixed media
233x89cm 2016
PERMUTATIONS RISING Mixed media
233x89cm 2016
http://johnnieman.com USA
JOHN NIEMAN
John Nieman, variegata figura di pubblicitario americano, direttore musicale e chef, da alcuni anni si è dedicato anche alle arti visive, prediligendo una pittura realista e fortemente chiaroscurata, dagli accenti tutti compresi tra l’Iperrealismo, la grafica pubblicitaria e la Pop Art. Elementi e simboli del vivere americano - attori o cibi della ristorazione quotidiana take away - si alternano nei suoi quadri per restituirci impressioni dirette ed immediate del nostro mondo globalizzato. Hamburger, paste dolci colorate, biscotti, mele, sassofoni o lamponi, giochi del domino si ricoprono di scritte nere. Nomi, allusioni, pensieri, rime, indovinelli, contrasti di opposti, proverbi, luoghi comuni, deduzioni ed implicazioni ‘computerizzate’ - in un turbinio apparentemente no sense che ricorda certe scritture futuriste, ma che, in ultima analisi, contiene anche meditazioni e ripensamenti sul nostro modo di vivere sempre in perenne corsa, con sottili connessioni alle cose irreprensibilmente raffigurate, ponendo un parallelo tra icona dipinta e parola, due diverse forme della comunicazione semantica strettamente connesse tra di loro.
American artist, John Nieman has had various creative careers, as an advertising creative director, as a musical director, chef, author and more recently he has dedicated himself to the visual arts, leaning towards realistic painting with a strong chiaroscuro. His artwork can be described as a combination of hyperrealism, advertising graphics and pop art. Elements and symbols from American life, such as actors or food from everyday takeaway restaurants, are alternated in his paintings and this gives the viewer an immediate and direct impression of the globalized world in which we live. Hamburgers, colored sweets, cookies, apples, saxophones or raspberries, play and intermix with the black writing he places over the images. Names, allusions, thoughts, rhymes, suggestions, opposites, proverbs, common places, deductions and computerized implications, are all inserted in an apparently nonsensical fashion, which bring to mind futurist writings. They also contain personal meditations and thoughts on our way of living in the fast-track, with subtle connections to the impeccably depicted objects, creating a parallel between a painted icon and a word, two different forms of semantic communication that are closely connected to each other.
WHODUNIT Mixed media on paper 58x73cm 2015
www.ordtess.com Armenia
TEREZA ORDYAN
Tereza Ordyan, armena, crea armonici quadri, che, nelle loro geometrie fitomorfe ispirate talora al loto, richiamano l'equilibrio e l'illuminazione di mandala orientali e l'eleganza simbolica di tappeti persiani e di stoffe indiane. I colori decisi e delicati ad un tempo intessono visioni astratte nelle quali si inseriscono frammenti di realtà dalla profonda risonanza allegorica: candele, pesci, piume di pavone, fiori, astri, vasi compongono, come in un caleidoscopio, una mutevole e complessa realtà che si crea attraverso gli elementi fondamentali della vita e del cosmo, anelando, contemporaneamente e senza contraddizione, alla libertà, alla bellezza, all'armonia, al sogno, all'ideale, allo spirito, ma anche alla solida concretezza di un vivere 'giusto', alla vita 'vissuta', all'autocoscienza, alla comprensione della storia, all'identificazione e alla fusione del proprio Sé con l'universo.
Tereza Ordyan, an Armenian artist, creates harmonious paintings, which, in their phytomorphic geometries inspired at times by the lotus flower, recall the balance and the illumination of eastern mandalas and the symbolic elegance of Persian rugs and Indian textiles. The decisive yet delicate colors weave abstract visions into which fragments of reality are inserted with profound allegorical resonance, whether they be candles, fish, peacock feathers, flowers, heavenly stars or vases that are arranged like in a kaleidoscope, a changeable and complex reality that is made up of the fundamental elements of life and the cosmos. All of these, yearn simultaneously and without contradiction, for freedom, beauty, harmony, dreams, for the ideal, the spirit but also for a solid concreteness of a “just” life, a life fully lived, self-consciousness, understanding of history, identification and the fusion of one’s own self with the universe.
LOTUS 1 Cold batik
90x90cm 2015
www.motoko-oyamada.com Japan
MOTOKO OYAMADA
Le astrazioni della giapponese Motoko Oyamada hanno una ben precisa chiave di lettura, che l'artista stessa ci comunica: "come madre di un sol figlio, sento di essere ancora in contatto emozionale con la mia defunta madre e, in qualche maniera, di essere da lei ancora aiutata. Tutti vivono nell'oggi sostenuti dal grande amore per la loro madre. Voglio credere che l'amore materno possa costruire un mondo pacifico". In tale avvolgente significato vanno osservati, quindi, i suoi quadri ispirati, pieni di luminoso colore istintuale, di linee e di segni neri (spesso cerchi di mandala della vita), che rappresentano legami profondi ed interiori, in una visionarietà che non è aliena da alcune reminiscenze di ideogrammi e dell'arte orientale con la quale si dipingevano vasi, sete e quadri su carta di riso.
The abstract paintings by Japanese artist Motoko Oyamada, have a precise interpretation, about which the artist has stated: “As a mother of one son, I feel that I am still in emotional contact with my late mother and I am still helped by her in some way. Everyone is living for today with the support of the great love from their mother. I want to believe the love of mother could build up peaceful world”. Therefore her inspired paintings should be looked at this with in mind: full of luminous, instinctual color, of black lines and signs (often circles of the mandala of life), which represent deep and inner bonds. They are placed in a visionary setting that is reminiscent of ideograms and oriental art with which vases, silks and paintings on rice paper were painted.
DREAM, DREAM, DREAM Acrylic and watercolor on canvas 53x45cm 2016
www.sarapalleria.it Italy
S A R A PA L L E R I A
Sara Palleria, romana, è tipica esponente dell'Astrazione lirica e di quell'informale che affonda le sue più intime ragioni nella psicologia delle emozioni di ascendenza corporiana. Declinando un linguaggio che trae origine da un'attenta lezione sulle opere di Antonio Corpora, impernia tutto sul colore e sulla sua espressività energetica. Olio e materiali vari costruiscono sulla tela palinsesti dell'anima, accensioni cromatiche, illuminazioni folgoranti e profondità abissali, alla perenne ricerca dell'uomo e delle sue emozioni, perdendosi e ritrovandosi continuamente nei sentimenti viscerali che accendono i suoi quadri di impressioni naturali espresse senza forma, o, meglio, con la forma del cuore e del colore.
Sara Palleria, a painter from Italy, is a typical exponent of Lyrical Abstraction and Informal art and the most intimate reflections on the psychology of emotions is manifested in her art. She presents an artistic language that also has its origins in a careful study of the works by Antonio Corpora, where all revolves around color and its energetic expression. Oil paint and mixed media create a palimpsest of the soul on the canvas, chromatic flames, dazzling illuminations and bottomless depths. The perennial search of mankind for emotion, losing and the finding oneself continuously in visceral emotions, that light up her paintings full of natural impressions expressed without form - or better - with the form of the heart and of color.
EVER AFTER Oil on canvas
150x110cm 2014
USA
D A - A I E PA R K
Le tele ‘assolute’ della coreana Da-aie Park sono pure visioni cromatiche di un esclusivo universo monocromatico. A differenza dei Monocromi di vari artisti degli Anni Cinquanta e Sessanta, che in un certo qual senso rappresentavano l’azzeramento della pittura ed un punto dal quale ripartire, le opere di Da-aie Park sono universi minimalisti ed astratti pregni di sensazioni e ricchi di ‘acquose’ sensazioni che emergono dal supporto alla superficie dipinta, come da un mare fecondo. Una superficie solcata da mille riflessi e differenti riflessi e nuance, che fanno del colore, dilavato, segnato ed abitato da brulicanti corrosioni e così personalizzato (come lo è ciascuna delle nostre singole esistenze), il viatico di viaggi emozionali e lirici interiori, da profondità abissali verso la Luce, liberando l’individualità dalla ‘prigione’ della geometria assoluta, lo spirito dalla materia.
The “absolute” canvases by Korean artist Da-Aie Park are pure chromatic visions from an exclusively monochromatic universe. In a different way from the Monochromes by many artists from the 1950’s and 1960’s which in a certain sense represented the resetting of painting and a point from which to start again, the minimalist and abstract universes of Da-aie Park are full of impressions and rich in “watery” sensations that emerge from the painted surface like a fertile sea. The surfaces are marked by a thousand diverse reflections full of nuances, which create the color that is then seemingly washed away, marked and inhabited by swarming corrosions. It becomes personalized (as if each one of them has its own singular existence), a viaticum of personal and lyrical inner journeys, from bottomless depths towards the Light, freeing individuality from the ‘prison’ of an absolute geometry, the spirit of matter.
SEA BLUE Acrylic on canvas 180x129cm 2018
www.youngsookpark.com USA
Y O U N G - S O O K PA R K
La sudcoreana Young-sook Park vive e lavora negli Stati Uniti. La sua pittura figurativa difficilmente può essere confinata in uno specifico filone. Infatti, tratti impressionisti del paesaggio si fondono con accenti espressionisti. L’emozione romantica ed il ricordo di luoghi e di volti si tramutano in veloci e vivide impressioni, dai colori luminosi e puri, che riflettono una visione positiva del mondo. Tuttavia in alcune opere, maggiormente sofferte, può emergere anche il dolore, come nel caso della raffigurazione di una favela al crepuscolo, regno, sì, della povertà, dell’alienazione, della sofferenza e della criminalità, ma che ella spera possa accendersi come quelle finestre qua e là illuminate nella semioscurità, divenendo un baluardo sicuro di bellezza e di solidarietà, nella memoria di ciò che è stato, perché non si verifichi mai più. Nei suoi quadri la luce splende sempre e vince l’oscurità. Attraverso i suoi quadri possiamo attraversare le strade del mondo con occhi nuovi, che guardano oltre l’oggettività, con l’emozione partecipe del pathos.
The South Korean artist, Young-sook Park lives and works in the USA. It is difficult to place her figurative painting in a specific genre, as one sees impressionist traits in the landscapes which then merge with expressionist accents. The romantic emotion and the memory of places and faces are transformed into fast and vivid impressions, with bright and pure colors that reflect a positive vision of the world. However, in some of her other works, a feeling of pain emerges, as in the example of a favela at twilight, the realm of poverty, alienation, suffering and crime, but which she hopes will be lit up like those windows here and there that are illuminated in the semi-darkness, becoming a safe bastion of beauty and solidarity, in the memory of what has been, so that it never occurs again. In her paintings light always shines and overcomes darkness and through them, we can cross the streets of the world with new eyes, looking beyond objectivity, with the shared emotion of pathos.
FAVELA IV Oil on canvas
122x61cm 2017
www.photo-etienne-pierart.com Belgium
ETIENNE PIERART
In un mondo nel quale l’arte della fotografia pare spesso si sia allontanata dalla realtà, perché ritenuta oramai troppo banalmente oggettiva, le istantanee bloccate dallo scatto del belga Etienne Pierart ci dimostrano come proprio nell’oggettività del reale è insito il seme più autentico dell’emozione introiettiva, teso a cercare di intuire il significato più profondo dell’esistenza umana e della solidarietà. Un grande viaggiatore, che, pur non ricorrendo a sofisticate manipolazioni di postproduzione, fornendoci immagini reali, segue un percorso tutto interiore, che rappresenta una sorta di iniziazione alla vita nella sua più schietta autenticità. Scatti dell'anima, fra bellezza e natura, il viaggio della vita umana stessa. Il viaggio è l’assoluto protagonista, l’emozione del viaggiare, che va intesa come percorso nello spazio dell’immaginario, nel tempo, dello spirito, un pellegrinaggio di omerica e dantesca memoria. Impressioni come oniriche, ma non favolisticamente irreali, caratterizzano le sue opere, che costituiscono una sorta di illuminazionefusione tra l’autore (e, tramite esso, l’osservatore) ed il mondo circostante. Uomo e Natura divengono due polientità equivalenti, che si equilibrano tra loro e si uniscono in una fusione cosmica, nella quale l’Uomo stesso si annulla.
In a world in which the art of photography appears so often to have moved beyond reality, because it is considered now too banally objective, the shots captured in time by Belgian photographer Etienne Pierart demonstrate to us just how the most authentic seed of introspective emotion is inherent in the objectivity of reality, to understand the deeper meanings of human existence and solidarity. A great traveler who, while not using sophisticated means of manipulating the images in postproduction to provide us with very real images, follows an entirely inner path, which represents a sort of initiation into life in its most candid authenticity. Photographs of the soul, between beauty and nature, a voyage of human life in itself. The voyage is the true protagonist, the emotion of traveling, that must be understood as a journey through the space of the imaginary in time and of the spirit: a pilgrimage of Homeric and Dantesque memories. Dreamlike impressions, yet not fabulously unreal, characterize his works, which constitute a sort of illumination-fusion between the photographer (and through it, the observer) and the surrounding world. Man and nature become two equivalent poles or entities, which balance each other and unite in a cosmic fusion, in which man undoes himself.
STUPAS Fresson print in gold 60x90cm 2009
www.marcorey.com.br Brazil
MARCO AURELIO REY
Il brasiliano Marco Aurélio Rey impiega la tempera su carta per porre in relazione tra loro e comunicarci i suoi ricordi e le sue emozioni mediante un espressionismo astratto. Con un espresso e voluto riferimento al pittore tedesco Gerhard Richter, sembra che l’artista guardi come dal finestrino di un treno in corsa e dipinga ciò che ha visto, con una particolare attenzione alla luce e ai colori. La visione che ne emerge è dinamica, sfuggente, sfocata ma piena di fascino e le sue opere sono omaggi alla natura e alla sua intrinseca e più profonda bellezza. Il soggetto della pittura di Rey sono le relazioni tra l’illusione e la realtà creata dai suoi dipinti, fra la realtà oggetto del dipinto e la realtà creata dal dipinto stesso. Figure, montagne, alberi, prati deformati dal movimento, riflessi come nell’acqua. Così la natura, statica nelle sue forme, si fonde nella dinamicità del momento e la realtà diviene illusione ottica, l’illusione si trasforma in nuova e più autentica essenza della realtà medesima.
Brazilian painter Marco Aurélio Rey, uses tempera on paper to relate and communicate his memories and emotions through a form of abstract expressionism. With a clear nod to German painter Gerhard Richter, it is as if the artist is watching from the window of a train in motion and paints what he has seen, with a particular attention to light and color. The vision that emerges is dynamic, elusive and blurred, yet full of charm and his paintings are homages to nature and its deep, intrinsic beauty. Rey’s paintings also look at the relationship between illusion and the reality created in his work: that is, the reality that is object of the painting and the reality created in the painting. Shapes, mountains, trees, deformed fields or reflections in water. Thus nature in its most static forms, fuses with the dynamism of the moment and reality becomes an optical illusion. The illusion transforms itself into a new and more authentic essence of reality.
ENTRELAÇADOS Gouache on paper 50x170cm 2015
MARCO AURELIO REY
SILENCIO Gouache on paper 59x86cm 2016
GENTILEZA Gouache on paper 53x99cm 2016
www.sager-fineartpics.com Switzerland
JANE SAGER
Jane Sager, esponente svizzera della Digital Art, trasforma la fotografia in un immaginifico viaggio nelle luci e nei suoni del mondo, alla ricerca - senza drammatizzazioni moralistiche - della vanità delle cose nelle quali ci rifugiamo. Assemblaggi digitali su supporti d’alluminio sfavillano e riverberano le loro trasparenze metalliche colorate, dai riflessi di composizioni astratte ed Optical, nelle quali emergono segni e metafore. Lo smisurato egocentrismo arrogantemente vittorioso, che cela però recondite paure e frustrazioni, si alterna nelle sue opere alla ricerca dell’’altro’, in un mondo in cui coccodrilli voraci inseguono leggiadre farfalle color della luce. Lacerti di volti dai riflessi psichedelici, sogno e realtà impastano le sue opere per farci comprendere come, tra moda, luci e musica, siamo tutti cittadini del mondo, di un mondo ideale che non si deve ridurre solo a cose che si possono vendere e comprare.
Jane Sager, a Swiss digital artist, transforms photography into a visionary voyage of light and sound, depicting - without moralistic dramatizations the vanity of objects in which we find refuge. Digital collages backed on aluminum, dazzle and reverberate their colored metallic transparencies, looking to abstract and Op art compositions and from which we see metaphors and signs emerge. The boundless, arrogant, victorious egocentrism, which conceals hidden fears and frustrations, alternates in her works in search of the other, in a world in which voracious crocodiles pursue graceful light-colored butterflies. Fragments of faces created by psychedelic reflections, dream and reality unite in her work to make us understand that, through fashion, lights and music, we are all citizens of the world; an ideal world that should not be reduced to a commercial one in which we only buy and sell.
CATCH ME IF YOU CAN Digital assemblage on aluminum and plexiglass 150x100cm 2016
JANE SAGER
FACES Digital assemblage on aluminum and plexiglass 100x100cm 2017
CROKS BUTTERFLIES Digital assemblage on aluminum and plexiglass 100x100cm 2016
www.stefano-sanna.com Italy
STEFANO SANNA
Stefano Sanna, nato in Nigeria ma che vive e lavora in Sardegna, è certamente figlio del Nouveau Réalisme: nelle sue opere, infatti introduce ogni tipo di scarto della società, dai metalli arrugginiti ai legni corrosi. Su tale palinsesto, dotato già della memoria dilavata di un proprio vissuto, egli interviene a raschiare, rimuovere, incidere, corrodere, sovrapporre, stratificare, con un procedimento simile a quello della natura, che cancella e ricrea aggiungendo, distrugge e deposita sedimenti, in un eterno divenire. Strati ‘archeologici’ di colore nascondono e disvelano nello stesso tempo lo scheletro sottostante, affiorandovi, emergendovi silhouette umane increspate, tutte in bilico tra primitivismo e postmoderno, che, nelle loro catramose bruciature od ossidazioni, rivelano la nostra insondabile società.
Stefano Sanna, born in Nigeria but now living and working in Sardinia, is without doubt a follower of New Realism. In his paintings, Sanna introduces every type of found material, from rusted metal to rotting wood. On this palimpsest – that already has the faded memory of a life - he intervenes by scraping, removing, engraving, corroding, overlapping and stratifying, with a process which resembles nature itself, by canceling and recreating, by adding, destroying and depositing sediments, in an eternal state of being. Colored 'archeological' layers both conceal and reveal the underlying ‘skeleton’ so that wavy human silhouettes flower and emerge, hovering between primitivism and postmodernism, which, in their tarry black burnt or oxidations shells, reveal our unfathomable society.
GERMINAZIONE Mixed media on wood and metal 120x120cm 2018
STEFANO SANNA
TRANSIZIONI Mixed media on paper 120x100cm 2018
FERMO ESTATE Mixed media on metal 103x90cm 2017
www.kensuke-shimizu-art.com/sub1.html Japan / Finland
KENSUKE SHIMIZU
Kensuke Shimizu, artista di Tokio, che vive in Finlandia, gioca la sua pittura surreale attraverso una figurazione nella quale assume un ruolo pittorico anche la parola e la frase. Biciclette, scarpe, figure danzanti, contorni di donne con l’ombrellino e cappelli interagiscono in un mondo fantastico dagli echi chagalliani, dove il filo conduttore si materializza proprio nella frase poetica scritta, che si srotola tra i colori vividi del suo Paese adottivo, la Finlandia. Richiami a Keith Haring, ai Writers e alle ricerche verbo-visuali della Poesia Visiva, con raffigurazioni talora favolistiche che sfociano nella cultura di un neoideogramma, propria della civiltà contemporanea dell’immagine, della tecnologia e dei mass-media. La poesia diviene un segno, più precisamente un segno culturale e semiologico, in un’operazione osmotica che vicendevolmente contamina parola scritta e atto pittorico, come tentativo di traduzione della complessità oggettiva del mondo. Un’esperienza artistica come creazione di nuovi territori della parola, una testimonianza poetica come viatico di differenti orizzonti pittorici.
Kensuke Shimizu, an artist from Tokyo who lives in Finland, plays with his surreal painting through a figuration where words and phrases also assume a pictorial role. Bicycles, shoes, dancing figures, outlines of women with umbrellas and hats, all interact in a fantastical world that recalls Chagall’s art; where the thread materializes in the written poems and unwinds itself through the vivid colors he sees in his adopted country, Finland. References to Keith Haring or to the Graffiti Writers and to the verbal-visual research of the visual poetry, with sometimes fabulous representations that result in the culture of a new ideogram, typical of our contemporary civilization surrounded by images, technology and mass media. Poetry becomes a sign, more precisely a cultural and semiological sign, in an osmotic operation that mutually corrupts the written word and the pictorial act, as an attempt to translate the objective complexity of today’s world. An artistic experience to create new territories of the word, a poetic testimony as a viaticum for different pictorial horizons.
BONJOUR, BUONGIORNO, HOLA Mixed media on canvas 55x45cm 2013
www.silkeaurora.de Germany
AURORA SILKE
La pittrice e designer tedesca Aurora Silke, che vive e lavora a Bitburg, nella regione della Renania-Palatinato, è particolarmente dedita a sapienti ritratti, che ella inserisce in tele ‘sature’ di immagini, dove si mescolano visioni a colori e a bianconero, costruendo vere e proprie ‘storie’ attorno alla persona ritratta, così tali quadri, le cui fisionomie sono tecnicamente rappresentate in maniera ineccepibile, assumono il significato etimologico del termine ‘ritratto’ (dal latino ‘retrahere’, trarre fuori, far emergere): traggono dal di dentro della persona l’essenza della sua psiche e della sua singola ‘storia’. Figure profondamente simboliche, ‘storie’ allegoriche che in tal modo diventano universali, talora con assonanze di larvata ironia o di sofisticato surrealismo, che tramutano la metafora post moderna sulla realtà umana in un paradigma di sensazioni e di sentimenti, attraverso una tecnica del disegno ed una sapienza del distendere i colori (forti, con tonalità prevalentemente cupe, ma accese da frammenti figurativi di tagliente luminosità), assolutamente singolare.
German painter and designer, Aurora Silke, who lives and works in Bitburg in the Rhineland-Palatinate region, is particularly dedicated to making skillful portraits, which she then inserts into canvases that are already ‘saturated’ with images, mixing visions of color and black and white, creating real ‘stories’ around the person depicted. Thus, these pictures, where the physiognomy is technically exemplary, take on the etymological meaning of the term ‘portrait’ (from the Latin retrahere, to draw out or bring out). They bring out the essence of the psyche from inside the person, together with his individual ‘story’. These are profoundly symbolic figures, allegorical ‘stories’, that in this manner become universal. Sometimes they offer assonances of witty irony or sophisticated surrealism, which transforms the post-modern metaphor on human reality into a paradigm of sensations and feelings; through a drawing technique and a skillful method of using color (she prefers strong color of predominantly dark shades, lit up with figurative fragments of sharp brightness), to create absolutely unique artworks.
NICE GUY
Acrylic and oil on canvas 60x60cm 2017
AURORA SILKE
VITAMIN C Acrylic and oil on canvas 60x60cm 2017
PLASTIC BAG Acrylic and oil on canvas 60x60cm 2017
www.susannesjogren.se Sweden
SUSANNE SJÖGREN
La svedese Susanne Sjögren lavora nel campo dell’interior design, riuscendo a coniugare la progettualità di un architetto-arredatore con l’istintualità di un artista. Pur nella razionalità che caratterizza la scuola svedese nella quale si è formata, fonte ispiratrice delle sue creazioni è la natura, come sottolineato dall’impiego di materiali naturali. Riguardo al suo lavoro, essa stessa afferma che “le forme si trovano dentro di me e la natura è la mia fonte d’ispirazione. Nella mia arte si ritrovano contrasto estremo, equilibrio ed armonia”. Spesso forme geometriche primarie si dissolvono in morbide sinusoidi dai richiami fitomorfi lanceolati e zoomorfi (terminali come artigli o becchi corvini), che vanno a formare gli elementi strutturali, poi talora abbinati in un contrasto fra nero e bianco, quasi come nuove rappresentazioni di yin e yang. Le opere - come You and I - sono opere realizzate non con produzione industriale, di altissima artigianalità, che coniugano l’utilità a forme astratte, morbide ed accattivanti, che trasformano l’abitare in un luogo dentro l’arte.
Swedish artist Susanne Sjögren, works in the field of interior design, successfully combining architect-interior decorating projects with the instinct of an artist. Despite the rationality that characterizes the Swedish art school in which she was educated, the inspiring source of her creations is nature itself, that is emphasized by the use of natural materials. She herself states about her work that “the shapes are found within me and nature is my source of inspiration. In my art you find extreme contrast as well as balance and harmony”. She uses often primary geometric shapes which then dissolve into soft sinusoids that look to lanceolate and zoomorphic, phytomorphic shapes (for example, the feet of the furniture are often in the shape of claws, or a part of a chaise longue in the form of a raven’s beak). These shapes form the structural elements, which are then combined at times with black and white upholstery, which almost seem like new representations of yin and yang. Works such as You and I, exhibited here, are created not as industrial production pieces, but present an extremely high level of individual, handmade craftsmanship, which combines utility with abstract forms that are soft and captivating, and which ultimately transform the living space into a place within art itself.
YOU AND I Mixed media - Hand made 115x85x45cm 2017
USA
LINDA STELLA
Linda Stella è pittrice figurativa americana tutta sospesa fra neoimpressionismo e neoespressionismo. Tramite i suoi quadri ci disvela le ancestrali aspirazioni umane e segnatamente femminili, tese a superare la contingenza, proiettandosi nella trascendenza. Un’aspirazione innata verso l’eterno attraverso le semplici cose ed i gesti della quotidianità. Il suo mondo interiore viene traslato sulla tela per diventare esperienza in comune con l’osservatore. Ogni sua pennellata è come una nota musicale che distende la sinfonia di un mare intimistico e spirituale, è ritmo e canto. Le sue storie diventano le nostre storie, il suo essere il nostro, in una fusione dolcemente illuminante. Donne dai grandi occhi cigliati, miti antichi tra farfalle e pipistrelli, figure femminili che si smaterializzano in sinuose forme in connubio con la natura in una ritrovata poetica quasi neofloreale e liberty.
Linda Stella is an American figurative painter and her style is suspended between Neo-impressionism and Neoexpressionism. Through her paintings, the artist reveals clearly feminine ancestral human aspirations to the observer which aim to surpass the contingence and project themselves in the transcendence. She has an innate aspiration to depict the eternal through simple things and everyday acts and her inner world is translated on the canvas to become a shared experience with the viewer. Each brushstroke is like a musical note, which extends the symphony of an intimate and spiritual ocean, it is rhythm and song. Her stories become our stories, her being is our being, in a sweetly illuminating fusion. She offers us women with large eyes and prominent lashes, ancient myths between butterflies and bats, female figures that dematerialize into sinuous forms, in union with nature and in a poetic recreation that become almost neo-Art Nouveau.
NIGHTS FRUITION Acrylic on canvas 152x121cm 2016
www.stengelcollection.org Germany / Hungary
KARL STENGEL
Le opere del maestro ungherese Karl Stengel sono suddivise in due sostanziali gruppi, apparentemente assai diversi tra di loro: le grandi tele dominate dal colore, di forte impatto lirico ed emozionale espressionista astratto, che affondano le proprie radici nella sperimentazione informale americana ed europea postbellica e in alcune avanguardie russe prebelliche, e una figurazione surreale su carta e di più contenute dimensioni, di ascendenza più marcatamente europea e segnatamente espressionista tedesca. Opere tutte assai originali e di forte impatto, che uniscono il raro pregio di possedere un’assoluta identità artistica, ma al contempo una forte radice culturale nell’arte storica del Novecento. La robusta preparazione figurativa di Stengel, legata ad una sorprendente abilità nel disegno, emerge prepotente nella seconda serie di opere, tecniche miste su carta. Nelle opere a pastello e matita su carta non ha mai cercato la completa astrazione bensì un linguaggio surreale poeticamente semplificato, che nell’ultimo periodo si abbandona al trionfo fantastico del colore puro, in una gioiosa libertà formale assoluta, per poi tornare ad un’ombra di figurazione.
The works by the Hungarian master, Karl Stengel, are divided into two major groups that are seemingly quite different from each other: the large canvases dominated by colour, of strong emotional and lyrical abstract expressionist impact, that have their roots sunk in post-war American and European informel experimentation and in some pre-war Russian avant-garde art, and then the surreal representations of a smaller size on paper, with a more markedly European ancestry, in particular German Expressionism. The works are all very original and of great impact, and are united by a rare merit: they all have absolute artistic identity but at the same time have strong cultural roots in the history of art of the twentieth century. Stengel’s strong figurative preparation, linked to an astonishing ability to draw, comes to the forefront in the second series of works, this time mixed media on paper. In his works, predominantly those in pastel and pencil on paper, Stengel never looked to be only abstract but also suggests a simplified poetically surreal language; in the last period he abandons himself to the fantastic triumph of pure colour, in a joyous, absolute and formal freedom, to then return to a shadow of figuration.
MUSICA III Acrylic on canvas 100x120cm 2001
KARL STENGEL
OMAGGIO A BLAISE CENDRARS I
Oil pastel on paper 105x111cm 2013
OMAGGIO A BLAISE CENDRARS II
Oil pastel on paper 105x111cm 2013
www.artvts.com USA
V E R O N I C A S T E WA R T
Nata in Florida, Veronica Stewart è una pittrice, una scrittrice ed una designer. Il suo furor pingendi, in lei naturalmente radicato, la conduce a rappresentare spesso donne, ma anche quei cavalli da lei sempre amati e dei quali ammira la nobiltà, fedeltà, fierezza e bellezza. Durante la sua carriera ha eseguito innumerevoli paesaggi e ritratti e la grafica per numerose copertine. Il suo fare pittorico si richiama alla tradizione americana della seconda metà del Novecento: linee forti e colori decisi espressionisti, spesso acidi e psichedelici come in certe opere americane degli Anni Sessanta, con omaggi al graffitismo dei Writers, dalla linea semplificata e dai colori assoluti di Keith Haring alla visionarietà complessa di Jean-Michel Basquiat. Le sue opere, però, accanto alla potenza immediata dell’immagine, derivata certamente dal graffitismo, contengono un lirismo estraneo ai precedenti artisti oramai storicizzati. La Stewart è ispirata dalla musica, dalla poesia e dalla letteratura e da una forte emozionalità passionaria, come essa stessa afferma, “la seduzione e l’emozione pura, diretta e senza fronzoli sono stratificate nei miei colori e nei soggetti”.
Born in Florida, Veronica Stewart is a painter, writer and designer. A furor pingendi – or frenzy to paint - naturally rooted in her, leads her to represent women and horses, the latter that she has always loved and admired for their nobility, fidelity, pride and beauty. During her career, she has painted countless landscapes, portraits and realized the graphics for numerous magazine covers. Her pictorial work is reminiscent of the American tradition of the second half of the twentieth century, with strong lines and decisive expressionist colors, that are often psychedelic, reminding one in particular of certain works from the 1960’s, with tributes to the Graffiti Writers, in the simplified lines and the absolute colors of Keith Haring and to the complex visionary nature of JeanMichel Basquiat. Her works, contain an immediately powerful image, certainly derived from these artists, but they also contain a lyricism foreign to those artists. Stewart is inspired by music, poetry and literature and a strong passionate emotionality, as she herself states, “seduction and unabashed raw emotion are layered in my colors and subjects”.
FIRE AND ICE Acrylic on canvas 76x101cm 2016
www.carolestgermain.com Canada
C A R O L E S T- G E R M A I N
La pittrice canadese Carole St-Germain impiega l’olio, l’acrilico ed i pastelli per rendere i suoi paesaggi naturali trapunti di accenni di fiori, di case e di personaggi, divenendo trionfi al suono di arie musicali. Un universo poetico ed incontaminato, fra laghi e boschi di betulle. Il suo bacio e le sue rosse, ingigantite labbra come impresse sulla tela - di ascendenza dalla Pop Art americana - ci conducono verso astrazioni liriche, nelle quali si perdono visioni di uccelli in volo o muri di mattoni che crollano di fronte a spazi infiniti, tra colature gestuali e pollockiane di vernice e reti-alveari surreali, che rammentano una trama di cellule, una rete nel cielo-mare o un arabesco di rami. In questo girotondo di colori e di impressioni possiamo talora anche ritrovare la ‘favola’ americana attraverso l’immediata simbologia di personaggi di Walt Disney.
Canadian painter, Carole St-Germain, uses oil, acrylic and pastels to render her natural landscapes quilted with hints of flowers, houses and people; becoming triumphs to the sound of musical arias. A poetic and uncontaminated universe, made up of lakes and birch tree woods. Her kiss and her red, enlarged lips, as if impressed on the canvas recalling American Pop Art - lead us towards lyrical abstraction, in which one becomes lost in the visions of birds in flight or a wall of bricks that crumble in infinite spaces, between the Pollocklike drips and splatters of paint and the surreal beehives, that reminds us of a cell’s texture, or a net in the blue sky or arabesque of branches. In this merry-goround of colors and sensations, one can also perceive the American ‘fairytale’, through the immediate symbolism of Walt Disney characters.
LA CHORÉGRAPHIE DES COULEURS Acrylic, collage and resin on canvas 120x120cm 2017
www.artbytiril.com USA
TIRIL
L’opera pittorica della pittrice americana di origine inglese Tiril, pregna di forti colori primari che si stemperano in una tavolozza variegata, ma sempre cromaticamente decisa, nella sua astrazione pare quasi sottintendere, o, comunque, sempre riferirsi ad una Natura dello Spirito, fortemente carica di pathos, intuita emotivamente attraverso l'ispirazione feconda di un attimo illuminante che conferisce a segni, colori e gesti la potenza di un magico incantamento dischiudente la percezione della trascendenza. La definizione linguistica assolutamente informale fa sì che la sua pittura possa qualificarsi, usando un termine già impiegato da Venturi, come astratto-concreta, intendendo il termine concreto come corrispondente a quello di figurativo, di una figurazione emozionale, quasi fotografia o radiografia delle passioni umane, così come venivano personificate nel mondo antico nelle figure delle varie divinità.
The pictorial work of English-born painter Tiril (who has lived in the USA for much of her adult life), are rich in strong primary colors that diffuse in a multi-colored palette, yet remain decidedly chromatic. Her abstraction seems almost to suggest or refer to a ‘nature’ of the spirit, full of pathos. It is emotionally understood through the fertile inspiration of an enlightened moment that gives the power of a magical enchantment to signs, colors and gestures, to reveal the perception of transcendence. The linguistic definition is without doubt Informal and her paintings can be considered, using the term coined from Venturi, as “abstractconcrete”. The term concrete in Tiril’s art should be understood as an entirely emotional figuration, almost like a photograph or x-ray of human passions, in the same way that the figures of the various deities were personified in the ancient world.
INK Acrylic on canvas 91x91cm 2015
www.enzoart.org USA
E N Z O T R A PA N I
Le opere del pittore argentino Enzo Trapani, che vive in Florida da molti anni, sono espressione di un modus operandi di grande positiva creatività, aperta liberamente alle suggestioni innovative che ne svelano la dinamicità cromatica, catturando l’attenzione dell’osservatore. Come egli stesso afferma “emotions become colors on the canvas”. I colori dentro l’anima, quindi, astrazione lirica e luministica, fatta di intuizioni cromatiche e materiche, istinto e ragione come urgenza della psiche nel pulsare della vita. In Trapani assistiamo a una sequenza di cicli ben individuabili e conchiusi (Series), strettamente legati e derivanti dalla sua personale esperienza del vivere. Il magma cromatico si va addensando in masse spesse e leggibili in maniera ‘stratigrafica’ per corpose spatolate acriliche e craquelé. Una sorta di festa ‘carnascialesca’ e rutilante di colori della Natura, visioni astrali di universi profondi, che altro non sono che il viaggio dell’uomo all’interno di sé stesso in questo piccolo pianeta che è la Terra. I colori dentro l’anima.
The works of Argentinian painter who lives in Florida for many years, Enzo Trapani, are expressions of a great and positively creative modus operandi, freely open to the innovative suggestions that reveal themselves through chromatic dynamism, to capture the viewer’s attention. As the artist himself states “emotions become colors on the canvas”. In this way then, color from inside the soul creates a lyrical abstraction, made up of matter and chromatic variations; instinct and reason being needs of the psyche in the pulse of life. In Trapani’s works, we see a sequence of wellindividualized cycles (Series) that are closely related and derive from his personal experiences. The chromatic magma thickens in greater and ‘stratigraphically’ readable brushstrokes made from acrylic and craquelé mediums. A “carnival-like” party of nature’s striking colors, abstract visions of a deep universe, that can be seen as none other than the voyage inside man’s internal world.
GOD Acrylic on canvas 122x122cm 2013
http://maxwernerart.com/ Belgium
MAX WERNER
Il pittore belga Max Werner è un artista figurativo di consolidata preparazione tecnica e di grande esperienza lirica. Con un impiego sapiente della luce e della prospettiva - che denuncia la sua formazione in ambito accademico anglosassone - trasforma paesaggi ed ambienti (nell’ultima sua produzione, legati al Nord America, nel quale egli attualmente vive) in illuminazioni dello spirito, in emozioni cariche di pathos, che riescono a farci intuire l’essenza più autentica di quei luoghi. Un disegno nitido e pulito, dai colori puri e luminosi, reali e onirici allo stesso tempo, dove una sterminata orchestrazione di nuance in dissolvenza può immergerci in un cielo radioso o nei bagliori lontani di un incendio, dove convive la natura selvaggia con la moderna tecnologia di un elicottero in volo, un deserto solitario e metafisico con il silenzio incombente di una tempesta in arrivo. I tal modo i suoi ‘ordinari’ scorci d’America – di un’America spesso rurale – diventano quasi una nuova e mitica epopea laicamente ‘mistica’ sospesa fra tradizione e postmodernità. Una visione e una rivisitazione dell’impressione pittorica e della narrazione purista di ascendenza tardo-ottocentesche in chiave attuale, con ammiccanti riflessi surreali insiti nella realtà medesima e talora simbolicamente boekliniani.
Belgian painter, Max Werner, is a figurative artist with a solid technical preparation and with great lyrical experience. With a skilled use of light and perspective - which completely goes against his training in the AngloSaxon academic field - he transforms landscapes and environments (for example in his last cycle of works that are linked to North America, where he currently lives) into an enlightenment of the spirit. Works that are fully charged with emotion and pathos and which succeed in allowing the observer to feel the most authentic essence of those places. A clear and clean design, with pure and luminous colors, both real and oneiric at the same time, where an endless orchestration of nuances in fading techniques immerse us in a radiant sky or in the distant glow of a fire, where wild nature coexists with modern technology of a helicopter in flight or a solitary and metaphysical desert with the looming silence of a storm close by. In this way, his ‘ordinary’ glimpses of America - often rural America - become a new mythical epic that is almost ‘mystical’ and suspended between tradition and postmodernity. His works are a vision and a reinterpretation of the pictorial expression and of the purist narrative of late nineteenth-century with a modern twist, with intriguing surreal reflections inherent in reality itself and yet other times, symbolically close to the artist Böcklin.
THE RED TAIL HAWK Acrylic on canvas 67x94cm 2014
www.dwv.com USA
D AV I D W I E N E R
Le opere su alluminio di David Wiener, nordamericano, possono rientrare in quelle che sono le esperienze scaturite dall'Optical Art e dall'Arte Cinetica. Basandosi su una rigorosa definizione del metodo operativo, egli intende ottenere, attraverso le sue griglie modulari, effetti che provochino uno stato di 'instabilità' percettiva, stimolando il coinvolgimento dell'osservatore. Con lontani echi che affondano le proprie radici nella dinamica del Futurismo, dà risalto a 'puri' ed incontaminati valori visivi. Un'arte, quindi, cinetica ed 'esteticamente' programmata, dai richiami ad un caleidoscopico arabesco. Frammenti di realtà (come quelli di automobili di Formula Uno) si moltiplicano come in specchi rifrangenti l'immagine e si organizzano in leggere strutture reticolari che creano virtuali architetture visionariamente attraenti lo spettatore. Tutto è sospeso fra realtà figurativa e progetto astrattamente utopico, fra statica costruzione reiterata e seriale e sogno illusionisticamente cinetico, imprimenti sensazioni indefinite, il cui scopo è di esplorare gli effetti della percezione umana stessa.
The artworks on aluminium by American artist David Wiener are the result of his experiences with Optical and Kinetic Art. Based on a rigorous definition of the operative method, he aims to obtain through modular grids, effects that cause a perceptual “instability”, which stimulates the viewer’s involvement. With faraway echoes that immerse their own roots in the dynamics of Futurism, they emphasize pure and uncontaminated visual values. An art, therefore, kinetic and aesthetically programmed, which recalls an arabesque kaleidoscope. Fragments of reality (for example those of Formula One racing cars) are multiplied, as in mirrors that reflect the image and they are organized in light grid-like structures that create virtual architecture that are visually attractive to the viewer. Everything is suspended between figurative reality and an abstractly utopic project, between static construction reiterated and recreated and a kinetic-like dream, imprinted indefinite sensations to explore the effects of human perception itself.
PORSCHE 918 THE FLOW Archival ink on paper 57x105cm 2015
D AV I D W I E N E R
REFLECTOR ABALONE OYSTER AND DIAMONDS Archival ink on paper 57x105cm 2015
F430 INTO THE LIGHT Archival ink on paper 57x105cm 2015
http://tiffanywynnart.com/ USA
TIFFANY WYNN HANES
L’arte dell’americana Tiffany Wynn Hanes intende racchiudere specifici riferimenti all’universo naturale ed al suo Creatore. La pittrice ama il colore vivace e giocare con l’interazione di ombre e luci, così che i suoi dipinti cambiano a seconda della prospettiva e dell’ora del giorno. Per questo motivo le sue opere sono materiche e tridimensionali con sovrapposizioni di strati che enfatizzano gli effetti sotto la luce radente. Dischi, ciotole, rametti, spessi frammenti vari ‘increspano’ le sue superfici luminose e talvolta iridescenti, o semplicemente il colore spremuto direttamente dal tubetto, con le loro ombre proiettate, a farci intuire fondali, mari tramonti e tutto il Creato, fino nelle sue più piccole manifestazioni. Ma sono i cerchi, soprattutto, che dominano: pianeti, universi in formazione, galassie in una visione cosmogonica trascendentale, dove talora, tra bagliori aurei, può nascere anche un volto umano dai grandi occhi innocenti.
The paintings by American artist, Tiffany Wynn Hanes clearly express specific references to the natural universe and its Creator. The painter loves bright colors and plays with the interaction of shadows and light, so that her paintings change according to the viewer’s perspective and the time of day. For this reason, her works are full of matter and are three-dimensional, with superimposed layers to emphasize the effects under the changing light. Discs, bowls, twigs, thick fragments make her bright and sometimes iridescent surfaces ‘ripple’. Other times, the artist squeezes the color directly from the tube of paint, to make us sense depths, seas, sunsets and all that is creation, down to its smallest manifestations. But it is the circular forms, above all, that dominate: planets, universes in formation, galaxies in a transcendental cosmogonic vision, where at times, among golden flashes, one can see a human face with big innocent eyes.
CHARTREUSE MOON Acrylic on canvas and wood 102x76cm 2017
TIFFANY WYNN HANES
JUPITER Acrylic on canvas and wood
Triptych 122x61cm - 122x122cm - 122x61cm 2017
www.teoyamamoto.com Japan / USA
TEO YAMAMOTO
Teo Yamamoto è pittrice giapponese e poetessa che vive negli Stati Uniti. Si può affermare che le sue opere hanno vari punti di connessione con i temi cari al movimento della Poesia Visiva, come sta a dimostrare il suo ciclo “CODE drawings like poems, like drawings”, iniziato nel 2011. Yamamoto crea i suoi quadri come se scrivesse poesie. Su fondi neri o comunque monocromi sgargianti, ella realizza, con acribia tutta orientale, le sue immagini figurative di animali resi per sottili silhouette, cui accosta e interpone ‘strani’ meccanismi, come di ingranaggi, come profili di castelli e città, piante, francobolli, casette, uccelli, navi, soli, mandala, tutti costituiti da una serie minuziosissima e molteplice di piccoli segni ripetuti e variati, come fossero misteriosi ideogrammi. Visioni profondamente concettuali, filosoficopoetiche, che aprono la natura e l’uomo alla visione di un “ordinario domani”, titolo di un suo libro di poesie.
Teo Yamamoto is a Japanese painter and poet, living in the USA. Her works have various points of common with the themes of the movement of Visual Poetry, as is seen in her cycle CODE - drawings like poems, like drawings, that she began in 2011. Yamamoto creates her paintings as she might write poetry. On black backgrounds or on monochromatic bright colored backgrounds, she realizes with oriental allure, her figurative images of animals rendered by thin silhouettes and lines, onto which she then interposes ‘strange’ mechanisms such as profiles of castles and cities, plants, stamps , small houses, birds, ships, suns, mandalas, all of which are made up of very detailed and multiple series of small repeated and varied signs, as if they were mysterious ideograms. Her visions are deeply conceptual, philosophical and poetic, which open nature and man to the vision of an “ordinary tomorrow”, title of one of her poetry books.
CODE 084-085 Ink on paper
Diptych 51x38cm each 2015
USA
G AV I N Y AT E S
Gavin Yates è un artista nordamericano astrattista, che nella fusione del colore ricerca la bellezza ultima dell’arte. Fantasmagoriche miscele cromatiche irradiano le loro energie in ebollizioni ed esplosioni dinamiche centripete e centrifughe. Energia vitale scaturisce fantasiosamente in rocamboleschi fuochi d’artificio che infondono gioia irradiandoli come la luce colorata attraverso vetrate gotiche, come in un carnevale di stelle filanti, come in un’eruzione vulcanica, come in un magma di vetro colorato fuso, come aureoli raggianti. Quadri dove la forma ha lasciato tutto lo spazio al colore, ma dove il colore si trasforma nella forma più sottile ed astratta della bellezza universale.
Gavin Yates is an abstract NorthAmerican artist, who through the fusion of colors searches for the ultimate beauty of art. Phantasmagorical chromatic blends radiate their energies into centripetal and centrifugal dynamic boiling points and explosions. Vital energy springs fantastically into exciting fireworks that infuse joy, transmitting them like colored light through gothic windows, or a carnival of streamers, a volcanic eruption, a magma of molten colored glass or like radiant haloes. Paintings where the form has left all the space for color, but where color transforms itself into the most subtle and abstract form of universal beauty.
DRIP UP CITY Acrylic on canvas 122x122cm 2018