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Opere con prevalenza di segni

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RAPPRESENTAZIONE

RAPPRESENTAZIONE

L’ARTE PER LA GLORIA MONDANA O PER LA SALVEZZA ETERNA? di P. Ennio Laudazi, ocd.

Con il tolo ho voluto dare di proposito un taglio religioso alle mie riflessioni sull’arte e sul pittore Carlo Lo , na vo di Ronciglione (VT) ed ora residente in Calabria, in un paesino ai confini con lo stre o di Messina, luogo assolato e lucente tra cielo, terra e onde marine. Non posso condividere l’assioma spiritoso di Roberto Gervaso: “Quanto più credo in Dio, tanto più credo in me stesso”. Mi domando subito: in quale Dio credo per credere tanto più in me stesso e cosa significa credere in me stesso? Sogno, chimera, certezza o frustrazione? Certezza o illusione? A livello personale e sociale? A livello familiare o sociale?...

Siccome credo che la domanda del tolo lo richieda, mi inoltro alquanto nel mondo dell’arte in tu e le sue espressioni e in tu e le sue epoche, facendo riferimento ad alcuni personaggi che ho davan agli occhi mentre scrivo e penso che colui che legge sia d’accordo con chi scrive e con colui del quale sta scrivendo. Preciso, in base al tolo della mia e della loro tes monianza che gli ar s dei quali riferisco a modo di esempio li ho le e studia in profondità, ne condivido le certezze e ne accolgo con convinzione sia l’esperienza sia il messaggio. Incomincio dalla Bibbia, presa come tale, senza pregiudizi e sovrapposizioni accademiche e precisamente quale Parola di Dio nella storia della Salvezza al Popolo d’Israele prima e alla Chiesa poi. E precisamente dal Salmo 8 un verse o. Eccolo: “I cieli narrano la gloria di Dio e l’opera della sue mani annunzia il firmamento”. Da pregare e gustare in tu a la sua interezza! Passo al Can co delle creature di S. Francesco d’Assisi per arrivare al Sommo poeta Dante Alighieri che Papa Francesco nella sua Le era apostolica Candor lucis aeternae, scri a nel VII centenario della sua morte, definisce “profeta di speranza e tes mone della sete d’infinito, insita nel cuore dell’uomo”, allorchè canta il mistero dell’Incarnazione del Verbo nel grembo della Vergine Maria: “Nel ventre tuo si raccese l’amore,/ per lo cui caldo ne l’e erna pace/ così è germinato questo fiore”(Paradiso XXXIII, 7­9). A volo d’uccello vado nel ‘5oo spagnolo in casa di un grande poeta mis co S. Giovanni della Croce con i suoi Noche oscura e Can co Espiritual: Dio è la Bellezza e l’Amore dalle infinite rifrangenze sulle Sue creature, è l’Amato che va in cerca dell’amato: ”Adonde te ascondiste, Amado…”.

Per arrivare, sempre volando, al nostro Giuseppe Ungare , poeta dell’Allegria con il suo M’illumino/ d’immenso e Il mio supplizio/ è quando/ non mi credo/ in armonia.

Per arrivare alla constatazione esperienziale di R.M. Rilke nelle sue Elegie duinesi: che se l’uomo non è stabilito nel baricentro, il mondo che gli gira a orno non può essere bello e armonico!

Approfondiamo il nucleo della verità fondamentale espressa nel tolo, cercando la linea di ri flessione nell’opera interdisciplinare in 7 volumi Gloria (per un’este ca teologica) del teologo Hans Urs von Balhasar (Lucerna 1905­1988). Vale la pena giocare a questo punto le carte migliori!

L’ aspe o centrale della bellezza contemplata come proprietà dell’essere è lo “splendor formae substan alis supra partes materiae propor onatas et terminatas” (S. Tommaso d’Aquino); per cui noi abbiamo cognizione che Dio è, ma non che cosa è (…). Dio in qualità di causa di ogni bello dona a ogni cosa consonan a et caritas (…): consonan a è il suono accordato delle par chè essenzialmente armonia, proporzione, ordine, bell’aspe o; claritas, su questa stru ura d’ordine “orizzontale”, la luce di splendore che piove ver cale dall’alto: “Non perché qualcosa che è amato è bello, ma qualcosa è amato perché è bello”. E. allora, come conseguenza razionale, è proprio della bellezza la “resplenden a”, l’eluscere (lo splendore, il brillare), con l’applicazione convinta al mistero della Rivelazione cris ana, divina e defini va: Gesù Cristo è il Medium senza di cui la gloria di Dio non può essere rivelata… e il dono di Cristo, lo Spirito Santo, include in sé la forza di ogni altro dono”. Gesù è rivelato da Dio Padre (cfr. Annunciazione­ Ba esimo nel Giordano­ sul Calvario ­sulla Croce…), Gesù si rivela Messia, Figlio, Re... e gli Evangelis lo rivelano. Per cui “l’arte non è un fa o privato, perché la verità non lo è mai” (HANS URS von BALTHASAR, Lo sviluppo dell’idea musicale, Glossa, Milano 1995, p.(39). In forza di ques principi appena abbozza in questo contesto capiamo i valori della vera arte e le tante intemperanze (psicologia e moralità) commesse nei suoi confron (la grandezza geniale, crea va e innova va e l’asservimento alla gloria, alla moda, alla fama, al denaro e alla ricchezza!

Da queste considerazioni “pesan ”, ma ogge ve, una pennellata sull’arte nella pi ura dell’amico Carlo Lo . Già ci conoscevamo: insegnavo E ca professionale nell’Ospedale di Ronciglione (VT) dove lui svolgeva il suo lavoro assistenziale; io ero residente a Caprarola nella “Casa

S. Teresa”. Domenica 5 marzo del lontano 1989 sarebbe andata in onda su Rai Uno la Messa, sul giornale “La Stampa” di Torino, con un ar colo magistrale in Terza pagina, lo storico d’arte Federico Zeri a ribuì a Guido Reni la paternità della pala dell’altare maggiore, favorendone le mo vazioni storiche e ar s che. Convalidate poi dai disegni preparatori del quadro della Galleria degli Uffizi di Firenze e da un lungo ar colo di Andrea Emiliani sulla rivista “Accademia

“Clemen na” di Bologna (in una cartella conservo il materiale documentario). Dunque, in breve: fin dall’infanzia conatus umano e ar s co di passare a raverso i colori e le forme della fantasia crea va dall’esterno all’interno del sogge o, dal transeunte all’eterno, dai segni on ci ai disegni ontologici, dalla simbologia ai segni che possano esprimerla, dai colori ai segni raffiguran i sogni… Il tu o finalizzato nello sforzo di farli sopravvivere al tempo a raverso il Bonum e il Pulchrum dell’essere. Insomma, da quando lo conosco come ar sta e come uomo, quanto oggi posso perme ermi di augurami lo esprimo con una preghiera alla SS. Trinità nello spirito della Rivelazione e della fede cris ana della Chiesa: “O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito San ficatore per rivelare agli uomini il mistero della tua vita, fa nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l’unico Dio in tre persone”.(Orazione alla SS. Trinità). Per concludere, la domanda del catechi smo della Chiesa che ci fu insegnato da piccoli e offre la risposta al tolo scelto per la presente tes monianza: Perché Dio ha creato l’uomo? La risposta era, è e sarà: Dio ha creato l’uomo per conoscerLo, seguirLo, amarLo in questa vita e per goderLo eternamente nell’altra.

P. Ennio Laudazi.

TESTIMONIANZA di Giuseppe Maria Lotano

Fui sorpreso nella mia stanza di lavoro, in pausa pranzo, a scrivere qualche verso sul retro di un foglio da riciclare. Fu occasione per Carlo Lo di parlarmi della sua passione pi orica, non ne ero a conoscenza.

Lo stare nella stessa società di ingegneria, OTE del gruppo EFIM, ci facilitò l’approfondimento delle argomentazioni sulla passione di tradurre il pensiero in forme da trasferire ad altri, con i quali ci affascinò confrontarci non per sfida ma per a ngere ulteriori mo vazioni del sen re a sostegno di nuove opere.

Ci coordinammo proponendo con il tolo “Diagonale Rossa” una mostra di Pi ura e Poesia che fu alles ta a Ronciglione nelle stanze del palazzo Ceccaroni, dal 23 Dicembre 1975 al 31 gennaio 1976.

Il successo di cri ca e visitatori fu notevole, ne parlò anche Berenice nella sua rubrica del quodiano Paese Sera.

Così iniziò un capitolo nuovo dell’arte contemporanea.

TESTIMONIANZA di Americo Mascarucci

Parlare di Carlo Lo è per me un grande onore, ma al tempo stesso una grande sfida, perché suppone che ne parli scevro da pregiudizi e da simpa e personali. E non è facile farlo, perché Carlo è stata una persona molto importante nella mia vita, con un grande ruolo nel mio percorso professionale. Appena ventenne, desideroso di diventare giornalista e scri ore, è stato l’unico punto di riferimento. A lui so oposi il mio primo romanzo, un testo che se rile o oggi ces nerei senza un a mo di esitazione ma che all’epoca, nell’innocenza e nell’immaturità dei miei ven anni, mi appariva un capolavoro. Ricordo Carlo che mi presentò il primo cri co le erario che non esitò a stroncare quel lavoro e a consigliarmi di crescere, leggere molto e non avere fre a di pubblicare, perché tanto avevo ancora da imparare. Fu per me una doccia gelata, una profonda delusione, perché come tu i ragazzi che a vent’anni sono ancora capaci di sognare, mi ero fa o troppe illusioni. Oggi, quasi cinquantenne, benedico quel giorno in cui grazie a Carlo compresi che dovevo crescere, conoscere tanto di più di una professione che poi, anno dopo anno, esperienze dopo esperienze, studi su studi, sono riuscito ad abbracciare diventando giornalista e scri ore con tre libri all’a vo.

Carlo mi restò vicino, mi invitò a non abba ermi, mi aiutò a capire che da un insuccesso e da una grande delusione scaturisce sempre una forte maturazione. Ricordo i nostri incontri e le nostre passeggiate nel verde della bellissima Villa Lina a Ronciglione, i raccon di vita vissuta, gli scambi di opinione, i pun di vista spesso divergen che ci aiutavano a ritrovarci alla fine sempre su visioni comuni. Perché soltanto partendo dal confronto e dalla diversità di vedute, si può migliorare la propria visione delle cose, aiutando anche gli altri ad allargare il proprio orizzonte.

Poi c’è l’ar sta, il pi ore, dotato di genialità ma sopra u o di felici intuizioni. Un ar sta che non ha mai avuto paura di andare controcorrente, sfidando il pensiero dominante e lo sce cismo di chi, pensando di saperne più di lui, ne sminuiva il lavoro, la professione. Grande fu la soddisfazione quando il cri co d’arte Federico Zeri gli riconobbe pubblicamente il merito di aver scoperto e segnalato la presenza di un’opera del Guido Reni nel monastero di Santa Teresa a Caprarola. Un successo personale per lui, che da quel momento, dopo i pubblici elogi di Zeri su La Stampa, in tv e in alcuni volumi, fu guardato con molto meno sce cismo da chi in precedenza non gli aveva riconosciuto credibilità e valore. Ricordo un giorno in cui fui tes mone di una sua telefonata con lo stesso Zeri. Carlo voleva andarlo a trovare e si era messo in testa che dovevo accompagnarlo. Il grande cri co d’arte gli rispose che non stava bene ma che comunque lo avrebbe incontrato con piacere appena rimesso. Peccato che dopo pochi giorni la tv diede no zia della scomparsa.

Carlo non è soltanto un produ ore di cultura a livello ar s co con la realizzazione di quadri, ma è sopra u o un bravo assemblatore di idee e organizzatore di proge ; l’ul ma inizia va realizzata nel suo paese d’origine, Ronciglione, è il bellissimo volume sull’Immacolata Concezione di Scipione Pulzone, la tela conservata all’interno del convento dei Cappuccini; volume che ha permesso di scoprire e valorizzare un patrimonio ar s co di grandissimo valore e che volle realizzare su invito del professor Italo Faldi che accompagnò parte del percorso; un percorso difficile, lungo, travagliato, ostacolato da intoppi economici e organizza vi ma che alla fine, con testardaggine, determinazione e grandissimi sforzi è riuscito a portare a compimento. È per questo che, non essendo un cri co d’arte, mi limito a parlare dell’amico e dell’intelle uale che senza presunzione accademica ha saputo trasme ere a tan di noi insegnamen fondamentali; la libertà di pensiero e di opinione, la capacità diale ca, l’a tudine al confronto, conce matura alla scuola di Elena Croce, figlia del grande filosofo del secolo scorso, padre del liberalismo italiano, Benede o Croce; un liberalismo che Carlo ha sempre saputo coniugare con un’alta spiritualità facendosi portavoce ed interprete del mo o crociano “non possiamo non dirci cris ani”; poi l’amore per l’ambiente che lo ha visto impegnato con l’Associazione

“Italia Nostra” nella difesa del paesaggio e nella lo a contro l’inquinamento, specie a Ronciglione, dove si è schierato con coraggio in difesa della tutela del Lago di Vico e dei mon Cimini; la passione per la cultura e per i libri, dimostrata dalla sua ricca biblioteca domes ca, dal suo girovagare per l’Italia alla ricerca sempre di novità, di nuove conoscenze, esperienze, saperi. Carlo è un personaggio davvero poliedrico che, nonostante l’avanzare dell’età e del tempo, sembra non invecchiare mai in quanto a tenacia, a vismo, voglia di lavorare, di “stare sul pezzo” come amiamo dire noi giornalis . E speriamo che questo Carlo non si stanchi mai di essere lui stesso e di stare sempre un passo avan rispe o agli altri.

Americo Mascarucci giornalista e scri ore

Segni Ontici e Disegni Ontologici

Studio Byblos Publishing House studiobyblos@gmail.com ‐ www.studiobyblos.com

ISBN: 9791280343154

Palermo ‐ Giugno 2023

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