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Giuseppina Tavana Prefazione

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Frutti di stagione

Frutti di stagione

Le 75 poesie che compongono questa silloge di Giuseppina Tavana si presentano apparentemente senza un ordine predefinito. Sarà il lettore a scoprirne l’architettura segreta, quando, coinvolto nella lirica dei versi, si addentrerà nel labirinto dell’anima dell’autrice.

Il titolo mette subito al centro delle composizioni poetiche l’anima che, entità immateriale, prende forma nelle parole, nei sussurri, nelle premonizioni ivi espresse, divenendo la protagonista sempre invisibile e sempre presente di questa raccolta.

Sin dall’incipit, attraverso l’anima, l’autrice comunicherà col mondo e parlerà del mondo e l’io-scrivente raggiungerà l’io-leggente attraverso i molti temi che nella silloge torneranno a più riprese intrecciandosi fino a formare un tutt’uno con quello che sembra essere l’idea dell’albero universale della vita col suo inizio, il suo percorso, le sue gioie e i suoi dolori e la sua fine.

Un tema che è sempre presente è quello della fugacità del tempo quando l’anima elabora le gioie della primavera e dell’estate già passate e fa presagire, con un non celato riferimento alla vecchiaia, che possa esserci, magari in autunno, una qualche gioia invernale rappresentata dalla metafora del sapore di “un buon frutto da assaggiare”. Non meno presente è il tema della caducità delle cose terrene la cui consapevolezza genera tristezza quando ci si accorge attraverso i segni lasciati sugli uomini, sulle cose e sulla natura che tutto il mondo terreno è soggetto ad un ciclo continuo e perenne che va dalla nascita, al suo sviluppo, al declino e alla morte.

Gli altri temi che entrano a far parte dell’armonia di questa raccolta sono: il tema della bellezza dell’anima, dell’amicizia, dell’estasi ingannevole, dei sogni che ci risollevano portandoci fuori dalla realtà e il tema del nulla che bui pensieri riportano alla morte.

L’anima è sempre il motore pensante e invisibile con la sua costante presenza che riflette sulla nostra fine e sul nostro eterno riposo. Essa ha a fianco un alleato: il subconscio che arriva a soffrire quando avverte il senso dell’incompiuto qui rappresentato con la metafora del libro che, al contrario della vita, può non raggiungere il suo epilogo.

Ma un tema su tutti rappresenta l’umanità nel suo movimento che inizia con la nascita e finisce con la morte: quello del “viaggio” metafora della vita. Un viaggio di sola andata, spesso incerto, che per alcuni avviene in solitario per

Giuseppina Tavana

altri in compagnia dell’essere amato e che dà forza, mentre gli uomini procedono nella tristezza del passar del tempo, dell’invecchiamento e nella paura della solitudine. Alle tinte grigie e sfumate di questo testo poetico, subentrano quelle vitali e fulgenti dell’amore e del desiderio. In un alternarsi di luci ed ombre, l’autrice oppone il rumore al silenzio, l’assenza alla presenza, il visibile all’invisibile, il finito all’infinito, terminando per dare voce alla dignità dell’anima stessa.

Al triste Leitmotiv del tempo che passa trasformando ogni cosa materiale, facendo nascere nell’anima il pensiero della morte, fa da contraltare l’immaterialità della bellezza e della fierezza che non vengono mai scalfite mentre spunta la fede in un essere superiore e stende la sua mano in segno di aiuto.

Fragilità umana, fluire inesorabile del tempo, brevità degli incontri e paure del viaggiatore che non può deviare il corso del fiume della vita che lo trascina in avanti, si oppongono ai ricordi che lo riportano indietro, mentre l’amore si erge sovrano e viene consegnato alla eternità con l’eloquente metafora del proiettile che rimbalza tra i due amanti.

I temi dell’amore e della morte sono spesso associati in Giuseppina Tavana ad ombre leggere o ad immagini oniriche in un continuo prendere e lasciare, temi che spesso contrastano tra di loro o che alternano in un movimento che va dal basso all’alto, dall’interno all’esterno della vita e dell’anima.

La poesia che a nostro avviso ci sembra dare la chiave di lettura a tutta la silloge è Tutti viandanti dove il “credente” con “quel fulmineo salto a compimento della vita stessa”come scrive Giuseppina Tavana- va verso “l’eterno infinito”.

E qui, senza ombra di dubbio, non possiamo negare la fede “consolatrice” dell’autrice come la si è vista spesso in vari punti delle sue poesie.

Questa stessa fede avrebbe certamente aiutato Baudelaire. Il poeta francese nel sonetto Le voyage, delle Fleurs du mal, al contrario di quanto scrive e crede la Nostra, riferendosi alla morte e chiamandola “vecchio capitano”, esclamava, senza fede e senza speranza, che il suo viaggio sarebbe finito nell’abisso. Inferno o cielo? Non è dato sapere.

Baudelaire va disperatamente verso l’ignoto, egli non crede nella luce oltre l’infinito come invece percepiamo lungo tutta la lettura delle poesie di “Ascoltando l’anima”. Il poeta maledetto, da artista romantico e sperimentatore di sensazioni alternative, vede nel viaggio che ha stancato il viaggiatore, la discesa verso l’Ignoto per trovarvi nel fondo alfine, il nuovo! Un epilogo inedito!

Non è questo il caso di Giuseppina Tavana e ne siamo felici.

Novembre 2022

Francesca Morale

È proprio vero, mai dire mai! Pensavo di aver smesso di comporre poesie ma evidentemente mi sbagliavo.

Difatti sono qui a testimoniare che non è così, non si può dire basta a qualcosa cui non puoi, è impossibile fermare il cuore, i pensieri, il flusso di parole e sentimenti che l’anima coglie e silenziosamente ti confida.

Sì, in silenzio e nel silenzio e anche se non voglio mi costringe a riflessioni che travolgono e trovano pace solo quando si tramutano in versi. L’anima parla sempre e sempre sottovoce e spesso non riusciamo a percepirla distolti dal vortice degli eventi in cui volutamente o casualmente ci troviamo immersi, ma la sua voce ci arriva chiara, nitida se ci fermiamo con umiltà ad ascoltare.

Mi trovo quindi a presentarvi, ancora una volta, una raccolta di liriche dal titolo “Ascoltando l’anima” la mia anima di cui percepisco forte il richiamo, con me interloquisce e con prepotenza prende la parola per esprimersi nella lin- gua a lei più adatta: quella dei versi. Io trascrivo, semplicemente.

Molteplici, differenti sono i temi esposti che svelano il carattere, la sensibilità, i sentimenti e le passioni dell’anima mia, tipicità che la rendono, così come ogni altra anima, unica e inconfondibile.

Ascoltando l’anima

Nel silenzio sento la sua voce senza parlare parla flebile sommessa e bisbigliando dolcemente detta. Io trascrivo... ascoltando l’anima.

Presenza

Oggi che ci sei voglio esserci voglio sentire la tua carezza lieve sul mio corpo il calore tuo avvolgente scaldarmi il cuore voglio goderti voglio vivere.

Domani… forse le nuvole ti copriranno pioverà… forse ma non avrò rimpianti ti avrò abbracciato già appena ieri.

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